182 e settanta: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con...

73
classici del contemporaneo edizioni aab ANNI SESSANTA E SETTANTA: VIA DALLA PITTURA ARTE CINETICA E POESIA VISIVA 18 2

Upload: dinhxuyen

Post on 16-Feb-2019

220 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

182

aab

l’ott

oce

nto

clas

sici

del

cont

empo

rane

o

edizioni aab

ANNI SESSANTAE SETTANTA:VIA DALLA PITTURAARTE CINETICAE POESIA VISIVA

182

Page 2: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

clas

sici

del

cont

empo

rane

o

182edizioni aab

ANNI SESSANTAE SETTANTA:VIA DALLA PITTURAARTE CINETICAE POESIA VISIVA

clas

sici

del

cont

empo

rane

o

182edizioni aab

ANNI SESSANTAE SETTANTA:VIA DALLA PITTURAARTE CINETICAE POESIA VISIVA

aab - vicolo delle stelle 4 - brescia24 settembre - 19 ottobre 2011orario feriale e festivo 16.00 - 19.30lunedì chiuso

Comune di BresCiaProvinCia di BresCiaassoCiazione artisti BresCiani

mostra a cura di Pia Ferrari

Page 3: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita
Page 4: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

3

VIA DALLA PITTURAPia Ferrari

negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita dell’arte povera e concettuale, della body art e di Fluxus hanno segnato la possibilità della separazione definitiva tra l’artista e la pittura. anche la poesia visiva e l’arte programmata sono state tra le manifestazioni più evidenti di questa tendenza, pur presentando caratteri che le hanno poste agli antipodi nel panorama artistico del secondo do-poguerra.Gli artisti cinetici, che operavano in una dimensione collettiva e organica al sistema economico-industriale contemporaneo, almeno per quanto riguar-da l’aspetto tecnologico del loro lavoro, erano lontani dalla soggettività controcorrente e dal procedere artigianale che hanno contraddistinto la prima produzione dei poeti visivi; eppure caratteristiche, luoghi e persone testimoniano scambi ed accordi inusuali tra le due correnti. tra i punti di tangenza era lo sdoganamento del multiplo in nome di una democratizzazione del prodotto e della valorizzazione della riproducibilità tecnica: teorizzato e praticato nell’arte cinetica, è diventato anche, con la soluzione di replicare i lavori su tela emulsionata, una scelta nel percorso della poesia visiva.L’intendere l’arte come ricerca in senso interdisciplinare, la necessità di relazione con altri aspetti della cultura -dalla scienza al design, dalla musica alla scrittura-, il rivendicare l’unità delle arti, il desiderio, con il comporta-mento e la testimonianza, di scuotere il mondo dell’arte e più in generale la società, l’enfatizzazione del ruolo attivo del fruitore, sono altri elementi comuni alla poesia visiva e all’arte cinetica: per questo è sembrato possibile accostarle in un’unica mostra che ha come titolo Via dalla pittura.

A Brescia e oltretra gli anni Cinquanta e sessanta la scena artistica bresciana, come hanno ottimamente indagato Bruno Passamani e roberto Ferrari in due saggi fondamentali1, era caratterizzata dal dibattito ancora acceso tra realismo ed informale, dalla presenza delle collezioni Feroldi e Cavellini -incentrate principalmente su nuclei di opere delle prime avanguardie del novecentoe non figurative-, dalle campagne di acquisti di arte futurista da parte dell’amministrazione comunale e dall’implosione, emblematica per la città, della Galleria d’arte moderna.

1 Bruno Passamani, Presenza e assenza di una struttura, in renata stradiotti (a cura di), Dai neoclassici ai futuristi e oltre, catalogo della mostra, Brescia 1989; roberto Ferrari, L’Associazione Artisti Bresciani. Un difficile cammino nell’arte e nella cultura (1945-1995), Brescia 1995.

Page 5: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

4

il versante artistico più sperimentale, non pittorico, era sostenuto da epi-sodi di collezionismo privato e da gallerie che molto poco avevano in co-mune con l’arte fruibile a livello pubblico e mediatico. vanno ricordate a questo proposito la breve esperienza della Galleria zen e quella più signi-ficativa della sincron, che ha dato spazio fino ad oggi all’arte contempora-nea non figurativa, sperimentale, concreta e cinetica. Proprio alla sincron, fondata nel 1967 da armando nizzi con la collaborazione del poeta visivo sarenco e frequentata dall’esordiente collezionista tullia denza, è avvenuta la prima interazione tra le due correnti. nel campo dell’editoria, vissuta come strumento di militanza artistica, le riviste, i bollettini delle gallerie e delle rare mostre pubbliche, i manifesti dei gruppi di entrambe le correnti, hanno presentato innovazioni importanti, aperte alla dimensione internazionale. oltre ad una grafica dall’aspetto libe-ro e creativo, come dimostrano alcune pubblicazioni edite proprio a Brescia da sarenco, fra le quali «amodulo» e «Lotta poetica», i testi assumono for-me nuove ed inusuali, dall’abolizione del carattere maiuscolo all’ordinamen-to casuale degli interventi degli autori: ciò risulta evidente sfogliando i cata-loghi delle prime mostre a Brescia della Collezione denza e della milanese Galleria arte struktura di anna Canali. Ha scritto per molte esposizioni di questo spazio Carlo Belloli, figura cardine e congiunzione non secondaria tra cinevisualismo e poesia visiva, in quanto autore, nel 1944, di quei Testi-poemi murali considerati il principio della poesia concreta e poi visiva.

