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16 aprile 2014
16/04/14 Corriere della Sera
Il giudice ordina all'ospedale di riprendere la cura Stamina
Cavallaro Felice
16/04/14 Corriere della Sera
Stamina la parola torna ai giudici ma non è a loro che spetta decidere - Stamina,
le sentenze che illudono
Ripamonti Luigi
16/04/14 Avvenire
Stamina, un'altra sentenza choc
23/04/14 Oggi
Su Stamina, pasticci e prese in giro
Rosati Edoardo
16/04/14 Stampa Tuttoscienze
Si guarisce già con le cellule staminali: tutti i successi - Le staminali "buone"
esistono: ecco come fanno guarire
Cattaneo Elena
15/04/14 La Stampa Novara
Mille trapianti di rene: il traguardo all’ospedale Maggiore di Novara
Maria Paola Arbeia
15/04/14 Il Venerdì Tribuna
Millesimo trapianto di rene al “Maggiore”
14/04/14 Parmadaily.it
Rete regionale di donazione e trapianto: il rapporto 2013
16/04/14 OkNovara.it
Centro trapianti di Novara: tagliato il traguardo dei mille trapianti di rene
Monica Curino
da pag. 20
16-APR-2014
Diffusione: 477.910
Lettori: 2.765.000
Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
da pag. 1
16-APR-2014
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Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
da pag. 9
16-APR-2014
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23-APR-2014
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Dir. Resp.: Umberto Brindani
da pag. 36
23-APR-2014
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Dir. Resp.: Umberto Brindani
da pag. 36
23-APR-2014
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16-APR-2014
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Mille trapianti di rene: il traguardo all’ospedale Maggiore di Novara Il centro specializzato è diretto dal professor Piero Stratta. Si punta sempre più sulle donazioni da viventi. Il primo intervento fu eseguito nel 1998
MARIA PAOLA ARBEIA
Mille trapianti di rene. È il traguardo raggiunto venerdì 11 aprile all’azienda ospedaliero-universitaria Maggiore di Novara. Il centro specializzato, diretto dal professor Piero Stratta, torinese, si conferma ai massimi livelli nazionali e internazionali. Il primo intervento fu eseguito il 4 novembre ’98 nel reparto fondato dal professor Giuseppe Verzetti insieme con l’urologo Bruno Frea e il chirurgo vascolare Franco Nessi: «Pionieri di questa attività a Novara» sottolineano al Maggiore.
Tecniche e progetti
La struttura ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia, promuovendo, accanto al tradizionale trapianto di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore vivente, anche prima della dialisi e con prelievo laparoscopico, (nel 2003) e il doppio trapianto di rene (nel 2004). Questi dati hanno portato il centro trapianti renali di Novara a essere il terzo centro italiano per attività nel primo decennio degli anni 2000, secondo solo alle Molinette di Torino e al Sant’ Orsola di Bologna. E’ molto cambiata negli ultimi anni la tipologia dei pazienti avviati al trapianto. Come ha più volte sottolineato Stratta: «E’ alto anche il dato della sopravvivenza a distanza dal trapianto e lo standard di qualità della vita». Oggi avviene sempre più di frequente che siano trapiantati anche pazienti molto più complessi di un tempo, soprattutto in età avanzata o affetti, oltre che dall’ insufficienza renale cronica, anche da malattie sistemiche, cardiache e vascolari che rendono il paziente più fragile e a maggior rischio clinico.
Le equipe
Al programma partecipano direttamente anche la Chirurgia Vascolare diretta dal dott. Piero Brustia, l’Urologia del professor Carlo Terrone, l’Emodialisi Nefrologia del dott. Martino De Leo, l’ Anestesia e Rianimazione del professor Francesco Della Corte. C’è anche il programma formativo fornito dalla scuola di medicina e chirurgia e dalla scuola di specializzazione in Nefrologia dell’università del Piemonte orientale. Il primo momento fondamentale del trapianto è rappresentato dalla donazione dell’organo.
