26_strutture reticolari isostatiche piane,osservazioni ed esempi

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    2007 Universit degli studi e-Campus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (CO) - C.F. 08549051004Tel: 031/7942500-7942505 Fax: 031/7942501 [email protected]

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    Corso di Laurea: INGEGNERIA CIVILE EAMBIENTALEInsegnamento: Meccanica delle strutturen Lezione: 26Titolo: Strutture reticolari isostatiche piane

    FACOLT DI INGEGNERIA

    LEZIONE 26 Strutture reticolari isostatiche piane: osservazioni

    ed esempi

    Nucleotematico

    Lez. Contenuto

    7 26 Strutture reticolari isostatiche piane: osservazioni ed esempi.

    Si propongono nel seguito alcune osservazioni relative alle strutturereticolari.

    Osservazione 1

    Le strutture reticolari sono frequentemente utilizzate nellecostruzioni specie nei casi in cui necessario coprire notevoli luci construtture leggere. Frequenti sono i ponti ferroviari e le coperture digrande luce (palazzi dello sport, palestre, capannoni industriali,pensiline) realizzati con strutture reticolari metalliche piane (figura26.1)o spaziali.

    figura26.1.

    In figura 26.2 sono mostrate alcune tipologie di strutture reticolarifrequentemente utilizzate per la realizzazione di coperture. Questestrutture, dette anche travature reticolario capriatesono costituite daaste longitudinali disposte allintradosso ed allestradosso, detterispettivamente corrente inferiore e corrente superioree da aste checonnettono i due correnti, dette aste di parete; di queste aste quelle

    verticali sono dette montantie quelle inclinate sono dette diagonali.

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    figura26.2.

    Strutture geometricamente simili a quelle di figura 26.2 eranofrequentemente e sono tuttora talvolta realizzate in legno (figura 26.3);tuttavia in questo caso il comportamento strutturale si discosta peralcuni aspetti da quanto visto in quanto i carichi non sono applicatisolo in corrispondenza dei nodi ma anche lungo gli assi dei correntisuperiori. Pertanto questi elementi sono soggetti, oltre che a sforzonormale (compressi), anche a sollecitazioni di momento flettente (sidice che sono inflessi) e taglio. Non sono infine infrequenti casi in cuiqueste strutture sono realizzate con gli elementi compressi (edinflessi) in legno e con gli elementi tesi costituiti da cavi di acciaio(figura 26.4).

    Capriata Polonceau

    Capriata Warren

    Capriata Mohnie

    Capriata Howe

    Capriata inglese

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    figura26.3.

    figura26.4.

    Osservazione 2La peculiarit delle strutture reticolari, e cio la presenza di solo

    sforzo normale nelle aste, deriva dal fatto che le aste che lecostituiscono sono connesse da cerniere e che i carichi sono applicatinei nodi. Nelle strutture reali questi requisiti geometrici non sono, ingenerale, soddisfatti. Infatti, con riferimento in particolare alle strutturemetalliche:

    - i correnti superiori ed inferiori sono nella maggior parte dei casicontinui: due aste adiacenti che costituiscono uno dei due correntinon sono connesse da una cerniera e quindi possono essere

    soggette a momento flettente e taglio;

    - le aste di parete sono frequentemente connesse ai correntimediante bullonature (figura 26.5); questo tipo di collegamento puassimilarsi ad una cerniera (cio ad una collegamento checonsente le rotazioni relative tra le aste) solo relativamente allerotazioni consentite dai giochi tra i gambi dei bulloni ed i fori etrascurando gli attriti tra le lamiere a contatto;

    - non tutti i carichi possono essere applicati in corrispondenza deinodi; infatti, con riferimento ad una capriata, i carichi derivanti dallestrutture sovrastanti (copertura, neve) possono essereeffettivamente applicati ai nodi per mezzo di travi disposteallestradosso sul piano ortogonale a quello della struttura

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    reticolare, dette arcarecci, mentre il peso proprio delle aste

    necessariamente applicato lungo gli assi delle aste.

    figura26.5.

    Quindi i vincoli interni tra le aste di una capriata ed i carichi ad essaapplicati sono pi verosimilmente schematizzabili come infigura 26.6a(correnti continui ed aste di parete considerate incernierate ai correnti)o in figura 26.6b (correnti continui ed aste di parete considerateincastrate ai correnti).

    figura26.6.

