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CRICD 2007 a cura di Donatella Metalli REGIONE SICILIANA Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione Dipartimento dei beni culturali, ambientali e dell’educazione permanente Centro regionale per il catalogo e la documentazione dei beni culturali e ambientali Servizio catalogazione U.O. V beni archeologici A scuola di catalogazione

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CRICD 2007

a cura diDonatella Metalli

REGIONE SICILIANAAssessorato dei beni culturali,ambientali e della pubblica istruzione

Dipartimento dei beni culturali,ambientali e dell’educazione permanente

Centro regionale per il catalogoe la documentazione dei beni culturali e ambientali

Servizio catalogazione

U.O. V beni archeologici

A scuola di catalogazione

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REGIONE SICILIANA

Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica

istruzione

Dipartimento Regionale Beni Culturali, Ambientali e

dell’Educazione Permanente

Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la docu-

mentazione grafica, fotografica, aerofotografica, fotogramme-

trica e audiovisiva dei beni culturali ed ambientali

Servizio catalogazione - U.O. V Beni Archeologici

Soprintendenza del Mare - Servizio Beni Archeologici

Coordinamento generale

Gioacchino Vaccaro, Direttore del Centro

Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare

Coordinamento tecnico-scientifico

Adriana Fresina, Dirigente del Servizio Catalogazione,

CRICD

Rossella Giglio, Dirigente del Servizio Beni archeologici,

Soprintendenza del Mare

Progetto e coordinamento tecnico-scientifico della realizzazione

Donatella Metalli, Funzionario direttivo archeologo, CRICD

Francesca Oliveri, Funzionario direttivo archeologo,

Soprintendenza del Mare

Istituti scolastici

Liceo Artistico G. Damiani Almeyda, Palermo:

prof.ssa Rosalia Gerbino, Dirigente scolastico;

prof.ssa Angela Gabriella Salvagio, referente;

proff. Francesco Paolo Carmicino, Simona Gandolfo, Enzo

Rosario Mazzola, Nunzio Spitalieri.

Liceo Classico Statale Umberto I, Palermo:

prof. Antonino Raffaele, Dirigente scolastico;

prof.ssa Sara Di Martino, referente.

Liceo Scientifico Statale A. Einstein, Palermo:

prof. Salvo Chiaramonte Dirigente scolastico;

prof.ssa Maria Mastruzzo, referente;

prof.ssa Loredana Bertolino.

Istituto Tecnico Statale per il Turismo Marco Polo, Palermo:

prof. Vincenzo Amato, Dirigente scolastico;

proff.sse Teresa Manno, Antonietta Paternò, referenti;

prof. Vito Pecoraro, referente per la progettazione.

Progetto e allestimento mostra

Anna Maria Pace CRICD

Contributi alla pubblicazione

Coordinamento generale

Gioacchino Vaccaro

Coordinamento tecnico

Adriana Fresina

Coordinamento editoriale

Donatella Metalli

Testi

Adriana Fresina, Rossella Giglio, Donatella Metalli,

Francesca Oliveri, Vito Pecoraro, Angela Gabriella Salvagio.

Schede catalografiche ed elaborati grafici:

Liceo Artistico Statale G. Damiani Almeyda, Palermo:

Francesca Aronica, Federica Palmisano II B; Giulia

Ajovalasit, Esmeralda Calamonaci, Clelia De Simone, Martina

Di Gangi, Antonio La Barbera, Monica Lombardo, Giulia

Pecoraro, Marco Ansaldi III B; Simona Fenoaltea, Marina

Lombardo e Simone Oca III E.

Schede catalografiche, testi e foto:

Liceo Classico Statale Umberto I, Palermo: Giulia Callari I E;

Mariagiulia Chichi e Claudia Luca I F; Ilenia Giustiniano e

Luca Piazza I L; Giacomo Marino I B; Cristina Maniscalco,

Claudia Sabrina Oliveri e Giorgio Graviano II C.

Liceo Scientifico Statale Albert Einstein, Palermo: Danilo

Cottone, Fabrizio Ganci, Raffaele Granifero, Antonino

Pisciotta, Gabriele La Torre, Alessandro Maggio, Antonino

Marcianò, Simone Marsala, Flavia Oliveri, Salvatore Pirrello

e Roberto Rosano IV D.

Istituto Tecnico Statale per il Turismo Marco Polo, Palermo:

Federica Canalella, Jessica Cuccì, Simona Napoli, Laura

Riccio, Tamara Damasco IV E; Maria Rita Basile IV D iter e

Giorgia Gramuglia IV F iter (solo scheda).

Revisione e correzione delle schede catalografiche, ricerche

bibliografiche

Donatella Metalli

Fotografie

Archivio Soprintendenza del Mare

Foto Vito Carlo Curaci, Soprintendenza del Mare

Archivio Fototeca CRICD, fondo ORAO

Foto Fabio Militello CRICD

Liceo Artistico Statale G. Damiani Almeyda: proff. Enzo

Rosario Mazzola, Nunzio Spitalieri, Francesco Paolo

Carmicino; alunni Marco Ansaldi, Simona Fenoaltea, Marina

Lombardo, Simone Oca.

Disegno: Ignazia Torretta, Soprintendenza del Mare

Progetto grafico della copertina

Fabio Militello, CRICD.

Elaborazione della documentazione fotografica.

Cristina Scuderi, CRICD.

Acquisizione digitale degli elaborati grafici

Giovanni Cirrincione, Anna Maria Pace, Anna Giuseppa Uzzo

CRICD.

Progetto grafico, impaginazione e stampa

Eurografica, Palermo

Si ringraziano per la cortese collaborazione

il personale della Soprintendenza del Mare;

il Comandante Claudio Lo Pumo della Capitaneria di Porto di

Mazara del Vallo e il personale tutto;

la dott.ssa Valeria Patrizia Li Vigni Direttore, la dott.ssa

Matilde Fiore, Dirigente e il personale del Museo Regionale di

Storia Naturale e Mostra Permanente del Carretto Siciliano,

Palazzo D’Aumale, Terrasini;

inoltre il sig. Giuseppe Corona, l’arch. Riccardo Lombardo, le

dott.sse Maria Mondello, Maria Giovanna Russo, Maria

Concetta Valenti, le sigg.re Antonina Bosco, Antonina

Scancarello, Francesca Zito e i sigg. Carmelo La Monica e

Salvatore Zangara del CRICD.

Un caloroso ringraziamento infine a tutti i colleghi del Centro

e del Servizio che hanno prestato la loro opera per la realizza-

zione di questo progetto.

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Presentazione

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La pubblicazione di questo Quaderno costituisce il risultato di un’attività

che il Centro per il catalogo e la documentazione ha intrapreso lo scor-

so anno di concerto con alcuni Istituti scolastici di Palermo e con la prezio-

sa collaborazione della Soprintendenza del Mare. Lo spirito con cui si è dato

vita al progetto è stato quello di attivare concrete sinergie con le Istituzioni

scolastiche che operano nel territorio per mettere in atto una sempre più effi-

cace opera di familiarizzazione nei confronti delle tematiche inerenti i beni

culturali e ambientali del territorio regionale e suscitare al contempo mirati

interessi dei giovani verso tali beni che per quantità e qualità costituiscono

un prezioso patrimonio che va conosciuto, indagato, tutelato, valorizzato e

fruito.

L’iniziativa che si presenta si inserisce nell’ambito delle direttive enunciate

nei documenti programmatici della Presidenza della Regione Siciliana dove

un ruolo di primo piano, negli obiettivi strategici, occupano le iniziative volte

ad individuare percorsi sempre più concreti con le componenti scolastiche.

La scuola, senza dubbio, riveste un ruolo determinante in quanto punto di

raccordo tra le diverse istituzioni pubbliche e private che operano nel terri-

torio con l’obiettivo di trasmettere i saperi ad una fascia di fruitori più

ampia, individuare percorsi formativi volti ad attivare una sempre più mira-

ta consapevolezza da parte delle giovani generazioni della valenza del patri-

monio culturale e ambientale non solo in termini di “complesso” di beni da

conoscere, tutelare e fruire ma anche come risorsa in grado di offrire possi-

bili sviluppi occupazionali.

Il Centro, in tale direzione, ha voluto allargare il raggio di interlocuzione

oltre i canali istituzionali in materia di catalogazione rivolgendosi al mondo

della scuola; si è dato vita così ad un progetto finalizzato ad avvicinare i gio-

vani discenti al mondo della catalogazione dei beni culturali per rendere pro-

tagonisti e attori essi stessi del processo di conoscenza, funzione precipua del

Catalogo.

La catalogazione infatti come ben definita da Oreste Ferrari è un “processo

di conoscenza permanente” e mette in moto un intervento ricognitivo dei beni

finalizzato non solo alla loro individuazione, localizzazione, definizione e

descrizione ma anche alla comprensione e ricostruzione del contesto socio-

culturale che li ha prodotti e a cui sono strettamente legati; ma per far sì che

questo processo sia scientificamente valido è necessario servirsi di strumen-

ti metodologicamente corretti che permettano la più esaustiva e ampia inda-

gine dei beni.

Il modulo schedografico quindi si pone come strumento di conoscenza sug-

gerendo al catalogatore quesiti ma allo stesso tempo chiavi di lettura e di

interpretazione: gli oggetti catalogati vengono analizzati nelle loro compo-

nenti percettive e ricomposti nelle loro relazioni con altri beni, luoghi, per-

sone, avvenimenti in una complessa e globale lettura.

In tal senso si è voluto far conoscere agli alunni degli Istituti scolastici una

metodologia di intervento che, attraverso la redazione di schede di catalogo,

ha attivato un percorso di approfondimento sui beni archeologici quali ele-

menti di un passato remoto di cui spesso sono gli unici testimoni; segni di

attività umane e di una cultura artistica e materiale che essi hanno contribui-

to in parte a definire e che oggi ci aiutano a ricostruire e identificare.

Appare, a nostro avviso, quanto mai necessario e ineludibile creare una

coscienza diffusa che ponga l’attenzione sul fatto che il “valore aggiunto”

del nostro patrimonio culturale è proprio nel suo continuo integrare musei,

chiese, paesaggio, territorio, persone, in una sola parola il contesto che è il

bene culturale più prezioso.

Operando in tal senso, oltre che costituire un denominatore comune per

quanto concerne la catalogazione in ambito regionale tramite l’adozione di

percorsi concordati e utilizzando le stesse metodologie, si dovrebbe poter

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arrivare alla formazione di personale qualificato per una futura occupa-

zione nell’ambito dei beni culturali e ambientali.

Ci auspichiamo di avere contribuito anche se in piccola parte al percor-

so formativo degli alunni avvicinandoli al mondo delle Istituzioni dei

beni culturali e alle attività che queste svolgono nel tentativo, speriamo

riuscito, di colmare uno iato che spesso si avverte tra i cittadini e la pub-

blica amministrazione.

Mi è gradito, infine, esprimere i più vivi ringraziamenti al

Soprintendente, al Dirigente del Servizio dei beni archeologici e al per-

sonale della Soprintendenza del Mare; ai Dirigenti degli Istituti scolasti-

ci che hanno aderito al progetto; ai docenti per l’impegno profuso; agli

studenti per la concreta e attiva partecipazione; al Presidente della

Società siciliana per la Storia Patria, al personale tutto dell’Istituto e al

Direttore del Museo del Risorgimento per la disponibilità e collaborazio-

ne; al Comandante della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, al

Direttore e al personale del Museo di Terrasini per la gentile ospitalità;

al personale del Centro che si è prodigato per la realizzazione del pro-

getto e a quanti hanno reso possibile questa iniziativa.

Gioacchino Vaccaro

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La catalogazione dei beni culturali e ambientali in Sicilia

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Nella Regione Siciliana, con il trasferimento dellecompetenze (D.P.R. n. 637 e 635 del 1975) in mate-

ria di beni culturali, tutta l’attività in tale settore è rego-lamentata dalle leggi regionali n. 80 del 1 agosto 1977“Norme per la tutela, valorizzazione ed uso sociale deibeni culturali ed ambientali nel territorio della RegioneSiciliana” e n. 116 del 7 novembre 1980 “Norme sullastruttura, il funzionamento, l’organico del personaledell’Amministrazione dei beni culturali in Sicilia”.La catalogazione dei beni culturali e ambientali presen-ti nel territorio siciliano individuati dall’art. 2 della L.R.n. 80/77 e da ultimi meglio precisati nelle loro tipologiedal Codice dei Beni Culturali viene espletata dalleSoprintendenze, Musei e Gallerie regionali istituite conla legge regionale sopra richiamata che ne ha al contem-po definito le competenze.Al coordinamento dell’intero processo di catalogazioneè destinato il Servizio di Catalogazione istituito a segui-to del nuovo assetto dell’Amministrazione Regionaledei BB.CC.AA. e articolato in cinque Unità Operativeper le diverse tipologie di beni tutelati dalla vigente nor-mativa regionale. Altro specifico compito del Servizio èla gestione dell’archivio catalografico dei beni culturaliregionali costituito dalle schede di catalogo redatte dagliUffici dell’ Amministrazione dei BB.CC.AA. prepostiistituzionalmente a tale compito.La catalogazione intesa principalmente come attivitàconoscitiva, si sostanzia, pertanto, con il rigore di unaimpostazione scientifica della ricerca e si esplica conmetodi e strumenti scientifici di indagine che garanti-scono l’attendibilità dei dati rilevati e la loro completez-za. In tale ottica l’elaborazione e la diffusione delle nor-mative di catalogazione dei beni culturali costituisceprimaria e precipua attività di questo Istituto. Sulla base di quanto elaborato dall’ICCD, il Centro haadottato un sistema catalografico che prevede una seriedi schede differenti per le varie tipologie di beni (archi-tettonici, archeologici, storico-artistici e demoetnoantro-pologici, archivistici, bibliografici, naturali e naturalisti-ci) concepite come moduli organici per il rilevamentodei dati, relazionate fra loro e organizzate in modogerarchico in un rapporto che dall’analisi generalediscende al particolare e viceversa, che permettonoquindi di registrare tutte le informazioni e i dati ritenutinecessari per l’indagine e la conoscenza puntuale equanto più completa possibile del bene, delle sue inter-connessioni e relazioni. Le schede, previste esclusiva-mente in forma cartacea e con una impostazione preva-lentemente descrittiva, hanno conosciuto successiva-mente da parte del suddetto Istituto una sostanzialerielaborazione in funzione dell’acquisizione, gestione erestituzione informatizzata. Analoga attenzione ha rivol-to a queste problematiche il Centro, che proprio in virtùdella sua connotazione spiccatamente interdisciplinareha rivolto particolare impegno alla necessità di allinearequanto più possibile i modelli di rilevamento dati per le

varie tipologie dei beni culturali e ambientali in modotale che informazioni analoghe vengano trattate sempreallo stesso modo al fine di ottenere la più ampia interre-lazione delle schede nell’ambito del CatalogoRegionale. L’ottica costantemente adottata per tale atti-vità è stata quella di adeguare la strutturazione dei datiall’ampia varietà di occorrenze di beni catalogati e diattributi necessari ad identificarli e a descriverli, dall’al-tro di ridurre al massimo gli elementi di genericità eindeterminatezza delle norme di compilazione con l’o-biettivo di renderle una guida facile, ma soprattutto uni-vocamente interpretabile, per la compilazione delleschede. Il modello di rilevamento dati raggruppa in modo orga-nico e sistematico tutte le informazioni e le descrizioniche si sono ritenute necessarie per la conoscenza esau-stiva del bene. Le categorie generali di informazioni sono costituite dauna serie di dati che in linea generale possono esserecosì definiti: dati individuativi (permettono l’individua-zione dell’oggetto in sé, quella spaziale e temporale),descrittivi (desumibili dall’osservazione diretta dell’og-getto e forniscono tute le indicazioni tipologiche, mor-fologiche stato di conservazione, ecc.), analitici (per-mettono un grado di approfondimento maggiore sulbene in esame tramite la scomposizione delle sue partiad esempio nel caso di un monumento), storici (connes-si all’inquadramento culturale dell’oggetto, alle vicen-de costruttive e/o alle fasi della sua realizzazione),amministrativi (si riferiscono alla condizione giuridicadel bene, proprietà, vincoli ecc.) e documentari (relati-vi alla documentazione allegata alla scheda e quella diriferimento). Le sopra dette categorie di dati sono arti-colate, all’interno del modello di rilevamento dati, ininsiemi omogenei di voci, paragrafi, definiti da acroni-mi costituiti da due lettere; i paragrafi a loro volta sonosuddivisi in campi, definiti da acronimi di tre lettere aiquali corrispondono degli attributi; i campi possonoessere semplici, nel caso in cui non sono ulteriormentescomposti e quindi compilabili; strutturati, invece, seulteriormente suddivisi in sottocampi definiti da acroni-mi di quattro lettere. Tale strutturazione permette ilmassimo grado di disaggregazione delle informazioniriducendo quindi per quanto possibile la soggettività daparte di chi cataloga di scegliere quali dati inserire e alcontempo permette una ottimale gestione informaticadei dati.Le normative di compilazione forniscono le regole dicontenuto e sintattiche da seguire per la compilazione diogni singolo campo garantendo l’omogeneità necessariaper il corretto inserimento dei dati, la loro verifica e lasuccessiva ricerca; per ogni paragrafo sono definiti loscopo, i campi e i sottocampi con i contenuti degli stes-si e il loro dimensionamento, la ripetitività (possibilitàdi inserire più di una informazione), gli esempi di com-pilazione, le liste terminologiche o gli eventuali vocabo-

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lari; questi ultimi sono previsti per quei campi la cuicompilazione non è a testo libero e forniscono una seriedi termini opportunamente vagliati e controllati da uti-lizzare per la compilazione del campo o del sottocampo;le liste terminologiche, a differenza dei vocabolari -chese presenti presuppongono che quel campo sia compila-to con uno dei termini previsti- sono delle semplici listedi termini, cioè presentano una serie di occorrenze dautilizzare per la compilazione del campo o sottocamporelativo ma possono essere implementate. Il problema della definizione degli strumenti di control-lo (liste terminologiche, vocabolari, dizionari, thesauri),che permettano una corretta selezione dei termini già alivello di compilazione dei campi si è posto nel momen-to in cui si è passati dalle schede cartacee ai modelli dischede strutturate cioè predisposte per l’informatizza-zione dei dati; ciò per cercare di avere già un testo con-trollato all’atto dell’immissione dei dati che aiuti il com-pilatore e permetta al contempo la corretta restituzione ericerca dei dati inseriti. Le normative come sopra delineate costituiscono lacomponente alfanumerica del catalogo. Questa è inte-grata dalla documentazione dei beni culturali oggetto dicatalogazione, prodotta con supporti e tecniche diversi-ficate, che costituisce indispensabile e insostituibile cor-redo per la completezza del processo conoscitivo messoin atto con la catalogazione.Sicuramente la documentazione fotografica (componen-te iconografica) rappresenta parte integrante del catalo-go dal momento che fornisce una immediata e in uncerto senso oggettiva rappresentazione del bene stessocostituendo “una raffigurazione o descrizione fedele”dell’oggetto catalogato. Le fotografie forniscono pertan-

to tutti gli elementi necessari per identificare le peculia-rità che contraddistinguono il bene, i dettagli significatidella decorazione e anche lo stato di conservazione; for-niscono altresì immediata percezione dei volumi, dellesuperfici, della tecnica esecutiva ecc. Il documento foto-grafico contiene quindi informazioni generali e comple-te sul bene rendendo per alcuni tipologie di beni i rap-porti con il contesto di cui fa parte.La documentazione grafica (componente iconografica)è costituita dagli elaborati di rilievo allegati alle schedeche consentono di apprezzare le caratteristiche metrichee geometriche del bene catalogato.La componente cartografica, anch’essa parte delle sche-de di catalogo, è costituita dalle planimetrie catastali,dagli elaborati prodotti su cartografie catastali o topo-grafiche a carattere tematico; permette pertanto di inte-grare i dati individuativi dell’oggetto e altresì consenteuna precisa localizzazione e delimitazione di particolaribeni territoriali consentendo di apprezzare le relazionifisiche e spaziali degli oggetti catalogati.Altresì indispensabile risulta in particolare per i benidemoetnoantropologici la documentazione audio evideo soprattutto per quanto concerne quelli immateria-li (ad esempio le feste popolari, canti tradizionali ecc.)in continua trasformazione e in alcuni casi addirittura invia di estinzione. Per tali beni, infatti, è fondamentale,al fine di cogliere le mutazioni degli eventi rituali e nellostesso conservarne la memoria e l’identità storico-cultu-rale, fissare su supporti non solo fotografici ma anche esoprattutto audio-video l’esecuzione del bene oggetto dicatalogazione.

Adriana Fresina

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La Soprintendenza del Mare - Servizio Beni Archeologici

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Il Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenzadel Mare ha aderito con grande entusiasmo al Progetto

didattico “A scuola di catalogazione” del CRICD.I progetti didattici infatti costituiscono un momento fon-damentale di apertura verso l’esterno e la promozionedelle istituzioni, siano essi Musei che Soprintendenze; èimportante avvicinarsi soprattutto verso il mondo dellascuola per colmare il divario quasi sempre avvertito traScuola e Beni Culturali, per far conoscere i propri com-piti istituzionali ai giovani, diffondendo capillarmente iconcetti di tutela, conservazione e valorizzazione deibeni culturali.Ancor più valida appare questa motivazione per chi sitrova ad esercitare il mestiere di archeologo in una strut-tura di nuova concezione, unica in Italia e giovanissimaistituzionalmente, come è appunto la Soprintendenza delMare, che è nata da appena due anni e mezzo comeorganismo regionale concepito proprio per compiti diricerca, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione delpatrimonio archeologico sottomarino dei mari siciliani,associandolo per la prima volta allo studio degli aspettietnoantropologici e naturalistici, per non tralasciare nes-sun aspetto della vera cultura del mare.Conoscere la cultura materiale equivale a capire la pro-pria identità culturale, a riappropriarsi delle proprie radi-ci storiche in una società che sembra aver perso perico-losamente la memoria storica e tende piuttosto a viveredi mode transitorie. Occorre evitare l’appiattimento che può essere impostoda una società tecnologica, che guarda solo al futuro, e

dunque possibilmente tecnocratica: questo, in fondo, è ilrischio. Ecco una buona ragione per portare l’archeolo-gia nella scuola!È di fondamentale importanza il formarsi di una coscien-za storica negli adolescenti: essa è indispensabile per unapiena e consapevole partecipazione alla gestione dellavita civile nella sua interezza.La conoscenza inoltre del proprio patrimonio culturale raf-forza la stabilità interiore dell’adolescente, offre certezze egaranzie di un’appartenenza ad un flusso continuo dipopoli e civiltà che si s ono affermati attraverso i secoli.Per questa ragione appare lodevolissima l’iniziativadel CRICD che con il suo invito ci ha dato l’occasio-ne di partecipare ad un progetto di nuova concezione,dalla formula innovativa, vivace e pragmatico nelproporsi ai giovani studenti, un progetto capace di sti-molare ulteriori curiosità verso il mondo dei Beni cul-turali, intesi anche come possibile professionalitàfutura.I miei più sinceri ringraziamenti vanno alla Sig.ra InaTorretta che ha saputo guidare ed indirizzare con pazien-za gli allievi nella produzione grafica e al personale cheha mostrato piena disponibilità a docenti e studenti.Un grazie particolare e un vivo apprezzamento per latotale disponibilità affiancata ad un’ottima professiona-lità dimostrata da Francesca Oliveri, che ha saputo farconvivere gli aspetti didattici e scientifici con esiti piùche soddisfacenti.

Rossella Giglio

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Apprendimento come scoperta... dei beni archeologi-

ci del mare

La partecipazione al Progetto “A scuola di cataloga-zione” è stata un’ottima occasione per proporre una

forma di apprendimento come scoperta a favore delpatrimonio culturale: l’apprendimento tramite oggettireali, non riproduzioni, allarga gli orizzonti mentali,provoca curiosità, affina le abilità investigative che stan-no alla base della ricerca, stupisce ed affascina.L’oggetto offre informazioni, allo stesso tempo incarnail patrimonio culturale.I ragazzi partecipanti sono stati guidati in maniera sem-plice e divertente a conoscere, attraverso la scopertadiretta dei reperti, molteplici ed interessanti aspetti dellavita quotidiana, del commercio e della navigazione nellaantichità.L’anfora, l’ancora, l’oggetto frammentario sono statianalizzati, interrogati, scoperti e compresi nella loroimportante valenza di primaria fonte di informazione.La varietà cronologica e tipologica dei reperti ha con-dotto all’esplorazione di realtà e situazioni differenti edè stata usata per offrire diversi spunti di ricerca, appro-fondimento e confronto, nell’intento di offrire un effica-ce strumento di lettura della piccola collezione di reper-ti approdati alla Soprintendenza del Mare.Ciascun oggetto racconta il motivo per cui è stato realiz-zato, la tecnica di costruzione, le modalità d’uso, facen-do comprendere al giovane studente come guardare eascoltare un reperto archeologico, con lo scopo di favo-rire l’avvicinamento del pubblico dei giovani verso ilnostro patrimonio archeologico, attraverso i singolireperti, che se non debitamente spiegati rischiano direstare oggetti muti, incompresi e apparentemente prividi valore e significato.I reperti messi a disposizione diretta degli allievi sonostati selezionati in base alle motivazioni già citate tra tregruppi principali.Numerosi reperti appartengono alla “DonazioneImpastato”, recente acquisizione della Soprintendenzadel Mare che si deve al lodevole senso civico di unafamiglia di Cinisi, quella della Sig.ra Franca ImpastatoGaglio che ha voluto che questi oggetti ripescati nei fon-dali mazaresi da antenati pescatori costituissero il primonucleo di una raccolta museale di archeologia subac-quea e fossero fruiti dalla collettività.Questi reperti si sono rivelati non solo di interessearcheologico, ma anche di notevole pregio per lo stato diconservazione eccellente e per la varietà di tipologierappresentate, che abbracciano un arco di tempo che vadal III a.C. al X sec. d. C., illustrando anche la continuacapacità di scambi commerciali con il resto delMediterraneo, nonché certi aspetti peculiari della vita dibordo nell’antichità.Un altro gruppo di oggetti proviene dalle attività deipescherecci di Mazara del Vallo che solcano il

Mediterraneo sud occidentale: frutto di recuperi casuali,essi sono stati regolarmente consegnati alla Capitaneriadi Porto, che attualmente li detiene in custodia.Nel caso dell’archeologia subacquea la collaborazionecon le Forze dell’Ordine che operano in mare rappresen-ta un contributo significativo e costante nello svolgi-mento dei compiti istituzionali di tutela e vigilanza neiconfronti dei Beni Culturali sommersi ed oggi, graziealle operazioni di sensibilizzazione compiute, anche ipescatori conoscono l’importanza dei reperti, di ognisingola informazione quali ad esempio corrette coordi-nate geografiche che possa aiutare a ricostruire il quadrostorico-economico del Mediterraneo antico.Il terzo gruppo di oggetti proviene dalle ricerche in altofondale effettuate dall’Unità Operativa II direttadall’Arch. Zangara presso il Mare delle Egadi, nodocruciale delle rotte commerciali che dall’Africa si diri-gevano verso il centro Italia e la Sardegna, nonchéfamoso per epiche battaglie navali, prima fra tutte quel-la che vide la vittoria romana durante la prima guerrapunica.Le ricerche in alto fondale richiedono l’uso di tecnolo-gie moderne che permettono di operare a distanzamediante mezzi robotici teleguidati, aggiungendo per igiovani studenti ulteriore fascino al già affascinantemondo della ricerca subacquea.Coinvolgere il mondo della scuola in un dialogo interdi-sciplinare che educhi al patrimonio culturale, assumen-do l’idea di patrimonio culturale come idea forte percostruire i percorsi formativi è una sfida che devonoaffrontare insieme coloro che elaborano i saperi e le lorodidattiche e coloro che studiano e lavorano con i beniculturali. Il patrimonio culturale è infatti una grande,diffusa risorsa per la formazione e l’educazione al patri-monio è un traguardo importante nella costruzione dellacittadinanza consapevole.

