12mesi - maggio 2009

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Salvatore DErasmo Emiliano Viviano e Omar Pedrini Lorenzo Cittadini Alberta MarnigaN. MAGGIO 1 ANNO I // 2009

PENSIERI DI

STRADE E QUARTIERIDO

1,00

MESI

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Fiumicello Via Milano

BORGO WHRERBello di giorno

Lamico dei Longobardi

ARCAI

Il trasloco, finalmente!ESSERE ITALIANI

Palagiustizia

CICERABIGIA PLEO FACEBOOK BRACCIO DI FERRO RESTAURARE LE VESPE SUCCESSO

3 DODICI MESI // MARZO 2009

IN QUESTO NUMEROUna possibilit in pi L Italia e la crisi economica mondiale Una crisi, tanti volti Un ragazzo di strada Per piacere non chiamateli buzzurri Tu e il Fisco Il palazzo dalle 2.000 finestre Le vacanze non si toccano Prodotto & mercato Competitivit? Overdose di luoghi comuni Un tavolo contro la crisi Un fiore dacciaio Il gigante buono del rugby Nascita di una passione: Pax Video Strade e quartieri Via Milano Fiumicello 110 e lode Andrea Arcai: Azione collettiva per linteresse comune 5 7 9 10 12 15 16 23 24 25 28 32 34 37 40 41 45 48 50 52 54 58 60 62 64 69 72 73 76 78 80 84 87 88 90 92 94 95 96 L Unesco si addice a Brescia longobarda Fino ai trenta Essere italiani La mia passione? Il diritto costituzionale Terra promessa terra di dolore Due popoli per una terra Borgo Whrer, bello di giorno Specchio delle mie brame Qui e l Moda e bellezza Professione vacanze L uomo della Gs Messerschmitt Un dinosauro in cerca di affetto Cercasi letto disperatamente Artifices. Artigiani tra Brescia e Leno Cicerabigia. Giochi di carte del Nordest Burraco. Lerede nobile della canasta Sotto i diciotto Fenomeno Facebook successo

Maggio 2009 Anno I - Numero 1 Rivista mensile - 1,00 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 e-mail: [email protected] Direttore Responsabile Roberto Barucco e-mail: [email protected] Editore Sales Solutions srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008

DODICI MESIMESI

Impaginazione Wave Communication Srl Fotografie Archivio Sales Solutions, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Agenzia Reporter, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Mediagraf Spa - Padova Pubblicit

Hanno collaborato a questo numero Roberto Barucco, Nicola Bendinelli, Silvio Bettini, Elisabetta Caramma, Alessandra Cascio, Alessandro Cheula, Alessandro Chizzoni, Enrico Filippini, Bruno Forza, Rolando Giambelli, Liceo Newton di Brescia, Riccardo Maffei, Ferdinando Magnino,Sergio Masini, Cristina Minini, Giorgio Olla, Ilenia Pachera, Antonio Panigalli, Omar Pedrini, Luca Rizzotti, Gianmarco Sbaraini, Salvatore Scandurra, Silvia Valentini

Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 25124 - Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 [email protected]

MESI 12MAGGIO 2009

Edi ROBERTO BARUCCO

DITORIALE

5

UNA POSSIBILIT IN PI

ART RIPA

by

Avventura? Pu darsi. Ma ditemi onestamente quale momento della vita non sia una vera avventura?.

ispettare le voci di tutti, senza rinunciare alle proprie opinioni. Difenderle, spesso. Sostenerle nel confronto. Far percepire che i passaggi legati al miglioramento del bene comune sono tappe evolutive che riguardano lintimo di ognuno di noi. Non cercare ripari provvisori allombra delle ipocrisie, dei mezzi accenni, delle mezze verit. C tempo per passeggiare a braccetto con i sogni e le speranze, anche quando trovano la carta dove riposare, testimoniare. Almeno dodici mesi. Appunto. Dodici i mesi dellanno. Dodici i segni sui quadranti degli orologi, dodici le domande, almeno, se non di pi, che ci porremo ad ogni numero. Oggi nasce una nuova, piccola realt nel mondo dellinformazione. fuori dagli schemi, dalle consuetudini. Per formato, contenuti, strutturazione. Nasce sotto la speranza di una nuova primavera, che sta arrivando e di nuovi sogni. Cercher di sostenere con pacatezza, questo Dodici mesi, che preferisco abbreviare in Dodici, una linea di pensiero, di confronto. Avventura? Pu darsi. Ma ditemi onestamente quale momento della vita non sia una vera avventura: larrivare in ufficio, sbarcare il lunario, sopravvivere al pedaggio quotidiano del diritto di vivere, accettare ogni sorta di compromessi per tirare a campare, accendere ogni giorno un computer sul mondo.

R

Avventura, allora. Che ci apprestiamo a vivere serenamente, ben consapevoli dei nostri limiti e delle nostre forze, ma con obiettivi altrettanto chiari. Con le nostre inchieste, le rubriche, le interviste, i personaggi, gli sconosciuti, il mondo dei dimenticati, lalleggerimento necessario con il gossip, i temi di servizio, i servizi di utilit. Sono le storie di sempre, di tutti i giorni. Ci apprestiamo a raccontarle ancora, colorando di mestiere le strade grigie del disincanto. Iniziamo cos. Confortati dalla presenza quotidiana in redazione di una bella squadra. Qualche vecchio amico professionista, tanti giovani che hanno nel sangue, lo abbiamo visto in questi mesi di preparazione, il germe del raccontare, del confronto. Amici fotografi che collaborano con noi e tanto entusiasmo, che ci fa sentire ad ogni riunione di redazione davvero uniti, senza et. Dodici nasce cos. Non pretende di insegnare, tantomeno di giudicare. una possibilit in pi. Nel tempo dellomologazione, del grigio costante, persino per le auto, dellapplicazione di metodi accomunanti e accomodanti, anche poter offrire una possibilit in pi a chi vuole esprimersi e ha ancora il coraggio di mettersi in gioco, sembra molto. Anzi, echeggiando Orwell, ritengo, anzi riteniamo, dalle parti della redazione, che nel tempo dellinganno universale, dire la verit sia gi un atto rivoluzionario. Roberto Barucco Direttore ResponsabileMESI 12MAGGIO 2009

Odi RICCARDO MAFFEI

PINIONI

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LITALIA

E LA CRISI ECONOMICA MONDIALEPerch ci salveremo ancora.

I

n Italia, la crisi economica mondiale, la grande recessione, sembra che faccia meno paura che in altri paesi. Noi dello stivale abbiamo da anni nelle orecchie le litanie sulla crisi, sul debito pubblico, sullItalia che non ce la fa e chi pi ne ha pi ne metta e tutte le volte non cambia quasi nulla, non cambia il nostro stile di vita, non cambiano le nostre vacanze, i nostri acquisti natalizi, il nostro superfluo non sparisce mai. Non un caso, non larte di arrangiarsi, ritengo che le motivazioni siano tanto banali quanto imbarazzanti: la nostra economia nazionale, quella che disegna i redditi reali delle famiglie, uneconomia in nero. S, in nero, cio senza fattura, senza contratto di lavoro, senza nulla che possa risultare al fisco, nelle statistiche Istat sul prodotto interno lordo o sul reddito pro capite, uneconomia sommersa. Uneconomia sommersa che pesa, a seconda della fonte, dal 35% al 60% del prodotto interno lordo. Uneconomia al di fuori delle oscillazioni dei mercati azionari mondiali, delle crisi finanziarie, delle dinamiche dei paesi normali e che, ironia della sorte, probabilmente ci far sentire poco questa crisi, salvati dal nostro degrado civile e fiscale una soluzione allitaliana, come sempre. Parlo di uneconomia sommersa, per buona pace degli organi preposti al controllo, di cui non ho i numeri, gli esempi, di cui non conosco le aziende o i protagonisti, non li ho anche perch vivo in una realt economica, quella lombarda, che forse una delle poche vicine alla legalit fiscale europea e mondiale, sicuramente non per meriti etnici ma perch inserita in un contesto di mercato globale, che non permette la gestione allitaliana. Ma posso portare alcuni indizi che forse

riescono a supportare la mia ipotesi. LItalia il paese dove meno si usano le carte di credito e relativi succedanei, non perch ce lo impedisca una forma mentis o timori sulla sicurezza, ma perch in Italia si paga ancora tanto in contanti, denaro, che passa di mano in mano, che si guadagna per i servizi pi diversi, dallextra al bar o al ristorante, fino allo straordinario delle aziende, denaro, che non pu entrare nel canale bancario ed essere speso con le carte di credito, denaro che si tiene sotto la mattonella, frutto del lavoretto in nero del cassaintegrato, del pensionato, dello scontrino non battuto dal commerciante e di tutto quello che solo la fantasia vostra pu inventare. Altro indizio, ci sono realt territoriali nel paese, in cui la disoccupazione viaggia dal 15% al 35%, una popolazione senza un reddito, realt che ho, e abbiamo, visto, nelle quali ci si aspetterebbe di vedere gente alla disperazione, senza la possibilit di mangiare, di sostentarsi (per usare una terminologia ufficiale), e invece vediamo negozi griffati, traffico, locali, ristoranti, pizzerie e gente che vive, che entra, che compra e

Leconomia sommersa ci far superare la recessione economica.

che spende, gente che conferma il suo voto alle amministrazioni disgraziate del passato che spesso hanno contribuito fortemente a quel percentile di disoccupazione. Si vive, in queste realt, come si vive in Italia, con labbonamento a Sky (guardate le parabole sulle finestre) e il televisore al plasma misteri e magie italiane o segnali di uneconomia non tracciata? Quindi, signori miei, una piaga della societ italiana, leconomia sommersa, forse sar ci che ci far superare meglio di altri questa recessione economica mondiale, che creer un disagio sociale minore che in altri paesi e, come sempre accaduto in Italia, ci permetter di uscirne con le ossa un po ammaccate, ma sicuramente in piedi. Sar il momento forse con questa forza ed energia inaspettate di cominciare un percorso di moralizzazione sociale, civile e fiscale che ci consenta di diventare, finalmente, una democrazia illuminata e moderna.MESI 12MAGGIO 2009

