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Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana La rivista è stampata su carta ricicla- ta, sbiancata in assenza di cloro. a pag. 10 - DAL MONDO VITA DA BAMBINI ROM La redazione Capo redattore: Camillo Acerbi Redattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Valentina Castelli, Mons. Giovanni Catti, Anna Maria Guidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’ Luciano Pastorello, Vittoria Perini, Marco Quattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli Impaginazione: Simona Pasini Chiuso in redazione il: 7 aprile 2004 La lupetta Maria Giovanna del Branco "S. Francesco" - Campo Calabro 1 (RC) ci manda questa bella foto della caccia sulla neve svolta dal loro C.d.A. LA STRADA IN QUESTO NUMERO… 2. Editoriale Una scuola un po’ speciale 3. Morso di Baloo “…Quanto manca?” 5. Fra la Giungla e il Bosco Delle piste e dei sentieri 8. Consiglio di Akela e Arcanda Strade per tutti 10. Fratellini e sorelline del Mondo Vita da bambini Rom 12. Natura Strade che si incrociano 15. Biblioteca di Branco e Cerchio Polissena del porcello” di Bianca Pitzorno 18. Giochi I giochi dello Scovolino 21. Saggezza di Hathi Attraversare con amore 23. Fumetto Strada facendo 25. Specialità Occhio alla strada 29. Corrispondenti Trent’anni di AGESCI 30. Posta La posta di Giochiamo a pag. 5 - FRA LA GIUNGLA E IL BOSCO DELLE PISTE E DEI SENTIERI Edward Hopper “Passaggio a livello” 1922 SCOUT Giochiamo Anno XXX - n. 11 - 3 maggio 2004 Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA SCOUT - Anno XXX - n. 11 - 3 maggio 2004 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione pe- riodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - € 0,51 - Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità: Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore re- sponsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il Tribunale di Roma - Stampa: So.Gra.Ro., via I. Pettinengo 39, Roma - tiratura di questo numero copie 68.500 - Finito di stampare nel maggio 2004 3

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Associato all'UnioneStampa Periodica Italiana

La rivista è stampata su carta ricicla-ta, sbiancata in assenza di cloro.

a pag. 10 - DAL MONDOVITA DA BAMBINIROM

La redazioneCapo redattore: Camillo AcerbiRedattori: Maria Grazia Berlini, Emanuelle Caillat, Valentina Castelli, Mons. GiovanniCatti, Anna Maria Guidi, Mauro Guidi, Vanna Merli, Fra’ Luciano Pastorello, VittoriaPerini, Marco Quattrini, Gianfranco Zavalloni Illustrazioni e grafica: Vittorio Belli • Impaginazione: Simona Pasini

Chiuso in redazione il: 7 aprile 2004

La lupetta MariaGiovanna delBranco "S.Francesco" -Campo Calabro 1(RC) ci manda questa bella fotodella caccia sullaneve svolta dal loroC.d.A.

LASTRADA

IN QUESTO NUMERO…

2. Editoriale Una scuola un po’ speciale

3. Morso di Baloo“…Quanto manca?”

5. Fra la Giungla e il BoscoDelle piste e dei sentieri

8. Consiglio di Akela e ArcandaStrade per tutti

10. Fratellini e sorelline delMondoVita da bambini Rom

12. NaturaStrade che si incrociano

15. Biblioteca di Branco eCerchio“Polissena del porcello”di Bianca Pitzorno

18. GiochiI giochi dello Scovolino

21. Saggezza di HathiAttraversare con amore

23. FumettoStrada facendo

25. SpecialitàOcchio alla strada

29. CorrispondentiTrent’anni di AGESCI

30. PostaLa posta di Giochiamo

a pag. 5 - FRA LAGIUNGLA E IL BOSCO

DELLE PISTE EDEI SENTIERI

Edward Hopper “Passaggio a livello” 1922

SCOUT GiochiamoAnno XXX - n. 11 - 3 maggio 2004Settimanale - Poste italiane s.p.a. -

