50 anni di vita intensa · 2020. 7. 13. · gli anni vissuti nell’azione cattolica italiana, i...

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DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 07 del 7 luglio 2020 @CONDIVIDEREWEB #CONDIVIDERETV NUMERO SPECIALE/ L’anniversario di ordinazione sacerdotale del Vescovo con i contributi di: Franco Brugnò, Gianfranco D’Anna, Max Firreri, don Vincenzo Greco, Antonio Mogavero, don Cosimo Scordato 50 anni di vita intensa @DIOCESIMAZARA

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Page 1: 50 anni di vita intensa · 2020. 7. 13. · Gli anni vissuti nell’Azione Cattolica Italiana, i ricordi dei genitori, l’amicizia col giovane don Mimmo 50 ANNIDONMIMMO «L’emozione

DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO

Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 07 del 7 luglio 2020

@CONDIVIDEREWEB #CONDIVIDERETV

NUMERO SPECIALE/L’anniversario di ordinazione

sacerdotale del Vescovocon i contributi di: Franco Brugnò, Gianfranco D’Anna,

Max Firreri, don Vincenzo Greco, Antonio Mogavero, don Cosimo Scordato

50 annidi vita

intensa

@DIOCESIMAZARA

Page 2: 50 anni di vita intensa · 2020. 7. 13. · Gli anni vissuti nell’Azione Cattolica Italiana, i ricordi dei genitori, l’amicizia col giovane don Mimmo 50 ANNIDONMIMMO «L’emozione

Per un Presbitero fare memoria del Giorno incui Ha ricevuto, Per l’imPosizione delle manidel ProPrio vescovo, il sacramento dell’or-

dine siGnifica affrontare i ricordi, le emozioni e imolti volti cHe Hanno abitato quel Giorno, tantoda confondersi fino alle lacrime. Tra tutti emergono,anzitutto, quelli dei propri genitori nei confronti dei qualisi sente un particolare debito di gratitudine per la vita el’amore ricevuti che lo hanno preparato in modo impareg-giabile a donare anche lui la propria vita con amore allaChiesa e al mondo. Insieme a queste luci che si riaccendonodal passato, si approfondisce la consapevolezza di un mi-nistero che è più grande di lui, che ha ricevuto senza alcunmerito ma solo per grazia e misericordia divina, e che lo hareso a immagine del Cristo servo della Parola e strumentodi santificazione per tutto il popolo attraverso la celebra-zione dei sacramenti. Oggi, 12 luglio 2020, nel 50° anniver-sario di quel giorno benedetto, don Domenico Mogaverosi trova circondato da alcuni parenti e amici di quel tempo,ma soprattutto da nuovi fratelli e sorelle, figli e figlie di que-sta Chiesa di Mazara del Vallo a cui il Signore lo ha man-dato come Vescovo 13 anni fa. Chi lo avvicina per un saluto,chi prega per lui, chi si rende presente nel modo possibilein questo tempo di pandemia, percepisce la densità deipensieri che si affastellano nella sua mente e delle emozioniche commuovono il suo cuore. dopo gli anni di mini-stero vissuti a favore alla chiesa Palermitana e dellaPontificia facoltà teologica di sicilia, ha dato il suolungo e competente contributo al servizio della con-ferenza episcopale italiana, per arrivare nella nostrachiesa mazarese ancora ricco della determinazione edella sua voglia di fare, che lo ha visto, instancabile, presentedove fosse richiesto il suo intervento. In questi anni tra-scorsi con noi, alcune peculiari idee pastorali, che monsi-gnor Mogavero aveva sempre custodito dentro il suo cuore,hanno preso forma ministeriale nel desiderio di dare voltoanche al vivere quotidiano della Chiesa. Ne vorrei ricordarealcune. Per prima la valorizzazione convinta e sinceradella vocazione laicale nella chiesa diocesana, chia-mando alcuni a collaborare direttamente al suo governo pa-storale, affidando uffici e responsabilità, e ascoltando eincontrando tutti, consapevole che il sacerdozio comune,