Francesca Oliveri

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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A scuola di catalogazione

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Il progetto

Il progetto didattico A scuola di catalogazione, promos-so dal Centro Regionale per l’Inventario laCatalogazione e la Documentazione, è nato con l’intentodi avvicinare gli studenti delle Scuole Medie Superiori diPalermo al tema difficile e complesso della catalogazio-ne dei reperti archeologici attraverso un percorso di cre-scita formativa, nell’ottica di una conoscenza mirata allatutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. È indubbio che il sistema didattico in questi ultimi anniabbia mostrato particolare interesse nei confronti deiBeni Culturali; la scuola infatti ha vissuto un significa-tivo processo di trasformazione che, superando la rigidalogica dei saperi circoscritti, ha consentito a docenti ediscenti di affrontare le problematiche della conoscenzae fruizione dei Beni Culturali da angolazioni del tuttoinconsuete e certamente innovative. Offrire ai giovanistudenti strumenti nuovi per un approccio diverso daquello tradizionale è stato dunque lo scopo fondamenta-le del progetto. La catalogazione come strumento didattico apre infattiprospettive più ampie in termini di acquisizione di cono-scenze e competenze. Già a partire dagli anni novanta leesperienze scolastiche di Didattica museale avevanoconsentito di avviare un processo formativo di collabora-zione tra la Scuola e le Istituzioni museali.1 Grazie a que-ste iniziative i giovani oggi si avvicinano alle opere con-servate nei musei con una consapevolezza prima scono-sciuta. Visitare una Galleria o un Museo non significa piùper uno studente ammirare i dipinti, le statue, i repertiarcheologici in essi custoditi soltanto sotto il profilo este-tico ma significa piuttosto comprendere le opere nei lorodiversi aspetti semantici: culturali, sociali, religiosi etc. Affrontare dunque il tema della catalogazione in ambi-to scolastico era ormai un impegno improrogabile perfar comprendere ai giovani, attraverso l’utilizzo dellascheda di catalogo RA- Reperti Archeologici, l’impor-tanza della ricerca archeologica, della salvaguardia delpatrimonio archeologico e della sua valorizzazione.L’esperienza della catalogazione, intesa non soltantocome operazione di censimento e di lettura del beneculturale – nello specifico del manufatto archeologico –ma come strumento metodologico di conoscenza delbene stesso attraverso le “regole” catalografiche, havisto coinvolti circa trenta studenti di quattro scuolepalermitane:– Istituto Tecnico Statale per il Turismo “Marco Polo” – Liceo Artistico Statale “Giuseppe Damiani Almeyda”– Liceo Classico Statale “Umberto I” – Liceo Scientifico Statale “Albert Einstein”.Essi hanno avuto l’opportunità di catalogare i repertiarcheologici messi a disposizione della Soprintendenzadel Mare2, custoditi presso la sede di Palazzetto Mirto edella Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo3. Studiarei manufatti – per lo più anfore da trasporto rinvenute

nelle profondità dei mari siciliani, diverse per tipologia eambito cronologico, utilizzando la scheda di catalogoRA-Reperti Archeologici4 in una versione didattica sem-plificata, è stata per gli alunni delle scuole partecipantiun’esperienza didattica inconsueta. Tradurre il propriobagaglio cognitivo sull’oggetto da catalogare in voci obrevi informazioni da inserire nei campi e sottocampisecondo precise norme catalografiche, non è stata, perragazzi di età compresa fra i 15 e i 17 anni, una operazio-ne facile. I discenti hanno dovuto comprendere la com-plessa struttura logica della scheda articolata in paragra-fi, campi e sottocampi5 e imparare ad utilizzare termini elinguaggi specifici. La scoperta dell’oggetto/anfora èstata quindi guidata attraverso il percorso delle norme dicatalogazione. Le domande poste dai diversi campi risul-tavano in parte note agli alunni (ad esempio Indicazionisull’oggetto, Materia, Tecnica ecc.) in quanto tutti glistudenti partecipanti possedevano i prerequisiti e le com-petenze discipinari della Storia dell’Arte e pertanto eranoin grado di compilare schede di lettura di manufatti arti-stici, differente però il metodo di compilazione. Gli allie-vi hanno infatti appreso che compilare una scheda dicatalogo significa avere come riferimento precisi para-metri normativi e che questo comporta un’attenta analisidi tutte le informazioni acquisite al fine di verificarne lacorrispondenza con le normative catalografiche. Gli studenti hanno osservato accuratamente gli oggettida catalogare e, grazie alla compilazione dei campi,hanno individuato gli aspetti peculiari del manufattoarcheologico sotto il profilo tecnico, morfologico, tipolo-gico e linguistico aspetti che, in precedenza, sarebbero inparte sfuggiti o apparsi insignificanti ai loro occhi.

L’attività formativa

L’intervento formativo è stato promosso con l’intento difar acquisire ai partecipanti concreta operatività e compe-tenza specifica nel settore della catalogazione dei beniarcheologici, con particolare riguardo alla catalogazionedi reperti subacquei e alle potenzialità e prospettive offer-te dal mondo dell’archeologia sottomarina in Sicilia.

Anfore da trasporto, Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, fotoLiceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

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La realizzazione di una pubblicazione delle schede dicatalogo di alcuni reperti subacquei della Soprintendenzadel Mare, redatte dagli studenti secondo gli standard pre-visti dal Centro Regionale per l’Inventario, laCatalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali eAmbientali, è stata per i giovani corsisti che le hanno rea-lizzate un’esperienza concreta e uno strumento di cono-scenza da utilizzare nell’ambito scolastico al fine di dif-fondere l’importanza della catalogazione dei beni cultu-rali fra i giovani.Le finalità generali che il progetto formativo ha intesoperseguire sono state soprattutto rivolte allo sviluppodella creatività e del senso di indagine mediante ladivulgazione di informazioni relative al patrimonioarcheologico siciliano; all’acquisizione della consape-volezza che la conoscenza della storia, attraverso lacatalogazione dei manufatti, è un fattore di arricchi-mento culturale e professionale.Questi sono stati i principali obiettivi sono stati i seguenti:– sviluppare la capacità di lettura, comprensione e ana-

lisi dei reperti archeologici come documenti di cultu-ra materiale;

– sviluppare competenze specifiche nell’ambito dellaricerca archeologica;

– trasmettere una corretta metodologia catalograficaper la realizzazione di schede dei beni culturali;

– contribuire all’acquisizione di un atteggiamento con-sapevole nella tutela del patrimonio culturale;

– contribuire all’orientamento e alla formazione profes-sionale dei giovani.

L’azione didattica si è basata sull’uso di metodologieattive dell’apprendimento. Nella fase iniziale è statoadottato un approccio di tipo formativo che, progressi-vamente lasciando spazio alla dimensione individuale ecollettiva delle conoscenze, è diventato sempre più eser-citativo e applicativo. Tutte le lezioni teoriche5 infattisono state supportate da esercitazioni pratiche: attivitàdidattiche presso i musei di Terrasini e di Mazara delVallo, e laboratori di catalogazione presso la

Soprintendenza del Mare e la Capitaneria di PortoMazara del Vallo. La fase conclusiva infine ha visto glistudenti impegnati in attività didattiche di approfondi-mento e rielaborazione delle conoscenze e competenzeacquisite con la produzione di elaborati di diversa tipo-logia, a seconda dell’indirizzo scolastico, oggetto diquesta pubblicazione. Si propongono pertanto all’attenzione di docenti ediscenti i lavori di ricerca, le schede di catalogo deireperti, gli elaborati grafici realizzati non senza fatica edifficoltà dagli alunni delle quattro scuole partecipanticon l’auspicio che questi possano costituire uno strumen-to efficace di conoscenza per gli studenti che li hannoprodotti e materiale didattico sia per gli insegnanti chehanno collaborato in maniera significativa a questa ini-ziativa sia per tutti coloro che lavorano nel mondo dellascuola e credono nell’importanza di una offerta didatticaincentrata sulla formazione culturale dell’individuo.

I Beni catalogati

Vario e molteplice è l’interesse archeologico delle anfo-

re…

Le anfore ci rivelano con esattezza fino a quali lidi, per

quali vie ed entro quali limiti ha avuto luogo l’esporta-

zione di vari prodotti.

Sono quindi una delle fonti principali per la storia del

commercio e dell’economia dell’antichità.

Luigi Bernabò Brea 6

Sono proprio le anfore da trasporto l’insieme numerica-mente più cospicuo dei reperti catalogati dagli studentidel progetto A scuola di catalogazione, accanto ad alcunioggetti di ceramica comune, a due ceppi di ancore e a duetubuli fittili.7 Questi oggetti provengono in parte da rinve-nimenti subacquei effettuati nel 2006 presso le IsoleEgadi (anforette, brocchette e tubuli fittili), in parte si trat-ta di anfore ripescate nelle acque del Canale di Sicilia daalcuni pescatori di Mazara del Vallo, a questi repertivanno aggiunte un’anforetta da Capo Rasocolmo (ME) eun piatto da Punta Secca (RG); il maggior numero di essiinfine, costituito da anfore da trasporto e due ceppi diancore, fa parte della Donazione “Franca ImpastatoGaglio” di Cinisi (PA), acquisita di recente dallaSoprintendenza del Mare, e comprende per lo più anforedi tipologie diverse provenienti presumibilmente dalleacque di Mazara del Vallo (TP), luogo in cui i membridella famiglia Impastato all’inizio del secolo scorso eser-citavano il mestiere di pescatori. I reperti risultano dinotevole interesse culturale, benché oggetto di ritrova-mento occasionale, per lo stato di conservazione (quasitutte integre) e per la varietà delle tipologie rappresenta-te: anfore greco-italiche, romane, iberiche e africane uti-lizzate per il trasporto del vino, dell’olio e del garum, lasalsa di pesce tanto amata dai Romani. La mancanza didati di rinvenimento per molti dei reperti catalogati, spe-

Anfore da trasporto, Capitaneria di Porto - Mazara del Vallo, fotoSoprintendenza del Mare

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A scuola di catalogazione

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cie per quanto concerne le anfore della DonazioneImpastato, non ha consentito di avanzare ipotesi di data-zione più circoscritte. L’ambito cronologico è stato defi-nito pertanto sulla base dei confronti8 delle caratteristichemorfologiche delle anfore e usando come riferimento lanota tavola di Dressel e le classificazioni tipologiche piùin uso come, ad esempio quella dello studioso S. J. Keay.9

La considerevole presenza di concrezioni marine non hapermesso nella maggioranza dei casi di definire la quali-tà degli impasti. Al gruppo delle anfore bisogna aggiun-gere alcuni esempi di ceramica da mensa: due piatti, unoin terra sigillata africana10 e uno presumibilmente appar-tenente alla cosiddetta Pantellerian ware11, due anforette,una brocchetta e infine due piccoli tubuli fittili e dueceppi di ancore di piombo di cui una ben conservata.Sulla base di queste considerazioni, affinché gli studen-ti potessero avvicinarsi alla catalogazione delreperto/anfora in modo adeguato, si è ritenuto opportu-no iniziare il percorso formativo della catalogazione con

Si è preferito questo tipo di approccio perché ritenuto piùcongeniale per uno studente ormai abituato a vivere ladimensione museale come luogo sì di conservazione etutela dell’oggetto archeologico ma anche come luogo incui è possibile ricostruire il contesto per cui l’oggetto erastato creato, questo in virtù dei moderni criteri museogra-fici che assumono una indiscutibile valenza didattica peril visitatore di un museo, anche se, ed è bene sottolinear-lo in questa sede, le attuali tendenze a spettacolarizzare illuogo-museo hanno contribuito senz’altro a far nascereun comportamento sociale ma non sempre culturale.Catalogare dunque è un stato un percorso affascinante,complesso e articolato di ricerca/scoperta dall’oggetto alcontesto. L’opera in quanto veicolo di messaggi culturalida decodificare attraverso la metodologia catalografica haconsentito agli alunni partecipanti di scoprire almeno inparte i significati nascosti del manufatto superando cosìl’atteggiamento consumistico che, ormai troppo spesso,caratterizza la fruizione dei beni culturali. Osservare,misurare, descrivere il manufatto nei suoi aspetti morfo-logici e tecnici sono state le operazioni effettuate dai gio-vani catalogatori; cercare di comprendere il contesto diappartenenza in termini tipologici e cronologici è statainvece una operazione solo in parte realizzata dagli alun-ni poiché la varietà delle anfore catalogate, fatta eccezio-ne per alcune tipologie facilmente individuabili, ha pre-sentato difficoltà di inquadramento che potevano essereaffrontate solo con tempi di sperimentazione più lunghi.Del resto è solo una didattica attenta al patrimonio cultu-rale che può offrire la possibilità di avviare e consolidareinterventi e strategie atti a favorire la formazione di pre-requisiti adeguati e che, soprattutto, sia capace di innesca-re quei meccanismi di apprendimento che producanoeffetti duraturi sul fruitore. È pertanto con l’augurio chetale operazione didattica possa avere aperto la strada aduna fruizione sempre più consapevole del bene culturaleda parte dei giovani che auspichiamo che gli studenticatalogatori del Progetto A scuola di catalogazione pos-sano diventare quegli adulti del domani, frequentatoriassidui e attenti di musei, mostre e siti archeologici.

Donatella Metalli

Anfore da trasporto, Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, fotoLiceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

la visita guidata al museo di Terrasini per consentire aipartecipanti di entrare in contatto diretto con ilreperto/anfora. Il museo di Terrasini12 offre infatti aivisitatori una ricca collezione di reperti subacquei illu-strati da pannelli didascalici e, grazie ad un allestimentomuseale improntato a criteri innovativi, ha consentito aigiovani studenti di conoscere il contesto di appartenen-za dell’oggetto anfora: l’esposizione al centro dellaprima sala della ricostruzione della nave Kyrenia13 eancora l’incontro con i catalogatori del museo, semprein questa sede, hanno offerto ai partecipanti l’opportuni-tà di discutere con gli addetti ai lavori delle problemati-che della catalogazione sia sotto il profilo scientificoche professionale. La visita poi al museo del Satiro diMazara del Vallo, dove è conservata la statua bronzeadel noto Satiro danzante13 rinvenuto nel 1998 nelleacque del Canale di Sicilia, ha offerto l’occasione persottolineare l’importanza della ricerca archeologica sub-acquea e mettere in risalto quanto rilevante sia sensibi-lizzare l’opinione pubblica nei confronti di un patrimo-nio inestimabile che il mare custodisce.

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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Note

1 B. Vertecchi, “ Il museo come dimensione dell’apprendimento”in Cadmo anno V n. 13/14 Aprile/Agosto 1997, pp.75-84, Napoli,1997; E. Nardi “ Imparare al museo. Percorsi di didattica musea-le”, Napoli, 1996.2 Si ringrazia il Dott. Sebastiano Tusa, Soprintendente, la Dott.ssaRossella Giglio, Dirigente del Servizio Beni Archeologici dellaSoprintendenza del Mare, per avere creduto in questa iniziativa eancora la Dott.ssa Francesca Oliveri, Funzionario direttivo, peravere collaborato con entusiasmo. 3 Si ringrazia il Comandante della Capitaneria di Porto di Mazaradel Vallo Claudio Lo Pumo e il personale tutto che hanno accoltocon grande disponibilità gli studenti partecipanti al progetto. 4 Cfr. la versione didattica della Scheda RA- Reperti Archeologici.“Norme per la catalogazione dei Beni Archeologici”, pp. IV-VIII,CRICD 2006 (opuscolo non pubblicato).5 Si ringrazia la prof.ssa Rosalia Gerbino, Dirigente scolastico, ilprof. Ezio Leone e tutti i collaboratori del Liceo Artistico “G.Damiani Almeyda” per la cortese ospitalità offerta.6 Luigi Bernabò Brea, «Presentazione», in Cavalier M., Les

amphores du VIème siècle dans les fouilles de Lipari, Napoli,1985, p. 9.7 Si tratta di piccoli tubi di terracotta usati nelle costruzione divolte o cupole. Beltrame C., Vita di bordo in età romana, Roma,2002, pp. 96-97.

8 La bibliografia è stata ordinata secondo un criterio cronologicodal contributo più recente a quello più antico.9 Keay S. J., Late Roman Amphorae in the Western Mediterranean.

A tipology and economic study: the Catalan evidenc, Oxford,1984.10 Vasellame fine da mensa: piatti, scodelle, tegami, brocche esimili, fabbricati nel Nord Africa, realizzati esclusivamente amatrice e caratterizzati da sottigliezza degli spessori e semplicitàdelle forme.11 Tusa S., Conferenze di Archeologia subacquea (III-IV ciclo),Bari, 2004, pp. 125-139.12 Si ringrazia la dott.sa Valeria Patrizia Li Vigni, Direttore delMuseo di Terrasini per la cortese disponibilità e la dott.ssaMatilde Fiore, Dirigente, per la gentile accoglienza e la visita gui-data offerta agli studenti. 13 Il relitto della nave di Kyrenia, località vicino alla costa setten-trionale di Cipro, risalente al IV sec. a.C., rappresenta nella storiadell’archeologia subacquea un caso emblematico, grazie alloscavo meticoloso effettuato nel 1967: cfr. Throckmorton P.,Atlante di Archeologia Subacquea. La storia raccontata dal

mare, Novara, De Agostini, 1998, pp. 55-59.14 Moreno P. “L’estasi del Satiro e l’arte di Prassitele”, in Archeo,19, n. 3 (217), marzo 2003; Tusa S., “Il Satiro danzante di Mazaradel Vallo nel quadro della ricerca archeologica in acque extra-ter-ritoriali del Canale di Sicilia”, in Sicilia Archeologica, AnnoXXXVI- fascicolo 101, 2003, pp. 5-24.

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Diario di bordo del progetto “A scuola di catalogazione”

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P ensare alla scuola e al lavoro come due universidistinti, ognuno con le sue regole e le sue dinami-

che, può compromettere la crescita individuale e socia-le di ogni alunna/o. Sapere e saper fare sono due faccedella stessa medaglia, due aspetti da curare e aiutare acrescere.Ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 53 del 28 marzo2003, l’alternanza scuola-lavoro è considerata comemodalità di realizzazione della formazione del secondociclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell’istru-zione e della formazione professionale, per assicurare aigiovani ed alle giovani, oltre alle conoscenze di base,l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato dellavoro. I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verifica-ti e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione sco-lastica o formativa, sulla base di apposite convenzionicon le imprese, o con le rispettive associazioni di rap-presentanza, o con le camere di commercio, industria,artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e priva-ti, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad acco-gliere gli studenti e le studentesse per periodi di appren-dimento in situazione lavorativa, che non costituisconorapporto individuale di lavoro. Rimane ferma la possibi-lità, per gli studenti e le studentesse del secondo ciclo,di acquisire crediti formativi attraverso la partecipazio-ne ad esperienze formative collegate al mondo del lavo-ro, ivi compresi i tirocini di orientamento e formazione.Nell’ambito del sistema dell’istruzione e della forma-zione professionale, la modalità di apprendimento inalternanza, quale opzione formativa rispondente ai biso-gni individuali di istruzione e formazione dei/delle gio-vani, persegue le seguenti finalità: • attuare modalità di apprendimento flessibili e equiva-

lenti sotto il profilo culturale ed educativo, che colle-ghino sistematicamente la formazione in aula con l’e-sperienza pratica

• arricchire la formazione acquisita nei percorsi scola-stici e formativi con l’acquisizione di competenzespendibili anche nel mercato del lavoro

• favorire l’orientamento dei/delle giovani per valoriz-zarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili diapprendimento individuali

• realizzare un organico collegamento delle istituzioniscolastiche e formative con il mondo del lavoro e lasocietà civile che consenta la partecipazione attiva deisoggetti

• correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale,sociale ed economico del territorio.

Tutto ciò è, tra l’altro, legato a quanto affermato daHoward Gardner nel suo famoso saggio del 1983Frames of mind. Gardner è convinto che non esiste unaintelligenza unica, con la quale si nasce e si convivetutta la vita: secondo lo psicologo americano gli esseriumani sono invece dotati di un numero variabile di abi-lità, relativamente indipendenti fra loro.La cosa più importante di questa teoria delle intelligen-ze multiple è che ogni individuo ha la possibilità, semesso nelle condizioni adatte, di brillare in certo tipo diintelligenza e ciò vale anche per i soggetti tradizional-mente considerati poco portati per le materie scolasticheinsegnate a scuola. Per questo, secondo Gardner, l’edu-cazione va individualizzata, anche attraverso l’uso delletecnologie, in primis il computer e soprattutto Internet,il cui utilizzo insegna alle persone la conoscenza attual-mente più importante: procurarsi il maggior numero diinformazioni possibile.Queste stesse finalità sono servite da linee guida nellaprogettazione del percorso proposto dall’intervento for-mativo “A scuola di catalogazione”. Inoltre, nell’ambitodella promozione e dello sviluppo di un’adeguata strate-gia volta all’educazione ai Beni Culturali, il CentroRegionale, la Catalogazione e la Documentazione deiBeni Culturali e Ambientali ha voluto considerare lacatalogazione come strumento metodologico di cono-scenza, che permette ai/alle discenti di accostarsi conrigore scientifico ai Beni Culturali favorendo un percor-so di crescita atto a suscitare l’interesse per la tutela, laconservazione, la valorizzazione e promozione delnostro patrimonio culturale.

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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Grazie all’attuazione dell’intervento, i/le beneficiari/iedelle attività formative hanno potuto acquisire compe-tenze specifiche nel settore dei Beni Culturali. In parti-colare, esse/i sono riuscite/i a capire, attraverso l’espe-rienza della catalogazione, l’importanza della ricercaarcheologica e della salvaguardia del patrimonioarcheologico e a valutare alcune problematiche relativealla promozione della cultura del territorio. Gli studenti e le studentesse sono state/i messe/i in gradodi potere realmente sviluppare le capacità relazionali ele competenze pratiche per immettersi con un valoreaggiunto nel mercato del lavoro: alla conoscenza si èaffiancata la capacità di fare. È inoltre importante sot-tolineare come nel processo formativo sia stata datadignità primaria all’universo del lavoro, invitandolo apartecipare attivamente, e non solo come “ospite”, alprocesso di maturazione e crescita di ogni alunna/o. Nonpiù un ambiente caratterizzato dalla netta divisione delmondo della formazione con quello della produzione,ma una nuova collaborazione tra istituzioni che miranoallo stesso obiettivo: avere giovani preparate/i e attrez-zate/i ad affrontare una società nella quale la conoscen-za è il capitale più redditizio.La scuola ha partecipato con passione ed interesse sia daparte degli studenti e delle studentesse che dei/delledocenti che hanno creduto e impiegato le proprie forzenel progetto.Le istituzioni scolastiche partecipanti sono state quattro:• il Liceo Classico Statale “Umberto I”, diretto dal prof.

Antonino Raffaele; la referente è stata la prof.ssa SaraDi Martino e gli studenti e le studentesse partecipantiGiulia Callari (I E), Mariagiulia Chichi (I F), IleniaGiustiniano (I L), Giorgio Graviano (II C), ClaudiaLuca (I F), Giacomo Marino (I B), CristinaManiscalco (II C), Claudia Sabrina Oliveri (II C),Luca Piazza (I L).

• il Liceo Scientifico Statale “Albert Einstein”, direttodal prof. Salvo Chiaramonte; la prof.ssa MariaMastruzzo, referente d’istituto, e la prof.ssa Loredana

Bertolino hanno guidato gli studenti e le studentessedella IV D: Danilo Cottone, Fabrizio Ganci, RaffaeleGranifero, Antonino Pisciotta, Gabriele La Torre,Alessandro Maggio, Antonio Marcianò, SimoneMarsala, Flavia Oliveri, Salvatore Pirrello e RobertoRosano.

