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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue sucessive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. Edizioni L’Informatore Agrario www.informatoreagrario.it

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Forma di allevamento e densità d’impianto.

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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue sucessive modifi cazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.

Edizioni L’Informatore Agrario

www.informatoreagrario.it

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4113/2009 • L’Informatore Agrario

L’INFORMATORE AGRARIO

SPECIALE

4113/2009 • L’Informatore Agrario

L’indagine su Barbera ha dimostrato che il cordone speronato, il cordone libero e il Guyot semplicesi equivalgono in termini di capacità produttiva e potenziale di maturazionee che la densità di impianto non modifi ca la qualità delle uve. Quindi la scelta della forma di allevamento dovrebbe considerare in primisi costi d’impianto e di gestione

di S. Poni, M. Gatti, S. Civardi, F. Bernizzoni

L a scelta del sistema di allevamento nel vigneto dipende da numerosi fattori, tra i quali spiccano le caratteristi-che del suolo e del clima (Baeza et al., 2005; Morris et al., 1984; Peterlunger et al., 2002; Reynolds et al., 1995),

il suo grado di predisposizione alla meccanizzazione di pota-tura e vendemmia (Intrieri e Poni, 1995), la necessità intrinse-ca di modulare la vigoria vegetativa (è noto che chiome divise e/o a portamento ricadente della vegetazione conseguono tassi di crescita dei germogli inferiori a quelli osservati su forme a controspalliera con vegetazione direzionata verso l’alto su fi li di sostegno - Wolf et al., 2003; Zoechlein et al., 2008) e, infi ne,

dal presunto prezzo di mercato del prodotto fi nito poiché si-stemi che presentano una adattabilità elevata o completa alla meccanizzazione sono ancora prevalentemente appannaggio di aree destinate alla produzione di vini da tavola o igt (Intrie-ri et al., 1992; Bates, 2008).

La distinzione forse più ampia e generale che si può propor-re per fare ordine tra le oltre 40 forme di allevamento ancora oggi presenti sul territorio italiano (Fregoni, 2005) è quella che contrappone i sistemi caratterizzati da potatura lunga ti-po Guyot a quelli basati invece sul mantenimento di speroni più o meno corti.

Forma di allevamentoe densità d’impianto per ridurre i costi nel vigneto

Guyot semplice

Cordone speronato Cordone libero

Guyot doppio

© 2009 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A.

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corretti (Brancadoro e Marmugi, 1997; Intrieri et al., 1992).

Lo scopo del presente lavoro è stato quindi quello di confrontare, su base po-liennale (2003-2007), il rendimento ve-geto-produttivo e qualitativo di viti di Barbera allevate secondo quattro diverse forme e, per ciascuna di queste, valutate anche in funzione di una variabilità di distanza sulla fi la.

Materiale vegetalee disegno sperimentale

La prova è stata condotta nel quinquen-nio 2003-2007 su un vigneto sperimen-tale di Barbera (clone AT84 innestato su 420A). Il vigneto, progettato dall’Isti-tuto di fruttiviticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato, nel 1999, presso l’azienda Omati Ame-lia di Costola di Vicomarino (Piacenza, 45,1 °N, 9,6 °E), presenta una tessitura limo-argillosa e un valore di acqua di-sponibile pari a circa 140 mm/m di suo-

lo (calcolato da Saxton, 1996). Il Barbera (Vitis vinifera L.)

è il vitigno a bacca nera più diff uso nell’areale viticolo dei Colli Piacentini e, in uvaggio con la cv Croatina, dà origi-ne alla doc Gutturnio. Nono-stante al Barbera sia ricono-sciuta una notevole fertilità anche nelle gemme basali del tralcio, oltre il 90% dei vigneti

costituiti con tale vitigno è tuttora gestito con potatura lunga tipo Guyot. In questa indagine, per il quinquennio 2003-2007, sono stati posti a confronto quattro siste-mi di allevamento costituiti da: cordone speronato (CSP), cordone libero (CL), Guyot semplice (GS) e Guyot doppio alla piacentina (GD).

Il piano sperimentale ha previsto la co-stituzione di tre blocchi di 16 fi lari all’in-terno di ognuno dei quali le quattro for-me sono state estese, a caso, a gruppi di 4 fi lari adiacenti. La variabile «distanza sulla» è stata creata all’interno di ciascun fi lare ponendo le viti a 0,9 m, 1,2 m e 1,5 m. Tali distanze sono state randomizza-te lungo la fi la ed estese fi no a compren-dere 6 spazi interpalo per ciascun livello di spaziatura. Al fi ne di creare multipli esatti, la distanza tra palo e palo è stata di 5,4 m (6 viti alla distanza di 0,9 m) o di 6 m (5 e 4 viti per le distanze 1,2 m e 1,5 m, nell’ordine). Poiché in questa prova la distanza tra le fi le è stata mantenuta co-stante per tutte le tesi (2,5 m), le risultan-ti densità per ettaro sono state di 2.666,

Un particolare della tipologia di sperone (due gemme franche) mantenuto su cordone speronato e cordone libero

Accanto ad alcuni ben docu-mentati vantaggi di quest’ul-timo sistema (crescita dei ger-mogli più uniforme nell’ambito della popolazione che costitui-sce la chioma, maggiore dispo-nibilità di sostanze di riserva legata alla presenza di un cor-done e/o di branche permanen-ti, minori costi di esecuzione della potatura invernale, anche se non meccanizzata) (Intrie-ri e Poni, 1995; Howell et al., 1987; Tassie e Freeman, 1992), appare decisamente sorpren-dente come, in Italia, su una superfi cie al 2007 di 711.734 ha (Istat) il 40% sia ancora basato su una potatura lunga, mentre la «speronatura» non supera il 5% (Fregoni, 2005; i dati non comprendono l’incidenza del-l’alberello). Le ragioni che ancora oggi frenano la diff usione di sistemi a cordo-ne permanente con potatura corta sono molteplici: tra queste spicca la diffi col-tà oggettiva e la «preoccupazione» di non riuscire a mantenere, negli anni, un livello di produttività e di rigoglio vegetativo adeguati (tipico è il dubbio relativo alla possibilità che il cordone si possa a un certo punto spogliare ren-dendone necessario un gravoso e non sempre facile rinnovo); al tempo stesso la potatura tipo «Guyot» è di solito ben accetta per la sua facilità di esecuzione e per la «garanzia» di mantenere sulla vite gemme sicuramente produttive in-dipendentemente dal livello di fertilità basale di ciascun vitigno.

