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"CALA" "CALA" "CALA" --- NEWSNEWSNEWS
Giornale Scolastico dell’Istituto di Istruzione
Secondaria di 1° grado “Piero Calamandrei”
Redazione Classi I, II e III L
Numero 8
6 giugno 2016
2° PREMIO LETTERARIO “PIERO CALAMANDREI”
Ecco i vincitori ! Il Premio è nato lo scor-
so anno con lo scopo di
motivare e invogliare
tutti gli alunni della
scuola alla scrittura e alla
lettura.
Il 12 febbraio 2016, tutti
gli studenti del nostro
Istituto si sono cimentati
nella produzione di un
racconto sugli incipit
proposti dalla scrittrice
Giusi Marchetta, tema
stabilito dal Collegio dei
Docenti: “La Frontiera”.
Gli insegnanti di lettere hanno poi selezionato
due testi per ogni classe da inviare alla giuria. Fi-
nalmente, il 26 aprile 2016, sono stati rivelati e
premiati i vincitori dalla stessa autrice alla pre-
senza di un foltissimo pubblico di genitori e so-
stenitori!
Dopo la premiazione, i ragazzi e i presenti hanno
poi potuto rivolgere delle domande alla scrittrice e
colloquiare un po’ con lei…e…. novità e sorpre-
sa: farsi firmare le copie del volumetto Spazi di
libertà, edito da Impremix, che raccoglie tutti i
racconti dei finalisti, curato dalla Dirigente, con la
prefazione della scrittrice. Il volumetto è stato
presente anche al Salone del Libro!
Bravi tutti per l’impegno e la serietà profusi, gra-
zie alla Preside, Laura Arossa, per aver curato
l’evento in ogni partico-
lare e per la straordinaria
idea del libro; grazie alla
madrina della manifesta-
zione che, nonostante i
suoi numerosi impegni,
ha partecipato all’inizia-
tiva con disponibilità ed
entusiasmo; grazie alla
giuria che si è assunta
l’arduo compito di indivi-
duare i vincitori! E non
è finita qui: i racconti
premiati saranno anche
pubblicati sul diario del prossimo anno scolastico!
CLASSI TERZE: 1. Il tramonto del regno di Siagro - Clodoveo Torinese
(Daniele Ponzio)
2. Anche io faccio la differenza - Dallas (Greta Meregalli)
3. La vera vittoria - Peperoncino Rosso (Valentina De Mar-
tini)
CLASSI SECONDE:
1. Mia cara.. - RD Lemon (Davide Ribaudo)
2. Il marchio del serpente - Lallo13 (Paolo Bellero)
3. La città sotteranea - Talitha (Naima Venturini)
CLASSI PRIME: 1.Due città diverse separate da un muro - Cactus (Giulia
Sabra)
2.Realtà di un sogno - Signora Pitt (Annalisa Albano)
3. Alì e Sami: due topini separati, ma amici - Mordicchio
2015 (Francesco Cocchiarella)
Secondo Premio Letterario Piero
Calamandrei
Primo Classificato
Classi terze
IL TRAMONTO DEL REGNO DI SIAGRO
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Il viaggio è lungo ma non
abbiamo paura, ci siamo allenati
per mesi e possiamo farcela. O
almeno lo crediamo. Nessuno di
noi sa com’è fatta la frontiera o
come sia possibile attraversarla
perché nessuno mai è tornato
indietro a raccontarlo. Sappiamo
solo che non abbiamo scelta: non
possiamo restare qui. –Sei
pronto?- mi chiedono i
compagni? Si fidano di me.
Decisi così di dichiarare guerra a
Siagro, re del nord della Gallia,
“Siamo o non siamo Franchi?
Non siamo noi il popolo barbaro
più forte in battaglia? Cos’è il
limes? Non è forse solo un
confine tracciato dai Romani per
impedirci di entrare nel loro
impero? Eppure siamo cittadini
dello stesso mondo.” Questa
riflessione l’ho meditata negli
ultimi mesi, in vista del bel tempo
e quindi di un buon periodo per
esaudire il sogno del mio popolo.
Non sto esagerando, tutti
vogliamo rivendicare la nostra
dignità, non capisco perché i
Romani ci chiamino “barbari”,
con quel senso di superiorità, solo
perché siamo “non Romani”.
Loro infatti ci considerano
pericolosi, ignoranti, poco
intelligenti, vagabondi che
migrano senza una causa precisa e
giusta (quando invece noi
l’abbiamo). Ci guardano anche
con timore, come se li dovessimo
assalire di colpo, senza motivo.
Ecco, noi siamo diversi, ma non
inferiori come loro sottolineano.
E poi perché dobbiamo rimanere
qua a soffrire la fame, a rischiare
la vita, ogni inverno, a patire il
freddo, temendo che gli Unni
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giungano qui a massacrarci per
depredare i nostri pochi beni e per
dimostrare la loro ferocia e la loro
forza dinanzi agli altri popoli?
“Ditelo a Siagro!” ordinai ai miei
ambasciatori.
Per questo, qualche mese fa
raggiunsi la piazza del paese dove
affermai che tra pochi giorni
avremmo oltrepassato il limes.
Con un bel discorso riempii i miei
sudditi di zelo, di forza e di
coraggio, per affrontare e vincere
qualsiasi nemico.
Alle mie parole tutto il popolo
mandò un grido enorme di
giubilo, e in un batter d’occhio
tutti scomparvero: erano andati a
svolgere i preparativi e ad
avvisare gli altri villaggi franchi.
Furono giorni di frenetica attività:
le donne preparavano gli effetti
personali delle rispettive famiglie,
gli uomini preparavano i carri e
andavano nei campi a prelevare
tutto il raccolto disponibile ed i
soldati di loro volontà
intensificavano gli allenamenti,
tanto che li chiamavo “miei
Ercole!” al posto di “miei prodi!”.
Notai quindi uno smisurato
entusiasmo nei miei sudditi.