regale e profetico, non è solo argomentoaccademico da sciorinare nelle omelie. insecondo luogo l’attenzione al mondosociale e politico che si è tradotto ef-fettivamente nel tentativo di stabilirecon tutte le istituzioni del territorioun dialogo franco e costruttivo. Que-sto aspetto del suo ministero è determi-nato da una visione della comunitàecclesiale concepita non come a sé stante,ma come parte di un tutto, anzi, piccoloresto che, come il lievito, può trasformarel’intera società se vive integrata al suo in-terno, e se accetta di non preoccuparsi piùdei numeri ma di custodire la qualitàdella sua fede. infine altro orizzonte delsuo ministero episcopale è stato il me-diterraneo, inteso come vocazione, al

contempo naturale e divina, della nostra chiesa affac-ciata sulle sponde meridionali dell’europa di frontel’africa, a farsi carico, nei modi possibili, di percorsi di ri-flessione e di incontro con le culture e i popoli che si affac-ciano sul mare e che attraverso di esso ci raggiungono e cichiedono ospitalità. Ecco perché quando si incominciò apensare a un dono da fare al Vescovo in occasione del suoGiubileo sacerdotale, emerse quasi subito quell’idea che poiha preso corpo nel Centro per l’integrazione e la cittadinanzainterculturale “Operatori di pace”, un dono al Vescovo maanche alla sua Chiesa, che così «intende porre un seme disperanza e di carità, che diventi parola incarnata e segno con-creto del regno di Dio che avviene tra tutti gli uomini dibuona volontà» e in particor modo tra «i giovani europei equelli provenienti dall’Africa, continente di giovani, sia ma-ghrebina che sub sahariana” che abitano il nostro territorio,favorendo l’avvio di processi interculturali di scambi e di ri-flessioni, sociali, politiche, economiche e religiose…»: peruna cultura della pace.

* Vicario generale

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50 ANNI DONMIMMO

In cammino conla Chiesa mazarese

Monsignor Mogavero, da 13 anni, guidae pastore della Diocesi di Mazara del ValloLe idee pastorali elementi del suo ministero:vocazione laicale nella Chiesa, attenzioneal mondo sociale e politico, Mediterraneo

DI DON VINCENZO GRECO*

PUBBLICITÀ

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Gli eventi della nostravitavenGonoinevitabilmente scanditi daGli an-niversari e, quella del cinquante-

simo di sacerdozio di mio zio, traguardoimportantissimo, è un’ottima occasione perricordare i bei momenti trascorsi insieme efermarsi un attimo a riflettere sui rapportipersonali, cosa non sempre agevole nella vitadi tutti i giorni. Se dovessi pensare al mioprimo ricordo di vita con lo zio sarebbe sicu-ramente a casa di mia nonna durante la miainfanzia, in una delle tante serate passate infamiglia. Dopo la cena, in cui abitualmente lozio partecipava all’impresa titanica di convin-cermi a mangiare qualcosa, spesso con unadelle sue battute, ricordo che era solito ritirarsinella penombra del suo studio a leggere oscrivere, con della musica classica in sotto-fondo. A volte mi soffermavo un po’ a guar-darlo perché questo scenario mi dava ungrandissimo senso di pace, un suo sorriso erasempre pronto a sorprendermi. Ho anchebellissimi ricordi del periodo estivo, cheresteranno per sempre nella mia memo-ria, come quando ci ritrovavamo a ca-stelbuono nella casa di campagna. Alcuniricordi dell’infanzia restano più impressi dialtri, ad esempio ricordo di quanto mi pia-cesse seguire lo zio e aiutarlo a raccogliere lafrutta dagli alberi o prendersi cura del terreno.Negli anni molti sono stati gli eventi che ab-biamo condiviso insieme, in cui lo zio è sem-pre stato presente e disponibile, a partire dalmio battesimo, di cui raccontano la grandegioia i miei familiari, fino al mio matrimonioda lui celebrato due anni fa, in cui è bastatoun suo abbraccio e un sorriso a far scomparirel’ansia del momento, trasformata in unagrandissima emozione. Mio padrino di bat-tesimo e cresima, si è sempre mostrato affet-tuoso nei miei riguardi rappresentando unpunto di riferimento, pronto ad ascoltare e adaiutare in caso di necessità. la nostra in-dole, spesso introversa, non fa trapelarele emozioni che proviamo, ma entrambisappiamo che a volte, bastano poche pa-role o anche solo un piccolo gesto per di-mostrare il grande affetto che c’è tra dinoi. Altro importante ricordo della nostra vitafamiliare è rappresentato dall’ordinazione ve-scovile dello zio, avvenuta nel 2007. Questomomento per tutti noi è stato molto emozio-nante e pieno di significato e lo abbiamo con-diviso insieme a mia nonna, sempre presentenei nostri ricordi. Auguro allo zio di trascor-rere questo anniversario pieno di gioia e cir-condato dagli affetti. A lui vanno, seppur dalontano, il mio pensiero e miei più sentiti eaffettuosi auguri.

