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Protezione Personale - Un Sistema di Difesa Globale Adeguato alle Tue Esigenze Reali
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Kaizen Martial Arts Palermo 2010 ® Productions
Protezione Personale Un Sistema di Difesa Globale
Adeguato alle Tue Esigenze Reali
di
Marcello Giannola
Protezione Personale - Un Sistema di Difesa Globale Adeguato alle Tue Esigenze Reali
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I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo(compresi i microfilm e le
copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.
Codice ISBN in fase di assegnazione Protezione Personale - Un Sistema di Difesa Globale Adeguato alle Tue
Esigenze Reali © di Marcello Giannola Copyright © 2010 ASD. Kaizen Martial Arts Palermo Productions -
Via D.co Guerrazzi,46 – 90135 Palermo
Edizione 2010
Illustrazioni,Copertina ,Impaginazione – Marcello Giannola
Proprietà letteraria riservata - In fase di Stampa
Copia in prevendita
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INDICE
Prefazione Pag. 133
Introduzione 5
Premessa
Capitolo 1 – Il Crimine Urbano 9
1.1. Le Statistiche 9
1.2 Criminalità e Povertà, Problemi prioritari dopo la
disoccupazione
12
Capitolo 2 – Conoscenza e Consapevolezza 19
2.1 Capacità sensoriali 20
2.2 Capacità senso-percettive 21
Capitolo 3 – La prevenzione 25
3.1 Prevenzione reati legati alla circolazione 25
3.2 Lavorare su se stessi 30
Capitolo 4 – Protezione Familiare all’interno
della propria abitazione 35
4.1 Sicurezza in casa propria 35
4.2 Le aree di sicurezza 37
4.3 La stanza segreta 46
4.4 Le porta-finestre e finestre scorrevoli 44
4.5 Utilizzo di Sistemi di allarme antifurto 47
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4.6 La sicurezza ed il buon vicinato 47
4.7 Check-List Verifica di sicurezza dell’area
condominiale
49
4.8 Come reagire ad una intrusione 50
4.9 Custodia di armi da fuoco e particolari armi
da taglio 53
Capitolo 5 – Sicurezza personale e
circolazione stradale 54
5.1 Il parcheggio 54
5.2 Pericoli e protezioni durante la circolazione
stradale
69
Capitolo 6 – Protezione Familiare sicurezza
sui marciapiedi, locali pubblici,
cinema e teatri
72
6.1 Posizionamento all’interno di Bar, Pub,
Ristoranti
74
6.2 Posizionamento all’interno di cinema, teatri
e locali di pubblici spettacoli
75
Capitolo 7 – Sicurezza nei mezzi di
trasporto: autobus, treno, metropolitana
46
Capitolo 8 – Le check-List 80
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8.1 La check-list della protezione personale per
i vostri bambini
80
Capitolo 9 – Nozioni base per la protezione
personale globale
83
9.1 Introduzione al conflitto 83
9.2 I principi base 87
Capitolo 10 – Minaccia armata, l’arma da
taglio o da punta
95
10.1 Definizione e riferimenti normativi 95
10.2 Il coltello 96
10.3 Gli angoli di taglio base da cui difendersi 105
Capitolo 11 – L’ABC della protezione
personale
110
11.1 Gli attori del conflitto 112
11.2 I tre elementi fondamentali della
protezione personale
113
11.3 Come massimizzare la vostra energia 134
11.4 Il comportamento tattico durante le fasi del
conflitto
139
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Capitolo 12 – Punti Vitali 142
12.1 Breve accenno storico 142
12.2 Punti di pressione e la difesa personale
femminile contro lo stalking
148
12.3 Mappe dei meridiani 158
12.4 Modalità di accesso dei principali punti di
pressione e relativi effetti neurologici.
161
Conclusioni 175
Bibliografia 176
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Introduzione
Non è una novità che grandi sobborghi e quartieri di
periferia conosciuti per la concentrazione di atti
criminosi, vengano utilizzati dalle grosse aziende di
distribuzione, grandi magazzini ed altro, quali zone
dove creare ed esercitare la loro professione ciò induce
ai fruitori di questi grandi magazzini a spostarsi verso
la periferia delle città per poter effettuare i loro acquisti
esponendosi così a rischi risaputi quali essere vittime di
ladri,drogati, rapinatori ed in casi peggiori violentatori
e malviventi tutti.
Ma è tutta l’intera città che diviene un rischio data la
sua alta densità di popolazione che racchiude le razze e
le tipologie più disparate, ciò comportando la tendenza
al paradosso e cioè essere soli in mezzo a tanta gente;
quello che però ci deve far riflettere non è tanto questo
ma essere intanto coscienti e consapevoli che vi sono
probabilità di incontrare per la vostra strada persone
apparentemente per bene che comunque potrebbero
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essere criminali in libertà condizionata, professionisti
della truffa o del raggiro,borseggiatori e per finire
psicopatici, gente instabile e/o comunque nella totalità
dei casi gente imprevedibile.
L’aumento della popolazione in ambito urbano, il
degrado, la povertà diffusa creano quindi i presupposti
ad una civiltà imbarbarita comunque dal sistema
economico attuale oltre che dalle proprie volontà
delinquenziali. Lo stato ed i vari governi che si
susseguono sanno della necessità di sicurezza che anno
dopo anno è in continua crescita dovuta alla percezione
di sicurezza dei cittadini molto più importante della
sicurezza stessa. Causa delle politiche nazionali e locali
non sempre il numero di poliziotti presenti nel
territorio è adeguato ed in alcuni casi addestrato per far
fronte alle numerose richieste di intervento presso i
centri urbani più densamente popolati.
Si rende necessario visto quanto detto in precedenza
prendere coscienza della situazione esserne
consapevoli e cercare, offrendo il meno possibile il
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fianco ai nostri oppositori, di essere parte attiva della
protezione personale, familiare e domestica senza
demandare questo compito così importante alle forze
dell’ordine, le quali saranno nostre alleate sempre, ma
purtroppo non costantemente presenti come vorremmo.
Volendo riassumere questo in due punti fondamentali:
1. essere parte attiva della mia protezione (non
vittima passiva).
2. non demandare ad altri il delicato compito della
protezione personale, familiare e domestica .
detto questo e assimilato queste due semplici regole
che ci accompagneranno lungo tutto questo nostro
percorso formativo vi auguro che quanto esposto di
seguito vi possa tornare utile per la vostra vita
quotidiana e quella dei vostri cari.
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…” Nessuno può veramente garantire il futuro. La cosa migliore da fare è prendere le misure, calcolare i rischi, valutare la nostra capacità di occuparsi di loro ed attuare i nostri piani con fiducia."…
Henry Ford II
…e ancora…
…ciò che separa vincenti e perdenti è come un individuo reagisce ad ogni svolta del destino…
Donald John Trump
Buona lettura
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CAPITOLO 1. IL CRIMINE URBANO
1.1 Le Statistiche
Partendo dalle ultime statistiche (fonti Istat 2008
www.istat.it) è possibile fornire un profilo del crimine
urbano per poter essere così preparati all’eventuale
rischio statisticamente e scientificamente proposto e
considerando quelli con più alta percentuale di
realizzazione.
La copertina della sezione cita :
“La sicurezza dei cittadini,
tanto nella sua componente
oggettiva (comportamenti
antisociali o delittuosi)
quanto in quella soggettiva
(percezione dell’allarme
sociale da parte degli individui), è una dimensione
essenziale della convivenza civile. In questo ambito,
l’informazione statistica è necessaria per orientare e
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valutare le politiche di governo della sicurezza, con
particolare riferimento alla coesione sociale, alla
diffusione della legalità e al miglioramento
permanente delle condizioni di convivenza civile.
Gli indicatori presentati in questa sezione sono: delitti
denunciati dalle forze dell’ordine all’autorità
giudiziaria per mille abitanti; il numero di omicidi
volontari per milione di abitanti; la percezione dei
problemi prioritari da parte dei cittadini.
In Italia, nel 2005, sono stati denunciati dalle forze
dell’ordine all’autorità giudiziaria 44 delitti per mille
abitanti.
Nel 2005 sono stati commessi in Italia circa 10 omicidi
per milione di abitanti, un valore sensibilmente al di
sotto della media europea. Il fenomeno è in forte
diminuzione (dai 13 omicidi del 2000).
Nel 2006, la criminalità è fonte di preoccupazione per
più della metà degli italiani (58,7 per cento), con punte
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in Piemonte e Liguria, oltre che in Puglia, Campania e
Sicilia.
Fig.1.1 La criminalità come problema prioritario per regione – Anno 2006
(per 100 persone di 14 anni e più della stessa regione)
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1.2 Criminalità e povertà problemi prioritari dopo
la disoccupazione
Uno Sguardo D’insieme
Per il 70,1 per cento dei cittadini italiani la
disoccupazione è il problema prioritario per il Paese
nel 2006; tuttavia, rispetto al 2000, si registra una
diminuzione di 5,4 punti percentuali. La criminalità
preoccupa più della metà degli italiani (58,7 per
cento), mentre la povertà è il tema che negli ultimi anni
ha accresciuto la sua rilevanza come problema nella
percezione dei cittadini: dal 17,0 per cento nel 2000 al
29,4 per cento, con un incremento quindi di 12,4 punti
percentuali.
Definizioni Utilizzate
L’indagine multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita
quotidiana” rileva ogni anno molteplici aspetti della
vita degli individui e delle famiglie; dal 1993 viene
condotta tutti gli anni e nel 2006 è stata effettuata a
febbraio su un campione di circa 19 mila famiglie (pari
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a circa 49 mila individui). I dati per tutti i paesi europei
provengono dall’indagine periodica Eurobarometro,
promossa dalla Commissione europea. Sia per la
dimensione del campione delle due indagini, sia per la
diversa formulazione delle domande, i dati relativi
all’Italia e altre sue regioni non sono confrontabili con
quelli dell’indagine Ue.
L’Italia nel Contesto Europeo
Nell’ordine, criminalità (33 per cento) , inflazione (29
per cento)e disoccupazione (27 per cento) sono i tre
problemi più rilevanti per gli italiani. Nel complesso
dell’Unione il problema più sentito dai cittadini è la
disoccupazione, con il 27 per cento delle risposte,
seguito a breve distanza dall’inflazione (26 per cento).
L’Italia e Le Sue Regioni
Dall’esame della distribuzione territoriale della
percezione dei problemi considerati prioritari della
popolazione di 14 anni e più emerge una differente
sensibilità tra nord e sud del Paese. In tutte le regioni
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del Mezzogiorno è infatti la disoccupazione che occupa
il primo posto della graduatoria, mentre in molte
regioni del Nord il tema della criminalità è
maggiormente sentito.
Nel dettaglio, quasi l’88 per cento dei residenti nel
Mezzogiorno segnala il problema della disoccupazione,
in leggero calo rispetto al 2000 (90,3 per cento); la
punta massima si registra in Calabria con il 90,5 per
cento. Meno drammatica la percezione del problema
della disoccupazione al Centro-Nord (60,6 per cento) e
in particolare nel Nordest (50,8 per cento) dove è il
tema della criminalità ad essere relativamente il più
sentito (55,6 per cento).
Nel Mezzogiorno la criminalità viene considerata
problema prioritario dal 61,6 per cento della
popolazione; la regione dove appare più rilevante è la
Campania, con il 72,3 per cento delle indicazioni,
mentre per le regioni del Centro-Nord lo è in Liguria
(62,7 per cento) e in Piemonte (60,9 per cento). In
molte regioni del Nord, inoltre, la segnalazione del
tema della criminalità si accompagna anche a una
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elevata incidenza delle preoccupazioni legate
all’immigrazione extracomunitaria: province autonome
di Bolzano e Trento (rispettivamente 43,6e 41,2 per
cento), Veneto (39,3) e Lombardia (38,8).Il tema della
povertà preoccupa quasi il 30 per cento degli italiani,
più nel Mezzogiorno (37,5) che nel Centro-Nord
(25,1);i valori più elevati si registrano in Basilicata
(41,7 per cento) e in Sicilia (39,3), mentre quelli più
bassi nella provincia autonoma di Trento (13,8 per
cento) e in Veneto (20,9). Tra i dieci temi trattati è
quello che segna l’incremento maggiore rispetto al
2000, in maniera quasi uniforme su tutto il territorio
nazionale
Fonti
� Istat, Indagine multiscopo annuale sulle famiglie
“Aspetti della vita quotidiana”
� Commissione Europea, indagine Eurobarometro
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Altre informazioni
Pubblicazioni
� Istat, La vita quotidiana nel 2006
� Istat, Annuario statistico italiano, 2007
Siti internet
� http://www.istat.it
� http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm
Visto le statistiche di cui sopra sappiamo adesso di ciò
di cui stiamo parlando, senza tralasciare però nulla di
incompreso o solamente non presente.
Le statistiche generiche fanno leva sulla coscienza e la
percezione della popolazione ma non fatevi ingannare
percezione non è sinonimo di inesistente, anzi, è
proprio la percezione che ci dà il metro di valutazione
del pericolo, ma lo vedremo in seguito.
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Altre Statistiche a noi più vicine sono :
� 8 cittadini su 1000 sono vittime di aggressioni
� 55% delle rapine vengono effettuate con un arma
� il 7% degli stupri e violenze sessuali avviene
sotto la minaccia di un’arma
� Le donne hanno il 50% di probabilità in più di
essere vittime di un aggressione rispetto
all’uomo
� Su 1000 abitazioni, subiscono furti con scasso il:
o 46.2% in città
o 27.1% suburbane
o 32.6 % extraurbane
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Sub-Urbane27,1%
In Città46,2%Extra-Urbane
32,6%
Fig.1.2 Furti con Scasso e localizzazione territoriale calcolate su 1000
abitazioni
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CAPITOLO 2.CONOSCENZA E CONSAPEVOLEZZA
La percezione del pericolo è sicuramente la parte più
importante per prevenire o porre rimedio ad un
probabile evento criminoso ed è quindi quella parte
dove è necessario sicuramente un maggiore
approfondimento. Non basta il cosi detto pensiero
negativo per eludere i pericoli che l’ambiente urbano
presenta. Bisogna avere sicuramente un atteggiamento
vigile, reale e diffidente, valutare tutti gli elementi che
ci circondano sia essi di componente umana ma non
solo e questo durante il quotidiano. Importante diventa
l’allenamento e lo sviluppo di capacità oggettive che
solitamente utilizziamo per altri scopi queste capacità
sono quelle:
� sensoriali
� senso-percettiva
� di valutazione ed interpretazione
� di adattamento
� di Azione
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data la vastità dell’argomento e la specificità
dell’obiettivo prefissato e di questo libro (la Protezione
Personale) procederò solo alla spiegazione delle prime
due capacità elencate e proponendo uno schema
generico che raccolga tutte.
2.1 Capacità Sensoriali
Le capacità sensoriali sono quelle capacità che ci
consento utilizzando proprio i 5 sensi di poter percepire
e valutare tramite gli stimoli esterni che generano in
noi un determinata sensazione
Le sensazioni, come diceva Wundt, possono essere
descritte, ma sono eventi esclusivamente soggettivi che
noi possiamo partecipare ad altri, ma nessuno, al di
fuori di noi stessi, può averne un’esperienza diretta.
Se, nonostante quest’ampia variabilità soggettiva e
intersoggettiva, un determinato evento dell’ambiente
fisico è descritto in modo simile da persone diverse,
può essere ragionevole assumere che queste persone
possano avere sensazioni simili.
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Per questo motivo esiste una relazione sistematica tra
lo stimolo fisico (o stimolo distale) e la sensazione
degli individui.
Le relazioni di questo tipo sono dette relazioni
psicofisiche, in quanto sono correlate a variabili fisiche
e psicologiche (stimoli e sensazioni).
Per improntare subito una naturale protezione
personale occorre innanzitutto alzare il nostro livello di
attenzione riguardo a tutto ciò che ci circonda e non
solo in riferimento alle persone ma anche a alle cose ed
all’ambiente tutto.
2.2 Capacità senso-percettive
Lo sviluppo delle capacità senso-percettive ci
consentono di poter esercitare ed attuare una pronta
risposta al potenziale evento criminoso o comunque
valutato a nostro danno pertanto queste capacità
includono
� sviluppo delle capacità coordinative, relative al
controllo degli schemi dinamici e posturali di
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base e al loro adattamento ai parametri spazio
temporali dei diversi ambienti.
� progressiva acquisizione della padronanza del
proprio comportamento tattico nell'interazione
motoria con gli altri e l’ambiente circostante.
e consente di:
• Interpretare gli stimoli esterni che gli
permettono di adattarsi all’ambiente;
• Riconoscere, differenziare, identificare,
ricordare : oggetti, persone, ed avvenimenti
osservati;
• Riconoscere, differenziare, identificare, ricordare
l’intensità e la direzione di suoni e rumori;
• Riconoscere, differenziare, ricordare forme,
superfici e consistenza di oggetti;
• Riconoscere, differenziare, ricordare posizioni
del corpo o di parti di esso in situazioni
dinamiche quali : accelerazione, rotazione,
cambi di direzione del corpo o di parti di esso.
