11 - considerazioni sullo spiritualismo contemporaneo -2a edizione-

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Quaderni del Gruppo di Ur XI CONSIDERAZIONI SULLO SPIRITUALISMO CONTEMPORANEO I Edizione Calende di Gennaio 2006. II Edizione Idi di Gennaio 2006 Maschera e Volto

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Page 1: 11 - Considerazioni Sullo Spiritualismo Contemporaneo -2a Edizione-

Quaderni del Gruppo di Ur

XI

CONSIDERAZIONI SULLO SPIRITUALISMOCONTEMPORANEO

I Edizione Calende di Gennaio 2006. II Edizione Idi di Gennaio 2006

Maschera e Volto

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Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emersonell'omonimo forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perciò, siacitazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuoaggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato puòrendere opportuna una nuova edizione.

INTRODUZIONE ALLA I EDIZIONE

Lo spiritualismo contemporaneo è un "mare magnum" nel quale si mescolano i fiumi delle piùsvariate tradizioni, accanto ad impulsi nuovi o apparentemente tali. Senza pretendere diesaurire un argomento così vasto, iniziamo, in questa prima edizione del Quaderno, a prenderein considerazione due personaggi dei quali si è molto discusso e si continua a discutere:Aleister Crowley e George Ivanovitch Gurdjieff. Ciò che viene detto su Crowley si basa, come alsolito, sui messaggi inviati al Forum e si concentra sui rapporti, personali e/o ideologici,intercorsi tra lui e J. Evola; invece, la pubblicazione del saggio su Gurdjieff, ci è statagentilmente consentita dal suo autore, Piero Marcello Schepis. E' una sintesi piuttostointeressante dell'argomento, che ha ricevuto, recentemente, anche positivi apprezzamenti daparte dell'Antico Ordine Martinista (Sovrana Gran Loggia Italiana, Filiazione della Gran Loggia diUcraina e Russia).

La Forza

INTRODUZIONE ALLA II EDIZIONE

L'uscita della I edizione di questo Quaderno ha subito suscitato delle nuove riflessioni sulledottrine di Evola e Crowley e naturalmente non poteva non imporsi un confronto con quelleesposte da Platone nel Simposio. Questa nuova edizione, che segue ad appena due settimanedi distanza la prima, contiene, oltre a tali nuove riflessioni, anche il testo di Massimo Scaligero"La Croce degli Eteri", a suo tempo commentato nel nostro Forum e che costituisce, in relazionea ben precisi tipi umani, una diretta continuazione del medesimo tema. Essendo perciò il primodei due saggi notevolmente accresciuto, lo si è ribattezzato con il titolo complessivo di TheurgiaSexualis.Il presente Quaderno è perciò suddiviso in due sezioni:

1) Theurgia Sexualis:1a) A. Crowley e J. Evola;1b) Platone ed Evola;1c) Massimo Scaligero: La Croce degli Eteri.

2) Note su G. I. Gurdjieff

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1) THEURGIA SEXUALIS

1a) A. CROWLEY E J. EVOLA

L'Alba della Magia

Frater Kybernetes: In "Politica Romana" (n° 4 - 1997) venne pubblicato un articolo di PieroFenili dal titolo "Fu Evola affiliato all'ordine magico di Aleister Crowley?": qualcuno di voi lo ha letto? io,purtroppo, non sono riuscito a trovarlo... cosa sapete dirmi sui presunti rapporti tra Evola ed ilmovimento crowleyano?Sadescan: Nell'edizione 1971 di Introduzione Alla Magia (III volume) compare una monografiaanonima, intitolata "Sulle Droghe", assente sia nelle riviste Ur e Krur, sia nella prima edizione1955-56. Nella breve introduzione alla monografia stessa, si dice che si tratta di "istruzioni

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riservate circa un uso superiore delle droghe, di un gruppo col quale siamo stati incontatto". Ci si può chiedere di quale gruppo si tratti. L'unico autore citato nel seguito delsaggio è Aleister Crowley. Una nota delle "Pubblicazioni ricevute" della rivista Ur, II,6 del Giugno del 1928 dimostra, che a quell'epoca, Evola ignorava chi fosse Crowley, oalmeno non lo conosceva sotto il nome di Maestro Therion. Infatti la recensione diceva:

"Wissenschaft und Buddhismus, pp. 80. Thelema Verlag, Leipzig s,d; s.i.p. Un saggio che si dichiara opera giovanile di un certo Maestro Therion (?) 'prima della suacompleta iniziazione'."

Chi invece conosceva sicuramente Crowley era Arturo Reghini, che nel 1913 lo ammise, comemembro onorario, nel Rito Filosofico Italiano, del quale Reghini era Princeps Senatus. Tuttavia,nel Giugno del 1928, era probabilmente già in atto la crisi tra Evola e Reghini, che divennerottura nei mesi successivi.E' però possibile che, di lì a poco, forse prima dell'espulsione di Crowley dalla Francia, avvenutail 17 Aprile 1929, Evola sia entrato in contatto con lui o comunque con la sua organizzazione, sebisogna prestar fede ad una nota della Divisione Polizia Politica, datata 7 Aprile 1930 (1),nella quale si legge:

"Jules Evola è noto nei centri occultistici di Parigi per essere affiliato all'ordine Ordo TempliOrientis, setta satanista della quale il gran Maestro è Sir Aleister Crowley..."

(1) E' la stessa nota della Divisione Polizia Politica, sulla quale si basa l'articolo di P. Fenili,ricordato da Fr. Kybernetes. Per i possessori dell'Edizione Tilopa di Ur/Krur, aggiungiamo che anche ilsaggio "Prospettive magiche secondo A. Crowley", presente in Introduzione alla Magia III (giànell'ediz. 1956), mancava ovviamente nel corrispondente ultimo numero della rivista Krur del1929, perchè Evola, come ha sottolineato Sadescan, stava probabilmente entrando in contattosolo allora con l'organizzazione di Crowley. Si tratta essenzialmente della traduzione di alcunipassi del Liber Aleph di Crowley, preceduti da una breve presentazione. [n.d.u.]

E' anche probabile che, nello stendere la monografia in oggetto, Evola si sia servito, oltre chedegli insegnamenti di Crowley, anche di sue giovanili esperienze personali, soprattutto perquanto dice in relazione all'uso dell'etere. Infatti, nella sua autobiografia "Il Cammino delCinabro", ha scritto:

"Rientrato a Roma, mia città natale, dopo la guerra, gli anni che seguirono furono per me quellidi una grave crisi... vi è anche da accennare all'effetto di alcune esperienze interiori, da meaffrontate a tutta prima senza una precisa tecnica e coscienza del fine, con l'aiuto di certesostanze che non sono gli stupefacenti più in uso e l'impiego delle quali richiede anzi , nei più, ilsuperamento di una naturale rivolta dell'organismo e un particolare controllo di esso. Mi portai,per tal via, verso forme di coscienza in parte staccate dai sensi fisici. Passai non di rado vicinoall'area delle allucinazioni visionarie e fors'anche della pazzia. Ma una costituzionefondamentalmente sana, il carattere autentico dell'impulso che mi aveva condotto verso questeavventure e una intrepidezza dello spirito mi portarono oltre. Specie in base a quanto dovevarisultarmi in seguito, tali esperienze non furono prive di alcuni frutti positivi. Mi fornirono punti diriferimento a cui altrimenti forse con difficoltà sarei giunto; ciò anche nel campo dottrinale, neiriguardi della comprensione di retroscena nascosti di alcune forme del neo-spiritualismo e delcosiddetto occultismo contemporaneo... Le ripercussioni di tali esperienze valsero però adaggravare la crisi dianzi accennata... E' un bisogno di intensità e di assoluto, a cui nessunoggetto normale appare adeguato. Donde anche una specie di "cupio dissolvi", un impulso adisperdersi e a perdersi. Le cose giunsero a tal punto, che avevo divisato di porre liberamentefine alla mia esistenza - allora avevo circa ventitrè anni. Questa soluzione problematica... fuevitata grazie a qualcosa di simile ad una illuminazione, che io ebbi nel leggere un testo delbuddhismo delle origini..."

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La sintomatologia, descritta nel brano precedente, è simile, in diversi particolari, a quelladescritta nella monografia in oggetto, appunto in relazione all'etere dietilico, (C2H5)2O.

Algedi: Alla luce di tutto quanto si è detto nel Forum sul corretto uso della sex magic, cosapensate di A.Crowley ( sottolineo che l'attuale O.T.O. non è Crowley...anche se da lui prende"avvio"...) e delle tematiche da lui trattate?Sadescan: Dalla comparazione delle varie opere evoliane, si ricava che il giudizio di Evola suCrowley è positivo (2), ma con delle riserve. Tali riserve riguardano (è bene precisarlo subito)non la "dignitas naturalis" di Crowley, ma, a causa del ruolo preminente di essa nel suo opusmagicum, la possibilità che certe tecniche, da lui adoperate, si rivelino assai meno efficaciquando ad applicarle siano i suoi discepoli.

(2) Anche sul presunto "satanismo" di Crowley Evola dice in Maschera e Volto: "Se gli orizzonticrowleyani a molti sembreranno preoccupanti e oscuri, pure oggettivamente l'elementopropriamente 'satanico', malgrado tutto ciò che la Grande Bestia 666 ostentava quasiteatralmente, non ci sembra molto rilevante. Le corrispondenti colorature non hanno tanto risaltoquanto quel che, in fondo, presenta un carattere magico e in parte iniziatico". [n.d.u.]

Come è noto, la magia di Crowley si basava sulle tecniche neo-rosacrociane, per lo piùcerimoniali, apprese nella Golden Dawn e su tecniche, di varia origine, che si ispiravano allacosiddetta via della "mano sinistra". Delle prime si parlerà in altra occasione. Riguardo alleseconde, nell'opera Metafisica del Sesso (pagg. 387-389 dell'edizione 1969), Evola fa notaredue aspetti a suo parere problematici: il fatto che Crowley abbia avuto dei figli nel periodo in cuipraticava la sex-magic e il fatto che l'abbia praticata anche in un contesto omosessuale.Entrambi le cose sono in contrasto con il regime del normale amplesso iniziatico e induconoperciò Evola a pensare che, più che dalle tecniche utilizzate (che dunque in sé stesse nonpossono considerarsi dei veri riti), gli eventuali risultati provenivano da una "specialissimadisposizione personale innata", in virtù della quale l'orgasmo, comunque ottenuto, o l'uso distupefacenti portava ad aperture della coscienza sul sovrasensibile. Come cause concomitantipotevano aggiungersi "l'eventuale collegamento con qualche sopravvivente catena iniziatica" el'apparato cerimoniale. Una speciale costituzione interiore potrebbe essere supposta, secondoEvola, anche per le compagne di Crowley e forse anche per taluni suoi discepoli diretti. In pratica, Crowley rappresenterebbe una personalità eccezionale, per la quale spesso irisultati si verificavano "malgrado il rito". L'efficacia di un rito (qualunque rito, sia esoterico,sia exoterico) dipende da due fattori: da colui che compie il rito (ex opere operantis) e/o dal ritostesso (ex opere operato). La chiesa cattolica afferma, ad es., che la messa è efficace di per sé(ex opere operato) e non richiede all'officiante un particolare potere personale, se non quellogenerico, connesso al fatto di essere un sacerdote cattolico. Se passiamo a considerare ilrituale esorcistico della medesima chiesa cattolica, anch'esso agisce, in via di principio, exopere operato; tuttavia, non tanto per l'efficacia sull'indemoniato, quanto per la salutedell'esorcista, si richiedono a quest'ultimo particolari doti di saldezza interiore e attitudine alcomando nei confronti degli spiriti: l'efficacia complessiva dipende perciò anche ex opereoperantis. Nel caso di Crowley, Evola, rilevando che egli praticava il comune atto sessualeconducente all'eiaculazione del seme, conclude che se, come sembra, qualche efficacia vi èstata, essa deriva, quasi esclusivamente, ex opere operantis.Abraxa, nel saggio "La Magia dei Congiungimenti" (Introd. alla Magia vol II) così si esprime:

"Io ti ho detto essenzialmente dell'uso iniziatico della tecnica dei congiungimenti. Vi è peròanche un uso solo magico in senso stretto di essa...conseguito che sia lo scopo principale [cioèquello iniziatico]... Nella semplice magia sessuale sono contemplati procedimenti, in cui ilprincipio del raffrenamento del seme cessa di esserti legge ed esso vale solo nell'operapreliminare di saturazione, la proiezione-comando potendo essere invece parallela allaproiezione fisica del seme e in questa opportunamente convogliarsi".