• l’Istituto Tecnico Statale per il Turismo “Marco Polo”,diretto dal prof. Vincenzo Amato, ha avuto come refe-renti le prof.sse Teresa Manno e Antonietta Paternòche hanno guidato nel lavoro le studentesse FedericaCanalella, Jessica Cuccì, Simona Napoli e LauraRiccio della IV E, Tamara Damasco della IV E Iter.

• il Liceo Artistico Statale “Giuseppe DamianiAlmeyda”, diretto dalla prof.ssa Rosalia Gerbino, havisto il progetto didattico elaborato congiuntamente edinserito nella programmazione di tre Consigli diClasse; si è svolto in orario scolastico ed ha interessa-to l’ambito di alcune discipline come la partecipazionedi un folto gruppo di docenti di Storia dell’Arte,Discipline pittoriche e Discipline geometriche: AngelaGabriella Salvagio, referente del progetto, FrancescoPaolo Carnicino, Simona Gandolfo, Enzo RosarioMazzola, Nunzio Spitalieri. Tutte e tutti insieme hannosupportato il lavoro dei loro studenti e delle loro stu-dentesse: Francesca Aronica e Federica Palmisanodella II B, Giulia Ajovalasit, Esmeralda Calamonaci,Clelia De Simone, Martina Di Gangi, Antonio LaBarbera, Monica Lombardo, Giulia Pecoraro e MarcoAnsaldi della III B, Simona Fenoaltea, MarinaLombardo e Simone Oca della III E.

Il 15 novembre 2006 è iniziata la prima fase del proget-to: fase teorico-propedeutica, che ha previsto visite gui-date ed incontri con le scuole coinvolte nel progetto,durante i quali sono stati illustrati l’importanza dellacatalogazione, le metodologie e gli strumenti, e temati-che concernenti i compiti del CRICD. L’idea di far partire il progetto con un’escursione è statavoluta per mettere subito in situazione il gruppo che si èformato per il percorso. I/Le giovani devono essere

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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Diario di bordo del progetto “A scuola di catalogazione”

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avviate/i alla comprensione della vera essenza del con-cetto di bene culturale attraverso reali contatti con leopere.Di mattina il gruppo ha visitato il Museo Regionale diStoria Naturale e Mostra Permanente del CarrettoSiciliano di Palazzo d’Aumale a Terrasini, dove ladott.ssa Francesca Oliveri, funzionario archeologo dellaSoprintendenza del Mare, ha tenuto una lezione intro-duttiva sull’uso delle anfore da trasporto nei commercimarittimi dell’antichità; la dott.ssa Matilde Fiore, diri-gente del museo, ha guidato il gruppo attraverso gli iti-nerari geo-paleontologico ed etno-antropologico.Palazzo d’Aumale è un museo recente, allestito con per-corsi museologici innovativi che privilegiano il rappor-to con il fruitore. La visita ha reso possibile la realizza-zione dell’obiettivo primario dell’Amministrazioneregionale: collaborare con il mondo della scuola che,uscendo dal chiuso delle aule, sviluppa il suo compitoeducativo con la pedagogia del fare e dove il fare svilup-pa sapere e conoscenza rendendo attori i visitatori.Nel pomeriggio è stata la volta del Museo del Satirodanzante a Mazara del Vallo, ospitato nei locali dell’exchiesa di Sant’Egidio. Il 24 e il 30 novembre sono state svolte due lezioni teo-riche, presso il Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”:la dott.ssa Donatella Metalli ha affrontato il difficiletema della catalogazione, le metodologie e gli strumen-ti e l’utilizzo della scheda catalografica RA-repertiarcheologici; la dott.ssa Rossella Giglio dirigente dellaSoprintendenza del Mare e la dott.ssa Francesca Oliveri,hanno illustrato i compiti dell’Istituto e si sono soffer-mate sull’importanza dell’archeologia subacquea e suisistemi di rinvenimento dei reperti. L’istituzione dellaSoprintendenza del Mare qualifica la Regione Siciliananelle politiche per la tutela delle sue risorse archeologi-che sottomarine, ispirandosi alla Grecia che – unica inEuropa – possiede una struttura analoga. L’assolutanovità dell’ottica multidisciplinare con cui laSoprintendenza del Mare si presenta, associa gli aspetti

etnoantropologici e naturalistici a quelli archeologici ela pone così in una situazione di primato europeo.Sempre presso i locali della Soprintendenza si è svolta apartire dal 12 dicembre, in parte, la seconda fase del pro-getto, operativa, che è consistita in attività di tipo praticocon l’istituzione di laboratori in cui gli studenti e le stu-dentesse hanno avviato l’attività di catalogazione deibeni assegnati, guidati per il disegno dei reperti dallaSig.ra Ignazia Torretta, funzionario della Soprintendenzadel Mare. A Palazzetto Mirto hanno operato i ragazzi e leragazze del “Damiani Almeyda” e del “Marco Polo”mentre ai gruppi dell’“Umberto I” e dell’“Einstein”sono stati assegnati reperti archeologici depositati pressola Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo… altra sim-patica escursione sotto la pioggia! Chissà se è stato chia-ro che l’attività dell’archeologa/o e/o del/della cataloga-tore/trice prevede anche imprevisti del genere!Successivamente, ciascuna scuola ha gestito autonoma-mente il tempo da dedicare alla redazione delle schededi catalogo assegnate e le attività laboratoriali, coordina-te dai/dalle docenti tutor, con la consulenza del persona-le del CRICD e della Soprintendenza del Mare, si sonosvolte presso le sedi delle scuole coinvolte. La terza fase, conclusiva, si è articolata nella produzio-ne di testi e degli elaborati grafici, fotografici e plasticiprodotti dagli studenti e dalle studentesse.Il prodotto finale elaborato dal gruppo del liceo“Umberto I” è dedicato ai contenitori per il trasporto nelmondo antico, le anfore. Dell’anfora viene evidenziatala funzione di “fossile-guida” e di essa vengono descrit-ti la lavorazione e le forme, i contenuti, le dimensioni ele destinazioni d’uso. Il liceo “Einstein” ha condotto una ricerca sul temadella navigazione e delle rotte commerciali nelMediterraneo che, in epoca antica, svolgeva, infatti, unruolo fondamentale per quanto riguarda i trasporti pervia marittima.Di rilievo anche l’itinerario alla scoperta di siti topicidell’archeologia marina che viene proposto dalle

Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, foto Liceo Scientifico“A. Einstein”

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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ragazze del “Marco Polo”: viene proposta una visitaalla scoperta dell’archeologia subacquea nelle IsoleEgadi, con i principali punti di immersione, senzadimenticare che Terrasini e Mazara, tappe del percor-so didattico, meritano una sosta. Una sintesi dell’itine-rario è proposta anche in francese, inglese e tedesco.Infine il lavoro monografico del Liceo artistico che èstato prevalentemente di riproduzione grafica. Difficilespiegare in parole ciò che merita di essere apprezzato dipresenza e ci dispiace per coloro che potranno vedere iprodotti realizzati solo in questa pubblicazione e non

hanno avuto l’opportunità di visitare l’esposizione deglielaborati presso la Società di Storia Patria di Palermo.Infine, Questo il viaggio dei ragazzi e delle ragazze che hannopartecipato al progetto “A scuola di catalogazione”, manon ci si dimentichi del lavoro sottocoperta svolto daidocenti e dalle docenti delle scuole e, soprattutto, dallefunzionarie della Soprintendenza del Mare: riunioni diprogrammazione, valutazione in itinere, analisi e corre-zione delle schede catalografiche, organizzazione dellemodalità di attuazione delle varie fasi, preparazione dellapresente pubblicazione e dell’esposizione dei lavori. Che fatica, ma che piacere vedere realizzato un proget-to di chi crede fermamente che la formazione avvienenon solo a scuola ma che anche il territorio può e devecollaborare alla crescita umana, culturale e sociale dellenostre figlie e dei nostri figli.Un ringraziamento alla dott.ssa Adriana Fresina, diri-gente del Servizio Catalogazione, che ha creduto connoi in questo progetto e ci ha guidate/i nella difficile viadel connubio tra scuola e mondo del lavoro. Un mio par-ticolare ringraziamento a Donatella Metalli, amica,prima di tutto, e collega il cui lavoro, senza posa, dimo-stra come con grande senso di responsabilità stia affron-tando la sua nuova professione ma con uno sguardorivolto ancora al mondo della scuola.

Vito Pecoraro

Soprintendenza del Mare - Palazzetto Mirto, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

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Contributi

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■ I contenitori da trasporto nel mondo classico: le anfore

Liceo Classico “Umberto I”

■ La navigazione antica: le navi commerciali in epoca romana

Liceo Scientifico “A. Einstein”

■ Itinerari archeologici tra terra e mare

Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”

■ La lettura dell’opera

A. Gabriella Salvagio - Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

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I contenitori per il trasporto nel mondo classico: le anfore

Definizione

Il termine anfora deriva dal greco amphoreùs e signi-fica “che si porta da entrambi i lati/ ciò che ha due

manici”. La parola è composta da amphì (da due parti) ephoreùs (portatore) che ha origine dal verbo phoréo

(forma secondaria di phéro che significa portare).L’etimologia del nome è sicura (Ateneo, XI, 501) perchéin Omero troviamo appunto la forma originaria delnome che era amphiphoreus. L’anfora è un grande vasocaratterizzato da un collo ordinariamente stretto e dadue anse verticali opposte, di forma per lo più allunga-ta, largamente usato nell’antichità classica per la conser-vazione e il trasporto di liquidi. Adoperato principal-mente per contenere il vino, è il recipiente più anticousato per conservare e trasportare derrate alimentari:vino, olio e garum, una salsa liquida di interiora di pescee pesce salato usata come condimento dagli antichiRomani. Il nome amphiphoreus o amphoreus si trovascritto sulle tavolette di argilla di età micenea (1500a.C). I popoli Cananei, che abitavano la regione costie-ra compresa fra la Palestina e la Siria, furono i primi ausare frequentemente questi recipienti per il trasportomarittimo di derrate alimentari. Gli Egizi, in contatto con i vicini Cananei, apprezzaro-no l’utilità di questi contenitori fin dal XIV sec. a.C. e latrasmisero ai Greci, i quali già dal VII secolo a.C. li usa-rono su larga scala nei loro commerci marittimi.Gradatamente tutti i popoli che si affacciarono sulMediterraneo adottarono questi recipienti. Presso iGreci e i Romani, l’anfora era per lo più di terracotta,ma ne esistevano esemplari di marmo, alabastro, vetro ometalli preziosi. La parte inferiore del recipiente termi-nava con un puntale che serviva per conficcarlo e man-tenerlo in posizione verticale sia nella sabbia della can-tina che nei banconi forati delle stive delle navi. In alcu-ni casi, la parte inferiore dell’anfora era ricoperta divimini, rappresentando così il primo rudimentale esem-pio di damigiana. Le anfore oltre che a contenere ogni tipo di derrateerano destinate al trasporto e alla conservazione di variesostanze come uva, olio, miele. L’interno dell’anfora davino era impermeabilizzato con pece e resine, e l’imboc-catura chiusa con un tappo di sughero spalmato di pecema anche da appositi tappi di ceramica sigillati concalce o pozzolana. Sulla superficie esterna spesso si tro-vavano iscrizioni; in un primo tempo era indicato ilnome del produttore, in seguito anche l’annata e il nomedel vino (anphora litterata). È noto che presso Greci edEtruschi le anfore recavano anche decorazioni figurate,mentre nel mondo romano, dove fra le iscrizioni era pre-sente il nome del console in carica. I Greci e i Romaniusavano l’anfora anche come un’unità di misura dicapacità per liquidi e a cura dello stato se ne custodiva-no i campioni d’unità: in Grecia un’anfora equivaleva acirca 29 litri, mentre nel mondo romano corrispondeva a

circa 26 litri. A questo recipiente era, poi, attribuito unvalore simbolico: poteva, infatti, rappresentare il corpoche ospitava l’anima, come dimostrerebbe la leggendadel vaso di Pandora che conteneva tutti i mali e tutte levirtù della razza umana.

L’anfora, contenitore da trasporto

Il successo delle anfore fu proprio dovuto ai trafficimarittimi. Nell’area mediterranea, i Fenici, i Greci, gliEtruschi, avevano le proprie rotte commerciali. Le naviromane seguirono le antiche rotte non distanti dallacosta. Il porto centrale verso cui convergevano tutte lerotte del mondo allora conosciuto, era Ostia (Roma),dove giungevano navi provenienti dall’Oriente che tra-sportavano merci preziose quali stoffe dalla Fenicia,cotone dall’India, profumi dall’Arabia e perle dal MarRosso.La “via dell’annona” conduceva a Roma il grano per ilnutrimento del popolo romano. Le navi che la seguonoportano il grano dall’Egitto, ma anche dalla Sicilia edalla Spagna. La navigazione comunque era poco sicurasia per la scarsa manovrabilità degli organi di governodelle navi, sia per l’inesattezza degli strumenti di bordosia per la precarietà degli ancoraggi. Molte navi a causadelle tempeste naufragavano, altre per impedire l’affon-damento venivano alleggerite del carico che veniva get-tato fuori bordo. Talvolta le navi onerarie, cioè da tra-sporto (dal latino onus, oneris, peso), nonostante unanavigazione tranquilla, venivano liberate dal carico, per-chè deteriorato, oppure in altri circostanze un cattivo sti-vaggio causava la rottura di molte anfore che pertantofinivano in mare. Anno dopo anno, secolo dopo secolo, ilMediterraneo si è sempre più arricchito di questi conte-nitori e conserva nei suoi abissi relitti di antiche naviaffondate con i loro carichi: anfore in primo luogo, vasel-lame, bronzi, marmi, pani di metallo.

Gli studi

La difficoltà di datazione delle anfore dipende dal fattoche, nel corso del tempo, la loro forma tipica è rimastapressoché costante: collo allungato per permetterne lachiusura; fondo a punta per consentire, insieme alleanse, un punto di presa durante le operazioni di stivag-gio, spostamento o svuotamento. Le anfore si possono classificare in fenicie, puniche,greche, etrusche, greco-italiche e romane. Il primo stu-dioso che si occupò di questi recipienti fu, nel 1872,Heinrich Dressel, insieme a Padre Luigi Bruzza.Studiando i cocci presenti sulla collina romana delTestaccio, antica discarica di questi contenitori (vedi piùavanti “La ricerca archeologica, il Monte Testaccio e leanfore olearie” pag. 22) cominciò a catalogare e datarele anfore romane di cui aveva studiato i bolli per inserir-li nel 1899 nel Corpus inscriptionum latinarum. Le

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anfore furono classificate per tipo, non nell’ordine cro-nologico dei ritrovamenti, e alcuni tipi apparentementediversi sono poi risultati essere varianti di tipi già noti.Successivamente gli archeologi N. Lamboglia e F.Benoit hanno modificato la classificazione proponendoun raggruppamento secondo criteri crono-tipologici, in:anfore repubblicane, del I sec. d.C., del II-III sec. d.C. edi epoche successive. La grande quantità di anfore ritro-vate ha reso possibile determinare classificazioni tipolo-giche particolareggiate, strumenti indispensabili per for-nire una datazione relativa anche ai siti in cui esse ven-gono rinvenute e agli altri manufatti presenti in loco. Perquesto le anfore rappresentano il fossile guida per gliarcheologi. La classificazione tipologica dei repertiviene effettuata sulla base di alcune caratteristiche deglistessi oggetti:• caratteristiche morfologiche (dimensioni e forma)• caratteristiche tecniche (materia, tecniche di fabbrica-

zione e decorazione)Gli oggetti che mostrano di possedere delle caratteristi-che simili, vengono raggruppati in tipi. Le classificazio-ni tipologiche più usate per i contenitori da trasportomediterranei sono la tavola Dressel e quella Lamboglia-Benoit. Un ulteriore e prezioso aiuto agli studiosi arrivadagli stessi produttori dei contenitori tramite iscrizioni,bolli e graffiti. Tutti elementi che permettono con cer-tezza di identificare la provenienza e il contenuto delrecipiente, e di tracciare e identificare le rotte e le epo-che dei vari commerci.

La struttura dell’anfora e la produzioneLe parti che compongono un’anfora sono: l’imbocca-tura (1), l’orlo (2), l’ ansa (3), la spalla (4) il collo (5)la carena (6) il corpo o pancia (7) e il piede o puntale(8). Le anse servono per una solida presa, il piede apunta permetteva di piantarle nello strato di sabbia checopriva il fondo della stiva, o per rizzarle in file benallineate nella sabbia o terra dei porti. Si suppone chelo scaricatore di allora afferrasse questi contenitori perle anse e per il piede e le caricasse in spalla, oppurel’anfora veniva legata a un palo e trasportata da duepersone. Lo Stato controllava e bollava alcuni di que-sti contenitori come oggi vengono bollati i litri o mezzilitri da mescita, garantendo così la loro capacità dimisura. Le anfore venivano in genere prodotte nei luoghi di pro-venienza delle merci e la costruzione era, per così dire,a “produzione di massa”. Venivano infatti modellate insei parti diverse, assemblate prima della cottura; le seiparti in questione sono nell’ordine: orlo, collo, anse,corpo e piede. Per la conservazione delle derrate eraimportante avere una chiusura ermetica. Molte sonostate le tecniche usate per raggiungere questo scopo,anche tenendo conto del tipo di merce da conservare.Quasi sempre venivano tappate con dischi di legno osughero, ricoperti di pozzolana pigiata, altre volte veni-

va incastrata nel collo una pigna verde, che, oltre a ser-vire da tappo, dava aroma al contenuto. Sulle anforespesso si trovano iscrizioni e bolli.I signacula sono i marchi impressi nell’argilla o neltappo prima della cottura e indicano il nome del fabbri-cante, che poteva essere anche l’armatore della nave o lospedizioniere.I graffiti, segni incisi prima della cottura, sono di perti-nenza del vasaio; quelli graffiti dopo la cottura sono rela-tivi al commercio e cioè al peso, al tipo di merce e all’or-dine di stivaggio; sono segni difficili da interpretare. I tituli picti sono iscrizioni dipinte con setole di maiale ocon un dito; indicano il contenuto, la provenienza, il tra-sportatore, il peso e il numero d’ordine nella stiva. Suogni parte di anfora si può trovare un’iscrizione; in gene-re le parti più segnate sono il collo, le anse e la spalla.

Il contenuto Nelle anfore venivano trasportati diversi prodotti ali-mentari: il vino che era posto in recipienti impermeabi-lizzati con resina o bitume, l’olio che ha lasciato ancorala sansa e il suo sapore nei reperti, olive, grano, semi,spezie, aceto, datteri e il garum, una specie di salsa dipesce liquida di interiora di pesce e pesce salato che gliantichi Romani aggiungevano come condimento a moltipiatti. Le notizie su questo condimento sono moltoframmentarie e talvolta contraddittorie, di conseguenzac’è incertezza su cosa fosse e come si preparasse. Alcunisostengono fosse simile alla pasta d’acciughe, altri alliquido della salamoia delle acciughe sotto sale. Unasalsa tuttora esistente che si presume possa avvicinarsi

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I contenitori per il trasporto nel mondo classico: le anfore

al garum è il Nuoc

Mam, una salsa di pesceoriginaria del Vietnamed abbastanza diffusa inEstremo Oriente.

Le anfore da trasportospesso non erano utiliz-zate per un solo viaggio;molte volte, giunte adestinazione, venivanonuovamente riempitecon altre derrate e, stiva-te, erano pronte per la

partenza. Quando non erano riutilizzabili per il trasporto,potevano essere riciclate e usate come culle per neonati,parti di abitazioni, strutture portuali e anche come urnefunerarie per i più poveri o materiale da costruzione.Lo scavo archeologico del porto antico di Pisa SanRossore ha restituito oltre un migliaio di esemplari, deiquali una notevole percentuale integri o interamentericostruibili.Le tipologie più comuni reperite sono le così dette“anfore greco-italiche”, che fin nella loro denominazio-ne riflettono pienamente nel termine il carattere greco-romano del commercio di questo periodo.Le caratteristiche tipologiche di queste anfore si posso-no evidenziare nell’orlo appiattito e inclinato, la formadel collo troncoconico, la spalla carenata piuttostoampia e appiattita nei tipi più antichi che diventa semprepiù arrotondata in quelli più recenti, il corpo ovoidalepiù o meno allungato. Questo tipo di anfore sembraimpiegato unicamente per trasportare vino.

per il controllo dei principali mercati del Mediterraneooccidentale nel periodo compreso fra la I e la II guerrapunica.

Un approfondimento: il vino presso gli antichiIl vino ha origini lontanissime. Le prime tracce di que-sto inebriante liquido, frutto del rapporto tra uomo evite, si trovano in Medio Oriente. Ma furono gli Italici,i Greci e soprattutto poi i Romani a farne una bevandadiffusa in tutti gli strati della popolazione, essenza ine-briante per feste e riti, prodotto commerciale di largouso e di buon profitto. Nell’antichità il vino veniva abi-tualmente miscelato con ingredienti vari, come timo,menta, cannella, miele, petali di rosa, pere, mele, bac-che o radici. Difficilmente esso veniva bevuto puro,anche perchè era caratterizzato da altissima gradazionee doveva necessariamente essere miscelato con acqua,spesso addirittura salata. Omero racconta che la fer-mentazione avveniva in grandi vasi di terracottacosparsi all’esterno di resina e pece e profondamenteinterrati, per limitare i danni provocati dalla traspirazio-ne. La filtrazione ed il travaso seguivano dopo sei mesied il vino era versato in anfore di terracotta o in otri. Iprimi vini romani erano comunque piuttosto grossolani:quelli più nobili venivano ancora importati dallaGrecia. I Romani preferivano il vino lungamente invec-chiato, come in genere in tutta l’antichità. Il Falernonon si poteva bere prima dei 10 anni e rimaneva ottimofino a 30; i vini di Sorrento erano buoni soltanto dopo25 anni. Per farli invecchiare veniva usato il fumo,calore e rudimentali sistemi di pastorizzazione. I viniche i romani amavano bere dovevano quindi esseredensi, amari, eccessivamente alcolici e quasi semprestravecchi. L’annacquamento, fatto con acqua calda ofredda, ma anche con la neve, era quindi operazioneessenziale per renderli bevibili. Il vino puro, il merum,era riservato agli dei. In epoca romana nella nostraregione erano diffuse le varietà di vitigni note con icuriosi nomi di bananica, hirtiola, pumula, vinaciola.La tradizione ricorda che Annibale, di passaggio inAbruzzo, abbia guarito i suoi cavalli affetti da unamalattia alle zampe proprio con il vino dell’area tera-mana, che è spesso citato dagli scrittori classici. Allora,come ancora oggi, il vino rappresentava una bevandadall’uso simbolico e sociale: nel mondo greco, Omerostesso ci racconta di banchetti regali accompagnati dafiumi di vino.Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno fornito datiimportanti per ricostruire la diffusione della vite e la sto-ria di questa bevanda sul territorio abruzzese. La fortez-za di Tortoreto (TE), l’area di Campo di Fiera a Teramoe il sito delle Paludi di Celano (AQ) hanno restituitotestimonianze di vitis vinifera coltivata in villaggi del-l’età del bronzo e della prima età del ferro, lungo unarco di tempo che va dal XIII al IX secolo prima diCristo, dimostrando come in questa regione si coltivas-

Anfora tipo Dressel 20 con tituli picti

Anfore greco-italiche

L’introduzione graduale su vasta scala di questo tipo dicontenitori nel corso del III secolo a.C., testimoniato dairitrovamenti di relitti sempre più numerosi nelMediterraneo, può attestare efficacemente il gradualeespansionismo politico, militare ed economico di Roma

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se la vite e si producesse vino in un periodo anteceden-te la colonizzazione greca dell’Italia meridionale.Nel XV secolo a.C., la vite fu introdotta in Grecia diven-tando una delle colonne portanti dell’economia agricoladel Mediterraneo, insieme al grano e alle olive. A parti-re dall’VIII secolo a.C. furono proprio i Greci a intro-durre la vite in Italia, prima nelle colonie della MagnaGrecia, in seguito raggiungendo i territori dell’Italiacentrale dove, grazie agli Etruschi, la viticoltura conob-be un notevole successo. A questi ultimi si deve la diffu-sione della viticoltura nell’Italia settentrionale e a norddelle Alpi: dapprima grazie alle esportazioni di vinocome prodotto di scambio e quindi impiantando diretta-mente vigneti per essere più vicini ai destinatari dei lorocommerci.