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«Quell’abbraccioche cacciò via l’ansia»I ricordi d’infanzia del nipote:a casa della nonna Vincenzina,le vacanza nella casa di campagnaa Castelbuonoe poi il matrimonio,due anni fa, celebrato dallo zio Vescovo

DIANTONIOMOGAVERO

«Era solito ritirarsi nellapenombra del suo studioa leggere o scrivere»

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la mia conoscenza con monsiGnordomenico moGavero è stretta-mente colleGata alla mia aPParte-

nenza all’azione cattolica italiana.Studente liceale, ormai prossimo alla matu-rità, vi aderii partecipando alla vita dell’As-sociazione esistente presso la parrocchiadella Cattedrale di Palermo. Erano gli anniimmediatamente dopo il Concilio VaticanoII e l’AC si era data un nuovo Statuto, strut-turato in senso unitario, per essere più ade-rente allo spirito e ai valori conciliari.L’Associazione mirava così a un’integrazionetra i vari settori per un mutuo scambio diesperienze e di valori. Erano anni ricchi difermenti e di proficuo confronto generazio-nale. In tale contesto ebbi modo di cono-scere miei coetanei e anche persone adulte,che certamente arricchirono la mia espe-rienza cristiana. Tra queste ultime un ruoloimportante per me lo ricoprirono i coniugiVincenzina e Antonio Mogavero, i genitoridel Vescovo, due persone di profonda spiri-tualità, che contribuirono non poco alla miaformazione cristiana e umana, sia con loscambio esperienziale, sia con l’esempiodella vita. certamente è stata la famigliala prima scuola di santità e di forma-zione per il futuro vescovo. del gruppoparrocchiale facevano parte anche i fra-telli Gioacchino e santino. Posso direche la famiglia mogavero, nel suo pic-colo, realizzava i principi animatori delnuovo statuto. Dopo un po’ di tempo co-nobbi anche il maggiore dei fratelli, Dome-nico, di un paio d’anni più grande di me, chefrequentava gli ultimi anni del Seminario ar-civescovile ed era dunque prossimo a rice-vere l’Ordine sacro. L’Associazione visse congrande partecipazione, soprattutto spiri-tuale, la duplice ordinazione, prima quelladiaconale e, successivamente, quella presbi-terale. Era per me la prima volta che avevomodo di partecipare a tali solenni riti, da mevissuti anche con grande coinvolgimentoemotivo. È scolpita nella mia memoria l’im-magine della cara signora Vincenzina, chebaciava commossa le mani di suo figlio ap-pena unte col crisma. ricordo pure perfet-tamente la celebrazione della primamessa in cattedrale del novello sacer-dote, nel pomeriggio di quello stessogiorno. I rapporti con monsignor Mogaverosi fecero più frequenti e regolari quando ioentrai a far parte del Consiglio Diocesano diAC, assumendovi diverse responsabilità, e viritrovai don Mimmo, che era stato chiamato