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Tali capacità rappresentano i presupposti di base per la
realizzazione di qualsiasi attività di contrasto ed
opposizione all’evento inatteso ma in maniera
consapevole. E devono essere attivate, esercitate ed
apprese perché dipendenti in gran parte dalla
sollecitazione sensoriale e l’assenza di percezioni o di
stimoli sufficienti può determinare il mancato sviluppo
di funzioni psicofisiologiche. La valutazione del
rischio è in riferimento alle varie situazioni ambientali
in cui è possibile trovarsi durante lo svolgimento delle
nostre attività quotidiane, riuscire a percepire il
pericolo significa prevenire, anticipare e quindi evitare
del tutto il pericolo e qualora non si riuscisse a fare
questo è importante l’utilizzo delle nostre conoscenze
del combattimento reale per porvi fine, badate bene
non si parla di vincere o perdere un conflitto ma di
vincere o perdere qualcosa di più importante che è la
propria vita. E’ quindi di vitale importanza lavorare
molto di più sulla prevenzione e valutazione del
pericolo che della risoluzione fisica dell’evento.
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Schema riassuntivo delle Capacità Oggettive
Fig. 2.1 Schema riassuntivo Capacità Oggettive
Valutazione del Pericolo e
Poss ibili tà di intervento
Valutazione
Attività di Intervento
Pertinenza
Eff icacia
Efficienza
Pericolo Oggettivo
Input
Risultato
Output Obiettivi
Impatto
Vantagi e applicabilità
Azione Attività
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CAPITOLO 3. LA PREVENZIONE
Prevenire gli eventuali pericoli è possibile valutando
l’ambiente che ci circonda e le persone presenti, un
concreto esempio di valutazione sul campo è quando si
deve scegliere un percorso tra luogo di provenienza e
quello di destinazione, si esso un percorso con mezzo
di trasporto che quello appiedato, è opportuno studiare
percorsi principali e secondari cercando di evitare zone
e luoghi poco illuminati, quartieri a rischio, vicoli
senza uscita e poco frequentati etc.
Prevenire Reati legati alla Circolazione Stradale
La maggior parte dei crimini legati alla circolazione
sono il furto d’auto e la truffa assicurativa , negli ultimi
anni vi è stata una recrudescenza di tali eventi
criminosi che hanno portato in alcuni casi anche alla
morte.
Non esiste nessun oggetto di tua proprietà che valga di
più della tua vita stessa.
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E’ importante considerare che l’automobile è sempre
stata considerata, un bene di lusso a volte, ma un bene
facilmente piazzabile e comunque di valore ciò ne
consegue l’aumento dei furti e tentati furti a discapito
di ignari e molto spesso ingenue vittime.
Sicuramente uno dei metodi per prevenire il furto di un
autovettura è l’installazione di:
� un adeguato sistema antifurto dotato di distacco
dei collegamenti elettrici per l’avviamento
� un allarme sonoro e visivo
� utilizzo di sistemi più evoluti come il sistema
GPS (Global Position System) un sistema di
localizzazione satellitare
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il metodo predetto non ha comunque quel potere
deterrente sperato. Per tanto sarebbe utile oltre
all’utilizzo di questi dispositivi, anche fare piccoli ma
significati interventi preventivi valutando la scelta del
luogo dove poter parcheggiare in sicurezza secondo i
seguenti parametri esterni di valutazione che se
presenti risultano essere di grande aiuto:
� luminosità
� presenza o meno di persone sospette,
� prossimità di locali pubblici affollati o
frequentati
� prossimità di locali con sorveglianza notturna
(caserme,garage custoditi,etc.)
ma risulta anche avere la sua importanza evitare di
tenere all’interno dell’autovettura oggetti appetibili o
presunti oggetti di valore quali :
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� frontalini estraibili di autoradio (se presenti) è
preferibile durante l’acquisto dell’autovettura
considerare quelle integrate al cruscotto.
� Borse di qualsiasi genere e dimensioni ivi
compresi lettori DVD, Mp3, Notebook etc..
� Buste della spesa, scatole e documenti di
qualsiasi tipo o genere
Quanto specificato in precedenza è per contrastare il
furto del veicolo parcheggiato. Sovente capita però di
subire una rapina finalizzata al furto del veicolo o
finalizzata ai beni della persona ma che abbia come
successiva conseguenza il furto del veicolo.
Le probabilità parlano di una maggiore rilevanza di
questi fatti delittuosi durante le operazioni di imbarco e
sbarco dall’autovettura, ma risulta essere anche il
momento preferito dai violentatori per attaccare la
donna presa di mira, risulta infatti essere il momento
migliore in quanto il livello di attenzione si abbassa
notevolmente focalizzandosi su altro. L’uso ulteriore di
armi durante queste rapine aggrava la situazione e
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rendendo questo tipo di crimine socialmente rilevante
facendo aumentare la percezione di insicurezza
generale maggiormente sentito.
Il finto incidente stradale risulta essere un altro metodo
di furto dell’autovettura se non finalizzata solo ed
esclusivamente alla truffa assicurativa.
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3.2 LAVORARE SU SE STESSI
Come prima cosa occorre lavorare su se stessi
anticipatamente e con questo intendo che una buona
protezione personale inizia dall’evitare di mandare
segnali esterni che possono essere interpretati quali
segnali determinanti per acquisire lo status di “ Vittima
” da qui un piccolo decalogo su cosa cambiare sulla
propria persona ed evitare così di attirare l’attenzione
su se stessi.
Abbigliamento
Ovviamente l’abbigliamento è sicuramente un biglietto
da visita importante ed un mezzo visivo che ci
consente sia di dare che di ricevere una prima
valutazione del soggetto pertanto sarebbe utile valutare
la possibilità, in base alle esigenze di indossare abiti
che possano fare trasparire la nostra condizione
economica ed in particolare cercando di non ostentare,
mostrare ed in alcuni casi utilizzare accessori di
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complemento dell’abbigliamento quali borse,
cinture,scarpe e gioielli che siano di un certo valore ed
ancora altri articoli quali quelli tecnologici come:
telefonini, notebook, netbook, palmari, videocamere,
camere fotografiche e quant’altro possa stimolare,
attenzione da parte di malviventi, dato il valore
intrinseco del manufatto.
E’ da considerarsi ovvio che alcuni lavori più di altri ci
costringono ad avere un abbigliamento ed a fare uso di
tali oggetti tecnologici o ancora la partecipazione ad
occasioni mondane le quali ci portano ad avere un
abbigliamento consono all’evento. In questi ultimi casi
sarà possibile prendere altri provvedimenti che
vedremo in seguito.
Limitare l’uso di articoli di abbigliamento appetibili e
che possano attirare l’attenzione dei malviventi.
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Uso di Articoli Tecnologici
Sicuramente l’articolo più utilizzato negli ultimi 15
anni è il telefonino, che negli anni ha anche preso il
posto dei pc portatili, palmari etc.. inglobandole in
unico e solo oggetto.
E’ di vitale importanza l’uso di questi strumenti solo
dietro reale necessità e possibilmente lontano da occhi
indiscreti senza ostentarne il possesso, ricordandoci
sempre che non siamo in grado di poter valutare con
certezza chi ci circonda per strada magari fermi alla
fermata di autobus o in metropolitana o semplicemente
in parchi seduti sulle panchine o ancora più
frequentemente camminando sui marciapiedi, l’oggetto
in questione ha sicuramente un valore appetibile per il
malvivente ma un’altra cosa che lo rende
maggiormente appetibile è il fatto che durante
l’utilizzo dello stesso ci troviamo distratti da quello che
ci circonda e dagli eventuali pericoli ai quali ci
esponiamo. Non guardarsi attorno, significa dare
l’opportunità al malvivente di poterci studiare e
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approfittare della nostra distrazione per passare
all’azione ed è per questo che è meglio non mostrare in
pubblico questi nostri oggetti di valore.
Quindi essere coscienti, presenti ed in stato di allerta
soprattutto quando utilizziamo l’oggetto, cercando
ovviamente di limitarne l’uso.
Tutto questo non vuole creare nessun allarmismo, ma è
giusto conoscere tutti gli aspetti della protezione
personale, familiare e domestica affinché possiamo
mettere in atto adeguate misure di sicurezza sia esse di
natura fisica che psicologica.
Queste ci daranno un notevole vantaggio sul possibile
evento delittuoso non cogliendoci impreparati e
potendo così porvi rimedio attraverso le strategie e le
tecniche che attueremo con elevata capacità di azione.
E’ fondamentale riuscire altresì sapere e riconoscere il
momento giusto sia di procedere alla fuga ma anche il
momento dove bisogna necessariamente combattere.
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Questa sarà una scelta che dovrete prendere da soli ma
allenarsi e sapere queste informazioni sono capacità
che apprenderete durante questo corso di protezione
personale. L’apprendimento di tecniche di protezione
vi renderanno più sicuri in voi stessi a prescindere dal
sesso e dall’età, vi renderà più lucidi nel momento di
bisogno, vi darà la conoscenza di alcuni punti vitali
(Kyusho) principali che vi daranno quella marcia in più
che non tutti i marzialisti ed esperti di combattimento
conoscono , ma cosa fondamentale vi aiuterà a
mantenere quella lucidità mentale che farà la differenza
nella sopravvivenza. Come l’acqua assume la forma
del suo contenitore, dobbiamo adattarci alla
mutevolezza della società che diviene sempre più
arrogante ed aggressiva.
CAPITOLO 4. PROTEZIONE FAMILIARE
ALL’INTERNO DELLA PROPRIA ABITAZIONE
4.1 Sicurezza in casa propria
Dopo aver passato tutto il giorno fuori per lavoro e
dopo aver applicato le accortezze necessarie prescritte
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in precedenza è ora di tornare a casa e chiusa la porta è
ora di rilassarsi in quanto mi reputo nel posto più
sicuro che esista al mondo.
Questa affermazione potrebbe essere veritiera se e solo
se anche la casa nella quale abitiamo abbiamo preso
quelle accortezze necessarie alla protezione personale e
familiare. E’ il momento giusto per valutare la reale
impenetrabilità e sicurezza della nostra abitazione Il
saper riconoscere il grado di sicurezza di un edificio o
appartamento è importante non necessariamente per le
eventuali modifiche ma anche solo prenderne
coscienza senza farsi convincere o ancora peggio
illudersi della reale sicurezza. In questi casi
conoscendo i punti deboli di accesso della mia casa,
trasformerò questa informazione a mio vantaggio, in
quanto saprò che tali punti saranno quelli vulnerabili e
quindi di accesso probabile di un eventuale malfattore.
Utile si rende allora necessario conoscere alcune cose
fondamentali che vale la pena di approfondire sulla
sicurezza della propria abitazione.
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La prima cosa da fare è la suddivisione in 2 aree ben
suddivise che chiameremo:
• Area perimetrale esterna
• Area perimetrale interna
•
Fig.5.1 Aree perimetrali
4.2 Le Aree di sicurezza
L’Area Perimetrale Esterna
Il perimetro esterno della nostra abitazione, varierà
qualora si tratti di appartamento di un palazzo cittadino
o un appartamento in villa o se sei parla proprio di una
villa. E’chiaro che il perimetro esterno non sarà
presente qualora vivessimo in appartamento in
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condominio, in quest’ultimo caso il perimetro esterno
coinciderà con quello interno ma ci riferiremo ad esso
comunque come
Perimetro Esterno.
Per questa area perimetrale è importante l’utilizzo di
una recinzione sia essa in muratura o una ringhiera in
ferro pieno o acciaio di almeno 3 cm con elementi
inseriti in una base in cemento armato e alti non
inferiori a 3 mt non legati tra loro da sbarre di
collegamento per evitare punti di appoggio per
eventuali malviventi per scavalcare tale recinto vedi
(Fig.4.2)
Fig.4.2
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Oltre alla recinzione esterna è possibile installare un
allarme perimetrale a cellule fotoelettriche le quali
funzionano emettendo dei raggi infrarossi che se
interrotti generano un l'allarme. Queste verranno
posizionate agli angoli del perimetro o ripetuti se l'area
risulta di forma inregolare e lungo tutto il perimetro,
una volta attivato l'allarme le luci si accenderanno
sull'area monitorata sorprendendo il malcapitato. E'
possibile atresì installare delle telecamere in circuito
chiuso puntate verso l'interno, inquanto non è possibile
puntarle verso zone o aree che non siano di proprietà,
giusto per la legge sulla privacy .Utilizzo di un cane da
guardia.
L’area Perimetrale Interna
Il perimetro interno è il più importante, (vedi fig.4.1)
dato il suo contenuto, lo rende il cerchio vitale per la
nostra sopravvivenza e sicurezza e dei nostri familiari e
quindi la sua costruzione e la sua organizzazione
strutturale deve soddisfare precise regole di sicurezza.
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Qualora si stia costruendo da zero è importante
progettare la struttura non solo secondo i canoni
estetici-funzionali ma anche secondo il punto di vista
della sicurezza anche questa funzionale quindi sarebbe
opportuno pensare e valutare la creazione di una stanza
“segreta” dove rifugiarsi in casi di violazione del
proprio domicilio, che studieremo nel prossimo
paragrafo.
Del perimetro interno ne fanno parte:
• Porta di ingresso principale
• Porta di ingresso secondaria
• Balconi e Finestre
Per quanto riguarda la porta di ingresso principale
come del resto quella secondaria, bisogna evitare di
utilizzare materiali quali legno tamburato (porte di
legno con camere d'aria), vetro o alluminio i quali sono
facilmente sfondabili; è consigliato quindi l'utilizzo di
porte blindate con cerniere poste all'interno e di una
cornice molto larga in metallo fissati con viti di almeno
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7,5 cm di lunghezza così da evitare l'accesso al telaio
della porta. Tutte queste soluzioni possono essere
personalizzabili esteticamente quindi sarà possibile
avere una porta sicura e gradevole da vedere. La
maggior parte di porte blindate hanno una sola
serratura a 4 perni posti centralmente ma sarebbe
opportuno considerare l'utilizzo di porte con più
serrature e con perni posizionati non solo sul battente
lato serratura ma per tutti i 4 lati compresi quindi perni
sul pavimento, parte superiore e lato cerniere, scontato
ma è giusto precisarlo l'utilizzo di uno spioncino a
180°. Le serrature devono essere a scatto ed avere un
cilindro di almeno 2,5 cm preferibilmente in acciaio
senza chiavistello a molla in quanto facilmente
forzabile. E' opportuno inoltre verificare la presenza di
eventuali rami di alberi o piante arrampicanti che
possano essere utilizzate per accedere ai balconi o più
semplicemente ai piani superiori.
Riepilogando ecco alcune regole di sicurezza inerenti il
rientro a casa e la porta principale:
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• L'area esterna della porta principale e quella
secondaria deve essere adeguatamente illuminata
• Se tornando a casa notate un auto posteggiata
insolita sarebbe opportuno segnarsi il numero di
targa se inoltre al'interno dell'auto vi è una
persona sospetta avvisate la polizia
• E' opportuno tenere il materiale di cui è fatto il
numero civico sempre in condizioni di visibilità
ottimali è il caso di fare attenzione e
manutenzione ogni mese o qualora fosse
necessario, il tutto per facilitare la localizzazione
alle forze dell'ordine e di soccorso.
• Non lasciare biglietti all'esterno della porta o
nella cassetta delle lettere che indichino o meno
la vostra presenza in casa.
• Non inserire targhette con nome o indirizzo al
mazzo di chiavi di casa.
• Accendere le luci di cortesia per l'apertura della
porta o della scala se in condominio
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Una volta all'interno della casa
• Guardare sempre dallo spioncino prima di aprire,
chiedendo l'identità ed in caso di scarsa visibilità
accedere le luci di cortesia e chiedere di
spostarsi in direzione dello spioncino
• Non aprire agli sconosciuti
• Non fidarsi, se presenti, di catenelle per
l'apertura sotto controllo della porta
4.3 La stanza segreta
Qualora si stia progettando una casa o genericamente la
propria abitazione sarebbe opportuno considerare la
costruzione di una stanza che sia completamente sicura
e da qualsiasi punto di vista, questa stanza più
comunemente conosciuta come stanza segreta è
solitamente costruita con accesso dalla camera da letto.
Tale stanza deve necessariamente essere ventilata
naturalmente con condotto d'aria anch'esso non visibile
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oppure prevedere una intercapedine che sia ventilata
naturalmente e collegata all'interno della stanza con
una ventola che forzi l'aria dall'intercapedine alla
stanza segreta. All'interno della stanza bisogna avere la
disponibilità di un telefono cellulare sempre carico, una
batteria e carica batteria, lampade di emergenza, sacco
a pelo, materassino gonfiabile, estintore, cassetta del
pronto soccorso completa è inoltre da considerare se
tenere all'interno una cassaforte di sicurezza dove
tenere all'interno oltre ai beni di valore anche una
eventuale arma da sparo e/o da taglio e ancora
provviste in scatola altamente energetiche e proteiche
quali : carne e pesce, frutta sciroppata, fagioli lessati,
zuppe precotte di riso, orzo ed avena, piselli, legumi,
latte in polvere o a lunga conservazione, succhi di
frutta e di verdura, cibo per bambini in scatola e
soprattutto molta acqua, il tutto riposte lontano da fonti
di luce e di calore.
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4.4Le Porte finestra e finestre scorrevoli
Le porte e le finestre scorrevoli sono particolarmente
vulnerabili e sarebbe opportuno porre in atto alcune
modifiche strutturali ed acquistare quindi quelle con
sistemi di sicurezza supplementari tipo:
Vetri in policloruro di vinile non plastificato (PVCU)
ovviamente a prova d'urto e antisfondamento,con
giunture totalmente saldate,serrature a cilindro e sbarre
antimanomissione, utilizzo di perni di fermo, serrature
esterne con chiave sulle guide di scorrimento o in
mancanza è possibile realizzare un blocchetto in legno
sagomato o altro materiale cosa più importante
predisporre un dispositivo antisollevamento delle ante
della porta scorrevole o delle stesse finestre questo è
possibile realizzando lo stesso blocchetto con
dispositivo a fissaggio fisso,interno ma removibile,
questo darà la possibilità di rimuovere l'anta scorrevole
per effettuare le pulizie straordinarie del vetro stesso.