La Collezione CanaliLe vicende della collezione di anna Canali non sono legate solo a Brescia, ma si sono inserite per decenni nel più vasto panorama milanese. anna è figlia di ettore Canali, designer, architetto ed ebanista bresciano2, braccio destro dell’architetto Giancarlo maroni nella Fabbrica del vittoriale: da lui ha ricevuto una formazione culturale di impronta razionalista, aperta ed internazionale, ed è stata quindi naturale per lei la decisione di occuparsi d’arte a milano, nell’ambiente culturalmente innovativo di quegli anni. nel 1972, dopo una breve esperienza nel campo della comunicazione artistica, ha aperto la Galleria arte struktura che, nella storica sede di via mercato, è diventata uno dei punti di riferimento più importanti a livello internazio-nale per quanto riguarda il nuovo costruttivismo, il concretismo, l’arte pro-grammata o cinetica e in seguito l’arte madì in italia. non solo galleria, ma vero e proprio centro culturale, arte struktura ha organizzato convegni, incontri e laboratori, esposto pionieri dell’arte inoggettiva come robert e sonia delaunay, marcelle Cahn e max Huber, promosso i giovani artisti ci-netici dei gruppi t, n e Grav. anna Canali, che ha sempre inteso la ricerca artistica in una dimensione collettiva, oltre a svolgere attività di curatore,

2 sulla sua figura è incentrato il recente libro di Franco robecchi Ettore Canali, Brescia 2010.

Page 6: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

5

gallerista e collezionista, ha creato le edizioni arte struktura, avvalendosi dell’apporto di artisti come munari, di storici dell’arte quali Belloli e Cara-mel ed anche di familiari, tra cui il fratello architetto Leonardo e la sorella edda. nel 2006, dopo la chiusura della sede milanese, l’esperienza e la col-lezione di anna Canali sono confluite nella Fondazione arte struktura, con sede a desenzano del Garda, dove nel 2008 è stata organizzata la mostra internazionale di arte concreta e cinetico-visuale L’arte costruisce l’Europa.

La Collezione DenzaLe poesie visive presenti in questa mostra appartengono oggi alla collezio-ne di anna, figlia della storica collezionista tullia denza.La raccolta di tullia si è formata in breve tempo a Brescia, tra il 1969 e il 1970, in seguito alla conoscenza con l’artista, editore e gallerista sarenco. La collezione è aumentata di pari passo col coinvolgimento in prima perso-na di tullia denza nei confronti delle ragioni, della passione e del clima cul-turale che hanno caratterizzato la giovane poesia visiva. nel 1970 le opere della neonata, ma già ricca, raccolta sono state esposte in una mostra nel Castello di Brescia intitolata La poesia degli anni Settanta. Collezione inter-nazionale di poesia visiva. L’evento ha avuto effettivamente rilevanza inter-nazionale, anche perché erano presenti, fra le prime volte in italia, poesie cinematografiche e si sono ascoltate sonorizzazioni “site-specific”, come si direbbe ora, in una sorta di allestimento multimediale ante litteram.nel 1972 la raccolta, ampliata con materiali sonori, oggetti, libri d’artista ed una grande mole di materiale editoriale, è stata trasferita a rezzato, in una casa che è centro culturale, luogo d’incontro e spazio espositivo. La Colle-zione, divenendo riferimento documentario per gli studiosi della corrente, anche in seguito alla cessione del materiale della biblioteca di ugo Carrega, ha preso in seguito il nome di archivio denza. dalla fine degli anni settanta l’archivio ha cessato l’attività espositiva, privilegiando l’aspetto di centro per la documentazione; dal 2007 è in deposito al mart di rovereto, che, nello stesso anno, ne ha esposto una parte nella mostra La parola nell’arte.Le opere della Collezione anna denza, per la prima volta visibili al pub-blico, sono legate alla collezione di tullia denza per provenienza, ma ne differiscono per il carattere “privato” che ne contraddistingue l’acquisi-zione: doni dalla madre alla figlia, omaggio degli artisti, prototipi per ope-re poi riprodotte serialmente, segnano la storia della Collezione con una angolatura familiare ed affettiva. Pur nella loro particolarità esauriscono quasi tutte le possibilità tecniche ed iconografiche della poesia visiva. sono manoscritti, dattiloscritti, esordi di grafica al computer, collage, tele emul-sionate, opere-oggetto che mostrano le diverse possibilità di intervento soggettivo dell’autore, dall’uso del carattere ritagliato, all’intervento grafi-co su immagini di riviste e su fotografie, ai testi che contemplano tecniche di comunicazione, come la trascrizione, la contaminazione, il paradosso e la ripetizione, fino alla cancellatura.

