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A tutti gli amici del dialogo e della pace

che hanno reso possibili 15 anni di incontro

fra cristiani e musulmani in Italia che in queste

pagine cerchiamo di raccontare.

Con gratitudine e amicizia.

© www.ildialogo.org

Via Nazionale 5183024 Monteforte Irpino(AV)email: [email protected][email protected] tel: 3394325220

Prima edizione 27 ottobre 2016

I materiali contenuti in questo ebook sono liberamente riproducibili per usopersonale o a scopo associativo, con l’obbligo di citare la fonte

(www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli ascopo di lucro .

Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico 15 anni di impegno per la pace www.ildialogo.org 1

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Indice generalePremessa.......................................................................................................3Introduzione..................................................................................................4Islam e libertà religiosa.................................................................................9L’islam in 20 parole, di Lorenzo Declich, Editori Laterza 2016................15I testi della XV Giornata del 27 ottobre 2016 - 25 muharram 1438...........16

Testo appello..........................................................................................16Comunicato stampa del 12-09-2016......................................................16Comunicato a seguito degli attentati di Bruxelles..................................18I musulmani d'Italia contro il terrorismo................................................19

I DOCUMENTI DEL 2001........................................................................38I DOCUMENTI DEL 2002........................................................................45I DOCUMENTI DEL 2003........................................................................52

Primi Firmatari al 29 giugno 2003.........................................................54Notizie sulla raccolta delle firme e sulle iniziative................................55

I DOCUMENTI DEL 2004........................................................................65I DOCUMENTI DEL 2005........................................................................81I DOCUMENTI DEL 2006........................................................................98I DOCUMENTI DEL 2007.......................................................................112I DOCUMENTI DEL 2008......................................................................121I DOCUMENTI DEL 2009......................................................................138I DOCUMENTI DEL 2010......................................................................145I DOCUMENTI DEL 2011.......................................................................148I DOCUMENTI DEL 2012......................................................................152I DOCUMENTI DEL 2013......................................................................155I DOCUMENTI DEL 2014......................................................................161I DOCUMENTI DEL 2015......................................................................175

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PremessaAbbiamo raccolto in questo volume, i documenti più importanti esignificativi dei 15 anni della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamica, nata nel 2001. Le immagini della copertina sono solo alcune di quelle che abbiamo inquesti 15 anni pubblicato sul nostro sito. Vogliono rappresentare, anchevisivamente, che dal 2001 ad oggi attorno a questa iniziativa si sonomobilitati uomini e donne, cristiani e musulmani, ma anche di altrereligioni, che hanno spesso coinvolto istituzioni locali e nazionali, perribadire la volontà di pace del popolo italiano di cui troppi “profeti disventura” non vogliono tenere conto, soffiando sul fuoco della guerra edell’odio fra le religioni che fra tutte le cattive azioni che gli uominipossono commettere è sicuramente la peggiore.Offriamo questo volume in formato ebook a tutti gli amici e le amiche deldialogo e della pace. È un lavoro fatto artigianalmente, con mille piccolisacrifici da parte di tutti quelli che in questi anni si sono impegnati. Non èun lavoro perfetto. Sicuramente ci siamo dimenticati qualcosa e chiediamoscusa anticipatamente. Segnalateci gli errori e cercheremo di rimediareperché questo volume è un cantiere sempre aperto e possiamo aggiornarloman mano insieme con i vostri suggerimenti.Questo volume si pone in continuità con il volume “La rivincita deldialogo” edito dalla EMI nel 2002 che conteneva i primi documentidell’appello lanciato nel 2001. Avremmo voluto realizzare, dopo 15 anni,un libro stampato ma per motivi economici non ci siamo riusciti. Abbiamocosì optato per un ebook a diffusione gratuita. Invitiamo tutti a utilizzarequesto libro, a diffonderlo, magari a stamparlo in proprio e a farloconoscere in particolare nelle scuole. Ci auguriamo che esso possa servire alla causa della pace. Per questo loabbiamo realizzatoRingraziamo tutti e tutte dal profondo del cuore. Un ringraziamentoparticolare va all’amico Brunetto Salvarani, che ha firmato l’introduzione aquesto libro, che della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico èstato l’ideatore e il promotore instancabile.

La Redazione del sito www.ildialogo.org

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IntroduzioneDare corpo, nella quotidianità, alla pratica del dialogo

di Brunetto SalvaraniQuella conclusasi dapoco è stata l’estatedell’islam, da tutti ipunti di vista: dairipetuti attentatijihadisti a ognilatitudine al vero eproprio martirio in

una chiesetta della Normandia di unanziano prete francese, fino agliabbracci fra cattolici e musulmanidurante molte messe, che lascianointravvedere – a dispetto dei tantidistinguo - l’inizio di una storianuova. Da parte mia (non solo unislamologo, ma mi occupo diteologia del dialogo e leggo iprincipali testi sull’argomento cheescono da una trentina d’anni) nonriesco a rassegnarmi, chiedo scusa,al pressapochismo dilagante. Il fattoè che, nonostante il fior dispecialisti di diverse generazioni dicui disponiamo, a commentare glieventi che coinvolgono il mondoislamico sui nostri media sonospesso convocati improbabiliesperti più o meno improvvisati: iquali, ricorrendo con piglio sicuro aquesto o quel versetto coranico, aun oscuro detto di Muhammad o aqualche precetto della Sharia, si

lanciano di regola in letture dimarca fondamentalista, che nonammettono repliche. Con gli esitiche balzano agli occhi, in cuil’inscalfibile ignoranza italica sullereligioni finisce per sposarsi allaconvinzione di saperne anchetroppo, di islam, e di non poternepiù. I social, ahinoi, fanno il resto,con le profezie della Fallacisovrapposte in genere al discorso diBenedetto XVI a Ratisbona econtrapposte immancabilmente altrend buonista e lassista checostituirebbe la cifra del pensiero dipapa Francesco al riguardo. Così,non ci accorgiamo che, più cheindugiare su raffazzonateinterpretazioni del Corano e dellaSunna, faremmo meglio ainterrogarci su come e perché si siadiffuso viralmente il fenomeno cheha dominato le cronache estive:vale a dire, l’islamizzazione deldisagio (umano, sociale, osemplicemente psichico) su scalaplanetaria.Un dialogo laicale“Il dialogo percorre una traiettoria:inizia quando due uomini,incontrandosi, s’inchinano l’unodavanti all’altro e sono disposti a

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lavare i piedi l’uno all’altro”.Possiamo ammettererealisticamente che, nel complesso,siamo ancora distanti dal modellodescritto qui dal priore di BoseEnzo Bianchi, ma anche dallaconvinta valorizzazione del dialogocosì tipica della stagione conciliare:che produsse entusiasmi forse unpo’ ingenui ma anche spinteappassionate e sperimentazioni chelasciavano ben sperare per un futuronon lontano. La sensazione di chiha operato nel campo dell’incontrointerreligioso nei decenni successivial Vaticano II è stata a lungo,piuttosto, quella di remarecontrocorrente rispetto al sensocomune diffuso: che tende a leggereideologicamente i conflitti in corsosu scala mondiale, a considerarliinevitabili, figli di un naturaleistinto di violenza che sarebbecaratteristico di alcuni sistemireligiosi (in primo luogo,naturalmente, dell’islam).Nonostante lo stesso papaFrancesco, a più riprese, abbiavigorosamente respinto l’ipotesi chesi sia di fronte a conflitti di matricereligiosa. In realtà l’idea di dialogo,a dispetto del trasparente fastidioche produce in vari ambienti e laderiva retorica cui è sottoposta, nonè scomparsa, per vedersi realizzatain genere in un dialogo laicale nelmetodo e nei soggetti coinvolti, di

cittadini attivi più che di specialistio di accademici, extra muros piùche intra muros. Perché lacom/presenza nello stesso territoriodi differenze nazionali, linguistiche,religiose, comporta necessariamentetrasformazioni notevoli tanto alivello delle forme religiose, quantosul piano istituzionale, strutturale,politico e legislativo. Piccoli semi di speranzaE’ per questo che i piccoli semi disperanza che esistono e resistonoandrebbero valorizzati e fatticonoscere il più possibile, al fine dicontrastare fattivamente unapalpabile deriva pessimista cheritiene l’invito ad adottare il metododel dialogo un atteggiamentoirenista, debole, rinunciatario, oaddirittura semplicementeimpossibile. Mentre sarebbeingeneroso se il pesante climapolitico-culturale degli ultimidecenni e l'intransigenza eretta asistema, generalizzata quantopervasiva, ci spingessero atrascurare che tra donne e uominidiversamente credenti non si dannosolo diffidenze o conflittualitàirrisolte, ma anche esperienze diapertura e fiducia reciproca… Lebuone pratiche in tal senso,fortunatamente, non mancano,anche qui da noi, non di radooperanti nel nascondimento. E segli ambienti più avvertiti hanno

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colto da tempo come sia vitalepassare finalmente dal dialogodelle buone maniere e deisalamelecchi al dialogo nella veritàe nella franchezza, i loro esitirisultano purtroppo spesso poconotiziabili, per cui non varcano lasoglia d'attenzione del grandepubblico. E’ urgente, in taledirezione, dare spazio al positivoche esiste, ma rimane affogatonell’informazione allarmistica etutta urlata cui siamo ormairassegnati: anche perché il dialogofornisce ai credenti un'opportunitàper decostruire assiemequell'universale tendenza umanaall'esclusivismo, allo sciovinismo,alla violenza e all'odio che possonoinfettare - e nei fatti stannopericolosamente infettando - ilcomportamento e le identitàreligiosi. Una giornata senza alternative“Sai, - mi disse una volta un’amica- questa vostra trovata dellagiornata dell’islam, con l’aria chetira, ha proprio il sapore di unmiracolo all’italiana!”. Quellaconsiderazione, buttata lì, nonpoteva che colpirmi. Quando, oltrequindici anni fa, ancora vivo negliocchi l’orrore per l’assalto terroristadi Al Qaeda alle Twin Towers l’11settembre 2001, a un gruppetto diamici sparsi per l’Italia, tra cui ilsottoscritto e il curatore di questo

volume, che già allora operavanoper il dialogo, venne in mente cheera urgente fare qualcosa,prevedendo i contraccolpi che nesarebbero giunti ai processidialogici fra cristiani e musulmani,sarebbe stato difficile immaginareche quella semplice trovata avrebbepreso piede, su scala nazionale.Tanto più che le giornate a tema,dedicate nel corso dell’anno aquesto o quell’argomento, rischianodi questi tempi di diventare unappuntamento scontato, a fortesapore di retorica (gli esempi in talsenso si sprecherebbero). Non èstato così, invece, per la Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre, ancor oggiin buona salute, per molti motivi,dedicata nel 2016 a un tema caldo estrategico, Misericordia, diritti:presupposti per un dialogocostruttivo. Se questa Giornata hasaputo attraversare indenne questianni bui, densi di islamofobia e dichiusure mentali, non è solo perl’impegno di quanti ne hanno coltola portata strategica, ma perché, inrealtà, al dialogo non esistealternativa. Il problema, piuttosto,riguarda la sua praticabilità, in unorizzonte di penosestrumentalizzazioni politico-mediatiche e di scarso ascoltoreciproco. La globalizzazione inatto, del resto, contrariamente a

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quanto ci si poteva ingenuamenteaspettare, invece che a unindebolimento delle identità (reali oimmaginarie), sta conducendopiuttosto a un loro irrigidimento,che non coglie le potenzialitàpositive pur presenti nell'ineditoincontro di uomini e culture che sista producendo, e tende invece adenfatizzare diffidenze e timori.Ovvio, reciproci.Una ricorrenza simbolicaQuesto appuntamento, avviatosi insordina ma pian piano radicatosi intutto il Paese, s’ispira al fatto che il14 dicembre 2001, ultimo venerdìdel mese di Ramadan del 1422dall’Egira, Giovanni Paolo II chiesea tutti, donne e uomini di buonavolontà, nel cuore della guerra inAfghanistan, di condividere con ifratelli dell’islam il digiuno diRamadan. Una pratica altrui,povera ma ricca d’implicazioni.Messaggio coraggioso e di altaportata, inviato ad appena untrimestre da quel tremendo 11settembre che da tante parti fu letto,sbagliando, come l’avvio di unirrimediabile scontro fra civiltà. Daallora, quell’ultimo venerdì èdivenuto, per tanti cristiani didiverse confessioni e per parecchimusulmani in Italia, la ricorrenzasimbolica in cui ritrovarsi, guardarsiin faccia e rilanciare così l’urgenzadi provare a camminare assieme.

Nonostante tutto! Dal 2008, invecedi svolgersi l’ultimo venerdì diRamadan, la Giornata si è celebratail 27 ottobre, a memoria del giornoche nel 1986 vide riunirsi ad Assisii rappresentanti delle religionimondiali a pregare per la pace,dono di Dio. Da allora, per ragionipratiche (la ricorrenza era mobilecome il calendario islamico, epresto si sarebbe giunti in pienaestate), la data del 27 ottobrerimane fissa, permettendoci disegnare in anticipo la ricorrenzanelle nostre agende. Nel corso dellevarie edizioni, con slogan ideati daun comitato promotore che ha uncuore virtuale nel sitowww.ildialogo.org, animatodall’amico Giovanni Sarubbi che viha dedicato gran tempo ma ancorpiù passione, ma parecchie gambelocali (come i documenti quiraccolti testimoniano, almeno inparte), i momenti di incontro sisono via via moltiplicati. Connumerosi protagonisti che,semplicemente, hanno deciso disalire sul carro impervio deldialogo: da amministrazioni locali acomunità parrocchiali, da chieseevangeliche a movimenti ecclesiali,fino a tanti centri islamici e tanti,cosiddetti, cani sciolti. Indizio,questo, una volta di più, che ladifferenza può farla solo l’iniziativadal basso, quando rompe gli schemi

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di quanti sono rinserrati nellerispettive appartenenze e mette acontatto donne e uomini (religiosi onon) che si ritrovano assieme perproclamare che non ne possono piùdi odio, dei piccoli o grandirazzismi quotidiani cui ci stiamopurtroppo abituando, e di religionistrumentalizzate al servizio deipotenti di turno. Tanto più rilevantein una stagione in cui ifondamentalismi continuano aimpazzare, con gli esiti chepurtroppo ben conosciamo.Guardando il futuroLa solenne sfida che la Giornata ciha messo davanti è, una volta dipiù, quella di evitare una letturadelle differenze esistenti,logicamente anche profonde, comeuno scontro tra il bene e il male, dirifiutare la demonizzazionedell’altro. Nella consapevolezza cheil rischio di farsi prendere dalla

sfiducia, dalla stanchezza, dalledelusioni, è molto alto! Si trattaquindi di dare corpo, nellaquotidianità, alla pratica deldialogo: soprattutto al dialogo divita, realisticamente, più che aquello teologico, ancora assaifragile. Educandoci, e educando lenostre comunità, a guardarsi dentroe a dialogare, attività chepossiedono una valenza certospirituale, ma non solo. In unasocietà pluralista come quellaitaliana di oggi, che sta rischiandouna deriva identitaria e/oapertamente razzista, un similepercorso ha infatti una valenzaesplicitamente sociale, e serve acostruire convivenza, solidarietàcivile e senso di appartenenza. Unaposta non da poco, a ben vedere.

Brunetto Salvarani

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Islam e libertà religiosa di Giovanni Sarubbi

Islamofobia eantisemitismoLa libertà religiosaper i musulmaniresidenti in Italia,immigrati ocittadini italiani chesiano,

semplicemente non esiste. E se nonesiste per loro, significa che lalibertà religiosa non esiste pernessuno, sebbene essa sia sancitacome diritto inalienabile nellanostra Carta Costituzionale. Nesono testimonianza i tantireferendum, assolutamenteillegittimi, che si tengono in tutte lecittà, soprattutto al centro nord,dove si vorrebbe erigere unamoschea. O le oramai numeroseleggi regionali, quella lombarda giàoperante e quelle Veneta e Ligure invia di approvazione, finalizzate adimpedire, attraverso mille cavilligiuridici, la possibilità di costruiremoschee. O cose ancora peggioricome le aggressioni a singolimusulmani, soprattutto donne, odanneggiamenti o veri e propriattentati nei confronti dei luoghi diculto islamici. Oppure la chiusurasistematica di luoghi di cultoislamico, che raccolgono soprattutto

immigrati, come sta accadendo dalmese di giugno 2016 a Roma, dovene sono stati chiusi ben 5 e sonostate emesse altre tre ordinanze neiconfronti di altrettante strutture diculto presenti a Roma da circa 20anni, come la storica moschea al-Huda di Centocelle.Nei confronti dei musulmaniitaliani è in atto, oramai da oltre unquindicennio, una vera e propriapersecuzione che ricorda ciò che èsuccesso, nel nostro paese ed inEuropa, durante il periodo dellaSeconda Guerra Mondiale controgli ebrei. L’islamofobia, cheattualmente stanno vivendo imusulmani, si configura sempre piùcome una variantedell’antisemitismo. Stessi i metodi,stessi i contenuti di ciò che vienediffuso contro i musulmani descritticome violenti e assassini,stesse leforze politiche che hanno fattodell’islamofobia la lorocaratteristica di fondo. Secondol’Eurispes, nel suo rapporto resonoto agli inizi del 2016, «ben il39,8% degli italiani si trova aguardare con sospetto le persone daitratti medio-orientali». Al momentodi scrivere queste note, questapercentuale ha superato il 50%.

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Siamo il paese più razzistad’Europa.

I numeriLa comunità musulmana in Italia,secondo gli ultimi dati disponibili,costituisce sicuramente la secondareligione del nostro paese. Essa ècomposta da circa un milione eseicentomila immigrati e da circa245mila cittadini italiani passati,secondo Eurispes, dai «10.000cittadini del 2001 (appena lo 0,9%)ai 40.000 del 2008 (3,4%) fino alle245.000 unità dell’anno scorso(15%)»1. E si tratta di cifredestinate a crescere sia per l’arrivodi nuovi migranti, sia per ilfenomeno delle conversioni dicittadini italiani che, secondo iresponsabili di molte organizzazioniislamiche, è in aumento ma di cui

1 Vedi i seguenti link:http://eurispes.eu/content/rapporto-italia-2016-la-sindrome-del-paliohttp://www.dossierimmigrazione.it/docnews/file/Scheda%20Dossier%202015%20in%20italiano.pdfhttp://riforma.it/it/articolo/2016/02/01/litalia-e-le-religioni-nel-2016http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/502296/Migranti-e-religioni-in-Italia-2-6-milioni-di-cristiani-e-1-6-milioni-di-musulmanihttp://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/11/18/lislam-cresce-piu-in-fretta-di-tutte-le-altre-religioni-in-crisi-i-non-credenti-2/?refresh_ce=1

non c’è al momento una stimaattendibile. Il numero così rilevantedei musulmani cittadini italiani èattribuito però, dai centri di ricerca,al fenomeno della naturalizzazionedei migranti e non alle conversioni.In ogni caso ci sono circa duemilioni di persone musulmanesenza diritti religiosi in spregiodella nostra Costituzione.

Islam pluraleE si tratta di un Islam che nella suacomposizione è plurale, sia per lemolte correnti di pensiero che loattraversano fin dalla sua nascita(sunniti, sciiti, kharigiti nate subitodopo la morte del ProfetaMuhammad), sia per quelle che poisono nate nel corso dei 1438 anni distoria dell’Islam(malikiti, shafi’iti,hambaliti, hanafiti e tanti altri), siasoprattutto per le tante nazionalitàdiverse che compongono ilvariegato mondo degli immigratigiunti nel nostro paese, ognuna conun proprio modo di intenderel’Islam nella propria vitaquotidiana. È un fenomeno tipico ditutte le grandi religioni che,espandendosi su scala mondiale, sisono incarnate nelle specificheculture di ogni paese. Non si puòtrattare allo stesso modo unmusulmano della penisola arabica,dove l’Islam è nato, con unmusulmano pachistano, o indiano, o

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turco, o libico o marocchino. Comesuccede anche per i cristiani.E già da qualche anno, assistiamonel nostro paese al fenomeno deiluoghi di culto organizzati su baseetnica. Stesso fenomeno esiste per icristiani. Affianco alle primemoschee che raccoglievanomusulmani di varie provenienzeetniche, negli ultimi anni si sonoorganizzate, per lo piùspontaneamente e senza alcuncoordinamento, luoghi di culto disingole etnie o nazionalità.Pachistani, bengalesi, senegalesi,nigeriani, marocchini... ritrovandosicasualmente in una determinatacittà si sono uniti incontrandosi inscantinati o garage trasformati inluoghi di culto, senza andare acercare le moschee già esistenti. Espesso queste ultime hanno grandidifficoltà ad entrare in contatto conqueste comunità, chiuse al propriointerno e con grandi difficoltà arelazionarsi con la realtà del nostropaese. Succede a Roma, a Napoli, ein tutte le grandi città. Le stesseorganizzazioni storiche dell’Islamin Italia, come l’UCOII o quelle chefanno capo alla Grande Moschea diRoma, hanno difficoltà ad entrare inrapporti con tale realtà che è oggipiù complessa e articolata di quelladescritta dal CESNUR2.

2 CESNUR – Centro Studi sulle nuove religioni http://www.cesnur.org/ -

La legge sulla libertà religiosa el’intesaA distanza di 70 anni dall’entrata invigore della Costituzione vigeancora la legge fascista dei cultiammessi e vige ancora, nella praticacorrente, l’idea che la religionecattolica sia tuttora “Religione diStato”, come era sotto il fascismo.Nella vita quotidiana del ministerodell’Interno, che si occupadell’applicazione della legge suiculti ammessi, tutte le religionidiverse da quella cattolica sonoguardate con sospetto, anche se essehanno da tempo l’Intesa con loStato secondo l’art. 8 dellaCostituzione3. Eppure la stessareligione cattolica è oggi, di fatto,una minoranza della popolazione.Pur dichiarandosi cattolici, secondoEurispes, il 71,1% dellapopolazione, percentuale questa giàmolto bassa rispetto a quella di unadecina di anni fa, il numero deipraticanti e di quelli che rispettanointegralmente tutti i precetticattolici sono solo il 5,3%.A causa dell’islamofobia crescente,il percorso per la stipula diun’intesa fra l’Islam in Italia e lo

http://www.cesnur.com/lislam-e-i-movimenti-di-matrice-islamica-in-italia/

3 Molti sono i fatti che potrebbero esserecitati a sostegno di tale tesi che omettiamo per motivi di spazio.

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Stato Italiano, sul tipo di quellorealizzato per una molteplicità direligioni, non solo cristiane, non èneppure cominciato, pur essendociproposte in tal senso fin dal 1990formulate all’epoca dall’UCOII.Ostacoli su ostacoli vengonofrapposti a che l’intesa si realizzi. Siva dal fatto che l’Islam non èunivocamente rappresentato, cosache non ha pesato in alcun modo,ad esempio, per le confessionicristiane ognuna delle quali, conl’eccezione dei Testimoni di Geova,ha l’intesa con lo Stato ratificata eoperante; ai sermoni che devonoessere in italiano e non in arabo evia cavillando. L’11 luglio 2016 c’è stata unariunione del Consiglio per i rapporticon l'Islam Italiano presso ilMinistero dell’Interno dove è statapresentata un documento redatto daun gruppo di esperti, presieduto dalValdese Paolo Naso, dove si tracciaun percorso che, secondo leintenzioni dei proponenti, dovrebbeportare alla realizzazione dell’Intesao quanto meno creare i presuppostiaffinché essa si realizzi4. Questaproposta è in itinere e al momento

4 Ruolo pubblico, riconoscimento e formazione degli imam,A cura della Commissione del Ministero dell'Interno presieduta da Paolo Naso in http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/islam/commenti_1468394499.htm

non sappiamo come andrà a finire.Tutti i percorsi hanno i loro pro e iloro contro. Viviamo una fase nellaquale la stessa possibilità che siraggiunga un’intesa, qualunque essasia, con l’Islam è vista come ilfumo negli occhi dalle forzepolitiche di destra, Lega Nord intesta. Un’intesa sarebbe dunqueestremamente necessaria anche senon risolutiva perché poi bisognaaffrontare la lunga battaglia per lasua approvazione parlamentare che,come sanno bene i Testimoni diGeova che hanno un’intesa firmatafin dal 1999, potrebbe essererimandata sine die, soprattutto se algoverno dovessero andare le forzeapertamente islamofobe.

Una via per l’intesaDopo la riunione del Consiglio per irapporti con l’Islam dell’11 luglioed il documento reso noto in quellasede, è stata lanciata la proposta direalizzare, per via telematica, una“Costituente islamica d’Italia” conl’ambizione di coinvolgere lamaggioranza dei musulmani chevivono in Italia. La proposta è statalanciata da Hamza Piccardo, giàfondatore dell’UCOII e autore dellatraduzione in italiano del Coranopiù diffusa in Italia. L’idea è quelladi dare una base democratica ad uncomitato eletto democraticamentecon lo scopo di realizzare l’intesa

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con lo Stato, che superi lecontrapposizioni oggi esistenti frale varie componenti della comunitàislamica italiana. Difficile dire, almomento, se questa ulterioreproposta possa trovare spazio eagibilità politica all’interno dellacomunità musulmana. Ciò cheostacola l’intesa sono anche, e diquesto non si discute maiapertamente e francamente, le moltequestioni pratiche e materiali chestanno dietro l’intesa, a cominciaredalla questione dell’8 per mille.

La destra: l’islam è una minacciae i migranti un pericoloMa perché siamo arrivati a questopunto nerissimo della nostra storia?C’è chi agita quotidianamente lospauracchio della “invasionereligiosa islamica”. Alcuni numerismentiscono categoricamentequesta presunta invasione. Secondoil Dossier Statistico Immigrazionecurato dal Centro Studi e RicercheIdos/Immigrazione5, tra gli oltre 5milioni di immigrati stanziati inItalia, oltre la metà (53,8%) sonocristiani (circa 2.700.000 persone) esolo il 32,2% è musulmano (circa1.600.000 persone) . Rispetto al2013, i cristiani sono 6 puntidecimali in più, mentre i musulmanisono 9 punti decimali in meno e i

5 http://www.dossierimmigrazione.it/pagina.php?cid=5_18

fedeli di religioni orientali 6,7%sono 3 punti decimali in più. Èchiaramente inventata la paventata‘invasione religiosa’ islamica.L’islamofobia è dunque creata adarte. Bugie su bugie vengonodiffuse dai grandi mass-media chediffondono i proclami apertamenterazzisti dei partiti della destra chesono fatti passare come “legittimeopinioni politiche”. Ma il razzismonon è una legittima opinionepolitica, come non lo è il fascismo.Queste posizioni hanno una lungastoria alle spalle. Risalgono al 1993quando Samuel P. Huntington6

inventò la dottrina dello “scontro diciviltà” per dare supportoideologico all’espansionismoStatunitense che si era manifestatoimmediatamente dopo la caduta delMuro di Berlino ed il crollodell’URSS (1989-1990) e delcampo cosiddetto socialista deipaesi dell’est. Crollo che avevaportato quasi immediatamente allaprima Guerra del Golfo control’Iraq, che gli USA guidarono comeunica potenza egemone sul pianomondiale. La dottrina diHuntington, sullo scontro di civiltàintese come religioni, è quella cheha dato il via alla campagnamediatica su scala mondiale contro

6 Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Samuel_P._Huntington

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l’islam che, da allora, fu individuatocome il nemico da battere permantenere la superioritàoccidentale. Caduta l’URSS, ipolitologi statunitensi comeHuntington inventarono il nuovonemico contro cui dirigere le forzearmate americane. Huntingtonsostenne l’idea che la divisione delmondo in Stati sia riduttiva, e chequesto vada invece suddiviso aseconda delle civiltà enumerandonenove: Occidentale,Latinoamericana, Africana,Islamica, Sinica, Indù, Ortodossa,Buddista e Giapponese. È statoHuntington ad affermare che «Lefrontiere dell'Islam grondanosangue», sostenendo che le guerrenon si sarebbero combattute permotivi economici o ideologici masaranno legate alla cultura. Huntington reinventò, ad uso econsumo dell’imperialismostatunitense, la dottrina delle“guerre di religione”. Gli attentatidell’11 settembre del 2001, chediedero inizio a quella che poi PapaFrancesco ha chiamato “terzaguerra mondiale a pezzi”, sono statiletti nell’ottica di Huntington della“guerra di religione”, pur essendo lasua dottrina del tutto confutabile sulpiano scientifico e storico.

Il dialogo antitodo alla guerra

«Ma quei giorni – scrive ilcomunicato stampa del 12settembre 2016 del Comitatoorganizzatore della Giornata deldialogo cristiano-islamico giuntaalla sua XV edizione riferendosi aldopo 11 settembre - furono usatianche per rilanciare il dialogo trale religioni e l’impegno per la pace.Mentre veniva dispiegata la piùgrande macchina da guerra che lastoria abbia mai registrato,compresi potenti media che hannosoffiato sul fuoco dell’odio e hannodiffuso l’idea della “guerra direligione”, dal basso, uomini edonne di pace, teologi, giornalisti,studiosi, associazioni, lanciaronocon un appello l’idea di unaGiornata ecumenica del dialogocristiano-islamico che, da allora, èdiventata un appuntamento fissodella nostra vita sociale,coinvolgendo singoli, comunitàreligiose, e istituzioni a tutti ilivelli, dai comuni alla Presidenzadella Repubblica».Il dialogo, la libertà religiosa, e lapace sono l’unica possibilità che lanostra specie ha per sopravviverenei secoli a venire.

BIBLIOGRAFIAFra gli ultimi libri editi in Italiasegnaliamo particolarmente iseguenti testi:“L’Islam è una minaccia” - Falso,

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di Franco Cardini, Editori Laterza2016

L’islam in 20 parole, di LorenzoDeclich, Editori Laterza 2016

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I testi della XV Giornata del 27 ottobre 2016 - 25 muharram 1438

Testo appello

Misericordia, diritti: presupposti per un dialogo costruttivo

di Il Comitato Promotore Nazionale della Giornata Ecumenica del dialogocristiano-islamico

«Questa parola del Signore fu rivolta a Zaccaria: "Ecco ciò che dice il Signore degli eserciti: Praticate una giustizia

vera: abbiate amore e misericordia ciascuno verso il suoprossimo"» (Zaccaria 8,9).

«E si rivolse Giobbe al suo signore: "Il male mi ha colpito, ma Tu sei ilpiù misericordioso dei misericordiosi"» (Corano XXI, 83).

La misericordia e il rispetto deidiritti del prossimo (la vedova,l'orfano, il forestiero, il misero)come ci ricorda il profeta Zaccaria,e l’attenzione per i perseguitati e gliesclusi come Giobbe, sono i tratticaratteristici della fede comune deicristiani e dei musulmani nell’unicoDio.Fare tesoro della misericordia eimpegnarsi nella promozione deidiritti sono vie che favoriscono ildialogo.È su questi valori importanti che siincentra la XV Giornataecumenica del dialogo cristiano-

islamico del 27 ottobre.L'iniziativa è nata nel 2001 dopo letragedie dell'11 settembre e laGiornata del 27 ottobre è diventata,nel corso degli anni, una importanteoccasione di testimonianza comunedi essere figli e figlie della stessacomunità umana. Uomini e donneche cercano di vivere la loro fede inlibertà e pace e costruire ponti e nonmuri.Il Comitato Promotore Nazionaledella Giornata Ecumenica deldialogo cristiano-islamicoRoma, 8 giugno 2016

Comunicato stampa del 12-09-2016

di Il Comitato Promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo

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cristiano-islamico

Tutto è iniziato l’11 settembre del2001, di cui nei giorni scorsi si ècelebrato il quindicesimoanniversario. Quindici anni da queitragici attentati di New York eWashington che furono usati perdare inizio a quella che oggi oramaitutti riconoscono essere la terzaguerra mondiale, sia pure a pezzi(come la chiama papa Francesco).Da allora il rumore della guerra èdiventato una costante della vitadelle nostre comunità e che ha giàprovocato alcuni milioni di morti,decine di milioni di profughi eimmense distruzioni.Ma quei giorni furono usati ancheper rilanciare il dialogo tra lereligioni e l’impegno per la pace.Mentre veniva dispiegata la piùgrande macchina da guerra che lastoria abbia mai registrato,compresi potenti media che hannosoffiato sul fuoco dell’odio e hannodiffuso l’idea della “guerra direligione”, dal basso, uomini edonne di pace, teologi, giornalisti,studiosi, associazioni, lanciaronocon un appello l’idea di unaGiornata ecumenica del dialogocristiano-islamico che, da allora, èdiventata un appuntamento fissodella nostra vita sociale,coinvolgendo singoli, comunitàreligiose, e istituzioni a tutti ilivelli, dai comuni alla Presidenza

della Repubblica.Siamo così giunti alla nostra XVedizione, che si terrà, anchequest’anno, il prossimo 27 ottobre2016, con un’iniziativa centrale aRoma e centinaia di iniziative intantissimi comuni d’Italia. Il temaè: «Misericordia, diritti:presupposti per un dialogocostruttivo».Negli ultimi anni abbiamo ancheregistrato un moltiplicarsi diiniziative di dialogo come reazioneagli attentati che nel 2015 e 2016sono avvenuti in alcuni paesieuropei. Dal male può nascere ilbene, come è accaduto a fine lugliodopo la brutale uccisione in Franciadi padre Jacques Hamel. Dopoquell’omicidio, e grazie allecoraggiose prese di posizione diPapa Francesco, appare sempre piùevidente che la religione con laguerra in corso non c’entra nulla eche è sempre più necessariorafforzare il dialogo fra le religioni.Invitiamo perciò tutti gli amici dellapace a moltiplicare i loro sforzi e adar vita, il prossimo 27 ottobre, a ungran numero di iniziative chemettano al centro i temi della“misericordia e dei diritti”, chesono i “presupposti per un dialogocostruttivo”.Con un fraterno saluto di pace,shalom, salaam

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Il Comitato Promotore nazionaledella Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico

Roma 12/09/2016Martedì 13 Settembre,2016 Ore: 09:42

Comunicato a seguito degli attentati di Bruxelles

Moltiplicare gli sforzi per costruirecomunità accoglienti e pacificherifiutando razzismo e violenza. a cura del Comitato Promotorenazionale della Giornata Ecumenicadel Dialogo Cristiano-IslamicoNoi, sostenitori e promotori dellaGiornata Ecumenica del DialogoCristiano-Islamico, di fronte agliennesimi attentati terroristici che sisusseguono in Europa e nel mondoche hanno l'unico scopo di spingerei popoli e i governi sulla via dellaguerra e dell'inasprimento dellaviolenza nei confronti di profughi emigranti, Chiediamo

• ai governanti di non farsitrascinare in una logica diguerra e di autodistruzionedell'umanità, ricercandosempre, sempre, sempre lavia diplomatica per larisoluzione dei conflittiinternazionali. È ora diseppellire l'ascia di guerra eritrovare la via della pace.

• a tutti gli uomini e donne di

buona volontà di rifiutare ilrazzismo e la violenza neiconfronti dei migranti e deicredenti musulmani cheoramai da troppo tempoviene alimentato dallapropaganda di forzeestremiste europee chesoffiano sul cosiddetto"scontro di civiltà", unadottrina folle che ha giàprovocato svariati milioni dimorti innocenti;

• a tutte le religioni dipromuovere iniziativeunitarie per chiedere la finedella guerra che è in corsodall'11 settembre 2001 e ilblocco totale della vendita diarmi;

• ai mass-media di smettere didare credito alle posizionirazziste e violente delleforze estremiste europeeperché il razzismo non è unalegittima opinione ma unpreciso reato. Razzisti efascisti europei e ISIS sonole due facce della stessa

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moneta che si chiamaguerra.

Dobbiamo costruire, insieme, unasocietà pluralista e accogliente,dove i diritti umani, a cominciaredal diritto alla vita, sia garantito atutti/e.Come persone e comeorganizzazioni religiose, rifiutiamodi essere strumentalizzati persostenere la guerra. La guerra èfollia.Facciamo appello a quanti in questianni hanno partecipato allaGiornata Ecumenica del DialogoCristiano-Islamico a moltiplicare i

propri sforzi e le proprie iniziativeper costruire comunità accoglienti epacifiche, rifiutando razzismo eviolenza.A tutte le vittime e ai loro familiariva tutta la nostra solidarietà insiemealla più netta condanna di quelloche hanno subito.Roma, 22 marzo 2016Comitato Promotore nazionaledella Giornata Ecumenica delDialogo Cristiano-Islamico

Mercoledì 23 Marzo,2016 Ore:13:26

I musulmani d'Italia contro il terrorismo Fatwa contro il terrorismo del 2005

Riproponiamo, a poche ore dagliattentati di Bruxelles, la Fatwa(parere giuridico vincolante vediwikipedia) contro il terrorismo chefu redatta nel 2005 e fu propostadall'UCOII alle associazioniislamiche in Italia e approvata datutte le principali associazioniislamiche attive allora sul territorio.

I musulmani d'Italia contro ilterrorismo

• Affinché non s’interrompairrimediabilmente un’apprezzabile

prassi di convivenza e di dialogo trai musulmani che vivono in Europa ei loro concittadini di altre o nessunareligione,

• affinché la follia omicida di unafazione microscopica del tuttoestranea alla comunità islamica nonpossa compromettere e rendereimpossibile la vita di tutti gli altrimusulmani e musulmane chevivono in Occidente,

• affinché la dottrina, l’esegesi e lagiurisprudenza islamica non siano

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utilizzate per seminare morte edevastazione nelle nostre città enelle nostre vite,

noi dirigenti UCOII, insieme airappresentanti delle associazioniislamiche e ed imam delle moscheein Italia, affermiamo che:

1- La rivelazione coranica che staalla base della nostra religione e lasunna (prassi) del ProfetaMuhammad (pbsl) hannoconfermato quanto era contenutonelle rivelazioni che erano statedate ai profeti (pace su tutti loro).“...credono in quello che è statofatto scendere su di te e quello che èstato fatto scendere prima di te”(Corano II, 4), e cioè l’unità, unicitàdi Dio e l’obbligo morale dell’uomoe delle comunità di essere attori delbene in questa vita terrena perottenere il bene nell’Altra vita.

Questo obbligo morale èsintetizzato nell’imperativo del“ordinare il bene e condannare ilmale” condizione sine qua non perrimanere nel sereno equilibrio tragli obblighi di questa vita e quellifinalizzati alla vita eterna. In questaprospettiva generale è unimperativo del musulmano e dellamusulmana adoperarsi con tutte lesue capacità e tutto il suo impegnoalla realizzazione della pace e della

concordia tra le creature umane etra le forme comunitarie e statualiche esse si sono date perorganizzare la loro vita terrena.

“ raccomandano le buoneconsuetudini e proibiscono ciÙ ò�che è riprovevole”

(Corano XXII, 41)

2- Ogni comportamento chescientemente nuoccia alla sicurezzacollettiva e tenda a destabilizzare lesocietà introducendo elementid’insicurezza o rischio collettivi,per qualunque scopo dichiarato essovenga perpetrato, è oggettivamenteuna fitna (un'eversione malefica),estendendo questo termine ad ogniforma di terrorismo, guerra civile, eaggressione contro le creatureinnocenti.

Infatti l'azione del musulmano edella musulmana dev'essereimprontato alla benevolenza e allamisericordia nei confronti di tutte lecreature in forza di una misericordiagenerale che Iddio ben chiarisce nelCorano quando rivolgendosi al SuoInviato (pbsl) dice: "In verità tu seiuna misericordia per i mondi".

Fa parte dell'etica islamica lasincerità e nei confronti di tutti gliesseri e pertanto non è tollerabile

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nessuna ambiguità nel discorso enei comportamenti.

“Non spargete la corruzione sullaterra, dopo che è stata resaprospera” (Corano VII, 56)

3 -Nella totalità dei paesioccidentali (intesiconvenzionalmente come Europa ele Americhe ) la condizionereligiosa dei musulmani e la lororelazione con lo spazio pubblico èretta da impianti costituzionali eleggi ordinarie che ne garantisconosostanzialmente la libertà di culto edi associazione.

Questi ordinamenti e queste leggirendono possibile la vita dellemusulmane e dei musulmani, e lerestrizioni che sono staterecentemente introdotte in alcunipaesi, per quanto inopportune edingiuste, come la legge sul divietodel foulard islamico nelle scuolefrancesi, non inficiano il quadrogenerale di eguaglianza di frontealla legge.

In queste condizioni il musulmano ela musulmana, siano essi cittadini diquegli Stati o stranieri residenti inforza di un documento di soggiornoo comunque presenti sul territorionazionale, sono tenuti al rispettodella legge generale, alla lealtà e

alla collaborazione nei confrontidelle istituzioni che le garantiscono,

“ Se inclinano alla pace, inclinaanche tu ad essa e riponi la tuafiducia in Allah.”.

(Corano VIII, 61)

Nei confronti dei correligionari,sottoposti alla dura prova dellaguerra e del terrorismo , lasolidarietà, nel rispetto delle leggiche reggono gli Stati europei edoccidentali in genere, può esserevariamente espressa ed esercitatasotto il profilo umanitario e, ovepossibile, attraverso un’azioneinformativa, di lobbing o di massaper esercitare pressioni politichemediante legittime forme diprotesta previste nell'ordinamentodemocratico finalizzate a farcessare la violenza e l’ingiustizia.Un’ azione che può e deve esserecondotta in intesa con la grandemaggioranza della popolazioneitaliana che ha espresso e continuaad esprimere la sua contrarietà adogni forma di violenza.

Aldilà di queste forme solidali epolitiche la sola altra azione lecita èla preghiera dei credenti affinché lamisericordia di Dio muova verso glioppressi e li sollevi.

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“Aiutatevi l’un l’altro in carità epietà e non sostenetevi nel peccatoe nella trasgressione ” (Corano V,2)

Il rapporto dei musulmani con icredenti di altre religioni o lepersone che non hanno alcunriferimento religioso o spiritualedev’essere improntato alla bontà ealla giustizia in nome dellacomunanza umana e in nome dellamisericordia e giustizia che ilmusulmano deve applicare neiconfronti di tutte le creature. NelCorano sta scritto: "In veritàabbiamo onorato i figli di Adamo"(Corano XVII, 70), intendendo tuttele creature umane che sonomeritorie di rispetto e di amore.

Il Profeta (pbsl) chiarì che visarebbe stata una ricompensa per labontà verso qualunque creatura,umana o animale.

La prima forma di giustizia e bontàrisiede nel rispetto della vita,dell’incolumità, dei beni edell’onore delle persone, aqualunque religione, etnia onazionalità appartengano.

“Allah non vi proibisce di esserebuoni e giusti nei confronti dicoloro che non vi hannocombattuto per la vostra religione

e che non vi hanno scacciato dallevostre case, poiché Allah amacoloro che si comportano conequità”. (Corano LX, 8)

Nella fattispecie oggettiva delleminacce che sarebbero state rivoltecontro l’Italia da parte diorganizzazioni terroriste, ribadiamola centralità del lavoro diprevenzione e di educazione allacultura della pace, della legalità edella cittadinanza attiva, nel rispettodelle diversità e delle appartenenzereligiose e laiche, svolto da quasitre decenni dalle associazioniislamiche in Italia, da sempreall’avanguardia in questo campo ela ferma determinazione acontinuare questo lavoronell’interesse del bene del paese.

Considerato quanto sopra edanalizzando le azioni del terrorismorealizzate dalla cosiddetta AlQaidah, siamo certi di affermareche nessuna base giuridica ogiurisprudenziale sta alla base disiffatti comportamenti.

Infatti, la giurisprudenza islamica faassoluto divieto di colpire i nonbelligeranti, le donne, i bambini, glianziani. Basterebbe questa reiteratatrasgressione ad escludere ognilegittimità alle azioni terroristicheche colpiscono in paesi islamici e

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occidentali, centinaia di personeinnocenti tra le quali cittadini eresidenti musulmani.

“Allah non guida gli ingiusti”(Corano IX, 109)

Per queste semplici ragioni e allaluce del fatto che:

a) anche se fosse una reazione adaltre pregresse ingiustizie, ilterrorismo è reazione scomposta ecriminale del tutto inaccettabiledalla coscienza e dalle menti deicredenti.

b) l’iper-mediatizzazione e la formadelle rivendicazioni espresse conterminologia religiosa danneggianogravemente l’immagine deimusulmani alzando un muro didiffidenza e di vera e propria paurarendendo impossibile latrasmissione del messaggiodell’Islam

c) la destabilizzazione che essoprovoca nelle società che ne sonovittime assume ampiezza eprofondità tali da compromettereseriamente la convivenza tra imusulmani e i loro concittadini dialtre o nessuna religione e rischia direnderla impossibile.

Noi sottoscritti dirigenti della

comunità musulmana ed imam ,rappresentanti delle realtà islamichein Italia affermiamo solennemente:

1- l’incompatibilità

del metodo terrorista con ladottrina, la giurisprudenza e lacultura islamiche.

2- la condanna

assoluta e incontrovertibile delleazioni che conducono a stragi diinnocenti o tendenti alladestabilizzazione delle società e alconseguente disordine sociale ecivile.

3- la repulsione nei confronti dellerivendicazioni che usanostrumentalmente e blasfemamentele parole del Corano e del Profeta*

e invitiamo tutti i musulmani e lemusulmane d’Italia a:

a) non attribuire nessuna valenzaislamica a queste azioni anzi aritenerle una grave eversione (fitna)dalla quale è obbligatorio separarsie difendersi con estrema chiarezza eresponsabilità.b) ricordiamo che stante quantosopra affermato è fatto assolutodivieto di fornire supporto materialeo anche solo logistico, verbale o

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appoggio morale a persone di cui sipotesse ragionevolmente sospettareattitudini o convinzioni aberranti inmerito all’uso della violenza con lademagogica pretesa di far trionfarela causa islamica colpendo gliinnocenti o le strutture civili epolitiche delle società.c) relazionarsi lealmente con leistituzioni dello Stato e denunciareprogetti di attentati o formazione digruppi a questa finalità costituiti ed

organizzati, di cui si fosse venuti aconoscenza.