a far parte del collegio degli Assistenti dio-cesani dapprima per l’ACR e, successiva-mente, come Assistente unitario. In quellasede ho avuto modo di trarre tesoro dei sa-pienti contributi da Lui offerti al Consiglio.A me, quando assunsi l’incarico di Presi-dente diocesano, non fece mai mancare ilsuo sostegno amicale e la sua saggia guida.Grande è stata la gioia da parte mia e delconsiglio e della Presidenza tutta di acnell’accogliere la notizia della nomina,nel 2001 a sottosegretario della confe-

renza episcopale italiana. Ma ancoramaggiore la gioia per la nomina, qualcheanno dopo, a Vescovo di Mazara del Vallo,una diocesi che incarna in sé tra i suoi cari-smi quello dell’accoglienza e della media-zione culturale, valori perfettamenteconsoni alla cultura e alla formazione del suopastore. Al mio amico monsignor Mogaverol’augurio di progredire sempre nel camminodi santità intrapreso e di continuare a esserefedele alla sua Sposa, la Chiesa mazarese, cheEgli autenticamente ama.

Gli anni vissuti nell’Azione Cattolica Italiana,i ricordi dei genitori, l’amiciziacol giovane don Mimmo

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«L’emozionedi quel giornovissuto 50 anni fa»«Per me era la prima voltache partecipavo a un’ordinazionepresbiterale. È scolpita nella miamemoria l’immagine della mammaVincenzina che baciava le mani del figlio»

DI FRANCOBRUGNÒ

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tre momenti/condizioni scandiscono lamia frequentazione e la mia amicizia condon mimmo moGavero. il Primo mo-

mento è il temPo del seminario. don mimmoveniva da quello di cefalù ma non trovò dif-ficoltà ad ambientarsi in quello di Palermo.Ricordo la bella famiglia, che lo accompagnavae nella quale aveva respirato atmosfere di uma-nità, di spiritualità e di arte. Mi impressionòl'ampia conoscenza musicale, che gli consentivadi padroneggiare spartiti d'organo e di piano-forte. Ciò favorì anche il desiderio di costituireinsieme un gruppo musicale, che a quel tempoci consentì di vivere momenti di spensieratezzae di creatività realizzando anche qualche musi-cal (di modeste espressioni, s'intende!). Il tutto,però, all'insegna di una grande voglia di espri-merci insieme, ma anche di cominciare a inter-cettare qualcosa del linguaggio moderno. Inqueste e simili esperienze veniva fuori la capacitàdi don Mimmo all'adattamento e la sua disponi-bilità a stare accanto senza supremazia piuttostocon spirito di collaborazione. il secondo mo-mento è quello della formazione spiritualee teologica. erano anni di grande entusia-smo, sollecitato dallo slancio della riformaavviata dal concilio, e ben interpretato dalcardinale salvatore Pappalardo. Insiemesiamo stati inviati a Roma per approfondire glistudi di Teologia che, seppure fatti in Seminariocon diligenza, avevano bisogno di maggiori sol-lecitazioni sul piano del metodo e dei contenuti.Don Mimmo si dedicò all'approfondimento delDiritto canonico e, conseguita la laurea, potéespletare la sua attività di insegnamento nellaFacoltà teologica, che intanto era sorta. In essarivestì anche la carica di vicepreside. Ma la suapreparazione favorì diversi incarichi a livello dio-cesano e nazionale, nei quali mise a frutto la suacompetenza. Il fatto di essere un "uomo del di-ritto" non gli tolse la capacità di intessere e col-tivare rapporti di amicizia e di mantenere lo