Va inoltre rimarcato che, spesso (Ka-simatis et al., 1985), i tentativi di con-versione tout court da Guyot a sperona-to condotti al fi ne di ridurre i costi di gestione della potatura invernale hanno come oggetto vigneti piuttosto datati e di solito messi a dimora con distanze dei ceppi sulla fi la assai ragguardevoli (an-che 2,5-3 m). La conversione di questi impianti implica la formazione di cor-doni permanenti lunghi che, nel tempo, mostrano spesso una riduzione ecces-siva della vigoria e uno sbilanciamento delle vite verso la funzione produttiva rispetto a quella di rifornimento degli assimilati (Smart, 1985). Ciò premesso, non è sorprendente constatare che, nel nostro Paese, la preferenza per l’uno o l’altro tipo di potatura dipenda ancora da luoghi comuni, dal passaparola e da osservazioni empiriche spesso di natu-ra locale e, assai più raramente, da ri-scontri basati su confronti sperimentali Il 2003 è risultato l’annata più secca e più calda degli anni in prova.

TABELLA 1 - Temperature e piovosità mensili registrate per il periodo aprile-settembre dal 2003 al 2007 (*)

2003 2004 2005 2006 2007tempera-tura (°C)

piovosità (mm)

tempera-tura (°C)

piovosità (mm)

tempera-tura (°C)

piovosità (mm)

tempera-tura (°C)

piovosità (mm)

tempera-tura (°C)

piovosità (mm)

Aprile 11,5 56 12,2 73 11,2 82 13,1 48 16,4 13Maggio 19,3 28 15,6 117 18,2 70 18,0 24 19,1 101Giugno 26,1 46 21,9 29 22,6 46 22,3 42 21,3 80Luglio 25,6 11 23,4 26 24,0 94 26,1 91 25,1 14Agosto 27,8 22 23,8 38 21,4 70 21,0 106 22,4 51Settembre 19,0 37 19,7 53 19,1 46 20,3 189 18,3 80

(*) Dati riferiti al sito sperimentale: azienda Omati Amelia di Costola di Vicomarino (Piacenza).

IL NUMERO

0,8 °BrixLa differenza, minima, di gradazione

zuccherina alla vendemmiatra le varie forme di allevamento

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3.333 e 4.444 ceppi per le tre distanze, in ordine decrescente.

CSP e GS presentavano la medesima struttura di supporto, costituita da un fi lo portante principale posto a 90 cm di altezza dal suolo, sormontata, 30 cm più in alto, da una prima coppia di fi -li mobili seguita, a sua volta, da un fi lo singolo a 1,6 m e, infi ne, da una secon-da coppia di fi li mobili posta immedia-tamente sotto la sommità del palo (circa 2 m di altezza). Con tale assetto lo svi-luppo verticale della chioma è stato di circa 1,2 m consentendo quindi, consi-derato anche un certo aggetto di vege-tazione, una cimatura meccanica degli stessi a circa 17-18 nodi quando neces-saria. Il sistema CL presentava un unico fi lo spiralato fi ssato con un cappellotto di plastica alla sommità del palo e, quindi, vegetazione libera. In questo sistema il portamento assurgente dei tralci è sta-to favorito eff ettuando, ogni anno, una cimatura meccanica precoce (di solito a inizio fi oritura), quando la maggioranza dei germogli era ancora eretta. Infi ne il sistema a Guyot doppio alla piacentina (GD) si caratterizzava per due tralci rin-novati sovrapposti e impalcati a 0,8 m e 1,1 m di distanza dal suolo.

Nei sistemi con potatura corta, il numero di germogli per vite e il rapporto germogli/gemme franche hanno evidenziato una tendenza marcata all’aumento negli anni, con un picco raggiunto nel 2006.

2003 2004 2005 2006 2007

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0Supe

rficie

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Cordonesperonato

Cordonelibero

Guyotsemplice

Guyot doppio alla piacentina

GRAFICO 1 - Combinazioni di trattamento anno × forma per i parametri gemme franche, germogli totali, germogli per gemma franca, foglie principali, superfi cie fogliare per vite e per germoglio

Le barre verticali rappresentano l’errore standard.

Il numero di gemme franche per vite è risultato strettamente correlatoalle caratteristiche delle singole forme di allevamento e alla distanza sulla fi la; tuttavia lo stesso parametro, quando espresso per unità di lunghezza di parete, ha mostratoun decremento signifi cativo al crescere dello spazio tra le viti.

TABELLA 2 - Crescita vegetativa di viti di Barbera in funzione di diverse forme di allevamento e distanze di impianto sulla fi la (1)

Forme

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Sup.