Persino i bambini aiutavano e
facevano la loro parte. Io invece
preparavo strategie per eventuali
battaglie.
In una decina di giorni eravamo
già in marcia verso sud e in poco
tempo giungemmo di fronte al
limes. Da qui si vedeva il Reno e
dietro ad esso una muraglia molto
alta intervallata da torri: era
stupefacente, chilometri e
chilometri di lunghezza,
sembrava infinita.
Sventolavano le bandiere superbe
di Siagro, con lo stemma della
famiglia reale.
Faceva caldo e il sole splendeva,
cosicché le sentinelle ci videro
subito e lanciarono l’allarme.
Ci fu la battaglia. La nostra
fanteria fu circondata, così per
liberarla mandai la cavalleria a
rompere il cerchio e ci riuscii: i
soldati nemici furono arginati sul
Pagina 4 Calamandrino "CALA" NEWS
fiume ed ora non oso descrivere
la carneficina che ne conseguì e
che ora pesa sulla mia coscienza.
A questo punto, con mezzi di
fortuna, costruimmo un ponte e
superato il fiume distruggemmo il
limes.
Così, dopo aver marciato per
giorni e giorni, giungemmo a
Lutetia nel cuore della notte e di
sorpresa la conquistammo. La
città fu messa a ferro e fuoco.
Solo stamane abbiamo spento
l’incendio. Ora sto ammirando la
bellezza della città e sto
constatando che i Romani erano
ottimi scultori e architetti.
Mi sto innamorando di questa
civiltà e spero che dalla mia
discendenza possa nascere un
sovrano che ristabilisca questo
meraviglioso impero romano.
Clodoveo torinese
Daniele Ponzio
Il volumetto con la raccolta
di tutti i racconti finalisti
Secondo Premio Letterario Piero
Calamandrei
Primo Classificato
Classi seconde
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Qui alla Frontiera era autunno e
cadevano le foglie. La mattina mi
svegliavo presto, facevo il solito
giro di perlustrazione.
Controllavo che la rete fosse in
piedi e che il vento non avesse
buttato giù il filo spinato. Pensavo
molto a te, a mille miglia di
distanza e mi chiedevo se ti avrei
mai rivisto. “Se almeno un giorno
di questi arrivassero i nemici” mi
dicevo “forse mi sentirei meno
solo”.
Pensavo e ripensavo alla prima
volta che ti ho vista, al bar della
stazione spaziale “Il Satellite”...
eravamo solo due omini grigi e
ognuno voleva fare qualche soldo
lucidando navicelle private o bus
interstellari giunti al capolinea.
Ricordavo di averti scambiata
subito per un angelo, ma poi mi
ero reso conto che il paradiso era
circa duemila anni luce sotto il
confine dello spazio!
L'amore era divampato dentro di
noi come una cannonata solare...
oh che bei tempi quelli prima
dello scoppio della guerra!
Ti sognavo ad occhi aperti.... cosa
non avrei dato per riabbracciarti!
Un giorno mi promossero
cannoniere e mi assegnarono
l'artiglieria di punta; il che non mi
rese tanto felice... perché? Ovvio!
Nel caso di un assedio sarei stato
il primo a saltare in aria... ma non
solo per questo ero preoccupato,
perché al mio posto venne un
novellino che di guerra non
sapeva niente!
“Cavolo!” pensai “Ma chi è quel
mentecatto che affida le nostre
vite a quel ragazzino ?! Se lo si
mette come vedetta si addormenta
quando ancora la terza e la quarta
Pagina 6 Calamandrino "CALA" NEWS
luna di Urano illuminano il
cosmo!”.
Da quel giorno, non riuscivo più a
prendere sonno, sapendo che la
vita dell'Impero era nelle mani di
quel nanerottolo... e le mie paure
si dimostrarono fondate.
Una notte, mentre mi rigiravo
nella brandina, decisi di alzarmi;
cosQUAì uscii dal cannone
intento a fare una passeggiata sul
ponte, salii le scale e... rimasi di
stucco. Davanti a me vi era la
portanavicelle dei Plasmoidi: di lì
a poco avrebbe iniziato a
rilasciare i convogli kamikaze,
carichi di plasma, che avrebbero
distrutto la base!
“Per Giove!” Gridai “I
Plasmoidi!”
Quegli alieni grassoni sono i
peggiori dell'Universo! Nel
combattimento aereo sono molto
deboli, per cui assaltano le
fortezze interstellari con una sola
grande nave, carica di navicelle
contenenti plasma radioattivo, che
lanciano contro le basi nemiche.
“Vedetta!Vedetta!” Urlai “Suona
l'allarme!”. Inutile. Il fanciullo era
immerso nel mondo dei sogni...
ormai era troppo tardi, dovevo
intervenire io. Mi dovevo
sacrificare. Salii sulla prima
navetta che trovai e mi lanciai alla
massima velocità contro gli
invasori... appena in tempo, per
pochissimo non sganciarono il
primo ordigno.
Mi schiantai frontalmente contro
il convoglio. Una bella
esplosione! Peccato che anche io
ne feci parte... ma l'Impero era
salvo.
Adesso ti starai chiedendo, seduta
nel solito bar, quello dove ci
siamo conosciuti, con nostro
figlio in braccio e questa lettera in
mano: “Ma da dove me l'ha
spedita?”
Ebbene, se lo vuoi sapere, da
circa duemila anni luce sotto di
te…
R.D. Lemon 2003
Davide Ribaudo
Secondo Premio Letterario
Piero Calamandrei
Primo Classificato
Classi prime
“DUE CITTÀ DIVERSE SEPARATE DA UN MURO”
Una mattina gli abitanti del
villaggio Avaro (perché erano
tutti avari e non sapevano
condividere nulla) si svegliarono
e trovarono un muro che li
separava dal resto della valle. Era
alto, resistente, possente ed era
impossibile abbatterlo. Dopo
diversi tentativi di raderlo al
suolo, non gli diedero più
importanza e diventò
un’abitudine.