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Nella prefazione alla "Magia Sexualis" di Randolph, Evola si esprime analogamente, dicendoche nella maggior parte degli insegnamenti iniziatici il "momento folgorativo dell'unione"sessuale ha valore in sè stesso, analogamente all'estasi di un mistico, che non serve comemezzo per qualcosa d'altro. Aggiunge che però non si deve escludere la strumentalizzazionedello stato raggiunto, ossia il suo uso a fini magici operativi, tenendo ben fermo che l'una cosacondiziona categoricamente l'altra e che, se quello stato di "trascendenza" non vieneraggiunto è solo superstizione credere che si possa raggiungere un qualsiasi risultato.Perciò, se Crowley raggiunse qualche risultato nella magia sessuale operativa, senza esserprima passato per l'uso puramente iniziatico del sesso, basato sulla non emissione del seme,significa che possedeva, sia pure solo in una certa misura, per sue doti naturali (o per averlaacquisita con metodi non sessuali) quello stato di "trascendenza" di cui parla Evola. Diciamo"solo in una certa misura" perchè Crowley medesimo, nel De Arte Magica secundum ritumgradus nonae O.T.O. (il IX grado era dedicato soprattutto alla magia etero-sessuale), dice: "Nelle nostre esperienze, abbiamo registrato con precisione e regolarità le condizioni e i risultatidi una lunga serie di operazioni di quest'Arte. Con perplessità abbiamo constatato che talvoltal'esito cercato si manifesta in pieno e rapidamente; altre volte si manifesta invece un gruppo dirisultati minori, analoghi a quello cercato; altre volte ancora si ottengono soltanto debolimanifestazioni imitative del nostro obiettivo; e in certi casi si ottiene non soltanto un completofallimento, ma addirittura l'improvviso mutarsi d'ogni speranza in disperazione e rovina".Se ne deducono due conseguenze:1) Se i rituali di Crowley fossero stati efficaci in sé stessi (ex opere operato), egli non avrebbecerto registrato quei risultati "alti e bassi".2) Tali risultati sono invece spiegabili in base alla differente condizione del suo spirito (ex opereoperantis), che perciò non si trovava stabilmente nello stato richiesto dalla magia sessualeoperativa.Evola è probabilmente troppo generoso nei confronti delle compagne e dei discepoli diCrowley, che, in generale, non possedevano la medesima favorevole costituzione interiore. Nelcommento al Libro della Legge, Crowley stesso evidenzia il fallimento di molte sue "donnescarlatte" e basta leggere il libro di K. Grant "Il Risveglio della Magia", per rendersi conto chefine non migliore fecero molti dei migliori discepoli di Crowley. Come giustificare il loro avviopromettente? Dice, nel libro citato, K. Grant: "Nel suo articolo sull'etere, Crowley espone le condizioni più favorevoli a questo tipo diesperimento. Egli, tuttavia, non nota una di queste condizioni, che pure ebbe gran peso sul miocaso personale, cioè l'influenza diretta dello stesso Crowley. Senza la sua presenza, il processorappresentato dal passaggio attraverso la porta e la proiezione della coscienza nella regioneche ne stava oltre, venne a costituire una delle maggiori difficoltà e vi riuscii soltanto dopo moltisforzi". Dunque la notevole forza "mesmerica" di Crowley si faceva sentire sui suoi discepoli e fuprobabilmente una delle cause maggiori, se non la principale, dei loro iniziali successi. Su tuttociò dovrebbero meditare coloro che, al giorno d'oggi, vorrebbero tentare la medesima "sexmagick" di Crowley. Un discorso a parte meritano invece i rituali neo-rosacrociani della Golden Dawn, sui quali cisoffermeremo eventualmente in futuro.Tullio Quasimodo: Le affermazioni di Abraxa ed Evola trovano riscontro nel VajrayanaBuddhista. Nel commentario al libro "La Danzatrice del Cielo", Keith Dowman mette inevidenza che la perdita di sperma è equiparata addirittura all'uccisione di un Buddha. Lasituazione cambia solo quando il praticante raggiunge un alto stadio, detto "dell'unico sapore ovalore" (ro-gcig in tibetano), nel quale tutto il mondo fenomenico è percepito (e non solofilosoficamente pensato) come "vacuità", cioè come privo di esistenza intrinseca, e perciòdiventa indifferente ritenere o non ritenere lo sperma.EA: Il contatto di Evola con l'organizzazione di Crowley fu, più che altro, a scopo di curiositàconoscitiva. Infatti, i risultati ottenuti da Crowley, con le droghe, rassomigliavano a quelli ottenutida Evola con le sue precedenti analoghe pratiche giovanili. Per quanto riguarda la sex magick,(3) Evola seguì essenzialmente Abraxa e criticò, come ha mostrato Sadescan, quel che sipoteva sapere (da contatti iniziali) dei rituali di Crowley, a partire dalla base teorico-pratica di

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Abraxa. Non ritenendo utile un approfondimento di quei contatti, si estraniò perciò tostodall'ambiente crowleyano, così che scrivendo la sua "Metafisica del Sesso", disse : "I rituali di Magia sessuale erano fra i più segreti dell'organizzazione OTO (Ordo TempliOrientis) di cui Crowley fu uno dei capi. Sono contenuti in un manoscritto intitolato Agape - LiberC: The Book of Sangraal, di cui non ci è stato possibile prendere visione".

(3) La versione crowleyana di questa parola ha la k finale.

Frater Petrus: A conferma di ciò, si può anche notare che, sempre in "Metafisica del Sesso"(4),Evola, in relazione ai saggi di Abraxa sulle operazioni a due vasi, scrisse : "Ulteriori dettagli sull'amplesso fluidico e l'amore magico si trovano in due monografie, in buonaparte di ispirazione kremmerziana, contenute in una raccolta che abbiamo già citato (5)". Dopo aver descritto, in sintesi, le due monografie, egli concluse: "Nell'insieme di scritti del genere, le due monografie ora citate sono forse quelle in cui gliinsegnamenti segreti di magia sessuale a finalità iniziatiche sono esposte con un minimo di veli.Si può venire facilmente a questa constatazione, confrontandole con quanto altro è trapelato diun simile ordine di cose, nei tempi moderni, anche quando non si è trattato di semplicimistificazioni".

(4) Vedi il cap. "La Myriam e la Piromagia". (5) Introduzione alla Magia.

Ea: Per il momento, quanto detto può bastare. Aggiungo solo che per quanto riguarda, inparticolare, le "profezie" crowleyane sul "nuovo eone", ci si può rifare pur sempre alleindicazioni generali (6) sulle profezie, valutate da un punto di vista magico, fatte nel Quaderno"Considerazioni sull'Iniziazione". Invece, per quanto riguarda l'uso delle droghe, può essereutile l'inquadramento generale del problema, che si è fatto nel Quaderno "La Porta Ermetica"(vedi in specifico il paragrafo "L'uso del vino nella II Operatio Solis")

(6) Valide in ogni caso e per chiunque.

1b) Platone ed Evola

Afrodite Urania: Vorrei rileggere assieme a voi un passo di Kremmerz, pubblicato nel "MondoSecreto", che è stato anche riportato nel quaderno "Nuovi Dialoghi sull'Ermetismo":

" L’essere umano da noi distinto con le particolarità del sesso può rispondere a quattrocasi speciali:

Il fisico maschio—il fluidico maschioIl fisico maschio—il fluidico femminaIl fisico femmina—il fluidico femminaIl fisico femmina—il fluidico maschio.

In altri termini un uomo può essere tale anche fluidicamente, cioè fluidicamente attivo o positivo;e può fisicamente esser maschio e fluidicamente essere passivo cioè negativo. Lo stesso nelladonna. L’amore tra due esseri per essere vero, cioè non menzognero per vanità, deve farcoincidere due nature egualmente combacianti fluidicamente e fisicamente; cioè un maschio ilcui fluidico sia maschio non può amare che il suo corrispondente complemento in una donnache fluidicamente sia negativa — oppure, e questo è il caso degli amori fatali, l'uomo che siafluidicamente negativo ama per bisogno vero, e ne è corrisposto con pari ardore, da una donnail cui fluido sia positivo cioè maschio. Per esprimermi con una formola:l'uomo + + si completa nella donna - -oppurel’uomo + - si completa nella donna - +Il contatto più lecito e onesto tra due esseri di cui l’uno sia il completamento dell’altro generanon solo le affezioni più durature e solenni, ma un benessere di ricambio fluidico che s'impone

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come un bisogno intenso, pericoloso per la vita fluidica di entrambi, se si contraria. Ma se ilcontatto passasse i limiti del platonico ed entrasse nello... stoico, l’uomo o la donna che sioccupasse di magia in quelle determinate condizioni, potrebbe riparare ogni suo squilibriofluidico nel suo compagno. Per chi non avesse capito, dico che ogni operatore in magia nel solocaso di possedere il suo contrario fluidico in una donna può non essere continente. Così per ladonna".

Naturalmente, nell'ambiente cattolicissimo della Napoli dei suoi tempi, Kremmerz, con ogniprobabilità, non poteva aggiungere altro, ma in questo schema c'è anche la chiave deifenomeni di omosessualità. Infatti è facile accorgersi che, essendo l'eros un fenomenosoprattutto fluidico, può esservi attrazione anche tra un uomo + - (passivo) e un uomo + +(attivo), e analogamente può esservi attrazione tra una donna - - (passiva) ed una donna - +(attiva).

Afrodite Urania: Come è noto Platone ha riportato la sua versione del Mito degli UominiDoppi, nel dialogo intitolato "Il Simposio". Questo mito è spesso erroneamente chiamato Mitodell'Androgine: l'errore sta nel fatto che gli Uomini Doppi erano di tre tipi e l'Androgine oErmafrodito era solo uno di essi, senza avere alcun carattere privilegiato. Le parole che Platonemette in bocca ad Aristofane sono le seguenti: "Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non eraquella che è oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due comeadesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri.Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso. Era l'ermafrodito, unessere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Ogginon ci sono più persone di questo genere. ... La ragione per cui c'erano tre generi è questa, cheil maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratterid'entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra.". Ribellatisi gli uomini agli dei, Zeus, li punì dividendoli a metà: "Adesso - disse - io taglieròciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. Ne avremo anche un altrovantaggio, che il loro numero sarà più grande. Essi si muoveranno dritti su due gambe, ma se simostreranno ancora arroganti e non vorranno stare tranquilli, ebbene io li taglierò ancora in due,in modo che andranno su una gamba sola, come nel gioco degli otri."Continua Aristofane: "Stando così le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto deisessi che abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne, e tra loro ci sono lamaggior parte degl adulteri; nello stesso modo, le donne che si innamorano dei maschi e leadultere provengono da questa specie; ma le donne che derivano dall'essere completo di sessofemminile, ebbene queste non si interessano affatto dei maschi: la loro inclinazione le portapiuttosto verso le altre donne ed è da questa specie che derivano le lesbiche. I maschi, infine,che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi. Sin da giovani,poiché sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono piacerea stare con loro, tra le loro braccia. Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perché pernatura sono più virili. Alcuni dicono, certo, che sono degli spudorati, ma è falso. Non si trattainfatti per niente di mancanza di pudore: no, è il loro ardore, la loro virilità, il loro valore che lispinge a cercare i loro simili. Ed eccone una prova: una volta cresciuti, i ragazzi di questo tiposono i soli a mostrarsi veri uomini e a occuparsi di politica. Da adulti, amano i ragazzi: ilmatrimonio e la paternità non li interessano affatto - è la loro natura; solo che le consuetudini licostringono a sposarsi ma, quanto a loro, sarebbero bel lieti di passare la loro vita fianco afianco, da celibi. In una parola, l'uomo cosiffatto desidera ragazzi e li ama teneramente, perchéè attratto sempre dalla specie di cui è parte".Non stupisca che, in questo passo, gli omosessuali maschili vengano considerati più virilirispetto agli altri uomini. Si pensi ad es. che, a Tebe, il famoso Battaglione Sacro, istituito daPelopida, era costituito esclusivamente da coppie omosessuali. Nella stessa Roma, l'uomo cheaveva eccessivo "commercium" con le donne era chiamato con l'appellativo spregiativo di"foeminarius".Utilizzando il simbolismo di Kremmerz, come potrebbero essere indicati i tre mitici tipi di"Uomini Doppi"? Come abbiamo visto per Kremmerz i tipi umani attuali sono quattro:

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I (+ +) maschile nel fisico e nel fluidicoII (- -) femminile nel fisico e nel fluidicoIII (+ -) maschile nel fisico e femminile nel fluidicoIV (- +) femminile nel fisico e maschile nel fluidico.Per "ricostituire" un Essere Doppio Maschio abbiamo una sola possibilità: unire un essere del Itipo con uno del III tipo: (+ +)(+ -). Infatti le combinazioni (+ +)(+ +) e (+ -)(+ -), pur teoricamentepossibili, non sono armoniose, perchè manca la polarità fluidica (cioè il fluidico risulta dellostesso "segno" in entrambi i partner, con conseguente effetto repulsivo: il carattere è tropposimile e non complementare).Per ricostituire un Essere Doppio Femmina abbiamo ancora una sola possibilità: unire unessere del tipo II con uno del tipo IV: (- -)(- +). Anche in questo caso le combinazioni (- -)(- -) e (-+)(- +), teoricamente possibili, non sono armoniose, sempre per la suddetta mancanza dipolarità fluidica.Se invece dobbiamo ricostituire un Essere Doppio Androgino, abbiamo due possibilità:l'androgino (+ +)(- -) e l'androgino (+ -)(- +): in entrambi vi è polarità fluidica e perciò armonia.Non sono invece armoniose, come ormai sappiamo, le combinazioni: (+ +)(- +) e (+ -)(- -) per larepulsione fluidica.