spirito gioviale, che è sempre rima-sto un suo tratto personale. il terzomomento è quello del mini-stero. da quando è stato asse-gnato come vescovo alla diocesidi mazara del vallo, don mimmoha saputo offrire il suo serviziocercando di accompagnare lasua chiesa in un cammino ispi-rato allo spirito del concilio va-ticano ii. Su questa linea hatentato di individuare la specificitàdella Chiesa locale mazarese a par-tire dalla sua posizione strategica nell'Isola e nelcontesto del mare Mediterraneo. Da qui è ma-turata l'individuazione della vocazione di me-diazione a cui essa è chiamata: ad intra,nell'accoglienza e nella solidarietà con tutte lepresenze, per lo più nordafricane, che caratte-rizzano il suo tessuto socio-culturale ed econo-mico. Questo ha consentito a don Mimmoanche di alzare la voce in difesa dei diritti degliextracomunitari, ad extra, nel dialogo ravvici-nato con la Chiesa nordafricana in un rapportodi reciproca amicizia con le nazioni sporgenti sulMediterraneo. Probabilmente siamo dinanzia una delle esperienze più riuscite di quellaidentità della chiesa locale, fortemente au-spicata dal concilio; in questo caso, ci sem-bra che don mimmo abbia saputoindividuare, a partire dai segni dei tempi edei luoghi della sua chiesa, uno dei suoitratti più significativi nel tradurne la voca-zione storico-culturale. Che tutto in Diocesisia andato sempre bene non è facile dirlo; ancheperché la Diocesi ha un volto abbastanza varie-gato. Ma nel cinquantesimo del suo ministeroordinato ci sentiamo di potere affermare che,pur in mezzo a difficoltà amministrative e rela-zionali, don Mimmo ha cercato di dare alla suaChiesa il meglio di sé, del suo amore e della suaintelligenza.

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Mensiledella Diocesidi Mazara del Vallo

Registrazione Tribunaledi Marsala n. 140/7-2003

EditoreAssociazione “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editorialemons. Domenico Mogavero

Direttore responsabileMax Firreri

RedazionePiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

Hanno collaboratoFranco Brugnò, Gianfranco D’Anna,don Vincenzo Greco, Antonio Mo-gavero, don Cosimo Scordato.

Questo numero è stato chiuso in re-dazione il 7 luglio 2020. È vietata lariproduzione integrale o parziale.

Stampato presso tipografia digitale“Grafiche Napoli”, via Selinunte, 20691021 - Campobello di Mazara.

Periodico associato alla:

Anno XVIII, n. 07del 7 luglio 2020

Dal Seminarioal Mediterraneo,esperienze di fede«Da quando è stato assegnato comeVescovoalla Diocesi di Mazara del Vallo,don Mimmo ha accompagnato la suaChiesa in un cammino ispirato allospirito del Concilio Vaticano II»

DI DONCOSIMOSCORDATO

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Il giovane Mogavero inun momento della celebrazione.In prima fila i genitoriAntonio e Vincenzinae i fratelli Gioacchinoe Santi.

12 luglio 1970Cattedrale di Palermo.Domenico Mogavero ep. Giuseppe Pollichinofanno la professione

di fede davantial cardinale

Francesco Carpino.

Il momentodelle promessepresbiterali.

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Il giorno di una vita intensa

Le fotoche documentanoalcuni momenti significatividel rito dell’ordinazionepresbiterale

il 12 luGlio 1970 è il momento di ar-rivo di un Percorso iniziato l’11 ot-tobre 1958 con l’ingresso nel

Seminario vescovile di Cefalù del piccoloMimmo Mogavero. Lì rimase per 5 anni,frequentando i 3 anni della scuola media e

i 2 anni del Ginnasio. Particolare gratitu-dine ai sacerdoti educatori e professori cheaccompagnarono il giovane seminarista inquei primi anni di formazione al ministeroordinato. Nel settembre 1963, a seguito deltrasferimento della famiglia a Palermo per

ragioni di uffici del papà Antonio, seguìl’ingresso nel Seminario arcivescovile diPalermo, dove frequentò i tre anni del liceoclassico e i 4 anni del corso teologico, cosìcome previsto dall’ordinamento degli studinei Seminari a quel tempo.

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L’ordinato con lo ziofr. Leone Cusimano, ofmconv,i fratelli Gioacchino e Santi

e l’amico Giovanni Manzella.

Il momento della festa.Don Mogavero insieme

ai genitori.