Un giorno un ragazzo di nome
Lorenzo sentì dei rumori: erano
delle voci, delle grida, dei lamenti
e frasi di amici che si
incontravano e si salutavano.
Pensò che si trattasse di un
gruppetto di bambini che
litigavano sempre, ma si
sentivano anche delle espressioni
amichevoli, non solo insulti e
prese in giro. Allora cercò
un’altra spiegazione: provenivano
da dietro il muro! Non aveva mai
sentito quelle voci e andò ad
avvertire tutto il villaggio. Stupiti
dalla notizia sconvolgente si
avvicinarono tutti al muro e tesero
le orecchie per ascoltare. Gli
abitanti trattennero il fiato per lo
stupore. Si chiesero cosa stesse
accadendo: gli scienziati
pensarono ad un buco nero, i più
fantasiosi ad un mostro verde di
quindici metri ricoperto da viscida
saliva, con denti appuntiti e cento
mani, i più scontrosi ad un ring
con pugili che si picchiavano.
Insomma, tutti avevano
un’opinione diversa, ma nessuno
sapeva cosa ci fosse davvero
dietro il muro.
Provarono a scavalcarlo: saltando,
arrampicandosi, dando pugni al
muro… Tutti lavoravano
individualmente e a nessuno
venne l’idea di unire le forze per
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scavalcarlo. Allora lasciarono
perdere.
Con il passare del tempo, però, i
rumori si fecero sempre più forti,
tanto che se qualcuno appoggiava
un orecchio al muro doveva
toglierlo subito, altrimenti
rischiava di danneggiarsi
gravemente il timpano.
Un giorno il capo del villaggio
disse: “Basta, dobbiamo
assolutamente capire cosa sta
succedendo!”
Chiese a tutti gli abitanti di
escogitare un piano, ma nessuno
ci riuscì…a parte Lorenzo, il
ragazzino curioso, che chiese
all’uomo più forte del villaggio di
prendere sulle spalle un altro
uomo e così via finché tutti gli
abitanti non si trovarono uno sulle
spalle dell’altro. In cima alla pila
c’era Lorenzo che salì in piedi sul
muro e, con suo grande stupore,
vide che non c’era nessun buco
nero, mostro o pugile, ma c’era un
meraviglioso villaggio dove si
svolgevano danze, canti e si
raccontavano storie. Gli abitanti
vivevano in armonia e non
litigavano mai. Ad un certo punto
la voce di un bambino lo fece
svegliare dall’incanto: “Guardate!
Un ragazzo è in piedi sul muro!
Chi è?”. Gli abitanti del villaggio
scoperto si riunirono intorno al
bambino e guardarono in alto:
iniziarono a scambiarsi domande,
Lorenzo sul nuovo villaggio e i
suoi abitanti e viceversa.
Una volta chiarita la situazione i
due villaggi si unirono: il nuovo
villaggio insegnò agli abitanti di
Avaro a non essere troppo chiusi
e avidi.
Non potendo buttare giù il muro,
decisero di creare un ponte di
pietra sul quale erano scolpiti i
corpi delle persone che avevano
contribuito all’impresa, per
ricordare il gesto eroico che fece
vivere felici e contenti gli abitanti
del villaggio.
Cactus Giulia Sabra
Calamandrino "CALA" NEWS
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IL MITO
Alcione e Ceice
Pagina 9 Calamandrino "CALA" NEWS
Alcione era figlia di Eolo e sposa felice di Ceìce, re di Trachine. Il loro amore era in tenso a l punto tale che la moglie mai s i sarebbe v o l u t a separare dal marito. Un bel giorno, però, il fratello del re rimase coinvolto in un fatto prodigioso e lui decise di recarsi al santuario di Claro per consultare l’oracolo . A l c i o n e c h i e s e d i accompagnarlo, ma Ceìce rifiutò la proposta, non voleva esporre l’amata ai rischi del viaggio. Ceìce si mise dunque in mare, che ben presto manifestò la sua furia impietosa. Si sollevò una tempesta che sconquassò la nave. Ceìce, quando stava per essere inghiottito dai marosi, pregò che il suo cadavere fosse restituito dalle acque alle braccia di Alcione, perché lei, e solo lei, si incaricasse della sepoltura. Intanto, a Trachine, A l c i o n e p r e g a v a cont inuamente g l i dei ,
rivolgendosi soprattutto a Giunone. La d e a , c o n s a p e v o l e della morte di Ceìce, volle porre fine alle s u p p l i c h e , ormai vane, di Alcione. Si rivolse a Iride,
ingiungendole di andare alla dimora del Sonno e di chiedergli di mandare un sogno ad Alcione, perché prendesse atto del doloroso evento. Iride si dirige alla reggia del Sonno che è nel paese dei Cimmerii, in una grotta dove muta domina la quiete. Al centro della spelonca c’è un letto d’ebano, su cui giace, languido, il dio. Iride lo prega di mandare ad Alcione uno dei suoi sogni .Il Sonno accoglie la richiesta e presceglie Morfeo, molto abile n e l l ’ a s s u m e r e t u t t e l e sembianze. Morfeo parte per Trachine. Deve fare il morto annegato e quindi assume un colore livido, cadaverico: mette una barba che gronda acqua di mare.
Alcione e Ceice
Pagina 10 Calamandrino "CALA" NEWS
Così si presenta alla sconsolata Alcione. Le dice esplicitamente che è morto, è stato travolto con i compagni dal mare in burrasca. Alcione comincia a gemere nel sonno, si sveglia, è stravolta dal dolore, corre verso quel lido da cui Ceìce era salpato, andando incontro alla sua fine. Guardando il mare scorge qualcosa che le onde stanno portando a riva: è il corpo di Ce ìce p i e t o s a m e n t e restituito dal mare. Con un balzo, si trova sul molo, lì vicino; ma, sorprendentemente, fatta uccello, vi giunge volando. Si libra in volo, gemendo ancora come aveva fatto da donna, nel sonno e nella veglia, rende i n f i n i t i b a c i a l l ’ a m a t i s s i m o C e ì c e , pungendolo delicatamente col becco che la metamorfosi le ha concesso. Certamente Ceìce, avvertendo la dolcezza di quei baci, per raggiungere Alcione diventa anch’egli uccello. Così v ivranno: nell ’e tere , si
accoppiano e diventano genitori. Durante i sette giorni di attesa, Alcione cova in un nido a picco sul mare.
