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I 80esimo Anniversario del Rotary Club Bologna Edizione speciale del Notiziario

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I

80esimo Anniversario del Rotary Club Bologna

Edizione speciale del Notiziario

II

Edizione speciale del Notiziario del Rotary Club BolognaVia Santo Stefano, 43, 40125 BOLOGNA

tel. 051/234747 - cell. 338-2508607 - fax 051/224218indirizzo Internet: http://www.comune.bologna.it/iperbole/rotarycb/

e-mail del Club: [email protected]

Stampato in proprio, novembre 2007

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Presentazione

Carissimi amici Rotariani,

l’edizione di un numero speciale del Notiziario in occasione di un decen-nale rientra nella tradizione del nostro Rotary Club. Nel nostro archivio hopotuto trovare copia di quanto pubblicato al compimento dei 50, 60, 70 e75 anni di vita del club di Bologna e per me è stato particolarmente piace-vole poter conoscere e in parte rivivere gli episodi più significativi chehanno caratterizzato il nostro sodalizio.

Ho creduto importante mantenere viva la tradizione, predisponendo untesto che possa rappresentare memoria dell’annata appena trascorsa, conparticolare riferimento alla celebrazione dell’80esimo e alle attività di ser-vizio svolte dal Club, e possa anche sintetizzare le attività e le azioni del-l’ultimo decennio.

Ringrazio pertanto i Presidenti che si sono succeduti negli ultimi diecianni per il contributo inerente la loro presidenza: una breve sintesi, da loropredisposta, rappresenta infatti il filo della memoria che credo possa esse-re apprezzata sia dai Soci che hanno vissuto quegli anni, sia dai Soci direcente acquisizione.

Non poteva mancare infine il ricordo di alcuni amici recentemente scom-parsi che hanno lasciato nel Rotary una traccia profonda della propria pre-senza.

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Un grazie particolare a Giovanni Vallania, presidente di oggi, che ha con-tribuito con il budget di questa annata a sostenere finanziariamente lastampa del notiziario e ancora un sentito grazie al “mio segretario” MarioMusso che, nel ruolo di editor, si è adoperato in maniera concreta per lapubblicazione.

Nell’occasione voglio ringraziare ancora una volta tutto il mio ConsiglioDirettivo per l’aiuto prestatomi durante l’anno di presidenza.

A Loro e a tutti Voi un saluto affettuoso.

Angelo O. AndrisanoPresidente dell’annata 2006/2007

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Edizione speciale del Notiziariodedicata all’80esima annata

del Club

Indice

La celebrazione dell’80esimo Anniversario del Club . . . . . . . . . . . . . . . 3

Fatti salienti dell’annata 2006/2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

Annata rotariana 2006/2007 relazione di chiusura dell’annata . . . . . . . 79

I dieci anni precedenti (annate 1996/7-2005/6) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

Il ricordo di soci recentemente scomparsi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127

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Il logo del decennale

80esimo ANNIVERSARIO DEL ROTARY CLUB BOLOGNA

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Il logo del decennale

La familiarità che ho acquisito nell’arco di numerosi anni di attività pro-fessionale con lo studio delle trasmissioni meccaniche mi ha portato aideare e a realizzare – in occasione dell’80esimo Anniversario – un logorappresentativo dell’evento che potesse, da un lato, mantenere in essere lecaratteristiche e le prerogative del simbolo del Rotary (la classica ruotadentata) e, dall’altro, conservare vivo il ricordo dell’80esimo Anniversa-rio. Ho cercato di rispettare la tradizione dei simboli, ma anche di ottene-re la visualizzazione di elementi che consentano nel tempo di rammenta-re l’anniversario e anche, perché no, il presidente e la sua professione diingegnere meccanico.

Il logo è nato grazie alla conoscenza dei moderni metodi di progettazionee di rappresentazione degli ingranaggi: è costruito con 4 ruote dentate cheingranano tra loro formando il numero 80, avendo complessivamente unnumero di denti pari agli anni del nostro Club.Sul sito del Rotary Bologna è depositato il file che consente la visualizza-zione dell’intera trasmissione e la sua animazione durante l’ingranamento.

Ringrazio l’ingegner Gabriele Bertacchi, dottorando della Facoltà diIngegneria di Modena e ricercatore del laboratorio di SimulazioneMeccanica e Progettazione (www.simech.unimore.it), che mi ha dedicatoun po’ del suo tempo collaborando alla definizione del logo e alla sua rea-lizzazione grafica.

A. O. A.

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Annata rotariana 2006/2007

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Ing. Angelo O. Andrisano

Presidente uscente: Avv. Angelo Stagni

Presidente 2007/08: Prof. Giovanni Vallania

Vice Presidenti: Avv. Mario Doro e Avv. Gianluigi Laus

Consigliere Segretario: Ing. Mario Musso

Consigliere Tesoriere: Ing. Gabriele Amato

Consiglieri: Dott. Alfredo Borlotti, Ing. Giovanni Manaresi, Enrico Postacchini, Dott. Gabriele Stefanini, Arch. Andrea Trebbi

Prefetto: Dott.ssa Francesca Menarini

Istruttore: Prof. Stefano Pileri

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La celebrazione dell’80esimoAnniversario del Club

Circolo della Caccia, 6 marzo 2007

Dopo l’onore alle bandiere e l’ascolto degli inni, il Presidente apre la sera-ta salutando tutti i partecipanti e portando i saluti dei Soci onorari che nonhanno potuto essere presenti alla serata e che si sono scusati per l’assen-za: il Magnifico Rettore, convalescente; il Presidente della FondazioneCassa di Risparmio, Prof. Fabio Roversi Monaco; l’Ing. Terrino del Terrache ha festeggiato l’estate scorsa i 100 anni; il Generale Leonida Politi; laPrincipessa Elettra Marconi; il Dott. Luigi Deserti.

Dopo un particolare saluto ai presidenti convenuti da fuori città: Prof. Adolfo Zavelani Rossi, del Club Padrino di Milano, e Prof. EmilioChirone, del coetaneo Club di Brescia, viene poi rammentata a grandi linee la storia del Club.

Riportiamo qui una sintesi dell’intervento.

Il Rotary Club Bologna fu fondato il 5 marzo del 1927 nelle magnifichesale del Hotel Baglioni ed ebbe come club padrino il Rotary Club diMilano. Sono pertanto grato agli amici di Milano di essere qui con noi questasera, rappresentati dal Past President dell’ultimo biennio, Prof. Arch. Ing.Adolfo Zavellani Rossi, al fine di sottolineare e testimoniare la continuitàdi azione rotariana e la condivisione degli stessi ideali.Il presidente del nostro Club per il primo biennio fu l’Avvocato DeMorsier. Al momento della fondazione il numero dei soci era 21, tra cui il Prof.Redenti, il Prof. Puppini, l’Ing. Calzoni, il Conte Isolani, il Cav. Sonino,

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l’Ing. Barbieri, il Cav. Vanzini, il Gr. Uff. Licinio Cappelli, l’Ing. Amati, ilProf. Peglion, il Prof. Ghigi, il Cav. Guglielmo Gardi; nello stesso annosi unirono al Club, il Prof. Putti, il Commendator Modiano e il CavalierRegazzoni (gruppo di personalità che ha contribuito a scrivere la storiadella città). Succedettero come presidenti Alessandro Ghigi, CarloBallarini, Cristiano Gualandi, Filippo Serafini, Angelo Manaresi. Socio onorario del Club dal 1933 al 1937 fu Guglielmo Marconi cheaccolse in modo franco e immediato la sua nomina da parte delPresidente del Club, notaio Gualandi (“Lieto ed onorato di appartenereal Rotary bolognese, ringrazio sinceramente la S.V. e i consoci tutti per ilvibrante messaggio, molto gradito”).Come è noto, i rapporti tra il Rotary italiano e il regime di quegli annifurono molto difficili, tanto che il Club decise l’autoscioglimento doposolo dodici anni di vita.Il R.C. Bologna si ricostituì nel 1946, sotto la presidenza di SergioStoppato, ottenendo dal Rotary International che la data di costituzionerimanesse quella del 5 marzo 1927. Importanti nomi della cultura e dellaimprenditorialità cittadina, nonché delle libere professioni, della lettera-tura e dell’arte hanno fatto parte del club nel dopoguerra; ricordiamo irettori dell’Ateneo Gherardo Forni, Alessandro Ghigi, Felice Battaglia, loscrittore Riccardo Bacchelli, il pittore Paolo Manaresi, il maestroFrancesco Molinari Pradelli, i generali Zanotti e Terenziani. Tra gliimprenditori: il Commendator Gazzoni, l’Ing. Annibale Calzoni, l’Ing.Mario Possati e tra i professionisti e docenti universitari ancora il chirur-go Prof. Francesco Delitala, l’ingegnere idraulico Prof. GiuseppeEvangelisti e, ancora tra gli imprenditori, il cavaliere del lavoro ConteAchille Sassoli de’ Bianchi, l’Ing. Filippo Serafini. Il Club ha dato aldistretto i governatori Sergio Stoppato, Giacomo Gravano, VitalianoValenti, Renato Pasquali, Edile Belelli. Il Rotary di Bologna annoveraanche due soci premiati con Archiginnasio d’oro: i Proff. Pannuti eBonomini.Il Rotary – lo ricordo ai giovani presenti – è infatti un’organizzazionemondiale di esponenti delle più svariate attività economiche e professio-nali che lavorano insieme per rendere un servizio umanitario alla socie-

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tà; incoraggiare il rispetto di elevati principi etici nell’esercizio di ogniprofessione; aiutare a costituire un mondo di pace e amicizia.Negli anni a seguire il Club, nello spirito di diffondere questi principirotariani, ha successivamente gemmato il Club di Imola, il BO Ovest, ilBO Est e poi, da questi ultimi, sono nati il BO Nord, il BO Sud e via viasono stati creati gli altri Club, fino all’ultimo nato, lo scorso anno, periniziativa del Past Governor Italo Minguzzi e del suo primo PresidenteElio di Curzio: il Bologna Galvani. Nel 1985 dal Rotary International parte la campagna POLIOPLUS con-tro il diffondersi della poliomielite e delle malattie infettive nel mondo acui il Rotary Bologna aderisce con slancio ed entusiasmo.Nel 1991, insieme agli altri Club felsinei, ha organizzato il soggiorno esti-vo in Italia a più di 300 bambini di Chernobyl.Nel 1997 sono stati portati avanti progetti di sensibilizzazione sulla qua-lità dell’aria.Nell’anno rotariano 2001-02, in occasione del 75esimo anniversario,sono state donate postazioni speciali alla nuova biblioteca ex Sala Borsaper permetterne l’utilizzo a persone con disabilità ed è stato erogato unsostanzioso finanziamento per acquisire strumentazione tecnica per unLaboratorio Multimediale per l’infanzia nel quartiere Santo Stefano dedi-cato a Paul Harris, il fondatore del Rotary.Altre importanti associazioni bolognesi e internazionali, come l’AGEOP,l’UNICEF, o l’adozione a distanza hanno avuto la costante attenzione deisoci rotariani.In occasione del centenario del Rotary International, il Club di Bologna,sotto la Presidenza di Stefano Pileri, insieme agli altri Club felsinei, haorganizzato un importante convegno sull’etica nelle professioni, ha con-tribuito al processo di informatizzazione della Croce Rossa, ha redatto unimportante opuscolo a favore dei giovani (Il Rotary al servizio dei giova-ni cittadini). Da diversi anni infatti il Rotary si occupa di giovani; il contributo delRotary Bologna e di tutti i Rotary felsinei è stato finalizzato all’orienta-mento universitario e professionale degli allievi dell’ultimo anno dellescuole superiori.

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È stato istituito inoltre il premio Rotary per le Facoltà dell’Università diBologna che consiste in una targa diploma e in un contributo in denaroper i laureati più brillanti del nostro ateneo. Da quest’anno il premio saràintitolato alla memoria del Prof. Guido Paolucci che lo ha ideato e lo hapresieduto fino all’anno della sua scomparsa. Oggi i soci del Rotary Bologna sono 142 e il Club annovera tra i soci ono-rari l’ex Sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca, Sua Eminenza ilCardinale di Bologna Carlo Caffarra, il Magnifico Rettoredell’Università di Bologna Pier Ugo Calzolari, il Presidente dellaFondazione Cassa di Risparmio di Bologna Prof. Avv. Fabio RoversiMonaco, la Principessa Elettra Marconi, il Dottor Luigi Deserti, l’Ing.Terrino del Terra, il Prof. Ing. Piero Pozzati e il direttore de Il Resto delCarlino Giancarlo Mazzuca.Anche oggi il Rotary Bologna compie attività di servizio alla comunità. Ein occasione dell’80esimo anniversario, questa sera renderemo notoquanto portato a termine durante quest’anno (il dono di un autoveicoloall’ANT, acquistato con il supporto di alcuni sponsor, il restauro dellapala lignea di Alessandro Tiarini nella Basilica dei Servi – in collabora-zione con Bologna Sud, Bologna Valle del Savena, Bologna Valledell’Idice e Bologna Galvani – e il contributo finanziario al PremioMarco Biagi, organizzato da Il Resto del Carlino).

Prima della cena ha portato i saluti del Club padrino di Milano il PastPresident dell’ultimo biennio Prof. Ing. Arch. Adolfo Zavelani Rossi cheha ringraziato per il cortese invito e si è rallegrato per l’iniziativa.

A seguire l’intervento del relatore della serata Prof. Avv. MassimoJasonni: “Il Rotary nell’età della tecnica”, di seguito riportato.

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Il Rotary nell’età della tecnica

Questo anniversario costituisce per noi fonte di orgoglio: siamo coscientiche gli 80 anni del Club non rappresentano un mero momento celebrati-vo, ma costituiscono evento culturalmente ricco di significato.Chi è orgoglioso si interroga, non si acquieta alla felicità del momento.Temendo che la fiamma possa spegnersi, va alla ricerca dello spirito cheper tanti anni la ha alimentata. Qual è stato il lascito di chi ci ha preceduto? In che cosa è consistita la consegna del testimone?Credo che il segreto della vitalità del nostro Rotary, come specchio parti-colare della più generale esperienza rotariana, vada ricercato in un rappor-to fervido, ma non per questo meno inquieto e problematico, che la ruotadentata ha sin dalle sue origini avuto con la tecnologia.“Tecnica” è parola alta e grave che, in realtà, fonda la storia dell’Occi-dente, ne accompagna e quasi ne custodisce il cammino, sino a divenirne,con i nostri tempi, pericolosamente sovrana. Tutti noi avvertiamo ilrischio, e sulla pelle, vorrei dire, prima ancora che nella mente: la tecnicaci ha arricchiti, ha prolungato e migliorato la nostra vita, ci ha offerto millee mille nuove opportunità, ma costituisce fonte di crescente preoccupa-zione.È un’arma bifronte quella di cui parliamo, tutt’altro che uno strumentoneutro, come qualcuno ipocritamente pretende: se ne erano accorti nel-l’antichità i Greci, che per téchne intendevano conoscenza delle leggi delmondo, saggezza e modo attraverso cui armoniosamente comporsi con lanatura circostante. Ancora con occhi rivolti alla classicità (ma ormai a unaclassicità aperta all’ingresso delle teologie monoteistiche in Europa), sipensi alla poesia di Virgilio: ove nuove tecniche – propriamente artes nelleGeorgiche – fondano un nuovo e più proficuo rapporto dell’uomo con laterra, determinando una nuova, ormai religiosa concezione del lavoro. ADante, Virgilio sarà tecnicamente compagno: strumento di pietà e di razio-nalità per sopravvivere, nell’Inferno, alla vista dei dannati.

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La relazione del Prof. Avv. Massimo Jasonni: Il Rotary nell’età della tecnica.

La tecnica moderna parte da queste prime, grandi conquiste del pensiero,su cui avrebbe pulsato – l’Alighieri per primo – l’antropocentrismo cri-stiano, ma per distaccarsene radicalmente. I nomi che balzano alla mente,in una relazione che voglia contenersi negli stretti tempi stabiliti conl’amico Andrisano, sono inevitabilmente quelli di Leonardo, Galileo oCartesio. Ma si pensi anche a Pascal, per sottolineare quanto fervida possaessere stata l’intersezione tra Umanesimo cristiano e ricerca tecnologica.

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Già la condanna di Galileo e, ancor più chiaramente, la frattura tra pensie-ro cartesiano e religione avrebbero dimostrato che anche questo matrimo-nio rischiava il divorzio. Perché la tecnica moderna avrebbe finito perestremizzare le proprie propensioni ateistiche, pretendendo di modificarele leggi della natura e incidendo inesorabilmente sui ritmi della vita del-l’uomo. Un grande intellettuale del secolo scorso, per far comprenderecon un esempio questa profonda mutazione antropologica, citava la diffe-renza che intercorre tra il mulino a vento e una centrale elettrica. Il primoraccoglie energie naturali, limitandosi all’intelligente appropriazione dellaforza dei venti; la seconda imprime alla natura uno sforzo, letteralmenteingiungendole di restituire la pressione idraulica liberata. Il fiume, in que-sta seconda ipotesi, è costretto, fisicamente murato dall’impianto ingegne-ristico, non è più se stesso.Dio è morto, commentava Nietzsche, ma non tanto per piangere un Dio incui non credeva, quanto per esprimere un nefasto presagio: il dominiodella tecnica avrebbe provocato la morte di tutte le metafisiche. E la paro-la, persa la sua vocazione sacrale e la sua attitudine poetica, si sarebberidotta a sempre più volgare e davvero barbaro strumento di comunicazio-ne di massa.Una cosa, anche a prescindere dalle infauste premonizioni della filosofiatedesca, è certa: il chiasso che connota la civiltà tecnologica (non mi rife-risco solo ai processi industriali metalmeccanici o al traffico automobili-stico, ma anche ai dibattiti televisivi o alle curve degli stadi) rompe conquel gusto della discrezione, quell’amore per la riservatezza e quell’ap-prezzamento del silenzio che seppero nobilitare il nostro passato.Come si è posto e come potrà porsi il Rotary in questo contesto culturale?I simboli, come sempre, parlano chiaro. La ruota dentata non fa eccezio-ne: essa dipinge un ingranaggio, contempla un meccanismo, a dire quan-to positivo e proficuo sia stato e possa essere l’apporto della tecnica.Indiscutibile, quindi, la fedeltà rotariana alle ragioni della scienza, comericerca della verità e rifiuto di ogni dogmatismo religioso o pregiudizioetico.Più precisamente, il meccanismo della ruota dentata sembra alimentato daun carburante di matrice calvinista: propellente tanto forte, quanto estra-

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neo, come è noto, alla storia del nostro Paese. Ciò spiega, forse in buonaparte, le anomalie e le peculiarità del Rotary italiano. Ne emerge, in ognicaso, una fotografia istituzionale in cui sono impressi valori imprescindi-bili: la tolleranza religiosa, il rifiuto di ogni rigurgito politico di tipo nazio-nalsocialista o comunista, una laicità senza se e senza ma.Non a caso tra i fondatori del Rotary italiano e, più in particolare, delnostro Club, si segnalano i nominativi di pionieri dell’industria, e di gran-di ricercatori o professionisti.Tuttavia c’è un altro fronte, dialetticamente contrapposto a quello sin quiconsiderato, che sarebbe imperdonabile trascurare.La ruota, si è visto, è dentata. Prima di essere dentata, però, è ruota toutcourt. Rappresenta, come tale, una pura e semplice circolarità. Di qui, larotazione delle cariche; di qui il gusto della convivialità, tutti assieme e auna tavola rigorosamente rotonda. Non è solo un problema da manuale diprocedura o di sistemazione logistica, perché quella circolarità esprime unordine più alto e spirituale delle cose.Per farmi intendere, mi riferirò a Vitaliano Valenti, a Guido Paolucci e aStefano Graziosi; ma potrei fare tanti altri nomi, certo non ultimo quellodi Carlo Terenziani. In queste figure di eccellente statura rotariana è provavivente di quel dominante senso dell’armonia e di quel superiore equili-brio morale che sono metafisicamente impressi nell’immagine del cer-chio.Nella smania della novità c’è stato anche chi ha proposto di modificare ilnostro simbolo. Non sia mai: perché il Rotary, proprio sulla scorta di quelsimbolo, può farsi critico dei frutti perversi della tecnocrazia. Come PaulHarris assunse sdegnata distanza nei confronti della Chicago del suotempo, così il Rotary deve sapere oggi vigilare sui processi tecnologici,laddove questi coincidano con la disumanizzazione e con il disorienta-mento civile.Il medico che il Rotary accoglie tra le proprie fila e promuove è un medi-co – come fu Paolucci, come fu Valenti – fedele alla cura del paziente eattento ai valori inscritti nella plurimillenaria storia della professione sani-taria. L’avvocato che il Rotary accoglie tra le proprie fila e promuove è unavvocato – come fu Graziosi – schivo e riservato, ligio al mandato e nel

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contempo consapevole dei limiti normativi entro cui quel mandato puòesprimersi. Il custode dell’ordine pubblico che noi dobbiamo avere amente – ricordando Terenziani – è tutt’altro che un mero impiegato. È unadivisa che proclama senza riserve fedeltà alla Patria.Queste alte memorie offrono un ultimo spunto alla riflessione. Il dominio della tecnica si esprime nella globalizzazione. La ruota denta-ta si collocò da subito entro questo ordine di idee, prospettando un oriz-zonte sovranazionale e, se mai, fregiandosi dell’ostilità mostrata nei suoiconfronti dalle ideologie totalitarie. Tuttavia, anche qui occorre distingue-re: perché c’è una globalizzazione che comporta fervido dialogo tra ipopoli e consente ampie aperture ai mercati; e c’è una globalizzazioneche, nel segno del dominio della tecnica e dell’omologazione consumisti-ca, comporta perdita dell’identità, spaesamento culturale, morte, per l’ap-punto, delle Patrie.Il Rotary è chiamato a esprimere la sua parola moderata e rispettosa, mafermamente critica: affinché i fast food e le mense incolori non conduca-no alla dimenticanza della ricchezza spirituale che è nel sapere condivide-re una tavola, vogliamo augurarci rispettosa delle tradizioni culinarie. E,affinché le televisioni e i quotidiani non abbiano la meglio, con le lorogrida, sugli appartati silenzi delle biblioteche.

Al termine dell’apprezzato e applaudito intervento del prof. Jasonni, ilPresidente passa alla comunicazione delle attività di servizio che il Clubha voluto offrire alla comunità cittadina in occasione dell’80esimo anni-versario. Il Rotary Bologna, nello spirito di continuità delle azioni umanitarie e diservizio alla comunità effettuate in passato e, come espressione delle atti-vità e delle professionalità cittadine, anche quest’anno non ha mancato alproprio dovere di venire incontro alle problematiche sociali, dando l’ade-sione al premio istituito dal Resto del Carlino in onore del prof. MarcoBiagi. Pertanto è stata consegnata l’offerta di 3.000 euro al direttore delquotidiano Il Resto del Carlino, il socio onorario Dott. GiancarloMazzuca.

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Consegna al socio onorario, Dott. Giancarlo Mazzuca, del contributo di 3000 euro per ilpremio Marco Biagi organizzato dal quotidiano Il Resto del Carlino.

Il premio Marco Biagi del QN Il Resto del Carlino

La direzione de Il Resto del Carlino, con il benestare e il favore dellafamiglia, istituisce il «Premio Marco Biagi - Il Resto del Carlino per laSolidarietà Sociale».I riconoscimenti dell’edizione 2007 verranno assegnati il 19 marzo pros-simo, in coincidenza con il quinto anniversario dell’assassinio delProfessor Marco Biagi. Gli aspetti organizzativi dell’assegnazione e della consegna verranno

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comunicati successivamente, anchesulla base degli impegni pubblici e pri-vati, non ancora definiti, legati all’an-niversario. Il premio è riservato adassociazioni senza fine di lucro(ONLUS) che hanno tra i loro scopi eattività principali l’assistenza e la for-mazione di persone e categorie svan-taggiate, con particolare attenzione allaformazione e all’avviamento al lavoro,che operano nella provincia di Bolo-gna. Segnalazioni e candidature saran-no esaminate da una Commissione giu-dicatrice presieduta dal direttore de IlResto del Carlino, Giancarlo Mazzuca,e composta, per nomina dello stesso direttore, da autorevoli personalitàbolognesi: il Professor Luigi Montuschi, la Professoressa Paola Monari eMonsignor Stefano Ottani. Il premio viene dotato di un fondo iniziale di5 000,00 (cinquemila) euro, erogato dalla Poligrafici Editoriale, societàeditrice de Il Resto del Carlino e depositato sul conto corrente bancarionumero 100000060241 (per i dettagli leggere spazio specifico) accesopresso la filiale 00630 di via dei Mille, 4, Bologna, della Cassa diRisparmio di Bologna, intestato a Poligrafici Editoriale SPA conto sotto-scrizione Premio Marco Biagi - Il Resto del Carlino. Il finanziamento delpremio è aperto a quanti – istituzioni, enti, associazioni e privati – vorran-no condividerne le motivazioni e sostenerlo. La somma residua verràlasciata in deposito sullo stesso conto corrente per finanziare sin da ora lesuccessive edizioni del premio, a cominciare da quella del 2008.

Successivamente sono state simbolicamente consegnate alla Dott.ssaRaffaella Pannuti le chiavi di un veicolo ad uso promiscuo, destinatoall’ANT, per il trasporto di persone e cose. Sull’autoveicolo è stato ripor-tato il logo del Rotary Club di Bologna con una scritta che rammenta l’of-ferta fatta in occasione degli 80 anni di vita.

