8 - capitolo 8 la moda della strada

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  • 7/29/2019 8 - Capitolo 8 La Moda Della Strada

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    VIII. LA MODA DELLA STRADA

    VIII.1. LE SUBCULTURE GIOVANILI

    A partire dagli anni sessanta del Novecento le innovazioni nel campo dellabbigliamentocreate dai giovani hanno incominciato a costituire un punto di riferimento per il sistema industriale

    della moda. Tale punto di riferimento diventato negli anni ottanta e novanta particolarmente

    significativo grazie al processo di democratizzazione delpret--porter.

    Cos, tra mode prodotte dai giovani e realt industriali si stabilito un rapporto non pi di

    contrasto, ma di nutrimento reciproco e costante. Lambito nel quale le mode giovanili so sono

    prevalentemente sviluppate, quello della strada. Qui i giovani hanno dato vita ad aggregazioni per

    bande, a subculture caratterizzate dalla condivisione di particolari valori, opinioni, comportamentie dalla creazione di forme espressive peculiari quali gli stili giovanili nel vestire o street styles. Ci

    che accomuna tutte le subculture la centralit riservata al corpo. I giovani hanno truccato,

    decorato, mascherato e persino manipolato il loro corpo, ma soprattutto lo hanno vestito, perch da

    sempre labbigliamento il mezzo fondamentale per comunicare attraverso il corpo.

    La prima vera subcultura giovanile pu essere considerata quella degli zooties, un movimento

    sociale di dandy neri ed ispanici che nella Harlem degli anni quaranta del Novecento hanno

    sviluppato una specifica identit attraverso limpiego di alcuni oggetti e capi dabbigliamento, come

    lo zoot, abito maschile eccessivo dalla giacca molto lunga ed i pantaloni molto larghi, da cui

    derivato il loro nome.

    Generalmente, per, si fa risalire la nascita delle subculture giovanili al 1947, anno in cui un

    gruppo di giovani bikers, aggressivi motociclisti vestiti con jeans, stivali e giubbotti di pelle (il

    chiodo fabbricato dal 1915 dalla societ americana Schott) , si radunato a Hollister, in

    California, gettandovi lo scompiglio. Nella seconda met degli anni sessanta, il movimento hippy,

    pacifista e antimilitarista, non ha fatto altro che riprendere e sviluppare in California la filosofia

    beat, ampliandone la diffusione sul piano sociale. Tale movimento odiava tutto ci che evocava

    modernit e industrializzazione, rifiutava inoltre le proposte della moda ufficiale e si rifaceva alle

    culture etniche, soprattutto orientali, e al passato, prediligendo tessuti naturali come il cotone, il lino

    e la canapa.

    VIII.2. I MODS

    In Inghilterra la fusione dei bikers con gli ambienti dei teddy boys, seguaci a met degli anni

    cinquanta della musica rocknrollamericana, ha dato origine durante gli anni sessanta ai rockers.

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    Questi appartenevano alle famiglie operaie e risiedevano nelle contee dei distretti minerari a nord di

    Londra e nelle zone industriali del paese, patria delle marche delle motociclette da loro impiegate

    (Triumph, BSA). Prediligevano la musica prodotta da artisti bianchi e hanno pertanto adottato la

    bandiera confederata appartenuta agli Stati schiavisti del Sud degli Stati Uniti.

    Nei primi anni sessanta i rockers sono stati affiancati dai mods, una subcultura

    particolarmente ricca sul piano espressivo le cui gesta sono state celebrate nel 1979 dal film

    Quadrophemia, tratto da un concept album del pi celebre gruppo mod: gli Who. Data la

    profonda diversit culturale dei gruppi, tanto i primi erano rozzi e violenti quanto i secondi

    sofisticati, snob e alla continua ricerca di novit culturale, le due subculture sono, a volte, entrate in

    conflitto con veri e propri scontri, come quelli avvenuti nellestate del 1964 sul lungomare della

    citt balneare di Brighton.

    A differenza dei rockers i mods, il cui nome deriva dalla contrazione della parola

    modernists (innovatori), erano dei grandi amanti della cultura e soprattutto della musica dei neri

    afroamericani: il rhythm and blues, ma anche il soul ed un jazzraffinato come il cool jazz. Ci che

    per li caratterizzava era la loro ricerca raffinata di eleganza nel vestire. No potendo identificarsi, a

    causa delle origini operaie, nelleleganza delle classi superiori inglesi, i mods hanno trovato il

    modello che cercavano allestero: in Francia e soprattutto in Italia. Hanno infatti imitato il modo di

    vestire degli attori delle commedie allitaliana, indossando completi per uomo di linea squadrata, di

    colore nero o blu scuro, con tre bottoni, risvolti stretti e spacchi laterali. Poich era impossibile

    trovare questi abiti sul mercato, i mods se li facevano confezionare su misura dalle sartorie.

