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Giorno dopo giorno Conoscere il diabete

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Diabete

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Giorno dopo giorno

Conoscere il diabete

•14606_I_III_II 15-04-2003 17:24 Pagina 1

Progettazione editoriale: Patrizia SolliniProgetto grafico: Paolo GioiaRedazione: Carolina Lami

Illustrazioni: Nadia Pazzaglia, Stefano TartarottiStampa: Arti Grafiche Bazzi SpA - AZ. CERT. ISO 9002

Finito di stampare: Maggio 2003

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Cari Amici,

da quando abbiamo iniziato ad occuparci di diabete

la medicina ha fatto enormi progressi, la ricerca ha

scoperto informazioni preziose, la tecnologia è stata

messa di volta in volta al servizio della terapia.

Tutto questo per consentirci di offrirvi strumenti

sempre più all'avanguardia, in grado di rispondere

alle vostre esigenze. E nel frattempo siete cambiati

anche voi: siete diventati più consapevoli, più attenti,

desiderosi di aggiornarvi, decisi a condurre una vita

piena e appagante.

Proprio da quest’ultima considerazione è nata l'idea di

“Giorno dopo giorno”, un piccolo libro con grandi am-

bizioni. Ciò che vorremmo è infatti accompagnarvi nel

percorso di conoscenza e fornirvi le notizie essenziali

che vi stanno a cuore sul diabete, la terapia e l’importanza

dell’autocontrollo. E raccontare i frutti che la nostra co-

stante ricerca ha prodotto per rendere davvero,

giorno dopo giorno, la vostra vita più serena.

Roche DiagnosticsPatient Monitoring

•14606_01_02 15-04-2003 15:00 Pagina 1

IndiceIndiceChe cos’è il diabete

Parliamo di diabete ..........................................................4La diagnosi ........................................................................7Per essere informati ........................................................10Cause: un argomento ancora controverso ..................12Guardiamo al futuro........................................................14

L’autocontrolloL’importanza di formare un team ..................................16Essere protagonisti ..........................................................19La nostra sfida ................................................................20Quanti controlli fare al giorno........................................24Basta una telefonata ......................................................26Sicuri di sè ........................................................................27Il controllo delle urine ....................................................28Caro diario ......................................................................30

Gli strumentiIl miglior autocontrollo....................................................32A ciascuno il suo ............................................................36I test per le urine ............................................................39

Glossario e appendiceTutti i termini che ci riguardano ....................................42Per saperne di più ..........................................................47Le associazioni ................................................................48

•14606_01_02 15-04-2003 15:00 Pagina 2

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■ Parliamo di diabete

■ La diagnosi

■ Per essere informati

■ Cause: un argomento ancora controverso

■ Guardiamo al futuro

Che cos’è il diabete

•14606_03_14 15-04-2003 16:06 Pagina 3

Parliamo di diabete■ Che cos’è il diabete mellitoIl nome della malattia è formato da due vocaboli, uno greco(diabetes), l’altro latino (mellitus). Il primo significa letteral-mente “passare attraverso”; il secondo, “dolce come il miele”.Insieme queste parole descrivono le caratteristiche più eviden-ti della comparsa della patologia: il rapido deperimento fisico(la persona diabetica mangia e beve molto eppure continua adimagrire; è “attraversata” dall’acqua e dal cibo) e la presenzadi zucchero nelle urine (che gli antichi medici riscontravano as-saggiandola), causata dalla sua eccessiva concentrazione nelsangue. Il diabete infatti ostacola o rende impossibile il meta-bolismo del glucosio, cioè dello zucchero, ed è provocato dal-

l’incapacità del pancreas diprodurre l’insulina oppuredall’incapacità di alcuni organidi utilizzare adeguatamentel’insulina prodotta. Se le cel-lule beta del pancreas nonproducono più insulina, si hail diabete di tipo 1; se l’insuli-na viene ancora prodotta main quantità insufficiente (insu-lino-deficienza) o non è in gra-do di agire (insulino-resisten-za), si ha il diabete di tipo 2.

■ SintomiChiunque può ammalarsi didiabete, indipendentementedall’età, dal sesso, dallo stiledi vita. Per questa ragione

Che cos’è il diabete

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Parliamo di diabete

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Sono circa 2 milioni, in Italia. In Europa, superano i 33 mi-lioni; in America i 40 milioni. Nel mondo intero, sono più

di 150 milioni. Di chi stiamo parlando? Stiamo parlando di per-sone diabetiche, uomini e donne accomunati da una disfunzio-ne cronica del metabolismo degli zuccheri che li ha portati a ri-vedere il loro stile di vita, a ripensare a loro stessi e al rapportocon gli altri. A imparare a convivere con qualcosa che li ac-compagnerà, giorno dopo giorno, per tutta l’esistenza. Eccoperché conoscere, tenersi informati, saperne di più per chi hail diabete è fondamentale: se infatti da questa patologia non siguarisce, è altrettanto vero che esiste un modo per affrontarlaquotidianamente. Con serenità e coraggio.

Caratteristiche

• Caratterizzato dalla distruzionedelle cellule beta del pancreas.Porta a una insulino-deficienzaassoluta.• Si manifesta soprattutto (ma nonesclusivamente) in età giovanile.

Sintomi

• Aumentodella frequenza e della quantità di urine.• Sete eccessiva.• Calo di peso.• Fame eccessiva.

Terapia

• Iniezioni di insulina, per sostituire quella che ilpancreas non produce più.(L’insulina non può essereassunta per via orale perchéi succhi gastrici,digerendola, larenderebbero inefficace).

• Caratterizzato dalla resistenza dialcuni organi all’azione dell’insulinae/o da una relativa mancanza diinsulina.• Si manifesta soprattutto in etàadulta e nelle persone sovrappeso.

• Stanchezza espossatezza.• Disturbi nellavisione.• Formicolii a mani e piedi.

• Sulfaniluree, che stimolano la produzione di insulina.• Biguanidi, che migliorano la sensibilità dei tessutiall’insulina.• Insulina, in certi casi.

Tipo 1

Tipo 2

La tabella riassume sinteticamente le caratteristiche distintive dei due tipi principali di diabete.

Lo zuccherofa venire ildiabete: è unadelle falseleggende sullapatologia. In realtà unconsumoeccessivo di zucchero fa male achiunque, faingrassare e facariare i denti.Nonostante ciò, a esso nonè affattoimputabilel’insorgenza del diabete.

Focus

•14606_03_14 15-04-2003 16:10 Pagina 4

La diagnosi Parliamo di diabete

Che cos’è il diabete

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La diagnosiCome si è detto, il diabete è provocato dalla totale o parziale

assenza di insulina nell’organismo. La più evidente conse-guenza è il fatto che l’ormone deve essere somministrato “dall’e-sterno”, tramite iniezione nei pazienti insulino-trattati (diabete ditipo 1 e, in alcuni casi, diabete di tipo 2), o “aiutato ad agire” at-traverso l’assunzione di ipoglicemizzanti orali e una dieta specifi-ca (tipo 2). La diagnosi e la verifica dell’efficacia della terapia sug-gerita dal diabetologo si basano prevalentemente sul controllodella glicemia (cioè del livello di glucosio nel sangue), della glico-suria (cioè del livello del glucosio nelle urine) e della chetonuria(cioè la presenza di corpi chetonici nelle urine). Ciò significa cheil paziente dovrà cominciare a pensare a qualcosa che fino a unattimo prima dava per scontata: il corretto funzionamento del suoorganismo; di conseguenza dovrà imparare a regolarsi nell’ali-mentazione e nell’attività fisica. Ecco qualche informazione inpiù per sapere che cosa accade all’organismo.