    F F F F F F F F F F F F/2F/2

    qc1

    qc2

    qmqd

    F F F F F F F F F F F F/2F/2

    qc1

    qc2

    qm

    qd

    (a)

    (b)

    Q Q Q Q Q Q Q Q Q Q Q Q/2Q/2

    F: carichi trasmessi dalla coperturaqc1: peso proprio del corrente superiore

    qc2: peso proprio del corrente inferiore

    qm: peso proprio dei montantiqd: peso proprio dei diagonali

    Q Q Q Q Q Q Q C

    Q Q Q Q/2Q/2

    F: carichi trasmessi dalla copertura

    F

    Arcareccio

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    In questi casi la struttura iperstatica e le aste non sono

    effettivamente soggette solo a sforzo normale. Tuttavia:

    - le sollecitazioni di momento flettente e taglio dovute al peso propriodelle aste sono, in generale, modeste in quanto questi elementimetallici sono leggeri e le luci tra gli appoggi costituiti dalle aste diparete sono modeste, tanto che, nella pratica, il peso proprio deglidelle aste viene spesso considerato anchesso concentrato neinodi;

    - anche considerando tutte le forze applicate nei nodi la soluzione diuna delle strutture iperstatiche difigura 26.6 (figura 26.6a efigura26.6b) prevede la presenza nelle aste di sollecitazioni di sforzo

    normale, momento flettente e taglio; tuttavia ci si pu rendereconto che gli effetti delle sollecitazioni di taglio e momento flettentesono, in genere, trascurabili rispetto a quelli delle sollecitazioni disforzo normale e che gli sforzi normali nelle aste sonosostanzialmente gli stessi nel caso delle strutture iperstatiche difigura 26.6a e di figura 26.6b e nella struttura isostatica di figura26.6c, con le cerniere in tutti i nodi; queste affermazionirisulteranno pi chiare nel prosieguo del corso, allorch siaffronter lo studio delle strutture iperstatiche.

    Conseguentemente la soluzione della reticolare pensata con le

    cerniere in tutti i nodi e con i carichi applicati solo in corrispondenza diquesti quasi coincidente con la soluzione della struttura effettiva equindi tecnicamente accettabile.

    Questa osservazione non vale in molti casi di capriate lignee inquanto i carichi trasmessi dalla copertura sono applicati lungo gli assidelle aste (figura 26.3) e possono produrre elevate sollecitazioni diflessione e taglio nei correnti superiori.

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    LEZIONE 26 Sessione di studio 1

    Strutture reticolari isostatiche piane: osservazioni ed esempi

    Si descrive nel seguito una importate osservazione nella quale vieneconfrontata la condizione di equilibrio di una travatura reticolare con lacondizione di equilibrio di una analoga trave a sezione costante.Questa osservazione chiarisce il comportamento strutturale di unatravatura reticolare.

    Osservazione 3

    Si consideri una travatura reticolare come ad esempio la terzadi figura 26.2 e si consideri una trave avente la stessa luce (cio lastessa distanza tra i vincoli A e B) e soggetta agli stessi carichi (figura26.7). Si consideri unascissa z come riferimento; ad ogni valore di zrestano associate una sezione della trave ed una sezione (tiposezione di Ritter) della travatura reticolare, come mostrato in figura26.7. Sia nz il numero di forze applicate che precedono la genericaascissa z ed mzil numero di forze applicate che seguono la genericaascissa z. Naturalmente comunque si scelga unascissa z risulta

    Tzz nmn =+ (26.1)

    essendoTn il numero totale delle forze applicate (ad esempio, per le

    travi difigura 26.7 11nT= e per il valore di z rappresentato 4nz= ed 7mz = ).

    Relativamente alla trave il momento flettente ed il taglio nellasezione identificata dalla generica ascissa z sono

    ( )

    ( ) ( ) ( ) ( )

    ( )=

    =

    ==

    =

    z

    z

    n

    1i

    iA

    n21A

    zA

    zzFzR

    zzF...zzFzzFzRzM

    FnRzT

    (26.2)

    avendo indicato con e zilascissa alla quale applicata li-esima forza.Nella (26.2) il taglio ed il momento flettente nella sezione z sonocalcolati in funzione delle forze applicate tra la sezione A e la sezionez. Analogamente queste caratteristiche di sollecitazione posonocalcolarsi considerando le forze applicate tra la sezione z e la sezioneB:

    ( )

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

    ( ) ( )+=

    ++

    =

    ==

    =

    T

    z

    Tzz

    n

    1ni

    iB

    n22n1nB

    Bz

    zzFzLR

    zzF..zzFzzFzLRzM

    RFmzT

    (26.3)

    essendo L la luce, cio la distanza tra i vincoli A e B.