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Cordone speronato 13,1 b 49,7 a 3,86 a 415 a 61 c 6,48 a 1.303 c

Cordone libero 13,3 b 45,7 b 3,58 a 316 b 113 ab 4,32 b 945 d

Guyot semplice 9,9 c 12,8 c 1,32 b 187 d 138 a 2,93 c 2.289 a

Guyot doppio alla piacentina 18,7 a 20,9 d 1,14 b 258 c 82 bc 4,06 b 1.942 b

Signifi catività (2) ** * ** ** ** ** **

Interazione anno × forma ** ** ** ** ns ** **

Distanza (m) Vite Metro Vite Metro Vite Metro Vite Metro Vite Metro

0,9 10,8 12,0 29,1 32,3 2,78 260 289 90 100 3,89 4,32 1.337

1,2 13,1 10,9 33,3 27,7 2,58 311 259 107 89 4,68 3,89 1.404

1,5 15,3 10,2 39,2 26,2 2,59 348 232 102 68 5,22 3,48 1.328

Signifi catività (3) **L *L **L *L *Q *L *L ns **L *L *L ns

Interazione distanza × anno n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

Interazione distanza × forma ** ** ** ** n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

(1) Medie 2003-2007. (2) Separazione tra le medie entro colonna con test di Student Newman Keuls (SNK). * = signifi cativo per p ≤ 0,05; ** = signifi cativo per p ≤ 0,01; n.s. = non signifi cativo. (3) L = lineare, Q = quadratico.

Form

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di gemme per vite è determinato in ma-niera intrinseca dalla distanza dei cep-pi lungo la fi la, nelle forme speronate lo stesso è stato standardizzato mantenendo uno sperone di due gemme franche per nodo. Tale scelta ha originato, in media e per distanze crescenti lungo la fi la, una densità di speroni pari a circa 7, 9 e 11. Per ciascuna annata la tabella 1 riporta i valori mensili di temperatura media del-l’aria (°C) e piovosità cumulata (mm) per il periodo 1 aprile-30 settembre.

Crescita, produzionee composizione delle uveIn ogni stagione, in corrispondenza

della fase fenologica di «grappoli sepa-rati» (Baggiolini, 1952), su ciascuna vite in prova è stato conteggiato il numero di germogli e relative infi orescenze prodot-te da ciascuna gemma franca od origi-natesi da gemme di corona o latenti. A fi ne crescita vegetativa (solitamente en-tro la prima decade di agosto) sono sta-ti prelevati, per ciascuna combinazione di trattamento, due campioni costitui-ti da 30 foglie principali e 30 foglie di femminelle recise da diverse posizioni lungo l’asse vegetativo. La superfi cie di ciascuna foglia così asportata è stata poi determinata con fogliarimetro LI-COR 3000 e utilizzata, in abbinamento con il conteggio, a foglie cadute, di tutti i no-di principali e di femminelle formate su ciascuna vite, per la stima della superfi cie fogliare complessiva della chioma.

Alla vendemmia, su ciascuna vite in prova, sono stati registrati produzione di uva e numero di grappoli totali. In parallelo, da ciascun ceppo, sono sta-ti prelevati due campioni di 100 acini ognuno destinati, il primo, alla deter-

Nei sistemi a potatura lunga, e in particolare nel Guyot doppio,il numero di gemme franche/m è diminuito al crescere della distanza sulla fi la.

0,9 mDistanza sulla fila: 1,2 m 1,5 m

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Cordonelibero

Guyotsemplice

Guyot doppio alla piacentina

GRAFICO 2 - Combinazioni di trattamento forma × distanza per i parametri gemme franche per vite e per metro, germogli per vite e per metro

Le barre verticali rappresentano l’errore standard.

TABELLA 3 - Rapporto tra superfi cie fogliare e produzione di viti di Barbera in funzione di diverse forme di allevamento e distanze di impianto sulla fi la (1)

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Prod

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Cordone speronato 5,76 0,83 c 38,7 a 149 bc 2,24 ab 1,37 a 19,2Cordone libero 5,19 0,80 c 38,4 a 135 c 2,14 b 1,21 a 17,3Guyot semplice 4,99 1,51 a 20,2 c 247 a 2,26 a 0,90 b 16,6Guyot doppio alla piacentina 5,73 1,39 b 31,3 b 183 b 2,17 ab 1,18 a 19,1Signifi catività (2) n.s. ** ** ** * ** –Interazione anno × forma * * ** ** n.s. n.s. –

Distanza (m) Vite Metro Vite Metro

0,9 4,58 5,10 1,08 26,9 29,7 170 2,24 1,12 20,41,2 5,49 4,55 1,08 32,5 27,1 169 2,21 1,27 18,21,5 6,04 4,03 1,12 37,2 24,8 162 2,18 1,14 16,1Signifi catività (3) *Q *L n.s. *L *L n.s. n.s. n.s. –Interazione distanza × anno n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. –Interazione distanza × forma n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. –

(1) Medie 2003-2007. (2) Separazione tra le medie entro colonna con test di Student Newman Keuls (SNK). * = signifi cativo per p ≤ 0,05; ** = signifi cativo per p ≤ 0,01; n.s. = non signifi cativo. (3) L = lineare, Q = quadratico. (4) Calcolata sulla base dei dati riferiti a ciascuna vite.

La fertilità per germoglio e il peso del grappolo sono risultati superiori nelle forme di allevamento con potatura a tralcio rinnovato.

Un tratto di fi lare di cordone speronato durante la stagionale invernale. Si noti l’ottima uniformità di vegetazione

All’interno di ognuno dei due fi lari centrali di ciascun blocco di quattro so-no state marcate 12 viti (4 per distanza),

poi utilizzate per i rilievi di crescita, pro-duttività e maturazione delle uve. Mentre nei sistemi con potatura lunga il carico

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Il coeffi ciente di determinazione (R2) è una proporzione tra la variabilità dei dati e la correttezza del modello stati-stico utilizzato. R2 varia tra 0 e 1: quan-do è 0 il modello utilizzato non spiega per nulla i dati; quando è 1 il modello spiega perfettamente i dati •

PER CAPIRE MEGLIO

Cos’è il coeffi centedi determinazione

minazione, con metodi standard, dei parametri di maturazione tecnologi-ca (grado zuccherino, acidità titolabi-le, pH) e il secondo alla quantifi cazione di antociani e polifenoli totali secondo Iland (1988).

