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3 anno elementi di macrobiotica Biologia Cellulare Università Ca' Foscari di Venezia (UNIVE) 45 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: protagonista-scritto ([email protected])

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3 anno elementi dimacrobiotica

Biologia CellulareUniversità Ca' Foscari di Venezia (UNIVE)

45 pag.

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centro studi

SPAZZAVENTO

Segreteria: Sport Natura

Via degli Albari, 4/a - 40126 Bologna P.I. 01989591209

tel. 051 235 643 - fax 051 65 65 790 e-mail: [email protected] www.scuoladinaturopatia.it

Scuola di

NATUROPATIA

per OPERATORE BIONATURALE DEL BENESSEREa.a 2013-2014

3° anno

NUTRIZIONE E DIETETICA NATURISTA

elementi di macrobioticaa cura di Vera Campanella

2a parte

Docente

Vera Campanella

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INDICE

Programma................................................................................... pag 3

Che cos’è la macrobiotica............................................................ pag 4

Guida alla macrobiotica .............................................................. pag 5

Contesto storico............................................................................. pag. 6

Lo yin e lo yang ...................................................................... pag. 7

Direttive macrobiotiche .................................................................. pag. 9

Allergie e intolleranze alimentari ................................................... pag. 11

Esempi di alimentazione macrobiotica........................................... pag. 21

Dizionario macrobiotico ................................................................ pag. 28

Cucina Macrobiotica...................................................................... pag. 30

Bibliografia..................................................................................... pag.45

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PROGRAMMA

-Macrobiotica:Filosofiauniversale-Classificazionedeicibiyin–yang- La dieta macrobiotica standard:

proporzioni e abbinamenti per creare un menu bilanciato

- La dieta stagionale: le 5 trasformazioni e i cibi associati.

- Proprietà energetiche degli alimenti e diversi metodi di cottura

- Ingredienti base della cucina macrobiotica

- Le alternative proteiche: seitan, tofu, tempeh

- Le alghe marine

-Altrialimenti,condimentierimedispecifici- Bevande, infusi e decotti

- Ricette curative:

Zuppa di miso

Crema di riso

Fagioli azuki, zucca e kombu

Nishime: stufato di verdure

Insalatini, crauti e verdure lattofermentate

Kantèn: gelatina di frutta

Le ricette curative e i dettagli sui metodi di preparazione e cottura degli alimenti

citati, sono trattati nel libro di testo adottato per il corso:

Elena Guglielmo Roggero

CUCINAREPERILCORPOEPERLOSPIRITO–Macroedizioni

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INTRODUZIONE CHE COS’E LA MACROBIOTICA. La macrobiotica è stata portata in occidente da Georges Ohsawa, per diffondere il metodo alimentare che gli aveva salvato la vita. Tale metodo era stato studiato e verificato da un medico militare che si era accorto che l’alimentazione –industriale di tipo occidentale disturbava la salute dei suoi pazienti. Scrisse un libro su questo argomento e Georges Ohsawa lo trovò all’età di 18 anni, quando anche lui era ammalato di tubercolosi, malattia a causa della quale morirono tutti i membri della sua famiglia. Non aveva i soldi per curarsi alla maniera occidentale in Giappone, così decise di seguire le istruzioni di questo libro per guarire, e guarì. Da quel momento in poi ebbe una missione: diffondere nel mondo e soprattutto in occidente la macrobiotica, cioè le regole del modo più antico e sano di alimentarsi proprie di ogni nazione e territorio e portare alla coscienza le aberrazioni alimentari industriali, innaturali per il corpo umano e quindi dannose. Georges Ohsawa, diffuse attraverso numerosi libri e conferenze in tutto il mondo queste verità, infatti i suoi libri furono tradotti in tutte le lingue, e guarì, grazie alla macrobiotica, numerosissime persone da ogni tipo di malattia, tumori, disturbi endocrini, diabete etc. Questo tipo naturale di alimentazione, battezzata da lui come macrobiotica (dal greco macros : grande, lungo e bios: vita = lunga vita, longevità) continua a sopravvivere, immutata nei secoli, nei monasteri zen, dove il cibo è considerato un’emanazione diretta della potenza divina ed in quanto tale viene rispettato e sapientemente combinato, per garantire forza al corpo e saggezza allo spirito. Ci sono cibi infatti che contribuiscono all’elevazione spirituale, il riso integrale è uno di questi. I monaci lo sapevano per intuizione dell’anima, gli studiosi occidentali ora lo sanno avendone la prova scientifica.

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GUIDA ALLA MACROBIOTICA

La macrobiotica ci ricorda che i cereali integrali sono il cibo base dell’uomo, questo vale per tutti i popoli ed in tutti i territori. Riso, mais, grano saraceno, miglio, orzo, segale, grano, farro. Questi alimenti infatti contengono tutte le sostanze nutritive necessarie alla nostra vita e nelle giuste proporzioni, al contrario il cereale raffinato toglie al chicco molte delle sue proprietà vitali e nutritive, quali le proteine, le vitamine ed i sali minerali, tutte sostanze che in un secondo momento siamo costretti ad assumere sotto forma di pillole, compresse, sciroppi e ricostituenti, come additivi ormai indispensabile ad un’alimentazione impoverita . Mangiando cereale integrale, infatti, non avremo carenze alimentari, né eccessi di zuccheri nel sangue, l’organismo al contrario ritroverà la forma ed il peso ideali. I cereali saranno accompagnati, in un’alimentazione di base, da verdure, frutta, legumi, temphè ed altri condimenti derivati dalla fermentazione della soia: miso, tamari, soyu, agro di riso o di Umeboshi; da bevande: te bancha, te mu, yannoh, orzo e infusi. Le proteine animali sono consigliate con moderazione e si preferisce il pesce alla carne. Mangiare in modo naturale (cioè in modo macrobiotico, che possiamo tradurre in sintesi: Piu’ mangi secondo natura, più vivi a lungo.) non vuol dire privarsi di questo o di quel cibo, tutti i cibi che la natura ci offre sono sacri, ma piuttosto equilibrare la nostra alimentazione a seconda del bisogno individuale di ognuno, considerando il sesso, l’età, l’occupazione, e la stagione. Tuttavia benché mangiare cereali sia il modo più rapido e semplice di ritrovare l’equilibrio perduto, non è consigliabile procedere a cambiamenti eccessivamente drastici. Converrà che le abitudini alimentari mutino gradualmente. La macrobiotica addita una via alla quale si potrà accedere più o meno rapidamente, più o meno gradualmente, l’importante sarà riconoscere quello che sarà più salutare per voi. Questo tipo di approccio alimentare ci insegna ad assumerci la responsabilità dei nostri gesti ed a prendere coscienza delle conseguenze delle nostre azioni.

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CONTESTO STORICO

Questi concetti che ora, per la nostra generazione, possono sembrare banali, non lo erano negli anni ‘60 , in pieno boom industriale. La rivoluzione portata avanti da Ohsawa in campo alimentare è stata quella di aver detto, quando nessuno o pochi lo dicevano, di sostituire ad un’alimentazione industrializzata, causa fondamentale delle malattie, un’alimentazione naturale e cioè quella di riportare il cereale integrale al centro del nostro nutrimento, insieme a verdure, legumi, frutta etc. al posto di una centralità occupata invece dalle proteine animali (in modo particolare dalla carne), tipica di un approccio industriale, Oltre a cibi composti da zuccheri raffinati, caramelle, prodotti di sintesi etc. L’era industriale ha provocato un impoverimento dei cibi e dei loro poteri nutritivi, che per essere prodotti inoltre contribuiscono all’inquinamento di terra, acqua e aria. La necessità di intensificare la produzione ha indotto ad un uso sempre più indiscriminato di concimi chimici, insetticidi, di conservanti e coloranti artificiali, con conseguenze negative rispetto alla “virtus” nutritiva dei cibi, oltre che a dannose conseguenze per la salute di tutti. Se analizziamo chimicamente la carne, per esempio, vi rileviamo la presenza di antibiotici e di ormoni; al latte, sterilizzandolo, si tolgono i fermenti lattici, sicchè anche i suoi derivati hanno perduto le loro caratteristiche organolettiche di un tempo. Che cosa fare allora? Ecco la macrobiotica venire in nostro aiuto, suggerendoci di usare per la nostra tavola soltanto prodotti genuini, ottenuti cioè senza manipolazioni e forzature chimiche. Risultati positivi per la nostra salute si otterranno quindi eliminando dalla nostra tavola cibi industriali: lo zucchero e tutti i cibi che lo contengono, le bevande multicolori, le conserve in scatole, caramelle, cioccolatini, patatine etc, per ritornare invece ad un modo “contadino” di alimentarsi più in armonia con i bisogni reali dell’uomo e della natura. La differenza fra i cibi c’è, noi non la vediamo, il nostro organismo si!