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La formula utilizzata per il finanziamento dell’acquisto rappresenta unanovità in quanto sono state contattate, nel nome del Rotary Club Bologna,una serie di aziende che hanno sponsorizzato l’evento; il Rotary Bologna,in definitiva, per incrementare le sue potenzialità nel campo del servizioalla comunità, ha voluto sensibilizzare le realtà industriali ed economichedella città, svolgendo il ruolo di collettore di risorse. Da qui ha origine lapresenza dei marchi e loghi degli sponsor:Fe.Ba Consulting s.a.s., Schiavina s.r.l., Guaber, BNL Banca Nazionaledel Lavoro, NEOS BANCA Gruppo Intesa San Paolo, Cassa di Risparmiodi Cento, NOEMA LIFE, 4 Elle Service s.a.s., NPV Net Present Value,COSWell s.p.a.

Il veicolo Citroen Berlingo, acquistato con il contributo degli sponsor della serata e dona-to all’ANT in occasione dell’80esimo.

Un sentito ringraziamento a tutti i soci che hanno contribuito all’iniziati-va e in particolare alla Dott.ssa Raffaella Pannuti, protagonista nella rac-colta fondi insieme alla Sig.ra Lia Barilli, consorte del socio, Ing. Barilli,

Infine è stata proiettata una sintesi filmatadelle fasi significative del restauro della palalignea Presentazione di Maria al Tempio,situata nella Basilica dei Servi in Bologna,opera di Alessandro Tiarini, allievo diProspero Fontana. Il restauro è stato possibi-le anche grazie al contributo, oltre che delClub di Bologna, dei seguenti Club felsinei:Bologna Sud, Bologna Valle dell’Idice,Bologna Valle del Savena, Bologna Galvani.Responsabile del restauro è Elisa Stefanini(di seguito la sua relazione integrale sulrestauro).

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e al socio Dott. A. Gorieri. Il Rotary di Bologna, per la sua attività di sup-porto, è stato insignito del titolo di: Grande Sostenitore ANT.

Consegna alla Dott.ssa Raffaella Pannuti delle chiavi del veicolo donato all’ANT.

Diploma Grande sostenitore ANT.

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Presentazione di Maria al TempioBasilica di Santa Maria dei Servi,Bologna, olio su tavola di Alessandro Tiarini, 1614

Relazione di restauro illustrata ai Rotary Bolognesi (Interclub del10/05/07 presso la Basilica)Alessandro Tiarini, discepolo di Prospero Fontana, è certamente uno tra ipiù noti pittori del Seicento bolognese, spesso nominato dagli studiosi comeautore di dipinti di prim’ordine, che si distinguono per le originali e inge-gnose composizioni e la raffinatezza pittorica. I particolari della sua lungavita e della ricca carriera si conoscono dagli scritti di Malvasia, cronista del-l’epoca, autore delle Vite dei pittori bolognesi. Così sappiamo che Tiarininel suo tempo fu più conosciuto e rispettato dai colleghi pittori che dal pub-blico e ancora oggi è più notato dagli studiosi che dai fruitori d’arte. Latavola e la rispettiva ancona furono eseguite su commissione di GiovanniFrancesco Fucci e dedicate ai SS. Anna e Gioacchino, genitori di Maria,come scritto nel cronogramma sul timpano dell’ancona, che indica l’anno1614. Sembra che tutto l’altare in origine fosse collocato dietro il muro delcoro, nell’abside, dove ancora esiste una lapide marmorea datata 1798 chene segna il passaggio di proprietà da Petronio Matteucci a Luigi Antinori.Non è chiaro il momento dello spostamento e rimane tuttora enigmaticocome fosse precisamente collocata in origine, nonostante l’esistenza dellalapide che ne indica la zona. Quello che è certo all’attenta osservazione, èche tutta l’opera subì un radicale intervento di restauro, probabilmente inoccasione dello spostamento, e per questo le parti laterali dell’altare e lelesene risultano false, cioè sostituite o aggiunte dopo la dislocazione.

L’intera opera subì un ripristino manutentivo in epoca recente (circa unaquarantina di anni fa), in occasione del quale l’ancona fu verniciata conresine marroni scure che soffocarono del tutto il cromatismo estetico deimarmi dipinti. Inoltre, il deposito di micropolvere nera contribuiva a offu-scare l’immagine del dipinto impedendone la percezione. Dal colore e dal-l’odore di questa polvere ne è stata individuata la causa principale nell’in-

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La Pala prima del restauro (parte superiore). La Pala dopo il restauro (parte superiore).

Particolare della mano di S. Anna in cui sinota il pentimento del dito mignolo.

Particolare del volto che traspare vicino aquello di S. Gioacchino, durante il restauro.

quinamento di Strada Maggiore, che affianca quella parete. Nonostantequesto, lo stato conservativo della materia non presentava problemi strut-turali né sul supporto ligneo, né sullo strato cromatico.

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Fin dalla prima osservazione la tavola sorprendeva con la sua integritàpoiché, pur essendo creata da varie assi unite tra loro da quattro secoli, nonpresentava alcuna crepa nelle congiunzioni. Un altro elemento insolito èdato dal fatto che il dipinto sia realizzato su tavola, poiché Tiarini solita-mente compare come autore di tele e affreschi, tecniche usuali dell’epoca.Inoltre sulla superficie si notano le scalpellature della modellazione ealcune grossolane stuccature che, a un’osservazione ingrandita, risultanoautentiche; ciò indica che la preparazione della tavola è stata insolitamen-te sommaria. Tutto questo non incide minimamente sulla grandiosità deldipinto, poiché la virtù pittorica tiarinesca domina a tal punto che questeimperfezioni rimangono impercettibili.

Particolare della composizione dopo il restauro.

Il dipinto dopo il restauro.

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Essendo pressoché assente anche il tarlo (a differenza dell’ancona), l’uni-co danno strutturale della tavola è riconducibile a errore umano. Dopo lospostamento, la tavola venne fissata irreversibilmente al muro, poi, perallinearla all’ancona, venne sforzata facendo pressione in basso a sinistra,a tal punto da causare delle screpolature orizzontali nella parte alta, e cioèsotto la linea di ancoraggio alla parete. Varie progettazioni di smontaggiodella tavola sono state vagliate, ma poiché includevano un’alta percentua-le di rischio di ulteriori crepe, si è optato per un intervento meno radicale,liberando la tavola dalla pressione che ha causato il danno e riparando alleconseguenze senza tentativi aggressivi di smontaggio. Man mano, osservando l’immagine non più offuscata dalle sporcizie, sisono notati alcuni pentimenti, come nel mignolo della mano indicante diS. Anna o nel braccio del Dio Eterno, che nella prima versione era posi-zionato in atto benedicente, successivamente modificato nel gesto di acco-glienza della piccola Maria. Infatti le zone spellate ci hanno rivelato nonsolo i pentimenti, ma anche la presenza di tutta un’altra composizione, condue visi che traspaiono, uno nel cielo vicino al ritratto di Gioacchino, l’al-tro sopra la Bambina. Anch’essi sembrano tiarineschi nel linguaggio pit-torico. S’intravedono anche un putto, sulla sinistra del capitello dellacolonna dipinta, e una colomba. Per collegare le immagini che traspaiono(notabili solo ad un’osservazione acuta) in una composizione logica e ico-nograficamente riconoscibile, sarebbe necessario approfondire l’indaginecon tecniche sofisticate, che attenderanno una possibilità materiale di rea-lizzazione. Ulteriori tentativi di approfondimento della pulitura non avrebbero porta-to ad alcun risultato, dato che sull’immagine già parzialmente spellata nonc’era niente in più da recuperare in senso pittorico. Inoltre, velare le spel-lature e i volti che traspaiono dal di sotto avrebbe comportato il rischio diintrodurre falsità sull’autentico, perciò abbiamo reputato eticamente cor-retto non intervenire cromaticamente, visto che le trasparenze presenti noninfluiscono significativamente sull’aspetto del dipinto, notandosi soloquando l’attenzione si concentra su di esse. Il ritocco così è stato calibrato al minimo indispensabile e solo sulle man-canze del colore di effettivo disturbo per la lettura del dipinto, eliminando

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le ridipinture più grossolane del precedente restauro. L’intervento è statorealizzato secondo il metodo tradizionale che consiste nella stuccaturadelle parti danneggiate della superficie, seguita da basi cromatiche a tem-pera, rifinite con correzioni di colore a vernice per ottenere l’effetto cosid-detto “a scomparsa”. A completare il restauro è stata la sottile stesura di vernice Dammar, perequilibrare e uniformare la patina di lucentezza del dipinto. Certo è che ilminimalismo espresso nel ritocco lascia alcuni enigmi estetici o addirittu-ra piccole confusioni, come le striature date dalle venature del legno, o ipanneggi, sui quali s’intravedono alcune pennellate che non coincidonocon le pieghe delle vesti, ma traspaiono dall’immagine sottostante, elemen-ti che abbiamo interpretato come attualità originale da preservare. A questascelta ha contribuito il potere del linguaggio pittorico di Tiarini, che domi-na a tal punto da non esigere alcun perfezionamento o completamento este-tico, poiché il fascino narrativo sembra intatto e ci trasmette in pieno, conl’affettuosità dei gesti e le espressioni familiari, l’evento biblico.A differenza del dipinto, sull’ancona erano presenti molte più problemati-che legate allo strato pittorico. La particolare tecnica del marmorino,applicata al supporto ligneo, presentava un’estensione progressiva dellezone screpolate e gonfie, con perdite già significative della pellicola cro-matica. Il processo di de-coesione è stato fermato, non intenzionalmente,nel precedente restauro, con la stesura di una vernice scura e spessa che,reagendo da consolidante, aveva conferito all’ancona un aspetto quasimonocromo, proprio per camuffare le cadute e le differenze pittoriche trai lati falsi e il resto autentico dell’ancona. Inoltre è da notare che i lati falsierano pitturati in maniera diversa e sommaria, senza il benché minimointento di avvicinarsi all’autentico e virtuoso marmorino, dalle venaturevibranti e filettate di colpi di luce dorati. Per questo la stesura resinosascura intendeva fondere queste differenze in un uniforme aspetto estetico. Anche il piano dell’altare, falso, è uno degli elementi aggiunti nel massic-cio intervento, ma a differenza del resto era infestato dai tarli e perciò,indebolito, si sgretolava nei bordi. Tracce di tarlo erano presenti anche sualcune parti autentiche, come sui basamenti e sui capitelli delle colonne,che non erano per questo significativamente indeboliti, poiché si trattava

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di antiche presenze dell’insetto ormai non più attive. Ciò nonostante, perprevenzione, è stato effettuato trattamento antitarlo, mentre il bordo sgre-tolato del piano è stato sostituito. La superficie dell’ancona è stata pulita con brevi impacchi di cloruro dimetile che, una volta ammorbidita la resina, venivano rimossi con lanad’acciaio finissima, seguiti dal passaggio di batuffolo di cotone imbibitodi diluente. Le parti rigonfie e i sollevamenti della pellicola cromatica ori-ginale sono state riapplicate con termocauterio, dopodiché si è procedutoalla solita stuccatura e ritocco. Sulle parti esteticamente meno compatibi-li dei lati falsi, è stato reinterpretato il marmorino, assimilandolo all’auten-tico, per mettere in armonia tutto l’insieme. La complessa ancona è statacostruita appositamente per la pala e con le sue colonne partecipa allacomposizione del dipinto, fondendosi con essa, tramite le analogie esteti-che con la colonna raffigurata nel quadro. Tutta l’opera è caratterizzata dall’ingegnosa strategia compositiva di con-tenere in uno spazio stretto un complesso intreccio iconografico. In primo piano è la Bambina (Maria) che per la prima volta vede DioEterno che, situato oltre l’arcata, nel cielo sopra il Tempio, le si porge conun gesto di accoglienza. Con lei sono i genitori, ignari del contatto in atto,e la madre (S. Anna) si china verso la Bambina nella maniera comune piùtipica di come un adulto si rivolge a un infante quando si mette al suolivello, e abbracciandola leggermente, la rasserena indicandole l’entratadel Tempio. Il padre (S. Gioacchino), nell’atto del passo che lo immette sulla scena,affettuoso le dona la candela. La sua figura copre la vista del Tempio, lacui presenza s’intuisce dall’imponente colonna che sorregge l’architravedi una specie d’atrio di passaggio (dove è ambientata la scena), dal qualesi accede alla scalinata antistante il portale indicato da S. Anna. Riscontriamo che Tiarini è caratterizzato dal posizionare le figure sceno-graficamente, come su un palcoscenico teatrale, facendo avvertire la pienapresenza anche di quello che non appare o s’intravede soltanto, spessoattirando l’attenzione con gesti come quello della mano che indica, usato,per esempio, nel Martirio di S. Dorotea (Roma, Galleria Doria) e nellatela della Pietà (Bologna, Pinacoteca Nazionale).

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Dalle sue composizioni si riconosce lo studioso approccio nell’analisi diciascuna problematica, che spesso lo portava verso ingegnose soluzioni,realizzate poi con il tipico luminoso colorito basato su una preparazionegrigio scura, per la quale fu considerato uno dei cosiddetti grandi “maestridei fondi grigi”. Tanto che la tavola della Presentazione di Maria alTempio fu decantata già da Malvasia e citata da vari studiosi come unadelle sue opere più riuscite.

Restauro conservativo di Elisa Stefanini e Nihad Cengic (Studio Restauro,via Santo Stefano 52, Bologna) sotto la Direzione della Dott.ssa RosaD’Amico (Sovrintendenza per i Beni Storici e Artistici di Bologna) in occa-sione dell’80esimo Anniversario del Rotary Club Bologna, 5 marzo 2007.

Riconoscimenti e attribuzione di Paul Harris Fellow

Il Consiglio Direttivo del Club in occasione dell’80esimo Anniversariodella nascita ha voluto infatti dimostrare riconoscenza ai soci che sonoparte attiva del Rotary Bologna da 40 anni e più di 40, conferendo loro ilPHF, la più alta onorificenza rotariana.È un riconoscimento alla loro costante, assidua e continuativa partecipa-zione all’azione rotariana. Trattandosi di grandi personalità viene quiriportato solo il curriculum dal punto di vista rotariano.

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Prof. Ing. Ernesto Stagni: entrato nel Club il 7 maggio 1962 nella clas-sifica Insegnamento Universitario Ingegneria, il Prof. Stagni, con le suenumerose relazioni, ha “illuminato” i soci sui problemi bolognesi dei tra-sporti, del Fiera District, della Tangenziale e della Metropolitana leggera.L’ultima, interessantissima, sulla Dolorosa storia della metropolitana diBologna nella riunione del 24 ottobre 2006.Dispensato dall’obbligo della presenza dal 1998, ha però continuato ainteressarsi alla vita del Club, arricchendo così il Rotary Club Bolognacon il suo carisma e la sua grande esperienza nel campo dei trasporti. Gli viene consegnata la Pietra Blu.

Consegna della Pietra Blu al Prof. Ing. Ernesto Stagni.

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Dott. Renato Pasquali, Governatore del nostro distretto nel 1985/86:entrato nel Club il 7 maggio del 1962 nella classifica Commercio Metalliè stato presidente del Club nel 1976/77 e ha organizzato durante l’annodella sua presidenza, la celebrazione del 50esimo anniversario dellaFondazione del Club.Ha fatto parte quattro volte di Commissioni Distrettuali e per diversi anniè stato Rappresentante del Governatore per il “Gruppo Felsineo”. Ha par-tecipato a quasi tutte le manifestazioni distrettuali del Distretto 187, del207 e del 2070. Presente nel 1979 alla Convention del Rotary Internationala Roma e nel 1981 a quella di Vienna.Ha tenuto relazioni sia nel nostro Club che in molti Club emiliani e toscani.Dal 1998 ha richiesto l’esonero dalla frequenza, pur continuando a segui-re la vita e le attività del Club. Gli viene consegnata la Pietra Blu.

Consegna della Pietra Blu al Dott. Renato Pasquali.

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Ing. Guido Benassi: entrato nel Club il 7 maggio del 1962 nella classifi-ca Industria Elettronica, ha fatto parte del Consiglio Direttivo e dellaCommissione per l’ammissione dei soci. Ha sempre seguito con interessele riunioni, le manifestazioni distrettuali e internazionali. Nel 1967 ha par-tecipato al Congresso del Rotary International di Nizza.Numerose le relazioni tenute al Club. Pur avendo chiesto nel 1998 ladispensa all’obbligo della presenza alle riunioni, continua anche oggi afrequentare e a partecipare attivamente alla vita del Club. Gli viene consegnata la Pietra Blu.

L’Ing. Guido Benassi, premiato con la Pietra Blu.

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Ing. Francesco Angiolini, Past President 1994/95: entrato nel Club il5 dicembre 1962 nella classifica Industria Edilizia, come Socio aggiunto,nel 1968 divenne socio “effettivo” del Club dopo il passaggio a sociosenior attivo del padre. Presidente nell’annata 1994/95, ha fatto parte delConsiglio per tantissimi anni e ha ricoperto la carica di Tesoriere per benotto anni. Molto assiduo alle conviviali e presente alle manifestazionidistrettuali, ha partecipato e partecipa attivamente alla vita del Club. Gli viene consegnata la Pietra Blu.

Consegna della Pietra Blu all’Ing. Francesco Angiolini.

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Dott. Ubaldo Monari Sardè: entrato nel Club il 21 aprile 1965 nella clas-sifica Industria Alimentare, negli anni ha fatto parte del ConsiglioDirettivo e della Commissione per l’ammissione dei soci.Ha tenuto relazioni al Club e, memorabile, l’accoglienza riservata ai socidel Club in chiusura dell’anno rotariano 1998/99, presidente VittorioVolterra, nella magnifica villa di sua proprietà “La Paleotta”.Gli viene consegnato il PHF.

Consegna del PHF al Dott. Ubaldo Monari Sardè.

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Rag. Giancarlo Borghi: entrato nel Club il 16 giugno 1965, ClassificaCommercio, Stoffe e Arredamenti, ha fatto parte del Consiglio Direttivo edella Commissione per l’Ammissione dei Soci.Ha partecipato alle manifestazioni distrettuali con costanza. Da 1998 harichiesto l’esonero dalla frequenza al Club. Gli viene consegnato il PHF.

Consegna del PHF al Rag. Giancarlo Borghi.

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Avv. Franco Fabbri: entrato nel Club l’8 marzo del 1967, nella Classifica“Associazioni di Categoria”, ha ricoperto le cariche di Consigliere, diSegretario, di Delegato per il Bollettino e ha sempre fatto parte delConsiglio Direttivo fino alla sua richiesta di essere dispensato dall’obbli-go della presenza, nel 1996.Numerosissime le sue conferenze al Club e le partecipazioni alle manife-stazioni distrettuali.Nel 1985/86 è stato Segretario Distrettuale dell’allora GovernatoreDott. Pasquali.Gli viene consegnata la Pietra Blu.

Premiazione dell’avvocato Franco Fabbri: consegna della Pietra Blu.

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Prof. Edile Belelli, Governatore delnostro Distretto nel 1991/92: entrato nelClub il 19 febbraio del 1980 nella Clas-sifica Insegnamento Universitario, Medi-cina: Chirurgia Generale, è stato Pre-sidente del Club nel 1985/86. Alla finedel mandato ha pubblicato, per gli amici,un delizioso libretto con i motti che hannocaratterizzato la Sua annata di Presidente.Rotariano con la presenza costante alcento per cento, ha tenuto, nel corso deglianni, relazioni sulla professione medica esui problemi sanitari italiani, nel nostroClub e in vari Club del Distretto. Nel1986 per quattro annate consecutive è

stato rappresentante del Governatore per il “Gruppo felsineo”.Più volte ha celebrato il “mese” dell’Azione Professionale ed è stato vali-dissimo propulsore dell’Informazione rotariana, e in particolare dellaCampagna POLIOPLUS. Punto di forza della Sua annata governatoriale (1991/92) l’esaltazionedell’“Etica rotariana” culminata nel Congresso di Rimini (maggio 1992)Rotary e comportamenti - Risvegliare le coscienze - Riscoprire i valori -Promuovere le responsabilità.Una grande idea partita da Belelli: la realizzazione di un Museo Marconianoa Villa Griffone (Pontecchio Marconi) ricostruendo e attrezzando la vecchia“Stanza dei bachi”, già laboratorio di Guglielmo Marconi, preparandocicosì a onorare nel 1995 il primo centenario dell’invenzione della radio. Dal 1991 per un decennio, in qualità di Consigliere, ha rappresentato ilnostro Distretto presso l’Istituto Culturale Rotariano.

Viene premiato per l’attività e per i consigli prestati, come Past Governor,per la sua attività di custode della tradizione rotariana. Il Club manifestala sua gratitudine con un presente, poiché il Prof. Belelli ha già avuto tuttele possibili onorificenze rotariane!

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Ing. Giuseppe Coccolini: ingegnere civile, ha progettato e diretto i lavo-ri di 105 edifici residenziali, di 40 interventi di restauro conservativo dimonumenti nazionali, di 117 progetti di edilizia sociale, fra i quali Villaggidel Fanciullo, dei giovani Sposi e della Speranza per gli anziani, case perferie, case di riposo, scuole e banche, case di cura, impianti sportivi, unadecina di chiese parrocchiali, piani regolatori e di lottizzazione.A ciò si aggiungono un centinaio di pubblicazioni.Rotariano sempre molto assiduo alle riunioni, è divenuto Presidente nel-l’annata 1984/85. Negli anni ha tenuto relazioni interessantissime aventisempre per tema centrale i problemi della città di Bologna: Teorie e real-tà del recupero del centro storico di Bologna, La scelta edilizia per supe-rare la crisi economica, Problema del traffico urbano a Bologna,L’acquedotto romano a Bologna, Progettare e costruire a Bologna,L’antico studio nella città delle Torri e così fino all’ultima dello scorsomaggio Luci ed ombre nella storia di Bologna.L’Ing. Coccolini, si è dedicato alla ricerca dei “Primati di Bologna” concostanza e passione, fino al raggiungimento della bellissima pubblicazio-ne Sua Eccellenza Bologna. I primati della città nel mondo. Viene premia-to con un regalo per meriti acquisiti inerenti la sua attività di divulgatoredella storia e delle caratteristiche della città di Bologna.

Premiazione dell’Ing. Giuseppe Coccolini.

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Renata Rossi, Segretaria del Rotary Bologna: il Club si trova nellasituazione di dover esprimere la sua infinita gratitudine a una persona, atutti carissima e insostituibile, una persona che, come tutti i Soci bensanno, gioca un ruolo fondamentale, da sempre, nella vita e nella gestioneorganizzativa del Club; una persona verso la quale tutti i Soci sono debi-tori per la grande disponibilità e per l’impegno nei confronti dell’Isti-tuzione rotariana e alla quale peraltro è già stato consegnato il PHF nel-l’annata presieduta dal dott. Nicola Vecchietti Massacci. Alla Signora Renata Rossi viene consegnata la Pietra Blu e un piccolodono, a testimonianza dell’affetto dei Soci.

Premiazione della Segretaria del Club, Signora Renata Rossi.

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In chiusura di serata, dopo la distribuzione di un ricordo a tutti i Rotarianiintervenuti e il bouquet di fiori alle signore, il tradizionale scambio di donie di gagliardetti con i Presidenti dei Club ospiti (Milano e Brescia), con iPast Governor presenti (i Professori Quaglio e Minguzzi), con il Gover-natore Paolo Margara e il Governatore Incoming Gianni Bassi. A tutti gliospiti viene donato il libro Sua Eccellenza Bologna. Al nostro Club viene donato dal Past President di Milano un libro sullanascita del Rotary in Italia e dal presidente di Brescia un libro sulle origi-ni della città. Si chiude con il rituale tocco di campana.

Scambio di doni con il presiden-te del Club di Brescia, Prof. Ing.Emilio Chirone.

Bologna, Circolo della Caccia:conviviale del 6 marzo 2007,celebrazione dell’80esimo Anni-versario del Club. Taglio dellatorta: partecipano il Presidente,Prof. Angelo O. Andrisano con ilGovernatore 2070, Ing. PaoloMargara e il Past President delClub padrino (Rotary Milano),Prof. Adolfo Zavelani Rossi.

Consegna del PHF al socio Dottor Alfredo Borlotti.

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Gli altri PHF dell’80esimo Anniversario

Alfredo Borlotti: responsabile dell’Azione Internazionale nel biennio2000-2002; responsabile per la Rotary Foundation nel periodo 2002-04;responsabile della Commisione Classifiche e Sviluppo Effettivo dal 2004a oggi. Questa la motivazione:

Per la sua pluriennale attività di consigliere e di responsabile di Com-missioni.

Consegna del PHF “Pietra Blu” al socio Ing. Mario Musso.

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Mario Musso: segretario dell’ultimo quinquennio. Questa la motivazione:

Per i suoi 5 anni di segretariato, ma anche per l’organizzazione di attivi-tà che hanno consentito il finanziamento della Casa Vo Jurema (PortoSeguro, Brasile) e delle adozioni internazionali.www.casavojurema.com.br/portugues/doacoes.html

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Francesco Piazzi: responsabile dei Progetti finalizzati nella CommissioneGiovani dal 2003-04, successivamente divenuto responsabile nello speci-fico del progetto per i certificati ai diplomati e per l’orientamento. Questa la motivazione:

Per l’attività di organizzatore delle visite ai Musei universitari, per l’atti-vità di orientamento agli studenti delle Scuole Medie Superiori, per il con-tributo ai Certificati di Merito agli allievi delle Scuole Medie Superiori,effettuato nell’ultimo triennio.

Consegna del PHF al socio Prof. Francesco Piazzi.

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Andrea Trebbi: responsabile del Bollettino dal 2003-04. Questa la motivazione:

Per la consulenza editoriale e per l’apporto al Bollettino, per il supportodato nelle visite e mostre d’arte e architettura, per l’organizzazione dellerelative tavole rotonde, per la vivacità con cui ha stimolato i nostriConsigli Direttivi.

Consegna del PHF al socio Arch. Andrea Trebbi.

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Serata di chiusura, 26 giugno 2007: consegna del contributo per il progetto ROSA(ASPHI) al socio Ing. Andrea Magalotti.