Spedizione periodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04)

art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA

SCOUT - Anno XXX - n. 11 - 3 maggio 2004 -Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione pe-riodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv.L. 46/04) art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - € 0,51- Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità: PiazzaPasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore re-sponsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio1975 con il numero 15811 presso il Tribunale diRoma - Stampa: So.Gra.Ro., via I. Pettinengo 39,Roma - tiratura di questo numero copie 68.500 -Finito di stampare nel maggio 2004

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Questa mattina, entrando in clas-se, la maestra Adriana ci ha detto:“Mettetevi le giacche: oggi an-diamo a far lezione in un’altrascuola!”. Noi l’abbiamo guardataun po’ stupiti, poi ci siamo vestitie messi in fila per due davanti al-la porta.In strada, la maestra si è fermatasubito vicino a un albero, ci hafatto vedere le gemme sui rami eci ha spiegato come funzionanole foglie. Dopo un po’ di cammi-no, la maestra si è fermata dinuovo: c’era un bel palazzo daguardare, per scoprire lo stile ba-rocco…Qualcuno ha chiesto: “Quand’èche arriviamo alla nuova scuo-la?”; la maestra ha sorriso:“Aspettate e capirete!”, e siamoripartiti.Lungo la strada ci siamo fermatitante altre volte, e a ogni sosta lamaestra ci ha spiegato qualcosa.Poi, prima di ripartire:

“Adesso scambiatevi di posto,così lungo il cammino potetechiacchierare con un compagnodiverso…”A fine mattina, ecco la scuola!Era la solita scuola, quella di tut-ti i giorni, ma nessuno ha chiestodov’era l’altra scuola, quella incui dovevamo andare. Abbiamocapito tutti che la scuola oggi erala strada: abbiamo imparato mol-te cose, abbiamo fatto amicizia…in una parola, siamo cresciuti!

Noi scout conosciamo bene l’im-portanza della strada, ma forse avolte corriamo il rischio di di-menticarcene. Allora ascoltiamocosa ci dicono i nostri amici diGiochiamo: Erik (pag. 5) ci parladella pista del lupetto e del sen-tiero delle coccinelle, Gufo (pag.10) ci presenta una “nazione” chevive sulla strada, Millo & Cia(pag. 23) ci fanno sorridere sullafatica del cammino, ecc. ecc.

“Akela, quanto manca?”. Il Branco siè da poco messo in cammino e giàsi sente la fatidica domanda chesarà ripetuta infinite volte, fino al-l’arrivo. Ora Akela racconta che fa-re strada costa fatica, ma poi si ècontenti, ci si conosce meglio…È capitato anche al giovaneFrancesco di Assisi: un giorno simise in viaggio, al servizio di unnobile conte, per conquistarsi il ti-tolo di cavaliere. La notte seguente,mentre riposava, sentì una voce :“Francesco, è meglio servire l servoo il signore?”. “Il signore!”, risposeFrancesco. “Allora, perché lasci ilSignore per il servo?”. Francescocapì che doveva tornare ad Assisiper servire il Signore, quello vero.I primi amici di Gesù chiamavanola sua vita, i suoi insegnamenti conuna bellissima espressione: “la via”(At 9,2).

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Ricordavano così quello che ilMaestro aveva detto: “Io sono lavia, la verità e la vita” (Gv 14,6).Anche i ragazzi ebrei, quando alsabato andavano alla sinagoga,sentivano parlare di due stradeaperte davanti a ogni uomo: lastrada del bene e la strada del ma-le. La prima porta al Signore, l’altraallontana da Lui.La Pista e il Sentiero sono comeuna strada lungo la quale ilLupetto e la Coccinella imparano a

crescere, facendo fruttificare almeglio i doni del Signore.Carissimi Lupetti e Coccinelle, vor-rei proporvi una domanda facile,ma importante: come si chiamanoi “tre grandi aiuti” che vi permetto-no di percorrere, con gioia e nel-l’impegno, la vostra “strada del be-ne”? Se non sapete rispondere,chiedete aiuto ai Vecchi Lupi e alleCoccinelle Anziane!Buona caccia e buon volo.