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LO YIN E LO YANG Il concetto fondamentale della macrobiotica è però l’equilibrio dei principi yin e yang. Questi termini cinesi sono usati in macrobiotica a designare il carattere rispettivamente “centrifugo e centripeto” dei cibi, cioè il loro carattere acido e alcalino. L’essenziale è che gli ingredienti yin e gli ingredienti yang siano attentamente contemperati, cosi che non ci si nutra di combinazioni eccessivamente yin o eccessivamente yang. Tutti i fenomeni dell’universo sono in evoluzione continua e in contrapposizione dialettica: giorno e notte, caldo e freddo, inspirazione ed espirazione, espansione e contrazione, attività e riposo, attrazione e repulsione, principio e fine, maschio e femmina; ogni fenomeno rappresenta due facce opposte e allo stesso tempo complementari. Gli antichi cinesi hanno chiamato queste due forze antagoniste e complementari yin e yang: sono chiamati yin tutti i fenomeni o esseri dominati dalla forza centrifuga o di espansione, sono chiamati yang quelli dominati dalla forza centripeta o di contrazione: yin è il principio, femminile, passivo, leggero, freddo; yang è il principio maschile, attivo, pesante, caldo. Anche quel microcosmo che è il nostro corpo è il risultato dell’interazione delle forze yin e yang: il nostro sistema nervoso è composto dal sistema ortosimpatico e parasimpatico; abbiamo bisogno di attività e di riposo, all’inspirazione segue l’espirazione, dobbiamo assumere cibi solidi e cibi liquidi. La nostra salute fisica e mentale dipende dal giusto equilibrio di queste forze complementari. Non è sempre facile trovare l’equilibrio nelle varie espressioni della nostra vita, molte volte, anzi, situazioni esterne possono influire sui nostri istinti naturali e farci perdere quell’equilibrio. Se non sempre siamo in grado di signoreggiare gli accadimenti esterni, cerchiamo almeno di dare un giusto equilibrio al nostro cibo, combinando armonicamente gli elementi yin con quelli yang così da raggiungere il maggior benessere psicofisico possibile. Un equilibrio medio può essere da 5 yin per 1 yang a 8 yin per 1 yang. La maggior parte delle malattie del mondo occidentale e industrializzato sono causate da un’alimentazione eccessivamente yin: ne deriva che sarà opportuno ridurre drasticamente le sostanze molto yin, con queste eliminazioni il nostro menù si ridurrà a ben poca cosa: è il momento allora di introdurre nella nostra dieta il cereale integrale sotto forma di chicchi e fiocchi (pochissime farine), e i condimenti naturali come il sale marino, il tamari e il gomashio. Poiché i cereali integrali sono molto nutrienti, si sentirà meno, di conseguenza, il bisogno di mangiare sostanze animali. Si scopriranno o riscopriranno così sapori nuovi e al tempo stesso antichi e perduti:

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pensate ad esempio al pane integrale lievitato naturalmente come lo facevano i contadini! Aggiungiamo che chi avrà il coraggio e la determinazione di condurre una vita più serena e salutare eliminerà le carni completamente; chi vorrà accedere più gradualmente all’alimentazione da noi suggerita si limiterà a consumare ogni tanto del pesce, formaggi stagionati, uova, selvaggina e pollo ruspante, badando a che questi alimenti non superino il 10% del cibo giornaliero. Veniamo ora a due componenti importantissime di una corretta alimentazione: le bevande e la masticazione. Con un alimentazione a base di cereali si dovranno ridurre notevolmente i liquidi. Le bevande sofisticate andranno sostituite con il te naturale, infusi di piante coltivate o selvatiche, acqua di sorgente, frullati di verdura e frutta. La masticazione è di importanza fondamentale. La digestione e l’assimilazione di molti cibi comincia dalla bocca con l’insalivazione. Provate a masticare ogni boccone almeno 50 volte, non è difficile, è solo una questione di abitudine: troverete i cibi genuini ancora più saporiti mentre gli alimenti sofisticati lasceranno un sapore sgradevole in bocca.

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DIRETTIVE MACROBIOTICHE Per chi sente il bisogno di un cambiamento radicale del proprio modo di vita, per chi è ammalato e vuole guarire velocemente, ecco in breve le direttive generali della macrobiotica: da eliminare: 1) zucchero bianco in tutte le sue presentazioni anche nelle bevande, dolci, cioccolato, caramelle, gelati, confetture, medicine, droghe e pillole. 2) Frutta che non cresce nel nostro clima, succhi di frutta. 3) Patate, pomodori, melanzane e peperoni. 4) Aceto di vino, curry, pepe, senape, paprika. 5) Carne di allevamento, grassi animali, salumi. 6) Bevande contenenti zucchero o additivi chimici, cioccolata, alcolici, bevande gasate, caffè. Da limitare: 1) Prodotti animali: non più del 10% e non tutti i giorni si potrà mangiare: pesce, formaggio, latte, uova. 2) frutta di stagione: in quantità molto limitata e di preferenza cotta. Alimenti di base: 1) Cereali integrali, dal 50% al 90% del cibo giornaliero. 2) Verdure e legumi: dal 10% al 50% del cibo giornaliero; cipolle, carote, porri, lattughe, erbette, cicoria, cavolo, lenticchie, azuki, etc. Grassi: 1) Olio vegetale estratto a freddo e non raffinato: olio di girasole, olio di sesamo, olio extra vergine di oliva. 2) Burro di sesamo, tahin. Condimenti: Sale marino integrale, tamari, miso, shoyu, gomashio, agro di umeboshi, prezzemolo e basilico. Bevande:

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Sempre calde e dopo i pasti, te naturale (bancha), te verde, caffè di cereali, te mu, infusi. Bere il meno possibile. Masticazione: masticazione completa di tutti i cibi anche di quelli liquidi, 50-150 volte per ogni boccone. Più masticate, più velocemente guarirete. Per una guarigione fisica e spirituale ancora più veloce potete provare il regime numero 7 come consiglia Georges Ohsawa. Questo regime consiste nel mangiare soltanto cereali integrali e nel bere non più di 3 tazze di bevande al giorno. Il nostro sangue si rinnova in ragione di 1/10 al giorno ed è dunque raccomandabile seguire questa cura disintossicante per 10 giorni.

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Allergie e intolleranze alimentari Un'esperienza per caso

di Teresa Tranfaglia Ritonnnaro

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Nel 1986 nacque la mia seconda figlia: un parto un po' difficile, una lussazione a una clavicola della piccola ma, tutto sommato, niente di particolare da segnalare. Mi venne detto di avere poco latte e che dovevo aggiungere latte in polvere. Qualcosa mi suggerì di fare di testa mia, di lasciare, cioè, che la bimba succhiasse fino al punto da farmi produrre maggiore quantità di latte. Così fu. Fino a nove mesi e mezzo prese il latte del mio seno ed era splendida. Qualche problema era emerso nel primo mese proprio per l'aggiunta del latte in polvere, che rifiutava categoricamente; poi un altro problema, definito serio, lo ebbe a due mesi (bronchiolite virale), ma con il mio latte, risolse quella situazione e altre che le si presentarono. Dopo la prima vaccinazione, si intensificarono muchi e asma. Le cose divennero difficili quando mi fu imposto di toglierle il mio latte, perché i medici sostenevano che non avesse più sostanze nutritive; inoltre ciò si rendeva necessario per costringere la piccola a mangiare, cosa che sembrava lei non accettasse. Mi lasciai convincere. Dopo solo venti giorni eravamo al Policlinico di Napoli "Federico II". Le diarree continue e i malori disperati della piccola indussero i medici a praticarle di tutto: colonscopia, scintigrafia epatica, TAC cerebrale e addominale con mezzo di contrasto, per escludere la diagnosi sospetta di un neuroblastoma (l'esame delle catecolamine urinarie risultava alterato), prova d'assetamento, esami ematici, batteriologici ecc. Alla fine di un lunghissimo ricovero, uscimmo dal Policlinico con tale diagnosi descrittiva: intolleranze alimentari multiple; la dieta, che ancora tremo a ricordare, era la seguente: amido di mais crudo e sei liofilizzati di agnello al giorno. La bimba stava sempre peggio. Seguì dunque, un altro ricovero per effettuare una biopsia duodenale perorale, con prelievo di un campione di succo duodenale, che avrebbe dovuto dirci un po' di più circa le condizioni del suo intestino. Dal prelievo risultò una modica infiltrazione eosinofila e mononucleare e normale morfologia dei villi; l'esame microbiologico del succo duodenale riportò una carica di 10 alla quinta CFU/ml con presenza di lattobacilli, Stafilococco coag.+ acinetobacter. Non fu possibile accertare una celiachia sospettata perché mia figlia non stava assumendo glutine. Questa volta, i pediatri del Policlinico decisero per lei una dieta "non dieta": un idrolisato proteico 12,5% + olio MCT + Aminogram minerale. L'idrolisato proteico era costosissimo, per il fabbisogno della bimba superava le 150.000 lire giornaliere. Esso era costituito da maltodestrine e amminoacidi. . In seguito l'idrolisato proteico che la bimba doveva assumere ogni 2-3 ore, anche di notte, ci fu garantito dall'ASL. I suoi problemi metabolici compresi "poliuria" e "polidipsia" continuavano e ogni tentativo "tradizionale" di alimentarla falliva. Le cose non cambiarono per lei, fino a due anni e mezzo; anzi il suo sistema immunitario perdeva sempre più colpi: bronchiti, asma, broncopolmoniti, febbricole, diarree e stipsi erano costantemente presenti. Eczema atopico, iperammoniernia e fotosensibilità coronavano la scena, ma ciò che maggiormente mi preoccupava era il suo repentino cambiamento di "umore" o, per essere più esplicita, di "natura". A momenti si "snaturava", era cioè irriconoscibile, sia per il colore della pelle, sia per ciò che le vedevo segnato nel