L’analisi della varianza è stata esegui-ta utilizzando la procedura GLM del pacchetto statistico SAS applicata a uno schema a strip-split-plot (Gomez e Go-mez, 1984).

RisultatiL’estate 2003 è risultata una delle più

aride dell’ultimo secolo (Lombroso e Quattrocchi, 2002) con soli 199 mm di pioggia caduti tra il 1° aprile e il 30 set-tembre e una temperatura media (per lo stesso periodo) di 21,6 °C. In termini com-parativi, la piovosità cumulata sul medesi-mo lasso di tempo è risultata pari a 335 e 501 mm nel 2004 e nel 2006, nell’ordine. Nell’estate 2003, soprattutto in post-in-vaiatura, le viti, indipendentemente dalla tesi applicata, hanno presentato sintomi severi di stress idrico.

Un evento grandinigeno, verifi catosi il 29 giugno 2004, ha determinato una perdita produttiva stimata intorno al 15-20%, nonché un danno considerevole alle foglie, specie quelle principali.

Crescita vegetativa

Il numero di gemme franche per vite è risultato strettamente correlato alle ca-ratteristiche delle singole forme di alle-vamento e alla distanza sulla fi la; tutta-via, lo stesso parametro, quando espres-so per unità di lunghezza di parete, ha mostrato un decremento signifi cativo al crescere dello spazio tra le viti (tabella 2). L’interazione signifi cativa forma × anno ha inoltre evidenziato, per gli speronati, valori più bassi nel 2003 e, per i sistemi a Guyot, un progressivo incremento negli anni (grafi co 1).

Il numero totale di germogli per vite, in raff ronto alle gemme franche, è più che triplicato in CSP e CL, mentre il me-desimo rapporto in GS e GD è variato da 1,3 a 1,1. Come atteso, il numero di ger-mogli per metro è diminuito con trend lineare signifi cativo all’aumentare del-la distanza (tabella 2). Nei sistemi con potatura corta, il numero di germogli per vite e il rapporto germogli/gemmefranche hanno evi-denziato una tenden-za marcata all’aumen-to negli anni, con un picco raggiunto nel 2006; viceversa, e in particolare per il ger-mogliamento (germogli/nodo), la varia-zione nel tempo nei sistemi a Guyot è stata molto più contenuta (grafi co 1).

La capacità di crescita vegetativa, espressa come superfi cie fogliare totale per vite, è stata massima in CSP (6,48 m2)e minima in GS (2,93 m2), mentre CL e GD si sono attestati su valori intermedi (tabella 2). Viceversa la vigoria, espres-sa dal parametro di superfi cie fogliare per singolo germoglio, è stata di segno opposto (massima in GS e minima in CSP). Peraltro GS è risultato anche il sistema con il più alto numero di foglie di femminelle per vite (138, pari a 10,8 per germoglio) e CSP quello con il più basso (61, pari a 1,22 per germoglio).

Escludendo il 2003, annata in cui la crescita vegetativa è stata severamente limitata in tutte le tesi dalla siccità, il cordone speronato ha costantemente presentato i valori massimi di capaci-tà vegetativa (grafi co 1). L’incremen-to di distanza sulla fi la da 0,9 a 1,5 m ha determinato una riduzione di su-perfi cie fogliare/m di circa il 20% e del 32% per quanto riguarda il numero di femminelle/m (tabella 2). Il numero di gemme franche e di germogli totali ha mostrato un’interazione signifi cativa forma × distanza indipendentemente

dalla base di espressione del dato (ceppo o metro) (grafi co 2). In particolare al-cune combinazioni di trattamento (es. gemme franche in CSP e germogli/vite in GS) hanno mostrato una scarsa va-riabilità al crescere della distanza tra i ceppi sulla fi la.

Produzione ed equilibriovegeto-produttivo

La produzione di uva per vite, nel quinquennio, è risultata simile tra i si-stemi variando da un minimo di 5 kg in GS a un massimo di 5,8 kg in CSP (tabella 3). L’eff etto di interazione con l’annata ha tuttavia messo in evidenza che mentre la resa di uva per ceppo è

risultata molto conte-nuta in tutte le forme nel 2003 e nel 2004, è fortemente aumentata nelle stagioni seguenti pur segnalando, per il 2007, una produzione

più ridotta nelle forme a Guyot (gra-fi co 3).

Nel confronto tra sistemi, il numero di grappoli per vite ha in generale rispec-chiato, sia pure con diff erenze relative attenuate, i valori registrati per il nu-mero dei germogli; al contrario la ferti-lità per germoglio e il peso del grappo-lo sono risultati molto più elevati nelle forme con potatura a tralcio rinnovato (tabella 3).

Questi eff etti si sono confermati essere «trasversali» alle stagioni anche se CSP e CL hanno patito una contrazione più rilevante di fertilità gemmaria nel 2004 e 2005 in raff ronto a quanto registrato nel 2003 (grafi co 3). Inoltre, sebbene il peso medio del grappolo sia sempre ri-sultato superiore nelle forme a potatura lunga, nel 2003 i grappoli sono risultati piccoli in tutte le tesi, mentre nel caso di annate più favorevoli alla crescita si è registrato un ampliamento delle dif-ferenze relative tra sistemi a favore del GS (grafi co 3).

Su base quinquennale, il peso dell’aci-no è risultato inferiore in CL, mentre le rimanenti tesi non hanno evidenziato diff erenze statisticamente signifi cative. Il rapporto tra superfi cie fogliare totale e produzione di uva ha raggiunto il va-

DENSITÀ D’IMPIANTO TESTATE

• 2.666 ceppi/ha• 3.333 ceppi/ha• 4.444 ceppi/ha

Il peso medio del grappolo è sempre risultato superiore nelle forme a potatura lunga

• CSP = cordone speronato.