Baloo

Ehilà, Lupetti e Coccinelle,come state? Bene, mi sembradi vedere, e voi sapete che ioci vedo benissimo, anche semolti dicono che noi talpesiamo cieche... E vedo semprecose splendide!Proprio adesso sono di ritor-no da uno dei miei leggenda-ri giringiro sottosopra ilBosco e la Giungla. Ho per-corso mille sentieri, strade,tracciati, e chi più ne ha piùne metta. E ho incontrato unsacco di gente, piena di vo-glia di cacciare e volare sul-la propria Pista e il proprioSentiero. Proprio come voi, equesto mi fa sentire la talpapiù felice del mondo!E anche questa volta cer-chiamo di fare poche chiac-chiere, fratellini e sorelline:via, di nuovo in strada, conl’aiuto di chi su questa stra-da c’è da un po’ prima di noi.Buona Caccia e buon Volo,fratellini e sorelline.

Erik, la talpa

Vi siete mai soffermati a guardarequanto è grande e vasta laGiungla? È davvero un territoriomolto spazioso dove tutti, grandie piccoli, possono cacciare, pur-ché abbiano zampe che non fannorumore, occhi che vedono nell’o-scurità, orecchi che odono il ven-to delle tane e denti taglienti.

Certo, un piccolo cucciolo si tro-verebbe un po’ spaesato nellagrandezza della Giungla: dalleTane Fredde alla Rupe delConsiglio, dalla Waingunga al vil-laggio degli uomini… Meno maleche i cuccioli non sono mai soli:accanto a loro ci sono sempre de-gli amici fidati che li aiutano apercorrere la pista giusta.Poi, quando si cresce, si è capaci ditrovare la strada giusta anche dasoli. Anche Mowgli lo sa: una vol-ta che Babbo Lupo gli aveva inse-gnato il significato di ogni cosa(dal fruscio dell’erba, al graffio diun’unghia di pipistrello, al tonfodel pesce guizzante nello stagno),Mowgli era cresciuto e pronto acamminare da solo! Aveva impara-to il percorso di tutte le strade chetagliavano la Giungla.E quando fu abbastanza grande,percorse perfino il sentiero checonduceva nelle Terre Arate, eandò nel villaggio degli uomini aprendere il Fiore Rosso che cre-sceva nei piccoli vasi. Portò ilFiore Rosso alla Rupe delConsiglio, e tutti gli animali neebbero paura, soprattutto quellaspelacchiata della tigre zoppa allaquale, senza alcun timore, bruciòla pelliccia!!

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Grande fermento nel cerchiodell'Erica: dopo il ritorno di Coccidal viaggio, con i suoi favolosisette punti neri, ben otto coccinel-le hanno deciso di partire.Marzolina è la più curiosa e impa-ziente, e continua a chiedere aCocci notizie del suo fantasticovolo, che l’ha portata tanto in al-to: “Ma non avevi paura di volareda sola? E se avessi incontrato deipericoli? Come facevi a sapere sela strada che stavi facendo eraquella giusta?!! Ce la mostrerai inmodo che anche noi possiamofarla?”Cocci alla fine si decide a rispon-dere con un sorriso: “La stradagiusta? Posso farvi vedere dovesono arrivata io, ma la strada do-vrete trovarvela da soli, come ioho trovato la mia, e sarà altrettan-to bella, anche perché la faretetutti insieme!”Marzolina ci pensa un po’ e, pie-na di fretta, sprona gli altri allapartenza, immaginandosi già incima alla montagna dove, alla fi-ne del suo sentiero, anche lei fi-nalmente conoscerà Arcanda.