I Romani e il vinoIn epoca romana le fonti antiche riferiscono di alcunitipi di vitigni coltivati in Cisalpina, come la vitis raeti-

ca, caratteristica della Raetia (regione che comprendevail Tirolo, la Lombardia settentrionale e probabilmente ilSopraceneri), il cui vino era considerato alla pari dei piùfamosi vini italici, oppure la vitis gallica, che sembraessere il vitigno antenato dell’attuale spanna o nebbiolo,coltivato anche in Ticino fino all’inizio del Novecento.Il vino aveva un’importanza particolare per i Romaniin quanto era la bevanda più amata e concludeva tuttele cene. Veniva prodotto sia nella qualità rossa (vinum

atrum), sia nella qualità bianca (vinum candidum), eracommerciato in larga scala e addirittura si formaronoanche alcune cooperative per la vendita di questabevanda (collegium); a Roma è stata verificata l’esi-stenza di un porto e di un mercato attrezzati essenzial-mente per la vendita del vino (portum vinarium e

forum vinarium). Il vino era raramente limpido e veni-va di solito filtrato con un passino (colum), si bevevaquasi sempre allungato con acqua calda o fredda (ininverno a volte anche con neve) in modo da ridurne lagradazione alcolica di solito da 15/16 a 5/6 gradi. I tipipiù pregiati erano il Massico e il Falerno (dallaCampania), il Cecubo, il Volturno, l’Albano e ilSabino (dal Lazio) e il Setino; i più scadenti erano ilVeietano (come tutti i vini dell’Etruria), il Vaticano ei vini di Marsiglia (i vini della Gallia narbonese veni-vano affumicati e spesso contraffatti); vi erano anchealcuni vini resinati, ma considerati di cattiva qualità inquanto la resina si aggiungeva ai vini più scadenti inmodo che si conservassero più a lungo. Il Falernonasceva in una terra prediletta, eternato dalla letteratu-ra dell’età aurea romana. Il territorio dal quale si pro-duceva questo vino famoso nell’antichità classica eral’ager Falernus costituito dalle terre a nord del fiumeVolturno e strettamente a ridosso del monte Massico.Dopo il verso catulliano – ...minister vetuli puer

Falerni... – (Catul., XXVII), cronologicamente il piùantico, le citazioni del Falerno riportate da poeti e

scrittori dell’antica Roma: Orazio, Virgilio, Plinio,Marziale, Ateneo sono di una straordinaria frequenza.Sappiamo inoltre che in epoca repubblicana e imperia-le gli ottimi vini di Cos venivano imitati in Italia,come racconta Catone nel De agricultura, con uveimmerse in acqua marina.Sulle anfore utilizzate per il trasporto era impressa inuna targhetta (pittacium) l’origine e la data di produ-zione per tutelare l’acquirente, anche se già in quell’e-poca esistevano casi di adulterazione; ad esempio inuna ricetta di Apicio si insegna a trasformare il vinorosso in bianco. I vini aromatizzati erano chiamatiAromatites, che erano preparati all’incirca come i pro-fumi, prima con mirra poi canna, giunco, cannella,zafferano e palma. Il Gustaticium era un aperitivo chesi beveva a digiuno prima del pasto, mescolato conmiele (mulsum). Il Passum era un vino fatto con uvesecche usato, in genere, come medicinale. Alcunefamiglie pompeiane si erano specializzate nella viti-coltura e facevano invecchiare nelle cantine le anforedi mulsum. I vini invecchiati (quelli che avevano pas-sato l’estate successiva alla data di produzione) eranodi grande pregio sulle tavole dei ricchi Romani, i qualili ostentavano nei loro banchetti. Esistevano anchesurrogati del vino come la lora, ricavata dalla fermen-tazione delle vinacce con acqua subito dopo la ven-demmia e la posca, formata da acqua e vino inacidito(acetum).Il consumo del vino ebbe il suo apice durante il periodoimperiale, quando affluivano a Roma grandi quantità divino sia italico che di importazione. I prezzi andavanodai 30 denari al sestiario (0,54 l) per i vini pregiati(Falernum, Sorrentinum, Tiburtinum), ai 16 denari alsestiario per i vini di media qualità, agli 8 denari per ivini di basso pregio. Il consumo medio di vino in unanno è stato calcolato in 140 - 180 litri a persona, que-sto grande consumo si pensa che sia dovuto anche algrande apporto calorico che dava alla dieta romanacostituita in gran parte da cereali e vegetali.

E ancora: la ricerca archeologica – il MonteTestaccio e le anfore olearieIl primo porto di Roma fu Pozzuoli, ma in seguito i portidi Claudio e di Traiano, alla foce del Tevere, costituiro-no il punto di approdo di merci e di viaggiatori. La desti-nazione finale di un carico di anfore, come di tanti altriprodotti, era il complesso portuale e horreario (da hor-

rea granai, magazzini per derrate alimentari) situato aipiedi dell’Aventino. Qui si formò il Monte Testaccio,una grande discarica di anfore usate, divenuto unastraordinaria miniera di dati per la storia economicadell’Impero Romano. Questo enorme accumulo che si èformato tra i secoli I e III d.C. secondo la mentalità degliantichi non era un monumento degno di essere ricorda-to, tanto è vero che del Mons Testaceus non si fa men-zione per secoli e secoli.

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I contenitori per il trasporto nel mondo classico: le anfore

Il Testaccio è una collina artificiale con base vagamentetriangolare, posta sulla sponda sinistra del Tevere, nellazona sud - est di Roma. Alta circa 35 m, ha un perime-tro di 1490 m e una superficie complessiva che si aggi-ra intorno ai 2200 mq. Si tratta di un piccolo monte, maun tempo era definito il maggiore dei sette colli artificia-li di Roma: Augusto, Cenci, Citorio, Giordano, Savelli,Secco. Il suo nome attuale deriva dall’etimo latino“testa” che significa coccio: deve infatti la sua origineallo scarico regolare dei frammenti delle anfore rotte,per lo più olearie. Da qui il nome popolare di Monte dei

Cocci. La notizia più antica risale al sec. VIII d.C. inun’iscrizione conservata nel portico della Chiesa di S.Maria in Cosmedin relativa alla proprietà della diaconia.Le opinioni riguardanti l’origine della collinetta furononumerose e la fantasia popolare diede origine a varieleggende che pretendevano di interpretare il Testaccio:accumulo delle macerie della Roma incendiata daNerone; deposito per le merci; vasi tolti alle urne fune-rarie in seguito alla distruzione dei colombaria della viaOstiense. L’ipotesi più elaborata sosteneva che il montesi fosse formato con i resti delle anfore portate a Romacome tributi pagati da tutte le province dell’Impero. Le prime esplorazioni archeologiche del MonteTestaccio furono effettuate da Pietro Ercole Visconti nel1868 e le prime notizie dei risultati furono pubblicatenel 1877 a firma di padre Luigi Bruzza; ma si deve aHeinrich Dressel lo studio sistematico dei materialiceramici costituiti da anfore. Su molte di queste si eranoconservate numerose iscrizioni dipinte, tituli picti, chesono una caratteristica dei cocci di Monte Testaccio,perché altrove l’azione del tempo e degli agenti atmo-sferici le hanno cancellate. Dressel fu il primo ad inter-pretare le iscrizioni e ad abbozzare le coordinate tempo-rali della formazione del monte, supponendo che avesseinizio in epoca augustea e che fosse utilizzato fino allametà del secolo III d.C.Egli suggerì anche la provenienza delle anfore dallaProvincia Betica (Andalusia, Spagna); ne descrisse laforma, le raggruppò tipologicamente e scoprì che tra-sportavano olio. Dopo quanto Dressel aveva affermatosembrava che non ci fosse più nulla da dire e ciò ha cer-tamente contribuito al lungo sonno degli studi sul MonteTestaccio, ma nel 1968 ca. Emilio Rodriguez Almeida,un epigrafista spagnolo trapiantato in Italia, riprese laricognizione superficiale del Monte. Egli avanzò l’ipo-tesi che il Testaccio fosse il risultato di una discaricaorganizzata in fasi di accumulo successive: da Augustoal III sec d.C. Dal 1989 una équipe scientifica spagnoladella Università di Barcellona ha iniziato invece un pro-gramma di scavi in collaborazione con il Dipartimentodi Scienze della Terra dell’Università degli Studi diRoma “La Sapienza”. Gli scavi hanno accertato che il monte è composto dadue piattaforme contigue dal profilo a gradoni e hannoanche permesso di comprendere le modalità con cui

erano organizzate le discariche. Dapprima si depositavauna fila di anfore coricate alle quali si rompeva la parteinferiore per appesantirle all’interno con frammenti diceramica e renderle più stabili. Alle spalle di questa filasi realizzava la discarica fino a raggiungere i 60 cm dialtezza (diametro di un’anfora). Ottenuto un piano sicostruiva un’altra fila, leggermente arretrata, e si ripete-va il procedimento. Un studio statistico comparato deicocci raccolti da Dressel ha dimostrato che nel settorenord-orientale del monte esiste un’altra discarica del IIIsec. d.C.Il Monte Testaccio è costituito per più dell’80% da anfo-re betiche; Dressel, nella sua tavola tipologica, le cata-logò con il numero 20.Si tratta di un recipiente particolarmente indicato per iltrasporto marittimo, resistente, di grandi dimensioni edalla caratteristica forma globulare che lo differenzia daqualsiasi altro tipo anforico. Queste anfore pesano circa30 kg e hanno una capacità di 70 kg. La loro altezzaoscilla tra i 70 e gli 80 cm ed il loro diametro è di circa60 cm.Ben nota è l’evoluzione tipologica dei recipienti olearibetici dall’epoca di Augusto alla metà del III sec. d.C.ma durante tutto questo periodo essi mantengono essen-zialmente la forma sferica; le differenze consistono inun progressivo accorciamento del collo, anse sempre piùcorte e variazioni nel profilo della bocca. Nonostantequesti mutamenti e sebbene fossero costruiti in diverse

Tavola di Dressel

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officine lungo il corso delfiume Guadalquivir, questirecipienti presentano unanotevole omogeneità. Apartire dalla metà del IIIsec. d.C. le anfore Dressel20 vengono affiancate darecipienti di minore capaci-tà e maggiore diversitàtipologica. Questi tipi sonoconosciuti come Tejarillo Ie Dressel 23.L’esportazione dell’oliobetico è conosciuta, grazie

a questi vasi, fino al V sec. d.C. e tale ne fu la diffusio-ne che sono frequenti i ritrovamenti in numerose loca-lità dell’occidente romano. La fabbricazione di un reci-piente per il trasporto costituiva un processo comples-so. Prima si modellava la pancia, praticando un picco-lo foro sul fondo che facilitasse l’essiccazione. Quandol’argilla era quasi asciutta con un piccolo tappo si chiu-deva il foro alla base del-l’anfora, si attaccavano ilcollo e la bocca, che eranostati fabbricati a parte, e sipiegavano le anse. Sulleanfore i romani scrivevanouna serie di dati, in uncerto senso equivalenti alleetichette dei recipientimoderni.Le anfore olearie betiche,con il loro corredo di infor-mazioni particolarmentecomplesse, arrivavano amigliaia negli horrea

(magazzini) di Roma. Travasato il loro contenuto inrecipienti più piccoli, venivano abbandonate in una dis-carica del tempo, il moderno Monte Testaccio, dove, perle sue caratteristiche peculiari- i cocci venivano ricoper-ti di calce per evitare i cattivi odori- si è conservata unagrande quantità di informazioni epigrafiche.Il corredo epigrafico di un’anfora betica veniva realizza-to in due momenti distinti: i cartigli (bolli) e le incisioni(graffiti) venivano impressi prima che fosse cotta, men-tre le iscrizioni dipinte (tituli picti) con inchiostro nero orosso venivano realizzate al momento dell’invaso odopo il riempimento.I bolli danno informazioni soprattutto sul proprietariodell’olio, presentato con tria nomina (l’onomasticalatina prevedeva tre nomi praenomen, nomen e cogno-

men), espressi per intero o abbreviati alle sole iniziali.A volte, appaiono anche i nomi dei produttori o deiforni (figlinae) dove veniva prodotta l’anfora. I graffi-ti ante cocturam, sono in genere sigle, frequentementenumeriche che indicano lotti di anfore; in alcuni casi

viene anche riportato il giorno o l’anno di fabbricazio-ne e il nome di coloro che ne controllavano la produ-zione.Le iscrizioni dipinte sul collo, sulla spalla, e sul ventredell’ anfora indicano il peso a vuoto, il nome del mer-cante, il peso netto. Così etichettate, le anfore venivanosottoposte ai controlli dei funzionari doganali. Questi,effettuate le verifiche di peso annotavano in carattericorsivi, generalmente sotto una delle anse, il nome delluogo del controllo, l’anno consolare, il peso esatto e ilnome del controllore.Rispetto agli studi di Dressel, oggi si conoscono piùnomi di mercanti e di luoghi di controllo, più datazioni,più fabbriche di anfore, più produttori di olio. Ma, invirtù dell’apporto delle analisi archeometriche le cono-scenze si stanno ampliando anche dal punto di vista qua-litativo. Scopo delle analisi condotte dagli studiosi èstato quello di mettere a confronto anfore del Testaccioe della Betica.Studiare le materie prime originarie (argille, sabbie), lecaratteristiche dei manufatti e dei forni, le tecniche difabbricazione, di concerto con l’epigrafia, è infatti asso-lutamente indispensabile per un confronto generale fra ireperti e per una qualsiasi ipotesi di provenienza. A talproposito, verificate le tecnologie di fabbricazione, si èproceduto ad un confronto analitico dei campioni trova-ti sul Monte Testaccio con i frammenti di anfore con lostesso tipo di bolli trovati in varie località della Betica:(Cerro de los Pesebres, Romero, La Catria, El Tejarillo,

Malpica, Parcela de los Galves). Sulla base di questi risultati si sono messi a punto grup-pi di riferimento per futuri studi di provenienza.Centinaia i campioni presi in esame (tutti manici dianfore bollati): senz’altro incoraggianti i risultati ottenu-ti finora. Per quanto riguarda le tecnologie di fabbrica-zione, sia le anfore spagnole che quelle del MonteTestaccio sono state prodotte con metodi simili e cioèutilizzando una particolare argilla del Guadalquivir, perlo più ben depurata e non smagrata; cotte in forni conatmosfera ossidante, a temperature variabili tra 650 e800°C. Al quesito fondamentale, posto dagli archeologi,sulla provenienza dei campioni del Monte Testaccio esa-minati si è potuto rispondere che oltre la metà proven-gono con ragionevole certezza da tre delle sei località, dicui sono state studiate le peculiari caratteristiche, e cioèdalle località di Cerro de los Pesebres, El Tejarillo e LaCatria.La provincia romana della Betica (Andalusia, Spagna),era, secondo gli storici romani, una delle grandi produttri-ci di olio di oliva. Già Strabone, all’epoca di Augusto,affermava che a Pozzuoli arrivavano dalla Baetica nume-rose e grandi navi con prodotti alimentari, tra cui l’olio.Le prospezioni archeologiche realizzate nella valle delGuadalquivir hanno dimostrato che la zona di produzio-ne di olio e anfore si concentrava tra Cordova, Sivigliae Ecija (Spagna meridionale). Essa forma un rettangolo

Anfora tipo Dressel 20

Anfora tipo Dressel 23

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I contenitori per il trasporto nel mondo classico: le anfore

di circa 149x37 km, diviso in diagonaledal Guadalquivir. Quest’area fu abitatafin dall’antichità, per la ricchezza deigiacimenti minerari, che furono la causaprincipale della prosperità e dello svilup-po economico della regione.L’agricoltura divenne rapidamente unodei supporti dell’attività economica, gra-zie anche alla fertilità del suolo e alladisponibilità di acqua dolce. Questasuperficie comprende un complesso dipiccoli paesi isolati su un territorio chepossiede un’unità geografica data appun-to dal fiume. Questo costituisce il lega-me e il mezzo di comunicazione tra i variinsediamenti umani: è sulle rive delfiume che sono stati trovati più di centocentri di produzione. La loro distribuzio-ne mostra una peculiare organizzazionedella produzione delle anfore, poiché non sono statelocalizzate nelle singole fattorie, ma concentrati neipunti di imbarco del prodotto, il che significa che lavo-ravano per le tenute situate nelle vicinanze.

Esportazioni dall’AfricaDall’impero di Augusto e, specialmente, durante il I sec.d.C. il Nord dell’Africa esportava una grande quantità diprodotti agricoli (cereali, olio, vino) e artigianali (cera-miche). Questo processo si intensificò nei secoli II e IIId.C. e, soprattutto, durante il basso Impero, periodo nelquale i produttori africani dominarono il bacino delMediterraneo e raggiunsero una importante diffusionenel continente europeo. L’esportazione di prodotti ali-mentari facilitò la diffusione massiccia di ceramiche dacucina e vasellame da tavola (terra sigillata africana).

Questi oggetti venivano fabbricati, insieme alle anfore,in fornaci urbane e rurali legate alle zone agricole espor-tatrici e si diffusero utilizzando lo stesso circuito di dif-fusione.Il materiale anforico del Testaccio è costituito perl’80% di anfore betiche mentre le anfore africane rap-presentano il 15-17 %. Il restante 3-5 % si ripartisce traanfore vinarie galliche o italiche, recipienti per garumsud ispanico e anfore orientali. A differenza di quellebetiche, le anfore africane includono recipienti di tipo-logia molto diversa, fabbricate in varie aree e provin-ce. Gli scavi fino ad ora effettuati hanno permesso diidentificare anfore dell’area proconsolare Bizacaena

(forme Africana IA e B e Africana II), dellaTripolitania (forme Tripolitana I, II e III) e dellaMauritania Caesariensis. La maggior parte conteneva-no olio. Esse mostrano un sistema epigrafico comples-so, simile a quello delle anfore betiche sebbene moltomeno frequente ed esplicito.I bolli si presentano in forma di segni semplici e di tria

nomina (abbreviati o completi). La maggior parte deinomi sembra in relazione con proprietari terrieri impor-tanti, in grado di esportare le eccedenze agricole.L’identificazione di alcuni di questi proprietari mostra lapresenza di una élite municipale africana e, a partiredalla fine del sec. II d.C., della dinastia di imperatori afri-cani o di grandi personaggi ad essi legati. Un caso spe-ciale è quello delle anfore della Mauretania, che richia-mano nomi di città conosciute e della relativa provinciadi appartenenza. Le iscrizioni dipinte rappresentano unadelle novità emerse proprio nel 1993, perchè non siconosceva nulla sulla loro struttura ed evoluzione. Finoad oggi sono stati identificati tria nomina, abbreviati conle loro iniziali e con grandi segni tracciati in rosso,accompagnati da iscrizioni numeriche in nero i rosso. Le campagne di Cesare e di Pompeo estesero i limitidell’Impero a tutto il Mediterraneo e alla porzione con-Anfore africane

Anfore africane

tripolitana itripolitana ii tripolitana iii

africana i

africana ii

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tinentale dell’Europa situata a sud del Reno e delDanubio. Alla fine delle guerre civili, Augusto si videobbligato a organizzare politica ed economia di questovasto territorio, impiegando le risorse per l’approvvigio-namento della capitale e dell’apparato amministrativo emilitare. Egli, infatti, si assicurò il voto popolare garan-tendo la distribuzione dei prodotti alimentari di base,sopra tutti grano e olio. A questo scopo creò la prefettu-ra dell’annona, che controllava la distribuzione degli ali-menti al popolo di Roma e all’esercito posto alle fron-tiere. Le fonti letterarie identificano sempre un buonimperatore con il governante capace di assicurare unapprovvigionamento regolare della città. Le iscrizionidipinte del Monte Testaccio mostrano il continuo e pro-gressivo controllo dello stato sulla circolazione deglialimenti. Grazie a questo grande sistema di redistribu-zione degli alimenti, l’olio betico, pagato come tributo,

si diffuse fino alle frontiere dell’impero, visto che costi-tuiva parte della dieta delle milizie. Per questo motivosono molto abbondanti le anfore betiche anche alle fron-tiere britannica e germano-danubiana.

Per la bibliografia si confronti la bibliografia generale.

Liceo Classico Statale “Umberto I”

La docente

Sara Di Martino

Gli studenti

Giulia Callari, Mariagiulia Chichi, Ilenia Giustiniano,Giorgio Graviano, Claudia Luca, Cristina Maniscalco,Giacomo Marino, Claudia Sabrina Oliveri, Luca Piazza

Anfora tipo Malta 1, foto Liceo Classico “Umberto I” Anfora tipo Malta 1 (particolare), foto Liceo Classico “Umberto I”

Anfora tipo Dressel 23, foto Liceo Classico “Umberto I” Anfora tipo Dressel 23 (particolare), foto Liceo Classico “Umberto I”

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La navigazione antica: le navi commerciali in epoca romana

Le scoperte dell’archeologia subacquea hanno con-sentito soprattutto in questi ultimi decenni grazie

all’uso di tecnologie avanzate, di colmare le lacune piùo meno profonde che le fonti scritte hanno lasciato sullastoria della navigazione antica. Il rinvenimento di nume-rosi relitti come ad esempio quelli scoperti lungo lecoste della Francia1 e ancora quelli recuperati lungo lecoste della Sicilia: la nave punica di Marsala, la navegreca di Gela, il relitto di Camarina (Ragusa), quello diMarzameni (Siracusa), il relitto di Porto Scauri(Pantelleria), sono soltanto alcuni fra i rinvenimenti del-l’archeologia subacquea grazie ai quali gli studiosihanno potuto finalmente affrontare le problematichedella navigazione antica sulla base di concreti elementiscientifici.

poteva essere simmetrica o asimmetrica: nel primo casopoppa e prua si trovavano sullo stesso piano; nel secon-do caso la prua si trovava ad un’altezza inferiore. Laprua era arrotondata e spesso dotata di un tagliamare, undispositivo per migliorare la qualità della navigazione;la poppa poteva terminare con una testa di cigno rivoltaall’indietro ed era spesso appesantita da decorazioni,sculture e motivi architettonici. Talvolta le navi posse-devano una scialuppa di approdo, che era lasciata inmare assicurata alla poppa. Nella maggior parte dei casila cabina si trovava a poppa e sul suo tetto era posto iltimoniere; le murate erano protette da cinte e dotate diuna cassa laterale che aveva lo scopo di proteggere ilsistema di governo dell’imbarcazione, in pratica i remi-timone collocati nella parte posteriore della nave. Questierano regolati da dei cavi e manovrati da una barra, ilclavus, che li faceva ruotare sul proprio asse; questo tipodi timone non richiedeva un grande sforzo fisico daparte del timoniere. Generalmente queste imbarcazioni si muovevano graziealla forza del vento, che andava a gonfiare le vele: sul-l’albero maestro, chiamato malus e fissato nella partecentrale della chiglia, era tesa una grande vela quadra,l’acatus, sopra alla quale se ne poteva trovare una piùpiccola di forma triangolare, detta supparum. A prua sitrovava un secondo albero inclinato in avanti come untrinchetto e un terzo albero poteva essere presente apoppa; su tutti gli alberi c’era una vela quadra o trape-zoidale. Tutte le navi erano in ogni modo dotate di remida utilizzare in caso di necessità. Per quanto riguarda iltonnellaggio delle navi da carico, questo variava aseconda delle esigenze commerciali. Dalle fonti scrittesappiamo che la capacità di 10.000 modii di grano (circa70 tonnellate circa) era il limite inferiore per le navi ditonnellaggio medio, che potevano servire lo Stato occu-pandosi dell’approvvigionamento di Roma e goderequindi di determinati privilegi; grazie ai ritrovamentisottomarini siamo anche a conoscenza del fatto che la

Libia Ras Al Hilal, foto Soprintendenza del Mare

Se le fonti latine ci informano sulle grandi abilità deifabri navales, i costruttori navali dell’antica Roma, tali“meraviglie” tecniche furono dettate in primo luogo dal-l’esigenza fondamentale per i Romani di competere coni Cartaginesi, esperti navigatori, dopo i Fenici, delMediterraneo antico. Gli architetti romani studiarono,infatti, con grande accuratezza le navi puniche perdiventare i dominatori del Mediterraneo, ma fu nelperiodo dell’impero che si sviluppò notevolmente laflotta mercantile. Grazie ai numerosi relitti di imbarca-zioni recuperati con gli scavi sottomarini, sappiamo chele navi commerciali di epoca imperiale presentavanouna notevole varietà di tipi come attestano le fonti: l’e-rudito romano Aulo Gellio, vissuto nel II sec. d.C., ci hatramandato un elenco di ben 27 diversi tipi di navi in usonella sua epoca2 di cui un certo numero con funzionimercantili. Le navi da trasporto, in latino naves onera-

riae (da carico), possedevano una sezione capace conuna carena tondeggiante; la loro lunghezza corrisponde-va a circa tre volte la loro larghezza, che era a sua voltail doppio del pescaggio (nella media una nave era lunga19 metri, aveva una larghezza di circa 6 e un pescaggioleggermente inferiore ai 3 metri). La forma dello scafo Nave da trasporto romana

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maggioranza delle imbarcazioni impiegate era di 3.000anfore (150 tonnellate). Esistevano anche le muriopho-

roi, letteralmente “portatrici di 10.000 anfore (500 ton-nellate)”, considerate le navi più grandi del periodo finerepubblica ed imperiale; il loro limite minimo era statofissato a 50.000 modii (330 tonnellate circa).

Qualche notizia …. sulle tecniche di navigazione

Gli antichi navigatori, prima dell’invenzione della bus-sola e dei moderni strumenti di orientamento stabiliva-no la rotta basandosi sulla posizione del sole e deglieventuali punti di riferimento che la costa offriva; inalcuni casi, in occasione di tragitti in alto mare, come adesempio quelli tra due isole, si aiutavano con le nuvoleche, in genere, si formano solo sopra la terraferma. Dinotte, probabilmente, l’aiuto della stella polare rendevapiù facile l’orientamento, mentre per la posizione si ser-vivano dei fari accesi lungo le coste.La visibilità era quindi fondamentale per manteneresotto controllo i vari punti di riferimento e, del resto, lanavigazione si svolgeva in prevalenza durante la prima-vera e l’estate, quando il vento era favorevole e suffi-ciente da consentire una velocità minima, cosa chegarantiva anche buone condizioni di visibilità.Le conoscenze del mondo antico erano sufficientemen-te sviluppate da fare ipotizzare l’esistenza di strumentiscientifici di calcolo e per la navigazione, eppure non èrimasta alcuna notizia, né alcuna testimonianza archeo-logica. Se conosciamo assai poco delle tecniche, alcune noti-zie sulla navigazione antica ci sono fornite dai“Peripli”, narrazioni di viaggi marittimi che riportava-no la descrizione delle regioni costeggiate, i porti toc-cati, le distanze percorse, tra questi ricordiamo il peri-plo di Pitea di Marsiglia, navigatore greco vissuto nelIV sec a.C. il quale compì uno straordinario viaggiooltre le colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra) pergiungere fino all’Europa settentrionale. Pitea fu ilprimo navigatore che comprese l’influenza della luna

sulle maree e il meccanismo di alternanza di giorni enotti di sei mesi ai poli. In età romana, invece, si diffu-sero i cosiddetti “Itinerari”, vere e proprie guide perconoscere le caratteristiche del viaggio da intraprende-re, tra questi il più noto è l’Itinerarium Maritimum

fonte essenziale per conoscere le rotte del periodo tar-doantico (V-VI d.C.), tramandato in appendiceall’Itinearium Antonini.3 Tale itinerario in forma nar-rativa indica sia i punti di riferimento geografico (pro-montori) usati per definire le rotte sia gli scali legatialla necessità di scambi commerciali e costituisce unafonte essenziale per la conoscenza dei porti dellaSicilia tardoantica.