GLICEMIA A DIGIUNO(FPG)

a 126 mg/dl

a 110 mg/dl e < di126 mg/dl (IFGalterata glicemia adigiuno)

< di 110 mg/dl

DIABETE

ALTERATAOMEOSTASIGLICEMICA

NORMALE

GLICEMIA CASUALE

a 200 mg/dl. E comparsa diqualche sintomo

< 140 mg/dl

TEST DA CARICO

glicemia, due oredopo il carico, a200 mg/dl

alterata tolleranza alglucosio, a 140mg/dl e < di 200mg/dl due ore dopo ilcarico

< di 140 mg/dl dueore dopo il carico

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non bisogna assolutamente sottovalutare i campanelli d’allar-me che caratterizzano l’insorgenza della malattia. Ecco i piùcomuni per il diabete di tipo 1: l’aumento della fame e dellasete, il ricorrente bisogno di urinare nell’arco della giornata eil rapido calo di peso. A questi sintomi fisici se ne possono ag-giungere altri quali stanchezza, frequenti e immotivati sbalzidi umore, disturbi della vista, vertigini. Più subdola è invecel’insorgenza del diabete di tipo 2 che può essere miscono-sciuta per lungo tempo prima che, attraverso le analisi delsangue, sia diagnosticata o addirittura si manifesti attraversola comparsa di alcune complicanze. Anche nel caso del diabe-te di tipo 2, tuttavia, possono verificarsi aumento di minzione,sete e fame eccessive e senso di spossatezza. Ma che fare inassenza di segnali d’allarme? Secondo alcuni ricercatori, an-che in assenza di campanelli d’allarme i test della glicemia so-no una prassi raccomandata per chi ha più di 45 anni (da ef-fettuarsi ogni 3 anni) e per le donne in gravidanza. Esistonopoi categorie di individui statisticamente più esposte al ri-schio del diabete e per le quali i controlli sono fondamentali:si tratta delle persone in sovrappeso e di tutti coloro che han-no un consanguineo di primo grado diabetico.

Per saperne di più

FocusEcco come capire i risultati dei test sulla glicemia in base alle indicazioni più recenti.

Gli esamidel sangue perdiagnosticareprecocementeil diabete sonoimportantianche per chi soffre di ipertensione,per chi ha livelli dicolesterolo HDLuguali o inferiori a 35 mg/dl, o valori ditrigliceridiuguali osuperioria 250 mg/dl.

• La Finlandia è il Paese europeo con lamaggiore incidenza di diabete: circa40 casi di diabete di tipo 1 ogni 100 milaabitanti all’anno sotto i 16 anni di età. Gli stessi dati valgono, in Italia, per la solaSardegna. Record opposto, a livellomondiale, spetta al Giappone, con 0,8 casi su 100 mila abitanti all’anno.

•14606_03_14 15-04-2003 16:10 Pagina 6

no del glucosio non assorbito, immagazzinato successivamentenei tessuti muscolari e nel fegato come riserva di energia cui at-tingere ogni volta che l’organismo lo richiede. Il glucagone, in-vece, è un ormone prodotto dalle cellule alfa delle isole di Lan-gerhans e ha la funzione di trasformare il glicogeno in zucche-ro semplice tutte le volte che si verifica una diminuzione ec-cessiva di zucchero nel sangue. La glicemia, ossia la quantità diglucosio presente nel sangue, stimola quindi, a seconda dei ca-si, il rilascio di uno dei due ormoni: se la glicemia si abbassa(ipoglicemia), viene prodotto il glucagone, se aumenta (ipergli-cemia), viene stimolata la secrezione dell’insulina. Tutto questoavviene “automaticamente” in una persona sana. Ma se l’insuli-na manca (diabete di tipo 1) o non è in grado di agire adegua-tamente (diabete di tipo 2), il glucosio non solo non viene me-tabolizzato ma rimane in circolo nel sangue per poi essere per-so, attraverso i re-ni, nelle urine,privando così l’or-ganismo della suafonte energeticaessenziale. È per questo che,come illustrere-mo nel secondocapitolo, l’auto-controllo dellaglicemia costitui-sce uno dei pila-stri del benesseredella persona dia-betica.

■ Il metabolismo del glucosioPer ricavare energia da ciò che mangiamo, l’organismo si servedi reazioni biochimiche attraverso le quali gli alimenti vengono“scissi” in sostanze più semplici. Gli zuccheri complessi (poli-saccaridi) presenti nella pasta e nel pane vengono trasformatiin uno zucchero semplice (monosaccaride) chiamato glucosio.Il glucosio è la principale fonte di energia dell’organismo. Il suometabolismo, ovvero la sua ulteriore trasformazione, richiedel’intervento di due ormoni prodotti dal pancreas (la ghiandolasituata tra lo stomaco e il duodeno): l’insulina e il glucagone.

■ Insulina e glucagonePer tutti i mammiferi, uomo compreso, l’insulina è uno degliormoni più importanti, senza il quale la vita, la crescita e i pro-cessi di guarigione non sarebbero possibili. Sintetizzato e se-creto dalle cellule beta delle isole di Langerhans (dal nome delloro scopritore, lo scienziato tedesco Paul Langerhans), questoormone ha il compito di mantenere costante il livello di zuc-chero nel sangue attraverso i seguenti processi: il trasporto delglucosio all’interno delle cellule e la trasformazione in glicoge-

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La diagnosiChe cos’è il diabete

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• Si ritiene che prima che simanifestino i sintomi del diabete, laproduzione di insulina sia appenasufficiente a mantenere in condizionidi normalità la glicemia. Se in questafase l’organismo è esposto a stressaggiuntivi, la secrezione di insulinapotrebbe risultare inadeguata: altriormoni detti “antagonisti” (come

l’adrenalina, rilasciata duranteinfezioni anche banali o momenti diparticolare tensione), infatti,potrebbero provocare, da una parte,una relativa diminuzione diproduzione di insulina e, dall’altra,l’innalzamento dei valori glicemici. Così da latente e “potenziale”, ildiabete diventerebbe manifesto.

Cellule betaÈ statoipotizzato che laloro distruzione,nel tipo 1, possainiziare mesi oanni prima cheil diabete simanifesti. La velocità allaquale le cellulebeta sonodistrutte varia,poi, da personaa persona,rendendodifficile stimarequanto duriquesta fase “prediabetica”.

•Pancreas

● Cellule beta● Cellule alfa

Le isole di Langerhans, che costi-tuiscono il pancreas endocrino,sono composte principalmenteda cellule alfa e beta. Le prime se-cernono l’ormone del glucagone,le seconde quello dell’insulina.

• Isole di Langerhans • Duodeno

Per saperne di più

Visti da vicino

•14606_03_14 15-04-2003 16:10 Pagina 8

Per essere informati

Che cos’è il diabete

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Per essere informati

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■ Ipoglicemia e iperglicemiaCome accorgersi se nel metabolismo degli zuccheri c’è qualche co-sa che non va? Basta imparare a riconoscere e non sottovalutare isegnali d’allarme che il corpo invia. Sudorazione eccessiva, pallore,palpitazioni, mal di testa, sbalzi di umore: questi sono alcuni dei sin-tomi che inducono a sospettare che la quantità di glucosio presentenel sangue si stia pericolosamente abbassando (raggiungendo livel-li inferiori a 60 mg/dl). A causare questo calo, cioè l’ipoglicemia,possono essere un eccesso di farmaco somministrato (insulina o ipo-glicemizzanti); l’aver ritardato o saltato un pasto; il non aver man-giato sufficientemente o, in certi casi, aver compiuto dell’eserciziofisico. Caratteristica dell’ipoglicemia – soprattutto nelle persone in-sulino-trattate – è il fatto di manifestarsi in maniera repentina, maquesto non deve suscitare apprensione eccessiva perché spesso unao due zollette di zucchero possono riportare i valori entro la norma.Più insidiosa è l’iperglicemia perché non è altrettanto riconducibilea sintomi fisici e perché l’eccesso di zuccheri nel sangue è la conse-guenza o di scarsa cura da parte del paziente o della concomitanzadi altre malattie, a partire da una banale influenza. Talvolta, invece,i campanelli d’allarme dell’iperglicemia somigliano a quelli legati al-l’insorgenza del diabete: eccesso e frequenza di minzione, malesse-re fisico generalizzato, vertigini, difficoltà nella visione.