La fractio panis, con il Rettore del Seminariodi Palermo, monsignor Emanuele Parrino,e il Cerimoniere arcivescovile,monsignor Anselmo Carrubba.

La Cattedrale di Palermogremita di fedeliil giorno dell’ordinazione.

L’abbracciotra l’ordinatoe il cardinale

Carpino.

L’imposizione delle manidi monsignor Francesco Guercio,allora parroco della Cattedrale,parrocchia di appartenenzadi Mogavero.

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un «seme di sPeranza e di carità, cHediventi Parola incarnata e seGnoconcreto del reGno di dio». Si

chiama “Operatori di pace” il progetto che laDiocesi di Mazara del Vallo dona al Vescovomonsignor Domenico Mogavero, come«segno concreto», in occasione del suo 50° disacerdozio. Domenica 12 luglio ricorre, infatti,l’anniversario di ordinazione di don MimmoMogavero, avvenuta nel 1970 nella Cat-tedrale di Palermo, perl’imposizione delle manidell’Arcivescovo CardinaleFrancesco Carpino. Alloracome oggi, il 12 luglio saràdomenica. il progetto“operatori di pace” vedràla nascita di un centro in-terreligioso per l’integra-zione e la cittadinanzainterculturale, allestito nel-l’ex seminario vescovile, dovehanno sede caritas diocesanae fondazione “san vito onlus”.Sarà rivolto ai giovani europei e aquelli provenienti dall’Africa, con-tinente di giovani, sia maghrebinache subsahariana, per avviare cosìprocessi interculturali di scambi e diriflessioni sociali, politiche, economiche e reli-giose. L’obiettivo è quello di far diventare il Me-diterraneo uno dei luoghi dove sorgono i nuovidiscorsi e i nuovi paradigmi dell’umano delcambiamento, dove la cultura dell’incontro e laciviltà del dialogo siano il piano regolatore ur-

bano e sociale. In quest’ottica si guarda alla na-scita di nuove figure professionali mediterra-nee, esperte in architetture e progettazionidell’umano interculturale e interreligioso: glioperatori di pace, «figure capaci di fare dellamediazione e della reciprocità una nuova ri-sorsa anche economica, e di farne soprattuttouna vera forza della pace», chiarisce il Vicario

generale, don VincenzoGreco. Una seconda tappasarà la nascita di un Presi-dio di preghiera, sussi-diato da una comunitàdi vita religiosa, simbo-licamente sull’isola diPantelleria, proprioper riprenderequanto detto da PapaFrancesco: «LaChiesa sia Isola dimisericordia inmezzo al mared e l l ' i n d i ffe -renza». E poianche laboratoriseminariali an-nuali di ricerca

e studio, Summer school e in-contri internazionali, da svolgersi a Mazara delVallo e Pantelleria. il progetto, lo scorso gen-naio, è stato presentato dal vescovo alPapa, durante un’udienza privata, e il Pon-tefice ne ha condiviso l’idea e il percorso,coinvolgendo la sezione “migranti e rifu-giati” della santa sede.

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Da Mazara del Valloun seme di caritàIl progetto “Operatori di pace”è il dono che la Diocesifa al Vescovonell’anniversariodella sua ordinazione presbiterale:due iniziative, in cittàe a Pantelleria

DIMAXFIRRERI

L’iniziativa presentataa Papa Francesco cheha coinvolto la sezione“Migranti e rifugiati” della Santa Sede

MODALITÀDI SOSTEGNO

un Primo sosteGnoalProGetto“oPe-ratori di Pace” èarrivato dallacon-ferenzaePiscoPaleitaliana. Il

progetto, tuttavia, si muove nella logica di con-divisione dell’intero territorio diocesano, attra-verso le libere donazioni di ogni singolapersona, segni di “dono” al Vescovo per il suo50° anniversario di sacerdozio. Ecco perchèsono stati attivati due canali attraverso i quali sipuò contribuire con offerte libere:con versa-mento sul conto corrente postalen.12211918, intestato a ente diocesi di ma-zara del vallo; oppure attraverso bonificosu conto corrente bancario con iban:it33t0760116400000012211918, sempre inte-stato alla diocesi. Le libere donazioni si po-tranno effettuare durante tutto l’anno,partecipando così al progetto-dono offerto dallaDiocesi al Vescovo, in occasione del 50° di ordi-nazione presbiterale.