Le donazioni
Anzitutto si punta sempre di più su quelle da viventi. Ci sono state madri che hanno donato un rene al figlio, qui al Maggiore, e donazioni fra coniugi. Interventi eseguiti alla vigilia di Natale e nel cuore dell’estate. Le donazioni di rene, che anche nel 2013 hanno raggiunto in Piemonte livelli di rilievo, sono correlate alla sensibilità della popolazione, alla validità del programma regionale di formazione degli operatori, alla diffusione delle informazioni e all’organizzazione delle rianimazioni coinvolte. Ancora dal Maggiore: «Questa particolare sensibilità si è sempre mantenuta nel tempo tanto che, anche quest’anno, la rianimazione diretta da Della Corte ha primeggiato in ambito regionale per segnalazione e utilizzazione delle donazioni».
Millesimo trapianto di rene al “Maggiore”
NOVARA Mille trapianti di rene: è questo l’importante traguardo raggiunto venerdì 11 aprile
all’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della carità” di Novara, un traguardo che
testimonia la continuità di una attività sempre rimasta nel corso degli anni ai massimi livelli nazionali ed
internazionali.
La storia del centro di trapianto renale del “Maggiore” inizia il 4 novembre 1998 data in cui il centro fu
fondato dal professor Giuseppe Verzetti insieme all’urologo Bruno Frea e al chirurgo vascolare Franco
Nessi, primi chirurghi pionieri di questa attività in Novara.
Negli anni successivi il centro, che attualmente è parte della struttura complessa universitaria di
Nefrologia e trapianto renale, diretta dal professor Piero Stratta, ha progressivamente
incrementato la propria attività fino al raggiungimento dei 1000 trapianti della scorsa settimana.
La struttura ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia nel settore, promuovendo,
accanto al tradizionale trapianto di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore
vivente, anche prima della dialisi e con prelievo laparoscopico, (nel 2003) ed il doppio trapianto di
rene (nel 2004).
Questi dati hanno portato il centro trapianti renali di Novara ad essere il terzo centro italiano per
attività nel primo decennio degli anni 2000, secondo solo alle Molinette di Torino ed al Sant’ Orsola
di Bologna, con un volume di attività tale da poter essere collocato tra i pochi centri in Italia di livello
europeo.
Si tratta di risultati di indubbia soddisfazione non solo per gli operatori impegnati in questa l’attività, ma
per l’intera azienda, coinvolta in un impegno che richiede elevate capacità professionali, organizzative e
di coordinamento.
L’aspetto da sottolineare è l’eccellenza dei risultati ottenuti ed il loro andamento nel tempo: si tratta di
dati altamente soddisfacenti che, in base alle statistiche recentemente pubblicate dal Centro nazionale
trapianti, vedono il centro di Novara collocarsi ai primissimi posti in Europa come sopravvivenza dei
pazienti e dei reni a breve e lungo termine.
I risultati raggiunti sono ancora più significativi se si considera che negli ultimi anni è molto cambiata la
tipologia dei pazienti avviati al trapianto.
Oggi avviene sempre più di frequente che siano trapiantati anche pazienti molto più complessi di un
tempo, soprattutto in età avanzata o affetti, oltre che dall’ insufficienza renale cronica, anche da
malattie sistemiche, cardiache e vascolari che rendono il paziente più fragile ed a maggior rischio
clinico.
Al programma di trapianto renale partecipano direttamente anche la Chirurgia Vascolare, diretta dal
dott. Piero Brustia, l’Urologia del professor Carlo Terrone, l’Emodialisi – Nefrologia del dott. Martino De
Leo e l’ Anestesia e Rianimazione del professor Francesco Della Corte.
Un programma di questo genere, per essere attuato con successo, richiede un ottimo livello
organizzativo globale con il coinvolgimento di tutti i ruoli sanitari e delle altre professionalità, una
stretta collaborazione tra componente universitaria ed ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività
sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico ed un accurato programma formativo, quale
quello fornito dalla scuola di medicina e chirurgia e dalla scuola di specializzazione in Nefrologia
dell’università del Piemonte orientale.
Rete regionale di donazione e trapianto: il rapporto 2013
Dati superiori alla media nazionale. Lusenti: "Sistema che conferma efficienza, qualità e
sicurezza".