Un altro metodo è l'utilizzo di una sbarra orizzontale
con chiusura a lucchetto lunga per tutta l'apertura
costruita in acciaio e resistente ad una spinta almeno di
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450 Kg poste all'interno ed ottime per evitare apertura
e sollevamento. E' opportuno collegare tutte le finestre,
porte e porte finestre ad un impianto di allarme.
Un altro consiglio è l'utilizzo di vetri opachi per evitare
che si possano vedere i movimenti o eventuali oggetti
di valore posti all'interno dell'abitazione, come del
resto è consigliabile utilizzare sempre delle luci soffuse
o per esempio abbassare le tapparelle o la serranda in
modo da ostacolare la visione dell'interno e quindi
sapere se presenti o meno, come serrande è opportuno
montare quelle con anima in acciaio. Altro consiglio è
l'utilizzazione di piccoli sistemi oggi a basso costo di
temporizzatori che collegati ad un lume o
elettrodomestico ne comanderanno l'accensione o lo
spegnimento, sicuramente utile quando saremo via per
le vacanze.
Tutte le aperture verso l'esterno devono essere sicure
non solo per l'imitare l'accesso in casa e quindi
altamente sicure ma devono garantire la facilità e
velocità di apertura dall'interno in caso di pericoli di
incendio o altro.
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4.5 Utilizzo di sistemi di allarme antifurto
L'utilizzo di questi metodi di sicurezza antintrusione è
caldamente consigliato, gli ultimi sistemi di allarme
risultano facilmente istallabili anche senza l'utilizzo di
fili elettrici collegati con le forze di polizia o enti di
sorveglianza privata con allarme acustico e visivo.
L'impianto solitamente installato a zone o aree
comprendono rilevatori di movimento, acustico e
rilevatori di apertura ingressi, gli stessi contatti
magnetici possono essere indipendenti o il tutto
comandato da una semplice centralina a codice, con
batteria autonoma per sopperire all'eventuale mancanza
di energia elettrica anche provocata dai malviventi.
4.6 La Sicurezza passa anche da un buon vicinato
Se si abita in un condominio o anche se in un
abitazione singola ma con vicino altre abitazioni è
possibile collaborare con i propri vicini per assicurarsi
vicendevolmente una maggiore sicurezza, giusto
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seguendo alcuni semplici accorgimenti come per
esempio ritirare la posta del vicino durante la sua
assenza, in modo di far credere che si presente ed
ancora se in condominio abbassare lo zerbino, che il
lavascale regolarmente alza per poter far bene il suo
lavoro ma che dimentica sempre di riporre al suo
posto. Scambiarsi utili notizie inerenti la sicurezza
condominiale o del vicinato, intervenire quando si
sentono rumori insoliti illuminando la zona di
provenienza del rumore e chiamando la polizia in caso
di intrusione. Partecipare alle riunioni di condomino e
a quelle dei comitati di sicurezza di quartiere se
presenti non solo per tenervi aggiornati su quello che
succede nel vostro quartiere sotto il profilo della
sicurezza ma anche per stringere quei rapporti di buon
vicinato che innescano una maggior sicurezza e
tranquillità migliorando la qualità della vostra vita
familiare e di quartiere. L'essere gentile e cordiale non
è solo un modo di vivere serenamente ma diviene un
elemento importante per la collaborazione utile tra
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cittadini e condomini. La solidarietà quale elemento
imprescindibile della sicurezza.
4.7 Check-list verifica di sicurezza dell'area
condominiale
Ecco alcune semplici domande per verificare la
sicurezza del vostro condominio:
• l'edificio ha un accesso sicuro e ben illuminato?
• È possibile controllare chi entra o chi esce?
• I vialetti, le entrate, le aree di parcheggio, l'area
box, gli androni, le scale, le aree comuni sono
illuminati 24 h su 24 ?
• Chi ha la gestione delle manutenzioni lo fa
regolarmente? La Sostituzione delle lampadine o
viene fatta prontamente?
• I cancelli di accesso al condominio sono
costantemente chiusi? Sono funzionanti al
100%?
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4.8 Come reagire ad una intrusione
In caso di intrusione nella propria abitazione è
importante di non commettere azioni di contrasto,
tentativi di attacco e disarmo le quali potrebbero essere
pregiudizievoli per la sicurezza vostra e quella dei
vostri familiari. Ripetiamo che non esiste nessun
oggetto di tua proprietà che valga di più della tua vita
stessa. Pertanto sarà possibile reagire solo ed
esclusivamente in caso di minaccia reale alla tua vita o
ad un componente della tua famiglia. Quando è
possibile e solo se possibile allontanarsi da casa. In
caso invece qualora rientraste a casa e trovaste la
vostra abitazione o quella del vicino aperta, non
entrate, chiamate la polizia ed entrare solo
successivamente al loro sopralluogo potrebbero esservi
ancora presenti i malviventi e quindi mettere a rischio
la vostra vita. Quindi farvi ospitare da un vostro vicino
o in caso di intrusione in appartamento del vostro
vicino avvertirlo preventivamente telefonicamente ed
ospitarlo presso di voi.
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Se invece vi trovate all'interno della vostra abitazione e
avvertite rumori di intrusione in casa vostra cercate di
allontanarvi da casa recuperando i vostri familiari in
silenzio e senza fare rumori che possano attirare
l'attenzione degli intrusi, solo dopo essere fuori ed al
sicuro chiamare la polizia per intervenire, non
affrontate né soli né con il vicino gli intrusi se non
riuscite ad uscire dirigetevi allora verso la stanza
segreta recuperando i familiari,sempre se ne avete una,
altrimenti chiudetevi a chiave in una stanza con il
telefono date l'allarme alla polizia specificando
l'indirizzo in maniera dettagliata, è opportuno altresì
data quest'ultima considerazione tenere sempre vicino
al telefono le specifiche dell'indirizzo con dovizie di
particolari per una migliore localizzazione in modo che
anche gli appartenenti più piccoli della famiglia
possano leggere questo promemoria ed essere chiari
evitando che lo stress e la paura del momento gli
facciano farfugliare informazioni confuse che faranno
ritardare l'intervento degli agenti.
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Quindi:
• Lasciare la proprietà non appena possibile
• chiamare la polizia
• se siete all'interno cooperare con i delinquenti fino a
quando non riusciate a fuggire o non se ne siano
andati
• annotare le connotazione fisiche dei malviventi per
una successiva identificazione
4.9 Custodia di armi da fuoco e particolari armi da
taglio
Le armi da fuoco devono essere custodite con serbatoio
(caricatore) separato in una cassaforte a muro
possibilmente un muro perimetrale in quanto più spessi
dei medianti interni e devono avere un sistema di
apertura digitale o a chiave. Il caricatore ed i proiettili
andranno riposti in un altro luogo all'interno della
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stessa stanza ma non all'interno della stessa cassaforte,
alcuni consigliano di tenere i proiettili separati dal
caricatore e dalla pistola ma questo ne rallenterebbe
l'utilizzo, la separazione del serbatoio risponde subito
ai criteri di sicurezza ma allo stesso tempo ha tempi di
utilizzo che risulteranno più celeri.
In merito alle armi da taglio è ovvio che non possiamo
nascondere tutti i coltelli da cucina, sarebbe però
opportuno tenerli conservati in un contenitore posto
quantomeno in alto questo eviterà non solo la
possibilità da parte di un intruso di avere facile accesso
a tali strumenti, ma risulta essere un ottimo
provvedimento anche per quei nuclei familiari con
bambini, che potrebbero accedervi molto facilmente,lo
stesso per coltelli professionali militari da campeggio o
altro. Per quanto riguarda le armi dovranno essere
denunziate e custodite nei luoghi e nei metodi previsti
dal Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza ed
esattamente alle leggi Artt. 5,15,38,39 T.U. di P.S ed
artt. 57, 58,73 Reg. T.U.
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CAPITOLO 5. SICUREZZA PERSONALE E
CIRCOLAZIONE STRADALE
5.1 Il parcheggio
Molti dei lettori di questo ebook come l’autore del
resto, passa più tempo per strada ovviamente per
lavoro, che nella propria casa (per sfortuna), e la strada
per antonomasia è il luogo dove accadono
maggiormente eventi delittuosi, vuoi per motivi vecchi
come il mondo, vuoi per la situazione economica
mondiale che stiamo attraversando mentre scrivo, tutto
ciò rende la società sempre più, cinica ed egoista e
ancora, aggressiva e spietata nei confronti di cittadini
che abbondantemente stressati già dal contesto hanno
un sistema nervoso precario.
Quindi è molto probabile che durante la giornata ci si
possa imbattere in situazioni che potrebbero degenerare
in eventi pregiudizievoli per la nostra sicurezza o
quella dei nostri cari. Capita spesso per esempio che
semplici e banali alterchi si trasformino in veri e propri
scontri, il litigio per un parcheggio, un precedenza non
data un lieve tamponamento etc, possono trasformarsi
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in un probabile confronto fisico con l’altra parte.
Nell’Ottobre del 2004 a Palermo, un operaio viene
ucciso per un lieve graffio dal
del 03 Ottobre 2004
Massacrato di botte davanti alla moglie e alla sua
bimba. La famiglia: sono bestie, vogliamo giustizia
DAL NOSTRO INVIATO PALERMO - Si può morire a Palermo
per una manovra azzardata, per un controsenso, per un
parafango che striscia la ruota di un' altra macchina. Si può
morire a mezzogiorno perché i proprietari dell' auto tamponata
inveiscono contro la donna al volante, mentre il marito scende
infuriato e le parolacce schizzano acide fra cazzotti e spintoni.
Tutto in un crescendo improvviso, inarrestabile, senza che la
ragione plachi l' ira, incendiata invece da boria ed arroganza.
Fino al colpo finale, alla caduta, alla morte. Così è stata
troncata ieri mattina, a 37 anni, l' esistenza di un impiegato dell'
Azienda del Gas, moglie e quattro figli, ucciso un sabato
mattina da una violenza senza limite in una città, in un Far
West, in una giungla accecata da un sole estivo, in una stradina
a due passi dalla Stazione centrale, da due impetuosi impresari
di una ditta di pompe funebri con le casse da morto esposte
sulla scena della tragedia. La furia della lite s' è interrotta di
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botto, quando Simone La Mantia, senza più il tempo di guardare
la sua Irene, la moglie pietrificata al volante, e la sua briciola
di quattro anni terrorizzata sul retro, è crollato, steso sull'
asfalto, immobile, gli occhi sgranati al cielo. Allora, all' angolo
di via Maurolico dove echeggia il fischio dei treni in partenza,
per un tempo fuori dal tempo, è scattata una sorta di fermo
immagine perché aggressori e testimoni hanno capito che non
avrebbero mai più potuto cancellare quel flash dalla moviola
delle loro vite. Adesso ripetono «di non averlo toccato» quell'
uomo che aveva lasciato tre figli a scuola e dedicato il giorno
libero alle spese di casa. Adesso lo ripetono in carcere Toti e
Natale Mannino, padre e figlio, i «casciari» come chiamano qui
i venditori di casse o «casce», arrestati in serata con l'
aggravante tecnica della «flagranza di reato». A difenderli nella
bottega di famiglia non basta la ricostruzione di un altro dei
ragazzi di Mannino, Peppe, imbambolato davanti ad un tigì
locale che parla di «massacro»: «Non è vero. Quello da solo è
caduto». Ed insiste indicando l' angolo della tragedia, il
marciapiede dove è rimasta in piedi una bottiglia d' acqua con
un bicchiere rovesciato sul collo: «Lo vede che mio padre e mio
fratello hanno cercato di aiutarlo, di farlo bere?». E vorrebbe
appendere la sua speranza a quella «prova» che si sfarina con
la pena della signora Irene, quando alle cinque della sera lascia
la caserma dei carabinieri dove nessuno le ha detto la verità:
«L' ho capito che Simone me l' hanno ucciso. Sono delle bestie.
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Un massacro. Ho visto come l' hanno ridotto. Ma era stato solo
un piccolo incidente, niente di grave...». Anche i lunghi capelli
biondi sembrano impastati di lacrime e gli occhi gonfi di questa
signora robusta annunciano battaglia: «Non ci fermeremo.
Voglio giustizia per i miei figli, per la mia bimba che a quattro
anni ha visto tutto ed è terrificata...». Nel suo racconto ammette
l' errore della manovra: «Ho sbagliato entrando in quella
stradina controsenso e ho beccato una ruota dell' auto dei
Mannino. Stavano uscendo dal parcheggio, davanti al loro
negozio. Un niente. Ma sono diventati una furia. Sono scesi
cominciando ad urlare, a spingere, a colpire mio marito. E lui
stava risalendo in macchina. Ma quelli hanno chiamato rinforzi.
Altri due dalla bottega. Si sono avvicinati alle spalle, l' hanno
afferrato da dietro, l' hanno sbattuto contro la macchina e, poi,
un pugno, fatale...». E' stata lei a gridare, a squarciare il gelo di
quel fermo immagine, agitandosi alla vista di una pattuglia dei
carabinieri, sperando in un aiuto che nessuno poteva più dare. I
militari l' hanno chiamata l' ambulanza, ma hanno capito. E l'
ha capito, qualche minuto dopo, pure uno dei più cari amici dei
Mannino uscendo, fresco di lavanda, dal vicino salone da
barba, un ex ispettore di polizia che assapora i primi mesi di
pensione, Franco Dragotto, colonna dell' Antimafia a Palermo
perché ha lavorato accanto al pubblico ministero Antonio
Ingroia: «Quando è arrivata l' ambulanza il barelliere ha preso
il polso di quell' uomo e con gli occhi ai carabinieri l' ha fatto
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intendere: "Non c' è più"». Forse per questo l' ambulanza non è
ripartita a sirene spiegate. Passando dal pronto soccorso e poi
approdando all' obitorio, davanti ad un medico legale rapido
nel verdetto: "Gli hanno spezzato il collo"». Due all'
Ucciardone e due a piede libero. E' il conteggio della famiglia
Mannino riunita al gran completo oltre i vetri fumé di questa
stradina dove, mezz' ora dopo la tragedia, non un tassista o un
parcheggiatore, un commerciante o un passante ricordava cosa
fosse accaduto e dove. Perché, come la sabbia nel deserto, il
sole caldo aveva già celato il passato, la morte e ricostruito la
vita violenta di tutti i giorni. Felice Cavallaro Pugni e spintoni
Inutili i soccorsi LA MORTE La donna ha raccontato che il
marito è stato afferrato da dietro, sbattuto contro l' auto e preso
a pugni fino a quando è caduto a terra L' AUTOAMBULANZA
E' stata lei a chiamare i carabinieri. Quando il 118 è arrivato, il
cuore di La Mantia aveva già cessato di battere. Il verdetto del
medico legale: gli è stato spezzato il collo Il tamponamento «In
quattro contro uno» L' INCIDENTE Irene La Mantia, in auto
con il marito Simone e la figlia di 4 anni, imbocca una strada
controsenso e tampona la vettura di Toti e Natale Mannino LA
LITE Simone La Mantia e i Mannino scendono dall' auto: i
secondi aggrediscono il primo, aiutati da due uomini che escono
dalla bottega di pompe funebri dei Mannino
Cavallaro Felice
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Da il TEMPO Roma 16 Aprile 2009 ore 16.23
Muore accoltellato per un parcheggio
Una lite per un parcheggio è finita in tragedia ieri sera a
Roma, lungo la grande arteria della Cristoforo Colombo. Un
uomo di 45 anni è morto dopo essere stato accoltellato da un
altro automobilista, che è scappato subito dopo.
Una lite per un parcheggio è
finita in tragedia ieri sera a
Roma, dove un uomo di 45 anni
è morto dopo essere stato
accoltellato da un altro
automobilista, che è scappato
subito dopo. È accaduto alle
20.30 in via Costantino 27, lungo la Cristoforo Colombo.
Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri, i due
automobilisti, entrambi romani e senza precedenti penali, erano
a bordo delle loro auto con le rispettive famiglie. È scoppiata
una lite per motivi di viabilità, in particolare per un parcheggio
conteso. A quel punto sono scesi dalle rispettive auto per
continuare la lite, ma uno dei due ha tirato fuori un coltello e ha
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colpito a morte l'altro conducente. L'uomo è stato trasportato
nel vicino ospedale Cto ma è morto poco dopo.
Si è trattato, come ha sottolineato un investigatore, di «follia
urbana». Sull'episodio stanno indagando i carabinieri della
compagnia Eur e del nucleo investigativo di via In Selci che
stanno ascoltando in queste ore i familiari della vittima e sono
alla ricerca di possibili testimoni. A seguito delle indagini è
stato formulato un primo identikit dell'assassino. L'uomo
secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, era a bordo di
una macchina bianca di piccola cilindrata.
Gli inquirenti stanno infatti cercando di capire se qualcuno ha
assistito all'aggressione. Sempre un parcheggio conteso fu il
motivo di un'altra aggressione a Roma, nell'autunno del 2005,
in via della Magliana, dove un uomo di 42 anni fu ucciso
davanti agli occhi della moglie e dei figli con un colpo di pistola
dopo una lite scoppiata per motivi di viabilità con un altro
automobilista.
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Coreglia (Lucca) 14 ottobre 2009
Accoltellato per un parcheggio colpito all'addome dopo il
litigio
Hanno litigato per un parcheggio. E uno dei due contendenti ha
preso una limetta per unghie e l'ha usata
per accoltellare il "contendente".