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Gli auguri di Papa Francescocon messaggio autografoIl Biglietto trasmesso dalla Nunziatura Apostolica in Italia

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Particolare commo-zione Ha suscitatonel vescovo il mes-

saGGio auGurale autoGrafodi PaPa francesco, perve-nuto attraverso i buoni ufficidella Nunziatura Apostolica

in Italia. Con l’occasione al-l’omaggio del Santo Padre siè unito anche il pensierobene augurante del NunzioApostolico Sua EccellenzaMonsignor Emil PaulTscherrig.

Racconti e testimonianze,su Facebook i video dei ricordi

racconti e testimonianze diquei momenti vissuti do-menica 12 luglio 1970. E poi

l’amicizia negli anni, aneddoti, i pome-riggi trascorsi con la famiglia Moga-vero nella loro casa di campagna aCastelbuono. Sulla Fanpage DiocesiMazara/Condividere, i video degli

amici Anna Maria Abra-monte, Franco Brugnò,Tommaso Calamia (nellafoto) e dei fratelli di monsi-gnor Mogavero che raccon-tano le emozioni di queimomenti vissuti e poi l’ami-cizia coltivata negli anni.

SOCIAL

Di seguito la traduzione italiana del Biglietto Pontificio.

Al Venerabile FratelloDomenico Mogavero

Vescovo di Mazara del Vallo

che celebra il Giubileo d’oro dell’ordinazione presbiteraleesprimo la mia vicinanza spirituale e invoco per lui abbon-danti doni da Dio, che ci ha salvati per la sua Misericordia.

Mentre gli auguro ogni bene, imparto volentieri la miaBenedizione Apostolica a lui e a quanti gli sono vicini,chiedendo di pregare per il mio Ministero di Successoredi Pietro.

Dato a Roma, in Laterano, 25 giugno 2020.

Francesco

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«La prima volta che lo ascoltai,le sue parole proiettate in avanti»

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nei cinquanta anni di sacerdo-zio di monsiGnor domenicomoGavero si sPeccHiano la

storia e la costante ricerca della ca-rità della cHiesa siciliana. SantissimoSalvatore, Palermo, anni fra il 1979 e il1980: convegno con la partecipazionedei cardinali Salvatore Pappalardo, Ar-civescovo di Palermo, e Michele Pelle-grino, da qualche anno Arcivescovoemerito di Torino. Mi colpì molto l’in-tervento di monsignor Domenico Mo-gavero. Era la prima volta che loascoltavo. Parole di grande significatomorale e teologico, e nello stessotempo proiettate in avanti, verso lacontinua evoluzione della società. A 40anni di distanza il ricordo dell’eloquiodolce, paterno, ma in grado di scuoterele coscienze del cardinale Pellegrino, edell’intervento del cardinale Pappa-lardo, fa risaltare ancora di più il valoredi una fede propulsiva, per se stessi eper la società, che delineò monsignorMogavero. In sintesi, e col senno di poi,Pellegrino e Pappalardo rappresenta-vano la grande tradizione e la contem-

poraneità della Chiesa, Mogavero neprefigurava non solo i travagli del fu-turo prossimo, ma prospettava anche lasoluzione di una collettiva salvezza in-dividuale. La giustizia di una salvezzasociale frutto della presa di coscienzacollettiva. a pochi anni di distanza,il secondo ricordo che ho di monsi-gnor domenico mogavero è legatosempre al santissimo salvatore, ealla sua profonda omelia nel corsodi una celebrazione nuziale. Senti-menti, fede, matrimonio e ruolo so-ciale della famiglia. Argomenti quantomai attuali e dibattuti, ma affrontatigià allora con i valori aggiunti dellacoerenza e della verità, senza conces-sioni all'ipocrisia e alle convenzioni. Dili a poco i primi colloqui diretti nel-l’ambito delle iniziative pastorali delcardinale Pappalardo, che seguivocome giornalista e, soprattutto, sti-mavo moltissimo come fedele e paler-mitano. Il cardinale Arcivescovo èstato in quegli anni davvero la guidaspirituale e l’unica speranza di una Pa-lermo ostaggio della mafia e in balia di