Disse il Profeta Muhammad (pbsl):“Aiuta tuo fratello, sia che faccia ilbene sia che faccia il male”,“Come mai potremmo aiutarlo afare il male?”, chiesero iCompagni. “Impedendogli difarlo” concluse l’Inviato di Allah

Bologna 31 luglio ’05

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Bozza di relazione riunione del 26 maggio 2016 del coordinamentonazionale della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamica in

vista della sua quindicesima edizione

A cura di Giovanni Sarubbi

Realizzare un bilanciodell’iniziativaInnanzitutto è tempo di bilanci perpoter progettare il futuro. Fare ilbilancio di una iniziativa che durada 15 anni e che ha coinvoltodiverse centinaia di associazioni intutta italia è certamente difficile esicuramente non può essere fatto dauna singola persona. Deve essere unimpegno collettivo di tutti quelliche in tale attività si sono cimentatie ad oggi sono diverse migliaia. Néio, che pure seguo costantementel’iniziativa fin dal suo primogiorno, né altri che insieme a mehanno fatto la stessa cosa possiamopretendere di poter dare un giudiziosui 15 anni trascorsi ed indicare lastrada migliore da percorrere perproseguire la nostra iniziativa. C’èinoltre la necessità di fissare degliobiettivi da raggiungere che non siail semplice incontrarsi una voltaall’anno su un tema diverso ognianno, costruito di volta in voltasulla base delle contingenzepolitico-sociale che la storia diquesti anni ci ha posto di fronte, apartire, ovviamente, dalla guerramondiale a pezzi in corso proprio

dal 2001.Come fare questo bilancio che ioritengo indispensabile per poterconsolidare questa iniziativa che èancora oggi attuale e necessariacome e più di quando l’abbiamolanciata nel 2001?Propongo due iniziative.La prima è quella di dare la parola aquanti hanno partecipato allagiornata nel corso di questi anniutilizzando lo strumento dellaintervista da pubblicare sul sito de“il dialogo” e su tutte le riviste chesostengono questa iniziativa.La seconda è quella di realizzare unlibro contenente i documenti, gliarticoli, le interviste che abbiamoprodotto nel corso di questi 15 anni,sul tipo di quello che abbiamoprodotto nel 2002 che pubblicò laEMI dal titolo “La rivincita deldialogo”. Questo libro potrebbeessere realizzato in formatoelettronico, e/o stampato, otrovando un editore che ne assumagli oneri, cosa forse difficile diquesti tempi, oppure stamparloattraverso il cosiddettocrowdfunding oggi molto di moda.Credo sia necessario che i

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partecipanti a questa iniziativachiariscano quali siano le loro ideesul dialogo tra le religioni, qual è lostato del dialogo nella propriareligione, che futuro dare a questainiziativa nata come contraltare allasciagurata teoria dello “scontro diciviltà” che è servita a giustificarela guerra dopo la caduta del Murodi Berlino e la fine del “camposocialista”. Crediamo che tuttidebbano dire se essi credono omeno nella necessità di taleiniziativa o se la ritengano superatao non più utile. Vogliamo chiedere atutti di esprimere che idea di Dioognuno ha e come questa propriaidea di Dio possa convivere conl’idea di Dio che altri hanno dellapropria religione. In sostanza chevita ognuno sogna per se, per ipropri cari per la società in cui vive,che è poi quello che concretamentesignifica dialogare.In allegato propongo una bozza diintervista. La prima di questeinterviste è stata pubblicata proprioieri sul sito ed è quella a PaoloNaso.È ora il tempo del dialogoIo credo sia sempre tempo didialogo fra le religioni. «Non c'èpace tra le nazioni senza pace trale religioni. Non c'è pace tra lereligioni senza dialogo tra lereligioni. Non c'è dialogo tra lereligioni senza una ricerca sui

fondamenti delle religioni». Lo hascritto il grande teologo e storicoHans Küng. Questa frasecampeggia come introduzione allasua trilogia su Ebraismo,Cristianesimo ed Islam. Quella deldialogo è una strada certo irta diostacoli ma è l'unica che uomini edonne di volontà buona possonoseguire. Tutte le altre portano allaguerra e all'autodistruzione.Abbiamo bisogno di teologi che intutte le religioni sappiano costruireil dialogo riempiendo di contenuticoncreti il dialogo fra le religioni.Finora teologi filosofi politologi,sono spessissimo stati usati persupportare, con le loro idee, laguerra. Ne è un esempio la dottrinadello “scontro di civiltà” che,inventata nel 1993, sta ancoradiffondendo le sue nefaste ideeancora oggi. Per la sopravvivenzadell'umanità abbiamo ora bisognodi teologi e filosofi per il dialogo.Insieme cristiani e musulmanipossono e debbono mettere su unacommissione congiunta cheproduca uno o più documenti chefacciano la sintesi di ciò che inentrambe le religioni si pensa suitemi fondamentali della vita incomune. Nella ispirazioneoriginaria sia del cristianesimo siadell’islam non c’è la sopraffazionedelle religioni diverse dalla propria.Non c’è nel Vangelo non c’è nel

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Corano. Quando ciò è avvenuto èstato il frutto della sottomissionedelle religioni al potere politico.Abbiamo dunque la necessità, perfar fare un salto di qualità allanostra iniziativa, di costituire unacommissione stabile cristiano-islamica che produca idee, cheriempia di contenuti concretil’incontro tra cristiani e musulmanisia sul piano teologico, sia sul pianosociale. Gli scontri avvengono,come dice Hans Küng, perché èscarsissima la conoscenza dellereligioni. Prevalgono i luoghicomuni e vengono diffuse bugie adarte.Esperienze simili sono già esistiteed è ora di riprenderle. Una diqueste è stato il CRIC (gruppo diricerca islamico-cristiano) fondatonel 1977 che ha prodotto un testopubblicato da Cittadella editrice daltitolo “Bibbia e Corano – cristiani emusulmani di fronte alla scritture”.Propongo che questo nostrocoordinamento promuova in Italiaun gruppo di ricerca cristiano-islamico che affronti, come adesempio propone Adel Jabbar, lacostruzione della retoricaidentitaria, oppure il contributodelle religioni per la salvaguardiadella dignità delle donne e degliuomini nel mondo d'oggi, oppure leinterpretazioni religiose checontribuiscono alla costruzione

identitaria di tipo comunitarista eseparatista che sonostrumentalizzate per alimentare laguerra. Alla teologia dello scontro edella guerra occorre che gli uominie le donne di pace contrapponganola teologia del dialogo e della pace.Credo sia possibile costruire unprogetto di lavoro serio equalificato coinvolgendo teologicristiani e musulmani. È unprogetto ovviamente da costruire eper il quale trovare una opportunaforma organizzativa che riesca adurare nel tempo e che riesca acoinvolgere sia le istituzionireligiose sia semplici credenti. Sipuò pensare ad una associazione oad una fondazione. Occorreimpegnarsi su tale aspetto perché lereligioni, come scrive Kung,possono svolgere un ruolofondamentale per la pace. C’èbisogno che le forze del dialogonon agiscano più sulla difensiva mamettano su una una offensiva deldialogo, anche per superare le moltelacerazioni che esistono sia fra icristiani aia i musulmani.L’ecumenismo del maleTutte le religioni vivono ilparadosso di avere comportamentiidentici sulle cose negative e diessere profondamente divise sullecose positive. Unite nel fare il faredivise nel fare il bene.Il tema della guerra è una di quelle

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cose dove i comportamenti dellereligioni sono state simili nel corsodei secoli. Le varie confessionicristiane, per lo meno fino allaPacem in Terris di Giovanni XXIII,sono state a rimorchio dei rispettivigoverni quando essi scatenavano laguerra. È successo così ancora nelsecolo scorso sia con la prima checon la seconda guerra mondiale. Levarie confessioni cristiane hannocombattuto armi in pugno l’uncontro l'altra armate per sostenere ipropri principi, imperatori,presidenti della repubblica. Si èuniti sulla guerra, che è certamenteil male assoluto, si è divisi sul bene,sulla pace, la misericordia, ilrispetto dei diritti umani di tutte etutti a cominciare da quello delledonne.Noi abbiamo il dovere di superarequesto “ecumenismo del male”.Dobbiamo avere comportamentiidentici sui temi del bene nella vitasociale.Iniziative su tale aspetto ci sonostati proprio nell’ultimo annoquando, ad esempio, medicicristiani e musulmani insiemehanno realizzato l’assistenzacomune ai migranti. Iniziativasimbolica importante è stato ancheil viaggio congiunto in Grecia diPapa Francesco e dei primatiortodossi sul tema dei migranti.Cosa frena il dialogo

Dividi et impera, è il più vecchio ecollaudato strumento di dominioampiamente usato dall'imperoromano. Ancora oggi è così.Mettere le religioni una control'altra e dividere le stesse religionial loro interno è il mezzo piùdiffuso per schiavizzare le religionie renderle succube ai poterieconomici e politici che dominanoil mondo.Famosa è la storia del leone e i duetori attribuita ad uno scrittorechiamato Luqman citato nel Coranoalla sura XXXI. “Si scaglio ungiorno il leone contro due tori iquali si battevano ferocemente acornate, e non poté vincere lapartita. Smise di fare il bravaccio, epromise loro solennemente di nonfargli alcun male, a patto che siseparassero l’uno dall’altro. Gliobbedirono: e il leone se li divoròentrambi. Questo è il significato: leinimicizie non possono prevalerecontro due città se i loro abitantivanno d’accordo; ma seincominciano a venire alle mani,vanno subito in malora. La storia èraccontata nelle note alla suraXXXI della traduzione italiana delCorano curata da Federico Peirone7.Dobbiamo imparare a vedere ledifferenze che esistono sia fra le

7 Il Corano, a cura di FedericoPeirone, Oscar Mondadori, pag. 577

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varie confessioni cristiane sia nelmondo musulmano comearricchimenti e non come elementidi rottura perché il leone di turno èsempre in agguato.Questa lezione è particolarmenteimportante oggi in presenza di unacampagna islamofobia sempre piùgrave a livello mondiale, vedi adesempio le posizioni del candidatorepubblicano Trump o il rinascerein Europa di partiti apertamentenazisti molti dei quali sono alpotere nell'Europa dell’est.La questione religiosa, comeafferma la dottrina dello “scontro diciviltà”, come motore della guerranon è nuova. Ricordiamo laquestione dell’antisemitismo abbiacaratterizzato i primi 45 anni delsecolo scorso con un crescendosempre maggiore fino al tentativo disterminio di tutti gli ebrei. Fra ciòche sta succedendo oggi neiconfronti dei musulmani e ciò che èsuccesso contro gli ebrei nellaprima metà del secolo scorso c’èuna continuità impressionante, siaper le idee che vengonopropagandate, sia per le forzepolitiche e sociali che ne sono iprotagonisti.È allora importante per cristiani emusulmani non cadere nella“trappola del leone”. La storiainsegna che quando si scatena ilrazzismo, soprattutto quello su base

religiosa, tutte le religioni sono arischio e debbono fare frontecomune contro i leoni di turno.

Il rapporto con lo statoEd è con tale visione che bisognasecondo me affrontare la “questioneislamica” che è agitata in modoossessivo anche in Italia.C’è chi è, se non ottimista, quantomeno fiducioso nella capacità dellanostra società ad avere gli anticorpigiusti nel rifiutare gli inviti, semprepiù espliciti, alla violenza neiconfronti dei migranti e di quellimusulmani in particolare. Ma c’èchi è, al contrario, molto pessimistae preoccupato per i silenzi delleistituzioni statali e per la lentezzanel colpire le organizzazionirazziste neofasciste e neo naziste,ma anche per l’atteggiamento deimass-media che trattano laquestione del razzismo come se sitrattasse di opinioni legittime equindi meritevoli di essere difese epropagandate, in nome del principiodella libertà di stampa. Non c’ètrasmissione della RAI che nonveda la presenza degli esponenti piùferocemente xenofobi e islamofobi.Per fortuna arrivano ogni tantoalcune prese di posizionedell’ordine dei giornalisti chesanziona i “giornalisti” che ognigiorno diffondono i loro veleni. Ma

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queste notizie vengono di solitocoperte.Questa campagna di stampa control’islam è quella che ha finoraimpedito la realizzazione dell’intesacon lo Stato ma anche il semplicericonoscimento giuridico previstodalla haimè ancora vigente leggefascista dei culti ammessi.Abbiamo così il dovere diassecondare e favorire iniziativecome quelle che hanno portato lecomunità islamiche locali a stabilireprotocolli di intesa con le comunitàlocali, sul tipo di quella realizzata aTorino. L’esperienza di Torino misembra essere quella più positivaperché è nata da un lungo eproficuo lavoro di confronto fra lecomunità islamiche torinesi el’amministrazione comunale, conun protocollo che non ha prestato ilfianco alle posizioni islamofobicheleghiste e fasciste.Cristiani e musulmani insiemehanno interesse a che lo spaziopubblico sia gestito secono iprincipi garantiti dalla nostraCostituzione, rifiutando leggi comequella Lombarda o quella Venetache alla fine colpiscono tutte lereligioni. La libertà religiosa è undiritto umano fondamentale chenessuno può mettere in discussione.Chi pensa di non essere coinvoltoda leggi che limitano la libertàreligiosa di una sola religione,

diversa dalla propria, si sbaglia digrosso.L’esistenza di ben due commissionisull’islam nominate dal MinistroDell’interno deve trovare tutta lanostra attenzione. Anche qui lalezione del Leone credo siafondamentale. C’è bisogno chequeste commissioni producanopronunciamenti e sviluppinoiniziative che riescano a var viverenella società il principio dellalibertà religiosa per tutti.IL TEMA PER LA XVGIORNATA DEL 27 OTTOBRE2016Per il tema della XV giornata del27 ottobre 2016 ho ricevutodiverse proposte che vi riporto diseguito.Enrico Peyreti di Torino propone ilseguente tema:"Le religioni sono vere quandocostruiscono pace".Adel Jabbar proponeQuale contributo delle religioniper la salvaguardia della dignitàdelle donne e degli uomini nelmondo d'oggiAltre proposte sono:“Insieme per la pace”“Il dialogo è l'antidoto allapaura”“È sempre tempo di dialogo”Di seguito la bozza di intervista.Invito tutti/e a sentirsi impegnati/e apartecipare a questa iniziativa e a

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contattare la redazione del sito perla realizzazione dell’intervista.Monteforte Irpino, 25/05/2016

Giovanni Sarubbi

Bozza di intervistaD. Innanzitutto che bilancio fai diquesti 15 anni della giornata.Quali i punti positivi, quali quellida superare. E' ancora necessariauna giornata del dialogocristiano-islamico? Ed il dialogointerreligioso con tutte le altrereligioni?D. La giornata del dialogocristiano-islamico è nata comecontrapposizione alla guerra.Questa giornata ed i rapporti tracristiani e musulmani sono statianzi pesantemente condizionatidalla guerra, “la terza guerramondiale a pezzi”, come l'hachiamata Papa Francesco,iniziata l'11 settembre 2001. Nonc'è stato atto terroristico che nonsia stato usato contro l'islam ingenerale ed il semplice fedelemusulmano emigrato in Europa onel cosiddetto “mondooccidentale”. Per dialogareoccorre fermare la guerra.Questo sembra essere un puntoirrinunciabile. Cosa possono farele comunità musulmane ecristiane italiane, insieme allealtre religioni, per rendere

concreto l'obiettivo della pace?D. Le guerre si fanno per motivieconomici ma tutti i giorni laguerra attuale ci viene vendutacome scontro di civiltà, come ladefinì il politologo Statunitense,consigliere del Pentagono, SamuelHuntington, con la parola civiltàintesa esclusivamente comereligione e non come “l'insiemedelle forme economiche, sociali,politiche, culturali specifiche diun popolo in una data epoca”. Lereligioni sono sostanzialmentecadute in questa trappola. Qualisono secondo te i motivi dellamancata critica a fondo di taledottrina da parte delle religioni?Si ripete oggi la cecità delle chiesecristiane durante la prima e laseconda guerra mondiale? D. Che idea hai tu della situazioneattuale sul piano italiano edinternazionale. Terminerà questaguerra o essa durerà all'infinitocome voleva George Bushall'indomani dell'11 settembre? D. Qual è lo stato oggi dellecomunità cristiane e musulmaneitaliane, quali sono dal tuo puntodi vista le principalicontraddizioni che esse vivono,quali sono i rapporti fra le varieanime dell'islam italiano e delcristianesimo italiano e quali sonoi rapporti con le istituzioni e levarie forze politico-sociali del

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nostro paese? Su che cosa, perquanto riguarda i musulmani,sarà possibile una ricomposizioneunitaria della umma italiana?D. Il problema del razzismo anti-islamico è oramai una emergenzanazionale perché va avanti da unaventina d'anni. Cosa fare? Qualeruolo possono svolgere lecomunità religiose nel loroinsieme? Che iniziativerealizzare? Perchè è così difficilepercepire che contro i musulmanioggi si stanno facendo le stessecose che furono fatte contro gliebrei fra la prima e la secondaguerra mondiale?D. Durante questi oramai 15 annidi dialogo, abbiamo quasi sempreparlato di questioni contingentilegati al razzismo,all'immigrazione, alla guerra,mettendo in secondo piano undialogo più squisitamenteteologico. Secondo te è necessarioun tale tipo di dialogo? Lecomunità musulmane e quellecristiane sono preparate aldialogo? Ci sono teologimusulmani e cristiani chesappiano veramente dialogare eaiutare le comunità adincontrarsi e a scambiarsi lerispettive ricchezze teologiche? Ola teologia può essere solo

finalizzata a definire una propriavisione proprietaria di Dio dausare per la guerra contro tutte lealtre visioni di Dio delle religionidiverse dalla propria?D. Su che cosa si può dialogare?Cosa fare per favorire l'incontrodal basso di cristiani e musulmaniche aiuti a riscoprirci tutti figlidella stessa umanità? Quale ruolopossono avere le istituzionidemocratiche del nostro Statoche, a livello di Costituzione,riconosce la libertà religiosa?D. Infine cosa è mancato nellanostra azione in questi 15 anni?Come trasformare un eventoannuale in qualcosa che diventiuna pratica quotidiana? Quantoefficace e pertinente è stata lanostra comunicazione? Comecostruire una visione condivisa diciò che accade nel nostro mondo ea formulare proposte positive perle comunità cristiane emusulmane?P.S. Sentiti libero di risponderealle domande come meglio credinel senso che puoi ritagliarti ledomande come meglio ritieniopportuno. Mercoledì 01 Giugno,2016 Ore: 23:58

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Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoLe interviste ai protagonisti del dialogo: Paolo Naso

a cura di Giovanni Sarubbi

La quattordicesima giornataecumenica del dialogo cristiano-islamica è passata. Si avvicina laquindicesima. È tempo di bilanciper poter progettare il futuro.Vogliamo farlo realizzando unaserie di interviste ad esponenti delmondo cristiano e musulmano che aquesta giornata hanno partecipato.Vogliamo chiedere che idee hannosul dialogo tra le religioni, qual è lostato del dialogo nella propriareligione, che futuro dare a questainiziativa nata come contraltare allateoria dello “scontro di civiltà”.Cominciamo queste interviste conPaolo Naso, cristiano protestante,docente di Scienza politica allaSapienza, direttore di variprogrammi della Federazione dellechiese evangeliche in Italia e tra iprimi firmatari dell'appello dalquale ha avuto origine la Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico nel 2001. Da qualche meseNaso è anche coordinatore delConsiglio per l'Islam italianoistituito preso il Ministerodell'Interno.D. Innanzitutto che bilancio fai diquesti 15 anni della giornata. E'ancora necessaria una giornatadel dialogo cristiano-islamico?

R. Il bilancio è nettamente positivoperché la Giornata ha strutturato unappuntamento annuale nel quale sifa il punto su un nodo cruciale dellerelazioni interreligiose, culturali esociali del nostro tempo. Il dialogotra musulmani e cristiani non è unoptional della società multiculturalema, per evidenti ragioni anchegeopolitiche, ne costituisce un assecentrale ed essenziale.Qualcuno lamenta che "unagiornata all'anno" non cambia lasostanza delle relazioni. Certo, mail ragionamento allora, dovrebbevalere per molti altri appuntamentiche invece sono preziose occasioniper mettere a fuoco un tema: pensoalla giornata della memoria dellaShoah o a quella per la legalità. Ilvalore della Giornata del dialogo staallora proprio nella sua ripetitività,ovvero nel richiamo costante -almeno una volta l'anno - a farequalcosa per promuovere l'incontro,il dialogo e la conoscenza tracristiani e musulmani.D. La giornata del dialogocristiano-islamico è nata comecontrapposizione alla guerra.Questa giornata ed i rapporti tracristiani e musulmani sono statianzi pesantemente condizionati

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dalla guerra, “la terza guerramondiale a pezzi”, come l'hachiamata Papa Francesco. Cheruolo può avere in questaprospettiva?R. Occorre superare la fase del"dialogo della conoscenza" perpromuovere, invece, quello dellacomune azione. Intendo dire cheper una fase è stato fondamentalecapire storia, valori,visioni di fededelle due tradizioni religiose. Èstato un lungo apprendistato diconoscenza che ancora oggi serve asuperare pregiudizi eincomprensioni, ma che oggi vaintegrato on un'azione comune perdire insieme no alla guerra, alfanatismo, al fondamentalismo diogni colore e di credo.D. Riguardo all'islam, che ideahai della situazione attuale sulpiano internazionale? Spessol'Islam è coinvolto in situazioni diconflitto. R. È vero, e mi pare che si possanoriconoscere tre fronti di conflitto.Uno è quello che l'estremismoislamista ha aperto contro il mondooccidentale, i suoi simboli,i suoivalori fondamentali, la suatradizione di democrazia e laicità.Un secondo fronte è quello checerta politica occidentale ha apertonei confronti dell'islam - di tuttol'Islam - giudicandolo nel suocomplesso una minaccia ai principi

e ai valori della democrazia. Unterzo fronte - solitamentedimenticato - è quello checontrappone musulmani ad altrimusulmani. Concentrati sui primidue, dimentichiamo che il terzofronte è quello più sanguinoso edrammatico e che le prime vittimesono proprio i musulmani chevivono nei paesi in conflitto, evittime collaterali sono quelli chevivendo in Occidente subisconodiscriminazioni e pregiudizi perchégiudicati complici dei lorocarnefici.D. Qual è lo stato oggi dellecomunità cristiane e musulmaneitaliane, quali sono dal tuo puntodi vista le principalicontraddizioni che esse vivono equali i rapporti fra le intra-islamici? Spesso di parla diframmentazione dell'islam.R. È un falso problema. Imusulmani hanno pieno diritto adifferenziarsi, anche sul piano dellarappresentanza, per scuole dipensiero, tradizioni culturali epersino collocazione politica. È cosìper il mondo evangelico, per quelloortodosso e così via, e non mirisulta che questo dato socio-religioso sia mai stato enfatizzatocome accade per i musulmani.Detto questo, non tutte leorganizzazioni islamiche sonouguali, non tutte hanno lo stesso

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grado di rappresentatività o lostesso livello di organizzazione deipropri ordinamenti o la stessacapacità di procedere allacostruzione di rapporti istituzionali.L'importante è che la libertàreligiosa venga tutelata e garantita. E su questo piano la strada è ancoratutta da percorrere: pur nei gravilimiti della legislazione vigente, èincomprensibile che non vi siaalcun imam riconosciuto dalMinistero dell'Interno ai sensi dellalegge sui culti "ammessi" del 1929,e che l'unico ente islamico chedisponga di personalità giuridica siail Centro culturale connesso con laMoschea di Roma. Mi pareinsomma oggettivo che neiconfronti dell'islam permanganopregiudizi così solidi da impedirel'avvio di procedure istituzionaliche pure si stanno moltiplicando peraltre comunità di fede. La decisionedel Ministero dell'interno di aprireben due tavoli - la Consultaislamica e il Consiglio di esperti perl'Islam - è un segnale che varaccolto ma che deve ancora dare isuoi frutti. D. Il problema del razzismo anti-islamico è oramai un' emergenzanazionale perché va avanti da unaventina d'anni. Cosa fare? Qualeruolo possono svolgere lecomunità religiose nel loroinsieme?

R. Non parlerei di razzismo anti-islamico ma piuttosto diislamofobia. Il razzismo, oltre cheun comportamento, è un sistema dinorme che avalla l'idea insensatadella differenza tra presunte "razze"sancendo la superiorità di una sullealtre. L'islamofobia è invece unsentimento di paura e sospettodeterminato dal pregiudizio, opeggio da un'ideologiafondamentalista che mina i pontidella convivenza multireligiosa einterculturale. Concordo invecenell'affermare che si tratta di unvirus letale, capace di distruggere ipercorsi di covivenza, dialogo eintegrazione faticosamente costruitiin questi anni. Se questa diagnosi haun senso, è abbastanza chiaro qualedebba essere la prognosi:promuovere conoscenza e dialogo,abbattere i muri invisibili che siergono attorno alle moschee e quelliassai concreti che ne impedisconola costruzione. L'Italia ha bisognodi segnali forti da parte delleistituzioni che devono combattere il pregiudizio e l'esclusione sociale;ma anche da parte delle comunità difede.D. Su che cosa si può dialogare?Cosa fare per favorire l'incontrodal basso di cristiani e musulmaniche aiuti a riscoprirci tutti figlidella stessa umanità? Quale ruolopossono avere le istituzioni

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democratiche in questo processo?R. In questi anni abbiamo imparatoche il dialogo si strutturacostruttivamente a vari livelli: daldialogo della vita quotidiana aquello teologico a quello spirituale,e ciascuno ha un suo senso e unasua utilità. La novità è che iniziamoa sperimentare un altro dialogo chedefinirei "della società civile" nelquale le diverse comunità di federagionano e cooperano su temi diordine sociale e appunto civile.Penso a ciò che insieme - cristiani,musulmani e credenti di altreconfessioni - possono fare permigliorare la qualità della vita di unquartiere degradato, per affermare iprincipi della legalità, peraccogliere e integrare i migranti ecosì via. Evangelicamente è undialogo "sui frutti" più che suglialberi che mi pare meriti piùattenzione e considerazione. Il fattointeressante è che le istituzionisembrano cogliere questa novità ein qualche caso - penso ad alcunitavoli municipali, prefettizi oregionali - colgono questa novitàche potenzialmente può avere unimpatto sociale molto positivo. Ilvalore indotto è che, lavorandoinsieme, si finisce per vedere l'altroin una luce diversa anche sul pianodella fede.D. Infine cosa è mancato nellanostra azione in questi 15 anni?

Come trasformare un eventoannuale in qualcosa che diventiuna pratica quotidiana? R. Per carattere preferisco considerare il bicchiere sempremezzo pieno piuttosto che mezzovuoto. E quindi mi pare più utilevalorizzare e migliorare ciò che sista facendo piuttosto cherecriminare su quello che non si èfatto o si è fatto male. Non è unatteggiamento determinato daingenuo ottimismo della buonavolontà ma semmai dallaconsapevolezza delle difficoltà cheabbiamo di fronte. il dibattitopubblico sui temidell'immigrazione, della convivenzae del dialogo interculturale in Italiamantiene una decenza che si è persain altri paesi europei. Leggo igiornali e mi sono ben note le vocinostrane che seminano paure epregiudizio ma dobbiamoriconoscere che nel paese "tiene" unatteggiamento razionale e civile chesi è perso altrove. Tutto si può e sideve migliorare ma evidentementealcuni settori della società civile, laChiesa cattolica, le chieseevangeliche, alcune rappresentanzeislamiche hanno seminato un valoreprezioso che argina discorsipopulisti e discriminatori. LaGiornata ha contribuito a crearequesto clima: nata nel modo che hairicordato, negli anni ha preso la sua

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strada e oggi non appartiene più aipochi firmatari del 2001 ma a unaplatea assai più vasta che annovera anche istituzioni religiose e civili.Qualcuno, coltivando delle gelosie, lamenta che così "non è più lastessa cosa". Io replico che perfortuna il linguaggio e la pratica deldialogo cristiano-islamico nonappartengono più a una cerchiaristretta di esperti o di appassionati

ma diventa patrimonio e sensocomune. E questo va bene oltre cheai cristiani, ai musulmani e alleistituzioni, alla democrazia italiana.

Mercoledì 25 Maggio,2016 Ore: 09:33

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I DOCUMENTI DEL 2001

«Chi ama Dio non ha nessuna religione, a meno dello stesso Dio»(Rumi, mistico islam 13° secolo)

Gesù le dice: "Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né aGerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noiadoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma

viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre inspirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano.

Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità"(Gv 4,21- 24)

2001

COMUNICATO STAMPA SULL'APPELLO ECUMENICO PER UNAGIORNATA DEL DIALOGO cristiano-islamico

Di fronte al terribile evento dell'11settembre 2001 anche il mondo deldialogo ecumenico e interreligiosoè stato scosso alle fondamenta, finoad essere messo radicalmente indiscussione. Il dibattito che ne staseguendo, del resto, è statosostanzialmente monopolizzato dapolitologi, sociologi e teorici dello"scontro di civiltà", che hannocercato di mettere a fuocoripetutamente i caratteri specificidell'islam e dei musulmani. Si èspesso evindenziato, in talepanorama, che l'islam è oggi laseconda confessione religiosa inmolti stati europei fra cui l'Italia,

dimenticando però che da anni - inparallelo a questo processo - ècominciato anche nel nostro paeseun itinerario, difficile e complesso,di reciproca conoscenza fracristiani, laici e musulmani, apartire dalle problematiche dellavita quotidiana e sociale.

Che da tempo non pochi gruppi,associazioni, movimenti, chieselocali e semplici credenti operanocon umiltà e passione in taledirezione, evitando qualsiasiirenismo e incontrando non"l'islam" in sé, bensì donne euomini musulmani, in grandissimaparte per nulla fondamentalisti e

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alla ricerca solo di un decentetenore di vita, di un lavoro, di unacasa, di essere cioè accettati in unasocietà pluralista e laica comequella italiana.

Un simile dialogo va oggi, alla lucedi quanto è accaduto negli StatiUniti e sta accadendo inAfghanistan e Pakistan,intensificato e rafforzato, al fine diprodurre anticorpi positivi neiconfronti di qualsiasi demenzialeappello allo "scontro di civiltà", maanche di inverare compiutamente leprofetiche indicazioni provenientidal Concilio Vaticano II, dalmagistero di Giovanni Paolo II edalle principali Assemblee dellechiese europee, da Basilea (1989) aGraz (1997) sino allaproclamazione, avvenuta aStrasburgo nell'aprile 2001, della"Charta Oecumenica", che invita icristiani del Vecchio continente "adincontrare i musulmani con unatteggiamento di stima" e "adoperare insieme ai musulmani sutemi di comune interesse". Eppure,l'atteggiamento più diffuso nei loroconfronti resta fortementeimpregnato di antichi pregiudizi,interpretazioni stereotipate echiusure mentali.

E' in questo contesto che è natol'Appello ecumenico che in questigiorni credenti, teologi, educatorialla pace e all'intercultura epersonalità impegnate da anni nelcammino del dialogo ecumenico einterreligioso - cristiani di diverseconfessioni e laici - hanno scelto diinviare ai leader delle chieseitaliane perché il dialogo cristiano-islamico prosegua e vengapercepito come un "caso serio"dell'attuale stagione, suggerendo adesempio l'istituzione di una"Giornata del dialogo cristiano-islamico". Primo obiettivodell'Appello è, peraltro, di sollevaredibattito il più possibile ampio nellecomunità e nelle chiese sullanecessità che il dialogointerreligioso esca dall'ambito deitemi per specialisti e addetti ailavori per diventare materiafondamentale di formazionecristiana, di informazione e distudio, nello spiritodell'affermazione di Paolo VI apartire dalla quale oggi le chiesecristiane sono convocate a "farsidialogo", fiere della propria identitàma anche senza paura di sporcarsile mani, e forti del coraggio chederiva loro dall'adesione al Vangelodi Gesù Cristo.

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Testo dell'APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO

cristiano-islamico"Noi, cristiane e cristiani di diverseconfessioni e laici, impegnati da anninel faticoso cammino del dialogo coimusulmani italiani o in un lavoroculturale sull'islam, crediamo chel'orrendo attentato di New York eWashington costituisca una sfida nonsolo contro l'occidente ma anchecontro quell'islam, largamentemaggioritario in tutto il mondo, che sifonda sui valori della pace, dellagiustizia e della convivenza civile.Pensiamo che quanto è accaduto nondebba in alcun modo mettere indiscussione o rallentare l'itinerario deldialogo. Anzi, riteniamo che proprio icommenti e gli avvenimenti succedutia quel tragico evento ci chiamino adaccelerare il processo di reciprocaconoscenza, senza il quale ci sembradifficile ipotizzare passi avanti sulpiano delle relazioni interreligiose, inparticolare con quei musulmani chesono da tempo nostri compagni distrada sul cammino della costruzionedi una società pluralista, accogliente,

rispettosa dei diritti umani e deivalori democratici.Per questo, chiediamo alle chieseitaliane e ai loro responsabili diprendere in considerazione (nellospirito del documento conciliare"Nostra Aetate", della "ChartaOecumenica", delle visite diGiovanni Paolo II a Casablanca eDamasco e del recente incontro diSarajevo fra i leader delle comunitàcristiane e dei musulmani d'Europa)la creazione di una "Giornata deldialogo cristiano-islamico".Siamo ben consapevoli chel'istituzione di una simile Giornatanon risolverà certo ogni problema, eche potrebbe - come in altresituazioni simili - risolversi in unasterile celebrazione rituale: siamoconvinti, peraltro, che si tratti di unpiccolo segnale nella direzione di unincontro che, in ogni caso, sta nellaforza delle cose.Con un augurio sincero di shalom -salaam - pace!"

PRIMI FIRMATARI (4 novembre 2001)

-Maurizio Abbà, pastore valdese,Alessandria

-Gianpaolo Anderlini, redattore di"QOL", Fiorano Modenese (Mo)

-Giovanni Anziani, pastore

metodista, Milano

-Liborio Asciutto, presidente delCentro aconfessionale ecumenico"La Palma", Cefalù (Pa)

-Franca Ciccolo Fabris, segretaria

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dell'Associazione Italiana "Amici diNevè Shalom - Waahat as-Salaam",Milano

-Agnese Cini, presidentessadell'Associazione laica di culturabiblica "Biblia", Firenze

-Giancarla Codrignani, filosofa,Bologna

-Don Valentino Cottini, biblista eislamologo, Verona

-Paolo De Benedetti, FacoltàTeologica dell'Italia Settentrionale,Milano

-Don Tonio Dell'Olio, coordinatorenazionale di "Pax Christi" edirettore di "Mosaico di Pace",Bisceglie (Ba)

-Padre Arnaldo De Vidi, direttoredi CEM Mondialità, Brescia

-Fra Marcello Di Tora o.p.,direttore del Centro di Studi per ilDialogo con l'Islam, Palermo

-Mons. Antonio Forte, vescovodella diocesi di Avellino, Avellino

-Davide Frasnelli, giornalista escrittore, Roma

-Lidia Maggi, pastora battista,Cinisello Balsamo (Mi)

-Raffaele Mantegazza, Universitàdi Milano-Bicocca, Monza (Mi)

-Domenico Manaresi, casalingo,Bologna

-Elena Milazzo Covini,presidentessa del SAE (SegretariatoAttività Ecumeniche), Milano

-Don Carlo Molari, teologo, Roma

-Antonio Nanni, responsabileUfficio Studi ACLI nazionali,Roma

-Paolo Naso, direttore di"Confronti e di "Protestantesimo",Roma

-Enrico Peyretti, redattore de "Ilfoglio", Torino

-Brunetto Salvarani, coordinatoredegli Incontro cristiano-musulmanidi Modena, Carpi (Mo)

-Giovanni Sarubbi, giornalista,direttore de "Il dialogo", MonteforteIrpino (Av)

-Don Ermis Segatti, FacoltàTeologica di Torino, Torino

-Maria Vingiani, fondatrice delSAE (Segretariato AttivitàEcumeniche)

LE ADESIONI DELLE COMUNITÀ ISLAMICHE IN ITALIA

Yusuf Sarno, musulmano, Rappresentante del Centro Islamico

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di Milano, Comunità islamica irpinaMirabella Eclano(AV)

ALI SCHUTZ, musulmano, direttore del Fondaco dei Mori (Milano),

Dachan Mohamed Nour, presidente Nazionale dell'UCOII

UCOII Nazionale

Mandel Khân,vicario generale (khalyfa) per l'Italia della Confraternita sufi Jerrahi-Halveti.

Khalid Chaouki, responsabile Pubbliche Relazioni Giovani Musulmani d'Italia - GMI

Hamza Roberto Piccardo, Segretario Generale dell'UCOII

"Al Hikma" edizioni, CP 653 - 18100 Imperia - fax 0183.764735 - www.islam-online.it

La risposta delle Chiese

La risposta di Gianni LongPresidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

Valutiamo con favore la proposta diistituire una giornata del dialogoislamo cristiano lanciatadall'appello sottoscritto anche damolti evangelici. Da anni, ormai, le chieseevangeliche italiane considerano lapresenza di tanti musulmani comeespressione importante delpluralismo culturale e religioso chesi è affermato anche nel nostropaese. Vanno in questa linea varieiniziative di dialogo e di incontro,sia a livello locale che nazionale,con le diverse espressioni dell'islamin Italia che si riconoscono in una

strategia di convivenza, di reciprocorispetto e di reciproca attenzione.L'incontro con tanti esponentidell'islam che hanno partecipato ainiziative promosse dai centriculturali evangelici è stata per noiuna preziosa occasione diarricchimento che intendiamovalorizzare ancora di più; così comeintendiamo confermare il nostrosostegno a quei laboratori diincontro e dialogo, come il mensileConfronti o alcuni centriinterreligiosi sorti in qualche cittàitaliana, che hanno fatto del dialogotra le fedi e le culture l'asse della

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propria attività.Tutto questo nella convinzione chele comunità religiose, bandendoogni fondamentalismo aggressivoed ogni integralismo esclusivo chepure le attraversa, possanoesprimere parole e gesti di profeziaper la costruzione di un mondo di

pace.Con i migliori auguri per la vostrainiziativa

Gianni LongPresidente della Federazione dellechiese evangeliche in Italia (FCEI)

La lettera dimons. Giuseppe Chiaretti

Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve,Delegato della Cei per l'ecumenismo ed il dialogo interreligioso

L'Arcivescovo di Perugia - Cittàdella PieveGentile Signore

Prof. BRUNETTO SALVARANI41012 CARPI (MO)Carissimo, ricevo l’appello per una giornata didialogo islamo-cristiano. Nericonosco una utilità ed anche ladifficoltà, già verificata peraltro insingole iniziative: ad esempio alConvegno FISM di Venezia (e nonparlo delle orride sortitetelevisive!). Di questa possibile giornata, dainquadrare nel dialogointerreligioso, s’è già parlato alConvegno dei delegati diocesanitenutosi a Roma nei giorni 5-7novembre scorso, proponendoanche la data del 27 ottobre 1986nello "spirito di Assisi". Ci conforta

in questa scelta la ripresadell’iniziativa da parte del Papa conl’incontro dcl 24 gennaio p. v. Lascelta di questa data, a conclusionedella tradizionale settimana dipreghiera per l’unità dei cristiani,potrebbe forse anche indicare chetale giornata di riflessione e didialogo dovrebbe essere inseritaproprio in quella settimana, comecompito di tutti i cristiani. C’ècomunque da pensarci"ecumenicamente" perchél’iniziativa abbia più efficacia.L’avvio entro l’anno di un foruminterreligioso per monitorare leiniziative di Charta Oecumenica2000 ci aiuterà a meglio intenderela natura e la collocazione di talegiornata. Di grande aiuto saranno anche leesperienze di chi tale dialogo losostiene da tempo, come l’opera del

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Movimento dei Focolari e dellaComunità di Sant’egidio, alcunediocesi di frontiera, oltre ai ben noticentri di Milano (CADR), Torino(Peirone), Padova ecc.Mi auguro che tanta attenzione daparte cristiana valga a crearealmeno un clima di reciprocorispetto e l'impegno di una migliore

mutua conoscenza. Cari saluti ed auguri di buon Natale.Cristo è nato per tutti, anche se già"allora" molti non se ne accorsero e"qualcuno" tentò subito diammazzarlo. Perugia, 10 dicembre 2001 +Giuseppe Chiarettiarcivescovo

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I DOCUMENTI DEL 2002"LA CATENA DEL DIALOGO"Testo dell’appello lanciato via email sabato 5 ottobre 2002

Cari amici e care amiche,di seguito vi proponiamo, anche susuggerimento del CIPAX CentroInterconfessionale per la Pace diRoma, di inviare a tutte le vostremailing list l’appello che abbiamodenominato "La catena deldialogo", per stimolare lapartecipazione e le iniziative per il29 novembre prossimo. I rumori diguerra si fanno purtroppo semprepiù forti e c’è bisogno di far sentirela voce dei popoli per la pace e laconvivenza pacifica. Vi chiediamocosì uno sforzo ulteriore disensibilizzazione e di impegnonell’interesse della pace e deldialogo ecumenico edinterreligioso. E’ in preparazione un

"Kit per il dialogo" comprendente,oltre al testo dell’appello, articoli,strumenti liturgici e quant’altropossa servire a realizzare momentidi preghiera e di incontro con lecomunità islamiche. I materialisaranno disponibili (alcuni già losono) sul sito de Il Dialogoall’indirizzo

http://www.ildialogo.org

Confidando nel vostro fattivoimpegno e pregando Dio cheaccolga la nostra preghiera di pace,vi saluto fraternamente ShalomGiovanni Sarubbi

Testo dell’appello"LA CATENA DEL DIALOGO".Vogliono fare del 29 novembreprossimo, una giornata di lutto edistruzione. Sarebbe quello,secondo notizie della stampainternazionale, il giorno dell’attaccoall’Irak. La data non è casuale: quel giorno èl’ultimo venerdì del Ramadan diquesto 2002. Il Ramadàn è il mese

sacro per i musulmani, il mese cheessi dedicano al digiuno e allapreghiera. Si vuole colpire unpopolo ma anche un simboloreligioso, aizzando l’odio controuna specifica religione, l’Islam epromuovendo l’idea folle dello"scontro di civiltà". I promotoridell’Appello ecumenico per larealizzazione in Italia dellaGiornata del Dialogo Cristiano

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Islamico, ti chiedono invece di faredel 29 novembre prossimo, ungiorno di preghiera, dicondivisione, di festa comune maanche di scambio di esperienze alfine di rafforzare la pace e laconoscenza reciproca, fra cristiani emusulmani. E’ un modo per toglierealla guerra in corso qualsiasi alibiideologico o religioso: cristiani emusulmani possono conviverearricchendosi reciprocamente. Lodicono, fra l’altro, due importantidocumenti delle chiese cristiane,che sono la dichiarazione NostraAetate, del Concilio Vaticano II°, ela Charta Oecumenica europeaapprovata nel 2001. Se sei contro laguerra, se sei a favore del dialogoecumenico e interreligioso, diffondiquesto appello ai tuoi amici.Organizza insieme ad essi e

dovunque sia possibile per il 29novembre prossimo iniziativecomuni fra cristiani e musulmani. Spetta a tutti fare qualcosa contro laguerra anche a te.

Per firmare l’Appello ecumenico,per adesioni o segnalazione diiniziative, ci si può rivolgere a:

[email protected]

[email protected]

Per l’elenco completo dei firmataridell’Appello ecumenico, per tutti imateriali ad esso relativi e per leiniziative in corso si può visitare ilsito:

http://www.ildialogo.org

Una "Campagna d’autunno" per la Giornata ecumenica del dialogocristiano-islamico...di Brunetto Salvarani

Care amiche e cari amici, spero che stiate tutti bene e che sipossa riprendere insieme ilcammino per ottenere finalmenteuna Gior nata ecumenica deldialogo cristiano-islamico, come cisiamo ripromessi d i fare conl’Appello che avete firmato neimesi scorsi.

Come diceva John Belushi in un

film decisamente di culto di svariatia nni or sono, "quando il gioco si faduro, sono i duri che cominciano ag iocare".Mi pare, infatti, che il clima diquesto paese (da una strisciante islamofobia alla promulgazione dellaLegge Bossi- Finisull’immigrazione) vada nelladirezione di una difficoltà semprema ggiore per chi opera nel campo

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del dialogo interreligioso; nellostesso tempo, peraltro, è proprio inuna stagione del genere che ilsegnale del la Giornata potrebberisultare particolarmenteimportante. La cosa, del resto, mi èstata confermata anche da alcunileader dell’islam italiano che negliultimi mesi si sono fortementeinteressati alla nostra iniziat iva,fino a chiederci di "fare in fretta".Sentono, cioè, di averne biso gno,soprattutto quelli che stanno datempo lavorando con noi nel dialogo e nell’amicizia.Per questo, sono a proporvi unosforzo ulteriore in funzione di una"C ampagna d’autunno" che siponga come obiettivo il rilanciodell’Appello ecumenico, in primoluogo; ma anche - se sareted’accordo - di lanciare una"sperimentazione" della Giornatache potrebbe essere pe r l’ultimovenerdì di Ramadan (quest’anno, il29 novembre), durante la q ualeorganizzare "dal basso" iniziative,momenti di riflessione, di preghiera, di studio, e così via. Oppure"solo" di silenzio e di condivision edel digiuno praticato dai fratelli

musulmani... E’ questa una ipotesimaturata nel contatto estivo conalcuni di voi, sulla quale vichiederei di reagire e - nel casofossimo d’accordo - di impegnarvi afondo. Perdonatemi se vi domandoun riscontro, ma mi pi acerebbe chela cosa risultasse il più possibilecondivisa, e sento che stiamoattraversando un "kairòs" comepochi altri.In attesa dei vostri pareri, vi ricordoche da giugno è disponibile ilvolume "La rivincita del dialogo",che contiene tutti i materiali relativi alla nostra iniziativa (ed.EMIBologna, euro 10), e che sarebbeutil e diffonderlo il più possibile,presentandolo, chiedendorecensioni e facendolo conoscere.Inoltre, ovviamente, sul sitowww.ildialogo.org troverete ancoramateriali e notizie sul dialogocristiano-islamico. Ringraziandovidell’attenzione, vi saluto caramente.