Occhi di Ifà: Tutto l'atteggiamento di Evola nei confronti dell'omosessualità è ben riassunto dauna sua singolare frase del saggio il Terzo Sesso, contenuto nella raccolta "L'Arco e la Clava".Egli dice:"Qui non è il caso di approfondire il problema della omosessualità presa in sé stessa. Abbiamoavuto occasione, in una nostra opera (Metafisica del Sesso), di studiare sistematicamente ognipossibile forma dell'eros, non limitandoci alle 'normali' e portando l'attenzione anche su quelleche furono proprie ad altre epoche e all'area di altre civiltà. Tuttavia in quel libro l'omosessualitàl'abbiamo quasi passata sotto silenzio".La frase è buffa perchè, da un lato, Evola afferma che non approfondirà il problemadell'omosessualità presa in sé stessa, perchè ha già scritto l'opera Metafisica del Sesso. D'altrolato confessa candidamente che, proprio in Metafisica del Sesso, l'omosessualità l'ha quasipassata sotto silenzio, ed in effetti gli ha dedicato solo una modesta "Appendice al capitolo II". Per chi sa leggere, Evola sta dicendo che non ha affrontato il problema dellaomosessualità in sé stessa (la "metafisica dell'omosessualità") e non intende farlo. Perchè?Lo dice subito dopo: "Si è che, partendo dal concetto stesso della sessualità, anche nel suosenso più ampio e fuor da ogni pregiudizio sociale, non riesce facile chiarire il fenomeno dellaomosessualità". E fin qui si può ammirare la sua sincerità, ma subito dopo aggiunge: "Esso rientraessenzialmente nella 'patologia', patologia in una accezione ampia e oggettiva, da non definirsiin opposto a ciò che secondo i concetti correnti della morale borghese sarebbe 'sano' ". E qui sideve dissentire, perchè, da un punto di vista tradizionale, i principi etici discendonosempre dalla verità metafisica. Ora Evola ha dichiaratamente rinunciato a delineare unametafisica dell'omosessualità e perciò qualsiasi sua valutazione etica, anche non "borghese",risulta inevitabilmente un punto di vista "esterno", estrinseco rispetto al problema affrontato. Per venire a capo del problema, Evola avrebbe potuto rifarsi all'insegnamento dellacorrente pitagorico-platonica. Egli invece, curiosamente, pur conoscendo Platone eKremmerz, preferisce rifarsi in larga parte ad Otto Weininger (autore di "Sesso e Carattere")che, pur interessante, non era un esoterista e professava una legge dell'attrazione sessuale consfumature "quantitative", che stupisce non siano apparse almeno "sospette" ad Evola. Questiinvece le fa addirittura sue, scrivendo ad es.: "Orbene, una tale legge permette anche diindividuare i casi nei quali l'omosessualità è comprensibile e 'naturale': sono i casi in cui ilsesso, in due individui che si incontrano, non è molto differenziato. Prendiamo, ad es., un uomoche solo pel 55% sia 'uomo' per il resto 'donna'. Il suo complemento naturale sarà un essereche sia 'donna' pel 55% e pel 45% uomo"; ma un tale essere di fatto, poco si differenziadall'uomo, e poichè si deve considerare non solo il sesso esteriore fisico, ma anche (se nonsoprattutto) quello interiore, esso potrà essere proprio un 'uomo', e lo stesso varrà pel casodella donna".

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In quell'accenno al "sesso interiore" fa capolino la dottrina del Kremmerz (1). Peccato che Evolanon abbia saputo far esplicito riferimento ad essa, anzichè imbarcarsi in una dottrina delle"percentuali" di mascolinità e femminilità, che è caduca, oltre che per la mancanza di un verofondamento metafisico, già solo per l'impossibilità di determinare (ammesso che esistano) lesuddette percentuali.

(1) Dottrina che infatti gli era nota, riportandola egli ad es. nel cap. La Myriam e la Piromagia deLa Metafisica del Sesso.

Afrodite Urania: Assai spesso i simboli, isolati o componenti un mito, vengono presi dalla realtàmateriale, al fine di indicare realtà di ordine più elevato. Ci si può perciò chiedere se anchePlatone (o chi a Platone lo ha tramandato) abbia preso spunto da qualche evento naturale,per costruire il Mito degli Esseri Doppi. Vi è più di un indizio per ritenere che tale evento,certo non ignoto nè alla civiltà greca nè a Platone, fosse quello della nascita di gemellisiamesi. Gli indizi? Come abbiamo visto, nel Simposio, Platone fa dire ad Aristofane, inriferimento all'ermafrodito: "Oggi non ci sono più persone di questo genere". Perchè non gli fadire che nessuno dei tre Esseri Doppi esiste oggi? Inoltre fa descrivere ad Aristofane la solacostituzione dell'ermafrodito, con le seguenti parole: "Questi ermafroditi erano molto compatti avedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani,quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa. Avevanoquattro orecchie, due organi per la generazione, e il resto come potete immaginare. Simuovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano. E quando simettevano a correre, facevano un po' come gli acrobati che gettano in aria le gambe e fan lecapriole: avendo otto arti su cui far leva, avanzavano rapidamente facendo la ruota". Perchè non gli fa descrivere anche la costituzione degli altri due Esseri Doppi? Perchè laconsidera analoga? Ma allora sarebbe bastato una piccola frase per dirlo esplicitamente.Queste domande hanno facili risposte se si tengono presenti le nascite di gemelli siamesi.Poichè questi sono sempre gemelli monozigoti, ed hanno perciò identico patrimonio genetico,hanno sempre il medesimo sesso. Dunque Platone non può affermare che Esseri Doppicompletamente maschili o completamente femminili non esistano più alla sua epoca, perchèl'evento noto dei gemelli siamesi lo smentirebbe. Può invece affermare la non esistenzadell'ermafrodito, perchè il caso di gemelli siamesi di sesso diverso non si verifica: infatti, peressere di sesso diverso, devono essere necessariamente dizigoti ed in questo caso non sonomai siamesi. Per il medesimo motivo non ha necessità di descrivere gli Esseri Doppi maschili ofemminili, perchè il caso dei gemelli siamesi è evento che, per quanto raro, è noto a tutti.Descrive invece l'ermafrodito, appunto perchè inesistente sul piano materiale.Ha dunque un po' "barato" il regista Bernardo Bertolucci, quando nel film The Dreamers - ISognatori - ha narrato di due gemelli siamesi, Theo e Isabell, che, chirurgicamente separati,hanno tra loro una relazione sessuale. Non esistono siamesi maschio e femmina, ma l'implicitoriferimento al mito platonico è evidente.

Frater Petrus: J.Evola, per sua stessa ammissione, ha avuto qualche difficoltà ad inquadraremetafisicamente il problema dell'omosessualità. Tuttavia nei suoi scritti si possono trovareanche elementi fondamentali della giusta veduta. Ad es. non è inesatto affermare che l'usosessuale passivo di un uomo si giustifica solo quando in questi vi sia una effettivacorrispondente costituzione interiore. E' piuttosto nella determinazione di tale costituzioneche, come altri hanno già rilevato, egli avrebbe potuto rifarsi più efficacemente a Kremmerz,piuttosto che a Weininger. La diffidenza di Evola nei confronti di certi passi del Simposio diPlatone è probabilmente dovuta al fatto che ha avuto a volte difficoltà ad andare oltre la letteradel testo. Sembra che, dopo il periodo di Ur e gli insegnamenti di Abraxa, egli non abbia piùricevuto insegnamenti in merito, da parte dell'O.E. Si consideri ad es. il discorso che Platone attribuisce a Pausania:"Tutti sappiamo che non c'è Afrodite senza Eros. Se dunque non vi fosse che una Afrodite, nonvi sarebbe che un solo Eros. Ma essa è duplice, e quindi, necessariamente, abbiamo due Eros.

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Come negare che esistano due dee? L'una, senza dubbio la più antica, non ha madre: è figlia diUrano, e la chiamiamo quindi la dea del cielo, Afrodite Urania; l'altra, la più giovane, è figlia diZeus e di Dione, e la chiamiamo quindi la dea popolare, Afrodite Pandemia. E alloranecessariamente l'Eros che serve l'una dovrà chiamarsi Eros Pandemio, quello che serve l'altraEros Uranio. Certo, bisogna lodare tutti gli dèi; ma, detto questo, qual è il dominio dei due dèi?... Ora l'Eros compagno di Afrodite Pandemia certo è volgare e opera a casaccio: è proprio degliuomini da poco. Intanto queste persone si innamorano sia delle ragazze che dei ragazzi,indifferentemente; e poi amano i corpi, non l'anima, e preferiscono le persone meno intelligenti:vogliono arrivare dritto al loro scopo, non gl'importa il modo - che sia bello o brutto. Capitaquindi che si imbattano nel bene, e capita anche il contrario. Come è ovvio, questo Eros siunisce alla più giovane delle due dee, che sin dal suo concepimento partecipa sia del maschileche del femminile. L'altro Eros, invece, partecipa dell'Afrodite Urania che da sempre è estraneaall'elemento femminile e partecipa soltanto del maschile; e poi è la più antica e non conoscealcun impulso brutale. Per questa ragione quanti sono ispirati da questo Eros sono attrattidall'elemento maschile: essi amano teneramente il sesso per natura più forte e intelligente. Eproprio da questa inclinazione ad innamorarsi dei ragazzi si possono riconoscere quanti sonoposseduti con purezza da questo Eros, perché essi non amano i giovani prima che abbianodato prova d'intelligenza. Ora, questo è impossibile che accada prima che i giovani sianoabbastanza grandi da avere la prima barba. ... E' bellissimo cedere, quando si cede per la virtù.Questo Eros viene dall'Afrodite Urania, ed è davvero divino e prezioso per la città come per gliindividui, perché esige dall'amante e dall'amato che entrambi veglino su se stessi, per esserericchi di virtù. Quanto agli altri, essi rivelano il legame con l'altra dea, l'Afrodite Pandemia".Se si prendesse il discorso alla lettera, vi sarebbe una evidente fallacia: si afferma infatti cheAfrodite Urania partecipa solo dell'elemento maschile, il che, nel suo senso letterale, è assurdo,perchè Afrodite è pur sempre una dea e perciò non può non partecipare in qualche modo delfemminile. Nei testi esoterici, la fallacia è sempre un indizio che, particolarmente in quelpunto, occorre andare oltre la lettera. La chiave di ciò in fondo Evola la sapeva, perchè eglistesso, in Metafisica del Sesso, riporta un passo di Goethe (che a sua volta lo riprende da unautore greco) ove si dice che: "Se se ne ha abbastanza di una ragazza come ragazza, essa puòservire come ragazzo". Dal punto di vista operativo, la relazione con la donna porta, comeabbiamo già indicato altrove parlando delle gocce vitali, ad una emanazione del fluidorigeneratore, che va intercettato e dirottato alla rigenerazione dell'organismo. Parlando intermini alchimistici, si può anche dire che la Pietra va innanzitutto dissolta in un opportuno acetofilosofale. Si ricorda che il "Solve" equivale all'ascesa della Kundalini (ascendit a terra incoelum) ed essa può essere indotta dislocando l'eros femminile direttamente nell'area alla basedella spina dorsale. Proprio come avviene nel caso dell'uso di una "pupilla", la cui qualità diveggenza si genera poi nello stesso mago, così il risveglio della Kundalini nella donna lo induceanche nell'uomo. Perciò i riti di Afrodite Urania sono praticabili tanto da coppie omosessuali cheeterosessuali. La superiorità di tali riti su quelli di Afrodite Pandemia fu espressa da A. Crowleycon l'espressione simbolica: "Oh, how superior is the Eye of Horus to the Mouth of Isis!".Egli dedicò ad essi il cosiddetto XI grado dell' O.T.O. Purtroppo il non aver correttamentetrasmesso ai suoi discepoli anche la pratica del coitus reservatus ha creato loro non pochiproblemi, come già si è detto nel quaderno "Considerazioni sullo Spiritualismo Contemporaneo".Proseguendo nell'esame del Simposio, dopo Pausania prende la parola il medico Erissimaco,che corregge il tiro di Pausania, affermando l'importanza sia dell Eros Uranio (che è anche inrelazione con la Musa Urania), sia dell'Eros Pandemio (in relazione con la Musa Polimnia): "Intutto l'ordine delle cose divine e umane, è necessario proteggere nella misura del possibile l'unoe l'altro amore, poiché vi si trovano entrambi. Anche l'ordine delle stagioni dell'anno è riempitoda questi due amori, e quando gli elementi di cui parlavo prima - il caldo e il freddo, il secco el'umido - incontrano nei loro reciproci rapporti l'amore ben regolato, essi si armonizzanocombinandosi nella giusta misura, allora portano l'abbondanza e la sanità agli uomini, aglianimali, alle piante, senza causare alcun danno. Ma quando nelle stagioni dell'anno prevalel'amore senza misura, rovina ogni cosa ed è causa di grandi disastri".Infatti, nella ciclicità dell'opus, al "Solve" segue il "Coagula": Ascendit a terra in coelum,iterumque descendit in terram. La superiorità di Afrodite Urania si deve al fatto che, senza

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l'ascensus, non vi sarebbe descensus. In termini aristotelici, senza il "Motore" (Urania, Musadell'Astronomia) non vi sarebbe il "Movimento" (Polimnia, Musa della Pantomima). Alcune chiavidi tale ciclicità sono state fornite da Massimo Scaligero nello scritto "La Croce degli éteri", che èstato a suo tempo esaminato in questo forum.

