1914: quattro illustri valtellinesi contro la guerra

22
Montagne di guerra / Montagne di pace Le popolazioni delle valli alpine nella grande guerra - Asiago, 25-26-27 settembre 2015 Sabato 26 settembre 2015 Bruno Ciapponi Landi Società Storica Valtellinese 1914: quattro valtellinesi illustri contro la guerra

Upload: sergio-primo-del-bello

Post on 13-Apr-2017

153 views

Category:

Science


0 download

TRANSCRIPT

Montagne di guerra / Montagne di pace Le popolazioni delle valli alpine nella grande guerra - Asiago, 25-26-27 settembre 2015

Sabato 26 settembre 2015

Bruno Ciapponi Landi Società Storica Valtellinese

1914: quattro valtellinesi illustri contro la guerra

La Valtellina è una valle alpina di confine con orientamento da est a ovest, percorsa dall’alto corso del fiume Adda.

L’economia è stata per secoli legata alla coltivazione della terra da parte di innumerevoli comunità disseminate ovunque fosse possibile costruire una casa,una stalla e un fienile.

Al mercato esterno erano destinati il legname, gli animali da carne, i latticini e il vino, prodotto principe per la sua qualità, apprezzato in una vasta area già nel IX secolo.

La Valtellina

La valle ha sempre rivestito interesse militare per la facilità che offre, una volta varcate le Alpi, di raggiungere la pianura.

Questa condizione, complicata dalle lotte religiose, l’ha posta nel Seicento al centro di una grande contesa a cui parteciparono tutte le potenze dell’epoca e che diede luogo ad una carneficina passata alle cronache col nome di “Sacro Macello”.

Un carta di Melchiorre Tavernier, Parigi 1625)

La Valtellina

Nel 1914, allo scoppio della guerra, la valle confinava allo Stelvio con l’Austria e Bormio, il borgo più vicino, era già un rinomato centro termale in pieno sviluppo turistico.

La Pro Valtellina era impegnata a Milano a promuovere il turismo verso la Valtellina e la

Valchiavenna (la montagna lombarda per eccellenza). L’unico interesse militare dei valligiani era che il figlio più valido tornasse dalla ferma. Dal

canto loro i commercianti apprezzavano l’indotto economico dei battaglioni alpini stanziati a

Morbegno e a Tirano.

La Valtellina

Le prospettive di sviluppo economico erano più che mai floride e puntavano tutte sul turismo, con progetti arditi di cui la ferrovia Tirano – St. Moritz, oggi

patrimonio Unesco, è una testimonianza emblematica . I progetti prevedevano addirittura una rete ferroviario con altri due rami che

avrebbero collegato Tirano con Bormio e con Edolo.

La Valtellina

Il deputato di Sondrio, Giuseppe MARCORA, era Presidente della Camera,

quello di Tirano, Luigi CREDARO, era Ministro della Pubblica Istruzione.

In Senato sedevano tre valtellinesi:

il tiranese Luigi VENOSTA, ordinatore della Cassa Depositi e Prestiti,

il sondriese Giuseppe BOTTERINI DE’ PELOSI

e il “nostro più grande convalligiano” …

A quel tempo la valle era assai ben rappresentata in Parlamento:

La Valtellina

Emilio VISCONTI VENOSTA, collaboratore ed erede del conte di Cavour, per otto volte ministro degli Esteri fra il 1863 e il 1901, considerato il formatore della diplomazia italiana postunitaria ed uno dei massimi diplomatici europei del suo tempo, *

(* Federico Chabod, Storia della politica estera italiana,1967).

Il patriota e statista

Il patriota e statista

Mattatore alla conferenza di Algeciras, a cui partecipò quale capo della delegazione italiana, battendosi con successo per la pacificazione dei contendenti, fu neutralista ante litteram.

Nel 1914, all’annuncio della neutralità italiana, telegrafò al presidente del Consiglio Salandra approvando la decisione.

Il patriota e statista

Non vide l’Italia entrare in guerra, perché morì nel novembre 1914. Prima di morire aveva impartito le indicazioni necessarie

ai suoi collaboratori perché operassero per evitare il conflitto.

Roma, busto di Emilio Visconti Venosta nel parco del Pincio

Il ministro filosofo e pedagogista

Luigi Credaro (1860-1939) laureato in filosofia a Pavia, si perfeziona a Lipsia dove si avvicina alla scuola herbartiana.

Docente di Storia della Filosofia nell’ateneo pavese, passa, su proposta di Labriola, alla cattedra di Pedagogia dell’Università di Roma.

Nel 1895 viene eletto deputato al Parlamento nel collegio di Tirano, carica che manterrà dalla XIX alla XXIV legislatura.

Il ministro filosofo e pedagogista

Condirettore del Dizionario di pedagogia, fonda la Rivista pedagogica.

Sottosegretario all’Istruzione nel 1906, ministro da 1910 al 1914, portò a termine un’importante riforma della scuola.

Nel 1919 fu nominato senatore del Regno.

Dall’agosto del 1919 all’ottobre del 1922 fu governatore civile del Trentino Alto Adige dove si distinse (inutilmente) per lungimiranza ed equilibrio.

Il ministro filosofo e pedagogista

Antinterventista e contrario alla guerra, non perse occasione per diffondere questa opinione anche presso i suoi numerosi sostenitori.