Shalom - salaam – pace

Brunetto

Venerdì, 13 settembre 2002

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Documento del Vescovo di Verona che dichiara l'ultimo venerdì delRamadan la Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico

Verona 22 novembre 2002 (Formato PDF)

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Lettera aperta a tutti i firmataridi Brunetto Salvarani

Care sorelle, cari fratelli,mancano ormai 10 giorni al 29novembre, ultimo venerdì diRamadan e data che abbiamo sceltoper celebrare la Giornata ecumenicadel dialogo cristiano-islamico, e viscrivo di nuovo. Per l’ultima voltaprima del 29, direi, salvoimprevisti, visto che tuttol’impegno è ormai rivolto alleiniziative e alla pubblicizzazionedella Giornata. Siamo infatti nel cuore del "rush"finale, proseguono le adesioni disingoli e gruppi alla Catena deldialogo, nonché la raccolta dellenotizie sulle inizitive locali, chepotete trovare su www.ildialogo.org. Prosegue quindi a spron battuto la"Campagna d’autunno" che ci haportati a comparire su molte testate:tra le ultime, il SIR, Avvenire,"Mondo e missione", Adista,L’Unità, SAE Notizie, NEV, "IlRegno", "Settimana", Mosaico dipace, Viottoli, Rocca, il settimanalecattolico di Bergamo, QOL, Tempidi Fraternità, Nostro tempo, e tantealtre tutte da ringraziare, su cuistanno comparendo articoli einterviste. Ricordo anche laconferenza stampa del Campidoglioa Roma (non ho per ora notizia dialtre), che è andata assai bene, e unaserie di interviste radiofoniche (fra

cui un dibattito che si è svoltomartedì scorso 12/11 su radio3 perla trasmissione "Fahrenheit" conMarino Sinibaldi, che ha dedicatomezz’ora al tema della Giornata,con un dibattito fra il sottoscritto e iprof. Vercellin e Prete, entrambimolto favorevoli, da un punto divista "laico"). E Raffaele Luise haparlato della Giornata nel GR1 daModena, lo scorso 15/11. Di nuovo mi piace sottolineare chein tanti scrivono e si informano,segno che in un frangente in cui ilclima antiislamico e antidialogicoha (forse) raggiunto il suo apice c’èanche un "popolo del dialogo"trasversale alle chiese che vuoledire la sua, anche se non dispone digrandi media né di particolaririsorse per farsi sentire. Il 29 novembre, da questo punto divista, potrebbe risultare unappuntamento importante per dareuna certa visibilità a tale popolo, atali istanze. Perciò, per l’ultimavolta, mi spingo di chiedervi di"stringere" sulle iniziative concrete,perché abbiamo bisogno di farsapere che da parecchie partiqualcosa si sta organizzando(naturalmente, anche nei giorniseguenti: l’importante è che sisappia per il 29!). Ricordo che,nell’informalità della cosa,

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possiamo "appoggiarci" a strutture,per quanto leggere, esistenti, comequelle di Pax Christi e del SAE (percitare due movimenti di livellonazionale). Fra le belle nuove, c’è l’adesionealla Giornata del Consiglio localedelle chiese cristiane di Venezia, e ilfatto che, sia al Convegno nazionaledei delegati diocesani perl’ecumenismo e il dialogo di Romasia agli Incontri cristianomusulmanidi Modena delle ACLI, si siaampiamente discusso, in assembleaplenaria e nei corridoi, della nostraimpresa. Ma pure la "scoperta" diesperienze come quella di Sassuolodelle famiglie che da qualche annovivono una giornata di convivialitàfraterna alla settimana (guradate sulsito). Consolante è anche la notiziache, alla celebrazione romanaorganizzata da Paolo Naso, hannoannunciato la loro partecipazionetanto mons. Piero Coda, nome bennoto negli ambienti ecumenici manon solo, quanto il rev. Akasheh,del Pontificio consiglio per l’unitàdei cristiani. Naturalmente, nonmancheranno "grossi nomi" delmondo evangelico italiano. Vi esorto ancora a utilizzare, comesussidio per la Giornata, il numeromonografico de "Il dialogo" a 16pagg., richiedibile a lui([email protected]) oppurescaricabile direttamente dallo stesso

sito. Contiene nomi, testidell’Appello, documenti ecumenicie interreligiosi, articoli e le dueproposte di liturgie. Lo stessonumero uscirà come "panino" diTempi di Fraternità. Confermoanche che il "kit" della Giornatacomprende pure un fascicolo curatoda Stefano Allievi dal titolo"Islamica" che comprende tutta laprincipale bibliografia in italianosull’islam (si può richiederegratuitamente [email protected] ) e il numerospeciale di Confronti dal titolo "Noie loro" (che si può richiedere [email protected] Se e quando potete, diffondete sullastampa locale il Comunicato n.1sulla Giornata, e anche il n.2, sottoforma di Lettera ai musulmaniitaliani in occasione dell’apertura diRamadan. Un altro è inpreparazione, con la notizia deiprincipali eventi. Finalmente,abbiamo ricevuto con molta gioia lalettera ufficiale del direttivodell’UCOII che invistaesplicitamente le moschee ad essaaderenti a partecipareall’operazione, rendendosidisponibili a quella che abbiamodefinito l’iniziativa "Moscheeaperte" (trovare la lettera sul sitodel Dialogo). Permettetemi unasottolineatura rispetto a questadisponibilità, che mi pare per tanti

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versi straordinaria e che andrebbevalorizzata adeguatamente.Ovviamente, non è l’unicaorganizzazione islamica che haaderito, ma è quella - probabilmente- più ramificata sul territorio dellapenisola. Da voi tutti, invece, restiamo inattesa di notizie sulle iniziative,pareri, commenti e... problemi, sece ne sono. Ripeto: abbiamoestrema urgenza di diffondere iluoghi e gli orari di dove accadràqualcosa, anche di semplice, da unvolantino a un comunicato stampa!

A tutti, mi permetto di chiedere, perquel giorno, la condivisione deldigiuno, e la consegna del denarorisparmiato a gruppi di solidarietà edi diaconia; ma anche, e soprattutto,la preghiera, come stanno facendodiversi monasteri e diversi credenti"singoli". Grazie ancora, perdonatel’insistenza, e auguri di cuore. Oratocca a voi: anzi, a noi…shalom - salaam – paceBrunetto SalvaraniMartedì, 19 novembre 2002

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I DOCUMENTI DEL 2003

Un rinnovato appello al dialogo tra cristiani e musulmaniIl 21 novembre 2003, ultimovenerdì del Ramadan dell’annoislamico 1424, si celebrerà laseconda giornata del dialogocristiano-islamico. Un appello allapartecipazione per rinsaldare legamidi amicizia e di pace fra cristiani emusulmani, uniti dalla fedenell’unico Dio di Abramo e dallavocazione alla giustizia e alla pace.

“O uomini, vi abbiamo creato daun maschio e una femmina eabbiamo fatto di voi popoli e tribù,affinché vi conosceste a vicenda ”(Corano, Sura XLIX, ver. 13).

“Beati gli operatori di pace, perchésaranno chiamati figli di Dio.” (Mt5,9)E’ troppo alto il muro che separa ilNord dal Sud del Mediterraneo,l’Occidente dall’Oriente, il mondocristiano da quello dell’islam. Cometante volte nei mesi scorsi hannoaffermato i massimi esponenti delmondo cattolico, di quelloprotestante ed ortodosso, abbiamocorso il rischio che l’attaccomilitare contro l’Iraq apparisse unacrociata della cristianità control’islam. Siamo convinti che, proprio graziealle iniziative delle chiese cristiane,

spesso in comunione tra esse ed inspirito ecumenico, questo pericolosia stato evitato. Tuttavia siamoconsapevoli che l’incubo delloscontro di civiltà aleggi ancora sullascena geopolitica; in tutta Europa,inoltre, verifichiamo la ripresa diatteggiamenti razzisti, antisemiti eislamofobi che, come credenti ecome cittadini di una Unione diStati sempre più ampia e pluralista,destano una grave inquietudine;così come rileviamo che restaancora troppo ampio il fossato chesepara due comunità di fede –quella cristiana e quella musulmana- che condividono importantitradizioni e valori spirituali come ladiscendenza abramitica, la fede nelDio Unico, il legame con un librosacro, la vocazione alla giustizia edalla pace. Il dialogo tra queste due comunitàdi fede, pure essendo ormai avviatoed avendo già prodotto alcuni frutti,è ancora ad uno stadio iniziale.Soprattutto alla base delle duecomunità, sono ancora troppo rarele occasioni di conoscenza, diincontro, di confronto sui granditemi culturali e sociali del nostrotempo: la pace, la giustizia, ilrispetto dei diritti umani, laconvivenza, la costruzione di una

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società democratica e pluralista, laformazione dei giovani. Comeafferma la Carta ecumenica,sottoscritta a Strasburgo nel 2001dai presidenti della Conferenzadelle Chiese europee e delConsiglio delle Conferenzeepiscopali dell’Europa, “ci sonostati e ci sono molti contatti positivie buoni rapporti di vicinato tramusulmani e cristiani ma anche, daentrambe le parti, grossolane riservee pregiudizi, che risalgono adolorose esperienze vissute nelcorso della storia e nel recentepassato”. Da qui l’impegno deirappresentanti del mondo cattolico,protestante ed ortodossodell’Europa a “intensificare a tutti ilivelli l’incontro tra cristiani emusulmani e il dialogo cristiano-islamico. Raccomandiamo inparticolare – afferma ancora laCarta ecumenica - di riflettereinsieme sul tema della fede nel Diounico e di chiarire la comprensionedei diritti umani. Ci impegniamo aincontrare i musulmani con unatteggiamento di stima; a operareinsieme ai musulmani su temi dicomune interesse”.In questo spirito, già lo scorso anno,recuperando il senso del gesto diGiovanni Paolo II che in occasione

dell’ultimo venerdì di Ramadan del2001 volle condividere con ilmondo islamico una giornata didigiuno, proponemmo lacelebrazione di una giornata deldialogo cristiano islamico.Quell’appello fu sottoscritto dacentinaia di esponenti delle chiesecristiane cui vollerospontaneamente aggiungersi alcuniautorevoli rappresentanti dellecomunità islamiche presenti inItalia; seguirono decine di iniziativedi incontro, dialogo, conoscenzareciproca tra cristiani e musulmaniin uno spirito di risposta allacomune vocazione alla pace.

Siamo convinti che oggi sianoancora più numerose ed urgenti leragioni che ci spingono a rinnovarela nostra proposta. Invitiamo perciò le comunitàcristiane e quelle islamiche, leassociazioni educative e culturali adesse collegate, le Facoltàteologiche, le università, leistituzioni pubbliche a promuovereancora più numerose iniziative diincontro e dialogo nella data del 21novembre 2003, ultimo venerdì delmese di Ramadan dell’annoislamico 1424 dell’Egira.

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Primi Firmatari al 29 giugno 2003Gina Abate, Pax Christi Italia, FirenzeStefano Allievi, sociologo, PadovaDaniele Barbieri, Migra News, RomaEnzo Bianchi, priore Comunità ecumenica di BoseDora Bognandi, dipartimento libertà religiosa dell’Unione cristiana chiese avventiste, RomaMaria Bonafede, vice moderatore Tavola valdese, RomaAmbrogio Bongiovanni, Università Gregoriana, Resp. Movimento S. Francesco Saverio, RomaPadre Juan Bautista Cappellaro, del clero diocesano di Buenos Aires, dirigente gruppo promotore italiano del "Movimento per un mondo migliore", NapoliFranca Ciccòlo Fabris, segretaria dell’Associazione "Amici di Nevé Shalom - Waahat as-Salaam", MilanoGiovanni Cereti, teologo cattolico del WCRP, RomaGiancarla Codrignani, filosofa, Bologna Paolo de Benedetti, Docente di Giudaismo Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, Milanop. Francesco De Luccia, direttore Fondazione Centro Astalli, Roma.Tonio Dell’Olio, segretario nazionale Pax Christi, Bisceglie

(Ba) Fra Marcello Di Tora o.p., direttore del Centro di Studi per il Dialogo con l’Islam, PalermoAnnemarie Duprè, Servizio Rifugiati e migranti Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Roma Ulrich Eckert, pastore valdese Riesi (Caltanissetta) Massimo Ferè, Pax Christi Italia, Firenze Ermanno Genre, decano Facoltà Valdese di Teologia Roma Chiara Giacometti, Tempi di Fraternità, TorinoGiuseppe La Torre, pastore evangelico, LuganoDan Madigan S.J., Istituto di Studisu Religioni e culture, Pontificia Università Gregoriana, RomaLidia Maggi, pastora battista, Lodi (Mi)Luigi Manconi, Sociologo, Roma Raffaele Mantegazza, Dip. di Epistemologia ed Ermeneutica Della Formazione, Milano Ettore Masina, Scrittore, RomaDon Carlo Molari, teologo cattolico, RomaGianfranco Monaca, Tempi di Fraternità, Astip. Luigi Morell, pb - SERMIS (Servizio Missionario - EMI), Treviglio (Bergamo)Paolo Naso, Direttore Confronti e di Protestantesimo, Roma

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Eric Noffke, pastore valdese, Cinisello Balsamo (Mi)Nicola Pantaleo, presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica Battista di Bari e presidente del Centro evangelico di cultura di Barip. Gottardo Pasqualetti, IMC - SUAM (Segretariato unitario di animazione missionaria) - Roma Enrico Peyretti, giornalista, Torinodon Giorgio A. Pisano, parroco della Parrocchia del S. Cuore in Portici (Napoli) e direttore del Centro Giovani Agorà p. Ottavio Raimondo, mccj - FESMI (Federazione della stampa missionaria italiana), BolognaSalvatore Rapisarda, pastore battista Siracusa p. Agostino Rigon, sx, CIMI (Conferenza degli Istituti Missioanri Italiani) - ParmaBrunetto Salvarani, coordinatore

degli Incontro cristiano-musulmani di Modena, Carpi (Mo)Luigi Sandri, giornalista, Roma Giovanni Sarubbi, giornalista, direttore de "Il dialogo", MonteforteIrpino (Av)Peppe Sini, direttore Centro ricercaper la pace, Viterbop. Marcello Storgato, saveriano dello CSAM di Brescia Laura Tussi, insegnante Nova Milanese (Milano) Mons. Tommaso Valentinetti, vescovo di Termoli - Larino, presidente nazionale Pax ChristiMaria Vingiani, fondatrice e presidente onoraria del SAE, Roma p. Alex Zanotelli, missionario comboniano, Italia Don Giuliano Zatti, Servizio diocesano per le relazioni islamo-cristiane, Padova

Notizie sulla raccolta delle firme e sulle iniziative

Per sostenere le iniziative di comunità, gruppi, istituti, enti locali, associazioni che vogliano partecipare a questa iniziativa, abbiamo creato alcuni centri di coordinamento e di servizio presso le riviste Confronti (06 4820503; 06 48903241; fax 06 4827901; Email:[email protected]; Sito: www.confronti.net); Tempi di Fraternità (Sito: www.tempidifraternita.it; Email: [email protected] Torino); Il Dialogo (Email: [email protected]; Sito: www.ildialogo.org, tel. 3394325220 Avellino); Mosaico di Pace, Via Petronelli n.6, 70052 Bisceglie (BA) Tel.: 080/395.35.07 Fax: 080/395.34.50, e-mail: [email protected], Sito: http://www.paxchristi.it oppure http://www.peacelink.it/users/paxchristi/)

Materiali utili alla promozione di iniziative nel quadro della giornata sono disponibili presso il sito http://www.ildialogo.org che conterrà anche tutti gli aggiornamenti sia delle sottoscrizioni sia delle iniziative che man mano verranno assunte.

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Un altro utile sussidio è il volume “La rivincita del dialogo”, a cura di Paolo Naso e Brunetto Salvarani, edizioni EMI, 2002

Martedì, 01 luglio 2003

Agitare la paura funziona sempre, ma fino ad un certo puntodi Giovanni Sarubbi

Risposta ad una lettera contraria al dialogo con l’islam. Essere cristianiè indissolubilmente legato ad essere per il dialogo, altre strade hanno

portato e stanno portando solo alla morte e alla distruzione del pianeta.

Il testo della letteraHo letto nel vostro sito del tentativodi dialogo con il mondo islamico...quale dialogo vi ostinate a cercare?ma con chi volete dialogare? conl’islam??????? Domandate quale dialogo hanno: icristiani che vivono nei paesiislamici, i cristiani che non hannopossibilità di esprimere la loro fedeliberamente a rischio di lavoro e divita (sono stato spesse volte inEgitto ad aiutare i missionaricristiani e le suore cristiane)Domandate a coloro che sono mortiper mano di kamikaze islamiciquale dialogo domandate a chi haavuto i propri antenati massacratidalla follia islamica. DOMANDATE Non vi basta di sapere che: lemoschee sono luoghi di guerriglia edi politica?? Altro che luoghi diculto! Leggete i giornali e ascoltatele televisioni... Verona, Milano,

Firenze, ecc ecc imam che più chesacerdoti sono capo rivoltosi…incitano alla Jihad per il paradiso!Da noi le croci si devono togliere...per rispetto loro????? e....... e daloro le croci non si devonominimamente vedere.... pena lamorte! Dialogo con chi certo con quelli chesono in occidente, che come pecorehanno ancora le orecchie basseperché minoranza... ma aspettatequalche decennio e poi.... vediamoil dialogo... APRITE GLI OCCHINELL’ISLAM NON ESISTE ILDIALOGO, è opportunismo èfalsità, per l’occorrenza, ma dopoquando saranno lamaggioranza???????????Cercheranno quale dialogo??? CONTINUATE COSI... NONRISPETTANDO IN QUESTOMODO TUTTI COLORO CHESONO MORTI PER MANO

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ISLAMICA!!!! cordiali saluti Guido Valentini11-May-2004 11:36:35

Risponde il direttore

Gentile sig. Valentini,rispondiamo pubblicamente alla sualettera perché pone questioni chevengono spesso sollevate da chi ècontrario al dialogo con l’islam manon solo con esso. Il suo, da quelloche dice e da come lo dice, è unrifiuto totale del dialogo perchéagita stereotipi basati sulla paura dichi non si conosce o di cui sidichiara di conoscere solodeterminati aspetti di cui siaccentuano i dati negativi piuttostoche quelli positivi. Si tratta di unametodologia che potrebbe andarebene per tutte le occasioni nellequali si voglia litigare conqualcuno, da una riunione dicondominio fino alla massimaassemblea rappresentativaplanetaria come quella dell’ONU. Ela paura, come tutti sanno, è cattivaconsigliera.Uno dei capi nazisti processati aNorimberga per giustificare iconsensi ricevuti nello scatenare laguerra o l’odio razziale sostenneche si tratta di un’operazione moltofacile: basta dipingere i nemicicome mostri, sollecitare la paura di

ciò che non si conosce, fare appelloalle viscere di un popolo ed il giocoè fatto. Funziona sempre, a tutte lelatitudini, disse quel nazista cheaveva portato la Germania ed ilmondo in una follia omicidaimmane, con oltre sessanta milionidi morti e di cui ancora oggi stiamopagando le conseguenze. Ed il ragionamento di chi sostienel’islamofobia è del tutto simile aquello del capo nazista diNorimeberga e come settant’anni fafunziona sempre ma fino ad uncerto punto. Se il mondo fosse statoformato di gente piena di pauraprobabilmente saremmo ancoraall’età della pietra, con l’umanitàimpegnata a scannarsi a vicenda perla conquista del territorio di cacciae con gli stregoni o i sacerdoti diturno intenti a benedire coloro cheandavano a morire in guerra.Ma il problema, come sempre, nonè quello di sapere cosa pensano glialtri con i quali ci confrontiamo.Questo è solo un aspetto. Ilproblema vero è quello di sapereche cosa noi vogliamo, quali sonocioè le idee positive che guidano lanostra azione.Così vogliamo chiedere a tuttiquelli che sono contro il dialogo:qual è l’alternativa, voi cosaproponete? Può l’umanitàcontinuare ad essere promotrice diguerra cioè ad uccidere e

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distruggere su scala sempre piùplanetaria?C’è poco da fare: l’alternativa aldialogo è la guerra ed ogni guerrapone le basi per la guerrasuccessiva, in una spirale senzafine.E se, come sostengono i nemici deldialogo, gli islamici sono cattivi eda tenere alla larga, cosadovrebbero fare i cristiani,imbracciare le armi e sterminarlitutti? E chi si professa cristianocome giudica il comandamento del“non uccidere”? E’ uncomandamento fondante del propriodefinirsi cristiano oppure è uncomandamento facoltativo, darispettare finché conviene?Certamente si tratta di uncomandamento che Gesù ha presomolto sul serio perché non soloimpedì a Pietro di difenderlo con laspada quando fu arrestato dairomani, ma non scappò neppure difronte alla morte. E anche seuccidere fosse lo sport nazionalepotrebbero i cristiani esseredisponibili ad uccidere per il solofatto che qualcuno ha un coloredella pelle diverso dal suo o invocaun nome di Dio diverso dal suo?C’è chi, in coscienza può affermareche la risposta all’islam o ad unaqualsiasi altra religione possa esserela loro conversione forzata alcristianesimo, come si è fatto lungo

il corso degli ultimi duemila annicon stragi immani? Nel 1500 ventimilioni di indios su ventidue furonouccisi in sud America da parte deglispagnoli per conquistare il loroterritorio e per la loro conversioneforzata. Come dobbiamoconsiderare quelle azioni? Un segnodi civiltà, di religiosità o di fedeltàal messaggio di Gesù di Nazareth?Si è trattato di una mostruosità chenon ha eliminato affatto le religionida quel continente e neppure leguerre. La storia ha dimostrato che neppurele conversioni forzate alcristianesimo di interi popoli èservita ad evitare le guerre fra glistessi “stati cristiani”. Le ultime dueguerre mondiali, per non andaremolto lontano, sono statecombattute nella vecchia Europadagli “stati cristiani” al grido di“Dio lo vuole”. Sono queste le“radici cristiane” dell’Europa di cuioggi si rivendica l’inserzione nellacostituzione europea? E cosa dire degli armamenti? E’conforme al proprio essere cristianoil fatto che immense risorse (900miliardi di dollari nel solo 2004)vengono spese per costruire arsenaliimmensi capaci di distruggere 10volte l’intero pianeta mentre duemiliardi di esseri umani vivono incondizioni disumane? C’è poco dafare se si vuole dare un futuro

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all’umanità bisogna mettere alcentro il dialogo fra le religioni edin particolare fra le tre religionimonoteistiche, ebraismo,cristianesimo, islam. I morti di tutte le guerre ed i martirili rispetta non chi si nutre di odio edi nuove guerre. Se ognuno di queimorti potesse parlare ci chiederebbedi cacciare la guerra dalla storiadell’umanità prima che sia la guerraa cacciare l’umanità dalla storia.Per quanto riguarda le televisioni ele notizie sulle moschee chesarebbero “ luoghi di guerriglia e dipolitica”, le consigliamo dicambiare canale e di leggerequalche giornale diverso perché sida il caso che finora tutti imusulmani italiani arrestati conl’accusa di terrorismo sono poi statisuccessivamente non solo scarceratima anche scagionati dalle accuseloro rivolte. Sul nostro sito potràtrovare ampia documentazione ariguardo.Questo ovviamente non vuol direche fra i musulmani non vi siano“teste calde” o persone di malaffare,ma chi si sentirebbe di affermare,con la mano sul fuoco, che tutti gliitaliani siano “brava gente” e chefra essi non vi sia alcuna “melamarcia”?"Un’antica storia mediorientaleracconta di un viandante nel desertoche, a un certo punto, scorge di

fronte a sé un mostro orribile eviolento che si dirige verso di lui.Ovviamente ha un moto di paura. Inbreve il mostro gli è più vicino mail viandante, riuscendo a scorgerlomeglio, nota che non è un mostroma un uomo: un uomo mostruoso,ma pur sempre un uomo. Di lì apoco il viandante riesce adistinguerlo ancora meglio e vedeche, in fin dei conti, quell’uomo chegli va incontro non è poi cosìbrutto. Alla fine, quando finalmentelo può scorgere negli occhi,riconosce suo fratello". Questastoria costituisce la parteintroduttiva della prefazione scrittada Paolo Naso, giornalista valdesedirettore della rivista Confronti, adun libro intitolato "Islam e dialogo"(Ed. EMI 2004) del missionariocomboniano Giuseppe Scattolin cheaffronta proprio le questioni inerential dialogo fra islam e cristianesimo.E’ un libro che consigliamocaldamente a tutti ed in particolarea chi, dicendosi cristiano, è contro ildialogo. Siamo sicuri che, se c’èbuona fede e fedeltà al vangelopredicato e vissuto da Gesù, ilmostro che era nella nostra testaman mano si trasformerà nelfratello con cui convivere edinsieme affrontare il mistero di Dioche non appartiene ad alcunareligione.Martedì, 11 maggio 2004

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INTERVISTADachan: "non abbiamo altra scelta: dobbiamo essere uniti, cristiani,

ebrei e musulmani"a cura di Gian Mario Gillio per Agenzia Nev del 19-11-2003

Roma (NEV), 19 novembre 2003 -Quest’anno, la "Seconda Giornatanazionale del dialogo cristianoislamico" si svolgerà in tutta Italiaintorno al 21 novembre, ultimovenerdì del mese di Ramadan. Siavvarrà del sostegno di diverseistituzioni del mondo cristianoitaliano, sia cattolico cheprotestante. Abbiamo chiesto aMohamed Nour Dachan, presidentedell’Unione delle comunità edorganizzazioni islamiche in Italia(UCOII), quale senso e significatosi può dare oggi alla parola"dialogo". Proprio in un momentoin cui l’Italia esce scossa dairecenti sviluppi del conflittoiracheno.Presidente Dachan, basta leggerele numerose notizie riportate daivari organi d’informazione,nazionali ed internazionali, percapire che stiamo vivendo unperiodo di grande confusione.Quale senso e significato,possiamo dare oggi alla paroladialogo, e all’immenso lavoro chenumerosi operatori in questocampo portano avanti nonostantele difficoltà in un panoramasociale, culturale e politico così

fragile?Il dialogo, per noi musulmani especialmente per l’UCOII, è statouna scelta di vita, una linea ed uncomportamento. Riteniamo che siadoveroso ed obbligatorio trapersone che credono nello stessoDio, negli stessi valori e nella stessamorale, aprire presupposti perpercorrere un pezzo di stradainsieme, lungo e proficuo. La genteanche se non lo dice, ritiene che,non solo i problemi di ordinemondiale e nazionale siano causa difragilità, ma anche le piccoledifficoltà quotidiane. Ad esempio lafragilità di rapporti nei nucleifamigliari, la mancanza di dialogogenerazionale, sono tutti problemiche richiedono una risposta etica.La domanda che spesso ci vieneformulata è questa: dov’è finita lareligione? E quale aiuto dovrebbedare? Fino a pochi anni fa, durantegli incontri interreligiosi, ognunocercava di innalzare la propriareligione rispetto alle altre, emetteva le proprie verità sopra leverità degli altri. Si approfittava deimomenti di dialogo interreligiosoper promuovere i propri interessi. Ildialogo a mio avviso, deve aiutare

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la società a raggiungere obiettivicomuni. Le religioni, tutte, devonofarsi carico di questi temi sociali,come ad esempio: la lotta all’ usura,la lotta al gioco d’azzardo, la lotta atutte le ingiustizie. Si deve arrivaread un dialogo non solo tra lereligioni, ma sociale. Il Corano loinsegna. Fino al giorno del giudizio,che potrebbe essere domani o tramille anni, cristiani, musulmani edebrei saranno uniti. Dunque, nonabbiamo altra scelta davanti a noi.

Quali sono gli ostacoli nellasocietà di oggi che possonoimpedire il dialogo interreligioso?

Per sposarsi è necessario essere indue. L’unione nasce dall’incontro edal dialogo, dalla condivisione diobiettivi e dalla chiarificazione didivergenze, dalla nascita di fiduciae dalla comprensione evalorizzazione delle diversità. Moltiincontri con altre chiese oconfessioni sono stati proficui, adesempio, con le chiese evangelicheabbiamo avuto incontri bilaterali, inparticolare con il presidente dellaFederazione delle chieseevangeliche in Italia (FCEI) GianniLong, abbiamo condiviso opinioni esperanze in due diversi Convegni.Con alcune realtà cattoliche come laComunità di Sant’Egidio, le ACLI odiverse associazioni, il dialogo è

aperto. Tutti questi contatti erapporti sono forieri di fiducia estanno portando il dialogo verso lagiusta direzione.Il fatto che i media Italiani spessocommentino atti terroristici otemi geopolitici, utilizzando comechiave di lettura il fatto religioso,o abusando di termini che nullahanno a che vedere con lareligione islamica, ritiene sia unpericolo per le varie comunità difede presenti in Italia?

Sicuramente è un danno. Spessomolte affermazioni riportate suquotidiani e televisioni, sono privedi vera documentazione esoprattutto di fonti attendibili.Vengono riportati fatti, ma senzacitare nomi o documenti checomprovino la veridicità di quelloche viene affermato. Ricordo chesovente, atti definiti di terrorismoislamico, includono tra le vittimeproprio i musulmani. Il terrorismonon guarda in faccia nessuno evolutamente cerca di creareconfusione; più vi è confusione, piùle varie fazioni o gruppi si dividonoe più vi è frammentazione. Terrenofertile per creare azioni didestabilizzazione. Tengo a rilevare,inoltre, che il termine "musulmano"ed il termine "terrorista", nonpossono e dovrebbero essereaccomunati, poiché hanno

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significati diversi. Il primo significa"Invitante a Dio" e l’altro "Coluiche crea terrore", sono dunquetermini contrastanti, anche se oggisi cerca di dare lo stesso significatoad entrambi.

Quale significato come UCOII,date alla giornata dedicata aldialogo con la fede cristiana equali attività in comune aveteprevisto?I momenti comuni sono differenti dicittà in città. Una delle attivitàimportanti riguarda l’iniziativa"moschee aperte", in questo modoviene data la possibilità, a chi fosseinteressato, di visitare i nostriluoghi di culto. La cosa che noi

vorremmo rilanciare in una giornatacosì importante è la realtà dellecose. Realtà dell’amore, deldialogo, della vita. Le celebrazionipreviste per il 21 sono fatti reali.Ognuno, nel suo credo o nellapropria diversità di fede, puòcontribuire alla preparazione di un"menù del dialogo" commestibileper tutti. Chi, portando il pane, chil’ acqua, chi l’insalata. Nondimentichiamo mai che ognisingola persona, può arricchire conle sue spezie, le sue ricette, la suaarte, questa prima carta o "menù"che contiene i sapori del mondo.

Giovedì, 20 novembre 2003

Lettera alle donne e agli uomini che dio ama, in occasione della secondagiornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

(21 novembre 2003)di Brunetto Salvarani

Nel novembre 2001, a pochesettimane dai tragici attentatiterroristici dell’11 settembre, ungruppo di cristiani di svariateconfessioni (cattolici, evangelici,ortodossi), responsabili di ordinimissionari, islamologi, intellettualie educatori idearono ad un Appelloecumenico affinché quanto erapurtroppo accaduto non mettesse indiscussione le iniziative dipartnership fra cristiani e

musulmani in corso. Con unobiettivo concreto, e controcorrentenei confronti del climasocioculturale imperantenell’Europa di quei mesi: laproclamazione di una Giornata dadedicare espressamente al dialogointerreligioso, e soprattutto aldialogo cristiano-islamico. Senzanegare le oggettive difficoltà,decisamente in aumento. L’esito fuconsolante, a parere di chi, come

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me, era tra i promotori della cosa:oltre un centinaio di iniziative lungotutta la penisola, l’operazione“moschee aperte”, più di milleadesioni raccolte, e - soprattutto - lasensazione che la strada intrapresafosse inevitabile quanto corretta.Ecco perché abbiamo deciso diriproporre quell’esperienza,puntando ad una seconda Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico, che si terrà domani 21novembre 2003 e nei giornisuccessivi, di nuovo in coincidenzadell’ultimo venerdì di Ramadandell’anno islamico 1424 (info:www.ildialogo.org ), a imitazionedell’invito di Giovanni Paolo II peril 14 dicembre 2001.Certo, non sarebbe realisticonascondermi e nasconderci chel’obiettivo è, oggi più di ieri,quotidianamente messo indiscussione, dalla cronaca nazionaledi costume (se così vogliamochiamare, ad esempio, la tristevicenda del crocifisso di Ofena) aquella nera, con attentati sempre piùcrudeli che si ripetono ora dopo ora,con lo scopo lampante discoraggiare quanti - e sono tanti,nonostante tutto - non si lascianopiegare alla logica dello scontro diciviltà, della guerra infinita, dellechiusure identitarie efondamentalistiche. La paura ègrande, senza dubbio: ma farsi

intimidire e smettere la pur difficilepratica del dialogo, e qui inparticolare del dialogo cristiano-islamico, equivarrebbe di fatto a darragione ai terroristi, a chi usa lebombe al posto dell’accoglienza edel confronto, a chi strumentalizzale parole religiose e lo stesso nomedi Dio profanando radicalmente leune e l’altro. Ecco perché, proprioin una situazione come quellaattuale, nella Giornata ecumenica didomani sarà necessario gridare cheoccorre più coraggio e più dialogo,non meno coraggio e meno dialogo!Anzi, che occorre un autentico saltodi qualità nel dialogo interreligioso,che non può più essere consideratoun ambito per specialisti o perpochi, non un generico verbobuonista o un invito al semplicistico“volemose bene”, ma un caso serioe un tema decisivo per le variecomunità di fede: sul quale investirecon fatica la propria vita, studiando,discutendo, pregando, chiedendo aDio di illuminarci e di illuminare laterra, in questa tremenda ora dellaprova.Il cammino è tutto in salita. A me,cattolico laico, confortano la prassievangelica di Gesù e la memoriadel Concilio, la pedagogia dei gestidi Giovanni Paolo II e la firma della“Charta Oecumenica” europea!Mi pare significativo, del resto, chequesta nostra iniziativa, che prevede

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decine di appuntamenti in tutte leprincipali città del nostro Paese,non riesca a “bucare” il mondodell’informazione (salvobenemerite eccezioni, checonfermano la regola). E’ quicontraddetta, infatti, la regola aureadell’uomo che morde il cane: in unafase che viene sempre più percepitacome un’anteprima di uno scontrofinale tra occidente cristiano eislam, dovrebbe pure far notizia ilfatto che, spontaneamente e senzaparticolari benedizioni dall’alto,una piccola tradizione, quella dellaGiornata ecumenica del dialogo,abbia già messo radici, dimostrandoil bisogno diffuso del dialogo. Che,in questi giorni, molte moschee ecentri islamici vengano aperti achiunque per la cerimonia dellarottura del digiuno. Che si faccianodibattiti e incontri tra cristiani emusulmani. Che centinaia di donnee uomini continuino a sottoscriverel’appello al dialogo, nonostante lanostra struttura di organizzatori siaquanto mai povera e priva di mezzi.Credo che tutto ciò dovrebbeincuriosire…A quanti, domani, donne e uominidi buona volontà, parteciperanno

alle varie iniziative pubbliche, aquanti digiuneranno e devolverannoil denaro risparmiato a opere disolidarietà, ai monasteri e alleparrocchie e ai centri islamici chepregheranno per la pace tra le fedi,grazie di cuore e buon cammino.Non facciamoci scoraggiare!Personalmente, tra le intenzionidella mia preghiera e del miodigiuno inserirò la prossimitàprofonda alle comunità ebraiched’Italia, di Israele e di tutta ladiaspora, in modo speciale dopo gliattentati alle sinagoghe di Istanbul,perché chi si impegna nel dialogointerreligioso è chiamato a farlo atutto campo: il mio 21 novembre2003, ultimo venerdì di Ramadan1424, sarà anche una Giornata perla libertà di religione e controogni forma di antisemitismo, diislamofobia e di razzismo.

Con la fiducia e la speranza checontraddistinguono ogni figlia eogni figlio di Dio, un cordialeabbraccio di pace - shalom -salaam.

Brunetto SalvaraniCarpi, 20/11/2003

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I DOCUMENTI DEL 2004

Appello per la Terza giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico12 novembre 2004

Cari amici, Care amiche,in preparazione della terza giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico che quest’anno, incontinuità con quanto deciso negliultimi tre anni, si terrà il 12novembre 2004, abbiamo pensato direndere disponibile un volantonecontenente alcuni materiali utili perstimolare il dialogo fra cristiani emusulmani. Questo materiale, chevi accludiamo in allegato, èscaricabile anche dal nostro sito alseguente indirizzo http://www.ildialogo.org/stampaTroverete invece al solito indirizzo:cristiano-islamico.htmle notizie sulle iniziative che manmano ci giungeranno oltre adocumenti e riflessioni per losviluppo della nostra comuneiniziativa.Abbiamo preparato questovolantone per consentire a chipartecipa ai convegni estivi diformazione di poter avere unostrumento agile da usare per losviluppo del dibattito e perl’organizzazione di iniziative invista della ripresa autunnale. Comeper gli anni scorsi la data del 12novembre è legata all’ultimo

venerdì del ramadam e non è rigida,nel senso che iniziative di dialogopossono senz’altro tenersi prima odopo quella data a seconda dellecondizioni locali di ogni singolazona. La giornata ecumenica del dialogocristiano-islamico, come tuttisapete, si basa essenzialmente sullacapacità e la volontà di chi haaderito di mettere in campo nelproprio territorio iniziative concretedi dialogo che facciano toccare conmano come sia possibile conviveree rispettarsi pur facendo riferimentoa differenti religioni. Dialogaresignifica innanzitutto concretizzareil comandamento del “nonuccidere” che tutte le religionihanno scritto nei propri codici eticio morali. Come negli scorsi anni contiamocosì sull’impegno di tutti e siamoconvinti che Iddio benedirà glisforzi di quanti, cristiani emusulmani, sapranno incontrarsinella gioia e nella pace. Come neglianni scorsi siamo convinti chel’impegno di tutti riuscirà asuperare il pesante clima di tensionee di scontro che stiamo vivendo inconseguenza della guerra in corso.

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Ed è anzi proprio questo clima ditensione e di guerra che ci convincesempre di più della giustezza dellanostra iniziativa e che ci spinge amoltiplicare i nostri sforzi per lapace. “Chi vuole il dialogo prepari ildialogo”: questo lo slogan dellaterza giornata che vi proponiamocome tema di discussione per iprossimi mesi. Con un fraterno augurio di shalom-salaam-paceIl comitato organizzatoreCon preghiera di massimadiffusione

--------- notizie utili --------------

Per firmare l’Appello per lagiornata ecumenica del dialogocristiano-islamico e per adesioni osegnalazione di iniziative per laprossima giornata del 12 novembre2004, ci si può rivolgere a:

Il Dialogo

Sito: http://www.ildialogo.org/Email: [email protected] Nazionale, 5183024 Monteforte Irpino (Avellino)tel. 3394325220

Confronti (06 4820503; 0648903241; fax 06 4827901;[email protected] ;http://www.confronti.net/);

Tempi di Fraternità (http://www.tempidifraternita.it/[email protected] Torino);

Mosaico di Pace (http://www.paxchristi.it/,[email protected]).

Per l’elenco completo dei firmataridell’Appello, per tutti i materiali adesso relativi e per le iniziative incorso si può visitare il sito: http: //www.ildialogo.org/

Venerdì, 02 luglio 2004

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LA LOCANDINA DEL 2004

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INTERVISTASarubbi e Dachan: “Chi vuole il dialogo, costruisca il dialogo”

a cura di Gian Mario GillioDa NEV - NOTIZIE EVANGELICHE

protestantesimo - ecumenismo - religioni3 novembre 2004

settimanale - anno XXV - numero 44

Roma (NEV), 3 novembre 2004 –Quest’anno la “Terza Giornatanazionale del dialogo cristiano-islamico” si svolgerà in tutta Italiaintorno al 12 novembre e cioènell’ultima settimana del mese diRamadan. Si avvarrà del sostegnodi diverse istituzioni del mondocristiano italiano, cattolico,protestante ed ortodosso. Abbiamochiesto a Giovanni Sarubbi,direttore de “Il dialogo” e tra ipromotori dell’iniziativa, e aMohamed Nour Dachan, presidentedell’Unione delle comunità edorganizzazioni islamiche in Italia(UCOII), quale significato si puòdare oggi alla parola “dialogo”.

La “Terza Giornata nazionale deldialogo cristiano-islamico”propone quest’anno lo slogan:“Chi vuole il dialogo costruisca ildialogo”.Sarubbi: Il senso di questo slogan,al quale abbiamo aggiunto quellodell’Alleanza di civiltà, è diindicare la necessità e l’urgenza dilavorare instancabilmente per

rendere concreti il dialogo e la paceche sono alla portata dell’umanità,ma contro cui si sono coalizzateforze interessate alla guerra ed aldominio dell’uomo sull’uomo. Perdialogare c’è bisogno di moltoallenamento e preparazione.Bisognerebbe creare una vera epropria materia di studio fin dallascuola elementare.Dachan: In genere nonapprezziamo gli slogan, ma allostesso tempo riteniamo che non visiano alternative al dialogo, quindilo slogan di quest’anno è giusto.Solo costruendo basi concrete sipossono raggiungere i risultati perun vero confronto tra le religioni.

Quale significato possiamo dareoggi alla parola “dialogo”?Sarubbi: Il termine dialogo credosi possa coniugare con altre treparole: rispetto, limite e ascolto. Ilrispetto è quello dei diritti umani diognuno, qualunque sia la suacondizione sociale, umana,religiosa, etnica, politica. Rispettodella vita di cui ognuno è portatore

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e quindi del comandamento del“non uccidere” e che all’interno deidieci comandamenti ha la stessaimportanza del “Io sono il Signoretuo Dio”. Il limite è quello diriconoscere di non essereproprietari di Dio o di avere unpotere di vita o di mortesull’umanità o sulla terra. Chi nonascolta gli altri, infine, difficilmenteriuscirà ad entrare incomunicazione con chicchessia equindi ad esprimere fino in fondoquello che ha nel cuore.Dachan: Dialogo vuol dire trovarepunti in comune per poter assolverealcune difficoltà che ancorasussistono non solo al livello dellecomunità religiose, ma ancheall’interno della società civile. Lasocietà pretende dalle religioni dellerisposte. La società aspetta che lereligioni diano soluzioni aiproblemi familiari, che trovinosoluzioni a drammi come quellodella droga o della prostituzione. Irappresentanti delle diverse fedidevono impegnarsi, non solo per illoro “interesse”, ma per tutta lasocietà.

Il terrorismo può essere unaminaccia concreta per lo sviluppodi un vero dialogo?Sarubbi: Ciò che minaccia ildialogo tra cristiani e musulmani,ma ciò vale per tutte le religioni,

sono gli interessi economici, politicie militari di chi utilizza la religioneper i propri fini di dominio a livellonazionale o internazionale. E’ cosìda millenni e fin dai primi capitolidella Bibbia. Il terrorismo è lamodalità operativa attraverso cuioggi questi gruppi “politici-economici-militari” mettono inpratica una politica di violenza eoppressione. Attraverso le azioniterroristiche si cerca di mettere lereligioni le une contro le altre, ma sitratta di azioni che sono fin tropposcopertamente funzionali allapolitica della guerra per non capireche non c’entrano nulla con l’islamo con il cristianesimo.Dachan: Il terrorismo non puòessere assolutamente una minacciaper il dialogo tra le religioni. Ilterrorismo è in antitesi al dialogo.Potrebbe, al massimo, ostacolare ilpercorso di chi opera per il dialogo,ma non riuscirà mai ad impedire ilprocesso in corso. Gli uomini deldialogo non sono gli uomini delterrorismo, ognuno persegueobiettivi diversi, e guai a noi selasciassimo vincere chi promuove ilterrore. Non possiamoassolutamente permetterlo.

Qual è l’atteggiamento dellasocietà italiana e delle istituzioniin merito al dialogo? Le ultimedichiarazioni del presidente del

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Senato Marcello Pera sul presuntoclima “anticristiano” dell’Europa,possono creare nuova confusione?Sarubbi: Ci sono molti segnalipositivi, molti enti locali sonoattivamente impegnati in concreteiniziative di dialogo con l’islam econ tutte le religioni e primo fratutti, il comune di Roma. Fra ipromotori del dialogo possiamoannoverare lo stesso presidentedella Repubblica, Carlo AzeglioCiampi, che si è più volte dichiaratofavorevole al dialogo e,ultimamente, ha anche ricevuto irappresentanti di alcune comunitàislamiche italiane. Ma ci sono,purtroppo, iniziative e affermazioniche vanno in senso opposto come ledichiarazioni del presidente delSenato Pera che, più che creareconfusione, sono una vera e propriaistigazione alla crociata e allaguerra. Spesso la parola “dialogo”viene utilizzata per praticare il suoopposto ed il discorso di Pera ne èla conferma.Dachan: Ho incontrato da poco ilpresidente Pera, con noi haconferito in modo diverso edialogico rispetto a quantopubblicato nei giorni scorsi. Nondobbiamo tuttavia dimenticare ledichiarazioni importanti che ilpresidente della Repubblica Ciampifatte nei giorni scorsi e che vannosicuramente nel verso giusto,

allineandosi perfettamente alconcetto di dialogo interreligioso. Ildialogo non ha bisogno delleistituzioni, ma di uomini di fede edevono essere questi ultimi arelazionarsi con le istituzioni.Ritengo che anche il ministroFrattini ultimamente stia dandoottime indicazioni sulle linee deldialogo. I media attuano un correttoutilizzo dell’informazione oalimentano soltanto la spiraleconfusionale che vede un usostrumentale del fenomenoreligioso?Sarubbi: Più che di confusione,che pure esiste ed è diffusa, ioparlerei di diffusione di paure e dibugie, che sono i due ingredienti diqualsiasi guerra. Basti pensare allebugie dette sulle armi di distruzionedi massa, mai trovate, e di cuinessun organo di informazione hamai chiesto scusa ai propri lettori.No, decisamente i media, nella loromaggioranza, non stanno facendouna corretta informazione. Oggituttavia c’è molta piùconsapevolezza di questo fatto e c’èuna controinformazione moltosviluppata che ha squarciato il murodi bugie e omertà tipico dei periodidi guerra. Ed è su talecontroinformazione, che parte dalbasso, che noi contiamo per lariuscita della “Terza giornata

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ecumenica del dialogo cristiano-islamico”.Dachan: Come sempre dobbiamousare il vecchio detto: “non fare ditutta l’erba un fascio”. Sicuramentealcuni giornalisti, alcuni massmedia, sono davvero organi dellaverità; altri addirittura non scrivonodi noi senza prima interpellarci,

altri ancora scrivono con il puntointerrogativo, altri infine, sembranoal servizio dello scontro.Ovviamente condanniamo chi siapprofitta di informazionitendenziose e apprezziamo chi sipresta al servizio della verità.