14/04/2014
Sono stati 106 i donatori di organi e tessuti nel 2013 in Emilia-Romagna, pari a 24,4 donatori per milione
di abitante, a fronte di una media italiana di 18,6. Gli organi prelevati (rene, cuore, fegato, pancreas e
polmone) sono stati 304, di cui 277 trapiantati (91,1% dei prelevati), mentre le opposizioni al prelievo si
sono attestate al 22,9% dei donatori segnalati dalle strutture sanitarie regionali (29,6% la media
nazionale). Alla rete nazionale dei trapianti è stata inoltre offerta la disponibilità di 14 reni, 4 cuori, 3
polmoni.
La rete regionale dell’Emilia-Romagna per la donazione e il trapianto di organi e tessuti conferma dati di
attività superiori alla media nazionale, nel contesto di un sistema di qualità, capace di utilizzare al
massimo le opportunità di donazione in condizioni avanzate di sicurezza. I dati sono tratti dal Rapporto
sulle attività di donazione e trapianto in Emilia-Romagna pubblicato dal Centro riferimento trapianti (CRT-
ER) che coordina l’attività nella regione.
Questi risultati sono stati ottenuti nonostante nel 2013 si sia verificata una riduzione dei decessi in
terapia intensiva (- 97 casi) e la parallela diminuzione di persone decedute in terapia intensiva con lesioni
encefaliche (- 50 casi).
“Questo è un sistema che si conferma solido, efficiente, capace di produrre risultati significativi in una
fase di risorse calanti e dovendo affrontare una minore disponibilità di organi utilizzabili – ha dichiarato
l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – . E’ evidente quindi quanto siano importanti da un
lato la donazione, che è un gesto di grande civiltà, dall’altro la capacità di tutto il sistema regionale di
applicare soluzioni sempre nuove per migliorare sia processi che competenze di tutte le professionalità
coinvolte, sanitarie e del volontariato”.
L’età media dei donatori in regione è stata nel 2013 di 61,3 anni (era 59,1 nel 2012, 58,4 nel 2011).
L’avanzare dell’età media dei donatori è la causa a livello nazionale della generale forte diminuzione di
donazioni di cuore. Tuttavia l’Emilia-Romagna ha effettuato nel 2013 lo stesso numero di trapianti
dell’anno precedente (20), pari a 4,6 per milione di abitanti, superiore al dato nazionale di 3,7. I trapianti
di rene sono stati 29,2 per milione di abitanti (25,3 la media italiana), 26,5 di fegato (16,8 l’Italia), 2,3 di
polmone (2,4).
Tra i progetti dedicati alla prevenzione, ha superato la soglia delle 15mila persone prese in carico in nove
anni (15.653) il progetto che combatte l’insufficienza renale progressiva (PIRP), mettendo in
collegamento, nella cura dei pazienti a rischio, i nefrologi e i medici di famiglia che attivano strategie
terapeutiche comuni per ritardare, e in qualche caso evitare, l’entrata in dialisi della persona e quindi
annullando la necessità di trapianto.