Rotte commerciali

Per quanto riguarda i trasporti commerciali per viamarittima il Mediterraneo svolgeva un ruolo fondamen-tale; proprio per questo è naturale che l’esigenza di rac-cordare gli itinerari stradali con la navigazione abbiacostantemente rivestito una ruolo importante; ma questaesigenza riguardava soprattutto i percorsi più lunghi e dipiù ampia portata come ad esempio quelli che collega-vano Roma con l’Oriente.

Le principali rotte commerciali in epoca romana

Riguardo a questi ultimi, per gli scambi, erano seguitediverse vie:• India Nord-Occidentale - Interno del Golfo Persico -

Seleucia - porti del Mediterraneo• India Occidentale - Golfo Persico - Coste Meridionali

dell’Arabia - Mar Rosso - Nilo - Alessandria: era ilpercorso più seguito in età imperiale, sviluppato inte-ramente sul mare.

Già alla fine del periodo repubblicano, infatti, anche leprincipali rotte commerciali avevano Roma come puntodi riferimento economico essenziale.Come sulla terra, anche in mare Roma andò gradual-mente sovrapponendo la propria presenza sulle rotte inprecedenza gestite da altri, cominciando da quelle delTirreno (già etrusche, puniche e greche) per estendersiall’interno del Mediterraneo, verso Antiochia, Cesarea,

Pantelleria Scavo subacqueo di Scauri, foto Soprintendenza del Mare

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La navigazione antica: le navi commerciali in epoca romana

Alessandria, Cartagine, Cadice, Tarragona, Narbona,Marsiglia, Arles e molte altre località, con itinerari più omeno diretti ai quali, a loro volta, si connettevano le reticapillari delle navigazioni locali.I percorsi variavano in funzione dei luoghi e delle sta-gioni ed erano ovviamente condizionati da moltepliciesigenze, in primo luogo quelle commerciali. Nei mesiestivi erano preferite le traversate in alto mare, certa-mente più dirette e veloci, mentre nei mesi invernali legià ridotte navigazioni seguivano le meno rischiose rottedi cabotaggio. In ogni caso si doveva senza dubbio tene-re conto degli inevitabili pericoli e dei condizionamentinaturali dovuti ai venti, alle correnti, all’attraversamen-to degli stretti, al doppiaggio dei promontori. Proprioper la loro pericolosità, alcuni tratti avevano acquistatouna fama sinistra, come i bassi fondali delle Sirti, lacosta rocciosa dell’Eubea o di Capo Malea, o anche gliattraversamenti delle Colonne d’Ercole, del Bosforo,dello Stretto di Messina, delle Bocche di Bonifacio.Memoria di ciò, sono i numerosi “cimiteri di relitti” –giacimenti multipli e di varia epoca – rinvenuti, graziealle indagini archeologiche sottomarine, in alcune zonedi transito particolarmente pericolose.Le “compagnie di navigazione”, che coprivano conuna certa regolarità itinerari prestabiliti, dovevanonecessariamente disporre di rappresentanze commer-ciali nelle varie sedi. Molte di esse erano presenti aRoma e soprattutto ad Ostia, dove, nella piena età

potenti poiché detenevano il controllo della flotta mer-cantile e dei traffici marittimi.La rotta più famosa, poiché di grandissima importanzaper il volume dei suoi commerci, era quella che andavada Roma ad Alessandria percorsa da navi annonariae

(destinate al trasporto delle derrate alimentari) che tra-sportavano cereali d’ogni tipo. Con il vento a favore sipoteva compiere la traversata Pozzuoli-Alessandria insolo nove giorni, in sei giorni partendo dalla Sicilia,Gades-Ostia in sette giorni, Africa-Ostia in soli due.Questi sono tempi da record, nella pratica le traversateerano molto più lunghe, senza considerare tempeste ebonacce perciò a Roma si diceva sempre: “Si sa quandopartirò ma non quando arriverò”.Altre principali rotte di navigazione si riferiscono alMediterraneo occidentale. Procedendo da sud va inprimo luogo ricordata quella di collegamento con le pro-vince dell’Africa nord-occidentale, percorrendo ilTirreno in senso longitudinale, oppure deviando verso laSardegna per seguirne la costa occidentale. Di gran rile-vanza commerciale era poi quella, divisa in vari rami,che dalla penisola iberica, secondo i porti di partenza,poteva o toccare la Sardegna meridionale e poi prosegui-re verso l’Italia, oppure passare per le Baleari e, attraver-sando le Bocche di Bonifacio, puntare ugualmente versol’Italia; oppure, ancora, procedere verso nord seguendola costa della Gallia, per poi ridiscendere rasentando laCorsica orientale e attraversare il Tirreno all’altezza del-l’arcipelago toscano. Quest’ultimo percorso potevaanche, in funzione di scali intermedi, seguire la costa tir-renica dell’Italia ed era prevalentemente questa la “viadel vino” intensamente battuta, soprattutto negli ultimidue secoli della repubblica, dalle navi mercantili romane.Erano navi cariche di vino italico, contenuto in anforedi forma Dressel I, destinato a rifornire i mercati galli-ci, già raggiunti nei secoli precedenti dalle anfore colvino etrusco; ma questa volta la quantità è assai mag-giore, e la distribuzione più capillare. Si tratta dellenavi partite dalla Campania, dal Lazio e dalla Toscana,dirette appunto verso la Gallia, divenuta il miglioresbocco per l’abbondante produzione vinicola italica,grazie anche a misure protezionistiche imposte allepopolazioni galliche.È naturale perciò, che, in circa un secolo e mezzo di talitraffici, di navi ne fossero naufragate parecchie e già loindicano, del resto, i numerosi relitti carichi di anforeDressel 1 (confronta tavola Dressel pag. 23), che disse-minati un po’ lungo le coste del Tirreno centro-setten-trionale e della Francia, costituiscono i “fossili guida”per la via marittima del vino della tarda età repubblica-na. La diffusione di queste anfore, poi, è ben indicativadei percorsi seguiti per la loro distribuzione commercia-le che, oltre ad interessare i centri costieri dellaProvenza, s’inoltra all’interno della Gallia lungo il corsodei grandi assi fluviali, come quelli della Garonna e delcomplesso Rodano-Saona, fino a raggiungere con suc-

Trasbordo di anfore commerciali su nave. Rielaborazione del mosaico diOstia, “Piazzale delle Corporazioni”

imperiale, si aprivano intorno al gran “piazzale dellecorporazioni”,4 monumento unico nel suo genere cheoffre ancora oggi con i suoi mosaici una documenta-zione preziosa sull’organizzazione dei commercimarittimi nel mondo romano. Le iscrizioni presenti neimosaici menzionano i collegia dei navicularii (arma-tori), dei fabri navales (costruttori navali) e dei nego-

tiatores (commercianti) delle città di ogni parte del-l’impero che erano appunto riuniti in corpora o colle-

gia, tradotti impropriamente “corporazioni” poiché inrealtà non si trattava di vere corporazioni di mestierequanto piuttosto di associazioni di imprenditori, molto

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cessiva navigazione marittima la parte meridionale dellaBritannia.È opportuno, infine, ricordare, tra le numerose testimo-nianze archeologiche scaturite dalle ricerche subacquee,quelle relative al trasporto marittimo dei marmi. Di relit-ti con questo tipo di carichi, trasportati dalle naves lapi-

dariae (adibite per il trasporto dei marmi), se ne cono-scono ormai a decine, la maggior parte di essi sta ad indi-care, con i resti dei naufragi, una costante rotta di navi-gazione, soprattutto verso l’Egitto. Infatti, le più grandinavi da trasporto costruite dai Romani furono quelle cheservirono a trasportare per mare da Alessandria i mag-giori obelischi. Iniziò Augusto che, dopo avere inclusol’Egitto fra le province romane, fece portare a Romaquattro obelischi i cui due maggiori sono attualmente aPiazza del Popolo e a Piazza Montecitorio. DalMediterraneo orientale e dalla Grecia, dove si trovavanole cave più importanti, questa rotta si dirige, infatti, versol’Italia e verso Roma: con presenze nel Peloponnesomeridionale, nell’estremo Salento e poi ancora, attraver-sando in linea retta il golfo di Taranto, all’altezza di CapoColonna e di Punta Scifo, in Calabria. Infine un ultimoitinerario partiva dalla costa Siro-Palestinese versoCipro, Asia Minore, le coste del Dodecaneso e le Cicladi. Per finire, possiamo affermare che non solo tutte le stra-de portavano a Roma ma anche tutte le rotte marittime.5

Per la bibliografia si confronti la bibliografia generale.

Liceo Scientifico Statale “A. Einstein”

Le docenti: Maria Mastruzzo; Loredana Bertolino

Gli studenti: Danilo Cottone, Fabrizio Ganci, RaffaeleGranifero, Antonino Pisciotta, Gabriele La Torre,Alessandro Maggio, Antonino Marcianò, SimoneMarsala, Flavia Oliveri, Salvatore Pirrello e RobertoRosano

Note

1 Il relitto di Grand Conglué, per citare uno dei ritrovamenti più famo-si, scavato nel 1952 da J. Cousteau e F. Benoit presso le coste diMarsiglia, permise di recuperare più di 200 tonnellate di materiale.2 Cfr. Gell., X, 25, 5. I tipi di navi elencate da Aulo Gellio sono, inordine alfabetico, quelli delle: actuariae (unità veloci, a vela ed aremi), camarae (navi coperte del Ponto), catascopium (nave esplora-trice), caudicae o codicariae (chiatte fluviali in servizio sul Tevere),caupuli (piccole battelli da pesca), celoces (unità sottili e veloci, avela e remi), cercuri (navi sottili e veloci, d’origine asiatica), corbi-

tae (navi da carico, onerarie), cydarum (barca da trasporto), gauli

(navi da carico mercantili, di probabile origine fenicia), hippagines ohippagogoe (navi per il trasporto di cavalli), lembi (piccole unitàmolto veloci), lenunculi (piccoli lembi usati per la pesca), lintres

(piccoli battelli fluviali), longae (navi da guerra), mydia (piccoleimbarcazioni), myoparones (navi sottili da pirati), oriae o horiae

(barche da pesca), parones (navi dei pirati), phaseli (navicelle dellaCampania), placidae (battelli a remi), pontones (chiatte da trasportofluviale), prosumiae o geseoretae o oriolae (piccole unità da ricogni-zione), ratariae (battelli a remi), scaphae (imbarcazioni, scialuppe),stlattae (chiatte), vectoriae (navi da trasporto).3 Uggeri G., “Itinerari e strade, rotte, porte e scali della Sicilia tar-doantica”, in Kokalos XLIII-XLIV, tomo 1, 1997-98, GiorgioBretschneider editore, Roma, 2000, p. 334.4 Pavolini C., Guide archeologiche Laterza: Ostia, Laterza, Bari,1983 p. 31; pp. 67-69.5 Tratto da Gianfrotta P., “Le vie di comunicazione”, in SchiavoneA. (a cura di) Storia di Roma, Caratteri e morfologie, vol. IV,Torino, Einaudi, 1989, pp. 310-322.

Anfore da trasporto. Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, foto LiceoScientifico “A. Einstein”

Anfore da trasporto. Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, foto LiceoScientifico “A. Einstein”

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Itinerari archeologici tra terra e mare

“La Sicilia è da sempre un microcosmo: un mondocomposito nel quale popoli di razza, religione e

lingua diversi si sono scontrati ed incontrati, lasciandonell’isola una stratificazione di presenze quanto maisignificative. Dalla preistoria ad oggi si può dire chequesta facies non ha subito modificazioni importanti,l’avvicendamento o la compresenza delle maggioriforze politiche operanti nell’area del Mediterraneo hamovimentato la storia della Sicilia, costruendole unvariegato e singolare apporto e scambio di civiltà cheancora oggi ne connota la società ed i monumenti”.1

Di questa Sicilia e delle sue isole minori, noi vogliamopresentarvi qualche piccolo ma efficace scorcio, legatoal nostro percorso formativo che ci ha condotto alla sco-perta del meraviglioso mondo dell’archeologia subac-quea. Fino a poco tempo fa l’archeologia subacquea eraconsiderata come una branca minore dell’archeologiaterrestre, sia per le difficoltà legate all’ambiente acqua-tico sia per la maggior presenza di sub rispetto agliarcheologi (di cui pochissimi avevano competenze disubacquea e di immersione con le bombole). Oggi, conil progredire della tecnologia, l’archeologia subacquea èdiventata accessibile a tutti e gli archeologi ”di terra”hanno incominciato a scendere sott’acqua.I ritrovamenti cha abbiamo potuto ammirare e studiarepresso la Soprintendenza del Mare di Palermo e laCapitaneria di porto di Mazara del Vallo sono la tangibi-le testimonianza di come la nostra isola sia stata al cen-tro di importanti traffici marittimi del Mediterraneo. Larotta Roma-Cartagine, che utilizzava i porti intermedi diTyndaris e Palermo, Lilibeo e Marettimo, aveva unasicura importanza, così come testimoniato ancora inepoca più tarda (VI sec. d.C.), nelle descrizioni delfamoso Itinerarium Maritimum.2

ISOLE EGADI

Le Isole Egadi, Aegades (dal greco “Isola delle capre”,così Omero chiama Favignana nell’Odissea – libro IX– facendovi approdare Ulisse), furono abitate fin dell’e-tà preistorica come testimoniano i graffiti rinvenuti nella

Cala Minnola, Levanzo (TP), foto Soprintendenza del Mare

Grotta del Genovese sull’isola di Levanzo. I primi inse-diamenti iniziano nel periodo punico – ne sono dimo-strazione le ancore rinvenute al largo Di Punta Troia aMarittimo – e proseguono nel periodo greco – cometestimoniano i reperti ellenistici in contrada S. Nicola aFavignana. Momento storico importante fu il 241 a.C., in cui iRomani sottrassero ai Cartaginesi il dominio delle isole.Indicazioni di insediamenti romani sono ritrovabili aMarettimo, dove sono ancora visibili due edifici costrui-ti con la tecnica dell’opus reticulatum. Del periodo araborimangono due torri di avvistamento costruite sull’isoladi Favignana e in seguito dai Normanni nelle fortezze diS. Caterina. Nel XIV secolo le isole furono cedute dagliSpagnoli alla famiglia Pallavicino–Rusconi di Genova,che già iniziava ad utilizzare la tonnara presente sull’iso-la di Favignana per la pesca del tonno. Nel 1874 le ven-dettero ai Florio insieme ai diritti di pesca ed iniziò ilperiodo d’oro. Nel 1937 i Florio vendettero la tonnara aiParodi di Genova. Oggi lo stabilimento Florio è ormai indisuso e la Villa Florio è sede dell’AmministrazioneComunale. Ricche di storia e immerse nella natura, le Isole Egadisono il segreto meglio tenuto tra le isole siciliane.Circondate da un mare cristallino che lambisce piccolespiagge candide e coste scoscese, nelle quali si apronogrotte profonde scavate nel tufo, tra coltivazioni di cap-peri, alberi da frutta, vigneti e rare piante mediterranee,le isole dell’arcipelago assicurano una vacanza fuoridal comune, alla riscoperta di antichi riti e fondaliincontaminati. Realizzare un percorso turistico alleEgadi significa entrare nell’ordine delle idee di dispor-re dei propri giorni di vacanza nel modo del tutto inu-suale.

L’arcipelago delle Egadi comprende tre isole principali:Favignana, la più grande con una superficie di 33 kmq,Marettimo, con una superficie di 12 kmq, e Levanzo,con 10 kmq. Alcuni altri isolotti e scogli, quali l’isolot-to di Formica con lo scoglio di Maraone e lo scoglio diPorcelli, emergono dalle acque azzurre del Tirreno, a

Punta di costa rocciosa, Favignana (TP), Archivio Fototeca CRICD, FondoORAO

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lavorazione della pietra e alla tradizione dell’intaglio,praticato ancora oggi dagli isolani.Anche a Favignana si può registrare la presenza di unostabilimento per la lavorazione del pesce e di un ninfeotagliato nella roccia, entrambi di periodo romano. Ma lepresenze archeologiche più interessanti si trovano nellegrotte del Pozzo, degli Archi e della Stele dove ritrovia-mo iscrizioni in fenicio e tracce di una tomba a baldac-chino databile ai primi secoli dell’era cristiana.

Levanzo: alla scoperta di Phorbantia3

L’atmosfera placida e silenziosa dell’isola entra subitonell’animo del visitatore, cancellando il significato dellaparola “fretta”.Levanzo è il posto ideale per trascorrere giornate splen-dide. L’uso dell’automobile è inutile, ci si muove a piedie in bici, oltre che naturalmente in barca.

Percorrendo la strada dal centro abitato e oltrepassata labiforcazione per la grotta del Genovese, si incontra unaltro bivio che porta a mare. Il ripido sentiero si articolain mezzo alla bassa e fitta vegetazione, che sbuca sullasplendida spiaggia sassosa di Cala Tramontana.Un vasto insediamento rurale, dotato di ampio bacino diraccolta idrica, è segnalato sul pianoro meridionale del-l’isola; molto interessanti gli ambienti pavimentati amosaico che fanno pensare che probabilmente si trattas-

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poche miglia da Trapani; da qui le Egadi sono facilmen-te raggiungibili con traghetti e aliscafi. Abitate fin dall’antichità, queste isole, per la loro posi-zione, sono state al centro di eventi cruenti e conquistesuccessive. Oggi accolgono la più estesa riserva marinanaturale d’Italia e un turismo attento e consapevole. Permeglio conoscere le risorse di queste isole, che sono dinatura antropologica, storica, paesaggistica ed archeolo-gica, bisognerà rivolgere la propria attenzione agli ipo-gei ed alle cave di tufo di Favignana, alla preistoricagrotta del Genovese di Levanzo, alle meravigliose grot-te di Marettimo. Bisognerà ripercorrere con la fantasial’itinerario mitico di Ulisse, rivedere la furia della batta-glia tra Romani e Punici nelle splendide acque di CalaRossa, recuperare il ricordo della grande attività delletonnare e della grandezza dei Florio.Solo in questo modo, panorami, vie, ricordi, immaginisi collocheranno nella mente e nel cuore del visitatorecon tutta l’atmosfera e la magia che le Egadi sanno crea-re. Un itinerario che dal mitico si sposta alla realtà e daquesta alla magia, forse oggi è possibile se si è in gradodi proiettare nell’immediato futuro la storia recentedelle isole.

Favignana: le passeggiate nell’isola del Favonio

Favignana, anticamente Aegusa, che vuol dire farfalladistesa sull’acqua, è la più pianeggiante tra le Egadi, ed ètutta da godere a piedi o in bicicletta. Il suo nome attualederiva dal Favonio, che è un vento caldo di Ponente chene determina il clima mite.Un bell’itinerario da godere sia in bicicletta o a piedi èquello che dal faro di Punta Sottile porta a PuntaFaraglione. Il percorso costeggia il mare sulla sinistra,mentre sulla destra, prima di arrivare al Faraglione, si pos-sono ammirare le Grotte delle Uccerie. All’interno di unadi queste, si possono vedere spettacolari formazioni stalat-titiche e stalagmitiche.Nell’isola merita attenzione anche il vasto comprensoriodi San Nicola-Torretta, connotato dal forte carattererupestre del complesso. Si tratta di vestigia legate alla

Grotta del Genovese, Levanzo (TP), Archivio Fototeca CRICD, FondoORAO

Tonnara Florio, Favignana (TP), foto F. Militello CRICD

Pitture del periodo Eneolitico, Grotta del Genovese, Levanzo (TP),Archivio Fototeca CRICD, Fondo ORAO

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Itinerari archeologici tra terra e mare

se di una villa, sede di una struttura di controllo e sfrut-tamento agro-industriale. Quasi sicuramente esso è col-legato allo stabilimento per la lavorazione del pesce chesi trova sulla Punta Altarella.

Marettimo: camminando per l’antica Hiera

Hiera, l’isola sacra, incanta i suoi visitatori con i suoimagnifici scenari. Marettimo si può esplorare anche apiedi, camminando sui sentieri curati dalla Forestale. Cisi può divertire anche a dorso d’asino facendo delle pas-seggiate pomeridiane. Grazie alla presenza di tantavegetazione bassa, composta da macchia mediterranea eal meraviglioso panorama circostante, le escursioni sonoancora più piacevoli.

Regina delle passeggiate è la camminata dalle Caseromane a Monte Falcone, nel corso della quale è possi-bile ammirare una piccola chiesetta, gioiello di architet-tura religiosa bizantina. Percorrendo la salita fino allavalle tra Monte Capraro e Pizzo Falcone, si raggiunge lavetta più alta dell’isola, che tocca i 686 metri. Lasciatoil sentiero, ci si arrampica fino alla cima, dove il pano-rama è abbellito da piante rare e dal volteggiare dei fal-chi pellegrini.

I principali punti di immersione Più di 20 i punti di immersione; le guide, che dal 1998accompagnano i subacquei tra i fondali dell’isola, van-tano una scrupolosa conoscenza dei fondali, tale dagarantire il sicuro incontro con tutto ciò che vive costan-temente in quei luoghi e da rendere ogni immersioneunica. Visibilità tra i 30 e 40 m, presenza di gorgonie giàa 20 m, rami di corallo nero, madrepore, parazoantus ele altre specie del Mediterraneo. Tutte le immersioniprevedono l’accompagnamento di gruppi omogenei di

Marettimo (TP), veduta, Archivio Fototeca CRICD, Fondo ORAO

5/6 persone per guida. Corsi subacquei con rilascio dibrevetti internazionali.

Favignana All’entrata di Cala Grande si erge il faro di Punta Sottile.Questo punto di immersione è consigliato a subacqueiesperti. La parete è ricca di colori e nei vari anfratti si pos-sono ammirare aragoste di varie dimensioni. In questopunto in profondità si possono incontrare facilmente sara-ghi e cernie.

Punta FavignanaPunta Favignana, è la punta che guarda verso Levanzo.Questo punto di immersione e anche adatto ai principianti.

Levanzo A nord di Levanzo si erge un faro di epoca romana.Questa immersione è adatta a subacquei esperti.A nord-ovest di Levanzo si trova Cala Tramontana, unpunto di immersione ideale per i subacquei meno esper-ti. In profondità si possono ammirare anemoni di mare,murene e polpi.

Marettimo Punta S. Simone e Scoglio del Cammello.

Giro delle isole in barcaLa principale e più curata attrazione archeologica delleEgadi è costituita dalla gran quantità di grotte che l’ero-sione marina, nel corso delle numerose trasgressionipleistoceniche, ha scavato sulle spettacolari falesie diFavignana e Levanzo.Particolarmente fascinose sono le escursioni in barcaattorno alle isole, che offrono una costa suggestiva evariegata con presenza di numerosissime grotte sotto-marine, sul livello dell’acqua o sui fianchi della monta-gna a strapiombo sul mare e fondale di ghiaia calcarea.Le grotte delle due isole furono abitate sin dalPleistocene Finale. In alcune zone, come il Faraglione diFavignana o la costa nord-occidentale di Levanzo, è pos-sibile trovare complessi cavernicoli di altissimo valore

Operatore subacqueo in ricognizione, foto Soprintendenza del Mare

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paleontologico che pongono le due isole fra le “provincepreistoriche” più importanti d’Europa”. Alcuni scavieffettuati hanno evidenziato la presenza di comunità dicacciatori sin dal Paleolitico Superiore, ma il mare ebbeparimenti un ruolo importante come risorsa e come ele-mento legato all’immaginario magico-religioso già apartire da questi periodi primordiali.La più lontana delle Egadi, Marettimo, offre uno spetta-colare campionario di grotte, a livello del mare e, quin-di, ancora in formazione; partendo dal porto in direzio-ne Nord, si incontra la Grotta del Cammello.Proseguendo, si trova la Grotta Mammarino e più in giù,verso sud, la stupenda Grotta Sommersa su un fondaledi circa 29 metri.

TRAPANI

Visitare la città di Trapani, capoluogo dell’omonimaprovincia sulla costa nord-occidentale della Sicilia, ècome immergersi in diverse epoche storiche. Ogni ango-lo si caratterizza per monumenti, chiese, palazzi che rac-contano la vita della città nei vari secoli. Il primo nucleodella città si sviluppò attorno al villaggio sicano diDrepano, chiamato poi dai Greci Drepanon (falce), inriferimento alla forma falcata del suo golfo. Dall’VIIIsec. a.C., fu scalo fenicio e base strategica cartaginese.Di Drepanon si sa molto poco sia per la mancanza difonti sia per l’assenza di ricerche archeologiche in quan-to le testimonianze della città antica si trovano al di sottodella città attuale.

E il cuore di Trapani continua ad essere rappresentato dalporto, nei pressi del centro storico. Addentrandosi al suointerno, si possono ammirare gli antichi palazzi, i monu-menti, le chiese di diverse epoche. Gran parte del centro diTrapani è inserito nella zona a traffico limitato. L’accessoalle auto è vietato in numerose vie, che nel tempo hannoassunto il carattere di “salotto” della città: corso VittorioEmanuele, l’antica “Loggia” via Teresa, via Garibaldi.

Le saline, Trapani, Archivio Fototeca CRICD

I fondali di Trapani

A nord di Trapani particolarmente belli sono i fondalimarini che dalla Tonnara di Bonagia si estendono fino aS. Vito Lo Capo e da punta di Salanto a punta CalaBianca fino al golfo di Castellamare del Golfo. Nel maredi Castellamare si ritiene che vi sia una numerosa pre-senza di navi segestane ed ateniesi che qui si dettero bat-taglia nel 415 a.C.. Bellissimi i dintorni dei faraglioni diScopello con fondali ricchissimi di flora e fauna nonché,non molto lontano dal porto di Castellamare, stupendegrotte con ingressi sommersi che risalgono all’asciutto. Il tratto di mare che va da Trapani alle isole Egadi,Marsala e lo Stagnone presenta fondali ricchissimi distoria. Qui sono stati rinvenuti la nave punica del IV sec.a.C., frammenti di anfore di tipo greco-italico, vasi avernice nera di produzione campana e vasi a pareti sot-tili. Altri frammenti di anfore del III e del IV sec. d.C.sono stati recuperati nei fondali di Trapani, questa voltadi produzione nord-africana. Alcune hanno il rivesti-mento interno di pece e servivano per il trasporto di vinoo di salsa di pesce, altre erano prive di rivestimento evenivano usate per trasportare l’olio.

