0 x conferenza nazionale di statistica statistica 2.0: vivere linnovazione al servizio della...
TRANSCRIPT
1
X Conferenza Nazionale di Statistica
Statistica 2.0: vivere l’innovazione al servizio della società
Sessione “ La competitività del sistema produttivo italiano: effetto statistico o realtà
economica?”
Dal “come” fare al “cosa” fare: la capacità di
reinventarsi come prerequisito di successo
Fabrizio Guelpa
Servizio Studi e Ricerche
Roma, Istat, 15 dicembre 2010
2
Tesi delle relazione
L’industria italiana è OGGI competitiva, anche se non tutte le statistiche sono concordi
Molta incertezza se sarà così anche DOMANI
Le prospettive sono legate non solo alle note carenze in campo di ricerca, infrastrutture materiali e immateriali, ma anche alla capacità di affrontare in modo continuativo il cambiamento.
La Statistica può aiutare a capire meglio quanto le imprese potranno essere reattive
3
Indice
1. Il nuovo paradigma del “cosa” fare, trascinato dagli emergenti
2. I segnali della capacità di affrontare il cambiamento
3. Le criticità per i prossimi anni: capitale umano distribuzione della capacità innovativa sul territorio e leva finanziaria
4
Il vecchio paradigma: “come” fare (e “dove” vendere) un prodotto dato
Qi = f (K, L, M)
Produttività del lavoro, del capitale, degli intermedi, totale
Integrazione verticale e divisione del lavoro; coefficienti tecnici
Quote di mercato e crescita per il prodotto i
5
Il nuovo paradigma 1: “cosa” fare
Che attività svolgere? Definire su quale fase del processo posizionarsi (produzione, ricerca, marketing, distribuzione ...)
“quale K e quale L”
Quale prodotto? Non gestire una funzione di produzione ma crearla: nuovi prodotti, anche molto lontani dai prodotti originari.
“quale prodotto i”
Sempre più anche quale prodotto specifico per i singoli mercati geografici
Le decisione di “cosa fare” non sono isolate ma continuative
6
“Cosa” fare: un mondo inesplorato
Le indicazioni che provengono da analisi basate sulla produttività e la funzione di produzione assumono poca rilevanza nel momento della discontinuità
Cosa sappiamo delle discontinuità (sul piano statistico)?
Traiettorie,
Velocità,
Convergenze tecnologiche, ...
7
Il nuovo paradigma 2: “dove” fare (Italia vs estero)le varie fasi del processo
Le quote di mercato internazionale indicano solo performance su quanto lascia l’Italia (ma fatto dove?)
Le performance legate alle mansioni terziarie hanno scarsa visibilità statistica
La valutazione delle performance del paese e delle sue imprese si divarica
Servono nuovi strumenti di analisi e nuove statistiche
(a livello di gruppo d’imprese soprattutto)
8
Cosa/dove fare? Shock permanenti sul lato dell’offerta ...
Fonte: Intesa Sanpaolo
PIL – Variazione a/a
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Stati Uniti 1.9 0.0 -2.6 2.8 2.5 3.1Giappone 2.3 -1.2 -5.2 2.6 1.9 2.8
Area Euro 2.9 0.3 -4.0 1.6 1.7 1.4
Europa Orientale 7.5 4.8 -5.8 3.6 4.9 4.8
America Latina 5.3 3.8 -2.4 4.4 5.0 5.4
OPEC 6.1 6.3 3.5 7.1 8.3 7.4
Asia orientale 9.3 6.0 5.3 8.8 8.1 8.0
Africa 5.6 4.8 2.8 4.4 6.1 5.8
Crescita mondiale 4.8 1.9 -0.7 4.6 4.6 4.7
9
64,6%
56,8%
35,4%
43,2%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1990 1995 2000 2005 2010
Avanzati Emergenti
... ma anche della domanda, innescati dai paesi emergenti
Quota delle importazioni mondiali in USD
Avanzati: Stati Uniti, Eurozona, Giappone, Regno Unito, Canada, Australia, Svezia, Svizzera. Emergenti: Brasile, Cina e Hong Kong, India, Russia, Ungheria, Polonia, Romania, Turchia, Singapore, Corea, Tailandia, Taiwan, Filippine, Indonesia, Sudafrica, Messico, paesi Opec. Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati OEF
10
Divisione del lavoro a livello internazionale in continuaridefinizione
Asse dei prodotti
Asse delle fasi del processo
Asse del contenuto di capitale e di lavoro
Asse degli skill
Mercati in forte espansione creano shock
“The division of labour il limited by the extent of the market” (Adam Smith)
11
Indice
1. Il nuovo paradigma del “cosa” fare, trascinato dagli emergenti
2. I segnali della capacità di affrontare il cambiamento
3. Le criticità per i prossimi anni: capitale umano distribuzione della capacità innovativa sul territorio e leva finanziaria
12
“Cosa” fare (che attività svolgere): un indizio negli skill impiegati
Quota di occupazione manifatturiera in servizi high skilled
L’Italia è il paese coi cambiamenti maggiori
13
“Cosa” fare (quale prodotto): un indizio nell’incremento di qualità implicito nei VMU in aumento
VMU dei prodotti esportati (anno 2008: anno 2000=100)
Italia Spagna Francia Germania
126120
115112
Fonte: elaborazioni su dati Eurostat
NB - Statistiche che scontano possibili errori di misurazione
14
“Cosa” fare (quale prodotto) : un indizio nella variazione della gamma alla ricerca del proprio spazio
Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD
0
1
2
3
4
Italia Germania Francia Cina Spagna
2000
2008
Diversificazione dei prodotti esportati (inverso dell’indice di Herfindahl)
15
0 5 10 15
Germania
Stati Uniti
Giappone
Francia
Italia
Regno Unito 2009
2000
Industria manifatturiera italiana: EBITDA margin e quota a prezzi correnti sul
commercio mondiale (indici 2000=100)
(*) Stima sulla base di 46.000 bilanci di imprese manifatturiere con fatturato superiore al milione di euro nel 2008. Fonte: ICE, Intesa Sanpaolo, Prometeia - ASI
Le “nuove” produzioni pagano: tenuta delle quote di mercato e recupero dei mark-up grazie alla qualità/varietà dei prodotti
Quote di mercato sul commercio mondiale (a prezzi correnti)
Fonte: ICE
50
60
70
80
90
100
110
2000 2003 2006 2009*
Quote EBITDA margin
+0,5%
-3,5%
-2,8%
-1,2%
-0,4%
-1,5%
Eppure la produttività del lavoro nel periodo cresceva a tassi nettamente inferiori ai competitor ...