■ Le complicanzeProtratti stati di iperglicemia portano all’insorgenza di gravi compli-canze a carico del sistema vascolare (arteriopatie), del sistema ner-voso (neuropatie), dei reni (nefropatie) e degli occhi (retinopatie).Attenzione però: un valore eccessivamente alto di glicemia o all’op-posto eccessivamente basso possono determinare gravi complican-ze acute del diabete: il coma iperglicemico e il coma ipoglicemico.

■ La terapiaLe persone diabetiche possono condurre un’esistenza felice e sa-lutare. Innanzi tutto accettando il fatto di avere una disfunzionemetabolica cronica e scegliendo di condividere con serenità que-sta realtà con le persone care. Poi, seguendo la terapia che è stataloro indicata dal diabetologo e il cui obiettivo è quello di teneresempre il livello di zucchero nel sangue entro un intervallo consi-derato accettabile per il singolo paziente. Il trattamento, in gene-rale, prevede:1 L’insulina e gli ipoglicemizzanti orali, per regolare la quantità dizucchero nel sangue, in ogni momento della giornata.2 Il controllo dell’alimentazione. I pazienti diabetici seguono unadieta in base alla quale sanno quanto e quali alimenti possono man-giare nell’arco della giornata. Non si tratta di un regime restrittivo:di fatto si impara a mangiare in modo equilibrato, cosa che tutti co-loro che desiderano stare in salute dovrebbero adottare. 3 L’esercizio fisico. Considerato il terzo pilastro della terapia, puòin determinati casi aiutare l’organismo a bruciare gli zuccheri.4 L’autocontrollo sia del sangue sia delle urine. Questo è uno de-gli aspetti più importanti della terapia anche perché, come si èdetto, concorre ad affrontare stati di ipoglicemia, di iperglicemia ochetonuria e, conseguentemente, l’insorgenza delle complicanzeacute e croniche.

Il trattamentodel diabete èstrettamenteindividuale ed èdifferente da paziente a paziente, inrelazione al suostato di salute,alle sueesigenze e alsuo stile di vita.

Farmaci

Malattie endocrine

Condizioni particolari

• Diuretici, ormoni tiroidei, ipolipemizzanti, litio, antidepressivi, cortisone

• Tireotossicosi, feocromocitoma, sindrome di Cushing,iperaldosteronismo

• Stress, influenza, interventi chirurgici e periodo postoperatorio, fase acuta di una malattia

FocusTra i fattori che possono influire sull’andamento della glicemia ci sono:

•14606_03_14 15-04-2003 16:10 Pagina 10

Cause:Una volta diagnosticata la patologia, una delle prime do-

mande che si è naturalmente portati a fare è: “Perché miè venuto il diabete?”. La verità è che, ancora oggi, non esisteuna risposta esaustiva che spieghi la causa dell’insorgenza del-la patologia ma solo una serie di ipotesi.

■ Diabete di tipo 1L’ereditarietà può giocare un ruolo significativo nel manife-starsi del diabete di tipo 1, anche se le modalità di trasmissio-ne non sono ancora del tutto chiare. Ricerche e dati statistici hanno comunque dimostrato che laprobabilità di avere figli diabetici è del 5-10 per cento se unsolo genitore ha questa malattia, per salire al 23 per cento selo sono entrambi. Il diabete, tuttavia, non è da considerare unamalattia ereditaria (come, ad esempio, l’anemia mediterra-nea): ciò che si trasmette è una certa predisposizione del si-

stema immunitario a non riconoscere più come “proprie” lecellule beta delle isole di Langerhans (e quindi a distruggerlecome “invasori nemici”). Questo fenomeno, chiamato rispostaautoimmune, secondo alcuni ricercatori potrebbe essere sca-tenato da fattori ambientali esterni all’organismo (virus, ali-menti…).

■ Diabete di tipo 2Diversi sono i fattori coinvolti in questa forma di diabete. Unruolo importante è svolto dalla genetica; infatti la probabilitàche i figli di persone che hanno il diabete di tipo 2 si amma-lino è del 10 per cento nel caso in cui un solo genitore sia dia-betico e del 30-40 per cento se lo sono entrambi.Un altro fattore determinante è il sovrappeso corporeo, cheinduce insulino-resistenza: circa il 50 per cento degli obesi èinfatti diabetico, e l’80 per cento di persone diabetiche non

insulino-trattate soffre disovrappeso. Anche la vitasedentaria può giocareun ruolo importante neldeterminare il fenomenodell’insulino-resistenza.Infine, un altro fattoreambientale coinvolto èl’avanzare dell’età, cheporta a un generale dete-rioramento di tutte lefunzioni dell’organismo equindi anche a quelle le-gate alla produzione diinsulina.

Che cos’è il diabete

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Cause: un argomento ancora controverso

12

Si eredita la predisposizione alla malattia.

LinfocitiGenetica Virus

Il diabete è una patologia originata daprocessi definiti autoimmunitari.

Potrebbero avere un ruolonel favorire la comparsa

della malattia.

Secondo i ricercatori, i fattori coinvolti nell’insorgenza del diabete di tipo 1 sono:

Focus

•14606_03_14 15-04-2003 16:10 Pagina 12

Guardiamo al futuroGuardiamo al futuro

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La cura del diabete può essere vista – e vissuta – sotto due dif-ferenti prospettive. La prima è strettamente legata al presen-

te, al benessere fisico e psicologico di tutti i giorni. Attraversol’autocontrollo della glicemia il paziente ha la certezza di poterverificare il tasso di glucosio presente nel sangue e nelle urine e,conseguentemente, decidere che cosa mangiare, se fare attivitàfisica, come pianificare le proprie giornate. Ma esiste anche, ed èforse ancor più importante, una prospettiva “a lungo termine”:quella cioè di evitare o ritardare il più possibile l’insorgenza dellecomplicanze del diabete dovuta soprattutto a frequenti e protrat-ti periodi di iperglicemia. Si tratta di un obiettivo che si imparanon solo a considerare prioritario ma anche a gestire quotidiana-mente. È solo con la costanza e la metodicità dei controlli, infat-ti, che si può convivere con il diabete in modo consapevole e, so-prattutto, sereno. Ecco alcuni promemoria che non dovrebberomai mancare nell’agenda della persona diabetica:• Ogni 2-3 mesi, circa, una visita di controllo dal diabetologo (lafrequenza può anche variare a seconda dello stato di salute), conil diario dell’autocontrollo glicemico e gli esiti degli esami di la-boratorio. • Per i pazienti in terapia con ipoglicemizzanti orali e dieta è op-portuno un controllo dal diabetologo ogni 3-4 mesi.• Una volta all’anno: analisi del colesterolo totale e HDL, dei tri-gliceridi, della microalbuminuria; elettrocardiogramma, visitaoculistica ed esame della funzionalità renale.Ma tutti questi controlli sono necessari anche se una persona sisente bene? La risposta unanime di diabetologi e ricercatori è sì.Solo seguendo queste regole infatti è possibile, come si è detto,evitare o scoprire in tempo l’insorgere delle complicanze, ossiauna serie di gravi disturbi a carico del cuore, dei reni, del sistemanervoso e circolatorio.

La ricercascientifica,nonostante igrandi progressiconseguiti inquesti anni, non si è certofermata. Sonogià stati adottatiper alcunipazienti interapia intensivamicroinfusorisottocutanei di insulina, e continuano gli studi perottimizzare i trapianti di pancreas e delle isole di Langerhans.