L'epidodio è avvenuto a Coreglia
(Lucca). L'aggressore è stato fermato
dai carabinieri. Il ferito è stato portato
in ospedale ma non è in pericolo di vita
Una furiosa lite innescata da un banale
problema di parcheggio, a Coreglia (Lucca), è culminata in un
accoltellamento: un uomo di 59 anni, che abita poco distante
dal luogo dell'aggressione, ha colpito all'addome con una
limetta per unghie lunga 11 centimetri, un altro uomo, di 69
anni, di Fabbriche di Vallico (Lucca).
Sul posto sono intervenuti i carabinieri che per il momento non
hanno reso note le generalità dei due. Il ferito è stato sottoposto
ad intervento chirurgico ma le sue condizioni sono considerate
buone. L'accoltellatore è stato fermato e la sua posizione è al
vaglio degli inquirenti. Non si sa se le due persone protagoniste
dell'episodio si conoscessero e se tra loro ci fossero stati
precedenti litigi.
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Queste sono alcune delle notizie recenti che rendono
l’idea di quanto oggi morire per futili motivi sia così
facile e possa accadere a chiunque, è per questo che
vogliamo e dobbiamo imparare un sistema efficace ed
efficiente per tutelarci e proteggerci in maniera
globale.
Durante la giornata passiamo molto tempo in macchina
per i vari trasferimenti da casa all’ufficio, alla scuola
dei bambini, alla palestra etc. Proteggerci anche in
queste fasi è importante. Dopo essere entrati in auto
allacciate le cinture di sicurezza è opportuno, se si
trasportano bambini, assicurarsi che le portiere
posteriori si possano aprire solo dall’esterno attraverso
l’apposita chiusura posta internamente allo sportello,
quando viaggiamo in auto, soli o con la famiglia è
sempre opportuno chiudere le portiere totalmente.
Questo impedirà un eventuale intrusione dall’esterno,
da parte di malviventi i quali potrebbero mettere in atto
dal semplice furto di borse presenti, ma anche
rapimenti di minori o semplicemente entrare in
autovettura per poi minacciare l’autista per il furto
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dell’autovettura o ancor peggio il rapimento a scopo
sessuale se la vittima è una donna. Come vedete gli
scenari possibili sono i più disparati e non bisogna mai
sottovalutare questo aspetto di protezione all’interno
della nostra autovettura. Ancora qualche piccolo
suggerimento pratico semplice ed efficace. Riponete le
eventuali borse od oggetti preziosi non sui sedili
anteriori o posteriori ma sui pianali dell’auto o anteriori
(suggerito) o anche quelli posteriori, se abitualmente
utilizzate borse o borselli sarebbe opportuno al
momento dell’agganciamento delle cinture di sicurezze
assicurare anche queste è un modo veloce che non vi
farà perdere tempo ma che vi darà una opportunità in
più di protezione. Ovviamente bisogna essere sempre
vigili ed attenti non solo alla guida ma anche e
soprattutto quando siamo fermi ad un semaforo, magari
in un quartiere problematico e comunque rimanere in
stato di allerta vi renderà meno prede ed eventuali
vittime dei malviventi. E’ opportuno anche in queste
occasioni di fermare l’auto distante da quella che ci
precede, la distanza dovrà essere tale da poter mettere
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in atto una manovra evasiva rapida e risolutiva in casi
di esposizione ai pericoli precedentemente elencati.
La ricerca di un posteggio è altrettanto importante non
bisogna sottovalutare questa attività ormai eseguita con
routine giornalmente, ma senza prendere i giusti
accorgimenti.
Il posteggio va sempre ricercato in maniera adeguata, il
posto deve essere :
� ben illuminato, sia di giorno e soprattutto di
notte,
� meglio se vicino ad un bar, pub ristorante
negozio o qualsiasi attività commerciale molto
frequentato, questo farà si che il tentativo di
furto del veicolo venga reso quantomeno
difficile per i ladri ma che per poter chiedere
aiuto in una eventuale aggressione.
� Posteggiare tra altre auto e non tra furgoni o
anche SUV che possano coprire il vostro
ingresso ed uscita dall’auto, questo eviterà di
trovarsi nascosti o perdere quella visibilità
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necessaria durante un’aggressione per chiedere
aiuto.
� Parcheggiare possibilmente con il davanti
dell’autovettura in direzione della strada pronta
per un eventuale uscita in emergenza.
� NON parcheggiare in vicoli ,peggio se vicoli
chiusi, o in parcheggi o garage vuoti o poco
frequentati.
� Tenere le chiavi pronte all’uso già durante la via
del ritorno, per evitare la sosta necessaria alla
ricerca del mazzo e alla scelta della chiave
rendendoci vulnerabili in quanto distratti.
� Tenere un passo deciso e sottocontrollo l’area
del parcheggio, per notare la presenza di persone
sospette.
� Ispezionare la parte posteriore lato sedili
passeggeri ed il pianale, mentre si cerca di aprire
l’auto.
� Utilizzare le superfici riflettenti del veicolo
come i finestrini per controllare cosa succede
alle vostre spalle.
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� Una volta all’interno chiudere la sicura
centralizzata.
Si consiglia di effettuare le seguenti operazioni prima
di parcheggiare :
� Nascondere eventuali oggetti di valore
(autoradio,lettori,eventuali acquisti effettuati)
� Non lasciare le chiavi appese nel quadro
accensione (suggerimento nell’apparenza
stupido ma primo tra le cause di furto senza
scasso)
� Utilizzo di sistemi antifurto con sirena
� Utilizzo di sistemi meccanici quali il blocca
pedali, il bloccasterzo nelle auto o il blocca
disco per le moto. (Vedi rispettive figure sotto)
Fig.5.1 Congegni meccanici di antifurto per veicoli
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Sarebbe opportuno oltre che l’utilizzo di questi sistemi
meccanici anche quello di impianti di allarme
elettronici un po’ più sofisticati, come GPS (Global
Position System- Sistema di Localizzazione Globale),
in grado di localizzare la vostra autovettura mediante
un sistema satellitare, con contestuale interruzione
dell’alimentazione o del flusso benzina etc.
5.2 Pericoli e Protezioni durante la circolazione
stradale
L’attenzione durante la guida è d’obbligo ed è
importante oltre per non provocare incidenti durante la
circolazione stradale e soprattutto non esserne vittima,
ma questo rientra sicuramente nella nostra capacità ed
abilità alla guida. Capita però di imbattersi in un
sinistro stradale anche se non ne siamo i diretti
responsabili; è opportuno come prima cosa non
lasciarsi prendere dall’ira, rimanere calmi e lucidi se si
è responsabili del sinistro come prima cosa scusarsi,
questo farà abbassare il livello di aggressività della
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controparte, se invece la controparte scende dall’auto
con fare minaccioso oppure in preda all’ira o sotto
sostanze stupefacenti o psicotrope o ancora con un alto
tasso alcoolemico, si consiglia di chiudersi in auto e
chiamare le forze dell’ordine (112 o 113) affinché
intervengano, gli Agenti provvederanno oltre ad
scongiurare una recrudescenza degli attacchi verbali
che possono sfociare in attacchi fisici
Anche al rilievo dell’incidente definendo la dinamica
del sinistro e quindi le rispettive responsabilità . State
allerta ai finti incidenti stradali ai fini di furto o truffa,
spesso vittime sono le persone anziane le quali
vengono preferite dai truffatori, in quanto meno
avvezze alle procedure assicurative e per antonomasia
più deboli, vengono affiancati durante la guida da
un'altra autovettura la persona a bordo batte con la
mano sullo sportello dello sprovveduto facendo credere
al malcapitato di un eventuale urto , successivamente
gli viene fatto segno di fermarsi per il fantomatico
sinistro e relativa rottura dello specchietto retrovisore
laterale, la vittima fermatasi per costatare il danno
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chiedono la chiusura del sinistro con il pagamento
forfettario di 50 o più euro evitando l’intervento delle
forze dell’ordine e delle procedure assicurative le quali
farebbero lievitare le spese ed il premio assicurativo. In
questi casi si consiglia di volere procedere allo scambio
dei dati anagrafici, dei documenti di guida(la patente) i
dati del veicolo e soprattutto i dati assicurativi se la
persona non vuole proseguire con questa procedura,
andate verso la vostra auto con una scusa ed una volta
chiusi all’interno chiamare le forze di polizia, per
intervenire dando informazioni precise sulla vostra
localizzazione utilizzando il nome della strada
eventuali punti di riferimento come bar, ristoranti,
negozi, etc. ed attendere l’arrivo dei poliziotti.
Se doveste incontrare per la vostra strada qualcuno che
vi chiede aiuto perché con l’auto in panne , non
fermarsi per prestare soccorso neanche se questa
sembri una donna sola ed indifesa. Questo non per
andar contro alla solidarietà sociale importantissima
ma per la sicurezza di entrambi, potrebbe essere un
esca per un eventuale fatto delittuoso quindi telefonare
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al soccorso pubblico (112-113 rispettivamente
Carabinieri – Polizia di Stato) e utilizzando le
informazioni a vostra disposizione potrete comunicarle
per il soccorso.
CAPITOLO 6. Protezione Personale sicurezza sui
marciapiedi locali pubblici,cinema e teatro
Una volta parcheggiato con le modalità di cui sopra,
dobbiamo adesso raggiungere il posto di lavoro,la
scuola la palestra o andare in giro per fare shopping.
Durante questa fase è opportuno prendere in
considerazioni alcuni piccoli accorgimenti. Premesso
che in qualsiasi caso bisogna camminare sul
marciapiede o nelle aree pedonali riservate vogliate
considerare di procedere anche se con passo lento,
rimanendo sempre vigili ed attenti a chi circonda voi o
la vostra famiglia. Se sei solo o sola cerca di procedere
lungo il marciapiede il più vicino possibile al alto
coperto, dove per lato coperto si intende il lato vicino
alle strutture fisse come le mura degli edifici cittadini,
le vetrine dei negozi etc. lontano dal lato esterno
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considerandolo quello vicino alla strada. Nei pressi un
angolo è necessario allontanarsi dal tale lato
verificando la presenza eventuale di persone o ancor
peggio malviventi. Si consiglia di tenere l’eventuale
borsa o borsello a tracolla stesso lato del lato coperto
per evitare un eventuale scippo, se passeggia con la
propria moglie,compagna , fidanzata è opportuno farla
procedere sullo stesso lato coperto e in questo caso con
la borsa sempre a tracolla posta questa volta tra di voi,
se invece sei il capo famiglia, procedere secondo
sempre queste modalità i tuoi figli ed eventualmente la
moglie davanti a te in modo da poter avere
sottocontrollo tutti e per poter intervenire in caso di
necessità. Stessa procedura è da tenere quando si sta
per entrare in un esercizio commerciale è opportuno far
entrare prima i familiari e Tu successivamente cosa
contraria al momento dell’uscita dall’esercizio, si
uscirà per primi e si aspetterà che tutti i propri familiari
siano fuori per poter procedere nuovamente come
spiegato in precedenza .
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6.1 Posizionamento all’interno di bar,pub,ristoranti
Una volta entrati nell’esercizio commerciale con le
modalità di cui sopra è opportuno scegliere, quando è
possibile, i posti dove sedersi per poter procedere alla
consumazione restando sempre in sicurezza e tendendo
tutto l’ambiente sotto controllo, potrebbe sembrare un
comportamento paranoico ma in realtà è solo questione
di allenamento e di preparazione mentale alla
protezione personale globale. E’ opportuno scegliere
un posto dove si sia almeno coperti da un angolo, il che
significa quantomeno posizionarsi con le spalle al
muro e con vista in direzione dell’entrata/uscita,
localizzando le ulteriori uscite di sicurezza,
localizzazione degli estintori e se presente un addetto
alla sicurezza memorizzare la sua posizione all’interno
del locale .
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6.2 Posizionamento Cinema , Teatro e pubblici
spettacoli
Una volta entrati in un cinema o teatro con le modalità
rese note nei precedenti paragrafi, si passa alla scelta
del posto a sedere, questa deve essere fatta
possibilmente nelle stesse modalità del paragrafo
precedente ma sarà sicuramente più difficile trovare un
posto a sedere con il muro alle spalle, ciò assume
importanza relativa visto che mentre in un pub o
ristorante si ha un intero tavolo prenotato a propria
disposizione questo sarà impossibile al cinema ed in
alcuni casi anche in teatro, pertanto sarebbe opportuno
occupare i posti nel modo seguente :
Se siamo un nucleo familiare completo i genitori
sceglieranno una posizione centrale rispetto allo
schermo o palco per non pregiudicare la visione dello
spettacolo, avendo cura però di posizionarsi ai lati
esterni della fila lasciando al centro i propri figli
sarebbe opportuno anche posizionarsi sul lato estremo
della fila in modo da avere assicurata una uscita rapida
i caso di evacuazione rapida (fig.6.1).
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Fig.6.1
Se invece siamo soli con nostra moglie,compagna o
fidanzata sceglieremo sempre il lato estremo della fila,
faremo accomodare lei vicino al corridoio centrale
mentre noi ci posizioneremo accatto frapponendoci tra
lei ed il successivo spettatore. Il tutto deve essere
condotto con disinvoltura ma rimanendo sempre allerta
anche durante la proiezione o inizio dello
spettacolo.(Fig.6.2)
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Fig.6.2
Capitolo 7. Sicurezza nei mezzi di trasporto
autobus,treno e metropolitana
Nelle grandi città non si può fare a meno di utilizzare i
mezzi di trasporto messi a disposizione
dall’amministrazione comunale come autobus e
metropolitana e vista il frequente e massivo uso da
parte del cittadino , diviene un luogo ricercato per
effettuare furti con destrezza e rapine, quindi
divengono un luogo dove riporre molta attenzione per
la propria sicurezza e quella dei propri familiari.
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Quando saliamo su di un autobus come per la
metropolitana l’ordine di entrata sarà il seguente:
se trattasi di nucleo familiare l’ordine di salita sarà:
prima la mamma, i figli ed in ultimo il marito.
Se trovate i posti liberi è preferibile sistemarsi sui posti
posteriori tutti insieme con i bambini seduti tra i due
genitori (vedi fig.7.1 - paragrafo precedente) con la
donna vicino al finestrino. Altrimenti va bene qualsiasi
altro posto con i genitori interposti sempre ai figli ed il
padre per ultimo in modo da poter controllare il nucleo
familiare. Se in piedi mantenete sempre tale posizione.
E’importante tenere la borsa a tracolla posta davanti, il
portafoglio dell’uomo nella tasca anteriore dei
pantaloni ed evitare l’utilizzo delle tasche posteriori
dei pantaloni e del taschino interno della giacca.
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se si tratta di coppia prima la donna e poi l’uomo
mantenendo le stesse accortezze del punto precedente,
in più se posti in piedi la donna deve posizionarsi
davanti all’uomo proprio tra l’asse verticale utilizzato
per l’appoggio e l’uomo posto dietro che proteggerà la
donna da qualsiasi evento possa capitare all’interno
dell’autobus , dal furto con destrezza, alla molestia
sessuale. Ovviamente
per coppia è anche da
intendersi non solo
uomo-donna ma da
intendersi anche
come soggetto Forte-debole è quindi valido per padre-
figlio/a e figlio/a-padre/madre in casi di persone
anziane etc… in casi di posto a sedere è opportuno far
sedere la donna,bambino/a o comunque il soggetto più
debole ed interporsi in piedi proprio davanti reggendosi
al corrimano.
CAPITOLO 8. LE CHECKLIST
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La checklist è la lista di controllo di quello che si deve
conoscere e controllare ai fini della propria incolumità
fisica e per poter affrontare le varie situazioni .
8.1 La checklist della Protezione Personale per i
vostri bambini
Quello che devono conoscere i vostri bambini per la
loro protezione personale e per la sicurezza psicologica
dei genitori ☺
Se il bambino si perde:Conoscere il proprio nome e
cognome, indirizzo, numero di telefono. Concordare un
punto di ritrovo quando si è fuori o in centri
commerciali etc…
La Password familiare: Un nome o una parola
segreta che conoscono solo i membri della famiglia, in
caso di emergenza.
Questa password indica che si ha il permesso per
esempio di prendere tuo figlio.
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Estranei
5 Principi:
1. Mai andare da nessuna parte con qualcuno che
non conosci. Se la conosci , non andare senza
avere il permesso dei genitori.
2. Non accettare niente da qualcuno che non
conosci. Se si avvicinano troppo, allontanati
almeno 2 braccia di distanza.
3. conoscere la password di famiglia. Andare
solamente con chi conosce la password di
famiglia esempio se qualcuno viene e ti dice
“Tuo padre mi ha detto di venire a prenderti” e
poi dice la password.
4. Se un adulto sconosciuto ti chiede aiuto, porta un
altro adulto ad aiutarlo!
5. Se un bambino viene avvicinato da qualcuno con
autorità, cerca un altro adulto che controlli le sue
credenziali (chi è ? cosa vuole?).
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Altri Consigli Utili :
� Mai salire su di un auto di qualcuno che non
conosci!
� Stai attento! Guardati in torno e sappi chi ti sta
attorno dovunque tu vada (comprese le auto e
qualsiasi altro veicolo)
� Se qualcuno ti trova divertente, non fidarti di ciò
che senti e guardalo con attenzione.
� Usa la tua voce per proteggere te stesso !
� Se provano ad afferrarti o toccarti, colpisci ciò che
ti viene più a portata di mano ( colpisci gli occhi e
tira calci) per fuggire da questa situazione. Scappa
gridando aiuto.