Page 7: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita
Page 8: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

Le opere in mostra

La Collezione Anna CanaliArte cinetica

Page 9: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

8

Franco Grignani, Senza titolo, 1952composizione con filtro da vetro industriale, cm 50x50

Page 10: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

9

Gruppo N, Dinamica circolare, 1962rilievo in PvC su tavola laccata, Ø cm 95

Page 11: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

10

Toni Costa, Optical Dynamic Structure, 1964fettucce di PvC, cm 90x90x5

Page 12: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

11

Alberto Biasi, Dinamica visiva, 1964lamelle in PvC e cartoncino serigrafato, cm 59x59

Page 13: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

12

Alberto Biasi, Politipo, 1975fettucce in cartoncino bicolore e acrilico su legno, cm 48x48

Page 14: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

13

Manfredo Massironi, Struttura, 1960tecniche miste, cm 50x50x15

Page 15: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

14

Manfredo Massironi, Cerchi e quadrati, 1965serigrafia su cristallo, cm 35x35x1

Page 16: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

15

Edoardo Landi, Superficie in bianco e nero, 1961carta trasparente sovrapposta a cartoncino nero, cm 49,5x49,5

Page 17: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

16

Edoardo Landi, Cinoriflessione sferica variabile, 1966legno dipinto, semisfere in acciaio, nylon e cartoncino, cm 82x82x11,5

Page 18: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

17

Grazia Varisco, Extrapagina, 1976china su cartoncino, cm 50x50

Page 19: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

18

Gianni Colombo, Muro pulsante. Spazio elastico intermutabile, 1968-1988tecniche miste, cm 27,5x35

Page 20: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

19

Enzo Mari, Struttura 1216/c, 1973cartoncino fustellato e colore a tempera, cm 33x33

Page 21: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

20

Bruno Munari, Costruzione, 1970nove multipli in lamiera, cm 20x10 ciascuno

Page 22: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

21

Getullio Alviani, Superficie a testura vibratile circolare, 1965alluminio fresato, cm 80x80

Page 23: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

22

Getullio Alviani, Cilindro virtuale, 1967alluminio e carta, cm 33x33x10

Page 24: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

23

Enrico Castellani, Superficie bianca, 1997olio su tela, cm 100x100

Page 25: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita
Page 26: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

Le opere in mostra

La Collezione Anna DenzaPoesia visiva

Page 27: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

26

Eugenio Miccini, Hommage à Cage, 1963tecnica mista su carta, cm 27,5x20

Page 28: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

27

Eugenio Miccini, Poesia, gloria e tragedia, 1972tecnica mista su tela emulsionata, cm 55x75

Page 29: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

28

Eugenio Miccini, Il punto Z 1, 1973tecnica mista su cartoncino, cm 30x39

Page 30: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

29

Lamberto Pignotti, Living theatre, 1970intervento grafico su fotografia di quotidiano, cm 17,5x31

Page 31: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

30

Ketty La Rocca, Ad altissimo potenziale, 1965collage su cartoncino, cm 40x30

Page 32: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

31

Ketty La Rocca, In principio erat, 1967letraset su cartoncino, cm 32,5x47

Page 33: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

32

Ketty La Rocca, Mani, 1972stampa in bianco e nero su cartoncino, cm 15x22

Page 34: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

33

Mirella Bentivoglio, Soul, 1971serigrafia su carta, Ø cm 34

Page 35: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

34

Mirella Bentivoglio, E = Congiunzione, 1973letraset su cartoncino, cm 48x48

Page 36: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

35

Giuseppe Chiari, Giuseppe Chiari a Giusi Coppini, anni settantachina su carta, cm 36x162

Page 37: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

36

Michele Perfetti, Spezzettiamo, 1967collage di carta su legno, cm 30,5x28

Page 38: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

37

Michele Perfetti, Chome langelo, 1968foglio di carta dattiloscritto, cm 30x21

Page 39: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

38

Michele Perfetti, Cartolina, 1973collage su legno, cm 9,7x13

Page 40: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

39

Sarenco, Plasti-poem. Intervento Amodulo-Art su un mediocre “Fonema Plastico” di A.L. Totino, 1969tecnica mista su plexiglas, cm 21x21x7

Page 41: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

40

Sarenco, Avanti popolo, alla riscossa, 1972 pennarello su immagine stampata, cm 44x45

Page 42: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

41

Sarenco, Non eravamo poeti, 1972pennarello su fotografia, cm 17x13

Page 43: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

42

Sarenco, L’età dell’oro, 1974pennarello e bottoni su tela, cm 161x24

Page 44: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

43

Sarenco, Horkheimer e (è) dotto, 1975tecnica mista su faesite, cm 30x40

Page 45: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

44

Emilio Isgrò, La bella addormentata nel bosco, 1971libro con dedica, cm 21x21

Page 46: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

45

Emilio Isgrò, Per A.D., 1972cancellatura di parole stampate, cm 28,5x20

Page 47: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

46

Emilio Isgrò, Immagine di Händel, 1975tela serigrafata, cm 80x80

Page 48: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

47

Ugo Carrega, Tu & Io, 1970china su tavola, cm 20x35

Page 49: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

48

Ugo Carrega, Invito, 1971dattiloscritto su cartoncino, cm 10x8

Page 50: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

49

Ugo Carrega, Love never keeps still. Poemobile, 1967tecnica mista su quattro dischi di alluminio, Ø di ogni disco cm 4,5