•14606_03_14 15-04-2003 16:17 Pagina 14

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■ L’importanza di formare un team

■ Essere protagonisti

■ La nostra sfida

■ Quanti controlli al giorno

■ Basta una telefonata

■ Sicuri di sé

■ Il controllo delle urine

■ Caro diario

L’autocontrollo

•14606_15_19 15-04-2003 16:30 Pagina 15

L’importanza di formare un team

L’autocontrollo

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L’importanza di formare un teamNon siamo soli. Lo abbiamo già detto, alludendo alla diffu-

sione della patologia in Italia e nel mondo. Lo ripetiamoancora perché siamo convinti che una buona gestione del dia-bete sia anche il risultato dell’impegno congiunto di più perso-ne: il diabetico innanzi tutto, affiancato e assistito dal suo dia-betologo di fiducia e dal medico di famiglia, ma anche da unvero e proprio team a cui il paziente può rivolgersi per affron-tare la quotidianità in modo sereno. Appena diagnosticata lamalattia, la vita può apparire completamente sconvolta e tor-mentata da una serie di interrogativi apparentemente senza ri-sposta: come farò a iniettarmi l’insulina? quanto spesso dovròcontrollare la mia glicemia? sarò ancora in grado di fare sport?cosa potrò mangiare? sarò capace di prevenire le complicanze?riuscirò a fare con costanza l’autocontrollo?Domande più che comprensibili, dal momento che il diabetecoinvolge numerosi aspetti legati sia alla salute sia alla vita ditutti i giorni. È per questo che affrontarli insieme a un gruppodi persone che offrano il loro aiuto ogni volta che il paziente nesente il bisogno può rendere tutto più semplice.

■ Parliamone insiemeLa prima persona a cui ci si rivolge è, accanto al medico di fa-miglia, il diabetologo, il cui compito sarà quello di accompa-gnare il paziente lungo il suo percorso, e con il quale si instau-rerà un rapporto duraturo e di stretta collaborazione. Per que-sto motivo il diabetologo – al di là delle specifiche competenze– dovrebbe essere una persona con la quale sentirsi perfetta-mente a proprio agio. È ormai noto, soprattutto per le malattiecroniche, che ogni medico dovrebbe considerare il paziente co-me un “individuo” e non come un malato ed essere in grado diproporre una terapia non solo efficace ma anche personalizza-

Focus

Chi sono le persone che fanno parte del team? Vediamolo insieme.

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PERCHÉ

Per qualsiasi domanda o emergenza.per prescrivere farmaci per eventualipatologie concomitanti

Per indicare e seguire terapia eautocontrollo e aiutare a prevenirel’insorgenza delle complicanze

Per suggerire come seguirequotidianamente la terapia (dieta,autocontrollo, insulina, attività fisica)

Per fornire ulteriori consigli esuggerimenti pratici sull’alimentazione

Per le regolari visite di controllo

Per consigliare come curare piccoleferite o ulcere del piede e prevenirel’insorgenza di complicanze

Perché in caso di patologie minoriconcomitanti sia in grado di suggerire i farmaci appropriati

Per suggerire una corretta igiene oralee per le normali visite di controllo

CARATTERISTICHE

Medicina generale

Specializzazione in diabetologia o in endocrinologia

Con competenze specifichein diabetologia

Competente in diabetologia

Preferibilmente esperto nelleproblematiche a carico degliocchi che può avere unpaziente diabetico

Preferibilmente esperto diproblematiche legate al“piede diabetico”

Aggiornato su tutto ciò cheriguarda il diabete

CHI

Medico

Diabetologo

Infermiere

Dietologo

Oculista

Podologo

Farmacista

Dentista

•14606_15_19 15-04-2003 16:30 Pagina 16

Essere protagonisti

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L’importanza di formare un teamL’autocontrollo

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Nel formare il gruppo, a seconda delle esigenze personali, lacosa più importante che tutti dovrebbero ricordare è che,

comunque, il protagonista è il paziente: è lui che dovrà seguirela dieta, regolarsi nell’attività fisica, fare autonomamente i con-trolli giornalieri della glicemia. Cosìcome è il paziente che, consigliatodal gruppo, imparerà a riconoscereeventuali campanelli d’allarme, in-tuire se c’è da fare qualche aggiusta-mento nelle unità di insulina giornalie-re o nel programma alimentare: esse-re insomma in grado di mettere lepersone del suo team in condizione diaiutarlo in ogni circostanza. E tuttoquesto con un solo obiettivo: conti-nuare a condurre una vita normale eappagante, considerando la terapia co-me un alleato e non una condanna.

■ In famiglia e con gli amiciOltre a medici e specialisti, non bisogna però dimenticare cheun ruolo importante nella vita del paziente diabetico lo ricopro-no anche gli amici e la famiglia. Sono queste persone che sa-pranno stargli vicino quando si senteconfuso o un po’ depresso, che sa-pranno incoraggiarlo e sostenerlo neimomenti di fragilità e che, giorno do-po giorno, impareranno a vivere se-renamente, insieme a lui, con il dia-bete, senza sottovalutarlo ma anchesenza farne un dramma.

Essere protagonisti

Ci sono circostanze per cui è benecontattare il team. Ecco le più importanti:

• in caso di frequenti o gravi stati di ipoglicemia;

• quando l’iperglicemia raggiunge livelli più alti del solito;

• se si hanno problemi alla vista;• se si hanno dei dubbi

sull’assunzione di farmaci;• se si hanno difficoltà nel

seguire la dieta;• se si ha la pelle secca;• se ci si sente particolarmente

stressati o depressi;• in caso di malattie concomitanti.

Per saperne di più

ta e che il paziente possa seguire senzaeccessivi problemi. Dovrebbe poi saperrispondere, con competenza e sensibi-lità, alle domande e ai dubbi espressi daldiretto interessato e, se quest’ultimo lodesidera, anche dai suoi familiari. Ilteam può comprendere – a seconda del-le esigenze individuali – anche un altrogruppo di persone: il dietologo, l’infer-miere, il podologo, l’oculista, il farmaci-sta. Ognuna di queste figure professio-nali può mettere a disposizione del pa-

ziente la sua esperienza e suggerirgli, caso per caso (come è il-lustrato nella pagina precedente) che cosa sia più opportunofare a seconda della situazione nella quale si trova. Non biso-gna dimenticare poi l’aspetto psicologico di questa patologia:se per una persona anziana scoprire di avere il diabete può ap-parire – sottovalutandolo – come uno dei tanti “acciacchi” do-vuti all’età, per i bambini e gli adolescenti può essere un fattotraumatico tale da rendere opportuna la presenza di uno psi-cologo che stia vicino sia al giovane paziente sia ai genitori. Esistono poi in Italia, così come nel resto del mondo, nume-rose associazioni che hanno lo scopo di supportare sotto variaspetti i pazienti diabetici diventando punti di aggregazione edi discussione che possono rivelarsi molto utili sia per i gio-vani sia per gli adulti: in questi centri, infatti, si trovano ma-teriali informativi (libri e riviste) sulla malattia, sulla terapiama anche su come la legge italiana si occupa del diabete (inmateria di esenzioni, diritto al lavoro, patente di guida…). Gli indirizzi delle sedi nazionali sono pubblicati alla fine diquesto opuscolo.

•14606_15_19 15-04-2003 16:30 Pagina 18

La nostra sfidaLa nostra sfida

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Ogni giorno il paziente diabetico ha una sfida da affrontare:tenere il livello di glucosio sotto controllo. È una prova

che implica coraggio e determinazione ma che, al tempo stes-so, dà concrete soddisfazioni perché consente di essere certi digestire nel modo più efficace la malattia.La sfida nasce dal fatto che il livello di glucosio nel sangue va-ria sensibilmente (soprattutto nel caso del diabete di tipo 1)nell’arco delle 24 ore, in concomitanza con una molteplicità distimoli fisici e psicologici: prima e dopo i pasti, quando si pra-tica dell’attività fisica, se si è ammalati, o semplicemente pro-vando le emozioni (stress, tensione, felicità) che accompagna-no la vita quotidiana. Tutto ciò non è certo fonte di preoccupazione per una personasana dal momento che, come si è detto nel primo capitolo, ilmetabolismo è in grado di rispondere autonomamente a questisbalzi attraverso la secrezione da parte delle isole di Langerhansdel pancreas di due ormoni: l’insulina e il glucagone.Per una persona diabetica, invece, le cose non stanno così: fisi-camente e psicologicamente, infatti, è necessario imparare aconvivere con il fatto che nell’organismo questo automatismo(cioè il metabolismo degli zuccheri) è venuto a mancare.