• Le cose che ho imparato nella mia strada in branco o cerchio chemi piacciono di più

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Il lupetto caccia sulla sua pistanella giungla. La coccinella volasul suo sentiero nel bosco. E inparticolare tu, lupetto o coccinel-la del C.d.A., stai facendo uncammino e cresci. Se camminicon “occhi aperti” o “antennedritte”, puoi conoscere l’ambienteche ti circonda, arricchirti e impa-rare sempre qualcosa di nuovo.Soprattutto, nel tuo camminopuoi incontrare altre persone,amici, lupetti, coccinelle, vecchilupi o coccinelle anziane con cuiproseguire la strada. E ti accorge-rai che ciascuno è bravo in qual-cosa: chi sa far ridere anche neimomenti di difficoltà, chi risolve iproblemi manuali, insomma cia-scuno ha delle capacità o delle ca-ratteristiche che rendono più va-rio e interessante il cammino fat-to insieme.Ma torniamo a te: hai già vissutoun pezzo di strada, fai parte delC.d.A., conosci molte cose e haitante specialità. Ti propongo discrivere quattro elenchi:

• Le attività in cui riesco meglio (es. giocare ascalpo, recitare, cucinare, ecc.)

• Le attività in cui potrei impegnarmi di più

• Gli aspetti (specialità, competenze, caratteristiche) che mi piaccionodi più dei miei sestiglieri, dei miei capi, dei miei migliori amici dentroil Branco o il Cerchio. (Fai l’elenco dei nomi e a fianco di ciascunoscrivi le caratteristiche)

E adesso… via libera alla fantasia!!!Inventa un gioco in cui possano es-sere utilizzate le capacità che haiconquistato nel tuo cammino scout,e quelle che hai elencato degli altri.Poi, magari, proponilo a tutto ilBranco o il Cerchio. Perché il bellodella tua strada è che s’incrocia conquella degli altri, e così possono na-scere tante idee e cose belle.E allora… buona strada!

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“SCATTA

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G.

C’è una “nazione” un po’ speciale,

che ha per confini il mondo e per

patria la strada. È la nazione Rom,

dispersa, perseguitata dai nazisti, e

ancora oggi vittima di tanti pregiu-

dizi. Ascoltate il racconto di Sesmo,

e ricordatelo quando incontrate uno

di questi bambini.Ciao dal vostro

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e vogliamo continuare a farlo.Noi siamo Sinti, e facciamo partedella nazione Rom. Giriamo perposti diversi, ci fermiamo quandoc’è la festa del patrono, il carne-vale o la sagra del paese.Il mio popolo è da quasi mille an-ni che vive così. Mio nonno,però, dice che in passato era piùfacile: gli uomini ferravano i ca-valli, vendevano pentole di rame,lavoravano con il ferrovecchio.Adesso che questi lavori non cisono più, le donne devono chie-dere la carità per strada, e ognitanto qualcuno di noi, sbagliando,va a rubare. Così i gadje, comenoi chiamiamo quelli che non so-no del nostro popolo, pensanoche noi siamo tutti dei ladri.Certo, siamo sporchi, ma è diffici-le essere puliti quando ci costrin-gono a stare in un campo recinta-to, in quattrocento con soli tre ba-gni. L’ultima volta che è piovutosi è allagato tutto, e la nostra rou-lotte si è riempita di fango.

Allora riprendiamo la nostra stra-da, l’unico posto dove ci sentia-mo veramente liberi, e cerchiamoun’altra città dove poter accende-re il nostro fuoco, suonare la no-stra fisarmonica e cantare insie-me “…siamo come l’erba che sipiega al vento e che si rialza ap-pena la tempesta è passata”, comedice una delle nostre canzoni.Vi saluto come ci salutiamo noi,augurandovi lacio drom, buonviaggio. Perché la strada è la no-stra casa e la nostra vita.