Fatti salienti dell’annata 2006/2007

Circolo della Caccia, riunione conviviale di martedì 19 settembre 2006, relatore AngeloPanebianco, Professore Ordinario di Relazioni Internazionali all’Università di Bolognasul tema: Scenari internazionali contemporanei.

Circolo della Caccia, riunione conviviale di martedì 26 settembre 2006, relatore Ing. MarioSalmon sul tema: L’automazione come business e come mezzo per restare competitivi.

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Visita a Ca’ la Ghironda del 4 ottobre 2006.

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Interclub con Rotary Bologna Carducci, Holiday Inn, 17 ottobre 2006: tema della serataLa misteriosa morte di Wolfgang Amadeus Mozart, relatori Dott. Paolo Latini e Prof.Paolo Puddu.

Circolo della Caccia, riunione conviviale del 24 ottobre 2006, relatore Ernesto Stagni, giàProfessore Ordinario di Tecnica ed Economia dei Trasporti presso la Facoltà diIngegneria di Bologna e presso il Politecnico di Milano; tema: La storia dellaMetropolitana di Bologna.

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Annibale Carracci: Il mangiatore di fagioli.Riunione non conviviale del 31 ottobre 2006, visita alla mostra di Annibale Carracci“Talento e impazienza”.

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12-11-2006: i partecipanti al Torneo di Tennis - Interclub con Riccione-Cattolica.

Sede Rotary di via Santo Stefano, 7 novembre 2006: relazione di Giacolino Gillardi suiprodotti vinicoli delle Langhe.

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Gita del Club a Rovereto, 14 novembre 2006, visita al MART, museo di arte contempo-ranea di Trento e Rovereto. Mostra: Schiele, Klimt, Kokoschka e gli amici viennesi.

Circolo della Caccia, conviviale del 21 novembre 2006: il Presidente insieme al relatoredella serata Prof. Ing. Paolo Tiberio. Tema trattato: Il radar della Marina MilitareItaliana: 1936-43.

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Circolo della Caccia, conviviale del 28 novembre 2006: viene consegnato alla sociaDott.ssa Raffaella Pannuti il contributo della Rotary Foundation di 9 840,00 euro per ilprogetto CASA ANT (Contribuzioni Distrettuali Semplificate). Seduti il Presidente neoeletto Ing. Gabriele Amato e il Past President del centenario, Prof. Stefano Pileri.

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Riunione conviviale del 12 dicembre 2006, Circolodella Caccia, relatore Padre Vincenzo Benetollo, tema:Solidarietà e progresso umano

La mondializzazione dei problemi, novità della nostra epoca nucleare,telematica, caratterizzata dai viaggi supersonici e dalle comunicazioni intempo reale, ha richiamato alla coscienza di tutti l’importanza della soli-darietà fra tutto il genere umano.Oggi, a differenza di ieri, si deve dire che le questioni sociali valicano iconfini delle varie comunità, piccole o grandi, per abbracciare l’umanitàintera. E quindi la pace, o è la pace di tutti gli esseri umani, o non è la pacedi nessuno; così i problemi ecologici e tutto ciò che riguarda la difesa dellavita, il lavoro, lo sfruttamento dei beni della terra e molte altre.Il principio di solidarietà è un concetto di filosofia sociale, cioè dellaragione umana, elaborato solo recentemente. Il termine e il significato ori-ginario derivano dal diritto romano che prevedeva un tipo di obbligazionesolidale in campo economico (in solidum, che significa “in modo comple-to”), per cui il soggetto che si vincolava insieme ad altri soci, lo faceva persé ma anche per gli altri, in modo tale che se anche uno dei soci fossevenuto meno, gli altri erano obbligati anche per lui per la totalità dell’ob-bligo contratto. Si trattava di un vincolo del tipo “uno per tutti e tutti peruno”. Questo significato è stato recepito anche dai codici civili moderni inmateria economica.Nel diritto criminale primitivo invece il termine solidarietà era considera-to nel senso di responsabilità collettiva, per cui tutti i membri di una casa-ta o etnia potevano essere passibili di vendetta per un delitto commesso dauno di loro. Questa usanza evidenziava il fatto che l’azione di uno solochiamava in causa la collettività intera.La solidarietà è tornata in auge, soprattutto con l’umanitarismo francese,a partire dalla metà dell’Ottocento, che ha tentato di mettere la teoria dellasolidarietà al centro del comportamento morale, in sostituzione della dot-trina cristiana della giustizia e della carità.

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Il rappresentante più significativo di questa corrente, Léon-Victor-AugusteBourgeois (1851-1925), ha fondato il principio della vita morale sulle esi-genze della solidarietà, intesa come un debito totale che le singole personedebbono pagare alla società, perché tutto ciò che esse sono o hanno è unbeneficio ricevuto dalla società presente e passata. Questo autore affermache è per giustizia che ciascuno deve rendere alla società quanto ha ricevu-to. E poiché ha ricevuto tutto, ognuno deve donarsi completamente a vantag-gio della società, accettando tutti i sacrifici che ne derivano. Quindi la mora-lità delle sue azioni dipende e si identifica con le esigenze della solidarietà.Bourgeois ha certamente ragione nell’insistere sul principio di solidarietà.Ma è importante precisare che i doveri sociali di ciascuna persona nonderivano da un principio di giustizia basato su una forma di reciprocità.Gli obblighi sociali di ciascuna persona scaturiscono dalla legge moralenaturale e, in ultima analisi dall’autore di questa legge, cioè da Dio, chechiama tutti gli uomini a cooperare in società, secondo un vincolo di inter-dipendenza, per conseguire il bene comune. Quindi i doveri della solida-rietà sono legati alla stessa natura umana. È la natura razionale che esigela solidarietà fra tutte le persone. E perciò si deve anche dire che non èl’obbligo della solidarietà che spinge all’azione sociale, come sostieneBourgeois, ma è piuttosto la naturale socialità che induce alla solidarietà.È comprensibile che il concetto di solidarietà abbia trovato una vasta riso-nanza e accoglienza tra i cattolici. I contenuti della solidarietà infatti sonoampiamente compresi nel precetto della carità che comanda di “amare ilprossimo come se stessi”.Già papa Leone XIII, alla fine del 1800, ha designato la solidarietà con ilnome di “amicizia”, denominazione già presente anche nella filosofiagreca; e nel 1931 papa Pio XI ha indicato la solidarietà con il termine di“carità sociale”. Più recentemente Paolo VI nel 1975 si è riferito a essa inun contesto più ampio, e ne ha parlato come della “civiltà dell’amore”.Il concetto di solidarietà è stato ripreso, sviluppato, chiarito e sistematiz-zato da Giovanni Paolo II nell’enciclica Sollicitudo rei socialis del30 dicembre 1987. Partendo dal principio fondamentale della naturalesocialità dell’uomo, l’enciclica sottolinea l’interdipendenza che si crea trapiù persone o più settori di attività: Si tratta, anzitutto, dell’interdipenden-

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za sentita come sistema determinante di relazioni nel mondo contempora-neo, nelle sue componenti economica, culturale, politica e religiosa, eassunta come categoria morale. Quando l’interdipendenza viene cosìriconosciuta, la correlativa risposta, come atteggiamento morale e socia-le, come “virtù”, è la solidarietà. La solidarietà, quindi, non è un senti-mento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali ditante persone, vicine e lontane. Al contrario, è la determinazione ferma eperseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti edi ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» (n. 38).Quindi l’interdipendenza diventa responsabilità comune a tutti i livelli, equindi anche il motivo primo per impegnarsi a favore del bene comune.Ne consegue che l’esercizio della solidarietà all’interno di ogni società èvalido quando i suoi componenti si riconoscono tra di loro come persone.Coloro che contano di più, disponendo di una porzione più grande di benie di servizi comuni, si sentano responsabili dei più deboli e siano dispostia condividere quanto possiedono. I più deboli, da parte loro, nella stessalinea di solidarietà, non adottino un atteggiamento puramente passivo odistruttivo del tessuto sociale, ma, pur rivendicando i loro legittimi dirit-ti, facciano quanto loro spetta per il bene di tutti. I gruppi intermedi, aloro volta, non insistano egoisticamente nel loro particolare interesse, marispettino gli interessi degli altri (n. 39).Questo criterio di solidarietà si applica naturalmente sia tra i singoli all’in-terno di una collettività, sia tra i vari gruppi, sia tra i vari Stati del Pianeta.In quest’ultimo caso l’interdipendenza deve trasformarsi in solidarietà,fondata sul principio che i beni della creazione sono destinati a tutti: ciòche l’industria umana produce con la lavorazione delle materie prime,con il contributo del lavoro, deve servire ugualmente al bene di tutti.Superando gli imperialismi di ogni tipo e i propositi di conservare la pro-pria egemonia – scrive ancora il Papa nell’enciclica – le nazioni più fortie più dotate debbono sentirsi moralmente responsabili delle altre, affinchésia instaurato un vero sistema internazionale, che si regga sul fondamen-to dell’uguaglianza di tutti i popoli e sul necessario rispetto delle lorolegittime differenze. E perciò si devono escludere lo sfruttamento, l’op-pressione e l’annientamento degli altri (ibid.).

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In conclusione, il concetto di solidarietà che deriva dall’interdipendenzadelle creature umane si concretizza sostanzialmente nell’impegno per ilbene comune, il quale però non può prescindere da un ordine sociale,nazionale e internazionale, più giusto e più umano.Come si vede, il principio di solidarietà ha un fondamento naturale, e tuttele persone lo possono conoscere e condividere. Anche se è il Papa che parla,la teoria esposta appartiene al patrimonio della ragione e non a quello dellafede. Poi i credenti sanno di avere altri motivi per ritenere che il principiodi solidarietà sia solo un raggio di luce della regola d’oro della carità.L’enciclica di Giovanni Paolo II sottolinea che la solidarietà è il fonda-mento dello sviluppo economico e culturale dei popoli. Quindi non solo ilfondamento del progresso dei valori strumentali, cioè dei beni relativi allasussistenza e alla qualità della vita (cibo, abitazioni, vestito, lavoro, cureecc.), ma anche del progresso dei valori assoluti, che sono la bontà, l’one-stà, la giustizia, la verità, la pace, l’amore. Senza questi valori non c’è unvero progresso. Persone sazie, ma egoiste, litigiose, inquiete, disonesteecc., non portano progresso e pace. Forse si può affermare che la solidarietà non è indispensabile per lo svi-luppo e il progresso dei beni strumentali, materiali e tecnici (anche se que-sta tesi è da dimostrare), certo però la solidarietà è indispensabile, neces-saria e urgente per far crescere i beni umani assoluti, quindi i valori dellabuona convivenza e della realizzazione personale e culturale di ciascunuomo e ciascuna donna.Giovanni Paolo II ha promulgato l’enciclica sulla solidarietà nel 20° anni-versario (1967) di un’altra enciclica, la Populorum progressio di Paolo VI,che tanto aveva fatto discutere, perché Paolo VI dava suggerimenti con-creti sull’uso dei beni della Terra, sui rapporti economici tra Paesi svilup-pati e quelli in via di sviluppo, entrando direttamente nel campo economi-co, sociale e politico (il di più dei ricchi deve ritornare ai poveri). E affer-mava che il progresso è il nome nuovo della pace.Giovanni Paolo II chiede le stesse cose in nome della solidarietà, e rie-cheggiando un detto della Bibbia, proclama che la pace è opera della soli-darietà (Opus solidaritatis pax).

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Serata degli auguri: donazione all’ANT del contributo dell’annata 2005-2006.

Sede di via S. Stefano 43, riunione non conviviale del 9 gennaio 2007.I relatori Arch. Andrea Trebbi e Arch. Vittorio Camerini insieme al Presidente; tema trat-tato: Andrea Trebbi, 1980-2005 architetture.

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Visita del governatore Paolo Margara

Conviviale al Circolo della Caccia del 30 gennaio 2007, relatore il giornalista Dott.Cesare De Carlo, tema: La sfida americana ad un anno dalle elezioni. Al tavolo anche ilPresidente Angelo O. Andrisano, le consorti del Presidente e del relatore e l’Ing.Giovanni Manaresi.

Circolo della Caccia, 6 febbraio 2007: la riunione di lavoro che ha preceduto la convivia-le; da sinistra: il Presidente eletto Amato, il Presidente Andrisano, il Governatore Margara,l’Assistente Vivaldi, il Responsabile programmi Manaresi, il Vicepresidente Laus.

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Scambio di regali e ga-gliardetti con il Governa-tore Margara.

Sede di via S. Stefano 43,13 febbraio 2007: il relato-re Prof. Gabriele Falciasec-ca, tema trattato: Gugliel-mo Marconi per un rilanciodella tecnologia italiana.

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Attività di orientamento nella scelta della professione: resoconto della giornata di sabato10 febbraio 2007 (Liceo Sabin)

Rotariani intervenuti: Andrisano, Garofalo, Manaresi, Piazzi, Vallania,Zunarelli del Rotary Bologna; Luzzana del Bologna Nord, Golova Nevskidel Bologna Sud e Cassanelli del Bologna Valle del Samoggia.

A partire dall’anno scorso, il nostro Club ha iniziato un nuovo tipo di ser-vice consistente nell’offrire alle scuole una serie di incontri di orientamen-to nella scelta della facoltà universitaria. Si tratta di un’iniziativa abba-stanza diversa da quella fatta abitualmente dagli Istituti universitari, chemirano sostanzialmente a illustrare il piano di studi della facoltà.L’orientamento promosso dal nostro Club, anche in collaborazione con ilClub di Bologna Nord, mira a fornire un quadro della professione nellasua realtà concreta, nelle sue possibilità di impiego, sfatando tutta unaserie di mitologie fuorvianti e spesso ben radicate nell’immaginario deiragazzi (si pensi all’immagine “romantica” e televisiva che gli studentihanno di una facoltà come medicina). La presentazione della professione(o della costellazione di opportunità professionali connesse a quel datocorso di laurea) è avvenuta a opera di affermati professionisti rotariani. Aparte la grande utilità dell’iniziativa per le scuole, dal punto di vista delRotary il rapporto benefici/costi si rivela assai vantaggioso, in quanto sitratta di un’iniziativa piuttosto visibile (e lo sarebbe ancora di più se si riu-scisse a disporre di un maggiore numero di Rotariani disponibili per que-sti incontri) e a costo zero. Inoltre questa iniziativa sfrutta, trasformando-la in service, la maggiore risorsa del Rotary, che risiede essenzialmentenel fatto di poter contare su un numero elevato di professionisti di altoprofilo. Un esperimento molto riuscito ha riguardato lo scorso anno in par-ticolare il Liceo Minghetti, dove sono stati organizzati quattro incontrirelativi all’orientamento nelle seguenti facoltà (o meglio ambiti professio-nali): economia, giurisprudenza, medicina, lettere e campo umanistico ingenere (comunicazione, editoria, giornalismo). L’iniziativa ha incontrato

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le motivazioni degli studenti e l’apprezzamento della scuola. Quest’annoabbiamo replicato l’esperimento al Liceo Sabin, con le seguenti facoltà:scienze, giurisprudenza (2-3 febbraio), medicina, ingegneria, economia(10 febbraio). In particolare nell’incontro tenuto al Liceo Sabin è emersala necessità di incentivare l’iscrizione a facoltà scientifiche, in particolarematematica e fisica. La Prof.ssa Sgallari, rotariana del Club Bologna Valledel Samoggia, ha dato la propria disponibilità per continuare l’attività diorientamento nelle discipline matematiche. Si è anche convenuto di pro-porre ai soci di rendersi disponibili per essere inseriti in un elenco di pro-fessionisti, che in futuro possano collaborare alla suddetta attività di orien-tamento (F. Piazzi).Con l’amico Antonio Luzzana del R. C. Bologna Nord, sabato 10 febbra-io ho avuto l’incarico di tenere un colloquio con gli studenti degli ultimianni del Liceo Sabin di Bologna per informarli sulle prospettive relativealla scelta dei una facoltà universitaria d’indirizzo economico. Ho inizia-to mettendo in luce le opzioni che una eventuale laurea in economia pro-pone a uno studente, soprattutto nel campo delle libere professioni, rile-vando che in effetti vi sono, ancora oggi, a differenza di altri settori, moltebuone opportunità. In seguito è intervenuto l’amico Luzzana che ha spie-gato, in particolare, come si svolge un’attività lavorativa presso un istitu-to bancario, mettendo in luce che anche tale attività può mettere in gradodi raggiungere elevati livelli di professionalità e soddisfazione anche eco-nomica. Successivamente vi sono stati alcuni interventi degli studenti che,soprattutto, si domandano come alla fine dell’università si giunga a unosbocco professionale. Per cui si è teso a spiegare loro che i risultati delcorso universitario sono molto importanti poiché, ancora oggi, i miglioristudenti sono ricercati sia da aziende che da strutture professionali, quin-di sono loro stessi che possono fare una scelta relativa al loro futuro lavo-rativo (M. Cassanelli).Agli allievi interessati alla professione medica, il primo dei relatori, ilProf. Vallania, ha dapprima presentato un’esauriente descrizione dei corsidi laurea in medicina e chirurgia e in odontoiatria, riportando anche le nor-mative che identificano l’ambito professionale dei laureati nell’una o nel-l’altra disciplina. Successivamente, riferendosi alla pratica clinica quoti-

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diana dell’odontoiatra, ha citato le più frequenti condizioni patologiche ele terapie più avanzate, sottolineando come la sinergia dei diversi profes-sionisti afferenti a una struttura sanitaria odontoiatrica e l’impiego di tec-nologie informatizzate, consentano al giorno d’oggi di fornire al pazienteun trattamento efficace, immediato e definitivo. L’incontro è poi prosegui-to con la relazione del Dott. Garofalo che ha descritto l’attività professio-nale del medico chirurgo specialista in urologia. Con l’ausilio di filmati ediapositive ha presentato i dati relativi alle principali patologie urologi-che, alla loro incidenza crescente in relazione all’aumento dell’età mediae al loro trattamento con tecniche minimamente invasive e non invalidan-ti per il paziente. La relazione del Dott. Zunarelli, infine, riguardava laprofessione del medico specialista in medicina dello sport che ha suscita-to grande interesse nei giovani partecipanti al corso. Il Dott. Zunarelli hadelineato il ruolo fondamentale, nell’ambito di un team sportivo, delmedico dello sport, responsabile dell’accertamento delle condizioni disalute degli atleti all’atto del tesseramento e della loro tutela sanitaria nelcorso dello svolgimento dell’attività sportiva. Ha poi presentato l’orga-nizzazione di una moderna struttura sanitaria di preparazione atletica e diriabilitazione, basata su un approccio multidisciplinare clinico, diagnosti-co e fisiatrico e sull’utilizzo di impianti sportivi e attrezzature tecnologi-camente avanzate. Al termine delle relazioni i numerosi partecipantihanno espresso gradimento e interesse nel corso della discussione con-clusiva (M. Garofalo).Interessante esperienza quella vissuta, insieme all’amico GiovanniManaresi, per la presentazione delle attività professionali nel settore del-l’ingegneria. Una ventina di studenti della IV classe del Liceo Sabin, tuttimolto attenti e interessati, hanno partecipato alla presentazione delleopportunità e delle modalità di lavoro nel campo ingegneristico.Numerose domande e interventi hanno testimoniato l’interesse suscitatonei giovani studenti, presente la Preside dell’istituto che ha ringraziatovivamente per l’organizzazione della giornata, a suo giudizio molto co-struttiva, per la quale si sono prodigati il delegato del Club BolognaF. Piazzi e il delegato del Club Felsineo A. Golova Nevski (A. Andrisano).

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Ristorante Nonno Rossi, Interclub Felsineo del 19 febbraio 2007: una bella immaginedella sala gremita; al tavolo della Presidenza l’ospite della serata, il regista Pupi Avati,relatore sul tema: Che cosa è la creatività.

Riunione conviviale del 27 febbraio 2007, Interclub con i Club di Modena e ModenaL. A. Muratori.Visita all’Accademia Militare di Modena. Conviviale nel Salone d’Onore. In piedi dasinistra: l’Ing. Molinari, Presidente Rotary Modena Muratori, il Generale FrancescoTarricone, Comandante dell’Accademia Militare, il Dott. Bongiovanni, PresidenteRotary Modena, il Prof. Andrisano, Presidente Rotary Bologna.

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Circolo della Caccia, conviviale del 13 marzo 2007, relatore della riunione il socio Prof.Ettore Ambrosioni sul tema: Sindrome metabolica: attacco del benessere alla salute.

Circolo della Caccia, conviviale del 20 marzo 2007, relatore della serata il Prof. CarloFlamigni sul tema: Il dolore è un optional?

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Martedì 27 marzo, sede di via Santo Stefano: interessante riunione di“caminetto” dedicato al cioccolato, organizzata a sostegno dei bambinibisognosi in Paesi disagiati, relatori Giovanni Battista Mantelli, socio delRotary Club Cuneo-Alpi del Mare e direttore commerciale della SocietàVenchi Unica, storico marchio del cioccolato, fondata nel 1878 e Prof.Vittorio Volterra.

L’attuale produzione Venchi è articolata in circa 250 referenze, che rispet-tano scrupolosamente quattro regole imprescindibili: cultura, qualità, fre-schezza e specializzazione.Dopo una breve presentazione della Società, Mantelli ci ha parlato dellapianta del cacao che i botanici fanno risalire a 5000 anni prima di Cristolungo il fiume Orinoco. Da lì è partita la storia di uno dei cibi che hannoavuto un’importanza mai eguagliata sul piano sociale, religioso, terapeu-tico, economico da nessun’altra sostanza scoperta nel Nuovo Mondo eimportata in Europa.La pianta del cacao è uno degli alberi più difficili da coltivare perché nonfruttifica al di fuori della striscia che va dal Tropico del Capricorno alTropico del Cancro.Una volta impollinato il fiore diventa una bacca chiamata “cabosso” che

27-03-07, sede di via Santo Stefano: l’ospite relatore Giovanni Mantelli del Club Cuneo-Alpi del Mare, il Presidente Andrisano e, seduto, il socio relatore Prof. Vittorio Volterra.

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contiene da 30 a 40 semi, detti fave, a forma di mandorla circondati da unamucillagine dolce e succosa.Una volta aperti i cabossi, estratti i semi e la polpa che li avvolge, si passaa quattro stadi successivi per ottenere la granella di cacao che sarà poimacinata per arrivare alla sostanza di partenza per la lavorazione del cioc-colato:• fermentazione;• essiccazione;• torrefazione;• vagliatura/ventilazione.

La coltura del cacao si è estesa nel corso del XVI secolo in Venezuela edEcuador, per raggiungere soprattutto le isole del Mar dei Caraibi:Trinidad, Santo Domingo, Giamaica e Martinica. Oggi le specie più nobi-li giungono dal Brasile, terra di origine, e dai Caraibi.Attualmente Brasile, Costa d’Avorio e Malesia sono in testa ai produttorimondiali di cacao: forniscono, infatti, oltre la metà delle 200 000 tonnel-late di fave che vengono vendute in tutto il mondo sotto il monopolio degliOlandesi che lo detengono dall’inizio del XIX secolo.Dopo aver parlato delle varietà del cacao, il relatore si è soffermato suiprodotti della Venchi, non solo descritti minuziosamente ma fatti gustaresotto la sua attenta guida e studiata regia.I soci hanno così potuto apprezzare il cioccolato fondente in varie percen-tuali di cacao, il cioccolato alle nocciole e il gianduia e il famosissimocioccolatino al rhum.L’informazione, veramente completa, ha toccato anche i seguenti temi:qualità e ricerca dei prodotti, qualità del prodotto e cultura d’informazio-ne, cacao e nutrizione, i grassi del cacao e i sali minerali e le vitamine delcioccolato Venchi.Infine gli stereotipi negativi o errati sul cioccolato.Con il cioccolato sono stati gustati due differenti vini, un Barolo chinatodell’Azienda agricola Sordo di Castiglione Falletto (CN) e il CabernetSauvignon di Giovanni Vallania.

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Un caloroso applauso finale e una raffica di domande hanno confermato ilsuccesso della serata e di ciò dobbiamo ringraziare Giovanni BattistaMantelli, per l’abbondanza e la qualità del cioccolato offerto, per l’interes-sante relazione e per la vera amicizia che ci ha dimostrato venendo appo-sitamente da Cuneo.

Ha preso poi la parola il socio Prof. Vittorio Volterra.Il prof. Volterra ha sottolineato, nel suo intervento, l’“ambiguità sessuale”,non solo linguistica, che caratterizza la cioccolata, o il cioccolato, nonrisolta neppure dai migliori vocabolari, responsabile, forse, dell’accoppia-mento di questo alimento con tutti i liquidi commestibili e con un’infinitàdi altri cibi (compresi formaggio di fossa, gorgonzola, pepe rosa, sale diCervia, aceto balsamico ecc.) e dell’abbinamento con ogni tipo di pasta,riso, pesce, carne, verdura, frutta e spezie.Ha illustrato anche l’impronta data alla cultura da questa sostanza, usataanticamente da Maya e Aztechi, come semi di cacao, quale moneta peraccaparrarsi donne e animali (più costosi questi ultimi) o come bevandaper ottenere forza, coraggio, energia e prestanza sessuale. Per quest’ulti-mo motivo essa venne apprezzata da Carlo V e dai regnanti di Spagna,quando fu portata da Cortez, insieme alla sifilide, in Europa dalleAmeriche. Sulla cioccolata s’innescarono poi dispute ecclesiastiche peraccertare se questa poteva essere assunta il venerdì, o se rompeva il digiu-no prima della comunione, problema risolto, con piena assoluzione dapapa Pio V e dal cardinale Brancaccio, dopo annose discussioni.Senza ripetere quanto già enunciato dal precedente relatore (la diffusionedella cioccolata alla corte di Francia con la “Cerimonia della cioccolata delRe”; poi in Piemonte, a Torino, dove i Savoia concessero la prima licenzadi fabbricazione e, da qui, in Svizzera e nel mondo), il Prof. Volterra haricordato gli scrittori (G. Garcia Marquez, J. Amado, Ph. Delerm, R. Loy,C. Sveva Modigliani, I. Calvino, D. Fo, oltre a Metastasio, Alfieri,Goldoni, Manzoni, Gozzano ecc.); i pittori (Longhi, Leotard, Diego deRivera ecc.), i musicisti (Mozart e, tra i più moderni, le “Chocolats” ecc.)e i registi cinematografici che hanno posto la cioccolata al centro della loro

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produzione artistica (tra i film più noti: Pane e cioccolata; Fragole e cioc-colata; Cioccolata bollente; due Chocolat; due La fabbrica del cioccolato;Come l’acqua per il cioccolato; Grazie per il cioccolato ecc.).