Page 51: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

50

Jean-François Bory, Senza titolo, 1971lettere in plexiglas e tubo di colore su supporto, cm 13,5x22

Page 52: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

51

Jean-François Bory, Information, 1972letraset su tavola e catena, cm 20x84 e cm 20x30

Page 53: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

52

Jean-François Bory, All over Charles, 1972tecnica mista su tela, cm 55x45x12

Page 54: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

53

Paul De Vree, Contestical mill, 1969elaborazione grafica su carta, cm 30x25

Page 55: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

54

Paul De Vree, Demain une vie nouvelle, 1971collage su cartoncino, Ø cm 34

Page 56: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

55

Paul de Vree, Money is the jail of mankind, s.d.bronzo patinato, cm 12x17,5x4

Page 57: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

56

Alain Arias-Misson, Senza titolo, 1972fotografia sovrapposta a testo stampato, cm 30x23

Page 58: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

57

Alain Arias-Misson, Senza titolo, 1972collage con fotografia su carta di quotidiano, cm 23,5x20

Page 59: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

58

Alain Arias-Misson, Senza titolo, 1972fotografia sovrapposta a carta con interventi grafici, cm 23x17

Page 60: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

59

Alain Arias-Misson, Vida, s.d.collage, cm 10x15,5

Page 61: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

60

Jiri Valoch, Nine optical poems, anni sessantafoglio dattiloscritto, cm 30x21

Page 62: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

61

Jiri Valoch, Redundanz, anni sessantaserigrafia su carta, cm 32x24

Page 63: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

62

Jiri Valoch, Azione dell’artista, 1971a) I = P, II = O, due fotografie, cm 25x35

b) III = I, IV = M, due fotografie, cm 25x35

Page 64: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

63

Joseph Beuys, Notice to guests, 1974collage, cm 20x25

Page 65: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

64

Joseph Beuys, Senza titolo, 1974intervento grafico su fotografia, cm 50x50

Page 66: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

65

NOTE STORICHE E BIOGRAFICHEPia Ferrari

ARTE CINETICA E PROGRAMMATA

L’arte cinetica è nata in europa negli anni Cinquanta con la riscoperta del tema del movimento, già indagato da Gabo e moholy-nagy tra la prima e la seconda guerra mondiale. È debitrice delle esperienze del costruttivismo, del futurismo, dell’arte concreta teorizzata da van doesburg, dello spazialismo di Fontana, delle ricerche del gruppo azimuth di manzoni e Castellani.Le opere cinetiche, che tengono conto degli studi sulla psicologia della forma e delle leggi scientifiche della percezione visiva, sono realizzate spesso con materiali tecnologici come metallo, vetro industriale e plastica, danno rilevanza al ruolo della luce e possono essere replicabili con tecniche industriali. oscillanti tra il rigore del-la progettazione scientifica ed aspetti ludici, si diversificano in operazioni creative anche molto diverse tra loro: possono essere bidimensionali e caratterizzate da forme instabili (vasarely), possono prevedere il movimento dello spettatore (da al-viani a Bury), utilizzano strutture che si muovono da sole (Calder) o mutano grazie a motori o meccanismi incorporati (da tinguely a Colombo). Critica nei confronti di forme espressive soggettive, la corrente dell’arte cinetica si è manifestata con la creazione in italia di gruppi di lavoro, come quelli denominati n e t. a livello internazionale si è aggregata nel gruppo di Nuove tendenze con una serie di mostre a zagabria cui hanno partecipato molti degli artisti cinetici italiani. il termine arte programmata, spesso utilizzato in alternativa ad arte cinetica, è stato coniato da munari ed usato da umberto eco in una presentazione per un’omonima rassegna a milano alle officine olivetti nel 1962.

Il Gruppo N

È stato fondato a Padova nel 1959 da Biasi, Chiggio, Costa, Landi e massironi: artisti, designer ed architetti che si definiscono “disegnatori sperimentali” uniti nell’esi-genza di fare ricerca artistica collettivamente. il Gruppo ha progettato e realizzato opere e ambienti che coinvolgono lo spettatore grazie all’applicazione della psico-logia della percezione nel campo cinetico-visivo.nell’omonima galleria del Gruppo si sono succedute mostre provocatorie, come Nessuno è invitato ad intervenire, o coinvolgenti varie forme di espressione quali la poesia e la musica.il Gruppo, dopo le partecipazioni in primo piano alle rassegne di Nuove tendenze a zagabria e Arte programmata a milano nel ’62, si è sciolto nel 1965. nello stesso anno Landi, massironi e Biasi hanno fondato il gruppo enne 65, attivo per un biennio.

Il Gruppo T

Creato a milano nel 1959 da Boriani, de vecchi, anceschi e Colombo, con l’aggiunta di varisco l’anno successivo, è rimasto attivo fino alla fine degli anni settanta. il ter-mine t significa tempo, inteso come variabile di una dimensione spazio-temporale che coinvolge il fruitore. i suoi membri hanno progettato collettivamente opere ed ambienti finalizzati a suscitare reazioni interattive dello spettatore in base a sollecitazioni, o azioni cinetiche. Le esposizioni del Gruppo hanno preso il nome di Miriorama (infinite visioni), ma i suoi artisti hanno partecipato individualmente o collettivamente alle principali rassegne della corrente cinetica, da Arte programmata a Nuove tendenze.