I sapori di Trapani

Il pesce è il prodotto naturale della cucina trapanese. Unpesce che profuma ed assapora, così per tutto quello cheil mare è in grado di offrire (come il tonno). Famosa etradizionale è l’antichissima pesca del tonno (mattanza)che si svolge tra maggio e giugno. La leggenda affermache sono stati i Fenici a creare il metodo in uso ancoraoggi per la cattura del tonno e a favorire il commerciodi spezie e droghe, utilizzate nei cibi e nelle bevande. Lacucina trapanese ha risentito l’influenza delle variedominazioni e culture. Si pensi anche agli Arabi per ilfamoso cuscus preparato in vari modi: con il pesce, coni cavolfiori, con cotiche e carne di maiale, alla tunisina,libica, saracena, alle verdure. I piatti sono arricchiti dalfamoso oro bianco, cioè il sale di Trapani, una delle ric-chezze della provincia, dove sono le numerosissime lesaline, situate lungo la costa che va da Trapani aMarsala.

MAZARA DEL VALLO

Antico sito (VI-V sec. a.C.), posto alla foce del fiumeMazaro a 52 km da Trapani, fu importante porto nell’anti-chità, scelto per la sua posizione protetta e per la sua vici-nanza con l’Africa. Successivamente centro commercialegreco, Mazara conosce il massimo splendore sotto gliArabi e, in seguito, sotto i Normanni. La mescolanza dellegenti che si sono avvicendate nella città, non ultimi i viciniAfricani, che ancora oggi costituiscono una buona percen-tuale degli abitanti, è qui particolarmente evidente.

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Itinerari archeologici tra terra e mare

Mazara è considerato uno dei principali centri per lapesca d’altura e contribuisce con il 20% del prodottonazionale. Poco a nord di Mazara del Vallo si trova CapoFeto, una zona di bassi fondali, attraversata da forti cor-renti. Si racconta di favolosi ritrovamenti di tesori, sta-tue e materiale vario effettuati nelle acque prospicienti ilcapo che la marineria mazarese si tramanda da secoli.Nei magazzini della Soprintendenza per i Beni Culturalied Ambientali di Trapani sono custoditi, infatti, numero-si reperti provenienti dal capo Feto. Il Museo del Satiro danzante, ospitato nei locali dell’exchiesa di Sant’Egidio, merita sicuramente una sosta. La

Scorcio del porto, Mazara del Vallo, (TP) foto alunni Liceo Artistico

chiesa, fondata dalla Confraternita dedicata allo stessosanto e costruita tra il XV ed il XVI secolo, è notevoleper la sua cupola di rara fattura e finezza che media tra-dizioni del mondo islamico col gusto rinascimentale tar-divamente arrivato in Sicilia. La statua del Satiro danzante, rinvenuta nella prima-vera del 1998 durante una battuta di pesca nel canaledi Sicilia, è un rarissimo esempio di statuaria bronzeagreca. L’opera, di dimensioni maggiori del vero, pariad un modello stante di 2,5 m di altezza circa del pesodi 96 kg, potrebbe essere un originale di età ellenisti-ca, datato tra la fine del IV e il III sec. a.C.. Flesso sul fianco destro, con le braccia distese in avan-ti, il satiro è colto nell’attimo in cui sta compiendo unsalto sulla punta del piede destro, sollevando contem-poraneamente la gamba sinistra. I capelli, resi a fitteciocche sottolineate da sottili incisioni, sono agitati dalpathos della danza orgiastica che sconvolge ogni rego-la di equilibrio conferendo a tutto il corpo un movimen-to enfatico. Straordinariamente conservati gli occhi, incalcare alabastrino in origine integrato con pasta vitreacolorata. Secondo l’iconografia del satiro in estasi, giànota dal IV sec., la statua doveva tenere con la manodestra il tirso, attributo di Dioniso mentre il bracciosinistro reggeva una pelle di pantera e la mano sinistrauna coppa di vino.

Il 2 ottobre 1998, la statua fu trasportata presso i labo-ratori dell’Istituto Centrale per il Restauro a Roma peressere sottoposta all’intervento di conservazione. Gliesperti del centro hanno messo a punto un articolatoprogetto che prevedeva una fase di documentazionedelle caratteristiche morfologiche della scultura, deifenomeni di deterioramento e dello stato meccanico-strutturale; a questa fase è seguito l’intervento di

Il Satiro danzante, Museo del Satiro - Mazara del Vallo (TP), ArchivioFototeca CRICD

Particolare del Satiro danzante, Mazara del Vallo (TP), Archivio FototecaCRICD

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restauro vero e proprio. La realizzazione del sostegno èstata complicata, visto il particolare rapporto spazialedell’opera e considerata la necessità di dotarla di unabase antisismica.Nel percorso museale sono presenti anche testimonian-ze archeologiche di ritrovamenti fortuiti, di scavi e cam-pagne di ricerca che si sono svolte nelle acque antistan-ti la costa di Mazara del Vallo.

TERRASINI

La cittadina si trova nella provincia di Palermo, a 34 kmdal capoluogo verso occidente. Nella sua conformazio-ne attuale nasce nel 1836 dall’unione di due villaggilimitrofi situati in uno dei tratti costieri siciliani più affa-scinanti, nella parte iniziale dell’ampio Golfo diCastellammare. I due villaggi erano sorti nel XVIII sec.,si chiamavano Terrasini e Favarotta.

La città è nota ai turisti per la sua posizione sulla costa,costituita da un promontorio e da faraglioni e rocce varie-gate, per il mare trasparente dai colori cangianti e per lebelle spiagge. Il mare di Terrasini ha restituito un gran numero direperti che attestano la presenza di molti relitti di variaepoca. L’intenso traffico marittimo dell’antichità è testi-moniato dalla ricchezza di alcuni centri limitrofi, anchese non fu soltanto la pratica del commercio marittimo afavorire la frequentazione di questi mari.Effettivamente, le fonti riportano che alcune operazionimilitari ebbero come scenario questo spazio di mare del-l’isola. Nell’area di Cala Rossa e Torre Molinazzo sisegnalano relitti; quello più noto è localizzato in locali-tà Mezza Praia: si tratta di una nave oneraria romana delI sec. d.C. che proveniva dalla Spagna, come testimo-niano le anfore recuperate del tipo Dressel 7 e 8.Probabilmente trasportava garum,4 infatti sulla costainsisteva un impianto per la lavorazione di questo pro-

Museo Regionale di Storia Naturale e Mostra Permanente del CarrettoSiciliano - Palazzo d’Aumale (Atrio), Terrasini (PA) foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda”

dotto, ma anche vino e lingotti di rame. La presenzanella stessa zona di anfore più antiche del tipo greco-ita-lico (III sec. a.C.) indica che in questo spazio di mare vifu un altro naufragio.Dal punto di vista culturale essa offre ugualmente nonpochi spunti interessanti. Un’importante tappa è costi-tuita dalla visita a Palazzo d’Aumale, una delle molteproprietà del duca Henry d’Orleans duca d’Aumale,figlio di Luigi Filippo re di Francia e di Maria Amelia diBorbone.All’interno del Palazzo si trova il Museo Regionale diStoria Naturale e Mostra Permanente del CarrettoSiciliano, che offre al visitatore due itinerari: il primogeo-paleontologico, il secondo etno-antropologico. Lasezione archeologica presenta una raccolta di numerosireperti rinvenuti nel mare antistante Terrasini e anchenei territori adiacenti. Di particolare rilievo la sala delleanfore, che ospita anfore puniche, romane, arabe emedievali.I ritrovamenti subacquei sono attualmente esposti nellaprima sala del museo, contestualizzati nella ricostruzio-ne di una sezione del Kyrenia, la nave greca da traspor-to del IV sec. a.C. naufragata a nord di Cipro. La rico-struzione di una tipica nave oneraria dei tempi, oltre acreare un’ambientazione idonea in cui collocare i reper-ti di archeologia subacquea, è stata effettuata anche ascopo esplicativo della tecnica costruttiva “frame first”e dei sistemi di stivaggio delle anfore nelle antiche navionerarie.Oltre ai reperti di provenienza sottomarina, la raccoltaarcheologica del museo comprende materiali rinvenutiin varie località site nell’entroterra o nelle immediatevicinanze di Terrasini. Di particolare rilevanza sono,fra gli altri, i reperti raccolti su Monte d’Oro(Montelepre). La tipologia dei manufatti indica unaprovenienza da centri a prevalente vocazione rurale ditipo agricolo. Infine, ma non meno importanti, sono ireperti provenienti da Cozzo Palombaro; il materialelitico rinvenuto testimonia, infatti, un’occupazionedella cavità fin dal Paleolitico Superiore, mentre l’in-sieme delle tipologie ceramiche recuperate, riconduco-no ad un orizzonte cronologico compreso fra la primaEtà del Bronzo e la media Età del Bronzo. Un indiziodi frequentazione umana già in epoca più antica è peròrappresentato dal rinvenimento di un bicchiere campa-niforme, vero fossile guida per l’Età Eneolitica, la cuipresenza è attestata in Sicilia tra la fine del III e l’ini-zio del II millennio a.C.

Note1 F. Giunta, “Breve storia della Sicilia”, in AA.VV., Guida della

Sicilia e delle isole minori, Palermo e Roma, Ugo La RosaEditore, 1990, p. 9.2 Cfr. G. Uggeri, “Itinerari e strade, rotte, porte e scali della Siciliatardoantica”, in Kokalos XLIII-XLIV, Palermo, GiorgioBretschneider editore, 1997/98, pp. 331-351. Fonti di riferimento

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Itinerari archeologici tra terra e mare

per l’itinerario sono: - Pomponius Mela - Iulius Solinus -

Itinerarium Antonini Aug. - Vibius Sequester - P. Victor, De regio-

nibus urbis Romae - Dionysius Afer, De situ orbis Prisciano inter-

prete, in Aedibus Aldi et Andreae Soceri, Venezia, 1518 -Itinerarium Antonini Augusti et Hierosolymitanum, ex libris manuscriptis ediderunt G. Parthey et M. Pinder, impensis FridericiNicolai, Berolini, 1848.3 Dal nome di una particolare spezia presente nella flora del posto.4 Una salsa mille usi, piccante, dal forte profumo, che i Romaniaggiungevano a tutto: alle minestre, verdure, secondi piatti, dolci.

Istituto Tecnico Statale per il Turismo “Marco Polo”

I docenti:

Teresa Manno e Antonietta Paternò referenti; VitoPecoraro referente per la progettazione

Le studentesse: Federica Canalella, Jessica Cuccì,Tamara Damasco, Simona Napoli, Laura Riccio

Cala Rossa, Favignana, foto F. Militello CRICD

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La Sicile a toujours été un microcosme: un monde composite où se sont rencontrés et affrontés despeuples et des races, religions et langues différentes qui ont laissé sur l’île des traces de leur pré-sence. On peut dire que de la préhistoire à nos jours, cet aspect cosmopolite ne s’est jamais démen-

ti. L’histoire de la Sicile a été mouvementée par la présence et les entreprises des principales forces poli-tiques qui ont évolué dans le bassin méditerranéen. L’apport varié et singulier de ces civilisations est enco-re perceptible aujourd’hui dans la société et les monuments siciliens.La découverte de cette magnifique île ne peut se passer de la visite de quelques étapes significatives de l’archéo-logie sous-marine sicilienne.

Les Iles Egades

En face de la côte ouest de Trapani, entourées d’une mer peu profonde, se trouvent les Iles Egades: Favignana,Levanzo et Marettimo sont les principales de l’archipel. Aujourd’hui, les eaux de l’archipel sont quotidiennementfendues par les étraves des ferries et des hydroglisseurs qui relient la Sicile aux Egades, mais, pendant des siè-cles, la mer fut traversée par les pérégrinations de peuples très anciens. Sur les terres émergées, des hommes dela préhistoire s’abritèrent dans des grottes où flottent encore les légendes homériques.

Trapani

Chef-lieu de département sur la côte nord-ouest de la Sicile. La première cité fut construite à l’emplacement duvillage sican de Drepano appelé ensuite Drepanon (faux) par les Grecs.Le trait de mer qui va de Trapani aux îles Egades, Marsala et le Stagnone présente des fonds très riches en histoi-re. Ici on a retrouvé le bateau punique du IVème siècle av. J.-C., des fragments d’amphores de type gréco-italiqueet des vases de production campanienne.

Mazara del Vallo

Au sud de Trapani, sur la côte occidentale de la Sicile, à l’embouchure du fleuve Mazaro, grâce à sa position géo-graphique, la ville a toujours été une escale maritime d’importance dès sa fondation comme comptoir phénicien(VI-Vème siècle av. J.-C.).L’ex église de S. Egidio abrite le Musée du Satyre dansant, rarissime exemple de statue en bronze grecque.

Terrasini

Ce village maritime se trouve à peu de kilomètres de Palerme, sur la côte dans le golfe de Castellammare. Le Musée abri-té à Palazzo d’Aumale mérite une halte pour ses collections naturaliste, archéologique et ethno-anthropologique. Dans lasection archéologique on peut trouver du matériel provenant des bateaux de transport ayant fait naufrage sur la côte ainsique des objets retrouvés sur le territoire de la commune, des époques punique, romaine, arabe et médiévale.

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Itinerari archeologici tra terra e mare

Sizilien ist immer ein Mikrokosmos gewesen: eine zusammengewürfelte Welt, in der sich Völker undRassen, Religionen und verschiedene Sprachen begegnet und miteinander in Konkurrenz getreten sind.

Alle haben auf der Insel Spuren ihrer Präsenz hinterlassen. Man kann behaupten, dass dieser kosmopolitischeCharakter von der Vorzeit bis heute nie aufgehört hat, zu existieren. Siziliens bewegte Geschichte beruht auf derExistenz und den Unternehmungen der tragenden politischen Kräfte, die sich im Mittelmeerbecken ausgebildethaben. Die vielfältigen und einzigartigen Beiträge dieser Zivilisationen sind auch heute noch im gesellschaftlichenLeben und an den sizilianischen Denkmälern sichtbar. Die Entdeckung dieser prachtvollen Insel kann nicht auf eine Besichtigung einiger signifikanter Etappen derunterseeischen sizilianischen Archäologie verzichten.

Die Ägadischen Inseln

Im Angesicht der Westküste von Trapani liegen umgeben von einem eher flachen Meer die Ägaden mitFavignana, Levanzo und Marettimo als Hauptinseln des Archipels. Heute spalten täglich Fähren und Gleitbootedas Wasser, die Sizilien und die Ägaden miteinander verbinden. Jahrhunderte lang waren es uralte Völker, diedas Meer bei ihren zahlreichen Reisen überquerten. Auf dem hier und da herausragenden Land suchten prähisto-rische Menschen Schutz in Grotten, über denen noch heute der Wind homerischer Legenden weht.

Trapani

Hauptort des Departements an der Nord-Westküste Siziliens. Die erste Stadt wurde an der Stelle gebaut, an dersich das sikanische Dorf Drepano befunden hatte, das später durch die Griechen fälschlicherweise Drepanongenannt wurde. Die Meeresgründe, die sich von Trapani bis zu den Ägaden, Marsala und den Isole delloStagnone di Marsala erstrecken, sind reich an Geschichte. Hier hat man das punische Schiff aus dem IV.Jahrhundert vor Christus wieder gefunden ebenso wie Fragmente von griechisch-italischen Amphoren und Vasenaus campanischer Herstellung.

Mazara del Vallo

Auf Grund seiner geographischen Lage südlich von Trapani an der Westküste Siziliens und zugleich an derMündung des Flusses Mazarro gelegen, war die Stadt seit ihrer Gründung als phönizischer Handelplatz (VI. – V.Jahrhundert vor Christus) immer ein bedeutender maritimer Anlegeplatz. Die ehemalige Kirche des heiligen Egidio beherbergt das Museum des tanzenden Satyrs, äußerst seltenesExemplar einer griechischen Bronze-Statue.

Terrasini

Das Dorf liegt wenige Kilometer von Palermo entfernt an der Küste im Golf von Castellammare. Das im Palazzod’Aumale befindliche Museum ist eine Besichtigung seiner naturalistischen, archäologischen und ethno-anthro-pologischen Sammlungen wert. In der archäologischen Abteilung findet man Material von vor der Küste hava-rierten Transportschiffen ebenso wie aus verschiedenen Epochen (punisch, römisch, arabisch und mittelalterlich)stammende Objekte, die auf dem Gelände der Gemeinde gefunden wurden.

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Sicily has always been a microcosm: a composite world where peoples met and fought and where differentraces, religions and languages left the marks of their presence. It can be said that from prehistory to date, this

cosmopolite aspect never faded away. History of Sicily has been animated by the presence and the enterprises of themain political forces operating in the Mediterranean. The varied and peculiar contribution of those civilisations is stillto be sensed today in Sicilian society and monuments.The discovery of this magnificent island cannot leave out the visit of some significant milestones of the Siciliansubmarine archaeology.

Egidean Islands

The Egidean Islands, encircled by a shallow sea, lie in front of the western coast of Trapani: Favignana, Levanzoand Marettimo are the main islands of the archipelago. Today, the waters of the archipelago are parted daily bythe stems of the ferries and of the hydrofoils connecting Sicily to the Egidean Islands. but, for ages, this sea hasbeen crossed by very ancient peoples. On the lands above sea level, prehistoric men found a shelter in caveswhere Homeric legends are still living.

Trapani

Provincial capital on the north-western coast of Sicily. The first city was built on the place of the Sicanian villageDrepano, later called Drepanon (wrong) by the Greeks. The stretch of sea going from Trapani to the Egidean Islands, Marsala and the Stagnone has a bed rich in histo-ry. It is here that a Punic ship of the fourth century B.C., some fragments of amphorae of Greek-italic type andvases produced in Campania were found.

Mazara del Vallo

South of Trapani, on the western coast of Sicily and on the mouth of the Mazaro River, thanks to its geographi-cal position, this city has always been an important maritime call till its establishment as a Phoenician settlement(sixth and fifth century B.C.).The former S. Egidio church hosts the Dancing Satyr’s Museum featuring this extremely rare example of a Greekbronze statue.

Terrasini

This sea village is situated at a few kilometres from Palermo on the coast of the Castellamare Gulf. The Museuminside the Palazzo d’Aumale deserves a visit due to its naturalistic, archaeological and ethno-anthropological col-lections. The archaeological section features materials coming from merchant ships sunk on the coast as well asartefacts of the Punic, Roman, Arab and Mediaeval ages discovered in the municipal territory.

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A scuola di catalogazione. La lettura di un oggetto

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Finalità del progetto scolastico– Acquisizione di competenze specifiche anche ai fini

di orientamento.– Creazione di collegamenti fra varie discipline

(Architettura, Ornato disegnato e Storia dell’Arte).– Individuazione di valori espressivi come linea, forma

e colore.– Sensibilizzazione verso i beni culturali.

Metodo “scientifico”: conoscenza ed uso– Raccolta di dati materiali; loro minuziosa e ordinata

elaborazione con l’uso di competenze diverse.

Tempi– L’attività si è svolta nel periodo novembre - maggio,

in orario scolastico; ad essa hanno partecipato alunnidi tre classi diverse.

Obiettivi raggiunti

OSSERVAZIONEPotenziamento ed affinamento.

ANALISIAcquisizione di regole per l’analisi di un oggetto edindividuazione degli elementi che lo costituiscono.

DESCRIZIONECodifica e decodifica, con linguaggi diversi, degli ele-menti acquisiti durante l’analisi e attraverso la cono-scenza e l’uso di termini specifici.

L’esperienza dal punto di vista degli alunni

“...Sicuramente la compilazione della scheda è risultataper noi la parte più complessa ed impegnativa. Un sug-gerimento per miglio-rare il progettopotrebbe essere larielaborazione e quin-di la semplificazionedella stessa scheda. Èstata molto interessan-te l’attività di rilievo,a contatto con i reper-ti e poi quella graficae pittorica specificadell’indirizzo di studidel liceo. Comunque èstata un’esperienzanuova che ci potràessere utile in futuro.”

La didattica

La LETTURA di unOGGETTO si articola indue fasi distinte: laprima che chiameremo“senza aver studiato”affina le capacità diosservazione e la secon-da “dopo aver aver stu-diato” consente la cata-logazione attraversol’uso del linguaggio deldisegno.

La pubblicazione di unaricerca è un momento

importante, offerto a tutti: serve a ripercorrerne le fasi,controllarne la correttezza ed esprimere giudizi sui risul-tati conseguiti.Ciò è sempre vero ma lo è, di più, nella scuola per ilruolo formativo che essa riveste.Questo progetto è stato condotto come un normale eser-cizio scolastico e in questa ottica vanno letti i risultatifinali.La nostra scelta didattica è stata quella di privilegiare “ildisegno strumento efficacissimo di percezione e diespressione di concetti, che non vanno altrimenti com-presi” secondo l’insegnamento di Giuseppe DamianiAlmeyda a cui si è fatto riferimento nella stesura delletavole grafiche.L’ analisi ravvicinata ha obbligato i ragazzi ad osserva-re ed infine descrivere – con le linee, i colori e le parole– quel che si vede, facendo ricorso a confronti con altrioggetti, alla consultazione di più fonti e alla conoscenzadi materiali e tecniche. Dunque da una prima valutazio-ne dell’oggetto, che è avvenuta attraverso un’operazio-ne spontanea, si è pervenuti ad una puntuale descrizioneelaborata attraverso la restituzione grafica e la scheda dicatalogazione di cui è parte integrante; le foto scattate daprofessori ed alunni sono state un utilissimo materiale distudio. Questa operazione ha comportato parecchie dif-ficoltà sia nella ricerca delle soluzioni grafiche più ido-nee sia per la “freddezza” analitica della scheda di cata-logazione che ha richiesto la conoscenza e l‘utilizzazio-ne di un lessico specifico.

Finalità, metodi e tempi

Prerequisiti degli alunni– Conoscenza del linguaggio visuale e di tecniche gra-

fiche e pittoriche.– Capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo.

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Fasi di lavoro

Le visite

PALAZZO D’AUMALE - Terrasini

La visita ha molto interes-sato i ragazzi per la grandechiarezza espositiva delmuseo che ha loro comu-nicato, in maniera sempli-ce ma efficace, la naturadei materiali esposti,creando motivazione.

MUSEO DEL SATIRO - Mazaradel Vallo

La visita guidata introduce il temadel corso. E’ presentato un repertodi grande fascino e si propone unaforma semplificata di scheda perfavorire l’approccio al metodo del-la catalogazione.

Il lavoro dei ragazzi

SOPRINTENDENZA DEL MARE– sono presentati ed assegnati i reperti;– si fotografano;– si procede al rilievo ed ai primi schizzi con le indica-

zioni di esperti e docenti;– si elaborano gli appunti per la compilazione di sche-

de e disegni.

A SCUOLA

Rielaborazione

Si esamina e si sceglie il materiale utile raccolto inSoprintendenza.

Progetto

Si elabora il modello base di tavola, scegliendo le tecni-che grafico-pittoriche più adatte alla rappresentazione.

Catalogazione

Ogni alunno consulta la bibliografia predisposta e com-pila la scheda RA.Dall’osservazione alla descrizione Si eseguono saggi grafici e prove di colore per creare,nella tavola definitiva, corrispondenza fra descrizioneverbale e grafica.

Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

I Docenti

Francesco Paolo Carmicino, Simona Gandolfo, EnzoRosario Mazzola, Angela Gabriella Salvagio, NunzioSpitalieri e i Consigli delle Classi 2°B, 3°B, 3°E

Gli Alunni

Marco Ansaldi, Giulia Ajovalasit, Francesca Aronica,Esmeralda Calamonaci, Clelia De Simone, Martina DiGangi, Simona Fenoaltea, Antonio La Barbera, MarinaLombardo, Monica Lombardo, Simone Oca, FedericaPalmisano, Giulia Pecoraro

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Un’attività didattica dopo la visita al Museo di Terrasini...

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Simone Oca, Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”, nave da trasporto, vista dall’alto, acquerello su car-toncino. Rielaborazione del relitto Kyrenia- Museo di Terrasini.

Simone Oca, Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”, nave da trasporto, spaccato, acquerello su carton-cino. Rielaborazione del relitto Kyrenia - Museo di Terrasini.