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volto: la invadevano all'improvviso veri e propri disturbi della coscienza con stati confusionali sempre preannunciati da problemi vasomotori; sembrava che mi attraversasse con lo sguardo, come se non mi riconoscesse; in più si attraccava a me come una ventosa e cominciava a darmi pizzicotti sulle braccia e non si fermava continuando per ore quel contatto per me indecifrabile; altre volte la vedevo a terra che cercava di raggiungermi strisciando dichiarandomi la necessaria urgenza di attaccarsi al mio corpo e iniziare "l'indispensabile" pratica dei "pizzichilli". In cartella medica è stato sottolineato: "Alterazione della capacità di orientamento spazio temporale, meteorismo addominale, alitosi, epatomegalia".

Più tardi, una malattia reumatica con glomerulonefrite completò il quadro. Consultammo telefonicamente vari reparti di pediatria, dei policlinici consigliatici, per avere un supporto in quella situazione disperata. Molti problemi chiudevano le porte alla soluzione della malattia, in particolare le sue alterate risposte alle penicilline e altri antibiotici. Reazioni quali edemi della glottide, shock anafilattico, problemi vasomotori e di termoregolazione erano le temute risposte alle cure che, in quelle condizioni, avrebbe necessariamente dovuto fare. Eravamo disperati, in quella occasione mio marito e io comprendemmo alla lettera cosa vuol dire "battere la testa contro il muro". Fu allora che un'amica, Rosanna Vitola, ci suggerì di provare la medicina omeopatica, di cui sapevamo praticamente… niente. La bimba fu visitata dall'insigne prof. Negro e poi affidata allo scrupoloso e affettuoso dottore Gianni Merolla. A noi pareva assurdo che quattro zuccherini insignificanti potessero risolvere una situazione tanto grave. Prima di allora eravamo abituati a pensare che quanto più le cure fossero dolorose e pesanti, tanto più i risultati potevano essere efficaci. Con enorme diffidenza (e, preciso, solo per disperazione!! visto che non potevano somministrare alla piccola null'altro che cortisonici) iniziammo la cura dolce consigliata dagli omeopati. Le cose andarono bene, la bimba guarì. I controlli ematici e delle urine, eseguiti scrupolosamente in ospedale dall'attento nefrologo dott. L. Martucciello, ci garantivano che gli "zuccherini" funzionavano. Confesso che pensammo a un miracolo, anche se, per scaramanzia, continuammo, nel tempo, a usare questa medicina per ogni problema che si presentava in famiglia. Spesso mi dicevo: "Dovrei informarmi di più, voglio capire se davvero mia figlia è guarita per miracolo o se gli zuccherini funzionano”. Iniziai a pormi delle domande circa l'ambito che meglio credevo di conoscere: la cura della medicina ufficiale o allopatica. La prima domanda che mi posi fu: «Cosa ha, in realtà, a disposizione questa medicina ufficiale per guarire mia figlia?». Antibiotici, e mia figlia molti non li poteva usare e, comunque, fanno male a tutti; cor- tisonici, e la piccola ne aveva fatto un uso abbondante senza che la sua malattia fosse regredita; antinfiammatori, antistaminici e neppure quelli avevano portato a una qualche soluzione definitiva; antidolorifici, ma negli allergici si sa che possono solo causare danni; immunosoppressori, chemioterapia, radioterapia, ne avevo solo

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sentito parlare, e sapevo che avevano controindicazioni serie e grazie a Dio la piccina non ne aveva bisogno. Forse quei "dottori delle palline dolci" (così li chiamava la piccola) davvero avevano il rimedio mirato e innocuo per i problemi della povera gente? Forse la guarigione dalla malattia reumatica non era stato un "miracolo"? E, in termini più cinici, mi dissi: "Male che vada, se non la guariscono, almeno non l'ammazzano". Oggi sappiamo che il "miracolo" è garantito. In casa non abbiamo più antibiotici, cortisonici, antistaminici, macchinette per l'aerosol, antidolorifici ecc. Usiamo "zuccherini", gocce omeopatiche e, di rado, iniezioni omeopatiche; anche molti dei nostri parenti, perfino quelli più restii a credere che un po' di "acquetta" e tre "palline dolci" potessero dare esiti nel campo della salute, oggi le utilizzano soddisfatti. Superato lo scoglio della malattia reumatica, restava da affrontare il problema alimentare. Mia figlia, come diceva la diagnosi del II Policlinico di Napoli, aveva intolleranze alimentari multiple. Di certo, però, non poteva vivere d'idrolisato proteico a vita. Ricordo che, quando compì il suo secondo compleanno, un caro amico, (oggi anche maestro shiatsu), Giovanni Mascia, laureato in architettura, le costruì una bellissima torta di cartone molto ben colorata e decorata. All'interno, inserimmo un bel giocattolo e, sulla base, le due candeline che la bimba spense felice. Quel giorno giurai che il suo terzo compleanno non sarebbe stato così e che qualcosa da mangiare, compatibile con il suo organismo lo avrei trovato a tutti i costi.

Mi ripetevo spesso, anche quando amici medici provavano a dissuadermi dal fare prove alimentari, che un qualche alimento per lei doveva per forza esistere! Mi dicevo: «lo non so cosa può mangiare, ma di sicuro a questo mondo esiste qualcosa anche per lei e devo scoprirlo». E invece tutte le prove fallivano, dalla mela grattugiata con lo zucchero, al riso bollito con zucchero, dalla pastina alla pera e, per- fino, la soia ecc. Ci sconsigliavano di andare oltre tali prove, visto che la bimba reagiva male perfino a tali innocenti alimenti. Non ero più disposta ad accettare che la piccola dovesse vivere d'idrolisato proteico; eppure non si riusciva a intravedere una strada per uscirne. La nostra vita era sconvolta. La mia, in particolare, dal momento che la bimba doveva ingerire la sua bottiglietta Ogni 2-3 ore, anche di notte, e la mattina, in ogni caso, mi attendeva il lavoro. Di conseguenza mia figlia non aveva una regolare crescita. Disturbi molteplici, in particolare problemi vasomotori e reazioni allergiche affliggevano i suoi pochi anni di vita. Per me era un disastro continuare così. Conciliare lavoro, famiglia, problemi di salute, dissensi e scompensi familiari: era davvero dura! Mi trovavo ad accantonare spesso anche le esigenze affettive della mia prima figlia. In questo caos non riuscivo a capire nulla. Mi sentivo in un "oscuro medioevo" dove neppure comprendevo se avessi potuto mai raggiungere la soluzione. Eravamo di continuo, spasmodicamente alla ricerca del "Santo" che l'avrebbe guarita: consultammo via fax l'insigne prof. Panconi, del Kinder Hospital di Zurigo,

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telefonicamente il grande dott. Cadranel in Belgio, ma entrambi ci rimandarono alla scuola medica napoletana, che ancora una volta si accollò il peso del mio piccolo "casatiello extraterrestre", per continuare a trovare vie d'uscita.