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Odi ANTONIO PANIGALLI

PINIONI

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e due crisi economiche pi pervasive nellepoca delleconomia moderna, quella del 29 e quella di oggi, rappresentano comunque anche molti aspetti disomogenei: nel 29 lindebitamento dello Stato e delle famiglie americane non era mastodontico, i titoli atipici e leconomia di carta straccia non erano ancora stati inventati e non vi fu un pronto intervento statalista in favore delleconomia finanziaria. Ma, nel 29, quando la globalizzazione ancora non esisteva e neppure esistevano le attuali tecnologie ICT che annullano le distanze ed i fusi orari, una crisi partita dallAmerica in pochi anni invest con atipica similitudine tutto il mondo capitalista di allora, dalla Gran Bretagna alla Francia, dalla Germania allItalia, cos come sta accadendo oggi anche in Italia, come in America e nel resto dei paesi occidentali, il Pil nazionale croll di molti punti ed impieg almeno una decina di anni per tornare ai valori reali ante-crisi del 1930. Oggi, oltre agli illustri fallimenti doltreoceano gi conclamati ed ai diffusi malesseri sulleconomia reale, alcuni nefasti risultati gi si misurano sugli indici delle borse mondiali che hanno mediamente staccato un segno negativo di fine danno intorno al 50% . I fattori scatenanti sono probabilmente diversi, ma, la causa strutturale che, allora come

oggi, trasforma un normale periodo di recessione in una crisi, , a detta della maggioranza degli economisti, la stessa e cio la sperequativa distribuzione della ricchezza. Un fenomeno simile si verificato a partire dai rampanti anni Ottanta: la disuguaglianza cresciuta di quasi sei punti in venti anni, tra gli Ottanta e il 2000, proprio come negli anni del Big Crash. Il prof. Ravi Batra e il Nobel Lester Thurow cos descrivono le macro-cause strutturali del Big Crash: Primo, quando il numero di persone con scarso reddito cresce, aumenta anche il numero di Bad Credits concessi dalle banche ed il conseguente rischio di fallimento delle stesse; secondo effetto della concentrazione di ricchezza laumento degli investimenti speculativi. Quando una persona si arricchisce, diminuisce la sua avversione al rischio e cresce la propensione a profitti pi veloci. Ci implica lacquisto di asset e beni per rivenderli a

fini speculativi e non pi a fini produttivi. Si aggiunga che la febbre speculativa colpisce anche investitori non ricchi e il risultato sono le bolle immobiliari e finanziarie che poi esplodono; un terzo effetto della concentrazione di ricchezza il calo della domanda da parte delle masse.

LE CIFREQuota di ricchezza nazionale USA detenuta dall1% delle famiglie (%) ANNO 1922 1929 1949 %

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Una crisi partita dallAmerica in pochi anni invest, con atipica similitudine, tutto il mondo capitalista di allora.

1963 1983 1990 2000

31,6 36,3 20,8 31,6 34,3 37,0 40,0MESI 12MAGGIO 2009

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ERSONAGGI

LA SCHEDA

LA SCHEDA

UN RAGAZZOOmar Pedrini ed Emiliano Viviano: il numero uno del rock intervista il numero uno del Brescia.di OMAR PEDRINI e SILVIA VALENTINI

DI STRADAdura; credevo che ai calciatori piacessero solo Ramazzotti e la Pausini... Viviano: Ma va, mai ascoltato Ramazzotti e la Pausini. I miei fratelli pi grandi mi hanno educato allascolto della musica heavy metal e rock: i Metallica, gli U2, i Pink Floyd, i Guns and Roses A proposito, posso farti io una domanda Omar? Sei stato fra i primi a portare il rock duro in Italia, cambierai mai tipo di musica o sarai sempre fedele al rock? Omar: La risposta a marzo o aprile con il nuovo album Best of... Zio Rock Ho gi detto tutto! Omar: Sei un amico. Ti voglio bene. Sei un ragazzo in gamba, un grande giocatore, per io so che hai un desiderio, un sogno (quello di giocare nella Fiorentina) e io non vorrei proprio che si avverasse... Mi dici il tuo secondo desiderio cos preghiamo tutti

occasione la offre una cena fra amici da Marino il Mago a Lonato. Insieme a Omar e a Emiliano ci sono anche i calciatori con mogli e compagne. Omar: Hai un carattere molto easy da ragazzo di strada. Hai sposato una ragazza di Urago Mella, quartiere bresciano tosto, quartiere mio e dei gemelli Filippini. Sei anche tu un ragazzo di borgata? Viviano: Sono un ragazzo di strada. Molto di strada. Sono cresciuto a Peretola, quartiere storico di Firenze, case popolari, vita non facile, ma mi ha lasciato tanto e ho ancora molti amici e tanti ricordi laggi. Omar: Come ha segnato il tuo carattere questa vita di borgata? Viviano: In negativo la facile irascibilit. In positivo la grande adattabilit a tutte le situazioni. Omar: Hai sulla coscia sinistra un tatuaggio maori, come il mio; io lho fatto per la mia grande passione per il rugby, e tu? che storia ha il tuo? ti piacciono i tatuaggi? Viviano: Mi piacciono molto e ne ho pi di uno. Sulla coscia sinistra, sul polpaccio destro, sul petto il giglio di Firenze e sul braccio un tatuaggio tribale. Quello maori anchio lho voluto perch mi piaceva e per il suo richiamo al rugby. Omar: Un uccellino mi ha detto che hai fatto di tutto per avere i biglietti del concerto di giugno dei Metallica... Ma allora ti piace la musica heavy,MESI 12MAGGIO 2009

L

OMAR PEDRINI Inizia la carriera di cantante e musicista nel 1987 con il gruppo dei Timoria. Nel 1996 pubblica il suo primo CD da solista intitolato Beatnik-Il ragazzo tatuato di Birkenhead. Nel 2002 decide di intraprende la carriera solista. Debutta cos nel 2004 al Festival di Sanremo con Lavoro inutile ricevendo il premio dei giornalisti. Dopo un periodo di inattivit, riprende a fare delle esibizioni in acustico tornando a collaborare con altri componenti dei Timoria. docente di Laboratorio di composizione e realizzazione di una canzone pop presso il master in Comunicazione musicale per la discografia e i media dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo sette anni con la show-girl Elenoire Casalegno tornato libero.

EMILIANO VIVIANO Cresce nel vivaio della Fiorentina e viene poi acquistato dal Brescia. Dopo 2 anni nella Primavera del Brescia, mandato in prestito al Cesena, squadra con cui, a 18 anni, debutta tra i professionisti, nella stagione 2004-05 in Serie B, totalizzando 13 presenze giocando spesso da titolare. Lanno successivo torna al Brescia. Il livello delle sue prestazioni nella stagione di ritorno al Brescia sono tali da spingere la societ lombarda a puntare su di lui come portiere titolare. Con la Nazionale Under-20, Viviano aveva preso parte da titolare ai Mondiali

U-20 del 2005, mettendosi in grande evidenza. Nel 2006-07 ha fatto parte della rosa della Nazionale Under21, nella quale stato convocato come secondo portiere per lEuropeo U-21 del 2007. stato convocato come portiere titolare della Nazionale Olimpica che ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino.

Omar, Emiliano e gli amici a cena nel ristorante da Marino il Mago, a Lonato.

Mi piacciono molto i tatuaggi e ne ho pi di uno. Quello maori lho voluto per il suo richiamo al rugby.Emiliano Viviano e Omar Pedrini.

Il tuo desiderio giocare nella Fiorentina e io non vorrei proprio che si avverasse.insieme che si avveri solo quello? Viviano: La Fiorentina la mia squadra del cuore, sono un tifoso a prescindere; ovvio che mi piacerebbe giocare

nella squadra della mia citt, ma oggi il mio pi grande desiderio la serie A per il Brescia. Omar: Siamo qui da Marino il Mago, che magia gli chiediamo? Viviano: La Serie A per il Brescia. La Serie B un purgatorio ed gi troppo tempo che ci stiamo e che soffriamo. una magia, un sogno che speriamo si avveri per tutta la citt e per tutti i tifosi. Tutti in coro: Vogliamo la Serie A!.

MESI 12MAGGIO 2009

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A

VVENIMENTI

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Bicipiti in mostra al Vittoriale: il super match del braccio di ferro.

di SALVATORE SCANDURRA

A pochi mesi dalla fine dei mondiali, andata in scena, nella splendida cornice del Vittoriale di Gardone Riviera, Super Match, la pi importante competizione internazionale di braccio di ferro che annualmente viene organizzata in Italia. Ad alternarsi sul palco, i campioni italiani delle categorie 100 e 110 kg, ben quindici campioni mondiali, 70 atleti provenienti da 11 Paesi, oltre a parecchi iscritti del circuito professionistico americano e della federazione italiana. Un totale di circa cento partecipanti, tra cui spiccava la presenza del vero guru del movimento braccio ferrista interna-

PER PIACERE NON CHIAMATELI

zionale: lo statunitense John Brzenk. Responsabile estero della SBFI (sezione braccio di ferro Italia) e organizzatore dellevento, Giorgio Riello, bresciano di Leno. Come sei entrato a far parte di questo movimento? Sono entrato nel circuito del braccio di ferro circa dodici anni fa per una serie di coincidenze. Ammetto di essere stato colpito inizialmente dal famoso film di Stallone Over the Top, dove peraltro recitava il mio amico John Brzenk, che realmente vinse quel torneo. nata una vera passione, che mi ha portato a conoscere persone eccezionali, sia dal punto di vista sportivo che umano. Come atleta non ritengo di essere un top, pur avendo raggiunto dei buoni risultati a cavallo del 2000, quando avevo fatto podi in tutte

uno sport complesso, molto tecnico, che richiede una preparazione fisica globale.le gare del tour europeo, vincendo peraltro gli internazionali di categoria nel 2003. Si creano amicizie vere e ho avuto lopportunit di girare il mondo non da turista. Tanti i luoghi comuni da sfatare che riguardano questo sport. Per chi lo vive da fuori mi rendo conto che il braccio di ferro non considerato neanche uno sport, ma da responsabile estero SBFI, dico che a livello mondiale esiste un grande fermento. basato sulla potenza esplosiva, ed richiesta un minimo di forza, di genetica, ma mi soffermerei sul fatto che troppa gente pensa al braccio di ferro come a un gesto fin troppo semplice, in cui basta spingere il braccio per vincere. In realt uno sport molto complesso, molto tecnico, che richiede una preparazione fisica globale, dove una persona con la met della forza ma il doppio della tecnica vince sempre. Una passione che ti ha portato a girare il mondo dicevi. Esiste un luogo dove ami tornare? Torno sempre volentieri in America dove ho la fortuna di avere ormai tantissimi amici, mi alleno spesso con loro. Mi capitato di visitare il Montana, mi sono ripromesso di tornarci: uno stato esteso come lItalia che ha gli stessi abitanti della provincia di Brescia, un Paese dalla grande bellezza e quiete, dominato da una natura maestosa. Si finisce per girare posti non abitudinari, non turistici, il bello di questo lavoro anche questo. Un episodio accaduto che durante questi anni ti rimasto particolarmente impresso? Amo ricordare in particolare quello che mi successo in occasione dei tragici fatti dell11 settem-

BUZZURRI

bre 2001: quellanno stavo organizzando questa stessa gara, e avevo invitato, in quei giorni, un grande campione americano che abitava a New York; ero immaturo forse, ma chiamandolo al telefono mi rispose semplicemente dicendomi che stava bene. Ricordo che riattaccai

Nelle foto, alcuni momenti degli incontri svoltisi al Vittoriale di Gardone Riviera. In basso, Giorgio Riello e John Brzenk.