Per quanto riguarda le proprietà farmacologiche di questa sostanza, defi-nita su Nature (1994) “qualcosa di più di un alimento e qualcosa di menodi una droga” (R.J. Husetable), ha illustrato la sua influenza sulla produ-zione di serotonina, anti MAO, cannabinoidi ed endorfine (con la conse-guente azione antidepressiva ed euforizzante), il contenuto di feniletilami-na (stimolante), polifenoli (antiossidanti) e flavonoidi, tra cui l’epicatechi-na che, secondo recentissimi studi, servirebbe a prevenire malattie cardio-vascolari, ictus, cancro e diabete, forme morbose quasi assenti inAborigeni di Panama (gli Zuma), che si nutrono di semi di cacao (pecca-to che l’epicatechina venga quasi del tutto eliminata durante la lavorazio-ne del cacao per renderlo più appetibile). La cioccolata è stata anche utilizzata come test psicodiagnostico (in basealla scelta di colore, forma, consistenza, ripieno ecc. del cioccolato, incar-tato o meno, e della maniera di gustarlo) e come cura (cioccolatoterapia,non solo per os., ma anche come crema per la pelle).Per quanto poi riguarda le sue proprietà afrodisiache, esaltate da Casanovae dal Marchese de Sade, le prove scientifiche non ne testimoniano in real-tà l’esistenza, se non a dosi mastodontiche, che indubbiamente provoche-rebbero effetti collaterali molto spiacevoli.Certo è che il cioccolato appare spesso sostituire carenze affettive e alle-viare tristezze e preoccupazioni. Ciò può far sì che alcune persone nediventino dipendenti (ancor più se in associazione con alcol, o con la can-nabis con cui è anche miscelato in tavolette sorprendentemente in com-mercio regolare in Italia). Nulla di meglio in questi casi di una buona cioc-colata, sostengono Brillat-Savarin e Landolfi e “d’altronde, cos’altro puoirammentare di un gran cioccolato, se non il desiderio esplosivo, seducen-te, dirompente di assaggiarne ancora, ancora e ancora?”, scrive Humboldal duca di Göteborg, nel 1865. Forse proprio in base a queste constatazio-ni si può comprendere il malinteso che ha fatto sì che l’oratore sia statodefinito cioccolomane, anziché, come correttamente, coccolomane.

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Martedì 17 aprile 2007, conviviale al Circolo della Caccia: da sinistra: il vicepresidenteAvv. Laus, gli ospiti Ingg. Stefano Cavallari e Alberto Melloni, il relatore Dott. LorenzoBianchi, il Presidente Andrisano, la Signora Canetoli, l’Ing. Canetoli e l’Ing. Filippi.

Lorenzo Bianchi ha dissertato sul tema: Afghanistan: una sfida impossibile.Il relatore, ripetutamente inviato per il QN nei turbolenti territori di guer-ra dell’Afghanistan e dell’Iraq, ha catturato l’attenzione dell’assemblearaccontando trepidanti episodi realmente vissuti, quali “un viaggio dentroun blindato”, “il sopralluogo alla piscina delle esecuzioni” e ha anche rife-rito numerosi aneddoti sulle esperienze vissute da giornalisti, attori... “Làdove finisce una strada iniziano i Talebani”, “il tempo perduto per azionibelliche è troppo lungo in Afghanistan”, “in Afghanistan è stata duramen-te pagata la distrazione di essersi preoccupati dell’Iraq”, sono espressioniche Bianchi ha utilizzato per inquadrare più compiutamente il tema.Gli abitanti dell’Afghanistan appartengono a 7 diverse etnie: quindil’Afghanistan è privo di potere centrale forte e “chi ha cercato di destituir-lo ha fallito”. Relativamente all’assetto economico, la raccolta dell’oppio rimane la risor-sa più importante per i Talebani, tanto che alcune opinioni espresse dalmondo occidentale suggeriscono l’acquisto dell’oppio direttamente daicontadini per interrompere il loro rapporto con i Talebani, privandoli in talmodo dei copiosi finanziamenti derivanti dal commercio della droga.

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Gita in Toscana del 21 e 22 aprile

Guidato da Aldo de Virgiliis, esperto organizzatore di gite, nonché respon-sabile della apposita Commissione di Club, e dagli amici rotariani deiClub di Pisa e di Massa e Carrara (Dott. Andrea Andrei e Prof. PieroSecchiari), un numeroso gruppo di Rotariani del Club di Bologna, accom-pagnati da consorti, amici e ospiti, si è recato in Toscana per l’interessan-tissima gita a Massa e Carrara, Pisa, San Rossore. Di grandissimo interesse la visita guidata alle cave di marmo, al museo diPisa delle navi romane (in fase di restauro), alla splendida tenuta di SanRossore e alla villa fatta costruire dal Presidente della Repubblica,Giovanni Gronchi. Si è chiuso il programma con la navigazione sull’Arno in un meraviglio-so pomeriggio di sole e con la visita alla piazza monumentale di Pisa. Ottima la accoglienza all’Hotel California di Forte dei Marmi per il per-nottamento e gustose colazioni sia a Colonnata (sabato 21) che a SanRossore (domenica 22).

Tenuta di San Rossore, 22 aprile 2007: il gruppo dei Rotariani in gita.

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Circolo della Caccia, conviviale del 24 aprile 2007, relatore Prof. Franco Casali sul tema:Arte e scienza: un dialogo a due voci.

Riportiamo una breve sintesi del suo intervento: Arte e scienza: un dialo-go a due voci.

Nel lontano passato, arte e scienza andavano di pari passo. Questo nonsorprende dato che sono due espressioni della stessa sorgente di sapere: lamente umana. A tale proposito ricordiamo che i grandi del passato (adesempio, Leonardo) erano allo stesso tempo artisti e scienziati. Solo nelsecolo scorso, da alcune scuole filosofiche, si è creato una barriera tra artee scienza, barriera (di diffidenza e incomprensione) che, ancora oggi, èdifficile da abbattere. Fortunatamente le cose stanno migliorando, grazieal nuovo interesse degli storici dell’arte per le metodologie di diagnosticae al maggiore impegno degli scienziati in questo campo di ricerca.Durante la relazione, tra le svariate tecniche di diagnostica, sono state illu-

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strate solo le metodiche che fanno riferimento all’analisi con radiazionielettromagnetiche (infrarosso, ultravioletto e raggi X). Il relatore hamostrato alcune applicazioni della riflettometria all’infrarosso (applicataai dipinti a olio e manoscritti) e della fluorescenza ultravioletta (applicataai codici di pergamena). Per quanto riguarda la diagnostica con radiazio-ne X, argomento sul quale il relatore si sofferma più a lungo, viene descrit-ta una nuova strumentazione, brevettata al Dipartimento di Fisica, con laquale è possibile realizzare radiografie e tomografie con una grande riso-luzione spaziale. Con questo strumento, infatti, è possibile vedere partico-lari delle dimensioni del decimo di millimetro, risoluzione molto superio-re a quella ottenibile con le più moderne TAC medicali.Il gruppo di giovani ricercatori (alcuni presenti alla conviviale) che lavo-ra con il relatore, si è guadagnato una grande stima a livello mondiale, tan-t’è che il Getty Conservation Institute di Los Angeles gli ha commissio-nato una TAC per beni culturali in grado di funzionare con sorgenti a rag-gi X fino a 450 kV (quelle medicali arrivano a 150 kV), il che permettel’analisi di statue di bronzo. Il relatore, oltre le misure effettuate al Getty, ha mostrato i risultati ditomografie del Globo costruito nel 1570 dal domenicano Egnazio Danti(210 cm in diametro) conservato nella Sala delle Carte a Firenze. Questointervento, richiesto dal Comune di Firenze, costituisce sicuramente unrecord mondiale di tomografia “in campo”.Altro intervento inusuale è stato la TAC, al Museo Nazionale di Asmara,di un cranio fossile (vecchio di un milione d’anni), scoperto in Eritrea dauna missione italiana. Tenendo conto delle condizioni di lavoro e della dif-ficoltà di trasportare la strumentazione, anche questa può essere conside-rata un’impresa ragguardevole nel campo della paleoantropologia. Ovviamente le applicazioni ai beni culturali, mostrate dal relatore, costi-tuiscono la vetta di un iceberg. Infatti, anche nel campo della diagnosticaindustriale, non ci si accontenta più della radiografia: si richiede la tomo-grafia con precisioni impensabili fino a qualche anno fa.

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Basilica dei Servi: illustrazione del restauro della Pala lignea di Alessandro Tiarini da parte di Elisa Stefanini

Nel pomeriggio del 10 maggio si è svolta all’interno della Basilica deiServi l’illustrazione del restauro della pala lignea di Alessandro Tiarinialla presenza di numerosi intervenuti, tra i quali ricordiamo i quattroPresidenti dei Club che hanno condiviso con il Rotary Bologna l’onere delrestauro e cioè: il Prof. Ing. Andrea Zanoni del Bologna Sud, il Dott.Mauro Cassanelli del Bologna Valle del Savena, il Prof. Lucio Montonedel Bologna Valle dell’Idice e il Dott. Elio di Curzio del Bologna Galvani,nonché della Dott.ssa Rosa D’Amico della Sovrintendenza dei BeniCulturali. Ha fatto gli onori di casa Padre Bruno Zanirato, priore della Basilica, cheha brevemente introdotto i relatori. Il Presidente Andrisano ha dapprima ricordato l’intero iter che ha portatoal restauro: i primi contatti con i restauratori per individuare un’operad’arte adeguata che necessitasse di intervento di pulitura, i successivi col-loqui con il padre priore, poi il rapporto con la Sovrintendenza per i rela-tivi pareri e per ottenere le necessarie autorizzazioni, infine la presentazio-ne ai Club Felsinei per raccogliere le adesioni indispensabili ai fini dellaraccolta dei fondi necessari. Ha quindi ringraziato tutti i soci dei Clubbolognesi che hanno avuto la sensibilità di concorrere alla iniziativa. Unsentito ringraziamento anche alla Dott.ssa D’Amico per la spontanea eimmediata adesione al progetto, per il supporto offerto durante il restauro,per i preziosi suggerimenti.Successivamente è proprio intervenuta la Dott.ssa Rosa D’Amico per uninquadramento storico dell’opera di A. Tiarini e per un ringraziamento alRotary per l’intervento effettuato. Hanno poi preso la parola i restaurato-ri: Elisa Stefanini ha mostrato sul dipinto tutti gli interventi e ha poi com-mentato in un apposito filmato le modalità operative, sottolineandone gliaspetti più interessanti.

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Riunione Interclub del 10 maggio 2007, Basilica di Santa Maria dei Servi: concerto dicornamusa del maestro Domenico Servucci.

Cerimonia Interclub del Bologna Felsineo: consegnadei certificati di merito agli studenti diplomati delleScuole Medie Superiori della Provincia di Bologna

Sede Ducati Motor Spa, sabato 19 maggio 2007, ore 9.30Si è svolta sabato mattina, nella sala conferenze della sede della DucatiMotor di Borgo Panigale la ormai rituale consegna dei Certificati diMerito ai migliori studenti delle Scuole Medie Superiori della Provincia diBologna, diplomati nell’anno scolastico 2005-2006.Ha fatto gli onori di casa il dirigente della casa motoristica bolognese LuigiMengoli, socio del Rotary Valle dell’Idice che ha aperto ufficialmente lacerimonia con un caloroso saluto a tutti gli intervenuti. Ha poi preso la

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parola per presentare i relatori l’Assistente del Governatore FrancescoBaccilieri che ha brillantemente condotto tutta la presentazionedell’Interclub. Il nostro socio Andrea Magalotti, con una incisiva e chiarapresentazione del Rotary, ha fatto conoscere a tutti i numerosi presenti (stu-denti, familiari, ospiti e dirigenti scolastici) la storia della nostra Istituzione,gli inizi, la divulgazione nel mondo, le attività di servizio, ma soprattutto leazioni rivolte ai giovani, dalla costituzione dei Club Rotaract e Interact aifinanziamenti dei Gruppi di studio, dall’organizzazione del Ryla alle attivi-tà di assistenza internazionale. Particolarmente apprezzato anche il succes-sivo intervento di Alessandro Golova Nevsky del Club Bologna Nord cheha messo l’accento sulle opportunità che il Rotary Felsineo offre a tutti igiovani volenterosi: dalle visite ai Musei universitari all’assistenza nellascelta delle professioni, all’organizzazione di Lavorotaract.

Sede Ducati SpA, relazione introduttiva del nostro socio, Ing. Andrea Magalotti.

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A conferma di quanto delineato dal Dott. Golova è successivamente inter-venuto il giovane Dott. Federico Fanti, già premiato con il Certificato diMerito nel 2000 e oggi ricercatore universitario, geologo, dottorando pres-so il Dipartimento di Scienza della Terra dell’Ateneo, che ha potuto ini-ziare la sua attività e inserirsi nel mondo della ricerca internazionale pro-prio grazie alla fruizione di una Borsa di Studio degli Ambasciatori delRotary con la quale ha iniziato le sue ricerche sui dinosauri, prima inCanada e successivamente in altre parti del mondo, tra cui la Mongolia.La sua testimonianza di diplomato, premiato dapprima dal Rotary e inse-rito poi con successo nel mondo del lavoro, è stata apprezzata e moltoapplaudita da tutti i giovani presenti.A seguire, dopo le relazioni, è stata effettuata, da tutti i Presidenti dei ClubBolognesi presenti o dai loro delegati, la consegna dei Certificati di Meritoai giovani, migliori diplomati delle scuole di Bologna e provincia, tra gliapplausi dei numerosi intervenuti. Dopo la rituale foto di gruppo, ha chiusola mattinata la visita sia al Museo Ducati, sia ai reparti produttivi, e il tradi-zionale buffet offerto dalla Casa motoristica. Appuntamento al 2008 per lapremiazione dei migliori allievi dell’anno scolastico attualmente in corso!

Sede Ducati SpA, sabato 19 maggio 2007, consegna dei Certificati di Merito ai miglioridiplomati delle scuole di Bologna: l’Ing. Bottonelli del Bologna Nord, organizzatoredell’Interclub, il Prof. A. O. Andrisano e l’Assistente del Governatore Dott. Bacciliericon Giulia Masotti, migliore diplomata del Galvani.

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Partecipazione in veste di Club padrino alla celebrazione del 50esimo Anniversario del Rotary di Imola - 31 maggio 2007

Celebrato nella serata del 31 maggio presso l’Hotel Molino Rosso, il cin-quantesimo anniversario della nascita del Rotary Club di Imola alla pre-senza di autorità civili, religiose e rotariane in una serata interclub che havisto la partecipazione oltre del nostro Club nella veste di Club Padrino,anche tutti i Rotary della Romagna Nord e quindi Ravenna, Lugo, Faenza.Presenti il Governatore Ing. Paolo Margara e il Governatore IncomingIng. Gianni Bassi, l’Assessore alla Cultura del Comune Valter Galavotti.Ha accolto i numerosi ospiti il Presidente Dott. Eugenio Galvani che haricordato in apertura di serata il ruolo del Club di Bologna nella fondazionedel Club imolese; a seguire intervento del Past President Alberto Dall’Ossoche ha tratteggiato sinteticamente la storia del Club. Dopo cena consegnadei riconoscimenti rotariani PHF ad alcuni soci e cittadini meritevoli. Sono stati premiati i Rotariani Nevio Gagliardi, Gianni Andalò, il PastPresident Stefano Bernardi e il Vicedirettore dei Musei diocesani di Imola,Paolo Violi. Successivamente è stata data la parola al nostro presidente perun saluto e per un messaggio augurale: riportiamo qui integralmente il suointervento. In chiusura di serata, dopo il brindisi di rito, scambio di doni edi gagliardetti con tutti i Presidenti rotariani intervenuti. Sul sito del Club di Imola, molto ben organizzato e aggiornato in modocontinuativo dal Past President, Dott. Daniele Franchini è già presente unampio resoconto della serata, con numerose fotografie. Particolarmenteapprezzata dai padroni di casa la folta rappresentanza del nostro Club.

Dal discorso del Presidente A. O. Andrisano:

Cari Amici imolesi, caro Presidente,dopo i saluti di rito, consentitemi di ringraziare i miei soci del Club diBologna che hanno aderito numerosi a questa manifestazione. Li ringra-zio per la presenza particolarmente nutrita. Un affettuoso saluto anche ai

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loro familiari e ai loro ospiti. Un ringraziamento particolare e un calorososaluto al nostro Past Governor Prof. Belelli, sempre presente in queste cir-costanze, qui con la gentile signora. Ringrazio per l’invito, diretto a me e al mio Club, di partecipare a questariunione Interclub per la celebrazione del 50enario della nascita del VostroClub di Imola che – ricordo – avvenne il 3 giugno 1957, in occasione dellatrentesima annata del Club di Bologna, presidente Felice Battaglia, profes-sore ordinario di Filosofia Morale, Rettore dell’Ateneo di Bologna, e sonopertanto qui in veste di presidente del Club padrino al fine di sottolinearee testimoniare la continuità di azione, la condivisione degli stessi ideali, ladisponibilità nostra a operare insieme a voi con spirito rotariano, anche atestimoniare l’amicizia reciproca. Quella con il Presidente Galvani è una amicizia ormai cementata e conso-lidata dalla condivisione del nostro modo di essere rotariani. È la “magiadel Rotary”: ci siamo visti a Montecatini, in occasione del Convegno disabato scorso, è stato sufficiente essere stati insieme nel coffe break, esse-re vicini a tavola durante la cena di gala del Governatore, per scoprire diessere in perfetta sintonia sul modo di operare e di agire in ambito rotaria-no. Ed è proprio questo che ci rende più amici.Mi sono documentato sulla nascita del Club di Imola. Troppa la curiositàquando ho ricevuto il vostro cortese invito. Abituale frequentatore dibiblioteche, anche se oramai tutte virtuali, non ho avuto difficoltà a trova-re le notizie nel nostro tradizionale archivio cartaceo. Quindi rammento unbrevissimo cenno di storia.Dalla rivista Rotary, numero di luglio-agosto 1957:Imola diventa il 29esimo Club dell’allora 186esimo Distretto.Presidente e Segretario del neo Club sono rispettivamente il Rag. EugenioBartolini e il Dott. Eugenio Bianconi. L’indirizzo di segreteria è: viaEmilia 97. I soci si riuniscono convivialmente tutti i martedì alle ore 20.00 presso ilRistorante Albergo Turismo.E poi, ancora, da Il Resto del Carlino del 12 settembre 1957:Questa sera, alle 20.30, nei locali di un noto albergo ristorante imolese,avrà luogo la cerimonia della costituzione ufficiale del Rotary Club di

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Imola. La carta costitutiva del Club sarà consegnata dal Prof. FeliceGioielli, Governatore del 186esimo Distretto del Rotary International.Messaggi di augurio da Zurigo, dal Past Governor del Distretto Prof.Marino La Penna e da Club italiani ed esteri…Il Club di Imola nasce dunque nel 1957: i soci del Club bolognese di allo-ra decisero infatti di onorare i 30 anni di vita del Club, creando i presup-posti per la nascita di un nuovo Rotary, facendo così del proselitismo l’ele-mento caratterizzante della celebrazione rotariana.A Bologna quest’anno abbiamo celebrato l’80esimo anno, il 6 marzo;(Brescia festeggerà l’80esimo il 13 giugno).Nell’occasione si è discusso anche sul formalismo e sull’ufficialità dellecelebrazioni: “Qualcuno sostiene che forse siamo un po’ schiavi del ceri-moniale americano” – diceva l’amico Prof. Zavelani Rossi, intervenuto aBologna in rappresentanza del nostro Club padrino di Milano – ma poiconcludeva, convenendo sull’importanza di celebrare gli anniversari e ciòper l’opportunità del ritrovarsi insieme. E abbiamo infatti recentementevissuto il significato del reincontrarsi, del ritrovarsi tra soci e tra Club.Nella mia veste di presidente pro-tempore mi sono preoccupato che l’avve-nimento avesse rilievo e questo non per una semplice rimpatriata tra vec-chi amici, o un incontro tra nuovi, ma perché la celebrazione è, soprattut-to, l’occasione per porsi domande e interrogativi sulle finalità e sul mododi essere Rotariani ieri, oggi, ma anche domani e ancora dopo. È occasio-ne per riscoprire che cosa era, per capire che cosa è oggi il Rotary, e peripotizzare che cosa potrà essere in futuro. Lo abbiamo fatto a Bologna il6 marzo (rammento la relazione Il Rotary nell’età della tecnica del Prof.Massimo Jasonni), lo facciamo questa sera qui a Imola, e vorrei aggiunge-re lo facciamo in perfetta sintonia con le tematiche del Convegno di saba-to e domenica scorsa a Montecatini: Il Rotary: idee, persone, avvenimenti.Ho potuto, dicevo, leggere un po’ di documentazione sulla nascita delClub, rendermi conto dei protagonisti di allora: sono illustri Rotarianiquelli che vengono citati come protagonisti delle attività preparatorie:sono Rotariani che hanno fatto la storia del Rotary, non solo di Imola o diBologna, ma del Rotary International. Dall’articolo redatto – in occasione del passaggio del millennio – dal

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vostro socio fondatore, prof. Alberto Mattioli, si legge, a proposito delperiodo di preparazione: …attivi e frequenti gli incontri con i membri del Rotary Club BolognaCentro, Club preventivamente designato quale padrino, per un vero e pro-prio corso di apprendistato in materia di norme e di regolamento, doverie finalità: furono nostri efficaci e premurosi mèntori tutti i Rotariani diBologna Centro, ricordando in particolare l’Ing. Ambrosini, il Prof.Ghigi, il Prof. Battaglia, il Generale Zanotti. Quasi contemporaneamente parteciparono efficacemente al compitodidattico i soci del Club di Ravenna, Forlì e Rimini del quale ultimo Clubera valido segretario l’Avv. Livio Minguzzi.Quindi una nascita sotto i migliori auspici, grazie alla sapiente regia di per-sone che hanno onorato il Rotary con il loro alto profilo professionale: ilProf. Ghigi e il Prof. Battaglia, Rettori dell’Ateneo, l’Ing. Ambrosini, sociofondatore del Club, così come il generale Zanotti. L’Avv. Livio Minguzzi,padre del nostro amico Italo, che sarà poi Governatore del Distretto. E par-lando di Rotariani illustri non posso non ricordare qui a Imola questa seraVitaliano Valenti, Governatore 1975-1976, vostro socio prima, nostro sociodopo. Allora, nell’anno del Governatorato di Vitaliano, ero socio delRotaract. Di Vitaliano Valenti ho quindi ricordi importanti sin dagli anni’70, ma ho anche ricordi di anni più recenti quando – da rotariano e da per-sona adulta – ho avuto il piacere e il privilegio di poterlo frequentare e direndermi conto quindi della sua statura di professionista e di Rotariano. Credo che possa fare immenso piacere a Voi tutti sentire un breve passag-gio della celebrazione fatta da Massimo Jasonni al nostro Club, nel gen-naio dell’anno passato, all’indomani della sua scomparsa, a proposito delsuo carattere e del suo modo di fare: …Le sue origini romagnole giocavano, al proposito, un ruolo determinan-te: non tergiversava, assumeva decisioni limpide e nette, amava la discus-sione, ma per giungere a una sintesi chiara. Per noi rotariani è stato unguardiano del faro, il faro dell’abitare rotariano, di cui Vitaliano è statofedele custode: perché senza supponenza, ma con estrema autorevolezza,indicava la via da tenere…Oggi, in questa sede, credo di poter dire che Vitaliano sia stato l’elemen-

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to più forte di unione che i nostri due Club abbiano mai avuto nel tempo.Un’altra cosa che mi ha gratificato, leggendo i ritagli di giornale dell’epo-ca – quelli riportati nella pubblicazione che il vostro Club ha redatto inoccasione dell’apertura del nuovo millennio – sono le attività a favore deigiovani. Da Il Resto del Carlino del 14 settembre 1957:… nell’occasione della consegna della carta il Presidente del ClubBartolini ha reso noti i 7 nomi degli studenti delle Scuole Medie locali aiquali sono stati assegnati dal Rotary Club di Imola, i premi di studio percomplessive 175000 lire…

Una tradizione rotariana, quella del supporto dei giovani meritevoli quin-di, iniziata già allora a Imola e proseguita poi, sia dal vostro Club, sia dalnostro con i Certificati di merito ai migliori allievi della Scuola MediaSuperiore e con i Premi di Laurea, voluti nel nostro Club dal nostro caris-simo Prof. Guido Paolucci, per i migliori laureati dell’Ateneo.Ma – aggiungo – la soddisfazione e il piacere anche per le numerose atti-vità di servizio, svolte in passato, e per quelle che, anche oggi, il Rotarydi Imola compie a favore della comunità. Mi piace ricordare in particolare: • il Premio della Pace e dell’Intesa Mondiale;• il Premio Rotary Sport per i giovani, finalizzato a favorire l’occupazio-

ne del tempo libero in attività sportive;• l’organizzazione delle vacanze per ragazzi portatori di handicap;• le numerose azioni umanitarie;• le donazioni (l’auto al Patronato scolastico)…

Tutte attività che Vi onorano e che fanno comprendere come il seme lan-ciato in quel 1957 abbia dato negli anni ottimi frutti. Non mi resta quindiche complimentarmi per i Vostri primi 50 anni e formularVi i miglioriauguri per il futuro, confermando, a nome dei miei soci, la più ampiadisponibilità a riunioni Interclub e a iniziative da organizzare insieme,magari nel contesto della Fondazione Rotary. Celebriamo quindi insiemeil Rotary, cari amici di Imola, con l’intendimento, come auspica il nostroGovernatore Margara, di operare, mettendo più Rotary nei nostri Rotary.

