10.0 l'era del cambiamento

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10.o L’era del cambiamento C’è un’Italia che ha già trovato in sé un modo per uscire dalla crisi. Ci sono nel nostro Paese esperienze di impresa, di welfare, di gestione dei beni comuni, di funzionamento delle istituzioni, di investimenti nella cultura e nella legalità, che hanno saputo sperimentare un modo diverso di fare economia e comunità. Sono storie ed esperienze di coesione sociale, di economia verde, di solidarietà e bellezza che hanno tenuto al centro come valori fondanti la qualità e la specificità del territorio, l’innovazione dei processi di produzione e di organizzazione, il protagonismo della comunità locale. Punti avanzati di società civile, di imprenditoria illuminata, di amministrazioni efficienti, sono i territori che grazie a questa capacità di interpretare le sfide del futuro stanno costruendo una concreta risposta alla crisi. La strada per uscirne può e deve riconoscere un ruolo fondamentale a queste esperienze virtuose, che producono occupazione e capacità di stare all’interno dei processi economici in maniera vincente. In loro risiede un pezzo importante di futuro e di crescita per l’Italia ma anche una realtà concreta e contemporanea. Ed è proprio raccontando queste storie che Legambiente intende focalizzare il dibattito sull’Italia che sa uscire dalla crisi, l’Italia capace di futuro, l’Italia delle eccellenze: l’Italia che ci piace! L’esposizione è dedicata a realtà capaci di immaginare un futuro diverso. Non solo grandi progetti, ma anche piccole innovazioni in grado di cambiare i nostri consumi, per nuovi stili di vita più sostenibili.

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Page 1: 10.0 L'era del cambiamento

10.o L’era del cambiamentoC’è un’Italia che ha già trovato in sé un modo per uscire dalla crisi. Ci sono nel nostro Paese esperienze di impresa, di welfare, di gestione dei beni comuni, di funzionamento delle istituzioni, di investimenti nella cultura e nella legalità, che hanno saputo sperimentare un modo diverso di fare economia e comunità. Sono storie ed esperienze di coesione sociale, di economia verde, di solidarietà e bellezza che hanno tenuto al centro come valori fondanti la qualità e la specificità del territorio, l’innovazione dei processi di produzione e di organizzazione, il protagonismo della comunità locale. Punti avanzati di società civile, di imprenditoria illuminata, di amministrazioni efficienti, sono i territori che grazie a questa capacità di interpretare le sfide del futuro stanno costruendo una concreta risposta alla crisi. La strada per uscirne può e deve riconoscere un ruolo fondamentale a queste esperienze virtuose, che producono occupazione e capacità di stare all’interno dei processi economici in maniera vincente. In loro risiede un pezzo importante di futuro e di crescita per l’Italia ma anche una realtà concreta e contemporanea. Ed è proprio raccontando queste storie che Legambiente intende focalizzare il dibattito sull’Italia che sa uscire dalla crisi, l’Italia capace di futuro, l’Italia delle eccellenze: l’Italia che ci piace! L’esposizione è dedicata a realtà capaci di immaginare un futuro diverso. Non solo grandi progetti, ma anche piccole innovazioni in grado di cambiare i nostri consumi, per nuovi stili di vita più sostenibili.

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Siamo al lavoro per costruire un futuro fatto di bellezza, ambiente e coesione sociale. Valorizzando e facendo conoscere le tante esperienze virtuose che già caratterizzano il nostro presente e, contemporaneamente, dando vita a campagne, iniziative, progetti per dimostrare che il nostro Paese può e deve puntare sulla qualità dell’ambiente, sul protagonismo dei territori, su un’economia a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale.

Il coraggio di proporre soluzioni innovative e praticabili, l’impegno costante dei nostri volontari sul territorio, il profondo desiderio di cambiare il mondo: siamo convinti che l’ambientalismo sia la risposta più forte al degrado delle città, all’illegalità e ai muri che dividono le persone. Ma soprattutto rivendichiamo la necessità della partecipazione, impegnandoci per primi nella realizzazione di ciò in cui crediamo, per costruire sul territorio occasioni di crescita culturale e sociale, buone pratiche libere da interessi speculatori, trasparenti e replicabili.

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Quando la fabbrica del settore automotive Maflow di Trezzano sul Naviglio ha chiuso i battenti nel 2012, delocalizzando la produzione in Polonia, un gruppo di lavoratori e di lavoratrici sull’esempio delle fabbriche recuperate argentine, ha occupato lo stabilimento di proprietà di Unicredit per rimetterlo in funzione in modo autogestito. Nasce così RiMaflow, la rinascita della Maflow, con l’intento di riconvertire in senso ecologista l’attività, puntando a medio termine al recupero delle materie prime delle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse (raee) per ridurne il conferimento in discarica e, nell’immediato, ad attivare due filoni: il riuso e il riciclo attraverso numerosi laboratori artigianali e il lancio della produzione del bancale etico insieme all’Associazione Libera e alla Caritas, contrastando lo sfruttamento del lavoro migrante controllato quasi completamente dalla ‘ndrangheta in Lombardia; la produzione di conserve alimentari, infusi alcolici, malto biologico per birra e, in prospettiva, farina di grani antichi realizzando un mulino con il concorso dei produttori del Parco agricolo Sud Milano. Il legame con il territorio consente di difendere oggi il progetto RiMaflow e di avviare una trattativa con la banca proprietaria dell’area per una regolarizzazione dell’occupazione. Un aspetto fondamentale per garantire pieni diritti ai lavoratori e alle lavoratrici che stanno mettendo in atto, con le proprie forze, un altro modello di produzione.