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    figura26.7.

    Queste caratteristiche di sollecitazione sono, per definizione, lacomponente verticale (ortogonale alla trave) della risultante delle forzeche precedono la sezione z ed il momento risultante di tali forzerispetto al baricentro della sezione z e rappresentano il sistema diforze che le due parti in cui la trave resta suddivisa dalla sezione z siscambiano attraverso la sezione z stessa (figura 26.8b).

    Relativamente alla travatura reticolare le stesse caratteristichedi sollecitazione rappresentano evidentemente il sistema di forze chele due parti in cui la struttura resta suddivisa dalla sezione z siscambiano attraverso le aste tagliate dalla sezione z stessa (figura

    26.8a). Con riferimento allo schema difigura 26.8c si indichino con Ns,Ni ed Nd gli sforzi normali nelle aste tagliate dalla sezione zconsiderata. Lo sforzo normale nel corrente superiore pudeterminarsi con lequazione di equilibrio alla rotazione rispetto al poloD della parte sinistra della travatura:

    ( ) 0zzFzRhNDn

    1i

    iDDAs =+

    =

    (26.4)

    ed

    ( )

    = =D

    n

    1i

    iDDAs zzFzRh

    1

    N (26.5)

    zz = 0

    F F F F F F F F F F F

    F F F F F F F F F F F

    F F F F F F F F F F F

    A B

    RA RB

    A B

    RA RB

    A B

    RA

    RBz2 z3 z4z1

    L

    L - zz

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    essendo nD il numero di forze esterne che precedono il nodo D (in

    figura 26.8 nD = 4), zD lascissa del nodo D ed h laltezza dellatravatura reticolare (figura 26.8).

    figura26.8.

    Lo sforzo normale nel corrente inferiore pu determinarsi conlequilibrio alla rotazione rispetto al polo E della parte destra dellatravatura:

    ( ) ( ) 0zzFzLRhNT

    E

    n

    1ni

    EiEBi =+

    +=

    (26.6)

    ed

    zz = 0

    F F F F

    F F F F

    F F F F

    A

    RA

    A

    RA

    A

    RA

    T

    M

    N

    T

    M

    N

    T

    M

    N

    F F F F F F F

    F F F F F F F

    F F F F F F F

    B

    RB

    B

    RB

    B

    RB

    N

    M

    T

    N

    M

    N

    M

    T

    T

    F F F F

    RA

    (a)

    (b)

    (c)

    Ns

    Ni

    Nd

    D

    zz = 0

    z1 z2 z3 z4 zD

    h

    F F F F F F F

    B

    RB

    Ns

    Ni

    Nd

    E

    RA

    zz = 0

    z1 z2 z3 z4 zE z6 z7L - zE

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    ( ) ( )

    = +=

    T

    E

    n

    1ni

    EiEBi zzFzLRh1N (26.7)

    essendo nE il numero di forze esterne che precedono il nodo E (infigura 26.8 nE= 4) e zElascissa del nodo E.Lo sforzo normale nellasta diagonale pu infine determinarsi conlequazione di equilibrio alla traslazione verticale della parte sinistradella travatura reticolare:

    0FnRsinN DAd =+ (26.8)

    ed

    =

    sin

    FnRN

    DA

    d (26.9)

    Si consideri ora, relativamente alla trave dellafigura 26.8b la sezioneidentificata da z = zD, cio la sezione la cui traccia passa per il nodoD. Le caratteristiche di sollecitazione in questa sezione si determinanocon la(26.2) nella quale deve porsi z = zDe sono

    ( )

    ( ) ( )= =

    =

    Dn

    1i

    iDDAD

    DAD

    zzFzRzM

    FnRzT

    (26.10)

    Sempre relativamente alla trave ella figura 26.8b il momento flettentenella sezione identificata da z = zE, cio nalla sezione la cui tracciapassa per il nodo E pu valutarsi con la(26.3) ed

    ( ) ( ) ( )+=

    =T

    E

    n

    1ni

    EiEBE zzFzLRzM (26.11)

    A questo punto confrontando le (26.10) con la (26.5) e con la (26.9)pu scriversi:

    ( )h

    zMN

    D

    s =

    ( )

    =sin

    zTN

    D

    d (26.12)

    mentre confrontando la(26.11) con la(26.7) si ha

    ( )h

    zMN

    E

    i= (26.13)

    Quindi gli sforzi normali nei correnti dipendono dal momento flettentedella travatura reticolare considerata come una trave omogeneamentre gli sforzi normali nelle aste di parete dipendono dal taglio della

    travatura reticolare considerata come una trave omogenea. Questacircostanza viene talvolta informalmente espressa affermando che icorrenti portano il momento flettente, nel senso che il momento della

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    coppia costituita dagli sforzi normali nei correnti il momento flettente

    mentre le aste di parete portano il taglio, nel senso che lacomponente trasversale degli sforzi normali nelle aste diagonali parial taglio.