    Utilizzavano anche le magliette polo Fred Perry, i jeans Levis ed il giaccone parka, sorta di eskimo

    che avevano scoperto negli stock di abiti impiegati nella Guerra di Corea dallesercito americano.

    I ragazzi mods portavano i capelli molto corti e rifiutavano luso della brillantina. Anche le

    ragazze avevano i capelli abbastanza corti, generalmente con la frangia sugli occhi e la scriminatura

    centrale, e indossavano abiti maschili o di ispirazione maschile. Nonostante la maggiore importanza

    che veniva loro riconosciuta rispetto alle ragazze delle subculture precedenti, dovevano comunque

    sottomettersi allegemonia maschile.

    I mods avevano il culto della vita frenetica e veloce, per poter essere continuamente in

    movimento hanno adottato mezzi adatti alle loro modeste finanze, ma anchessi frutto dello stile

    italiano: lo scooter Vespa e Lambretta che personalizzavano con una enorme quantit di specchietti

    retrovisori, fari supplementari, antenne, trombe e cromature, ovvero con segni che esprimevanoprobabilmente il loro bisogno inconscio di uno status sociale pi elevato.

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    Per poter essere svegli ed efficienti in ogni momento della giornata, i mods sono stati la

    prima subcultura ad adottare in maniera massiccia il consumo di droghe, in articolar modo, delle

    anfetamine.

    I mods erano dei paradossali dandy della classe operaia. Curavano moltissimo il loro mododi presentarsi in societ, che doveva apparire sempre distaccato ed incline alla posa: il loro obiettivo

    era quello di fare dellironia sulla tradizionale compostezza dei ceti medi inglesi, che essi cercavano

    di prendere in giro soprattutto attraverso il loro abbigliamento esageratamente elegante, pulito ed

    ordinato.

    Allo stesso tempo per parodiavano anche le aspirazioni di benessere dei loro genitori operai

    consumando freneticamente tutto quello che potevano: abiti, dischi, acconciature, locali. I mods

    erano consapevoli che quel sogno di mobilit sociale che veniva presentato come possibile per tutti,

    era per loro irrealizzabile in quanto figli di operai. Si sentivano perci esclusi dallondata di

    benessere consumistico che investiva la societ britannica di quegli anni. La loro condizione era

    quella di individui i quali, a causa della crisi del ruolo operaio tradizionale, erano costretti a

    svolgere lavori differenti rispetto a quelli dei loro genitori. Lavori cio precari, marginali e

    comunque dequalificanti socialmente. Si sfogavano perci ironizzando su qualsiasi cosa.

    I mods sono stati i primi giovani appartenenti ad una subcultura a provare sulla propria pellequella situazione di panico morale che si pu diffondere presso la popolazione, per questo

    motivo, possibile sostenere che i mods hanno anticipato alcune di quelle che saranno le principali

    caratteristiche dei punks.

    VIII.3. IL PUNK

    La subcultura giovanile punk stata senzaltro quella pi espressiva. Linvenzione di tale

    subcultura generalmente attribuita a Malcom McLaren e a quella che diventata una stilista

    celebre per le sue originali creazioni: Vivienne Westwood. I due gestivano, dal 1971, un piccolo

    negozio di abbigliamento a Londra Let It Rock, poi divenuto Seditionaries, gioco di parole tra

    seduzione e sedizione, Sex e, infine, Words End.

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    Figura 1

    In realt il punk fondamentalmente un movimento sociale esploso nellestate del 1976 a

    Londra, sebbene fosse stato preceduto da alcune manifestazioni ancora embrionali negli Stati Uniti.

    per certamente nel negozio di McLaren e di Westwood che si sono formati i Sex Pistols, ilgruppo musicale pi famoso fra quelli emersi dalla subcultura punk. Il terminepunksignifica cosa

    marcia e di poco valore perch i Punkers si consideravanonegri bianchi, soggetti confinati ai

    margini della societ. Unemarginazione, in realt, da essi stessi provocata poich cercavano

    costantemente di avere un aspetto disgustoso e scioccante.