A Trezzano si fabbrica un altro modello produttivo

Foto di Chiara Asoli

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Una sperimentazione in Alto Adige ha permesso di dare un valore alle 70.000 tonnellate annue di scarti di mela di questa regione. Tutto nasce da una idea dell’ingegnere Alberto Volcan e trasformata in un progetto industriale da Frumat, azienda di Bolzano che ha brevettato un prodotto di valore internazionale. Non solo cartamela ma anche composti in grado di assorbire olii minerali, pellame per rivestimenti per mobili, accessori per abbigliamento e chissà in futuro anche interni d’auto. La pelle artificiale apple skin è composta al 50% da buccia di mela e 50% da poliuretano ottenuto anche da scarto di canna di zucchero. La pelle Made in Italy è frutto di una collaborazione circolare col contributo essenziale di una esperta azienda tessile del distretto pratese. Il risultato non è solo compatibile con l’ambiente, ma è di alto valore tecnico perché questa apple skin è più traspirante delle pelli sintetiche, resistente ai graffi e al tempo, brillante nei colori. Un’alternativa offerta dalla Chimica Verde che permette di alleviare un rischio di salute provocato da pratiche scorrette di smaltimento, come l’interramento dei residui. Questi infatti, fermentando sottoterra, favoriscono lo sviluppo di colonie di batteri patogeni che possono finire nell’alimentazione umana, tramite il ciclo pascolo-mucca-latte.

foto: per gentile concessione Green Evolution soc.coop

Che male c'è a gettar via la buccia delle mele?

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Il recepimento delle direttive europee sui raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e in particolare l'obbligo del ritiro gratuito del vecchio elettrodomestico a fronte di un nuovo acquisto, manda nel panico la Energo, costretta a rivedere l'organizzazione aziendale, gli spazi, i capannoni, a chiedere nuove autorizzazioni. Nasce così Adriatica Green Power, in origine per gestire un problema, ma da lì a qualche mese, furti di elettrodomestici/rifiuti e nuove opportunità nel mercato delle materie prime seconde spingono l’azienda a organizzare un sistema industriale di raccolta, smontaggio e vendita di materiale recuperato. Un sistema che di lì a poco comincia a generare economie, oltre che ridurre l’impatto dei raee a fine vita, con lo smontaggio e la vendita di pezzi di ricambio o con la riparazione degli elettrodomestici ancora utilizzabili. È il primo episodio di raee ricondizionato, che ottiene la prima autorizzazione completa rilasciata in Italia per il ricondizionamento. Oggi i numeri sono in crescita costante e le prospettive più che incoraggianti: si producono 500 elettrodomestici rigenerati al mese e altrettanti vengono utilizzati per lo smontaggio dei ricambi, attraverso il lavoro di 30 addetti altamente specializzati nelle rigenerazioni dei cosiddetti grandi bianchi (lavatrici, lavastoviglie, forni e frigoriferi), formati con un percorso durato circa due anni. L’obiettivo per il 2015 è il raddoppio della produzione per entrambe le tipologie.

Da un problema la storia di un successo

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Sostenibilità e futuro nella fattoria Luchetti Un modello di fattoria multifunzionale e a ciclo chiuso nel cuore della campagna umbra. Cuore dell’azienda è l’allevamento: oltre 500 capi di razza Chianina ad alta genealogia, 250 suini, 50 di Cinta Senese, 160 pecore di razza Appenninica, cavalli TPR, selvaggina, pollame e conigli. Le carni sono lavorate e vendute direttamente in azienda. Oltre agli allevamenti animali coltiva mais, grano duro, orzo, foraggiere, tabacco, vite e olivo. Con i reflui dei suoi bovini alimenta all’80% un impianto a biogas di dimensioni medio-piccole (360 kW) che le permette di riscaldare i 3 casali del suo agriturismo e il ristorante. L’impianto è stato al centro del progetto di ricerca Agroenergy – filiera agricola sostenibile per il biogas per integrare il recupero dei reflui con coltivazioni a forte rusticità (erba medica, sorgo, sulla, facelia) su terreni marginali. La produzione di elettricità da biogas è integrata con 5 impianti fotovoltaici sui tetti delle stalle e dell’agriturismo. “Ogni impianto ci ripaga di un operaio” dichiara il titolare dell’azienda.

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L’alternativa sostenibile al polistiroloSono 35 milioni le cassette del pesce prodotte e utilizzate ogni anno in Italia per le esigenze dell’industria ittica e delle mense degli italiani. Ogni anno si gettano 7.000 tonnellate di polistirolo, rigenerabile ma difficile da recuperare. Ogni anno nello stomaco degli animali marini ospiti nei Centri di Recupero si trova di tutto, compreso pezzetti di polistirolo (eps) scambiati per cibo, che non possono essere digeriti e portano a morte lenta. Il polistirolo è uno dei maggiori inquinanti dei nostri mari, come segnala il rapporto annuale di Legambiente sullo stato dei mari italiani. L’alternativa al polistirolo c’è: si chiama BIOFOAM™ o POLYPLA™ ed è un biopolimero ricavato dagli amidi vegetali (a base di acido polilattico o PLA), espanso come un normale materiale sintetico, con le stesse proprietà e una marcia in più: non uccide gli animali ed è 100% di origine vegetale e 100% biodegradabile. Costa di più solo perché è da poco entrato in commercio, ma in una prospettiva di economia circolare, dove anche il rifiuto ha valore, consentirà notevoli risparmi di costo economico e sociale. Un progetto è in avvio nell’Arcipelago Toscano e vede coinvolti più artefici della Chimica Verde internazionale: dal produttore olandese del polypla, Synbra, ai trasformatori italiani (Sulpol di Trevi), alle cooperative di allevamento e alla grande distribuzione.

Foto per gentile concessione Greenevo soc.coop.

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Futuro in fattoria nella Piana di Gioia TauroLa Fattoria della Piana è una cooperativa di allevatori calabresi che si occupa della raccolta e della trasformazione del latte. Nata nel 1936, è cresciuta, rinnovandosi, fino a diventare una tra le più grandi realtà produttive del settore di tutta la Calabria.

Le attività dell’azienda oggi includono un servizio di agriturismo, un ristorante agricolo e una fattoria didattica. La cooperativa produce energia rinnovabile grazie alla centrale agroenergetica a biogas e agli impianti fotovoltaici integrati sui tetti delle stalle. L’impianto per la produzione di biogas da 998 kWh, la più grande centrale agroenergetica del Centro e Sud Italia, consente di utilizzare il letame e gli scarti agroalimentari delle industrie ortofrutticole della zona. L’energia elettrica prodotta è in grado di soddisfare il fabbisogno dell'azienda e di 2.680 famiglie. L’ultima innovazione introdotta è uno dei più grandi impianti di fitodepurazione del Sud Italia. Questo sistema integrato, chiamato Agroenergia della Piana, è stato riconosciuto da Confindustria e Legambiente con l’assegnazione del Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010.