■ Controllati e sereniDal momento in cui la patologia viene diagnosticata, sta esclu-sivamente al senso di responsabilità del paziente verificarequotidianamente come si sta comportando il suo organismo. Eper scoprirlo c’è un solo modo: l’esame del glucosio nel sangue.In apparenza questa prassi, chiamata autocontrollo, sembra ri-voluzionare completamente lo stile di vita e le abitudini diognuno, ma non è così. In realtà sarebbe peggio vivere con l’an-sia di non sapere se ci si trova in una condizione di ipoglicemia

o iperglicemia,se e che cosa sipuò mangiare, odomandarsi incontinuazione seè il caso o menodi fare attività fi-sica: insomma,rinunciare a vi-vere serenamen-te la propria esistenza. L’autocontrollo della glicemia nel sangue, allora, fornendo tut-te le informazioni necessarie “in tempo reale”, permette di pia-nificare in modo normale le proprie giornate, le ore di lavoro equelle dedicate al tempo libero, la dieta e l’attività sportiva, ol-tre che di aiutare a prevenire, proprio grazie a questo impegnoquotidiano, l’insorgere delle complicanze dovute, come si èdetto, a protratti stati di iperglicemia o ipoglicemia.

■ Per i più scetticiPer chi ancora avesse qualche perplessità sui reali vantaggi chel’autocontrollo offre a ogni persona diabetica, ecco alcuni altrispunti di riflessione:

1 Quanto più si è consapevoli dei meccanismi che regolano l’or-ganismo e di come il diabete li ha modificati, tanto più tran-quillamente e consapevolmente si riesce a convivere con la ma-lattia e a gestirla.

2 L’autocontrollo permette di sentirsi veramente responsabilidi se stessi e di instaurare un rapporto di proficua collaborazio-

Metodiche precise, ordinatee un po’ pignole:le persone che imparano a gestire bene il loro diabetegrazieall’autocontrolloscoprono che il “rigore” chequesta prassiimplica puòtalvolta diventareutilissimoin molte altresituazioni della vita.

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L’autocontrollo

•14606_20_30(nuove imm) 15-04-2003 16:40 Pagina 20

ne con il diabetologo curante e ilresto del team. È importante sa-pere di poter avere il “polso dellasituazione” e di non dover dipen-dere passivamente da qualcun al-tro (medici, infermieri e familiari)o da qualcos’altro (la malattia).

3 Un costante controllo – per rag-giungere un compenso ottimale –permette di ritardare l’insorgenzadelle complicanze croniche a caricodel cuore, dei vasi sanguigni, degliocchi, dei reni e del sistema nervo-so. Grazie alle moderne tecnologie,

infine, i pazienti diabetici hanno a disposizione strumenti semprepiù precisi e sempre meno invasivi, dei quali ci occuperemo diffu-samente nel prossimo capitolo.

■ Aggiungi un posto a tavola!La maggior parte delle persone, all’ora di pranzo, si pone un solointerrogativo: “Cosa prevede il menu?”. Per molti pazienti diabe-tici ogni pasto può cominciare invece con l’autocontrollo della gli-cemia. Questa è la sola diversità tra il pasto di una persona diabe-tica e quello di una sana perché, contrariamente a tante false leg-gende, l’alimentazione dei pazienti diabetici non è affatto diffe-rente da quella di chiunque desideri vivere in modo sano e saluta-re. Il segreto, per tutti, sta infatti nell’imparare a bilanciare corret-tamente la qualità e la quantità di cibi e l’apporto delle differentisostanze nutritive (carboidrati, proteine e grassi). Non è vero chebisogna rinunciare definitivamente a tutte quelle ricette che si gu-

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La nostra sfidaL’autocontrollo

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stavano prima che fosse diagnosticato il diabete: semplicemente, èimportante imparare a conoscere il funzionamento del metaboli-smo e, con l’aiuto del diabetologo ed eventualmente del dietologo,stabilire come comportarsi ogni volta che ci si siede a tavola.

Sfogliando il menu

APERITIVI

ANTIPASTI

PRIMI PIATTI

SECONDI PIATTI

CONTORNI

FRUTTA

BEVANDE

Sì, grazie

Succo di pomodoro,spremute di frutta frescasenza zucchero, centrifughedi verdura

Prosciutto magro o altriaffettati, qualche tartina,cocktail di pesce, sottaceti

Pasta o riso conditi conpomodoro, sugo di carne overdura; ravioli, tortellini,lasagne

Carni e pesci cotti alla griglia,al forno, ai ferri

Verdure cotte o crude,insalate miste

Frutta fresca, macedoniasenza zucchero

Acqua, vino (conmoderazione), spremute difrutta senza zucchero

Meglio di no

Alcolici, superalcolici

Salumi grassi, insaccati (salame, mortadella…), salsemolto elaborate, maionese

I primi piatti troppo elaborati(conditi con panna o con uovo crudo)

Carni e pesci eccessivamentegrassi, impanati o conditi consoffritti

Patate e legumi (consumarliin quantità limitate o insostituzione del pane)

Uva, frutta secca, fruttasciroppata, macedonia inscatola, fichi, cachi, banane

Bibite in commercio (se non specificatamenteammesse dalla propria dieta)

• Uno studio divulgato dall’American DiabetesAssociation ha dimostrato che un trattamentoinsulinico intensivo e un corretto autocontrollodella glicemia rende possibile ridurresignificativamente l’insorgenza dellecomplicanze croniche: solo in 1 paziente su 4 si sono riscontrate complicanze a caricodegli occhi, nel 40 per cento dei casi si sonoverificati disturbi a carico del sistema nervoso,nel 50 per cento a carico dei reni e nel 35 percento a carico del sistema cardiovascolare.Non solo. Ad analoghi risultati è approdatouno studio simile condotto nel Regno Unito su oltre 5000 pazienti con diabete mellito di tipo 2 seguiti per 20 anni.

Per saperne di più

Per saperne di piùEcco qualche suggerimento pratico quando ci si siede a tavola.

•14606_20_30(nuove imm) 15-04-2003 16:40 Pagina 22

Quantinalissima influenza alle malattieinfettive o virali) interferiscanocon i livelli di glucosio nel san-gue; se si riscontrano significati-ve variazioni di peso, indipen-dentemente dalla dieta; duran-te la gravidanza; quando si han-no delle difficoltà nel riconosce-re i sintomi dell’ipoglicemia.

■ Segnali rivelatoriUn’altra domanda frequente è se sia possibile capire se si è verifi-cata una situazione ipoglicemica durante la notte. Esistono dei segnali rivelatori: sudare durante il sonno, dormiremale o avere incubi. Può anche capitare di svegliarsi sentendosiancora stanchi o con un leggero mal di testa. Che fare in questi ca-si? Rivolgendovi al vostro diabetologo, troverete insieme la solu-zione più adatta a voi.

L’autocontrollo

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Quanti controlli fare al giorno

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In base alla tipologia di diabete diagnosticata al paziente, i diabe-tologi suggeriscono da 1 a 4 autocontrolli della glicemia nel san-

gue, scaglionati in vari momenti della giornata. In particolare, perle persone con il diabete di tipo 1 è bene verificare i livelli glice-mici: al mattino, a digiuno; prima e un paio d’ore dopo i tre pastiprincipali, per controllare come influiscono sulla glicemia l’insuli-na e l’alimentazione; prima di coricarsi, quando normalmente ci siinietta l’insulina ad azione prolungata; verso le 2 di notte. Menofrequenti sono i controlli suggeriti alle persone con il diabete di ti-po 2 (anche se gli orari in cui misurare la glicemia sono gli stessi),tuttavia è impossibile dare una indicazione generale: ogni pazien-te sarà correttamente consigliato dal diabetologo. Si possono peròverificare situazioni in cui, oltre al numero di controlli concordaticon il medico, è opportuno farne altri. Ecco un’ampia casistica: quando si è ammalati; se si sospettaun’ipoglicemia; prima di affrontare un lungo viaggio in auto;quando si è fisicamente più attivi del solito; quando si ha il so-spetto che i farmaci assunti per curare altre patologie (da una ba-

• Per gli innamorati di tutte le età: se vi sieteaccorti che attività fisica e ore notturnepossono causarvi un abbassamento diglicemia, non rinunciate a una vita sessualeserena e appagante. Per stare più tranquilli, o se davvero ne sentite la necessità, fatel’autocontrollo prima del rapporto sessuale emangiate uno spuntino subito dopo.

