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Page 1: 24 · 2.530 del 2014. Il fatturato è passato da629 a872 milioni di euro. Avetecorso molto.A questo pun-toquali sono gliobiettivi? «Continuare il piano di assunzio-ne,giàinatto,arrivandoa500dipen-denti
Page 2: 24 · 2.530 del 2014. Il fatturato è passato da629 a872 milioni di euro. Avetecorso molto.A questo pun-toquali sono gliobiettivi? «Continuare il piano di assunzio-ne,giàinatto,arrivandoa500dipen-denti

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Martedì 22 novembre 2016 il GiornaleIL PERSONAGGIO

di Piera Anna Franini

Distese di campi a perdita d’oc-chio. Rettilinei che incoragge-rebbero alla velocità, non fos-

se per il viavai di trattori e la sfilza diautovelox la cui presenza insistentetrova presto una spiegazione. È que-sto un lembo della Terra dei Motori.Un paesaggio che pare addormenta-to nella nebbia d’autunno e che èinvece solcato da improvvisi lampidi vita, da auto pensate per farsi no-tare: per colori, forme e, ancor pri-ma, per un rombo imperioso. Ome-glio: taurino. Perché così lo concepìFerruccio Lamborghini, uomo natosotto il segno del toro. Tuttora è ilsimbolo della Lamborghini, diun’auto che fa sgranare gli occhi egirare le teste, da sempre forgiata aSant’Agata Bolognese, quartier gene-rale sin dagli anni Sessanta.Il marchio ha conosciuto successi,

crisi, passaggi di consegne. Ora faparte del Gruppo Volkswagen, chela controlla attraverso Audi. Testa te-desca e anima italiana, dunque. Damarzo ancora più italiana, conside-rato che al timone è arrivato StefanoDomenicali, di Imola, 51 anni di cui23 spesi in Ferrari dove raggiunse,nel 2004, la direzione sportiva dellaFormula 1. Ora ha l’incarico ufficia-le di chairman e chief executive offi-cer. È arrivato a Sant’Agata Bologne-se in una fase speciale della casa au-tomobilistica, forte di un 2015 cheha brillato come ilmigliore anno nel-la storia aziendale. Il giro d’affari ècresciuto del 39% rispetto all’annoprecedente. Fra Huracan e Aventa-dor sono state prodotte e consegna-te 3.245 auto, il 28% in più delle2.530 del 2014. Il fatturato è passatoda 629 a 872 milioni di euro.Avete corso molto. A questo pun-to quali sono gli obiettivi?«Continuare il piano di assunzio-

ne, già in atto, arrivando a 500 dipen-denti in più. Il sito produttivo rad-doppierà, passando dagli attuali 80a 150mila metri quadrati».In che tempi avverrà la trasforma-zione?«La parte nuova dello stabilimen-

to sarà pronta entro la primavera del2017 e le assunzioni verranno com-pletate nel 2018: anno in cui sarà sulmercato la nostra terza linea, il SuvUrus».L’era dei numeri ridotti ed esclu-sivi è dunque chiusa?«Per la verità nel segmento delle

supersportive non supereremo i nu-meri attuali. Sarà proprio la terza li-nea a far lievitare il giro d’affari, di-versificando la clientela».Quanto incide la pura immagine,la comunicazione su un marchiocome il vostro? Avete appena rin-novato il museo, il sito...«La comunicazione è determinan-

te. Soprattutto in Italia dove dobbia-mo far conoscere di più e più corret-tamente l’azienda e le auto».E all’estero, al di là delle Alpi edell’Oceano il nome Lamborghi-ni che cosa rappresenta?«Per chi compra un’auto è il sigillo

del proprio successo. Una gioia. Unvolersi premiare».L’identikit del vostro cliente tipoqual è?«Parliamo di liberi professionisti,

imprenditori, soggetti con una per-

sonalità ben definita. Perché Lam-borghini denota proprio questo, ildesiderio di distinguersi, di essereprotagonisti. Tra l’altro vedo con pia-cere che i nostri clienti stanno diven-tando sempre più giovani, la fasciatipica è quella fra i 30 e 45 anni. Ilfenomeno è degno di nota perché incontrotendenza: oggi i giovani nonsembrano provare la passione per imotori che contrassegnava lamia ge-nerazione. Per noi le auto erano unqualcosa di straordinario, adessoper qualcuno non è più così. PeròLamborghini risponde evidentemen-te a un certo approccio narcisisticoche soddisfa tanti giovani di oggi».Lamborghini ha storia e radici