Sala espositiva - Ricostruzione del relitto Kyrenia, Museo Regionale di Storia Naturale e Mostra perma-nente del Carretto Siciliano - Palazzo d’Aumale, Terrasini (PA), Archivio Fototeca CRICD

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Schede

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Indiceschede

Anfora da trasporto tipo Keay LII

Anfora da trasporto tipo Africana II

Anforetta

Brocchetta

Anfora da trasporto tipo Dressel 28

Anforetta

Anfora da trasporto tipo Keay LII

Ceppo di ancora

Anfora da trasporto tipo Almagro 51 c

Piatto

Tubulo

Ceppo di ancora

Anfora da trasporto tipo Keay XXV

Anfora da trasporto tipo Dressel 1

Anfora da trasporto tipo Malta 1

Anfora tipo Dressel 23

Anfora da trasporto tipo MGS III

Anfora da trasporto tipo Almagro 51 c

Anfora da trasporto tipo Gallica 4

Anfora da trasporto punica tipo Maña C1

Anfora da trasporto tipo Keay XXV

Anforetta

Piatto

Anfora da trasporto tipo Beltrán II A

Tubulo

1

2

3

4

5

6

7

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

1

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: Nobiliare LDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 110

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

SPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti lacosta di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo Keay

LIIOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo verticale estro-

flesso svasato; collo cilindrico più stretto all’al-tezza dell’orlo; spalla obliqua curvilinea indi-stinta dal corpo piriforme che si assottiglia versoil fondo piatto con piede ad anello; anse vertica-li a bastoncello impostate sotto l’orlo e sullaspalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: IV//VII d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione Calabria e SiciliaATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla compatta di colore rossastroMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 51MISD Diametro: 30MISV Varie: Spessore orlo 2; altezza collo 10

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta da

macchie di varie dimensioni di colore scuro, daconcrezioni marine le quali risultano maggiormen-te concentrate sull’orlo, sul collo e su una delleanse. Tali concrezioni sono ciò che rimane di orga-nismi viventi appartenenti alla famiglia degli anel-

lidi policheti chiamati serpulidi che abitano in tubicalcarei di cui si conservano ancora dei resti.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfore di piccole dimensioni, destinate al traspor-to di vino, fabbricate in alcuni centri meridionalidella nostra penisola in età tarda. Tali contenitori

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segnarono una ripresa della produzione italicacome attesterebbe la diffusione di questo tipo dianfore nei circuiti commerciali del Mediterraneo.Frequenti risultano infatti i ritrovamenti sottoma-rini di anfore Keay LII come il caso del relitto diPunta Castelluzzo o “del punto16” presso Naxos,o quello di Capo Alfieri nei pressi di Crotone ilcui carico principale doveva essere costituito daquesto tipo di anfore. Queste attestazioni subac-quee si affiancano a quelle, abbastanza numerosedei siti terrestri che contribuirebbero a testimonia-re -nel periodo che va dalla fine del IV fino al VIIsecolo d.C. - una significativa diffusione di questicontenitori italici da Marsiglia a Roma, a Napoli,a Capua, all’Adriatico fino al Mediterraneo orien-tale e all’Africa. (Vedi anche scheda n. 7).

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegni quotatiFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 98,

112BIBC Curatore: Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Archeologia

SubacqueaBIBO Autore del contributo: Volpe G.BIBT Titolo del contributo: Archeologia subacquea

e commerci in età tardoantica.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

594-595

BIBA Autore: Keay S. J.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Late Roman Amphorae in the Western

Mediterranean. A tipology and economic study:the Catalan evidence.

BIBL Luogo di pubblicazione: OxfordBIBD Anno di pubblicazione: 1984 BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

267-268

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Ajovalasit G.

Giulia Ajovalasit, anfora da trasporto tipo Keay LII, tecnica mista su car-toncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

2

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 111

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

SPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti lacosta di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Africana II (Africana grande)OGTO Indicazioni sull’oggetto: Alto labbro verticale

estroflesso con profilo arrotondato, svasatoall’interno; collo cilindrico largo e breve; spallaobliqua; corpo cilindrico massiccio; puntale diforma troncoconica; piccole anse verticali abastone con costolatura centrale impostate tra ilcollo e la spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: II//IV d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione nordafricanaATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla compatta di colore beigeMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 67MISD Diametro: 36MISV Varie: Circonferenza max. 135; spessore labbro

1,25; diametro bocca esterno 13,5; diametrobocca interno 11; altezza puntale 9,5.

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie quasi intera-

mente ricoperta da concrezioni marine. Tali con-crezioni risultano maggiormente concentratesull’orlo, collo e anse.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di anfore pro-

dotte nel Nord Africa, in Byzacena e Zeugitana,l’attuale Tunisia usate per il trasporto dell’ oliod’oliva, forse anche della salsa di pesce.Tra i contenitori più attestati nel Mediterraneooccidentale queste anfore furono presenti sul

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mercato soprattutto fra il III e il IV secolo d.C.La presenza nel Nord Africa di numerosi impian-ti per la produzione dell’olio e dei prodotti dellalavorazione del pesce è confermata dagli scavima anche dalla fotografia aerea che ha permessodi localizzare tali impianti nei pressi dei qualispesso si trovavano le officine per la fabbricazio-ne delle anfore in modo che il prodotto venissecaricato in tempi brevi per l’esportazione.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB. CC. AA. e P I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Profilo e spaccato ALGN Numero allegato grafico: 02ALGP Tipo: ParticolariFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

140-141; p. 144

BIBC Curatore : Volpe G. BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Archeologia SubacqueaBIBO Autore del contributo: Panella C.BIBT Titolo del contributo: Anfore e Archeologia

Subacquea

BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 577

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007

Marco Ansaldi, anfora da trasporto tipo Africana II, tecnica mista su car-toncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

Marco Ansaldi, anfora da trasporto tipo Africana II, (particolari), pastel-li su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

3

51

CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 112

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforettaOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo ispessito ed

estroflesso a profilo triangolare; corto collo tron-coconico indistinto; spalla obliqua e curvilinea;corpo globulare; fondo piatto con piede a disco;larghe anse verticali a nastro con scanalaturacentrale impostate sulle spalle e rimontanti finoad arrivare all’altezza dell’orlo.

CLS Classe e/o produzione: Ceramica comune

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età medie-

valeDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: IX//X d.C.DTZV Validità: Circa

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla di colore rosso-arancioMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 20MISD Diametro: 16MISV Varie: Diametro bocca 5,5; spessore orlo 0,5;

larghezza anse 2,5

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta da

macchie di varie dimensioni di colore rossoscuro e da concrezioni marine le quali risultanomaggiormente concentrate sull’orlo, sul collo, suuna delle anse e su un lato del vaso.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di anforette di

piccole dimensioni dal corpo globulare, contrad-distinte da un ampio numero di forme la cui ori-gine non è ancora del tutto chiara. Anfore ispira-te a questo tipo sono state prodotte anche inItalia centrale e meridionale, in territori legaticulturalmente e politicamente all’impero bizan-tino.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

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AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegno quotatoFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 03FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBA Autore: Bruno B.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: L’Arcipelago maltese in età romana e

bizantina. Attività economiche e scambi al cen-tro del Mediterraneo.

BIBL Luogo di pubblicazione: BariBIBZ Editore: EdipugliaBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata:

p. 151-157; p. 150, tav. 40, 8-10; p. 156, fig. 46

BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: La ceramica

medievale nel Mediterraneo occidentale.BIBO Autore del contributo preso in esame: Romei D.BIBT Titolo del contributo: La ceramica medievale

a Roma nella stratigrafia della Cripta Balbi.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1986BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 372

tav. 3,3

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Aronica F.

Francesca Aronica, anforetta, tecnica mista su cartoncino.Soprintendenza del Mare. Palermo

Anforetta, Soprintendenza del Mare, foto Liceo Artistico “G. DamianiAlmeyda”

Anforetta, Soprintendenza del Mare, foto Liceo Artistico “G. DamianiAlmeyda”

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

4

53

CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovest

INV INVENTARIO

INVN Numero: 113

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: BrocchettaOGTQ Qualificazione

OGTO Indicazioni sull’oggetto: Ampia bocca con orloindistinto; breve collo cilindrico appena allarga-to verso l’orlo; corpo globulare leggermenteasimmetrico in quanto meno rigonfio nella partein cui è presente l’ansa; basso piede ad anello;ansa verticale a bastoncello a sezione ovaleimpostata sull’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Ceramica comune

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tar-

doanticaDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: Fine III//IV d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione africana (?)

ATBM Fonte: BibliografiaMI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla compatta di colore rossastroMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 23MISD Diametro: 15,6MISV Varie: Diametro bocca 8,7; diametro piede 12.;

spessore piede 1,3

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: La superficie è quasi

interamente ricoperta sia all’interno che all’e-sterno da concrezioni marine le quali determina-no il caratteristico colore biancastro specialmen-te su una parte del corpo e sull’ansa. Macchie dicolore rossastro sul collo e sull’altra parte delcorpo. Scheggiature e piccole lacune sull’orlo.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di una broc-

chetta di piccole dimensioni presumibilmentericonducibile per la forma alla produzione afri-cana di ceramica comune, attestata in contesti difine III–IV secolo d.C. Inizialmente di formabiconica tale tipologia di brocchetta tende inseguito ad assumere un aspetto piriforme.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblico

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CDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-sessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegno quotatoFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONE

BIBA Autore: Bonifay M.BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo: études sur la céramique romaine tardive

d’AfriqueBIBL Luogo di pubblicazione: OxfordBIBZ Editore: ArcheopressBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 284,

fig. 8; p. 285

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Calamonaci E.

Esmeralda Calamonaci, brocchetta, tecnica mista su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

5

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 114

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica

OGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo verticale estro-flesso inclinato verso il basso; collo cilindricolargo e breve; spalla obliqua curvilinea corpoovoide che si assottiglia verso il fondo piatto conpiede ad anello; anse verticali a bastone schiac-ciato con scanalature centrali impostate sottol’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: I//II d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione Betica (Andalusia,Spagna)

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla compatta di colore rossastroMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 46,2MISV Varie: Circonferenza max. 34,7; diametro bocca

11,8; diametro piede 14.

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta da

macchie di varie dimensioni di colore rossoscuro, da concrezioni marine le quali risultanomaggiormente concentrate sull’orlo, collo e suuna delle anse. Sono presenti, infatti, i resti deitubi calcarei che ospitavano i serpulidi apparte-nenti alla famiglia degli anellidi policheti. Sonopresenti inoltre alcuni piccoli fori.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Questa forma rientra in

una famiglia di piccoli contenitori a fondo piano

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- le cosiddette Dressel 28 - utilizzate per il com-mercio delle conserve di pesce, forse del vino,prodotti in Spagna nella regione Betica la princi-pale regione produttrice di salse di pesce e ali-menti derivati e la cui esportazione interessòtutti i centri del Mediterraneo, il Nordafrica,l’Europa interna. Una decadenza delle esporta-zioni betiche si registra dalla fine del II secolod.C. quando iniziarono a diffondersi i prodottidella Lusitania e quelli dell’Africa i quali domi-narono il mercato nel periodo tardoantico.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Sicilia-na//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarni, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegno quotatoFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 03FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBC Curatore: Gandolfi D.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo monografia o periodico: La ceramica e

i materiali di età romana.BIBO Autore del contributo preso in esame: Bruno B.BIBT Titolo del contributo: Le anfore da trasporto.BIBL Luogo di pubblicazione: BordigheraBIBZ Editore: Istituto Internazionale di Studi LiguriBIBD Anno di pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 372

tav. 3,3BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 120;

p. 135

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: De Simone Cl.

Clelia De Simone, anfora da trasporto tipo Dressel 28, tecnica mista su cartoncino.Soprintendenza del Mare. Palermo

Anfora da trasporto tipo Dressel 28, Soprintendenza delMare, foto Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

6

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE: PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 115

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforettaOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo verticale svasa-

to ed aggettante, nettamente distinto dal collotroncoconico allungato; spalla obliqua carena-ta; corpo piriforme affusolato verso il basso;corto puntale pieno; anse verticali a nastro conscalanatura centrale impostate sulle spalle erimontanti fino ad arrivare quasi all’altezzadell’orlo.

CLS Classe e/o produzione: Ceramica comune

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: Fine IV//V d.C.DTZV Validità: CircaDTZF Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla di colore rosso ocraMTCT Tecnica: Tornio (A)

MIS MISURE

MISA Altezza: 41,70MISD Diametro: 22MISV Varie: diametro bocca 9,5; orlo 0,8

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta su

un lato da macchie di colore marrone scuro.Concrezioni marine ricoprono quasi interamenteil resto del vaso risultando maggiormente con-centrate sull’orlo, sul collo e sulle anse.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di anforet-

te di piccole dimensioni presumibilmenteusate per l’approvvigionamento di bordo odestinate allo scambio per corrispondenti par-ticolari. Un’anfora simile per forma e dimen-sioni è stata ripescata nel 1989 sul relitto“Isis”, un piccolo naviglio che trasportava uncarico di anfore cilindriche di grandi e mediedimensioni, inquadrabile nell’ultimo quartodel IV sec. d.C.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegno quotatoFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

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DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo monografia o periodico: Archeonautica 13BIBO Autore del contributo preso in esame:

Santamaria C.BIBT Titolo del contributo: L’èpave Dramont E à

Saint Raphaël.BIBL Luogo di pubblicazione: ParigiBIBD Anno di pubblicazione: 1995BIBY Pagine contenenti porzione interessata p. 58;

p. 63BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo monografia o periodico: Journal of

Roman Archeology supplemento n.13

BIBO Autore del contributo preso in esame:McCann A.M.

BIBO Autore del contributo preso in esame: Freed J.BIBT Titolo del contributo: Deep Water Archeology. A

Late Roman Ship from Carthage and ancient TradeRoute near Skerki Bank off Northwest Sicily

BIBD Anno di pubblicazione: 1994BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 40-

41 figg. 10, 15, 34

CM COMPILAZIONE

CMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Di Ganci M.

Martina Di Gangi, anforetta, tecnica mista su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

7

59

CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarni, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 116

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo Keay

LIIOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo quasi del tutto

mancante; collo cilindrico breve; spalla obliquaa profilo curvilineo, indistinta; corpo ovoidesegnato da solcature orizzontali e parallele dovu-te al tornio, che si assottiglia verso il fondoombelicato; anse verticali a bastone con costola-tura centrale impostate immediatamente sottol’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tar-

doanticaDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: IV//VII d. C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione Calabria e Sicilia

ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: Argilla compatta di colore rosatoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISURE

MISA Altezza: 49MISD Diametro: 30MISV Varie: Rientranza piede 5; diametro bocca:

esterno 7; interno 6; orlo 0,5

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: Parzialmente integraSTCS Indicazioni specifiche: Manca buona parte del-

l’orlo. Superficie ricoperta da vasta macchia dicolore rosso ruggine, da concrezioni marine spar-se. Si tratta di tubi calcarei che in mare sono abita-ti da organismi viventi chiamati serpulidi apparte-nenti alla famiglia degli anellidi policheti.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di una produ-

zione di piccole anfore vinarie a fondo piano,denominate Keay LII, fabbricate in alcuni centridell’Italia meridionale (Calabria) e della Sicilia(zona dello Stretto di Messina) che attesterebbe-

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ro una significativa ripresa del commercio divino italico tra il IV e il V sec. d.C. nelMediterraneo, commercio che, durante il I sec.d.C. ma soprattutto nel II d.C., in seguito ad unarapida e considerevole affermazione di alcuneimportanti produzioni vinarie iberiche e gallicheaveva subito un notevole calo portando comeconseguenza addirittura alla scomparsa di alcunetipologie anforarie (ad esempio i tipi Dressel 2-4). I numerosi rinvenimenti terrestri, affiancatida quelli marini -cospicuo infatti il numero direlitti il cui carico principale era costituito daanforette di questo tipo- testimonierebbero dun-que la larga diffusione dei vini italici fra il IV eV sec. d.C. mentre l’uso di queste anfore risultaancora attestato in contesti databili fino al VIIsec. d.C. (Vedi anche scheda n.1)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo Via Lungarni, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Profilo e spaccato ALGN Numero allegato grafico: 02ALGP Tipo: Particolari

FTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBC Curatore: Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Archeologia

SubacqueaBIBO Autore del contributo: Volpe G.BIBT Titolo del contributo: Archeologia subacquea

e commerci in età tardoantica.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata:

p. 594-595BIBA Autore: Keay S. J.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Late Roman Amphorae in the Western

Mediterranean. A tipology and economic study:the Catalan evidence.

BIBL Luogo di pubblicazione: OxfordBIBD Anno di pubblicazione: 1984BIBY Pagine contenenti porzione interessata:

p. 267-268

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Fenoaltea S.

Simona Fenoaltea, anfora da trasporto tipo Keay LII, acquerello su car-toncino. Soprintendenza del Mare

Simona Fenoaltea, anfora da trasporto tipo Keay LII, (particolari), pastel-li su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”

ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE

PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA

LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIO

INVN Numero: 117

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

LGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTO

OGTD Definizione: Ceppo di ancoraOGTO Indicazioni sull’oggetto: Ceppo di ancora fisso

a scatola rettangolare con perno centrale di fis-saggio. Presenta una torsione contrapposta dientrambi i bracci: da un lato verso il basso, dal-l’altro verso l’alto. Le estremità dei bracci sonotondeggianti. Da notare su uno dei bracci la pre-senza di una piccola cavità.

CLS Classe e/o produzione: Ancore

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età elleni-

stico-romana

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICA

MTCM Materia: PiomboMTCT Tecnica: Fusione (A)MIS MISURE

MISN Lunghezza: 137MISV Varie: Larghezza scatola 22,5

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONE

STCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta in

buona parte da concrezioni marine. Macchie dicolore verdastro dovute alla ossidazione causatadalla secolare permanenza in mare.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un ceppo di

ancora di nave presumibilmente romana. Leancore romane erano costituite da un fusto dilegno con marre (bracci fissi o mobili delle anco-re che si fissano sul fondale per farvi presa) for-temente piegate al quale veniva saldato un ceppodi piombo che serviva per appesantire l’ancoraagevolando in tal modo la disposizione orizzon-tale del fusto ligneo sul fondale e permettendocosì alle marre di fare presa. L’uso del ceppoplumbeo sostituì a partire dal IV sec. a.C. quellodi pietra in uso in età arcaica e classica. Questotipo di ceppo comportava notevoli vantaggi:maggiore resistenza, facilità di realizzazione,resistenza alla corrosione marina. I ceppi si pos-sono distinguere essenzialmente in due categorie:ceppi di tipo fisso e ceppi di tipo mobile. Il primocostituito da due bracci e scatola centrale all’in-terno della quale è presente un perno che venivafuso all’interno del fusto, anche i bracci eranofusi intorno alla trave di legno in un appositostampo. Il secondo, costituito da una semplicebarra di piombo, era privo di scatola e perno cen-trale, per questo motivo poteva essere facilmentesmontato e applicato su altre ancore di bordo.Numerosi fra i ceppi rinvenuti presentano iscri-zioni relative a nomi di persona o di divinità, maanche motivi decorativi o simboli, che di solitoavevano una funzione di buon augurio per i navi-ganti. Tali elementi sono estremamente impor-tanti in quanto forniscono indicazioni sulla cro-

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nologia, specie nei casi in cui mancano i dati rela-tivi al contesto di ritrovamento.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICA

CDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//Asses-

sorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprinten-denza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICI

ALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegni quotatiFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitaleFTAN Numero allegato fotografico: 02FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA

BIBF Tipo: QuadernoBIBG Titolo: Quaderni del Museo Archeologico

Regionale “Antonino Salinas”BIBO Autore del contributo: Sarà G.BIBT Titolo del contributo: Materiali della collezio-

ne subacqueaBIBL Luogo di pubblicazione: PalermoBIBZ Editore: PublisiculaBIBD Anno della pubblicazione: 2007BIBY Pagine contenenti porzione interessata:

p. 168-183BIBA Autore: Beltrame C. BIBF Tipo: MonografiaBIBG Titolo: Vita di bordo in età romanaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata:

p. 15-20BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Atti del Convegno di Archeologia subac-

quea (Anzio, 30-31 maggio-1 giugno 1996)BIBO Autore del contributo: Cester R.BIBT Titolo del contributo: Rinvenimenti sporadici

dallo Stretto di Messina: i ceppi d’ancoraBIBL Luogo di pubblicazione: Bari

BIBZ Editore: EdipugliaBIBD Anno della pubblicazione: 1997BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

169-191

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONE

CMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: La Barbera A.

Antonio La Barbera, ceppo di ancora, matite colorate acquerellabili sucartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

Ceppo di ancora, Soprintendenza del Mare, foto Liceo Artistico“G. Damiani Almeyda

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 118

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Almagro 51cOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo estroflesso a pro-

filo arrotondato sottolineato da una risegamediana; collo cilindrico stretto e breve; spallaobliqua a profilo curvilineo indistinta; corpomassiccio piriforme che si assottiglia verso ilfondo terminate con un basso puntale cilindricoall’interno concavo; anse verticali a nastro lar-ghe e abbastanza spesse, impostate immediata-mente sotto l’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: III//V d.C.

DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione Lusitania (attuale

Portogallo)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore rossoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 97 MISD Diametro: 43MISV Varie: Spessore orlo 3; puntale 5

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta in

parte da macchie di varie dimensioni di colorescuro e da concrezioni marine sparse, maggior-mente concentrate sul collo.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di una produzio-

ne di anfore utilizzate per il trasporto di salsa dipesce, fabbricate in Lusitania, l’attuale Portogallo,denominate dal nome degli studiosi che le hannoclassificate Almagro 51c o Keay XXIII e dal luogo

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di produzione Lusitana IV. La Lusitania infatti,accanto alla provincia africana della Mauretania,fu la regione che dalla fine del II secolo d.C.divenne la principale esportatrice di prodotti deri-vati dalla lavorazione del pesce tra i quali il famo-so garum salsa salata e molto aromatica a base dipesci ricchi di grasso e di interiora di pesce.In Portogallo appunto, sulle coste a sud del fiumeTago e in Algarve, sono state rinvenute officineadibite a tale lavorazione e fabbriche di anforedestinate al trasporto di questi prodotti: le cosid-dette Almagro 50 e Almagro 51. Del nostro tipo,Almagro 51, sono attestate tre varianti indicatecon le lettere a, b, c diffuse dal III al V secolod.C. in tutto il Mediterraneo, specialmente occi-dentale. I numerosi rinvenimenti di questo tipo dianfore, sia terrestri che subacquei, testimoniereb-bero infatti della rotta esistente fra il IV e VI sec.d.C. tra l’area meridionale della penisola iberica,più specificatamente la Lusitania, e i mercatidella Sardegna, della Gallia ma soprattutto diRoma e della penisola italiana.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICIALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Profilo e spaccato ALGN Numero allegato grafico: 02ALGP Tipo: ParticolariFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBC Curatore: Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Archeologia

SubacqueaBIBO Autore del contributo: Volpe G.BIBT Titolo del contributo: Archeologia subacquea

e commerci in età tardoantica.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

601-609

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Lombardo Marina

Marina Lombardo, anfora da trasporto tipo Almagro 51 c, tecnica mistasu cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

Marina Lombardo, anfora da trasporto tipo Almagro 51 c, penna su car-toncino, (particolari). Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONE: PVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 119

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: PiattoOGTO Indicazioni sull’oggetto: Piatto da mensa con

tesa modanata e bordo aggettante a sezione trian-golare decorato a rotella. Il tondo centrale è messoin risalto da cerchi concentrici. Le superfici sonoben lisciate e dovevano essere ricoperte dallacaratteristica vernice lucida oggi evanida.

CLS Classe e/o produzione: Terra sigillata africana

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: Fine IV//V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione africanaATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore rosso-aran-

cioMTCT Tecnica: Tornio (A); decorato a rotellaMIS MISUREMISA Altezza: 2,9MISD Diametro: 28

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: RicomponibileSTCS Indicazioni specifiche: Il piatto si presenta

composto di due parti ricomponibili. Sbreccia-ture e piccole lacune sull’orlo. Evanida la verni-ce che di solito dava a questo tipo di vasellameun aspetto più o meno lucido.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di vasellame

fine da mensa: piatti, scodelle, tegami, brocche esimili, fabbricati nel Nord Africa, realizzatiesclusivamente a matrice e caratterizzati da sot-tigliezza degli spessori e semplicità delle forme.Tale ceramica è stata denominata dagli archeolo-gi sigillata africana per distinguerla da quella cd.sigillata italica, ceramica molto pregiata, prodot-ta ad Arezzo, di impasto assai fine caratterizzatada un rivestimento rosso lucido che si ottenevaimmergendo il vaso in un’argilla diluita ricca diferro prima della cottura del vaso. La sigillataafricana fu ampiamente esportata, spesso inaccompagno ai carichi di anfore, su quasi tutti imercati del Mediterraneo dalla metà del III seco-lo al V secolo d.C. inoltrato. Essa testimonial’importanza centrale delle produzioni agricoleafricane anche nell’economia tardoantica del-l’impero romano nonostante l’invasione delNord Africa da parte dei Vandali.

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DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICIALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegni quotati e restituzione pittoricaFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIA BIBA Autore: Gini G.BIBF Tipo: Libro

BIBG Titolo: Pantelleria e l’archeologiaBIBL Luogo di pubblicazione: AlcamoBIBZ Editore: Arti graficheBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 87, 89BIBA Autore: Bonacasa Carra R. M. BIBA Autore: Panini R.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo monografia o periodico: La Sicilia cen-

tro-meridionale tra il II e il VI sec. d.C.BIBL Luogo di pubblicazione: CaltanissettaBIBZ Editore: Salvatore SciasciaBIBD Anno di pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 74;

p. 83-84

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Lombardo Monica

Monica Lombardo, piatto, china su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovest

INV INVENTARIOINVN Numero: 120

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TP SPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: Tubulo fittileOGTO Indicazioni sull’oggetto: Tubulo da costruzione

di piccole dimensioni, cavo all’interno; corpo diforma cilindrica, caratterizzato da solchi oriz-zontali paralleli a profilo concavo che interessa-no più della metà inferiore del corpo. Beccuccio cilindrico leggermente rastrematoverso l’alto e aperto alla sommità.