FocusCi sono vari momenti, nell’arco della giornata, o circostanze generali nelle quali il diabetologo suggerisce di tenere la glicemia sotto controllo. Ecco alcuni esempi.

A colazione Dopo pranzo Dopo cena Prima di dormireQuando

si è ammalatiQuando

si fa sportDurante lagravidanza

Prima di un rapporto sessuale

Per saperne di più

•14606_20_30(nuove imm) 15-04-2003 16:40 Pagina 24

Il controllo delle urine

L’autocontrollo

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Il controllo delle urine

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Oltre al controllo dei livelli di glucosio nel sangue è oppor-tuno, anche se con una minore frequenza, analizzare la

quantità di zucchero nelle urine. Si tratta di un esame moltosemplice da fare, ma allo stesso tempo importantissimo, per-ché la presenza di glucosio nelle urine (cioè la glicosuria) fasuonare uno dei tanti campanelli d’allarme dell’iperglicemia.Vediamo il perché. Quando la quantità di glucosio nel sangueè sotto controllo, i reni lo filtrano e lo riassorbono riportando-lo nel sangue. Se il glucosio supera la cosiddetta soglia renale,ossia il livello al di sopra del quale il rene non è più in grado di“riassorbirlo”, passa direttamente alle urine provocando la gli-cosuria. Il valore standard della soglia renale si aggira media-mente attorno ai 180 mg/dl.Ma l’utilità dell’autocontrollo delle urine non finisce qui. L’e-same permette infatti di rilevare la presenza di corpi chetoni-ci nelle urine (o, più comunemente, “acetone”), ossia scorieacide che l’organismo produce quando, in assenza di un suffi-ciente apporto di amidi e zuccheri o scarsa insulina, comincia

a utilizzare le proprie scorte di grasso come fonte di energia.E ciò non è bene: infatti, in una persona diabetica, la com-parsa di corpi chetonici nelle urine sta a significare che l’in-sulina non sta lavorando adeguatamente e che il diabete nonè ben compensato.Quando, allora, è necessario fare il controllo delle urine? Co-me sempre, il buon senso e la collaborazione con il propriomedico daranno i loro frutti: si imparerà infatti che, oltre alloschema terapeutico concordato, in presenza di determinatisintomi è bene fare i test (attraverso apposite strisce reattive).Ecco i principali:• se si ha sempre sete o fame o, al contrario, se si è inappetentie si ha nausea e vomito; • se si sta dimagrendo; • se si ha bisogno troppo spesso di urinare; • se si ha un’iperglicemia protratta;• se ci si sente nervosi e irrequieti o particolarmente stressati;• se si ha l’influenza, il raffreddore, la bronchite.

Chetoni:per

abbassarnerapidamente

il livello puòessere utile,

sentito il parere del

diabetologo,bere

moltissimaacqua,

sospendereper un po’

l’attività fisica e aumentare

l’insulina.

FocusEcco alcuni sintomi che, se si verificano, meritano un po’ di attenzione e, soprattutto, l’autocontrollo delle urine.

Se si ha sempre sete o fame Se si ha nausea o vomito Se si fa troppo spesso pipì Se ci si sente nervosi Se si ha iperglicemiaSe si sta dimagrendo

•14606_20_30(nuove imm) 15-04-2003 16:40 Pagina 28

Caro diario“Eadesso che cosa devo fare con tutti i risultati dei miei

test?”, è la domanda più che legittima che ogni pazientesi pone una volta compresa l’importanza dell’autocontrollo. La risposta è: “tenere un diario”. Sarebbe infatti impensabile,oltre che stressante, ricordarsi tutto a memoria; quindi, il dia-rio si trasforma in un valido aiuto su tre fronti: mantenere il

diabete (e i livelli glicemici)sotto controllo; vivere in mo-do sereno e consapevole ecollaborare attivamente con ilmedico, portando il diariocon sé ogni volta che si ha unavisita di controllo. Sul diario, poi, si annoteran-no, giorno per giorno, non so-lo i risultati dei test del san-gue e delle urine, ma ancheinformazioni di altra naturaaltrettanto importanti: se l’o-rario dei pasti è stato regola-re, se ci si è concessi qualchegolosità extra, se si è praticatodello sport, se si ha dormitobene o qualsiasi altra cosa chepoco per volta si imparerà avalutare come significativa.In questo modo, con l’amico

diario alla mano, il paziente diabetico sarà in grado di pro-grammare gli impegni e il tempo libero con la tranquillità dinon trascurare mai la terapia e di vivere liberamente… masempre con il glucosio sotto controllo.

Caro diario

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• Ci sono a disposizione dei pazienti anche dei pratici diari prestampati sui quali annotare,giorno per giorno, tutti i risultati dei test e le informazioni utili per la terapia.

Per saperne di più

•14606_20_30(nuove imm) 15-04-2003 16:40 Pagina 30

31

■ Il miglior autocontrollo

■ A ciascuno il suo

■ I test per le urine

Gli strumenti

autocontrollo

Gli strum

enti

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Il miglior autocontrollo

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Come si è accennato per eseguire l’autocontrollo sono indispen-sabili il misuratore della glicemia, detti anche glucometri, le

strisce reattive e il pungidito. Ma come sceglierli tra le tante offerteattualmente a disposizione? Innanzitutto impariamo a conoscerli.L’avvento dei primi reflettometri, iniziato ormai circa 30 anni fa,ha beneficiato del felice connubio dell’applicazione dell’elettro-nica alla fondamentale innovazione rappresentata dalla “drychemistry”. Già verso la fine degli anni ’50 il diffondersi dellatecnologia “dry chemistry”, ovvero della chimica secca, ha rivo-luzionato l’esecuzione dei test introducendo reattivi immobiliz-zati su una striscia in forma anidra. D’altro canto lo sviluppo del-l’elettronica ha reso disponibili strumenti automatici di piccoledimensioni, semplici da usare e in grado di fornire un risultatodel tutto sovrapponibile a quello ottenuto in laboratorio. Oggi sipuò disporre di una vasta gamma di glucometri, che diventanovia via sempre più veloci, semplici e affidabili. Tuttavia questo

non significa che siano tutti uguali o che tutti siano in grado disoddisfare le diverse esigenze. Oggi si è liberi di viaggiare o dipartecipare ad attività lavorative, sociali o sportive, ma tuttoquesto è possibile solo grazie all’uso di un sistema per l’auto-controllo che deve rispondere a tre requisiti fondamentali:

• semplicità d’uso;• affidabilità del risultato;• minor disagio e dolorosità della puntura del dito.