Lunedì, 08 novembre 2004

"SI PUO’ ANCHE RACCONTARE!"di Brunetto Salvarani

Lettera alle donne e agli uomini che Dio ama, per la terza Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico (12 novembre 2004)

Care amiche, cari amici,come sapete nel novembre 2001, apoche settimane dai tragici attentatiterroristici dell’11 settembre, ungruppo di credenti di svariateconfessioni cristiane (cattolici,evangelici, ortodossi), responsabilidi ordini missionari, islamologi,intellettuali e educatori decisero diideare un Appello ecumenicoaffinché quanto era purtroppoaccaduto non mettesse indiscussione le iniziative dipartnership fra cristiani emusulmani in corso. Con unobiettivo concreto, e controcorrentenei confronti del climasocioculturale che con ogniprobabilità si sarebbe diffuso neimesi seguenti: la proclamazione diuna Giornata da dedicare

espressamente al dialogo cristiano-islamico (info: www.ildialogo.org).Una Giornata, è importantericordarlo, che doveva essereecumenica sin dall’inizio, perchésolo adottando un atteggiamentoconsapevolmente ecumenico hasenso intraprendere la strada deldialogo interreligioso. Senza negarele oggettive difficoltà dell’impresa,in grande aumento, testimoniate fral’altro dai tanti silenzi a proposito,da parte di non poche autoritàreligiose che dovrebbero inveceavere a cuore tale tema. Nonostantetutto, si può oggi ammettere che illancio dell’operazione si rivelò dasubito consolante: oltre un centinaiodi eventi lungo tutta la penisola,l’operazione “moschee aperte”, piùdi un migliaio di adesioni raccolte,

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e - soprattutto - la sensazione che lastrada intrapresa fosse inevitabilequanto corretta. Ecco perché abbiamo nuovamentevoluto riproporre quell’esperienza,puntando ad un’altra Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico, ormai la terza della serie,che si terrà domani 12 novembre2004 ma anche nei giornisuccessivi, ancora in coincidenzadell’ultimo venerdì di Ramadan(dell’anno dell’Egira 1425),facendo memoria dell’invito diGiovanni Paolo II per il 14dicembre 2001 (anno dell’Egira1422).Certo, non sarebbe realisticonascondermi e nasconderci chel’obiettivo è, oggi ancor più di ieri,quotidianamente messo indiscussione, dalla cronaca nazionaledi costume a quella nera, conattentati sempre più crudeli che siripetono ora dopo ora, con lo scopolampante di scoraggiare quanti - esono tanti, nonostante tutto - non silasciano piegare alla logica perversadello scontro di civiltà, della guerrapreventiva e infinita, delle chiusureidentitarie e fondamentalistiche. Lapaura è grande, senza dubbio: mafarsi intimidire e smettere così lapur difficile pratica dell’incontroequivarrebbe di fatto a dar ragioneai terroristi, a chi usa le bombe alposto dell’accoglienza e del

confronto, a chi strumentalizza leparole religiose e lo stesso nome diDio profanando radicalmente le unee l’altro. Ecco perché, proprio inuna situazione come quella attuale,nella Giornata ecumenica di domanisarà necessario gridare che occorrepiù coraggio e più dialogo, nonmeno coraggio e meno dialogo!Anzi, che va affinata la difficile artedel dialogo, che non è sufficienteappellarvisi in maniera banale oretorica, come troppo spesso siamocostretti a registrare, fino a rischiaredi depotenziare questo bellissimotermine, fino a farlo diventare unpassepartout dal sapore buonista,un generico “volemose bene”, oaddirittura un semplice corollario invista di un corretto ordine pubblico!Il cammino è tutto in salita. Miconfortano, da cristiano cattolico, laprassi evangelica di Gesù e lamemoria del Concilio Vaticano II(nella "Nostra Aetate" si parla della"stima" che i cristiani dovrebberoavere per i musulmani), lapedagogia dei gesti di GiovanniPaolo II e la firma di quellastraordinaria opportunità chepotrebbe rivelarsi la “ChartaOecumenica” europea!Mi pare significativo, peraltro, chequesta nostra iniziativa, che anchequest’anno prevede decine diappuntamenti in tutte le principalicittà del nostro Paese ma anche in

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realtà piccole e persino minuscole,non riesca a bucare il mondodell’informazione (salvobenemerite eccezioni, chiamate aconfermare la regola). E’ quicontraddetta, infatti, la regola aureadell’uomo che morde il cane: in unafase che viene sempre più percepitacome un’anteprima di uno scontrofinale tra occidente cristiano eislam, dovrebbe pure far notizia ilfatto che, spontaneamente e senzaparticolari benedizioni dall’alto,una piccola tradizione, quella dellaGiornata ecumenica del dialogo,abbia già messo radici, dimostrandoil bisogno diffuso di incontrarsi,nella convivialità delle differenze.Che, in questi giorni, moltemoschee e centri islamici venganoaperti a chiunque per la cerimoniadell’iftar, la rottura del digiuno.Che si facciano dibattiti e incontri,il più possibile alla pari, tra credenticristiani e musulmani. Checentinaia di donne e uominicontinuino a sottoscrivere l’appelloal dialogo, nonostante la nostrastruttura organizzativa sia rimasta,per nostra scelta, quanto mai poverae priva di mezzi. Che si stiacreando, dal nulla, una piccolatradizione, frutto dell’impegno edella passione gratuita del popolo diDio.A quanti, in questi giorni pur cosìtesi e preoccupati, donne e uomini

di buona volontà, stannopartecipando ai vari appuntamentipubblici, a quanti digiunanodevolvendo il denaro risparmiato adopere di solidarietà, ai monasteri.alle parrocchie e ai centri islamiciche stanno pregando per la pace trale fedi, grazie di cuore e buoncammino. Non lasciamociscoraggiare!E non dimentichiamo che la primaforma di dialogo è il racconto el’ascolto del racconto altrui. Comemi scrisse una volta un amicomonaco, che sapeva vedere nellanotte, "dialogare non vuol direnecessariamente risolvere unproblema. Invece di argomentare edi dimostrare, si può ancheraccontare, o ascoltare la storia diun altro".Personalmente, tra le intenzionidella mia preghiera e del miodigiuno inserirò anche stavolta,come l’anno scorso, la prossimitàprofonda alle comunità ebraiched’Italia, di Israele e di tutta ladiaspora, perché chi si impegna neldialogo interreligioso è chiamato afarlo a tutto campo: il mio 12novembre 2004, ultimo venerdì diRamadan 1425, sarà anche unaGiornata per la libertà direligione e contro ogni forma distrumentalizzazione delle fedi,contro ogni gesto e contro ogniparola di antisemitismo, di

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islamofobia e di razzismo. Una Giornata per un’alleanza, enon uno scontro, di civiltà!Con la speranza e la gioia vera checontraddistinguono sempre ognifiglia e ogni figlio di Dio, un

cordiale abbraccio di pace - shalom– salaam.

Brunetto SalvaraniCarpi, 11 novembre 2004

Scritture in Dialogo Islamo/CristianoGiornata del dialogo islamo-cristiano

di Patrizia Khadigia Dal Monte

Cari fratelli e care sorellenell’umanità e nella fede, nella fede in un Unico Dio,Coluiche ha creato tutte le cose e lemantiene in esistenza, e dispieganella creazione la Sua Bellezza, laSua Potenza e la Sua Giustizia; “Egli è Colui che della terra ha fattoun letto e del cielo un edificio…(Corano, II,22); Colui che “Inprincipio creò il cielo e la terra…”(Gen, 1,1)Colui che nella Sua incrollabileFiducia e Lungimiranza, ha credutonella bontà dell’uomo e della donnae li ha posti a capo della suacreazione, vicari (khali^fa), perrappresentare Lui, Misericordioso eGiusto, e a loro ha insegnato “inomi di tutte le cose…” ( Corano,II,31): “E allora il Signore Dioplasmò dal suolo ogni sorta dibestie selvatiche e tutti gli uccellidel cielo e li condusse all’uomo per

vedere come li avrebbe chiamati: inqualunque modo l’uomo avessechiamato ognuno degli esseriviventi, quello doveva essere il suonome. ..” (Genesi II,19)Il Misericordioso, ilCompassionevole, Colui che li haperdonati, dall’inizio per avervoluto, dall’inizio, ignorare lamisura data: “ …O Adamo, abita ilParadiso, tu e la tua sposa,saziatevene ovunque a vostropiacere, ma non avvicinatevi aquest’albero ché in tal caso sarestetra gli empi…”, “E Noi dicemmoandatevene via, nemici gli uni deglialtri. Avrete una dimora sulla terra ene godrete per un tempostabilito”… “Adamo ricevetteparole dal Suo Signore e Allahaccolse il suo (pentimento). Inverità Egli è Colui che accetta ilpentimento, il Misericordioso.”(Corano, II,35-37);“Tu potrai

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mangiare di tutti gli alberi delgiardino, ma dell’albero dellaconoscenza del bene e del male nondevi mangiare, perché, quando tu nemangiassi, certamente moriresti. …“Il serpente … disse alla donna: “E’vero che Dio ha detto non dovetemangiare di nessun albero delGiardino?…non morirete affatto!Anzi… allora prese del suo frutto ene mangiò, poi ne diede anche almarito, che era con lei e nemangiò…Poi udirono il SignoreDio che passeggiava nel giardinoalla brezza del giorno… e sinascosero…Il Signore Iddio fece all’uomo e alladonna tuniche di pelli e li vestì….”(Genesi II-III)Colui che si è manifestato nellastoria dei popolichiamandoAbramoa lasciare la suacasa e gli idoli del suo popolo,padre di tutti i credenti (hanif) ,prototipo di ogni cammino verso diLui, abbandonato totalmente a Lui,senza sostegni, pronto a sacrificareil figlio amato, (muslim=abbandonato); “ E Abramo!…Quando il suo Signore lo provò coni Suoi ordini ed egli gli eseguì….”“Quando il Signore gli disse: “Sottomettiti”, disse: “Mi sottomettoal Signore dei mondi” … “InveroAbramo era magnanimo, umile,incline al pentimento” (CoranoXI,75)“Vattene dal tuo paese, dalla

tua patria e dalla casa di tuo padre,verso il paese che io ti indicherò…benedirò coloro che tibenediranno….in te si dirannobenedette tutte le famiglie dellaterra” (Gen. 12, 1-3). “L’angelodisse: “Non stendere la mano controil ragazzo e non fargli alcun male!Ora so che tu temi Dio, e non mihai rifiutato il tuo figlio, il tuo unicofiglio…” (Gen. 22,12); Colui che nella Sua Misericordia siè manifestato ancora e ancora, intanti Profeti e Messaggeri i cuinomi troviamo nel Corano e nellaBibbia, “(Inviammo) messaggeri,come nunzi e ammonitori, affinchédopo di loro gli uomini nonavessero più argomenti davanti adAllah. Allah è eccelso esaggio.”(Corano,IV,165)“ Dì: “… ein quello che ha fatto scendere suAbramo, Ismaele, Isacco, Giacobbee le Tribù, e in ciò che, da parte delSignore, è stato dato a Mosè, aGesù e ai Profeti…” (Corano,III,84); Tu sei il Dio che operameraviglie, manifesti la tua forzatra le genti. E’ il tuo braccio che hasalvato il tuo popolo, i figli diGiacobbe e di Giuseppe… Sul marepassava la tua via, i tuoi sentierisulle grandi acque…Guidasti comegregge il tuo popolo per mano diMosè ed Aronne.” (Salmo 77).Colui che ha dato “punti dovevolgersi in preghiera ad ogni

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popolo”,non ha negato a nessuno lasua Luce: “ perché“Allah (IL Dio) èla luce dei cieli e della terra”, di ciòche è visibile e di ciò che èinvisibile, degli uomini, degli spiritie degli angeli, “Ci sono messaggeridi cui ti abbiamo narrato e altri dicui non abbiamo fatto menzione…”(Corano, IV 164); “Dove andarelontano dal tuo spirito, dove fuggiredalla tua presenza?Se salgo in cielolà tu sei, se scendo negli inferieccoti. Se prendo le ali dell’auroraper abitare all’estremità del mare,anche là mi guida la tua mano… Sedico. “Almeno l’oscurità mi copra eintorno a me sia notte”; nemmenole tenebre per Te sono oscure e lanotte è chiara come il giorno…”(Salmo139)Colui che ha scelto una donna dinome Maria, e ha formato nel suogrembo Gesù :“Ricorda Maria nel Libro…” “… Le inviammo ilNostro Spirito, che assunse lesembianze di un uomo perfetto…”… “Non sono altro che unmessaggero del Tuo Signore, perdarti un figlio puro”. “Disse: comepotrei avere un figlio, chè maiuomo mi ha toccata e non sonocerto una libertina?”. Rispose:” E’così. Il tuo Signore ha detto: “Ciò èfacile per Me… Faremo di lui unsegno per le genti e unamisericordia da parte Nostra. E’cosa stabilita.” (Corano,XIX,16-21)

; “Nel sesto mese, l’AngeloGabriele fu mandato da Dio in unacittà della Galilea, chiamataNazaret, ad una vergine… Lavergine si chiamava Maria.Entrando da lei disse: “ Ti saluto opiena di grazia il Signore è con te”.A queste parol,e ella rimase turbatae si domandava che senso avessetale saluto. L’angelo le disse: Nontemere Maria, perché hai trovatograzia presso Dio. Ecco concepiraiun figlio, lo darai alla luce e lochiamerai Gesù. …” “ Allora Mariadisse all’’angelo. “Com’è possibile?Non conosco uomo”… “nulla èimpossibile a Dio”. (Vangelo, sec.Luca, 1,26-28)Gesù:“Tra i messaggeri, a taluniabbiamo dato eccellenza sugli altri.A qualcuno Allah ha parlato, e altrili ha elevati a gradi superiori.. AGesù, figlio di Maria, abbiamo datoprove chiare e lo abbiamocoadiuvato con lo Spirito di Santità.…”(II,253) In verità per Allah Gesùè simile ad Adamoche Egli creòdalla polvere, poi disse: “Sii” edegli fu.””E (ne farà unMessaggero) per i figlid’Israele…eper volontà di Allah , guariscoilcieco nato e il lebbroso, e resuscitoil morto. ..(Corano III,49) ..” “Gesùandava attorno per tutta la Galilea,insegnando nelle loro sinagoghe epredicando la buona novella delRegno e curando ogni sorta di

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malattie e di infermità nelpopolo…” (Mt5,23), “… Il mortouscì, con i piedi e con le maniavvolti in bende, e il volto copertoda un sudario…” (Gv 11, 44) ; “Secredeste infatti a Mosè, crederesteanche a me..” (Gv6,46)““E quando Gesù figlio di Mariadisse: “O Figli di Israele, io sonoveramente un Messaggero di Allaha voi (inviato), per confermare laTorah che mi ha preceduto, e perannunciarvi un Messaggero cheverrà dopo di me, il cui nome sarà“Ahmad”. Ma quando questi giunseloro con prove incontestabili,dissero: “Questa è magiaevidente.”(Corano LXI,6)“Ora vado da Colui che mi hamandato e nessuno di voi midomanda . Dove vai? Anzi, perchévi ho detto queste cose la tristezzaha riempito il vostro cuore. Ora vidico la verità è bene per voi che iome ne vada, perché se non me ne

vado non verrà a voi il Consolatore(Paraclito)… egli convincerà ilmondo quanto al peccato, allagiustizia e al giudizio.”… Quandoverrà lo Spirito di verità egli viguiderà alla verità tutta interaperché non parlerà da sé , ma diràtutto ciò che ha udito e annunzieràle cose future.”(Gv 16,5).“Invero lo abbiamo fatto scenderenella Notte del Destino.E chi potrà farti comprendere cos’èla Notte del Destino?La Notte del Destino è migliore dimille mesi.In essa discendono gli angeli e loSpirito, con il permesso del loroSignore (per fissare) ogni decreto.E’ pace, fino al levarsi dell’alba.”(Corano, XCVII,1-5)AminPatrizia Khadigia Dal Monte

Dal sito www.islam-online.it

Napoli-AvellinoGRANDE INTERESSE PER LE INIZIATIVE DI DIALOGO IN

CAMPANIAA cura della Redazione

Incontri proficui per rafforzare l’unità fra islam e cristianesimo controle strumetalizzazioni delle due religioni a fini politici

Alcune importanti iniziative si sonosvolte a Napoli e ad Avellino inoccasione della Terza Giornata del

dialogo cristiano-islamico. Per laprima volta l’associazione islamicache raggruppa gli sciiti italiani ha

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partecipato a due iniziative inprovincia di Avellino. La prima si ètenuta domenica 7 novembre alleore 18.30 a Grottolella, piccolopaese a pochi km da Avellino,presso il salone parrocchiale dellaParrocchia di S. Egidio.All’incontro sul tema “Cristiani emusulmani in dialogo” hannopartecipato Ammar De Martino,Direttore de “Il Puro Islam”,periodico dell’AssociazioneIslamica sciita ’Ahl-al-Bait’ e FraPierangelo dei Frati Sacramentinidi Caserta. L’incontro è statomoderato da Giovanni Sarubbi,direttore del nostro giornale.L’incontro è stato moltopartecipato, nonostante il cattivotempo e la pioggia e ha visto lapartecipazione anche del sindaco diGrottolella. Si sono sottolineati imolti punti che uniscono le duereligioni abramitiche e i moltitentativi di snaturare entrambe lereligioni strumentalizzandole a finipolitici.L’iniziativa è stata poi replicata ilgiorno 12 ad Avellino presso i localidella Chiesa Cristiana Libera.L’iniziativa è stata promossa dallaChiesa Cristiana Libera,dall’Associaszione «Don ToninoBello», dalla Società S. Vincenzode Paoli Conferenza “FedericoOzanam” Avellino e dal nostrogiornale. Molto affollata la sala

della Chiesa. All’incontro hapartecipato Ammar De Martino chegià era stato presente a Grottolella.Hanno partecipato all’iniziativaoltre ai membri della associazionipromotrici, una folta delegazionedell’associazione “O Ruofolo” diSant’Angelo a Scala, alcunefamiglie Musulmane di originecurda che sono rifugiati politici nelnostro paese e che vivono adAvennilo, e una delegazionedell’associazione AntirazzisticaA3F di Napoli che comprendevaanche alcuni fratelli musulmanisenegalesi. Ha partecipatoall’iniziativa anche una delegazionedella Parrocchia di S. Egidio diGrottolella. L’incontro è stato moltopartecipato e caratterizzato da unospirito di grande fraternità. Si ècominciato con la lettura di alcunepreghiere islamiche di autori Sufi econ la prima sura del Corano. E’seguita la rottura del digiuno che leassociazioni promotrici avevanoproposto di condividere con ifratelli musulmani. Sono seguiti gliinterventi dei rappresentanti di tuttele associazioni presenti. Anche inquesta occasione si è ribadito checristianesimo ed islam devonoessere unite perché entrambe stannovivendo il dramma dellastrumentalizzazione delle rispettivereligioni per sostenere una guerrache con la religione non ha nulla a

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che vedere. L’incontro ha avutoanche una risonanza nazionaleperché è andato per cinque o seiminuti in diretta sulla trasmissioneradiofonica «Caterpillar» di Radio 2che, alle 18,15, ha intervistato ildirettore del nostro giornale,Giovanni Sarubbi, presenteall’incontro di Avellino, sulleiniziative che si stavano svolgendoa livello nazionale nell’ambito dellaTerza Giornata del dialogocristiano-islamico. L’incontro èterminato con la recitata da parte ditutti i partecipanti della preghieraproposta per la giornata del 12 dalgruppo «Camminare insieme» diSassuolo-Fiorano-Formigine.A Napoli la terza giornata deldialogo cristianoislamica è statacaratterizzata da un incontro pressola chiesa Battista di Via Foria sultema “La donna nell’islam”.L’incontro moderato dal nostrodirettore Giovanni Sarubbi, ha vistola testimonianza di KarimaCampanelli, Regista teatrale, daalcuni anni convertitasi all’islam efacente parte di una Tariqa Sufi.Molti i presenti, soprattutto donne,all’iniziativa promossa dalla ChiesaBattista e dalla Scuola di Pace diNapoli. Molto vivace il dibattitoche ha permesso di conoscere unaesperienza di conversione all’islamdi una intellettuale occidentale chenell’islam, come ha più volte detto,

“si è sentita a casa” dopo aver fattoun lungo percorso di ricercaspirituale che l’ha portato a contattocon moltissime religioni. Scopodell’incontro non era quello di fareuna conferenza di tipo sistematicama bensì quella della presentazionedi una esperienza, certo singolare,ma che ha permesso per lo meno dirompere alcuni tabù e luoghicomuni.Le iniziative, infine, si sonoconcluse con la partecipazione diuna delegazione delle chiesecristiane di Napoli e del nostrodirettore Giovanni Sarubbi inrappresentanza de “il dialogo” allafesta di chiusura del Ramadam chesi è tenuta domenica 14 presso laGalleria di piazza Cavour a Napoliorganizzata dalla Moschea di CorsoArnaldo Lucci. Alcune miglia dimusulmani hanno affollato lagalleria ognuno con gli abiti dellapropria nazione di provenienza equesto, più di tanti discorsi, hamesso in luce l’esistenza di unislam plurale. Molto fraternol’incontro fra la delegazione deicristiani e l’imam Abdullha Amarche ha diretto la preghiera. Presentialla preghiera anche i rappresentantidell’altra moschea di Napoli quelladi piazza Mercato con lapartecipazione di Hamza Boccalini.Alla fine della preghiera sono statedistribute molte copie del nostro

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giornale con l’appello al dialogocristiano-islamico.Va segnalato, infine, che la poliziaha registrato, in modo abbastanzavisibile, tutta la manifestazionedella moschea di Corso ArnaldoLucci, con la ripresa fotografica ditutti i partecipanti oltre che con laregistrazione di ciò che ha dettol’imam. Riteniamo si tratti di un

fatto molto grave perché laCostituzione della Repubblicagarantisce la libertà di culto. Cichiediamo cosa sarebbe successo seuna iniziativa simile fosse statapresa, per esempio, in occasione del“miracolo di San Gennaro” cheavviene ogni anno nella Cattedraledi Napoli.Martedì, 16 novembre 2004

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I DOCUMENTI DEL 2005Quarta Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 28 ottobre

2005Vincere la paura per costruire la pace

Comunicato stampa n. 1 del 6 settembre 2005

Il mondo ha bisogno di saggezza, dipace, di concordia fra le nazioni, frale culture e le religioni. Gli esseriumani hanno bisogno diriconciliarsi con la natura che vieneinvece sempre più violentata edistrutta da una politica dissennatadi sfruttamento delle risorse naturalie da una politica economica che hail suo centro propulsore nellaproduzione di armamenti. C’èbisogno di impegnarsi non per laguerra ma per dare da mangiare atutti gli esseri umani. L’Africa,l’Asia, L’America del sud, chiedonopane non proiettili. C’è bisogno diimpegnarsi a fondo per trovarerimedi alle malattie che affliggonol’umanità quali l’AIDS, il cancro, lemalattie genetiche. C’è bisogno cheil genere umano gareggi nel fare ilbene invece che il male.Negli ultimi due mesi abbiamoinvece assistito a continui proclamia favore della violenza e adincitamenti al razzismo. Scrittori,giornalisti, filosofi, capi di stato,hanno fatto a gara nel diffonderepaura e violenza, razzismo e

xenofobia, odio del diverso, di chiha un diverso colore della pelle ouna diversa religione o cultura. Leazioni terroristiche sono servite arafforzare tale orientamento e noncerto a fermarlo.I risultati di questa politicadissennata sono sotto gli occhi ditutti: la potente America è statamessa in ginocchio da un uraganoche ha messo in luce come lapolitica degli armamenti sostenutada quel governo, abbia portato allaconsistente diminuzione dellerisorse destinate alla collettività. Lespese per sostenere un esercitogigantesco, con alcuni milioni diamericani in armi sparsi per ilmondo, hanno portato alla riduzionedrastica degli investimenti per tuttociò che avrebbe consentito dievitare quello che è accaduto aNew-Orleans, distrutta per lamancata manutenzione degli arginidi un fiume e da una inesistenteprotezione civile.Di fronte ai drammi che l’umanitàsta vivendo, occorre che i credentidelle grandi religioni monoteistiche,

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l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam,sappiano liberarsi dalle diffidenzereciproche alimentate ad arte da chiusa la religione a fini di dominio sulproprio popolo o sul mondo intero.Occorre combattere il male con ilbene che è l’unico modo perspezzare il circolo infernale cheriproduce il male all’infinito.Occorre liberare la capacità degliuomini e delle donne di Dio dicostruire alleanze e dialogo fra leciviltà e le religioni. Occorre che gliuomini e le donne di Dio sischierino decisamente per il dialogoe la pace togliendo qualsiasi alibi oappoggio a chiunque usi la violenzaterroristica o militare per risolvere iconflitti internazionali. Dobbiamo «vincere la paura percostruire la pace»: questo lo slogan,drammaticamente attuale, cheabbiamo lanciato quest’anno per lacelebrazione della quarta edizionedella giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico, che,come negli anni scorsi, si terrànell’ultimo venerdì di Ramadan chequest’anno cade il prossimo 28ottobre 2005. Invitiamo tutti e tutte a moltiplicarele occasioni di incontro e di dialogodal basso con le comunità islamichee con tutte le religioni, per fardiventare la pace una prospettivareale e non più solo una vagasperanza. E la pace trionferà se tutti

e tutte la sapremo non soloreclamare dai governanti ma vivereconseguentemente nella nostra vitadi tutti i giorni. Ed è con tale spirito che invitiamotutti e tutte a partecipare alla marciadella pace Perugina-Assisi del 11settembre 2005Il comitato organizzatore

--------- Notizie Utili ---------

Sottoscrivono e promuovonol’appello le seguenti riviste eassociazioni a cui ci si puòrivolgere e per adesioni osegnalazione di iniziative

ADISTAVia Acciaioli n.7 - 00186 RomaTelefono +39 06 686.86.92 +39 06688.019.24; Fax +39 06 686.58.98E-mail [email protected] http://www.adista.it

Confronti, Roma, 06 4820503; 0648903241; fax 06 4827901; [email protected]://www.confronti.net/

CEM - Mondialità, Via Piamarta 9 -Brescia 25121; tel 030-3772780; fax 030-3772781; e - mail:[email protected]://www.saveriani.bs.it/cem

Cipax - Centro interconfessionale

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per la pace, Via Ostiense 152,00154 Roma; tel./fax 06.57287347; e.mail: [email protected] ;www.romacivica.netcipax.

EMI - EDITRICE MISSIONARIAITALIANAVia di Corticella 181 - 40128Bolognatel. 051326027 - fax 051327552Ufficio Stampa: [email protected]

"Forum Internazionale Civiltàdell’Amore" Via Roma, 3602100 RIETITel. 0746. 750127 fax: 0746.751776Email: [email protected]

il dialogo - Periodico di MonteforteIrpino, Via Nazionale, 51 83024 Monteforte Irpino (Avellino)tel. 3394325220 Sito: http://www.ildialogo.org/ Email: [email protected]

La nonviolenza è in camminoFoglio quotidiano del Centro diricerca per la pace di Viterbo,Direttore responsabile: PeppeSini.Redazione: strada S. Barbara9/E, 01100 Viterbo, tel.0761353532, e-mail: [email protected]

Missione Oggi

Via Piamarta 9 - Brescia 25121 tel 030-3772780 ; fax 030-3772781 e – mail:[email protected]://www.saveriani.bs.it/Missioneoggi

Mosaico di Pace, Via Petronelli n.670052 Bisceglie (Bari), tel.080/3953507fax: 080/3953450, email:[email protected], Sito:http://www.mosaicodipace.it

Notam, Lettera agli Amici delGruppo del Gallo di MilanoCorrispondenza: GiorgioChiaffarino - Via Alciati, 11 - 20146MILANOe-mail: [email protected] - web: www.ildialogo.org/notam

QOL, una voce per il dialogo tra lereligioni e le culture, Piazza Unitàd’Italia 8 42017 NOVELLARA (RE), tel.0522-654251; fax 059-650073;E Mail: [email protected]://www.qolrivista.it

Tempi di Fraternità, Torino , c/oCentro Studi "Domenico SerenoRegis" - Via Garibaldi 13,10122Torino - tel. 0141- 218291 ; 011 -9573272 ; fax 02700519846,http://www.tempidifraternita.it/ tempidifraternita@tempidifraternita

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.it Volontari per lo SviluppoCorso Chieri, 121/6, 10132 - TorinoTel. : 0118993823; Fax :[email protected]://www.volontariperlosviluppo.it/

Per l’elenco completo dei firmataridell’Appello, per tutti i materiali adesso relativi e per le iniziative incorso si può visitare il sito:

http://www.ildialogo.org/Email: [email protected]ì, 06 settembre 2005

Quarta Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 28 ottobre2005

AUGURI AI MUSULMANI PER L’INIZIO DEL RAMADÂNComunicato stampa n. 2 del 1 ottobre 2005

A TUTTI I MUSULMANID’ITALIACari Amici, Care Amiche,il 5 ottobre prossimo inizierà ilmese di Ramadân. Vogliamoaugurarvi di vero cuore che questomese possa essere per voi ricco dibenedizioni. Viviamo un momentoparticolarmente difficile della vitasociale e politica italiana edinternazionale. La comunitàislamica, in particolare, vive unmomento di grave difficoltà.Numerosi e preoccupanti sono gliepisodi di intolleranza razziale,soprattutto nei confronti diimmigrati musulmani. Scrittori,giornalisti, filosofi, capi di stato,stanno facendo a gara neldiffondere paura e violenza,

razzismo e xenofobia, odio deldiverso, di chi ha un diverso coloredella pelle o una diversa religione ocultura. Le azioni terroristiche sonoservite e servono tuttora a rafforzaretale orientamento e non certo afermarlo. E’ particolarmentedifficile, in queste condizioni,riuscire a pensare a qualcosa dipositivo e a formulare auguri cheriescano a dare la speranza di uncambiamento di una realtà intrisa diodio e violenza.Ma ci viene in aiuto la nostracomune fede nel Dio unico, nel Diodi Abramo, di Gesù, di Muhammad.Quel Dio che ci invita a non averepaura. «Non abbiate paura! Siateforti e vedrete la salvezza che ilSignore oggi opera per voi; perchégli Egiziani che voi oggi vedete,

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non li rivedrete mai più!» (Esodo14,13), disse Mose agli israelitiappena uscita dall’Egitto mentreerano inseguiti dal potentissimoesercito egiziano che finìmiseramente sconfitto. “Nonabbiate paura di quelli cheuccidono il corpo, ma non hannopotere di uccidere l’anima; temetepiuttosto colui che ha il potere difar perire e l’anima e il corpo nellaGeenna” (Matteo 10,28), disseGesù ai suoi discepoli inviandoli inmissione. “Certo è Satana checerca di spaventarvi con i suoialleati . Non abbiate paura di loro,ma temete Me se siete credenti”, èscritto nella Sura 3,175 del Corano. Siamo fiduciosi così che ifomentatori di odio e divisione ed iprofeti di sventura rimarranno,ancora una volta, con un pugno dimosche in mano.Che il vostro Ramadân possa esseredi stimolo alla ricerca della pace e arafforzare la convinzione che almale si deve e si può rispondere conil bene, con la nonviolenza,bandendo dalla storia dell’umanitàdefinitivamente la guerra, gliomicidi e la violenza che generasolo altra violenza. Che il vostro Ramadân possa essere

un momento per far si che gliuomini e le donne di Diocostruiscano alleanze e dialogo frale civiltà e le religioni, togliendoqualsiasi alibi o appoggio achiunque usi la violenza terroristicao militare per risolvere i conflittiinternazionali. Dobbiamo «vincere la paura percostruire la pace»: questo lo slogan,drammaticamente attuale, cheabbiamo lanciato quest’anno per lacelebrazione della quarta edizionedella giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico, che,come negli anni scorsi, si terrànell’ultimo venerdì di Ramadan chequest’anno cade il prossimo 28ottobre 2005. Ci auguriamo che, come negli altrianni, le moschee d’Italia possanoessere luoghi aperti all’incontro fracredenti di fede diversa ed inparticolare fra cristiani emusulmani, che non hanno alcunmotivo per odiarsi ma che hannoanzi molti motivi per essere uniticontro chi strumentalizza lerispettive religioni a fini politici e dipotere.Buon Ramadan. Shalom - Salaam – PaceIl comitato organizzatore

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GIORNATA di DIALOGO CRISTIANO ISLAMICOvenerdì 28 ottobre 2005

Comunicato congiunto cristiano-islamico di BresciaMissionari Saveriani, Centro Missionario Diocesano, AssociazioneComunità Islamica di Brescia e Provincia

Brescia, 27 ottobre 2005C O M U N I C A T OVenerdì 28 ottobre osserviamo laquarta Giornata ecumenica didialogo cristiano islamico, con ildigiuno, la preghiera e lariflessione. Viene così riproposto ilgesto “inventato” dal compiantoGiovanni Paolo II che, in occasionedell’ultimo venerdì di Ramadan del2001, volle condividere con ilmondo islamico una giornata didigiuno e di preghiera.È un gesto “volontario espontaneo”, al quale ogni personadi buona volontà può aderire,individualmente o in gruppo. Siorganizzano anche iniziative diincontro e conoscenza reciproca tracristiani e musulmani, perconfermare la comune vocazionealla pace. L’iniziativa è promossa eappoggiata da varie rivistemissionarie e da realtà impegnatenel dialogo religioso e culturale.Il tema scelto per il 28 ottobre2005, ultimo venerdì di ramadan1426 dell’egira, è:“Vincere la paura per costruire lapace”Nell’appello per la quarta Giornata,

tra l’altro, si dice: “Oggi più chemai è importante ridare slancio aldialogo fra credenti nell’unico Dio,ma di tradizioni diverse, peraffermare il principio dell’unitànella diversità. Unità dell’umanità,che è immagine di Dio, vissutanella diversità di culture, di lingue,e di religiosità. Non si tratta dirinunciare alla propria fede, ma diviverla in relazione a quella deglialtri. Dio ha dato a tutta l’umanità ilcomandamento dell’amore: Nonfare agli altri quello che nonvorresti fosse fatto a te.La fiammella del dialogo non si èmai spenta, nonostante i ventiimpetuosi di scontro fra le religioniche ancora soffiano con forza perprodurre nuove guerre, nuovi lutti edisastri per tutta l’umanità. Occorreun’inversione di tendenza che partadal cuore degli uomini e delledonne di buona volontà, qualsiasisia la religione a cui appartengono.Ci auguriamo che le comunità,musulmane e cristiane, e i singolicredenti rispondano con slancio.Shalom - Salaam – Pace!”.Iniziativa a BresciaA Brescia, l’iniziativa della quarta

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Giornata ecumenica di dialogocristiano islamico avrà anche unmomento pubblico nell’incontropresso la moschea di via Corsican. 361. L’appuntamento è per leore 18,00. Alle ore 18,12 vieneeseguita la “rottura del digiuno”secondo il rituale islamico, conl’assunzione di datteri e acqua,cui segue la preghiera del“namaj” e una modica cenafraterna, servita a modo di“tavola calda”.Al momento del “namaj”, i cristianipresenti avranno a disposizione unluogo distinto per pregare einvocare la pace nel mondo.I risparmi derivati dal digiuno e icontributi di solidarietà sonoraccolti e destinati alle vittime delterremoto nel Kashmir, in Pakistan.Altre informazioni utili daconoscere:Il digiuno islamicoDurante il mese di Ramadan, allamoschea di via Corsica, ogni giornoalla “rottura del digiuno” è statoservito il pasto a circa 80 - 100persone bisognose, manifestandosolidarietà con i più poveri delterritorio. Secondo la tradizioneislamica, il digiuno è una praticaascetica particolarmente gradita aDio e adatta alla purificazione delcredente. La preghiera elevata a Diocon l’animo purificato e umile è piùsincera al cospetto di Dio

misericordioso. Dopo la giornata didigiuno completo, al momento di“rompere” il digiuno, il devotomusulmano eleva la mente a Dio eformula un desiderio: “Dio accettil’offerta del mio digiuno. Per i tuoidoni, o Dio, interrompo il digiuno”.

Date importanti del Ramadan- La notte tra il 26° e il 27° giornodi Ramadan, corrispondentequest’anno alla notte tra il 29 e il 30ottobre, i musulmani celebrano “lanotte del destino”. Trascorronopraticamente tutta la notte in veglia,recitando il Corano e pregando Diomisericordioso perché sia clementenel fissare le sorti dei suoi fedeli.- Molto probabilmente la fine delmese di Ramadan coinciderà,quest’anno, con giovedì 3novembre prossimo, con lacelebrazione della grande festaislamica “Aid al-Fitr”. La grandeassemblea islamica a Brescia saràtenuta dalle 8,30 alle 11,30 alPalasport del Centro sportivo SanFilippo, in via Bazoli n. 9.

Promotori dell’iniziativabresciana:Missionari Saveriani (tel. 0303772780) - p. Marcello Storgato, p.Arnaldo De Vidi, p. NicolaColasuonnoCentro Missionario Diocesano(tel. 030 3754560) - don Raffaele

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DonneschiAssociazione Comunità Islamicadi Brescia e Provincia, via Corsica

(tel. 030 3534350)- Pellizzari Paolo

Sabato, 29 ottobre 2005

SI SCELGA LA VIA DEL DIALOGOMessaggio del CARD. Dionigi Tettamanzi per la fine del Ramadan

Riportiamo di seguito il documento integrale del car. Tettamanzi e lanotizia così come l’ha data l’agenzia AGI

26 ottobre 2005Messaggio per la fine delRamadanCari amici musulmani,voi siete alla conclusione delcammino spirituale che ogni annopercorrete, secondo la vostratradizione religiosa, nel mese diRamadan. Ed io, insieme con icristiani di Milano, desiderorivolgervi il mio cordiale saluto eunirmi alla vostra gioia per laprossima festa di ’Id al-Fitr.Noi ci sentiamo vicini a voi - conuna vicinanza che sa di amicizia - ,anche se sotto molteplici aspetti lanostra religione è diversa dallavostra.È il Vangelo stesso, in cuicrediamo, che insegna a noi,discepoli del Signore Gesù Cristo, acredere in Dio Creatore e Padre ditutti e ad amare il nostro prossimosecondo la regola d’oro: “Tuttoquanto volete che gli uominifacciano a voi, anche voi fatelo a

loro” (Matteo 7,12).La nostra fede - che è viva e moltopiù radicata nel popolo di quantopotrebbe apparire - ci chiede divivere non in contrapposizione, main dialogo, anzi in amicizia fraternacon coloro che, pur seguendo unatradizione religiosa diversa dallanostra, credono nell’unico Dio.Noi vi accogliamo dunque comefratelli e sorelle. Vi accogliamo cosìperché siamo cristiani e vogliamoessere fedeli alla Parola che Dio cirivolge nel Vangelo.La vostra presenza nelle nostreterre, soprattutto a motivo di unaforte immigrazione, è assaiconsistente e il sensodell’accoglienza non può che essereposto in termini di reciprocità. Atutti sono chiesti la saggezza e ilcoraggio di superare eventualicontrapposizioni culturali eideologiche e di confrontarcirispettando ciascuno l’identitàdell’altro.

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Anche voi vi trovate a dovereaccogliere una cultura diversa dallavostra e a dovervi integrare in unagrande civiltà che, con i suoi valorie le sue leggi, affonda molte delleproprie radici nella nostratradizione cristiana. Sono processi delicati, non facili,ma anche avvincenti ed arricchenti,che ci aiutano a costruire una veraciviltà.In essi è in gioco l’autenticità dellafede, perché la santità e lagrandezza di una religione simisurano anche dalla sua capacitàdi aprire il cuore e la mente deipropri fedeli a valorizzare sempregli altri, nel reciproco rispetto,anche quelli che appartengono aculture e religioni diverse, e adamarli tutti nella libertà e nellagiustizia.Per questo è importante continuaresulla via del dialogo, come ciricorda il Presidente del PontificioConsiglio per il dialogointerreligioso, Mons. Michael

Fitzgerald, nel suo messaggio. Inrealtà è lo stesso Papa BenedettoXVI a incoraggiare con vigore lacomune ricerca del bene autenticodi ogni persona e dell’intera società.Anzi è necessario che tutte lecomunità ed organizzazioniislamiche presenti in Italia scelganola via del dialogo e sianorappresentate, senza indebiteesclusioni, nelle sedi in cui si cercadi promuovere il dialogointerreligioso.È solo animati e sorretti dalla forzadi un dialogo paziente e coraggiosoche tutti insieme, cristiani emusulmani, possiamo affrontarecon speranza le grandi sfide cheoggi incontriamo.Vi saluto augurandovi: salaam. La pace sia sempre con ciascuno divoi e nel profondo dei cuori perchépossiamo costruire insieme vie diamore e di fraternità.Dionigi card. TettamanziArcivescovo di Milano

La notizia data dall’Agenzia AGIISLAM: CARD.TETTAMANZI, SI SCELGA LA VIA DELDIALOGO(AGI) - Milano, 28 ott. - "E’ necessario che tutte lecomunita’ ed organizzazioni islamiche presenti in Italia scelgano la viadel dialogo e siano rappresentate, senza indebite esclusioni, nelle sediin cui si cerca di promuovere il dialogo interreligioso". Il cardinale diMilano, Dionigi Tettamanzi, ha inviato un messaggio ai musulmani inoccasione della fine del Ramadan. Rappresentanti della diocesi ambrosiana

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lo consegneranno nei diversi luoghi dove celebrano la preghiera mattutinanel giorno della festa della rottura del digiuno."La nostra fede - scrive il cardinale Tettamanzi - che e’ viva e molto piu’radicata nel popolo di quanto potrebbe apparire, ci chiede di vivere non incontrapposizione, ma in dialogo, anzi in amicizia fraterna con coloro che,pur seguendo una tradizione religiosa diversa dalla nostra, credononell’unico Dio".Tettamanzi, sottolineando che la presenza musulmana e’ consistente,soprattutto a motivo di una forte immigrazione, scrive che il "sensodell’accoglienza non puo’ che essere posto in termini di reciprocita’. A tuttisono chiesti la saggezza e il coraggio di superare eventualicontrapposizioni culturali e ideologiche e di confrontarci rispettandociascuno l’identita’ dell’altro. Anche voi vi trovate a dovere accogliere unacultura diversa dalla vostra e a dovervi integrare in una grande civilta’ che,con i suoi valori e le sue leggi, affonda molte delle proprie radici nellanostra tradizione cristiana.Sono processi delicati, non facili, ma anche avvincenti e arricchenti, che ciaiutano a costruire una vera civilta’".Per il cardinale Tettamanzi in questi processi e’ in "gioco l’autenticita’della fede, perche’ la santita’ e la grandezza di una religione si misuranoanche dalla sua capacita’ di aprire il cuore e la mente dei propri fedeli avalorizzare sempre gli altri nel reciproco rispetto, anche quelli cheappartengono a culture e religioni diverse, e ad amarli tutti nella liberta’ enella giustizia". (AGI) Fea 281619 OTT 05 -

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Domenica, 30 ottobre 2005

Lettera alle donne e agli uomini che Dio ama, in occasione della QuartaGiornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico (28 ottobre 2005)

di Brunetto SalvaraniCare amiche e cari amici,come ormai sapete, nel novembre2001, a poche settimane dai tragiciattentati terroristici dell’11settembre, un gruppo di cristiani didiverse confessioni, responsabili diordini missionari, monaci emonache, islamologi, intellettuali eeducatori aderirono ad un Appelloecumenico affinché quanto erapurtroppo accaduto non mettesse indiscussione le iniziative dipartnership fra cristiani emusulmani in corso. Con unobiettivo concreto, e controcorrentenei confronti del climasocioculturale dominantenell’Europa di quei mesi: laproclamazione di una Giornata dadedicare al dialogo interreligioso, esoprattutto al dialogo cristiano-islamico. Senza negare le oggettivedifficoltà al riguardo, decisamentein aumento. L’esito fu consolante:un centinaio di iniziative lungo tuttala penisola, l’operazione “moscheeaperte”, più di mille adesionipersonali e collettive raccolte, esoprattutto la sensazione che lastrada intrapresa fosse inevitabilequanto attesa. Oggi potremmo direcon gioia che da allora si è creata

già una piccola tradizione, fortedella spontaneità di chi sceglie diaderirvi, della passione generosa dichi gratuitamente vi collabora, delleragioni che spingono a proseguire.Ecco perché anche quest’annoabbiamo deciso di riproporrel’esperienza, indicendo un’altraGiornata ecumenica del dialogocristiano-islamico, la quarta dellaserie, che si terrà il 28 ottobre 2005,proseguendo in qualche caso neigiorni successivi: di nuovo incoincidenza dell’ultimo venerdì diRamadan dell’anno islamico 1426(info www.ildialogo.org), aimitazione dell’invito di GiovanniPaolo II per il 14 dicembre 2001,nel pieno della guerra inAfghanistan.Certo, ancora una volta non sarebberealistico nascondermi enasconderci che l’obiettivo è, oggiancor più di ieri, messo indiscussione da attentati sempre piùcrudeli che si ripetono settimanadopo settimana, con l’obiettivolampante di scoraggiare quanti – esono tanti, nonostante tutto – non silasciano piegare alla logica perversadello scontro di civiltà, della guerrapreventiva e infinita, delle chiusure

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identitarie e fondamentalistiche. Lapaura è crescente, senza dubbio: mafarsi intimidire e mettere nelcassetto per tempi migliori la purdifficile pratica dell’incontroequivarrebbe di fatto a dar ragioneai terroristi, a chi usa le bombe alposto dell’accoglienza e delconfronto, e a chi strumentalizza leparole religiose e lo stesso nome diDio profanando le une e l’altro.Ecco perché, proprio in unasituazione come quella di questesettimane, nella Giornata del 28ottobre sarà necessario gridare daitetti che occorre più coraggio e piùdialogo, non meno coraggio e menodialogo! Da qui, lo slogan che lacaratterizzerà quest’anno: Vincerela paura per costruire la pace.Un altro elemento che sicontrappone al dialogo mi sembrasia oggi il fatto che di religioni siparli molto, e forse troppo, tantoche c’è chi registra una(deprecabile) bulimia del sacro inatto. Nonostante la secolarizzazionedominante… In parecchi casi,peraltro, la sensazione è che non siprenda le mosse dai dati di realtà, eche da più parti si approfittistrumentalmente dell’autoritàmorale del cattolicesimo in unastagione di basso profilo per leistituzioni (salvo eccezioni,naturalmente). Che esistano, certo,questioni aperte quanto

problematiche su molti versanti,mentre gli strumenti utilizzati percapirci qualcosa appaiono soventeirrimediabilmente fuori uso, fino adover constatare il ritorno difiamma di categorie (da credentiversus non credenti a cattoliciversus laici) non più in grado dirender conto dell’estremacomplessità della situazione. Deicambiamenti eccezionali tuttora inatto. Delle prospettive di ulterioreaccelerazione verso un novum oggidifficilmente prevedibile, ancorchéipotizzabile. Con un paio di rischi già in atto, amio parere particolarmente delicati.Da una parte, per dirlalapidariamente, il pericolo è che ilcattolicesimo venga ridotto al rangodi religione civile, di fatto stampelladel potere costituito, fino a smarrireil suo carattere di differenza, discandalo, di riserva escatologica. Dall’altra, stiamo rischiando che ilcattolicesimo sia omologatoall’occidente e alla sua cultura, allasommatoria di Europa eNordamerica, proprio in una fasestorica in cui i numeri e leprospettive ci dicono che inveceDio - il Dio della Bibbia, perlomeno- sta cambiando indirizzo.Tutto ciò - diciamocelo confranchezza - non aiuta certo iprocessi di dialogo…Mi pare normale, perciò, che in un

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simile contesto questa nostrainiziativa, che pure prevede già daora decine di appuntamenti in tuttele principali città del nostro Paese ein molti centri più piccoli, nonriesca a “bucare” il mondodell’informazione (salvobenemerite eccezioni, checonfermano la regola). E’ quicontraddetta, infatti, la regola aureadell’uomo che morde il cane: in unafase che viene sempre più percepitacome un’anteprima di uno scontrofinale tra occidente cristiano eislam, dovrebbe pure far notizia ilfatto che, spontaneamente e senzaparticolari benedizioni dall’alto,una tradizione del genere abbia giàmesso radici, dimostrando ilbisogno diffuso di dialogare. Che,in questi giorni, molte moschee ecentri islamici vengano aperti achiunque per la cerimonia dellarottura del digiuno. Che la gentescenda in piazza, anche senza laprospettiva di finire sullatelevisione locale. Che si faccianodibattiti e incontri tra cristiani emusulmani. Che centinaia dipersone continuino a sottoscriverel’appello al dialogo, nonostante lanostra struttura organizzativa siaquanto mai povera e priva di mezzi.Penso, probabilmente con qualcheingenuità, che tutto ciò dovrebbeincuriosire…Il cammino è quanto mai in salita.