    Attraverso lequilibrio dei nodi poi facile verificare che lavariazione di momento flettente che si ha nei correnti incorrispondenza dei nodi dipende dallo sforzo normale nelle astediagonali; questa circostanza ha un certo legame con la terzaequazione indefinita di equilibrio (17.37): in una trave omogenea iltaglio in una sezione produce una variazione del momento flettente trala sezione ed una a questa vicina; in una travatura reticolare il taglio

    produce sforzo normale nelle aste di parete al quale corrisponde unavariazione di sforzo normale nei correnti a sua volta legata allavariazione del momento flettente.

    Si osserva infine che gli sforzi normali nei correnti hannoeffettivamente il verso rappresentato in figura 26.9 (il correntesuperiore compresso mentre il corrente inferiore teso). Se poi siconsidera una sezione z0nella quale il taglio nullo lo sforzo normalenellasta diagonale nullo per la (26.12) e gli sforzi normali nei duecorrenti sono uguali in modulo, hanno rette di azione parallele distantih ed hanno verso opposto, come si pu verificare con unequazione diequilibrio alla traslazione orizzontale. Costituiscono quindi una coppiadi momento

    ( )0is

    zMhNhNM === (26.14)

    figura26.9.

    Osservazione 4

    Nella lezione 25 si visto come il procedimento delle sezioni diRitter non sia applicabile ad ogni struttura reticolare ma solo a quellerelativamente alle quali possono identificarsi piani che suddividono lastruttura in due parti tagliando tre aste non convergenti allo stessonodo. Si osserva che questo procedimento applicabile a molte delletipologie di strutture reticolari utilizzate nelle costruzioni. In particolare

    applicabile a quasi tutte le capriate della figura 26.2. Per alcune diqueste lafigura 26.10 mostra che con successive sezioni di Ritter che

    RA

    Ns

    NiD

    hM(z0)

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    tagliano le aste delle diverse maglie possibile determinare gli sforzi

    normali in tutte le aste.

    figura26.10.

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    FACOLT DI INGEGNERIA

    LEZIONE 26 Sessione di studio 2

    Strutture reticolari isostatiche piane: osservazioni ed esempi

    Sono descritte nel seguito le soluzioni di alcuni esempi riassuntivirelativi alle strutture reticolari piane.

    Esempio 26.1

    Si determini con il procedimento dellequilibrio dei nodi lo sforzonormale nelle aste della struttura difigura 26.11.

    figura26.11.

    La struttura la stessa dellesempio 25.3. Le reazioni deivincoli esterni (figura 26.12)sono

    FRA =

    3

    FR

    B =

    3

    FR

    C= (e.1.1)

    figura26.12.

    Le funzioni trigonometriche dellangolo indicato infigura 26.11 sono

    13

    2

    a2

    3a

    asin

    2

    2

    =

    +

    =

    13

    3

    a2

    3a

    a2

    3

    cos 22

    =

    +

    = (e.1.2)

    1

    2

    3

    F

    a

    a

    3a/2 3a/2

    A

    B

    C

    RA

    RB

    RC

    1

    F

    a

    a

    3a/2 3a/2

    A

    B

    C

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    Corso di Laurea: INGEGNERIA CIVILE EAMBIENTALEInsegnamento: Meccanica delle strutturen Lezione: 26Titolo: Strutture reticolari isostatiche piane

    FACOLT DI INGEGNERIA

    La soluzione con il metodo dellequilibrio dei nodi pu iniziarsi dal

    nodo B o dal nodo C ai quali convergono due sole aste. Considerandoil nodo B si ha (figura 26.13a):

    =

    =+

    0cosN

    3

    FsinNN

    2

    27 quindi

    =

    =

    0N3

    FN

    2

    7 (e.1.3)

    Considerando il nodo C si ha (figura 26.13b):

    =

    =+

    3

    FsinN

    0cosNN

    5

    56

    quindi

    =

    =

    F6

    13N

    2

    FN

    5

    6

    (e.1.4)

    figura26.13.

