1. la preghiera parrocchia maria ss. addolorata opera don guanella itinerario pastorale e formativo...
TRANSCRIPT
Dove e come incontrare Cristo per non rimanere uguali
1. La
preghiera
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA
OPERA DON GUANELLA
ITINERARIO PASTORALE E FORMATIVO2012 - 2013
In questo corso di esercizi in città tenteremo di
proporre la “mappa” di un’esistenza
vissuta secondo lo Spirito di Gesù, per
restituire fiducia alla vita quotidiana e ricordare le con dizioni per la sua autenticità. Chi
sosterrà il nostro sforzo?
Proprio dal vissuto dei nostri fratelli e sorelle nella fede aff iora la risposta: la preghiera, la
Parola di Dio, i sacramenti; il servizio, l’attesa della casa futura, sono le esperienze con crete in
cui è possibile incontrare il Dio di Gesù Cristo.
Certo, siamo costretti a
trascrivere “parole”. Sappiamo però che
dietro di esse ci sono persone e fatti: i tanti disce poli di
Gesù, testimoni di santità, le tante
donne e uomini che hanno dato speranza ad altri nella storia.
Ci sono anche i nostri volti, che le parole interpretano e forse... abbellisco no. Ci sei anche tu che stai vivendo questa esperienza, sollecitato/a a
rivisitare più intensamente la tua vita per diventare un “volto” che si fa “parola”, proposta per tutti.
1. La preghieraPerché pregare? La
risposta è semplice: per vivere. Sì: per
vivere veramente, bisogna pregare. Perché vivere è amare: una vita
senza amore non è vita. È solitudine
vuota, è prigione e tristezza.
Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Co me la
pianta non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiun ta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude
alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore.
Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce
all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive veramente, nel
tempo e per l’eternità.
Come pregare?
Molti pensano di non saper pregare. Molti domandano come pregare. Anche in questo caso la risposta è immedia ta: bisogna dare un po’ del
proprio tempo a Dio.
All’inizio, l’importante non sarà che questo
tempo sia tanto, ma che glielo si dia fedelmente. È
necessario fissare un tempo da dare
ogni giorno al Signore, e
donarglielo con fedeltà, quan do ce
la sentiamo e anche quando non ce la
sentiamo.
Biso gna cercare un luogo tranquillo, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la
presenza di Dio (una croce, un’icona, la Bibbia), o entrare in una chiesa e fermarsi davanti al tabernacolo, dove c’è la presenza di Cristo
nell’Eu caristia.
Basta raccogliersi in
silenzio e invocare lo
Spirito Santo, perché sia lui a gridare in noi: “Abbà, Padre!”. Portiamo a Dio il nostro cuore, anche se è in
tumulto.
Non dob biamo aver paura di dirgli tutto, non solo le difficoltà e il dolore, il
peccato e l’incredulità, ma anche la gioia e la speranza, e persino la
ribellione e la protesta, se abitano dentro di noi.
Tutto va posto nelle mani di Dio, lodandolo e ringra ziandolo per i suoi doni. Bisogna ascoltare il suo silenzio, senza pretendere di trovare subito risposte.
È necessario perseverare, senza pretendere di afferrare Dio, ma lascian dolo penetrare nella nostra vita e nel nostro cuore, toccan
doci l’anima.
Bisogna ascoltare la sua Parola, aprendo la Bibbia, meditandola con amore, lasciando che Gesù
parli al cuore.
Nei Salmi troveremo espresso tutto ciò che vorremmo dire a Dio; ascoltando gli apostoli e i
profeti impareremo ad amare la storia del popolo eletto e della Chiesa nascente e faremo esperienza
della vita vissuta nell’orizzonte dell’alleanza con Dio.
Dopo aver ascoltato la Parola di Dio, dovremo camminare ancora a lungo sui sentieri del silenzio, lasciando che sia lo Spirito a unirci a Cristo, Parola eterna del Padre. Lasciamo che sia Dio Padre a plasmarci con tut te e due le sue mani, il Verbo e lo Spirito Santo.