Eolo trattiene i venti per donare ai nipotini una leggera brezza.
La classe Prima Elle
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LA POSTA DEL CUORE di Danilo
Ciao Danilo, mi piace un ragazzo, ma sono un maschio e sono il suo migliore amico. Ho una cotta per lui da tre anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi per paura di essere rifiutato e preso in giro. Ti prego, aiutami! R i s p o s t a —Secondo me, dovresti solo e s s e r e coraggioso. Non sentirti giudicato, ama chi vuoi e sii te stesso. La vita è tua e non ti preoccupare di cosa potrebbe accadere, se è davvero il tuo migliore amico, v e d r a i c h e rimarrà comunque al tuo fianco. Fai coming out e, quando accetterà questo, confessagli i tuoi sentimenti. Caro Danilo,
mi sono resa conto di non essere più
innamorata del mio ragazzo, lui al
contrario è sempre tenero e
innamoratissimo. Suggeriscimi un
modo per dirglielo senza farlo soffrire
Risposta - Se sei davvero sicura e
convinta di non essere più innamorata
del tuo ragazzo, chiedigli di uscire e,
quando sarete faccia a faccia, digli
semplicemente la verità, sii sincera.
Vedrai che, anche se probabilmente
all’inizio ci starà male, anche lui
riuscirà ad accettarlo.
Danilo, aiutami!
Ho detto ad una mia amica il nome della persona
che mi piace, Ugo. Lei per farmi un dispetto sta
sempre con lui e cerca di ottenere la sua
attenzione. Sono verde
dalla gelosia. Posso
avere qualche speranza
di non perder l i
entrambi?
Risposta — Innanzitutto
quella non è un’amica,
secondo me un’amica
come la tua è meglio
perderla che trovarla.
Vedrai che se Ugo è
davvero interessato a te
non rimarrà a perdere
tempo con lei e verrà
da te.
Caro Danilo, quest’estate mi sono fidanzata con un ragazzo: il problema è che lui abita molto lontano da me. Non ce la faccio più a sopportare questa distanza. Sto pensando di lasciarlo, anche se lo amo ancora. Non so come dirglielo. Aiuto! Risposta - Cara ragazza, secondo me dovresti parlarne con lui e trovare una soluzione insieme. Lasciarsi è troppo affrettato. Se vi amate veramente riuscirete ad affrontare questa difficoltà. Convincete i vostri genitori a tornare nella stessa località di vacanza e, se sono rose, rifioriranno.
Se hai un problema di cuore scrivi
a
La posta del cuore di Danilo
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Prima di iniziare vi dico una cosa : que-
sta è una storia bizzarra.
Poseidone era un dio molto scorbutico.
Ve lo posso garantire. Io l’ho conosciuto.
Di persona intendo. Facciamo qualche
passo indietro.
Era una mattina d’estate e il mare era
calmo, tranquillo. Le piccole onde di
schiuma si infrangevano sugli alti scogli.
Io mi ero appena alzato e mi godevo la
brezza mattutina che soffiava dolcemen-
te. La mia piccola casa solitaria sorgeva
sugli scogli. Vivevo in mezzo al nulla e
per sopravvivere lavoravo nel mio picco-
lo orto e andavo a pesca. Era davvero
una mattinata fantastica e mentre guar-
davo l’alba meravigliato, sorseggiavo
una tazza di latte freddo. Non potevo
immaginare che cosa sarebbe successo
nell’arco dei quindici secondi successivi.
Il mare divenne più agitato. Le goccioli-
ne delle onde, che sbattevano violente-
mente sugli scogli, arrivavano fino a me.
Era una cosa stranissima: il vento era
molto debole ma le onde continuavano
ad alzarsi. Quando il sole sorse del tutto,
un’onda gigantesca si scaraventò su di
me e sulla mia casa. Venni completa-
mente immerso. Non capivo più che co-
sa stesse succedendo. Stavo per finire il
fiato. Che brutto: passare una mattinata
meravigliosa per poi morire affogato!
Non ce la facevo più. L’ultima cosa che
vidi furono le bolle che uscivano dalla
mia bocca risalire in superficie.
Avrei voluto essere una di loro. Quando
l’onda mi aveva colpito non ero riuscito
a prendere abbastanza aria, a fare un bel
respiro. Buio, buio pesto. “Cough!
Cough!” Tossii. “Sono ancora vivo?” Mi
domandai, pensando di essere solo.
Aprii gli occhi. Sussultai. Ero sott’acqua!
Incredulo spostai lo sguardo su un uo-
mo seduto di fianco a me.
Era alto, muscoloso, aveva occhi verdi e
penetranti, portava un elmo bianco co-
me la schiuma delle onde e una tunica
blu come il mare più profondo.
Mi guardava malissimo. La sua barba
nera toccava il fondale. “Mi può dire
dove mi trovo?” Chiesi gentilmente
all’uomo. Non potevo sapere che non
fosse un uomo e ancora non riuscivo a
spiegarmi come potessi respirare sott’ac-
qua. “Deve essere un sogno.” Ipotizzai
ad alta voce. Il tizio seduto di fianco a
me si alzò in piedi. Era molto più alto di
come sembrava da seduto. “Non stai
sognando, mortale.” Disse lui rabbioso.
“Mortale?” Feci io. Lo ammetto, il mio
tono era abbastanza irritante ma chiun-
que avrebbe risposto così in una situa-
zione del genere. “Come osi parlarmi
così? ”Fece lui scorbutico. “Ma chi è lei?”
Chiesi io arrabbiato. “Io sono Poseidone!