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Il Biodistretto di CaltagironeIl progetto Polo della Bioeconomia di Renovo Spa prevede la realizzazione nel Comune di Caltagirone (CT) di un complesso tecnologico comprendente tre impianti produttivi integrati nel segno delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, del recupero e del riciclo delle risorse e della chimica verde.Il primo, attualmente in fase di costruzione, è un impianto cogenerativo da 1 MWe e 4 MWth alimentato con biomassa ottenuta dagli scarti agricoli e forestali raccolti entro un circuito di filiera corta di massimo 70 km. Sarà al servizio degli altri due impianti del Polo: uno produrrà pallet ecologici realizzati esclusivamente con legno post-utilizzo, l’altro, sviluppato in collaborazione con il CNR, è finalizzato all’estrazione di due composti secondari, la pectina e il limonene, a partire dal pastazzo d’arance. Questi composti sono destinati alla trasformazione e all’utilizzo nella biocosmesi, nelle nuove applicazioni biomedicali e nella bioplastica. L’energia termica prodotta dall’impianto cogenerativo verrà ceduta agli altri due impianti, garantendo efficienza energetica dell’intero processo. Il progetto di Renovo vede la partecipazione in qualità di partner di Legambiente, Cooperativa Sociale Il Nodo di Catania, Conai e CNR. A regime, il Polo della Bioeconomia offrirà nuova occupazione a circa 89 persone, scelte prevalentemente fra le categorie socialmente svantaggiate individuate dalla Cooperativa Sociale Il Nodo.

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A Succiso il borgo e l’economia rinascono in comunitàSull’Appennino reggiano esiste un piccolo borgo che, grazie al profondo senso di appartenenza dei suoi abitanti e alla creazione di una cooperativa di comunità, ha vinto una grande scommessa: è sopravvissuto al degrado e all’abbandono al quale era destinato dagli anni ’50 risollevandosi più forte di prima. È Succiso con la sua comunità Valle dei Cavalieri che, a partire dagli anni ’90, ha permesso l’apertura di un bar, un alimentari, un ristorante, un agriturismo con 20 posti letto, nonché la produzione di pecorino e ricotta, e la realizzazione di percorsi per scuole e turisti alla scoperta dell’Appennino. La cooperativa, che con i suoi sette dipendenti e oltre 30 soci volontari ha raggiunto un fatturato di circa 720.000 euro, è un modello studiato anche all’estero di come la collettività può riuscire a sopperire alle difficoltà di un territorio e alla mancanza di servizi, creando percorsi economici virtuosi e trovando soluzioni efficaci a problemi comuni. Infatti le cooperative di comunità nascono come strumento per salvaguardare piccoli comuni interni e favorirne lo sviluppo economico e sociale, non solo con le attività economiche ma anche per garantire i servizi basilari, come il trasporto per bambini e gli anziani.

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Un mix 100% rinnovabile aCampo TuresProduce ogni anno 64 milioni di kWh di energia idroelettrica, oltre a quella fotovoltaica e al teleriscaldamento di proprietà comunale. È grazie a questa rete energetica ecocompatibile che Campo Tures, 5.400 abitanti in provincia di Bolzano, ha conquistato quest’anno il Premio Comuni Rinnovabili.Il comune in provincia di Bolzano soddisfa, infatti, l’intero fabbisogno energetico del territorio grazie a un mix di sette tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche (solare fotovoltaico, eolico, idroelettrico, bioenergie) e grazie alla gestione locale, da parte di una cooperativa di 1.500 soci tra cui lo stesso Comune, dell’intera filiera energetica sia termica che elettrica con un conseguente risparmio medio del 30% rispetto ai prezzi di mercato. L’amministrazione ora sta lavorando sulla mobilità elettrica, per diventare anche un comune a emissioni zero.

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Prato allo Stelvioun modello al 100% rinnovabile Nel 1925 cinque cittadini di Prato allo Stelvio dotati di grande determinazione e spirito d’iniziativa si misero in testa di dotare il loro paese di una centrale idroelettrica. Costruirono così il primo impianto con un investimento corrispondente al valore di circa 300 mucche. Nel 1927 fu fondata la Cooperativa, cui aderirono 47 soci, per la maggior parte famiglie, artigiani e contadini. Anche con la nazionalizzazione delle attività elettriche negli anni ‘60, la grande impresa nazionale non arrivò mai a Prato allo Stelvio, costringendo la Cooperativa a elaborare piani di rinnovamento e potenziamento. Nell’ultimo triennio sono stati investiti 30 milioni di euro in tecnologie innovative, che hanno portato il Comune a essere al 100% rinnovabile sia per i consumi elettrici che termici delle famiglie. Prato allo Stelvio ha 3.370 abitanti e la Cooperativa oggi conta 1.113 membri, tra cui il Comune; oltre il 90% delle famiglie e delle aziende ne sono soci. Quello di Prato allo Stelvio è un sistema che segue il principio di sussidiarietà e di responsabilità, contribuendo allo sviluppo socio-economico della comunità e del suo territorio.

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Sono Alce Nero coloro che hanno smesso di essere consumatori per diventare fruitori: non più acquirenti passivi, ma individui consapevoli del valore delle cose, che sanno che dietro e dentro ogni prodotto ci sono idee e persone. Alce Nero sono gli agricoltori, gli apicoltori, i produttori, gli artigiani, i cucinieri, chiunque senta l’esigenza di una liberazione profonda: liberare i campi dalla chimica, liberare il lavoro e inventare nuovi mestieri, liberare il cibo dai luoghi comuni, liberare le idee e la creatività dalle gabbie standardizzate che troppo spesso ci costringono, liberare nuove energie per permettere a questo cerchio di continuare il suo ciclo senza cedere alla tentazione di fermarsi.

La storia di Alce Nero è tutte le storie di molti giganti che non si stancano mai di liberare, sentire e ricominciare sempre.