Convinsi perfino mio marito a consultare un grande immunologo lombardo, visto che le ragioni dei problemi di nostra figlia, sembrava fossero dovuti al sistema immunitario. Il tutto costò fiumi di denaro: ci indussero ad "albergare" in una lussuosissima clinica per praticarle per l'ennesima volta i Prick test. Inoltre, per l'anamnesi, pretesero anche la presenza del nostro pediatra il quale ci accompagnò con grande affetto, pur dovendo ritornare subito a Salerno per i suoi impegni di lavoro. Per l'ennesima volta questi test non diedero risposta durante il ricovero. Però dopo 36 ore la bimba ebbe una grave reazione allergica. Eravamo in treno, per fortuna quasi a casa. Purtroppo non riuscimmo neppure a comprendere quale di quei Prick test l'avesse scatenata, perché quando telefonammo in clinica, ci dissero che non avevano più la segnalazione scritta dei Prick test praticati. Da quell'ennesimo, disperato ricovero venne fuori che l'idrolisato proteico che stava assumendo andava sostituito con un altro idrolisato proteico simile, che si produceva in Inghilterra. Quando il prodotto arrivò, pensavamo di avere tra le mani la "manna". La bimba lo assunse e di lì a poco iniziò a star male. Ritornammo così all'idrolisato prescritto dall'équipe del Policlinico Federico II di Napoli, che si dimostrava, tutto sommato, in quella situazione, il male minore. Nell'88 arrivò dall'America zia Maria, una

sorella di mia madre. Tutti rimanemmo molto colpiti dal suo ottimo aspetto (anni prima non era così in forma, tanto bella e luminosa). Ci spiegò che il miglioramento era dovuto a una dieta non dimagrante, ma praticata sulla base di esami che avevano evidenziato le sue intolleranze alimentari: escludendo dal piatto solo gli alimenti a cui era risultata incompatibile, aveva riacquistato salute, energia, bellezza. La cosa mi colpì profondamente. Corsi dal mio pediatra con mia zia (che appariva quasi più giovane di me), per raccontargli ogni cosa. Non ebbi in risposta né un sì, né un no. Con mio marito, decidemmo di far eseguire quegli esami a nostra figlia. Non fu semplice. Dovemmo recarci a Roma, dove un medico associato con il centro americano in Florida (luogo in cui venivano eseguite tali analisi) fece il prelievo alla piccola per poi spedirlo nel laboratorio americano. A distanza di un mese ricevemmo i .risultati. Ciò che in particolare la paziente non poteva toccare erano gli zuccheri, compresi i malti, le maltodestrine, nonché il latte, le farine, gli insaccati ecc. Iniziammo a capire qualche piccola cosa. Fino ad allora ogni alimento le era stato proposto sempre con lo zucchero. Inoltre l'idrolisato di cui si nutriva era proprio a base di maltodestrine più amminoacidi. Di lì a poco il grande incontro. Sempre per caso, una mattina mi fermai in un negozio di alimentazione naturale per comprare delle merende senza zucchero (quest'ultimo iniziava a essermi

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particolarmente antipatico) per la mia prima figlia. Il padrone del negozio mi disse di essere a conoscenza delle condizioni della "piccolina", e mi propose di farla visitare da un tal Naboru Muramoto, che in quel periodo si trovava a Salerno; un maestro giapponese grande esperto di alimentazione, che viveva in California. Stavo per perdere la pazienza: una gran quantità di specialisti l'avevano visitata, in famiglia si faceva a gara a proporre questo o quell'insigne luminare che, di sicuro, l'avrebbe fatta mangiare, e quest'uomo si permetteva di farmi una proposta tanto assurda? Tutti ci aspettavamo una medicina miracolosa... che ci avrebbe permesso di nutrirla in modo "normale"... e quel tizio insisteva per la consultazione con un emerito sconosciuto, per giunta giapponese! "Esperto macrobiotica". . . E che vuoi dire?! Non era neppure laureato in medicina! Pensai: «Ma come si permettono certe persone di fare tali proposte...!?». Ma, tornata a casa, l'idea del negoziante mi ritornava di continuo nei pensieri, finché mi dissi: «Ma sì..., in fondo che ho da perdere?». Telefonai al negoziante e prenotai. A quel tempo l'idrolisato proteico, nonostante i disturbi che le comportava, appariva ancora l'unica sostanza capace di tenerla in vita, ma fino a quando avrebbe dovuto o potuto ancora prenderlo... visto che qualunque tentativo di introduzione di alimenti falliva? Ricordo che avevo cortisonici in pastiglie e in fiale sparsi dovunque; una volta, mi trovai due fiale anche nella tasca dell'auto. Vivevamo fuori dal mondo. Io in particolare, vedevo la scuola e quel poco di vita che si scorgeva dalla finestra della cameretta delle mie bambine, quasi sempre con la piccina in braccio, che mostrava, giorno dopo giorno, l'affievolirsi delle sue forze. A volte, pensavo che un volo giù da quella finestra avrebbe liberato almeno mio marito e la mia prima figlia da tanto travaglio. E sempre da quella finestra, quando di notte la bimba stava male, chiedevo a Chi era oltre le stelle, lassù, di aiutarmi a trovare la giusta via per risolvere... Evidentemente da lassù qualcuno mi rispose... Arrivò il giorno della consultazione con il "giapponese". Mi mancano le parole per dire l'impressione che ne ebbi. Prima di quell'incontro mia figlia era stata visitata da insigni professori di vari policlinici sia in strutture pubbliche che in lussuosi studi privati. Avevamo consultato grandi luminari della gastroenterologia nazionale e anche europea, e il meglio delle personalità dell'immunologia pediatrica conosciuta in Italia. Fu un po' dura incontrare, in un contesto completamente anomalo, questo anziano giapponese che: l) trovammo seduto a terra, sulla soglia del negozio di alimentazione naturale

macrobiotica; 2) aveva almeno ottant'anni; 3) non aveva più di sei denti in bocca; 4) Parlava giapponese e inglese (quindi dovevamo fidarci di un interprete che traducesse il suo pensiero); 5) la "visita" avvenne in un retrobottega umilissimo; lui seduto su di una sediolina, come me che avevo la bimba in braccio; mio marito, in piedi, accanto all'interprete.

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In tale confusa, impressionante e singolare situazione, ciò che appariva evidente era il volto di mio marito e ancor più esplicito il suo sguardo che mi comunicava a chiare lettere: «TU SEI PAZZA!», «TU HAI PERSO LA RAGIONE». «DOVE CAVOLO CI HAI PORTATI?». Lì invece compresi, dopo aver ascoltato il "vecchietto giapponese" che niente e nessuno mi avrebbe potuto. fermare. Oramai non avevo nulla da perdere, quindi ero fermamente determinata ad ascoltare i semplici, saggi e naturali consigli di quell'uomo. Ovviamente non capivo nulla di ciò che diceva, ma assorbivo con attenzione quel che riferiva l'interprete. Muramoto asseriva che la bimba era molto, molto debole (ma questo lo sapevamo già), e che lui avrebbe potuto davvero nutrirla indicandoci alimenti adatti al suo stato, cioè alimenti "puliti" e naturali, anzi mi disse che le avrebbe preparato lui stesso l'indomani il primo pasto. Risposi subito che per me andava bene. A casa capii quanto invece per mio marito andasse malissimo. Egli infatti mi vietò di dare alla piccola il cibo che avrebbe preparato il giapponese. Così fu. Telefonai, allora, al negozio di prodotti naturali macrobiotici per riferire che non sarei andata a ritirare il cibo che il giapponese aveva appositamente preparato, sentendomi ovviamente in soggezione per aver disatteso l'impegno. Il negoziante cercava di spiegarmi che il maestro era da molte ore intento alla preparazione del latte di riso, quindi il mio trarmi indietro risultava molto scorretto. Mentre questo accadeva, Muramoto, che era nel negozio di alimentazione naturale, chiese all'interprete se sapesse il motivo della reazione un po' accesa del negoziante. E dopo che gli furono spiegati i fatti, non esitò, né si scompose minimamente: prese la ciotola destinata a mia figlia e la bevve tutta, poi esclamò: «Ne avevo proprio bisogno!». Quindi il negoziante, che era ancora al telefono con me, all'improvviso cambiò tono. e disse: «È andata». Tornai dopo due giorni da Muramoto pregandolo ancora dì prepararmi quel cibo, perché per due notti non avevo fatto altro che pensare a quella ultima possibilità. Mi rispose che stava per tornare in California ma mi lasciò la ricetta. E mi indicò un suo libro nel quale avrei trovato molti suggerimenti. Ed eccomi di nuovo sola: tra le mani una ricetta e un libro. Restai ferma davanti al negozio per un bel po'. Non riuscivo a comprendere il perché non mi sentissi disperata, visto che avevo perduto un'occasione. Mi ripetevo: «Forse non ho perso niente, forse neppure quell'uomo avrebbe potuto aiutarmi! O, forse, non ho perso niente perché ho tutto tra le mie mani? Forse la risposta che chiedevo dal cielo è in questa ricetta che stringo nella mano destra, e nel libro che tengo con la sinistra?». Tornai a casa e iniziai a preparare ciò che si rivelò essere il primo "cibo benefico" per la mia bambina: il latte di riso integrale biologico. Quando le somministrai il primo piattino, chiesi a Rosanna Vitola (una mia cara amica), di essere presente per una eventuale corsa in ospedale, in caso di gravi reazioni allergiche, a cui la bimba era solitamente soggetta, dopo ogni nuova introduzione alimentare. Non ebbe assolutamente alcuna reazione, né grande né piccola: mia figlia aveva ingerito, per la prima volta, un alimento vero, un alimento prodotto da Madre Natura e non un