Colui che comanda il mare!” Disse lui
con tutta l’ira che aveva in corpo. A quel
punto capii. Ecco perché respiravo
sott’acqua, ecco perché il mare era cam-
biato così velocemente e mi aveva trasci-
Pagina 15 Calamandrino "CALA" NEWS
nato sul suo fondale. Avrei voluto ritira-
re tutto quello che avevo detto. L’ unico
dubbio però era questo: perché Poseido-
ne voleva
parlare con
me? La rispo-
sta arrivò
dopo un
i s t a n t e .
“Perché hai
fatto questo a
mio figlio
P o l i f e m o ?
Perché lo hai
a c c e c a t o ? ”
Urlò. “Ho
fatto di tutto
per ucciderti!
Ma tu sei for-
te, resistente!
Ho scagliato
tempeste, ho
a v v i s a t o
grandi mostri
del tuo arri-
vo. Ma tu sei
astuto, lo de-
vo ammette-
re”. Nuova-
mente non capivo più niente. Poseidone
attaccò ancora il discorso: “Mio figlio
Polifemo mi ha detto tutto!
Lo avete ubriacato lui si è addormenta-
to. Poi ha sentito un dolore lancinante e
il buio per lui ha continuato per sem-
pre.” “Ci deve essere un equivoco. Io
non ho fatto nulla di tutto ciò!” Poseido-
cambiò aspetto. Sembrava che vedesse
nel mio animo e che capisse che quel che
dicevo era vero. Chinò il capo. Io lo
g u a r d a v o
senza sapere
cosa dire.
Lui strappò
la sua veste
e si mise a
urlare dalla
disperazio-
ne. Scoppiò
in un pianto
s c o n s o l a t o
come un
neonato che
ha smarrito
la sua mam-
ma. Un dio
un po’ stra-
no. Ovvia-
mente non lo
dissi ad alta
voce.
Di colpo Po-
seidone fece
un gesto con
la mano.
L’acqua
scomparve, i coralli e Poseidone con lei.
Mi ritrovai nella mia casetta con la tazza
di latte in mano.
“Assurdo!” pensai.
Paolo Bellero IIA
Pagina 16 Calamandrino "CALA" NEWS
LA CLASSIFICAZIONE NEL GIARDINO DELLA SEDE DI VIA NICHELINO
Vittoria Braida Martina Piredda
Angelo Furnò Francesa Alberti
Giulia Tuveri Lorenzo Liuzzi
Prima Elle
Il programma di Scienze
prevedeva lo studio delle
piante, il nostro professore ci
ha proposto una metodologia
interessante per affrontarlo:
non solo studio teorico, ma
anche osservazione sul campo.
Durante una lezione teorica,
con l’utilizzo della Lim,
abbiamo imparato a distinguere
tra diversi tipi di foglie, portamento, fusto. Il
giorno successivo, divisi in sei gruppi con
taccuino e penna, siamo scesi in giardino per
osservare dal vivo le caratteristiche degli alberi
e degli arbusti, abbiamo preso appunti,
focalizzando la nostra attenzione sui criteri che
ci erano stati forniti. Tornati in aula, ci siamo
confrontati con il nostro insegnante e abbiamo
scoperto somiglianze tra alcune specie (carpino
e faggio). Abbiamo scoperto che nel nostro
giardino sono presenti più di cento alberi e
arbusti. È impossibile soffermarsi su tutti , vi
proponiamo la descrizione degli esemplari
maggiormente presenti :
Il tiglio è stato il primo albero che
abbiamo riconosciuto ,tornando in
giardino, per l’osservazione.
I tigli sono alberi molto alti, hanno un tronco
robusto, alla cui base si sviluppano
frequentemente numerosi polloni. Hanno foglie
alterne,asimmetriche, picciolate,acute all’apice,
dal margine seghettato. La loro chioma è larga,
ramosa, tondeggiante. La corteccia, in età
giovane, è liscia poi, con il tempo, presenta
alcune screpolature verticali.
L’acero palmato: è
un arbusto. Le foglie sono
opposte , palmate con lobi
e decidue, cioè cadono in
autunno. I frutti sono a
forma d’elica di elicottero
e, se lanciati in aria, girano
su se stessi, allontanandosi
dall’albero – madre.
La sequoia: è originaria della California,
dove può raggiungere 115 m di altezza.
E’ l’albero più alto del mondo, anche se
in Europa, dove è stato introdotto
nell’Ottocento, non supera i 50 metri.
Ha una chioma piramidale e densa di foglie. Il
tronco è a forma di colonna, caratterizzato da
una spessa corteccia bruno rossiccia, fibrosa e
tenera. Le foglie sono piatte lunghe 2/3 cm,
aghiformi e di color verde scuro.
P.S. Quest’attività è stata molto complicata
perché c’erano molti dettagli da individuare e
ricordare, ma , nel contempo, istruttiva.
Pagina 17 Calamandrino "CALA" NEWS
Il desiderio di mettere in pratica alcune cono-
scenze di botanica, la voglia di realizzare un
progetto concreto, un giardino scolastico am-
pio e inutilizzato sono stati gli ingredienti che
hanno dato vita al nostro progetto “Se vuoi
mangiare cibi sani unisciti al gruppo degli
ortolani”. L’idea è nata dalla professoressa
Pagliarulo: passeggiando in giardino qualche
mese fa ha notato che il cortile della scuola
offriva un grande spazio e ha pensato di pro-
porci una sfida: avremmo dovuto organizza-
re un progetto con l’obiettivo di creare un
orto all’interno della scuola. L’idea ci è pia-
ciuta subito ma l’entusiasmo non era suffi-
ciente, bisognava preparare ogni passaggio
con cura. Innanzitutto abbiamo fatto una lista
di tutto ciò di cui avremmo avuto bisogno,
poi abbiamo iniziato a procurarci l’occorren-
te: fiori, piante, sementi, attrezzi e scarpe vec-
chie. La scuola ci ha messo a disposizione
degli spazi che utilizziamo come magazzini e
la professoressa ha organizzato dei turni per
lavorare al progetto. Poiché ogni pianta deve
essere seminata in maniera diversa, sono stati
necessari diversi tipi di attrezzi. Ci siamo
procurati zappe, rastrelli, picconi, tridenti,
forconi, palette e forbici per potare.