Si finisce per girare posti non abitudinari, non turistici, il bello di questo lavoro anche questo.il telefono dando per scontata la sua presenza in Italia. Ovviamente non venne. Gli scrissi che ero dispiaciuto, deluso dalla sua mancata presenza, lui mi rispose mandandomi cinque fotografie che lo ritraevano con un auto-respiratore mentre aiutava due anziani ricoperti di detriti a fuggire da Ground Zero, aggiungendo due sole parole: capisci adesso?.MESI 12MAGGIO 2009

MESI 12MAGGIO 2009

RTU E IL FISCOdi FERDINANDO MAGNINO

UBRICA

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LA CESSIONE DI QUOTE DI SRLA CURA DEI COMMERCIALISTI

al 22.8.2008, con lentrata in vigore del disposto dellart. 36, comma 1-bis DL n.112/2008, il deposito dellatto di cessione di trasferimento delle quote di srl presso il Registro delle Imprese, sottoscritto con firma digitale dalle parti contraenti, pu avvenire anche a cura dei professionisti iscritti nellAlbo dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Il Legislatore, non modificando la disciplina contenuta nel codice civile, ha individuato una modalit alternativa di sottoscrizione e di deposito dellatto di cessione. Alla luce dei chiarimenti intervenuti sul punto, la nuova modalit operativa prevede lintervento obbligatorio di un intermediario al quale affidato il compito di curarne il deposito presso il Registro delle Imprese. Tale soggetto individuato tra quelli che possono svolgere il ruolo di intermediario per il deposito dei bilanci e quindi dei professionisti iscritti allAlbo dei dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali.

D

La scelta legislativa di individuazione della nuova categoria di professionisti collegata alla comprovata competenza professionale in materia societaria, nonch allobbligo deontologico del professionista del dovere di responsabilit e di agire nellinteresse pubblico. Anche nellipotesi in cui al professionista fosse conferito esclusivamente lincarico del deposito dellatto di cessione redatto a cura delle parti e comunque senza il suo intervento, questultimo, oltre al rispetto della normativa in materia di privacy e di antiriciclaggio, tenuto a svolgere i seguenti controlli: verifica dellidentit e della capacit di agire delle parti e in caso di soggetti diversi dalle persone fisiche, dei relativi

La nuova modalit operativa prevede lintervento obbligatorio di un intermediario.

poteri di rappresentanza; verifica della titolarit dei beni e dei diritti oggetto di trasferimento, con particolare riferimento alleventuale regime di comunione tra i coniugi; controllo che latto non sia contrario al buon costume e allordine pubblico. Nel caso in cui il professionista abbia ricevuto un mandato professionale di consulenza altres necessario il controllo dellatto costitutivo della societ per verificare che non vi siano clausole che limitano la circolazione delle quote (clausole di intrasferibilit, prelazione, gradimento, ecc.). Nel caso in cui il professionista sia parte dellatto parrebbe che egli non possa essere anche lintermediario abilitato al deposito dellatto per salvaguardare la propria indipendenza. Si attende giurisprudenza in merito.

LESPERTORISPONDED // Ho dato in comodato a mia moglie un immobile affittato, a chi spetta pagare le imposte? R // I redditi fondiari concorrono indipendentemente dalla percezione a formare il reddito dei soggetti che possiedono gli immobili per il periodo dimposta in cui si verificato il possesso. Sul piano tributario, quindi, il comodato non trasferisce la titolarit del reddito dal marito (comodante) alla moglie. D // deducibile la perdita su crediti derivante da un cliente americano sottoposto ad amministrazione controllata? R // Valgono le regole previste per i debitori nazionali. Nel caso di un debitore estero sottoposto ad una procedura equivalente allamministrazione controllata, solo con la convalida del piano di ristrutturazione, ove sia previsto un rimborso parziale, si potr dedurre la quota dei crediti che tale piano prevede di non rimborsare.

Manda la tua domanda a: ferdinando.magnino

@dodicimesi.comMESI 12MAGGIO 2009

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NCHIESTE

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Dal Tribunale al nuovo Palagiustizia, il trasloco breve

IL PALAZZO DALLE 2.000 FINESTRE

PALAGIUSTIZIA

di ROBERTO BARUCCO

il palazzo delle 1.800 finestre e delle 3.500 porte. Per ora, rigorosamente chiuse. E non per fuggire i rigori di un inverno lungo come non accadeva da decenni. Chiuse perch il nuovo Palagiustizia, esempio della Citt Nuova non ancora giunta a compimento, non funziona ancora. Almeno fino a trasloco, ormai nelle cose e nei tempi, come il rifiorire degli ippocastani, e relative sistemazioni interne, quando saranno concluse. Intanto, niente dibattimenti, da quelle parti, a cavallo tra la stazione ferroviaria e il grigiore dei capannoni industriali dismessi. Niente andirivieni di avvocati, praticanti e postulanti, nemmeno la consolazione di una telecamera per immortalare il magistrato, il processo, il testimone di grido. Nessun veicolo che arriva dal carceMESI 12MAGGIO 2009

re con il suo carico mesto, per fornire materiale al calderone sempre acceso delle pagine di cronaca. E nemmeno corse affannose in tabaccheria, a cercare la marca da bollo che il solerte funzionario ti ricorda mancare, allultimo istante o code agli sportelli. Nulla. Solo silenzio. Studi davvocato, consorziati e consociati, arredati e profumati, ma proiettati ancora sul vecchio slargo di via Moretto. Bar e trattorie che attendono assalti davventori che non arrivano, un po deserto dei tartari, un po Brescia da bere, che tuttavia non stappa nulla. Appunto, nulla. Il palazzone, vera e propria futura cittadella della Giustizia, l, con le finestre e le porte come bocche mute che non elencano manco il codice civile. Lasciamo ai posteri il giudizio sullestetica del complesso, che,MESI 12MAGGIO 2009

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ILE CIFRE

NCHIESTE

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A fianco, lingresso del nuovo Palagiustizia. Sotto, uno scorcio da via Lattanzio Gambara e larea della struttura confinante con la rete ferroviaria.

70.000 dimensioni: mt 340x50 posti auto: 200 auto magistrati: 100 auto servizio: 100euro

IL PALAGIUSTIZIA IN CIFRE: superficie: mq

74.000.000arredi uffici:

...E I COSTI: importo lavori iniziali: interventi successivi:

laterali: qui troveranno sede, ad est la Procura della Repubblica, gli uffici della Polizia Giudiziaria e il Tribunale di Sorveglianza, mentre ad ovest verranno sistemati altri uffici del Tribunale. Citiamo un po di dati, ufficiali, che rendono meglio lidea delle caratteristiche definitive dellopera: importo dei lavori, 74 milioni di euro, circa, pi 5 milioni di interventi successivi. Inizio lavori, 8 aprile del 1999. Collaudo lavori, 31 maggio 2004. Giusto per ricordare i costi. Ma questi sono per lopera. C poi la necessaria procedura di attivazione. Citiamo, sempre dalle relazioni ufficiali: Nelma solo un parere personale, sembra anticipare i rigori di una condanna, se questa arrivasse al colpevole, e lospitalit delle mura di un carcere. Al progetto non si comanda, figuriamoci a questa sorta di diga, spartiacque tra una citt che arriva, forse, ed una che rimane, allombra rassicurante delle mura. Il palazzo delle duemila, quasi, finestre, l. Monumento solenne e nemesi della Giustizia, e nel suo incombere ne testimonia pure i tempi. E dal lontano 1956, dai tempi dellallora sindaco Bruno Boni, che si parla, discute e dibatte sulle esigenze della Legge, anzi della macchina complessa che presiede alla sua applicazione, in citt. Il palazzone odierno, forte di 70mila metri quadrati di superficie, con archivi che occupano due piani interrati, con una parte concava, gruppo centrale, di otto piani e due laterali di cinque, si sviluppa come una grande barriera per qualcosa come 340 metri di lunghezza e una larghezza di 50 metri. Molto pi di uno stadio, o, se preferite le similitudini, di un Centro Fiera, almeno come impatto visivo. Al di l delle muraglie di cemento di nuova generazione, altri muri, altri mattoni, altre fabbriche in disuso, che raccontano una storia pi antica. Dicono le relazioni ufficiali, Il nuovo Tribunale un pezzo di citt nuova, concepito in stretto rapporto con la citt storica, contenuta nel perimetro tra via XX Settembre e via Vittorio Emanuele. La collocazione tale da poter fruire dellattiguo parcheggio pubblico della potenzialit di 600 posti macchina e della strada a lato della ferrovia, lungo la quale possono essere ricavati altri 100 posti macchina. Ci sarebbero anche altri 7761 mq di parcheggi interni, tradotto in spazi, diciamo 200 posti auto. Ma di questi, 100 sono riservati ai magistrati ed altri 100 alle auto di servizio. Prendiamo atto, direbbero in linguaggio legale. Lunico accesso centrale porter alle aule del pianterreno ed alle sale destinate agli avvocati (citati nel testo con la consueta A maiuscola, antico vizio italico figlio del gigantismo grammaticale che il collega Severgnini stigmatizza spesso e volentieri). Salendo nel corpo centrale si troveranno uffici del Tribunale e, pi in alto, la Corte dAppello e la Procura Generale. Una prima babele che, tuttavia, si srotola lungo i fianchi, occupando gli edifici

lottobre 2003 a seguito di intese con il Ministero della Giustizia, Direzione Generale delle Risorse Materiali dei Beni e dei Servizi veniva conferita dal Sindaco la disponibilit per quanto attiene alla redazione da parte del Comune di una serie di progetti, con relativo capitolato per: Fornitura e posa di archivi compattabili e scaffalature fisse, fornitura e posa arredi standard per gli Uffici, fornitura e posa arredi su misura per le aule di udienza e spazi comuni. I costi? Rispettivamente 1milione e 560mila euro, circa, 1milione e 272mila euro, 851mila euro. giusto. Senza scaffali, del resto, il faldone non ha ragion dessere. Ma questa prima fase di attivazione necessariamente propedeutica ad un successivo passaggio. Eccolo: fornitura e posa tendaggi. E con 1800 finestre, non

euro euro euro

5.000.000 1.272.000 1.550.000 851.000 341.000tendaggi: arredi aule: scaffali archivi:

euro euro

dal lontano 1956, dai tempi dellallora sindaco Bruno Boni, che si parla, discute e dibatte sulle esigenze della Legge.

segnaletica interna esterna: euro

500.000

euro euro

1.420.000 1.800.000 125.000 387.000 300.000pulizie: varie: traslochi: ritinteggiatura:

sicurezza e fruibilit:

euro euro euro

costi gestione annui a regime: euro

3.107.000

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il palazzo delle 1.800 finestre e delle 3.500 porte. Ancora, rigorosamente chiuse.