Mi confortano, dal punto di vista diun cristiano cattolico come me, laprassi d’amore di Gesù verso glieretici e gli stranieri e la memoriadel Concilio Vaticano II (nellaNostra Aetate, di cui proprio il 28ottobre ricorreranno i quarant’annidalla promulgazione, elementosimbolico che rafforza il nostroimpegno, si parla della stima concui i cristiani dovrebbero guardare imusulmani), il ricordo commossodell’instancabile magistero di papaWojtyla al riguardo, quellastraordinaria opportunità chepotrebbe rivelarsi la ChartaOecumenica e ancora le parole diBenedetto XVI a Colonia, il 20agosto scorso, rivolte ai leadermusulmani locali: "Insieme,cristiani e musulmani, dobbiamo farfronte alle numerose sfide che ilnostro tempo ci propone. Non c’èspazio per l’apatia e il disimpegnoed ancor meno per la parzialità e ilsettarismo. Non possiamo cederealla paura né al pessimismo.Dobbiamo piuttosto coltivarel’ottimismo e la speranza. Il dialogointerreligioso e interculturale fracristiani e musulmani non puòridursi ad una scelta stagionale.Esso è infatti una necessità vitale,da cui dipende in gran parte ilnostro futuro".Il dialogo cristiano-islamico vadunque considerato come segno,

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per quanto contraddittorio, disperanza per il futuro. Perchésarebbe sbagliato e ingeneroso se ilpesante clima politico odierno el’intransigenza generalizzata quantopervasiva ci facessero dimenticareche tra cristianesimo e islam non sidanno solo diffidenze o conflittipotenziali, ma pure (già oggi)esperienze d’apertura e fiduciareciproca: le buone pratiche in talsenso, fortunatamente, nonmancano. Non sarà perciò inutile elencarealcuni dei gesti e degliatteggiamenti che potrebberofavorire un’educazione diffusa aldialogo, una formazione ad esso,ben sapendo che si tratterà in ognicaso di un processo di non brevedurata: lo studio dell’insegnamentoufficiale delle chiese nell’ambitodel dialogo; il contatto effettivo conl’altro, a partire dalle iniziative giàin corso (pensiamo, ad esempio, aiconsolidati programmi del SAE, deifocolarini e della Comunità diSant’Egidio con gli appuntamenti diUomini e religioni, alle iniziativedelle chiese evangeliche edortodosse, ma anche a progetti piùrecenti e ben avviati, dagli Incontricristiano-islamici delle ACLI aModena ai Cantieri del dialogo diVerona, e così via);

la visita ad ambienti,istituzioni o centri del mondomusulmano in Italia; la cura particolare,l’attenzione e l’accompagnamentodei matrimoni interreligiosi; la formazione specifica delmondo giovanile, favorendo lacrescita di sensibilità e diprofessionalità nel campo deldialogo interreligioso; la creazione di corsi suldialogo nei seminari e negli studiteologici…Come si vede, il campo è vasto, ec’è solo l’imbarazzo della scelta.Non dimenticando, infine, che ibenefici del dialogo inteso comevita condivisa ed esperienza vissutanon si limitano al potenzialearricchimento reciproco. Solovivendo assieme, conoscendosi,guardandosi negli occhi, si possonosuperare i pregiudizi, le caricature,gli stereotipi reciproci, uscire daisalamelecchi e sperimentare laparresìa: solo così, ripeto, si potràvincere la paura e costruire la pace.Perché ha ragione, infatti, il gesuitaThomas Michel a sostenere,dall’alto della propria lungaesperienza in partibus infidelium:"Il dialogo fornisce ai credentiun’opportunità per esaminareassieme quell’universale tendenzaumana all’esclusivismo, allosciovinismo, all’odio e alla violenza

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che possono infettare ilcomportamento e l’identitàreligiosa. Nel dialogo diviene altresìchiaro quanto i credenti di tutte lefedi siano più vicini l’uno all’altro,di quanto non lo siano con coloroche promuovono l’ideologia dimercato dominante, fatta dicompetizione nella ricchezza, diconsumismo e di materialismo".A quanti, il 28 ottobre, donne euomini di buona volontà,parteciperanno alle varie iniziativepubbliche, a quanti digiuneranno edevolveranno il denaro risparmiatoa opere di solidarietà, ai monasteri,alle chiese locali, alle parrocchie eai centri islamici che pregherannoper la pace tra le fedi, grazie dicuore e buon cammino. Personalmente, tra le intenzionidella mia preghiera e del mio

digiuno inserirò anche stavolta,come l’anno scorso, la prossimitàprofonda alle comunità ebraiched’Italia, di Israele e di tutta ladiaspora, perché chi s’impegna neldialogo interreligioso è chiamato afarlo a tutto campo: e quest’annoancora di più, per la già ricordataricorrenza contemporanea delquarantennale della dichiarazioneconciliare Nostra Aetate. Che siaper tutte e tutti una Giornata pervincere la paura, e per costruirela pace!Con la speranza e la gioia vera checontraddistinguono sempre ognifiglia e ogni figlio di Dio, uncordiale abbraccio di pace – shalom – salaam.

Brunetto SalvaraniCarpi, 15 ottobre 2005

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Quarta Giornata del dialogo cristiano-islamico del 28 ottobre 2005“Vincere la paura per costruire la pace”

Comunicato stampa n. 7 del 5 Novembre 2005

Nonostante la paura il popolo deldialogo c’è. La festa e l’incontrofra cristiani e musulmanicontinuano alla riscoperta dellecomuni radici abramitiche e di undialogo che deve e può riguardaretutte le religioni.

A distanza di una settimana dallacelebrazione della Quarta Giornatadel dialogo cristiano-islamico del28 ottobre 2005, possiamo dire consoddisfazione che le iniziativesvolte hanno di nuovo messo inluce come la voglia di pace e diincontro fra le persone di diversareligione e cultura non è statafiaccata dalle reiterate campagne diodio e di istigazione alla violenzarazzistica che da alcuni annicaratterizza la realtà politico-socialedel nostro paese e del mondo interoe che proprio in questi ultimi giorniha di nuovo fatto sentire la suavoce. Come già nelle altre passateedizioni, gli incontri sono andatimolto al di la di quelli che noi stessiabbiamo segnalato o direttamenteorganizzato. Alcune agenzie distampa, come il SIR, hanno parlatodi “migliaia di iniziative” non tantoper indicare un numero precisobensì per segnalare come la

giornata del dialogocristiano/islamico legata all’ultimovenerdì del Ramadan sia ormaientrata nelle consuetudini degliuomini e delle donne di pace delnostro paese. Le iniziative hannoriguardato realtà importanti comeRoma e Torino, ma anche tantepiccole e medie città del nostropaese come, solo per citarne alcune,Desio, Caserta, San Severo(Fg),Carrara, Padova, Bolzano, Cento,Firenze, Cuneo, Carpi, Bari.Bologna, Genova, Novellara,Pescara, Napoli, Fiorano(Mo),Venezia-Mestre, Chieri (To),Pinerolo(To), Galliera(Bo), Città diCastello (PG), Verona, Avellino,Novellara(Re), Reggio Calabria,Faenza , Sesto Calende (Va),Cagliari.... Dappertutto l’affluenza èstata consistente. I profeti di guerrae di sventura non sono riusciti afiaccare la volontà di pace e didialogo che anima gli uomini e ledonne del nostro paese. Dappertuttosi è ricordata la felice coincidenzafra la celebrazione della giornata eil quarantesimo anniversario dellapromulgazione del documento“Nostra Aetate” del ConcilioVaticano II sul dialogointerreligioso.

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In molte occasioni gli incontri sonostati caratterizzati proprio in sensointerreligioso ed in alcune realtàcomincia a farsi strada l’idea dipromuovere giornate di dialogointerreligioso che coinvolgano tuttele religioni presenti sul territorio. Rimandiamo al sitowww.ildialogo.org per i giànumerosi e significativi resocontidelle iniziative svolte.Abbiamo altresì la segnalazione cheiniziative analoghe alla nostra sistanno sviluppando anche in altripaesi europei come la Francia, doveè programmata una settimana diincontri fra cristiani e islamici dicui daremo segnalazioneprossimamente. Iniziativecontinuano a svolgersi anche inquesto mese sempre nell’ambitodella Quarta Giornata del dialogocristiano-islamico,Anche quest’anno le iniziative sonoservite per fare il punto di un lavorosvolto e per programmare iniziativefuture. In molte realtà comincia adessere praticato con costanzal’incontro fra cristiani e musulmanianche nei periodi di festa

specificamente cristiani come ilNatale e la Pasqua. Non sono solo icristiani che vanno in visita allemoschee ma anche i musulmani chevanno in visita alle chiese e siconfrontano e riscoprono le comuniradici abramitiche. Sono inprogramma infatti iniziative comunisia per il prossimo Natale che per laprossima Pasqua (per infodettagliati vedi il sitowww.ildialogo.org). La festa el’incontro continuano. Gli uomini ele donne del nostro paese e delmondo vogliono la pace e siorganizzano per realizzarla epromuoverla. Segnaleremo conappositi comunicati stampa leprossime iniziative comuni chedureranno tutto il prossimo anno efino alla Quinta Giornata delprossimo ramadan che cadrà il 20ottobre del 2006.Formuliamo a tutti i più sinceriauguri di Shalom - Salaam - PaceIl comitato organizzatore

Lunedì, 07 novembre 2005

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I DOCUMENTI DEL 2006

“Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcunoperdonate”(Mc 11,25)

Un appello straordinario per il dialogo cristiano-islamico

Il Comitato Organizzatore dellaGiornata del dialogo cristiano-islamicoLa Comunità dell’Arca di Lanza delVastoCare amiche, cari amici,Le religioni non hanno motivo percombattersi. Quando lo fanno ciòdipende dal fatto che esse si sonomesse al servizio non di Dio, che, intutte le religioni, chiede di nonuccidere, ma di questo o quelgruppo economico, politico emilitare che si contrappone con altrigruppi simili per interessi che nullahanno a che vedere con alcun tipodi volontà divina. Occorre perciò urgentemente che lereligioni, tutte le religioni, scelganodecisamente di liberarsi da tutto ciòche le lega ai poteri politici,economici e militari che le hannotrasformate in strumenti dioppressione dei popoli anziché diloro liberazione dalla paura e dallaschiavitù.Se è vero che Dio è amore, non sipuò consentire a nessuno di

utilizzare il nome di Dio perpromuovere appelli che di fattoincitano allo scontro, perché, comeci insegna la storia, alle parole poiseguono i fatti.Come cristiani impegnati da temponel dialogo interreligioso ed inparticolare in quello cristiano-islamico, facciamo un appello atutti coloro che si dicono cristiani,ad abbassare ogni arma, verbale omateriale. E lo facciamo nel nomedi quel Gesù che impedì a Pietro didifenderlo dalle guardie che loarrestavano e che perdonò sullacroce i propri carnefici. Non puòessere seguace di quel Gesù chi siarma per uccidere, chi produce armidi distruzione di massa, chi già leha utilizzate contro città inermi(ricordiamo Hiroshima e Nagasaki)e chi progetta di utilizzarle neiprossimi mesi e che di fatto leutilizza già in giro per il mondo. Itragici attentati alla moschea diSamarrà, indicano con chiarezzaquale sarà il nuovo fronte bellicodella guerra mondiale iniziata l’11

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settembre del 2001 e che finora haportato all’apertura di due frontibellici in Afghanistan e Iraq doveancora si combatte e si muore.C’è bisogno perciò di unamobilitazione straordinaria di tuttiper impedire questa nuovaavventura militare. E le religionipossono dare il loro contributodeterminante proprio a partire dalmomento drammatico che stiamovivendo, mobilitandosi persviluppare il dialogo invece che laviolenza e la contrapposizione. Per noi cristiani sta per aprirsi untempo di riflessione, quello che levarie confessioni cristianechiamano di quaresima o tempo dipassione, che ci porterà poi allacelebrazione della pasqua. Senzauna nostra mobilitazionestraordinaria rischiamo di nonriuscire a celebrare questa pasqua acausa dei venti di guerra che sifanno sempre più impetuosi eminacciosi.Vi chiediamo perciò di dare vita, intutti i venerdì di questo tempo diquaresima/passione a giornate didigiuno, di dialogo e di preghieracon i musulmani. Vi chiediamo didigiunare nei giorni di venerdì3,10,17,24,31 marzo e 7 aprileprossimi, invitando le associazioniislamiche del proprio territorio amomenti di dialogo e preghieracomune. Scambiamoci visite nelle

moschee e nelle chiese, invitiamomusulmani, dopo il digiuno, amomenti di agape fraterna.Devolviamo ciò che ognunorisparmia con il digiuno adiniziative di solidarietà sociale.Riflettiamo insieme sui contenutidella comune fede nel Dio unico.Un primo appello in questo sensoviene dal «Gruppo ’CamminareInsieme’ per il DialogoInterreligioso» di Fiorano eSassuolo, composto di famigliecattoliche e musulmane, chefaranno insieme il percorso dellaquaresima/passione. Altreesperienze simili si faranno in altrecittà italiane. Una prima giornata didigiuno e di preghiera è statapromossa lo scorso 24 febbraiodalla Comunità dell’Arca. E affinché la preghiera per la pacepossa avere un senso, per noicristiani è fondamentale scoprire ildono del perdono: “Quando vimettete a pregare, se avete qualcosacontro qualcuno perdonate”, ci diceGesù nel Vangelo di Marco. E sevogliamo che questa preghieravenga accolta, c’è bisogno cheognuno sposi pienamente la vita ela pratica di Gesù, che non hapromosso mai guerre, che non hachiesto a nessuno di uccidere in suonome, che anzi ha lodato a piùriprese esponenti di altre religioniquali samaritani o pagani e ha

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accolto quelli che la societàrifiutava. Come dice il Vangelo diGiovanni “Se rimanete in me e lemie parole rimangono in voichiedete quel che volete e vi saràdato” (Gv 15,7).Contiamo come sempre sullamobilitazione dal basso di ognunoperché la pace appartiene a tutti e

tutti abbiamo il dovere diimpegnarci fino in fondo perdifenderla.27-2-2006 Il Comitato Organizzatore dellaGiornata del dialogo cristiano-islamicoLa Comunità dell’Arca di Lanzadel Vasto

Appello straordinario al dialogo cristiano-islamicoComunicato stampa n. 1 del 7 marzo 2006

Venerdì 3 marzo 2006 si è tenuta laprima giornata di digiuno epreghiera comune fra cristiani emusulmani. Molte le adesioniindividuali e di associazioni oriviste. Fra queste segnaliamoquelle delle seguenti associazioni operiodici: All’Aperto-percorsointerreligioso di ricercanell’amicizia, CEM - Mondialità,Mosaico di Pace,www.italiacattolica.it, Donne Cosi,Associazione Duesicilie Abruzzo,www.Riconciliazione.it, Assisi forpeace TV, Associazione CulturaleMediterraneo, ww.unimondo.org,La nonviolenza è in cammino. Perl’elenco completo delle adesionivedi http://www.ildialogo.org/Fra le iniziative svolte segnaliamol’importante incontro tenutosi aFirenze lo scorso 2 marzo doveebrei e cristiani in visita allamoschea di Firenze hanno

manfestato amicizia, stima efraternità alla comunità islamica. "La Comunità ebraica e numeroseComunità cristiane fiorentineimpegnate nel dialogo interreligioso- si legge nel comunicato emessoalla fine della visita - vengono invisita alla Moschea di Firenze permanifestare pubblicamentel’amicizia che le lega alla Comunitàislamica, la stima che nascedall’ormai lunga esperienza didialogo interreligioso e la fraternitàdata dalla comune fede di Abramonell’unico Signore Creatore".Hanno sottoscritto il comunicatoRav Umberto Sciannach (Rabbinodi Firenze), Mons. Timothy Verdon(Commiss. per l’Ecumenismo e ilDialogo – Arcidiocesi di Firenze),Past. Giovanna Sciclone (ChiesaValdese di Firenze), Archip. AbumaJulius (Chiesa Melkita), Rev.Laurence Maclean (Chiesa

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Anglicana di Firenze), Past. MarioMarziale (Comunità Riformata diFirenze), Past. Antonio Longo(Esercito della Salvezza), Past.Mario Affuso (Chiesa ApostolicaItaliana), Padre Peter Coman(Chiesa Ortodossa Romena diFirenze), Padre NicolaPapadopoulos (Chiesa OrtodossaGreca di Firenze), Labib IsmailAbdalla (Comunità Islamica diFirenze e Toscana). (Per ildocumento completo vedi la paginaweb: http://www.ildialogo.org/.Due importanti iniziative di studiosono inoltre in programma nelleprossime settimane. Una si svolgeràpresso la Grande Moschea di Romail 26 marzo prossimo. Si tratta di unIncontro di studio che avrà per tema: «Dio clemente e misericordioso».L’incontro è stato promossodall’associazione All’Aperto. Unaltro incontro di studio si terrà aVenezia il prossimo Giovedì 16 evenerdì 17 marzo 2006 presso AulaMagna Ca’ Foscari - Ca’ Dolfin. IlConvegno, promosso

dall’Univeristà Ca’ Foscari diVenezia dal Comune e dallaProvincia di Venezia, avrà per tema:"Ambiente giuridico europeo ediritto islamico" con lapartecipazione di studiosiprovenienti da varie universitàitaliane. Proseguono, inoltre, gliincontri cristianoislamici promossia Roma dal CIPAX. Per ilprogramma dettagliato di questi e dialtri incontri programmaticonsultare la pagina web:http://www.ildialogo.org/Il prossimo venerdì 10 marzo siterrà la seconda giornata di digiunoe preghiera comune fra cristiani emusulmani. Con un cordiale augurio di shalom - salaam - pace7-3-2006

Il Comitato Organizzatore dellaGiornata del dialogo cristiano-islamicoLa Comunità dell’Arca di Lanza delVastoMartedì, 07 marzo 2006

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Quinta giornata del dialogo cristiano-islamico del 20 ottobre 2006 "Dieci motivi per dialogare"

Comunicato stampa n. 1 del 21-7-2006

Care amiche, cari amici,il prossimo 20 ottobre 2006 si terràla Quinta Giornata del dialogocristiano-islamico. Siamo oramai alquinto appuntamento con unainiziativa che, nata dal basso, èdiventata una scadenza quasi“istituzionale” della nostra purdifficile realtà italiana.Rinnovando la positiva esperienzache lo scorso hanno ci ha vistopromotori della Quarta giornata deldialogo, i cui risultati sono statipositivi e sono andati anche moltoal di la della singola giornata del 28ottobre 2005, anche quest’annovogliamo sottoporre alla vostraattenzione una pista di riflessioneper continuare lungo la stradadell’incontro di civiltà e del dialogointerreligioso e interculturale. I motivi per continuare lungo questastrada, iniziata nel 2001 subito dopoi tragici attentati dell’11 settembre,sono ancora molti a cominciare daitantissimi conflitti in corso, primofra tutti quello medio-orientale, chetraggono il loro carburante propriodall’odio interreligioso einterculturale. E per sottolineare l’urgenza di undialogo interreligioso edinterculturale proponiamo di

mettere a base della Quinta giornatadel dialogo cristiano-islamico, ildocumento in dieci punti elaboratoda Paolo Branca, docente di linguae letteratura araba, universitàcattolica del Sacro Cuore di Milano;Stefano Allievi, docente disociologia, università degli studi diPadova; Silvio Ferrari, docentenelle università di Milano eLovanio; Mario Scialoja, presidentedella Lega musulmana mondiale-Italia, ed il cui testo trovate allapagina webwww.ildialogo.org/islam/cristiano-islamico.htm ma che di seguitoriportiamo. L’idea di un decalogo dicose possibili da fare, sulla via deldialogo, ci sembra estremamentevalido e soprattutto coinvolgente.E’ anche un modo per cercare dicostruire, tutt’insieme, un’eticacomune che abbia come elementofondamentale il rispetto integraledell’altro/a, che corrisponde alcomandamento del “non uccidere”comune a tutte le religioni.Proponiamo così come slogan per laquinta giornata quello di “Diecimotivi per dialogare”, persottolineare anche come sianomolte le iniziative che si possonomettere in campo per rendere

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concreto il dialogo, mentre per laguerra, l’odio, la xenofobia equant’altro basta una sola grandebugia. Il documento che proponiamo allavostra riflessione non è e non vuoleessere esaustivo di tutto ciò che èpossibile fare. Come negli altri anniribadiamo che, ferma restando inquesto momento storico lacentralità della necessità del dialogotra cristiani e musulmani, l’invito aldialogo e all’incontro è rivolto nonsolo a cristiani e musulmani ma adogni persona di “volontà buona”.Come nelle precedenti edizioni, ilsuccesso dell’iniziativa dipende

dalla mobilitazione dal basso cheriusciremo a realizzare. Ciauguriamo perciò che anchequest’anno possano esserci molteiniziative che comincino il 20ottobre prossimo ma che vadanoavanti poi per tutto il prossimoanno. Ringraziandovi per quanto farete,aspettiamo fiduciosi le vostrerinnovate adesioni e le nuove cheriusciremo a sollecitare e leiniziative che promuoverete.Con un fraterno augurio diShalom - Salaam-PaceIl Comitato Organizzatore

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Islam, che fare? Un decalogo

Testo elaborato da Paolo Branca.docente di lingua e letteraturaaraba, università cattolica delSacro Cuore di Milano; StefanoAllievi, docente di sociologia,università degli studi di Padova;Silvio Ferrari, docente nelleuniversità di Milano e Lovanio;Mario Scialoja, presidente dellaLega musulmana mondiale-Italia.La presenza di musulmani in Italiaha ormai raggiunto una tale "massacritica" da non consentire che ilfenomeno sia gestito soltantoattraverso forme d’interventoestemporanee e improvvisate,com’è spesso stato finora.L’impegno di molti che si sonoprodigati, sia da parte italiana cheda parte islamica, con numeroseiniziative conferma le potenzialitàdi un tessuto sociale vivo e attivo,ma proprio per non vanificare talienergie e al fine di evitare deriveche hanno interessato di recentealtri paesi europei, ci sembraindispensabile che le istituzioni e icittadini italiani e non coinvolti avario titolo nella questione trovinomodalità per riflettere e agireinsieme all’interno di un progettocomune ispirato a principi chiari econdivisi.Per questo, mentre il nostro paesevive un decisivo momento di

riformulazione degli equilibripolitici e delle sue prospettive diriforma, riteniamo doverosorichiamare alcuni punti che cipaiono di cruciale importanza nelcompito comune che ci troviamo adaffrontare. Va da sé che imusulmani condividono conimmigrati di altra origine molteproblematiche simili. Sarebbepertanto indebito ritenere leconsiderazioni che seguiranno comepensate esclusivamente per loro,anche se il presente documento netratta in modo specifico: una buonalegge sulla libertà religiosa, adesempio, andrebbe incontro alleesigenze di tutte le comunità e nonsolamente di quella islamica.La globalizzazione in atto,contrariamente a quanto ci si potevaingenuamente aspettare, invece chea un indebolimento delle identità(reali o immaginarie) staconducendo piuttosto a un loroirrigidimento che non sembracogliere sufficientemente lepotenzialità positive pur presentinell’inedito incontro di uomini eculture che si sta producendo, bensìtende a enfatizzare diffidenze etimori che inducono alla chiusura ealla contrapposizione.Siamo consapevoli dei rischi insitiin un vacuo relativismo che

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potrebbe portarci a poco auspicabiliconfusioni e allo svilimento delletradizioni culturali e religiose diciascuno: ma il valore cheattribuiamo alla nostra e altruiidentità ci spinge a ritenerenecessaria una gestione coraggiosae consapevole di questo processo diincontro e convivenza, l’unica ingrado di portare a buoni risultatinell’interesse comune. Per questaragione pensiamo che vadascoraggiato con ogni mezzo lospirito di sospetto e di rivalsa che intaluni da entrambe le parti sembrapurtroppo prevalere.I punti che ci pare necessariorichiamare sono:1. Incoraggiare la collaborazionecon le istituzioni a ogni livello perpromuovere una realepartecipazione. dimostrando che leregole della democrazia tutelano epremiano i comportamenti migliori.A tale scopo è utile in particolarepartire dal censimento e dallavalorizzazione delle moltepliciesperienze in atto anche al fine dicontrastare una comunicazionebasata su semplici opinioni, anzichésu evidenze empiriche. Interventiformativi all’interno delle pubblicheamministrazioni (scuola, sanità,carcere, personale di polizia ... )sulle tematiche relative alpluralismo culturale nelle aree diloro competenza, con un taglio che

privilegi la concretezza dellesituazioni su considerazioni diordine astrattamente teologico,ideologico o politologico. Ilconfronto con esperienzeinternazionali che già affrontano datempo temi e situazioni analogheconsentirebbe di valutarne gli esiti edi ispirarsi alle pratiche (legislativee operative) più efficaci.2. Scoraggiare con fermezza ogniforma di illegalità per evitare ilformarsi di società parallele ogruppi che si percepiscano e sipresentino come corpi estranei: ildiritto alla differenza non può e nondeve mai diventare pretesa di unadifferenza nei diritti e nei doveri.3. Valorizzare le iniziative che sipongono nella prospettiva dellacondivisione di valori, interessi eimpegno comune al servizio dellacollettività.4. Dare priorità alle donne e aigiovani che, senza rinunciare allapropria specificità culturale ereligiosa, dimostrano di volersviluppare, con chi condivide i loroproblemi e le loro aspirazioni,attività che favoriscono contatti,scambi e integrazione.5. Offrire, a livello universitario,percorsi di maturazione e diformazione a quanti intendonosvolgere funzioni di servizio allecomunità, specie nei ruoli diorientamento e di guida. Non si

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tratta ovviamente di formare iministri del culto, ma di favorirel’emersione e il consolidamento dicompetenze e capacità specifichetra coloro che già operano neidiversi gruppi affinché la loroazione sia maggiormente adeguataalle finalità dell’integrazione e dellapartecipazione alla vita del paese incui risiedono.6. Stimolare, specie nelle scuole, lavalorizzazione degli apporti delledifferenti culture del Mediterraneoalla costruzione di una comuneciviltà. Laddove siano presentinumerosi alunni arabofoni, appositicorsi per la conservazione e losviluppo della lingua d’origine (delresto già in atto, in formasperimentale) andrebbero diffusi esostenuti. Tali interventi nonsarebbero ad esclusivo vantaggiodegli immigrati, macontribuirebbero allatrasformazione dell’intero settorescolastico che non sarebbe adeguatoalla realtà di un mondo sempre piùinterdipendente se restasse ancoratoa forme di istruzione centratesoltanto sulla cultura locale.7. Incoraggiare i mass media a darespazio alle numerose esperienze dicollaborazione e di condivisione trapersone di fede e di cultura diversa,evitando di diffondere e/oamplificare soltanto fatti e notizieche confermino mutui pregiudizi.

Non si tratta evidentemente dioccultare le problematicità, maancora una volta di partire dallarealtà che è più ricca delle suerappresentazioni, medianteinchieste sul campo, lavoro diterreno empirico, informazionecompleta e imparziale.8. Promuovere politiche chemigliorino le condizioni di vitadelle società di provenienza degliimmigrati, con riferimento nonsoltanto alla situazione economicama anche allo sviluppo della societàcivile, al rispetto dei diritti umani ealla valorizzazione del pluralismoad ogni livello.9. Valorizzare l’azione delleistituzioni locali, che sono acontatto diretto con le realtà di base,nel promuovere iniziative che per laqualità degli interventi e le lororicadute positive sul territoriopossono costituire dei modellivalidi anche per analoghesituazioni, in stretto contatto con leagenzie culturali e religiose che giàoperano in tal senso.10. Approfondire la conoscenzareciproca, nel mutuo rispetto pursenza rinunciare allo spirito criticoe autocritico, non solamente consporadiche iniziative informative,ma attraverso il lavoro permanentee sistematico di gruppi cheaffrontino insieme tematichespecifiche di comune interesse. Ciò

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favorirebbe inoltre lo sviluppo diprospettive professionali chefacciano tesoro delle competenze edelle capacità di chi si distingue nellavoro interculturale.Il testo è apparso su Settimana del 4

giugno 2006/n.22, 4, qualecontributo al nuovo Governoitaliano e alla nuovaamministrazione di Milano.

Domenica, 23 luglio 2006

RiflessioneLettera alle donne e agli uomini di buona volontà in occasione della

quinta giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicodi Brunetto Salvarani

Cari amici ed amiche, fratelli esorelle,20 ottobre 2006, ultimo venerdì diRamadan 1427, celebreremo laquinta Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico. Quando,all’indomani dell’11 settembre2001, assieme ad altri tifosi deldialogo lanciammo in rete l’appelloche ne è all’origine, confesso che imiei sentimenti vagavano tra loscetticismo e la fiducia. Non erafacile prevedere che oggi, cinqueanni dopo, ci saremmo ritrovati perun altro appuntamento, e soprattuttoche la nostra giornata - in sordina,con la forza del passaparola, senzatroppi clamori e priva di particolariattenzioni da parte dei media -avrebbe preso piede, divenendo unpunto di riferimento per il camminodel dialogo interreligioso nel nostroPaese. Era anche difficileimmaginare, del resto, la vera epropria escalation che oggi

tocchiamo con mano nel percepirecome senso comune lo scontro frale civiltà, le accuse al dialogo (diirenismo, buonismo, ingenuità, nelmigliore dei casi) e il clima di “dallial diverso” che vede qualeprincipale obiettivo,inevitabilmente, il musulmano…Da parte mia, da parte nostra, unavolta di più, vorremmo evidenziarecon questa giornata il bisogno dipiù dialogo (e non di meno dialogo,come strillano di regola le gazzetteche contano) per affrontare consperanze di successo la sempre piùdifficile situazione in atto. Semmai,di un dialogo più qualificato,consapevole e popolare, su cui lechiese cristiane italiane - così comele comunità musulmane - investanoe in cui credano, come l’unicolinguaggio credibile per dire Dionell’oggi della storia. E’, una voltadi più, la linea del Vaticano II con ladichiarazione Nostra Aetate, della

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pedagogia dei gesti così cara aGiovanni Paolo II, della ChartaOecumenica stilata nel 2001 aStrasburgo, del Sinodovaldometodista e di altre chieseevangeliche che anche quest’annohanno aderito ufficialmente allagiornata; ma anche delle primedichiarazioni di Benedetto XVI,non appena eletto al soglio di Pietrolo scorso anno, e ancora allecomunità islamiche di Colonia, aimargini della Giornata Mondialedella Gioventù, la scorsa estate. Poi,venne Ratisbona, su cui ormai è giàstato detto tutto. In ogni caso,segnale vistoso della complessitàestrema delle relazioniinterreligiose, in una stagione diidentità troppo spesso esibite,urlate, violente; nonché, una voltadi più, cercando di volgere inpositivo la cosa, occasione dipurificazione per un colloquio(quello cristiano-islamico, inparticolare) che è ancora bambino etroppo influenzato dalsurriscaldatissimo clima planetario.In un contesto del genere,lasciatemelo dire, appare quasimiracoloso che l’esperienza dellaGiornata ecumenica del dialogogiunga al traguardo del suo primolustro in così buona salute. Se essa ha saputo attraversareindenne questi anni complicati,faticosi, e questi ultimi mesi

addirittura affannati, densi di sloganbeceri e di contrapposizioni frontali,non è certo per il nostro impegno,bensì perché, in realtà, al dialogonon esiste alternativa. Il problema,piuttosto, riguarda, da un lato, lasua praticabilità, in un contesto direiterate e penosestrumentalizzazioni, di ascoltoreciproco sostanzialmente nullo e direciproche scomuniche quotidiane;e, dall’altro, i suoi contenuti, quellidi una parola che rischia ildepotenziamento a causa del suoabuso, della sua banalizzazione.Ecco allora che, opportunamente, ilcomitato organizzatore, di anno inanno allargatosi fino a comprenderemolte riviste e associazioni oltre aisingoli che lanciarono il primoappello, propone stavolta, qualemotto, Un decalogo per il dialogo.Con l’obiettivo, appunto, diriempire di contenuti concreti talecammino, recuperando e facendoproprio il lavoro prezioso di ungruppetto di specialisti impegnati inprima persona, il sociologo StefanoAllievi, il linguista Paolo Branca, ilgiurista Silvio Ferrari e MarioScialoja, presidente per l’Italia dellaLega musulmana mondiale (per iltesto completo si veda, ovviamente,il sito www.ildialogo.org). Il Decalogo prende le mosse dallaconstatazione secondo cui lapresenza di musulmani nella nostra

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penisola ha ormai raggiunto unatale massa critica da non consentireche il fenomeno sia gestito soltantoattraverso forme d’interventoestemporanee e improvvisate,com’è spesso stato finora.L’impegno di molti che si sonoprodigati, da una parte e dall’altra,con numerose iniziative confermale potenzialità di un tessuto socialevivo e attivo, ma proprio per nonvanificare tali energie e al fine dievitare derive che hanno interessatodi recente altri paesi europei, appareindispensabile che le istituzioni e icittadini, italiani e non, coinvolti avario titolo nella questione trovinomodalità per riflettere e agireinsieme all’interno di un progettocomune ispirato a principi chiari econdivisi.Per questo, mentre il nostro Paesevive un decisivo momento diriformulazione degli equilibripolitici e delle sue prospettive diriforma, il documento motiva ilrichiamo ad alcuni punti chesembrerebbero di cruciale rilevanzanel compito comune che citroviamo ad affrontare. Va da sé chei musulmani condividono conimmigrati di altra origine molteproblematiche simili. Sarebbepertanto indebito ritenere leconsiderazioni tracciate comepensate esclusivamente per loro,anche se il testo ne tratta in modo

specifico: una buona legge sullalibertà religiosa, ad esempio,andrebbe incontro alle esigenze ditutte le comunità e non solamente diquella islamica.La globalizzazione in atto,contrariamente a quanto ci si potevaingenuamente aspettare, invece chead un indebolimento delle identità(reali o immaginarie) staconducendo piuttosto ad un loroirrigidimento che non sembracogliere sufficientemente lepotenzialità positive pur presentinell’inedito incontro di uomini eculture che si sta producendo, bensìtende ad enfatizzare diffidenze etimori che inducono alla chiusura ealla contrapposizione.Il Decalogo per il dialogo, fral’altro, incoraggia i mass media adare spazio alle svariate esperienzedi collaborazione e di condivisionetra persone di fede e di culturadiversa, evitando di diffondere e/oamplificare soltanto fatti e notizieche confermino mutui pregiudizi.Non si tratta evidentemente dioccultare le problematicità, maancora una volta di partire dallarealtà che è più ricca delle suerappresentazioni, medianteinchieste sul campo, lavoro diterreno empirico, informazionecompleta e imparziale. Gli esempidelle ultime settimane, ancora unavolta, esprimono la centralità di un

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simile assunto.Com’è facile notare, la novità piùevidente riguarda la dimensionepolitica del dialogo, che, come leprecedenti edizioni della Giornataecumenica hanno ampiamentemostrato, non può più restareconfinato nelle spesso angusteformulazioni del religioso. Anzi.Questo è il messaggio di fondo,inelubile: per lavorare nel dialogocon la prospettiva di un confrontosincero quanto fruttuoso dovremosempre più usare parole laiche estili di comportamento laici. Laici e,beninteso, piaccia o no, politici.Va infatti, a mio parere, sottolineatocome, attualmente, il dialogo siriveli sovente più aspirazione cherealtà: e sarà perciò, per ora, piùonesto limitarsi a parlare di incontriinterreligiosi, o più in generale dirapporti interreligiosi o ancora,come fa la teologia più avvertita, discambi o conversazioni trareligioni. Del resto in più di undocumento vaticano - fra cui lastessa Nostra Aetate e l’enciclicaEcclesiam Suam di Paolo VI - iltermine dialogo traduce il latinocolloquium, ad evocarne unaversione maggiormente dimessa equotidiana: e quotidiana è ladimensione dialogica che simanifesta nelle relazioni sociali tracredenti di differente appartenenza.Infatti accade spesso, oggi, che la

fondante dimensione dialogica siaquella personale, privata, concreta,come quella di fatto sperimentata daquanti hanno a che fare,direttamente e nonsuperficialmente, con immigrati direligioni altre. La grande sfida che attende i fautoridel dialogo, come ha scrittorecentemente il monaco EnzoBianchi, che è tra i firmatari delnostro appello, è infatti quella dievitare una lettura delle differenze,anche profonde, come scontro tra ilbene e il male, di rifuggirel’identificazione tra un islamastratto e l’incarnazione del male,di rifiutarsi di demonizzare l’altro.Per riuscire in tale impresa,ciascuno deve fare appello allaragione di cui tutti sono muniti eche, nel suo fecondo intrecciarsicon i dati della rivelazione, ci puòinfine ricondurre sulle vie dellapace e della fratellanza umana. Conquesto spirito, il prossimo 20ottobre digiuneremo, discuteremo,ascolteremo, ci chiederemo perdonoa vicenda, domanderemo a Dio diaiutarci nel nostro cammino, ciinterrogheremo sulle tante difficoltàe sul nostro peccato… e avremosulla bocca, o perlomeno nel cuore,le parole del Salmo: “Ecco, quanto è buono e quanto èsoave che i fratelli vivano insieme.”Con i più fraterni auguri di shalom -

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salaam – paceBrunetto Salvarani

Carpi, 18 ottobre 2006

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I DOCUMENTI DEL 2007

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Appello per la Sesta giornata ecumenica del dialogo cristiano -islamico

«costruire speranza e convivialità»5 ottobre 2007 ultimo venerdì di Ramadan

Care Amiche, Cari Amici, In vista della sesta giornataecumenica del dialogo cristianoislamico che quest’anno cade il 5ottobre prossimo, è opportunocominciare a riflettere su che cosa èpossibile realizzare per fare inmodo che quella giornata possaaiutarci a “costruire speranza econvivialità” in un mondo senzapiù guerre e dove tutti, maschi efemmine, credenti e non credenti,popoli di tutti i continenti, prendanocoscienza del fatto di appartenerealla stessa umanità. Sentiamo molto pressante lanecessità di rilanciare in Italia itemi del dialogo interreligioso, inparticolare quello con l’Islam, chevediamo sempre più minacciato ericacciato indietro, comedimostrano, fra l’altro, anche levicende giudiziarie che hanno vistocoinvolti studiosi e amici deldialogo come i prof. StefanoAllievi, Renzo Guolo e PaoloBranca.In questi anni si sono moltiplicate legiornate istituzionali di “dialogo”:in realtà i mezzi di comunicazionedi massa non cessano di suonare lamarcia funebre della guerra e

dell’odio fra le nazioni, i popoli, lereligioni, le culture diffondendorazzismo e violenza.La differenza, come sempre, la puòfare l’iniziativa dal basso, quellache rompe gli schemi delle personeintruppate nelle rispettiveappartenenze, quella che mette acontatto donne e uomini delle variereligioni o senza religione che siincontrano per dire che non nepossono più di odio e di religioni alservizio dei potenti di turno, chespingono i propri aderenti acombattere contro altre donne euomini di fede diversa.Invitiamo perciò tutte le comunitàcristiane e quelle islamiche, a volerrimettere insieme dal basso tuttequelle forze che negli scorsi anni sisono date da fare per realizzare lagiornata del dialogo cristianoislamico. Vi invitiamo a formulare appellilocali costruiti insieme fra cristianie musulmani, per sollecitare quantisi sono sbandati sotto i colpi deinemici della pace e stanno pianpiano perdendo la speranza. Occorre muoversi prima che siatroppo tardi perché, come tutte lepiante, anche quella del dialogo ha

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bisogno di cure, di concime, didissodamento del terreno, dipotatura dei rami secchi per ridarenuova vita a tutto il tronco. C’èbisogno anche di validi contadiniche sappiano fare tutto questo se sivuole raccogliere frutti buoni.Abbiamo bisogno gli uni degli altriper poter lasciare il mondo miglioredi come ognuno di noi lo hatrovato.Sollecitiamo le organizzazionicristiane e musulmane che in questianni si sono mobilitate per ildialogo a tenere incontri congiunti,magari utilizzando il periodo estivodurante il quale ogniorganizzazione da vita a momenti di

riposo e riflessione. Che ognuno sisforzi di pensare a cosa poter fare esu quali temi, partendo dalla propriarealtà locale, per rimettere in motoil popolo del dialogo. Ci auguriamo che nella prossimaTerza Assemblea Ecumenica diSibiu del 4-9 settembre possa essereavanzata l’idea di una giornataecumenica di dialogo cristianoislamico a livello europeo.Ci auguriamo che anche quest’annosi possa fare tutt’insieme uno sforzosulla via del dialogo e della pace.Con un sincero augurio di Shalom, salaam, pace Roma, 29 giugno 2007

Lettera alle donne e agli uomini di buona volonta’ in occasione dellasesta giornata ecumenica del dialogo cristiano - islamico

di Brunetto Salvarani

Cari amici ed amiche, fratelli esorelle,il 5 ottobre 2007, ultimo venerdì delmese di Ramadan dell’anno Hijri1428 prima della festività di Id AlFitr, celebreremo la sesta giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico.Ancora una volta devo confessareche allorché, all’indomani dell’11settembre 2001, assieme ad altriamiche ed amici del dialogolanciammo in rete l’appello

all’origine di questa esperienza, imiei sentimenti spaziavano tra loscetticismo e la fiducia. Certo, nonavrei scommesso molto che sei annidopo ci saremmo ritrovati per unaltro appuntamento, e soprattuttoche la nostra giornata - in sordina,leggermente, con la forza delpassaparola, senza troppi clamori néparticolari attenzioni da parte deimedia - avrebbe preso piede,divenendo un punto di riferimentoper il cammino del dialogo