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Interclub per il 50° Anniversario di fondazione del Club di Imola, 31 maggio 2007; altavolo della presidenza, da sinistra: il Presidente del Club Ravenna Galla Placidia,Giovanni Zuffa; il Past Governor Prof. Edile Belelli; il Presidente del Club Bologna Prof.Angelo O. Andrisano; il vicesindaco del Comune di Imola Fabrizio Castellari, ilGovernatore Ing. Paolo Margara; il Presidente del Club di Imola, Dott. Eugenio Galvani;il.Governatore Incoming Ing. Gianni Bassi (seminascosto), l’assistente del GovernatoreMaurizio Casadio, Monsignor Antonio Cavina, il Presidente del Club di Lugo e ilPresidente del Club di Faenza.

Riunione del 12 giugno 2007, Circolo della Caccia, relazione del Prof. Alberto Guenzi sultema: Quando Bologna pensava in grande, itinerari e percorsi del sistema artificiale delleacque. Da sinistra il Prof. Volterra, la Dott.ssa Lubich, il relatore e il Prof. Andrisano.

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Interclub felsineo del 19 giugno 2007, Aula Absidale di Santa Lucia, cerimonia di consegnadei Premi Rotary “Guido Paolucci” ai migliori laureati dell’anno accademico 2005-2006.Al centro il Magnifico Rettore Prof. Ing. Pier Ugo Calzolari circondato dai ragazzi pre-miati.

Martedì 19 giugno2007, Aula Absidaledi Santa Lucia, ceri-monia di consegnadei Premi di Laurea“Guido Paolucci”. Il Presidente Andri-sano e il Prof. Pileripremiano la Dott.ssaFederica Pasini.

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Circolo della Caccia, 26-06-2007, chiusura dell’80esimo anno rotariano. Tradizionalepassaggio del “collare” e della “stecca” dal Presidente uscente Angelo O. Andrisano aquello entrante Giovanni Vallania.

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L’attestato presidenziale ricevuto dal Governatore Paolo Margara al termine dell’ottantesima annata rotariana.

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Annata rotariana 2006/2007

Relazione di chiusura dell’annata del Presidente Prof. Ing. Angelo O. Andrisano

Cari amici, con quest’ultima riunione si chiude questa sera la mia annata rotariana dipresidenza e Vi confesso che non sono pochi i pensieri che attraversano lamia mente e sono tutti pensieri che suscitano forti emozioni. Quello cheposso sicuramente affermare, – e, credetemi, non è la solita frase retorica– è che l’impegno che ho profuso nella presidenza del Club è stato di granlunga ricompensato dalle manifestazioni di affetto e di amicizia che hoavuto da tutti Voi e dai miei consiglieri in particolare, dagli amici rotaria-ni del Distretto e anche fuori Distretto, da quelli del Club Felsineo. Hosentito sempre molto vicino il Consiglio e credo che nell’arco di questoanno di presidenza si sia cementata un’amicizia già in essere, ma che lacondivisione dei progetti e dei programmi svolti ha certamente reso piùprofonda e più duratura. Ed è questa, a mio parere, una delle magie delRotary: divenire più amici grazie alle azioni di servizio condivise! Per mesi chiude questa sera pertanto una felicissima esperienza, ricca di soddi-sfazioni e di questo non posso che ringraziare personalmente gli amiciPast Governor Renato Pasquali ed Edile Belelli e inviare un grato pensie-ro alla memoria dell’altro nostro grande uomo e grande rotariano che èstato Vitaliano Valenti: hanno tutti e tre avuto fiducia in me e a me hannodato questa magnifica opportunità. Pertanto grazie, e grazie di cuore. Vorrei anche subito scusarmi se non siamo riusciti a chiudere tutti i pro-getti da me programmati nello scorso luglio: me ne assumo la responsabi-lità in quanto credo che, come in tutte le cose del nostro essere e del nostrofare, la responsabilità prima è sempre di colui che è posto al vertice dellapiramide.

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Vengo quindi, come è prassi, a esporre sinteticamente il riassunto di que-sta annata che si è concretizzata in una cinquantina di incontri (di cui 47inseriti nel calendario ufficiale), cui si aggiungono gli incontri distrettualie le attività di servizio. Annata che ha visto ruotare le attività più visibilie significative attorno alla celebrazione dell’80esimo Anniversario delClub, festeggiato come ricorderete la sera del 6 marzo 2007.

Tratterò brevemente i seguenti 10 punti: 1. l’organico del Club; 2. le onorificenze conferite; 3. riunioni, relazioni,percentuali di presenza e assiduità; 4. le attività dell’80esimo Anniversa-rio del Club; 5. attività di Commissioni e Progetti di Servizio; 6. RotaryFoundation; 7. rapporti con i giovani; 8. il Bologna Felsineo e il Distretto;9. le cose non fatte; 10. ringraziamenti, considerazioni finali e auguri.

1. L’organico del Club al 26 giugno 2007Il 1° luglio 2006 il Club era composto da 145 soci. Al 26 giugno 2007 hala stessa consistenza. Classifiche presenti 15, Classifiche scoperte 2: artigianato e istituzioniestere. Età anagrafica media: 58,15. Soci entrati (ordine cronologico): Ing. Arcuri, Dott. Zanotti, Dott.Marchetti (trasferimento da Venezia), Prof.ssa Agati, Dott. Vignoli,Dott.ssa Farruggia, Dott.ssa Golfieri. Soci usciti per dimissioni: Dott. Cacciari, Gen. Nobili, Prof. Pupillo. Soci deceduti: Prof. Paolucci, Avv. Montanari, Avv. Graziosi, Dott. Bonora.Soci in aspettativa dal 1° luglio 2007: Prof. Sassatelli. Rientrano dall’aspettativa dalla stessa data: Dott.ssa Lea Boschetti e Dott.Francesco Sforza. In via di trasferimento, da Mantova: Prof. Genovesi.

2. Onorificenze Paul Harris FellowIn occasione della serata del 6 marzo, durante la celebrazionedell’80esimo anniversario del Club, è stata effettuata la consegna dei rico-noscimenti e dei premi ai Soci meritevoli. Il Consiglio Direttivo del Club

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ha voluto infatti dimostrare riconoscenza ai Soci che sono parte attiva delRotary Bologna da 40 anni e più di 40, conferendo loro il PHF. È un rico-noscimento alla loro costante, assidua e continuativa partecipazioneall’azione rotariana. È stata concessa l’onorificenza a: Ernesto Stagni,Renato Pasquali, Guido Benassi, Francesco Angiolini, Giancarlo Borghi,Ubaldo Monari Sardè, Franco Fabbri e alla nostra Renata Rossi; poi altripremi a Edile Belelli e Giuseppe Coccolini. Oggi, a chiusura dell’annata,abbiamo conferito la medesima onorificenza a: Alfredo Borlotti, MarioMusso, Francesco Piazzi, Andrea Trebbi.

3. Sintesi delle relazioni programmateColgo l’occasione per ringraziare tutti i soci relatori delle riunioni convi-viali e non conviviali, i relatori delle importanti riunioni istituzionali chemi fa piacere ricordare uno ad uno. I soci: Brizzi, Latini, Stagni, Camerini, Benetollo, Trebbi, Cavallini,Falciasecca, Ambrosioni, Tugnoli, Volterra, Casali, Cicala, Pileri, Jasonni,Zunarelli, Magalotti. E i non soci: il giornalista Angelo Panebianco, l’Ing.Mario Salmon, il Prof. Puddu, l’amico delle Langhe Giacolino Gilardi, ilProf. Paolo Tiberio, l’Arch. Vittorio Camerini, il giornalista Cesare DeCarlo, il regista Pupi Avati, il Prof. Carlo Flamigni, il “cioccolatiere” Dott.Mantelli del Club di Cuneo, il giornalista inviato speciale LorenzoBianchi, il collega Prof. Alberto Guenzi, l’amico rotariano AdrianoMaestri, responsabile della commissione distrettuale per la RF, la restau-ratrice Elisa Stefanini, il Dott. Della Villa, il generale comandante dellaAccademia Militare Tarricone. Sulle 30 riunioni con relatore la percentuale totale media di partecipazio-ne è del 39% (con una media del 42% per le sole colazioni). Scarse inve-ce le presenze alle manifestazioni distrettuali. Questa è una nota dolente.Solo in parte lenita dal fatto che quest’anno si era sempre in trasferta al dilà dell’Appennino. Speriamo che l’anno prossimo, nella più comoda eospitale Romagna scelta dal Governatore Incoming Gianni Bassi, il presi-dente Giovanni Vallania possa raccogliere maggiori consensi! Voglioricordare agli amici che, in questi ultimi anni, essendo stato presente alleriunioni distrettuali, ho sempre apprezzato sia l’ospitalità di coloro che

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hanno organizzato l’incontro, sia la qualità delle relazioni. Le ultime diMontecatini hanno lasciato una impressione molto positiva.

4. Le attività dell’80esimo4.1. Restauro della Pala nella Basilica dei Servi in Bologna, opera di Ales-sandro Tiarini, allievo di Prospero Fontana. Il restauro è stato possibileanche grazie al contributo, oltre che del Club Bologna, dei seguenti ClubFelsinei: BO Sud, BO Valle dell’Idice, BO Valle del Savena, BO Galvani.Autrice del restauro è stata Elisa Stefanini. Il restauro ha implicato unonere complessivo di circa 18 000 euro, di cui a carico del nostro Clubun’aliquota pari a circa un 40%.

4.2. Partecipazione al finanziamento del Premio Marco Biagi, organizza-to dal QN Il Resto del Carlino. Il premio è stato riservato ad associazionisenza fine di lucro (ONLUS) – che operano nella provincia di Bologna –che hanno tra i loro scopi e attività principali l’assistenza e la formazionedi persone e categorie svantaggiate, con particolare attenzione alla forma-zione e all’avviamento al lavoro (onere per il Club: 3000 euro).

4.3. Compartecipazione alla donazione di un veicolo ad uso promiscuo(Berlingo Citroen) all’ANT. Rammento che la donazione è stata possibilegrazie al concomitante aiuto degli sponsor che abbiamo trovato in occa-sione della celebrazione dell’80esimo (Fe.Ba, Consulting s.a.s., Schiavinas.r.l., Guaber, BNL Banca Nazionale del Lavoro, NEOS BANCA GruppoIntesa San Paolo, Cassa di Risparmio di Cento, NOEMA LIFE, 4 ElleService s.a.s., NPV Net Present Value, COSWell s.p.a.).Sull’autoveicolo è stato riportato il logo del Rotary Club di Bologna conuna scritta che rammenta l’offerta fatta in occasione degli 80 anni di vita.La formula utilizzata per il raggiungimento del denaro necessario all’ac-quisto rappresenta una novità in quanto sono state contattate a nome delRotary Club Bologna le sopraccitate aziende. Il Rotary Bologna, in defi-nitiva, per incrementare le sue potenzialità nel campo del servizio allacomunità, ha voluto sensibilizzare le realtà industriali ed economichedella città, svolgendo il ruolo di collettore di risorse. Un sentito ringrazia-

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mento a tutti i soci che hanno contribuito all’iniziativa e in particolare allaDott.ssa Pannuti, protagonista nella raccolta fondi insieme alla Sig.raBarilli, consorte del socio Ing. Barilli, e al socio Dott. Gorieri. Si ricordanell’occasione che il Rotary di Bologna, per la sua attività di supporto, èstato insignito del titolo di Grande sostenitore dell’ANT.

4.4. Edizione di un testo, numero speciale del Bollettino, a ricordodell’80esimo anniversario. Nell’occasione ringrazio i Presidenti dell’ulti-mo decennio che hanno contribuito con il ricordo delle attività della loroannata rotariana.

5. Attività di Commissione e Progetti di ServizioI Progetti di Servizio per l’anno 2006-2007 sono stati i seguenti:– continuazione dell’iniziativa: visita ai Musei universitari (ref. F. Piazzi);– continuazione dell’iniziativa: Premi di laurea (ref. S. Pileri);– continuazione dell’iniziativa dei Certificati di merito agli Studenti delle

Scuole Medie Superiori e continuazione dell’orientamento professiona-le (ref. F. Piazzi con altri soci);

– allestimento della Biblioteca/Ludoteca del nuovo reparto di Pediatriadell’Ospedale Maggiore di Bologna (ref. G. Gobbi);

– continuazione, insieme ad ASPHI, di Progetto ROSA, autismo e com-puter, già oggetto di una pubblicazione dal titolo Autismo e Computeredita questo anno (ref. A. Magalotti) con presentazione del libro appo-sitamente redatto all’edizione bolognese di Handimatica;

– supporto a favore della Casa Vo Jurema a Porto Seguro, in Brasile (ref.M. Musso);

– adozione a distanza di 11 bambini (Belem, Lampang, Birmania, AddisAbeba ecc.), continuazione di iniziative del centenario (ref. S. Pileri);

– sostegno al Gruppo Sportivo E.N.S. Bologna (Campionato NazionaleItaliano Dei Silenziosi);

– contributo a favore dell’Associazione Nazionale Tumori (ANT);– contributo per il progetto Fondazione Hilbe;– contributo alla Croce Rossa Italiana.

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6. Commissione per la Rotary Foundation6.1. Rotary Foundation: sono stati erogati 10 792,00 euro, equivalenti a100 $/socio. La Commissione ha preso in esame la possibilità di sviluppa-re il progetto di aiuto al mondo dei disabili, per poter dare un seguitoall’iniziativa già citata al punto precedente. Borse degli Ambasciatori: abbiamo ottenuto in collaborazione con ilBologna Valle dell’Idice una borsa per il nostro candidato, Sergio Bianchi,per l’annata 2008-2009. Quest’anno partirà l’Ing. R. Bertocchi per gliU.S.A. (gestione 2007-2008, Presidente A. Stagni).

7. I giovaniSono stati erogati i seguenti contributi a loro favore:– contributo per la partecipazione di due giovani al Congresso RYLA; – contributo a una ragazza americana, studentessa presso il Liceo Galvani;– contributo a sostegno del Rotaract del nostro Club. E, anche, collaborazione all’iniziativa Lavorotaract e supporto alle riunioniattraverso relatori rotariani. Ringrazio: Angelo Stagni, Vittorio Volterra etutti coloro che hanno partecipato, senza comunicarlo ufficialmente al Club.

8. I rapporti con il Felsineo e con il DistrettoOltre alle iniziative già citate a favore dei giovani, si sta lavorando, su pro-posta del Club BO Est, all’organizzazione di un Premio Marco Biagi desti-nato a un giovane studioso la cui tesi di Dottorato sia rivolta alle disciplinegiuslavoristiche: l’iniziativa è stata varata e sarà portata all’approvazione deiprossimi Consigli Direttivi. Sarà ovviamente il Presidente in ComingGiovanni Vallania a gestire l’iniziativa, insieme ai Presidenti degli altri Club.

9. Le cose non fatteReplica del Premio Marconi, per mancato accordo a livello felsineo; ilrestauro mancato (ma anche preannunciato) della sede; il premio per ilmigliore spin-off accademico.

10. Ringraziamenti e considerazioni finaliGrazie di cuore ai due Past Governor Renato Pasquali ed Edile Belelli per

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tutti i suggerimenti e per tutti i consigli ricevuti nella discussione del pro-gramma di lavoro; al Past President Angelo Stagni, maestro di vita e puntodi riferimento costante del Consiglio Direttivo; ai 2 vicepresidenti MarioDoro e Gianluigi Laus per l’azione interna che ha portato oggi a un affia-tamento non comune fra tutti i soci, per l’ottimo controllo del Club che haconsentito di ottenere nell’arco dell’anno anche un aumento percentualedelle presenze dei soci alle riunioni e anche per l’attività di orientamentodei nuovi soci; al Presidente Incoming Giovanni Vallania per la collabora-zione prestata come Presidente della Commissione per il Servizio, maanche per l’immediata condivisione di alcune politiche che hanno consen-tito una snella gestione dei Consigli Direttivi entrante e uscente; al segre-tario Mario Musso per la solerzia e la puntualità con cui ha svolto i suoicompiti, ma anche per l’organizzazione di eventi che hanno consentitol’allargamento delle attività di servizio. Ricordiamo tutti noi i simpaticissimi pomeriggi in sede con l’amicoGiacolino Girardi, ambasciatore delle Langhe a Bologna e con il Dott.Mantelli, grande maestro “cioccolatiere” di Cuneo, che hanno consentitodi allietare le nostre riunioni, risparmiando denaro che è stato poi versatoa favore di Casa Vo Jurema e delle adozioni internazionali. Grazie anche al programmista Giovanni Manaresi che ha puntualmenteproposto e redatto il calendario delle riunioni, dopo la consultazione ditutti i soci, nel rispetto delle richieste e delle esigenze del Club. Un grazie particolare a Gabriele Amato che, nonostante le dolorose vicen-de familiari degli ultimi tempi (ricordo, commosso, la scomparsa delpadre Fabrizio), ha consentito al Club di commisurare le sue politiche digestione e di servizio alle esigenze di cassa e che, parallelamente, haseguito anche tutti i processi informatici. Un abbraccio simbolico al caroGabriele, oggi assente per motivi di famiglia!E, ancora, grazie ai consiglieri: Alfredo Borlotti, Enrico Postacchini,Gabriele Stefanini, Andrea Trebbi i cui contributi alla gestione del Clubsono diversificati in settori importanti. Vorrei rammentare l’attività diAlfredo per la Commissione Classifiche, quella di Enrico per l’organizza-zione degli eventi sportivi e per il supporto fornito in occasione della pre-disposizione dei presenti agli ospiti, a Gabriele per l’attività rivolta al set-

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tore giovanile e all’organizzazione dell’80esimo, ad Andrea per la suaconsulenza su tutte le questioni in cui l’estetica, ma non solo quella, hagiocato un ruolo fondamentale; all’istruttore del Club Stefano Pileri per lasua brillante “lezione” di gennaio sull’uso del mezzo informatico per l’ac-cesso ai siti rotariani, ma anche per la meravigliosa organizzazione delpremio Guido Paolucci che testimonia ancora una volta, ammesso che cene sia bisogno, come Stefano rappresenti un pilastro fondamentale delnostro Club e che migliore successore il caro Guido Paolucci non potesseindicare; a Francesca Menarini per la sua articolata e onerosa attività diprefetto, per la gestione dei rapporti con il Circolo della Caccia, ma anchecon tutte le strutture esterne che abbiamo utilizzato nell’arco dell’anno(dal Circolo Tennis, ai ristoranti, ai musei…) per la consulenza nel campodegli addobbi e degli omaggi, ma soprattutto per la grazia, per l’eleganzae per l’impegno con cui ha svolto il suo compito. Alle Commissioni chehanno lavorato: Commissione per Progetti di Servizio nella propria comu-nità e nel mondo di cui è stato Presidente, come già ricordato, GiovanniVallania, a Gabriele Stefanini per l’attività di raccordo con i Club giova-nili e per il tempo prestato a favore dei giovani, ma anche alla Dott.ssaAnna de Michele per l’attività del Lavorotaract. E, nell’occasione, a tuttii soci che si sono resi disponibili a tenere relazioni nelle riunioni delRotaract. Alla Commissione per le ammissioni, composta da DanieleFurlanetto, Raffaele Vannini, Paolo Baldini. Ad Aldo De Virgilis per l’af-fiatamento e la partecipazione delle famiglie (si veda l’organizzazionedella gita in Toscana); ad Angelo Stagni per l’organizzazione della gita aRovereto, per la consultazione sui Paul Harris e per tutti i preziosi sugge-rimenti forniti. Agli “architetti” Andrea Trebbi e Filippo Canetoli per ilprogetto di ristrutturazione della sede (peraltro non approvato dagli amicidel Felsineo); a Nicola Fabbri e ancora a Giovanni Vallania per i premiofferti durante il Torneo di Tennis, ad Antonio Gorieri per il contributofinanziario e a tutti coloro che hanno collaborato alla celebrazionedell’80esimo: ai Presidenti degli altri Club che hanno condiviso l’iniziati-va: gli amici Mauro Cassanelli, Lucio Montone, Andrea Zanoni, Elio DiCurzio, a padre Zanirato della Basilica dei Servi e alla Sovrintendenzadelle Belle Arti, al Prof. Massimo Jasonni per la sua relazione Il Rotary

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nell’età della tecnica. Anche ai soci che a vario titolo – in occasionedell’80esimo Anniversario – hanno collaborato all’ideazione di proposteper dare visibilità al Club (anche se poi non intraprese per carenza difondi: vedi i progetti di Francesco Piazzi e Cesare Genovesi). Inoltre ringrazio già da ora Giovanni Brizzi per la disponibilità a effettua-re il capo redattore di un numero speciale del bollettino per il quale hoottenuto la collaborazione di tutti i Presidenti dell’ultimo decennio. Anco-ra grazie: agli assistenti del governatore Giancarlo Vivaldi e FrancescoBaccilieri. Ancora un ringraziamento particolare: agli amici modenesi perl’organizzazione della splendida serata in Accademia Militare, agli Amicidi Riccione e Cattolica che hanno saputo creare una meravigliosa atmo-sfera di amicizia e di cordialità durante l’incontro sportivo, agli Amici deiClub bolognesi che hanno condiviso le iniziative dell’80esimo, agli Amiciromagnoli per la magica atmosfera del 50enario di Imola, agli Amici “coe-tanei” di Brescia che mi hanno ospitato lo scorso 13 giugno durante lacelebrazione del loro 80esimo Anniversario. E per ultimo un grazie a miamoglie Donatella e a mia figlia Costanza che quest’anno hanno visto ulte-riormente diradarsi la mia già scarsa presenza in famiglia. Infine, ma que-sto è ormai scontato da anni, e non per questo non deve essere sottolinea-to, un grazie commosso alla nostra sempre più insostituibile Renata.Come considerazioni finali, a memoria dell’annata, vorrei invitare tutti ameditare sulle riflessioni del Governatore Paolo Margara: una è sintetiz-zata nel titolo dell’articolo apparso sull’ultimo bollettino, Attenzione alrischio di un Rotary “bonsai”; l’altra è un invito già rivolto a tutti i soci,in occasione di un incontro distrettuale, Mettiamo più Rotary nel nostroRotary.

Infine vorrei riproporvi quanto già da me detto nel primo interclub estivodello scorso anno, perché ne sono fortemente convinto: Cerchiamo di rea-lizzare progetti significativi e importanti per la nostra collettività; rag-giungere insieme obiettivi significativi e realizzarli, aiuterà certamente aincrementare quel senso di appartenenza al Rotary, che oggi forse mostraqualche incrinatura, ma che l’orgoglio derivato dai successi raccolti aiu-terà certamente a ripristinare!

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Circolo della Caccia, 26 giugno 2007: chiusura dell’80esima annata rotariana. IlPresidente uscente Prof. Andrisano e quello entrante Prof. Vallania battono l’ultimo toccodi campana.

Al termine della relazione del Prof. Andrisano prende la parola il PastGovernor Prof. Edile Belelli. Riportiamo integralmente il suo intervento.Alla conclusione dell’annata rotariana, dopo la relazione del Presidentenon è previsto alcun dibattito, tuttavia è sicuramente una piacevole con-suetudine che, dopo l’applauso, qualcuno prenda la parola per un ringra-ziamento. Quanto sto per dire non toglie assolutamente nulla ai meriti diciascun Presidente che in precedenza ha retto le sorti del nostro Club,perché ognuno ha sempre profuso il meglio del suo talento, della sua fan-tasia, della sua generosità. Angelo però oltre a tutto questo, in ogni suascelta importante, ha dovuto anche confrontarsi con l’esempio di suopadre, il compianto Prof. Renato, che esattamente 31 anni fa presiedevaquesto Club. Posso affermare con assoluta certezza che ne ha altamenteonorato la memoria. Infine non posso sottacere la matrice rotariana di

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Angelo, che risale al lontano 1969 quando fu tra i “soci fondatori” delnostro Rotaract. È stato proprio su queste peculiarità che ho cercato di farleva per indurlo, a nome di tutta la Commissione, ad accettare la dispo-nibilità alla designazione, dopo una insistita riottosità. Oggi il suo man-dato si conclude e le insegne passano a Giovanni Vallania. Credo di inter-pretare il pensiero di Voi tutti nel ringraziarlo con profonda amicizia perl’opera svolta e per i rilevanti risultati ottenuti, anche in occasione delnostro 80° compleanno e mi è gradito il compito di consegnargli la“Pietra Blu” che il Club gli offre. Non prima però di aver porto aGiovanni Vallania gli auguri più vibranti e sinceri di una proficua anna-ta presidenziale.