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TRASLOCO, IL GIORNO DOPO

Mario Labolani: Ora dobbiamo decidere per gli stabili che rimarranno vuoti: come impiegarli?.Il trasloco una certezza, la data dinizio un po meno, ma di sicuro il Palagiustizia conoscer una nuova stagione, ma che accadr, nei vecchi stabili, sedi di Tribunali e Procure, il giorno dopo? Ne abbiamo parlato con lassessore ai Lavori Pubblici del Comune di Brescia Mario Labolani: ancora piuttosto difficile dire che fine faranno queste strutture, anche perch dobbiamo capire a che livello di intervento dovremo muoverci. Certo, le possibilit sono molte, ma altrettanto ovvio che la valutazione, attenta, andr compiuta sullo stato di salute degli stabili, su quanto troveremo. Su cosa dovremo realizzare, le eventuali messe a norma, le sistemazioni. Serviranno una serie di ricognizioni attente. Poi potranno essere prese in considerazione le destinazioni possibili. Via Moretto, via Vittorio Emanuele. Ecco, l vedo bene la creazione della sede della Circoscrizione Centro, una ipotesi possibile, che pu essere valida, quasi a collocare una sorta di piccola municipalit. Una trasformazione interessante, anche pratica, sotto molti aspetti Beh, lo stabile di via Vittorio Emanuele potrebbe divenire un collegamento con la struttura della Polizia, in piazzale Repubblica, divenendo di fatto un vero sostegno, fruibile, efficace. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, tutte da approfondire. Sarebbe interessante, penso a via Moretto, trovare in questa sede una idonea collocazione per la facolt di Architettura, oppure arrivare a trovare finalmente una sede a quella facolt di Agraria della quale si parla da tanto tempo e che per gli studenti bresciani, legati ad antiche tradizioni e costretti al pendolarismo fuori citt, potrebbe divenire un riferimento importante. I progetti sono diversi e di grande spessore Sono progetti di grande respiro, che vanno dalle caserme in disuso, alle strutture sanitarie. Insomma, si tratta di ragionare in merito a un contesto davvero ampio, che tocca il futuro e la ridestinazione degli edifici cittadini, facendo partecipare la gente e cercando la pi ampia convergenza. Penso alle aree recuperabili,

Restano le opere finali: trasloco, quello di met aprile, costo presunto 1milione e 800mila euro, tempo previsto, 12 mesi.uno scherzo, circa 346mila euro, in attesa di approvazione da parte del Ministero. Fornitura e posa segnaletica di sicurezza, interna ed esterna, si presume, in attesa dei capitoli, un 500mila euro. E poi la parte pi affascinante: la sicurezza nella cittadella della giustizia. Ecco che prende piede il progetto finalizzato a migliorare la sicurezza e la fruibilit del nuovo Palazzo di Giustizia (vien da dire, perdonateci, ma perch non ci avevano pensato prima?). Limporto previsto significativo, circa 1.420mila euro. Finita? Il Palagiustizia finalmente pronto a ricevere la carica delle pratiche? No. Restano le opere finali: trasloco, quello daprile, costo presunto 1milione e 800mila euro, tempo previsto, 12 mesi. Vigilanza e, visto il tempo intercorso dalla posa della prima pietra ad oggi, Tinteggiatura interna l dove necessario, costo presunto 125mila euro, pulizia straordinaria di tutti gli ambienti, compreso le vetrate (torniamo a quanto gi ribadito, quella raffica di finestre non sono uno scherzo), costo presunto, 300mila euro. E a questo elenco uniamo le spese di gestione della cosiddetta fase transitoria, appunto per la gestione ed il controllo conservativo del nuovo Palazzo di Giustizia: 387mila euro, relativi a 12 mesi. Quasi ci siamo, abbiate pazienza: rimangono i costi di gestione a regime: sen-

za scendere nei dettagli, manutenzione impianti e consumi, che comprendono teleriscaldamento, raffrescamento, energia elettrica, acqua, si tratta di circa 1milione e 662mila euro. A questi vanno assommati i previsti, pi e meno, 130mila euro di telefonate, manutenzioni varie ordinarie per 400mila euro, vigilanza notturna e diurna per altri 400mila euro, pulizie ordinarie per 450mila euro, manutenzione del verde (ce n poco, per fortuna o sfortuna, le opinioni divergono), 5mila euro e varie movimentazioni per 60mila euro. Il totale, ovviamente annuo, di questi costi, presunti, a regime, ovvero, con tutti gli uffici aperti e agibili, perfettamente funzionanti, quando tutte le 3.500 porte saranno aperte al pubblico, di circa 3milioni e 107mila euro.

Nellordine, il plastico, lingresso e la pianta del primo piano della nuova struttura.

Qui sopra, Mario Labolani. In basso, lattuale sede del tribunale in via Moretto.

alle potenzialit di nuovi parcheggi, alle superfici commerciali. Non si tratta solo, insomma, del trasloco e del nuovo Palagiustizia. Infatti, la prospettiva molto pi allargata Per noi il momento del trasloco, tornando alle strutture giudiziarie, sar un momento di grande soddisfazione, una giornata che porr fine ad una annosa vicenda che si trascinava da tempo e creava una serie di grossi disagi. Certo, fino allautunno le attuali sedi godranno ancora della possibilit duso, almeno per le udienze gi convocate. logico e corretto. Ma vogliamo avere al pi presto la disponibilit di tutti i palazzi di Giustizia rimasti liberi. Solo un passaggio, che mi sento di aggiungere: sono rimasto stupefatto, come assessore e come cittadino, di come sono state condotte alcune pratiche, inerenti il Palagiustizia, ad esempio i collaudi. Ma questa una vicenda diversa.

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MESI 12MAGGIO 2009

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OLA CRISI VA IN VACANZA

PINIONI

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Tempi duri in arrivo, ma le vacanze non si toccano. E nellattesa, rimboccarsi le maniche.

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Wave Docs

GESTIONE DOCUMENTALE E CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA

n italiano su due lo scorso Natale si concesso una vacanza, anche se, pur di partire, ha dovuto attingere ai propri risparmi (52%, fonte TripAdvisor.com). Nonostante questo, nove milioni di italiani, secondo le stime degli operatori del settore, si sono messi in viaggio anche per le vacanze di Pasqua, ma con un budget di spesa inferiore allo scorso anno di ben il 25%. Limpressione che sia cambiato il modo in cui si organizza il viaggio: nel segno della sobriet. Vacanze fai da te, mete a breve e medio raggio, last minute mordi e fuggi con compagnie low cost e weekend lungo, sono le nuove parole dordine. I temi della crisi economica ormai sono un tormentone. La crisi c, chiaro, ed perfettamente avvertibile in alcuni settori, basti pensare al forte incremento di Cig. Del resto Le mete esotiche rimangono questo periodo. noto che molte realt produt- sempre pi un lontano ricordo Di conseguenza in questo periodo di crisi. ritorna in gioco tive hanno anticipato le ferie la distinzione invernali. Anche se questa decisione non ha influito molto sulla vo- iniziale tra crisi reale e crisi percepiglia di vacanze degli italiani. Proprio a ta. Finora, a nostro avviso, le difficolt sottolineare questa tendenza generaliz- economiche, pesanti, a livello mondiazata non mancano i commenti entusia- le e di riflesso, nazionale, hanno asstici di commercianti (abbigliamento e sunto la figura di uno spauracchio, che Hi-tech su tutti) che non esitano a defi- per il momento con tutti i distinguo nire molto buono lafflusso di clienti in del caso, sintende ha sortito solo i primi effetti. Forse perch da noi la Grande Crisi non ha ancora provocato il collasso di figure importanti, com al contrario successo negli States (un esempio su tutti il noto fallimento di Lehman Brothers e il salvataggio governativo di Fannie Mae, Freddie Mac e Merrill Lynch). Illustri economisti, daltro canto, prevedono che i veri effetti della recessione mondiale si avran-

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La generazione cresciuta negli anni ottanta-novanta si potrebbe trovare di fronte a un periodo di rinunce.

no, anche da noi, forse in primavera. Questa ipotesi fornisce ulteriori margini di riflessione. La generazione come la mia, cresciuta negli anni ottanta-novanta (il periodo degli yuppies e della finanza creativa) si potrebbe trovare di fronte a una situazione dove pi nulla o quasi dovuto, prospettandosi un periodo di rinunce. Loccasione, tuttavia, potrebbe essere propizia per scuotere le coscienze su temi da sempre trascurati, forse anche perch avvolti nella coperta (sempre pi corta) del benessere. Si potr cos ripensare ad una nuova scala dei valori, morali ed etici primancora che economici. Nessuna sindrome di Cassandra, sia chiaro. Ma se lanno nuovo arriver sgretolando le nostre pi assodate certezze, non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche.MESI 12MAGGIO 2009

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UBRICA

COMPETITIVIT?PRODOTTO & MERCATOAPPROVVIGIONAMENTO NELLE PMI,SPECCHIO DELLECONOMIA?

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di SILVIO BETTINI

OVERDOSE DI LUOGHI COMUNIdi GIORGIO OLLA

Salvatore DErasmo, profondo conoscitore dellindustria bresciana, si racconta e ripercorre vizi e virt della realt territoriale.