DONAZIONE E TRAPIANTI IN EMILIA-ROMAGNA: I DATI AL 31 DICEMBRE 2013
Rene: Sono stati 147 i trapianti di rene (149 nel 2012) nei tre Centri di Parma (53 i trapianti all’Ospedale
Maggiore), Modena (27 al Policlinico), Bologna (67 al S. Orsola-Malpighi). Di questi, 20 i trapianti da
donatore vivente consanguineo o affine. L’indice di trapianto (percentuale di reni impiantati rispetto a
quelli prelevati in regione), che fornisce un riscontro significativo della qualità del processo di donazione e
prelievo, è stato dell’89,4% (85,9% nel 2012). In Emilia-Romagna è attiva la lista di attesa unica per il
trapianto di rene, che assicura ogni trapianto al ricevente più compatibile con il donatore
(indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista: Bologna, Modena, Parma). Al 31 dicembre 2013 le
persone in lista d’attesa erano 1.089 (1.171 nel 2012). I tempi medi di attesa delle persone iscritte in
lista sono di poco superiori ai 3 anni. La sopravvivenza dei pazienti trapiantati in Emilia-Romagna a 5 anni
dal trapianto è vicina al 94% (il dato nazionale è intorno al 92%)
Cuore: I trapianti di cuore eseguiti dal Centro del S. Orsola-Malpighi di Bologna sono stati 20 (come nel
2012), di cui 1 associato al trapianto di rene. Il programma interregionale “Adonhers”, avviato in Emilia-
Romagna e Toscana, ha l’obiettivo di ampliare il numero dei potenziali donatori di cuore e prevede lo
studio dei donatori non ottimali per valutarne meglio l’idoneità, attraverso l’esecuzione di un’indagine
sulla funzionalità dell’organo (eco stress farmacologico con dipiridamolo) prima della donazione. L’indice
di trapianto è stato pari a 117,6%, a dimostrazione dell’efficienza del Centro trapianti nell’utilizzo degli
organi provenienti anche da altre regioni. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 52 (53
nel 2012). I tempi medi di attesa per le persone in lista sono di 1 anno e mezzo. La sopravvivenza in
Emilia-Romagna a 5 anni dal trapianto è dell’82,3% (il dato per l’Italia è 74,8%).
Fegato: Sono stati 115 i trapianti di fegato (119 nel 2012), nei Centri di Bologna (72 trapianti al S.
Orsola-Malpighi) e Modena (43 al Policlinico). Di questi trapianti, 5 (4 a Bologna e 1 a Modena) sono stati
effettuati con la tecnica split, che permette da un unico donatore di effettuare trapianti su due persone.
L’indice di trapianto si conferma molto alto: 117,3%, a conferma dell’efficienza dei Centri trapianto
regionali che utilizzano organi non trapiantati in altre regioni. In Emilia-Romagna è attiva la lista di attesa
unica per il trapianto di fegato. Questo prevede l’allocazione di ogni organo donato al ricevente in
condizioni più gravi, indipendentemente dalla sede di iscrizione in lista (Bologna o Modena). Al 31
dicembre 2013, le persone in lista d’attesa erano 256 (226 nel 2012). I tempi medi di attesa sono di circa
2 anni. La sopravvivenza in Emilia-Romagna a 5 anni dal trapianto è superiore al 71% (74% il dato
italiano).
Polmone: Sono stati 10 i trapianti di polmone (3 nel 2012): 7 bipolmonari e 3 singoli, effettuati al S.
Orsola-Malpighi di Bologna. Al 31 dicembre 2013 le persone in lista d’attesa erano 17 (15 nel 2012). Il
tempo medio di attesa è di 1 anno circa. La sopravvivenza in Emilia-Romagna a 5 anni dal trapianto è del
53% (45,6% il dato nazionale registrato a 4 anni dall’intervento).
Intestino - Multiviscerale: Nel 2013 non sono stati effettuati trapianti di intestino o multiviscerali. I
follow-up delle 49 persone che hanno ricevuto il trapianto negli anni precedenti sono in linea con i dati
internazionali (Bologna è l’unico Centro nazionale attivo per questo tipo di trapianti nell’adulto).
Tessuti e cellule: L’attività delle banche regionali dei tessuti ha permesso di trapiantare in Emilia-
Romagna complessivamente 4.303 tessuti (4.046 nel 2012). Sono stati effettuati 582 trapianti di cornea
(624 nel 2012) e 78 di sclera (membrana bianca dell’occhio, 82 nel 2012), 242 trapianti di cute (174),
616 di segmenti osteo-tendinei (616) e 2.474 di osso lavorato (2.253), 250 di membrana amniotica
(202); sono state inoltre trapiantate 12 valvole cardiache (16) e 49 segmenti vascolari (79). In Emilia-
Romagna sono stati inoltre eseguiti 113 trapianti allogenici (erano stati 118 nel 2012) di cellule staminali
emopoietiche; sono stati inoltre eseguiti 386 trapianti di midollo osseo autologo (cellule dello stesso
paziente, erano stati 326 nel 2012).