Gravina - BariFilippo: agricoltore

Simone: chef di cucina vegetale

Parco di Torre Guaceto - BrindisiGianfranco: presidente della comunità degli ulivi secolari di Puglia

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car2go è la soluzione di trasporto innovativa e alternativa per i residenti che utilizzano l’auto saltuariamente e per spostamenti brevi, per i pendolari, per i giovani e per gli studenti. Il car sharing a flusso libero è, infatti, un ottimo modello di integrazione con il sistema di trasporto pubblico urbano, volto a coprire il fabbisogno di mobilità dell’ultimo miglio, difficile da soddisfare con i mezzi pubblici. L’obiettivo è quello di ridurre il parco macchine circolante nelle città con un netto abbattimento dei costi fissi di gestione dell’auto privata a carico dei cittadini. L’utilizzo del car sharing mette in moto un meccanismo virtuoso, in cui i cittadini senza auto privata si abituano ad utilizzare tutto il ventaglio di servizi di trasporto più virtuosi offerti dalle città. car2go ha vinto a dicembre 2012 il premio di Legambiente Innovazione amica dell’ambiente. Con l’arrivo del servizio di mobilità urbana offerto da Daimler AG a Milano ad agosto 2013, car2go e Legambiente firmano una vera e propria collaborazione a livello nazionale. car2go è già realtà a Milano, Roma, Firenze e Torino. Sul sito www.car2go.com sono disponibili tutte le informazioni sul servizio.

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CONAI, Consorzio nazionale Imballaggi, opera senza fini di lucro per garantire l’avvio a riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio a livello nazionale.

È da oltre 15 anni che CONAI collabora con Legambiente nella diffusione delle buone pratiche sulla raccolta differenziata e il riciclo di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.

Un’esperienza condivisa e attuale è la partecipazione alla campagna nazionale Comuni Ricicloni, attraverso il riconoscimento da parte di CONAI del premio per i Comuni che si sono distinti nella gestione e valorizzazione dei rifiuti di imballaggio. CONAI supporta, inoltre, le edizioni regionali in Campania, Liguria, Piemonte, Puglia, Marche, Emilia Romagnae da quest'anno anche in Calabria.

In più CONAI porta avanti, in collaborazione con Legambiente, la campagna informativa Riciclaestate per ricordare ai turisti delle località balneari che la raccolta differenziata non va in vacanza ma rappresenta un impegno quotidiano e costante.

Una collaborazione, quella tra CONAI e Legambiente, che si rafforza ogni anno, con l'obiettivo comune di trasmettere il messaggio che i rifiuti sono davvero risorse.

Gli imballaggi nei 6 materiali

I semilavorati

I prodotti realizzati con materiali di riciclo

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Da Conlegno la prima linea di arredamento realizzata in palletUna linea di arredamento ecosostenibile e unconventional interamente creata con il riutilizzo di pallet e imballaggi in legno: è questa l’essenza di 800x1200 Eco-Design, progetto creativo di Conlegno nato con l’obiettivo di proporre soluzioni innovative e inedite per l’impiego dei pallet nella realizzazione di oggetti unici e dalla forte personalità, in un perfetto connubio tra creatività Made in Italy, innovazione e attenzione per l’ambiente.

Grazie agli arredi 800x1200 Eco-Design i pallet diventano i protagonisti di una vera e propria rivoluzione verde e di un nuovo concept di design sostenibile.

Il focus del progetto, tra design creativo e riciclo, si delinea sin dalla scelta del naming: 800x1200mm è infatti la misura standard del pallet EPAL che, grazie a Conlegno, da semplice bancale in legno usato per la movimentazione delle merci si trasforma in un’originale soluzione di arredo ecosostenibile, iniziando così un nuovo ciclo di vita.Alla linea di prodotti 800x1200 Eco-Design è stato dedicato il sito www.800x1200.it dove è possibile trovare tutti i dettagli del progetto.

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Sin dalla sua nascita, Ecopneus, che gestisce ogni anno circa il 70% dei PFU (pneumatici fuori uso) in Italia, ha visto in Legambiente un partner strategico per lo sviluppo delle proprie attività. Dagli obiettivi e impegni condivisi sono derivati i tanti progetti messi in campo insieme, per tradurre in realtà quello sviluppo sostenibile ed economia circolare che l’Italia ha oggi assunto come obiettivi strategici per il proprio futuro.2010 e 2012: Copertone selvaggioIndagine sul fenomeno dell’abbandono dei PFU prima dell’avvio del sistema nazionale di gestioneDal 2012: Progetto EducationalUn percorso di educazione alla legalità e promozione del riciclo dei PFU, con donazione di un campo da gioco realizzato con gomma da riciclo 2013: Progetto Terra dei FuochiSensibilizzazione sull’attività di raccolta straordinaria di PFU di Ecopneus con il Ministero dell’Ambiente, a contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti tossiciDal 2013: PFU AcademyWorkshop formativi per dipendenti della Pubblica Amministrazione e Forze dell’OrdineDal 2014: FestambienteCirca 200 mq di spazi di servizio, un campo da calcio, area gioco per bambini realizzati con gomma da riciclo e la riqualificazione acustica dell’Auditorium Dal 2015: Osservatorio RecycleAnalisi, studio e informazione per la promozione delle applicazioni della gomma da PFU nella P.A.

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Un cane non può parlare. Ma esiste il suo pedigree, il certificato che spiega le sue origini. Per poter iscrivere un cane al Libro genealogico italiano, dal 1882 tenuto dall’ENCI, gli allevatori devono rispettare regole precise, decretate dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che offrono garanzie di legalità e correttezza delle informazioni. L’ENCI cura la selezione del cane di razza affinché questa avvenga nel rispetto del benessere animale e allo scopo di migliorare la salute dei cani. L’ENCI, che organizza circa 2000 manifestazioni all’anno, cura con particolare attenzione l’inserimento del cane nelle nostre città e favorisce ogni impegno teso allo sviluppo del rapporto tra uomo e cane come valore fondamentale per l’arricchimento della persona, della famiglia e dell’intera società. www.enci.it

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EUROSINTEX dal 1996 produce e distribuisce contenitori per la raccolta dei rifiuti e sistemi integrati per l’ecologia.

Il nostro impegno: sviluppare prodotti che uniscano funzionalità e design e si inseriscano nell’ambiente con il minor impatto ambientale e visivo possibile.