Diverse sono poi le caratteristiche da considerare quando si sce-glie uno strumento. Intanto le dimensioni: ci sono glucometrinon più grandi di una tessera telefonica; altri, compatti, checontengono anche le strisce reattive. Quando si deve scegliere ilproprio, pur optando per un modello che sia maneggevole, po-co ingombrante e leggero, è bene non esagerare in fatto di mi-niaturizzazione. Ad esempio, il display che visualizza i dati o cheindica le operazioni da effettuare deve permettere una comodae facile leggibilità, e i tasti non devono mettere in difficoltà chiha scarsa dimestichezza con gli strumenti elettronici.Anche il tempo necessario per ottenere il risultato ha la sua im-portanza: fino a qualche tempo fa i glucometri più rapidi forni-vano il valore richiesto in due minuti. Successivamente i tempinecessari si sono ridotti a 30”; mentre ora i più moderni stru-menti danno risposta in solo 5” (utilissimi quindi in viaggio o co-munque fuori casa!). Per migliorare la semplicità d’uso, gli stru-menti più evoluti sono in grado di guidare le operazioni da ese-guire mediante messaggi sul display dello strumento stesso, in-dicando addirittura gli eventuali errori di manualità ed evitandocosì il rischio di misurazioni errate. Anche la manutenzione è importante; nessuno strumento è indi-struttibile, ma alcuni risultano più robusti di altri. Un altro elemento discriminante è dato dall’utilizzo in diffe-

Per ottenereglicemie il piùpossibile al di sotto dei 150-170 mg/dlbisognaconoscere la dose di insulina da iniettareogni giorno.Quindi è utilemisurareregolarmenteglicemia e glicosuria.

•14606_31_40 (con palmare) 15-04-2003 17:42 Pagina 32

mente con la lettura visiva del test. Perfar questo, si confronta il colore svi-luppato nell’apposita finestrella sul re-tro della striscia, con la scala cromaticastampata sulla confezione. Quindi, quando scegliete il glucome-tro, tenete conto anche delle peculia-rità della striscia che dovrete usare. L’insieme delle caratteristiche del mi-suratore, delle strisce e del pungidito,fanno la differenza fra un sistema fa-cile da utilizzare, affidabile e con unaridotta dolorosità e un altro che ma-gari richiede una maggiore destrezzanell’uso o una maggiore disponibilità di tempo. È bene quinditenerne conto prima della scelta magari coinvolgendo il diabe-tologo così da riceverne utili consigli.

• Ogni persona con diabete ha diritto ad una vita libera e serena.Oggi, il progresso tecnologico e le nuove acquisizioni in ambitomedico e scientifico permettono di dare risposte sempre piùavanzate alla richiesta di strumenti per l’autocontrollo. Strumenti facili, veloci, sicuri che consentano ad ogni personadiabetica di gestire consapevolmente la sua salute, ma anche di vivere una vita piena ed appagante.Innovare per migliorare la qualità della vita. Questa è la filosofiadel progetto Accu-Chek di Roche Diagnostics: mettere al serviziodella comunità il più alto livello di esperienza con l’obiettivo disemplificare il rapporto tra medico e paziente e tra il paziente e lapropria malattia, migliorando così la vita delle persone col diabete.

Per una migliore qualità della vita

Gli strum

enti

3534

Il miglior autocontrollo

renti condizioni ambientali come l’umidità ola temperatura. Le differenze non interessano solo i misura-tori ma anche le strisce reattive: alcune ne-cessitano di una piccolissima goccia di san-gue, altre invece ne richiedono una quantitàmaggiore. Una caratteristica che agevola l’uso del siste-ma è la possibilità di toccare la striscia men-tre vi si deposita il campione di sangue; neimodelli meno evoluti, infatti, il contatto conl’area reattiva può alterare il risultato del test.La semplicità d’uso non deve però essere di-sgiunta dall’affidabilità, condizione impre-

scindibile per avere un buon controllo glicemico. In altre paro-le, i risultati dei test devono essere sicuri come quelli ottenuti inlaboratorio. Infatti sulla base dei dati di autocontrollo è possibi-le decidere, in accordo con gli schemi generali suggeriti dal dia-betologo, di modificare la te-rapia in corso. L’affidabilità del risultato di-pende sia dallo strumento, siadalla striscia reattiva. Si tratta,infatti, di sistemi cosiddetti“chiusi”, nel senso che ognistrumento utilizza la strisciareattiva specifica per quel si-stema. Alcune strisce reattive per-mettono di confermare ognirisultato ottenuto strumental- Semplice

Veloce Sicuro

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■ Tutti i termini che ci riguardano

■ Per saperne di più

■ Le associazioni

Glossario e appendice

•14606_41_48 15-04-2003 16:54 Pagina 41

Tutti i termini che ci riguardano

Glossario

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Tutti i termini che ci riguardano

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AcetoneSostanza chimica che si forma nel sangue quando l’organismoimpiega i grassi anziché il glucosio per produrre energia. Se siverifica questa circostanza, significa che l’insulina a disposizionedelle cellule non è sufficiente o che queste non sono in grado diutilizzare quella che si trova nel sangue e quindi non riescono atrasformare il glucosio presente nel sangue in energia. L’ace-tone passa dall’organismo alle urine.

AcetonuriaPresenza di acetone nelle urine.

AcidosiEccesso di sostanze acide nell’organismo. Questa circostanza, inun diabetico, può condurre alla chetosi diabetica.

AutocontrolloPer chi soffre di diabete, significa controllare autonomamente illivello di glucosio nel sangue in modo da verificare le scelte te-rapeutiche fatte e quelle da fare.

AutoimmuneÈ una reazione che si verifica quando il sistema immunitario at-tacca cellule del nostro corpo. Nel caso del diabete, alcuni ri-cercatori sostengono che è proprio a questo fenomeno che è im-putabile la distruzione delle cellule beta del pancreas.

Azotemia e creatininemiaIndicano se il rene funziona normalmente. I valori normali sono10-50 mg/dl per l’azotemia, 0,80-1,3 mg/dl per la creatininemia.

Cellule alfaSono un tipo di cellule del pancreas che producono e rilascianoun ormone chiamato glucagone, in grado di aumentare il livellodi glucosio nel sangue.

Cellule betaSono un tipo di cellule del pancreas che producono e rilascianoun ormone chiamato insulina, che controlla e mantiene costan-te il livello di glucosio nel sangue.

ChetonuriaPresenza di corpi chetonici nelle urine

ComplicanzeInsorgono a causa del permanere di lunghi periodi di ipergli-cemia nel sangue. Il rischio sale all’aumentare dei valori me-di glicemici, meglio verificabili attraverso l’analisi dell’emo-globina glicosilata. Le complicanze emergono dopo anni dimalattia e possono colpire diversi organi: occhi, reni, cervel-lo, apparato circolatorio.

Corpi chetoniciSono sostanze acide prodotte dall’organismo quando sono uti-lizzati i grassi anziché il glucosio per produrre energia.

Diabete di tipo 1È il diabete insulinodipendente, si verifica quando il pancreasnon produce l’insulina, l’ormone necessario a trasformare il glu-cosio presente nel sangue in energia.

Diabete di tipo 2In questo tipo di diabete (non-insulinodipendente), l’insulina èprodotta dal pancreas in quantità insufficiente (insulino-defi-cienza), oppure non è in grado di agire (insulino-resistenza).

DolcificantiSono sostanze naturali o artificiali (per esempio saccarina oaspartame), dall’alto potere dolcificante e dal ridotto apportocalorico, che non richiedono insulina per essere assorbite dal-l’organismo.

Emoglobina glicosilataÈ un esame di laboratorio che indica qual è stato l’andamentomedio della glicemia negli ultimi due mesi.

GlicemiaÈ la concentrazione di glucosio nel sangue. È normale se è en-tro gli 80-110 mg/dl a digiuno e i 140 mg/dl dopo i pasti.

A

CE

D

G

•14606_41_48 15-04-2003 16:54 Pagina 42

Glossario

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Tutti i termini che ci riguardano

GlicogenoÈ una sostanza costituita da zuccheri che si trova nei muscoli enel fegato e che rilascia glucosio nel sangue in caso di necessità.È la principale riserva di energia immediatamente disponibiledell’organismo.

GlicosuriaÈ la presenza di tracce di zucchero nelle urine dovuta all’elimina-zione degli zuccheri in eccesso nel sangue. Lo zucchero comparenelle urine se la glicemia è maggiore di 180 mg/dl (soglia renale).