Il cammino della preghiera
All’inizio, potrà sembrare che il tempo per tutto
questo sia troppo lungo e che non
passi mai: bisogna perseverare con
coraggio e disponibilità,
dando a Dio tutto il tempo che siamo in grado di dargli.
Di appuntamento in appunta mento la nostra fedeltà sarà premiata, e vedremo pian pia no crescere in noi il gusto della
preghiera.
Quello che all’inizio ci sembrava irraggiungibile, diventerà sempre più fa cile e bello. Capiremo allora che ciò che conta non è avere ri sposte, ma mettersi
a disposizione di Dio: ciò che porteremo nella preghiera sarà poco a poco trasfigurato.
Così, quando ci troveremo a pregare
con il cuore in tumulto, se
persevereremo, ci accorgeremo che dopo aver a lungo
pregato non avremo trovato risposte alle nostre domande, ma
che le stesse domande si saranno sciolte come neve al
sole.
Nel nostro cuore entrerà la pace di chi si affida nelle mani di Dio e si lascia condurre
docilmente da lui, là dove lui vuole.
Non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riusciremo a far tacere il chiasso che è intorno e dentro
di noi; a volte sentiremo la fatica e perfino il
disgusto di met terci a pregare; a volte, la nostra sensibilità
scalpiterà e qua lunque atto ci sembrerà
preferibile allo stare in preghiera da vanti a Dio,
a “tempo perso”.
In realtà, sono state queste le prove di tanti credenti e persino di molti grandi santi. Biso gna
solo avere fede: l’unica cosa che possiamo veramente dare a Dio è la prova della nostra
fedeltà. Con la perseve ranza salveremo la preghiera e soprattutto la nostra vita.
Non dobbiamo avere paura delle prove e delle difficoltà nella preghiera: Dio è fedele e non ci porrà mai davanti a una prova
senza darci la via d’uscita; non ci esporrà mai a una tentazione senza darci la forza per sopportarla e vin cerla.
Lasciamoci amare da Dio: come una goccia d’acqua che evapora sotto i raggi
del sole, sale in alto e ritorna alla terra come
pioggia feconda o rugiada consolatrice, così la sciamo che tutto il nostro essere
sia lavorato da Dio, plasmato dall’amore del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo, assorbito in loro e restituito alla storia
come dono fecondo.
Lasciamo che la preghiera faccia crescere in noi la libertà da ogni
paura, il coraggio e l’audacia
dell’amore, la fedeltà alle persone che Dio ci ha affidato
e alle situazioni in cui ci ha posto, senza cercare
evasioni o consolazioni a buon
mer cato.
Impariamo, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, e a seguire le vie di Dio, che spesso non
sono le nostre vie.
La preghiera sorgente d’amore
Un dono particolare che viene dalla fedeltà alla preghie ra è l’amore agli altri e il senso della Chiesa: più si prega, più si prova misericordia per tutti; più vorremo aiutare chi soffre, più avremo
fame e sete di giustizia, specie per i più poveri e deboli.
Pregando, sentiremo come è bello essere nella barca di Pietro,
docili alla guida dei pastori della Chie
sa, solidali con tutti, sostenuti dalla preghiera comune, pronti a servire gli altri con gratuità,
senza nulla chiedere in cambio.
Pregando, sentiremo crescere la
passione per l’unità del la Chiesa e di
tutta la famiglia umana.
La preghiera è la scuola dell’amore, perché è in essa che possiamo ricono scerci
infinitamente amati e nascere sempre di nuovo alla generosità che prende l’iniziativa del
perdono e del dono senza calcolo, al di là di ogni misura di stanchezza.
Pregando, s’impara a
pregare e si gustano i frutti dello Spirito,
che fanno vera e bella la vita.
Pregando, si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui è stata voluta da Dio.
Pregando, si avverte sempre più l’urgenza di
portare il Vangelo a tutti, sino agli estremi
confini della terra.
Pregando, si scoprono i doni infiniti dell’Amato e si impara sempre più a rendere grazie a lui in ogni cosa.
Pre gando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si loda.
E la lo de è la gioia e la pace più grande del nostro cuore inquieto, nel tempo e per
l’eternità.