La nostra missione: rendere i rifiuti una risorsa, sviluppando contenitori e sistemi di raccolta che favoriscano la differenziazione ed il riciclo.

EUROSINTEX è stata una delle prime aziende ad aderire all’Istituto per la Promozione delle materie plastiche da riciclo (IPPR) e a realizzare prodotti a marchio PLASTICA SECONDA VITA.

Il marchio PLASTICA SECONDA VITA è lo strumento che certifica i manufatti dei quali il produttore garantisce l’identificazione, la rintracciabilità e il contenuto percentuale di materie plastiche riciclate provenienti da POST-CONSUMO. Per completare la gamma di prodotti offerti, EUROSINTEX propone anche una serie di servizi creati per rispondere alle future esigenze ambientali: accanto alle linee di contenitori per la raccolta porta a porta, ai composter, ai contenitori a due e quattro ruote e alle campane stradali, Eurosintex è in grado di fornire un pacchetto di soluzioni innovative per la gestione INFORMATIZZATA E PUNTUALE della raccolta.

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0% DISCARICA - 100% NUOVA VITA

FATER, azienda leader nella produzione di pannolini e pannoloni, ha inteso affrontare la sfida del post uso per la piena sostenibilità di questi prodotti. Ha ideato un innovativo sistema capace di riciclare prodotti assorbenti per la persona usati di tutte le marche e di trarne materie prime seconde.

Il processo tecnologico di riciclo, sviluppato su brevetti FATER italiani e internazionali, genera materia organico-cellulosica e plastica di elevata qualità e completamente sterilizzata: da 1 t di prodotti usati deriveranno 150 kg di plastica e 350 kg di materia organico-cellulosica.

Il 24 Marzo 2015 è stata avviata presso Contarina SpA a Lovadina di Spresiano (TV) la fase di sperimentazione a volumi industriali. L’impianto può servire, già oggi, una popolazione di circa 800.000 persone e trasformare in materie prime seconde fino a 8.000 tonnellate annue di prodotti assorbenti per la persona post-uso, raccolti in maniera differenziata.

Se il sistema venisse applicato a tutto il Paese elimineremmo il 3% dei rifiuti urbani, 900.000 t di prodotti assorbenti per la persona usati che oggi vengono smaltiti in discarica (65%) o tramite incenerimento (35%), che corrispondono a 3 discariche all’anno evitate.

www.fatergroup.com/news/progetti/progetto-riciclo

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Quadro storico del CNG

ANNO

RETE (n. impianti)

EROGATO SETTORE (mil/mc.)PARCO ACI CNG (x 000)

1940700 7 5

1950

1812

1300 100105 70

1960190250160

1970208361212

1975 1980 224 335

331 289

313 196

240 254 248

1990 2000 784 776 660

2010 20131000 1040 900 930

830 770

2014

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Il brand Lessmore realizza e distribuisce la Giorgio Caporaso Ecodesign Collection, una linea ecosostenibile di arredi e complementi innovativi perché capaci di durare nel tempo trasformandosi. Oggetti di design in grado di avere una vita lunga e variata, prima di essere smaltiti e riciclati. Prodotti realizzati in cartone e altri materiali naturali ed ecocompatibili (es.: legno, betulla, licheni vivi, bioplastica, metacrilato) nati da un attento studio rivolto non solo alla loro nascita e rinascita, ma anche alla qualità della loro vita. Gli oggetti della E.C. di Lessmore sono concepiti per entrare in simbiosi con le esigenze quotidiane mostrandosi belli, funzionali, sensoriali e altamente performanti. Modularità, rinnovabilità, multifunzionalità, trasformabilità, associati a personalizzazione, riparabilità, disassemblabilità e riciclabilità sono i principali punti di forza della collezione. Questa linea dà così la possibilità ad ognuno di abbracciare un nuovo stile di vita che unisce bellezza e consapevolezza, una peculiarità apprezzata a livello internazionale.

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Il Gruppo Gala, specializzato nell'efficientamento energetico, e Legambiente hanno sottoscritto un accordo per la realizzazione di attività legate al tema dell'efficienza energetica.

Il fine è sensibilizzare i cittadini al tema dell'efficienza energetica ed al miglioramento della qualità della vita nella propria comunità. Si tratta di diffondere la cultura dell'efficienza, innovando le tipologie di consumi dell'energia, e indirizzandoli sempre più verso i criteri di sostenibilità ed eco-compatibilità.

L’impegno del Gruppo GALA verso l'ambiente trova piena sintonia con Legambiente e si tradurrà in una serie di iniziative sul territorio nazionale per sensibilizzare, con una comunicazione congiunta, comunità e stakeholder verso la sostenibilità.L'accordo sostiene il lancio in anteprima sul mercato italiano di Soluzione Efficienza Casa e Soluzione Efficienza Impresa, l'approccio innovativo di GALA TECH che contribuisce ad un immediato incremento della qualità della vita nei piccoli e medi comuni italiani.

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Una storia ultra venticinquennale che parla di continua innovazione, professionalità e una spiccata vocazione ambientale. Forte di una leadership nella gestione di pile e di accumulatori esausti, Cobat, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, ha rinnovato in questo lungo percorso la propria identità divenendo un Consorzio multifiliera in grado di mettere il proprio know-how al servizio dei RAEE, inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita, e per la gestione indiretta degli pneumatici fuori uso.

Cobat ha lavorato alla strutturazione di una propria capillare rete di raccolta, costituita da 90 Punti Cobat, per servire oltre 80.000 produttori di rifiuto, tra artigiani, officine, distributori e isole ecologiche, effettuando più di 150.000 interventi ogni anno per l’avvio al riciclo dei rifiuti presso i 22 impianti di trattamento di recupero. Un circuito virtuoso di trasformazione del prodotto giunto a fine vita in risorsa, monitorato attraverso un innovativo sistema di tracciabilità che dal produttore/detentore arriva fino agli impianti di riciclo. Insomma, importanti traguardi raggiunti in tutte le filiere trattate e attestati anche dalle certificazioni UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001, EMAS e WEEELABEX.