    Con il loro abbigliamento, volevano rappresentare una parodia portata allestremo di quei

    discorsi sulla crisi economica che imperversavano sui mass media della comunit britannica alla

    met degli anni settanta. Si vestivano in maniera eccentrica con colori dissonanti, abiti trasandati,scuciti o stracciati, e abiti di pelle nera in stile sadomaso. Coloravano i capelli, che venivano

    acconciati con la vaselina e la lacca, e spesso avevano soltanto una cresta molto alta al centro della

    testa. Si spingevano sino allo scherno della figura della donna-oggetto, motivati anche dalla

    pratica di un rapporto maggiormente egualitario tra uomini e donne rispetto alle subculture

    precedenti. Trafiggevano il corpo con spille, lo ferivano con sigarette e lo tagliuzzavano con lamette

    praticando cio sul proprio corpo unumiliazione continua, una violenza esercitata su se stessi

    anzich allesterno che voleva comunicare la loro impotenza nei confronti della societ: quella

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    sensazione di totale assenza di libert che provavano quotidianamente e che cercavano di

    trasmettere anche indossando catene, guinzagli e collari per cani.

    Erano infatti anarchici e nichilisti: non credevano nel progresso, nella famiglia e nelle

    istituzioni. Generalmente rifiutavano le droghe pesanti, ma facevano uso di anfetamine perch eranoritenute indispensabili per tenersi su in mancanza di cibo e per poter suonare a quellinfernale

    velocit che caratterizzava le loro forme espressive musicali. La musica punkera infatti sincopata,

    basata su tonalit acute, suoni distorti e doveva essere ascoltata a volume molto alto. I testi delle

    canzoni erano volgari e, in generale, i punks rifiutavano luso dellinglese comune, in favore di un

    particolare gergo giovanile.

    Cercavano inoltre di mantenersi in uno stato costante di flusso mentale e fisico, i cui confini

    venivano continuamente ridefiniti. Vivevano nella strada, ma non sentivano il bisogno di difendere

    il proprio territorio, come era nella tradizione delle bande dei ghetti nelle grandi metropoli. Il loro

    stile era cinetico e transitivo: consideravano gli oggetti come uno strumento e non come un fine da

    raggiungere, perch concentravano lattenzione sullatto di trasformazione di senso eseguito

    sulloggetto.

    Le violazioni dei codici dominanti operate dai punks hanno spesso suscitato fastidio e

    reazioni di rigetto da parte della societ. Sono state pertanto adottate diverse strategie per ridurre laloro natura disturbante: limpiego dello strumento brutale della censura, la classificazione dei loro

    componenti come devianti, oppure la trasformazione dei loro simboli ed oggetti pi significativi in

    discorsi dei media o beni di consumo e di moda. Ci stato reso possibile proprio dallesistenza di

    quelle operazioni di decontestualizzazione e risemantizzazione degli oggetti e dei loro usi che gli

    stessipunks hanno per primi praticato.

    La subculturapunke le altre principali subculture giovanili vanno interpretate non come dei

    testi isolati e definiti una volta per tutte, ma come delle pratiche significanti, come dei complessiprocessi di produzione di senso che sono in continuo divenire. Il problema che si pone agli studiosi,

    allora, quello di cercare di decodificare le forme culturali prodotte dalle subculture giovanili

    nellambito di tali pratiche. Soltanto un approccio di questo tipo consente di mettere in luce come le

    subculture, al di l delle evidenti diversit, siano unificate dalla capacit di sviluppare ciascuna il

    proprio stile che si contrappone alla variabilit della moda.

    Per stile, infatti, va inteso un insieme molteplice ma assolutamente coerente e

    temporaneamente stabile di elementi espressivi: capi dabbigliamento, musica, oggetti, rituali di

    comportamento ecc. attraverso lo stile ciascun membro della subcultura pu comunicare con gli

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    altri membri ed attribuire un significato unitario al proprio mondo desperienza. Pertanto, negli

    elementi espressivi dello stile della subcultura cui appartiene egli vede riflessi, valorizzati e

    sostenuti i valori centrali della subcultura stessa. Lo stile quindi un ricco gioco combinatorio di

    codici comunicativi in cui rientrano tanto le pratiche rituali del consumo che impiegano gli oggetti

    disponibili sul mercato e nella societ, quanto ogni altro tipo di elemento simbolico che possa

    consentire ai giovani di sviluppare una specifica identit. Attraverso, dunque, lattribuzione di

    significati condivisi dai suoi membri ad una vasta serie di oggetti e beni di consumo e la definizione

    di regole interne duso di questi ultimi, la subcultura pu costruire e rafforzare la propria identit e

    differenziarsi dalle altre formazioni culturali.