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exB, consentendo di effettuare scambi commerciali attraverso il meccanismo della compensazione ai propri associati - circa 3.300 Pmi italiane, pu rappresentare un osservatorio alternativo sullandamento dei principali settori economici di attivit. Alternativo perch linsieme totale degli associati, nostro campione di analisi, se pur elevato in termini assoluti, rappresenta una percentuale ridotta delle 290.000 Pmi italiane; di rilievo anche il fatto che tali imprese appartengono al solo mercato del business to business il cui peso complessivo vale il 10% circa dellintero mercato domestico. Inoltre, non si pu ignorare che lacquisto in barter, determinando ricadute positive in termini di fatturati incrementali e nuove opportunit commerciali, ma soprattutto consentendo di fare acquisti senza il correlato esborso finanziario, spesso segue logiche alquanto differenti

I 145 settori di attivit coperti sono stati accorpati in macro categorie; di queste sono state considerate le 24 pi significative in termini di valore, come: Materie Prime (vetro, legno, metallo e plastica); Carburanti; Imballi; Trasporti; Pubblicit e Promozione; Forniture per Ufficio; Informatica; ecc. Di esse, solo 5 su 24 hanno realizzato una crescita nel quarto trimestre 2008 rispetto al terzo dello stesso anno; i primi due posti sono occupati da Materie prime e Carburanti: le prime in costante crescita durante tutto il periodo; mentre la domanda per Carburanti, che ha mostrato un incremento del 5 al 12% del monte richieste complessive, ha senzaltro risentito degli incrementi estivi di prezzo del petrolio. Interessante stata la crescita di richieste nella categoria Promozione

La domanda per Lavoro Interinale si completamente esaurita.dagli acquisti tradizionali. Lanalisi stata condotta sulle manifestazioni di interesse allacquisto da noi ricevute e processate, pari a circa 188 /ml nel 2008.MESI 12MAGGIO 2009

e Pubblicit, che dall1,7% dei primi tre trimestri balzata ad oltre il 5% nel quarto, quasi a significare che in tempi di difficolt nulla deve essere intentato. Del tutto inattesa la crescita della domanda inerente alle Costruzioni Industriali e Materiali per Edilizia, in controtendenza rispetto al mercato ufficiale. Non sorprende, invece, come la domanda per Lavoro Interinale si sia completamente esaurita dopo lestate e non dia alcun cenno di ripresa nemmeno nel quarto trimestre; cos come non sorprende il crollo di oltre il 50% nella richiesta di autoveicoli e servizi annessi che si reitera sia nel terzo che nel quarto trimestre. Il 2009 iniziato con estrema prudenza, la domanda complessiva in gennaio e febbraio, rispetto allo stesso periodo dellanno precedente, crollata del 75% in tutti i settori indistintamente; se vero che forse troppo presto per trarre indicazioni su cosa ci riserver questanno, probabilmente non cos presto per auspicare che il tradizionale dinamismo delle nostre Pmi riesca a contagiare lintera economia.

a qualche mese non si sente pi parlare di competitivit. Oggi, per superare la recessione, sembra che lunica ricetta consista nellaumento della spesa pubblica e nei trasferimenti di denaro tramite tagli di tasse mirati. Lei vede altre soluzioni? Non un male che non si parli pi cos tanto di competitivit, perch labuso del termine rischia di svilirne il significato. Non esiste alternativa alla competitivit in uneconomia di mercato come quella in cui il mondo ormai vive, compresa la Repubblica Popolare Cinese. Ma la competitivit non Salvatore si acquisisce, n si DErasmo recupera, agendo ha dedicato soltanto sulle leve trentanni della spesa pubblica della sua vita o dei trasferimenti allindustria di denaro attraverso bresciana. il fisco. Questo non sufficiente, soprattutto in Italia. necessario che lItalia diventi un paese globalmente competitivo, in tutte le sue articolazioni. Il sistema industriale italiano ha fatto molti passi in avanti sulla via del recupero di competitivit, sulla spinta delle crisi precedenti, ma non basta. Oggi sono chiamati a competere i sistemi paese, ed il nostro non ancora un paese capace di fare sistema. Non lo a livello politico, amministrativo, giudiziario, culturale. Un esempio per tutti: in Cina, a partire dagli anni 90, si affermata la Germania, grazie al ruolo trainante del Governo e dellintero paese. LItalia,

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salvo i casi delle singole eccellenze, percepito come il paese delle mille delegazioni, dei mille discorsi, ma dei pochi fatti. La soluzione che vedo semplice, almeno nella definizione, ed sotto gli occhi di tutti: si chiama modernizzazione. Dobbiamo diventare un paese moderno, sotto tutti gli aspetti, ed questa unesigenza senza alternativa. Questo significa anzitutto un riequilibrio, anche culturale, tra nord e sud, significa una nuova politica (lha invocata anche il Papa Benedetto XVI), una burocrazia efficiente, meritocratica, responsabile, protetta dallinvadenza della politica, una magistratura rapida

necessario che lItalia diventi un paese globalmente competitivo, in tutte le sue articolazioni.MESI 12MAGGIO 2009

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ERSONAGGI

LA SCHEDA

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e professionale, una scuola funzionale ai bisogni. Oggi siamo lontani anni luce, e non ci vergogniamo di avere 574.215 auto blu, pi di quante ne hanno Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Turchia, Spagna, Giappone, Grecia e Portogallo messi insieme, secondo la classifica stilata dallAssociazione Contribuenti Italiani. Pi mercato, meno stato, questo uno degli slogan pi fortunati del dopoguerra. Ma ora gli Stati sono chiamati a pagare il conto. il fallimento del mercato, secondo Lei? No, lo escludo. Non fallito il mercato, a mio giudizio. Sono falliti tutti coloro Enti e Istituzioni varie, in tutto il mondo che avevano il dovere di tutelare il mercato, gli investitori ed i consumatori, vigilando sul corretto svolgimento delle regole del gioco. E giudico grave che non si perseguano i responsabili delle omissioni. Oggi gli Stati sono chiamati ad intervenire, anche perch nessun altro potrebbe far fronte a disastri cos imponenti e dirompenti. Ma sarebbe un ulteriore, gravissimo errore il ritorno a dirigismi di qualsivoglia natura. Bisogna mettere in galera, e per tempo, lestofanti e truffatori, e con essi tutti coloro che, dolosamente o colpevolmente rendono possibili truffe e raggiri. Il mercato forse la vittima pi colpita da questa gravissima situazione, ma va salvaguardato, difeso, perch in tutte le latitudini il mercato stato fattore di crescita, di sviluppo, di autentica democrazia, non solo economica. Se un manager bresciano, giovane e preparato, desiderasse fare limprenditore, glielo consiglierebbe in questo momento? Certamente, e lo inciterei con forza e convinzione. LItalia ha un disperato bisogno di giovani preparati, che vogliano

SALVATORE DERASMO Calabrese, 66 anni, sposato. Laureato in Giurisprudenza, bresciano da 45 anni. stato in Aib-Associazione Industriale Bresciana per 30 anni, in cui ha percorso tutti i gradini fino a diventare direttore generale. Oggi, in pensione, autorevole consulente per lAssociazione. Coltiva interessi diversificati, come quello per lenergia da fonti rinnovabili o per qualunque tipo di innovazione. Ama il mare, la Spagna; adora il golf.potranno avere ampi spazi nelle costruzioni, nel medicale, nellaeronautica, nellignifugo, nei quali il tessile potr ancora essere protagonista. Ma bisogna intuire, lavorare, ed arrivare primi, o tra i primi. Le nanotecnologie costituiranno probabilmente una nuova rivoluzione, come fu per la Silicon Valley, e non penso che noi si sia in pole position. Ricerca e tecnologia, in sintesi, occupano i primi posti tra le mie preferenze, ma anche lUE le tiene in grande considerazione, con finanziamenti di rilievo, che purtroppo lItalia non sa raccogliere adeguatamente. Si discute molto di immigrazione, Brescia al vertice della graduatoria per numero di immigrati. Lei pensa che questo sia un male, che si dovrebbe bloccare il flusso migratorio? Come? Non penso che il fenomeno migratorio sia intrinsecamente un male. Gli italiani sono stati a lungo migranti, sia al sud che al nord, ed hanno saputo dare un importante contributo per lo sviluppo di molti paesi, nei cinque continenti. A Brescia molte aziende e molte famiglie avrebbero rilevanti problemi ove si cancellassero gli immigrati, con un impossibile colpo di spugna. Sarebbe tuttavia sbagliato, a mio avviso, porre il problema in termini di sostenibilit del fenomeno migratorio, come se si dovessero mettere sui piatti della bilancia vantaggi per leconomia e svantaggi per la collettivit. LItalia ha bisogno dellimmigrazione, che costituisce una risorsa e va rispettata, limmigrazione deve rispettare lItalia e le sue leggi, esattamente come gli italiani. La tolleranza dellillegalit non aiuta gli immigrati onesti, in cerca di lavoro, che rappresentano lassoluta maggioranza, non ne favoriscono lintegrazione. Leccesso di tolleranza, inoltre, contribuire a radicare in chi viene per delinquere la sensazione dellimpunit. Questo gravissimo, perch mina alla radice il principio della civile convivenza. Lei un grande conoscitore della Spagna e vi soggiorna di frequente, se avesse ventanni andrebbe a viverci o tornerebbe a Brescia? Io sono italiano, adoro lItalia, penso che Brescia sia una splendida citt, sotto molteplici punti di vista. Devo anche riconoscere, tuttavia, che la Spagna ha calzato gli stivali delle sette leghe, ha corso, molto ed instancabilmente, ed ha saputo colmare ritardi enormi. Noi avevamo lautosole quando in Spagna non cera un metro di autostrada. Oggi la Spagna percorribile in lungo ed in largo con una modernissima rete autostradale e con unavanzata rete di alta velocit ferroviaria. Ho visto raddoppiare in soli due anni 30 km di strada tra lautostrada ed il mare, con uno sviluppo turistico impressionante. La pubblica amministrazione e la sanit funzionano, il turista considerato un bene da accogliere e preservare. Non mi appassiona la querelle se la Spagna ha superato o no lItalia, ma il fatto che se ne discuta era assolutamente impensabile ventanni fa, e la discussione molto significativa. E vorrei che fossimo in condizione di intercettare i finanziamenti europei come sanno fare gli spagnoli: avremmo un bellasso nella manica sulla strada del nostro rilancio. Uno stadio, una scuola di formazione avanzata, un teatro, un nuovo mezzo di comunicazione Svegliandosi una mattina, cosa vorrebbe trovare di nuovo e cosa le piacerebbe non esistesse pi a Brescia? Il teatro labbiamo, ed magnifico. Vorrei lo stadio pi lontano dal centro, ma sogno uno stadio senza polizia, in cui si celebri lo sport, non la violenza, in cui si

esalti lagonismo, che un fattore di crescita delluomo, che anchesso competizione, non la parte pi animalesca, incolta, prevaricatrice di chi trasforma lo sport in fatto tribale. Mi piacerebbe trovare la banda larga in tutta la provincia, la Brebemi, lautostrada di Valle Trompia, laeroporto, lalta velocit ferroviaria da Torino a Trieste, e gi fino a Roma, a Reggio Calabria, a Palermo. Mi piacerebbe una scuola di formazione avanzata, ma vera e ad ampio raggio, mi piacerebbe che Universit ed Impresa viaggiassero di conserva, coltivando i bisogni reciproci per raggiungere successi comuni. Mi piacerebbe molto, moltissimo, svegliarmi e ritrovare a Brescia un Centro composito di riflessione, di elaborazione politica, economica e culturale, una Officina delle Idee, in sintesi, per la costruzione di un futuro solido, dopo un passato di cui si pu essere orgogliosi. Mi ferwmo qui nellelenco dei desideri perch devo ancora rispondere alla domanda su ci che vorrei non esistesse pi. Ecco, vorrei che si tornasse allantica virt bresciana della concretezza, che ha contribuito cos tanto a fare grande