italiane, ma una proprietà tede-sca. Quanto è teutonica e quantorimane ancorata al nostro Pae-se?«C’è la solidità e l’alto livello di

tecnologia del gruppo Audi. Ma ilcuore dell’azienda, così come le altis-sime competenze manifatturiere etecnologiche applicate a vetture dilusso e di alte prestazioni, la creativi-tà, il design e la passione pulsanoqui a Sant’Agata».A proposito di tecnologia. Lam-borghini ha creduto subito nellafibra di carbonio...«Al punto che in primavera abbia-

mo ricevuto il Jec Award per gli inter-ni dellaHuracán in ForgedComposi-

te, un’evoluzione di questo tipo dimateriale. Non ci fermiamoqui. Stia-mo avviando delle partnership im-portanti in Giappone e Usa, abbia-mo appena inaugurato un laborato-rio di ricerca a Seattle e così pureun’alleanza con ilMit di Boston. Por-tare avanti progetti così importanticon realtà e istituzioni di questo tipoci inorgogliscemolto, senza conside-rare le conseguenze sul nostro valo-re competitivo».Continuerete a dare alle auto no-mi di tori?«Questa è la tradizione. Vede que-

sti dodici volumi? Sono l’enciclope-dia Los Toros di Juan Maria de Cos-sio, scrittore e poeta spagnolo, uno

dei più grandi studiosi della tradizio-ne taurina della Penisola Iberica. Lasto studiando per vedere quali altrinomi potranno essere utilizzati in fu-turo. Questo rimane e rimarrà unelemento della storia Lamborghini».Prima di arrivare a Sant’Agata,cosa l’affascinava di questo mar-chio?«Sapere che, nonostante una sto-

ria travagliata, qui si è continuato aprodurre auto, anzi, fior di auto.Questo è un segno di grandezza. Per-ché è facile motivare i propri dipen-denti quando l’azienda marcia sen-za problemi, ha una solidità patrimo-niale che nessunomette in discussio-ne. Qui ci sono stati non pochi cam-

StefanoDomenicali

L’INTERVISTA

«La Lamborghini è un sognoE la gente si vuole premiare»

Da pochi mesi dirige la casa automobilistica passata alla Volkswagen«L’Italia? Basta lagne. Siamo più bravi di quello che noi stessi pensiamo»

ABANOTermeDa domenica 22 gennaio per due

cinque o sette notti

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25Martedì 22 novembre 2016 il Giornale IL PERSONAGGIO

biamenti, vicende complesse, eppu-re le persone che lavorano qui nonsolo hanno saputo resistere, ma han-no continuato a offrire prodotti chehanno fatto la storia di questa azien-da e, in genere, del mondo dei moto-ri».Permolti versi la cultura azienda-le risente ancora della personali-tà di Ferruccio Lamborghini, ilfondatore.«Ho sentito tante storie su di lui.

Da tutte emerge il profilo di una per-sona unica, che ha avuto il coraggiodi sfidare i tempi. Ha avuto la sfron-tatezza di volere credere in un qual-cosa fuori dagli schemi. Mi piacequel suo credere in maniera assolu-ta nelle proprie capacità. Ed è pro-prio il principio che vorrei si riaffer-masse oggi, in questa fase di grandeslancio dell’azienda. Certo, lui parti-va da una base che voleva costruire.Noi partiamo da una base che si stasolidificando».E lei che cosa pensa di aver porta-to? Da cosa ha cominciato?«Ho iniziato cercando di afferma-

re un principio che volevo tutti con-dividessero: in Lamborghini era ne-cessario alzare la testa. Non in segnodi arroganza, piuttosto per la consa-pevolezza del proprio valore. Appe-na entrato ho detto: non dobbiamo

avere paura di farci conoscere. Nondobbiamo essere timorosi di guarda-re al futuro con un’altra dimensio-ne. I nostri concorrenti sono forti,ma noi abbiamo riferimenti solidi.Siamo una squadra, ognuno può fa-re la differenza, per questo bisognasentirsi responsabili e protagonistidi un cammino e di una fase specia-le di questa azienda e di questo mar-chio. E ho ripetuto: non deve manca-re la cattiveria di pretendere di piùda noi stessi».Personalmente quanto sta inazienda?«Eccetto i periodi in cui sono in