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Il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU) da oltre trent’anni garantisce la raccolta e lo smaltimento di un rifiuto pericoloso: l’olio lubrificante usato. Il COOU destina la maggior parte del prodotto raccolto alla rigenerazione, seguendo le indicazioni UE.

La raccolta è gratuita presso tutti gli operatori professionali: officine, stazioni di servizio, siti industriali e Centri di raccolta comunali dove i cittadini possono conferire il proprio lubrificante usato. L’altro importante compito svolto dal Consorzio è quello di sviluppare nei cittadini una consapevolezza ambientale capace di tradursi in comportamenti quotidiani virtuosi. Gli oli lubrificanti vengono utilizzati nei motori di auto, moto, veicoli agricoli, navi e negli impianti industriali. Il lubrificante, alla fine del suo ciclo di vita, è definito dalla legge rifiuto pericoloso; ma trattato in modo corretto e avviato alla rigenerazione torna ad essere una risorsa economica per il Paese.

Il COOU, operativo dal 1984, coordina l’attività di 72 aziende di raccolta e di 5 impianti di rigenerazione. In 31 anni di attività ha recuperato 5,24 milioni di tonnellate di olio usato - il 98% del potenziale raccoglibile - delle quali 4,34 milioni avviate alla rigenerazione. Il riutilizzo del lubrificante usato ha consentito un risparmio complessivo sulla bolletta petrolifera italiana di circa 3 miliardi di euro.

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Un tesoro verde in ogni Comuneun nuovo modo di fare Smart City e Smart MeteringLe città non sono più solo un luogo da amministrare, ma sono le realtà più dinamichedove nascono le idee e gli stimoli per il futuro. Ecco perché le nostre città possono trasformarsi in smart city diventando il luogo del futuro.

MENOWATT Ge mette in campo molti interventi in tutta Italia(oltre 400 comuni) sul tema illuminazione pubblica riqualificata efficiente e pronta in ottica Smart City con maggiori e migliori servizi ai cittadini e tecnologie modulabili per le grandi città e non solo.Prima di iniziare l’intervento riusciamo a prevedere quanto potrà risparmiare il tuo Comune.La pubblica illuminazione è una risorsa economica grazie ai Progetti ESCO che non richiedono sforzi economici, al contrario il Comune può incrementare il Titolo VI del Bilancio Comunale, liberando risorse economiche e fornendo come servizio l’utilizzo della ‘nuova rete’ agli operatori energetici.

Smart Lighting Network® (SLIN 169®) integra Dibawatt® a led e lavora con le frequenze a 169 MHz per la misurazione intelligente dei contatori di acqua, luce e gas. Lo Smart Metering Gas sarà presto realtà: l’impianto della pubblica illuminazione può diventare l’infrastruttura di elezione per la raccolta e gestione dei dati.

ge

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La MilanoDepur è Società concessionaria della gestione del depuratore di Nosedo, il più grande dei tre impianti di trattamento acque reflue della città di Milano. L’impianto di Nosedo rigenera ogni anno circa 150 milioni di m3 di acque di scarico, che presentano temperature variabili tra un minimo di +12/14°C d’inverno e un massimo di +24°C d’estate. Queste acque costituiscono un pozzo termico ottimale, sfruttabile in accoppiamento con unità a pompa di calore per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici.

La MilanoDepur ha adottato tale tecnologia per climatizzare le due palazzine presenti presso il depuratore, ciò ha permesso di: ottimizzare i consumi energetici, con rese fino 4,5 kWh termici per 1 kWh elettrico consumato; ridurre di circa il 50% il consumo annuo dovuto alla climatizzazione; ridurre le emissioni di CO2 legate all’impiego di fonti energetiche convenzionali, sfruttando una risorsa idrotermica rinnovabile e prontamente disponibile come l’acqua reflua.

MilanoDepurSocietà per Azioni

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Nata alla fine degli anni ’90, Natureworks è oggi leader mondiale nella produzione di Ingeo™, un polimero innovativo ottenuto dalle piante. In natura la CO2 è costituente primario di alberi, piante e strutture complesse come le barriere coralline. NatureWorks cattura la CO2 e la trasforma nel polimero Ingeo™ utilizzato in molteplici campi dai beni durevoli quali tessuti e pavimentazioni, agli imballaggi, fino alla stampa 3D che consente di creare una vasta gamma di oggetti utilizzabili negli ambiti più disparati. Il mais utilizzato nella produzione del biopolimero Ingeo™ è quello coltivato per l’alimentazione dei bovini e per scopi industriali (cosmetici, cartone) e non è della varietà destinata all’alimentazione umana.

NatureWorks supporta un sistema di certificazione delle biomasse operate da terze parti che garantisce che l’intero ciclo di produzione rispetti le migliori pratiche in agricoltura, la protezione dei terreni e della biodiversità in flora e fauna. Le colture di mais da sementi geneticamente modificate sono diffuse negli Stati Uniti; l’iniziativa intrapresa con Legambiente è volta a promuovere la coltivazione di sementi convenzionali da utilizzare poi nella produzione di biopolimero.

by NatureWorks

naturarisorse naturali abbondanti e sostenibili

scienzacarbonio, catturato e trasformato in Ingeo

ambienteMeno combustibili fossili e meno emission di gas serra nelle fasi produttive

produzioneIngeo diventa

stoviglie innovative

recupero offre potenzialmente

diverse opzioni di recupero*

performancePolimeri e lattidi disegnati per dare vita a numerose applicazioni

Come e’ fatto.Catturiamo il carbonio usando risorse naturali abbondanti e sostenibili e lo trasformiamo in Ingeo, un biopolimero naturalmente avanzato; lo usiamo per una famiglia di prodotti ambientalmente responsabili.

*guarda le diverse opzioni di fine vita su www.natureworksllc.com/eol

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NOVAMONT è un’azienda leader nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals che affonda le proprie radici nella scuola di scienza dei materiali Montedison per realizzare il progetto ambizioso di integrare chimica, ambiente e agricoltura.