1c) Massimo Scaligero: La croce degli èteri

Il seguente insegnamento di Massimo Scaligero è testimonianza della sua collaborazioneiniziatica con il di lui cognato Paolo Virio. Questi risollevò momentaneamente le sorti delcristiano Ordine dei Telei, ereditato dal maestro Erim. L'ordine, come organizzazione iniziaticaindipendente, terminò con Virio stesso e con la consorte Luciana. Gli insegnamenti, che in essovenivano trasmessi, invece sopravvissero, proprio per il tramite di Massimo Scaligero, che,grazie alle sue profonde conoscenze di Scienza dello Spirito, li insegnò, adeguandoli allastruttura interiore dell'uomo dei tempi ultimi. Senza tale adeguamento, essi costituirebbero soloun documento storico relativo ad un certo aspetto dell'esoterismo, ma sarebbero impraticabilidall'uomo di oggi. Lo scritto sulla Croce degli èteri verrà suddiviso in XIII "puntate", così cometradizionalmente e simbolicamente era trasmesso. Si avvisa il lettore, ormai avvezzo a sentirparlare di differenti tipologie, che il seguente saggio, come viene detto più estesamente in unanota al testo, si rivolge a tipi umani differenti da quelli presi in considerazione, a suotempo, da Abraxa nella rivista Ur. Questi ultimi perciò devono continuare ad utilizzare leindicazioni di Abraxa.

I

La Croce simboleggia l'ordine recostituito dei quattro elementi(1). Nella fase planetaria cheprecede l'èra temporale e biologica, il momento dell'ordine (Cosmos) dei quattro elementi,Terra, Acqua, Aria, Fuoco, è preceduto dal momento del loro moto vorticoso (Caos). Il Caosesprime il moto degli elementi connessi alle entità cosmiche irregolari, miticamente riconoscibilinegli Angeli ribelli, precipitati dal Cielo.Al rapporto di Cosmos e Caos è connessa la vicenda della coppia umana primordiale: questarappresenta il temporaneo e analogico accordo di due esseri umano-celesti privati dell'originariacostituzione androginica. Diversi momenti della crisi che la coppia subisce in conseguenza dellasua opposizione al caos elementare, vengono redenti da forze trascendenti di Gerarchieoperanti mediante Cosmos. Gli Elohim sono al centro di tale azione: Michael, l'incalzatore delleentità cosmiche ribelli, è il mediatore tra il mondo celeste e il nascente mondo umano.

(1) Pertanto, con quella forma elementare di incantesimo che è il "segno della croce", si invitanoe si obbligano, nel nome del Dio uno e trino, gli spiriti degli elementi al mantenimento dell'ordinecosmico [n.d.c.]

II

Nell'attuale èra, l'uomo è costituito in modo che al suo corpo maschile corrisponde animafemminile(0), e viceversa, mentre soltanto il suo Io è portatore dell'originario elementoandroginico. Occorre tuttavia tener presente che, in realtà, è il corpo eterico caratterizzato da ungenere diverso da quello del corpo fisico: l'anima, per insufficiente coscienza della proprianatura originariamente androginica, subisce l'impronta del corpo eterico, perciò risuonamaschile(1) in corpo femminile e, viceversa risuona femminile(2) in corpo maschile. Soltanto laparte superiore del corpo astrale, o dell'anima, può realizzare l'antica virtù androginica, quando

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il pensiero si libera dall'anima senziente e dall'anima razionale(3), per muovere puro secondo lapropria luce originaria. Il pensiero che riesca a destarsi secondo l'ètere superiore(4), ridestanell'anima la natura androginica: l'uomo tende a realizzare interiormente in sé il propriocomplemento femminile, la donna il proprio complemento maschile. Tale possibilità è il germedella reintegrazione della coppia superumana.

n.d.u. :(0) Dunque Scaligero sembra considerare, come tipo maschile prevalente nell'epoca attuale,quello che, con simbolismo kremmerziano, abbiamo indicato con (+ -) e come tipo femminilequello che abbiamo indicato con (- +). Perciò, questo suo scritto integra in qualche modo lemonografie di Abraxa, presenti in Introduzione alla Magia e rivolte essenzialmente al tipomaschile (+ +) e a quello femminile (- -).n.d.c. :(1) Nel senso di prevalentemente "attiva".(2) Nel senso di prevalentemente "ricettiva". La funzione "ispiratrice" (e perciò fecondante emaschile) di un certo tipo di donna nei confronti dell'uomo a lei complementare a livello animico,corrisponde alla funzione "fecondatrice" dell'uomo nei confronti della donna a livello fisico.(3) Il pensiero puro non solo è "libero dai sensi", ma anche libero dalla comune razionalità,correlata all'organo cerebrale.(4) Il termine étere indica qui la vitalità (scr. "prana", cin. "qi") del corpo eterico o lunare.Quando l'uomo si addormenta, una parte della vitalità (étere inferiore) si occupa dellarigenerazione metabolica del corpo fisico; l'altra parte (étere superiore) segue il corpo astrale omercuriale, quando questo abbandona le porte dei sensi.

III

I due si ritrovano per la recostituzione dell'armonia edenica, grazie a una ascesi superioredel pensiero, che libera nell'anima l'elemento solare dalla millenaria soggezione alle correntilunari. L'elemento solare risorge come potere androginico dell'anima, l'anima riconquistainiziaticamente il segreto dell'accordo degli èteri con l'astrale superindividuale: il segreto dellaredenzione dell'eros. In sostanza, la forza del Logos solare opera da anima ad anima comeimpulso del Sacro Amore. La via è la via del Graal, in quanto esige, per virtù dell'accordo delletre forze dell'anima, pensare, sentire, volere, l'atto eroico e sacrificale di ciascun componente lacoppia, il combattimento interiore contro le correnti del Caos di continuo suscitate dagliOstacolatori mediante il sesso.

IV

L'impresa del Graal è detta anche Operatio Solis: in termini della saggezza ermetica si puòdire che essa consiste nello scaldare con il Fuoco la Terra, perché l'acqua inferiore si trasmuti eritorni l'originaria Aria di proiezione(1). Alchemicamente, la Terra è simboleggiata dal Sale. NellaTerra il Sale è la radicale necessità, è ciò che resiste al Fuoco, finché il Fuoco non rechil'elemento trasmutatore solare: essendo la custodia dello Zolfo saturnio(2), il risveglio di questogenera la virtù «volatile» dell'Aria. Il Fuoco che si unisca all'aria di proiezione è il SecretumAmoris, la Croce che restituisce l'equilibrio androginico dei quattro elementi nell'uomo. E' ilsimbolo dell'impresa del Graal.

n.d.c. :(1) Si confronti con il testo dell' "Invocazione di propiziazione trasmutatoria" di Alberto Magno.(2) Si confronti con il paragrafo intitolato "Fuoco Saturnio" del saggio di Abraxa "La Nube e laPietra" (III vol. di Introduzione alla Magia).

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V

I Maestri della Rosacroce, ai quali si deve la moderna Scienza dello Spirito, hanno insegnato,mediante la Scrittura Occulta, il Mistero della reintegrazione androginica. Un aspetto di taleinsegnamento è traducibile in uno schema exoterico(1) familiare ai cultori dell'arte spagirica.Esso si basa sulla rappresentazione del potere di ciascun braccio della Croce mediante unpiccolo disco, onde si hanno quattro dischi: uno viola (Elementali(2) della Terra), il secondoazzurro (Elementali dell'Aria), il terzo verde (Elementali dell'Acqua), il quarto arancione(Elementali del Fuoco)(3).Riguardo alla ricomposizione dei quattro secondo l'ordine cosmico, al centro della Croceoccorre rappresentarsi un disco rosso, con sopra una piccola luna nera e sotto una piccola lunabianca; sul braccio verticale inferiore un disco giallo. Dal disco viola, muovendo verso sinistra(4),si hanno i dischi: azzurro, verde, giallo, arancione, rosso e le due piccole lune. Ne risulta unsimbolo grafico delle differenziazioni della Luna originaria rispetto al formarsi dei quattroelementi originari coinvolti nella materializzazione terrestre.

n.d.c. :(1) Il metodo della Steganografia (che peraltro è solo uno degli aspetti della Scrittura Occulta)consiste nell'ammantare un testo esoterico, avvalendosi di un testo tradizionale maggiormenteinterpretabile e perciò, di solito, exoterico.(2) Si fa generalmente distinzione tra Elementari ed Elementali: i primi essendo le forme menoelevate dei secondi. Il termine Elementali ha perciò una portata più ampia e generale.(3) Si tenga presente che la croce a bracci uguali divide il piano in quattro quadranti. I dischisono situati al centro di ciascuno dei quadranti: quello viola al di sopra della linea orizzontaledella croce e a destra della verticale; quello azzurro al di sopra dell'orizzontale e a sinistra dellaverticale; quello verde al di sotto dell'orizzontale e alla sinistra della verticale; quello arancione aldi sotto dell'orizzontale e a destra della verticale.(4) Cioè in senso rotatorio levogiro.

VI

Tale materializzazione è in relazione con due entità angeliche irregolari, una luminosa,l'altra tenebrosa, impersonanti la disintegrazione della Luce originaria. Ciascuna di esse è inrelazione con due dei quattro èteri(1). L'entità angelica luminosa ha il suo simbolo nel discogiallo, sotto il braccio della piccola luna bianca, ed è in relazione col disco verde ed arancione;mentre l'entità tenebrosa sta al disopra della linea orizzontale della Croce, avendo oscurato laluce rossa al centro della Croce, mediante la piccola luna nera che congiunge i dischi viola edazzurro(2). Ove si congiungano i tre piccoli dischi(3), si ottiene un triangolo con il vertice inbasso, al centro del piccolo disco giallo. Se simultaneamente si spostano verso l'alto i quattropiccoli dischi, viola, azzurro, verde, arancione, di un terzo della distanza tra loro, i due triangoli,da equilateri, divengono isosceli e dànno una figurazione indicativa dell'opera compiuta dalledue Entità ribelli, tendenti a realizzare 'ex sé' l'originaria riproduzione per scissione: evento a cuigli Elohim si oppongono con l'operare la separazione degli elementi dall'essenza una, che inessi permane come virtù creante: donde l'inizio della materializzazione cosmica simbolicamentevisibile nella configurazione del firmamento.

n.d.c. :(1) Le forze éteriche, presenti nel "corpo éterico" o vitale o lunare possono essere variamenteclassificate. Si è già vista la bipartizione in étere superiore ed inferiore. Frequente è anche unaclassificazione tetrapartita. Ad es., secondo la terminologia di R. Steiner, possono distinguersi:étere di calore, étere di luce, étere chimico ed étere della vita. I quattro éteri, che sono sia

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umani, sia cosmici, generano nel mondo visibile i quattro elementi: l'étere di calore il "fuoco",l'étere chimico "l'acqua", l'étere di luce "l'aria", l'étere di vita la "terra". Essi, nellarappresentazione che stiamo considerando, sono simboleggiati dai quattro dischi, che si trovanoal centro dei quattro quadranti.(2) Formando un triangolo equilatero.(3) Verde, arancione e giallo.