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interreligioso nel nostro Paese. Eraanche difficile immaginare, delresto, la vera e propria escalationche oggi tocchiamo con mano nelpercepire come senso comune loscontro fra le civiltà, le accuse aldialogo (di irenismo, buonismo,ingenuità, nel migliore dei casi) e ilclima di “dalli al diverso” che vedequale principale obiettivo,inevitabilmente, il musulmano…Nell’appello di quest’anno, comeorganizzatori della giornatascrivevamo di sentire come assaipressante la necessità di rilanciarein Italia i temi del dialogointerreligioso, in particolare quellocon l’islam, che vediamo semprepiù minacciato e ricacciato indietro,alla luce anche delle recenti vicendegiudiziarie che hanno vistocoinvolti studiosi e amici deldialogo come gli esperti di islamStefano Allievi e Paolo Branca(entrambi firmatari del nostroappello): “In questi anni si sonomoltiplicate le giornate istituzionalidi dialogo: in realtà i mezzi dicomunicazione di massa noncessano di suonare la marciafunebre della guerra e dell’odio frale nazioni, i popoli, le religioni, leculture diffondendo razzismo eviolenza. La differenza, comesempre, la può fare l’iniziativa dalbasso, quella che rompe gli schemidelle persone intruppate nelle

rispettive appartenenze, quella chemette a contatto donne e uominidelle varie religioni o senzareligione che si incontrano per direche non ne possono più di odio e direligioni al servizio dei potenti diturno, che spingono i propriaderenti a combattere contro altredonne e uomini di fede diversa”.Mentre mi piace ricordare che, nellaterza assemblea ecumenica europeadi inizio settembre a Sibiu, inRomania, i delegati italiani hannoapprovato una mozione che invitavagli estensori del messaggio finale avalutare la possibilità di estenderetale esperienza su scala europea. Undato rilevante, al di là del fatto chenel testo conclusivo, in realtà, lacosa non compaia, pagandoverosimilmente la scarsa attenzionerivolta nel complesso al tema deldialogo interreligioso. Se la giornata ha saputo attraversareindenne questi anni affannosi, densidi slogan beceri e trovate politichedi dubbio gusto su cui il tacere èbello, è perché, in realtà, al dialogonon esiste alternativa. Il problema,piuttosto, riguarda, da un lato, lasua effettiva praticabilità, in uncontesto di reiteratestrumentalizzazioni e di un ascoltoreciproco ancora raro; e, dall’altro, isuoi contenuti, quelli di un termineche rischia il depotenziamento acausa sia del suo abuso sia della sua

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banalizzazione. Ecco allora che,opportunamente, il comitatoorganizzatore, di anno in annoallargatosi fino a comprenderemolte riviste e associazioniecclesiali, ha proposto per il 5ottobre 2007, quale auspicio, ilmotto Costruire speranza econvivialità. Con l’obiettivo diriempire di contenuti concreti,soprattutto sul piano educativo epolitico, le decine di eventi previsti(fra cui l’originale propostadell’operazione Moschea aperta,avviata da alcuni intraprendentigiovani musulmani, che vede oltreventi luoghi di culto islamicidisponibili ad aprire le porte a tuttiquello stesso giorno, in segno diaccoglienza e trasparenza). In chedirezione? Proverò a riflettervibrevemente, suggerendo alcunepiste che potrebbero risultare utilein vista della realizzazione dellagiornata.Il primo criterio per un dialogointerreligioso fruttuoso è, infatti, ilfavorire la maturazione di unatteggiamento positivo verso lealtre fedi. Questo è il filo rosso delVaticano II, ma anche del lungopontificato di Giovanni Paolo II, edella Charta Oecumenicasottoscritta da tutte le chieseeuropee: “L’educazione e laformazione al dialogointerreligioso, o a una vita di

amicizia e di simpatia con personedi altre religioni - scrive ilsaveriano padre FrancoSottocornola, forte di una lungaesperienza diretta in Giappone -deve anzitutto cercare di crearequesto atteggiamento generale colquale noi sottolineiamo quello che èpositivo, buono, bello nell’altrareligione piuttosto che i suoi aspettinegativi, e poniamo l’accento sututto quello che unisce o favoriscela collaborazione e l’amicizia,piuttosto che su ciò che divide”.Si tratta, in vista di taleacquisizione, di avviare un percorsoche potrà rivelarsi anche lungo ecomplesso: inutile farsi troppeillusioni (ma anche fasciarsi la testaprima di averci provato seriamente,beninteso!). Ecco dunque alcuneindicazioni di metodo chefavorirebbero tale incontro,rendendolo meno drammatico.Prima di tutto, il dialogointerreligioso dovrà maturare nelquadro di un riconoscimento chechi dialoga non sono le religioni(entità astratte) bensì donne euomini in carne ed ossa, con storie,vissuti, sofferenze, speranze,peculiari e irripetibili. Non sembriuna considerazione banale, oscontata: quanti errori sono staticompiuti, e continuano a farsi, acausa di una lettura tutta ideologicae metafisica dell’altro! Gli esempi

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si sprecherebbero... In primis,andrebbero perciò costruite delleoccasioni di incontro, in ambientiche favoriscano il contatto effettivo.Occorrerà poi una buonaconoscenza reciproca degliinterlocutori coinvolti: conoscenzaintellettuale, dei testi e deidocumenti ufficiali delle chiese edelle religioni (imparare lereligioni), certo, ma anche umana, apartire da un atteggiamento sincerodi ascolto delle narrazioni altrui(imparare dalle religioni). Operare assieme in qualche settorespecifico, ad esempio, affrontandoproblemi sociali o discriminazionipalesi, potrebbe poi rendere piùconvincente un rapportointerreligioso. Valorizzareesperienze e testimonianze vissute,quindi, soprattutto agli occhi dei piùgiovani - giustamente refrattari alleeccessive teorizzazioni - faciliteràsenz’altro il cammino: conl’approccio diretto, quando siapossibile, e la visita ai diversiluoghi delle comunità. Un’ultima considerazione riguardala necessità di investiremaggiormente nella preparazione eformazione di giovani che siaccingano a svolgere un ruolo diguida e di stimolatori sul tema deldialogo nelle diverse comunità.Ecco allora l’importanza diricentrare i curricula degli studi

teologici facendo attenzione aldialogo interreligioso e allaconoscenza delle religioni altre, maanche la pastorale delle parrocchie,la vita delle chiese e delle comunità,i programmi dei movimenti, e cosìvia. L’obiettivo è quello di usciredal falso presupposto secondo cui ildialogo interreligioso sarebbeun’attività riservata agli specialisti,e, parlo da cattolico, assumere comecaso serio l’invito dell’enciclica diGiovanni Paolo II RedemptorisMissio, per cui “tutti i fedeli e lecomunità cristiane sono chiamati apraticare il dialogo interreligioso”(n.57). Anche perché oggi nonpossiamo più negare che “senzadialogo, le religioni siaggrovigliano in se stesse oppuredormono agli ormeggi… o siaprono l’una all’altra, o degenerano(R.Panikkar).La grande sfida che ci attende oggiè di evitare una lettura delledifferenze esistenti, anche profonde,come uno scontro tra il bene e ilmale, di rifuggire l’identificazionetra un islam astratto el’incarnazione del male, di rifiutarela demonizzazione dell’altro. Perriuscire in tale impresa, ciascunodovrà fare appello alla ragione dicui tutti sono muniti e che, nel suofecondo intrecciarsi con i dati dellarivelazione, ci può finalmentericondurre sulle vie della pace e

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della fratellanza umana. Abbiamobisogno di guardare alle nostredifferenze non come ad idoli daadorare ma come arricchimentoreciproco verso una vita piena diamore, quell’amore che per cristianie musulmani caratterizza l’essenzastessa di Dio. Se uno dei nomi diDio della tradizione islamica è Al-Wadud, L’amorevole, sappiamodalla Bibbia che “da questo

conosceranno tutti che siete mieidiscepoli, se avete amore gli uni pergli altri” (1Gv 13,35). Nondimentichiamolo, il prossimo 5ottobre, una giornata di speranza econvivialità. Con i più fraterni auguri di shalom -salaam - pace

Brunetto SalvaraniCarpi, 4 ottobre 2007

Sesta Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 5 ottobre2007

Auguri ai musulmani per l’inizio del Ramadân Anno Hijri 1428Comunicato stampa del 11 settembre 2007

A tutte le musulmane e a tutti imusulmani d’ItaliaCari Amici, Care Amiche,fra pochi giorni inizierà il mese diRamadân che i credenti musulmaniattendono con particolare ansia perrafforzare sempre di più il proprioimpegno sulla via dell’Islam, dellacompleta sottomissione a Dio,liberandosi da ogni idolatria che,nella comune esperienza di cristianie musulmani, è alla base di ingiusteoppressioni, di negazione dei dirittiumani, di odio, di guerre e violenzedi ogni tipo.Questo vostro encomiabile sforzo èdi grande importanza non solo pervoi musulmani ma anche per noicristiani, per i credenti di tutte le

religioni e per tutta la societàumana nel suo complesso, che stavivendo uno dei periodi più buidella propria storia.Auguriamo di cuore che ognuno divoi, seguendo gli insegnamenti delprofeta Muhammad, possatrasformare se stesso ed aiutare tuttalo società a migliorare.Casualmente il Ramadânquest’anno inizia a ridosso dell’11settembre, data tragica che nel 2001ha dato inizio alla guerra mondialenella quale siamo tuttora immersi:ricordare quel giorno ci impegna amoltiplicare i nostri sforzi controtutte le guerre, contro tutte lebarbarie, contro i mercanti di mortee i fautori della guerra ad ogni

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costo, contro la xenofobia e ilrazzismo.Abbiamo bisogno di «costruiresperanza e convivialità»: questol’appello che abbiamo lanciato invista della prossima sesta giornataecumenica del dialogo cristiano –islamico del 5 ottobre prossimo. Eper «costruire speranza econvivialità» abbiamo bisogno diliberarci dalla paura dell’altro/a, deldiverso/a da noi, di chi è portatoredi una cultura, un modo di vivere,una religione diversa dalla nostra.E liberarsi della paura significa, percristiani e musulmani, rimettere alcentro della propria vita l’impegnocontro l’idolatria che hacaratterizzato la vita sia diMuhammad, che ha cacciato gliidoli dalla Kaaba, sia di Gesù, cheha cacciato i mercanti dal tempio,dicendo con chiarezza con questiloro gesti che la religione non puòessere al servizio di chicchessia, nédei mercanti né dei grandisacerdoti. Abbiamo bisogno di guardare allenostre differenze non come ad idolida adorare ma come arricchimentoreciproco verso una vita piena diamore, quell’amore che per cristianie musulmani caratterizza l’essenzastessa di Dio: uno dei nomi di Diodella tradizione islamica è Al-Wadud, L’amorevole; “Da questoconosceranno tutti che siete miei

discepoli, se avete amore gli uni pergli altri” (Giov 13,35 ).Abbiamo bisogno di conoscercisempre di più e meglio perapprezzare il molto che ci unisce eaccettare il poco che ci divide comearricchimento reciproco, comestimolo reciproco a migliorarcisempre di più.Ed il senso del nostro appello vaproprio nella direzione delle coseconcrete da realizzare: la pace, lagiustizia, una vita degna di esserevissuta sono tutte cose cherichiedono l’impegno concreto dellepersone senza il quale vane sono leparole o i buoni propositi.Anche quest’anno abbiamo bisognodi negare ai violenti e aipropugnatori della guerra qualsiasilegittimità religiosa. Il Dio unico,nel quale insieme crediamo, è unDio di pace, di amore, dimisericordia, di giustizia.Ed è con questo spirito che anchequest’anno vi auguriamo buonRamadân karim: che il vostro“sforzo” possa dare anche a noicristiani quegli stimoli necessari asuperare tutte le difficoltà delmomento e dare una speranza aquesta nostra comune umanità.Ci auguriamo che, come negli altrianni, le moschee e le chiese d’Italiapossano essere luoghi apertiall’incontro fra credenti di fedediversa ed in particolare fra cristiani

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e musulmani, che non hanno alcunmotivo per odiarsi ma che hannoanzi molti motivi per essere uniticontro chi strumentalizza lerispettive religioni per perpetuare ilproprio potere oppressivo.

Buon Ramadan karim.Shalom - Salaam – Pace

Il comitato organizzatoreMartedì, 11 settembre 2006

Un appello ai delegati del terzo incontro ecumenico di SibiuIstituire una giornata di dialogo cristiano islamico a livello europeo

Si apre domani a Sibiu in Romaniail terzo incontro ecumenico europeoche avrà per tema “La luce di Cristoillumina tutti. Speranza dirinnovamento ed unità in Europa”.Nel salutare ed augurare buonlavoro a tutte le delegazioni chefino al 9 settembre cercheranno dirilanciare l’ecumenismo in Europa,superando le gravi difficoltà che stavivendo il processo ecumenico,vogliamo sottoporre loro l’esigenzadi mettere al centro di tale incontroanche il dialogo con le altrereligioni. Siamo convinti chel’ecumenismo cristiano può essererafforzato se è capace di aprirsi aldialogo con le altre religioni.Particolarmente urgente, vista lacongiuntura internazionale chestiamo vivendo, è il dialogo con

l’islam che è fondamentale perfermare la guerra e costruire unmondo di pace.Per tale motivo ed in vista della“Sesta giornata ecumenica deldialogo cristiano islamico” che sicelebrerà in Italia il prossimo 5ottobre 2007, facciamo appello alledelegazioni riunite a Sibiu affinchéanaloga giornata di dialogo conl’islam venga istituita a livelloeuropeo.Con un sincero augurio di Shalom, salaam, paceIl Comitato Organizzatore dellasesta giornata ecumenica deldialogo cristiano islamicoRoma, li 3 settembre 2007

Lunedì, 03 settembre 2007

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I DOCUMENTI DEL 2008

Dialogo cristiano-islamicoFissata per il 27 ottobre la VII edizione della Giornata ecumenica del

dialogo cristiano islamicoComunicato stampa del 9-7-2008Giunta alla sua settima edizione, laGiornata ecumenica del dialogocristiano islamico viene stabilmentefissata per il 27 ottobre. Ideataall’indomani dell’11 settembre daun gruppo di teologi, sacerdoti,pastori, laici sia cattolici cheprotestanti ed ortodossi, sin qui erastata celebrata l’ultimo venerdì delmese di Ramadan e quindi in unadata mobile, determinata dalcalendario lunare islamico, con unaserie di inconvenienti pratici che neavrebbero pregiudicato larealizzazione sia quest’anno chenegli anni a venire.A questo punto, dopo unaconsultazione con i partnersmusulmani che hanno sostenutol’iniziativa e con la loro adesione, ipromotori hanno ritenuto utilestabilizzare la celebrazione diquesta giornata di dialogo in ungiorno specifico dell’anno. Lascelta è caduta sul 27 ottobre,ripensando a quel primo incontrointerreligioso promosso ad Assisinel 1986 che indubbiamente segnòun punto alto di una ricca stagione

di dialogo interreligioso.Quell’incontro ispirò molte altreiniziative, alcune delle qualiproseguono ancora oggi.Da quest’anno, alle altre siaggiunge anche la Giornataecumenica del dialogo cristianoislamico che, nata da un sempliceappello di singoli cristiani, ha finitoper coinvolgere importanti realtàecclesiali, ecumeniche einterreligiose e contare ogni announ centinaio di eventi locali. Fissarela data della giornata al 27 ottobrevuole quindi inserire la giornata, dicui si riconferma l’assolutanecessità in considerazione delcontesto sociale e politico nel qualesi trova oggi il nostro paese, nel piùampio e sempre più necessariodialogo interreligioso, cosa che delresto in questi anni si è giàverificato in molte realtà nellegiornate di dialogo finorarealizzare.La giornata del dialogo cristianoislamico intende riproporsisoprattutto come occasione diincontro e reciproca conoscenza,per abbattere quel muro di

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pregiudizio e di contrapposizionedelle identità religiose che tantedivisioni sta creando nella societàcivile di tanti paesi del mondo. Inquello spirito di pace e di fraternitàche è alla base della fede deicristiani e dei musulmani. Nel 2008la celebrazione della giornata non

potrà ignorare il grande tema oggiattualissimo della libertà religiosa edi culto in Italia e nel mondo.Il comitato organizzatoreIl sito di riferimento della Giornataè http://www.ildialogo

Mercoledì, 09 luglio 2008

27 ottobre 2008: VII edizione della Giornata ecumenica del dialogocristiano islamico

Auguri ai musulmani per l’inizio del Ramadân Anno Hijri 1429La gioia del dialogo

Comunicato stampa del 30-8-2008

A tutte le musulmane e a tutti imusulmani d’ItaliaCari Amici, Care Amiche,fra pochi giorni inizierà il vostromese di Ramadân. Cogliamo questaoccasione sia per formularvi sinceriauguri fraterni per l’inizio di questomese così importante per la vostrafede, ma che aiuta anche noicristiani a fare i conti con la nostrafede, sia per sottolineare lanecessità di recuperare nei rapportisociali, nei rapporti interreligiosi,nelle singole comunità di fede comenella società civile la dimensionedella gioia, che sembra esserecompletamente scomparsa dalnostro orizzonte di vita.Da troppi anni siamo immersi inuna guerra mondiale devastante,

Iraq, Afghanistan, Medio Oriente,decine di paesi in guerra in Africa,Asia e America del Sud, exJugoslavia, ora Georgia, domanichissà. Il lutto e la violenza entrano nellenostre case non solo dai notiziariradiotelevisivi ma anche dalladiffusione quotidiana, quartiere perquartiere, dell’odio per chiunquepossa essere etichettato come“diverso”. E’ sempre più diffusa la paurasollecitata anche da ordinanze deicosiddetti “sindaci sceriffi”, che difatto negano la possibilitàdell’incontro con chiunque, nonsolo con chi è da essi etichettatocome “diverso”.Crediamo sia giunto il momento diriprenderci tutto intero il nostrodiritto alla gioia e di riscoprire “la

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gioia del dialogo”, dell’incontrocon chi ha cultura e/o religionediversa dalla propria. La diversitàarricchisce perché aiuta a viveremeglio il mistero della vita.Anche in questo sono fondamentalile rispettive tradizioni religiose.Nella Bibbia nel libro dei Salmitroviamo l’appello alla concordia:“Oh quant’è bello e quanto è soaveche i fratelli abitino insieme nellaconcordia! ” (Salmo 133,1). El’umanità è un’unica famiglia. NelCorano troviamo l’appello arifiutare il male: “O voi checredete! Entrate tutti nella Pace .Non seguite le tracce di Satana. Inverità egli è il vostro dichiaratonemico”. (Corano 2.208) NellaBibbia cristiana, nella Prima Letteradi Pietro è scritto: «Chi vuoleamare la vita e vedere giorni felici,trattenga la sua lingua dal male ele sue labbra dal dire il falso; fuggail male e faccia il bene; cerchi lapace e la persegua; perché gliocchi del Signore sono sui giusti e isuoi orecchi sono attenti alle loropreghiere; ma la faccia del Signoreè contro quelli che fanno il male».(1Pt 3,10-12)Chi diffonde odio fra le religioni oproclama crociate e promuove

blasfemi giuramenti in tal senso nonha nulla di religioso, è un nemicodichiarato di Dio e dell’umanità,non è cristiano né musulmano né diqualsiasi altra religione.Riprendiamoci perciò il “dirittoalla gioia”, cerchiamo di viverequesta dimensione, come abbiamoampiamente sperimentato negli anniscorsi, il prossimo 27 ottobre 2008in occasione della VII edizionedella Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico. “Lagioia del dialogo”, che proponiamocome tema della prossima giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico,che da quest’anno sicelebrerà sempre il 27 ottobre perdarle una più piena dimensioneecumenica ed interreligiosa,crediamo sia la migliore medicinacontro il male che troppi interessatimercanti di cannoni diffondono apiene mani per rimpinguare i propriconti in banca.Buon Ramadân dunque nel segnodella gioia per l’incontro conl’altro, chiunque egli sia, daqualunque paese egli provenga.Shalom - Salaam – PaceIl comitato organizzatoreSabato, 30 Agosto 2008

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UN CONTRIBUTO DELLA CHIESA DI PADOVA ALLARIFLESSIONE SUI LUOGHI DI CULTO MUSULMANI

di La Diocesi di PadovaImportante documento della diocesi di PadovaRiprendiamo il seguente documentodal sito http://www.padovaisl delladiocesi di Padova dedicata aldialogo con l’Islam, sito chevivamente cosnigliamo ai nostrilettori. Si tratta di un importantecontributo al dialogo e diopposizione alle tendenze xenofobee razziste impersonate dalla LegaNord che si appresta a mettere incampo iniziative tendenti allacriminalizzazione dei migranti,soprattutto di quelli di religioneislamica. Ci auguriamo che sullabase del presente documento possaesserci una rinnovata iniziativa didialogo cristiano-islamico checoinvolga tutte le chiese cristiane inItalia.Vanno diffondendosi in città e indiocesi luoghi di preghiera e disocializzazione per immigrati difede musulmana. Questo fattoprovoca reazioni diverse tra lagente, talvolta di accettazione eaccoglienza, altre invece didiffidenza e rifiuto. Si tratta di unfenomeno complesso e nuovo per ilnostro territorio e nella nostracultura, di fronte a cui ci si trovaforse impreparati e si avverte lafatica stessa delle autorità civili,responsabili della vita pubblica, nel

prendere le necessarie decisioni.La Diocesi sta seguendo conattenzione il dibattito che si è aperto- in particolare nella città di Padova- e intende esprimere il suo pensieroper contribuire a un dialogo sereno,rispettoso, aperto al confronto eimpostato all’interno di una logicadi conoscenza più precisa del datosociale e culturale, al di fuori diqualsiasi forma distrumentalizzazione ideologica opolitica.Sull’argomento sia la Chiesaitaliana che le Chiese del Trivenetosono già intervenute con riflessionie indicazioni, con riferimento allaDottrina sociale della Chiesa e insintonia col patrimonio di fede e dicultura delle nostre comunità. Sonoriferimenti che collocano lacomunità ecclesiale su posizioninon legate a ideologie sociali ereligiose né a indicazioni di partitipolitici.La Chiesa cerca di muoversi infedeltà al Vangelo e nella ricerca delbene delle persone, in libertà e nellalogica del bene comune. In questistessi termini si pone la Chiesa diPadova in merito alla questioneattuale.

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Siamo convinti, infatti, che ladiscussione sulla "moschea" aPadova non possa ridursi a unoscontro tra posizioni ideologiche otra appartenenze politiche confinalità di potere. La questione della"moschea" è prima di tutto unproblema culturale complesso epone a tema il rapporto della città edelle nostre comunità cristiane conuna realtà sociale, culturale ereligiosa "diversa" e relativamentenuova.In questa prospettiva è opportunoricordare, anzitutto, il diritto di ognipersona e di ogni gruppo socialealla libertà religiosa, sancito dallaCostituzione italiana e dalla Cartadei diritti dell’uomo. Per noicristiani fa parte anchedell’insegnamento della Chiesa.La libertà religiosa è un dirittocivile fondato sulla natura stessadella persona e non sullaconcessione di qualche autorità. Perquesto non può essere negata nédisattesa. Ciò comporta, per tutti, lalibertà di credere e di professare,anche pubblicamente, la propriafede religiosa.Il rispetto delle persone passa ancheattraverso il rispetto di questodiritto umano fondamentale, checostituisce pertanto un dovere per isingoli e le comunità. Un dirittodovere che spetta alle autoritàpolitiche e amministrative tutelare.

Il caso specifico in discussione aPadova, tuttavia, non rimanenell’ambito strettamente religioso,non riguardando solo la costruzionedi un luogo di culto. La questione,infatti, è contemporaneamente dinatura culturale e sociale: riguardala convivenza tra realtà diversepresenti nella stessa città, conconseguenti ricadute sulla vita dellepersone, sui rapporti con lapopolazione residente e con ilterritorio. È proprio per questo chele autorità pubbliche sono tenute aregolamentare la questione, nelrispetto delle leggi italiane.Auspichiamo quindi che iresponsabili di queste decisioniagiscano con prudenza elungimiranza e sulla base diprocedure giuridiche eamministrative le più democratiche,trasparenti e lineari possibili, perfavorire un clima di concordia e dipace e la maturazione di unacoscienza civile adeguatamenteattrezzata e formata ad accogliere igrandi cambiamenti sociali in atto.Per questo motivo e per superaresensi di paura e di allarmismo, nonè fuori luogo né lesivo della libertàreligiosa, che le autorità competentichiedano - e rendano note alla città- garanzie sulla rappresentatività, leattività, i finanziamenti e i soggettiresponsabili di questi nuovi centridi aggregazione e di preghiera. Il

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tutto nel rispetto del principio dellalegalità e delle esigenze di ordinepubblico.Noi riteniamo che la questione della"moschea" a Padova, una voltagarantita la legittimità el’osservanza delle leggi e delleprocedure - che sono valide per tutti- sia un’occasione per i cittadini diPadova e del territorio di imparare avivere insieme pur nella diversità,che può diventare un’occasione dicrescita. Assicurato il rispettoreciproco, la strada è quella delconfronto e del dialogo, che iniziasempre dalla conoscenza gli unidegli altri.Come Chiesa inoltre sollecitiamol’attenzione sul principio di unafattiva reciprocità: il diritto-dovereal rispetto della libertà religiosariguarda tutti e quindi deve esserericonosciuto e rispettato anche daimusulmani nei confronti, peresempio, di chi sceglie di diventarecristiano. Questione questa chetocca da vicino la nostra realtàlocale. La reciprocità è necessariaper garantire la convivenza tradiversi e su questo si invocal’attenzione di chi ha responsabilitàdi governo anche sul pianointernazionale. Non c’è dubbio chela libertà religiosa richiesta per sestessi diventa obbligante prima ditutto per chi la chiede.Dai credenti musulmani, pur

comprendendo gli inevitabiliproblemi legati al processomigratorio, ci aspettiamoun’assunzione di responsabilità neiconfronti del contesto locale,convinti che un vero inserimento siattui grazie all’acquisizioneconvinta dei doveri civili e arelazioni ispirate al reale desideriodi una società comune. Ciòcomporta, ad esempio, un maggioreinserimento nella vita sociale, senzaripiegamenti esclusivi all’internodel proprio gruppo di riferimento.Un contesto come l’attuale,caratterizzato da tante sfide e dallacompresenza di molte religioni,rende urgente la conoscenza e lacooperazione tra fedi diverse,l’impegno sincero e continuo afavore di tutti, la qualità del mododi proporre la personale visione diDio e i comportamenti che neconseguono. Su questo la Chiesa diPadova è impegnata da tempo coniniziative concrete - dal Servizio perle relazioni cristiano-islamiche agliincontri della Pastorale ecumenica edella cultura, dalle proposte per imigranti ai vari servizi di carità efraternità attuati dalla Diocesi ediffusi nel territorio - e rimanedisponibile a proposte e occasioniformative capaci di qualificarel’agire dei credenti e della comunitàtutta per il bene comune.La Diocesi di Padova

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Padova, 10 maggio 2008

N.B. La Diocesi di Padova da anniha istituito un apposito Servizio perle relazioni cristiano-islamiche emolto materiale informativo e didocumentazione si può consultaresul sito internet all’indirizzowww.padovaislam.it ; altre

informazioni che riguardano ilfenomeno migratorio nel suocomplesso e l’attività della Chiesalocale si possono trovare anche neisiti della pastorale dei migrantiagli indirizzi www.diweb.it/pd/pm,www.diweb.it/pd/migr

Lunedì, 12 maggio 2008

Dialogo cristiano-islamicoCristiani e musulmani: un dialogo in salita. Ma che continua

di Paolo Naso, giornalista e docente di scienza politica alla Sapienza diRoma

E’ evidente che negli ultimi due, treanni il cosiddetto dialogo cristianoislamico ha subito una bruscafrenata: in pochi mesi si sonorarefatte le occasioni di incontro, sisono chiusi alcuni laboratori diconfronto teologico e persino iltermine è diventato sospetto inquanto giudicato pericolosamenteprossimo al relativismo e alsincretismo. E così, quasiparadossalmente, oggi rischia disfilacciarsi quella rete di buonepratiche di incontro, conoscenza,amicizia tra le due comunità che,soprattutto dopo la tragedia dell’11settembre, avevano avuto unimpulso importante. Un interprete autorevoledell’urgenza del dialogo fu alloraGiovanni Paolo II che, negli ultimianni del suo pontificato, compì una

serie di gesti che destarono clamoree qualche inquietudine: giàall’indomani del tragico attentatoalle Torri Gemelle, respinse ilconcetto stesso di "scontro diciviltà" contrapponendogli quello di"civiltà dell’amore"; in occasionedell’ultimo venerdì del mese diRamadan del 2001 decise didigiunare insieme a milioni dimusulmani di tutto il mondo; agennaio del 2002 promosse unsecondo incontro ad Assisi al qualeparteciparono rappresentanti dellemaggiori comunità di fede di tutto ilmondo. Il mondo protestanteitaliano ed internazionale si mossenella stessa direzione,promuovendo e moltiplicando leoccasioni di incontro,sottoscrivendo con convinzionequell’impegno della Carta

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ecumenica teso a "intensificare atutti i livelli l’incontro tra cristiani emusulmani ed il dialogo cristiano-islamico". Nacque in quel contesto,promossa da un piccolo gruppo diprotestanti e cattolici, la "giornataecumenica per il dialogo cristianoislamico" che sta per giungere allasua VII edizione.Alle nostre spalle abbiamoinsomma anni di una certa operositànel dialogo, anni che hannoconsentito di approfondire lareciproca conoscenza ed hanno resopossibile qualche azione comunecontro il pregiudizio e ilradicalismo religioso da una parte,ma anche per la convivenza in unasocietà sempre più multiculturaledall’altra. Detto questo, oggi si avverte che ilvento è cambiato. Dai gesticoraggiosi di Giovanni Paolo II, si èpassati alle chiose dogmatiche diBenedetto XVI; una valutazionegeneralmente positiva del dialogoha fatto spazio alla denuncia deirischi che comporta; dallaprospettiva dell’incontro intorno avalori e impegni comuni si è passatialla rivendicazione della propriaorgogliosa identità.Quella del dialogo tra cristiani emusulmani è allora una stagionechiusa? Se ne è parlato in occasione di unaConsultazione promossa dalla

Commissione per il dialogo conl’Islam della Federazione dellechiese evangeliche in Italia, svoltasia Roma presso la Facoltà valdese diteologia lo scorso 23 giugno. Unaventina di persone - protestanti,cattolici e musulmani di diverseorganizzazioni e tradizioni - si sonoincontrati per tentare un bilancio diquesta fase. Condivisa da tutti, daicristiani quanto dai musulmani, lapreoccupazione per il clima che sista determinando nei confronti dialcune minoranze e quindi anchedei musulmani; comune anche losconcerto per le violenze di certecampagne politiche "contro lemoschee" dal tonoinequivocabilmente islamofobico erazzista; unanime anche il giudiziosullo stop imposto a quella leggeper la libertà religiosa che, anche inassenza di un’Intesa, garantirebbealla comunità islamica presente inItalia alcuni diritti fondamentalitutelati dalla Costituzione.Il problema è che una frenata allastrategia del dialogo interreligiosorallenta anche ogni processo diintegrazione e quindi complica laconvivenza di diverse tradizioniculturali e religiose all’interno dellastessa comunità civile. Da teologicoe spirituale il deficit diventa socialee politico.Alcuni interventi nel corso dellaConsultazione hanno anche

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sottolineato che, nonostante il climagenerale, molte esperienzeproseguono e si sono anche avviatinuovi "colloqui": ad esempio ildocumento dei 138 saggimusulmani rivolto ai responsabilidelle chiese cristiane costituisce unimportante fattore di novità. Moltofanno anche gli istituti teologici e leuniversità che sembrano risponderealla crescente domanda diinformazione e conoscenza sulmondo islamico e sulle relazioni tracristiani e musulmani. Proseguonoanche importanti esperienze localiche, talvolta, hanno avuto ancheimportanti riconoscimentiistituzionali: ad esempio alcuneconsulte interreligiose cittadinesorte con il convinto contributo dicristiani e musulmani.L’impressione quindi è che ildialogo, sia pure in salita e conqualche fatica, prosegua. Perconsolidarlo e renderlo fruttuosooccorre individuare nuovi

strumenti, nuove formule e nuovispazi di incontro; occorre anche - siè detto nella Consultazione -allargare la cerchia di coloro che lovivono come un’esperienzasignificativa per la propria vitaspirituale e per la convivenzasociale. Insomma un dialogo piùpartecipato e diretto, con piùteologia e più spiritualità. In unasocietà pluralista e multiculturalequesto dialogo ha anche unavalenza esplicitamente sociale,serve a costruire convivenza,solidarietà civile, senso diappartenenza. Una teologamusulmana intervenuta allaConsultazione ha citato un dettoislamico secondo cui "la preghieranon è altro che servire il popolo". Ese è un servizio la preghiera, amaggior ragione può esserlo ildialogo.

Venerdì, 27 giugno 2008

Dialogo cristiano-islamicoVerso una vita piena d’amore

di Brunetto SalvaraniArticolo scritto per Popoli sulla prossima Giornata ecumenica

Il 14 dicembre 2001, ultimo venerdìdel mese di Ramadan dell’anno1422 dall’Egira, Giovanni Paolo IIchiese (nel bel mezzo della guerra

in Afghanistan) di condividere ildigiuno di Ramadan a donne euomini di buona volontà. Occorrericordare che Il mese di Ramadan, il

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nono del calendario islamico, è resodoppiamente sacro per il fatto che è"il mese in cui fu rivelato il Coranocome guida per gli uomini e provachiara di retta direzione e salvezza"(Sura II, v. 185). Il digiuno è ilquarto dei cinque pilastri dell’islam,ed è un atto basilare di culto,obbligatorio per tutti i musulmanitranne che per alcune categorie dipersone.Un messaggio alto, quello di KarolWojtyla, recato a tre mesi daltremendo 11 settembre, che nellastrategia papale proseguiva quellapedagogia dei gesti con cui egliaveva scelto di porsi di fronte allefedi altre, sin dai primi tempi delpontificato. Da allora quell’ultimovenerdì è divenuto, per molticristiani e musulmani in Italia, ladata simbolica in cui ritrovarsi, perrilanciare la strada del dialogo.Nonostante tutto! Nonostante questigiorni cattivi che durano da troppotempo, segnati più dalla pesantezzadelle chiusure identitarie e degliindividualismi eretti a sistema chedalla leggerezza che Italo Calvinoinvitava a portare con sé come virtùchiave per il terzo millennio. Ladifferenza, come sempre, la puòfare l’iniziativa dal basso, cherompe gli schemi delle personeintruppate nelle rispettiveappartenenze e mette a contattodonne e uomini delle varie religioni

o senza religione che s’incontranoper dire che non ne possono più diodio, e di religioni al servizio deipotenti di turno. Ma come rilanciareil dialogo, mentre tale parola rischiail depotenziamento, o addirittural’insignificanza, a causa del suoabuso e della sua banalizzazione?Il criterio centrale per un dialogarefruttuoso è favorire la maturazionedi un atteggiamento positivo versole altre fedi. Si tratta di avviare uncammino che può rivelarsi lungo ecomplesso: inutile farsi illusioni,ma pure fasciarsi la testa prima diaverci provato seriamente, siachiaro! Ecco dunque qualcheindicazione di metodo cheaiuterebbe l’incontro, rendendolomeno traumatico. Prima di tutto, ildialogo interreligioso dovràmaturare nel quadro delriconoscimento che vi sonocoinvolti non le religioni (entitàastratte) bensì donne e uomini incarne e ossa, con storie, vissuti,sofferenze, peculiari e irripetibili.Non sembri banale, o scontato:quanti errori sono stati compiuti, econtinuano a farsi, per una letturatutta ideologica e metafisicadell’altro! Gli esempi sisprecherebbero... andrebbero perciòcostruite occasioni d’incontro, inambienti che favoriscano il contattoeffettivo. Operare insieme inqualche settore specifico,

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affrontando problemi sociali odiscriminazioni palesi, potrebbe poirendere più convincente un rapportointerreligioso. Diffondereesperienze, buone pratiche etestimonianze dirette, agevoleràcerto il percorso. Un’ultima considerazione riguardala necessità di investire sullapreparazione e formazione digiovani che intendano svolgere unruolo di guide e di mediatori sultema del dialogo nelle diversecomunità. La generazione che havissuto appieno il Concilio stainfatti per concludere la sua vicendaterrena, e il rischio di non passare iltestimone a quella odierna è forte.Ecco l’urgenza di ricentrare icurricula degli studi teologicifacendovi rientrare il dialogo e laconoscenza delle religioni altre, macoinvolgendo anche la pastorale diparrocchie e movimenti. L’obiettivoè uscire dal falso presupposto percui il dialogo sarebbe un’attivitàriservata a specialisti, e assumerecome caso serio l’invito diGiovanni Paolo II nella

Redemptoris Missio: “tutti i fedeli ele comunità cristiane sono chiamatia praticare il dialogo interreligioso”(n.57). Sì, la grande sfida di oggi è dievitare una lettura delle differenzeesistenti, talora profonde, come unoscontro tra Bene e Male, e dirifiutare la demonizzazionedell’altro! Dobbiamo guardare lenostre differenze non come a idolida adorare, ma come arricchimentireciproci verso una vita pienad’amore, quell’amore che percristiani e musulmani caratterizzal’essenza di Dio. Se uno dei nomidivini della tradizione islamica èAl-Wadud, L’amorevole, la Bibbiadice che “da questo conoscerannotutti che siete miei discepoli, seavete amore gli uni per gli altri”(1Gv 13,35). Non dimentichiamolo,in occasione dei prossimiappuntamenti del dialogo cristiano-islamico. Brunetto Salvarani

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VII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoLettera alle donne e agli uomini di buona volonta’ in occasione della

settima giornata ecumenica del dialogodi Brunetto Salvarani

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,il 27 ottobre 2008 celebreremo lasettima giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico.Come sapete, questa iniziativaormai radicatasi in tutta Italia siispira al fatto che il 14 dicembre2001, ultimo venerdì del mese diRamadan dell’anno 1422dall’Egira, Giovanni Paolo II chiesea tutti, donne e uomini di buonavolontà (nel cuore della guerra inAfghanistan!) di condividere ildigiuno di Ramadan. Un messaggioaltissimo, inviato significativamentea soli tre mesi dal terribile 11settembre, che nella strategiapontificia proseguiva quellapedagogia dei gesti con cui egliaveva scelto di porsi di fronte allefedi altre, sin dai primi tempi delpapato. Da allora, quell’ultimovenerdì è divenuto, per molticristiani di diverse confessioni emusulmani in Italia, la ricorrenzasimbolica in cui ritrovarsi, perrilanciare l’urgenza del dialogo.Nonostante tutto! Nonostante questigiorni cattivi che durano da troppotempo, segnati più dalla pesantezzadelle chiusure identitarie e degliindividualismi eretti a sistema che

dalla leggerezza che il nostro ItaloCalvino, nelle sue Lezioniamericane, invitava a portare con sécome virtù chiave per il terzomillennio. La differenza, comecapita spesso, la può farel’iniziativa dal basso, che rompe glischemi delle persone serrate nellerispettive appartenenze e mette acontatto donne e uomini dei varicredi o senza credo che si ritrovanoassieme per dire che non nepossono più di odio, e di religionistrumentalizzate al servizio deipotenti di turno. Ma come rilanciareil tema del dialogo, mentre taleparola rischia il depotenziamento, oaddirittura l’insignificanza, a causadel suo abuso e della suabanalizzazione?LA MEMORIA DI ASSISIPrima di provare a rispondere,bisogna evidenziare che quest’annosi registra una novità nell’iniziativasopra citata: invece di svolgersil’ultimo venerdì di Ramadan, comeormai d’abitudine, la Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico sarà celebrata il prossimo27 ottobre, a memoria di quellostesso giorno che, nel lontano 1986,vide riunirsi ad Assisi moltirappresentanti delle religioni

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mondiali a pregare per la pace.D’ora in poi, per ragioni di praticità(la ricorrenza era mobile, come ilcalendario islamico, e prestosaremmo giunti all’appuntamento inpiena estate) la data del 27 ottobrerimarrà fissa, permettendoci disegnare in anticipo la ricorrenzanelle nostre agende. Appare difficile negare, peraltro,che il popolo del dialogo arrivi atale scadenza con il fiato corto, perpiù di una ragione. Non pochiosservatori stanno annotando, anzi,che confronto dialogico fra cristianie musulmani ha subito, perlomenoalle nostre latitudini, una bruscafrenata: da qualche tempo sonodrasticamente diminuite leoccasioni d’incontro, alcunilaboratori teologici ben avviati sonostati chiusi e persino la terminologiaadottata (termini quali dialogo edecumenismo) si è fatta sospetta adiverse orecchie, in quantopercepita come pericolosamenteprossima a relativismo esincretismo. C’è scoramentodiffuso, stanchezza, disillusione. Incontrotendenza, andrà citato ilprocesso in atto cominciato un annofa (13 ottobre 2007) attorno allalettera dei 138 saggi musulmaniinviata ai responsabili delle chiesecristiane, che potrebbe costituire unimportante fattore di novità. Nelcomplesso, tuttavia, si può

affermare che sta rischiandoseriamente di sfilacciarsi la rete dibuone pratiche d’incontri fraterni,conoscenze, amicizie tra le duerealtà religiose che,paradossalmente soprattutto dopo ildramma delle Twin Towers,avevano trovato impulso un po’dappertutto nel nostro Paese. Viene da chiedersi, allora: dov’èfinita quell’operosità nel dialogo,che aveva consentito diapprofondire una certa reciprocaconoscenza e reso realistica qualcheazione comune contro il pregiudizioe i fondamentalismi religiosi da unaparte, ma anche per una positivaconvivenza in una società semprepiù multi e interculturale dall’altra?Non è facile rispondere, o forse sì:si sente ripetere che il vento ècambiato, che sta trionfando ilsenso di paura nei confrontidell’altro, e che i frutti ottenutisinora dai dialoghi effettuati sonotroppo esigui, per cui risultanaturale scoraggiarsi. Siamo passatidal tempo dell’incontro alladenuncia generalizzata dei suoirischi; dalla prospettiva di unradunarsi intorno a valori e impegnicomuni, dalla proclamazione dellalibertà religiosa, dalla lotta control’islamofobia e qualsiasi forma dirazzismo in questi mesi risorgente,alla rivendicazione orgogliosa dellapropria identità. Fino al

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martellamento costante dei media edi vari politici imprenditori dellapaura contro l’edificazione di nuovemoschee e luoghi di culto, sempre ein ogni caso visti come potenzialicellule terroristiche.LE FONDAMENTADELL’INCONTROQuesta può essere un’occasionepropizia, dunque, per soffermarci,una volta di più, sulle fondamentadell’incontro interreligioso, nellaconsapevolezza che non si può maidare per scontato nulla, di questitempi.Mi pare che il criterio centrale perun dialogare fruttuoso, in primoluogo, è di favorire la maturazionedi un atteggiamento positivo versole altre fedi. Si tratta di avviare uncammino che può rivelarsi lungo ecomplesso: inutile farsi illusioni,ma anche fasciarsi la testa prima diaverci provato seriamente, siachiaro! Ecco dunque qualcheindicazione di metodo cheaiuterebbe l’incontro, rendendolomeno traumatico. Prima di tutto, ildialogo interreligioso potrà fiorirenell’ambito del riconoscimento chevi sono coinvolti non le religioni(entità astratte) bensì donne euomini in carne e ossa, con storie,vissuti, sofferenze, peculiari eirripetibili. Non sembri banale, oscontato: quanti errori sono staticompiuti, e continuano a farsi, per

una lettura tutta ideologica emetafisica dell’altro! Gli esempi sipotrebbero sprecare... andrebberoperciò costruiti momenti difraternità, in ambienti chefavoriscano il contatto effettivo.Operare insieme in qualche settorespecifico, affrontando problemisociali o discriminazioni palesi,aiuterebbe poi a rendere piùconvincente un rapportointerreligioso. Diffondereesperienze, buone pratiche etestimonianze dirette, agevolerà dicerto questo percorso. Una successiva considerazioneriguarda la necessità di investiresulla preparazione e formazione digiovani che intendano svolgere unruolo di guide e di mediatori sultema del dialogo nelle diversecomunità di appartenenza. Lagenerazione che ha vissuto appienoil Concilio sta infatti per concluderela sua vicenda terrena, e il rischio dinon passare il testimone a quellaodierna è forte. Ecco l’urgenza diricentrare i curricula degli studiteologici facendovi rientrare ildialogo e la conoscenza dellereligioni altre, ma coinvolgendoanche la pastorale di parrocchie emovimenti. Bisogna uscire dal falsopresupposto per cui il dialogosarebbe un’attività riservata aspecialisti! La mia e nostra speranza è che il

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dialogo, sia pure in salita e con lefatiche oggettive (penso anche allecontraddizioni di Sibiu, terzaassemblea ecumenica europea, delsettembre 2007, o alla ancor scarsadiffusione della ChartaOecumenica) prosegua: in fondo, sitratta di un processo giovane, natosolo pochi anni fa… Perconsolidarlo e renderlo realmenteefficace, occorrerà individuarenuovi strumenti, nuove formule enuovi spazi di incontro; ma ancheallargare la cerchia di coloro che lovivono come un’esperienzasignificativa per la propria vitaspirituale e per la convivenzasociale. Insomma un dialogo piùpartecipato e diretto, con piùteologia e più spiritualità. In unasocietà pluralista e accogliente taledialogo ha anche una valenzaesplicitamente sociale, serve acostruire convivenza, solidarietàcivile, senso di appartenenza. Unateologa musulmana iraniana chevive in Italia, spesso presente nelleiniziative interreligiose, ShahrzadHousmand, cita volentieri un dettoislamico secondo cui “la preghieranon è altro che servire il popolo”. Ese è un servizio la preghiera, amaggior ragione può esserlo ildialogo!“…CHE I FRATELLI VIVANOINSIEME”Da parte degli organizzatori della

Giornata (via via allargatisi, fino acomprendere molte riviste e gruppiimpegnati a vario livello) ilmessaggio è che, proprio oggi, saràquanto mai necessario non desisteredal cammino intrapreso. A dispettodei profeti di sventura. Il 27 ottobre2008, pertanto, rappresenteràsenz’altro un nuovo momento disemina. E’ non è casuale che loslogan con cui si accompagnerannogli eventi di questa settima giornata(sono parecchie decine quelli sinoraprevisti) sarà la gioia del dialogo:andando, una volta di più,controcorrente, dato che oggi, comedicevamo, ne sono piuttostosottolineati i pericoli, le ingenuità, itimori. Sì, il frutto più bello deldialogo, come sa chi lo praticadavvero, è proprio quello,umanissimo, della gioia: in primoluogo, la gioia di scoprirsi fratelli esorelle nonostante le tantedifferenze, che non vanno sottaciute(e nonostante il cattivo ventocontrario). Per renderlo prassiabituale, i credenti nel Dio unicosono chiamati a ritrovare nel cuoredi ciascuno il coraggio di sperare,contro ogni speranza. Con questo spirito, il prossimo 27ottobre in tanti digiuneremo,discuteremo, ascolteremo, cichiederemo perdono a vicenda,domanderemo a Dio di aiutarci nelnostro cammino, ci interrogheremo

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sulle tante difficoltà e sul nostropeccato… e avremo sulla bocca, operlomeno nell’intimo, le parole delSalmo 133: “Ecco, quanto è buonoe quanto è soave/ che i fratellivivano insieme”. Ma anche quelledel Corano: “In verità i credenti

sono fratelli: ristabilite la concordiatra i vostri fratelli e temete Allah”(Sura 49,10).Con i più fraterni auguri di shalom– salaam - paceBrunetto SalvaraniCarpi, 23 ottobre 2008

VII Gioarnata del dialogo cristiano islamicoLettera del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Gian Mario GilliodirettoreRivista "Confronti"Coop. Com Nuovi Tempi srltel 06/4820503fax 06/[email protected] direttore Gian Mario Gillio,la ringrazio veramente per l’invito apartecipare il 27 ottobre alla VIIGiornata ecumenica nazionale deldialogo cristianio islamico. Purtroppo non sarò in Italia, per unimpegno del mio ufficio e non potròquindi essere presente.La prego di trasmettere a tutti ipartecipanti il mio più caldoaugurio di buon lavoro. DesideroesprimerLe il mio plauso per ladecisione di far coincidere la datadel vostro convegno con quelladell’incontro svoltosi nel 1986 adAssisi, su iniziativa di Papa

Giovanni Paolo II: incontro chevide uniti nella preghiera per lapace i rappresentanti di religioni diogni parte del mondo. Ritengo che sia di grandeimportanza il contributo che lereligioni possono dare, attareversoun dialogo costruttivo basato sulreciproco rispetto, al rafforzamentodi rapporti di pace fra le nazioni.Non è meno importante, come Ellaosserva nella sua lettera il radunarsidelle religioni, all’interno deisingoli paesi, intorno a valori eimpegni comuni, al fine didifendere il principio della libertàreligiosa e di combattere l’emergeredi pericolose tendenze razziste exenofobiche. Ancora ringraziandola per l’invitorivoltomi, la prego di accogliere imiei più sentiti e cordiali saluti.