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freddo idrolisato. E non aveva reagito male! Mi riempii di speranza, mantenni, però, il segreto per alcuni giorni, un po' per paura di qualche reazione ritardata, un po' per scaramanzia. Sembra banale gioire per un misero pasto ingerito dalla propria creatura, a molti apparirà esagerata e assurda tanta felicità, ma per me si trattava di un vero e incredibile miracolo. Il suo organismo era riuscito finalmente a metabolizzare, digerire e assimilare un cibo vero, un cibo non "costruito" in laboratorio. Era il primo maggio 1989 e non lo dimenticherò mai. Da quel giorno ha inizio la mia lunga storia ai fornelli; da quel giorno si è ricominciato a vivere; da quel giorno, una schiera dì angeli si è trasferita a casa mia per aiutarmi e incoraggiarmi: prende servizio prima che io mi svegli e mi rimbocca le coperte la sera tardi. Un anno e mezzo più tardi ritornò a Salerno il maestro Muramoto; con grande gioia gli riportai la piccola perché potesse verificare dì persona i miglioramenti ottenuti. Il saggio giapponese rimase commosso e felice nel vedere la bimba. La guardava sorridendo e l'accarezzava con dolcezza. Ad un tratto divenne pensieroso e rivolgendosi all'interprete pronunciò un breve discorso. L'interprete ci tradusse il suo pensiero: «cercate una capra sana, che, magari, non sia stata vaccinata, che non prenda medicinali e si nutra solo di erba e portate al maestro un poco del suo latte, se siete d'accordo egli proverà a darne una piccolissima parte alla piccina». Così facemmo, trovammo la capra, prendemmo il latte e lo portammo a Muramoto. Il maestro ne fece bollire un poco e ne diede un cucchiaino alla bimba. Lo salutammo e lasciammo una piccola somma in danaro. La notte la piccola ebbe 40 di febbre, ma la mattina successiva era in perfette condizioni di salute, e quel che più mi stupì fu che non ebbe risentimenti gastroenterici. Telefonai al maestro per riferire l'accaduto. Mi disse di andare subito da lui. Arrivata da Muramoto, questi mi consegnò una busta e mi raccomandò di aprirla solo a casa, poi mi disse di non riprovare a introdurre il latte alla piccola e di somministrarle invece l'olio di fegato di merluzzo 2 volte a settimana. Si scusò più volte per aver provocato un fastidio a mia figlia e con gesti molto "orientali" mi accennava ossequiosi inchini. Cercai subito l'olio consigliatomi. Giunta a casa, con molto timore, mi accinsi a proporre l'olio a mia figlia, sapevo che non era gradevole e molti lo detestano. Con grande stupore constatai che la bimba non solo lo accettava, ma dovetti perfino nascondere la bottiglietta, perché la cercava di continuo per berne il contenuto. Mi ricordai a un tratto della busta consegnatami dal maestro e corsi ad aprirla. Non potreste mai immaginare cosa vi trovai dentro, la mia meraviglia in quel momento toccò alti apici: c'era una scritta in inglese "sorry" e i soldi che gli avevamo lasciato qualche giorno prima. Quando chiesi ragione di ciò mi fu risposto: in Oriente il medico si paga solo quando il malato sta bene, altrimenti è il medico che paga il paziente.

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(Due anni più tardi mia figlia potette assumere, ogni tanto e senza avere problemi, un po' di latte di capra e formaggio fresco biologico di capra o pecora. Muramoto aveva anticipato i tempi!). Ho sviluppato negli anni una discreta competenza che mi ha permesso di far crescere al meglio la mia creatura che, nel tempo, ha superato quasi tutti i suoi problemi. Gli ingredienti indispensabili per il raggiungimento di tale traguardo sono stati quelli antichi quanto il mondo: attenzione, dedizione, costanza, buona volontà e tanto, tanto amore. Questo luminoso percorso (che a volte si è presentato complesso), mi ha donato davvero tanto: una figlia bellissima, sana allegra, dolce, interessata alla vita, impegnata nello studio, nello sport, nella musica, simpatica e benevola con gli amici. Ciò che meraviglia soprattutto me, è che, pur potendo oggi finalmente scegliere, essa opta "per la natura", ovvero per una sana alimentazione naturale sul tipo macrobiotica.

Non posso dire che sia stato semplice raggiungere l'attuale livello di conoscenza e consapevolezza circa questa particolare "arte", né posso affermare che sia stato del tutto casuale incontrare, tredici anni fa, le giuste "guide". È invece opportuno affermare che "chi cerca trova", e "chi cammina incontra". Una serie di "coincidenze" mi ha messa in contatto con grandi esperti in alimentazione naturale e macrobiotica, i quali hanno dato forte spessore alla mia volontà di apprendere e d'imparare in fretta. Da allora i policlinici e gli ospedali non hanno più avuto la piccola come paziente, se non per qualche accidentale slogatura. I nostri unici referenti in medicina sono stati gli omeopati e gli omòtossicologi. Da tredici anni mia figlia non assume medicinali chimici allopatici, grazie a Dio, le poche e semplici malattie che ha avuto le abbiamo sempre risolte con le "palline e le gocce omeopatiche", ma soprattutto con l'alimentazione. Oggi agisco con una certa competenza in cucina grazie a molte straordinarie letture effettuate, a un corso di cucina specifico tenuto da Gianni Canora e, soprattutto, grazie agli incontri prima citati. Ognuna delle persone, che ho avuto la fortuna di conoscere, ha aggiunto alla mia precedente povertà di conoscenze sempre maggiore ricchezza. Se l'incontro con Muramoto è stato "essenziale e determinante", quello con Ferro Ledvinka fu decisivo per entrare nel merito della cucina naturale macrobiotica e scoprirne più a fondo i principi. Ringrazio anche Carlo Guglielmo, incontrato anni fa a Perugia, e che spesso ho avuto modo di consultare per telefono: mi ha insegnato come equilibrare lo Yin (energia espansiva) e lo Yang (energia contrattiva). Un giorno parlandogli al telefono degli alimenti che facevo assumere a mia figlia, scoppiò in una lunga risata. Nervosamente attendevo che finisse di ridere per capirne i motivi. Infine esordì: «lo, al posto di sua figlia, andrei a svaligiare una pasticceria». Mi fece rapidamente comprendere che la stavo alimentando in modo troppo Yang , e che, quindi, era necessario un cibo più Yin, cioè, in quel caso, più dolce. Di sicuro ho commesso tanti errori, ma c'era di bello che "sapevo molto bene di non sapere" e, quindi, ero di continuo alla ricerca di chi mi potesse insegnare a fare di meglio, ed ero tanto contenta quando mi veniva indicato un modo, un principio, per migliorare che mi

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sentivo "crescere" ogni qualvolta riuscivo ad "ammannire" a mia figlia cose nuove, più buone, più equilibrate e quindi più salubri. In proposito ricordo quando Gianni Canora, durante il corso di cucina, ci insegnò a fare le "palle di pop-corn". Tornai a casa così contenta ed eccitata che tardavo a prendere sonno. L'indomani preparai questa leccornia debitamente addobbata, poi chiamai le mie due figlie perché gustassero questa bel- la e originale merenda. La più grande mi disse: «Mamma sei sicura che la sorellina può mangiarla?». Al mio "sì" le vidi partire all'assalto delle palle di popcorn che consumarono con grande entusiasmo. Uno stretto e atipico regime alimentare, che nel mio caso non era una scelta, mette a dura prova (l'ho sperimentato) le relazioni con le persone che non hanno esperienza in tale ambito. Tutti coloro che per allergie, intolleranze o per strette diete dimagranti o altri motivi di salute devono sottostare a precise regole alimentari sanno bene quanto sia antipatico affrontare l'isolamento che a volte ne deriva. Entrano in gioco molti fattori che possono frustare coloro che devono attenersi alla dieta. Ci si sente emarginati anche quando gli altri "fanno finta di niente"; oppressi per i discorsi dei "saggi di turno" che si accaniscono a definire la dieta una "folle fissazione": per dirla con la satira di Guglielmo Giannini, "ogni tanto spunta un fesso!"; più spesso, specie quando gli alimenti sono sconosciuti, si è considerati addirittura come esemplari appartenenti a strane sette. Chi vi accetta per ciò che siete anche a talvola, con semplicità e senza compromessi, è di certo una persona dotata di intelligenza viva, sensibilità, notevole apertura mentale e che vi vuole bene con tutta l'anima. I pochi a rimanervi accanto,dunque, saranno i migliori. Affinché in ogni occasione "gli intolleranti" possano partecipare con gioia e senza desiderare la leccornia "dell'altro", ho dedicato molto tempo alla preparazione di dolci, merende, gelati ecc., che potessero essere simili a quelli che, di solito, si preparano per le varie festività: delizie che, ovviamente, non contengono gli ingredienti da evitare.