Page 67: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

66

Franco Grignani(Pieve Porto morone, 1908-milano, 1999)

designer, architetto ed artista, è stato, dopo aver aderito da giovanissimo al secondo futurismo e poi all’astrattismo, un pioniere della ricerca ottico-visiva fin dai primi anni ’50. Ha progettato, anche con l’uso di fotomontaggi o di mezzi grafici e applicando la psicologia della forma, forme virtuali la cui immagine subisce rotazioni, torsioni, accelerazioni e rovesciamenti prospettici, stimolan-do artificialmente lo spettatore in modo creativo. La sua attività artistica si è sviluppata parallelamente a importanti creazioni nell’ambito del design e della grafica.

Toni Costa(Padova, 1935)

nella sua città ha fondato nel 1959 con massironi, Landi, Costa e Chiggio il Grup-po n, una delle realtà più significative dell’arte cinetica a livello internazionale. Ha partecipato alla ricerca cinetico-visiva del Gruppo, definendosi con gli altri “di-segnatore sperimentale”. dopo opere frutto di sperimentazioni collettive, come la serie Dinamiche visuali, basata sullo studio della luce, dello spazio e del tempo, ha proseguito individualmente fino ad oggi la sua attività artistica, incentrata sulla continuità ideale con il costruttivismo.

Alberto Biasi (Padova, 1937)

Cofondatore del Gruppo n, ha lavorato nell’ambito del Gruppo fino al 1967, firmando collettivamente i lavori, per poi proseguire la sua ricerca visiva auto-nomamente. La sua attività, caratterizzata dall’analisi sulla percezione visiva e sulla sensazione di movimento interattivo, si è manifestata in cicli come Trame, Torsioni, Dinamiche visuali, Rilievi ottico-visuali, Assemblaggi e Politipi, caratterizzati, questi ultimi, da cangiantismo coloristico per effetto di torsioni di strutture lamellari.

Manfredo Massironi(Padova, 1937)

dopo aver conseguito la laurea in architettura ha fondato il Gruppo n con Costa, Chiggio Landi e Biasi. dal 1960 ha partecipato alle mostre del Gruppo e all’attività di ricerca sulla dinamica dell’oggetto visivo. nel ’65 ha creato il gruppo enne 65. in seguito la sua attività artistica si è incentrata su aspetti legati all’optical art e all’arte ambientale, con lavori che mettono in primo piano la ricerca sul vuoto, il silenzio, la trasparenza e l’inganno ottico, come nella serie del Nodo. dalla seconda metà degli anni sessanta affianca l’attività di artista a quella di teorico della psicologia cognitiva.

Edoardo Landi(san Felice sul Panaro, 1937)

architetto, è stato tra i fondatori del Gruppo n e poi del gruppo enne 65 a Pa-dova. Ha partecipato collettivamente e poi individualmente alle mostre europee di arte programmata. i suoi lavori, come le Cinoriflessioni, si basano su forme geo-metriche programmate per stimolare sensazioni ottico-dinamiche nello spettatore. Le opere più recenti sono legate alla ricerca sulla percezione cromatica. dal 1970 è attivo anche come designer.

Page 68: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

67

Grazia Varisco(milano, 1937)

dopo gli studi accademici a Brera ha aderito nel 1960 al Gruppo t, muovendosi nell’ambito dell’arte programmata e partecipando alla serie di esposizioni Miriora-ma e al movimento di Nuove tendenze. dalla metà degli anni sessanta continua la carriera artistica individualmente, realizzando serie come Extrapagina, Schemi lumi-nosi variabili e Reticoli frangibili, dove, utilizzando materiali diversi, dal vetro alla carta al ferro, ipotizza possibilità di interferenze casuali che si sottraggono al controllo visivo. È attiva anche nel campo della grafica e del design.

Gianni Colombo(milano, 1937-melzo, 1993)

dopo gli studi a Brera si è avvicinato prima a Fontana poi al gruppo azimuth. nel 1959 ha fondato il gruppo t con anceschi, Boriani e de vecchi, lavorando collet-tivamente e individualmente nell’ambito dell’arte cinetica. negli anni sessanta ha progettato Superfici in variazione e Rilievi intermutabili, in cui lo spettatore con un intervento diretto può attivare mutamenti visivi dell’opera, e ha studiato nuove tecniche di riproducibilità dell’oggetto artistico, conferendo pari valore al multiplo. successivamente, fino agli anni novanta, ha allargato la sua ricerca allo spazio archi-tettonico ed ambientale, utilizzando tecniche industriali ed elettroniche avanzate per complesse installazioni, dove lo spettatore è sollecitato totalmente da eventi cinetici di natura luminosa, da suoni e forme in movimento.