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I dieci anni precedenti (annate 1996/7-2005/6)

La sintesi dell’ultimo decennioRelazioni delle attività svolte e Consigli Direttivi

Annata rotariana 1996/1997

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Dott. Francesco SforzaPresidente uscente: Dott. Nicola Vecchietti MassacciPresidente 1997/98: Prof. Franco CasaliVice Presidenti: Gen. Mario Leonida Politi,

Enrico PostacchiniConsigliere Segretario: Avv. Mario DoroConsigliere Tesoriere: Geom. Alberto VenturiConsiglieri: Ing. Gabriele Amato,

Avv. Franco Fabbri,Dott. Gianni Stupazzini, Prof. Vittorio Volterra

Prefetto: Dott. Paolo Baldini

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Relazione del Presidente Dott. Francesco Sforza

Non ho dimenticato, anzi mi è ben fissa nella memoria, l’esperienza diPresidente del Club, anche se dieci anni sono passati.Questo vivo ricordo penso sia comune a tutti coloro che hanno avuto ilprivilegio di dirigere il Club.Il fatto che presiedere il Club lasci un segno quasi indelebile ha moltisignificati e porta ad alcune riflessioni: perché innanzitutto il Rotary, comerealtà suggestiva e originale, consente una grande variabilità di situazioni,pur in uno schema operativo, quello delle conviviali, in sé ripetitivo.Inoltre le conviviali sfociano, il più delle volte, in discussioni e relazionidi elevato livello e interesse.Ciò basta a suscitare, in chi ha, per un breve periodo, le massime respon-sabilità del Club, un senso di appartenenza molto accentuato, cui siaggiunge il rapporto di amicizia che con i soci si accresce e si cementa.Ricordo che cercai, nel mio anno di Presidenza, di dare un’impronta bril-lante e possibilmente divertente alle conviviali e alcune di esse mi restanoancora vive, fra queste gli interventi di importanti imprenditori, con il lorostaff dirigenziale al completo.Ricordo pure con simpatia l’intervento dell’allenatore del Bologna Calcioe di parte della squadra, che all’epoca militava in serie A ed eraquell’Ulivieri che è tornato successivamente alla guida della squadra, connotevoli ambizioni di risalita in serie A.Ricordo anche con molta soddisfazione il restauro, realizzato dal nostroClub, dell’altare di Santa Lucia alla Chiesa dei Servi, dove tuttora cam-peggia una grande targa ricordo in ottone.

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Annata rotariana 1997/1998

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Franco CasaliPresidente uscente: Dott. Francesco SforzaPresidente 1998/99: Prof. Vittorio VolterraVice Presidenti: Dott. Paolo Baldini e Ing. Gabriele AmatoConsigliere Segretario: Avv. Mario DoroConsigliere Tesoriere: Prof. Saverio MontellaConsiglieri: Avv. Franco Fabbri,

Enrico Postacchini, Geom. Alberto Venturi, Avv. Ferdinando Calda, Prof. Gian Luigi Spada

Prefetto: Dott. Paolo Baldini

Relazione del Presidente Prof. Franco Casali

Durante questa annata è stato dato ampio spazio alle attività che favoriva-no la partecipazione e l’affiatamento dei soci. Inoltre si è investito moltonelle attività a favore dei giovani, lavorando non solo PER loro ma ancheCON loro. Le attività del Club sono state organizzate su 5 progetti.

N. 1. Progetto SPERO (SPErando col ROtary)Questo progetto (seguito da Magalotti) consisteva nel verificare, in colla-borazione con l’ASPHI e l’ANFASS, la validità di alcuni programmi didat-tici sviluppati espressamente per disabili mentali. SPERO ha avuto, in sededistrettuale, l’Attestato di Merito quale Progetto di “eccezionale valore”(solo un altro progetto, in Toscana, ha ottenuto un simile riconoscimento).

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N. 2. Progetto QUAB (QUalità dell’Ambiente urbano a Bologna)Seguendo un’indicazione del Rotary International che suggeriva ai Club“la presa di coscienza sulle condizioni della comunità da parte della gio-ventù locale e la conseguente cooperazione con determinati organismi,quali le scuole…”, abbiamo dato vita a una collaborazione tra i giovani delnostro Rotaract e i giovani di una classe del Liceo Galvani, affinché venis-se realizzato un progetto atto a migliorare il livello di conoscenza sull’am-biente urbano a Bologna. Il lavoro effettuato dai giovani, coordinati daisoci Luigi Bruzzi e Gian Luigi Spada con la collaborazione di RaffaellaPannuti, ha dato luogo alla pubblicazione di un libro. Il volume (realizza-to con il contributo della Banca Popolare E.R.) fu offerto al sindaco Vitaliche partecipò, intervenendo brillantemente, alla presentazione tenutasinella Biblioteca Zambeccari.

N. 3. Realizzazione di un volume in occasione del 70° Anniversario dellafondazione del nostro ClubIl volume fu scritto a più mani, ma con il contributo determinantedell’Avv. Fabbri il quale, con l’humour che lo contraddistingue, ha dato lasua disponibilità per la stesura del volume relativo all’80°, non garanten-do, però, di poter partecipare a quello del centenario.

N. 4. Informatizzazione del Club con creazione di un nostro “sito” inInternetA quell’epoca, il nostro divenne uno dei due Club del Distretto presenti inInternet. Il merito va a un mio giovane collaboratore Massimo Rossi (pre-maturamente scomparso) che, oltre ad aver realizzato questo sito, è stato“maestro di computer” della signora Renata la quale, peraltro, dimostrò diessere una bravissima allieva.

N. 5. Progetto SCIALLE (Stampa e Cultura per gli Italiani ALL’ Estero)Con SCIALLE abbiamo cercato di mantenere le radici culturali nei Paesilontani dove forte era la componente di immigrazione italiana. Medianteuna collaborazione con il Ministero degli Esteri abbiamo spedito più di 10casse di libri (in gran parte forniti da Mario Musso) in Argentina, Brasile,

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Canada, USA e Uruguay. Poiché erano rimasti un po’ di fondi, negli annisuccessivi, d’accordo con i Presidenti in carica, sono state spedite più di20 casse di indumenti a favore delle famiglie bisognose dell’Argentina,colpita da un tracollo economico.

Attività socializzanti e beneficheFurono organizzati due viaggi. Il primo all’Aquila, con visita delLaboratori Nucleari del Gran Sasso (con la regia di De Virgilis eStupazzini). Il secondo in Toscana (organizzato da Monari Sardè).Molto simpatica è risultata la tombola con sfilata di moda (organizzata daPostacchini) che diede un buon introito a favore dei terremotati. Con quest’annata abbiamo iniziato anche un’attività sportiva, in modoparticolare per gli incontri di tennis tra il nostro Club e quello di Riccione.Furono organizzate interessanti conferenze tra le quali segnaliamo quelladi Guazzaloca (che diventerà sindaco di Bologna), di Guido Alberto Guidie del Rettore in carica Fabio Roversi Monaco.

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Annata rotariana 1998/1999

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Vittorio VolterraPresidente uscente: Prof. Franco CasaliPresidente 1999/2000: Prof. Gian Luigi SpadaVice Presidenti: Ing. Gabriele Amato, Avv. Angelo StagniConsigliere Segretario: Dott. Alfredo BorlottiConsigliere Tesoriere: Ing. Andrea MagalottiConsiglieri: Avv. Mario Doro,

Avv. Stefano Graziosi, Prof. Saverio Montella, Enrico Postacchini, Prof. Ing. Angelo O. Andrisano

Prefetto: Dott. Paolo Baldini

Relazione del Presidente Prof. Vittorio Volterra

È stato un anno molto impegnato e interessante, in riferimento anche delladesignazione di Bologna come città “capitale della cultura nel 2000”, unanno in cui si sono affrontati importanti temi socio-politici internazionalicon il prestigioso apporto dell’Ambasciatore Sergio Romano, alla presen-za anche dell’Ambasciatore di Francia in Italia (Scenari di crisi alla finedel secolo) e del Prof. Angelo Panebianco (Il ritorno della guerra inEuropa); argomenti di bioetica di viva attualità con il Prof. Flamigni sullasterilità e il Prof. Cicognani sull’eutanasia; aspetti di profondo significatospirituale e religioso, ricordando i tempi del Giubileo con il Rabbino diBologna, Dott. Sermoneta e il Prof. Susini e il filosofo Jean Guitton, conla Dott.ssa Pini e Padre Benettollo.

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Si sono altresì illustrate alcune straordinarie realtà industriali d’eccellenzaa livello mondiale, grazie alle relazioni sull’informatica dell’Ing.Paolucci, vicepresidente internazionale della Microsoft; del Dott. VittorioDi Capua, a.d. della Lamborghini, sulle automobili prestigiose (con unafavolosa Miura davanti alla sede di riunione del Club); di DonatellaGirombelli, presidente del Gruppo Genny-Byblos, accompagnata dal pre-sidente della Camera della Moda Italiana, Beppe Modenese, sulla moda dasognare. Molto valorizzata è stata anche la cultura con le celebrazioni di Leopardifatte dal Prof. Ezio Raimondi (con liriche lette da Raul Grassilli) e diGoethe, nel ricordo appassionato del Prof. Destro, e con le visite guidatedall’assessore Prof. Grandi alla bellissima nuova biblioteca della SalaBorsa, nella quale il Club, con il generoso aiuto dell’allora Governatoredel Distretto, Dott. Augusto Turchi, ha sovvenzionato 6 postazioni infor-matiche per handicappati; del Dott. Bonilauri, al Museo Ebraico, anch’es-so allestito con un contributo del Club, del Dott. Poli, al restauratoOratorio di S. Cecilia, al ciclo di affreschi dei Carracci e alla Quadreria diPalazzo Magnani e, con le gite a Volterra (Colle Val d’Elsa,Monteriggioni), ospiti di quel Club e, in seguito, a Roma per visitare larinnovata meravigliosa Galleria Borghese con la guida della Prof.ssaOttani Cavina. Molti argomenti medici, di viva attualità e interesse generale, sono statitrattati con capacità ed approfondimento dal Prof. Roda (Rapporti traFacoltà di Medicina e S.S.N.); dal Prof. Leonardi (Neuroradiologia senzalastre); dal Dott. Gobbi (Epilessia nell’antichità e oggi); e dal Dott.Stefanini (Terapia odontica moderna). La Dott.ssa Boschetti, dirigente dell’Assessorato Ambiente della RegioneEmilia-Romagna, ha illustrato le attuali emergenze ecologiche; il Dott.Claudio Reginelli, segretario dell’AGIS Emilia-Romagna, ha parlato delpresente e del futuro del cinema; l’Ing. Giorgio Gasparini, presidentedell’Ordine degli ingegneri di Bologna e coordinatore del ComitatoUnitario Professionisti, ha discusso sulla riforma degli ordini. Moltoapprezzati sono stati gli interventi del Prof. Clò, presidente dell’Aeroportodi Bologna, sul futuro dello scalo felsineo, del questore, Dott. Bagnato, sui

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problemi di ordine pubblico nella città, della presidentessa dell’API,Dott.ssa Noè, sulle prospettive delle piccole imprese a Bologna e del Dott.Mottaran sul futuro delle piccole banche. Sono state molto apprezzateanche le relazioni sulla toponomastica bolognese (Dott. Marescotti) e sul-l’evoluzione del restauro in città (Ing. Coccolini).Non sono mancati momenti sportivi di grande tifo (gli incontri di tennis,finiti in parità, con i Rotariani, storici rivali, di Riccione-Cattolica) e diforte impatto emotivo (la visita al bellissimo Museo della Ducati); altriistituzionali molto simpatici, come quello della visita del Governatore odel conferimento dei premi Rotary ai migliori laureati dell’Ateneo felsi-neo, e altri mondani, come il cocktail per l’inaugurazione della nuova pre-stigiosa sede nel Palazzo Vizzani-Sanguinetti di via S. Stefano 43; la sfi-lata di moda con pesca di beneficenza, che ha fruttato circa 5 milioni dellevecchie lire alla Rotary Foundation; la festa degli auguri allietata dal caba-rettista Stefano Nosei e, infine, la trionfale serata di chiusura, al caminet-to, nella splendida Villa “La Paleotta” di S. Marino di Bentivoglio, ospitidegli amici Paola e Ubaldo Monari Sardè, dove è intervenuto, poche oredopo l’elezione, anche il neo sindaco nostro socio Giorgio Guazzaloca.Molte sono state le riunioni Interclub, due delle quali con i gruppi femmi-nili Soroptimist e Zonta. Il Club ha inoltre partecipato attivamente, con ilPresidente, i Vice e i membri del Consiglio Direttivo, a tutte le manifesta-zioni del Distretto. In più ha incrementato il numero dei soci (tra questi, 4nuove socie, che hanno allargato così la quota rosa). Sono stati assegnati 7 Paul Harris (di cui uno al rappresentante felsineodella Caritas, Don Nicolini, e uno al Prof. Campanacci, ortopedico di famamondiale, nostro ex socio, morto prematuramente. Nota gioiosa: durante l’annata si sono avuti per i nostri soci due matrimo-ni e due nascite.

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Annata rotariana 1999/2000

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Gian Luigi SpadaPresidente uscente: Prof. Vittorio VolterraPresidente 2000/01: Avv. Stefano GraziosiVice Presidenti: Dott. Paolo Baldini, Enrico PostacchiniConsigliere Segretario: Avv. Mario DoroConsigliere Tesoriere: Prof. Saverio MontellaConsiglieri: Ing. Gabriele Amato,

Prof. Ing. Angelo O. Andrisano, Avv. Prof. Massimo Jasonni, Avv. Gianluigi Laus, Avv. Angelo Stagni

Prefetto: Dott. Paolo Baldini

Relazione del Presidente Prof. Gianluigi Spada

L’annata rotariana 1999/2000 è stata caratterizzata dalla volontà di coin-volgere l’intero Club in tutte le azioni intraprese. La presidenza ha cerca-to di perseguire non tanto quello che essa voleva e pensava, ma quello chevoleva e pensava il Club, di cui ha cercato di essere attenta interprete.Raccontarla è sempre difficile: si corre il rischio di mettere l’accento sol-tanto su alcuni aspetti, positivi o negativi che siano, a discapito di unavisione globale, da cui emerga la vera vita del Club, cioè quel clima diamicizia, laboriosità, efficienza e servizio che ne sono le caratteristiche,clima che vi è stato abbondante e che ha costituito il filo conduttore ditutta l’attività.

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Molte sono state le cose realizzate, ispirate prevalentemente alle tematichecontingenti del particolare periodo: il passaggio dal secondo al terzo mil-lennio, Bologna città della Cultura, il Giubileo. Temi importanti che hannovisto lo sviluppo di un fermento culturale proteso verso un’analisi in pro-spettiva del contesto e dello sviluppo sociale ed economico della realtàcontemporanea. Vi è stata particolare attenzione alle problematiche giova-nili, che già, comunque, erano state oggetto di analisi, sia pur con diversasfaccettatura, anche nelle precedenti annate. La molteplicità delle iniziative è stata frutto di una partecipazione attivadei presidenti delle diverse commissioni che hanno assicurato una corali-tà operativa e hanno fornito un apporto costruttivo, collaborando con con-tinuità e impegno, favorendo quella condivisione da parte dei soci che èindispensabile per garantire la riuscita di ogni iniziativa. Il forte affiatamento tra i Presidenti dei Club felsinei ha positivamentecondizionato molte delle iniziative e ha ispirato collaborazioni importan-ti. In questo contesto, è stato avviato un “service” comune di particolarerilevanza in campo artistico attraverso la realizzazione di una documenta-zione di alto valore scientifico del thesaurus artistico della regione. Si è,inoltre, provveduto alla sistemazione della nuova prestigiosa sede direcente acquisizione.È stata assicurata piena continuità con le gestioni precedenti: sono prose-guite attività già avviate, quali il progetto SCIALLE ed è stato completa-to un intervento nella sala Borsa di Bologna, realizzato in collaborazionecon il Distretto 2070. Nell’ottica di quel fermento culturale di cui si parlava, la vita interna delClub è stata caratterizzata da conviviali assai vivaci e partecipate, grazieanche alla impostazione dei programmi e all’efficacia dell’organizzazioneche hanno risposto alle spinte culturali e alle sollecitazioni dei soci. Tra gliavvenimenti di maggior rilievo si possono ricordare gli Interclub con lapartecipazione di Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo di Bologna, el’amministratore delegato della Banca S. Paolo-IMI di Torino; gli incontricon il Rettore dell’Università e con vari assessori del Comune di Bologna.Non sono mancate visite a mostre e musei cittadini, nonché momenti disinergia con enti culturali nei più svariati campi. Tra questi meritano una

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particolare attenzione le consuete attività con la Fondazione Marconi,sodalizio cui il Club è legato da lunga data e la proiezione cinematografi-ca organizzata per raccogliere fondi per la Rotary Foundation.Per ciò che concerne i giovani, si è proseguito il programma QUAMB cheha visto il Club impegnato su problemi ambientali (per la precisione sulleonde elettromagnetiche) con l’Istituto Aldini Valeriani, la Regione EmiliaRomagna, l’Università e il Comune di Bologna. Di tale attività sono statipubblicati gli atti. Sono state, inoltre, realizzate molteplici attività, tra cui la creazione e l’im-pianto di una banca dati per i giovani con lo scopo di aiutarli nei rapporticon il mondo del lavoro. Sono entrati a far parte del Club sei nuovi soci.

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Annata rotariana 2000/2001

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Avv. Stefano GraziosiPresidente uscente: Prof. Gian Luigi SpadaPresidente 2001/02: Ing. Andrea MagalottiVice Presidenti: Dott. Paolo Baldini, Avv. Mario DoroConsigliere Segretario: Prof. Saverio MontellaConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Prof. Ing. Angelo O. Andrisano,

Dott. Alfredo Borlotti, Avv. Prof. Massimo Jasonni, Enrico Postacchini, Avv. Angelo Stagni

Prefetto: Avv. Gianluigi Laus

Relazione del Presidente Avv. Stefano Graziosi

La ruota ha girato. È tornata nel punto da dove era partita. È passato unanno.Questa Presidenza e questo Consiglio cessano dall’incarico e passano leconsegne alla nuova Presidenza e al nuovo Consiglio.All’inizio dell’anno rotariano, nell’assumere l’incarico, dissi che lo conside-ravamo come un turno di guardia, una consegna da “ufficiali di picchetto”.Per questo – d’intesa con il Consiglio – non esposi un programma, ma deipropositi.Infatti le opere e lo spirito sono e debbono essere quelli del Rotary nel suoinsieme, non quelli delle persone che prestano servizio nelle cariche.

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E i propositi – tutti iscritti nel motto dell’anno: “Creare la consapevolez-za, passare all’azione” – furono essenzialmente quattro:

1. aprire di più il Club alla realtà – anche istituzionale – che lo circonda,cancellando l’impressione di separatezza, astrazione e disancoramentodalle concretezze spesso impellenti della vita, che comunque pulsa attorno.Ed allora nell’anno abbiamo avuto conferenze di:Vice Direttore Carlino (Dott. Mazzuca);Presidente Seabo (Ing. Aldrovandi);Sovraintendente Beni Artistici e Storici (Dott. Bentini);Consoli del Marocco e di Francia (Dott. Ben Alì - Avv. Fratta);Assessore Regionale Finanze (Dott. Del Bono);Assessore Bilancio Comune Bologna (Dott. Galletti); Presidente ATC (Ing. Agostini);Segretario generale CMST (Minnella);Direttore Generale Bonifica Reno Palata (Ing. Gioia); Presidente Confagricoltura (Dott. Cavazza).

2. Sfruttare di più le qualificatissime risorse interne del Club: INSOUR-SING, anche per accrescere la reciproca conoscenza e apprezzamento.E allora, nell’anno, abbiamo avuto le conferenze dei soci: Avv. Carroli,Dott. Conigliani, Prof. Casali, Padre Benetollo, Avv. Califano, Prof.Volterra, Prof. Giannini, Prof. Destro, Prof. Cocco.

3. Incrementare l’affiatamento, la confidenza, la familiarità tra i soci delClub e con i soci degli altri Club e del Rotaract.Ed allora: si è partecipato al torneo di tennis, vinto per l’apporto di valo-rose e atletiche consorti di soci galvanizzate da Spinelli, vero Pigmalione.Si è organizzata per iniziativa operosa di de Virgiliis una riuscitissima gitain Abruzzo; si sono fatte visite alla mostra L’ombra della ragione, allamostra di Paul Klee, alla mostra dei Bibiena, tutte organizzate dal nostroconsulente artistico Della Volpe. E l’arte unisce e affiata.Si è organizzata una serata di commento al calcio e basket in cui Laus hadato prova di vero enciclopedismo storico e teorico.

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Si sono tenuti due Interclub. Con il Carducci, su giornali e Internet conrelazione dell’Avv. Capparelli; con l’Ovest: visita e concerto Basilica deiServi. Si è praticamente tenuto costante Interclub con il Rotaract, rappre-sentato frequentemente dalle sue “Dioscure” Dott.ssa Petrolati e Dott.ssaPannuti.La festa degli Auguri – allietata da musica raffinata sotto la sovraintenden-za di Stagni – ha avuto buon successo. La rituale visita del Governatore siè svolta con soddisfazione, e così la visita alla Ducati per la premiazionedegli studenti delle Scuole Medie.Successo hanno avuto le relazioni dei Proff. Auriti, Falcone e Pannenberg.Sono stati fatti soci onorari Luigi Deserti, Emilio Cappelli e GiancarloPascale.

4. Quarto e ultimo proposito: incrementare le iniziative benefiche specifi-che e proprie del Club e quelle della Rotary Foundation. E qui, oltre alPremio Rotary per le facoltà dell’Università – cerimonia riuscita connostra folta partecipazione guidata da Doro – ricordo i fondi raccolti dalleconsorti per la ONLUS ADUA di suor Laura, e particolare la serata alFossolo, che ha avuto grande successo per la generosità di Michelacci el’instancabile, tellurico entusiasmo e dedizione della Regazzoni.L’eleganza delle signore Laus e Baldini, distributrici dei premi, ha contri-buito alla riuscita della serata.

Signori soci, il catalogo è questo.Ma non posso dire: “il catalogo egli è che ho fatto io”. Non sono mie“regeste”, perché ciò si è fatto il Club, tutto il Club, all’unisono e conarmonia.Ecco, l’armonia è stata la preoccupazione e meta permanente di questaPresidenza e di questo Consiglio.Un’armonia spontanea e libera che non chiede parole “aspre e chiocce” daparte di chi presiede, perché i Rotariani – come diceva il nostro JasonniPresidente Incoming – sono uomini liberi, che agiscono nella verità: dico-no quello che pensano, fanno quello che dicono. Non sono di quelli chedicono quello che non fanno e fanno quello che non dicono.Questa armonia conservata e rafforzata “siccome ruota che igualmente è

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mossa” è la consegna più preziosa che possiamo fare alla nuovaPresidenza e al nuovo Consiglio.E abbiamo avuto la fortuna, o la malizia allusiva, di poterla fare – grazieal provvido interessamento di Baldini – in un luogo dal nome augurale“Villa Quiete”.

Permettetemi ancora tre ringraziamenti speciali:

1. Al nostro socio sindaco, che avrebbe voluto essere presente e ha comu-nicato di essere dispiaciuto di non essere questa sera con noi; ai nostri sociassessori: corona preziosa del Club, che hanno apprezzato il nostro riguar-do di non distoglierli – per ora – dai loro gravosi incarichi per chiedereloro notizie sulle materie loro affidate.2. Alla signora Renata: custode materna, sollecita e appassionata di tuttala vita del nostro Club. Di lei ognuno di noi può ben dire: “la sua benigni-tà non per soccorrere a chi dimanda, ma molte fiate liberamente al diman-dar precorre”.3. Al tesoriere Ing. Amato, che ha dedicato alla contabilità del Club tantacapacità e tante energie, e ci ha messo in grado di avere quest’anno eanche in quelli prossimi un bilancio informatico da premio.

Penso che di lui possa dirsi quello che si diceva di Jaques Coeur, il piùcelebre tesoriere del re di Francia: “senza di lui il re era solo un barone”.E per questo mi rallegro che la sua opera continui con la nuovaPresidenza.

Infine auguri al nuovo Presidente, manager sperimentato e di valore, comeingegnere dotato di “esprit de geometrie”, e dell’arte di costruire, che diceche le pietre grandi non stanno salde senza le piccole.Che è anche questa una forma di armonia.

Bologna 28-6-2001

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Annata rotariana 2001/2002

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Ing. Andrea MagalottiPresidente uscente: Avv. Stefano GraziosiPresidente 2002/03: Avv. Prof. Massimo JasonniVice Presidenti: Dott.ssa Leopolda Boschetti,

Avv. Mario DoroConsigliere Segretario: Ing. Mario MussoConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Prof. Ing. Angelo O. Andrisano,

Dott. Alfredo Borlotti, Dott. Daniele Furlanetto, Avv. Angelo Stagni, Dott. Giovanni Tamburini

Prefetto: Avv. Gianluigi Laus

Relazione del Presidente Ing. Andrea Magalotti

L’annata 2001-2002, 75° dalla fondazione del Club, è stata interessante ecoinvolgente come in generale tutte le annate rotariane. Le linee maestrelungo le quali, insieme al Consiglio Direttivo, abbiamo sviluppato le atti-vità del Club si sono ispirate agli indirizzi del Presidente internazionaleRichard King e del Governatore del nostro Distretto Franco Mazza.Secondo queste nostre autorità, il Rotary si trovava in mezzo al guado eavremmo dovuto operare tutti insieme per non lasciarci travolgere dallacorrente e guadagnare una sponda sicura. I sintomi di un certo malessereerano individuabili nell’aumento dell’età media dei soci, nello scarso rin-novamento dei Club, nella debole cultura rotariana dei soci, nella scarsa

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visibilità pubblica del Rotary e nella lenta riduzione del numero dei soci alivello mondiale.La terapia proposta consisteva nel risveglio di un po’ di spirito rotarianoin ognuno di noi. Ogni socio dovrebbe essere fortemente motivato, inte-ressato a che il Rotary continui e migliori.A inizio anno è stato pubblicato e consegnato a ogni socio un fascicolointitolato Programmi del Club per l’annata 2001-2002 con la composizio-ne di ogni Commissione del Club, il ruolo e il programma dell’annata persingola Commissione.Ho proposto di svolgere un’annata “a tema” cioè di dedicare un quartocirca delle conviviali al Terzo Settore, detto anche Non Profit, che si occu-pa in generale di qualità della vita. È un tema poco conosciuto e sta diven-tando ogni giorno più importante data la crisi del “welfare” e l’impossibi-lità di risolvere certi problemi sia da parte dello Stato sia da parte del mer-cato.Anche il Rotary fa parte del Terzo Settore perché è una organizzazionesenza fini di lucro e promuove a livello mondiale l’amicizia, la fratellan-za, il benessere, la pace.Il tema generale “Terzo Settore” ha visto relatori come il Prof. StefanoZamagni dell’Università di Bologna, considerato grande esperto in mate-ria, il nostro socio Franco Pannuti sul volontariato, il Senatore GiovanniBersani sulla sfida della solidarietà. Ci sono state altre relazioni di note-vole prestigio e varietà: quella del Prof. Antonio Pinna sugli aspetti eticidei trapianti; quella del Prof. Giovanni Brizzi su Annibale uomo e condot-tiero, quella sulla bioinformatica del Dott. Ernesto Hoffman e quella sulPalio di Siena dell’amico Alberto Fiorini del R. C. Siena.Uno degli obiettivi che aveva particolarmente a cuore il Presidente inter-nazionale Richard King era l’aumento dei soci: lo aveva espresso in unmotto celebre “un nuovo socio al mese” riportato nel suo gagliardetto: conil tempo si è poi rivelato un obiettivo pretenzioso e non realizzabile, senon a discapito della qualità. Noi tuttavia abbiamo provato a conseguirlo senza rinunciare alla qualità econ un po’ di attenzione abbiamo aggiunto 12 nuovi soci. Vorrei ricordar-li per nome: Prof. Giovanni Brizzi, Prof. Valerio Maria Jasonni, Avv.