patate, insalata, zucche, zucchine, pomodo-ri, fragole e spezie profumate. Nella semina abbiamo dovuto tener conto del sole e dell’ombra, abbiamo dovuto calcolare la distanza tra le piante per ottenere una cre-scita ottimale e infine abbiamo fatto atten-zione a innaffiare ciascuna pianta in manie-ra opportuna. Discutendo in classe ci siamo accorti che le nostre forze non era sufficienti e che non sapevamo come usare gli attrezzi, allora abbiamo pensato di chiedere aiuto ai nonni, si sono offerti subito quelli di Emilio che hanno tanta esperienza. Loro ci hanno insegnato davvero tanto: abbiamo imparato a preparare la terra, per la piantagione biso-gna smuoverla zappando e vangando, ab-biamo sperimentato che solo dopo si semi-na e si innaffia a seconda delle necessità della pianta. I nonni ci hanno insegnato che, oltre al sole alla stagione e alla luna, quando si cura un orto bisogna fare attenzione ad alcuni ostacoli: le radici, le parietarie e gli animali che passando possono rovinare le piante. Curare l’orto per la nostra classe è stata una grande occasione: abbiamo impa-rato cose nuove, abbiamo visto la nostra fatica trasformarsi in germogli e abbiamo sperimentato il piacere di lavorare assieme ad un progetto importante che sta a cuore a tutti.
I E
Pagina 18 Calamandrino
"CALA" NEWS
Il giorno due marzo ci siamo recati in Aula
Magna per partecipare a un’immersione
virtuale e interattiva denominata “Sopra e
sotto il mare”.
A presentarci il laboratorio c’era il biologo
marino Paolo che ci ha spiegato dove si sa-
rebbe svolta l’immersione.
Il sub si è immerso nell’area protetta di
Santa Margherita Ligure e ha indossato
una maschera granfacciale che
gli permetteva di comunicare chiaramente
con noi attraverso un auricolare.
La stella marina
Il primo animale che ci è stato mostrato è la
Stella Marina
(echinodermi).
Le stelle marine
hanno una bocca
piccola e sono
senza denti ma
non per questo si
devono nutrire di organismi piccoli e molli;
per mangiare estroflettono lo stomaco, inge-
riscono la loro preda (per esempio una coz-
za) e dopo averla digerita ritirano all’inter-
no del loro corpo lo stomaco.
Per muoversi usa dei piccoli pedicelli con
delle ventose, sulle braccia si trovano dei
sensori luminosi che fungono da occhi; se si
dovesse staccare un raggio la sua vista sa-
rebbe ridotta perché quello che le ricrescerà
non potrà supplire alla mancanza.
Riccio di prateria
Il secondo animale che c’è stato mostrato è
il Riccio di prateria.
La sua dimensione è simile a quella di una
mela, il corpo è ricoperto da aculei e, per
mimetizzarsi, stacca foglie di diverso tipo
per nascondersi da eventuali predatori co-
me l’ Orata e il Saraco.
Fra i suoi aculei si na-
scondono i piccoli pedi-
celli con ventose che usa
per spostarsi. Il riccio è
algivoro cioè si nutre di
alghe che mastica con i
suoi cinque denti.
Patata di mare
La patata di mare è un
animale sessile (aspira
l’acqua, la filtra e la rila-
scia nel mare) cioè non si
muove mai; è un animale filtratore. La Pa-
tata di mare si chiama Ascidia.
Se le facciamo del male produce dell’adre-
nalina per difendersi.
Esperimento sulla pressione atmosferica
Il sub Alfonso all’ inizio dell’immersione
aveva fissato sul fondale marino, a 12 m di
profondità, una bottiglietta di plastica priva
d’acqua. Paolo ci ha chiesto cosa, secondo
noi, fosse successo alla bottiglietta. Anche se
questa era chiusa si è accartocciata su se
stessa come se l’aria fosse uscita, in realtà,
la compressione è stata determinata dal-
la la pressione atmosferica.
Tecnologie utilizzate
Per farci osservare il fondale marino, il su-
bacqueo teneva in mano una telecamera
dotata di una luce per permetterci di vedere
meglio i colori.
All’inizio dell’immersione la luce era spenta
per farci notare i colori che mano a mano,
scendendo in profondità, diminuivano sem-
pre di più, perchè i raggi solari non riusci-
vano a raggiungere quel punto.
Commenti
Questo laboratorio ci è servito per osservare
e conoscere meglio alcune delle specie ma-
rine.
Durante l’immersione interattiva, con il
subacqueo Alfonso, ci è stato dimostrato che
anche il fondale marino, non solo i paesaggi
terrestri, conserva delle bellezze a noi sco-
nosciute. Ciò che ci ha colpito maggiormen-
te è che in essi, man mano che si raggiungo-
no grandi profondità, i colori non sono più
distinguibili a causa della assenza di luce:
questo li rende luoghi misteriosi.
Marco Alcide
Luca Carrescia
Lara Fabbri
Sofia Furnò
ID
“SOPRA E SOTTO IL MARE”
Pagina 19 Calamandrino "CALA" NEWS
1.Laboratorio dei XKè:
Su proposta degli insegnanti di Educazione musicale,ci siamo recati al Museo dei XKé e abbiamo seguito un laboratorio intitolato “ La voce, il tuo strumento “. Attra-verso esperimenti e giochi abbiamo capi-to la differenza tra suono e rumore, tra onde gravi e acute. Particolarmente di-vertente è stato en-trare in una stanza insonorizzata con le pareti di gommapiu-ma e scoprire come i suoni venivano assor-biti dalla gomma. Mentre soffiava un vento gelido e cadeva la neve, infreddoliti e diver-titi ,siamo rientrati a scuola.