Alla prima riunione del Consiglio provinciale dopo la decisione governativa per la neutralità, aprì i lavori con un intervento a sostegno della scelta operata (pur scusandosi perché l’argomento non rientrava nelle competenze dell’organo).

Fra le menti migliori legate alla valle, pur operando lontano da essa, si distinguono:

a Losanna, uno scienziato di chiara fama: il prof. Bruno GALLI VALERIO

a Milano, una stilista: Rosa GENONI

Lo scienziato

Bruno GALLI VALERIO (1867-1943), nacque a Lecco, ma crebbe a Sondrio, alle cui montagne rimase legatissimo.

Per 40 anni tenne la cattedra di Parassitologia e di Medicina Sperimentale e più tardi assunse anche quella di Batteriologia e Igiene, nell’università di Losanna.

Nel 1913, 1925, 1930 e 1935 fu consulente per l’individuazione dei Nobel per la medicina che, nel 1925, fu assegnato al suo candidato, l'austriaco dottor Julius Wagner-Jauregg.

http://www.resegoneonline.it/articoli/La-storia-di-Bruno-Galli-Valerio-studioso-e-scienziato-partito-da-Lecco-20150409/

Lo scienziato

Libero pensatore convinto e incrollabile, antimilitarista, nel 1915 pubblicò a Sondrio il pamphlet, Per la giustizia e per la neutralità, in cui sosteneva la neutralità armata dell'Italia, a fini difensivi, per portare la pace e sollecitava la formazione degli Stati Uniti d'Europa.

Per questa pubblicazione il 29 marzo 1915 fu contestato pesantemente a Sondrio, da un gruppo di giovani interventisti, e lo stesso giornale «La Valtellina», col quale collaborava da 25 anni, gli si rivoltò contro.

Non tornò mai più in Italia.

L’insulto del 1915 trovò riparazione nel 1948

quando Italia e Svizzera dedicarono alla sua memoria

l’aiuto della Confederazione alla ricostruzione

che si era concretato nell’arredamento di un padiglione

del Villaggio Sanatoriale di Sondalo (il più grande sanatorio d’Europa)

Lo scienziato

La stilista

Rosa Genoni (1867-1954), nata a Tirano da una sarta di Grosio e da un calzolaio di Milano, verso la fine dell’Ottocento si trasferisce a Milano dove trova impiego nel settore della sartoria e si interessa dei problemi sociali della categoria.

Inizia la sua carriera professionale presso la Sartoria dell’Oro di Milano prima di essere assunta come primière da Hardt, allora la principale casa di moda milanese.

Il suo sogno è vedere la Moda Italiana non più asservita a modelli stranieri, ma legata alla nostra nobile tradizione classica e rinascimentale.

Lo vedrà realizzato.

>

Nel 1906 partecipa con un suo padiglione all’Esposizione Internazionale di Milano dove le viene assegnato il “Grand Prix” della Giuria.

Nel 1909 promuove il primo Comitato per “una moda di pura arte italiana” dove figurano i più noti nomi dell’industria del settore.

Di pari passo con la carriera professionale Rosa Genoni è politicamente impegnata nella promozione della donna e soprattutto per la pace.

La stilista

>

Unica delegata italiana al 1°Congresso

Internazionale delle donne all’AJA, prese

parte anche ai congressi di Berna nel 1915 e di

Zurigo nel 1919.

.

Fu la delegata italiana del Women’s International League for Peace and Freedom (Wilps) e fece parte del gruppo

di donne capeggiate da Jane Addams e Aletta Jacobs che nel 1915 incontrò i ministri degli Esteri di Austria.

Belgio, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Svizzera per proporre una commissione di esperti per la

cessazione della guerra.

La stilista

Se la posizione di Visconti Venosta, di Credaro, di Galli Valerio e della Genoni era nettamente contraria

alla guerra per profondi convincimenti, va detto che nel 1914 la neutralità italiana fu accolta con

generale favore in valle.

Poi la propaganda e - a guerra dichiarata - il senso del dovere,

verso la patria e verso chi era già al fronte, diede luogo a un rassegnato

consenso nel comune inevitabile impegno.

Di questa evoluzione ci ha lasciato una testimonianza diretta un pedagogista scrittore

che visse a Sondrio in quegli anni.

Sull’evoluzione delle posizioni ci ha lasciato una testimonianza diretta un pedagogista scrittore

che visse a Sondrio in quegli anni.

Se la posizione di Visconti Venosta, di Credaro, di Galli Valerio e della Genoni

era nettamente contraria alla guerra per profondi convincimenti,

va detto che nel 1914 la neutralità italiana fu accolta in valle con generale favore.

Poi la propaganda e - a guerra dichiarata - il senso del dovere, verso la patria e verso chi era già al fronte, diede luogo a un rassegnato consenso nel comune inevitabile impegno.

le posizioni in valle

si tratta di AUGUSTO MONTI (1881-1966), maestro di Cesare Pavese, Leone Ginsburg, Massimo Mila, amico di Piero Gobetti e di Antonio Gramsci, che dal 1913 al 1918 insegnò al liceo di Sondrio.

Di quegli anni e di quella evoluzione delle posizioni nella società sondriese, ci ha lasciato una splendida descrizione in un capitolo del suo libro: “I miei conti con la scuola”, (Einaudi, 1965) al quale rimando gli interessati.

F I N E