• CL = cordone libero.

• GS = Guyot semplice.

• GD = Guyot doppio alla piacentina.

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L’effetto di interazione con l’annata ha messo in evidenza che mentre la resa di uva per ceppo è risultata molto contenuta in tutte le forme nel 2003 e nel 2004, è fortemente aumentata nelle stagioni seguenti.

2003 2004 2005 2006 2007

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Prod

uzio

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Cordonesperonato

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Guyotsemplice

Guyot doppio alla piacentina

2,01,81,61,41,21,00,80,60,40,2

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germ

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(n.)

Cordonesperonato

Cordonelibero

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poli/

vite

(n.)

Cordonesperonato

Cordonelibero

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350

300

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Peso

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gra

ppol

o (g

)

Cordonesperonato

Cordonelibero

Guyotsemplice

Guyot doppio alla piacentina

GRAFICO 3 - Combinazioni di trattamento anno × forma per i parametri produzione/vite, grappoli/germoglio, grappoli/vite, peso del grappolo

Le barre verticali rappresentano l’errore standard.

lore più basso nel GS, mentre nelle altre forme si è mantenuto al di sopra della soglia di 1 m2/kg (tabella 3).

La produzione di uva per metro si è ridotta di circa il 20% aumentando la di-stanza delle viti sulla fi la da 0,9 a 1,5 m (equivalente/ha sceso da circa 20 a 16 t), mostrando un andamento simile a quel-lo registrato per il numero di grappoli (tabella 3).

La distanza delle viti sulla fi la non ha infl uenzato i singoli componenti della re-sa di uva, né ha manifestato interazioni con l’annata o con il sistema di alleva-mento (tabella 3).

Composizione delle uve

La concentrazione zuccherina (°Brix), alla vendemmia, non è variata signifi ca-tivamente tra le forme passando da un minimo di 20,8 nel GD a un massimo di 21,6 nel GS (tabella 4).

Nel momento in cui i dati delle singo-le stagioni (medie sulle forme di alleva-mento) sono stati posti in correlazione con la produzione per metro di fi lare i valori del 2003 si sono chiaramente ri-velati «aberranti» (outliers) poiché la

loro rimozione dal calcolo della regres-sione ha determinato un incremento del coeffi ciente di determinazione (R2) da 0,51 a 0,90 (grafi co 4). Una risposta analoga è emersa dalla correlazione tra produzione/m e contenuto in antocia-ni/acino poiché il mancato computo dei valori ottenuti nel 2003 ha determina-to un innalzamento di R2 da 0,19 a 0,80 (grafi co 4).

IL GD ha mostrato una tendenza a un ritardo di maturazione espressasi con pH e contenuto in antociani totali più bassi e acidità titolabile più elevata (tabella 4). Tuttavia, nel momento in cui i parametri di maturazione fenolica sono stati espres-si sulla base del peso fresco (mg/g) il GD non si è diversifi cato, per gli antociani, dal CSP, e per i polifenoli totali, da CSP e GS. Per quest’ultimo parametro il valo-re più alto, su base quinquennale, è stato raggiunto dal CL.

Le interazioni anno × forma relative ad acidità titolabile, contenuto in antociani e polifenoli mostrano, entro annata, va-riazione minime tra i sistemi (grafi co 5). Tuttavia, mentre l’acidità titolabile ha fatto registrare, entro le forme, valori simili nel 2003 e nel 2004, per antociani

e polifenoli totali i valori raggiunti nel 2004 sono risultati, indipendentemente dal sistema, più o meno doppi rispetto a quelli del 2003.

La distanza delle viti sulla fi la non ha infl uenzato in modo apprezzabile la composizione fi nale delle uve, né ha evidenziato interazioni signifi cative con l’annata e le forme di allevamento (ta-bella 4).

La gradazione zuccherina delle uve alla vendemmia al crescere del rapporto su-perfi cie fogliare/produzione (dati mediati sulle forme di allevamento) è aumentata fi no a un livello soglia di circa 1,6 m2/kg (grafi co 6). Similmente, una relazione curvilinea (R2 = 0,70) è emersa dalla correlazione tra superfi cie fogliare/pro-duzione e concentrazione in antociani, evidenziando un accumulo rallentato ol-tre la soglia di 1,2 m2/kg nonché il 2006 come annata particolarmente scarsa in termini di pigmentazione.

Effetti della ricercaI dati agronomici quinquennali han-

no mostrato due eff etti primari per ciò che concerne il fattore «sistema di alle-vamento». In primo luogo la potatura corta ha fortemente incrementato l’en-tità del germogliamento che, infatti, per gemma franca mantenuta, è in prati-ca triplicato in CSP e CL come eff et-to correlato a una schiusura molto più pronunciata di gemme di controcchio e di corona. Tale eff etto si è consolida-to negli anni fatta eccezione per il 2003 quando, nel caso delle forme speronate, il numero di gemme franche e germo-gli è risultato inferiore a quello del 2004 poiché la stagione invernale 2003 co-stituiva anche il periodo di transizione da tralcio lungo di un anno a cordone permanente e alcuni speroni della lun-ghezza desiderata probabilmente non erano ancora selezionabili.

Il secondo importante riscontro è che se si conviene, come suggerito da Wink-ler et al. (1974), che la superfi cie fogliare per la vite sia un attendibile indicatore della «capacità vegetativa» dei ceppi, il CSP è, di gran lunga, il sistema con il maggiore potenziale. Tuttavia, se si con-sidera il «vigore vegetativo», corretta-mente espresso dalla crescita dei singoli tralci (Winkler et al., 1974; Smart, 1985), è il GS a dover essere classifi cato come il più «vigoroso», caratteristica peraltro dimostrata anche dal più elevato nume-ro di foglie di femminelle totali per ger-moglio. Infi ne, in accordo con precedenti riscontri (Intrieri e Poni, 1995; Schubert

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Il fattore «anno» ha condizionato in maniera molto più consistente, rispetto ad esempio al fattore «forme», la relazione negativa che intercorre tra produzione di uva/m e concentrazione zuccherina dei mosti.