VII

Se si congiungono a forma di stella i cinque piccoli dischi, viola, azzurro, verde, giallo,arancione, si ha la stella a cinque punte, col vertice in basso: simbolo del mondo demoniacoespulso dal Cielo e precipitante nell'abisso. Secondo il simbolismo ermetico, Saturnocorrisponde al disco viola, Giove a quello azzurro, Venere a quello verde, Sole al giallo, Marteall'arancione, Luna alla piccola luna nera, Mercurio al disco rosso sulla piccola luna bianca. E'questo il periodo(1) in cui sulla Terra appaiono le forme animali: non esistono ancora condizionitali, che consentano la presenza di un essere in cui il principio interiore domini la forma fisica.La Terra si popola di forme animali mostruose.

n.d.c. :(1) Il riferimento è alla Genesi.

VIII

Tagliati gli elementi fuori dall'Essenza divina, gli Elohim(1), per ristabilire l'armonia econtrapporre Cosmos a Caos, eressero l'uomo cosmico, nato come esseresaturnio-solare-lunare dall'iniziale donazione sacrificale dei Troni(2). Essi animarono l'Adam-Evasecondo il mistero dell'originario ordine cruciale degli elementi. Questo ordine sarà nuovamenteperduto dall'uomo quando subirà l'influsso degli usurpatori, degli elementi, prima di Lucifero epoi di Ahrimane, e poi simultaneamente di ambedue: l'uomo dovrà perdere definitivamente laluce dell'Essenza androginica, subendo l'onta della separazione e il dolore dell'incarnazioneprostitutiva e della morte, sino al giorno in cui avverrà la restituzione dell'ordine cruciale adopera del Redentore.

n.d.c. :(1)Nella seguente tabella sono riportati, nell’ordine, i nomi delle gerarchie spirituali secondol’antica denominazione cristiana, i nomi secondo la denominazione proposta da Rudolf Steiner e infine le corrispondenti sfere planetarie:

- Serafini, Spiriti dell’amore, Cielo Empireo e Cielo Cristallino (Primum Mobile)- Cherubini, Spiriti dell’armonia, Stelle Fisse- Troni, Spiriti della volontà, Saturno- Dominazioni, Spiriti della saggezza, Giove- Virtù, Spiriti del movimento, Marte- Potestà, Spiriti della forma (Elohim), Sole- Principati, Spiriti della personalità o del tempo, Venere- Arcangeli, Spiriti del fuoco o dei popoli, Mercurio- Angeli, Figli della vita, Luna

(2) I Troni sono i reggenti dell'originaria "Saturnia Tellus", cioè della forma originaria nella qualeè esistito il mondo fisico e di cui l'Italia, nella Tradizione Romano-Italica, è il simbolo. Sempresimbolicamente, la Saturnia Tellus apparve come "un'effusione sacrificale di calore" offerta daiTroni ai Cherubini, affinché ciò che fu pensato in sapienza, cioè i sublimi pensieri cosmici che i

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Serafini ricevettero da Dio e che i Cherubini elaborarono col loro pensiero, potessero venirtradotti in realtà.

IX

L'uomo apparve sulla Terra come essere di Luce e di Calore, quando i tempi furono maturi.Ma dapprima egli visse nell'aura della Terra, non sulla Terra fisica, mentre gli animali erano giàincarnati fisicamente, come forme risultanti dall'illecito uso del Calore, della Luce, dell'Acqua edella Terra. L'erezione dell'Adam-Eva cosmico si verificò bensì secondo lo schema delpentagramma originario nel corpo astrale, ma venendo dominato dalla corrente trinitaria delleGerarchie, esprimente mediante gli Elohim la direzione del Logos Solare(1). Ne risultò un essereandroginico e al tempo stesso trinitario e quadripolare e pentagrammatico, articolato sino alduodenario(2).Infatti la stella a cinque punte unita a un'altra stella a cinque punte, equivale allasovrapposizione dei due triangoli solari ai due triangoli sublunari, e perciò in posizioneconiugata rispetto alla linea orizzontale della Croce, e simmetricamente rispetto all'asseverticale: onde si forrmano due stelle a sei punte, integranti lo schema originario della Croceche le unifica come due esseri in un essere unico, schema dell'amplesso armonico delle anime,che più tardi diverrà congiunzione fisica - composta ciascuna dall'opposizione del triangolosolare dell'uno al triangolo sublunare dell'altro, onde ciascuno tende per Secretum Amoris aintegrare con la propria originaria virtù angelica, l'immersione nella sfera lunare-telluricadell'altro, conseguendo tale armonia non essendo ancora intervenuta la seduzione luciferica.Onde avviene che le due correnti sublunari Saturno-Giove, e le due correnti solariVenere-Marte, fluiscono simmetricamente all'asse verticale, attraverso il disco mercuriale,secondo la virtù archetipica del Caduceo ermetico solare: due serpi parallele all'asseverticale(3).

n.d.c. :(1) La creazione di Adamo fu pentagrammica nel corpo fluidico, ma divinizzata col soffio del DioTrino. Tutto ciò suole simboleggiarsi con un altro piccolo triangolo col vertice in basso,sottostante quello del disco giallo (o, se si preferisce, sottostante il pentagramma invertito), daintendersi quale Genio Trino di pura forma angelica, posto nel capo a custodia del Primo Uomo.

(2) La Causa Prima da Adamo generò, per scissione, Eva, simile ad Adamo e in tutto a luicorrispondente, e la contrappose ad Adamo sulla croce. Cioè, il pentagramma e il triangolo delGenio Trino sono, nella rappresentazione di Eva, rivolti con il vertice in alto.(3) Invece, nel Caduceo ermetico sublunare, le due serpi si incrociano intorno all'asse.

X

La seduzione luciferica può, in base a quanto è stato detto, essere veduta come il tentativo diindurre la coppia androginica originaria a comportarsi secondo lo schema generativo delleGerarchie, cioè a una generazione per scissione sentita come realizzabile, grazie all'aperturadel corpo astrale adam-evico alla corrente di Lucifero, interrompendo la magica connessioneandroginica: onde l'essere femminile si separa dal maschile, provocando la rottura del discomercuriale che, nella successiva era biologica, si presenterà come processo mestruale nelladonna: subito dopo, tale essere femminile si volge a riunirsi al maschile sotto l'impeto deldesiderio. Si congiunge però a lui sotto la spinta delle correnti sublunari che provocanol'inversione della figura pentagrammatica di lei, secondo la forza degli elementi terra e acqua,dominati dal dèmone della dejezione del caos dei 4 elementi (Ahrimane).

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Comunque, permanendo connesse con gli Elohim, le correnti solari non furono coinvolte, anzi siopposero, così che la riproduzione per scissione si verificò in forza dei due triangoli sublunari(dei quali uno inverso) a forma di X, ossia con il moto caotico elementare secondo la vis delcaduceo sublunare, onde due serpi si incrociano intorno all'asta(1). L'incandescente formaumano-saturnia che ne nacque fu Caino(2), ente manifestante l'impulso della lunare demonìadella ribellione, onde le potenze del fuoco si congiungono con la terrestrità lunare(3).

n.d.c. : (1) Al centro di essa.(2) Vortice chiuso in sé stesso a forma di otto.(3) La prevaricazione generante Caino equivale in alchimia ad un operazione di fuoco(applicato alla terra). Il precedente insufflamento del Genio Trino, cioè la IX puntata, equivaleinvece ad un'operazione d'aria.

XI

Per l'infinito strazio provocato dalla rottura dell'armonia cruciale e per la nascita dell'essereumano-satanico, la coppia umana disperatamente fece appello alle potenze originariedell'Amore, invocando l'aiuto degli Elohim; e questi, mediante la potenza creatrice del suono(1),risollevarono Caino unendogli una creatura nata da generazione solare(2), portatrice delle forzedominatrici del vortice sublunare(3), grazie alla potenza della duplice corrente solare fluentenell'umano(4), opponendo pentagramma a pentagramma nella Croce originaria.

n.d.c. :(1) Logos(2) Abele(3) I due triangoli solari di Abele moderano i due triangoli sublunari di Caino, riformando ladoppia stella esagonale. Essi però sono disposti in modo tale che, in ciascuna stella, Marterisulti dallo stesso lato di Saturno e Giove dallo stesso lato di Venere, essendo tra loro attrattivi,così da impedire ulteriori scissioni. Nella doppia stella dell'Adam-Eva (IX puntata) si trovavano invece dallo stesso lato Giove conMarte e Saturno con Venere, che sono tra loro repulsivi.(4) Generante l'iperfisico umano, cioè dalla natura dell'aria passando a quella dell'acqua. Inalchimia, perciò, questa operazione è detta operazione d'acqua.

XII

Ma il frutto della generazione irregolare, Caino, costituzionalmente aperto alle correntiluciferico-ahrimaniche, operò il terzo guasto(1) dell'androgine originario: concentrò in sé lecorrenti inferiori lunari, e vampirando il flusso inferiore delle correnti di Abele lo espulsedall'amore vitale della Croce, provocando la morte di lui(2).La scissione pentagrammica (3) nell'àmbito della Croce ordinatrice degli elementi, fece ritornareAbele in uno stato disincarnato privo delle forze solari dominatrici dell'ètere della vita(4), ondeegli potrà ritornare in tale àmbito soltanto secondo la legge di nascita, morte ereincarnazione: perderà nel sistema dei nervi la luce della immortalità, venendogli trasferita lavirtù dell'ètere della vita nel sistema sanguigno dominato però, ormai, per il delitto di Caino,dalle correnti infere lunari e perciò dagli istinti e dalle passioni.

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n.d.c. :(1) La prima prevaricazione fu quella diabolica, la seconda quella dell'Adam-Eva.(2) Il delitto di Caino, generante la mortale umanità ed animalità vivente nella materia, è detto inalchimia operazione di terra.(3) Oppure, se si preferisce, delle due stelle esagonali.(4) Abele ritenne solo una "coppellazione" delle energie solari e lunari della sua esperienzacrociale, essenze che contornarono dell'embrione dell'esperienza umana il suo spirito vagante.

XIII

La costituzione dell'uomo, ormai maschio o femmina, è tale che il sangue viene generato permezzo di influssi luciferico-ahrimanici ma dall'interno dell'uomo, mentre i nervi operano comeuna continuazione degli organi dei sensi dall'esterno verso il sistema nervoso centrale. Il sangueumano si produce nell'organismo per. un sopravvento di processi terrestre-lunari su processisaturnio-solari. Il sangue appartiene alla Terra, mentre il sistema nervoso è qualcosa che si èformato per mezzo dei processi precedenti la fase terrestre. La sostanza nervosa nonappartiene alla Terra, la sostanza sanguigna è invece un prodotto terrestre. Quando la sostanzanervosa dell'uomo originario apparteneva al Cosmo, era un'entità viva e luminosa: trasferitanella Terra, ad opera della caduta della coppia e del crimine di Caino, tale sostanza venneabbandonata dalla Vita. L'uomo può avere una terrestre vita dei sensi e perciò sensazioni ebrama del sesso, perché esiste mediante un sistema nervoso privo di vita, affine a ciò che sullaTerra è disanimato e perciò esclusivamente sensibile.La sostanza nervosa pre-terrestremente viva, diviene terrestremente morta: se si sollevasse aldi sopra della Terra, la sostanza nervosa ritornerebbe una celeste sostanza di luce, mentre se visi sollevasse il sangue, esso perderebbe calore e vita. Abele è l'uomo primordialetemporaneamente morto, Caino l'uomo temporaneamente vivo: perciò l'uomo, in quanto Caino,non può ritrovare l'essere dell'amore originario, l'anima con cui ricostituire l'armonia originaria.Comincia a ritrovarli quando nella parte del sistema nervoso in cui si accende la sua coscienza,il pensiero puro riluce della luce androginica dell'Io: l'essere di Caino comincia a privarsi dellavita, di cui Abele comincia ad avvivarsi: una parte dell'uomo vuole sacrificalmente immolarsi perl'altra, perché l'altra conosca la Resurrezione.Questo è l'evento cristico nell'uomo: la via del Graal. Nel sistema nervoso, in quanto mediatoredei sensi fisici, si esprime il mistero dell'originaria armonia celeste, di cui l'uomo è la sintesi: ilpassaggio del Sole attraverso le dodici costellazioni(1): che è il rapporto dell'Io con i dodicisensi(2).L'originaria struttura dell'uomo soggiace al fatto che l'uomo solare in lui è temporaneamentemorto e può risorgere solo dopo la morte, o eccezionalmente per virtù di Iniziazione. E'temporaneamente morto perché in basso è dominato dall'eros che esprime la Vita tendente areincarnarsi in conseguenza della Morte, e in alto è l'organo del pensiero disanimato, perchévincolato al sensibile, o alla morta terrestrità. L'uomo solare può risorgere per virtù delle forze diResurrezione radianti nella Terra grazie al sacrificio del Golgotha. Queste forze tendono aesprimersi nell'amore della coppia umana, quando essa sente il segreto richiamo dell'armoniaperenne da reintegrare. Questa armonia oggi può essere ritrovata se l'amore della coppiaumana conosce la direzione androginica dell'Io, che mediante l'attività superiore del pensierocomincia a vivere nella zona solare del corpo astrale. L'Amore umano si eleva così alle altezzesublimi dell'armonia edenica originaria.Il pensiero vivente realizza la sintesi dei quattro èteri, ricostituendo l'unità originaria. In tale unitàsplende la Luce la cui perdita significò per l'uomo la perdita dell'immortalità e dell'armoniaandroginica originaria. La via del Graal, secondo lo schema accennato, è realizzabile da coloroche riconoscono, nell'ètere del Pensiero, la Luce del Logos e consacrano la vita allaresurrezione del Sacro Amore.