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Mario Malesani, Ing. Roberto Barilli, Avv. Pietro Ballerini Puviani, Dott.Pierpaolo Zunarelli, Dott.ssa Maria Teresa Pedrelli, Prof. FrancescoPiazzi, Prof. Antonio Pirodda, Dott. Marco Garofalo, Avv. MassimoCampailla, Dott. Giancarlo Mazzuca.Il risultato netto a fine anno rotariano è stato di sette soci in più. Nel corso dell’annata abbiamo realizzato tre importanti progetti diServizio.• Un progetto di lungo corso, travagliato non per colpa nostra. Riguarda

la realizzazione di sei postazioni per disabili presso la nuova BibliotecaMultimediale ex Sala Borsa, finalmente prossima all’apertura. Questoprogetto è stato già finanziato, nell’annata Volterra, per un terzo dalnostro Rotary Club e per due terzi dal Distretto 2070. Il progetto è statopresentato al sindaco Giorgio Guazzaloca, nostro socio, in occasionedella festa per i 75 anni del Club.

• Un nuovo progetto del nostro Rotary Club che prende l’avvio da un arti-colo comparso sulla rivista Rotary, ottobre 2000, a cura dell’alloraPresidente internazionale Frank Devlin che invitava i Rotary Club ditutto il mondo a preparare professionalmente e a trovare un posto dilavoro a persone disabili. Su queste basi con il Consiglio Direttivoabbiamo elaborato un progetto chiamato RIESCO che ha la sua spiega-zione nello sviluppo dell’acronimo (Rotary International Enrolment,Study, Coaching and Occupation). È un processo continuo di selezionedi cinque candidati disabili di formazione per la ricerca di un posto dilavoro e di un inserimento lavorativo efficace. La preparazione profes-sionale riguarda il mondo Internet, in particolare lo sviluppo e la gestio-ne dei siti. A fine preparazione, i cinque giovani sono stati impiegati indiverse aziende pubbliche e private.

• Un terzo progetto, preparato per la festa del 75° di fondazione, consistenel finanziamento della dotazione tecnica di un “laboratorio multime-diale per ragazzi” che si è aperto il 28 giugno 2002 nel Quartiere SantoStefano ed è intitolato al nostro fondatore Paul Harris, ricordato in unatarga esterna su Via San Mamolo 24. A questo progetto hanno parteci-pato, con spirito unitario, tutti i nove Club Rotary di Bologna per festeg-giare insieme a noi.

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Il 75° di nascita del Club è stato celebrato in Sala Farnese il 5 marzo 2002un Interclub con tutti i nove Club di Bologna alla presenza del sindacoGiorgio Guazzaloca, del Governatore Franco Mazza, e di CarloMonticelli, socio del Rotary Club Milano Sud Est, Past Director delRotary International, in rappresentanza del Rotary di Milano che nel 1927fu nostro padrino. Ha tenuto la relazione ufficiale il nostro socio MassimoJasonni. Per l’occasione è stato preparato un fascicolo dal titolo Il Rotary perBologna, elenco delle iniziative Rotary per la città, distribuito a tutti i socie agli ospiti partecipanti alla festa.Erano presenti anche diverse testate giornalistiche locali e la TV regiona-le che ha intervistato Governatore e Presidente, dando larga eco alla mani-festazione e al Rotary. Al 75° è stata dedicata anche una intera pagina deIl Resto del Carlino. Abbiamo stampato un’edizione speciale a colori del nostro bollettino.Altre cose che ricordo volentieri sono: la serata Interclub con il CardinaleBiffi sul tema “Fede e ragione”, la gita nelle Langhe, le feste delle torte,la gita a Venezia risalendo il Brenta con il Burchiello, il Paul Harris rice-vuto dal Governatore Franco Mazza, gli otto Paul Harris assegnati adaltrettanti soci molto meritevoli del Club: è stato molto bello ed emozio-nante premiare e leggere negli occhi del premiato la sorpresa e la soddi-sfazione. Infine, nella serata conclusiva ho fatto una piccola sorpresa a tutti i socidonando loro un annuario fotografico tascabile dal titolo molto semplice INOSTRI SOCI. Lo scopo è quello di favorire e aumentare la reciprocaconoscenza e l’amicizia tra di noi.

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Annata rotariana 2002/2003

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Avv. Massimo JasonniPresidente uscente: Ing. Andrea MagalottiPresidente 2003/04: Dott. Paolo BaldiniVice Presidenti: Avv. Mario Doro, Avv. Gianluigi LausConsigliere Segretario: Ing. Mario MussoConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Prof. Ing. Angelo O. Andrisano,

Dott. Alfredo Borlotti. Dott.ssa Leopolda Boschetti, Enrico Postacchini, Avv. Angelo Stagni

Prefetto: Dott. Gianni Stupazzini

Relazione di chiusura dell’annata tenuta dal Presidente Avv. Prof.Massimo Jasonni

Sento il dovere di ringraziare:il Governatore del Distretto 2070, Prof. Roberto Giorgetti, per la stimamostrata nei miei confronti e per l’alta considerazione, più volte esternatanei confronti del nostro Club;gli Assistenti del Governatore, tra i quali non posso non fare espressa men-zione del Dott. Mario Pantano, per il garbo, la signorilità e l’intelligenzacon cui ha stimolato all’azione e per aver offerto al Club l’opportunità,mio tramite, di farsi portavoce di molte iniziative Interclub;i Past Governor, Dott. Renato Pasquali, Prof. Giuseppe Vitaliano Valenti eprof. Edile Belelli: per i consigli offerti nei momenti di maggiore difficol-

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tà e per la giovinezza che, a dispetto dell’anagrafe, hanno sempre dimo-strato, mantenendo fede al “Rotary ragazzino” di cui parlava Paul Harris;i Presidenti degli altri Club cittadini: per il dialogo instaurato, nonché per lapazienza con cui hanno consentito che Mario Pantano mostrasse tutta la sua… affettuosa partigianeria, nelle particolari attenzioni offerte al nostro Club;il Consiglio Direttivo, ovvero i soci Magalotti, Doro, Laus, Baldini, Pileri,Musso, Amato, Andrisano, Borlotti, Boschetti, Postacchini, Stagni,Stupazzini con cui si è instaurata un’amicizia davvero rara e profonda,destinata, come tale, a non temere l’insulto del tempo, ma ad accrescersie consolidarsi negli anni venire;i Presidenti delle Commissioni: alcuni dei quali – come nelle migliori tra-dizioni rotariane – non hanno perso in dignità per non aver fatto assoluta-mente niente; altri dei quali hanno lavorato sodo, posso bene immaginarecon quale pregiudizio delle loro attività professionali;il Presidente del Rotaract, Dott. Marco Mattei: simpatico, colto e (il chenon guasta) devoto;i relatori, di cui in parte dirò nella relazione conclusiva e che, comunque,ho tanto apprezzato, da essere sincero se dico che li riascolterei di nuovovolentieri;i coniugi Politi, che da anni servono il Club con totale dedizione, e anco-ra in tempo di mia presidenza hanno collaborato, realizzando stendardi econfezioni;la signora Allegra Jasonni, per la discrezione, per la romagnolissima e ame cara idiosincresia a seguire il marito nei luoghi pubblici, specie se rota-riani, ma ben presente nella preparazione della Cena degli Auguri e in que-sta serata di commiato;la signora Renata, per cui ogni elogio sarebbe poca cosa, trattandosi di unadea. La cura, la passione, in realtà l’amore con cui si dedica al Club appar-tiene, in effetti, a un ordine superiore, credo proprio olimpico, delle cose.

L’autunno del RotarySin dalle origini e, sempre più, nel cammino del Rotary emerge un fervo-re di ideali troppo spesso sottovalutato nei salotti della cultura e non ridu-

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cibile, come qualche maligno pretende, a un generico e vago conservato-rismo. Vero è, al contrario, che il legame della Ruota Dentata con le tradi-zioni si radica in un tanto vivo, quanto malinconico e vorrei dire “autun-nale”, sentimento del tempo.Non poteva essere diversamente, visto il ferreo radicamento della nostraistituzione nella storia occidentale. “Occidente” è sinonimo, pur tra letante contraddizioni, della storia, di aspirazione alla libertà e di responsa-bilità personale nel divenire degli eventi; ma dice anche – e Dio sa quan-to intimamente! – l’ora della sera, la consapevolezza amara del tramonto.La domenica pomeriggio a Chicago ero disperatamente solo: così scrivePaul Harris ne La mia strada verso il Rotary, in una sorta di confessionepubblica, che prelude all’individuazione di una tavola in cui possa recupe-rarsi gusto del dialogo, gratuità dei rapporti e piacere della convivialità. Èchiara, nel fondatore, la coscienza di una crisi di portata generale, di cuivengono colti i segni nella convulsa metropoli americana dei primi delsecolo, ma che di lì a poco si sarebbe estesa alle capitali europee, per pro-iettarsi globalmente a misura di “destino dell’Occidente”. Il nichilismo – ovvero l’ateismo sistematico e la morte delle metafisiche –avrebbe determinato perdita del senso sacrale della vita e “disagio di civil-tà”. L’immagine della città si contrappone all’immagine della provinciamontanara, in cui Harris trascorre con i nonni l’adolescenza: frenetica edispersa, la prima; fervida e ricca di spiritualità, la seconda.La Ruota Dentata nasce, dunque, non già nel preteso segno del benessereborghese o del quieto vivere di un ceto di notabili, bensì nel segno dell’in-quietudine religiosa e dell’aspirazione a modificare il corso delle cose.Così fu che ai nazionalisti imperanti il Rotary oppose quei principi diinternazionalità, che in Italia (e non solo in Italia) avrebbero determinatoantipatie del regime e allergie ecclesiastiche, sino alla chiusura delle sedi.E fu così che ai totalitarismi e agli statualismi, dilaganti in Europa, ilRotary oppose un riferimento politico, fatto poi proprio dalla costituziona-listica del dopoguerra, ma che in allora assumeva veste profetica: il plura-lismo. E fu così che nell’età del dominio delle masse Harris poté critica-mente parlare di un anonimo “calderone sociale”, per riproporre nuovearistocrazie intellettuali e morali.

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Torna alla mente, al proposito, una grande pagina di Benedetto Croce:Religiosità, per l’armonia stessa che è insita nel termine, altro non è, senon aristocrazia.In sostanza, alle “primavere” del positivismo e del materialismo storico ilRotary replicava rievocando una dimensione cristiana del vivere, pur lai-cissima e a suo modo originale. Ricca di spunti liberali e scevra, cometale, da ogni pregiudizio dogmatico e da ogni fanatismo.Certo il compito era (ed è) arduo; né poteva (e può) sfuggire l’asprezza delcammino intrapreso. Può una tavola ricca di affetti e ospitale, quale quel-la che aveva animato la giovinezza di Paul Harris, sostituirsi alle menseincolori di oggi? Alle autostrade, ovvero alla velocità e ai ritmi freneticidella civiltà tecnologica, è possibile contrapporre il “sentiero di campa-gna”, ovvero la sacralità del rapporto fra uomo e natura evocata dallemetafisiche tradizionali?Riconosco in alcune bellissime relazioni, svolte nell’anno rotariano dellamia Presidenza, una medesima, dolente osservazione dell’attualità, unmedesimo, nostalgico tentativo di recupero della poesia perduta. Diversi ipunti di osservazione, e pur tuttavia conferenti: penso all’intervento diZunarelli su Le droghe nello sport: a dirci, in definitiva, le perversioni acui si è giunti nell’imporre allo sportivo prestazioni che possono ingigan-tire un titolo del giornale, ma che nulla hanno a che spartire con la salutee, più in genere, con l’equilibrio tra l’anima e il corpo. Penso a Il male di vivere degli adolescenti, colto con il consueto acume daVittorio Volterra in un’ampia dimensione etica e culturale, non solo psicoa-nalitica. Penso a Letteratura e religione, relazione di Alberto Destro coltis-sima e, a mio modo di vedere, “autunnale”, per il nodo stesso di riflessio-ne prescelto: Rilke, sommo poeta della parola religiosa al tramonto.

Sono forse il grigiore stesso dei tempi e l’oggettiva, crescente difficoltà diattuazione del progetto rotariano a fornire lumi su un momento di crisi cheinveste anche, e ahimè dall’interno, la Ruota Dentata. Talora sembrano prevalere le burocrazie; non raramente si assiste a mani-festazioni autocelebrative, tanto sterili, quanto idonee ad allontanare forzenuove e valorose. La stampa rotariana non ci pare comparabile a quella che

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seppe essere in anni passati: Realtà Nuova è stinta (“autunnale” in un’acce-zione diversa da quella cui ci si è precedentemente riferiti) nella sua stessaveste editoriale; altre pubblicazioni ci paiono patinate, enfatiche, retoriche.Ed ha ragione Vitaliano: di alcuni detti, esteri o nostrani, potremmo cer-tamente fare a meno: gettare il seme dell’amore che significa?

Al termine della relazione dell’Avv. Jasonni vi sono stati diversi interventi.– L’Avv. Giulio Bongianni, magistrato, Past President del Club Bologna

Est, ha espresso encomio e stima per l’amico Jasonni e, ammettendoche “l’avvocato deve sedurre il giudice”, si è complimentato con lui peressere riuscito nel suo anno di presidenza, a sedurre il Club. Consegnaall’Avv. Jasonni una medaglia ricordo.

– L’Avv. Stefano Graziosi, premesso di aver avuto presentimento dimagie nella notte di san Giovanni, e premesso il ricordo dell’eleganza eprofondità dell’eloquio del Presidente Massimo Jasonni “laico libera-le”, che sempre si esprimeva con sintassi impeccabile e incredibilmen-te fluida, come le ricche acque di un fiume, dice che le due magie diquesta sera riguardano la liberalità e la laicità.

La liberalità manifestata da un trattamento di catering veramente ottimo,che, per una volta sola, non ha potuto turbare l’ottimo tesoriere Amato.La laicità poi manifestata – per meraviglia – proprio in un cenobio, e conuna relazione rotariana adeguata alla gigantesca Summa di San Tommaso.E questo sembra essere stato il trionfo di Padre Benetollo, muto e sorri-dente tra le colonne del chiostro.Si aspetta un’altra notte magica. A “Villa Quiete” sì, ma accesa dallo spi-rito giocoso del Presidente Paolo Baldini e dall’allegra convivialità dellaconsorte “Donna Valeria”.Il Dott. Mario Pantano, Assistente del Governatore, nel consegnareall’Avv. Jasonni l’Attestato Presidenziale, ha citato le parole delPresidente internazionale Rattakul sugli sforzi lodevoli effettuati peraumentare la pace e la conoscenza del vostro Club nel mondo, ricono-scendo al Club Bologna tali meriti. L’Avv. Jasonni ringrazia e consegna alDott. Pantano un omaggio a ricordo della serata.

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Prende la parola il Prof. Giuseppe Vitaliano Valenti.

Essendo io nel Club il socio con la maggiore anzianità dirigenziale, miprendo ora il compito di porgere al Presidente uscente il saluto e il rin-graziamento di tutti i soci e nel contempo di augurare al Presidente elet-to ogni successo e soddisfazione per l’impegno che lo attende durantel’annata che sta per iniziare.La serata è stata lunga e, come nella sinfonia di Haydin, quella “degliaddii”, già da un po’ di tempo le partenze si susseguono silenziose e inin-terrotte. Non ci lasciano gli orchestrali ma è il pubblico che si dilegua,con discrezione, lungo il perimetro dei portici.È tardi, la serata è stata piena. La relazione del Presidente e gli interven-ti successivi, hanno piacevolmente tenuta impegnata la nostra attenzione.Sarò quindi molto breve.Ogni annata si caratterizza per il programma che è stato svolto e vienericordata associando il nome del Presidente alla iniziativa di maggiorepregio. Il 2002-2003, durante il quale è stato svolto un buon programmache ha interessato tutti i campi dell’azione rotariana, ritengo debba avereuna sola definizione. Passerà alla storia del Club come l’annata diMassimo Jasonni, tout court.Massimo ha dominato la scena. In ogni riunione la sua personalità si èimposta senza forzature. La sua cultura eclettica e raffinata, il suo eloquioelegante, le sue osservazioni pertinenti lo hanno fatto sempre emergere.Così – era prevedibile – è stato questa sera e io, mentre la sua accattivan-te oratoria teneva avvinto l’uditorio, passando da San Tommaso aGramsci, da Platone a Croce, mi sono chiesto se, per quella sorta dimagia cui alludeva l’amico Graziosi, si fossero potuti evocare PaulHarris e gli altri fondatori del Rotary, quale reazione essi avrebberomanifestato udendo la relazione presidenziale. Credo che sarebbero rima-sti sorpresi e attoniti. Credo che la loro creatura, il Rotary delle origini,ispirato alla semplice amicizia, alle piccole iniziative locali (il primointervento a Chicago fu l’erezione di un orinatoio pubblico), non avreb-bero potuto collegarla alla esegesi filosofica e sociale che, il nostroPresidente, con dovizie di citazioni e fantasia creativa, nobilitava

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all’estremo, ma anche estraniava da una realtà ben più modesta del con-testo internazionale.Sull’origine del Rotary, accanto alla bella, esaltante ricostruzione diJasonni, vi è anche la versione più modesta del cronista di provincia,secondo cui occorre non dimenticare gli inizi tutto sommato non eccellen-ti dell’Associazione, i quali per altro non contraddicono in tutto il pensie-ro “alto”.Il Rotary è anche il risultato di una serendipity. Così come Colombo sitrovò nel Nuovo Continente, quando invece si era prefisso di guadagnarel’Oriente, navigando per Occidente, altrettanto Paul Harris e soci, volen-do costituire un circolo di amici fidati, con i quali scambiare consigli epassare piacevolmente qualche ora, si sono trovati, nel corso di non tantianni, ad aver impiantato un’organizzazione internazionale che, avendo incomune alcuni semplici regole statutarie e conformandosi anche alle esi-genze delle singole realtà nazionali, ha poi assunto proporzioni mondialicon obiettivi ambiziosi nel campo sociale, culturale e assistenziale, sem-pre ispirandosi, coscientemente o no, alla dottrina del pragmatismo.Rimarrà in ogni caso il significato profondo che hanno avuto nella nostrastoria due eventi fra i tanti. Il primo, l’Ammiraglio R. E. Byrd nel 1926pianta lo stendardo rotariano al Polo Sud; il secondo, nel 1969 il rotaria-no astronauta Armstrong posa la stessa insegna sul suolo lunare.Dai primi passi mossi all’inizio del secolo, oggi il Rotary è presente in 165Paesi e, solo pensando a mezzo secolo fa, ci viene di dire: Quantum muta-tus ab illo. Fra non molto ne celebreremo i cento anni dalla fondazione eil Rotary del secondo secolo sarà certo diverso. Ogni crescita comportasempre necessari adeguamenti. La società in cui il Rotary prospera hasubito e subisce grandi trasformazioni e molte cose nel Rotary non sonopiù del tutto attuali.Ne Il Gattopardo, Tancredi, arruolatosi nei Garibaldini, dopo lo sbarcodei Mille, dice allo zio, Principe di Salina: Se vogliamo che tutto riman-ga com’è, tutto deve cambiare.Anche da noi molto deve mutare proprio affinché l’essenziale non vadadisperso.

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Annata rotariana 2003/2004

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Dott. Paolo BaldiniPresidente uscente: Avv. Prof. Massimo JasonniPresidente 2004/05: Prof. Stefano PileriVice Presidenti: Prof. Ing. Angelo O. Andrisano,

Avv. Gianluigi LausConsigliere Segretario: Ing. Mario MussoConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Dott. Alfredo Borlotti,

Dott.ssa Leopolda Boschetti, Enrico Postacchini, Avv. Angelo Stagni

Prefetto: Avv. Mario Doro

Lettera del Presidente Dott. Paolo Baldini

È con vera gioia che, venendo incontro alla richiesta del PresidenteAndrisano, mi riporto con la memoria all’anno rotariano 2003/2004durante il quale ho ricoperto la carica di Presidente del Club per rammen-tare le attività più significative svolte in quell’annata.Ricordo che, dopo un anno di esilio, siamo tornati a tenere le riunioni con-viviali nella consueta sede dell’Hotel Carlton elegantemente rinnovatonegli arredi; solo la riunione d’inizio anno si è svolta nell’amena cornicedi “Villa Quiete” a Pontecchio Marconi.L’informazione rotariana ha assunto un ruolo importante con interventiistruttivi dei Past Governor Belelli e Valenti e dell’ormai Assistente delGovernatore Magalotti, adeguandoci in tal modo alle direttive delGovernatore S. Canducci il quale, nella rituale visita al Club, ha avuto

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parole di apprezzamento per i nostri programmi e per il rispetto degli indi-rizzi raccomandati dal Presidente internazionale.Nel corso dell’annata rotariana abbiamo conservato l’organico del Club a147 soci, la partecipazione dei soci ha conosciuto un discreto aumentopercentuale e abbiamo attuato progetti di servizio di notevole successo.Abbiamo consegnato, quali onorificenze rotariane, sei P.H.F. e tre Pietre Blu.Con il gruppo felsineo, abbiamo promosso la visita dei Musei Universitarida parte degli studenti delle Scuole Medie Superiori; consegnato iCertificati di Merito ai migliori diplomati delle Scuole del medesimogrado; consegnato i Premi di Laurea al miglior laureato di ciascuna facol-tà dell’Università di Bologna; accolto tre ambasciatori della RotaryFoundation e organizzato l’ospitalità e la giornata professionale di quattrogiovani statunitensi nell’ambito del progetto di scambio Gruppi di Studio.Il nostro Club, nell’ambito della propria comunità, ha sponsorizzato lamostra “Marconi, il genio, il futuro” che ha avuto grande affluenza di pub-blico; ha offerto il Pranzo di Solidarietà per i senzatetto; ha donato un pre-zioso volume antico al Museo della Musica in occasione della visita a quelvero gioiello della cultura; ha destinato dei fondi al nuovo Reparto diPediatria dell’Ospedale Maggiore.Nell’ambito della comunità nazionale abbiamo elargito un cospicuo con-tributo alla Fondazione Gesù Liberatore dai fondi raccolti dal ComitatoConsorti; altro contributo è stato dato all’UNITALSI; contribuzioni mino-ri sono andate a favore di AGEOP, UNICEF, Natale per l’Infanzia e per icaduti di Nassiriya.A livello internazionale abbiamo partecipato a un matching grant finaliz-zato a combattere la fame che affiggeva i bambini argentini; un contribu-to è stato inviato a Casa Vo Jurema che accoglie bambini brasiliani indi-genti e bisognosi di cure; abbiamo mantenuto l’impegno nel progettoSCIALLE sotto la guida del Past President Casali.Ricordo infine gli impegni istituzionali: contributo alla Fondazione Rotary,partecipazione al RYLA, sostegno al Rotaract, trionfalmente presieduto, nel35ennale, da Cristina Mezzetti; e inoltre all’Assemblea Distrettuale, svolta-si a Bologna in Palazzo Re Enzo, siamo stati veramente parte attiva come sipuò ben vedere dalla lettera del Governatore 2004/2005 di seguito riportata:

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Lettera del Governatore Alviero Rampioni al Presidente Paolo Baldini.

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Annata rotariana 2004/2005

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Prof. Stefano A. PileriPresidente uscente: Dott. Paolo BaldiniPresidente 2005/2006: Avv. Angelo StagniVice Presidenti: Prof. Angelo O. Adrisano,

Avv. Mario DoroConsigliere Segretario: Ing. Mario MussoConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Dott. Alfredo Borlotti,

Prof. Gabriele Falciasecca, Enrico Postacchini, Arch. Andrea Trebbi, Prof. Giovanni Vallania

Prefetto: Dott.ssa Leopolda BoschettiIstruttore: Ing. Andrea Magalotti

Sintesi delle principali attività Relazione del Presidente Prof. Stefano Pileri

L’anno 2004/2005 è stato caratterizzato da una serie di attività connessealla Celebrazione del primo Centenario della Fondazione del Rotary Club,condotte sia nell’ambito del Gruppo felsineo che in maniera autonoma.