Mi arrabbio molto quando qual-cuno mi urla dietro “Vattene, zin-garo! Ladro!”, oppure quandosento una mamma che per farepaura al suo bambino capricciosogli dice “guarda che ti faccio por-tare via dagli zingari”. Io hoquattro fratelli e cinque sorelle,perché mai i miei genitori do-vrebbero portare via un figlioagli altri? Non è bello essereguardati male per la strada, e poi“zingaro” è una parola offensi-va, razzista, come dire “vu cum-prà” o cose simili.A proposito, io mi chiamoSesmo, ho nove anni e mezzo, eabito in una di quelle grandi rou-lotte che si vedono entrando incittà. In altre roulotte abitano imiei parenti, e insieme gestiamoun luna-park. Viviamo per strada,come hanno fatto i nostri nonni etutti prima di loro. Ne siamo fieri,

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Grandi cambiamenti, in questianni, nelle strade italiane, siafuori che dentro le città. Quasidovunque, si stanno sostituendogli incroci con le cosiddette ro-tonde. Ma qual è il motivo? Iltraffico è in questo modo piùscorrevole, non si creano intoppio lunghe file e diminuisce quin-di l'inquinamento. Questo èsenz’altro importante, ma anche

i vecchi incroci avevano

alcuni aspetti positivi. Proviamoa ragionare.Come avrete certamente visto, so-prattutto nelle strade di campa-gna, in molti crocicchi c'erano e cisono cellette con statue dellaMadonna, crocefissi o segni checi ricordano le nostre tradizionireligiose, la nostra cultura.Attorno a questi simboli ci si tro-vava per pregare o per fare un se-gno che ci ricordasse che siamotutti creature. Ad esempio, pas-sando davanti a una di queste cel-lette, ci si faceva il segno dellacroce.Che fine fanno queste realtà? E imomenti della vita di comunità,parrocchia o quartiere come, adesempio, la recita di "maggio",cioè del rosario nel mese dedicatoalla Madonna?

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Gli incroci, poi, impongono comunque difermarsi e di guardarsi in faccia. Le ro-tonde invece ci educano a un affiancarsisenza guardarsi, senza incrociarsi. Forsecon le rotonde cambierà anche il nostromodo di riflettere? Parliamone!

Polissena Gentileschi, figlia del mercante Vieri e diGinevra, due genitori che la amano e si amano moltissimo,scopre un giorno di essere stata adottata, dopo essere stata

ospite del convento delle Monache di Betlemme. La ragazzina, sconvolta, decide di mettersi in cammino

alla ricerca dei suoi veri genitori. La prima tappa è il con-vento, dove la madre superiora, in segno di augurio, le do-na un porcellino che come lei era stato abbandonato, e le

consegna i pochi oggetti che Polissena aveva con sè quandole suore l’avevano trovata: una calza di seta rossa, un pe-sciolino di corallo, un pezzo di tela con un teschio disegna-

to, una lunga fascia lavorata ai ferri in due colori.Queste povere cose la porteranno di tappa in tappa,

insieme a Lucrezia, piccola circense e ai suoi animali.

Polissenadel Porcello

di Bianca Pitzorno

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Accompagna Polissena nel suo camminoalla ricerca dei genitori.

Quale sorpresa attende Polissena alla fine del suo viaggio?Se vuoi scoprirlo leggi, “Polissena del Porcello” di B. Pitzorno

1. HO PERSO LA BUSSOLAMamamia mi son perso! Ma qual è la strada giusta? Ci prego aiutatemi!!

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2. VIGILATE GENTE!Urbano il vigile urbano ci sta dando delle indicazioni, maciò fatto un po’ di confusione… Collega i segnali stradalicon il fumetto giusto.

E questo segnale lo finite voi?Significa: Attenzionepassaggio di lupetti e cocci!

Ciao! Sono io lo Scovolino!Ciiircolaaare!!!