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ESEMPI DI ALIMENTAZIONE MACROBIOTICA. Esempio di alimentazione macrobiotica altamente curativa, con prevalenza di energia yang, proposta da Georges Ohsawa. PRIMA regola fondamentale: masticare a lungo, almeno 50 volte Si può bere sempre del tè bancha. Alle verdure si aggiungano sempre due cm di alga wakame a persona. Tranne nel riso gomoko dove viene utilizzata l’alga kombu. Il riso integrale si prepara seguendo queste proporzioni un bicchiere di riso due/tre d’acqua, lo stesso per il miglio, si sala, con sale rigorosamente integrale e si cuoce. Primo giorno Colazione: crema di riso Pranzo: riso integrale e nitukè di carote e ravanelli Cena: Chapati, zuppa russa. Secondo giorno Colazione : Crema d’avena Pranzo: kasha, nitukè di crescione Cena: maccheroni di grano saraceno con miso e gomashio Terzo giorno Colazione : Crema di grano saraceno Pranzo: riso gomoko Cena : zuppa di miglio Quarto giorno Colazione: crema di riso Pranzo : riso integrale con verdure in cottura o nitukè di carote e cipolle, Cena : miglio con nitukè di foglie di tarassaco Quinto giorno Colazione: crema d’avena Pranzo: riso integrale, nitukè di carote Cena: minestra di zucca

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Sesto giorno Colazione : no Pranzo: grano saraceno tostato Cena : riso integrale Condire con gomashio e miso RICETTE : primo giorno Crema di riso integrale: : aggiungete ad una tazza e mezzo di riso integrale già cotto 3 o 4 tazze d’acqua e fate cuocere per 30 minuti a fiamma bassa fino a quando i chicchi si apriranno, passate tutto nel passaverdura. Mangiate tiepido. Tutte le creme si preparano adottando lo stesso procedimento. Il Nitukè : è un modo di cuocere le verdure Tagliare grossolanamente alcune foglie di lattuga, due carote, una cipolla, dei ravanelli e far saltare le verdure in poco olio di sesamo o extra vergine di oliva sino a quando non diventano tenere. Aggiungere a piacimento del gomasio e del miso. Il nitukè può essere utilizzato per condire il riso integrale o altri cereali a piacimento. CHAPATI Fate un impasto abbastanza consistente con farina integrale, acqua e sale marino integrale. Stendete l’impasto su una spianatoia e ritagliate dei dischetti sottili di un diametro da 10 a 15 cm. che cuocerete in forno. Servite al posto del pane oppure condite a piacimento con verdure o del tahin.(burro di sesamo) Zuppa russa: Prendete una carota,3cipolle, un piccolo cavolo, 150 gr di riso cotto,4cucchiai d’olio,del sale. Tagliate le cipolle in 4, fatele saltare in pochissimo olio di sesamo o extravergine d’oliva, aggiungete il cavolo tagliato in cubi di 3 cm e fate saltare, aggiungete le carote a pezzi fini e coprite d’acqua. Fate bollire a fuoco lento, per lungo tempo. Aggiungete dell’acqua se la mescolanza si addensa e salate. Secondo giorno Kasha : ingredienti 1 tazza di grano saraceno, 1 cucchiaino d’olio di sesamo, sale. Fate saltare in un cucchiaino di olio di sesamo una tazza di grano saraceno, aggiungete due tazze d’acqua ed un cucchiaino di sale integrale. Fate bollire

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lentamente su una piccola fiamma. Servite con delle verdure di nitukè e un po’ di miso. Nitukè di crescione: tagliate del crescione a pezzi di tre cm e fatelo saltare in poco olio sesamo o extravergine d’oliva aggiungete un po’ di sale e servite. I Maccheroni di grano saraceno saranno conditi con un cucchiaino di miso (disciolto in un cucchiaio d’acqua) un po’ di zenzero secco grattugiato ed un pizzico di gomashio. GOMASIO Ingredienti : 16 cucchiai di semi di sesamo, 1 cucchiaio di sale. Tostare i semi di sesamo, tostare il sale marino integrale mischiare e schiacciare il tutto possibilmente in un mortaio con un costante movimento circolare, oppure in un macina caffè. Utilizzarlo quotidianamente come condimento per il riso, unito alle verdure, etc. Conservare in un recipiente ermetico e non conservare oltre gli otto giorni. L’olio dei semi di sesamo consente di assorbire perfettamente tutti i Sali minerali contenuti nel sale. Miso Alimento di sola origine vegetale, contiene tutte le proteine nobili in buona quantità, il che lo rende un alimento utile a integrare una dieta che si voglia rendere più completa. È inoltre ricco di enzimi, simili a quelli dello yogurt, e migliora la flora batterica venendo in aiuto nei disturbi intestinali. È un alimento ricco di lecitina e di acido linoleico, che sciolgono il colesterolo nel sangue. Può quindi trovare impiego nella dieta dei cardiopatici o nella prevenzione di ictus e trombosi. Come tutti gli alimenti derivati dalla soia, contiene in buona quantità le vitamine del gruppo B, protettrici del tessuto epidermico e nervoso. Terzo giorno Zuppa di miglio :Tagliate carote e cipolle e fate rosolare in poco olio. aggiungete acqua per coprire completamente le verdure, fate bollire fino a cottura. Fate dorare tre buoni cucchiai di farina di miglio in poco olio, mescolate con dell’acqua per farne una pasta fine che verserete sulle verdure e fate bollire dolcemente a fuoco lento Riso Gomoko: mescolate al riso integrale 10 % di verdura cotta in questo modo : tagliate a pezzi carota cavolo e carota a cui aggiungerete un pezzo d’alga kombu, coprite d’acqua e tenete a fiamma alta finchè non viene a crearsi del vapore all’interno della pentola, a questo punto abbassate la fiamma e fate cuocere a fiamma bassa per 15-20 minuti, se l’acqua dovesse evaporare durante la cottura aggiungetene un altro po’, quando tutte le verdure sono diventate tenere e cotte salate e fate saltare le verdure mescolandole tra di loro, rimettete il coperchio e fate cuocere a fuoco lento altri due o tre minuti.

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Quinto giorno CREMA DI ZUCCA Fate dorate una cipolla affettata in poco olio extra vergine di oliva e poi aggiungete della zucca tagliata a pezzetti. Cocete in pochissima acqua e poi passate tutto con un passaverdura. Rimettete la zucca sul fuoco a fiamma bassa e unite della farina tostata precedentemente in poco olio e mescolate sino a quando non si ottiene una consistenza cremosa. Insaporire con miso e prezzemolo tritato.

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Esempio di alimentazione macrobiotica giornaliera secondo una proposta di Mario Pianesi.

PROPORZIONE DEI CIBI ALL’INTERNO DEL PIATTO:

Pranzo: Una tazza di zuppa di miso (acqua, alghe,verdure),(sempre prima del pasto). 50% cereali: di riso, miglio, grano saraceno. 35-40% tra verdure cotte di stagione,(nishimè) 6-8% proteine vegetali o animali(30% di azuki, ceci, lenticchie, fagioli neri e 70% per gli altri legumi), 2-4% di dolce (eventualmente). Bevande: acqua, tè bancha, tè di riso, caffè d’orzo, yannoh, tè mu. Condimenti: salsa di soia,. tamari, olio d’oliva, miso (alternando con tutti i tipi di miso:fresco, medio e vecchio), gomashio, sale marino integrale, zenzero secco tritato

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Cena: (Da fare entro le 19-20) Una tazza di zuppa di miso (acqua, alghe, cinque verdure legate alle cinque trasformazioni e alle stagioni), proteine vegetali con moderazione,verdure cotte di stagione.(Nitukè o Nischimè) Due fette di pane integrale tostato al forno o frese integrali o pane azzimo (no mollica) Bevande: acqua, tè bancha, tè di riso, caffè d’orzo, yannoh, tè mu. Condimenti: tamari, olio d’oliva, miso (alternando con tutti i tipi di miso:fresco, medio e vecchio), gomashio, sale marino integrale, zenzero secco tritato

Far precedere sempre il pasto da una zuppa di Miso Zuppa di Miso ricetta. Ingredienti: una cipolla un cucchiaio di cereale una carota foglie verdi : tarassaco, malva, piantaggine verza etc. miso 2 o 3 cucchiaini 5 tazze di acqua Alga wakame da 3 a 6 cm Mettete a bagno l’alga in acqua a temperatura ambiente per 5 minuti e tagliatela finemente. Nel frattempo mettete a bollire l’acqua versate nella pentola tutti gli ingredienti e la sciate cuocere per 30 minuti. Diluite il miso in un po’ d’acqua e aggiungilo quando la zuppa ti sembrerà cotta. Attenzione non far bollire il miso perché diventerebbe amaro.. Si può servire la zuppa con scalogno fresco cosparso sulla ciotola fumante. Se non si ha tempo di prepararla può essere sostituita da thè bancha un cucchiaino di miso e una grattatine di zenzero secco. EVITARE POMODORI, MELANZARE, PATATE, PEPERONI.

MAI SUCCO DI LIMONE SUI CEREALI.