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li (m

g/ac

ino)

1 2 3 4 5 6 7 8 9Produzione/m (kg)

y = −0,449x + 5,329 R2 = 0,80 y = −1,164x + 27,25 R2 = 0,90

2003 2005 20072004 2006

6

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1

0Solid

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Brix

)

1 2 3 4 5 6 7 8 9Produzione/m (kg)

GRAFICO 4 - Relazione lineare negativa tra solidi solubili (°Brix) e produzione/m e tra antociani (mg/acino) e produzione/m per dati mediati sulle forme

Dati 2003 (cerchiati) non inclusi nel computo.

La distanza delle viti sulla fi la non ha infl uenzato in modo apprezzabile la composizione fi nale delle uve e non ha evidenziato neppure interazioni signifi cative con l’annata e le forme di allevamento.

TABELLA 4 - Parametri biochimici rilevati su mosti di Barbera in funzione di diverse forme di allevamento e distanze di impianto sulla fi la

Solidi solubili (°Brix)

pHAcidità

titolabile (g/L)

Antociani totali Polifenoli totali

(mg/acino) (mg/g) (mg/acino) (mg/g)

FormeCordone speronato 21,4 3,14 a 9,7 b 2,92 a 1,28 ab 4,38 a 1,93 bCordone libero 21,0 3,02 ab 10,4 a 2,89 a 1,39 a 4,47 a 2,20 aGuyot semplice 21,6 3,02 ab 9,7 b 3,05 a 1,39 a 4,53 a 2,10 abGuyot doppio alla piacentina 20,8 2,97 b 10,5 a 2,54 b 1,23 b 3,95 b 1,94 bSignifi catività (1) n.s. * ** ** * * *Interazione anno × forma n.s. n.s. ** ** n.s. ** n.s.Distanza (m) 0,9 21,1 3,10 10,1 2,91 1,32 4,36 2,001,2 21,1 3,03 10,0 2,82 1,31 4,34 2,051,5 21,6 3,02 9,8 2,93 1,37 4,46 2,11Signifi catività (2) n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.Interazione distanza × anno n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.Interazione distanza × forma n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s. n.s.

(1) Medie 2003-2007. (2) Separazione tra le medie entro colonna con test di Student Newman Keuls (SNK). * = signifi cativo per p ≤ 0,05; ** = signifi cativo per p ≤ 0,01; n.s. = non signifi cativo.

et al., 1995; Zoecklein et al., 2008), il por-tamento libero della vegetazione tipico di CL ha signifi cativamente ridotto, in raf-fronto a CSP, la crescita vegetativa indi-pendentemente dalla base di espressione (vite o germoglio).

Occorre altresì osservare che, nel cor-done libero, la formazione di femminelle più vigorose è principalmente un eff etto di reazione alla cimatura precoce, peral-tro imprescindibile in questo sistema di allevamento al fi ne di indurre un porta-mento più eretto della vegetazione.

Superfi cie fogliare per metro di parete

Concordemente a quanto riportato da Reynolds et al. (1996, 2004) un au-mento della distanza delle viti sulla fi -la è corrisposto a un decremento linea-re dell’espansione vegetativa (superfi cie fogliare per metro di parete). In detta-glio, nel presente lavoro si dimostra che la densità della chioma supera la soglia di 4 m2/m (Dokoozlian e Kliewer, 1995) nel caso della distanza di impianto sul-la fi la più ridotta (0,9 m), avvalorando quindi l’ipotesi che la riduzione di vi-goria attesa in funzione di una presun-ta maggiore competizione radicale sia in realtà più che bilanciata da un in-cremento di spinta vegetativa da rela-zionarsi a un decremento del numero di gemme franche, nonché di germogli prodotti, per ceppo.

Tuttavia, il meccanismo di progressi-va riduzione della vigoria all’aumentare

della distanza sulla fi la pare diversifi carsi in funzione della forma di allevamento poichè solo il CSP è parso in grado di mantenere, negli anni e al crescere della distanza delle viti lungo il fi lare, un ca-rico di gemme franche/m relativamen-te costante.

In senso comparativo ciò sembra impli-care che, in CL, l’eff etto di indebolimento vegetativo legato all’aumento della lun-ghezza del cordone permanente sia stato più marcato e che, conseguentemente, la selezione di «buoni» speroni provvisti di almeno due gemme franche sia stata più diffi coltosa. Nei sistemi a potatura lun-ga, e in particolare in GD, il numero di

gemme franche/m è diminuito al crescere della distanza sulla fi la (grafi co 2) per un probabile eff etto di minore disponibilità di capi a frutto di rinnovo suffi cientemen-te lunghi e signifi cativi.

Produzione di uva

La variabilità della produzione di uva per ceppo è risultata, tra le varie forme e su base quinquennale, assai contenu-ta nonostante diff erenze molto marcate in alcune sue componenti (tabella 3). Di particolare rilievo è, nello specifi co, il confronto tra GS e CSP poiché il primo è stato in grado di compensare in modo più o meno completo il defi cit costitui-to da un numero di germogli per cep-po molto più basso grazie a forti incre-menti di fertilità gemmaria e di peso del grappolo.