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n.d.c. :(1) I dodici segni zodiacali governano le parti del corpo umano. La "luce solare" si diparte dallatesta (Aries) per giungere fino ai piedi (Pisces). Questo terzo caduceo, costituito dalla sola astacentrale, è detto caduceo mercuriale.(2) I dodici sensi dell'uomo, secondo la classificazione di Rudolf Steiner, sono: A) Sensi inferiori o sensi della corporeità (sensi della volontà):1) Senso della vita2) Senso del movimento3) Senso dell'equilibrio4) Senso del tatto (senso della cute)

B) Sensi mediani o sensi del mondo esterno (sensi del sentimento):5) Senso del calore6) Senso del gusto7) Senso dell'odorato 8) Senso della vista

C) Sensi superiori o sensi della conoscenza9) Senso dell'udito10) Senso della parola o del linguaggio11) Senso del pensiero o dei concetti12) Senso dell'Io

Nota conclusiva

Terminano qui le tredici puntate di questo insegnamento tradizionale, nel quale il mantosteganografico, costituito da una esemplificazione geometrica della Genesi, nasconde la praticainiziatica "a due vasi". Nell'uomo di un tempo , diversamente costituito rispetto all'attuale, lepratiche sessuali "spagiriche" similmente a quelle altre (respirazioni tipo yoga, uso iniziaticodelle droghe etc) raggruppabili in quella che Abraxa definisce la "via sperimentale" (si veda ilsaggio di Abraxa "La triplice via") agivano in buona misura da sé. Invece, già all'epoca di Erim(come si è evidenziato nel quaderno "Nuovi dialoghi sull'Ermetismo") esse, affrontate senza lapreparazione necessaria all'uomo attuale, conducevano ad una medianità incontrollata e adossessioni sessuali. Non è un caso che Paolo Virio avesse coltivato l'intenzione, poi nonrealizzata, di trasformare l'Ordine dei Telei in un nuovo Ordine del Tempio d'Occidente, guidatoda lui e da Massimo Scaligero, per integrare l'antica pratica bivasare con la Scienza delloSpirito. Quando, morto Paolo Virio, Luciana Virio diede alle stampe il "ConseguimentoCelestiale" di Erim, Massimo Scaligero non approvò l'iniziativa editoriale della sorella. Infatti,tale libro non metteva in evidenza l'indispensabile preparazione, basata su una adeguataconcentrazione e meditazione, e avrebbe perciò rischiato più di sviare che di istruire. Sviamentoche si è verificato puntualmente, come può accertarsi chiunque legga ad es. un libro come"Mémoire du sang" scritto, sotto lo pseudonimo di Alexandre de Danann, da un autore chepretende appunto di ispirarsi all'opera di Erim.

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Note su G. I. Gurdjieffdi

Piero M. Schepis

Quadro dell'Uomo n°4

Una breve biografiaG. I. Gurdjieff nacque negli anni 1860 o 1870 (i biografi, pur senza sicurezza, indicanogeneralmente la data del 1866) ad Alexandropol nell’Armenia Russa, cioè in una zona difrontiera, dove un padre prudente preferì non registrare la nascita del proprio figlio. La madreera armena; il padre Ioannas Giorgiades, discendente dai Greci Ionici di Cesarea, primaallevatore di bestiame, poi commerciante di legname e falegname, era anche un “ashok”,poeta-bardo, che amava raccontare uno straordinario repertorio di leggende e miti tramandati

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da generazioni. La famiglia si trasferì poi a Kars città armena , sovrastata dal monte Ararat (aquell'epoca Kars era oggetto di contesa tra Russi e Turchi, attualmente appartiene alla Turchia).Ivi,Gurdjieff venne educato da sacerdoti della chiesa armeno-ortodossa e prese inconsiderazione a sua volta il sacerdozio, che probabilmente esercitò per uno o due anni. Nonera però quella la sua via e decise di esplorare altre tradizioni spirituali. Fra il 1887 e il 1907 sisituano i cosiddetti «vent'anni mancanti» della biografia di Gurdjieff. Si sa che, con altri amici,formò un gruppo chiamato dei «Cercatori della verità» e compì numerosi viaggi che lo portarononel Medio Oriente, nell'India, nell'Asia Centrale, nel Tibet, visitando monasteri e centri religiosi,cercando una misteriosa «Confraternita di Sarmoung», della quale aveva trovato un riferimentonel 1886. Nella sua autobiografia "Incontri con uomini straordinari", Gurdjieff ci parla dellepersone che incontrò in quegli anni e che influenzarono il suo pensiero, ma occulta abilmenteluoghi e identità. All'inizio della prima guerra mondiale, Gurdjieff visse a Mosca e, attraversoconferenze e rapporti personali, raccolse intorno a sé numerosi allievi (il più famoso èprobabilmente P.D. Ouspensky) con cui formò piccoli gruppi, non solo a Mosca e in Russia, maanche a Costantinopoli, Tiflis, Londra, Fontainebleau-Avon, Parigi, New York etc. Ebbe allieviillustri fra scrittori, poeti, artisti, filosofi, ricercatori, uniti dal progetto comune di lavorare su di sé,migliorando la propria presenza mentale. Gurdjieff morì a Parigi nel 1949. Ancora oggi ha moltiseguaci e costituisce un punto di riferimento per la ricerca spirituale occidentale, comedimostrano talune canzoni di quell'altro poeta-bardo contemporaneo, che è Franco Battiato.

Gurdjieff e la FilocaliaPer comprendere come l'insegnamento di G. I. Gurdjieff, relativo alla presenza mentale, haraggiunto il suo aspetto definitivo, non vi è altro modo che seguire, per quanto è possibile, lasua evoluzione temporale. Come si è già accennato, Gurdjieff, già affascinato da miti eleggende della tradizione orale paterna, ebbe come primo maestro vero e proprio padre Borsh,allora arciprete della chiesa militare di Kars, massima autorità spirituale di quel paese, che erastato da poco conquistato dai Russi. Borsh insegnò a Gurdjieff medicina e teologia. Uno dei piùimportanti testi della chiesa ortodossa è senz'altro la Filocalia, che letteralmente significa«amore della bellezza», ma di quella bellezza che si identifica col bene. La parola era già statausata da S.Basilio e da Gregorio di Nazianzo, per la loro raccolta di passi scelti di Origene. Nel1782 vide luce a Venezia un'altra Filocalia, destinata a diventare ben più nota, i cui esemplari,appena stampati, furono rimpatriati in blocco in Oriente. Tale Filocalia è una raccolta di testitradizionali sulla preghiera ortodossa, sopratutto "solitaria", che prende le mosse dagli anacoreticristiani egiziani del IV secolo, per giungere fino ai monaci del Monte Athos del XV. La Filocaliadoveva ottenere un successo straordinario in Russia, grazie a un grande staretz, PaissyVelitchkovski (1722-1794), animatore di una vera rinascita spirituale, sia nei paesi moldavi, sia in Russia. Egli preparò in breve tempo una traduzione slava, la Dobrotolubiye (Pietroburgo,1793), della quale si ebbero otto riedizioni. La Filocalia è vasta, ma , per nostra fortuna, uno deitesti in essa contenuti, costituisce una sintesi dell'intera opera. Si tratta del capitolo "Sui tre modidi preghiera" tratto dagli scritti di San Simeone il Nuovo Teologo (949-1022) che, per la suaimportanza, riportiamo integralmente:

"Sui tre modi di preghiera

Esistono tre modi di attenzione e di preghiera, per essi l'anima può elevarsi e progredire, oppurecadere e perdersi. Chi usa di questi metodi nel modo e nel tempo giusto progredisce, chi inveceli pratica inopportunamente e insipientemente si smarrisce.L'attenzione e la preghiera sono unite inseparabilmente come il corpo è legato all'anima.L'attenzione procede e controlla i movimenti del nemico come un'avanguardia, è la prima adingaggiare la lotta col peccato, e ad opporsi ai pensieri malvagi che vorrebbero entrarenell'anima. La preghiera ne segue le orme, sterminando e distruggendo tutti i pensieri malvagicontro i quali l'attenzione è entrata in lotta, la sola attenzione non ha la forza di distruggerli. Daquesto combattimento contro i pensieri malvagi condotto con l'attenzione e la preghiera dipendela vita dell'anima. Servendosi dell'attenzione possiamo render pura la preghiera e compiere dei

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progressi; se non ci serviamo dell'attenzione per conservarla pura e la lasciamo incustodita,diventa inquinata dai pensieri malvagi e diveniamo degli inservibili falliti.

Sul primo modo dell'attenzione e della preghiera

Queste sono le caratteristiche del primo modo: uno si mette in orazione, solleva le mani, gliocchi e la mente verso il cielo, tiene fermi nella mente i pensieri di Dio, immagina i beni celesti,le schiere degli angeli e le dimore dei santi, riunisce, in una parola, nella mente quanto haappreso dalle Sante Sctitture e durante la preghiera vi si sofferma, esortando l'anima ad esseredesiderosa di Dio e del suo amore. Gli può capitare in questo stato di versare delle lacrime e dipiangere. Può succedere, se uno segue soltanto questo modo, che poco a poco il suo cuores'inorgoglisca senza che lui l'avverta, e pensi che ciò che esperimenta gli venga dalla grazia diDio come consolazione, e comincia a domandare a Dio di poter rimanere sempre in quellostato. Ma questo è segno di smarrimento, il bene quando non è compiuto come si deve non èpiù bene. Se quest'uomo s'impegna in una vita solitaria totale difficilmente potrà sfuggire allafollia. Se questo per un puro caso non avvenga, gli sarà impossibile raggiungere il possessodella virtù e il calmo pensiero. Questo modo contiene un altro rischio di deviazione: uno puòvedere con gli occhi del corpo delle luci e dei fulgori, gustare dei profumi soavi, sentire dei suonie altre simili cose. Alcuni ne sono rimasti del tutto invasati, nella loro insania hanno cominciato avagolare da un luogo all'altro; altri, scambiando il diavolo per un angelo della luce, sono rimastiingannati, fino a diventare incorreggibili rifiutando di accogliere l'ammonimento dei fratelli. Altri,istigati dal diavolo, si sono suicidati gettandosi chi da un precipizio, chi impiccandosi. Da quantoabbiamo detto non è difficile, per chi ha buon senso, comprendere quale rischio sia incluso inquesto primo modo di attenzione e di preghiera (quando venga considerato come l'unico nellavia della preghiera). Anche se qualcuno evita questi pericoli nel praticarlo perché vive in unacomunità, ai suoi rischi sono esposti particolarmente gli eremiti, sappia che non farà nessunpasso avanti nella vita spirituale.