Sono state raccolte e certificate dalla Banca regionale del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna 296
unità di sangue cordonale (260 nel 2012), pronte per essere utilizzate in bambini affetti da leucemia in
tutto il mondo. La banca del sangue del cordone ombelicale dell’Emilia-Romagna, con oltre 4.000 unità
conservate e pronte all’utilizzo, è la seconda banca italiana per quantità di sacche certificate e immesse
nella rete mondiale.
Centro trapianti di Novara: tagliato il traguardo dei mille trapianti di rene
NOVARA, 16 APR – Mille trapianti di rene. E’ l’importante traguardo tagliato venerdì scorso 11 aprile
dall’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della carità” di Novara, un traguardo che testimonia la
continuità di una attività sempre rimasta nel corso degli anni ai massimi livelli nazionali ed internazionali.
La storia del Centro trapianti del “Maggiore” inizia il 4 novembre 1998, data in cui il centro fu fondato dal
professor Giuseppe Verzetti, insieme all’urologo Bruno Frea e al chirurgo vascolare Franco Nessi, primi
chirurghi pionieri di questa attività in città a Novara.
Negli anni successivi il centro, che attualmente è parte della struttura complessa universitaria di Nefrologia e
trapianto renale, diretta dal professor Piero Stratta, ha progressivamente incrementato la propria attività fino
al raggiungimento dei 1000 trapianti della scorsa settimana.
La struttura ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia nel settore, promuovendo, accanto
al tradizionale trapianto di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore vivente, anche prima
della dialisi e con prelievo laparoscopico (nel 2003) ed il doppio trapianto di rene (nel 2004). Questi dati
hanno portato il centro trapianti renali di Novara ad essere il terzo centro italiano per attività nel primo
decennio degli anni 2000, secondo solo alle Molinette di Torino ed al Sant’Orsola di Bologna, con un volume
di attività tale da poter essere collocato tra i pochi centri in Italia di livello europeo.
Si tratta di risultati di indubbia soddisfazione non solo per gli operatori impegnati nell’attività, ma per
l’intera azienda, coinvolta in un impegno che richiede elevate capacità professionali, organizzative e di
coordinamento.
Per il Centro trapianti importante è anche una classifica che lo vede porsi ai primissimi posti in Europa come
sopravvivenza dei pazienti e dei reni a breve e lungo termine.
I risultati raggiunti sono ancora più significativi se si considera che negli ultimi anni è molto cambiata la
tipologia dei pazienti avviati al trapianto. Oggi avviene sempre più di frequente che siano trapiantati anche
pazienti molto più complessi di un tempo, soprattutto in età avanzata o affetti, oltre che dall’insufficienza
renale cronica, anche da malattie sistemiche, cardiache e vascolari che rendono il paziente più fragile e a
maggior rischio clinico.
Al programma di trapianto renale partecipano direttamente anche la Chirurgia Vascolare, diretta dal dott.
Piero Brustia, l’Urologia del professor Carlo Terrone, l’Emodialisi–Nefrologia del dott. Martino De Leo e
l’Anestesia e Rianimazione del professor Francesco Della Corte.
Importante, per Novara, anche l’aspetto formativo, fornito dalla scuola di medicina e chirurgia e dalla scuola
di specializzazione in Nefrologia dell’università del Piemonte Orientale.
Va ricordato che il primo momento fondamentale del trapianto è rappresentato dalla donazione dell’organo.
Le donazioni di rene, che anche nel 2013 hanno raggiunto in Piemonte livelli di rilievo, sono correlate alla
sensibilità della popolazione, alla validità del programma regionale di formazione degli operatori, alla
diffusione delle informazioni e alla capillare organizzazione delle rianimazioni coinvolte.
In quest’ambito è doveroso sottolineare che a Novara l’attenzione alla donazione nasce già nei primi anni ’80
quando, tra numerose difficoltà operative, fu avviato un programma per la donazione e il prelievo.
Questa particolare sensibilità si è sempre mantenuta nel tempo, tanto che, anche quest’anno, la rianimazione
dell’Azienda ha primeggiato in ambito regionale per segnalazione e utilizzazione delle donazioni.
Monica Curino