� Etica. Combatti solamente per proteggere te stesso
in una vera emergenza !
1. Nessuna Sfida ( mai iniziare un confronto fisico)
2. Nessun danno (non colpire qualcuno se non
vuoi essere a sua volta colpito)
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CAPITOLO 9. NOZIONI BASE PER LA
PROTEZIONE PERSONALE GLOBALE
9.1 Introduzione al conflitto
Nel ricordarvi che “ Non esiste
nessun oggetto di vostra
proprietà che valga più della
vostra vita “ considerate
sempre che le tecniche di difesa
che vi proporrò nei capitoli successivi andranno
applicati in considerazione delle situazioni che vi si
presenteranno e che analizzeremo in seguito.
Solo in casi di minaccia effettiva e reale per la vostra
vita e quella dei vostri familiari sarà possibile utilizzare
certe tecniche che potrebbero mettervi a dura prova
durante un processo penale. Se stai leggendo questo
libro è perchè o sei un istruttore e quindi un
professionista delle Arti Marziali, il quale non ti fa
automaticamente un professionista della sicurezza e
della protezione personale, o sei un lettore che sente la
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necessità di maggiore protezione e sicurezza per te per
le persone che ti stanno accanto, quindi motivato dal
desiderio di migliorare te stesso.
Ricordati comunque che questo libro e l'eventuale
corso basato su questo programma è solo una parte del
programma totale disponibile. L'esperienza, la continua
pratica, la lettura selezionata ed attenta e il tuo
desiderio di conoscenza saranno la strada per il tuo
successo o quella dei tuoi allievi qualora tu insegnassi.
Il Corso
Il corso di studio sulla protezione personale deve essere
organizzato in aree ben precise, e ciascuna contiene le
obiettive conoscenze per aiutarti a determinare cosa
apprendere attraverso anche immagini e testi che ti
aiuteranno a capire meglio le informazioni che ti
vengono impartite. Gli argomenti devono riflettere ciò
che giorno dopo giorno gli studi e le esperienze di
persone specializzate in questa specifica area di
pertinenza.
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Il Valore
Il corso, migliorerà la tua conoscenza in merito alla
protezione personale in maniera professionale e globale
il libro contiene informazioni e guide pertinenti al
combattimento corpo a corpo. La didattica sulla
protezione personale prevede 3 livelli di allenamento:
base, intermedio e avanzato. Le tecniche sono applicate
in modo intuitivo con movimenti semplici e naturali
ma studiati in maniera graduale applicando i principi
base per il combattimento. Questo libro serve quindi
come prima guida per istruttori, allenatori ma
soprattutto per le persone accumunate dal bisogno di
protezione personale vista l'alta percezione di
insicurezza che si respira ormai da anni.
Il Combattimento Corpo a Corpo
Il combattimento corpo a corpo avviene tra 2 o più
persone disarmate o con armi tipiche quali coltelli,
bastoni o armi comuni da sparo. La conoscenza di
queste arti di combattimento sono abilità necessarie ed
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essenziali per chi vuole sapere difendersi e questo
diventa di importanza fondamentale.
L’Allenamento
Oggi gli scenari possibili in città a differenza dei
militari non richiede tecniche di eliminazione
silenziosa del nemico quindi è importante attirare
l'attenzione delle persone vicine affinché possano dare
l'allarme, intervenire e quindi far desistere gli
assalitori.
Il combattimento corpo a corpo o disarmato e
l'allenamento al combattimento con armi occasionali
non è solo prerogativa di militari specializzati .
I vantaggi di un addestramento in questo tipo di
combattimento sono :
� Contribuire alla forza,la flessibilità, l'equilibrio e la
resistenza.
(capacità condizionali)
� Costruire il coraggio, la fiducia e l'autodisciplina.
(capacità psicologica)
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9.2 I Principi Base
Vi sono dei principi base sul combattimento corpo a
corpo, che chi si trova in situazioni di conflitto deve
conoscere e applicare con successo per poter porre fine
all'aggressione. I principi menzionati sono solo pochi
come linee guida basilare e rappresentano la
conoscenza essenziale per un combattimento corpo a
corpo.
Vi sono molte altre abilità, più avanzate, studiate
attraverso gli anni per rendere maggiormente intuitive
le abilità tecniche.
Equilibrio Fisico. L'equilibrio riferito all'abilità di
mantenere l'equilibrio e rimanere in una stabile
posizione eretta. Un combattente corpo a corpo deve
mantenere sia il suo equilibrio per difendere se stesso
che per prepararsi ad un attacco efficace.
Senza l'equilibrio, il combattente non ha la stabilità
per difendere se stesso o non avere la base salda per un
attacco. Il combattente deve capire 2 aspetti importanti
sull'equilibrio:
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1. Come muovere il corpo per mantenere o
riacquistare il proprio equilibrio.
Un combattente sviluppa l'equilibrio attraverso
l'esperienza, ma solitamente tenendo i suoi piedi
distanti tra di loro almeno larghi quante le
proprie spalle e le ginocchia flesse. Tenere il
baricentro di gravità aumenterà la sua stabilità.
2. Come indebolire l'equilibrio dell'aggressore.
L'esperienza insegna al combattente il senso di
come muovere il proprio corpo durante il
confronto, per mantenere il proprio equilibrio
mentre si cerca di esporre i punti deboli
dell'aggressore influenzando il suo equilibrio.
Equilibrio Mentale.
Un buon combattente deve mantenere inoltre un
equilibrio psicologico e mentale ben bilanciato. Non
deve permettere alla rabbia e alla paura di avere il
sopravvento sulle sue abilità di concentrazione o di
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reagire istintivamente durante il combattimento corpo a
corpo.
Posizione
La posizione riferita alla localizzazione dell'aggredito
(chi si difende) in relazione all'aggressore. Un
principio vitale per chi si difende quando si è attaccati
è muovere il proprio corpo in una posizione di
sicurezza ma tale da poter eventualmente sferrare il
proprio attacco. Per fare questo e poter contrattaccare
con sicurezza chi si difende deve muoversi secondo
delle linee ben precise dettate dalla linea di attacco
dell'aggressore.
Fig.9.1
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Le linee principali sono quelle specificate nella figura
9.1, e sicuramente l'aggressore cambierà
continuamente dopo ogni annullamento della sua
tecnica di attacco, la sua posizione e le sue linee di
attacco. Solitamente queste line di attacco ma anche di
difesa sono di circa 45° , basta utilizzare le linee più
appropriate. Questo renderà più efficace la nostra
difesa, più complesso la sua facilità di attacco,
mettendolo magari in una posizione di svantaggio e
rendendolo più debole e soggetto al contrattacco.
Sicuramente la conquista delle giuste linee e dei
movimenti richiedo un timing ed una distanza precisa
da allenare ripetutamente, in modo da poter creare
quella istintività naturale nel movimento.
La scelta dei tempi giusti – il Timing -
Chi subisce l'attacco ma anche per chi lo esegue deve
essere abile nel percepire il migliore tempo per
muoversi e porsi in una posizione vantaggiosa, quindi
la scelta gusta ed appropriata del timing . Se si muove
troppo presto, l'aggressore potrebbe anticipare i suoi
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movimenti e modificare l'attacco. Se il difensore si
muove troppo tardi l'aggressore potrebbe colpirlo.
Ugualmente, il difensore deve lanciare il suo attacco o
contrattacco in un preciso istante proprio quando
l'aggressore è più vulnerabile e solitamente “questo
istante è proprio il momento in cui viene sferrato
l’attacco”.
Distanza
La distanza è la relativa distanza tra le posizioni dei
contendenti. Ovviamente il combattente si posizionerà
ad una distanza che considera vantaggiosa ed
appropriata per lui ed in base alle sue caratteristiche
fisiche e alle sue abilità tecniche. Nel combattimento
corpo a corpo deve aggiustare la distanza cambiando la
sua posizione e le direzioni delle sue linee di difesa per
sviluppare attacchi e contrattacchi. Deve muoversi in
virtù degli spostamenti del proprio avversario
scegliendo le linee di difesa e la sua personale distanza
più appropriata a tale spostamento. Ovviamente varia a
secondo si tratti di un confronto a mani nude piuttosto
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che con armi da sparo o peggio se con armi da taglio o
da punta.
Momento
Momento è la tendenza del corpo in movimento a
continuare la propria direzione, questo si ha in due casi
specifici : uno è dovuto all’applicazione di una forza
esterna (es. subendo una spinta, il corpo seguirà la
stessa direzione della forza applicata) ed un'altra
dovuta alla massa corporea in movimento che sviluppa
tale momento(es. spingendo e andando a vuoto, il
corpo seguirà la stessa direzione della forza che si
voleva applicare). Maggiore è la massa corporea o la
velocità del movimento, maggiore sarà il momento. Il
combattente deve conoscere e capire gli effetti di
questo principio e poterlo applicare a suo vantaggio.
Tale principio è più conosciuto come il principio di
cedevolezza sviluppato ed approfondito da diverse arti
marziali e sistemi di combattimento
1. Il combattente può usare il momento
dell'aggressore a suo vantaggio, può mettere
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l'aggressore in una posizione vulnerabile usando
il suo momento contro lui se stesso.
a. L'equilibrio dell'aggressore può essere
sollecitato usando proprio il suo momento.
b. La deviazione del suo attacco sbilancerà il
suo equilibrio, obbligandolo a
riconquistare il suo equilibrio a fermarsi e
a cambiare la sua direzione di attacco.
c. Il momento dell'aggressore può essere
usato a proprio favore aggiungendo un
attacco in combinazione o un contrattacco,
cosi che chi si difende avrà un maggior
potere sfruttando la massa corporea in
movimento del proprio avversario.
2. L'aggredito deve stare attento che l'aggressore
non sfrutti a proprio vantaggio il momento
dell'aggredito ed il relativo principio della
cedevolezza. Comunque chi si difende deve
evitare di posizionarsi in maniera vulnerabile
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senza estendersi esageratamente sia durante
l’attacco che la difesa.
CAPITOLO 10 .MINACCIA ARMATA, L’ARMA
DA TAGLIO O DA PUNTA
10.1 Definizione e riferimenti normativi
E’ obbligo fare alcune considerazioni su questa
tipologia di arma dando una definizione specifica e
l’aspetto legislativo e legale riferiti ad essi.
Sono armi bianche: spade, pugnali, baionette,
tirapugni, bastoni animati, mazze ferrate, manganelli,
storditori elettrici, bombolette lacrimogene non
approvate dal Ministero dell’Interno. Le bombolette
contenenti olio di peperoncino sono liberalizzate se di
piccole dimensioni, ma il Ministero ufficialmente ne ha
approvate solo tre marche, senza indicare i criteri
tecnici seguiti. Per la Cassazione sono armi i coltelli a
scatto; per le questure essi sono di libera vendita e si
trovano in ogni coltelleria; nel dubbio è meglio non
acquistarli oppure acquistarli con porto d’armi e
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denunziarli, senza mai portarli. Si tenga presente che
molte armi bianche sono in libera vendita in negozi
sportivi o su internet senza che nessuna autorità
intervenga e che è cosa ingiusta denunziare il detentore
senza procedere anche contro il venditore o
importatore. Se anteriori al 1890 sono considerate armi
antiche.
(Vedi Sintesi del Diritto delle Armi di Edoardo Mori Magistrato di Cassazione Bolzano, febbraio 2009) 10.2 Il Coltello
Per la sua
“facile”
reperibilità ed
uso il coltello
era e rimane
uno strumento
in grado di poter offendere profondamente, ferire,
inabilitare e portare alla morte l’aggressore o
l’aggredito. Mi riferisco ad entrambi in quanto l’uso in
applicazioni militare sul campo di battaglia, è di
fondamentale importanza mi riferisco ad operazioni di
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infiltrazione e neutralizzazione ad opera di reparti
speciali militari i quali necessitano di armi e
strumentazioni “silenziose” lo studio del coltello negli
ultimi anni grazie alla riscoperta delle Arti Antiche
come lo studio delle armi medievali, la nova escrima,
le Arti Marziali Filippine ed ancora fenomeni regionali
quali la riscoperta dell’uso del coltello siciliano, hanno
reso l’utilizzo di quest’arma molto più popolare,
rispetto al passato. Non voglio entrare nei meriti
dell’etica di tale insegnamento, che vede molti
proseliti, cultori ed amanti di questa arma così
affascinante come micidiale e a mio parere tale
insegnamento dovrebbe essere limitato a singole e
professionali necessità (vedi militari di reparti operativi
speciali ed altri enti civili governativi).
Il coltello produce un effetto psicologico importante su
chi è minacciato e soprattutto se minacciato da un
aggressore esperto che dimostri confidenza con tale
strumento il quale può essere utilizzato per equilibrare
un conflitto con aggressori più forti e con più
aggressori, tale è la sua forza.
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Per capirne bene il suo utilizzo e come possa essere
possibile una difesa a mani nude da tale strumento da
taglio è importante prima fare alcune fondamentali
considerazioni.
1. NON È POSSIBILE DIFENDERSI da un attacco
portato da un vero esperto sull’uso del coltello (a
meno ché non lo sia anche tu, ma questo è
improbabile)
2. Durante un confronto armato, nelle migliori delle
ipotesi, comunque sarai sicuramente tagliato.
3. Non esiste nessun oggetto di tua proprietà che valga
di più della tua stessa vita.
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Di seguito sono riportate alcune foto di persone che
sono state, diciamo così a contatto con un’arma da
taglio. Visto la realtà delle immagini e la loro
rappresentazione cruenta, la visione è sconsigliata
agli impressionabili per tanto qualora foste sensibili a
tali immagini vi prego di saltare alle pagine successive.
Le seguenti foto sono tratte da ricerche sul web nelle
quali le persone conivolte sono rimaste fortunatamente
in vita ma con evidenti “segni” e con cicatrici di 2 tipi :
fisiche e psicologiche.
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Le Armi da Taglio sono le più pericolose !
Ora se ancora avete voglia e pensate di poter
affrontare una lama con tranquillità, scordatevelo!
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I paragrafi successivi sono ciò che solitamente i
maestri d’armi e soprattutto di coltello, insegnano alle
volte incoscientemente ai loro allievi.
…ricordatevi che se un uomo è sopravvissuto ad un
conflitto armato di lame e se ne esce senza neanche un
taglio o è un professionista o solo un uomo molto
fortunato…
Vi ricordo sempre che i tre principi sopra esposti
restano e rimangono, la sola alternativa alla minaccia
da coltello, a meno che non si parli di un pericolo reale
alla propria vita o a quella di un familiare.
Passiamo dunque ad alcuni fondamenti sull’uso del
coltello.
L’impugnatura.
L’impugnatura può essere di due modi ma entrambi
efficaci : l’impugnatura dritta o l’impugnatura inversa.
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L’impugnatura Dritta (detta anche standard o
Hammer Grip dall’inglese presa a martello ). Si
tiene il coltello in mano formando un “ V “ in maniera
naturale, come quando si saluta un amico con una
stretta di mano.
Il manico sul palmo della mano impugna
diagonalmente il coltello e la sua punta è diretta verso
il nemico, solitamente con la parte affilata rivolta
verso il basso. L’impugnatura del coltello può essere
sia in posizione verticale o parallelo al suolo. Si
utilizza per tale impugnatura per l’affondo e per il
taglio.
L’impugnatura Inversa (detta anche Ice pick Grip
dall’inglese rompighiaccio). Si ha quando si afferra il
coltello con la lama in parallelo all'avambraccio, e la
parte della lama tagliente verso l'esterno. Questa presa
nasconde il coltello dalla vista dell’avversario. Tale
impugnatura risulta essere più letale nelle fasi
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dell’inserimento. Si può utilizzare questa presa sia per
tagliare, pungere e affondare.
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Le posizioni di guardia col coltello.
Le posizioni principali sono due :
Posizione Standard
In questa posizione di guardia , il combattente sta con i
piedi ampi circa quando l’apertura delle spalle, il piede
dominante dietro, con circa il 70 per cento del suo
peso sul piede anteriore e il 30 per cento sul piede
posteriore.
Impugnatura diritta. L’altro braccio è vicino il corpo e
pronto all'uso, ma protetto.
Posizione Standard
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Posizione Standard Modificata o Militare.
La differenza della posizione di guardia sta nella
posizione del braccio armato, il coltello è tenuto vicino
al corpo e la punta rivolta verso il basso quasi a
nascondere l’arma mentre il braccio non armato
avanzato aiuta a nasconderlo.
Posizione Standard Modificata o Militare
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10.3 Gli angoli di taglio base da cui difendersi
Gli attacchi con l’arma da taglio in generale sono i
seguenti angoli in successione nr. 1,2,3,4,5 In questa
sequenza, l’aggressore inizia con un taglio diagonale
diretto alla gola con direzione a 45° dall’alto verso il
basso, passando poi al taglio simmetrico lato opposto
(angoli 1-2) poi i tagli orizzontali da destra verso
sinistra (nr.3) e sinistra verso destra (nr.4) ed in fine
un affondo diretto verso l’addome o il plesso solare
(nr.5).Questi gli attacchi base in realtà è possibile
arrivare a 12 angoli di taglio.
Fig.10. Angoli di Attacco
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La Distanza.
Esistono due distanze principali nel combattimento con
il coltello e queste sono la lunga e la media distanza.