Sul secondo modo di attenzione e di preghiera

Questo è il secondo modo di attenzione e di preghiera: l’orante ritrae la mente dagli oggettisensibili e la raccoglie nel suo intimo; vigila sui sensi e unifica i suoi pensieri in modo cheinterrompano il vagabondaggio tra le vanità mondane. A volte esamina i suoi pensieri, a volte siferma a considerare le parole che le sue labbra pronunciano; a volte ferma il pensiero quandoaffascinato dal diavolo vola verso qualcosa di peccaminoso e di vano; a volte, vinto da qualchepassione, con grande travaglio e sforzo lotta per rientrare in sé stesso. La nota specifica diquesto modo è che si svolge nella testa, i pensieri combattono contro i pensieri.In questo combattimento contro se stesso, non si può trovare la pace, né il tempo di praticarequelle virtù che sono il coronamento della verità. Questo stato è paragonabile ad uno che lotticon i nemici, nella notte, al buio, sente le loro voci, subisce i loro colpi, ma non vedechiaramente dove siano, da dove vengano e per qual motivo stiano aggredendolo; rimanedentro la testa, mentre i pensieri malvagi escono dal cuore. La tenebra che gli avvolge la mente,la tempesta che infuria nei suoi pensieri sono la causa che impedisce di vedere la origine diquesta deviazione, non riesce a sfuggire dalla presa dei demoni, suoi nemici, e a riconoscere iloro colpi. Se poi insieme a tutto questo uno vien preso dalla vanità di ritenersi vigilante su sestesso come dovrebbe, lavora inutilmente e perderà per sempre ogni ricompensa. Orgogliosodisprezza e critica gli altri e loda se stesso, considerandosi atto ad essere un pastore di uominie di guidare gli altri diventa simile ad un cieco che vuol condurre altri ciechi. Questi sono icararteri del secondo modo di attenzione e di preghiera. Chi vuol raggiungere la salvezza sapràriconoscere il danno che sta arrecando all'anima sua e aprirà con cura gli occhi su se stesso.Questo modo, ciò nonostante, è migliore del primo come una notte di plenilunio è meglio di unanotte senza luna.

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Sul terzo modo di attenzione e di preghiera

Il terzo modo è meraviglioso ma difficile a spiegare; è insieme difficile e incredibile per chi non loabbia mai praticato, fino al punto da esser respinto come possibile attuazione. Nel nostro tempoinfatti è difficile incontrare chi pratichi questo modo di attenzione e di preghiera; verrebbe dapensare che questo dono benedetto ci abbia abbandonato insieme all'obbedienza.Se uno osserva l'obbedienza perfetta al suo padre spirituale, si libera da ogni perplessità,avendole poste sulle spalle della sua guida. Libero da ogni attaccamento sensibile, puòdedicarsi con zelo e diligenza alla pratica del terzo modo di preghiera, supponendo però che sisia posto sotto la direzione di una guida non sottoposta a smarrimenti. Se vuoi raggiungere lasalvezza comincia in questo modo: stabilisci nel tuo cuore la perfetta obbedienza alla tua guidaspirituale, compi qualunque cosa con coscienza pura, alla presenza di Dio; non è possibileavere la coscienza pura senza l'obbedienza. Conserva pura la coscienza in queste tre direzioni:di fronte a Dio, di fronte alla tua guida spirituale, di fronte agli uomini e alle cose e alla realtà delmondo.Di fronte a Dio il dovere della tua coscienza consiste nel non fare azione che, secondo la tuacoscienza, non sia gradita e accetta a Dio. Di fronte al tuo padre spirituale fa soltanto quello cheti dirà, non voler fare niente di più o di meno di quanto ti suggerisce, cammina sotto la guidadella sua volontà e della sua intenzione. Di fronte agli uomini non fare alcuna cosa che nonvorresti venisse fatta a te stesso. Di fronte alle cose il tuo dovere è di mantenere pura la tuacoscienza usandola in maniera giusta, per le cose intendo il cibo, le bevande e le vesti.Procedendo in questo modo ti appronterai un sentiero solido e diretto verso il terzo modo diattenzione e di preghiera, esso consiste essenzialmente in questo: la mente scenda nel cuore.Mentre preghi ferma l'attenzione nel cuore, percorrilo in tutti i sensi, senza mai distaccartene, edalle profondità del cuore fa' salire a Dio la tua preghiera. Quando la mente, dimorando nelcuore, comincia a gustare quanto è buono il Signore e si sente colma di grande diletto non vorràpiù abbandonare quel luogo. Contemplerà le profondità del cuore e vi rimarrà cercando eallontanando quei pensieri che il demonio vi avrà disseminato. Chi non conosce e non haprovato questo modo, lo considererà difficile e opprimente. Chi invece avrà gustato la suadolcezza e avrà goduto nelle profondità del cuore, grida con San Paolo: "Chi potrà distaccarsidall'amore di Cristo'..".Osserva prima di ogni altra cosa queste tre direttive: sii libero da ognipreoccupazione, non solo riguardo a ciò che è malefico e vano ma anche a ciò che è buono, inuna parola sii morto a tutto; conserva la tua coscienza in modo che nulla possa rimproverarsi;abbi il perfetto distacco da ogni attaccamento passionale, in modo da non avere alcunainclinazione verso ciò che appartiene al mondo. Mantieni la tua attenzione in te stesso, tieniferma la mente nel cuore, con tutti i mezzi possibili cerca di scoprire il luogo dove è il cuore; seavrai il dono di trovarlo il tuo pensiero vi dimorerà per sempre. Impegnandoti in tal modo lamente scoprirà il luogo del cuore, quando l'avrà trovato la grazia renderà la preghiera soave eardente. La mente acquisterà la capacità di allontanare i pensieri malvagi da qualunque parte simanifestino prima che abbiano preso consistenza, facendoli dissipare con l'invocazione:"Signore Gesù abbi pietà di me! ". Il primo e il secondo modo di attenzione e di preghiera nonconducono l'uomo alla perfezione. Volendo costruire una cosa non cominciamo dal tetto madalle fondamenta; prima gettiamo le fondamenta poi innalziamo i muri infine edifichiamo il tetto.Altrettanto ci è richiesto per l'edificio spirituale, innanzi tutto gettiamo il fondamento: vigilando sulcuore e purificandolo dalle passioni; quindi innalziamo le mura respingendo l'assalto dei nemiciche si scagliano contro servendosi dei sensi, e addestrandoci a controbattere i loro assalti il piùpresto possibile; dopo aver fatto questo possiamo porre mano al tetto, alla totale rinuncia a tuttoper offrirci completamente a Dio. In questo modo potremo ultimare la nostra casa in GesùCristo, a Lui sia lode per sempre. Amen." (Filocalia , vol. V pp. 73-89. edizione italiana dellaFilocalia, ed. Gribaudi)

Non poteva sfuggire a Gurdjieff che l'aspetto "preghiera" è massimo nel terzo modo, mentrel'aspetto "attenzione" è massimo nel secondo. Forse gli venne il sospetto che il secondo modo,già all'epoca di San Simeone, non fosse più noto nella sua completezza, in ambiente cristiano e

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che, proprio per la sua incompletezza, gli venisse preferito il terzo. Tutti i suoi anni successivi lidedicò infatti ad un approfondimento esoterico del secondo modo, entrando così in contatto consvariati ambienti, soprattutto sufi e buddhisti.

Gurdjieff e il SufismoIl contatto di Gurdjieff con il Sufismo islamico è praticamente certo, se si tiene presente chenell'estate del 1885 il suo viaggio di ricerca inizia a Costantinopoli, per studiare i dervisciMevlevi e Bektaschi e che nel 1920-1922 Gurdjieff torna a Costantinopoli e si trasferisce nellavicina Péra, al Black Rose. In quell'occasione, P.D. Ouspensky ritorna da lui e gli chiede dioccuparsi dei gruppi che nel frattempo aveva fondato. I due partecipano assiduamente allecerimonie dei Mevlevi (dervisci roteanti) di Yuksek Kalderym. Nelle vicinanze, Gurdjiefforganizza delle conferenze e intensifica il lavoro per il balletto "The Struggle of the Magicians".Sempre in quel periodo, tramite il principe Mehmet Sabaheddin, conosce J.G. Bennett,capitano dei servizi segreti britannici, che doveva diventare un altro suo famoso discepolo.L'influsso del Sufismo, tuttavia, non deve essere neppure esagerato, fino a farne l'unica fontedell'insegnamento di Gurdjieff. Nel libro "I Maestri di Gurdjieff" (ediz. italiana: 1991, Roma, E.Mediterranee) , Rafael Lefort, studioso di esoterismo, narra che, dopo essere entrato a far partedi una delle scuole ispirate alla dottrina di Gurdjieff, avendo trovato un metodo di insegnamentonon conforme alla sue aspettative, decise di mettersi in viaggio verso l’Oriente, alla ricerca dellefonti originali dell'insegnamento. I capitoli di questo libro sono dedicati alle figure degli uomini,quasi tutti mercanti o artigiani, con i quali Lefort era riuscito ad avere un incontro: si tratta dipersone che avevano insegnato a Gurdjieff, o che avevano imparato assieme a lui la loro arte,oppure che erano stati suoi maestri o condiscepoli nello studio di una particolare disciplina. Permezzo di suggerimenti e indicazioni, Lefort venne guidato da essi nel suo viaggio di città in città,di maestro in maestro, fino a trovarsi nuovamente in Europa, in seno ad una scuola esoterica,situata (ironia della sorte!) a soli quindici chilometri dalla sua abitazione. Nel corso del suo lungoperegrinare, l’autore prende coscienza della sterilità delle motivazioni, quasi esclusivamenteintellettuali, che lo avevano portato ad intraprenderlo, e si pone in una nuova prospettivariguardo a Gurdjieff ed al suo pensiero. Mentre rinuncia ad una sicurezza che ora gli apparefalsa ed acquisisce umiltà e disponibilità, viene altresì messo in guardia nei confronti dellescuole in grado di tramandare l’aspetto esclusivamente esteriore dell’insegnamento di Gurdjieff.Il messaggio di Gurdjieff viene dichiarato morto con la scomparsa del maestro, ma si affermache l’insegnamento autentico è sempre accessibile. Alla fine del suo viaggio, Lefort è posto difronte ad una scelta: continuare le sue ricerche o rinunciare ad esse per intraprendereeffettivamente il cammino evolutivo. Il libro pretende di essere una ricerca dei Maestri diGurdjieff, fisicamente intesi, svolta negli anni sessanta. A meno di non ammettere, nei lororiguardi, una longevità ben superiore a quella di Gurdjieff, una interpretazione letterale del testoha poche possibilità di corrispondere al vero. Si dice che Rafael Lefort sia lo pseudonimo delfamoso scrittore Idries Shah (1924 Simla/India-1996 Londra). Quest'ultimo, scheikNaqshabandy d'origine afgana (partecipò coi mujaiddin alla guerra di resistenza control'invasione sovietica dell'Afghanistan), è stato uno dei maggiori divulgatori moderni del sufismo,soprattutto di quell'ala che lo svincola dall'aderenza all'Islam. All'opposto vi è l'ala tradizionalista,che vanta rappresentanti altrettanto famosi come Syed Hossein Nasr, la quale ritieneindispensabile la pratica della forma religiosa islamica.Gli scheik tradizionalisti sostengono chel'altra ala estremizzi il cosmopolitismo ed universalismo sufi, disancorandolo dalla sua baseterrena e storica che è appunto l'Islam. E' abbastanza noto che la "Fondazione Gurdjieff",avente le sue sedi principali a Parigi, Londra e New York, guidata prima da Madame JeanneMatignon de Salzmann (1889-1990) e poi dal figlio Dr. Michel de Salzmann , cercò di integrarsinella tradizione orientale, al fine di completare l'insegnamento lasciato in eredità da Gurdjieff.Poichè tale insegnamento era esteriormente svincolato tanto dall'Islam, quanto dal Buddhismo,sembrò naturale rivolgersi all'ala cosmopolita di Idries Shah. Egli accettò di accogliere i membridella fondazione, ma a patto che rinunciassero alla gerarchia che si era formata all'interno delloro gruppo, cioè a condizione che ricominciassero tutti dallo stesso grado di neofiti. Essirifiutarono e Shah rispose con il libro firmato Lefort. L'interpretazione delle origini

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dell'insegnamento di Gurdjieff , presente in questo libro, è senz'altro di parte, sia perchètrascura l'influsso buddhista ed altri minori, sia perchè dimentica che Gurdjieff non uscì maidalla tradizione cristiano-ortodossa, considerando, con ogni probabilità, i suoi contatti orientalinient'altro che un approfondimento di quello che S. Simeone definisce "il secondo modo diattenzione e di preghiera". Prova ne è che, alla sua morte, dopo quattro giorni e quattro notti diveglia, venne cantata una messa solenne nella cattedrale della Chiesa Ortodossa "AlexandreNevsky", in Rue Daru a Parigi.