3. CAMMINA CAMMINA…Ma chi è passato sul miiiio sentiero? Riesci a riconoscere a chi appartengono

queste impronte?

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Soluzioni

1. Il percorso giusto è il n 1.2. A=3 B=1 C=5 D=2 E=43. 1 Gatto 2 Capriolo 3 Tasso 4 Cinghiale 5 Scoiattolo

Il primo semaforo è lontano alcune centinaia di metri, lascuola è lì di fronte, le strisce sono stinte, quasi invisibili.Guardo a destra, le automobili continuano a transitare;continuano a transitare anche da sinistra, e qui a sinistra siè fermato un furgone: se incomincio ad attraversare, rischiodi essere travolto da un ciclomotore. L’idea di un ciclomotore mi attrae, ma non in questo caso.Sono tanti i ciclomotori transito su questa strada, questamattina. Rischierò, tutto per tutto, attraversando di

corsa.Potrei segnalare la mia intenzione, agitando un brac-

cio e tene,ndo in mano un giornalino. Potrei anche tener

pronto un gesto dimostrativo, come “marameo” o peggio,da accompagnare con una parola dura, come ....: ma Gesùdice che chi dirà a suo fratello “Raca” sarà sottoposto alSinedrio, e chi gli dirà “Pazzo” sarà sottoposto alla Geennadel fuoco (Matteo 5,22).Che cosa farebbe Gesù qui, al mio posto?

ATTRAVERSARE

CONAMORE

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Nel suo paese, in quei giorni, erano poche le strade da at-traversare; a ogni modo non vi transitavano automobili nèciclomotori. Vuol dire che noi siamo chiamati a completa-re l’opera di Gesù: si tratta di attraversare, con amore.Con passo veloce, senza correre e con il braccio destro alzato verso destra, quando da sinistra non veniva neppureuna bicicletta, mi fu dato di attraversare.

ATTRAVERSARE CONAMORE

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Vigili urbani, polizia, carabinierie nonni in pensione ogni giornocontrollano le nostre strade, c’in-segnano come dobbiamo com-portarci nel traffico e ci fanno at-traversare la strada quando en-triamo e usciamo da scuola.Queste persone sono andate ascuola per insegnare ai cittadini ilrispetto delle regole del “codicestradale”, e possono aiutarci a ri-conoscere la segnaletica per esse-

re dei bravi pedoni, ciclisti e au-tomobilisti.Certo, noi ancora andiamo a pie-di e in bici, ma non per questodobbiamo ignorare le regole dellastrada.Bisognerebbe fare ogni tanto unpiccolo esame per vedere se rico-nosciamo i segnali stradali, sesappiamo usare correttamente lepiste ciclabili, le strisce per attra-versare, i segnali per spostarsi da

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un lato all’altro della strada…Procuriamoci un libro per la pa-tente di guida, cerchiamo i segna-li stradali più importanti e abitua-li; disegniamoli in un cartellone ecerchiamo di farli imparare ancheagli altri fratellini e sorelline.Ci serve:• un pannello di cartone da imballaggio• tempera bianca, nera, gialla…• matite, pennarelli a punta fine e grossa• riga e squadra• filo di zinco o di ferro di 1 o 2 mm di diametro• pasta da modellare o Das• etichette adesive bianche • forbici, tronchesi e pinze per ta-gliare e piegare il filo• carta crespa verde e di altro co-lore

Mandiamo le sorelline e i fratelli-ni che vogliono conquistare laspecialità di guida e quella di os-servatore a vedere quali sono gliincroci più difficili, gli attraversa-menti pedonali più a rischio equal è la segnaletica che s’incon-tra andando in bici vicino alla no-stra sede o tana.Seguendo le loro indicazioni, pit-turiamo di bianco il pannello, loappoggiamo su un piano e dise-gniamo una parte più o menoestesa del nostro quartiere, dellestrade vicine, con gli incroci, sen-si obbligati, diritti di preceden-za…