Per quanto riguarda le azioni del gruppo felsineo, il Rotary Club Bolognaha svolto un ruolo di primo piano, sostenendo da un lato un quinto dellaspesa totale e dall’altro coordinando una delle tre iniziative prescelte dallaComunità Rotariana bolognese per le Celebrazioni del Centenario.

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In particolare, quest’ultima è consistita nella realizzazione del fascicolo IlRotary al servizio dei giovani cittadini della provincia di Bologna, il qualeè stato distribuito in centomila copie agli studenti delle Scuole MedieSuperiori e Inferiori della nostra provincia, destando l’interesse del mondoscolastico, che costituisce una delle realtà con le quali il Rotary deve fisio-logicamente collaborare.

Circa le altre due iniziative dell’anno 2004-2005, il Rotary Club Bolognaè stato attivamente impegnato, con il coinvolgimento di diversi soci, nel-l’organizzazione del Convegno distrettuale Le professioni ed il ritornodell’Etica. Sempre in tema di gruppo felsineo, si deve ricordare il coordinamento daparte del Rotary Club Bologna della visita dell’allora Presidente Incomingdel Rotary International Dr. Stenhammar, nonché l’impegno – non soltan-to economico – per lo Youth Merit Award, i Premi di Laurea e la visita aiMusei universitari. Per ciò che riguarda l’attività del Club nell’ambito del Distretto, appareopportuno ricordare il raggiungimento dell’obiettivo contributivo di14 500 $ per la Rotary Foundation, assegnato per l’anno 2004/2005 non-ché la partecipazione con 10 soci al Congresso in Marina di Carrara, tenu-tosi il 10-11 giugno 2005, per il quale sono stati realizzati due poster, l’unoper il nostro Club e l’altro per il gruppo felsineo.

Le azioni a favore della Comunità specificamente svolte dal Rotary ClubBologna sono consistite:a) nell’adozione a distanza di 11 bambini tailandesi ed etiopi;b) nel supporto dato alla Casa Vo’ Jurema in Brasile, grazie alla generosi-tà del gruppo Consorti;c) nella realizzazione di un call center dell’ANT, in collaborazione con ilRotary Club di Firenze Bisenzio e il Distretto 2070; d) nel completamento del sito per l’orientamento professionale, ora frui-bile on line; e) nella consegna al Dott. Riboldi, Direttore Generale dell’Azienda Ospe-daliera Bologna, di una somma destinata alla realizzazione della bibliote-

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ca-ludoteca del Reparto di Pediatria dell’Ospedale Maggiore, iniziativache ha coinvolto la precedente Presidenza del Dr. Paolo Baldini;f) nella realizzazione dell’agenda del Centenario, la quale è stata donata,oltre che ai soci del nostro Club, alle Autorità cittadine, provinciali eregionali nonché ad alcune Personalità nazionali, ai Governatori deiDistretti italiani e ai Presidenti dei Rotary Club del gruppo felsineo.

Per ciò che attiene alla vita del Club, oltre allo spostamento della sededelle conviviali al Circolo della Caccia e all’applicazione del nuovo rego-lamento e alla realizzazione del CD del Centenario, si ricordano le visiteal Museo dell’Aria di Padova e alla mostra dedicata a Elisabetta Sirani,nonché la gita a Roma per le celebrazioni del Centenario, la quale ha rap-presentato un momento di grande aggregazione e un piacevole ricordo pertutti i partecipanti. Escludendo il periodo estivo organizzato come di con-sueto sotto forma di Interclub, si sono tenute 39 riunioni, delle quali 10 informa di Interclub e 2 di assemblea.In tale ambito, si inseriscono l’ampliamento del Rotaract del Rotary ClubBologna con l’inserimento dei giovani del Rotary Club Bologna Valle delSamoggia, la rifondazione dell’Interact e l’attribuzione di due borse agliAmbasciatori, al Dott. Pier Paolo Piccaluga e al Dott. Nicolò Poletti,rispettivamente.

Il Club è, da ultimo, dotato di nuovi mezzi informatici, consistenti in unavideo camera digitale (dono personale del Presidente), un video-proietto-re e un PC.

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Annata rotariana 2005/2006

CONSIGLIO DIRETTIVO

Presidente: Avv. Angelo StagniPresidente uscente: Prof. Stefano PileriPresidente 2006/07: Prof . Ing. Angelo O. AndrisanoVice Presidenti: Avv. Mario Doro, Avv. Gianluigi LausConsigliere Segretario: Ing. Mario MussoConsigliere Tesoriere: Ing. Gabriele AmatoConsiglieri: Dott. Alfredo Borlotti,

Prof. Gabriele Falciasecca, Enrico Postacchini, Arch. Andrea Trebbi, Prof. Giovanni Vallania

Prefetto: Ing. Giovanni ManaresiIstruttore: Ing. Andrea Magalotti

Sintesi delle principali attività Relazione del Presidente Avv. Angelo Stagni

L’anno di presidenza 2005/2006 si colloca a metà strada fra due avveni-menti di grande importanza per il Rotary e per il nostro Club Bologna.Nel 2005 ricorreva il 100° Anniversario della fondazione del RotaryInternational, dovuta alla iniziativa di Paul Harris e dei suoi tre amici diallora.Nel 2007 ricorre l’80° Anniversario della costituzione del Rotary ClubBologna, dovuta alla iniziativa del Rotary Club Milano.L’impegno profuso dal Rotary Club Bologna negli anni di presidenza2004/2005 (presidenza Pileri) e 2006/2007 (presidenza Andrisano) per

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celebrare, rispettivamente, i due avvenimenti suddetti è stato notevole e haportato a risultati brillanti e concreti.L’anno intermedio 2005/2006, che ha visto la mia Presidenza, potrebbequindi considerarsi un anno di cosiddetta “ordinaria amministrazione”.Tuttavia non è stato, almeno per me, un anno facile. Perché ogni anno dipresidenza è difficile, per chi ha l’onore, ma anche l’onere, di presiedereil Club, e per il Consiglio Direttivo che lo sorregge.In mancanza di avvenimenti di risonanza eccezionale, quali le due ricor-renze che ho ricordato, occorre infatti caratterizzare l’annata rotarianaattraverso scelte che presuppongano lo studio, l’individuazione e l’inter-pretazione dei desideri e delle preferenze dei soci, o quanto meno dellamaggior parte possibile dei soci stessi.Ciascun Presidente trasferisce nel Club, nell’anno di sua presidenza, qual-cosa della sua personalità, della sua inclinazione e dei suoi gusti. Si trattadi adeguare tutto ciò alle aspettative dei soci, per favorirle quanto più pos-sibile.Io, che sono amante della musica e delle trasferte, ho fatto precedere l’an-no 2005/2006 da una conversazione filmata avente per titolo Il formidabi-le Quartetto Cetra e l’ho fatta seguire da una visita in Rovereto a quellastupenda struttura museale che si chiama “MART”.

In mezzo a questi due estremi, il Club ha cercato di favorire l’assiduità el’amicizia.Assiduità ed amicizia, come è noto, sono le due colonne portanti di ogniClub rotariano. Da esse nascono e si incrementano i concetti del servire.Per questo si è cercato di stimolare il desiderio dei soci a partecipare allenostre riunioni offrendo a essi incontri piacevoli e graditi, produttivi delcosiddetto “godimento spirituale”.Alla tradizionale e annuale “Cena degli Auguri” si è cercato di dare lacaratteristica di vera e propria festa di tutti i soci, con la sala allestita, ador-nata e illuminata in modo nuovo, con l’inserimento di un programmamusicale (il Quartetto Corelli) e con la distribuzione a tutti gli intervenutidi un tangibile e utile oggetto in ricordo della serata.

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Le relazioni durante le conviviali (alcune realizzate in Interclub) sonostate indirizzate su temi che potessero interessare la maggior parte dei pre-senti, e così su argomenti nel campo della musica (Mozart e PadreMartini; la Tosca di Puccini), nel campo dell’arte (il ricordo di ElisabettaSirani e la visita alla mostra di Giotto), nonché su aspetti storici della cittàin cui viviamo (Bologna: le sue acque, i suoi portici, le sue strade, le sueluci e le sue ombre).Quanto alle visite a luoghi d’arte fuori di Bologna vanno ricordate, oltrequella già citata a Rovereto, la visita alla mostra di Corot in Ferrara e quel-la alla mostra di Van Gogh, Gauguin e Millet a Brescia.Il tutto senza trascurare le relazioni di soci su materie di attualità o riguar-danti la loro attività professionale.

Non spetta a me dire se lo scopo che si voleva raggiungere (incrementarecioè l’interesse dei soci verso le attività del Club), sia stato raggiunto inpieno.Probabilmente no. Ma se anche una parte soltanto di questo scopo fossestata realizzata, vi sarebbe sufficiente motivo per esserne lieti.Le torri (e il Rotary è una torre) si costruiscono poco per volta, pietra supietra. Ce lo ha insegnato Paul Harris.

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Il ricordo di soci recentemente scomparsi

Commemorazione del Past Governor Prof. Vitaliano Valenti

da parte del socio Prof. Avv. Massimo Jasonni

IL GUARDIANO DEL FARO(in memoria di Vitaliano Valenti)

Ci sono persone che, al di là del valorepersonale, dei meriti professionali o del-le medaglie conseguite sul campo, dopola morte sfumano presto nella nostramemoria. Ed è, questa, la maggioranzadei casi, dovendoci arrendere all’idea diun ciclo in cui nessuno di noi è insosti-tuibile e che costituisce, anzi, dono pre-zioso degli dei quello per cui la nuovavita che si affaccia prevale sul lutto.Ma ci sono anche figure che non ciabbandonano, starei per dire che ci

seguitano, nel senso più profondo e acuto del verbo: queste rare personecontinuano ad accompagnarci, nonostante la loro assenza fisica, pulsanoal nostro fianco come se la morte non le avesse riguardate.È cosa strana quella di cui sto parlando, nel richiamarmi al nome diVitaliano Valenti: cosa strana e tuttavia ben nota ai cultori della poesia.Essi sanno che proprio qui si cela l’ineffabile specificità del fenomenoartistico: in quella particolare tela, o in quel marmo battuto da mano del-l’uomo, o in quella frase musicale – ogni parola al posto giusto, diceva

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Eliot, e al ritmo giusto – è inscritto il segreto della distinzione tra ciò cheè destinato a svanire nel tempo e ciò che permane.Vitaliano Valenti credo non abbia mai fatto nulla di proposito per “segna-larsi”, per emergere all’attenzione del pubblico e, in definitiva, per esse-re ricordato oltre la sua esistenza terrena. C’era, in lui, una saggezza“stoica” o, se si preferisce, un sovrano, aristocratico distacco dall’obiet-tivo del successo personale. Ricordo la presentazione alla libreria Feltrinelli del mio libro: mi avvici-nò per scusarsi, precisandomi che sarebbe venuto meno al proposito diintervenire, per timore di non essere all’altezza del dibattito (quando, inrealtà, sarebbe stato uno dei pochi che, avendo letto dalla prima all’ulti-ma pagina, avrebbe ben potuto dire la sua da protagonista). Non diversamente accadeva nelle feste o nelle celebrazioni rotariane, ovepoteva e doveva porsi, per l’autorità di cui disponeva, in primo piano einvece offriva ad altri il microfono. Se sedeva in prima fila, era perché gliera stato richiesto, e non voleva rispondere in modo inurbano all’invitodegli organizzatori del convegno, o perché, più semplicemente, ambiva aun audio migliore e voleva osservare il volto dell’oratore più da vicino.Insisto su questo particolare, apparentemente insignificante, per sottoli-neare come Vitaliano fosse sempre attento e curioso, pronto all’ascoltocome uno studente ginnasiale, ma di sicuro avvenire. Era dunque l’umil-tà il tratto saliente della persona: un’umiltà vera, vorrei dire incarnata,non un’astrazione e tantomeno il frutto di una scelta ideologica. In analogia, penso alle due farfalle di una tela del 1890 di van Gogh, oraesposta a Brescia: sono farfalline che qualunque bambino potrebbe pitta-re sul suo quaderno di scuola, e pur tuttavia sono quelle, quelle e soloquelle che la nostra coscienza raccoglie e gelosamente custodisce, impe-dendone l’oblio.Oggi si guarda spesso all’umiltà come ad una forma di debolezza. Ilricordo di Vitaliano Valenti conferma quanto grave sia questo errore.Vitaliano esprimeva energia, vigoria, vera e propria forza intellettuale emorale. Non era uomo di mezze misure, un po’ di qua e un po’ di là, nonera disposto ad appartenenze consortili, non cedeva alla convenienzadelle mediazioni. Le sue origini romagnole giocavano, al proposito, un

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ruolo determinante: non tergiversava, assumeva decisioni limpide e nette,amava la discussione, ma per giungere ad una sintesi chiara.Da questo modo di porsi discendeva una leggerezza di tratto, una bellez-za, non solo di spirito, ma anche fisica. Penso con compiacimento – me nerallegro con lui – al mondo femminile che dovette avvertirne il fascino.Per noi Rotariani è stato un guardiano del faro: perché senza supponen-za, ma con estrema autorevolezza indicava la via da tenere senza nemme-no dover citare il manuale di procedura. Mi ricordava, in questo, i gran-di avvocati del passato, che, a differenza di quanto accade oggi, ricorre-vano alle eccezioni procedurali solo in casi estremi, e solo ove la viola-zione della norma di rito avesse comportato offesa effettiva di un dirittodi libertà. Di quei grandi avvocati Vitaliano possedeva la maestria delgesto.Il Rotary (per usare l’espressione di un pensatore tedesco che gli era caro– diceva scherzando – quanto gli era cara la sua passione del cucinare)rappresentava per lui un abitare: un modo di essere, prima ancora che unmodo di esistere. Un tutt’uno con la sua alta professionalità, manifestatadurante il lungo periodo del primariato ospedaliero imolese; con unasignorilità in lui innata e caratteristica della scuola ostetrica di Bacialli,di cui fu nel dopoguerra stimatissimo allievo; con la sua crociana attitu-dine a identificare, nel nome dell’idea liberale, pensiero ed azione. Il faro dell’abitare rotariano, di cui Vitaliano è stato fedele custode, con-cede ben poco all’immagine grigia e sedentaria di una ruota dentata inte-sa come mero sodalizio di notabili, ben poco consente a certa patinatastampa. Esso, viceversa, si nutre di antiche, nobili aspirazioni inscrittenella storia della civiltà occidentale: la sacralità della vita, il difficile mafervido incrocio tra solidarietà e libertà. La permanenza di questa alta memoria ha forse a che fare – lo si dica conanimo sereno, senza tema di sconfinare nella retorica – con la adolescen-te, ma proprio per questo inesauribile lievità delle farfalle di van Gogh.

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Commemorazione del Past President Prof. Guido Paolucci

da parte del socio e collega Prof. Gian Paolo Salvioli

Il nostro Presidente Angelo Andrisanomi ha cortesemente incaricato di ricor-dare oggi un nostro illustre socio, masoprattutto un nostro amico, GuidoPaolucci improvvisamente mancato il19 luglio di quest’anno.Guido, nato a Padova, era cresciuto aCattolica dove per decenni suo padreha svolto l’attività di pediatra e giuntoalla laurea abbracciò la pediatriaseguendo le orme paterne. I nostrigenitori si conoscevano da quandoentrambi frequentavano la ClinicaPediatrica di Padova e io con Guido daoltre 40 anni ho lavorato fianco a fian-

co nel glorioso Ospedale Gozzadini. Abbiamo condiviso affanni, soddisfa-zioni, delusioni che ogni attività lavorativa comporta e in particolare lanon facile carriera universitaria.Guido ha raggiunto il vertice della progressione accademica divenendoprofessore ordinario di Pediatria e direttore di una delle Cliniche Pe-diatriche della nostra Università: a Lui si deve la nascita dell’oncologia edematologia pediatrica non solo a Bologna, ma in Italia. A livello interna-zionale e nazionale era oltremodo stimato e molti sono stati i riconoscimen-ti a Lui tributati dalla comunità scientifica. Numerosi gli allievi che hannoraggiunto prestigiose posizioni in campo universitario e ospedaliero. Accanto alle non comuni caratteristiche di ricercatore e di docente deside-ro ricordare una dote di Guido: l’umanità verso il bambino malato ditumore e verso la sua famiglia. L’attenzione posta ai problemi non solo

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medici è testimoniata dai suoi scritti, ma soprattutto dall’essersi battutoper l’umanizzazione dell’assistenza ospedaliera. Ne è prova il modernissi-mo reparto di Oncoematologia pediatrica che Guido ha avuto il piacere divedere finalmente inaugurato, dopo anni di travagliati lavori, nel giugnoscorso grazie al suo impegno unitamente a quello dell’associazione divolontariato dei genitori dei bambini oncologici AGEOP, delle istituzioni(Università, Regione, Azienda ospedaliera) e della famiglia Seragnoli.In questo reparto si effettuano i trapianti di midollo che hanno consenti-to, unitamente alle altre terapie, di raggiungere la guarigione in oltrel’80% dei bambini affetti da leucemia: in esso è stato particolarmentecurato l’ambiente inteso non solo come aspetto edilizio, ma come luogo dicura globale del bambino consentendo la presenza continua dei genitori,l’attività scolastica e ludica oltre al supporto psicologico dato da valentiéquipe particolarmente esperte.Desidero però in questa sede ricordare le qualità del Paolucci “uomo” edel Paolucci “Rotariano”: io ritengo che menzionare le doti dell’uomoonesto, serio, di grande modestia, nonostante l’alto prestigio di cui godevapresso la società, significa ricordare un Rotariano veramente esemplare.Ebbi l’onore e il privilegio di presentarlo durante la conviviale del 18 feb-braio 1986 ai soci del nostro Club e credo che tutti voi abbiate avuto l’op-portunità di apprezzarlo specialmente nell’anno della sua Presidenza(1990/91) per la grande affabilità e disponibilità e per l’attenzione da Luiposta verso i giovani. Alla sua felice intuizione si deve l’istituzione del premio che i Rotary Clubdi Bologna dal 1990 assegnano al migliore dei laureati delle varie facol-tà del nostro Ateneo. A tal proposito mi permetto di avanzare la propostache questo premio venga denominato Premio di Laurea GUIDO PAO-LUCCI: in questo modo si renderà giusto riconoscimento a questo nostroillustre socio. Ricordo inoltre che numerosi sono stati i Paul Harris e lePietre Blu a lui attribuiti per la sua attività rotariana.Guido ha avuto al suo fianco Rosetta moglie eccezionale e tre figli Laura,Andrea e Stefano e l’amata nipote Valentina che tante soddisfazioni glihanno procurato.Molti di Voi ricorderanno gli interessi molteplici di Guido: la letteratura,

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la musica, il cinema, il mondo telematico di cui il fratello Umberto è unodei protagonisti a livello mondiale, i sistemi di trasmissione radio e tele-visiva: a tal proposito la Fondazione Marconi gli aveva recentementeattribuito un particolare riconoscimento.Aveva affrontato con grande serenità, grazie anche alla sua profonda fedecristiana, in questi ultimi anni problemi di salute che tuttavia non aveva-no intaccato la sua attività di ricercatore e, ultimamente, di scrittore.Infatti egli ha dedicato alla sua amata Cattolica e alla terra di Romagnatre volumi nei quali ha raccontato la storia recente di queste località e lasua storia di giovane che si affacciava alla vita di studio e di lavoro.RingraziandoVi della benevolenza con la quale mi avete ascoltato e scu-sandomi per non essere riuscito a tratteggiare compiutamente la figura diGuido Paolucci riuscendo a fatica a superare la grande emozione che inquesto momento mi pervade per il sincero affetto che ci legava, vorreiconcludere leggendoVi quella che definirei una lirica che proprio que-st’anno Guido ha scritto e nella quale possiamo cogliere un velato suocommiato dalla sua terra e da noi.

Assaggiarla bambino costruendo precari castelli di sabbia sul bagnasciu-ga che la risacca erode;gustarla adulto ripetendo le vacanze nel passare degli anni, magari con lamoglie e poi con i figli e poi con i nipoti;sfiorarla d’inverno con la nebbia che ovatta le vie e con il lamento dellasirena che sale dal porto; vederla con la galaverna che caramella gli alberi smerigliando le orecchie;anticiparla alla festa dei fiori quando la natura esplode in mille colori;soffrirla sperando che il garbino passi presto;lambirla dai finestrini di un treno che corre e non si ferma e lascia dietro,nel mare che fugge, brandelli di ricordi e di immagini felici;raccontarla nei libri per dire e dare agli altri ciò che urge dentro;fotografarla per fissare il tempo, per ritrovare una emozione, per cogliereuna luce, un’ombra, un colore, un riflesso, un profilo e per cento altrimotivi.

Guido Paolucci, 2006

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Commemorazione del Past President Avv. Stefano Graziosi da parte del socio Avv. Ernesto Stagni

Dalla riunione del 13 febbraio 2007:…dopo un rapido saluto agli intervenu-ti il Presidente apre l’incontro, comuni-cando ai soci la notizia della tragicascomparsa del caro amico, il socio Avv.Stefano Graziosi, Past President delClub nell’annata 2000/01. Dopo avernericordato il passato rotariano e in parti-colare la sua annata di Presidenza, cedepoi la parola all’avv. Angelo Stagni peruna commossa e sentita commemora-zione di cui riportiamo integralmente iltesto.

Cari amici del Rotary Club Bologna, ilnostro Presidente prof. Angelo O. Andrisano mi ha incaricato di ricorda-re in apertura di questa riunione di Club, la figura dell’Avv. StefanoGraziosi.Come tutti sapete l’Avv. Graziosi, socio del nostro Club, è mancatoimprovvisamente alcuni giorni fa, per uno di quegli accidenti inesorabiliche colpiscono gli esseri umani e cioè l’arresto delle funzioni cardiache.La notizia della sua comparsa è stata per me una folgore a ciel sereno,perché pochi giorni prima ero stato ospite in casa sua in una cena confamiliari e amici. E nulla lasciava intravedere la tragedia che si sarebbeconsumata a pochi giorni di distanza.

Stefano Graziosi era nato a Bologna il 3 ottobre1940 ed era socio delnostro Club dal 5 giugno 1984. Dopo avere fatto parte per vari anni del

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Consiglio direttivo e di Commissioni da lui presiedute, Stefano Graziosifu nominato Presidente del Club per l’annata 2000/01.Di lui, della sua personalità, della sua sensibilità e dei suoi modi di sen-tire e operare vi sarebbe da scrivere un intero volume. Io mi limito sola-mente a ricordare a Voi il suo elevato livello spirituale e operativo, la suaarguzia e il suo senso dell’umorismo che derivavano da una vasta e pro-fonda cultura in ogni settore. Vi voglio ricordare, ma certamente questecose già le avete notate a suo tempo, che non vi era relazione che altrepersone facessero in nostre conviviali durante il suo anno di Presidenza,che non fossero precedute o seguite da un preambolo o da un commentosul tema della relazione medesima. Segno evidente che non solo StefanoGraziosi era enciclopedico nella sua cultura ma che egli non gradiva maiessere impreparato di fronte a qualsiasi argomento venisse davanti a luitrattato.Io, che l’ho avuto anche come collega nella professione forense, voglioanche ricordare gli articoli a sua firma che venivano pubblicati nella rivi-sta Bologna Forense; in ciascuno di questi articoli si notava il profondosenso critico e la vena ironica che egli immetteva nei suoi scritti, soprat-tutto quando questi scritti consistevano in commenti a sentenze emesse suipiù disparati argomenti da parte della magistratura italiana.Voglio ad esempio citare l’articolo apparso nel 2004 per approvare unasentenza della Corte di Cassazione che riconosceva all’avvocato il dirit-to al risarcimento del danno per impedimento del proprio praticante,cagionato da terzi, a svolgere attività produttiva nell’ambito dello studiolegale di cui faceva parte. Stefano Graziosi sottolineava, con arguzia eironia che il praticante, e meglio ancora la praticante, non solo sollevavail titolare dello studio da compiti ed attività che stancano, ma anche nerallegravano e rasserenavano lo spirito. Di qui la sua assenza costituivaun danno risarcibile.E con un articolo più recente, dell’anno 2006, Stefano Graziosi criticavainvece altra sentenza in base alla quale non si poteva rimettere in termi-ni un avvocato assente all’udienza a causa di malattia che avesse provo-cato soltanto conseguenze di ordine motorio. Scriveva Stefano Graziosi,in quell’arguto articolo, che l’avvocato è dotato “non solo di mente”,

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“ma anche di gambe”, perché la prestazione del legale, al pari di quellodi un concertista o di un attore, è strettamente personale e non è delega-bile ad altri, particolarmente nei momenti critici di una udienza. E ciòsoprattutto quando il cliente desidera che l’avvocato sia presente di per-sona, e non rappresentato da un collaboratore di studio, pur se qualifica-to e capace.E voglio infine ricordare il rigore che Stefano Graziosi manifestava nel-l’ambito dell’etica professionale. Se un avversario si permetteva di alte-rare i fatti storici che avevano dato origine a una causa, per trarne van-taggi defensionali, Stefano non passava sotto silenzio l’espediente mali-zioso difensivo. I fatti – così diceva – si possono interpretare, inventaremai. Nell’ambito del nostro Club tutti ricorderete infine le sue relazioni semprepermeate dell’umorismo critico di cui Vi ho detto, come la dissertazionesul Diritto pubblico e privato nel Mercante di Venezia e l’ultima conferen-za che egli fece nel 2006, intitolata Sesso e Stato.Stefano Graziosi lascia un grande vuoto nella sua famiglia; alla moglieSilvia Calzoni e ai suoi quattro figli il nostro Club porge con commozio-ne i sensi del più profondo cordoglio. Ma Stefano Graziosi lascia un grande vuoto anche nel Rotary. Noi loricorderemo sicuramente per moltissimo tempo, e per tutto questo temposentiremo amaramente la sua mancanza.

Si ringraziano gli Sponsor del 6 marzo:

4 Elle Service s.a.s. Fe. Ba. Consulting s.a.s.