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Non esiste tecnologia senza ricerca, il marketing le presuppone entrambe.

cimentarsi nel difficile mestiere dellimprenditore, cos come, del resto, in tutti gli altri campi. Il futuro dellItalia nelle mani di giovani preparati e la scuola riveste un ruolo importante - desiderosi di misurarsi con gli altri, con il resto del mondo, non soltanto con le armi dellintelligenza, ma anche della preparazione, della conoscenza, dellamore della ricerca e del rischio. In una citt come la nostra, cosa pu significare in concreto la parola crisi? Fare un week-end di meno o realmente non poter far fronte agli impegni necessari? La cosiddetta middle class fa pi fatica di un tempo, questo evidente, ed uno stipendio non basta pi per la casa, la scuola dei figli, le spese correnti, in progressivo aumento. Si sta allargando la fascia della povert, soprattutto tra gli anziani, la cui pensione si impoverisce di anno in anno. E una povert dignitosa, che quindi molto spesso non si vede, e che si preferisce non vedere. Nei nostri territori si soffre comunque meno che altrove, grazie anche ad un sistema ancora forte di solidariet familiare e ad

un numero elevato di pensioni, frutto della nostra particolare industrializzazione del dopoguerra. Ci sono anche rilevanti risorse, che si orientano coraggiosamente verso gli investimenti o che attendono condizioni migliori per farlo, e questo fa ben sperare. Tecnologia, ricerca, marketing. Dovendo contenere gli investimenti, in quale area si concentrerebbe e dove taglierebbe maggiormente nei prossimi tre anni? Sono tre aree strettamente interdipendenti, non pu esserci separazione tra esse, nel senso che non si pu prescinderne. Non esiste tecnologia senza ricerca, il marketing le presuppone entrambe. Personalmente, ritengo che siano in crisi i settori in cui sono mancate, o sono stati insufficienti, ricerca e tecnologia. ovvio che le lavorazioni povere si svolgano dove il lavoro costa meno, ma il tessile che ha attraversato una crisi profonda e che desidero assumere ad esempio - non solo filatura di cotone, e sar sempre pi filati tecnici, fibre innovative, tecnologie nuove che

A Brescia molte aziende e molte famiglie avrebbero rilevanti problemi ove si cancellassero gli immigrati, con un impossibile colpo di spugna.questa terra.Oggi si parla spesso di brescianit come sinonimo di concretezza, che ritengo indispensabile ed auspico vivamente. In realt assistiamo ormai, troppo spesso, a fiumi di parole senza contenuto, ad annunci senza progetto, ad iniziative senza costrutto, a progetti senza idee. Che vengono poi impietosamente seppelliti il giorno dopo, senza rimpianto, senza memoria.MESI 12MAGGIO 2009

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CONOMIA

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UN TAVOLO CONTRO LA CRISIA PROBLEMI STRUTTURALI RISPOSTE STRUTTURALIdi ALESSANDRO CHEULA

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Alessandro Cheula

Una costituente economica per la ripresa fondata sullalleanza virtuosa e permanente tra industria, finanza, ricerca e politica ossia imprese, banche, universit, istituzioni.

onostante la bufera finanziaria (crisi strutturale, anzi epocale, non ciclica n congiunturale, come ha ribadito il ministro Giulio Tremonti) abbia riportato di attualit i problemi sollevati a suo tempo dagli Stati Generali (la ricerca sulleconomia bresciana promossa quattro anni fa dalla Giunta di allora) nessuno ha voluto ricordare o riproporre le proposte adombrate in quel progetto. Come nessuno ha inteso finora riprendere o riannodare le fila di quel discorso, nonostante il suo carattere bipartisan e trasversale e le sue finalit condivise a suo tempo sia dal centro-destra che dal centro-sinistra. CHE FINE HANNO FATTO GLI STATI GENERALI? Alla luce della tempesta che ha investito i mercati occidentali, e delle inevitabili seppur mediate conseguenze a livello nazionale e locale, non ozioso chiedersi che fine hanno fatto gli Stati Generali. La domanda non retorica. Non neppure inedita, essendo stata posta tempo fa sulla stampa locale e avendo avuto una risposta interlocutoria dai mallevadori delle cinque azioni bandiera che avrebbero dovuto costituire altrettanti filoni di ricerca di quel progetto. Dopo di allora oblo completo, quasi un velo di pietoso silenzio steso su una ipotesi da tutti dimenticata in quanto tacitamente snobbata come volontaristica e velleitaria. IPOTESI VOLONTEROSA MA NON VELLEITARIA Eppure, sebbene volonterosa, quella dei cosiddetti Stati Generali stata uniniziativa opinabile fin che si vuole ma di cui restano aperti i problemi a suo tempo sollevati. Cosa mancato? Sono cambiati i problemi o sono venute meno le volont di risolverli? N luno n laltro. I problemi sono rimasti, semmai si sono aggravati, e la volont di affrontarli non venuta meno, prova ne sia listituzione del tavolo anti-crisi voluto da Aib e Camera di Commercio con

lappoggio della Provincia. Il problema un altro. Oltre alla individuazione di strumenti immediati, sembra essere mancata allora e sembra carente oggi unidea di governance dei percorsi di uscita dalla crisi. Tra questi, una possibile costituente economica fondata sullalleanza tra imprese, banche, universit e istituzioni (che poi, detto per inciso, un modo concretamente fattibile di fare squadra, locuzione da tutti usata ma da pochissimi praticata). Tema tuttora valido, la costituente economica, essendo ancor pi pertinente e attuale alla luce dei problemi indotti dalla crisi finanziaria internazionale e dai suoi inevitabili riflessi sulleconomia reale (finanza e industria, pur distinte, sono strettamente intrecciate e interfacciate: se la prima produce ricchezza, la seconda la trasferisce creando valore). DECLINARE STRUTTURA E CONGIUNTURA Declinare la statica delle cose che restano (la struttura) con la dinamica delle cose che cambiano (la congiuntura) sempre stata la vera difficolt di ogni ricerca, e pi ancora di ogni programma socioeconomico. La teoria, ossia lanalisi dei problemi, , infatti, pi facile della pratica, ovvero la loro soluzione. Cos come la diagnosi sempre pi agevole della terapia. Lo si visto anche in occasione del ricordato progetto, lanciato a suo tempo con dovizia di risonanza mediatica e propagandistica. Le cui conclusioni, come si ricorder, dopo otto mesi di sondaggi e audizioni vennero presentate alla collettivit nel gennaio 2007 sulla base di due documenti stesi da due docenti universitari. BENE IL METODO, MODESTO IL MERITO Che dire, oltre a quanto gi scritto alloLA SCHEDA

ra? Bene il metodo, modesto il merito. Vale a dire buono lapproccio, quantomeno corale e collettivo anche se non sempre condiviso, ma debole il contenuto. Insomma, gli Stati Generali delleconomia bresciana hanno confermato, se ancora ve ne fosse bisogno, che siamo pi o meno coscienti e consapevoli dei problemi che ci stanno di fronte, ma siamo assai pi incerti, per non dire dubbiosi, sulle strade da prendere, e pi ancora sui soggetti da investire. Non diremo che la montagna partor il topolino. No, poich lo sforzo di ricerca e il tentativo di risposta andavano sostenuti e incoraggiati affinch non fossero un semplice flatus volatile o fumus virtuale. Ma anche in quel caso, come spesso accade in politica, la grammatica ha prevalso sulla pratica, nel senso che leccesso di teoria stato lalibi del difetto di prassi. DAGLI STATI GENERALI AL TAVOLO ANTI-CRISI OVVERO DALLA TEORIA ALLA PRATICA Alla fine del 2008, nel pieno di una tempesta economica che, partita dalla finanza, ha pesantemente investito lindustria, lAib e la Camera di Commercio hanno proposto un tavolo intorno al quale aggregare forze sociali, risorse economiche e consensi politici al fine di elaborare una piattaforma comune per affrontare la crisi. Ipotesi prontamente accolta dalla Provincia, che ha ospitato i primi incontri. Il tavolo anti-crisi, pur senza un esplicito riferimento, ha preso surrettiziamente il posto degli Stati Generali. Il merito della proposta AibCamera di Commercio stato quello fare meno teoria ma in compenso pi pragmatismo, se vero come vero che le banche hanno coralmente risposto con un comune impegno

Gli Stati Generali, come si ricorder, costituiscono il progetto di una ricerca sulleconomia bresciana promossa nel 2004 dalla Giunta Corsini, la cui stesura venne affidata a docenti delluniversit Cattolica e Statale e il cui documento progettuale prevedeva cinque azioni bandiera formazione professionale, innovazione tecnologica, riconversione industriale, semplificazione burocratica e indagine statistica sulle quali articolare le successive proposte programmatiche.MESI 12MAGGIO 2009

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programmatico a favore delle imprese e delle loro necessit immediate. Ma il tavolo anti-crisi, iniziativa concreta ed opportuna quanto commendevole, non basta a configurare una risposta organica e permanente. Si tratta di un rimedio immediato e quindi utile e tempestivo, imposto dallemergenza dei problemi e suggerito dalla gravit dei fatti, necessario ma non ancora sufficiente. Il tavolo anti-crisi solo un primo passo. Se vero, come dice lo stesso Tremonti, che la crisi strutturale, anche le soluzioni, o quantomeno le conclusioni organizzative e programmatiche, devono essere anchesse strutturali. DAL TAVOLO ANTI-CRISI ALLA COSTITUENTE ECONOMICA CON RIMEDI STRUMENTALI, STRUTTURALI, FUNZIONALI Ricordiamo, per dovere di cronaca, come le cinque mosse o azioni bandiera previste dal documento progettuale degli Stati Generali formazione, innovazione, riconversione, semplificazione e statistica , pur valide e condivisibili, fossero proposte di natura programmatica mediate nel tempo, non risposte strumentali immediate che in questo momento, oltre che possibili, sarebbero opportune quanto auspicabili (e quindi necessarie). Alludiamo a quelle funzioni minimali fattibili subito per la loro immediata agibilit. Tanto pi necessarie in presenza di una crisi che, date le preoccupanti prospettive allorizzonte, si manifesta, come ha detto Tremonti con il consueto paradosso tranchant, non come una semplice recessione ciclica o flessione congiunturale ma come una cesura strutturale e quindi, par di capire, irreversibile, nel processo di accumulazione e distribuzione economica. Non solo. Tremonti, con la solita civetteria radicale pensata pour pater les bourgeois, per prendere in contropiede i benpensanti, ha detto che bisogna investire in etica, vale a dire nei valori pi che negli interessi. Dimenticando, a mio avviso, che la forza delleconomia sociale di mercato, cio del liberismo economico e del liberalismo politico mediati dal solidarismo sociale, fondata sul mix indissolubile tra interessi e valori. Pi chiaramente, leconomia sociale di mercato si fonda su tre pilastri coefficienti e convergenti:MESI 12MAGGIO 2009