    Tutte le subculture espresse dai giovani provenienti da famiglie operaie, e soprattutto il

    punk, racchiuderebbero al loro interno anche una forma consapevole di resistenza sociale. Nel lorocosciente contrapporre uno stile coerente e stabile al divenire incessante e automatico della moda

    rappresenterebbero una sfida simbolica rivolta alla cultura dominante, un tentativo esplicito di

    ribellione politica che figlio diretto della cultura antagonistica della classe operaia. La funzione

    latente della subcultura quella di esprimere e risolvere, seppur magicamente, le contraddizioni

    che rimangono nascoste o irrisolte nella cultura dei genitori.

    Le subculture generate da questa cultura dei genitori possono essere considerate come

    variazioni di uno stesso tema centrale: la contraddizione, operante a livello ideologico, tra il

    tradizionale puritanesimo della classe operaia e il nuovo edonismo del consumo. La subcultura

    rappresenta il risultato di un processo di sintesi tra le forme di adattamento/resistenza elaborate dai

    genitori appartenenti alla classe operaia e quelle elaborate dai loro figli. Ne consegue una

    simultanea dinamica di identificazione e differenziazione dei giovani rispetto alla cultura dei

    genitori, ma anche rispetto a tutta la societ.

    Differenziarsi socialmente attraverso lo stile di una subcultura non significa per assumere

    un atteggiamento di ribellione radicale nei confronti della cultura dominante e soprattutto del

    sistema dei consumi, perch tutte le forme societarie si fondano inevitabilmente sulla

    differenziazione. Lattivit di riappropriazione e reinterpretazione creativa infatti praticata da tutti

    gli individui nei loro comportamenti di consumo ed oggi lo sempre di pi, data la crescente

    maturit e consapevolezza dei consumatori.

    Il movimento punkha rappresentato, allo stesso tempo, lultima delle subculture legate alla

    cultura operaia e il definitivo superamento di esse. Pu pertanto essere considerata la primasubcultura dellepoca ipermoderna, cio di unepoca caratterizzata dallo sviluppo ipertofico di

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    tutte le forme di comunicazione e dalla progressiva integrazione dei pi diversi ambiti culturali.

    Unepoca in cui pi che parlare di ideologie dominanti e di sottoculture sovversive, probabilmente

    pi appropriato parlare di ideologie sottoculturali che sono un mezzo attraverso il quale i giovani

    si raffigurano il loro gruppo sociale affermando chiaramente la loro distinzione da una massa

    indifferenziata, omologata ed anonima.

    Non va dimenticato che i punks hanno dovuto accettare lavori precari e dequalificanti,

    sicuramente in misura maggiore rispetto ai mods, principalmente a causa di una situazione di crisi

    culturale, economica e di forte disoccupazione giovanile. Questi lavori erano in conflitto con la

    tradizionale identit maschile forte determinata dal ruolo operaio, e hanno indotto i giovani a

    reagire, cercando di dimostrare di essere ancora uomini assumendo unidentit maschile

    estremizzata sino alla violenza come hanno fatto, a partire dagli anni sessanta anche gliskinheads,subcultura rozza e aggressiva, i cui appartenenti ostentavano un cranio completamente rasato-,

    oppure rinunciando apertamente al modello maschile proposto dai genitori operai. La loro identit,

    pertanto, ha cercato le proprie radici non pi nella fabbrica, ma nella strada, nelle nuove sacche di

    proletariato marginale che si venivano formando. Ci sicuramente costituisce il principale motivo di

    divisione e di conflitto fra i punks e gliskinheads, rimasti legati saldamente alle loro origini operaie.

    Ipunks, comunque, pur mancando di un chiaro progetto politico, hanno per primi dimostrato

    di possedere una notevole capacit di relazione con i media. La pubblicizzazione delle loro azioni

    sembra infatti star loro a cuore pi delle azioni stesse. Sono cio totalmente orientati a dare

    spettacolo nella societ, e lo scandalo che essi producono voluto, premeditato, costruito ed

    intenzionale. Lesempio pi estremo stata laccurata progettazione che Malcom McLaren ha fatto

    del gruppo musicale Sex Pistols. Ha cercato cos di penetrare nel cuore dellindustria discografica e

    del sistema dei media per tentare di distruggerli dallinterno. Per tentare, cio, di smascherare quelle

    che considerava le mistificazioni del sistema industriale e di quello mediatico, mostrando lassurdit

    di una mistificazione da esso stesso appositamente creata. Una mistificazione come quella dei SexPistols, pagati profumatamente, grazie a McLaren, dai discografici inglesi nonostante la loro totale

    incapacit di suonare, o di fare qualsiasi altra cosa valida sul piano professionale.