Nella lunga distanza gli angoli di attacco sono i numeri
1 – 2 di quelli presi in esame; orizzontalmente
abbiamo gli angoli di attacco n. 3 e n. 4 e di affondo
alle zone vitali con l'angolo numero 5. Utilizzando
sempre l’impugnatura dritta ma è importante che la
denominazione numerata degli angoli di attacco non
cambierà se l’impugnatura dell’arma cambia da diritta
in inversa. Nella media-distanza , l'impugnatura
inversa offre maggiore potenza, ed è possibile
utilizzarla per eseguire tagli ed affondi con gli angoli
precedentemente elencati.
Nel Combattimento contro un uomo armato di coltello
si è sicuramente in netto svantaggio ed è per questo che
è necessario un allenamento costante, continuo e
soprattutto serio e determinato, perché solo un vero
esperto è in grado di poter sopravvivere ad un conflitto
con tali caratteristiche.
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Nel combattimento alla pari, dove entrambi i
contendenti sono armati, anche l’arto non armato ha
sua importante funzione, come del resto tutto il corpo,
perché il conflitto non è limitato al solo uso dell’arma
da taglio. La mano libera può essere usata per
intercettare le mani del nemico,creare aperture nella
sua difesa, cercando di rompere quell’elemento
fondamentale spiegato nei paragrafi precedenti quale
l’equilibrio. L'attenzione deve essere concentrata non
sull’arma stessa, del resto
“ l’arma di per se non è pericolosa quanto il braccio e
la mano che lo animano”
in quanto vi farebbe perdere la visione generale
dell’aggressore, il quale potrebbe utilizzare altri metodi
di attacco quali pugni, calci, gomitate e ginocchiate.
Per ovvi motivi non voglio soffermarmi maggiormente
sugli attacchi da eseguire e la localizzazione
anatomica dei tagli in quanto non è l’obiettivo
principale di questo libro ma come del resto nel
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combattimento a mani nude la giusta valutazione del
pericolo per la propria vita o quella di un proprio
familiare o terza persona, modificano il grado di
pericolosità dei miei contrattacchi; nello specifico se si
viene aggrediti ed in tale situazione è evidente il reale
pericolo per la vita, è allora possibile adottare quelle
tecniche che nella maggioranza dei casi non posso
applicare, in quanto il legislatore in maniera corretta e
responsabile regolamenta mediante il principio della
proporzionalità dell’offesa la materia della legittima
difesa, l’uso legittimo delle armi ed il relativo eccesso
colposo. L’utilizzo di tecniche potenzialmente mortali
sono ammesse solo in questi casi comunemente
denominati “di vita o di morte” e lo stesso per l’uso
delle armi in genere.
E’ ovvio che il militare in guerra, il reparto speciale di
quel determinato corpo o agenzia governativa nel
rispetto delle regole di ingaggio ha necessità diverse
dal comune cittadino come de resto anche dallo stesso
poliziotto, pertanto dovrà allenarsi in maniera diversa
in termini di obiettivi finali, lavorando
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sull’allenamento reale, con costanza e determinazione
ma sempre con quelle caratteristiche comuni alle
esigenze civili in termini di rispetto e diritto al bene più
prezioso che è la vita.
CAPITOLO 11. L’ABC DELLA PROTEZIONE
PERSONALE
Come istruttori di arti marziali, siamo abituati a
insegnare da una tecnica basata su Paradigmi. Questa è
la bellezza della formazione nelle arti marziali
tradizionali, avere così tanti modi diversi per esprimere
il movimento del corpo sia per l'arte che per le
applicazioni marziali. Tuttavia, la tecnica da sola è a
malapena sufficiente a fornire sistemi efficaci di auto-
difesa per chiunque. Con il tempo gli alterchi
diventano più violenti, perché di solito ci sono un certo
numero di cose che non sono state fatte correttamente e
che ha permesso alla situazione di degenerare. Questi
elementi fondamentali devono essere affrontati in
qualsiasi sistema di auto-difesa per essere realmente
efficaci!
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“ La maggior parte delle aggressioni fisiche possono
essere fermate dalla consapevolezza e dalle abilità
verbali per evitare il confronto fisico o ancor prima
evitare l’escalation che porti ad esso“
L’elemento principale dell’evento aggressione è come
il nostro corpo reagisce, allo stress la paura e
l’adrenalina sorgono spontaneamente, come risposta
istintiva di sopravvivenza. Il problema è che i metodi
di insegnamento tradizionali non affrontano questo
fenomeno. Quindi, poche persone (indipendentemente
dall'età) non hanno mai imparato metodi concreti su
come gestire queste risposte naturali del nostro copro.
Senza un allenamento e formazione adeguata, la
maggior parte risponderebbe con una “ginocchiata” che
spesso può peggiorare la situazione.
"Proteggersi è semplicemente, prendere provvedimenti
appropriati al momento opportuno, per far fronte alla
minaccia. "
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11.1 Gli attori del conflitto
Gli attori del conflitto sono le parti in causa, i soggetti ,
le persone che hanno parte attiva durante lo
svolgimento dell’evento. Quest’ultimo può essere un
semplice aggressione verbale, un tentativo di
aggressione ai fini di furto, rapina, stupro o sequestro
che sia. Solitamente divisi in Aggressore ed Aggredito.
11.2 I tre elementi fondamentali della Protezione
Personale
Nella protezione personale vi sono 3 elementi
fondamentali semplici ma allo stesso tempo complesse
da considerare, dalla valutazione del pericolo alla
adeguata e quindi proporzionata reazione. Questi
elementi, sono racchiusi dall’acronimo C.I.A
facilmente memorizzabile (vista la famosa agenzia di
intelligence americana) e sono:
Consapevolezza
Impostazione della comunicazione verbale e del corpo
Abilità di combattimento da utilizzare solo quando
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altro ha fallito
e più specificatamente….
C = Consapevolezza
La maggior parte dei corsi di auto-difesa si
concentrano solo sulla consapevolezza dell'ambiente,
(un ambiente non familiare, persone sospette, ecc ..) e
quindi fornire varie tecniche fisiche per scongiurare un
attacco. Anche se tutte queste informazioni sono
meglio che niente, in questa metodologia manca
qualche punto cruciale. Come ad esempio, quali sono i
modi più comuni con la quale la gente si mette nei guai
e perché questo accade così spesso? Che cosa succede
a livello interno che mi può impedire di agire in
maniera corretta?
Consapevolezza Interiore: Attraverso l'interazione
anche ludica, insegnare la consapevolezza di ciò che
sta avvenendo dentro la nostra mente e dei principi
biologici che possono inibire la nostra capacità di
reagire in modo adeguato (se non del tutto). Per
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attivare i processi biologici e biomeccanici di cui si è
detto in precedenza occorre la presenza o l’immissione
di uno stress esterno che farà scattare le messa in
circolo dell’adrenalina che provocherà alcune
inibizioni sulle nostre funzione biologiche principale.
Ovviamente uno stesso stress esterno provocato può
provocare risposte diverse a secondo del soggetto preso
in esame, una semplice minaccia verbale, di solito è
sufficiente per stimolare il cervello a produrre gli
effetti biologici che approfondiremo in seguito ed ad
innestare quelli psicologici che daranno vita alla vera e
propria reazione.
Gli effetti biologici , alla quale si va incontro è un
aumento della rapidità della Respirazione, aumento
della frequenza cardiaca, perdita del controllo motorio,
diminuzione del campo visivo anche detto visione a
tunnel , esclusione uditiva, indebolimento delle
articolazione delle ginocchia, sono solo alcuni degli
effetti della circolazione dell’adrenalina e che
inibiscono la capacità di reagire in modo sicuro ed
efficace. Situazioni di stress intenso provocano un re-
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indirizzamento del flusso di sangue che si
allontaneranno dagli organi principali (compreso il
cervello) per dare maggior forza a quelli stimolati a
causa dello stress esterno. Il risultato è che si avrà una
funzione cerebrale limitata , provocando gli effetti
sopracitati. Esclude così anche la possibilità di
utilizzare il nostro cervello per valutare e rispondere in
modo appropriato.
Il sistema limbico è una serie di strutture cerebrali che
includono l'ippocampo, l'amigdala, i nuclei talamici
anteriori e la corteccia limbica che supportano svariate
funzioni psichiche come emotività, comportamento,
memoria a lungo termine, e olfatto. Il termine limbico
viene dal latino "limbus", solitamente tradotto con
"cintura" o "fascia". Il sistema limbico è l'area del
cervello che funziona per la maggior parte quando
viene costretto ed in modo del tutto autonomo. Tutto
quello che viene “programmato” in questo centro
emotiva del cervello, detterà il nostro comportamento
spontaneamente. La domanda allora alla quale si viene
sottoposti è : come è possibile allora programmare il
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nostro sistema limbico ? Tale “programmazione”
avviene inconsciamente dalle precedenti esperienze
e/o incidenti accaduti nel passato. Se si è rimasti
vittima di un qualsiasi tipo di evento ed in quella
occasione csi è rimasti come pietrificati dalla paura,
questa risposta rimarrà uno schema ricorrente, in
quanto è stata condizionata nel sistema limbico e verrà
richiamata inconsciamente tutte quelle volte che si
ripresenta la stessa situazione. Ciò si verifica
indipendentemente da qualsiasi arti marziali o altro
tipo di allenamento e formazione in cui il sistema
limbico non sia stato diciamo così, per continuare ad
usare termini informatici, “resettato” e quindi rimesso
a nuovo. Se al contrario, qualcuno tende ad essere più
reattivo nella stessa situazione di stress , la cosi detta
“testa calda" viene spinto ,in maniera del tutto
autonoma ed istintiva, ad una risposta eccessivamente
aggressiva, la loro tendenza sarà quella di rispondere
sempre nella stessa maniera ad eventi futuri similari.
Queste possono essere classificati come "reazioni
istintive inconsce". Non hanno una strategia ben
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studiata e voluta, ma solo spontanea, in quanto il
proprio cervello è programmato per reagire in quella o
altra maniera . Questo è importante nell’integrazione ai
nostri studi sulla protezione personale in quanto noi
stessi e gli altri possono essere l’uno o l’altra tipologia
di persona cioè : passivo o aggressivo ma entrambi gli
estremi possono porre il soggetto in gravi difficoltà e
pericoli. Solo in questi ultimi tempi, in Italia, è stato
analizzato e studiato l’insorgere del fenomeno del
bullismo, fenomeno già presente nei paesi anglosassoni
da molto più tempo, e non addentrandosi troppo sui
motivi socioculturali che hanno riportato alla luce dei
riflettori questa problematica vecchia come il mondo, è
possibile fare una semplice ed obiettiva considerazione
in merito al nostro campo di competenza che è la
Protezione Personale sia degli adulti che per i bambini.
Le 2 precedenti tipologie di persone analizzate in
precedenza possono così essere classificate in :
Passivo - Questo è una tipologia in cui la vittima ha
una “scarsa reazione”, si ripiega e l'aggressore ha il
sopravvento sia psicologico che fisico. La maggior
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parte dei bulli, per esempio, sono alla ricerca di una
vittima passiva, che sarà una facile preda. Solo il 7%
della comunicazione è una comunicazione verbale. Il
restante 93 % è comunicazione basata sul linguaggio
del corpo, sguardo, espressioni facciali e tono della
voce. Insegnando sia agli adulti che ai bambini un
modo efficace di non essere facili vittime di
aggressioni e per i bambini vittime di bulli.
Aggressivo – Questa invece è una tipologia in cui la
vittima ha una “reazione eccessiva ” spesso
aggravando la situazione, dando inizio ad una
escalation quando può anche non essere necessaria.
Questa è una risposta molto comune in questo mondo
di oggi, frenetico ed a tratti nevrastenico. Siamo
costantemente bombardati dai mezzi di comunicazioni
di massa, in particolare la tv ed i giornali i quali
propongono modelli di atteggiamento da “ macho ”
(vero uomo) e "cool" (essere alla moda). Molti bambini
e ragazzi apprendono questo tipo di comportamento
pensando che sia il modo migliore per affrontare
qualsiasi conflitto, non pensando ai grossi guai i cui ci
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si può imbattere. Se aggiungete a tutto ciò la politica di
tolleranza zero che si sta diffondendo in tutto il nostro
paese, si ha una società cinica e dedita all’anarchia,
creando per la gente nuovi problemi per se stessi e per
gli altri.
È possibile analizzare, comprendere e praticamente
ricondurre qualsiasi tipo di diverbio a questi due
semplici modi di comportamento. Succede sempre, a
prescindere dall’intelligenza degli interlocutori che
dalla pratica di questa o quella arte marziale. Accade
con gli adulti ed è certamente vero per i bambini. Ed è
per questo che va ribadito più volte che, la
consapevolezza di questi due "stili", aiuta tantissimo a
non commettere gli stessi vecchi errori, ripetutamente e
all’infinito senza imparare da essi.
La consapevolezza della paura: alla maggior parte di
noi non è mai stato insegnato che l’avere paura è un
sentimento positivo. "Fifone" è stato uno dei molti
termini utilizzati per denigrare chi aveva paura ed è
sicuramente uno di quei termini più educati e
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relativamente simpatici ai quali forse tutti nella vita,
abbiamo sentito rivolgerci almeno una volta. Quante
volte abbiamo sentito da Film, fratelli maggiori,padri e
da una molteplice di altre fonti, che non dovevamo
mai avere paura di questo o quello. Questo crea
confusione nella mente di un giovane, quando
un’improvvisa paura si presenta. La paura è una
risposta naturale ed istintiva che ha consentito e
consente alla nostra specie e a tutte le altre la
sopravvivenza. Il problema non è la paura, ma il modo
in cui rispondiamo ad essa. E'molto importante che i
bambini come gli adulti siano educati a dare il giusto
valore e la giusta importanza alla paura, che in realtà è
un fidato amico della sicurezza personale e una
incredibile fonte di energia. La paura deve essere
solamente riconosciuta e gestita nel modo corretto.
Il rovescio della medaglia della consapevolezza interna
è quella esterna:
Consapevolezza Esterna: Questo riguarda una serie
di aspetti, che vanno dai luoghi sicuri e quelli non
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sicuri, per gli adulti e la conoscenza delle informazioni
personali, non andare mai da nessuna parte con uno
sconosciuto, cosa fare quando ci si perde, si è in casa
da soli e soprattutto chi è uno estraneo per i bambini.
Già parte di queste conoscenze sono state elaborate nei
paragrafi e capitoli precedenti.
Ma è anche molto importante capire la mentalità di un
bullo o aggressore qualsiasi età abbia la vittima. Per
quanto riguarda il bullismo è un fenomeno che è stato
studiato ed approfondito è che ha dato una
informazione importante proprio sulla modalità di
scelta, da parte dell’aggressore o del bullo, della sua
potenziale vittima. Lo standard situazionale vede
ricadere la scelta sulle facili vittime, quali possono
essere bambini e ragazzi con atteggiamento remissivo e
persone anziane, considerate più deboli e anche queste
con atteggiamento remissivo per gli adulti. Proprio
come un predatore animale che sceglie le proprie
vittime selezionando quelle piccole, deboli e malate.
Questo è vero anche nel mondo non animale, il nostro.
La differenza è che i predatori animali lo fanno
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semplicemente per la sopravvivenza, mentre quelli
umani sono spinti da una mentalità molto diversa. Dare
quindi ai lettori di questo libro ed ai nostri studenti, se
insegniamo la consapevolezza di ciò che accade
all'interno della mente di un aggressore sia esso un
bullo che un delinquente è di grande aiuto a de-
mistificare ed umanizzare il bullo e l’aggressore ai loro
occhi, senza perdere il contatto con la realtà e la
valutazione del pericolo. Lo sconforto dei bambini che
sentono di non avere alcuna possibilità di
sopravvivenza contro un prepotente o degli adulti di
non essere in grado di poter reagire in maniera
adeguata è un elemento sul quale lavorare in maniera e
metodi specifici perché questo è semplicemente “ non
vero ” ! Chiunque ha in se la possibilità e le capacità di
reazione necessaria per porre fine al conflitto, ed
ovviamente non sto parlando solo dello scontro fisico.
Il fatto è che nessuno ha mai dato loro gli strumenti
necessari ed i mezzi per poterlo fare efficacemente.
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La consapevolezza della distanza
- spiegata ampiamente nei paragrafi precedenti
I = Impostazione della comunicazione verbale,del
corpo e dello sguardo
“Gli esperti concordano sul fatto che oltre il 90%
delle aggressioni può essere interrotto da una buona
impostazione verbale“
È fondamentale nel mondo di oggi armare i nostri
bambini non solo di abilità fisiche ma soprattutto di
abilità che possano efficacemente scongiurare una
minaccia. La mancanza di tolleranza civile ed il
maggior uso delle armi sono solo due delle molte
importanti ragioni che rendono le abilità fisiche
gravemente insufficienti per aiutare sia i bambini che le
vittime di qualsiasi età a prendersi cura di se stessi.
Queste da sole non bastano.
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La creazione di scenari interattivi educativi, consente
agli studenti ed ai praticanti l’allenamento su come
impostare la propria comunicazione verbale ed il
proprio corpo. Questo tipo di abilità ha avuto successo
soprattutto sui bambini vittime di bullismo nella
gestione del prepotente. Insegnando loro a modificare
le capacità verbali e sempre per i più piccoli come
affrontare un pericolo sconosciuto o una situazione
definita in inglese come “Inappropriate Touch
Situation” cioè situazioni di contatto inappropriate .
Infatti studi hanno dimostrato in maniera conclusiva
che gli aggressori adulti vengono fermati nella loro
volontà aggressiva, se il bambino mantiene una
distanza di sicurezza e dimostra presenza e
determinazione. La creazione di questi scenari di
allenamento creati appositamente per bambini e adulti,
devono essere eseguiti in maniera divertente e giocoso
per i bambini, non avendo bisogno di spaventarli
inutilmente per creare in loro queste abilità particolari e
più reali possibili negli adulti.