2. Visita al teatro Regio: La nostra guida ci ha spiegato che il tea-tro ,su disegno di Benedetto Alfieri, venne edificato nel 1738. Nel 1936 un incendio di-strusse la struttura settecentesca di cui so-pravvive solo la facciata. L’attuale edificio fu progettato nel 1973 da Carlo Mollino. Il Piccolo Regio , ricavato nei sotterranei, è dedicato ai concerti. Quel giorno, a teatro, c’erano le prove de “La Donna Serpente “ di Alfredo Casella. E’ stato interessantissimo assistervi. Il racconto è stato davvero avvincente, cercheremo di riassumerlo per voi lettori. La fata Miranda si innamora di un mortale Altidòr, re di
Téflis. Il re del regno delle fate, Demogor-gòn, pone le sue condizioni: Miranda può andar via e sposare il mortale, ma per nove anni e un giorno deve tenergli nascosta la
sua vera identità di fata. Trascorso quel perio-do, dovrà fare in mo-do che il marito la creda colpevole di terribili azioni: se il
marito continuerà ad
amarla e non la maledi-
rà, allora la fata diven-
terà mortale e potrà
restare con lo sposo per
tutta la vita terrena; se
no, Miranda verrà tra-
sformata in un serpen-
te , sarà costretta a vagare sulla terra per due-
cento anni e poi tornerà eternamente fata.
Vivono felici in un bellissimo castello fino a
quando Altidòr, frugando in un forziere, scopre
la vera identità della moglie. Il re, per molto
tempo, non presta ascolto a tutte le gravi accuse
rivolte a Miranda per calunniarla poi, alla fine,
cede e la maledice. La donna appare, gli svela
tutta la verità , gli affida i figli e si allontana
prima di trasformarsi in serpente. Nel buio Mi-
randa chiede aiuto alle stelle della notte. Alti-
dòr, guidato dalla fata Farzana, raggiunge il
tempietto in cui è rinchiusa la donna serpente e
uccide i mostri che la tengono prigioniera. Fi-
nalmente i due sposi si possono riabbracciare e
festeggiare il lieto fine insieme ai loro figli.
Abbiamo scoperto infine che per allestire uno
spettacolo le prove sono laboriose e durano
circa un mese.
La I L
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Considerazioni della 2°L
sul consumatore consapevole
Noi della II L abbiamo partecipato a un pro-
getto della Coop chiamato “ Robinson “, i cui
obiettivi erano:
* sensibilizzare alla sobrietà intesa come stile
di vita, che sa distinguere gli obiettivi reali da
quelli imposti;
* orientare alla soddisfazione dei bisogni fon-
damentali con il minor dispendio di risorse e
produzione di rifiuti.
Nel corso del primo incontro, dopo aver rivi-
sitato il romanzo di Daniel Defoe, abbiamo
simulato una spesa all’interno del supermer-
cato Coop di Beinasco per scegliere i prodotti
indispensabili alla sopravvivenza su un’ isola
deserta.
Divisi in gruppi ci siamo improvvisati giorna-
listi e abbiamo chiesto agli avventori di quel-
la mattina di individuare i tre oggetti da por-
tare con sé in un posto isolato dal resto del
mondo.
Qualche settimana dopo, in classe sono arri-
vate le responsabili del progetto che ci hanno
proposto un gioco: dovevamo ingegnarci a
trovare soluzioni pratiche per soddisfare i
bisogni primari producendo pochi rifiuti.
Conclusa l’attività, ci è stato proposto di sce-
gliere fra quattro parole: raccontare, riciclare,
riutilizzare, ridurre. Noi abbiamo optato per
la terza R: riutilizzare.
Dopo un ampio confronto, abbiamo deciso
che per partecipare alla manifestazione con-
clusiva avremmo prodotto dei capi di abbi-
gliamento con materiale riutilizzabile (carta
e plastica).
Progettare non era stato facile, passare alla
realizzazione pratica sembrava ancora più
complicato. Abbiamo chiesto la collaborazio-
ne della professoressa Emiliana Frescura che,
senza esitazioni, ci ha fornito numerosi spunti
e il suo prezioso aiuto.
Il 30 Aprile si è tenuto l’evento conclusivo; è
stato un momento di protagonismo insieme
agli alunni delle scuole che avevano aderito
al progetto.
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I modelli in passerella
Pagina 22 Calamandrino "CALA" NEWS
LE NOSTRE CAMPIONESSE
Ed eccoci ancora qui, a Se-nigallia , con l’obiettivo di vincere nuovamente le Na-zionali scolastiche di aero-bica… A bordo pedana c’è un’agi-tazione fortissima, il cuore batte a mille, la mente non pensa a niente altro che alla coreografia, sostenuta dell’adrenalina. Poi si parte, diamo il me-glio di noi, poi ci aspetta l’ansiosa attesa della pre-miazione, sappiamo di aver fatto bene, ma anche le altre squadre sono state brave. Stanno per decretare i vin-
citori e… ecco il nome della Calamandrei risuona nel pa-lazzetto. Siamo sul podio: due ori e un argento, ci siamo allena-te per un lungo anno con l’aiuto della prof.ssa Rullo e delle due Francesche, le nostre istruttrici preferite; alla fine, dopo tanta fatica, siamo partite con una spe-ranza e siamo tornate con la vittoria in pugno!!!
Le ragazze del gruppo sportivo Piero Calamandrei
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SCARPIA È MORTO
Il Barone Scarpia morto accoltellato a Palazzo Farnese.