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il liberismo economico (la prassi, ossia la pulsione degli interessi del mercato) e il liberalismo politico (letica, ovvero la ragione dei valori nello Stato) mediati dal solidarismo sociale (lepica, cio la passione degli ideali della societ). Nel senso che interessi e valori devono andare di pari passo. Uniti sono vincenti, divisi sono perdenti. Gli interessi senza valori sono miopi, i valori senza interessi sono presbiti. Come industria e finanza: divise sono perdenti, unite sono vincenti. Lungi dal separare i due momenti, occorre investire in un mix virtuoso fatto di interessi e valori in quanto due facce della stessa medaglia politica. TRE RISPOSTE COMPLEMENTARI E SINERGICHE Un piano organico a livello provinciale senza velleit dirigistiche ma solo interventistiche, della cui funzione keynesiana non bisogna scandalizzarsi visto che tutte le economie occidentali stanno addirittura riesumando lassistenzialismo di Stato come rimedio alla crisi planetaria si potrebbe articolare in tre momenti complementari: 1) risposte strumentali immediate; 2) risposte strutturali mediate; 3) risposte funzionali ponderate. a) Risposte strumentali immediate praticabili nel brevissimo termine. Alleanze verticali di filiera tra imprese della stessa sequenza tecnologica, invece delle superate alleanze orizzontali di prodotto, per presentarsi sul mercato con tutta la forza della catena produttiva; strumenti finanziari come i bond di distretto, sia per le Pmi innovative che per quelle mature ma competitive, emessi da banche convenzionate sulla base di apposti rating distrettuali garantiti dai Confidi locali, supporti tanto pi necessari quanto pi ci si avvia verso un periodo di restrizione dei finanziamenti bancari; Comitati del credito, secondo esperienze gi promosse da alcune associazioni con lappoggio di istituti bancari locali. A queste si affiancano le due infrastrutture direttamente funzionali allapparato produttivo. Polo logistico intermodale, di cui da tempo si parla (la Piccola Velocit delle Ferrovie dello Stato, unarea di 600mila metri quadrati che, unita ad aree industriali dismesse contigue, porterebbe a 1 milione di metri quadrati la super-

ficie del centro intermodale bresciano, collegato al vicino casello autostradale da uno efficiente svincolo); centrale termoelettrica tecnicamente ed ecologicamente sostenibile (seppur bocciata dalla Regione Lombardia, questultima resta una infrastruttura essenziale per ovviare al deficit di energia dellindustria energivora bresciana, base della forza economica di questa provincia). b) Risposte strutturali mediate agibili nel medio termine quali innovazione consorziata e supportata dal Cstm (Centro servizi tecnologici multisettoriale, per il cui decollo occorre evitare il rischio che le nanotecnologie di cui si spera si riducano alle gi viste nanetecnologie) e internazionalizzazione mediante un processo di crescita delle imprese appoggiato da Universit, Camera di Commercio e Associazioni imprenditoriali. c) Risposte funzionali ponderate, di metodo, come il fare squadra e sistema o il fare rete e sinergia non solo in patria ma pi ancora allestero. Ci sono stati in provincia esempi in tal senso, alludiamo a consorzi tecnologici tra imprese della stessa filiera, ma non risulta siano stati valorizzati o supportati da chi avrebbe avuto il compito di farlo, ossia le associazioni economiche e le istituzioni politiche. QUALE GOVERNANCE CONTRO LA CRISI? UNALLEANZA TRA INDUSTRIA, FINANZA, RICERCA E POLITICA OSSIA IMPRESE, BANCHE, UNIVERSIT, ISTITUZIONI Quale governance per un siffatto programma? Una Costituente economica permanente fondata sulla alleanza tra imprese, banche, universit e istituzioni il cui ambito territoriale di riferimento non pu pi essere il distretto industriale realt storicamente benemerita ma funzionalmente superata pur restando valida come ambito territoriale di riferimento bens le filiere produttive esistenti nel Bresciano, secondo esperienze gi avviate in altre regioni della Penisola. Le cinque mosse formulate dagli Stati Generali erano obiettivi programmatici, non ancora conclusioni operative, alle quali si sono sostituite oggi le proposte del tavolo anti-crisi.

Ci per dire che i tre momenti di cui si parla (rimedi strumentali, strutturali, funzionali) non sono incompatibili con le indicazioni che scaturiranno dal tavolo istituito in Provincia. Insomma, se agli Stati Generali non facevan difetto le analisi e le proposte bens gli strumenti operativi e la scelta degli attori, per il tavolo anti-crisi occorre evitare lerrore opposto, vale a dire leccesso di attori e il difetto degli obiettivi, che non siano quelli gi individuati del pi agevole accesso delle Pmi al credito bancario. Gli enti coinvolti ieri negli Stati generali erano istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio) e Universit (Statale e Cattolica) vale a dire due dei quattro soggetti indicati

nella Costituente economica. Gli enti coinvolti oggi nel tavolo anti-crisi sono le imprese e le istituzioni, anche in questo caso due dei quattro attori previsti dalla Costituente. Il problema dunque la composizione della governance dei percorsi di uscita dalla crisi, cio una COSTITUENTE nella quale associare in modo organico soggetti pubblici (istituzioni e universit) e attori privati (banche e imprese). BENE IL TAVOLO ANTI-CRISI COME RISPOSTA PRATICA IMMEDIATA, MA SE LA CRISI STRUTTURALE OCCORRONO RIMEDI STRUTTURALI Al cospetto della recessione che ha inve-

stito i mercati internazionali e coinvolto, per effetto della globalit interconnessa e dello scambio interdipendente, le economie locali, perch non approfittare del tavolo anti-crisi per guardare oltre recuperando e ripensando, con spirito bipartisan e metodi condivisi, i contenuti ancora attuali, gli obiettivi tuttora validi e le risposte realisticamente possibili degli Stati Generali? Non sarebbe anche un modo per non sprecare, buttandoli nel cestino (alla rodente critica dei topi, come diceva Marx nei suoi scritti giovanili) il tempo e il denaro spesi per quel progetto?Il palazzo di Piazza Affari a Milano.

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UN FIORE DACCIAIOAlberta Marniga, imprenditrice industriale, presidente della sezione Piccola Industria dellAssociazione Industriale Bresciana, si racconta.di SILVIA VALENTINI

ALBERTA MARNIGA,a incontro nella sala riunioni della sua azienda, la EuroAcciai di Villacarcina, in una mattina uggiosa, di pioggia torrenziale, e lei arriva sorridente, cordiale, semplice e spontanea. Si accomoda sulla poltrona con un sospiro come a volersi concedere una pausa allinterno di una mattinata frenetica e pesante, come del resto sono ormai le nostre vite. Si innescato un effetto incontrollabile esordisce . Da inizio anno, ogni mattina si devono affrontare mille difficolt. crisi vero, ma ad aggravarla, a mio parere, si aggiunto un meccanismo perverso che sta togliendo ossigeno alle aziende. Da una parte il sistema bancario, che nonostante le rassicurazioni date dai massimi esponenti, sta mettendo in atto una restrizione del credito a gran parte di famiglie ed imprese, e dallaltro un diffuso comportamento poco professionale da parte di alcuni imprenditori, che non esitano a ribaltare sui fornitori le loro carenze di liquidit. Sicuramente ci sono situazioni critiche, come ci sono sempre state, e vanno gestite caso per caso, ma sarebbe auspicabile richiamare tutti ad un maggiore senso di responsabilit. Inizia con questa nota polemica e realistica la nostra chiacchierata, con Alberta Marniga, quarantatreenne, imprenditrice di Lumezzane. Prima donna a Brescia, chiamata a presiedere il Comitato Piccola Industria, organismo interno alla pi antica associazione industriale italiana:Alberta Marniga dal 2006 anche consigliere Isfor.

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Pap ci prese in disparte e ci disse: dobbiamo fare un salto di qualit, se siete con me io sono pronto a farlo.lAIB. Un mandato importante assunto nel 2005 e oggi in naturale scadenza, avendo durata quadriennale, e non essendo rinnovabile per favorire lavvicendamento delle cariche. Un incarico assunto con orgoglio e portato avanti con grande passione, giunto fra laltro ci racconta in un momento molto difficile della sua vita, proprio quando cercava di lasciarsi alle spalle il dolore profondo dovuto alla perdita, al quinto mese, del bambino che le cresceva in grembo. Una separazione e un dolore difficilmente paragonabili ad altri, superato grazie agli affetti pi cari, alla illuminante presenza del primogenito Maurizio, di nove anni, ma anche grazie a questa importante investitura. Questo incarico, oltre ad inorgoglirmi e appassionarmi mi ha aiutato tantissimo a elaborare, se non a superare, il terribile dolore rimasto dopo la perdita del bambino. Ho voluto prendere la decisione insieme a tutta la mia famiglia: mio marito, i miei genitori, le mie sorelle Brunella e Silvia, alle quali sono molto legata, e per-

fino i rispettivi compagni, perch avevo bisogno dell appoggio di tutti. Abbiamo detto s tutti insieme ed iniziata lavventura. Una carica prestigiosa, meritatissima, arrivata anche a riconoscere lapporto dato da Alberta Marniga alla Associazione in tanti anni di militanza e lavoro, partita a soli 22 anni come referente della zona della Valtrompia per il gruppo Giovani. Comodamente sedute, lasciamo che i ricordi scorrano come la pioggia al di l del vetro, portandoci il ritratto di unazienda e di una giovane donna tenace e appassionata, strappata allarcheologia dal caso ma anche e soprattutto da una genetica propensione al lavoro e da un forte senso della famiglia che tutti, da queste parti, sembrano possedere. Ho iniziato giovanissima, a collaborare con pap per unaltra nostra azienda, la Metallurgica Valchiese. Allepoca frequentavo la terza Liceo Linguistico e servivano traduzioni dal tedesco e dallinglese. Aiutavo in amministrazione e nelle fiere del settore. Poi ho iniziato ad accompagnare il direttore allestero durante le visite a fabbriche straniere e l ho capito che quello sarebbe stato il mio mestiere. In seguito ho deciso di iscrivermi alla Facolt di Economia e Commercio a Brescia, dove ho conosciuto Alessio, mio marito. Studiavamo insieme facendo anche pratica sul campo, nellazienda in Valsabbia. Poi pap ebbe alcuni problemi di salute che gli impedivano di occuparsi della EuroAcciai e affid a me e a mio marito, in poche ore, la supplenza. Ripen-