Giorgio Napolitano

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NotizieLA COREIS PARTECIPA IN TUTTA ITALIA ALLA GIORNATA DEL

DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICOLa CO.RE.IS. (ComunitàReligiosa Islamica) Italianapartecipa oggi in varie città d’Italiaalla settima "Giornata del dialogocristiano-islamico", che ha luogo il27 ottobre per ricordare l’incontrointerreligioso promosso proprio inquesta data ad Assisi nel 1986.In quell’occasione il fondatore dellaCOREIS Shaykh Abd al-WahidPallavicini incontrò PapaGiovanni Paolo II, dando il via adecenni di iniziative ecumenicheper il dialogo con ebrei e cristiani.Diverse le città coinvoltenell’iniziativa. A Genova, dopol’incontro pomeridiano allaCommenda di Prè, avrà luogo nelSalone di Rappresentanza diPalazzo Tursi una tavola rotondasul tema della moschea nelcapoluogo ligure. Con il senatoreEnrico Musso interviene il VicePresidente della COREIS YahyaPallavicini.A Piacenza il rappresentanteregionale della COREIS Abd al-Adhim Pisano interviene colVescovo vicario della città emilianaMonsignor Ferrari presso ilConvento delle suore di clausuracarmelitane: l’incontro è dedicatoalle auspicabili convergenze tracristiani e musulmani sui temi della

famiglia.A Torino, presso la Sala Valdese, ilrappresentante piemontese dellaCOREIS Abd ar-Razzaq Bergiapresenta un testo sul perdono nelladottrina islamica, incontrandocattolici, ortodossi e protestanti inun dibattito dal titolo: "Conoscersiper costruire convivenza e pace".A Palermo l’incontro è promossodalle chiese cattoliche, ortodosse eprotestanti della Sicilia. L’imamYusuf Abd al-Hadi Dispotointerviene sul tema "Amore di Dio,amore del prossimo", anticipandoil tema del Forum cattolico-musulmano che avrà luogo aRoma dal 4 al 6 novembre.Le conferenze organizzate in tuttaItalia per la Giornata del dialogocristiano-islamico costituiscono ilprologo dei seminari di novembre,quando il Vice Presidente dellaCOREIS Italiana Yahya Pallavicinifarà parte della delegazione islamicache, al termine del Forum,incontrerà il Papa Benedetto XVI.

Yunus DistefanoPortavoce e responsabile per lerelazioni con la stampa dellaCOREIS (Comunità ReligiosaIslamica) [email protected]ì, 28 ottobre 2008

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I DOCUMENTI DEL 2009

Appello del collettivo islam-online.it per l'VIII Giornata del DialogoCristiano Musulmano

di islam-online.itRiceviamo questo appello per laottava giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico dalcollettivo del sito islam-online.itche ringraziamo vivamente perquesta presa di posizione.Nell'VIII anno in cui celebreremouna giornata benedetta eimportante, oltre che dovuta enecessaria, il clima generale che alivello istituzionale si respira nelnostro Paese, non fa che peggiorare.Va da sé che la nostra comunità puressendo anche italiana, autoctona oper acquisizione di cittadinanza, ècomposta in grandissima parte dastranieri. Uomini e donne e bambiniche si confrontano oggi con unaprecarizzazione della loro presenzasul territorio nazionale a causa diuna serie di provvedimentichiaramente punitivi di unasupposta estraneità alla culturanazionale.La nostra accezione del Dialogonon può essere teorica oaccademica: non ci vogliamorapportare con i nostri fratelli esorelle cristiani sulle questioniattinenti la fede o il rispettivopercorso religioso, ma piuttosto

sull'apporto che tutti insiemepossiamo e dobbiamo dare allaqualità della vita delle creature.In questa terra, che è di Dio primache di ogni altro, vogliamo che gliuomini, le donne e i bambinimigranti possano vivere in serenitàe giustizia, rispettando le leggi edessendone rispettati.Le aberrazioni dei diritti umaniimplementate dai recentiprovvedimenti non possono chepreoccuparci grandemente evorremmo che la giornata del 27ottobre e le iniziative che le farannoda contorno, prima e dopo quelladata, possano essere dedicate adestendere la consapevolezza suquello che sta accadendo e chepotrebbe accadere a decine dimigliaia di migranti, anche regolari,che rischiano di scivolare nellaclandestinità, per un lavoro perso onon trovato, per un banale incidenteburocratico, per una colpa da nulla.Fratelli e sorelle cristiani, nellavostra e nostra lettura dellapredicazione di Gesù figlio diMaria, ritroviamo unanimi ilsuperamento di ogni entocentrismoe l'universalità dell'accoglienza.

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Le vostre fonti, che accettiamo neicontenuti senza alcuna riserva, nondicono forse: "Ero straniero e miavete accolto" (Mt 25,35). "Tratterete lo straniero che risiedefra voi come colui che è nato fravoi; tu l'amerai come te stesso",Levitico 19,33-34 e, nelDeutoronomio 10,19 "Amate lostraniero perché anche voi fostestranieri nel paese d'Egitto", fino a "Non dimenticate l'ospitalità,perché alcuni, praticandola, hannoospitato senza saperlo degli angeli".Lettera agli Ebrei 13,2.Eppure sono cristiani, e nerivendicano orgogliosamente leradici, coloro che non accolgono,maltrattano, non amano edimenticano il doveredell'ospitalità:

La perdita di questi valori, oltre aldanno atroce che provocano ai piùdeboli nella nostra attuale società,determina una perdita umanacollettiva di cui il Paese può e deverendersi conto.Sia allora l'VIII giornata delDialogo Cristiano-Musulmano,l'inizio di una grande azione civile,coerente e coesa tra tutti gli uominidi buona volontà affinché il Paeseapprocci la questione della presenzastraniera con rispetto ericonoscimento dello sforzo che daquel comparto viene allo sviluppo ealla sicurezza collettivi.

Lunedì 21 Settembre,2009 Ore:14:51

LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ INOCCASIONE DELL’OTTAVA GIORNATA ECUMENICA DEL

DIALOGO di Brunetto Salvarani

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,il 27 ottobre 2009 celebreremol’ottava giornata ecumenica deldialogo cristianoislamico.Come sapete, questa iniziativaormai radicatasi in tutto il Paese siispira al fatto che il 14 dicembre2001, ultimo venerdì del mese diRamadan dell’anno 1422

dall’Egira, Giovanni Paolo II chiesea tutti, donne e uomini di buonavolontà (nel cuore della guerra inAfghanistan!) di condividere ildigiuno di Ramadan. Un messaggioaltissimo, inviato significativamentea soli tre mesi dal terribile 11settembre, che nella strategiapontificia proseguiva quellapedagogia dei gesti con cui egli

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aveva scelto di porsi di fronte allefedi altre. Da allora, quell’ultimovenerdì è divenuto, per molticristiani di diverse confessioni e permolti musulmani in Italia, laricorrenza simbolica in cuiritrovarsi, per rilanciare l’urgenzadel dialogo. Nonostante tutto!Nonostante questi giorni cattivi chedurano da troppo tempo, segnati piùdalla pesantezza delle chiusureidentitarie e degli individualismieretti a sistema che dalla leggerezzache il nostro Italo Calvino, nelle sueLezioni americane, invitava aportare con sé come virtù chiaveper il terzo millennio. La differenza, come mi piaceripetere, la può fare solo l’iniziativadal basso, che rompe gli schemidelle persone serrate nelle rispettiveappartenenze e mette a contattodonne e uomini dei vari credi osenza credo che si ritrovanoassieme per dire che non nepossono più di odio, e di religionistrumentalizzate al servizio deipotenti di turno. Ma come rilanciareil tema del dialogo, mentre taleparola rischia il depotenziamento, oaddirittura l’insignificanza, a causadel suo abuso e della suabanalizzazione? Domanda difficile,su cui soffermarsi appare vitale,peraltro! In un contesto del genere,lasciatemelo dire, appare in ognicaso quasi miracoloso che

l’esperienza della Giornataecumenica del dialogo giunga altraguardo del suo ottavo anno divita in così buona salute. Se essa hasaputo attraversare indenne questianni complicati, faticosi, e questiultimi mesi addirittura affannati,densi di slogan beceri e dicontrapposizioni frontali, non èsoltanto per il nostro impegno, maperché, in realtà, al dialogo nonesiste alternativa. Il problema,piuttosto, riguarda la suapraticabilità, in un contesto direiterate e penosestrumentalizzazioni, di ascoltoreciproco sostanzialmente nullo e direciproche scomuniche quotidiane.Lo scorso anno, invece di svolgersil’ultimo venerdì di Ramadan, comeormai d’abitudine, la Giornataecumenica del dialogocristianoislamico è stata celebrata il27 ottobre, a memoria di quellostesso giorno che, nel lontano 1986,vide riunirsi ad Assisi moltirappresentanti delle religionimondiali a pregare per la pace. Daallora, per ragioni di praticità (laricorrenza era mobile, come ilcalendario islamico, e prestosaremmo giunti all’appuntamento inpiena estate) la data del 27 ottobrerimarrà fissa, permettendoci disegnare in anticipo la ricorrenzanelle nostre agende. Il tema di quest’anno è La gioia del

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raccontarsi la vita. Abbiamo infattibisogno di riscoprire il valoredell’incontro con gli altri, lacapacità di raccontarci e di scoprirele comuni esperienze di vita e leparticolarità culturali, religiose,sociale di ogni persona. Dobbiamosuperare la logica dell’homo hominilupus, che vede un pericolo in ognipersona che non appartenga alproprio clan, e riscoprire ilprendersi cura vicendevolmente gliuni degli altri che è scritto nei librisacri di cristiani e musulmani.L’obiettivo è di fare di questoottavo appuntamento di dialogo unmomento forte per riscoprire ladimensione del racconto che èriscontrabile in modo chiaro sianella Bibbia sia nel Corano, libriche sono stati alimentati dallospirito di Dio, che è passato econtinua a passare di bocca inbocca, di cuore in cuore, digenerazione in generazione… Sì,spetta ora a noi riscoprire ladimensione del racconto dellanostra. Spetta ora a noi riscoprire lagioia del raccontarci la vita, lanostra cultura, le nostre tradizioni,la nostra fede, i nostri sogni, i nostriauguri di pace e di un mondomigliore!La speranza è che il dialogo, siapure in salita e con tanta fatica,prosegua: in fondo, si tratta di unprocesso giovane, nato, in ambito

cattolico, con la dichiarazioneconciliare Nostra Aetate(28/10/1965), che al paragrafonumero 3 proclama fra l’altro: “LaChiesa guarda anche con stima imusulmani che adorano l'unico Dio,vivente e sussistente,misericordioso e onnipotente,creatore del cielo e della terra, cheha parlato agli uomini”. Perconsolidarlo e renderlo realmentefruttuoso, credo sia sempre piùnecessario individuare nuovistrumenti, nuove formule e nuovispazi di incontro; ma occorreràanche allargare la cerchia di coloroche lo vivono come un’esperienzasignificativa per la propria vitaspirituale e per la convivenzasociale. Insomma un dialogo piùpartecipato e diretto, con piùteologia e più spiritualità. In unasocietà pluralista e accogliente taledialogo ha poi anche una valenzaesplicitamente sociale, serve acostruire convivenza, solidarietàcivile, senso di appartenenza. Da parte degli organizzatori dellaGiornata (via via allargatisi, fino acomprendere molte riviste e svariatigruppi impegnati a diverso livello)il messaggio è che, proprio oggi, siaquanto mai indispensabile nondesistere dal cammino intrapreso. Adispetto dei troppi e vocianti profetidi sventura!Con questo spirito, il prossimo 27

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ottobre in tanti digiuneremo,discuteremo, ascolteremo, cichiederemo perdono a vicenda,domanderemo a Dio di aiutarci nelnostro cammino, ci interrogheremosulle difficoltà di questo itinerario esul nostro peccato… e avremo sullabocca, o perlomeno nell’intimo, unavolta ancora, le parole del Salmo133: “Ecco, quanto è buono e

quanto è soave/ che i fratelli vivanoinsieme”. Ma anche quelle delCorano: “In verità i credenti sonofratelli: ristabilite la concordia tra ivostri fratelli e temete Allah” (Sura49,10).Con i più fraterni auguri di shalom– salaam – paceBrunetto SalvaraniCarpi, 26 ottobre 2009

VIII Giornata del dialogo cristiano islamico, realizzata nel Carceredella Dozza di Bologna

di Marialuisa Cavallari Volontaria A.Vo.C.

Mentre nel cuore e nell’animarisuonano ancora gli echi e le vocidelle preghiere pronunciate nellalingua e nella fede nativa deipartecipanti, desidero condividerecon gli amici dell’AssociazioneA.Vo.C. e con tutti coloro chevisiteranno questo sito le profondeemozioni che questi incontri hannodonato a quanti vi hanno presoparte.(detenuti, volontari,rappresentanti delle confessionicristiane, mediatrici culturali,studiosi dell’islam ). Anchequest’anno infatti è statoprogrammato l’incontrointerreligioso al quale avevanoaderito circa centosettanta detenuti,con una partecipazione effettiva dicirca centocinquanta.Mi preme comunque sottolineareche non si è trattato tanto di una

questione di numeri, ma di unevento che, preparato e sollecitato da circa due mesi , ha senz’altro‘contaminato’ anche tante personeche, pur non avendo aderitoall’invito, hanno percepito ildesiderio di superare steccati inutili,divisioni assurde, per ritrovare nellacomune matrice umana, laconnotazione di figli dell’unicoDio.Non si è trattato di un solo coraleincontro, forse più suggestivo eformale, ma fortunatamente di seiincontri, distribuiti nell’arco dellegiornate del 27 e 28 ottobre, durantei quali è stato possibile realizzare,in un clima di sentita e profondavicinanza, un tempo di preghiera,veramente viva e partecipata.Così nel Carcere, nel luogo che tuttivogliono fuori dalla città, nel luogo

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più sovraffollato, ma volutamentedimenticato, sono risuonate parolealte di fratellanza, di pienoriconoscimento di ogni identità, diogni fede. di ogni razza, di ognilingua.Invitati dal richiamo alla preghieradi un fratello islamico , e dal cantodel salmo 145 proposto in diverselingue dall’arciprete ortodosso,sono stati letti un brano coranico, laSura N° 2,261-265, un brano delVangelo Marco Cap.12,41-44,presentati da islamici, cattolici,ortodossi, evangelici ,entrambisull’argomento dell’elemosina,capaci di far capire che Dio guardaa ciò che si dona col cuore,indipendentemente dalla quantità, e,soprattutto, volti ad individuare, neldono reciproco di una parola buona,di uno sguardo benevolo, di ungesto di comprensione e sostegno ,la possibilità, anche per chi vive inun luogo che priva l’uomo di tutto ,il dono più bello che gli esseriumani si possono scambiare, nelnome del Signore.L’ascolto attento delle lettureenunciate nella lingua originale esuccessivamente condivise ecommentate, la preghiera coranicadella Sura Apriente che con gioia ifratelli islamici hanno innalzato inarabo e successivamente condivisocon tutti in italiano,Il Padre‘nostro’, quindi di tutti e non

mio ,per un ‘nostro’ e non mio panequotidiano, l’invito al ‘come noi’,che richiama alla responsabilità eall’impegno, proclamato nellelingue di quanti hanno partecipatoagli incontri, mentre le mani siintrecciavano nel gesto di fraternità,ha toccato il cuore di tutti.E ancora le invocazioni di preghierapersonali. Il ringraziamento deifratelli musulmani per l’incontro dipreghiera comune. La reiteratarichiesta a ripetere con maggiorfrequenza gli incontri interreligiosi,segno del cammino che tutta laComunità umana dovrebbeintraprendere. Il ricordo accoratoper i parenti e gli amici e ilcommosso invito, da parte di alcunedetenute, a cercare la paceall’interno delle stesse sezionicarcerarie, dove purtroppo spessochi è oppresso dal dolore, lascia chesi scatenino invidie, rancori ,capacidi aggravare ancor di più la giàdrammatica situazione carceraria.E non voglio dimenticare, anche seespressa da un’unicarappresentante, la bella preghierabuddista, che voleva raccogliereanche l’invocazione e l’ascolto diquanti non potevano, per mancanzadi capacità, di linguaggio, parlarcidella loro fede e dei loro riti.Infine il Congedo di pace ,giustizia,perdono, vita , misericordia eamore proclamato in tutte le lingue

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dei partecipanti.E per portare nel cuore, ancheattraverso un segno tangibile, unricordo del gesto di pace cheavevamo voluto esprimere, e,soprattutto, per avere un riferimentocomune, circa il cammino dacontinuare a percorrere, a tutti ipartecipanti ,è stata donata “ Lapreghiera semplice di Francesco

d’Assisi” che abbiamo fattorisuonare nel nostro cuore, altermine dell’incontro e che diseguito riscrivo perché palpiti anchenel cuore di coloro che leggerannoquesta breve cronaca.Marialuisa Cavallari VolontariaA.Vo.C.Bologna 28 ottobre 2009

PREGHIERA SEMPLICEO Signore fa’ di me uno strumento della tua pace.

Dove c’è odio fa’ che io porti l’amoreDove c’è offesa, ch’io porti il perdono

Dove c’è discordia, che io porti l’unioneDove c’è il dubbio, ch’io porti la fedeDove c’è l’errore, ch’io porti la verità

Dove c’è disperazione ch’io porti la speranzaDove c’è la tristezza ch’io porti la gioiaDove sono le tenebre ch’io porti la luceO Maestro, fa’ che io non cerchi tanto:Ad esser consolato, quanto a consolare

Ad essere compreso, quanto a comprendereAd essere amato, quanto ad amare

PoichéSi è : dando che si riceve.

Perdonando, che si è perdonati- Morendo che si risuscita a vita eterna. ( Francesco d’Assisi )

PER RICORDARE QUESTO NOSTRO INCONTRO E VIVERLO NELLAQUOTIDIANITA’

Bologna 27 ottobre ’09 giornata del dialogo interreligioso

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I DOCUMENTI DEL 2010Nona Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre

2010Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!

Testo dell'appello. Di seguito vi è la possibilità di aderire all'appello.

«Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra equanto essa contiene».

(Bibbia Deuteronomio 10,14)«Certamente appartiene ad Allah tutto ciò che è nei cieli e ciò che è sulla

terra. Cosa seguono coloro che invocano consoci all'infuori di Allah? Noninseguono che vane congetture, e non fanno che supposizioni.

Egli ha fatto per voi la notte affinché riposiate e il giorno affinché virischiari. In verità in ciò vi sono segni per la gente che ascolta».

(Corano Sura X,66-67)

L’emergenza ambientale è oramaiuna costante dei nostri tempi. Lecatastrofi naturali sono ingigantitedalle responsabilità umane e daidisastri causati dall’uomo e dalletecnologie che spesso gli stessiuomini che le hanno realizzate nonriescono a controllare. La nostraTerra è ferita profondamente esanguina, come ha scrittorecentemente, con riferimento algravissimo incidente petrolifero delGolfo del Messico, un Capospirituale cheyenne in un appello atutte le religioni del mondo allapreghiera per la Terra ferita e pertutti gli esseri viventi che la abitano.Ma più la situazione diventa grave,più si moltiplicano gli appelli al

rispetto dell’ambiente, più acuti eviolenti diventano gli atteggiamentidi quanti rifiutano il cambiamentodi uno stile di vita irrispettoso dellaTerra che ci ospita che nessunessere umano ha creato e chenessun essere umano dovrebbepoter impunemente distruggere.La violenza, come è scritto neldocumento finale del Convegno“Chiese strumento di pace?” -svoltosi a Milano il 2 giugno 2010,«è diventata parte del nostroquotidiano e ci siamo abituati aconsiderarla inevitabile». E lereligioni l’hanno spesso giustificatae ancora spesso continuano a farlo.La produzione di strumenti di mortecontinua inarrestabile. Neppure la

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crisi economica ha prodotto alcuntaglio nei fondi destinatiall’acquisto di armi di distruzione dimassa. Mentre non si trovano soldiper i servizi sociali di base, per lascuola, per la sanità, i fondi per lapartecipazione alle guerre sonosempre disponibili ed anzi sonoaumentati. Pur di non mettere indiscussione l’idolo del mercato edel massimo profitto si sceglie dicontinuare a produrre prodotti cheaumentano all’infintol’inquinamento atmosfericoattaccando allo stesso tempo anche idiritti fondamentali della personaumana e le stesse libertàdemocratiche delle persone chequei prodotti sono chiamati aprodurre.Cristiani e musulmani sonointerpellati nel profondo della lorofede da questi che sono i segni deinostri tempi. Oggi come nel corsodella storia dell’umanità indiscussione è l’idolatria che simanifesta nel mancato rispetto perla nostra Terra attraverso ilperpetrarsi di distruzioni dellanatura, di guerre devastanti eviolenze disumane, di divisioneprofonda dell’umanità in oppressi eoppressori.Forze politiche miopi che agitano lapaura del diverso e di ciò che non siconosce e che per aumentare questapaura mistificano la realtà con l’uso

di menzogne sempre più spudorate,vorrebbero che cristiani emusulmani continuassero a fareguerre fra loro come ai tempi delleCrociate. Si vorrebbeirreggimentare il grande spirito dipace, che pervade queste due grandireligioni della storia dell’umanità,in congreghe religiose di Stato,asservite a logiche politiche checontribuiscano a prolungareall’infinito quello stile di vitainsostenibile che sta portandol’umanità sul baratro della propriaautodistruzione.Crediamo invece sia necessario checristiani e musulmani, insieme atutte le altre religioni, assumanoposizioni e comportamentiall’altezza dei tempi che viviamo edelle sfide che ci pongono i nemicidell’umanità e della suariconciliazione con l’unico Dio cheinsieme adoriamo.Per questo le associazioni cristianee musulmane che da 9 annipromuovono ed insieme celebranola giornata del dialogo cristiano-islamico, vogliono mettere al centrodel prossimo incontro del 27 ottobre2010 i temi della salvaguardia delcreato, del rispetto e dell’amore perla nostra Terra e per tutto ciò cheessa contiene e a cui da vita. Evogliamo farlo nel nome dell’unicoDio che insieme adoriamo e a cuiinsieme, ognuno per la propria

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strada, vogliamo ricondurre questaumanità, verso quel Regno di Diodove non ci saranno più lacrime, nélutto ne lamento ne affanno e dovel’amore trionferà.

Amare la Terra e tutti gli esseriviventi!Il comitato organizzatoreRoma 22 giugno 2010

Adesione all'appello per la Nona giornata del dialogo cristiano-islamico Diocesi di Firenze e Comunità Islamica di Firenze e della Toscana

Alla redazione della rivistawww.ildialogo.orgFirenze, 30/9/2010Cari amici,con piacere vi inviamo l'adesione all'appello per la giornata di dialogocristiano-islamico del prossimo 27 ottobre. La nostra esperienza di dialogoe di amicizia, che data ormai da più di un decennio, ci ha insegnato che laradice di ogni cosa è nell'amore di Dio e l'attenzione al Creato e alle suecreature è diretta conseguenza della nostra vicinanza a Lui.Per queste ragioni inviamo insieme le nostre adesioni all'appello per lagiornata di dialogo cristiano-islamico e vi informiamo che stiamoorganizzando per il 27 ottobre un incontro pubblico di dialogo. Con amicizia Marco Bontempi - coordinatore del Centro per il Dialogo Interreligiosodella Diocesi di FirenzeElzir Izzedin - Presidente della Comunità Islamica di Firenze e dellaToscana

Giovedì 30 Settembre,2010 Ore: 17:22

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I DOCUMENTI DEL 2011

Decima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre2011

Auguri ai Musulmani per l'inizio del Ramadan 1432 di Comitato Organizzatore

Cari fratelli e sorelle,in occasione dell’inizio delRamadan 1432 vi porgiamo i nostriauguri più sinceri e fraterni e nienteaffatto rituali.L'inizio del vostro Ramadanavviene quest'anno a pochi giornidall'infame e terribile atto criminalerealizzato in Norvegia da chi si èdichiarato “cristiano” e propugnaidee naziste e razziste. Vittime diquell'infame azione sono statigiovani e giovanissimi fra cuitantissimi cristiani e musulmani chein quel paese convivonopacificamente oramai da decenni eche insieme stavano partecipandoad un campo giovani del PartitoLaburista norvegese per costruireun futuro migliore.Questa azione infame e l'ideologiainfame che l'ha generata ci devonospingere ancora di più sulla stradadel dialogo, dell'amicizia, delrispetto e della stima reciproci, delsuperamento di qualsiasiincomprensione e pregiudizioreciproco. Di fronte a tale barbarie,che ripete ciò che i nazisti hannofatto nel corso della seconda guerra

mondiale e di tutta la loro infamestoria, siamo ancora più convintiche non c'è alternativa alla via deldialogo se vogliamo dare un futuroalla nostra umanità.Sono passati oramai dieci anni daquando nel 2001 lanciammol'appello per la realizzazione di unagiornata del dialogo cristiano-islamico. Da allora tantissime cosepositive sono accadute mapurtroppo, come gli ultimi tragiciavvenimenti della Norvegia ciricordano, non siamo ancora riuscitia sconfiggere la guerra e la violenzae l'ideologia odiosa che la genera ela sostiene.Ma proprio i tragici fatti dellaNorvegia ci confermano ancora dipiù sulla necessità del dialogononché sull’urgenza del tema,"DIALOGO, PLURALISMO,DEMOCRAZIA: IL NOSTROCOMUNE ORIZZONTE", chequest'anno abbiamo indicato allecomunità cristiane e musulmane perla celebrazione della DecimaGiornata del Dialogo Cristiano-Islamico del prossimo 27 ottobre2011, perché il dialogo, per

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consolidarsi tra le persone e tra ipopoli, non può fare a meno dipluralismo e democrazia.Crediamo sia necessario che tutti gliuomini e donne di volontà buonaprendano esempio dal primoministro norvegese Stoltenberg cheha affermato di voler rispondereall'odio e alla violenza con “piùdemocrazia e più apertura”,esattamente l'opposto di quello chevogliono terroristi e guerrafondai.Sappiamo che il Ramadan per lecomunità musulmane è unmomento di gioia, di impegnopersonale e collettivo sulla via delbene, rifiutando tutto ciò che è malee aprendosi al povero e aldiseredato per i quali vengonoraccolti fondi di solidarietà.

Auguriamo che un tale spirito possaespandersi anche alle comunitàcristiane e a tutte le altre comunitàdi fede, per riscoprire il benecomune, l’amore per la vita ed ilrifiuto di ogni violenza, rifiutandol'idea di poter essere padroni di Dio,perché – così abbiamo concluso ilnostro appello - il dialogo è losforzo sulla via di Dio che cicompete e ci onora.Ramadan karim!Con un fraterno saluto di shalom,salaam, paceIl Comitato Organizzatore dellaDecima Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico del 27ottobre 2011Venerdì, 29 luglio 2011.

LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ INOCCASIONE DELLA DECIMA GIORNATA ECUMENICA DEL

DIALOGO di Brunetto Salvarani

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,il 27 ottobre 2011 celebreremo ladecima Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico. Diecianni! Nell’arco un decennio si puòinvecchiare, diventare adulti, e unminuscolo seme – nato da un’ideapoco originale e all’apparenzapersino velleitaria di alcuni amicipreoccupati – può diventare un

albero vero e proprio, se nondecisamente rigoglioso (maimontarsi la testa!), almeno capacedi produrre frutti. Talvoltaaddirittura sorprendenti.E’ quello che è successo, come voisapete bene, senza alcun meritonostro, alla nostra Giornataecumenica del dialogo fra cristiani emusulmani, sorta all’indomanidell’11 settembre 2011: che ha

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attraversato tutti questi anni,lunghissimi e brevissimi, fatti diincontri, abbracci, speranze,delusioni, illusioni, arrabbiature, edi parecchio altro. Anni, ce lo siamodetti a più riprese, di scontro diciviltà, di paure e chiusureidentitarie.Impossibile quantificare, peraltro, ilnumero degli appuntamentipubblici, dei materiali scritti, deimomenti conviviali, dei commentigiornalistici: nonostante,permettetemelo, lo straordinarioimpegno e la passione di GiovanniSarubbi, che ci ha messo adisposizione il sito ildialogo.org,punto di raccolta di quanto siorganizza nell’occasione, ogni annorimango personalmente assaisorpreso quando vengo a impararedi ulteriori incontri di cui nonsapevamo, nei luoghi più svariati,comunità monastiche e religiose,carceri, assessorati, così comeparrocchie, chiese locali e centriislamici.E’ la forza di un’intuizione, basatasul sentimento e sulla ragione, piùche su leader mediatizzati (che nonabbiamo), sui finanziamenti (chenon abbiamo) e su appoggi dall’alto(che non abbiamo). E’ la potenzache sprigiona libera dal dialogo dalbasso, fatto di vicendevoledisponibilità a mettersi in gioco; diinviti a pregare, a rompere il

digiuno di Ramadan, a cenare; diitinerari che non fanno rumoreeppure esistono, sono tenaci eresistenti, e proseguiranno.Permettendo inoltre, a quanti sonocristiani fra noi, di maturare semprepiù nel confronto ecumenico.Questo è l’augurio che mi sento difare, oggi una volta di più: se“camminando si apre il cammino”,allo stesso modo “dialogando siapre il dialogo”. Il dialogo, nostrocomune orizzonte, come recita loslogan di questa decima edizione; ecome dimostreranno – ne sono certo– i rappresentanti delle religionimondiali il giorno 27 ad Assisi,facendo memoria di quel 27 ottobre1986 quando Giovanni Paolo II liconvocò la prima volta insieme apregare per la pace nella cittadina diFrancesco.Grazie di cuore a tutti e tutte voiche celebrerete in modi diversiquesta Giornata, regalandociallegria e consolazione in giornispesso cattivi, e un abbraccio forte.Dieci anni sono una tappa, unatappa simbolica e importante, maresta ancora tanta strada da fare perbattere i pregiudizi (reciproci), glistereotipi (reciproci), i timori(reciproci). E se qualcuno ritieneche il dialogo sia finito, e abbiasmarrito definitivamente la suaforza propulsiva, questa Giornatagli risponderà: no, il dialogo non è

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finito. Anzi, è appena cominciato.E’ il nostro futuro.Con questo spirito, ancora unavolta, il prossimo 27 ottobre in tantie in tutta Italia digiuneremo,discuteremo, ascolteremo, cichiederemo perdono a vicenda,domanderemo a Dio di aiutarci nelnostro cammino, ci interrogheremosulle tante difficoltà e sul nostropeccato… e avremo sulla bocca, operlomeno nell’intimo, le parole del

Salmo 133: “Ecco, quanto è buonoe quanto è soave/ che i fratellivivano insieme”. Ma anche quelledel Corano: “In verità i credentisono fratelli: ristabilite la concordiatra i vostri fratelli e temete Allah”(Sura 49,10).Con i più fraterni auguri di shalom– salaam – paceBrunetto SalvaraniCarpi, 25 ottobre 2011

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I DOCUMENTI DEL 2012

LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ INOCCASIONE DELL’UNDICESIMA GIORNATA ECUMENICA DEL

DIALOGO di Brunetto Salvarani

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,il 27 ottobre 2012 celebreremo perl’undicesima volta la Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico. Lo faremo con gioia, e lofaremo in tanti, non solo cristiani emusulmani! Anche se, bisognaammetterlo, è difficile, e anchefaticoso, parlare di dialogo oggi.Eppure occorre farlo; ma verrebbevoglia di discutere d’altro, perché –ancora una volta – l’impressionegenerale al riguardo è di unastanchezza infinita, e di un benscarso investimento da parte dellechiese e degli altri soggettipotenzialmente coinvolti. Si trattadi sensazioni consolidate, del resto,da tempo, e assai note non solo agliaddetti ai lavori, ma anche a quanti,più o meno occasionalmente, se nesono occupati negli ultimi anni.Eppure, questa undicesima giornata,che ci invita a prendere sul serio lalaicità dello stato come baseindispensabile per giungere allacasa comune delle fedi di cui ilnostro paese mostra un disperatobisogno, rappresenta un’occasione

da non sprecare per riflettere tantosullo stato dei processi di dialogointerreligioso, da una parte; quantosulle motivazioni dell’odiernasituazione di stallo, dall’altra.Personalmente, nonostante tutto,sull’esperienza del dialogo –praticato, tentato, deluso, rilanciato– ho investito nel corso di parecchianni, insieme a molti amici eamiche, una buona quantità ditempo, viaggiando per l’Italia eraccogliendo tanto disagio ealtrettante speranze. Alla luce diquesta esperienza, credo di poterdire che due sono, in particolare, leragioni della crisi sopra richiamata:esse toccano nel profondo ilcammino delle chiese e delle altrecomunità religiose che affollano lenostre città nell’attuale fase dipassaggio dalla religione dell’Italiaall’Italia delle religioni.In primo luogo, mi rifaccio a unaconsiderazione preziosa del cardinalMartini, appena scomparso, che nonposso non ricordare come unautentico, straordinario uomo didialogo. Che, in effetti, questoprimariamente è stato, non

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dedicandosi peraltro a uno specificosettore, in quanto consapevole cheporsi in dialogo è uno stilecomplessivo di chiesa e di vita, nonun ambito particolare su cuiinvestire. Riflettendo sul rapportofra chiesa e Israele a Vallombrosadurante un Colloquiointernazionale, oltre un quarto disecolo fa, Martini sosteneva chetale processo è destinato acambiarci, noi e le nostre comunità.Fino ad affermare esplicitamenteche il dialogo cristiano-ebraico “si èfatto più preciso e decisivo per ilfuturo stesso della chiesa. La postain gioco non è semplicemente lamaggiore o minore continuazionevitale di un dialogo, bensìl'acquisizione della coscienza, neicristiani, dei loro legami con ilgregge di Abramo e le conseguenzeche ne deriveranno sul pianodottrinale, per la disciplina, laliturgia, la vita spirituale dellachiesa e addirittura per la suamissione nel mondo d’oggi”. Laconsiderazione, ovviamente, si puòallargare agli altri ambiti deldialogo, pur conservando unaspecificità, in chiave cristiana, perquello con l’Israele vivente. Ecco:se il dialogo, in questi giorni cattivi(Ef 5,16), è in crisi, lo è in primoluogo perché quanti vi si sono spesinel mezzo secolo che ci separa daivagiti iniziali del Concilio Vaticano

II – timorosi, speranzosi odichiaratamente prevenuti – hannodovuto prendere atto che esso nonsi lascia marginalizzare. Se assuntorealmente come caso serio, mette indiscussione radicalmente opinioni estili di chiesa consolidati, punti divista ritenuti definitivi,atteggiamenti mentali depositari. Inuna parola, ebraicamente, spingeinevitabilmente a una teshuvà;oppure, alla maniera del NuovoTestamento, alla metànoia. Nonaccetta mezze misure,doppiopesismi, dilazioni. Come ilgiovane ricco in fuga di fronte aGesù, rabbuiato perché aveva moltibeni (Mc 10,17-22), di fronte aldialogo si può solo prendere olasciare. E se il quieto viverespingerebbe a lasciare, l’adesione alvangelo costringe a prendere.In secondo luogo, l’idea di dialogo,nonostante il fastidio che produce invari ambienti e la deriva retorica cuiè ormai sottoposta, in realtà non èscomparsa, ma piuttosto si è trovatarelegata di fatto ai margini dellapastorale. In concreto, diciamo così,ha cambiato indirizzo: diventandospesso un dialogo laico sia nelmetodo sia nei soggetti coinvolti,un dialogo di cittadini attivi nellapromozione sociale più che dispecialisti o di accademici, undialogo extra muros più che intramuros. Perché la com/presenza

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nello stesso territorio di differenzenazionali, linguistiche, religiose,comporta necessariamentetrasformazione notevoli non solo alivello delle forme religiose, maanche sul piano istituzionale,strutturale, politico e legislativo.Così, vanno moltiplicandosilaboratori in progress i cuiprotagonisti sono sindaci eassessori, operatori sociali eculturali, insegnanti e personecomuni: laboratori sempre piùcontagiosi e considerabili la

normalità più che solo una purfelice eccezione. Da accostare,certo, ai dialoghi di vertice i cuiprotagonisti sono invece i leaderreligiosi: utili, ma – come credo sisia ormai colto - insufficienti aprodurre quel clima dialogico, dicuriosità e accoglienza vicendevoledi cui ci sarebbe un’estremanecessità.Con i più fraterni auguri di shalom– salaam – paceBrunetto SalvaraniCarpi, 23/10/2012

XI Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoAdesione congiunta della Diocesi di Firenze e della Comunità islamica

di Firenze Firenze, 26/10/2012Cari amici,con piacere, anche quest'anno, viinviamo l'adesione all'appello per lagiornata di dialogo cristiano-islamico del prossimo 27 ottobre.Il tema di quest’anno è difondamentale importanza:consideriamo, infatti, la laicità nonsolo nel suo livello elementare diconvivenza tra diverse identitàreligiose, ma come un compito diascolto e collaborazione dellereligioni a beneficio della vitapubblica del nostro paese, questo èciò che abbiamo compreso dalla

nostra esperienza pluriennale didialogo.Nel giorno di Eid al-Adhavolentieri guardiamo insieme allafigura di Abramo, come esempio ditotale fiducia e dedizione allavolontà misericordiosa di Dio.Marco Bontempi - Coordinatoredel Centro per il DialogoInterreligioso della Diocesi diFirenzeElzir Izzedin - Presidente dellaComunità Islamica di Firenze edella ToscanaSabato 27 Ottobre,2012 Ore: 15:21

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I DOCUMENTI DEL 2013

Dodicesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27ottobre 2013

Auguri ai Musulmani per l'inizio del Ramadan 1434 di Comitato Organizzatore

Cari fratelli e sorelle,in occasione dell’inizio delRamadan 1434 vi porgiamo i nostriauguri più sinceri e fraterni e nienteaffatto rituali.Il Ramadan è per il credentemusulmano, impegnato sulla via diAllah (Dio), un momento di gioiada condividere con tutta lacomunità dei propri fratelli nellafede.Questa vostra gioia, che simanifesta in vari momenti di questomese a voi sacro, ci auguriamopossa contagiare positivamente nonsolo la vita della vostra comunità,ma anche quella dei credenti di altrefedi, come abbiamo potutosperimentare in questi dodici annidi rapporti fecondi tra le comunitàcristiane e musulmane italiane, ecome avviene in varie parti delmondo, dove cristiani e musulmani,convivono pacificamente dainnumerevoli secoli. Auguriamoche anche quest'anno possanorealizzarsi durante questo meseiniziative che aprano i vostri luoghidi culto ai credenti di altre religioni,

continuando nell'esperienzaestremamente positiva delle“Moschee aperte” di qualche annofa. Se ci sforzassimo tutti dicondividere con credenti di altrefedi i nostri momenti di gioia e difesta, tutta la società ne trarrebbevantaggio.Anche quest'anno continueremo,per la dodicesima volta, l'esperienzadella giornata del dialogo cristiano-islamico iniziata nel 2001 che siterrà, come oramai avviene da moltianni, il prossimo 27 ottobre.Proseguendo lungo la via dellascorsa edizione, quest'annoabbiamo posto all'attenzione dellecomunità cristiane e musulmane ilseguente tema: «Libertà religiosa,base della convivenza civile. - Ununico Dio, una sola umanità, dirittiumani per tutti e tutte».Tutte le religioni devono essererispettate. Tutte le religioni devonopoter esercitare liberamente ilproprio culto. Lo scrive a chiarelettere la nostra Costituzione(articoli 3,8,19,20). Ma lo scrivonoanche le scritture di riferimento

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delle nostre fedi o i documenti dellechiese.Il Corano dice esplicitamente che“non può esservi costrizione nellareligione” (Sura 2,256).Stessa cosa scrive il documentoDignitatis Humanae, del ConcilioEcumenico Vaticano II: «Nessunoquindi può essere costretto adabbracciare la fede contro la suavolontà. Infatti l'atto di fede èvolontario per sua stessa natura»(n.10).Uno stimolo al rispetto e alreciproco incontro ci viene, per noicristiani, anche dalla CHARTAOECUMENICA che al punto 11 ciinvita a «curare le relazioni conl'Islam impegnandoci ad incontrarei musulmani con un atteggiamento

di stima e ad operare insieme adessi su temi di comune interesse».Ed è con questo spirito che diciamoRamadan karim!Con un fraterno saluto di shalom,salaam, paceIl Comitato Organizzatore dellaDodicesima Giornata ecumenicadel dialogo cristiano-islamico del27 ottobre 2013Lunedì 8 luglio 2013Per aderire alla Dodicesimagiornata Ecumenica del dialogocristiano-islamico clicca quìPer tutte le informazioni sullagiornata vai alla paginawww.ildialogo.org/cristiano-islamico

Lunedì 08 Luglio,2013 Ore: 18:36

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MUSULMANINEL MONDO INTERO PER LA FINE DEL RAMADAN

('ID AL-FITR) Ai musulmani nel mondo interoÈ per me un grande piacererivolgervi il mio saluto in occasionedella celebrazione di ‘Id al-Fitr’che conclude il mese di Ramadan,dedicato principalmente al digiuno,alla preghiera e all’elemosina.È ormai tradizione che, in questaoccasione, il Pontificio Consiglioper il Dialogo Interreligioso vimandi un messaggio augurale,accompagnato da un tema offerto

per la riflessione comune.Quest’anno, il primo del mioPontificato, ho deciso di firmare iostesso questo tradizionalemessaggio e di inviarvelo, cariamici, come espressione di stima eamicizia per tutti i musulmani,specialmente coloro che sono capireligiosi.Come tutti sapete, quando iCardinali mi hanno eletto come

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Vescovo di Roma e PastoreUniversale della Chiesa cattolica,ho scelto il nome di «Francesco»,un santo molto famoso, che haamato profondamente Dio e ogniessere umano, al punto da esserechiamato «fratello universale». Egliha amato, aiutato e servito ibisognosi, i malati e i poveri; si èpure preso grande cura dellacreazione.Sono consapevole che, in questoperiodo, le dimensioni familiare esociale sono particolarmenteimportanti per i musulmani e vale lapena di notare che vi sono certiparalleli in ciascuna di queste areecon la fede e la pratica cristiane.Quest’anno, il tema su cui vorreiriflettere con voi e con tutti coloroche leggeranno questo messaggio, eche riguarda sia i musulmani sia icristiani, è la promozione del mutuorispetto attraverso l’educazione.Il tema di quest’anno intendesottolineare l’importanzadell’educazione nel modo in cui cicomprendiamo gli uni gli altri, sullabase del mutuo rispetto. «Rispetto»significa un atteggiamento digentilezza verso le persone per cuinutriamo considerazione e stima.«Mutuo» significa che questo non èun processo a senso unico, maqualcosa che si condivide daentrambe le parti.Ciò che siamo chiamati a rispettare

in ciascuna persona è innanzitutto lasua vita, la sua integrità fisica, lasua dignità e i diritti che nescaturiscono, la sua reputazione, lasua proprietà, la sua identità etnicae culturale, le sue idee e le suescelte politiche. Siamo perciòchiamati a pensare, parlare escrivere dell’altro in modorispettoso, non solo in sua presenza,ma sempre e dovunque, evitandoingiuste critiche o diffamazione. Perottenere questo scopo, hanno unruolo da svolgere le famiglie, lescuole, l’insegnamento religioso eogni genere di mezzi dicomunicazione sociale.Venendo ora al mutuo rispetto neirapporti interreligiosi, specialmentetra cristiani e musulmani, siamochiamati a rispettare la religionedell’altro, i suoi insegnamenti,simboli e valori. Uno specialerispetto è dovuto ai capi religiosi eai luoghi di culto. Quanto dolorearrecano gli attacchi all’uno oall’altro di questi!Chiaramente, nel manifestarerispetto per la religione degli altri onel porgere loro gli auguri inoccasione di una celebrazionereligiosa, cerchiamo semplicementedi condividerne la gioia, senza fareriferimento al contenuto delle loroconvinzioni religiose.Riguardo all’educazione dellagioventù musulmana e cristiana,