una politica scellerata. E il reciproco le-game, mio e di monsignor Mogaverocol cardinale Pappalardo, ha cemen-tato la profonda stima nel confronti diquello che nel frattempo era diventatoun amico e un punto di riferimentoumano e professionale. da allora hoavuto il privilegio di essere testi-mone diretto del suo determi-nante ruolo per la chiesa siciliana:dal grande successo dell’organiz-zazione del terzo convegno dellachiesa italiana, tenutosi a Pa-lermo dal 20 al 24 novembre 1995,all’impegno come sottosegretariodella conferenza episcopale ita-liana, alla solenne ordinazioneepiscopale del 24 marzo 2007 nellacattedrale di Palermo, all’attivitàpastorale di vescovo di mazara delvallo. Ecco perché sono convinto cheil rif lesso della fede che rifulge nelcinquantesimo anniversario sacerdo-tale di monsignor Mogavero, più cheun traguardo, segni piuttosto l’iniziodi un nuovo e più proficuo ciclo diimpegno episcopale.

Anni ‘80: L’intervento di monsignor Mogaveroal convegno coi cardinali Pappalardoe Pellegrino

DIGIANFRANCOD’ANNA

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L’impronta di Pastore delle relazioni

l’ha tradotta nella Pastorale:nei Piani ma anche tra la gente

un sorriso. una carezza. O, sem-plicemente, un abbraccio. E nonimporta il colore della pelle o l’et-

nia. Monsignor Domenico Mogavero lo ri-pete in ogni occasione: «Dobbiamo parlaredi umanesimo mediterraneo», oggi piùche mai che le relazioni umane tendono ainaridirsi, il cuore a pietrificarsi e gli occhia essere rabbiosi quando si guardano glialtri. In questi anni di episcopato monsi-

gnor Mogavero ha coltivato l’essenza pro-fonda dell’umanesimo: nella sua Diocesima anche nel dialogo con gli altri. E l’im-pronta di Pastore delle relazioni l’ha tra-dotta anche nella Pastorale, quella che,oltre a essere scritta nei Piani, è stata tan-gibile in mezzo alla sua gente: anziani,bambini, gente di mare. In questi anni haconosciuto il Mediterraneo, il mare di vitadi tanti popoli ma anche di morte. Oggi,

più di ieri, è ancora tempo di «umanesimomediterraneo» che rinforzi relazioni, cherinsaldi la fede. È ancora tempo di conti-nuare il cammino, da Pastore «in mezzoalle proprie pecore». Riscoprendo il piaceredi un sorriso, di una carezza o di un ab-braccio. Come continua a fare lui, allaguida di una Diocesi che guarda il Medi-terraneo e con attrenzione particolare alleChiese del Maghreb. (mf)

Il Vescovodell’umanesimomediterraneo

Chiesa madre di Gibellina: al termine dellasanta messa, il Vescovo saluta i fedeli al-l’uscita del luogo di culto. L’abbraccio com-mosso di un fedele.

A Vita l’abbracciotra il Vescovo e

un piccoloimmigrato.

Luglio 2012: Il Vescovo sulla ban-china del porto nuovo di Mazara delVallo accoglie l’equipaggio del pe-schereccio “Antonino Sirrato”, ap-pena liberato dai sequestratori libici.

L’incontro a Mazara del Vallo con l’ImamMuhammad Hassan Abdul Ghaffar del

Centro studi islamici di Tivoli.

1° aprile 2007, domenicadelle Palme: monsignor

Mogavero inizia ilministero pastorale

nella Diocesi di Mazara del Vallo.

7luglio2020

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50 ANNIDONMIMMO

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