Ad aggravare la crisi si aggiunto un meccanismo perverso che sta togliendo ossigeno alle aziende. Sarebbe auspicabile richiamare tutti a un maggiore senso di responsabilit.sandoci, che momenti abbiamo passato! Due dilettanti allo sbaraglio. Senza neppure riuscire a fare una fedele traduzione dal lumezzanese allitaliano aggiunge allegramente . Era il 1985 ed era crisi, come adesso, pap ci prese in disparte e ci disse: dobbiamo fare un salto di qualit, se siete con me io sono pronto a farlo. Ci abbiamo creduto tutti. Abbiamo creato delle linee di lavorazione nuove, siamo usciti dalla realt artigianale e nel giro di pochi anni da due dipendenti (tre con pap) siamo arrivati a 30 e abbiamo moltiplicato il fatturato. Alessio Tommasini, mio marito, in prima linea come direttore commerciale e io pi ritirata nella parte amministrativa con pap a tirare le redini della sua creatura, non senza alcuni scontri generazionali. Una donna intelligente, brillante, sensibile, Alberta Marniga; cos lontana dalla supponenza di ridicola virile imitazione che assumono le cosiddette donne in carriera dalle quali trapelano unicamen-

te narcisismo e ostentazione. Lei, invece, cos serenamente familiare e semplice da sembrare la vicina di casa, lamica, la mamma del compagno di scuola, eppure sempre in prima linea, sempre a servizio, sempre impegnata ma lontana dai riflettori, dai clich delle varie ladies della politica che oggi vanno tanto di moda. Il suo impegno profondo, radicato, serio, scaturito sin in giovane et, di quelli che vengono dalla cultura familiare, dalla profondit interiore di chi non si tira indietro davanti alla vista spesso implacabile della realt nelle sue contraddizioni ma si mette a servizio. Una donna che per senso etico e morale ha scelto di dare il massimo di s stessa senza dimenticarsi della dimensione familiare e delleducazione del figlio cui dedica tutto il suo tempo libero. Lesperienza in AIB stata bellissima, sottolinea, abbiamo fatto cose meravigliose, come ad esempio Femminile Plurale, uniniziativa fortemente innovativa, pensata nellanno europeo della Donna per dare visibilit e rappresentanza alle imprenditrici e manager donne attraverso obiettivi diversi e cammini di formazione. Ho avuto tanto e tanto ho dato, ma sono anche felice di cedere il posto e di riprendere possesso del mio tempo per tornare ad essere anche e soprattutto una mamma per Maurizio e una presenza pi attiva per EuroAcciai. A sentirla raccontare la sua storia, la storia della sua vita e delle sue scelte, i suoi dolori, le sue speranze mi venuto alla mente il titolo di un film con Shirley McLaine e Julia Roberts: Fiori dacciaio. Donne che sono come fiori, ma fiori dacciaio. Come Alberta Marniga, nata e cresciuta nelle strette valli dove lacciaio ha forgiato il territorio e i caratteri delle persone ma che la forza di questa magica lega, di ferro e carbonio, ha saputo conservare nella nervatura centrale, rivestendola di dolcezza e di femminilit, una femminilit favorita dalla natura che le ha regalato un viso dolce e regolare di una bellezza morbida, daltri tempi, dal quale balugina la fermezza dello sguardo. Alla faccia delle quote rosa, definizione deprimente, che mi ha sempre tristemente ricordato una forma di apartheid a colori pastello.MESI 12MAGGIO 2009

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BUONO DEL RUGBYLorenzo Cittadini: i compagni di squadra lo chiamano Shrek per la sua semplicit e la sua umanit. Alla scoperta dellorgoglio della palla ovale bresciana.di GIANMARCO SBARAINI

orenzo Citta Cittadini non si potrebbe certo definire uno sportivo viziato, come possono esserlo tanti altri che salgono quotidianamente agli onori della cronaca rosa. Nonostante sia titolare (ancorch in convalescenza dopo un brutto infortunio) nel Calvisano Rugby, da anni ai vertici del Super 10, massima espressione del rugby nazionale, si rivela subito di una genuinit disarmante. Un ragazzone di 26 anni pronto alla battuta, alla chiacchierata, allo stare in compagnia. Rispecchia pienamente uno dei suoi soprannomi Shrek il gigantesco orco del cinema dotato di unumanit semplice, che subito conquista. Lo incontro in uno dei suoi ritrovi abituali, il Bar Cairoli di Brescia, intento a leggere le ultime notizie sulla sua squadra. Quando hai cominciato a giocare a rugby? Pi o meno da quando avevo 16 anni, quindi piuttosto tardi. Alcuni miei compagni hanno iniziato quando ne avevano appena 8. E cosa ti ha fatto avvicinare a questo sport? Quasi per caso. stato Bruno Ancillotti (figura storica del rugby bresciano, ndr) a chiedermi di provare, anche se dieci anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse il rugby. Poi in palestra ho conosciuto un giocatore del Botticino e dopo un paio di prove mi sono subito innamorato di questo sport. Ricordo ancora il mio primo allenamento: pioggia, fango e io vestito di bianco.MESI 12MAGGIO 2009

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Il tuo rapporto coi compagni di squadra? Molto buono, anche perch a me piace stringere rapporti damicizia, non limitarsi solo allallenamento. Anche perch in questo sport pi che in altri, la forza di una squadra il gruppo. Quando c quello, si riesce a sopperire anche a mancanze tecniche. Lo scudetto dello scorso anno ne la dimostrazione. E coi compagni di Nazionale? In Nazionale mi sono affacciato tardi, perch giocando in serie C col Brescia ho praticamente saltato tutta la trafila delle nazionali giovanili. In prima squadra ho esordito solo lo scorso 2 febbraio (Irlanda Italia, incontro del Sei Nazioni, n.d.r.). Ovviamente ho legato coi miei compagni di Calvisano, anche se col resto della squadra si creato un ottimo rapporto. Hai qualche rito scaramantico prima di ogni partita? Qualche rito in effetti c, ma nulla di maniacale. Tipo pulire le scarpe con il

grasso o fare il riscaldamento con Dal Maso, sempre con gli stessi esercizi. Credi in Dio? S, sono credente e professante. Trasferte permettendo, tutte le domeniche vado a Messa. Ora che sei un professionista, ti diverte ancora giocare a rugby? Nonostante il professionismo la passione rimane. Anzi, mi sento in qualche modo privilegiato, perch posso fare un lavoro che mi piace e non tutti possono dire la stessa cosa. Certo, gli allenamenti sono pi numerosi e impegnativi, ma alla base c sempre il divertimento.

Il timore che il movimento del rugby possa avvicinarsi, in termine di business, a quello del calcio.

Anche perch per arrivare al professionismo ci sono tanti anni di sacrifici a livello amatoriale. Penso ad esempio a molti miei ex compagni di squadra che nonostante otto ore in fabbrica raggiungono il campo ghiacciato e si mettono le scarpette per allenarsi. E quando appenderai le scarpe al chiodo? Al momento non ho alcun progetto per il futuro, anche se uno sbocco naturale potrebbe essere linserimento nellattivit imprenditoriale della mia famiglia. Anche se non escludo di poter trovare altre opportunit, grazie anche alle conoscenze maturate nel mondo del rugby. Non scarto neppure la possibilit di diventare allenatore, anche se per quello non servono solo capacit tecniche ma anche e soprattutto umane. Dimmi un aspetto positivo del rugby. Lorenzo Sicuramente il rapin un momento porto umano che si di relax. crea tra compagni e coi tifosi, il famoso terzo tempo rugbistico. E uno negativo? In questo momento non ne vedo. Lunico timore che il movimento si stia avvicinando, in termini di business, al calcio. Anche se, per fortuna, alla base ci sono ancora grosse differenze. Quando si va in campo bisogna essere disposti a grossi sacrifici e ad aiutare il tuo compagno, da soli non si vince. Magari a livello professionistico non pi il rugby romantico di una volta, ma i valori importanti sono rimasti. Cosa fai la sera durante la settimana? Ovviamente anche a me piace uscire a divertirmi, compatibilmente con le partite. Oltre ai miei compagni di squadra mi ritrovo anche con i miei amici e la fidanzata. E la sera prima delle partite? Generalmente mi piace stare a casa con la mia famiglia. Secondo me, comunque, il sesso non influirebbe negativamente sulla prestazione del giorno dopo. Che posti frequenti? Seconda classe, Terzo Cerchio, poi ci sono i ritrovi abituali. Ad esempio il luned sera c lappuntamento fisso al Cantinone di Caionvico per giocare a briscolone con gli amici. Poi c il Bar Cairoli, di fronte allaula studio Cavallerizza, dove vengo a studiare.

Ti concedi qualche alcoolico? Aperitivo durante la settimana e qualche birra dopo la partita (sorride). Diciamo che un risultato positivo concilia i festeggiamenti. Senza esagerazioni. Altri hobbies? Cene con gli amici, giocare a briscolone e altri giochi di carte, andare in moto e viaggiare. Prossime mete? Mi piacerebbe visitare Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica. Dove ti piacerebbe andare a vivere? Una bella casa al mare, non importa dove. A cena con un politico? Gianfranco Fini, meno in vista rispetto a Berlusconi ma altrettanto intelligente. una showgirl? Michelle Hunziker, bionda, simpatica e fisicamente notevole. uno sportivo? Valentino Rossi, simpatico e appassionato di moto come me.

Come ti vedi tra ventanni? Con una famiglia, una casa e un po di figli. Poi la sera sempre pronto ad andare a vedere gli allenamenti dei ragazzini. Ma sicuramente ancora innamorato di questo sport.

LA SCHEDA

Il sesso non influisce negativamente sulla prestazione del giorno dopo.

LORENZO CITTADINI Nato a Bergamo il 17.12.1982, gioca come pilone (peso 125 kg, altezza 1,91). al suo quarto campionato coi colori del Rugby Calvisano, con il quale ha vinto lo scud