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INTRO

CASTELLANZA – San Bernardo

Il nostro viaggio comincia da qui, da Castellanza, dalla chiesa di San Bernardo,

un luogo conosciuto da tutti, che ci è familiare,

che per ciascuno può diventare un punto di partenza.

Fecero così anche gli apostoli, in quel Sabato Santo di molti anni fa:

dopo la paura e lo smarrimento per la condanna a morte di Gesù,

si erano ritrovati nel Cenacolo, un luogo conosciuto da tutti loro,

il posto dove avevano vissuto gli ultimi momenti insieme al Signore.

Forse, all’inizio, fu soltanto un luogo in cui sentirsi al sicuro,

un luogo di ricordi e di rimpianti, ma che poi diventò il punto di partenza

per l’annuncio più sconvolgente della storia:

il Signore Gesù era Risorto e loro avrebbero dovuto raccontarlo in tutto il

mondo.

Sia così anche per noi: dalle nostre case, dalla nostra Comunità Pastorale,

iniziamo questo percorso di ascolto della Parola di Dio e di preghiera, nel

quale vogliamo scoprire il vero significato della Pasqua, per poi annunciarlo a

chi incontriamo ogni giorno.

I TAPPA

MOLFETTA – Duomo di San Corrado

VANGELO

Luca 22, 14-20 | 24-27 Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare

questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si

compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi

dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi;

fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è

la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: «I re delle nazioni

le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così;

ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più

grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come

colui che serve.

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IL FILO DI COTONE

C'era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava.

«E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per

un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte... Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola,

starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non

piaccio a nessuno, neanche a me stesso!». Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un

mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo

qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e

io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce.

È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare». Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell'oscurità ed emanò

calore. E fu felice.

PREGHIERA

Signore, fa' di noi persone capaci di servire. Mettici al servizio dei nostri fratelli e sorelle più soli, più emarginati, più bisognosi di cure e di aiuto. Da loro il pane quotidiano insieme al nostro amore pieno di comprensione, di pace, di gioia. Signore, fa' di noi persone capaci di servire, per portare l'amore dove c'e l'odio, lo spirito del perdono dove c'e l'ingiustizia, l'armonia dove c'e la discordia, la verita dove c'e l'errore, la fede dove c'e il dubbio, la speranza dove c'e la disperazione, la luce dove ci sono ombre, e la gioia dove c'e la tristezza. Signore, fa di noi persone capaci di servire e di vivere solo dell'amore che tu ci doni.

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II TAPPA

ROMA – Basilica di San Pietro

VANGELO

Luca 22, 31-34 | 39-53

Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua

fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te

sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non

canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro:

«Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e

pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua

volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più

intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla

preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite?

Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li

precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio

dell'uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore,

dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio

destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l'orecchio, lo guarì.

Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e

anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non

avete mai messo le mani su di me; ma questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre».

LA SEDIA VUOTA

Un uomo anziano si era ammalato gravemente. Il suo parroco andò a visitarlo a casa. Appena entrato nella

stanza del malato, il parroco notò una sedia vuota, sistemata in una strana posizione accanto al letto su cui

riposava l'anziano e gli domandò a cosa gli servisse.

L'uomo gli rispose, sorridendo debolmente: "Immagino che ci sia Gesù seduto su quella sedia, e prima che

lei arrivasse gli stavo parlando. Per anni avevo trovato estremamente difficile la preghiera, finché un amico

mi spiegò che la preghiera consiste nel parlare con Gesù. Così ora immagino Gesù seduto su una sedia di

fronte a me e gli parlo e ascolto cosa dice in risposta. Da allora non ho più avuto difficoltà nel pregare".

Qualche giorno dopo, la figlia dell'anziano signore si presentò in canonica per informare il parroco che suo

padre era morto. Disse: "L'ho lasciato solo per un paio d'ore. Quando sono tornata nella stanza l'ho trovato

morto con la testa appoggiata sulla sedia vuota che voleva sempre accanto al suo letto".

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PREGHIERA

Signore Gesù,

eccoci alla tua divina presenza, assetati e affamati di amore.

Tu ci hai chiamati, come allora chiamasti gli apostoli nell’orto degli ulivi,

a pregare e vegliare con te, per non cadere in tentazione.

In preghiera staremo accanto a te, o Gesù,

e come Giovanni nel cenacolo, appoggeremo il nostro capo sul tuo petto,

per ascoltare il tuo cuore che parla al nostro cuore.

Allontana da noi, o Gesù, tutto ciò che ci impedisce di stare con Te,

liberaci dall’indifferenza e dal sonno, perché possiamo vegliare con Te.

III TAPPA

VARESE – Sacro Monte

VANGELO

Luca 23, 33-34 | 39-46 Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a

sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».

Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche

noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi

giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di

male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti

dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del

pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse:

«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.

DUE AMICI

Questa storia racconta di due amici che camminavano nel deserto.

Ad un certo punto del viaggio cominciarono a discutere, ed un amico diede uno schiaffo all'altro;

questi addolorato, ma senza dire nulla, scrisse sulla sabbia: " IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI

MI HA DATO UNO SCHIAFFO." Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi, dove

decisero di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di annegare, ma il suo amico

lo salvò.

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Dopo che si fu ripreso, scrisse su una pietra: "IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA

SALVATO LA VITA." L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico

domandò: "Quando prima, ti ho colpito, hai scritto sulla sabbia, e adesso lo fai su una pietra.

Perché?" L'altro amico rispose: “Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo sulla sabbia, dove i

venti del perdono possano cancellarlo”. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi,

dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo”.