Enzo Mari(novara, 1932)

dopo gli studi all’accademia di Brera si è occupato dalla fine degli anni Cinquanta di design industriale. a tale attività, che resta la preminente e che lo ha reso uno dei principali esponenti internazionali in questo campo, ha accompagnato, soprattutto negli anni Cinquanta e sessanta, quella artistica. Ha frequentato Bruno munari ed altri artisti cinetici ed è stato coordinatore e teorico del gruppo di Nuove tendenze, nell’ambito del quale ha meditato, con intuizioni in anticipo sui tempi, riportate nel testo in catalogo del 1969, sulle relazioni tra ricerche visuali e computer.

Bruno Munari(milano, 1907-1998)

Personalità non inseribile in una categoria unica della storia dell’arte, è stato in-ventore nel campo del design, della scrittura, della scultura, del cinema e di altro ancora. dopo aver frequentato esponenti del futurismo si è fatto portatore della dimensione”costruttiva” ed anche ludica delle macchine futuriste, progettando da-gli anni ’30 opere d’arte in movimento. nel 1948 è stato tra i fondatori dell’arte concreta, negli anni ’50 ha inventato le Sculture da viaggio, oggetti modulari portatili liberamente ri-creabili dal fruitore, nel ’62 è stato organizzatore della mostra Arte programmata, presentata da umberto eco. negli anni settanta ha dato vita ad atti-vità laboratoriali per i bambini. Ha lavorato fino agli anni novanta, inventando cicli di opere sempre nuovi.

Getullio Alviani(udine, 1939)

Formatosi nell’ambiente artistico milanese accanto a Fontana e manzoni, a partire dalla fine degli anni ’50 ha progettato opere principalmente caratteriz-

Page 69: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

68

zate da superfici metalliche che prevedono, con un rigoroso studio di rapporti e regole programmati, una fruizione legata al movimento dello spettatore. negli anni ’60 e ’70 è diventato esponente di punta dell’arte programmata e cinetica, collaborando a livello europeo con max Bill, richter, Le Parc e in italia con Castellani. di questo periodo sono le Superfici a testura vibratile, immagini costruite con la sola rifrazione della luce su acciaio o alluminio. dalla metà degli anni sessanta la sua ricerca si è evoluta nella progettazione di stanze con pareti a superficie vibratile, nelle quali la ricerca iniziale si amplia a situazioni ambientali.

Enrico Castellani(Castelmassa, 1930)

dalla fine degli anni ’50 diviene una delle principali figure della scena artistica internazionale, creando con Piero manzoni, dadamaino, agnetti ed altri la rivista e la galleria azimuth. Partendo dalla necessità di azzerare le esperienze artisti-che precedenti, il gruppo, cui si è aggiunto Bonalumi, è diventato riferimento per i giovani artisti dell’arte programmata e del nouveau realisme. in quegli anni Castellani ha abbandonato la pittura per creare superfici monocrome, spesso bianche, percorse ritmicamente da geometriche introflessioni ed estroflessioni che rendono la luce elemento fondamentale dell’opera. La sua poetica è rimasta costantemente legata alla ricerca delle relazioni tra spazio, ritmo e tempo, con un percorso coerente ed intenso.

POESIA VISIVA

La poesia visiva è nata in italia nei primi anni sessanta dando seguito alle esperienze della poesia concreta e ha raggiunto i massimi risultati nel decennio successivo, diffondendosi anche a livello internazionale. È stata caratterizzata da un variegato arcipelago di gruppi, riviste, case editrici d’avanguardia, gallerie di tendenza, acco-munate da un forte impegno culturale, sociale e politico.Le prime esperienze di poesia visiva sono state condotte quasi contemporanea-mente a Genova -con la poesia visuale di oberto, l’attività del Gruppo studio e l’opera di ugo Carrega-, a napoli -con martini e Caruso- ed a Firenze. Proprio in quest’ultima città, nel 1964, si è formato il nucleo di artisti più identificabile con la poesia visiva: il Gruppo 70. Fondato da miccini e Pignotti, cui si sono aggiunti Chiari, Perfetti, marcucci, ori, La rocca, isgrò e sarenco, ha interagito con le ricerche del palermitano Gruppo 63 e con alcuni artisti di Fluxus. nel 1971 a Brescia è stata fondata la rivista «Lotta poetica», ideata da sarenco, attorno alla quale si è formato un gruppo internazionale di poesia visiva, il Gruppo dei nove, cui hanno partecipa-to, fra gli altri, Bory e arias-misson.i modi espressivi della poesia visiva sono numerosi e diversi quanto i gruppi, le manifestazioni e le teorie che la compongono, ma il motivo di base che la percor-re può essere riassunto nella definizione �pittura da leggere o poesia da guardare. i poeti visivi riflettono sul linguaggio in opposizione ai mezzi coercitivi della co-municazione di massa, attraverso l’ironica o polemica riutilizzazione di immagini e slogan dei media, capovolgendone il significato. una delle tecniche privilegiate per questa operazione è il collage, ma frequenti sono anche gli interventi con lettere alfabetiche, scritte o stampate su immagini, o con caratteri e testi che formano immagini essi stessi, dando vita a opere finalizzate a scuotere la letteratura ed il mondo visivo abituale e sollecitando la meditazione sul rapporto tra segni di varia natura.