16
“Dove” fare: produzione all’estero più dinamica di quella in patria
* Tasso di crescita del Pil a prezzi correnti; ** Fatturato delle controllate estere (tasso di crescita)Fonte: Reprint e Istat
Tasso di crescita delle imprese italiane (prezzi correnti, 2002-08)
La complementarietà di export e IDE non è valida su tutti i mercati: la minaccia del modello cinese
Il fabbisogno di statistiche sull’argomento è sempre più pressante
0 10 20 30 40 50 60 70
in patria *
all'estero **
17
Indice
1. Il nuovo paradigma del “cosa” fare, trascinato dagli emergenti
2. I segnali della capacità di affrontare il cambiamento
3. Le criticità per i prossimi anni: capitale umano, distribuzione della capacità innovativa sul territorio e leva finanziaria
18
1. Sapere innovare e fare ricerca, anche fuori dai confini settoriali di partenza
2. Sapere reindirizzare rapidamente la produzione in patria e all’estero; definire quanti impianti propri e quanti fornitori dedicati (make or buy su più scacchieri)
3. Sapere riorientare le proprie vendite su un numero di clienti sempre elevato, e collocato lontano (solo gli emergenti cresceranno), anche per coprire i maggiori costi fissi della R&S
Ciò richiede un capitale umano specifico, che solo in parte abbiamo già
Cosa deve fare l’impresa per essere sempre pronta al cambiamento ? Operare su 3 aree gestionali:
Le criticità: il ruolo del capitale umano
19
Competenze universitarie e post-universitarie in ambito tecnologico. Saper creare ed applicare ...
... ma anche competenze tecniche nelle scuole professionali: il saper fare non si improvvisa. Apprendistato da rilanciare. Le mansioni artigiane d’eccellenza si stanno perdendo.
Conoscere i prodotti e i processi per innovare
L’offerta di lavoro si sta però concentrando nell’area che divide questi due estremi
(mansioni “impiegatizie”): rischiamo di avere pochi ricercatori ma anche pochi bravi operai.
20
Saper organizzare strutture complesse, in Italia e all’estero
Fare produrre e non solo produrre in proprio: conoscenza delle culture, capacità relazionali, problem solving.
Servono competenze “umanistiche”, doti comportamentali, competenze gestionali
Catena logistica: saper organizzare una catena del valore sempre più articolata.
Servono competenze costruite on-the-job, soprattutto in imprese grandi e medie
Anche la produzione di queste competenze non è semplice
21
Saper gestire le relazioni commerciali e conoscere leculture degli altri popoli
Non cresce la distanza fisica delle nostre esportazioni/produzioni, ma la distanza culturale. Serve personale non solo poliglotta ma che conosca i codici con cui relazionare con le controparti.
Pluralità di conoscenze per i diversi mercati
Professioni tutte da creare e difficoltà per le PMI
22
Meglio una scuola che dia subito strumenti per il lavoro o che renda più agevole il cambiamento?
Le singole mansioni devono essere oggi (e domani) molto specializzate ...
... ma in futuro è probabile che ogni persona cambi più volte le proprie mansioni nell’arco della propria vita lavorativa. Il cambiamento di tecnologia, competitor, modelli di vita, sarà incessante.
Specializzare sì nel mondo della scuola, ma anche dare strumenti trasversali per rendere più agevole il cambio di ruolo e l’acquisizione della nuova specializzazione
23
Le criticità: capacità di ricerca asimmetrica sul territorio
Fonte: Istat
Le prime 10 regioni italiane per intensità di R&S delle imprese, 2007
(R&S delle imprese private e pubbliche in % del PIL)
1,39
0,83
0,81
0,73
0,65
0,56
0,55
0,50
0,44
0,41
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6
Piemonte
Lombardia
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli-Venezia Giulia
Lazio
Campania
Veneto
Abruzzo
Toscana
24
Le criticità: per essere sempre pronti al cambiamento bisogna avere una struttura finanziaria solida
Fonte: Banca d’Italia
116108
103 100
89 88
0
20
40
60
80
100
120
Francia RegnoUnito
Stati Uniti Areadell'euro
Germania Italia
Mezzi propri sul totale delle passività, 2009 (Area euro=100)