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A = Abilità nel Combattimento, tecniche di
auto-protezione
Chi pratica o insegna arti marziali conosce ed insegna
una molteplice varietà di tecniche di difesa . Le
tecniche che personalmente preferisco sono quelle
estremamente semplici, e progettate per le persone più
piccole o più deboli insegnando loro l’applicazione di
queste tecniche in base alle aree più vulnerabili di una
persona molto più grande e potenzialmente più
pericolosa questo attraverso lo studio dei punti di
pressione (Kyusho) che riequilibra il naturale
svantaggio.
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Nota importante per la protezione personale dei bambini e
ragazzi: è naturale che in mancanza di una legislazione
specifica sul bullismo in generale, le leggi alle quali bisogna
fare riferimento rimangono quelle specificate nel codice penale
e del TULPS, quelle alle quali fare riferimento sono sempre la
difesa legittima, l’uso legittimo delle armi e l’eccesso colposo
nella legittima difesa. Quindi, sarà vostra prerogativa
affrontare la questione nel modo che ritenete più opportuno, ma
facendo tesoro della legislazione vigente in Italia e quindi
mirata alla incolumità dei entrambi gli interlocutori sia esso
l’aggressore che l’aggredito. Il sistema da me proposto e non
presente in questo libro crea scenari di insegnamento per la
difesa contro la minaccia fisica di adulti che cercano di
aggredire o rapire il bambino o ancora situazioni di pericolo
per la vita propria o altrui, nel pieno rispetto quindi delle norme
vigenti. Un sistema di largo e diffuso successo perché fornisce
competenze efficaci sia per i bambini che per gli adulti
reagendo in modo adeguato prima che la situazione si trasformi
da fase verbale in fase attiva.
Visto che la maggior parte degli scontri verbali
possono essere fermati da una buona impostazione
verbale, la protezione personale nella sua componente
attiva e dinamica della difesa personale fisica dovrebbe
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essere usata solo come ultima risorsa. Sottolineiamo il
fatto che il combattimento reale non è mai un gioco e
che in una situazione reale le persone che combattono
finiscono nei guai e nei più facili a capitare si possono
fare veramente male. Ma se le queste abilità verbali
non fossero sufficienti, allora dobbiamo essere pronti e
scegliere il momento per utilizzare al meglio le nostre
conoscenze tecniche. Dopo aver allenato sia l’una che
l’altra opzione e capito quali sono i confini tra
entrambi è allora possibile passare da una modalità
“Verbal Mode” (modo verbale) a quella “Fight Mode”
(modo combattimento).
Gli scenari di combattimento sono più divertenti se si
lascia agli studenti la libertà di poter agire verbalmente
simulando l’alterco, aiutandolo solo sulla gestione
dell’esercitazione che andrà studiata e pianificata nel
piano del corso e non c'è assolutamente bisogno
dell’utilizzo di parolacce o del vero e proprio
turpiloquio. Questo grande lavoro incorporato nella
vostra classe di arte marziale tradizionale o meno che
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sia la rendere sicuramente più completa, utile ed anche
divertente il che non guasta mai!
Il controllo
Il controllo è uno degli aspetti fondamentali nella
pratica delle arti marziali, ma questa non è solo da
applicare nel tecniche di difesa e protezione fisica, ma
anche e soprattutto dei 3 elementi costitutivi
dell’individuo e memorizzabili tramite l’acronimo
M.E.C.:
Mente (controllo della propria mente)
Emozioni (controllo delle proprie emozioni)
Corpo (controllo del proprio corpo)
Tutte e tre sono elementi condizionabili dall’esperienza
e dalla pratica anche utilizzando metodi validi quali la
PNL (Programmazione Neuro-Linguistica), il training
autogeno, ma lavorando anche con la giusta
integrazione di situazioni di stress esterno che
influiscano non solo sulle capacità condizionali (Forza,
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Velocità e Resistenza) ma anche su quelle capacità
oggettive meglio spiegate nel primo capitolo.
Elementi di base da ricordare in tutte le tecniche di
protezione personale
1. Mantenere l’attenzione su tutto ciò che ti circonda.
Non dimenticare mai che un aggressione può
avvenire in qualsiasi momento, da ogni direzione,
da uno o più aggressori.
2. Tenere il centro di gravità basso. (baricentro)
3. Ricordare che l’energia positiva/negativa che viene
spesso chiamato in causa dalla filosofia orientale
(yin e yang) è una parte molto importante delle
tecniche presenti nelle arti marziali. Tutte le
considerazione metafisiche le lascio da parte, i
movimenti naturali del corpo umano fanno si che il
positivo ed il negativo sono sempre in continua
alternanza, risultante dalla continua contrazione e
rilassamento dei muscoli. L’alternanza di duro e
morbido crea nel corpo dell’avversario una reazione
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neurologica importante.(vedesi effetti sull’uso dei
kyusho)
a. Tutti i movimenti devono essere rilassati.
La sola contrazione si deve avere per il
giusto e corretto movimento degli arti
interessati e per il loro relativo
indirizzamento ma mai in maniera
eccessiva e comunque corrisponderà un
rilassamento ovviamente parziale dei
muscoli antagonisti-
b. Il tipico attacco di Karate ci consente l’uso
corretto delle anche e la relativa rotazione
delle stesse generano la giusta energia di
attacco.
4. Per massimizzare l’effetto contro un attacco
lineare, la relativa parata o ancora meglio
l’attacco/parata simultaneo deve sempre
attraversare la linea centrale del corpo per una
maggiore difesa del proprio corpo.
5. La conformazione anatomica del nostro braccio
è formato da 2 ossa principali Ulna e Radio e la
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relativa rotazione implica il riposizionamento
delle due ossa, nella pronazione totale dell’arto
superiore (il braccio), Ulna e Radio si troveranno
l’una sopra l’altro indebolendo il braccio stesso
,cosa diversa nella sua supinazione. Questo è
dovuto alla giusta ripartizione della forza
durante l’impatto sia esso in attacco o in difesa
6. Utilizzo dei punti vitali e di pressione, lo studio
specifico, approfondito, serio e responsabile è di
fondamentale importanza per capire meglio
come funzionano, come attivarli, che reazioni
fisiche (sensoriali, posturali e neurologiche)
inducono nel corpo umano in modo da conoscere
la successiva tecnica di attacco o di controllo.
7. L’uso delle “Armi” specifiche è comune a tutte
le arti marziali, sono per me armi naturali tutte
quelle armi che riescono, data la loro
conformazione anatomica naturale l’attivazione
di quei punti naturalmente e biologicamente più
deboli ed accessibili queste sono oltre alle più
comuni: mani e piedi anche ginocchia e gomiti
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ma ancora testa e spalle, quest’ultime meno
utilizzate ma da non sottovalutare.
8. Uso della visione periferica, contraria al
continuo ed eccessivo indirizzamento dello
sguardo verso questo o quell’altro obiettivo. La
visione periferica ci consente di monitorare una
più vasta zona che ci circonda senza che la
focalizzazione distragga la nostra concentrazione
ed attenzione da ciò che ci circonda-
11.3 Come Massimizzare la vostra energia
Come è possibile ottenere il massimo della forza o di
energia da una tecnica? Ovviamente a prescindere dal
tipo di attacco, sia esso un taglio, una coltellata, un
pugno, un calcio o altro, vogliamo che lo stesso sia il
più potente possibile. Per capire meglio di cosa stiamo
parlando quando parliamo di forza o energia nel
contesto della tecnica, dobbiamo considerare gli studi
della biomeccanica e della fisica.
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La formula matematica che spiega l'energia è la
seguente :
Et = Ep+Ec+Er
Et = Energia Totale
Ep = energia potenziale
Ec = energia cinetica
Er = energia di rotazione
E = mgh + 1 / 2 mv2 + l/2m (rω) 2
Da questa equazione, si comprende che l'energia
dinamica dipende dalla combinazione di fattori quali
l’energia potenziale(Ep), energia cinetica (Ec)e
l'energia di rotazione(Er).
In questi , la massa e la gravità sono costanti.
E = Energia, m = massa (peso), g = accelerazione di
gravità (9,81 m/s2), h = altezza, v = velocità, rω =
velocità angolare.
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I fattori variabili invece che cambiano il risultato finale
dell’energia sono :
( h ) l’altezza della tecnica eseguita fa aumentare
l'energia potenziale
( v ) la velocità fa aumentare l'energia cinetica.
( rω ) velocità angolare fa aumentare l'energia di
rotazione.
Le tecniche applicate verso il basso incrementano
l’energia potenziale. Quindi se l’avversario si trova in
una posizione più bassa rispetto al soggetto (come per
esempio l’avversario portato a terra tramite una tecnica
di atterramento “Takedown” ) riceverà una tecnica più
vigorosa dal punto di vista energetico.
Il fattore maggiormente a nostra disposizione in questa
equazione è la velocità. La velocità della tecnica ,
genera una energia maggiore.
Velocità = accelerazione x tempo
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Pertanto, maggiore è la distanza tra l'arma e l'obiettivo,
maggiore sarà l'accelerazione e la velocità necessaria.
Aumentando questi fattori, siamo in grado di
aumentare l'energia generata dalla tecnica, sia esso uno
colpo, un calcio o un taglio di coltello.
Dal momento che la forza (muscolare) è necessaria per
aumentare l'accelerazione, in quanto
F= m x a e quindi a =F / m
possiamo migliorare la nostra tecnica, rafforzando i
muscoli usati per eseguire tali operazioni ed è forse
per questo motivo per cui nei metodi tradizionali
veniva posta tanta enfasi nell’allenamento durante
l’esecuzione delle tecniche e più volte .
La corretta meccanica del corpo (Biomeccanica) aiuta
a generare in maniera corretta e naturale le energie
necessarie.
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Nell’espressione precedente relativa all’energia si
parlava di energia cinetica
Ec= ½ m x v2
Lo scopo del movimento è quello di ottenere la
massima quantità di Ec, ciò si avrà imprimendo elevate
accelerazioni (velocità di Impatto) agli arti.
L’espressione rapida della forza consente, per mezzo
delle leve(articolazioni) messe in azione nella catena
cinetica aperta, di accelerare mani, piedi o altre parti
del corpo alla massima velocità, e quindi ottenere
valori di Ec da dirigere verso il bersaglio.
Incrementando quindi la forza rapida e perfezionando
la coordinazione è possibile produrre un incremento
della potenza . E’ quindi ovvio che muovendo il nostro
corpo in maniera adeguata utilizzando spostamenti, e
quindi relativi spostamenti di peso nei nostri attacchi o
difese, siamo in grado di massimizzare la quantità dei
danni che possiamo infliggere o semplicemente
aumentare le nostre difese.
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11.4 Il Comportamento Tattico durante le fasi del
conflitto fisico
La tattica ed il suo studio, sono di fondamentale
importanza in un conflitto sia esso da applicare in
campo sportivo che militare, le considerazioni fatte per
quest’ultima sono ovviamente valide parlando proprio
di protezione in generale. Ma è dal modello sportivo
che è possibile estrapolare l’organizzazione dei mezzi
tecnici necessari alla protezione personale nella fase
successiva a quella interlocutoria verbale e quindi
quando ci si trova proprio in pieno conflitto fisico. Tali
mezzi del comportamento tattico possono essere stilati
sia in fasi di Difesa che di Attacco secondo le seguenti
figure:
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L’organizzazione dei mezzi tecnici di difesa
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L’organizzazione dei mezzi tecnici di attacco
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CAPITOLO 12 .PUNTI VITALI
12.1 Breve accenno storico sui punti vitali
Durante la dinastia Song (960-1279 d.C.) tale famiglia
di sovrani inizio ad incoraggiare maggiormente la
ricerca nei vari campi della vita civile quali forme di
arte,di letteratura e nella medicina soprattutto in
quest’ultima, la parte relativa all’agopuntura e alla
moxibustione. Tali studi passarono da studioso a
studioso negli anni a venire passando dal medico
privato Gao Wu durante la dinastia Jia Jing (1522-67
d.C.), ma è Zhang Sanfeng nato nel 1270 un taoista
esperto di arti marziali e agopunturista convinto che lo
studio dei punti vitali, l’utilizzo di un minimo sforzo di
sottomettere un avversario, Sanfeng inizio lo studio per
rafforzare questa sua tesi compiendo esperimenti su
uomini ed anche animali, la tradizione popolare vuole
che corrompesse i carcerieri per poter compiere i suoi
esperimenti sui detenuti. I suoi studi lo portarono a
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scoprire che l’attacco ad alcuni punti di pressione
causavano un indebolimento di aree diverse del corpo.
La tradizione popolare vuole altresì che questi studi
fatti da Zhang Sanfeng e le sue scoperte in questo
campo lo portarono a ideare una serie di movimenti e
di posture (quan) basata sulla conoscenza del gongfu
duro di Shaolin dove avrebbe nascosto i principi
dell’arte di colpire i punti vitali ma allo stesso tempo
dissimulandole con l’aggiunta di tecniche e posture
astratte, riservando la conoscenza di tali principi ai suoi
allievi fidati e benché con molte opposizioni a questa
ipotesi la tradizione lo vuole come ideatore del
taijiquan il “grande pugno supremo”. Zhang Sanfeng
ha utilizzato e dimostrato la presenza nel corpo umano
di punti particolari che venivano utilizzati in ambito
curativo ma ovviamente studiati dagli antichi praticanti
e guerrieri per il loro uso in campo di battaglia. La
nomenclatura di tali punti di pressione o vitali
prendono i nomi dai punti utilizzati nell’agopuntura e
nella digitopressione, dove si utilizzano i canali
denominati meridiani con rispettivi punti numerati. La
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mappatura di tali punti e la loro localizzazione
anatomica nella medicina occidentale ha risaltato
l’insistenza di tali in punti dove vi sono presenti , nervi
e vasi sanguigni e le loro ramificazioni.
Grazie ai rapporti economici e commerciali tra la Cina
e le isole Ryu Kyu di Okinawa tali conoscenze si
diffusero sull’isola. Lo studio di tali punti chiamati
tsubo o kyusho (punto vitale) veniva tramandato
oralmente da padre in figlio ma nascosti in kata o quan
(forme) codificate per l’apprendimento rapido ed
istintivo delle tecniche di difesa, ma che solo pochi
maestri di Okinawa e della vicina Cina erano a
conoscenza delle informazioni insite nei kata. Quindi
solo alcuni antichi maestri delle isole di Ryu Kyu ne
conoscevano l’efficacia e gli effetti e solo poche
antiche opere letterarie vennero pubblicate in merito
ma solo con pochi riferimenti dato il suo alto valore
marziale. I kata presero nomi quali Seisan (Tredici),
Seipai (diciotto), Niseishi (ventiquattro),Nepai
(ventotto), Peichurrin (centootto) proprio in riferimento
al numero dei punti di pressione o vitali presenti o
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metodi di attacco. Tutte le applicazioni dei Kata
contenevano e contengo tuttora tecniche di attacco e
difesa con leve articolari e relativi bloccaggi,
atterramenti, lotta a terra, colpi diretti agli organi
interni e soprattutto diretti al sistema neurologico. Ma
la maggior parte di questi testi, mancavano della parte
più importante dello studio di tali punti e cioè
soprattutto come colpirli per ottenere l’effetto tanto
ricercato ed agoniato. Oggi tali informazioni sono di
dominio pubblico anche se in forma a tutt’oggi
riservata e comunque parziale che gli conferisce un
maggiore alone di segretezza e a volte sconfinante con
il misticismo ma in realtà non vi è nessuna spiegazione
mistica o “fanta-marziale” se non quelle confinate e
relative alla conoscenza reale dell’anatomia umana e
delle sue funzioni biologiche.
L’applicazione reale di tali punti e la loro conoscenza
sia in termini di localizzazione che in termini di
utilizzo (metodo,angolo e direzione dell’attacco)
rendono possibile la capacità di far perdere conoscenza
al proprio avversario, senza provocare nessun danno
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visibile e permanete. A tutt’oggi esistono stili di karate
dove il Kyusho è presente ed anche in maniera
principale come il Ryukyu Kempo Karate che non a
caso era lo stile iniziale ed anche il titolo del primo
libro scritto dal maestro Funakoshi, il cui manoscritto
venne completato in meno di appena un mese e
pubblicato la prima volta nel 1922, distrutte le lastre
nel terremoto del 1923, fu stampata una seconda
edizione revisionata sempre da Funakoshi e pubblicata
nel marzo del 1925 questa volta con il nome di Rentan
Goshin Karate Jutsu ed ancora dieci anni dopo nel
1935 completò il testo in quanto i precedenti si
prestavano ad alcune ambiguità e a causa della
mancanza di ulteriori spiegazioni vi era il rischio di
perdere i punti tecnici più significativi, cosi in
quell’anno venne pubblicato il teso successivo
intitolato, Karate-do Kyohan dove Kyohan significa
testo principale.
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Il Kyusho quindi rappresenta un’antica e segreta
conoscenza che a tutt’oggi rappresenta una moderna,
puntuale ed efficace informazione che nel campo della
protezione personale e della difesa personale reale
diviene non solo importante, ma direi sicuramente
fondamentale
L’applicazione reale di tali punti e la loro conoscenza
sia in termini di localizzazione che in termini di
utilizzo (metodo,angolo e direzione dell’attacco)
rendono possibile la capacità di far perdere conoscenza
al proprio avversario, senza provocare nessun danno
visibile e permanente.