CUOCERE SEMPRE I LEGUMI CON ALGA KOMBU DOPO AVERLI TENUTI A BAGNO UNA NOTTE.

PROPORZIONI PER LA COTTURA DEL MIGLIO: UN BICCHIERE DI MIGLIO DUE /TREDI ACQUA.

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PROPORZIONI PER LA COTTURA DEL RISO : UNO DI RISO DUE/TRE DI ACQUA

I CEREALI POSSONO ESSERE TOSTATI PRIMA DI ESSERE COTTI, OPPURE DOPO LA COTTURA MESSI IN FORNO PER OTTENERE LA CONSISTENZA DESIDERATA.

NO CAFFE’ NO ZUCCHERO BIANCO NO CEREALI RAFFINATI.

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DIZIONARIO MACROBIOTICO:

Azuki:

Leguminose più yang dei fagioli e delle lenticchie. Vengono adoperati per zuppe insieme al riso e l’acqua di cottura come bevanda, indicati per disturbi renali e del sistema urinario, combattono la costipazione. Tempo di cottura 2 ore, con una striscia di alga kombu un’ora, salare a fine cottura.

Alghe:

Piante che vivono nell’acqua di mare e nell’acqua dolce. In macrobiotica si usano soprattutto: alga wakame, alga nori, alga kombu.

Bancha:

Tè chiamato anche te di tre anni Bevanda giornaliera tonificante senza gli effetti tossici del te. Altamente curativo.

Chapati:

Pane orientale senza lievito con farina di frumento di grano saraceno. Si prepara una pasta con acqua e sale, si appiattisce e si cuoce alla griglia sul fuoco di legna in una padella o in forno.

Gomashio:

Preparazione base di semi di sesamo e sale marino integrale.

Kokkoh:

Farina preparata a base di riso, avena, frumento e sesamo tostati, molto nutriente, per bambini e donne incinte o che allattano.

Kuzu:

Fecola della radice di kuzu selvatico.

Miso:

Pasta di soya cereali e sale, fermentata e invecchiata almeno per tre anni. Ricco di proteine di minerali e di vit. A, B1, B2, D e magnesio, calcio, ferro, sodio.

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Mu:

Te mu, bevanda composta di piante e radici tra le quali il ginseng. E’ molto yanghizzante.

Nitukè:

Modo di preparare le verdure per conservarne gli elementi vitali e il sapore.

Nishime:

Altro modo di preparare le verdure, tagliare in pezzi piuttosto grossi e cuocere con un po’ d’acqua.

Tamari:

Salsa di soya tradizionale, maturata per tre anni, ricca di vitamine vegetali e di enzimi preziosi. Yanghizza tutte le preparazioni, è molto saporita e si utilizza per zuppe, salse etc.

Tahin:

Burro di sesamo

Tekka:

Preparazione molto yang a base di verdure e miso fritti ed essiccati da una cottura lunga.

Tempura:

Verdure o pesce immersi in una pastella di acqua e farina e poi fritti in olio bollente.

Umeboshi:

Prugne salate, pressate ed essiccate al sole, poi conservate per un minimo di tre anni.

Yannoh:

Bevanda fatta di cereali e azuki tostati. Ha un sapore che assomiglia al caffè. Raccomandato a tutti, specialmente per i bambini.

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Cibo che cura

• La cucina macrobiotica è la chiave per

preparare dei pasti che siano nutrienti saporiti

e appetitosi al tempo stesso.

• Il cuoco macrobiotico si occupa della salute

delle persone per cui cucina variando i piatti

ed i metodi di cottura.

CUCINA macrobiotica

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Come scegliere le preparazioni

alimentari più adatte.

• Se si vuole curare con successo un organo malato

servendosi di rimedi alimentari naturali, occorre

prendere in considerazione svariati fattori:

• 1) La scelta delle preparazioni alimentari più adatte.

• 2) La scelta delle combinazioni alimentari più adatte.

• 3) La scelta di contorni e condimenti specifici

Quando si cucina per persone con

problemi a determinati organi, occorre

stabilire la linea generale di cottura

apportando alcune modifiche

appropriate alla dieta macrobiotica

standard.

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In base alla natura yin o yang

dell’organo malato, si opterà per il

metodo più adeguato. Per esempio:

nella cucina delle malattie del fegato il

metodo di cottura dovrebbe essere più

yin rispetto a quello necessario per

curare le malattie dei polmoni o

dell’intestino.

• In termini di yin e yang vediamo che è

possibile creare tecniche di cottura più yin o

più yang cambiando i seguenti fattori:

• 1: La scelta di cibi fra le categorie di cereali, zuppe, verdure,

legumi, alghe marine, insalatini e bevande.

• 2: la combinazione di cibi e piatti

• 3: la scelta di salse e condimenti da usare.

• 4: il metodo di cottura: bollire, cuocere a vapore, saltare,

friggere, cuocere a pressione e via dicendo.

• 5: la quantità di acqua da usarsi

• 6: il tempo di cottura

• 7: l’intensità della fiamma usata in cottura.

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I 5 METODI DI COTTURA

• Più precisamente è possibile distinguere

cinque diversi metodi di cottura in base

alla classificazione dell’energia in cinque

stadi distinti che si possono creare

nell’ambito della dieta standard.

Adottando il tipo più adatto è possibile

curare qualsiasi malattia.

• Dal punto di vista energetico notiamo

che l’uso della pressione, del sale, del

calore e del tempo renderanno più

concentrata l’energia del cibo.

• Una cottura rapida e con poco sale,

garantisce invece una quantità

energetica più leggera del cibo cucinato.

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• Cibi e metodi di cottura che generano

un’energia di contrazione

2

Si usano soprattuto le radici e i condimenti

salati sono più accentuati. Un’ottima alga

marina da usare è l’hijiki.

Questo tipo di cucina serve nella cura delle

malattie del colon e dei polmoni, nonché

del cancro della pelle.

• Cibi e metodi di cottura che generano

un’energia stabilizzante

1

• Si tratta in genere di una cucina equilibrata

in cui vengono usate più verdure rotonde,ed

i condimenti sono moderati.

Questo tipo di cucina serve a migliorare le

funzioni dei reni e della vescica, oltre a

distendere tutto il corpo.

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• Cibi e metodi di cottura che

generano un’energia ascendente: 4

Si tratta di una cucina più leggera che usa la fiamma

alta e prevalentemente verdure a foglie verdi.

Piatti ricorrenti possono essere le verdure cotte a

vapore o le insalate scottate. I sapori dei piatti sono in

genere delicati e leggeri. Questo tipo di cucina è

indicato nei disturbi del fegato e della vescicola biliare.

Adattissimo nei casi di cancro del fegato.

• Cibi e metodi di cottura che

generano un’energia discendente.

3

In questo caso i tempi di cottura sono più

lunghi, le verdure usate sono le radici, la zucca

gialla, il cavolo, le cipolle e i legumi in genere, in

particolare gli azuki. Questo tipo di cucina in

particolare è indicato nelle malattie dello

stomaco, della milza e del pancreas. Si può usare

anche nei casi del cancro yin del cervello.

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ALCUNI ESEMPI DI CONTORNI E

CONDIMENTI MEDICINALI

SPECIFICI

5

Sono compresi i metodi di cottura più rapidi, come

l’ebollizione vivace, la frittura rapida con u po’ d’olio;

tra le verdure si preferiscono quelle a foglie grandi e

verdi e si fa uso regolare di condimenti stimolanti

come lo zenzero, l’aceto di riso, etc.

Anche le insalate crude appartengono a questa

categoria. In questo modo si curano le malattie del

cuore e dell’intestino tenue, ma si ottengono dei

risultati anche nel cancro del pancreas.

• cibi e metodi di cottura che generano

un’energia di dispersione.

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Cuore – Intestino Tenue

a. Causa yin

• Se lo yin è la causa dei disturbi agli organi in questione, si

consiglia di prendere uno dei seguenti supplementi per un

periodo che può variare dai tre giorni ad una settimana.

1) Tamari – Bancha, oppure Gomasio – Bancha

2) Bevanda di Umeboshi, spruzzate sopra qualche

goccia di tamari e infine versate del bancha bollente

3) Ran-sho

FEGATO - CISTIFELLEA

a)Causa yin

1. prendere un umeboshi per diversi giorni di seguito

2) ume sho kuzu, una tazza al giorno per diversi giorni

b) causa yang

1. Bevanda di kuzu con l’aggiunta di sidro di mele.

2. Bevanda di kuzu con l’aggiunta di malto d’orzo

(evitare il malto di riso)

3. Versare del bancha bollente sopra le foglie di shiso, poi bevete

il liquido e mangiate le foglie

4. Aceto di riso o di umeboshi

5. Mele cotte in pentola o in forno

6. Cipollotti verdi aggiunti alla zuppa di miso

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Milza / Pancreas-Stomaco

• Causa yin

• Spesso questa è la causa di malattie come il diabete o il morbo di

Hodgkin, il cui insorgere è favorito dal consumo di diversi tipi di

zuccheri, nonché di latte, cioccolato, alcolici e via dicendo.