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    Figura 2

    Ilpunk, comunque, stato molto meno intellettuale e colto di McLaren. vero che anche

    i punks ambivano a liberare la societ per riportarla ad un ordine pi naturale, ad essere per la

    societ degli specchi deformanti in grado di metterne in luce il rimosso, il male che si annida

    nelle sue profondit e che essa rifiuta di riconoscere. Nonostante le loro sembianze, i punks non

    erano malvagi. Proclamavano continuamente la loro cattiveria, minacciavano costantemente di fare

    del male, anche se si guardavano bene dal mettere in pratica questo proposito, continuando ad

    operare su un piano puramente comunicativo.

    La strategia adottata dai punks evidentemente ambigua. Rappresentavano cio un

    paradossale nascondersi nella luce, perch esprimevano allo stesso tempo la necessit di esibire

    unidentit e quella di occultarla, un bisogno di indipendenza e uno di sottomissione, un atto di

    ribellione e una richiesta di attenzione.

    In realt tutti i movimenti sociali funzionano operando simultaneamente sul doppio binario

    della latenza e della visibilit. La prima permette di sperimentare direttamente nuovi modelli

    culturali favorendo il cambiamento attraverso la costituzione di nuovi significati e la produzione di

    nuovi codici; la visibilit, invece, emerge quando i movimenti si mobilitano ed escono alla luce del

    sole poich sentono il bisogno di confrontarsi con unautorit politica su ambiti specifici.

    In questo modo, le subculture giovanili sono condannate a restare radicalmente incompiute,

    in quanto devono mantenere elevato il loro contenuto di latenza, la loro spontaneit vitale, ma

    devono imparare a rapportarsi ai media, perch questi consentono loro di intensificare la visibilit

    sociale delle azioni effettuate e mantengono attiva la condivisione di uno stile sub culturale traindividui che spesso non si conoscono personalmente in quanto vivono in realt geografiche

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    diverse. Allo stesso tempo per, leccesso di notoriet, la stereo tipizzazione e la banalizzazione che

    i media inevitabilmente determinano nelle forme espressive prodotte dalle subculture mette in crisi

    il loro valore di base: lautenticit.

    Nonostante ci le subculture continuano comunque a nascere e a svilupparsi perchprobabilmente lesigenza di soddisfare, attraverso labbigliamento, i bisogni di ludicit e piacere

    fondamentale per gli individui. E ci vale soprattutto per gli uomini, i quali hanno trovato nelle

    subculture giovanili, un territorio libero in cu poter finalmente esprimere la loro personalit

    attraverso labbigliamento, attivit che avevano dovuto reprimere con lavvento della puritana

    cultura borghese.

    VIII.4. IL SUPERMARKET DEGLI STILI

    A partire dalla fine degli anni 70, una subcultura radicalmente diversa, quella hip hop si

    progressivamente sviluppata. Un fenomeno nato nei ghetti delle metropoli statunitensi, nellambito

    delle comunit afroamericane. Infatti, gi dagli anni cinquanta, nelle bande giovanili le minoranze

    etniche bianche di origine europea, via via che si integravano con la societ, lasciavano il loro posto

    ai neri ed ai latinoamericani e tale processo continuato per i due decenni successivi. Lhip hop si

    caratterizzato principalmente per uno stile nellambito dellabbigliamento composto da sneakers,

    maglioni e pantaloni molto ampi, felpe da jogging, cappelli con visiera, anelli e catene vistosi e peril ricorso alla musica rap, fusione indissolubile di suoni, ritmo e parole. Questa subcultura era

    contraddistinta da una forte politicizzazione, dalla volont di presentarsi, come una forma di

    protesta, ma anche dallimpiego di nuove strategie espressive mediatizzabili, come i graffiti sui

    muri urbani e la cosiddetta break dance. Ha trasformato cio in creativit non violenta buona parte

    di quella aggressivit che aveva trovato spazio nel corso degli anni settanta nelle bande

    metropolitane dei giovani neri. Ma no riuscita cos ad evitare il problema del mantenimento di un

    nocciolo di autenticit, orientando progressivamente le sue forme espressive verso le esigenze del

    sistema mediatico e commerciale.