Prodotto di punta di NOVAMONT è il MATER-BI, la versatile e innovativa bioplastica con cui si realizzano soluzioni biodegradabili e compostabili che si incontrano nella vita di tutti i giorni. Fin dalla sua fondazione, NOVAMONT porta avanti, tramite investimenti mirati, partnership con realtà nazionali e internazionali che hanno come obiettivo quello di comprendere e combattere le minacce e gli attacchi che minano la qualità degli ecosistemi. La legalità infatti aiuta l’ambiente e favorisce uno sviluppo vero, etico, attento alle esigenze locali e capace di una visione globale.

rispettal’ambiente

a normadi Legge

coopventuno.it

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Il PEFC è un’organizzazione mondiale non governativa, no-profit indipendente, che promuove, a livello internazionale, la gestione sostenibile delle foreste attraverso una certificazione rilasciata da un organismo di certificazione esterno e totalmente indipendente rispetto al PEFC.Il marchio PEFC identifica i prodotti costituiti da materia prima proveniente da foreste certificate PEFC, quali prodotti in legno, carta e frutti del bosco. Lo schema di certificazione PEFC è il più diffuso al mondo per la gestione sostenibile delle foreste con i due terzi della superficie forestale certificata. La certificazione PEFC garantisce la legalità e sostenibilità dei prodotti di origine forestale lungo tutta la filiera.

F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini è l'azienda che ha conquistato l’Italia con i prodotti per colorare, disegnare, modellare, scrivere e dipingere ed è oggi un’icona della creatività in molti Paesi del mondo grazie a marchi come GIOTTO, Tratto, DAS, Didò, Pongo, LYRA. Dal 1920, anno di fondazione, il primo obiettivo dell’azienda consiste nell’offrire ai bambini e ai ragazzi i migliori strumenti per esprimere la propria creatività, e garantire a genitori ed insegnanti prodotti eccellenti e sicuri.

UN MONDO DOVE LE PERSONE GESTISCONO LE FORESTE IN MANIERA SOSTENIBILE

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2.500 mq di pannelli fotovoltaici, 300.000 kWh/anno di energia idroelettrica, 8.400.000 kWh/anno di energia da biogas a cui si aggiungono gli ulteriori 2.200.000 kWh/anno dal secondo impianto biogas inaugurato ad ottobre. Questi numeri della società agricola Principi di Porcia e Brugnera a Pordenone. La sostenibilità dell’azienda è il risultato degli ingenti investimenti nelle energie rinnovabili e soprattutto dalla diversificazione produttiva dei singoli comparti che si sostengono vicendevolmente in un ciclo produttivo virtuoso ed efficiente. Principi di Porcia vanta il riconoscimento di essere la prima azienda agricola in Italia ad ottenere la certificazione ISO 50001 ed a veicolare l’etichetta Energy Saving Company sui propri vini prodotti. Una certificazione green a cui si aggiungerà a breve anche la validazione della propria impronta carbonica.

Il prossimo traguardo sarà il biometano: una nuova importante possibilità per incrementare la competitività valorizzando residui e sottoprodotti.

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Fratelli Romagnoli Spa, tra i principali protagonisti della filiera ortofrutticola nazionale e, in particolare, di quella relativa a patate e cipolle, collabora con Legambiente dal 2012 per la campagna Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità che ha l’obiettivo di promuove le filiere agroalimentari che utilizzano metodi e pratiche produttive compatibili con l’ambiente. Nell’ambito di questa collaborazione è stato avviato, nel 2013, il progetto La Patata di Campo, destinato a dare vita alla prima filiera orticola di patate coltivate nel rispetto del disciplinare di Lotta Integrata e con l’impiego di sistemi irrigui ad alta efficienza. Nel primo anno di campagna, i circa 200 ettari messi a coltura hanno prodotto circa 8.500 tonnellate di patate, perfette per pezzatura e caratteristiche organolettiche pur con un risparmio del 25% nei consumi idrici e dell’80% di quelli di gasolio.Il progetto 2014 ha riguardato Emilia Romagna, Veneto e Lombardia e ha dato vita al marchio La Patata di Campo – Amica dell'ambiente, messo in commercio nella grande distribuzione a partire dal 2014.Nella campagna 2015, alla patata di campo si è aggiunta, a livello sperimentale, la cipolla che sarà inserita in piena produzione nel 2016.

F.LLI SPA

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Confermando il proprio impegno nei confronti dell'ambiente, il Gruppo Unipol dal 2014 è partner di Legambiente. Bellezza Italia – Tuteliamo insieme le meraviglie del Paese è la campagna nata dalla collaborazione tra Gruppo Unipol e Legambiente per fare più bella l'Italia e restituire ai cittadini zone dall'immenso valore ambientale e culturale ora abbandonate. Come frutto di questa collaborazione si possono già ammirare a Paestum: il sentiero recuperato tra le mura e il mare; la rinascita dei borghi montani all’interno del progetto EVA (eco villaggio autocostruito) alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel comune di L’Aquila. Siamo, inoltre, già all’opera nell’operazione Cap'e Napule, che vedrà finalmente riaperta la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli e nel progetto Capoprati, a Roma, per la riqualificazione della bellezza del Tevere.

Foto di Anna Paola Montuoro

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Viscolube, azienda leader in Europa nella rigenerazione degli oli lubrificanti usati, con una capacità di trattamento di olio usato di oltre 180.000 ton/anno da cui si ricavano circa 120.000 ton/anno di basi lubrificanti rigenerate. La rigenerazione trasforma un rifiuto pericoloso, l’olio usato, in nuove basi lubrificanti. L’attività di Viscolube è un vero esempio di circular economy: attraverso la rigenerazione, infatti, il rifiuto olio usato viene re-immesso sul mercato come base lubrificante di alta qualità, realizzando il recupero della materia prima, un consistente risparmio energetico e la riduzione delle emissioni in atmosfera rispetto alla prima raffinazione. Il 30% delle basi lubrificanti consumate in Italia provengono dalla rigenerazione. Viscolube è leader anche nellaRicerca&Sviluppo per la ri-raffinazione ed ha esportato la propria tecnologia in tutto il mondo, anche in paesi tecnologicamente avanzati (Stati Uniti).

Viscolube, attraverso la divisione Viscoambiente si occupa di raccolta, gestione e trattamento rifiuti speciali (pericolosi e non) con 120.000 ton/anno di rifiuti raccolti, gestiti e avviati al recupero.