    Determinati gli sforzi normali N2, N5, N6ed N7ad ognuno dei nodi A Ded E convergono non pi di due aste delle quali ancora incognito losforzo normale. Tenendo conto dei risultati gi trovati le equazioni diequilibrio del nodo A sono (figura 26.14)

    =

    =+

    3

    FsinN

    FcosNN

    3

    31

    quindi

    =

    =

    F6

    13N

    2

    FN

    3

    1

    (e.1.5)

    figura26.14.

    1

    F

    A

    B

    C

    2

    3

    4

    5

    D

    E

    F

    F/3

    F/37

    6F/3

    AF

    N3

    N1

    1

    F

    A

    B

    C

    2

    3

    4

    5

    D

    E

    F

    F/3

    F/3

    (b)7

    6

    B

    F/3

    N2N7

    F/3

    N6

    N5C

    (a)

    (b)

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    Infine, tenendo conto dei risultati trovati e considerando il nodo D

    (figura 26.15a) si deduce che lasta 4 scarica.

    figura26.15.

    A questo punto sono stati determinati gli sforzi normali di tutte le aste.Come verifica della correttezza dei risultati trovati pu controllarsilequilibrio del nodo E. La figura 26.15b mostra che detto nodo inequilibrio.

    Esempio 26.2

    Si determinino gli sforzi normali nelle aste della struttura difigura 26.16a.

    figura26.16.

    La struttura esternamente isostatica (ha vincoli esterni dimolteplicit totale pari a 3), costituita da 9 aste ed ha 6 nodi.Soddisfa quindi la condizione necessaria (24.3) per lisostacitit.Siccome i vincoli sono disposti in modo da impedire qualunque motorigido, la struttura isostatica.

    Ogni maglia della struttura un triangolo equilatero pertantolangolo difigura 26.16

    3

    = (e.2.1)

    e le sue funzioni trigonometriche sono

    F

    F

    F

    a a

    a

    a

    a

    a

    F

    F

    F

    1 2

    3 4 5 6

    9

    7 8

    AB

    C

    D

    E

    G

    YB

    XB

    YA

    (a) (b)

    1

    F

    A

    B

    C

    2

    3

    4

    5

    D

    E

    F

    F/3

    F/37

    6D

    N4

    F/2 F/2

    (a)

    F E

    13F/613F/6

    (b)

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    2

    3sin = 2

    1cos = (e.2.2)

    Con riferimento allafigura 26.16b la reazione verticale del carrello A siottiene con unequazione di equilibrio alla rotazione assumendo Bcome polo:

    032

    a2F3

    2

    aFaFaY

    A = (e.2.3)

    ed

    F6.3F598.332

    3

    1FYA =

    += (e.2.4)

    Con le equazioni di equilibrio alla traslazione si trovano poi le altrecomponenti delle reazioni vincolari esterne che sono

    F2X

    F6.4F598.432

    32FYFY

    B

    AB

    =

    =

    +=+=

    (e.2.5)

    Relativamente alle reazioni dei vincoli esterni si ha quindi ildiagramma di corpo libero difigura 26.17.

    figura26.17.

    Come gi osservato (osservazione 3 della lezione 25) non possibileseparare la struttura in due parti tagliando tre aste non concorrenti adun nodo. Non quindi applicabile il metodo delle sezioni di Ritter. Glisforzi normali vengono quindi determinati con il metodo dellequilibriodei nodi; il procedimento pu iniziare dai nodi G A e C, ai qualiconvergono due sole aste. Le equazioni di equilibrio del nodo G(figura 26.18a) sono

    F

    F

    F

    1 2

    3 4 5 6

    9

    7 8

    AB

    C

    D

    E

    G

    2F

    + 3

    2

    31F

    + 3

    2

    32F

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    =+=+

    0sinNsinN

    FcosNcosN

    87

    87 quindi

    =

    =

    ==

    Fcos2

    FN

    Fcos2

    F

    N

    8

    7

    (e.2.6)

    Le equazioni di equilibrio del nodo C (figura 26.18b) sono

    ==+

    FsinN

    0cosNN

    6

    62 quindi

    =

    =

    =

    =

    F16.13

    F2

    sin

    FN

    F57.03

    F

    sin

    cosFN

    6

    2

    (e.2.7)

    Le equazioni di equilibrio del nodo A (figura 26.18c) sono

    +=

    =+

    32

    31FsinN

    0cosNN

    3

    31

    (e.2.8)

    quindi

    +=

    +

    =

    +=

    +=

    F16.432

    31

    3

    F23

    2

    31

    sin

    FN

    F08.232

    31

    3

    F

    sin

    cos3

    2

    31FN

    3

    1

    (e.2.9)

    figura26.18.