Questa matti-
na io, Federi-
ca, e la mia
collega Sofia
ci siamo reca-
te a Roma
presso Palaz-
zo Farnese
dove è stato
ritrovato il
corpo del Barone Scarpia, accol-
tellato ieri sera alle 19:30. La so-
spettata sarebbe la ‘’magnifica‘’
Floria Tosca, perfetta ed eccellen-
te cantante lirica. Dalla scena del
delitto si evince che anche in
questa occasione la donna è rima-
sta devota alla Madonna, perché
Scarpia è stato trovato circondato
da candele e croci. Voci riportano
che l’omicidio sia avvenuto mol-
to probabilmente perché Tosca
era stata molestata dal terribile
Scarpia. Era risaputo che fosse un
uomo crude-
le a cui pia-
ceva far sof-
frire le donne
e soprattutto
sedurle; da
Tosca infatti
il Barone vo-
leva la verità
sul fuggitivo
Angelotti ma anche che si conce-
desse a lui per una scommessa!
Federica Bellone
Sofia Licitra
III L
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OUR CLASS RATING: It’s a great film with amazing special effects, but also sad. Leonardo Di Caprio and Kate Winslet are both very good ac-tors, but Leonardo Di Caprio is magnificent and really cute. We love him! Too bad that so-me of the acting is boring. This film is awesome and tou-ching: there are both beautiful and sad parts. It was very suc-cessful. It is a mixture of ac-tion, adventure and tragedy, and there is a beautiful love
story, but it is three h o u r s long! For this reason we give it four on five stars.
THE BEST AND THE WORST BITS:
In this film there are beautiful things (when Jake and Rose are on the top of the ship and they think they are flying and they kiss for the first time), but also negative, because it is ve-ry dramatic and sad.
Fede, Ale, Chiara, Sara R. IID
TITANIC MOVIE REVIEW
In class we worked on a movie called Titanic. First we watched it, and then we shared our ideas about it. We had a lot of fun when we made the plot. Then we rated it and we crea-ted a collective rewiew for the school’s magazine. This is our work. Enjoy!
THE PLOT: Titanic is an epic, romantic and disaster movie. Part of the film is a true story. It is a love story between two people from diffe-rent worlds: Rose, a rich, young and aristocratic girl, and Jack, a poor artist. They meet on the Titanic, the “unsinkable ship” and fall in love, but their love story is star-crossed, because the ship sinks during its first trip to New York, on in the night of 14th April 1912. It is a film for an audience of all ages.
Calamandrino "CALA" NEWS
Pagina 25 Calamandrino "CALA" NEWS
LA DANZA
La musica si accende,
il ritmo mi sorprende
inizio a ballare
senza più pensare
alle mie paure, alle mie tristezze
alle mie piccole debolezze.
Chiudo gli occhi, apro la mente
e mi muovo liberamente.
In ogni movimento
ci metto il sentimento.
Mentre batto le mani
penso al mio domani.
A ogni piccola azione
attribuisco un’emozione
Con un passo e una giravolta
ti sorprende un’altra volta.
È la danza, che magia, i pensieri porta via.
Se riesci a capirne il significato
è la cosa più bella che tu abbia mai provato.
Marianeve Buccino ID
Pagina 26 Calamandrino "CALA" NEWS
Vi è mai capitato di aver subito incidenti nella vostra città?
Ora raccontiamo le nostre due disavventure:
eravamo in giro per il centro di Torino e, a un certo punto, una signora in bicicletta stava per investirci;
in un’altra occasione stavamo per essere travolti da un’ auto il cui conducente era impegnato in una conversazione al cellulare.
Adesso vi presentiamo la “nostra” Torino, così ricostruita in base alle nostre esigenze.
Innanzitutto vorremmo più piste ciclabili, ancora insufficienti rispetto ai bisogni dei cittadini. Esattamente misurano 178 km, molto meno di Amsterdam che ne ha invece 22.000. Vogliamo ricordare che entrambe le città hanno lo stesso numero di abitanti. In questo modo si potrebbero diminuire le auto in
circolazione e decongestionare il rumoroso traffico cittadino.
Sarebbe utile aggiungere più “bike sharing” e “car sharing” per incentivare il noleggio delle auto e delle bici affinché si riducano i gas inquinanti e si collabori per una
maggiore salubrità dell’aria.
Se i palazzi delle periferie, troppo grigi e cupi, venissero decorati con “murales”, potremmo far “brillare” e colorare
la nostra città per attrarre l’attenzione dei cittadini e di tutti coloro che amano l’arte così allegra e fantasiosa.
Inoltre sogniamo ancora più spazi verdi e parchi dove giocare, visto che Torino non è tra le prime città con più verde per abitante.
Questa è la nostra idea su Torino: una nuova città organizzata dalla nostra immaginazione.
La classe 1^L
LA NOSTRA TORINOLA NOSTRA TORINOLA NOSTRA TORINO
Pagina 28 Calamandrino "CALA" NEWS
Sai qual è lo spirito che respira male?
…Il FANT - ASMA
La professoressa a scuola dice : “Chiudi
la finestra ché poi fa corrente.”
E l’alunno risponde: “Sì…. poi avviene
un sovraccarico.”
Sai qual è il colmo per un subacqueo?
Andare a una festa in maschera.
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Sai come si chiama la lumaca?
Va-lentina
Eleonora Bar
Matteo Bertone
Giorgia Colasberna
Andrea Voto
III C
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Sommario
Pag. 1 Secondo premio letterario “Piero Calamandrei”
Pag. 19 Esperienze interessanti attraver-so due visite guidate nella nostra città
Pagg. 2-8 I racconti dei vincitori Pag. 20 Considerazioni della II L sul con-sumatore consapevole
Pag. 9 Il mito: Alcione e Ceice Pag. 22 Le nostre campionesse
Pag. 11 La posta del cuore di Danilo Pag. 23 Scarpia è morto
Pag. 14 Uno strano tipo Pag. 21 Titanic movie review
Pag. 16 I nostri alberi Pag. 25 L’angolo della Poesia
Pag. 17 Se vuoi mangiare cibi sani unisciti al gruppo degli ortolani
Pag. 26 La nostra Torino
Pag. 18 Sopra e sotto il mare Pag. 28 Barzellette
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Pagina 32 Calamandrino "CALA" NEWS
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