GlucagoneÈ l’ormone secreto dalle cellule alfa del pancreas; avverte il fe-gato che deve liberare glucosio nel sangue. Quello artificialeviene usato per combattere le crisi più gravi di ipoglicemia.

GlucometroÈ il lettore della glicemia, vale a dire lo strumento che consen-te di misurare il livello di glucosio nel sangue.

GlucosioÈ uno zucchero semplice che si trova nel sangue. È la principalefonte di energia del corpo, conosciuto anche con il nome di de-strosio.

InsulinaÈ l’ormone secreto dalle cellule beta del pancreas. Permette alglucosio di entrare nelle cellule del nostro organismo fornendocosì l’energia per vivere; inoltre informa il fegato di fermare laproduzione di glucosio.

Insulino-resistenzaÈ una condizione durante la quale l’organismo non “risponde”adeguatamente all’insulina. Si verifica soprattutto nelle personeaffette da diabete di tipo 2.

IperglicemiaÈ l’aumento eccessivo dello zucchero nel sangue. A lungo an-dare, se non opportunamente corretta, può portare all’insor-genza delle complicanze.

IpoglicemiaÈ la diminuzione eccessiva dello zucchero nel sangue. Provocaforti stati di disagio e, se non si somministra subito dello zuc-chero, il coma diabetico.

Ipoglicemizzanti oraliFarmaci (generalmente compresse) che consentono di ridurre ilivelli di glucosio nel sangue. Utilizzati in genere nella terapia dipazienti di tipo 2.

Isole di LangerhansSono gruppi di cellule all’interno del pancreas che produconouna serie di ormoni. Le cellule alfa producono glucagone; le cel-lule beta l’insulina. Devono il loro nome allo scienziato tedescoche le ha scoperte, Paul Langerhans (1847-1888).

LancettaÈ un particolare ago per pungere la pelle e far uscire una quan-tità minima di sangue necessaria per l’autocontrollo.

Mg/dlSignifica milligrammi per decilitro ed è l’unità di misura che siusa per il livello di glucosio presente nel sangue.

PancreasÈ una ghiandola posta dietro allo stomaco, vicino al colon. Pro-duce due secrezioni interne di ormoni, l’insulina e il glucagone.

Penna da insulinaSistema per iniettare l’insulina, composto da un ago e da unafiala. Ha la forma e le dimensioni di una penna stilografica e so-stituisce le siringhe.

ReflettometroÈ un apparecchio basato sull’interpretazione del colore dellastriscia reattiva per determinare il tasso di glicemia nel sangue.

SaccarosioÈ un idrato di carbonio appartenente alla classe degli zuccheri;è il comune zucchero da cucina, si presenta come sostanza bian-

I

ML

P

R

S

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Glossario

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Tutti i termini che ci riguardano

ca, cristallina, solubile, di sapore dolce. È presente nei tuberidella barbabietola e nella canna da zucchero. Ha elevate capa-cità nutritive ed edulcoranti.

Soglia renaleÈ il valore di glucosio nel sangue sotto al quale il rene riesce adassorbire il glucosio che lo attraversa. Al di sopra di questo li-vello, il glucosio in eccesso viene eliminato attraverso le urine.Il valore della soglia di glicemia è di 180 mg/dl.

Terapia insulinica intensivaSchema terapeutico che prevede 4 o più iniezioni giornaliere.

Test di tolleranza al glucosio(o curva da carico orale o OGTT)È il test che stabilisce se un paziente è diabetico o no. Si effet-tua somministrando al paziente a digiuno 100 g di glucosio e mi-surando successivamente, a intervalli di tempo prestabiliti, i li-velli di glucosio nel sangue.

TrigliceridiSono altri grassi presenti nel sangue, che aumentano se il dia-bete è scompensato, se si mangia in modo scorretto o se si bevetroppo vino o alcolici. Valori normali: fino a 170 mg/dl.

UnitàÈ l’unità di misura per l’insulina da iniettare. Corrisponde a unatacca sulla siringa o sulla penna per le iniezioni. L’insulina U40,ad esempio, contiene 40 unità di insulina.

ZuccheroNell’uso scientifico, è il nome generico degli idrati di carbonio:zucchero di canna, di barbabietola, saccarosio; d’uva, glucosio;di frutta, fruttosio; di latte, lattosio; di malto, maltosio.

U

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Per saperne di piùP er chi ha il diabete è molto importante informarsi, capire che

è possibile condurre una vita piena ed appagante e sapere co-me farlo nel rispetto delle esigenze del proprio stato di salute. Persostenervi in questo percorso di conoscenza, Roche Diagnosticsmette a vostra disposizione diversi strumenti di approfondimento.

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•14606_41_48 15-04-2003 16:54 Pagina 46

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Per saperne di piùP er chi ha il diabete è molto importante informarsi, capire che

è possibile condurre una vita piena ed appagante e sapere co-me farlo nel rispetto delle esigenze del proprio stato di salute. Persupportarvi in questo percorso di conoscenza, Roche Diagnosticsmette a vostra disposizione diversi strumenti di approfondimento.

■ PubblicazioniModus è una rivista di medicina, salute e vita pratica, per dia-betici e non. È una pubblicazione quadrimestrale che affronta,con articoli, interviste e schede, il tema della salute, con unaparticolare attenzione al diabete e alla sua gestione. La collana “Convivere con il Diabete”, oltre a questa pubbli-cazione, offre altri titoli dedicati al tema dell’autocontrollo, del-le complicanze della vita quotidiana, del diabete in gravidanza. Potete trovare gli opuscoli della collana presso il vostro centrodiabetologico o richiederli al numero verde 800-822 189 o al-l’indirizzo e-mail: [email protected]

■ Internetwww.modusonline.it offre un aggiornamento costante con noti-zie dal mondo della ricerca, servizi di approfondimento, una guidaai siti più interessanti e le schede delle Associazioni dei pazienti.www.pediatriaediabete.it è un sito dedicato al diabete insuli-nodipendente con una sezione riservata ai ragazzi con diabete ditipo 1 e ai loro genitori.www.accu-chek.it è un sito di facile e veloce consultazione do-ve è possibile trovare molte informazioni e risposte sul diabete.Dagli approfondimenti scientifici sulla malattia o sulle possibilicomplicanze, alle utili informazioni sulla cura del proprio corponella vita di tutti i giorni. Inoltre contiene la presentazione com-pleta di tutti i prodotti Accu-Chek per l’autocontrollo.

Per saperne di più

Le associazioniLe associazioni

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A.G.D. Italia Coordinamento tra le Associazioni Italiane Giovani Diabetici Via Cabassa 11, 43056 S. Polo di Torrile (PR) Tel. e Fax 0521 813691Sito Web: www.agditalia.it - e-mail: [email protected]

A.I.D. Associazione Italiana per la Difesa degli Interessi dei DiabeticiVia Scrofa 14, 00186 Roma. Tel. 06 68803784 Fax 06 68803784 Sito Web: www.assitdiab.it - e-mail: [email protected]

A.N.I.A.D. Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici Via Mariano d’Ayala 1, 80121 Napoli. Tel. 081 411195 - 081 413201 Fax 081 413201 - 081 407406 - e-mail: [email protected]

C.A.D. Coordinamento Associazioni Diabetici c/o Centro Antidiabetico Ospedale MorgagniPiazzale Solieri 1, 47100 Forlì. Tel. e Fax 0543 34743

F.A.N.D. Federazione Associazione Nazionale Diabetici Via Dracone 23, 20126 Milano Tel. 02 2570176 - N° Verde 800 820082Sito Web: www.fand.it - e-mail: [email protected]

F.D.G.Federazione nazionale Diabete GiovanilePiazza Galilei 32, 09128 Cagliari. Tel. 070 497055 Fax 070 845457Sito Web: www.fdgdiabete.it

F.I.D. Federazione Italiana del Diabete Via Giovanni Severano 5, 00161 Roma. Tel. 06 44240967, Fax 06 44292060

Roche Diagnostics S.p.A.Patient CareViale G.B. Stucchi, 110I-20052 Monza(MI)

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