PREGHIERA

Trasformaci, Signore,

in canali sempre aperti, che ricevono e donano;

rendici come fontane: capaci di lasciar prendere a coloro che chiedono.

Che l’amore ricevuto ci renda capaci di amare.

Che la misericordia ricevuta ci renda capaci di misericordia.

Che la salvezza ricevuta ci renda uomini e donne capaci di far gustare il perdono.

Amen.

IV TAPPA

GERUSALEMME – Santo Sepolcro

VANGELO

Luca 23,47-56

Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le

folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi

il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla

Galilea, osservando questi avvenimenti.

C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla

decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si

presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una

tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascève e già

splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse

osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e

oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

IL SEGNALE

Un giovane era seduto da solo su un autobus; teneva lo sguardo fisso fuori del finestrino. Aveva poco più di

vent'anni ed era di bell'aspetto, con un viso dai lineamenti delicati.

Una donna si sedette accanto a lui e, dopo avere scambiato qualche chiacchiera a proposito del tempo, caldo

e primaverile, il giovane disse, inaspettatamente: «Sono stato per due lunghi anni in prigione. Sono uscito

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questa mattina e sto tornando a casa».

Le parole gli uscivano come un fiume in piena mentre le raccontava di come fosse cresciuto in una famiglia

povera ma onesta e di come le sue attività criminale avesse procurato ai suoi cari vergogna e dolore. In quei

due anni non aveva più avuto loro notizie. Sapeva che i genitori erano troppo poveri per affrontare il viaggio

fino al carcere dove lui era detenuto e che si sentivano troppo ignoranti per scrivergli. Da parte sua, aveva

smesso di spedire lettere perché non riceveva risposta.

Tre settimane prima di essere rimesso in libertà, aveva fatto un ultimo e disperato tentativo di mettersi in

contatto con il padre e con la madre. Aveva chiesto scusa per averli delusi, implorandone il loro perdono.

Dopo essere stato rilasciato, era salito su quell'autobus che lo avrebbe riportato nella città e che passava

proprio davanti al giardino della casa dove era cresciuto e dove i suoi genitori continuavano ad abitare.

Nella sua lettera aveva scritto che avrebbe compreso le loro ragioni. Per rendere le cose più semplici, aveva

chiesto loro di dargli un segnale che potesse essere visto dall'autobus. Se lo avessero perdonato e lo avessero

voluto riaccogliere in casa, avrebbero legato un nastro bianco al vecchio melo in giardino. Se il segnale non

ci fosse stato, lui sarebbe rimasto sull'autobus e avrebbe lasciato la città, uscendo per sempre dalle loro vite.

Mentre l'automezzo si avvicinava alla sua via, il giovane diventava sempre più nervoso, al punto di aver

paura a guardare fuori del finestrino, perché era sicuro che per lui non ci sarebbe stato nessun fiocco.

Dopo aver ascoltato la sua storia, la donna si limitò a chiedergli: «Cambia posto con me. Guarderò io fuori

del finestrino».

L'autobus procedette ancora per qualche isolato e a un certo punto ecco la donna vide l'albero. Toccò con

gentilezza la spalla del giovane e, trattenendo le lacrime, mormorò: «Guarda! Guarda! I tuoi genitori hanno

coperto tutto l'albero con nastri bianchi».

PREGHIERA

Io credo in Dio, Padre onnipotente,

Creatore del cielo e della terra.

E in Gesù Cristo,

Suo unico Figlio, nostro Signore,

il quale fu concepito di Spirito Santo

nacque da Maria Vergine,

patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso,

mori e fu sepolto; discese agli inferi;

il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo, siede alla destra

di Dio Padre onnipotente:

di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,

la santa Chiesa cattolica,

la comunione dei santi,

la remissione dei peccati,

la risurrezione della carne,

la vita eterna.

Amen.

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V TAPPA

GENOVA – Madonna della Guardia

VANGELO

Luca 24,1-12

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che

avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del

Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.

Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti

colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo

che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e

risuscitasse il terzo giorno».

DISCORSO DI PAPA FRANCESCO al 50° DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

Gesù risorto dice: «Fate discepoli». Ecco la missione. Non dice: conquistate, occupate, ma “fate discepoli”,

cioe condividete con gli altri il dono che avete ricevuto, l’incontro d’amore che vi ha cambiato la vita. È il

cuore della missione: testimoniare che Dio ci ama e che con Lui e possibile l’amore vero, quello che porta a

donare la vita ovunque, in famiglia, al lavoro, da consacrati e da sposati. Missione è tornare discepoli con i

nuovi discepoli di Gesù. È riscoprirsi parte di una Chiesa che e discepola… Qui sta la forza dell’annuncio,

perché il mondo creda. Non contano gli argomenti che convincono, ma la vita che attrae; non la capacità di

imporsi, ma il coraggio di servire. E voi avete nel vostro “DNA” questa vocazione ad annunciare vivendo in

famiglia, sull’esempio della santa Famiglia: in umilta, semplicita e lode. Portate quest’atmosfera familiare in

tanti luoghi desolati e privi di affetto. Fatevi riconoscere come gli amici di Gesù. Tutti chiamate amici e di

tutti siate amici.

PREGHIERA

Tu, Gesù, con la risurrezione

hai compiuto l'espiazione del peccato;

ti acclamiamo nostro Redentore.

Tu, Gesù, con la risurrezione

hai vinto la morte;

ti cantiamo gli inni della vittoria:

sei il nostro Salvatore.

Tu, Gesù, con la tua risurrezione

hai inaugurato una nuova esistenza;

tu sei la Vita.

Alleluja!

Il grido É oggi preghiera.

Tu sei il Signore