viaggio, arrivo alla mattina presto eme ne vado alle 9 di sera. Sono tra iprimi ad entrare e fra gli ultimi aduscire. Del resto mi piace stare inazienda. Passare per gli uffici, i labo-ratori, le officine...».Di recente è stato invitato a parla-re a una platea di studenti. Tema:il mondo del lavoro. Cosa ha det-to? Come li ha incoraggiati?«Ho avuto la fortuna di girare il

mondo, quindi posso fare paragonitra realtà diverse. Per questo ho ri-cordato che l’Italia, in particolare laformazione che si riceve in Italia, èpiù solida di quanto si pensi e si di-ca. Siamo noi che entriamo troppofacilmente in una spirale di negativi-

smo».E lagne.«Appunto. Dobbiamo credere di

più in noi stessi. Dobbiamo sapereche possiamo fare la differenza».Quindi promuove il sistema scola-stico italiano?«Diciamo che le scuole dovrebbe-

ro offrire formazioni più mirate. Que-sto sì. Bisognerebbe creare figure uti-li per l’attuale mondo lavorativo».Come selezionate il personale?«Si parte dal curriculum. Si valuta-

no le competenze, si programma unpercorso di formazione per sviluppa-re quelle specifiche e le si testa perio-dicamente, fissando di volta in voltagli obiettivi. I parametri devono esse-re chiari e condivisi. Chi entra quiha grandi possibilità, ma non si deveaccontentare».Punto di partenza, comunque, ilcurriculum.«Così ho iniziato anch’io. E questo

non fa che ribadire il concetto di pri-ma. Bisogna crederci, provare. Iovenni assunto dopo aver mandatoun CV. Se è successo a me, può suc-cedere a tutti».Come premiate il merito?«Con riconoscimenti monetari e

l’avanzamento di carriera. Io poi cre-do nella crescita trasversale. Non mialletta l’idea di uno che nasce con

un ruolo ed è destinato ad andare inpensione nella stessa posizione».Lei ora lavora a diretto contattocon i manager tedeschi. Che cosasta imparando da loro? Che tas-selli le mancavano?«Prima di arrivare qui ho seguito

un percorso professionale in Audi. Equesto mi ha consentito di conosce-re i meccanismi e le caratteristichedi una cultura lavorativa diversa daquella italiana. Le posso dire che èfantastico poter integrare il senso diorganizzazione del sistema tedescocon la creatività, la fantasia e la fre-schezza del nostro. È davvero un ma-trimonio perfetto. E tra le cose che tiinsegna c’è che non esiste una ricet-ta unica. I modi di lavorare cambia-no anche in relazione al tessuto so-ciale e al territorio».FuMichael Schumacher a simbo-leggiare il fatto che la combina-zione Italia-Germania è vincen-te. A Castiglion Fiorentino è statolei a ritirare il premio Fair Playdestinato a Schumacher. Il piùbel ricordo che vi lega?«Il più intenso è la vittoria al mon-

diale dopo anni di tentativi».Continua a seguire la FormulaUno?«Ho vissuto metà della mia vita in

Formula Uno. Non potrei certo diredi no».Prima Ferrari. Ora Lamborghini.Sempre e solo eccellenze italia-ne, e tanta competizione. Non lecapita, talvolta, di aver voglia dinormalità?«Ho la fortuna di lavorare in am-

bienti speciali. Io però sono una per-sona normalissima, vivo una dimen-sione di uomo super-normale».Però frequenta, appunto, am-bienti speciali, che hanno il con-trassegno del lusso. Per lei il lus-so che cos’è?«La possibilità di vivere emozioni

sorridendo».E lei per che cosa si emoziona,super-auto a parte?«Auto a parte, per la montagna,

d’estate e inverno. E per il mondodell’aeronautica».E che cosa non sopporta?«Non sopporto vedere chi imposta

la propria vita sul distruggere quelloche fanno gli altri, così, per partitopreso».Un animo costruttivo...«Sì. Mi mette tristezza vedere le

discussioni che hanno l’obiettivonon di promuovere qualcosa, ma diabbattere ciò che fanno gli altri. Cosìcome mi spiace vedere l’aggressivitàche talvolta emerge attraverso i so-cial media, mentre poi, nella realtàvera, si tende ad essere fin troppoaccondiscendenti, sprovvisti del co-raggio di parlare...».Par di capire che Lei non sia so-cial media dipendente.«Non ho profili Facebook, Insta-

gram, Twitter... Niente di tutto que-sto. È un mondo che favorisce sdop-piamenti di personalità e un mododi relazionarsi malato che è un cam-panello d’allarme su come si sta ri-ducendo la società di oggi. Stiamoaccettando un modo di relazioneche è fittizio».Una curiosità: stamattina è venu-to in ufficio in Lamborghini?«Ho a disposizione il parco auto.