Prendiamo:• la pasta per modellare e faccia-mo persone, alberi, case, automo-bili, autobus, ecc.• il filo di ferro e, con un po’ dipazienza, modelliamo i segnalistradali (un piedistallo, un palo eun triangolo o un cerchio, frecce),i semafori, i lampioni, gli alberi…• le etichette adesive: disegniamo-ci sopra i segnali e attacchiamolenei triangoli e quadrati dei se-gnali• la carta crespa per fare i cespu-gli, le foglie degli alberi, i fioridelle aiuole…

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Dopo tutto questo lavoro, faccia-mo una gara: non a chi va più ve-loce e arriva prima, ma a chi safare un percorso corretto rispet-tando segnali e precedenze.Possiamo fare lo stesso percorsouna volta come ciclisti e un’altracome pedoni, oppure, se ne ab-biamo voglia, modificare la via-bilità cambiando segnali o met-

tendoli sbagliati per vedere chi sene accorge… Ci sono tanti modiper imparare ad essere correttisulle strade, cominciamo subito!Buon lavoro!Consiglio: se conosciamo un vi-gile, un poliziotto o un carabinie-re, perché non lo invitiamo a ve-nire a fare da giudice alla nostragara?

La Posta di Giochiamovia Tiberti, 2147023 Cesena

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Il 1° febbraio scorso, per festeg-giare il ventennale del nostroGruppo, Roma 59, abbiamo fattoun’attività tutti insieme: Branco,

Reparto, Clan e Comunità Capi.All’inizio abbiamo giocato a

“anfore”, poi ci siamo disposti inun cerchio grandissimo e il nostrocapogruppo Paolo è andato aprendere il tesoro del Gruppo. Mamentre tornava con il cofanetto inmano, un ladro glielo ha rubato!Abbiamo dovuto cercare in tuttoil quartiere, ma alla fine lo abbia-mo ritrovato. Così, abbiamo rifat-to il cerchio, e Paolo ha aperto ilcofanetto davanti a tutti. Dentroc’era una foto della primissimaComunità Capi: i fondatori delnostro Gruppo. E, indovinate co-s’è successo? I Capi della foto cisono venuti a trovare.Erano un po’ più vecchiotti, maportavano ancora il nostro fazzo-

lettone perché, come ha dettoPaolo, la Promessa una volta

fatta non va mai dimenticata.Poi il Branco ha fatto il GrandeUrlo, il Reparto gli urli di squa-driglia e il clan, pure, un loro ur-

lo. Così si è conclusaquesta attività in cui ci

siamo divertiti tantissimo!•Elena - Branco “Roccia

della pace” - Roma 59

Hey! Mi chiamo Federica, ho 12anni e sono del Gruppo scoutAugusta 1 (Siracusa).Per mia grande fortuna, ho avutola possibilità di partecipare al

campo “Piccole Orme” che siè svolto ad Acireale.

C’erano tanti bambini datutta la Sicilia: qualcu-

no aveva anche attraversatotutta la regione per essere lì!Il primo giorno abbiamo cono-sciuto Carlo Magno, Orlando,Rinaldo, la bella Angelica e tantialtri paladini e saraceni; poi, ilgiorno seguente ci siamo messiall’opera: costruire un “pupo sici-liano”. Abbiamo iniziato a lavora-re la testa del pupo con l’argilla,abbiamo costruito il corpo con illegno, la corazza, l’elmo e tutto ilresto dell’armatura con il lamieri-no di ottone, abbiamo decorato latesta e infine abbiamo vestito ilnostro pupo.L’ultimo giorno, quando sono ar-rivati i genitori, ecco la sorpresa:uno spettacolo organizzato da noi,“La grande Opra dei Pupi”!!Alla fine abbiamo cantato la can-zone del campo e ci siamo saluta-ti tutti, un po’ tristi nel dirci addio,ma tanto contenti per l’esperienzafatta insieme.

• Ciao da Federica