Legambiente è stata tra i precursori ad utilizzare il primo green oil, formulato interamente con basi lubrificanti rigenerate, il REVIVOIL, per gli automezzi impegnati nelle sue campagne itineranti.

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Il primo gruppo della Grande Distribuzione nato in Italia, nel 1959. Fin dalla sua nascita, Gruppo VéGé si è distinto per la propria capacità di creare innovazione di formato (si deve infatti a VéGé lo sviluppo dei primi discount e dei primi cash & carry in Italia), innovazione di processo (ha inventato le prime operazioni di continuità in Italia con la famosa campagna Bollini 5%) ed innovazione di prodotto (i primi prodotti a marchio italiani sono del 1960 e sono VéGé). Attualmente, Gruppo VéGé rappresenta l’organizzazione maggiormente orientata ai bisogni dei clienti-consumatori offrendo soluzioni taylor made e tecnologicamente avanzate. Il Gruppo riunisce 25 imprese mandanti, accomunate da una strategia coerente con il modello dell'impresa familiare ed il solido presidio dei bacini territoriali in cui ciascuna di esse opera. Con oltre 1.800 punti di vendita dislocati in modo capillare su tutto il territorio nazionale, Gruppo VéGé si configura come uno dei più importanti network di vendita del nostro Paese.

Dal 2015 Gruppo VéGé ha avviato una collaborazione con Legambiente con l’obiettivo di offrire all’interno del suo assortimento di prodotti ortofrutticoli anche quelli delle filiere aderenti alla campagna Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità.

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Un’alternativa alla petrolchimica L’agricoltura può offrire un contributo strategico alle riconversione ecologica di molti settori industriali e a una maggiore autonomia dall’economia del petrolio. Da questa convinzione è nata nel 2006 Chimica verde bionet, un’associazione senza scopi di lucro costituita da Legambiente e da esperti del mondo scientifico, con lo scopo di promuovere la ricerca e l’applicazione industriale di materie prime di origine vegetale. Gli impieghi possono riguardare svariati settori: bioenergie, coloranti naturali, solventi, detergenti, materiali compositi, tessuti, biolubrificanti, bioplastiche, prodotti per cosmesi e nutraceutica.

Oggi Chimica Verde annovera tra i suoi soci grandi e piccoli protagonisti italiani di nuove filiere basate su materie prime rinnovabili e biodegradabili e ha sviluppato collaborazioni con imprese e università del Far East e del Nord Europa. Per statuto tutte le materie prime e le filiere di lavorazione promosse dall’associazione devono rispettare criteri di sostenibilità ambientale e di tutela della biodiversità e del paesaggio.

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Produciamo birra rispettando l’ambienteQualità, innovazione e sostenibilità per una birra Different.

“Sviluppare” l’arte di produrre birra al massimo grado di perfezione è da sempre la missione di Carlsberg. DraughtMaster™, l’innovativa tecnologia di spillatura è l’espressione di questa ricerca. La birra non è più spillata dai tradizionali fusti in acciaio, ma da fusti in PET riciclabile senza l’aggiunta di CO2 (gas responsabile dell’effetto serra) ma con una compressione ad aria. Il processo migliora la qualità della birra esaltandone le qualità organolettiche e mantiene inalterate freschezza e genuinità per 31 giorni dall’apertura del fusto (5 giorni per i fusti in acciaio).

L’impatto ambientale di DraughtMaster™, misurato con l’analisi del ciclo di vita del prodotto (LCA), è migliore rispetto a quello dei fusti in acciaio, delle lattine in alluminio e delle bottiglie in vetro. Rispetto ai fusti in acciaio, nel 2012, la LCA riportava i seguenti benefici*:

- 19% produzione rifiuti - 28% emissioni CO2 - 20% consumi energetici - 28% consumi idrici

Il fusto in PET, inoltre, riduce il trasporto su gomma perché ottimizza i carichi dei mezzi di consegna grazie al peso e alle dimensioni minori ed evita il viaggio di ritorno allo stabilimento dei fusti in acciaio.

Nel 2014 la birra distribuita in fusti in PET, introdotti nel 2011, ha rappresentato il 74% del totale della birra distribuita in fusti dall’azienda (bilancio di sostenibilità 2014)

Birrificio Angelo Poretti, storico brand di Carlsberg Italia, scelto come Birra Ufficiale di Padiglione Italia a Expo 2015 ha donato alla Lombardia 1.150 nuovi alberi come lascito dell’esperienza. L’iniziativa, ideata con Legambiente e IEFE Bocconi, frutto del progetto l’Orologio degli Alberi, testimonia i kg di CO2 non immessi nell’atmosfera durante i 6 mesi di Expo grazie alla spillatura con DraughtMaster™.

*Fonte: EPD (Environmental Product Declaration) 2012, dati calcolati sulla base della produzione di un ettolitro di birra.

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F.LLI SPA

by NatureWorks

MilanoDepurSocietà per Azionige

Si ringrazia

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TERNA a Torino: tecnologia e innovazioneper una rete elettrica sempre più sostenibileII Parco della Pellerina è il più grande parco di Torino. È attraversato dal corso del fiume Dora Riparia, ospita due laghi, uno stagno e numerosi impianti sportivi.Terna, con i lavori di ammodernamento della rete di Torino, restituirà ai cittadini 10 ettari di Parco, eliminando i tre elettrodotti che ora lo attraversano (21 sostegni per 5.500 m di linee aeree).È un intervento storico: i tralicci, alcuni alti più di 50 metri, furono costruiti negli anni ’50. Tutti i loro componenti (acciaio, alluminio, vetro e cemento) saranno smaltiti e re-immessi nel ciclo produttivo.

Lavori in corso, nel rispetto dell’ambiente- Soluzioni architettoniche di pregio per la costruzione delle Stazioni all’interno del tessuto urbano.- Minore impatto dei lavori sulla città tramite l’utilizzo di perforazioni teleguidate.- Schermature innovative dei campi elettromagnetici (in collaborazione col Politecnico di Torino).- Proficua collaborazione con le locali Soprintendenze e gli Uffici del Verde Pubblico.

Il parco della Pellerina restituito ai cittadini

prima dopo