Nel cordone speronato la forte fl essio-ne della fertilità gemmaria media (grap-poli/germoglio) è evidentemente la con-seguenza di un’emissione molto più in-tensa di gemme di corona e di germogli secondari che, notoriamente, hanno una fertilità più bassa delle gemme franche e, in particolare, di quelle inserite oltre il 3°-4° nodo del tralcio. Questo tipo di risposta, in aggiunta alla variabilità ge-netica che caratterizza i diversi vitigni, pare rendere assai ardua, in sistemi spe-ronati, una stima del livello di produzio-ne di uva atteso basato sul conteggio del numero di speroni o delle gemme fran-che mantenute con la potatura invernale. Infatti, rispetto a una gestione a Guyot, il raccorciamento della potatura cambia drasticamente (incrementandolo) il tas-so di germogliamento per gemma franca

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IN SINTESI LE PRINCIPALI DIFFERENZE

• Cordone speronato: capacità di crescita ve-getativa, superfi cie fogliare totale per vite, massima con 6,48 m2, l’unico in grado di man-tenere costante il rapporto gemme franche/m

• Cordone libero: peso dell’acino inferiore a tutte le altre forme di allevamento, ha rag-giunto il valore più alto in polifenoli totali

• Guyot semplice: sistema con il più alto nu-mero di femminelle per vite (138), è risultato il più vigoroso

• Guyot doppio alla piacentina: tendenza a ri-tardare la maturazione

La distanza delle viti sulla fi la non ha infl uenzato in modo apprezzabile la composizione fi nale delle uve nè ha evidenziato interazioni signifi cative con l’annata e le forme di allevamento.

181614121086420

Acid

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Cordone speronato

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Guyot doppio alla piacentina

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o)

Cordone speronato

Cordone libero

Guyot semplice

Guyot doppio alla piacentina

2003 2004 2005 2006 2007

GRAFICO 5 - Valori medi delle combinazioni di trattamento forma × distanza per i parametri di acidità titolabile (g/L), antociani totali (mg/acino) e polifenoli totali (mg/acino)

Le barre verticali rappresentano l’errore standard.

e modifi ca in modo altrettanto radicale la «popolazione» di germogli che com-pongono la chioma.

Peso dell’acino

La riduzione più marcata di peso del-l’acino è stata quella a carico del cordo-ne libero, probabilmente penalizzato dalla cimatura precoce che, ragione-volmente, può avere incrementato l’ef-fetto di competizione esercitato dalle femminelle sulla prima fase di crescita dell’acino. L’interazione signifi cativa tra anno e sistema di allevamento per al-cuni componenti della produzione indi-ca, inoltre, che il potenziale produttivo è dipeso soprattutto da variazioni del peso medio del grappolo per le forme con potatura lunga e, al contrario, del numero di germogli per vite nei sistemi speronati (grafi co 3).

Questo risultato va ovviamente corre-lato alla fertilità gemmaria più alta regi-strata nelle forme a Guyot indipendente-mente dall’annata e, in proposito, è utile rimarcare che, nel 2004, GS e GD hanno mantenuto, in raff ronto ai sistemi spe-ronati e pur tenendo conto dello stress idrico assai severo registratosi la stagio-ne precedente, una fertilità delle gemme decisamente superiore.

In sintonia con quanto riportato per la crescita vegetativa, l’aumento della distanza delle viti sulla fi la da 0,9 a 1,5 m è coinciso con una contrazione del-la produzione del 20% (da 5 a 4 kg/m). Pertanto il nostro studio concorda con lavori precedenti che hanno segnalato come la riduzione di resa sulla base del singolo ceppo connessa al diminuito ca-

rico di gemme sia più che compensata dal maggior numero di viti per ettaro (Hedberg e Raison, 1982; Reynolds et al., 2004).

È altresì utile notare che fertilità gem-maria, peso del grappolo e dell’acino non hanno mostrato alcuna variazione in funzione della distanza sulla fi la (ta-bella 3) poiché la regolazione produtti-va è avvenuta quasi esclusivamente in funzione del numero di grappoli per metro di fi lare.

Composizione dei mosti

Il quadro complessivo di composizione dei mosti alla vendemmia mette in evi-denza una maturazione ritardata in GD e, per gli altri sistemi, un livello di qua-lità delle uve invece assai simile.

Questa risposta è in linea con prece-denti contributi di lungo termine che, pur prendendo in esame sistemi di alle-vamento anche estremamente diversi-fi cati per geometria, struttura di soste-gno e tipologia di potatura, hanno evi-denziato che, nella maggioranza dei casi, le varie forme, se ben allevate e gestite, possono condurre a risultati comunque buoni (Baeza et al., 2005; Bordelon et al., 2008; Intrieri et al., 1992; Kasimatis et al., 1995; Steinhauer e Bowers, 1979; Wolf et al., 2003). Un dato di particolare signifi cato è che, tra le variabili saggiate, il fattore «anno» ha condizionato in ma-niera molto più consistente, rispetto ad esempio al fattore «forme», la relazione negativa che intercorre tra produzione di uva/m e concentrazione zuccherina dei mosti (grafi co 4).

Superfi cie fogliare

Inoltre è importante notare come, nel nostro studio, dal confronto tra le ven-demmie 2003 e 2004, pur contraddistinte da livelli di produzione di uva per cep-po piuttosto contenuti e assai simili (1-3 kg), emerga, a favore del 2004, una con-centrazione in solidi solubili e antociani nettamente superiore. Tale riscontro, ol-tre a gettare ulteriori ombre sulla sempli-cistica e spesso abusata ipotesi secondo la quale un livello di produzione di uva «basso» per vite sia un imprescindibile prerequisito per standard qualitativi buo-ni o di eccellenza (Chapman et al., 2004; Clingeleff er, 1993; Howell, 2001; Jackson e Lombard, 1993), suggerisce che l’ottimo risultato del 2004 rifl ette sia il rapporto superfi cie fogliare totale/produzione più elevato, sia un assai probabile maggio-re tasso di fotosintesi fogliare che, vice-

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La gradazione zuccherina delle uve alla vendemmia al crescere del rapporto superfi cie fogliare/produzione è aumentata fi no a un livello soglia di circa 1,6 m2/kg.