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dobbiamo formare i nostri giovani apensare e parlare in modo rispettosodelle altre religioni e dei loroseguaci, evitando di mettere inridicolo o denigrare le loroconvinzioni e pratiche.Sappiamo tutti che il mutuo rispettoè fondamentale in ogni relazioneumana, specialmente tra personeche professano una credenzareligiosa. È così che può crescereun’amicizia sincera e duratura.Nel ricevere il Corpo Diplomaticoaccreditato presso la Santa Sede, il22 marzo 2013, ho detto: «Non sipossono vivere legami veri con Dio,ignorando gli altri. Per questo èimportante intensificare il dialogofra le varie religioni, pensoanzitutto a quello con l’Islam, e homolto apprezzato la presenza,durante la Messa d’inizio del mioministero, di tante Autorità civili ereligiose del mondo islamico». Con

queste parole, ho voluto ribadireancora una volta la grandeimportanza del dialogo e dellacooperazione tra credenti, inparticolare tra cristiani emusulmani, e la necessità dirafforzarla.Con tali sentimenti, rinnovo la miasperanza che tutti i cristiani emusulmani possano essere veripromotori di mutuo rispetto eamicizia, in particolare attraversol’educazione.Vi porgo, infine, i miei miglioriauguri e preghiere affinché le vostrevite possano glorificare l’Altissimoe arrecare gioia a coloro che vicircondano.Buona festa a tutti voi!Dal Vaticano, 10 luglio 2013FRANCESCO© Copyright - Libreria EditriceVaticana

ALL'OTTIMO AMICO GIOVANNI, PER LA XII GIORNATAECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO

di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Giovanni carissimo,e carissime tutte e carissimi tuttiche partecipate alla XII Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico che si svolge il 27 ottobre2013,innanzitutto un vivo ringraziamento

per il rinnovarsi anno dopo anno diquesta occasione di incontro, didialogo, di riconoscimento e diriconoscenza.Anno dopo anno questa giornata siconferma vivo seme di speranza edopera frugifera di comprensione e

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di pace.Mi è grato essere tra coloro che findall'inizio ne colsero e necondivisero il valore prezioso, e miè grato sentire come di anno in annosempre più persone vi prendanoparte, alla giornata ecumenicarecando un contributo di ulterioreverità, la verità delle esperienze diciascuna persona, il bene che inogni esistenza si incarna.E mi colma di gioia il pensiero chein questa giornata ci incontriamoesseri umani di diverse fedi o ideali,da chi aderisce ad una delle trereligioni del libro, a chi aderisce adaltre religioni ancora, a chi comeme a nessuna religione aderisce edanzi materialista si dichiara.Poiché questa giornata ecumenicadel dialogo cristiano-islamicoconvoca all'incontro, allacondivisione, alle responsabilitàtutti gli esseri umani in quantoesseri umani: tutti li riconosce degnidi vivere e di vivere una vita degna,tutti li chiama ad adempiere il benecomune, tutti li impegna al rispettodell'altro, di ogni altro, umano enon umano, persona e biosfera.E come tu sai, carissimo Giovanni,io penso che in fondo in linguaggi enarrazioni diverse tutte le donne etutti gli uomini di retto sentire e divolontà buona in definitiva attestinola medesima verità, lo stessodovere: rispettare la vita, volere il

bene, fare agli altri ciò che daglialtri vorremmo fosse fatto a noistessi, dare ciascuno agli altrisecondo le proprie capacità, dare aciascuno secondo i suoi bisogni.Si possono avere le più varie visionidel mondo, unica è la civiltà umana,l'umano consistere.Vi è una sola umanità, e tutti gliesseri umani ne fanno parimentiparte; di ogni essere umano varispettata la vita, la dignità, i diritti;ad ogni essere umanoconseguentemente incombel'adempimento di quei doveri chequei diritti comuni inverano; ogniessere umano deve adempiere aldovere della solidarietà che tutti etutto raggiunge e congiunge.Mai più guerre, mai più uccisioni,mai più persecuzioni, mai piùdevastazioni.La pace, l'aiuto reciproco e lacondivisione dei beni e del benecomune - ciò che chiamiamogiustizia, e misericordia -, lasalvaguardia della biosfera: sono lasostanza dell'umano riconoscersi.Nella XII giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico dalnostro colloquio corale si leviancora una volta la voce che ognicoscienza chiama ad operare ilbene.La nonviolenza è in cammino.Un forte abbraccio,Peppe Sini, responsabile del

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"Centro di ricerca per la pace e idiritti umani" Viterbo, 26 ottobre 2013, vigiliadella XII Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamicoMittente: Peppe Sini, responsabiledel "Centro di ricerca per la pace e i

diritti umani", strada S. Barbara9/E, 01100 Viterbo, e-mail:[email protected],[email protected],[email protected], web:http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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I DOCUMENTI DEL 2014

XIII Giornata Ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre2014

LE RADICI COMUNI: COMPASSIONE E MISERICORDIA Praticare l’accoglienza reciproca e la riconciliazione

di I promotori della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoPer aderire all'appello vai in fondo alla pagina

Musulmani, musulmane, cristiani ecristiane rappresentano oggi oltre lametà della popolazione mondiale.La pace e il dialogo fra questereligioni è dunque fondamentale perla pace mondiale. Bisogna allorapuntare su ciò che unisce questereligioni piuttosto che su quello chedivide. E ciò che unisce è molto piùdi ciò che divide a cominciare daciò che musulmani e cristianiritengono essere i trattifondamentali dell'unico Dio da essiinvocato. Tratti fondamentali, dacui non si può prescindere, sono lamisericordia e la compassione.Lo ripetono continuamente imusulmani quando leggendo ilCorano trovano in apertura di ognisura l'invocazione ad “Allah, ilcompassionevole, ilmisericordioso”.Lo affermano i cristiani quandoleggono e praticano le beatitudiniproclamate da Gesù (Mt 5) “Beati imisericordiosi, perché troverannomisericordia” e “Beati quelli che

sono nel pianto, perché sarannoconsolati”, vivendo nella propriavita le idee proclamate da Gesù suun Dio amorevole e vicino, che siritrova nel volto di ogni persona cheproprio per questo va amata erispettata senza riserve.Riusciamo cristiani e musulmani apraticare compassione emisericordia nella nostra vitaquotidiana? Nei confronti di chi èportatore di una diversa cultura o diuna diversa religione, o ha uncolore della pelle diverso dalnostro? Nei confronti dell'ambientenel quale viviamo? Nelle scelte economiche enella distribuzione delle risorse alivello nazionale e internazionale? Nel prendere posizione difronte ai conflitti e alle minacce perla pace ?Porsi queste domande e riscoprirecompassione e misericordia nellapropria vita di tutti i giorni, aiuterà

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allora cristiani e musulmani acomprendere di essere fratelli esorelle, di avere in comune valoriprofondi, la stessa umanità, lostesso bisogno di cura e rispetto e lastessa motivazione a costruire unmondo di pace.La misericordia e la compassionevanno dunque praticate se crediamoche esse siano i tratti fondamentalidel Dio da noi invocato.Su questi temi invitiamo tutte le

comunità cristiane e musulmane aritrovare i propri orizzonti comuniin difesa della dignità umana, dacondividere anche con gliappartenenti ad altre tradizionireligiose e con le donne e gliuomini di buona volontà.Roma, 12 Giugno 2014I promotori della giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico

Tredicesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27ottobre 2014

Auguri ai Musulmani per l'inizio del Ramadan 1435 di Comitato Organizzatore

Cari fratelli e sorelle,in occasione dell’inizio delRamadan 1435 vi porgiamo i nostriauguri più sinceri e fraterni e nienteaffatto rituali.Il mese di Ramadan per ilmusulmano non è solo un momentoper pregare più intensamente o perleggere e approfondire sempre dipiù il Corano, ma anche quello direndere concreto il proprio impegnosulla via di Allah(Dio) praticandocompassione e misericordia, neiconfronti dei poveri, dei malati,degli esclusi.Ed il tema della tredicesimagiornata del dialogo cristiano-islamico, iniziata nel 2001 che siterrà, come oramai avviene da moltianni, il prossimo 27 ottobre 2014, è

dedicato proprio alla “compassionee misericordia”, che sono le radicicomuni della fede cristiana e diquella islamica.Ci auguriamo così che questoperiodo di Ramadan possa esserefecondo sui temi della compassionee della misericordia e possa portareall'accoglienza reciproca e allariconciliazione.«Musulmani, musulmane, cristianie cristiane – abbiamo scrittonell'appello per la tredicesimagiornata del dialogo cristiano-islamico - rappresentano oggi oltrela metà della popolazione mondiale.La pace e il dialogo fra questereligioni è dunque fondamentale perla pace mondiale. Bisogna allorapuntare su ciò che unisce queste

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religioni piuttosto che su quello chedivide. E ciò che unisce è molto piùdi ciò che divide a cominciare daciò che musulmani e cristianiritengono essere i trattifondamentali dell'unico Dio da essiinvocato. Tratti fondamentali, dacui non si può prescindere, sono lamisericordia e la compassione».Abbiamo bisogno di pace, rispettoreciproco, accoglienza per dare un

futuro a questa nostra umanità.Ed è con questo spirito che diciamoRamadan karim!Con un fraterno saluto di shalom,salaam, paceIl Comitato Organizzatore dellaTredicesima Giornata ecumenicadel dialogo cristiano-islamico del27 ottobre 2014Sabato 28 giugno 2014

XIII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoCristiani e musulmani contro ogni violenza e guerra nel nome di Dio di I promotori della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

Ancora violenza e guerra nel nomedi Dio. La cronaca continua amostrarci terribili rituali di morte,ancora più blasfemi perchécompiuti invocando una fede e unatradizione religiosa.Come credenti di diverse tradizionispirituali, cristiani e musulmani cheda anni sono impegnati in uncammino comune, ribadiamo che ilnostro comune futuro sta neldialogo e nella convivenza, nelrispetto reciproco e nella mutuacomprensione di quello che siamo edelle ragioni che animano i nostricuori.Negli anni questo impegno comuneha prodotto frutti importanti einsieme, cristiani e musulmani dibuona volontà, siamo riusciti arespingere la suggestione di unoscontro tra le nostre tradizioni

religiose che ci mettesse gli unicontro gli altri e impedisse ogniforma di dialogo e di costruttivaconvivenza.Grazie al cammino percorso, oggipossiamo denunciare insieme leatrocità di cui in vari paesi delmondo sono vittime sia i cristianiche i musulmani, colpiti dafanatiche dottrine dell’odio edell’intolleranza che nulla hanno ache fare con i valori e la spiritualitàche stanno alla base delle nostretradizioni religiose.Denunciamo chi ha incoraggiato,armato ed organizzato – per calcoloo per interesse – gruppi oggiincontrollabili mossi da logiche eobbiettivi folli, fino a far paventare– come lo stesso papa Francesco harecentemente riconosciuto – unasorta di terza guerra mondiale.

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Esprimiamo la nostra fermacontrarietà alla logica della guerrache nasconde sempre interessieconomici immorali eingiustificabili, da quelli dellemultinazionali delle armi a quellidella rapina delle materie prime. Lastoria anche recente del Mediooriente ci insegna che la guerraporta altra guerra, in una spirale chelascia solo morte e distruzione.Insieme sogniamo e ci impegniamoper una comunità internazionaleche bandisca la guerra e la logicadegli imperi per riconoscere i dirittidei popoli e di ogni minoranzareligiosa, etnica, culturale e politica.Insieme dichiariamo che la fugadalla guerra e dal terrore di migliaiadi cristiani, musulmani e di altreminoranze etniche e religiose dalMedio Oriente, oltre che provocarelo sgretolamento del tessuto socialedi questa martoriata regione, segna la sconfitta di ogni principio diciviltà, di convivenza e didemocrazia.Insieme dichiariamo che chi ogginel nome dell’islam colpisce conbrutale violenza i cristiani, gli stessimusulmani e altre minoranzereligiose, offende l’intera umma e lavocazione alla pace che sta allaradice della rivelazione coranica.Insieme dichiariamo che la nostrapratica di dialogo e la nostracomune invocazione della pace si

intrecciano al nostro impegno per lagiustizia sociale.Insieme ci impegniamo perché lenostre comunità sentano sempre piùviva la necessità e l'urgenza di unlavoro educativo e teologico tesoa promuovere il valore dellanonviolenza tra i propri fedeli,togliendo ogni legittimità teologicao religiosa a chi promuova guerre,stupri violenze e intolleranza neiconfronti di altri uomini e di altredonne, di bambini e bambinequalsiasi sia la loro fede o il loroorientamento culturale.In nome della nostra amicizia, dellanostra coscienza e delle nostrerispettive dottrine di pace, vogliamoche la XIII giornata del dialogocristiano-islamico, che si celebreràil prossimo 27 ottobre 2014, sisvolga all’insegna di un impegnocoerente affinché nessuno creda chela sopraffazione e la crudeltàpossano in qualche modo esseredifesa o compensazione di tortisubiti.Lo affermiamo nel nome dellenostre comuni radici che sonoamore, misericordia e compassionee che ci spingonoa praticare reciproca accoglienza ead essere protagonisti di azioni di riconciliazione.I promotori della giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico

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Roma, 2 settembre 2014

Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione dellatredicesima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

diMassimo Abdallah Cozzolino

e Giovanni Sarubbi

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,abbiamo bisogno del dialogo comedel pane e dell'acqua o dell'aria pervivere. E' questa la convinzioneprofonda che anche quest'anno ci haspinti ancora di più a promuovereper la tredicesima volta la giornatadel dialogo cristiano-islamico checelebreremo insieme, cristiani didiverse confessioni e musulmani, ilprossimo 27 ottobre.Sarà un momento per riscoprire lenostre comuni radici, che sonol’amore, la compassione e lamisericordia, che ci spingono apraticare una comune accoglienzama soprattutto ad essereprotagonisti di un virtuoso percorsodi fede.Sarà l’occasione per ribadireinsieme, cristiani e musulmani, lanetta e ferma condanna di qualsiasiforma di violenza e guerra fatta nelnome di Dio, così come recital'appello che il Comitato promotorenazionale ha lanciato lo scorso 2settembre in relazione a quanto staaccadendo in Medio Oriente e alle

azioni dell'ISIS.Così come sono condannabili leazioni criminali dell'ISIS (ilsedicente “califfato”) perchéritenute folli e prive di qualsiasivalida giustificazione religiosa,espressione di una ideologia dimorte e di odio che in alcun modopuò essere avvicinata all’Islam, allostesso modo risultano prive diqualsiasi valida giustificazionereligiosa, le azioni a sfondorazzistico e xenofobo messe in attocontro i migranti (musulmani e nonsolo) da parte di quelleorganizzazioni politiche che, anchenel nostro Paese, in modostrumentale si richiamino alle“radici cristiane dell’Europa”.Sia l'ISIS che gli islamofobinostrani (con tutte le differenze delcaso) sono figli della stessa logicadi potere e oppressione. Essi informe diverse, ricorrono in manierablasfema al nome di Dio persostenere le guerre ed i conflitti chenascono e si sviluppano per motivieconomici e politici.Vogliamo dirlo forte e chiaro: sono

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i soldi a fare le guerre, per fare altrisoldi e altre guerre all'infinito. Sifanno le guerre per conquistareterritori e appropriarsi delle lororicchezze naturali, vendere i propriprodotti, le proprie armi e imporre ilpotere politico di pochi sulla grandemaggioranza della popolazionemondiale. Nel nostro tempo, siamoaddirittura arrivati al punto che leguerre nascono e si sviluppano persostenere l'immondo commerciodelle armi che ha raggiuntodimensioni immense (gli ultimi datidisponibili dicono che nel 2011sono stati spesi a livello mondiale1.740 miliardi di dollari in sistemid’arma).Questa nostra giornata di dialogo edincontro cristiano- islamico è natasubito dopo gli attentati dell'11settembre del 2001, quandocominciò la “terza guerra mondialea pezzi”, come l'ha definita PapaFrancesco, ancora purtroppo inpieno svolgimento.Abbiamo dovuto fare i conti, fin dalprimo giorno, con l'islamofobia, cheè una forma particolarmenteperversa di razzismo che, al paridelle altre forme di razzismoreligioso, produce discriminazionesulla base dell'appartenenzareligiosa.Ma il razzismo non ci ha fermato.Uomini e donne di buona volontà,cristiani e musulmani, hanno dato

vita ad un movimento che, dalbasso, ha coinvolto a vari livelli leistituzioni politiche e religiose delnostro Paese, producendo, in questi13 anni, centinaia di iniziative didialogo, ogni anno, in tutte leregioni del nostro Paese, dal Nordal Sud.Il nostro impegno è rivolto contro leideologie dell’odio e della violenzae siamo sicuri che esse nullapotranno contro gli uomini e ledonne di buona volontà perché essisono la grande maggioranzadell'umanità. Dobbiamo liberarcidalla paura per l'altro, qualunque siala sua religione, la sua cultura, ilsuo colore della pelle.Il dialogo è l’unica straordinariapossibilità che ha l’uomo dispezzare le catene dell’odio, con unsentire avverso che combatte lagiusta causa. Solo chi ama ilprossimo può sconvolgere le vie deiviolenti con una durezzainaspettata, perché l’amore e lacompassione sono l’energia vitaleche mette a nudo il prepotente,sveste l’orgoglio del borioso,zittisce la menzogna e l’offesa,rende innocuo chi pratica lavendetta. L’amore di Dio è ilgioioso inizio che si oppone allafine brutale, è la tenera conclusionedi un’improvvida partenza. L’amoredi Dio è l’arma segreta chepermette agli uomini forti di

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sconfiggere i falsi coraggiosi.E’ con questo spirito che salutiamotutti quelli che il 27 ottobre e neimesi successivi, con attività didialogo permanenti, siincontreranno per riscoprire lanostra comune umanità perché nonesistono motivi religiosi chepossano spingere alla guerra eall'odio razziale.

Con un fraterno saluto di shalom,salaam, paceMassimo Abdallah Cozzolino,Presidente della FederazioneIslamica della CampaniaGiovanni Sarubbi, direttore del sitowww.ildialogo.org

Venerdì 24 Ottobre,2014 Ore: 09:46

XIII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicoImportante documento elaborato dal tavolo di Dialogo Crstiano-Islamico

di Modena Pubblichiamo anche il carteggio avvenuto con il Vescovo Antonio

Lanfranchia cura di Ruggero Cavani

Carteggio tra Cattani Luigi (Responsabile cattolico del TavoloDiocesano del Dialogo) eil Vescovo di Modena AntonioLanfranchi23 ottobre 2014Eccellenza carissima, (VescovoAntonio Lanfranchi) bentornato!(IL Vescovo ha vissuto un periodomolto complicato dovuto ad unaseria malattia e non si è ancoraristabilito del tutto).Le scrivo per inviarle ladichiarazione curata dal Tavolocattolico-islamico che, in occasionedella Giornata Nazionale dedicataal Dialogo tra la Chiesa e l’Islam,vorremmo presentare in Consigliocomunale.

Tale giornata ricorre il 27 ottobre,ma la presentazione del testodovrebbe avvenire il 23, inoccasione appunto della riunionedel Consiglio.A tutti noi pare di dovere fare udirela nostra voce, in questo momentocosì drammatico.I musulmani nostri amici (chevivono e lavorano a Modena) sonopreoccupatissimi per quantoavviene in Medio Oriente,aborriscono l’IS, avvertono unclima di diffidenza che cresceattorno a loro. Anche la comunitàturca di Modena si è unita allanostra iniziativa.Insomma, a me pare doveroso chepiù che mai ora rendiamo

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testimonianza della nostra volontàdi Pace, anzitutto con unadichiarazione alla quale vorremmodare la massima diffusione.I musulmani vorrebbero in seguitoanche organizzare una piccolaMarcia per la Pace.Oltre questo importante segno-manifestazione io, insisterei anchesul ‘versante’ Preghiera, perchédavvero solo il Signore puòstroncare il male che ha infiammatoil Medio Oriente, mettendo arischio l’esistenza delle più antichechiese e anche la vita di tantimusulmani innocenti.Le chiedo il permesso di presentareil documento che le allego a nomedella nostra Diocesi.Ciò sono certo darà maggiorevigore al nostro impegno comuneper la Pace.Arabi e turchi del nostro tavolo Leinviano i migliori auguri per la Suasalute.Le sono sinceramente grati per ilcammino che ci ha permesso di fareassieme: un cammino di pace e diamicizia, che contraddice inconcreto ogni pretesa di metterel’Islam contro il Cristianesimo e diuccidere in nome di Dio.Continuiamo a pregare per Lei.Che il Signore la sostenga e Le donidi essere, nella nostra Chiesa, ilprimo testimone della pace delSignore.

Con affetto filialeLuigi Cattani

Inoltriamo qui di seguito larisposta (molto bella!) del Vescovoche ci incoraggia a procedere.Adil (referente Musulmano delTavolo Provinciale del Dialogo) miha telefonato per dire che ladichiarazione verrà letta dallaMaletti Francesca Presidente delConsiglio Comunale oggi giovedì23 ottobre.Nel numero di Nostro Tempo(giornale diocesano) che escegiovedì prossimo pubblicheremo unarticolo relativo all'iniziativaassieme alla dichiarazione. Unsaluto a tuttiGigi Cattani

Caro Luigi,Non solo c'è il permesso, maesprimo la mia gratitudine perquesto richiamo e questatestimonianza, che riveste ilcarattere di urgenza e cheincoraggia a proseguire nelcammino che si sta portandoavanti da anni, Grazie. Vescovo Antonio

Qui di seguito alleghiamo il testodellaDichiarazione CongiuntaDEL TAVOLO CATTOLICO-ISLAMICO DI MODENA

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La tragicità della situazione attuale,caratterizzata dalla guerra innumerosi paesi del Medio Oriente edel Nord Africa, genera in noi unatteggiamento non dirassegnazione, ma di impegnorinnovato e consapevole per lapace.Da oltre dieci anni percorriamo, conl’aiuto del Signore, un camminocomune che ha fatto nascere tra noiuna sincera amicizia e un desiderioprofondo di conoscenza gli unidegli altri, nel rispetto reciproco enella accettazione serena delledifferenze di fede.Mai il Cristianesimo e l’Islam sonostati per noi giustificazione diviolenza o anche solo di diffidenzareciproca. Al contrario, laconsapevolezza di svolgere lanostra vita sotto lo sguardo di Dio,ci ha sorretto nel tentativo comunedi offrire alla città di Modena unatestimonianza di pace.Testimonianza sincera e quindiefficace, perché fatta non di paroleo proclami, ma di comune amiciziae di stima vicendevole.E’ proprio tale esperienza comune,arricchita anche dagli ottoConvegni Diocesani e dai tantimomenti di incontro e condivisione,che ci induce a condannare comeassurda la pretesa di alcuni cheritengono addirittura doverosopraticare la violenza in nome di

Dio. Ciò è per noi una verabestemmia.Ci piace ricordare anzitutto alcunitratti della Dichiarazione congiuntache, presentata ufficialmente nelConvegno Diocesano del 2009 sultema della elemosina, ci ha guidatoin tutti questi anni:“Come cittadini e come credenti, ciimpegniamo a fare nostri e apromuovere i valori che già sonofissati in modo autorevole dallaCostituzione italiana. (…)Come credenti cristiani emusulmani, dichiariamo (…) divolere opporre un rifiuto assolutoad ogni forma di violenza e diesclusione dell’altro, perché nellanostra città si diffonda una autentica‘cultura di pace’ tra tutte le etnie ereligioni”.Queste parole risultano per noiancora più vere oggi, mentrericordiamo che tutte le piùimportanti autorità musulmane delmondo hanno fermamentecondannato il cosiddetto “califfatoirakeno” come assolutamenteestraneo all’Islam. Così, fra gli altri,Fethullah Gulen, studioso epredicatore turco, e il presidentedegli Ulema. Vogliamo qui riportarele importanti parole del Gran Muftìdell’Arabia Saudita, che il 19agosto 2014 ha affermato:“Lo Stato Islamico, l’ISIS, è ilnemico numero 1 dell’islam: questi

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gruppi estremisti non fanno partedell’Islam. Le idee estremiste, lamilitanza e il terrorismo, cherovinano la terra e distruggono tuttonon sono l'Islam, ma sono il nemicodell'Islam; i musulmani ne sono leprime vittime”Facciamo nostre le parole di PapaFrancesco, che recentemente havoluto visitare l’Albania, proprioper testimoniare come laconvivenza pacifica tra cristiani emusulmani sia un dato di fattoinconfutabile:“Nessuno pensi di potere farsiscudo di Dio mentre progetta ecompie atti di violenza e disopraffazione! Nessuno prenda apretesto la religione per le proprieazioni contrarie alla dignitàdell’uomo e ai suoi dirittifondamentali, in primo luogo quelloalla vita e alla libertà religiosa ditutti!” (21 settembre 2014).La violenza oggi diffusa in MedioOriente sta cancellando la presenzadelle Chiese dai luoghi dove haavuto origine il cristianesimo.D’altra parte, il conflitto in atto èanzitutto interno all’Islam e leprime vittime della guerra sono glistessi musulmani, uomini, donne ebambini innocenti.Dinanzi a tanto male, chiediamo alSignore di illuminarci sulleiniziative nuove che Egli ci chiededi svolgere per testimoniare il

nostro impegno per la pace.E chiediamo a tutti i cittadini diModena, quale che sia la loroconvinzione religiosa, di unirsiconsapevolmente al nostroimpegno, che è di natura anzituttospirituale.Solo il Signore della pace, infatti,può annientare il male della guerra,che ha nel diavolo la sua origine.Solo il Signore può imprimere unadirezione nuova alla storia di tutto ilnostro mondo.Uniamoci dunque nella preghiera,costante e fiduciosa, per tutte lerealtà del Medio Oriente: per laSiria quindi, la cui guerradimenticata ha seminato altraviolenza; per Gaza, dove perdura laprigionia della popolazione dopol’assurda strage della scorsa estate;e per l’Iraq, chiedendo la fine delregime del terrore e una verarappacificazione tra musulmanisunniti e sciiti, cristiani e uomini dialtre fedi.Crediamo fermamente che lapreghiera ci aiuterà a non cederealla rassegnazione. La preghierainfonderà in tutti noi uno slanciorinnovato, vigoroso e creativo, percontinuare a elaborare insieme unacultura di pace. Tale è infatti lavolontà di Dio, espressa nei librisacri delle nostre due fedi:“Non rendete a nessuno male permale. Cercate di compiere il bene

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davanti a tutti gli uomini. Sepossibile, per quanto dipende davoi, siate in pace con tutti” (Rm 12,17s.)“Il profeta Mohammed disse: OGenti! Il vostro Dio è uno e ilvostro antenato (Adamo) è uno. Unarabo non è migliore di un nonarabo e un non arabo non è miglioredi un arabo e una persona biancanon è migliore di una persona dicolore e una persona di colore non èmigliore di una persona bianca,

tranne nella devozione”.ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLAAssociazione “CASA DELLASAGGEZZA,MISERICORDIA ECONVIVENZA”Associazione “MILAD”Comunità Islamica di Modena

Giovedì 23 Ottobre,2014 Ore:10:25

XIII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico - I resoconti dicome è andata

Intervento presso la Comunità La Collina e i testi della preghieraecumenica

di Pierpaolo LoiXIII Giornata ecumenica delDialogo cristiano-islamicoComunità La Collina - Serdiana(Cagliari) - 30 ottobre 2014Introduzione.Gli appelli che si sono succeduti daparte del Comitato promotore dellaGiornata ecumenica del Dialogocristiano- islamico, il terzo è del 17ottobre, il 4° del 24 ottobre,tengono a sottolineare l’importanzadella pratica dell’“accoglienzareciproca e della riconciliazione”nel riconoscimento delle radicicomuni, non solo alle religioniabramitiche, la “Compassione e laMisericordia”, e a ribadire

la «ferma contrarietà alla logicadella guerra che nasconde sempreinteressi economici immorali eingiustificabili, da quelli dellemultinazionali delle armi a quellidella rapina delle materieprime», facendo tesoro della storiaanche recente del Medio Orienteche «ci insegna che la guerraporta altra guerra, in una spiraleche lascia solo morte edistruzione».Liberare il nome di Dio (e lereligioni che lo invocano) dallaviolenza e dalla guerra è uncompito non ancora concluso. Nellastoria si è fatta la guerra addirittura

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al grido di “Dio lo vuole”;appartenere a una religione, spesso,ha significato escludere ecombattere coloro che a quellareligione non appartenevano:cristiani contro musulmani;musulmani contro induisti; tra icristiani, cattolici contro catari evaldesi, protestanti contro cattolici;nel mondo musulmano: sciiti controsunniti, ecc. (anche all’internodell’universo buddista non sonomancate le violenze fratricide).Lascio ora la parola agli interventi(mi riserverò uno spazio alla fineper spiegare la scelta di un testoinserito nella preghiera che seguiràall’incontro):Madava Das (Mario DomenicoMeloni), nostro conterraneo,induista;Maria Bonaria Aroni del gruppo dimeditazione che si ispira al monacobuddista zen, vietnamita ThichNhath Han, che ha vissuto gli orroridella guerra del Vietnam e hadedicato la sua vita a svilupparecapacità di pace interiore e nellerelazioni tra gli umani;Kibir Golam, graditissimo ospitemusulmano, originario delBangladesh, presidentedell’Associazione “Culturaislamica” di Cagliari, moltoimpegnato nella propria comunitàreligiosa;P. Giacomo Rossi, gesuita, teologo

morale, docente nella Facoltàteologica della Sardegna.(Dopo gli interventi dei relatori,segue il dibattito…).Conclusione.Un piccolo uomo di nomeFrancesco nel luglio del 1219 riescea raggiungere la terra dei saraceni aDamietta (Egitto) assediata daicrociati (5^ crociata). Durante latregua, dopo una battaglia, che ilsanto aveva cercato di scongiurare,finita in un ecatombe di cristiani,frate Francesco insieme a frateIlluminato riesce a passare tra le filedei saraceni e viene condotto dalSultano Al-Malik al Kamil. Tutte lefonti attestano che il sultano accolseFrancesco con cortesia. È possibileche i frati minori siano stati ospitatiper circa due settimane. In seguito,è probabile che Francesco si siarecato in Siria e Palestina e abbiavisitato il luoghi santi.Egli aveva cercato di raggiungere leterre degli infedeli (il termine nonera usato in senso dispregiativo)almeno altre due volte senzariuscirci, una per via mare e un’altraper via terrà fino in Spagna: eraspinto dal fervore missionario di“convertire” e cercare il martirio.Una missione di francescani inMarocco andati a convertire “idiavoli”, uno degli appellativi usatinei confronti dei musulmani, sitramutò in tragedia e i frati molesti

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vennero uccisi.L’esperienza a Damietta lasciò unsegno indelebile nel cuore diFrancesco: il canto del muezzin cheinvita alla preghiera 5 volte algiorno, la cortesia del Sultano,l’insensatezza e la crudeltà dellaguerra…Al ritorno in Italia, Francesco fasilenzio su questi avvenimenti, manella “Regola non bollata” (1221)prima e nella “Regola bollata”(1223) poi, vengono date istruzioniai frati che vogliano recarsi tra gliinfedeli. Nella prima regola al cap.XVI (Dl COLORO CHE VANNOTRA I SARACENI E GLI ALTRIINFEDELI) si parla di due modi di“comportarsi spiritualmente”:1. “Un modo è che nonfacciano liti o dispute, ma sianosoggetti ad ogni creatura umana peramore di Dio (1Pt 2,13) econfessino di essere cristiani”;2. “L'altro modo è che quandovedranno che piace al Signore,annunzino la parola di Dio perchéessi credano in Dio onnipotentePadre e Figlio e Spirito Santo…”.Nella regola bollata al cap. IIIappare una norma generale per ifrati che vanno per il mondo(cristiano o non cristiano): “…nonlitighino ed evitino le dispute diparole (Cfr. 2Tm 2,14 e Tt 3,2), enon giudichino gli altri; ma sianomiti, pacifici e modesti, mansueti e

umili, parlando onestamente contutti, così come conviene…”.Francesco, in sintesi, è l’uomo, ilcredente (cristiano) che è statocapace di andare sull’altra riva delmare, di abbattere le frontiere, imuri di separazione (cfr. G.JEUSSET, Francesco e il sultano,Jaca Book, Milano 2008, pp. 189-204): l’abbraccio al lebbroso(fratello cristiano sfigurato, tenutofuori dalle mura della città) portaFrancesco fuori dal suo “io”individuale (livello fisico); incontrando i briganti elasciandosi spogliare (inviterà i suoifrati a portare del cibo ai banditiprima di annunciare loro ilvangelo), Francesco abbandona ilsuo “io” sociale di benpensante(livello morale) per incontrare gliultimi, coloro che stanno ai marginidella morale; infine, Francesco oltrepassala frontiera dell’apartheid spirituale(livello culturale-spirituale)abbandonando il suo io ecclesiale,uscendo dal ghetto cristiano perincontrare il fratello musulmano.Andare incontro all’Altro -accettandone la diversità comevalore –, praticare l’accoglienzareciproca e costruire percorsi dipacificazione e riconciliazione èl’unica possibilità che abbiamo, noiappartenenti a diverse fedi (siano

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esse religiose o non) di testimoniarela presenza amorevole di Dio nelmondo e di superare i rigurgiti dei

reciproci integralismi, sempre inagguato.Pierpaolo Loi

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La preghiera ecumenica

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I DOCUMENTI DEL 2015

Appello per la difesa della libertà religiosa in Italia a cura del Comitato Promotore nazionale della Giornata ecumenica del

dialogo cristiano-islamicoL'approvazione da parte dellaRegione Lombardia di una leggeche limita la possibilità di realizzareluoghi di culto, con l'obiettivodichiarato di impedire lacostruzione di moschee, viola la“Dichiarazione universale deidiritti umani” dell'ONU, l’art. 6 delTrattato dell’Unione Europea (e art.17 del Trattato di FunzionamentoUE) e la nostra Costituzione agliarticoli 2 (tutela dei dirittifondamentali), 3 (principio diuguaglianza), 8 (tutela delleconfessioni religiose), 19 e 20(libertà di culto).La libertà religiosa, peraltro, ècalpestata anche da molti organi diinformazione che, quotidianamenteed in modo esasperante, diffondononotizie, spesso non verificate ofalse, che tendono a creare un climadi intolleranza e violenza verso icredenti musulmani prendendospunto dalle azioni di gruppiterroristici, se-dicenti islamici,negando così di fatto il principiocostituzionale sancito dall'art. 27 ilquale stabilisce che “laresponsabilità penale è personale”.Per tali motivi il Comitato

promotore nazionale della giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico, composto da associazioni,giornali, singole personalità dellacultura sia musulmani sia cristiani,insieme alle redazioni dei giornaliche di seguito vengono riportati,lancia un appello per la difesa dellalibertà religiosa in Italia, esegnatamente per la realizzazione diuna Legge sulla libertà religiosa.Chiediamo a tutte le personedemocratiche, alle organizzazionilaiche, a tutte le confessionireligiose italiane di prendereposizione contro tutte le iniziativelegislative o amministrative ocontro tutti quei mass-media chesostengono una nuova guerra direligione e fomentano il razzismoreligioso che, quando si scatena,colpisce tutte le religioniindistintamente.Non abbiamo bisogno di guerre, emeno che mai di quelle combattutenel nome di una qualsiasi fede o diDio! Condividiamo l'idea espressarecentemente da alcuni consigliericomunali di Pisa là dove si affermache «Chi usa il nome dell’Islam pergiustificare il proprio terrorismo

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offende e diffama l’Islam così comechi usasse il nome delCristianesimo per giustificare lapropria violenza diffamerebbe ilcristianesimo».Nessuno più deve esserediscriminato per la suaappartenenza religiosa. Bastaantisemitismo, basta islamofobia,basta cristianofobia!Chiediamo infine alla società civile,a tutte le realtà associative e laiche,a tutte le comunità religiosecristiane e musulmane che dal 2001hanno dato vita alla Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico di riprendere le iniziativedi sensibilizzazione dellapopolazione per impedire che ilnostro popolo sia tirato dentro aduna sciagurata e folle guerra direligione scatenata per motivipolitici.Roma, 30 gennaio 2015Il Comitato Promotore nazionaledella Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico

Primi firmatari (in ordinealfabetico)Riviste"Centro di ricerca per la pace e idiritti umani" di Viterbo e notiziariotelematico quotidiano "Lanonviolenza è in cammino"Adista, RomaCEM Mondialità, Brescia

Confronti, RomaEMI, Editrice Missionaria Italiana,BolognaGiornale SENTIRE, Rovereto TN"il foglio", mensile di alcunicristiani torinesi (dal 1971)Missione Oggi, BresciaPressenza International PressAgencyQOL, Novellara (RE)Riforma, TorinoTempi di Fraternità, Torinowww.ildialogo.org, Avellino

Associazioni/Comunità/Gruppi/OrganizzazioniAssociazione Italiana sociologia(Ais) - Sezione Sociologia dellareligione, RomaAssociazione Islamica delle Alpi diTorino [Moschea Taiba e MoscheaRayan]Associazione Scuola di pace –NapoliAssociazione Life onlus e Tavoloincontri e dialoghi di RavennaAssociazione Noi Siamo Chiesa,RomaAssociazione Convivio, RomaBeppe Manni, per la Comunità delVillaggio Artigiano, ModenaCIPAX - Centro interconfessionaleper la pace, RomaComunità Musulmane del PonenteLigureComunità "La Collina" di Serdiana– Cagliari

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Gruppo Interreligioso Insieme perla pace di TorinoMarco Dal Toso, Milano, avvocato,a nome dei Giuristi Democratici diMilanoMondi in Città onlus, Torino"Orientamenti Sociali Sardi"CagliariRETE RADIÈ RESCH -ASSOCIAZIONE DISOLIDARIETÀINTERNAZIONALESAE, Gruppo di RomaSegreteria nazionale delle Comunitàdi Base ItalianeUnione delle Comunità Islamiched'Italia, UCOII

SingoliAdel Jabbar, sociologo, TrentoEnrico Peyretti, Torino

Gabriele Gabrieli, "in silenzio perla pace", MantovaGianni Novelli, RomaGiuseppe (Peppino) Leone, CagliariHamza Piccardo, Editore, ImperiaKarima Angiolina Campanelli,Regista Teatrale, CasertaLaura Caffagnini, GiornalistaParmaMarco Bontempi professore disociologia Università di FirenzeNicola Tranfaglia,storico, professore emerito di Storiadell'Europa e del Giornalismonell'Università di Torino.Omar Camilletti, Giornalista RomaPierpaolo Loi, Cagliari

Venerdì 30 Gennaio,2015 Ore:17:03

Quattordicesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamicodel 27 ottobre 2015

Auguri ai Musulmani per l'inizio del Ramadan 1436 di Comitato Organizzatore

Cari fratelli e sorelle,in occasione dell’inizio delRamadan 1436 vi porgiamo i nostriauguri più sinceri e fraterni e nienteaffatto rituali.Da quattordici anni l'inizio delvostro Ramadan è occasione per noidi una riflessione sullo stato deirapporti esistenti tra cristiani emusulmani. Per diversi anni lagiornata del dialogo cristiano-

islamico, che è iniziata nel 2001, haseguito il vostro Ramadan e si èoramai consolidata, in numerosezone del nostro paese, laconsuetudine di incontri proficui trale nostre comunità in tale periodo.Moschee aperte, incontri dipreghiera e conviviali, iniziative sutemi concreti, hanno caratterizzatoquesti anni che sono tra i più duri,nei tempi recenti, nella storia dei

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rapporti tra islam e cristianesimo.Quest'anno, la necessità di questiincontri è ancora maggiore perchésia l'islam che il cristianesimo sonoin parte ostaggio di tendenzeestremiste che vogliono portare lenostre rispettive religioni ecomunità allo scontro e alla guerra.I mercanti di armi, chi vuoleaccaparrarsi materie prime, petrolio,acqua, territori, hanno bisogno dicondire i loro affari con l'odiocoltivato con sentimenti di originereligiosa, per convincere le personead uccidere e a partecipare alleguerre.Il razzismo nei confronti deimigranti, soprattutto quelli direligione musulmana, si stadiffondendo sia in Italia che inEuropa. La “terza guerra mondialea pezzi” continua e sempre nuovifronti di guerra si aprono. La parola“pace” sembra essere scomparsa daidiscorsi che i capi di stato dellemaggiori potenze continuamentefanno. Si diffonde odio e pauraanziché amicizia e pace tra i popoli.Abbiamo bisogno tutti, cristiani emusulmani, che la guerra vengafermata, che si fermi la nuova corsaagli armamenti che stacoinvolgendo decine di paesi esoprattutto le grandi potenze.Abbiamo bisogno di ribadirecontinuamente che sia l'Islam che ilCristianesimo sono religioni di pace

e che chi vuole strumentalizzarequeste religioni per la guerrasemplicemente non è né cristiano némusulmano.Ci auguriamo così che il mese diRamadan possa essere anchequest'anno un momento di incontroe che il vostro sforzo sulla via diAllah(Dio) faccia aumentare lareciproca amicizia, il rispetto el'accoglienza praticandocompassione e misericordia, neiconfronti dei poveri, dei malati,degli esclusi di coloro che scappanodalle guerre e che noi abbiamo ildovere di accogliere, tutti, senzadistinzioni perché unica è l'umanitàdi cui facciamo parte.Ci auguriamo che anche quest'annola giornata del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2015, giuntaalla sua quattordicesima edizione,possa essere un momento perprocedere insieme sulla via dellapace e della riconciliazione, unmomento per confrontarci su comevivere meglio e profiquamenteinsieme, valorizzando il molto checi unisce e rifiutando il pochissimoche ci divide.Abbiamo bisogno di pace, rispettoreciproco, accoglienza per dare unfuturo a questa nostra umanità.Ed è con questo spirito che diciamoRamadan karim!Con un fraterno saluto di shalom,salaam, pace

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Il Comitato Organizzatore dellaquattordicesima Giornata

ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2015Mercoledì 17 giugno 2015

Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione dellaquattordicesima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

diMassimo Abdallah Cozzolino

eGiovanni Sarubbi

Cari amici e amiche, fratelli esorelle,facciamo appello, per laquattordicesima volta, alla vostrasensibilità e al vostro impegnoaffinché l'imminente Giornataecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre, diventi unmomento concreto di costruzione dipace e di convivenza fra persone didiversa religione.In questi mesi il flusso dei profughiprovenienti dai paesi dove sono incorso guerre, è aumentatoesponenzialmente. Immensetragedie vengono rese note daimass-media, che danno notizia dinaufragi a ripetizione, con centinaiae centinaia di morti di cui moltibambini. Il Mediterraneo, che damillenni è stato luogo di incontrofra le diverse civiltà che vi siaffacciano, si è trasformato in unimmane cimitero.In oltre, dai tragici fatti di Parigi diinizio anno, con l’assalto al giornalesatirico “Charlie Hebdo”, un’ondata

di razzismo anti-islamico si èpropagata in modo esponenziale inEuropa, compresa l’Italia. Sisusseguono le aggressioni a singoli,ai centri dove sono accolti irifugiati, ai luoghi di culto islamici.Politici razzisti, a cui viene datoampio spazio dai mass-media con lascusa della “libertà di opinione”,istigano intere popolazioni aschierarsi contro i migranti.Questi politici razzisti in Italia ed inEuropa si presentano comedifensori delle “radici cristianedell'Europa” e attaccano tutti queireligiosi cristiani, a cominciaredalla massima autorità della Chiesacattolica, quando questi invitano lecomunità cristiane non soloall’accoglienza ma a conviverepacificamente con chiunque siaportatore di una religione diversa daquella cristiana. Ed è questo che da14 anni cerchiamo di realizzare nelnostro Paese attraverso l’iniziativadella Giornata ecumenica deldialogo cristiano-islamico.

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Cristianesimo ed islam, nella loroessenza, sono religioni di pace. Laradice della parola “islam” è pace;“beati gli operatori di pace perchésaranno chiamati figli di Dio” è laparte centrale di quel “manifestocristiano” che sono le beatitudinievangeliche. Queste sono le radicivere di cristianesimo ed islam, chenel corso dei secoli sono statestrumentalizzate e stravolte a finipolitici ed economici.Ribadiamo insieme, cristiani emusulmani, la netta e fermacondanna di qualsiasi forma diviolenza e guerra fatta nel nome diDio. La storia, che è maestra di vita,insegna che chi si macchia diomicidi in nome di Dio, odiaqualsiasi religione, compresa quelladietro cui si nasconde.Noi siamo convinti che il beneprevarrà sul male e che gli uomini ele donne di pace fermeranno l’odioe la violenza di chi vorrebbemettere cristiani contro musulmani.E che il bene prevarrà sul male celo dicono le decine e decine diiniziative di dialogo che, in seguito

ai drammatici atti di violenza diParigi, si sono sviluppate dal bassoin tutte le regioni d’Italia. Comunitàcristiane e musulmane si sono unite,concretamente, anche per dareassistenza sanitaria congiunta aiprofughi a prescindere dalla lororeligione di appartenenza.Con questo appello, invitiamoquindi tutte le persone di buonavolontà a ricordare la Giornata del27 ottobre, dando vita ad attività didialogo permanenti che cercherannodi rendere concreto il tema cheabbiamo posto all’attenzione dicristiani e musulmani e cioè passare“dall’accoglienza alla convivenzapacifica”.Buon 27 ottobre!Con un fraterno saluto di shalom,salaam, paceMassimo Abdallah Cozzolino,Presidenza della ConfederazioneIslamica ItalianaGiovanni Sarubbi, direttore delsito www.ildialogo.org Roma, 1 ottobre 2015

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