Ma guido Audi».

Fra i giovani, un po’narcisi, è tornatala passioneper le auto

SCHUMYDomenicali èrimasto moltolegato aSchumacher,il pilotasimbolo dellaFerrari: «Il piùbel ricordoche ci lega èla vittoria almondialedopo dueanni ditentativifalliti»

In azienda arrivola mattina prestoe me ne vadoalle 9 di sera

Le scuole italianedovrebbero crearefigure utili almondo del lavoro

Sono stato sceltograzie al curriculumE questo puòsuccedere a tutti

Non sopporto chiimposta la vitadistruggendo quelloche fanno gli altri

IL GRUPPO«A chi lavoracon me hodetto cheognuno puòfare ladifferenza»,dice ilpresidente ead dellaLamborghini.«Ma non devemancare lacattiveria dipretendere dipiù da noi»

S tefano Domenicaliè nato a Imola nel

1965. Dopo gli studiin Economia e Com-mercio a Bologna, hainiziato la sua carrie-ra nel 1991 in Ferrarioccupandosi in un pri-mo tempo di aspettiamministrativi. Allametà degli anni No-vanta è passato allasquadra corse con va-ri incarichi, fino a di-ventare nel 2004 diret-tore sportivo. Nel2008 è stato nomina-to Teamprincipal del-la Scuderia di Formu-la 1, al posto di JeanTodt, nel frattempopromosso alla caricadi amministratore de-legato. Sotto la suaguida la società diMa-ranello ha vinto 14 ti-toli tra costruttori e pi-loti. Nel 2014, dopo23 anni trascorsi inFerrari, ha dato le di-missioni ed è diventa-to vicepresidente diAudi. È tornato in Ita-lia nel 2016, quando èstato nominato chair-man e chief executiveofficer di AutomobiliLamborghini.

chi è✒

IL GENIOFerruccioLamborghiniha sfidato itempi: «Haavuto lasfrontatezzadi credere inqualcosa fuoridagli schemi.Mi piace quelsuo credere inmanieraassoluta nellepropriecapacità»

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mIl piacere di passare un lungo weekend o una settimana intera tutti insieme, lettori e giornalisti del Giornale, nel più totale relax di un ambiente famigliare, ma elegante, di un grande albergo: il Mioni Pezzato di Abano Terme. Una settimana all’insegna della libertà: si potrà godere delle cinque piscine termali, degli effetti terapeutici della fan-goterapia convenzionata direttamente in albergo e del moderno centro benessere; ef-fettuare escursioni sui colli Euganei, a Padova o a Venezia; giocare a golf nei tre ma-gni� ci campi dei dintorni. Tutti i pomeriggi e le sere sono inoltre previsti conferenze, incontri e dibattiti su vari temi: storici, politici, culturali, sportivi e di attualità. Presenti molte � rme del vostro quotidiano, tra cui il direttore Alessandro Sallusti, il condi-rettore Giuseppe De Bellis, i vicedirettori Nicola Porro e Salvatore Tramontano, Gian Galeazzo Biazzi Vergani, Giannino della Frattina, Fausto Biloslavo, Gian

Micalessin, Francesco Del Vigo, Marcello Zacchè, Stefano Passaquindici e tanti altri. E, ovviamente, serate di convivialità tra il “popolo dei lettori del Giornale”. Inoltre il Giornale intervisterà solo per voi politici ed intellettuali del calibro di Matteo Salvi-ni, Paolo Del Debbio, Renato Brunetta, Giorgia Meloni, Magdi Cristiano Allam, Luca Zaia, Roberto Maroni, Giovanni Toti, Stefano Parisi solo per citarne alcuni. Diverse le possibilità di ospitalità sempre in pensione completa, con cena di gala, cocktail di benvenuto, kit spa, utilizzo delle strutture termali. Tariffe speciali per i nostri lettori per il pacchetto base di 2 notti in camera “Smart” da 276 euro, 5 notti da 630 euro e 7 notti da 784 euro. Per chi desiderasse effettuare escursioni o prolungare il soggiorno tariffe agevolate. L’hotel organizza su richiesta anche trasferimenti da e per la stazione di Padova e/o l’aeroporto di Verona e Venezia.