L'enigma del lama DordjieffIl periodo della vita di Gurdjieff, che ha suscitato maggiormente la curiosità dei ricercatori, ènaturalmente quello dei «vent'anni mancanti». Stando a quanto egli stesso ha scritto, assiemeai suoi compagni di viaggio, scavando 'casualmente' tra le rovine dell'antica città di Ani, trovò letracce della scuola esoterica di saggezza, chiamata 'La Confraternita di Sarmoung',ipoteticamente sviluppatasi, attorno al 2500 a.C., a Babilonia. Nel Kurdistan, scoprì una mappadell' Egitto pre-sabbia, poi proseguì per Alessandria e Il Cairo. Visitò Tebe, l'Abissinia e le rovinedi Babilonia in Iraq. Studiò nel finalmente ritrovato monastero di Sarmoung (trovandoispirazione per le famose Danze Sacre), esplorò il deserto del Gobi, studiò la magia persiana ele tecniche ipnotiche. Non si fece certamente scrupolo, nel 1901, di diventare un agente delloZar ed entrare in Tibet, allora zona di attrito tra due potenze imperialiste, quella russa e quellainglese, probabilmente per trovare nuove discipline di consapevolezza. Egli era probabilmentepresente, quando, il 5 luglio del 1903, il colonnello Francis Younghusband invase il Tibet,penetrando dall'India. Assistette al massacro dei Tibetani da parte degli Inglesi a Guru e allasuccessiva conquista di Lhasa. Ferito più volte e ammalatosi di idropisia, dovette andarsene dalTibet. Una testimonianza interessante, relativa a questo periodo, riferita da Louis Pauwels nellibro "Monsieur Gurdjieff" (Roma 1972), è quella di Achmed Abdullah, scrittore e ufficialedell'Intelligence Service. Questi incontrò Gurdjieff a New York , durante un pranzo in casa di uncomune amico, e riconobbe in lui il Lama Dorzhieff (o Dordjieff secondo un'altra grafia)conosciuto circa trenta anni prima in Tibet. Glielo disse e lui gli strizzò l'occhio. Si parlarono inlingua tagik. Dorzhieff era stato precettore del giovane tredicesimo Dalai Lama ed era ilprincipale agente segreto della Russia nel Tibet. Quando le truppe Inglesi invasero il Tibet, fuggìinsieme al Dalai Lama in direzione della Mongolia. Tutto ciò, se fosse vero, spiegherebbe ledifficoltà che più tardi Gurdjieff incontrò a Londra, nonostante gli interventi dei suoi amici pressoLloyd George. La testimonianza di A. Abdullah è stata, in genere, scartata dai seguaci diGurdjieff, forse perchè Alexandra David Neel, che ha scritto molti libri di viaggio sul Tibet, in unarticolo apparso su Nouvelles Litteraires di Parigi il 22 Aprile 1954, dichiarò che era statoconfuso Gurdjieff con un lama buriato di nome Dordjieff. A favore della tesi di Abdullah è invecel’ambasciatore indiano in Cina K.M. Panikkar, in "Storia della dominazione europea in Asia dalCinquecento ai nostri giorni" (Einaudi, Torino 1977) che si appoggia anche sulla testimonianzadi Sir Charles Bell, diplomatico inglese in Tibet e amico personale del tredicesimo Dalai Lama, riportata nella biografia autorizzata " Portrait of a Dalai Lama: The Life and Times of the GreatThirteenth" (pubblicata per la prima volta nel 1946 da W.M. Collins e successivamenteristampata nel 1987, a Londra, da Wisdom Publications). E' poi da notare che il libro di RomLandau "God is My Adventure" (ultima ristampa : Unwin, 1964) che per primo riportò latestimonianza di Abdullah, uscì quando era ancora vivo Gurdjieff ed egli non fece la minimaobiezione. Forse allo scopo di indicare il Tibet come luogo per approfondire l'insegnamento,Gurdjieff, come narra J.C. Bennett (Gurdjieff: Un nuovo Mondo, Ubaldini-Roma-1981), nell'annodella sua morte, raccontò ai suoi discepoli come giunse alla frontiera tibetana, dando il suonome e i documenti redatti in russo. Disse che nella lingua di quel luogo non c'era la lettera "g",sicchè pronunciavano il suo cognome "Dordjieff" e gli diedero un salvacondotto in tibetano, sucui era scritto il nome in base alla loro pronuncia. Il racconto era probabilmente una bugia, vistoche i tibetani non hanno normalmente difficoltà a pronunciare parole con la g. Bennett ritiene,perciò, che esistesse un altro lama di nome Dordjieff e che Gurdjieff abbia approfittatodell'omonimia, per accedere a lamaserie che altrimenti gli sarebbero state precluse. Per fugare

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ogni dubbio sull'argomento, si può anche leggere l'ottimo "Buddhism in Russia: The Story ofAgvan Dorzhiev, Lhasa's Emissary to the Tsar" (London, Element Books) di John Snelling. Iltesto, molto ben documentato, ricostruisce la vicenda, a suo modo straordinaria, di AgvanDorzhiev, il monaco buriato che fu uno dei tutori - e più tardi uno dei consiglieri - del tredicesimoDalai Lama. Dorzhiev si adoperò anche per diffondere il buddhismo in Russia e fu uno deipromotori della costruzione del monastero buddhista di San Pietroburgo, tuttora esistente eattivo. Travolto dagli eventi seguiti alla presa del potere da parte di Stalin, Dorzhiev morì inqualche gulag intorno al 1937. Riguardo all'etimologia del nome di questo monaco è forseinteressante quanto dice Paul Demieville nell'opera "Le Concile de Lhasa" (Imprimerie Nationalede France- Paris 1952, pag. 12): "...nel 1935, alcuni mesi prima della sua morte, Obermiller hasegnalato un nuovo documento sulla polemica sino-tibetana: lo aveva trovato nella bibliotecadel Museo Asiatico dell'Accademia delle Scienze, a Leningrado, un manoscritto sanscrito sucarta tibetana, portato in quel periodo in Russia, a nome del Dalai Lama, dal celebre lamasiberiano Dorjeev (Rdo-rje, 'la folgore'), capo dei buddhisti russi, Buriati e Calmucchi." Cosapensare dunque della testimonianza di Achmed Abdullah? Mi sembra piuttosto strano cheavesse potuto confondere Dorzhiev (che era un buriato, quindi con tratti somatici decisamentemongolici) con un armeno come Gurdjieff. A meno che non fosse...d'accordo con Gurdjieff !

L'insegnamento di Gurdjieff è incompleto?

La classificazione degli esseri umani, proposta da Gurdjieff, si basa sulla prevalenza dell'una odell'altra tra le principali funzioni psicofisiche (chiamate anche "centri"): la funzione motoria,quella emotiva e quella intellettuale. Ciascuno dei tre tipi umani, secondo Gurdjieff, quandodecide di evolversi spiritualmente, tende a seguire una via basata sulla funzione in luiprevalente: avremo così, rispettivamente, la via del fachiro, quella del monaco e quella delloyoghi. Egli propone invece una quarta via, nella quale la presenza mentale viene applicata atutte e tre le funzioni, così da garantirne una evoluzione equilibrata. Questa classificazioneproviene dalla tradizione Indù, ma Gurdjieff, che probabilmente aveva avuto contatti limitati oindiretti con essa, la riporta con alcune distorsioni. Innanzitutto egli usa il termine yoghi in unaaccezione più ristretta di quella usata in India, dove tutte le vie ascetiche sono considerateforme di yoga e perciò tutti gli asceti sono yoghi. Le vie tradizionalmente consigliate ai tre tipiumani sono rispettivamente: lo yoga dell'azione o karma yoga (e non il fachirismo), lo yoga delladevozione o bhakti yoga e lo yoga della conoscenza o jnana yoga. Viene poi considerata unaquarta via, che sintetizza le altre tre ed è detta raja yoga, cioè yoga del re; quest'ultimo,secondo la tradizione, dovrebbe possedere in forma essenziale ed equilibrata le qualità di tuttele caste (artigiani, guerrieri, sacerdoti) da lui governate. Infatti, il termine casta significavasemplicemente, in origine, "natura interiore". Qualsiasi via basata sulla presenza mentale ha,quotidianamente, due fasi temporali di applicazione: il giorno e la notte. Sia le pratiche diurne,sia le notturne possono ulteriormente suddividersi in pratiche "artificiali" (basate su posizioni omovimenti o processi prestabiliti) e pratiche di ogni istante. Gurdjieff fornì insegnamentii sullepratiche diurne, soprattutto del tipo "artificiale". Per quanto riguarda quelle notturne, egliinsegnava che il passaggio dalla veglia al sonno era dovuto al progressivo interrompersi deicollegamenti tra i vari "centri" o funzioni; proponeva ai suoi discepoli, come obiettivo evolutivo,l'apprendimento del passaggio volontario e rapido dalla veglia al sonno completo, minimizzandoi periodi intermedi di dormiveglia, al fine di guadagnare tempo ed energia. Il fatto che avesseuna certa conoscenza delle fasi intermedie tra veglia e sonno profondo testimonia che Gurdjieff,probabilmente durante la permanenza in Tibet, aveva praticato lo yoga del sogno. Egli peròriteneva che l'attenzione non sia altro che l'osservazione di un "centro" per mezzo di un altro"centro" e che perciò sia impossibile esercitarla durante il sonno completo, quando tutti icollegamenti tra i "centri" sono interrotti. Ciò dimostra che non conosceva la pratica tibetana, piùavanzata, detta yoga della luce chiara, che si effettua proprio durante il sonno profondo.

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Gurdjieff e il SubudStando a quel che dice quel matematico, ingegnere industriale e instancabile viaggiatore, che fuJ.G. Bennett, Gurdjieff aveva invitato i suoi discepoli ad integrare, in futuro, il suo insegnamentocon quello di un maestro, che sarebbe apparso nelle Indie Orientali Olandesi. Fu così che,quando Bennett si imbattè nel Subud, l'insegnamento dell'indonesiano Muhammad SubuhSumohadividjoio (Semarang 1901 - Giacarta 1987), lo provò e, per i lusinghieri risultati, lopropose ai membri dei gruppi da lui guidati. Il termine Subud non è in relazione con il nome diSubuh, bensí è una contrazione dei tre termini sanscriti Susila, Budhi e Dharma. In Subud, latraduzione di tali termini vale approssimativamente: Susila, il corretto vivere secondo la VolontàDivina; Budhi, la forza interiore insita nella natura dell'essere umano; Dharma la sottomissioneal Potere Divino. Il Subud non è una teoria filosofica, nè una fede religiosa, ma si identifica conla sua pratica: il latihan kejiwaan (esercizio spirituale) detto ,in genere, semplicemente latihan. Illatihan inizia stando in piedi, rilassati con le mani lungo i fianchi. È una buona cosa chiudere gliocchi. Non si deve cercare di pensare, e nemmeno di non pensare; in effetti, non occorre farenulla tranne rilassarsi e abbandonarsi volontariamente agli impulsi spontanei che verranno.Durante il latihan, alcuni muovono spontaneamente la testa o il corpo, le gambe o le braccia.Altri camminano o danzano o corrono o si sdraiano. Alcuni fanno rumore o parlano o gridano,altri cantano o ridono o piangono. C’è anche gente che rimane semplicemente in piedi e nonavverte nulla. Anche questo evento deve essere accettato serenamente, poichè si ritiene checiascuno riceverà, a tempo debito, ciò che è meglio per lui. La volontà del praticante è liberad'intervenire in qualsiasi momento per fermare l'azione del latihan, che continua soltanto fino aquando volontariamente ci si sottomette a esso. Il latihan, se eseguito con la necessariapresenza mentale, va oltre gli esercizi di Gurdjieff, basati sul movimento e le musiche. Mentrequesti ultimi sono totalmente artificiali, il latihan si basa su una spontaneità persino maggiore diquella che si vive, esercitando la presenza mentale durante gli eventi della vita quotidiana. Sonoinfatti momentaneamente assenti quelle consuetudini sociali, che limitano i nostri movimenticorporei. Il fondatore del Subud scoprì da solo la pratica del latihan, nell'estate del 1925, all'etàdi ventiquattro anni. Oggi il latihan viene normalmente trasmesso da un "aiutante" (helper), cioèda persona già esperta, che si limita ad eseguirlo assieme ai neofiti. Gli aiutanti erano sceltidirettamente da Pak Subuh (Pak o Bapak è la forma indonesiana con cui ci si rivolge ad unapersona di rispetto) finchè egli era in vita. Attualmente, sono nominati da un gruppo di aiutantiche agiscono, per un determinato periodo, nella funzione di "aiutanti internazionali". Vieneconsigliato, soprattutto in fase di apprendistato, di far prevalere la pratica di gruppo (a cuipartecipano gli aiutanti) su quella individuale.

ConcludendoSembra probabile che le origini dell'insegnamento di Gurdjieff siano da ricercarsiprincipalmente nel Cristianesimo Ortodosso, nel Sufismo Islamico, nel Buddhismo Tibetano e,sia pur indirettamente, nell'Induismo. Egli impiegò molti anni per giungere alla sua personalesintesi e probabilmente altrettanti ne occorrono per capire come vi giunse, essendo quelletradizioni molto vaste e ricche di insegnamenti. Per orientarsi in tale labirinto,"il filo di Arianna"da seguire è naturalmente quello consistente nell'osservare come il problema della presenzamentale, che è il cuore dell'insegnamento di Gurdjieff, è stato affrontato da ciascuna tradizione.