Page 70: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

69

Eugenio Miccini(Firenze, 1925-2007)

dopo studi umanistici e la laurea in pedagogia, si è dedicato alla letteratura. L’inte-resse per la poesia visiva, nato nel ’62, si è concretizzato l’anno successivo, quando ha fondato il Gruppo 70 con Pignotti e ori. negli anni successivi è stato impegnato nell’attività di divulgatore in prima persona della corrente, con mostre, dibattiti, pubblicazioni come la rivista «techne» ed i Quaderni di poesia visiva. interessato alla poesia visiva come “poesia totale”, ha realizzato opere con tecniche miste, collage, materiale fotografico e supporti che alludono all’unità delle arti, come i fogli mu-sicali. si è occupato, soprattutto dagli anni settanta, di teoria della comunicazione visiva.

Lamberto Pignotti(Firenze, 1926)

Fondatore del Gruppo 70 e attivo nel Gruppo 63, si è occupato di letteratura, co-municazione e semiotica. nei primi anni ’60 ha realizzato poesie visive fortemente improntate alla sinestesia tra le arti, alle quali ha affiancato azioni performative ed eventi poetici, in cui si mescolano le azioni provocate dalla stimolazione dei cinque sensi. Ha prodotto libri-oggetto, poesie da toccare e poesie visive, con interventi su collage e su fotografie, spesso da quotidiani o pubblicità, che acquistano valenza evocativa a prescindere dall’occasione che le ha generate. tra le sue serie più note: Francobolli, Visibile/Invisibile, De-com-posizione.

Ketty La Rocca(La spezia, 1938-Firenze, 1976)

Ha partecipato alle esperienze del Gruppo 70 come autrice di poesie visive prin-cipalmente caratterizzate da collage ed interventi su fotografie, nei quali parole ed immagini mettono in evidenza contesti sociali e il ruolo della donna nell’ambito del-la comunicazione dei media. L’indagine per il linguaggio prima verbale poi corporeo si rivela soprattutto nelle serie degli anni sessanta e settanta, come Lettere e Mani. il forte interesse nei confronti della gestualità e della comunicazione corporea l’hanno portata in seguito a sperimentare altre forme espressive legate all’arte concettuale, alla body art ed alla performance.

Mirella Bentivoglio(Klagenfurt, 1922)

si è occupata dalla metà degli anni sessanta di poesia concreta e poi visiva, con il doppio ruolo di critico ed artista. Ha lavorato con tecniche miste e con collage intervenendo con la scrittura su oggetti o immagini. tra la sua produzione va ricor-data la serie sulle lettere O ed E, intese come segno archetipo. Come La rocca è interessata fortemente all’arte al femminile e alle tematiche legate al linguaggio ed alla comunicazione. i suoi interventi più recenti sono stati nell’ambito della perfor-mance e dell’installazione ambientale.

Giuseppe Chiari(Firenze, 1926-2007)

importante musicista, con sylvano Bussotti e Pietro Grossi si è occupato soprat-tutto di musica unita al comportamento, al gesto e alla performance. Per quanto riguarda le arti visive, ha partecipato al movimento Fluxus e al Gruppo 70 con opere caratterizzate principalmente da interventi segnici o cromatici e scritture

Page 71: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

70

concettuali su supporti legati all’ambito musicale, come spartiti o strumenti, soste-nendo l’annullamento del confine tra le arti e realizzando “musica da guardare”.

Michele Perfetti(Bitonto, 1931)

È entrato agli inizi degli anni settanta nel Gruppo dei nove, nel quale si riconosco-no artisti che condividono a livello internazionale l’interesse per la poesia visiva. Le sue opere sono soprattutto collage che assemblano in modo evocativo immagini spezzate e interventi poetici dattiloscritti.

Sarenco (Isaia Mabellini)(vobarno, 1945)

dal 1963 si è occupato di ricerche poetico-visive sia come autore, che come te-orico, critico, curatore e gallerista. La sua produzione, a partire dal 1964, quando è entrato nel Gruppo 70, si è manifestata con interventi di scrittura e segni su immagini di varia provenienza, collage e assemblaggi, intesi come mezzo conflittuale nell’ambito politico e culturale. Come editore ha fondato le riviste «amodulo» nel 1968 e «Lotta poetica» nel 1971 (pubblicata fino al 1987) e le case editrici edizioni amodulo, sar.miC e Factotum art. negli anni sessanta e settanta la sua attività di gallerista ha preso forma a Brescia con le gallerie sincron, amodulo e studio Bre-scia. Come curatore ha organizzato numerose mostre ed eventi legati alla poesia visiva anche a livello internazionale.

Emilio Isgrò(Barcellona di sicilia, 1937)

Poeta, scrittore, drammaturgo ed artista, ha realizzato nel 1964 le prime Cancella-ture di pagine stampate o interi libri. L’operazione, tra concettuale e poesia visiva, consiste nel far emergere dal testo alcune parole e nasconderne la maggior parte, facendo così assumere all’opera significati nuovi ed emblematici. tra le Cancellature più note sono quella dell’Enciclopedia Treccani e della Costituzione italiana. nelle sue “dichiarazioni” rivendica il ruolo della poesia come arte generale del segno. Ha esteso a partire dagli anni settanta la sua tecnica cancellatoria anche al cinema, alla musica e ad ambienti con installazioni multimediali.