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23

21

19

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15Solid

i sol

ubili

del

mos

to (°

Brix

)

0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5Superficie fogliare/produzione (m2/kg)

y = 0,923 Ln(x) + 1,318 R2 = 0,59y = 3,910x + 16,74 R2 = 0,66

2003 2005 20072004 2006

3,0

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g/g)

Superficie fogliare/produzione (m2/kg)

GRAFICO 6 - Relazione tra rapporto superfi cie fogliare/produzione (m2/kg) e produzione/m e tra superfi cie fogliare/produzione e antociani totali (mg/g) per dati mediati sulle forme di allevamento

versa, nell’estate 2003 è stato fortemente penalizzato dallo stress idrico. Peraltro il valore relativo del predetto rapporto è implicitamente dimostrato dal com-portamento di GS che, pur facendo re-gistrare, su base quinquennale, il valore in assoluto più basso (0,9 m2/kg, tabella 3) ha altresì conseguito una buona se non ottima qualità delle uve. Questo risultato accentua la necessità di distinguere tra superfi cie fogliare «totale» (Kliewer e Dokoozlian, 2005) e superfi cie fogliare «esposta alla luce e quindi funziona-le», suggerendo come, per le chiome di GS, caratterizzate da una densità foglia-re piuttosto bassa (circa 10 germogli/m), quest’ultima quota sia con ogni proba-bilità risultata superiore a quella dei re-stanti sistemi di allevamento.

Nel complesso la scarsa variabilità di composizione dei mosti al mutare della distanza sulla fi la concorda con i valori molto simili di superfi cie fogliare/pro-duzione; tale risultato corrobora la con-clusione che, all’interno dell’intervallo di distanze di impianto sulla fi la considerato in questo studio, crescita vegetativa e po-tenzialità produttiva sono risultati piutto-sto coordinati tra loro mantenendo quindi le viti intorno a equilibri simili.

Forme di allevamentoe variabilità

Nonostante la notevole variabilità sta-gionale indotta dalle peculiarità meteo-rologiche e/o eventi eccezionali delle di-verse annate, il dato di fondo che emerge da questo lavoro di lungo periodo è che tre delle quattro forme di allevamento

valutate (CSP, CL e GS) si sono sostan-zialmente equivalse per quanto riguarda capacità produttiva e potenziale di matu-razione, pur mantenendo le due tipologie di potatura (lunga a Guyot e a sperone) tratti assai distinti per ciò che riguarda alcuni componenti della crescita vegeta-tiva e, soprattutto, della produzione.

Sussistendo tale situazione, è evidente che la scelta della forma dovrebbe priori-tariamente considerare i costi di impian-to e di gestione anche in funzione del li-velli di meccanizzazione possibili.

Nel merito, Poni et al. (2004) hanno riportato in uno studio quadriennale su Croatina che, su CL, la potatura inver-nale può essere eseguita, anche se ma-nualmente, in non più di 60 ore/ha; le caratteristiche strutturali di questo si-stema infatti (vegetazione libera e assen-za di fi li di sostegno dei germogli uvi-feri) sollevano l’operatore dalla spesso lunga e complessa operazione di stral-ciatura. Al tempo stesso è doveroso se-gnalare che mentre il CSP benefi cia si-curamente di una formazione di chioma più rapida e, quindi, di una maggiore capacità di fotosintesi nei mesi prima-verili, il medesimo può certamente es-sere più oneroso in termini di posizio-namento e diradamento (scacchiatura) dei germogli (si veda il dato relativo al numero totale di germogli formati per metro) e, in funzione dell’oggettiva den-sità fogliare della chioma, può richiede-re, in pre-invaiatura, un intervento di defogliazione fi nalizzato a migliorare il microclima a livello dei grappoli.

L’intervallo di variazione di distanza sulla fi la saggiato in questo studio e va-riabile da 0,9 a 1,5 m per una densità com-presa tra 4.444 e 2.666 viti/ha non ha mo-

difi cato in maniera signifi cativa la compo-sizione delle uve, ma ha avuto un impatto diretto su superfi cie fogliare e produzione di uva che, quando espressi per metro di fi lare, sono diminuiti linearmente all’au-mentare della distanza.

Sotto il profi lo dell’effi cienza dell’im-pianto è senza dubbio signifi cativo ri-marcare che, indipendentemente dal sistema di allevamento, la distanza più ridotta (0,9 m) ha permesso di ottene-re la massima resa unitaria di uva (cir-ca 20 t/ha) senza alcun peggioramento della qualità. Questa risposta pare giu-stifi care gli inevitabili maggiori costi di impianto e, più in generale, il fatto che un cordone permanente più corto deve essere considerato anche una mi-gliore «garanzia» per il mantenimen-to, nel tempo, di un’adeguata vigoria e produttività del cordone stesso. •

Stefano PoniMatteo Gatti

Silvia CivardiFabio Bernizzoni

Istituto di frutti-viticolturaUniversità Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza

[email protected]

Lavoro condotto con il contributo fi nanziario del Crpv, Regione Emilia-Romagna e operativo dell’Azienda sperimentale Vittorio Tadini.

Un ringraziamento particolare all’azienda Omati Amelia di Costola di Vicomarino (Piacenza) per avere ospitato l’impianto e fornito i mezzi tecnici e la forza lavoro per la gestione. Gli autori esprimono anche riconoscenza a Bruno Masarati per la convinta e puntuale collaborazione prestata.

Per consultare la bibliografi a: www.informatoreagrario.it/rdLia/09ia13_4149_web

Particolare di un grappolo di Barbera in una chioma di cordone libero da cui si percepisce il prevalente microclima luminoso di tipo «intermedio»

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