    A questo punto le equazioni di equilibrio dei nodi B, D ed Econsentono la determinazione degli sforzi normali in tutte le aste.Relativamente al nodo D si ha (figura 26.19a)

    =

    ++

    =

    +++

    0sin32

    313

    F2sinFsinN

    0cos32

    31

    3

    F2cosFNcosN

    4

    94

    (e.2.10)

    F

    F

    F

    1 2

    3 4 5 6

    9

    7 8

    AB

    C

    D

    E

    G

    2F

    F

    N8N7

    G

    F

    N6

    N2

    CN3

    N1

    (a)

    (c)(b)

    + 3

    2

    31F

    + 32

    3

    2F

    + 32

    3

    1F

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    quindi

    +=

    +=

    F16.33

    11F2N

    F16.33

    11F2N

    4

    9

    (e.2.11)

    Avendo gi determinato N9 sufficiente una equazione di equilibriodel nodo E per determinare N5; considerando lequazione di equilibrioalla traslazione orizzontale si ha:

    0cos3

    F2cosFFcosNN

    59

    =+++ (e.2.12)

    quindi, tenendo conto della(e.2.11)

    F16.23

    21FN

    5

    += (e.2.13)

    figura26.19.

    Lequazione di equilibrio alla traslazione verticale del nodo E soddisfatta, essendo

    02

    3

    3

    F2

    2

    3

    3

    21F

    2

    3F

    sin3

    F2sinNsinF

    5

    =

    ++=

    =

    (e.2.14)

    Come controllo dei risultati ottenuti pu verificarsi il soddisfacimentodelle equazioni di equilibrio del nodo B (figura 26.20). Si ha

    F

    F

    F

    1 2

    3 4 5 6

    9

    7 8

    AB

    C

    D

    E

    G

    2F

    N4

    N9D

    + 3

    2

    31

    3

    F2

    FN9

    F

    N5

    3

    F2E

    F(a) (b)

    + 3

    2

    31F

    + 3

    2

    32F

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    01231

    2323

    232F

    sin3

    21Fsin

    3

    11F23

    2

    32F

    03

    1

    2

    1

    3

    112

    3

    1

    2

    3

    3

    1F

    cos3

    21F

    cos3

    11F2F2

    3

    F3

    2

    31

    3

    F

    =

    +=

    =

    +

    +

    +

    =

    +++=

    =

    +

    +

    ++ +

    (e.2.15)

    figura26.20.

    Lafigura 26.21 riassume gli sforzi normali determinati.

    figura26.21.

    F

    F

    F

    D

    2F3.6F4.6F

    -2.08F

    +4.16F

    -0.57F

    +1.16F

    +3.16F

    -3.16F

    -2.16F

    F -F

    F

    F

    F

    1 2

    3 4 5 6

    9

    7 8

    AB

    C

    D

    E

    G

    2F

    + 32

    3

    1F

    + 3

    2

    32F

    2F

    + 3

    2

    32F

    +

    3

    11F2

    +

    3

    21F

    + 3

    2

    31

    3

    F

    B 3

    F

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    LEZIONE 26 Sessione di studio 3

    Strutture reticolari isostatiche piane: osservazioni ed esempi

    Sono proposti nel seguito alcuni esercizi di riepilogo la cui soluzione lasciata al lettore.

    Esercizio 26.1

    Si determinino le reazioni dei vincoli esterni e gli sforzi normalidelle aste della struttura difigura 26.22.

    figura26.22.

    Esercizio 26.2

    Si determinino le reazioni dei vincoli esterni e gli sforzi normalidelle aste della struttura difigura 26.23.

    figura26.23.

    Esercizio 26.3

    Si determinino le reazioni dei vincoli esterni e gli sforzi normalidelle aste della struttura difigura 26.24.

    figura26.24.

    L

    L L

    L

    L/2F F

    F

    L L

    L/2/2

    L

    L/2

    L/2

    F

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    FACOLT DI INGEGNERIA

    Esercizio 26.4

    Si determinino le reazioni dei vincoli esterni e gli sforzi normalidelle aste della struttura difigura 26.25.

    figura26.25.

    F F F F

    F/2 F/2

    L/2 L/2 L L L/2 L/2

    L/2