Ugo Carrega(Pegli, 1935)

si è occupato negli anni ’50 di poesia concreta, poi dalla metà degli anni sessanta di poesia visiva, con lavori definiti “scrittura simbiotica” o “nuova scrittura”. La sua produzione artistica si esprime in interventi scritti con varie tecniche su carta ed in seguito su supporti diversi, dal vetro al legno al metallo, tentando di fare della pittura e della poesia un’unica cosa. Ha affiancato la sua attività d’artista al ruo-lo di teorico, organizzatore culturale e gallerista, pubblicando a milano la rivista «tooL», importante riferimento per la corrente, ed aprendo l’omonima galleria, poi mercato del sale, punto d’aggregazione per artisti e scrittori.

Jean-François Bory(Parigi, 1938)

Ha affiancato dagli anni sessanta l’attività di scrittore a quella di poeta visivo, poeta sonoro, autore di libri d’artista e artista in senso più generale. Per quanto riguarda il ruolo di teorico del movimento vanno ricordate le sue collaborazioni con case

Page 72: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

71

editrici d’avanguardia e la fondazione di riviste a livello internazionale. nel 1974 è entrato nel gruppo internazionale di poesia visiva detto Gruppo dei nove. delle sue opere, fortemente critiche nei confronti dei valori della società dei consumi, va ricordata la pratica della doratura di oggetti legati alla comunicazione di massa ed abbandonati dalla evoluzione della tecnologia.

Paul De Vree(anversa, 1909-1982)

dagli anni Cinquanta si è occupato di scrittura, teatro, poesia, poesia visiva e so-nora, della quale è stato uno dei più importanti esponenti a livello europeo. negli anni sessanta ha collaborato anche con autori italiani come sarenco, dirigendo per un certo periodo la rivista «Lotta poetica». nel ’74 è entrato nel Gruppo dei nove. Le sue opere sono realizzate con collage, elaborazioni grafiche ed interventi su oggetti.

Alain Arias-Misson(Bruxelles, 1936)

inizialmente studioso di letteratura e autore di poesie sonore, dai primi anni ses-santa si è avvicinato alla poesia visiva collaborando a livello internazionale con alcuni dei suoi principali esponenti. risalgono a quegli anni i Public poem, azioni-performance, sintesi tra poesia ed azione, e i Teatrini poetici, interventi segnici su strutture-palcoscenico da cui emergono esseri inquietanti ed immaginari. negli anni settanta ha realizzato opere ed un romanzo visivo con interventi grafici su immagini da quotidiani. attualmente opera con installazioni ricche di riflessioni sull’ambiente.

Jiri Valoch(Brno, 1946)

È teorico, critico d’arte, giornalista, curatore di mostre, artista concettuale e po-eta visivo. in questo ambito ha realizzato dagli anni sessanta poesie fotografiche, installazioni ed interventi di varia natura, che consistono principalmente in una riflessione sul corpo ed il linguaggio, toccando dunque anche i campi della land art, della body art e della fotografia concettuale. attualmente realizza installazioni utilizzando spesso i mezzi grafico-informatici.

Joseph Beuys(Krefeld, 1921-düsseldorf 1986)

artista autodefinitosi sciamano, in tutto il suo percorso creativo ha ricercato l’ac-cordo tra uomo e natura, con forte sensibilità nei confronti delle tematiche ecolo-giche. negli anni sessanta ha partecipato al movimento Fluxus e ha creato oggetti–sculture-installazioni, animati dal desiderio di fusione tra le arti e di interazione col pubblico. Ha dato vita a performance ed interventi concettuali tangenti alla poesia visiva, come minimali interventi grafici o segnici su immagini ed oggetti.

Page 73: 182 E SETTANTA: l’ottocento classici del contemporaneo ... · negli anni sessanta, con l’esaurirsi della fase più innovativa dell’astrattismo e dell’informale, la nascita

Classici del contemporaneo - 11Anni Sessanta e Settanta: via dalla pittura.Arte cinetica e poesia visivamostra promossa e organizzata dall’associazione artisti BrescianiBrescia, aaB, salone del romanino24 settembre - 19 ottobre 2011

Cura della mostraPia Ferrari

Cura del catalogovasco Frati e Giuseppina ragusini

Comitato organizzatoreanna Canali, anna denza, ermete Botticini, vasco Frati,Giuseppina ragusini, Luciano salodini

Allestimentoermete Botticini e anna denza

Referenze fotograficheroberto mora, Brescia

Assicurazionesocietà Cattolica di assicurazione, agenzia generale di Brescia

Presidenza dell’AABvasco Frati e Giuseppe Gallizioli

Segreteria dell’AABChiara malzanini e Corrado venturini

L’aaB e la curatrice della mostra rivolgono un cordiale ringraziamento per la loro preziosa collaborazione ad anna Canali e anna denza, presidenti delle due Collezioni.

Fotocomposizione e stampaarti Grafiche apollonio – Brescia

Finito di stampare nel mese di luglio 2011.di questo catalogo sono state stampate 200 copie.