Di seguito l’ articolo scritto per il Kyusho Magazine
edito dal Kyusho International Inc. e per l’Italiana
rivista Mak Adventures Magazine
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12.2 Punti di pressione (Kyusho) e la difesa
personale Femminile contro lo Stalking di Marcello
Giannola
In Italia è ormai da diversi mesi che le reti televisive,
telegiornali, radio e carta stampata parlano di un
fenomeno in rapida ascesa quale è lo stalking, il
fenomeno colpisce in maggioranza le donne
perseguitate da mariti e fidanzati lasciati che si
appostano, seguono, minacciano telefonicamente fino
poi a raggiungere conseguenze estreme come
l’aggressione e l’omicidio. Tutti, politici di qualsiasi
corrente ed ideologia è concorde nella realizzazioni di
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leggi specifiche per l’attenuazione del fenomeno e
l’attuazione di leggi, norme ed regolamenti già esistenti
per colpire direttamente i “persecutori”. Già ! Ma tutto
questo riuscirà realmente ad eliminare il problema? La
pena di morte in alcuni stati americani, ha realmente
avuto il fattore di prevenzione sperato? Non sta a me
giudicare, ma su di una cosa sono fermamente convinto
non demandiamo ad altri il compito di difendere noi
stessi e la nostra famiglia, non possiamo mettere la
nostra vita e quella dei nostri cari in mano ai politici
che con la loro burocrazia lenta ed a volte
inconcepibile aggravano ancor di più la nostra
posizione, allora quale la soluzione? Sicuramente in
primo luogo la protezione personale femminile deve
avere un ruolo di fondamentale importanza e dove le
istituzioni (scuole, Comuni, province, regioni e stati)
non arrivano o non possono arrivare, il ruolo di
Associazioni, Compagnie Private ed esperti di
sicurezza diventa di fondamentale importanza per le
comunità. E proprio qui che il Kyusho International
con la sua proposta tecnico-didattica si propone a chi
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abbia un reale bisogno di sicurezza. Il Kyusho per sua
natura, è di basilare importanza per le donne che giorno
dopo giorno subiscono ogni tipo di violenza e
maltrattamento in quanto considerato da molti il sesso
debole ma è proprio il Kyusho, il suo studio e lo studio
della anatomia umana che diminuisce il gap di
squilibrio tra i sessi e si propone quale equalizzatore.
Lo studio del corpo umano e delle sue debolezze
diventa il punto di forza di donne determinate a non
essere le vittime designate a volte inconsapevoli di
uomini più forti ed aggressivi.
Allora quali sono i punti Kyusho ideali che una
donna deve assolutamente conoscere ed utilizzare?
Secondo lo scrivente i punti devono attenersi a 2
principali linee guida quali :
1. Facilità di accesso con risposta neurologica
importante.
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Questo punto è molto importante perché la reazione sia
il più possibile destabilizzante in modo da poter avere
più tempo per fuggire e chiedere aiuto.
2. Facilità di attivazione mediante utilizzo di
tecniche che richiedano poca forza.
Punti facili da raggiungere e sensibili alla tipologia di
attacco che una donna adrenalinicamente stimolata può
raggiungere senza l’utilizzo e la conoscenza di
tecniche particolari che richiedano l’uso della forza
fisica.
Secondo quando dettato da queste 2 linee guida
vediamo nel dettaglio quali punti a mio parere possono
essere utilizzati.
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Per una maggiore chiarezza e precisione divideremo le
aree di attacco secondo il seguente schema
internazionalmente riconosciuto e con i punti più
utilizzabili in una situazione di conflitto:
� Braccia nr.7 punti Principali:
L5, L8, P6, H2, TW11, TW12, IL10
� Testa nr.7 punti Principali:
ST5,VG26,TW17,ST9,GB20,IL18,MHN14
� Corpo nr.7 punti Principali:
GB26, H1,BL23, CV5, CV15, CV22, ST11
� Gambe nr.5 punti Principali:
SP6, SP10, LV9, GB31, BL55
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Iniziamo con l’analisi di un punto del collo che
risponde ottimamente ad entrambi punti della linea
guida, il punto di cui parliamo in questo articolo è il
punto Cv 22 situato sulla linea centrale proprio sulla
fossa naturale formata dal manubrio dello Sterno,
situato nella parte superiore dello sterno stesso, e le
clavicole (Articolazione Sterno-Clavicolare) Proprio
dietro entrambe le clavicole ed il manubrio dello sterno
si trova uno dei vari rami anteriori dei nervi spinali. I
tronchi primari si trovano alla base del collo, nella
loggia sopraclavicolare maggiore, lì passano il nervo
frenico e quello vago tra il muscolo scaleno anteriore
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(anteriormente) e i muscoli scaleni medio e posteriore
(posteriormente). Da questa posizione anatomica un
ottimo modo per attivare tale punto ed i punti in linea
con le clavicole quali St11 e St12 è quello di premere il
nervo stesso contro l’osso nel caso dei predetti punti e
possibile premerli contro la clavicola stessa. Per quanto
riguarda il punto da noi trattato Cv22 e possibile
premerlo contro il manubrio dello sterno posizionando
il dito medio nella depressione naturale ed a uncino
premere il nervo in direzione dello sterno.
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Questo provocherà come reazione: l’allontanamento
istintivo del soggetto dalla fonte di dolore con
rispettiva perdita di forza negli arti inferiori. Questo
consentirà anche, da una posizionamento di
strangolamento ad una o due mani, l’arretramento degli
arti superiori, liberandosi così dall’eventuale presa al
collo, la vittima ora può chiedere aiuto, allontanarsi
dall’aggressore o se in condizioni di poterlo fare,
continuare l’attacco per renderlo inoffensivo.
Le donne sono sicuramente le
vittime preferite, ma
sicuramente l’allenamento
costante e la loro naturale
caratteristica quale è la
determinazione che allenata
anche questa, le rende
sicuramente più efficaci ed
efficienti rispetto ai loro
colleghi uomini.
Di seguito alcune applicazioni
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Da doppia presa al collo,
Agata afferra con al sua
mano sinistra il polso
dell’assalitore premendo e
tirando sul punto L8
mentre posiziona la sua
destra per accedere al
punto CV22
Posiziona il dito medio
nella cavità Soprasternale
e preme il nervo contro la
parte superiore e
posteriore dello sterno
Il risultato sarà
l’allontanamento del soggetto
dovuta alla perdita di forza
negli arti superiori
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12.4Modalità di Attivazione dei principali punti di
pressione e relativi effetti neurologici sul corpo
umano
In questo paragrafo si entra nel dettaglio dello scritto.
Verranno presi in considerazione i punti di pressione
principali precedentemente elencati ad eccezione di
quelli trattati nell’articolo precedente. Tali punti
suddivisi per la loro localizzazione, questa
suddivisione meramente didattica, migliorerà
l’apprendimento sulla localizzazione e le modalità di
attivazione (pressione,strofinamento,colpo) diversa per
ogni punto e dettata dalla diversità anatomica dovuta
alla presenza di nervi, muscoli ed ossa. Con
descrizione punto dopo punto di angoli, direzioni,
tecniche ed armi migliori per poter raggiungere colpire
o manipolare tali punti.
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Quindi gli elementi costituenti le informazioni
principali sui punti di pressione o vitali riepilogando
sono:
Tipologia di attacco
Pressione - Strofinamento - Colpo
Modalità di attivazione
elementi di base
Angolo - Direzione - Arma Migliore
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Punti delle Braccia
(L5, L8, P6, H2, TW11, TW12, IL10)
In questo libro abbiamo voluto dare alcune delle
nozioni fondamentali di Protezione Personale Globale
e quindi una visione ad ampio raggio della sicurezza
personale. L’utilizzo dei punti di pressione nelle
tecniche di Difesa personale Reale incrementano la
nostra sicurezza sia dal punto di vista meramente
materiale che a livello psicologico in questo libro
tratteremo solo i punti delle braccia per dar modo di
seguire un curriculum preciso che porti
all’apprendimento rapido ma efficace e soprattutto
aumentando le nostre abilità sia generali che
specifiche. Di seguito alcune tabelle riepilogative ed
esplicative le quali vi daranno un rapida,precisa ed
attenta nozione senza tralasciare la localizzazione
anatomica e funzionale ed alcune tecniche di
applicazione possibili, con le informazioni più
importatnti quali Angolo e direzione, metodo ed armi
migliori.
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Polmone 5 (L5,lung)
Questo punto è localizzabile tramite la supinazione
dell’arto superiore (braccio), due dita sotto la piega
interna lateralmente alla linea mediana
dell’avambraccio, l’area di attivazione, uguale per tutti
i punti di pressione, ha le dimensioni di circa una
moneta di 2 euro. Tale punto può essere premuto o
colpito con un angolo di circa 45° in direzione della
mano, il punto è localizzato sopra una ramificazione
del nervo radiale e la sua compressione contro lo stesso
osso (radio) provoca la perdita di forza non solo del
braccio colpito ma anche dell’arto inferiore stesso lato.
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Riepilogo Polmone 5
Angolo 45°
Direzione verso la mano
Metodo pressione o colpo
Armi Migliori utilizzo dell’osso prominente del
polso o dell’avambraccio
Tecniche es.
da presa al bavero sx colpire il
punto con l’arma e la direzione
suggerita con movimento a J con
il proprio braccio dx
Foto
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Polmone 8 (L8,lung)
Questo punto è localizzabile tramite la supinazione
dell’arto superiore (braccio), due dita sotto la piega del
polso lateralmente alla linea mediana
dell’avambraccio. Tale punto può essere premuto o
colpito con un angolo di circa 45° in direzione della
mano, il punto è localizzato sopra una ramificazione
del nervo radiale e la sua compressione contro lo stesso
osso (radio) provoca la perdita di forza non solo del
braccio colpito ma anche dell’arto inferiore stesso lato.
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Riepilogo Polmone 8
Angolo 45°
Direzione verso la mano
Metodo pressione, colpo e strofinamento
Armi Migliori
nella pressione utilizzo del dito
medio nel colpo utilizzo delle
nocche della mano
Tecniche es.
da presa al bavero sx premere il
punto con il proprio dito medio
della mano sx e tirare in direzione
della mano.
Foto
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Pericardio 6 (P6,pericardium)
Questo punto è localizzabile tramite la supinazione
dell’arto superiore (braccio), quattro dita sotto la piega
del polso proprio sulla linea mediana dell’avambraccio.
Tale punto può essere premuto o colpito
perpendicolarmente al nervo radiale, il punto è
localizzato sopra una ramificazione del nervo radiale e
posto tra i tendini del polso consentendone i
movimenti, la sua compressione contro l’osso provoca
la perdita di forza dell’intero braccio interessato
inibendo la contrazione del bicipite brachiale.
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Riepilogo Pericardio 6
Angolo -
Direzione Perpendicolare al nervo radiale
Metodo pressione e colpo
Armi Migliori
nella pressione utilizzo del dito
medio, con la nocca del dito
indice per colpirlo.
Tecniche es.
da presa al bavero sx premere il
punto con il proprio dito medio
della mano sx, oppure colpirlo
con un pugno utilizzando la
prima nocca (dito indice)
Foto
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Cuore 2 (H2,Heart)
Questo punto è localizzabile internamente all’arto
superiore (braccio), due dita sotto la piega del polso
proprio sulla linea mediana dell’avambraccio. Tale
punto può essere premuto o colpito perpendicolarmente
al nervo radiale, il punto è localizzato sopra una
ramificazione del nervo radiale e posto tra i tendini del
polso consentendone i movimenti, la sua compressione
contro l’osso provoca la perdita di forza dell’intero
braccio interessato inibendo la contrazione del bicipite
brachiale.
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Riepilogo Cuore 2
Angolo -
Direzione Perpendicolare all’osso(omero)
Metodo pressione e colpo
Armi
Migliori
nella pressione utilizzo del dito medio,
per colpirlo utilizzare la nocca del
dito indice o il metatarso della mano o
qualsiasi altra superficie dura
Tecniche es.
da spinta con mano dx, devio la sua
mano con la mia sx e colpisco con il
metatarso della mia mano dx,il punto
Foto
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Triplice Riscaldatore 11 (TW11,Triple Warmer)
Questo punto è localizzabile posteriormente all’arto
superiore (braccio), appena sopra il gomito, un metodo
di facile e rapida localizzazione è porre il gomito sul
palmo della propria mano e chiudendo il pugno il
punto si troverà esattamente sotto le nocche utilizzate
solitamente per bussare ad una porta. Lo stesso insiste
proprio sul tendine che collega il muscolo del tricipite
e l’articolazione del gomito. Tale punto deve essere
strofinato in direzione della spalla su e giù, in modo da
attivare l’apparato Golgi. L’apparato Golgi è quel
sistema neurologico di controllo, atto a preservare
l’integrità dei muscoli e dei tendini da un eccessivo
stiramento che potrebbe portare alla relativa rottura.
Con lo sfregamento inganniamo questo sistema o
apparato, facendo credere al cervello che è in atto un
pericolo di eccessiva tensione tendino-muscolare, il
quale per porvi rimedio rilassa il muscolo interessato.
L’applicazione di tale punto provoca il rilassamento
totale dei muscoli del braccio e della spalla, il corpo si
piega in avanti il braccio opposto si apre alzandosi,
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provocando dolore intenso e quindi la perdita del
controllo motorio degli arti superiori.
Non si ha nessun effetto se il braccio risulta piegato a
90°
Riepilogo Triplice Riscaldatore 11
Angolo -
Direzione
Su e giù longitudinalmente al
legamento tendineo quindi in
direzione della spalla
Metodo Strofinamento
Armi
Migliori
Posso utilizzare le nocche della
mano usualmente utilizzate per
bussare ad una porta oppure
usando l’avambraccio ma
applicando una piccola rotazione
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Tecniche
es.
da spinta sul lato sx doppia parata (sx-dx) afferro il polso con la
mia mano dx sul punto L8 e con l’avambraccio sx colpisco con
azione di strofinamento il TW11 stesso braccio (arm bar).
Foto
1-2
Foto
3-4
Foto
5-6
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Triplice Riscaldatore 12 (TW12,Triple Warmer)
Questo punto è localizzato posteriormente all’arto
superiore (braccio), proprio al vertice della V capovolta
(�) formata dai muscoli del tricipite. Tale punto deve
essere colpito in direzione dell’omero. Tale punto
provoca la perdita del controllo motorio degli arti
superiori, il corpo si piega in avanti il braccio opposto
si apre alzandosi, dolore intenso.
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Riepilogo Triplice Riscaldatore 12
Angolo Direttamente verso l’omero
Direzione
Su e giù longitudinalmente al
legamento tendineo quindi in
direzione della spalla
Metodo Colpo
Armi
Migliori
È consigliabile utilizzare il
proprio avambraccio magari
usando l’osso sporgente della
zona del polso
Tecniche es.
da spinta sul lato sx doppia parata
(sx-dx) afferro il polso con la mia
mano dx sul punto L8 e con
l’avambraccio sx colpisco in
maniera profonda il TW12 stesso
braccio.
Foto Vedi tecniche per il punto T W 11
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Intestino Crasso 10 (LI10, Large Intestine)
Questo punto è localizzabile pronando all’arto
superiore (braccio), proprio tra i muscoli brachiali,
lateralmente al braccio e situato su di un ramo del
nervo radiale. Un metodo semplice di localizzazione è
piegando il braccio proprio due dita sotto la piega
formatasi, sull’avambraccio. Tale punto deve essere
colpito in direzione dell’osso. Tale punto provoca la
perdita del controllo motorio dell’arto, il braccio si
immobilizza ed il corpo si piega in avanti esponendo la
testa ed il collo ad un successivo attacco.
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Riepilogo Intestino Crasso 10
Angolo Direttamente verso l’osso
Direzione In direzione della spalla o della mano
ma in maniera profonda verso l’osso
Metodo Colpo
Armi
Migliori
È consigliabile utilizzare il pugno e
colpendo con la nocca del dito mignolo
ma anche con la parte dura del palmo
della mano.
Tecniche es.
Doppia presa al bavero colpisco con il
palmo delle mani entrambi i punti delle
braccia, per poi colpire i punti della
testa
Foto
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Conclusioni
Il particolare momento storico ed economico, ci
consiglia di mantenere alta l’attenzione a tutto quello
che ci circonda. Protezione Personale non significa
solo proteggersi fisicamente da eventuali attacchi fisici.
Protezione personale significa tenere uno standard di
sicurezza di vita quantomeno di medio livello in tutti
suoi aspetti, in questo periodo economico anche
l’attento uso ed investimento dei propri risparmi
diventa di fondamentale importanza e quindi
“Protezione Personale”, gli scenari di guerriglia urbana
che giorno dopo giorno i canali di informazione
ufficiali ci propongono, aumentano le tensioni e le
preoccupazioni dei cittadini, delle famiglie, di ciascuno
di noi e spero che questo libro contribuirà a riempire
quel vuoto di incertezza di sicurezza personale ma
soprattutto ti aiuti a mantenere o raggiungere
tranquillità e serenità per te e la tua famiglia.
….dedicato al tuo successo…..
Marcello Giannola
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Bibliografia
Evan Pantazi, Punti Vitali Corso Avanzato, Budo International
Publ.Co.,2007
Pierluigi Aschieri, Karate, Sperling & Kupfer, 2000
Mark Edward Cody, Ray Dionaldo, Filipino Combat Systems,
Author House, 2005
Chris McNab e Joanna Rabiger, Manuale di sicurezza
personale,Edizioni Mediterranee, 2004
Rolf Wirhed, Anatomia del movimento e abilità atletica, Edi-
Ermes,1999
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