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    Figura 3

    Nei primi anni 80, a Milano sono nati i paninari, che sono stati la prima subcultura

    specificamente italiana ed hanno preso il nome dal bar il panino di piazza Liberty, dove il loro

    primo nucleo si radunava. I paninari hanno rappresentato un ulteriore passo in avanti

    nellevoluzione delle subculture giovanili in quanto il loro legame con i media era ancora pi diretto

    e intenso. Non un caso che abbiano avuto una vita piuttosto breve, rapidamente assorbiti dal

    potente flusso della mediatizzazione.

    I paninari hanno infatti conosciuto un momento di grande celebrit quando alcuni dei capi

    da essi indossati sono diventati oggetti di moda: le scarpe Timberland e i piumini Moncler. Ma a

    quel punto questa subcultura era gi ad un livello avanzato di evoluzione. Allinizio il movimento

    dei paninari si sviluppato tra alcuni giovani che abitavano nel centro di Milano e che

    appartenevano al ceto medio-alto, i quali hanno rifiutato il loro tradizionale abbigliamento raffinato

    in favore di un modello pi rude e virile. Da Milano i paninari si sono successivamente diffusi in

    molte altre citt italiane e persino in metropoli straniere come Londra e Parigi.

    Bisogner aspettare circa un decennio, fino allinizio degli anni 90, per vedere la nascita diuna nuova subcultura giovanile importante: il grunge. Nato nellambientalista citt americana di

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    Seattle, lo stilegrunge - termine che significa sporco e stropicciato- cercava innanzitutto di essere

    comodo e confortevole. Impiegava spesso abiti di seconda mano, e si componeva principalmente di

    camicia di flanella a scacchi, gonne lunghe, maglioni sformati, jeans tagliati, strappati, zatteroni,

    scarpe da basket e scarponi pesanti. Malgrado il grunge praticasse un estetica dello sporco e

    dellusato, i giovani che ne facevano parte condividevano valori positivi di amore. Era

    probabilmente una rivolta di giovani privi di illusioni contro il modello giovanileyuppie e la societ

    consumistica ed edonistica degli anni ottanta, ma anche contro il lusso e i prezzi troppo elevati del

    sistema della moda. Il grunge ha avuto unesistenza addirittura pi breve di quella dei paninari

    perch la sua mediatizzazione stata ancora pi intensa. Se i paninari, dopo essere stati bruciati

    dai media in Italia, hanno avuto unulteriore fase di espansione allestero, ci non potuto avvenire

    per ilgrunge che stato invece immediatamente mediatizzato a livello planetario. stato cos preda

    anche del sistema industriale della moda, reinterpretato sulle passerelle da griffe come Gucci,

    Roberto Cavalli, Marni, e Anna Sui.

    Nellattuale societ dellipercomunicazione, dunque, sempre pi difficile per le subculture

    sottrarsi allassorbimento da parte del flusso mediatico. Ci avviene anche per le subculture

    storiche, che continuano a sopravvivere seppure in forme radicalmente diverse.

    A questa situazione di pericolo per la loro stessa esistenza le subculture giovanili hanno

    incominciato a reagire inaugurando una nuova stagione della loro storia. Si avviato infatti un

    enorme processo di revival nel quale diversi decenni di storia delle trib giovanili vanno

    progressivamente ad integrarsi. Si formato pertanto un supermercato degli stili: un enorme

    spazio in cui tutte le subculture del passato sono ancora vive e pronte come se fossero su degli

    scaffali, per essere liberamente attraversate o per essere assemblate le une con le altre. Ne nascono

    nuove subculture ibride, come ad esempio i new age travellers, che sono la sintesi di trib in

    passato in conflitto come gli hippies e i punks. Le subculture si comportano cio come le trib

    primitive studiate dagli antropologi, le quali, di fronte ad una grave minaccia per la lorosopravvivenza, deponevano le armi e univano le rispettive forze.

    I giovani, liberi ora dai vincoli di quella matrice culturale di origine operaia nel cui seno si

    erano formate quasi tutte le subculture inglesi, possono cos giocare liberamente con i segni,

    creando stili mutanti e in perenne variazione che rendono difficoltosa la classificazione da parte dei

    media e limitazione da parte della societ. Inoltre tentano di nascondersi nelle reti informatiche ,

    come i cyberpunks, oppure si deterritorializzano come i ravers, che organizzano rave parties

    difficilmente rintracciabili perch organizzati in luoghi che mutano ogni volta e che sono collocati

    ai margini della societ, come le vecchie fabbriche abbandonate.