• 1. Umeboshi.

• 2. Umeboshi cotta nel kuzu.

• 3. Fate bollire dell’alga nori in acqua, a cui aggiungete alcune gocce di

tamari a fine cottura. Si può prendere sia come guarnitura che come

condimento, oppure come bevanda, diluito in acqua o tè caldo.

• 4. Zucca gialla cotta assieme all’alga kombu

• 5. Fate cuocere delle alghe arame in acqua, filtrate il brodo di cottura

a cui aggiungerete alcune gocce di salsa tamari prima di berlo.

Cuore – Intestino Tenue

• b. Causa Yang

E’ questa la causa della maggior parte degli infarti.

1) Succo di mela bollito o scaldato

2) The verde

3) Melone cotto (sia melone che cocomero), di cui va

bevuto anche il succo

4)Fate bollire del Daikon, grattugiato assieme ad un

fungo shiitake e ad un po’ di salsa tamari. Bevetene una

o due tazze al giorno, per tre quattro giorni di seguito

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POLMONE – INTESTINO CRASSO

• a. Causa yin

• 1. Bevanda di kuzu con radice di loto

• 2. Gomashio

• 3. Polvere di umeboshi carbonizzate nel forno, da bere con acqua bollente.

E’ un rimedio eccellente in tutti i casi digestivi causati da un eccesso di yin.

• b. Causa yang

• 1. Grattugiate del daikon e un po’ di zenzero e agiungete qualche goccia di

tamari. Mangiate questo preparato così comìè o aggiungetelo ad una tazza di tè

o acqua calda.

• 2. Preparate del succo di radice di loto grattugiando delle radici di loto fresco.

Ci sono tre modi per usarlo:

Ø Bere il liquido così com’è

Ø Addolcirlo con un po’ di malto di riso

Ø Aggiungerlo ad una tazza di tè o di acqua bollenti

• b. Causa yang

• 1. Aggiungete del malto di riso alla bevanda di

kuzu

• 2. Amasake (budino di riso dolce fermentato)

• 3. Fate cuocere un fungo shiitake assieme a

dell’alga kombu o arame, aggiungete un po’ di

salsa di soya tamari e bevete il brodo di

cottura

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RIMEDI MACROBIOTICI DI PRONTO SOCCORSO

• Bruciori di stomaco

• Mangiare in modo macrobiotico

e masticare molto bene.

A livello sintomatico si può

agire sui bruciori nei seguenti

modi.

• Bancha mescolato a Daikon

condito con Tamari

• Polvere di Kombu arrostita

come condimento.

• Gomashio, oppure Gomashio

più Bancha.

• Umeboshi

• Coliche Biliari

• Impacco di Zenzero sulla

parte della vescicola biliare,

inoltre bere tè Bancha.

• Zuppa di miso con cipollotti e

verdure a foglie verdi dure.

• Bevanda a base di Shiitake e

Kombu.

Questi rimedi facilitano il

passaggio del calcolo,

dilatando il diametro del

dotto e stimolando la

produzione di bile

RENI - VESCICA

• a. Causa yin

• 1. Tekka

• 2. Kombu cotta assieme al tamari

• 3. Brodo di fagioli Azuki, con un po’ di sale marino

• 4. Brodo di fagioli neri con un po’ di sale marino

• b. Causa yang

• 1. Grattugiate del Daikon a cui unirete dell’alga nori a pezzettini

(un foglio): mescolate tutto aggiungendo un po’ di tamari e

versateci sopra dell’acqua bollente o del tè bancha.

• 2. Bevanda di Kombu oppure bevanda di Kombu – Shiitake, a cui

potete aggiungere diverse gocce di salsa tamari.

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• CRAMPI DI STOMACO

• Sebbene il crampo sia un movimento yang

“centripeto”, la sua intensità

è generalmente determinata dal consumo di cibi molto

yin.

Rimedi Interni:

• gomashio + bancha, oppure ume+sho+bancha

Rimedi esterni:

• Teli caldi sullo stomaco e sulle dita dei piedi.

• Acupressione sul meridiano dello stomaco, a livello delle

dita dei piedi.

RIMEDI MACROBIOTICI DI PRONTO SOCCORSO

• COLICHE

INTESTINALI• Si consiglia di mangiare

pasta di soba, zuppa di

miso con Mochi e un

piatto di verdura

Nishime.

• DIARREA

Causa YIN

• Riso arrostito • Crema di Kuzu oppure

Umeboshi + Kuzu• Umeboshi intera• Bevanda di Zenzero

Causa Yang

• Daikon crudo

grattugiato,• Crema di Kuzu• Concentrato di Ume

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Rimedi per la febbre

• Rimedi interni

• Bevanda di riso

• Crema di riso e riso soffice

• Bevanda di kuzu

• Per i bambini è più indicato

Ame-kuzu

• Mela cotta e succo di

mela cotta

• Bevanda di Daikon

-shiitache -kombu

• Rimedi esterni

• Impiastri:

• Di tofu

• Di daikon

• Di rapa

• Di fagioli di soia crudi

• Foglie verdi di cavolo

Da rinnovare ogni mezz’ora.

Febbre

• Sebbene la febbre possa essere considerata come una

reazione salutare e benefica dell’organismo, può a volte

essere troppo forte o durare troppo a lungo.

• La causa della febbre può essere yin o yan, ma la febbre di

per se è un fenomeno yang.

• L’aspirina è un prodotto molto yin che contrasta

quest’azione yang, ma, sfortunatamente, è tanto yin da

colpire gli organi più yang, come i reni.

• Altri tipi di prodotti yin tendono ad attivare il fuoco yang

della febbre: per esempio, si è notato che alcuni antibiotici

uccidono i batteri, ma provocano la febbre

• Nei trattamenti macrobiotici si utilizzano prodotti yin meno

forti che non attivino la febbre, ma che al contrario

l’abbassino, senza indebolire altri organi.

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• Mal di testa laterale

• Dal consumo eccessivo di cibi

unti e grassi, e altri cibi che

sono causa di disfunzione del

fegato e della cistifellea.

• Daikon+ tamari in acqua

bollente

• Bevanda di kuzu in malto

d’orzo a cui aggiungere un po’

di zenzero

• Zuppa di miso con cipollotti o

cipolle

• Mal di testa interno

• Consumo eccessivo di cibi

animali, in particolare carne

e pesci salati, uova, caviale

etc

• Mangiare mele cotte

• Succo di mela caldo

• Acqua calda con un

cucchiaino di aceto di riso

Mal di testa

Mal di testa

• Mal di testa

posteriore• Risulta dal consumo di

cibi molto yang, oppure si

manifesta quando si smette di

assumere dei cibi molto yin.

• Succo di mela

• Succo d’arancia

• Concentrato di ume

• Cipollotti più

zenzero

in tazza d’acqua

• Applicazione

di calore

• Mal di testa frontale

• Risulta dal consumo di

zucchero: succo di frutta,

pillole anticoncezionale,

aspirina, miele, cioccolato e

tutti i prodotti yin.

• Sho+bancha

• Ume+sho+bancha

• Gomashio

• Bevanda di kuzu

• Applicazioni

fredde

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stanchezza• In genere la stanchezza è sintomo di condizione acida del sangue,

dovuta ad un eccesso di cibi o di bevande, oppure al consumo di

cibi estremamente yin o yang.• I rimedi a questo tipo di stanchezza possono essere i seguenti.• Umeboschi intera• Bevanda di umeboshi• Brodo di umeboshi• Bancha• Tamari-bancha• Gomashio –bancha• Prendete questi rimedi in quantità moderate per un paio di giorni

e cercate contemporaneamente di migliorare la vostra

alimentazione.• La stanchezza pomeridiana può essere segno che il corpo ha

bisogno di più cibi dolci: si cerchi di mangiare più verdure dolci,

malto d’orzo e frutta cotta.

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BIBLIOGRAFIA:

Naboru Muramoto – Il medico di se stesso – Feltrinelli Elena Roggero Guglielmo – Cucinare per il corpo e per lo spirito – Macro Edizioni Michio Kushi – Il nuovo libro della macrobiotica Maria Teresa Pinardi, Nadia Tarantini – Il risveglio del corpo – Edizioni Iacobelli Georges Osawa – La dieta macrobiotica o l’arte del ringiovanimento e della longevità – Ed. Astrolabio Testi consigliati ma fuori catalogo ( da cercare nelle biblioteche o fra i libri usati…) Georges Osawa – Introduzione alla scienza della macrobiotica – Ed. Arcana Georges Osawa – La macrobiotica e la sua filosofia – Edizioni Arcana Georges Osawa – Lo zen macrobiotico – La Pica Ed. Georges Osawa – Cancro e macrobiotica – Ed. Arcana Michel Abehsera – La cucina macrobiotica zen – Ed. Sudarco

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