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: III //V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione nordafricana (?)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore arancione-

rossastroMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 13,8MISV Varie: Spessore orlo 0,5; diametro 5,4

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegroSTCS Indicazioni specifiche: Superficie interna ed

esterna quasi interamente ricoperta da concre-zioni marine. Piccole lacune sull’orlo; sbreccia-ture sparse, specie in corrispondenza delle partisporgenti.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di quel tipo

di tubi fittili rinvenuti in numerosi relitti delMediterraneo di cui lo studioso Santamaria C.riconosce tre tipologie. Il nostro tubulo rientre-rebbe nella terza variante caratterizzata rispettoalle altre due da un’altezza ridotta. Questi tubu-li vennero usati per la costruzione di coperturea volta e di cupole in molti edifici africani,ravennati e della Gallia meridionale, ma anchesiciliani dalle Isole Egadi a Lilibeo, Caucana,Catania, Siracusa e in località dell’interno.Infatti, già nel II-III sec. d. C. , ma soprattuttonel V e VI secolo, questi oggetti vennero diffu-samente utilizzati in ambito edilizio. Il fatto chesiano stati rinvenuti in relitti adibiti al trasportodi anfore africane fa supporre che il NordAfrica fosse la zona di produzione e che questi

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tubuli fossero oggetto di commercio. Moltoprobabilmente, in alcuni casi, furono adoperatianche come elementi di spessore per evitarepossibili fratture alle anfore stesse durante ilviaggio. (Vedi anche scheda n. 25)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo Via Lungarni, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICIALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegni quotati e restituzione pittoricaFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Beltrame C.BIBF Tipo: MonografiaBIBG Titolo: Vita di bordo in età romanaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e Zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 96-97BIBA Autore: Uggeri G.BIBF Tipo: CatalogoBIBG Titolo: La Sicilia centro-meridionale tra il II ed

il VI sec. d.C.BIBL Luogo di pubblicazione: CaltanissettaBIBZ Editore: Salvatore SciasciaBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 53

BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo monografia o periodico: Archeonautica 13BIBO Autore del contributo preso in esame:

Santamaria C.BIBT Titolo del contributo: L’èpave Dramont “E” à

Saint Raphaël.BIBL Luogo di pubblicazione: ParigiBIBD Anno di pubblicazione: 1995BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 67-68

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Palmisano F.

Federica Palmisano, tubulo, china su cartoncino. Soprintendenza delMare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 121

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: Ceppo di ancoraOGTO Indicazioni sull’oggetto: Ceppo di ancora fisso

a scatola quadrangolare priva di perno centraledi fissaggio. Uno dei bracci risulta deformato acausa di una lacuna alla scatola

CLS Classe e/o produzione: Ancore

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età elleni-

stico-romana

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: PiomboMTCT Tecnica: Fusione (A)MIS MISUREMISN Lunghezza: 103MISV Varie: Spessore bracci 4,5 e 5,0; spessore scato-

la 3,4; larghezza scatola 13

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie ricoperta in

buona parte da concrezioni marine. Macchie dicolore bruno, rossiccio e verdastro dovute alla ossi-dazione causata dalla secolare permanenza in mare.Manca parte della scatola: il braccio in corrispon-denza di tale lacuna risulta pertanto deformato.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un ceppo di

ancora di nave presumibilmente romana. Leancore romane erano costituite da un fusto dilegno con marre (bracci fissi o mobili delle anco-re che si fissano sul fondale per farvi presa) for-temente piegate al quale veniva saldato un ceppodi piombo che serviva per appesantire l’ancoraagevolando in tal modo la disposizione orizzon-tale del fusto ligneo sul fondale e permettendocosì alle marre di fare presa. L’uso del ceppoplumbeo sostituì a partire dal IV sec. a.C. quellodi pietra in uso in età arcaica e classica. Questotipo di ceppo comportava notevoli vantaggi:maggiore resistenza, facilità di realizzazione,resistenza alla corrosione marina. I ceppi si pos-sono distinguere essenzialmente in due catego-rie: ceppi di tipo fisso e ceppi di tipo mobile. Ilprimo costituito da due bracci e scatola o scassacentrale all’interno della quale è presente unperno che veniva fuso all’interno del fusto, anchei bracci erano fusi intorno alla trave di legno in unapposito stampo. Il secondo, costituito da unasemplice barra di piombo, era privo di scatola eperno centrale, per questo motivo poteva esserefacilmente smontato e applicato su altre ancore dibordo. Molti dei ceppi rinvenuti presentano iscri-zioni relative a nomi di persona o di divinità,potevano presentare pure motivi decorativi, sim-boli, che di solito avevano una funzione di buon

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augurio per i naviganti; tali elementi sono estre-mamente importanti perché forniscono indicazio-ni sulla cronologia specie nei casi in cui manca-no i dati relativi al contesto di ritrovamento. Per iprimi archeologi che cominciarono ad interessar-si della navigazione antica, l’ancora rappresentòun vero rompicapo poiché i reperti recuperatierano costituiti soltanto dalle parti metalliche,delle parti lignee chiaramente non rimaneva piùalcuna traccia. Fu in seguito ai fortunati lavori direcupero delle navi di Nemi che le ancore, unavolta prosciugato il lago, affiorarono dal fangoperfettamente conservate in tutte le loro parti,comprese quelle di legno. Finalmente fu possibi-le studiare le ancore nella loro completezza e sta-bilire attraverso i numerosi rinvenimenti subac-quei le caratteristiche tipologiche e le sequenzetemporali. (Vedi anche scheda n. 8)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICIALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Disegni quotati e restituzione pittoricaFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBF Tipo: QuadernoBIBG Titolo: Quaderni del Museo Archeologico

Regionale “Antonino Salinas”BIBO Autore del contributo: Sarà G.BIBT Titolo del contributo: Materiali della collezione

subacqueaBIBL Luogo di pubblicazione: PalermoBIBZ Editore: PublisiculaBIBD Anno della pubblicazione: 2007BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

168-183BIBA Autore: Beltrame C.BIBF Tipo: MonografiaBIBG Titolo: Vita di bordo in età romana

BIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e Zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: pp.

15-20BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Atti del Convegno di Archeologia subac-

quea, Anzio, 30-31 maggio-1 giugno 1996BIBO Autore del contributo: Cester R.BIBT Titolo del contributo: Rinvenimenti sporadici

dallo Stretto di Messina: i ceppi d’ancoraBIBL Luogo di pubblicazione: BariBIBZ Editore: EdipugliaBIBD Anno della pubblicazione: 1997BIBY Pagine contenenti porzione interessata: pp.

169- 191

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Pecoraro G.

Giulia Pecoraro, ceppo di ancora,matite colorate acquerellabili su carton-cino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Artistico Statale “G. Damiani Almeyda”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Artistico “G. Damiani

Almeyda”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: Nobiliare LDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 122

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo Keay

XXVOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo indistinto; collo

lievemente troncoconico; spalla obliqua; corpocilindrico affusolato; puntale allungato; anseverticali a bastone con profilo a maniglia erigonfiamento centrale impostate tra il collo e laspalla. È presente una ingubbiatura di coloregiallognolo.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: IV//V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione nordafricana, nella

zona dell’attuale Tunisia.ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore rossastro;

tracce di ingubbiatura giallognolaMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 115MISD Diametro: 28MISV Varie: Spessore orlo 0,8; diametro bocca 13;

altezza puntale 8

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie quasi intera-

mente ricoperta da concrezioni marine. Tali con-crezioni risultano maggiormente concentratesull’orlo, collo e anse. Macchie di colore rossa-stre su un lato del corpo.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Anfore prodotte nel

Nord Africa, in Byzacena e Zeugitana, l’attuale

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Tunisia, usate per il trasporto dell’ olio d’oliva,forse anche della salsa di pesce.Si tratta di contenitori cilindrici di medie e pic-cole dimensioni, denominate Keay XXV (dalnome dello studioso che le ha classificate), simi-li per forma alle anfore tipo Africana I e AfricanaII (Africana grande e Africana piccola) e spessofabbricate nelle stesse officine. La loro presenzanel Mediterraneo occidentale, ma anche in quel-lo orientale a partire dal IV secolo d.C., atteste-rebbe l’importanza della produzione anforariaafricana per soddisfare i bisogni della capitale edelle altre province dell’impero romano, anchenei periodi più critici per la storia dell’impero.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIALG ALLEGATI GRAFICIALGN Numero allegato grafico: 01ALGP Tipo: Profilo e spaccato ALGN Numero allegato grafico: 02ALGP Tipo: ParticolariFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Bonifay M.BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo: Ètudes sur la céramique romaine tardive

d’AfriqueBIBL Luogo di pubblicazione: OxfordBIBZ Editore: ArcheopressBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

119; p. 120 fig. 5-6BIBC Curatore: Volpe G. BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Archeologia SubacqueaBIBO Autore del contributo: Panella C.BIBT Titolo del contributo: Anfore e Archeologia

SubacqueaBIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

595; p. 597 fig. 33

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Oca S.

Simone Oca, anfora da trasporto tipo Keay XXV, tecnica mista su carton-cino. Soprintendenza del Mare. Palermo

Simone Oca, anfora da trasporto tipo Keay XXV, particolari, tecnicamista su cartoncino. Soprintendenza del Mare. Palermo

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Liceo Classico Statale “Umberto I”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Classico “Umberto I”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: Pubblico LDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

INV INVENTARIOINVN Numero: G. E. n. 094

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Calandrino V. DCRA Autore del recupero: Peschereccio Santa Rita

da CasciaDCRD Data del recupero: 06/07/06 DCRV Verbale di consegna: 29/07/06ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-

TESTOROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore da

trasportoROCQ Quantità: 4

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRA-FICI

CRD COORDINATE CRDL Latitudine: 37° 20’ 5” NCRDO Longitudine: 12° 18,5’ ECRF PROFONDITA’CRFT Profondità massima: - 70 mCRF FONDALE

CRFT Tipo di fondale: Sabbioso-roccioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Dressel 1aOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo spesso a fascia

verticale aggettante, lungo collo cilindrico, spal-la carenata, corpo ovoide allungato, breve punta-le lacunoso, ansa a bastone schiacciato imposta-ta sotto l’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età romanaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: Fine II//I a.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione Italia centrale-tir-

renicaATBM Fonte: Bibliografia

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MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore arancioMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 88MISD Diametro: 63,05

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: Parzialmente integraSTCS Indicazioni specifiche: Manca un’ansa e l’estre-

mità del puntale. La superficie dell’anfora è rico-perta da concrezioni marine sia all’interno cheall’esterno: in particolare all’esterno tali concre-zioni sono concentrate sull’orlo e nel lato in cuiè presente l’ansa. Sbrecciature sparse; cinquepiccoli fori nella zona sotto la spalla, in corri-spondenza del lato in cui manca l’ansa.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfora destinata al trasporto di vini italici dimaggiore pregio quali ad esempio il Cecubo, ilFalerno, il Fundanum. Le anfore Dressel 1 sonostate divise in tre sottogruppi denominati tipoDressel 1a, 1b, 1c, databili tra la metà del IIsecolo a.C. e il I secolo a.C. Il tipo prende ilnome dallo studioso tedesco H. Dressel che,alla fine dell’Ottocento, studiò le anfore rinve-nute nei più grandi depositi di anfore da tra-sporto di Roma: quello del monte Testaccio equello del Castro Pretorio. H. Dressel elaboròuna tavola tipologica, la nota tavola di Dressel,che comprende 45 tipi di anfore e che ancoraoggi, nonostante il progresso degli studi, costi-tuisce il punto di riferimento per lo studio delleanfore antiche da trasporto. Tali contenitorivennero esportati soprattutto nel Mediterraneooccidentale come dimostrano i numerosissimirinvenimenti terrestri e subacquei: il relitto diAlbenga e quello del Chretienne A per citare ipiù famosi.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Gandolfi D.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: La ceramica e i materiali di età romana.BIBO Autore del contributo: Bruno B.BIBT Titolo del contributo: Le anfore da trasportoBIBL Luogo di pubblicazione: BordigheraBIBZ Editore: Istituto Internazionale di Studi LiguriBIBD Anno della pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 372

tav. 3,3

BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 91-

92; p. 98 BIBC Curatore: Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Archeologia SubacqueaBIBO Autore del contributo: Panella C.BIBT Titolo del contributo: Anfore e Archeologia

SubacqueaBIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

534-537; p. 535

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome: Callari G.CMPN Nome: Chichi M.

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Liceo Classico Statale “Umberto I”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Classico “Umberto I”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: Pubblico LDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

INV INVENTARIOINVN Numero: G. E. 93INVD Data: 2006

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia TPLGRC Comune: PantelleriaSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Ballatore R. (consegnatario)DCRA Autore del recupero: Motonave FramariDCRD Data del recupero: 15/11/06DCRV Verbale di consegna: Prot. 13/5183 Ballatore R.

(consegnatario)ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-

TESTOROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore da

trasporto

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRA-FICI

CRD COORDINATE CRDL Latitudine: 36°12’ 30” NCRDO Longitudine: 11° 21’ 30”ECRF PROFONDITA’CRFT Profondità massima: - 40 m SW Pantelleria

CRF FONDALECRFT Tipo di fondale: Sabbioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Malta 1, cd. ovoide malteseOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo aggettante a dop-

pio gradino, robusto collo cilindrico, spalla obli-qua, corpo ovoide, ansa a nastro impostata sottol’orlo e sull’attacco della spalla. Sulla panciasono presenti segni della lavorazione del tornio.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-repubblicanaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: Fine II //I a.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione maltese (?)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla di colore rosso con inclusiMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 60MISD Diametro: 19,03MISV Varie: Altezza orlo 2,5; altezza collo14.

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: Mutila

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STCS Indicazioni specifiche: Manca la parte inferioredel corpo. La superficie dell’anfora è ricopertada concrezioni marine sia all’interno che all’e-sterno: in particolare all’esterno tali concrezionisono concentrate sull’orlo e maggiormente suuna delle anse. Sbrecciature e macchie scuresparse sulla superficie.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta presumibil-

mente di un’anfora del tipo Malta 1, cd. ovoi-de maltese, destinata al trasporto di olio egarum -salsa di pesce- prodotti nell’isola diMalta. La presenza di questi contenitori nelrelitto di Xlendi, sulla costa occidentale diGozo, indica l’esistenza di esportazioni fuoridall’arcipelago maltese. La forma del recipien-te si collega in sostanza ad un filone tipologicodiffuso in età tardo-repubblicana in più centriproduttivi del Mediterraneo e che sembra averispirato sia alcune produzioni dell’area adriati-ca: le anfore olearie di Brindisi, che dell’areanord-africana: le Dressel 26 e il tipo Tripolita-no I antico.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Gandolfi D.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: La ceramica e i materiali di età romana.BIBO Autore del contributo: Bruno B.BIBT Titolo del contributo: Le anfore da trasportoBIBL Luogo di pubblicazione: BordigheraBIBZ Editore: Istituto Internazionale di Studi LiguriBIBD Anno della pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 370

tav. 3,13BIBA Autore: Bruno B.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: L’arcipelago maltese in età romana e

bizantina. Attività economiche e scambi al cen-tro del Mediterraneo

BIBL Luogo di pubblicazione: BariBIBZ Editore: EdipugliaBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 87-

88; p. 87 fig. 17

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Giustiniano I.CMPN Nome compilatore: Luca C.

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Liceo Classico Statale “Umberto I”

16

77

CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Classico “Umberto I”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: PubblicoLDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Gancitano I.DCRA Autore del recupero: Motopesca Bucefalo IDCRD Data del recupero: 28/06/05DCRV Verbale di consegna: 29/06/05 Gancitano I.

(consegnatario) Reina G. Primo Maresciallo(autorità ufficiale)

ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-TESTO

ROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore datrasporto

ROCQ Quantità: 7ROCI Inventario: 5

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRD COORDINATE CRDL Latitudine: 37° 53’ 21” NCRDO Longitudine: 11° 32’ 85” ECRF PROFONDITA’CRFT Profondità massima: - 44 mCRF FONDALE:CRFT Tipo di fondale: Fango e sabbia

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Dressel 23 OGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo spesso aggettan-

te a sezione triangolare, corto collo cilindrico,spalla curvilinea sfuggente, corpo ovoide, punta-le appena accennato, ansa a bastone molto spes-se impostata sotto l’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardo

romanaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: III//IV d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione Betica (Spagna)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore beigeMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 60MISV Varie: diametro bocca esterno 9,5; diametro

bocca interno 4,5; spessore orlo 2,8

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: La superficie dell’anfo-

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ra è ricoperta da concrezioni marine sia all’inter-no che all’esterno: in particolare all’esterno taliconcrezioni sono concentrate sull’orlo, sul colloe su un lato del vaso. Sbrecciature e macchie dicolore scuro sparse sul corpo dell’anfora.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfora destinata al trasporto di olio prodotto inSpagna (Betica) che deriva dal più noto tipoDressel 20. Tali recipienti dalla caratteristicaforma globulare rimasero in uso dall’epoca diAugusto fino alla metà del III sec. d.C. quandovennero affiancati da recipienti di minore conte-nuto e maggiore diversità tipologica -le anforeDressel 23- che rimasero in uso fino al V secolod.C. Queste anfore sono una importante testimo-nianza per comprendere le dinamiche del com-mercio dell’olio in età romana. La loro presenzain numerosi contesti attesterebbe infatti che iproduttori spagnoli di olio riuscirono in parte acontrobattere la concorrenza africana sempre piùinsistente.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB.CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Gandolfi D.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: La ceramica e i materiali di età romana.BIBO Autore del contributo: Bruno B.BIBT Titolo del contributo: Le anfore da trasportoBIBL Luogo di pubblicazione: BordigheraBIBZ Editore: Istituto Internazionale di Studi LiguriBIBD Anno della pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 372

tav. 3,3

BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 120

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Maniscalco C.CMPN Nome compilatore: Marino G.CMPN Nome compilatore: Oliveri C.

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Liceo Scientifico Statale “A. Einstein”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Scientifico “A.

Einstein”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: PubblicoLDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

RP REPERIMENTO LGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTO

SPR Specifiche di reperimento: Acque Canale diSicilia

DCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-QUEI

DCRS Segnalatore: Gancitano I.DCRA Autore del recupero: Motopesca Bucefalo IDCRD Data del recupero: 28/06/05 DCRV Verbale di consegna 29/06/05 Gancitano I.

(consegnatario) Reina G. Primo Maresciallo(autorità ufficiale)

ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-TESTO

ROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore datrasporto

ROCQ Quantità: 7ROCI Inventario: 2

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRD COORDINATE CRDL Latitudine: 37° 53’ 21” NCRDO Longitudine: 11° 32’ 85” ECRF PROFONDITàCRFT Profondità massima: - 44 m

CRF FONDALECRFT Tipo di fondale: Fangoso-sabbioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: MGS IIIOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo estroflesso a

sezione triangolare, collo cilindrico, ampia spal-la carenata, corpo ovoide che termina con uncorto puntale cilindrico; anse a bastone imposta-te sotto l’orlo e sulla spalla. Anse a nastro.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasportogreco-italiche

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età elleni-

stico-romanaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: Fine IV//II a.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione Magna Grecia e

SiciliaATBM Fonte: Bibliografia

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MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore beigeMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 64MISV Varie: Circonferenza max. 35

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: La superficie dell’anfo-

ra è ricoperta da concrezioni marine sia all’inter-no che all’esterno: in particolare all’esterno taliconcrezioni sono concentrate sull’orlo, sul colloe su un lato del vaso. Macchie di colore scuro erossastro sparse sul lato del corpo non interessa-to dalle concrezioni marine.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfora destinata al trasporto del vino prodotta innumerosi centri della Magna Grecia e Sicilia. Itipi sono stati riuniti in sei gruppi principali MGSI, II, III, IV, V, VI databili tra il V secolo e il IIsecolo a.C. Il nome di greco-italiche venne datodallo studioso F. Benoit negli anni Cinquanta.Con questo termine si volevano indicare quelleanfore di transizione fra la produzione greca piùantica e quella romana più recente. In realtà glistudi successivi hanno messo in evidenza l’estre-ma eterogeneità di questa classe che comprendeanfore appartenenti ad un ambito cronologico eterritoriale molto ampio e dalla morfologia ecaratteristiche diverse, con bolli in lingua greca elatina.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//

Assessorato Regionale BB. CC. AA. e P. I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 82-83

BIBC Curatore: Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Archeologia

SubacqueaBIBO Autore del contributo: Panella C.BIBT Titolo del contributo: Anfore e Archeologia

subacquea.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

533-534; p. 535BIBA Autore: Vandermersch Ch.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Vin et amphores de grande Gréce et de

Sicile IV-III s. avant J.C.BIBL Luogo di pubblicazione: NapoliBIBZ Editore: Centre Jean BerardBIBD Anno della pubblicazione: 1994BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 65-69

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Cottone D. CMPN Nome compilatore Ganci F.

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Liceo Scientifico Statale “A. Einstein”

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81

CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Scientifico “A.

Einstein”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: PubblicoLDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Gancitano I.DCRA Autore del recupero: Motopesca Bucefalo IDCRD Data del recupero: 28/06/05DCRV Verbale di consegna: 29/06/05 Gancitano I.

(consegnatario)Reina G. Primo Maresciallo (autorità ufficiale)

ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-TESTO

ROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore datrasporto

ROCQ Quantità: 7ROCI Inventario: 2

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRD COORDINATECRDL Latitudine: 37° 53’ 21” NCRDO Longitudine: 11° 32’ 85” ECRF PROFONDITàCRFT Profondità massima: - 44 m

CRF FONDALECRFT Tipo di fondale: Fangoso-sabbioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Almagro 51cOGTO Indicazioni sull’oggetto: Alto orlo verticale;

collo cilindrico molto corto; spalla obliqua aprofilo curvilineo indistinta dal corpo piriformeaffusolato che si assottiglia verso il fondo termi-nando con un puntale oggi mancante; anse anastro larghe e spesse con scanalatura centrale,impostate immediatamente sotto l’orlo e sullaspalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: III//V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

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ATBD Denominazione: Produzione Lusitania, attualePortogallo

ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore rosatoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 61MISD Diametro: 32MISS Spessore: Orlo 0,9

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: Parzialmente integraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie in buona

parte ricoperta da concrezioni marine – soprat-tutto serpulidi – concentrate soprattutto sull’or-lo, collo e anse; macchie di colore rossastro escure sparse; piccola lacuna e lievi scheggiaturesull’orlo; manca il puntale.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di una tipolo-

gia di anfore utilizzate per il trasporto di salsa dipesce, fabbricate in Lusitania, l’attualePortogallo, regione che, dalla fine del II secolod. C., divenne una delle principali esportatricinel Mediterraneo di prodotti derivati dalla lavo-razione del pesce.Sulle coste a sud del fiume Tago e in Algarve, inPortogallo, sono stati riportati alla luce i resti diofficine utilizzate per la lavorazione del pesce efabbriche di anfore destinate al trasporto di que-sti prodotti: le cosiddette Almagro 50 e Almagro51. Quest’ultimo tipo, noto soprattutto in trevarianti indicate con le lettere a, b, c, si diffusedal III al V secolo d.C. in tutto il Mediterraneo,specialmente occidentale, come confermerebbe-ro i relitti individuati tra le Baleari, quelli lungola costa centrale e nord-occidentale dellaSardegna e quelli lungo le coste della Franciameridionale. (Vedi scheda n. 9)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Sicilia-na//

Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificar-

leBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione:1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 122BIBC Curatore:Volpe G.BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Archeologia

SubacqueaBIBO Autore del contributo: Volpe G.BIBT Titolo del contributo: Archeologia subacquea e

commerci in età tardoantica.BIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno di pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

601-609; p. 608, fig. 43

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: La TorreCMPN Nome compilatore: Marsala G.

Anfora da trasporto tipo Almagro 51C, Capitaneria di Porto di Mazaradel Vallo, foto Liceo Scientifico “A. Einstein”

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Liceo Scientifico Statale “A. Einstein”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo Scientifico “A.Einstein”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: PubblicoLDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare.

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Gancitano I.DCRA Autore del recupero: Motopesca Bucefalo IDCRD Data del recupero: 28/06/05DCRV Verbale di consegna: 29/06/05 Gancitano I.

(consegnatario) Reina G. Primo Maresciallo(autorità ufficiale)

ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-TESTO

ROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore datrasporto

ROCQ Quantità: 7ROCI Inventario: 2

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRD COORDINATECRDL Latitudine: 37° 53’ 21” NCRDO Longitudine: 11° 32’ 85” ECRF PROFONDITàCRFT Profondità massima: - 44 m

CRF FONDALECRFT Tipo di fondale: Fangoso-sabbioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Gallica 4 OGTO Indicazioni sull’oggetto: Piccolo orlo sporgente

arrotondato e appiattito superiormente; alto estretto collo troncoconico; corpo a trottola affu-solato verso il basso; fondo piatto; anse abastoncello impostate alla base del collo e sulcorpo in posizione quasi orizzontale.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: II//III d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione gallica, attuale

Francia

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ATBM Fonte: BibliografiaMI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore beige-

rosatoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 40,5MISD Diametro: 25MISS Spessore: Orlo 0,9

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie solo in parte

ricoperta da concrezioni marine -soprattutto ser-

pulidi- concentrati sull’orlo, collo e anse.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di una tipolo-

gia di anfore prodotte in Gallia, utilizzate per iltrasporto del vino gallico che per la sua qualitàfu tra i vini più consumati nel primo impero. Leanfore galliche note in numerose varianti (galli-ca 1-9) erano caratterizzate da dimensioni ridot-te, peso piuttosto leggero e fondo piatto. A parti-re dal I sec. a.C. infatti la notevole produzione divino gallico soppiantò sui mercati della nostrapenisola il vino italico.La grande diffusione di questo contenitore ètestimoniata dalla presenza di questa tipologiaanforaria in molti dei relitti naufragati lungo lecoste francesi e italiane.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Sicilia-

na//Assessorato Regionale BB.CC.AA. eP.I.//Soprintendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PAAL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tip: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificar-

leBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

113-115

BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo monografia o periodico: Amphores

romaines et histoire économique. Dix ans derecherche

BIBO Autore del contributo preso in esameWideman F.

BIBO Autore del contributo preso in esameAbdellah N.

BIBT Titolo del contributo: Analisi delle anfore galli-che d’Ostia.

BIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: L’Erma di BretschneiderBIBD Anno di pubblicazione: 1989BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

285-289

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Maggio A. D. M.CMPN Nome compilatore: Marcianò A.

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Liceo Scientifico Statale “A. Einstein”

20

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Liceo scientifico “A.

Einstein”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: TPPVCC Comune: Mazara del ValloLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: EdificioLDCQ Qualificazione: PubblicoLDCN Denominazione: Capitaneria di Porto di Mazara

del ValloLDCU Denom. Spazio viabilist.: Lungomare Fata

Morgana, 2LDCM Sede: Capitaneria di Porto di Mazara del ValloLDCT Note: L’anfora si trova in deposito temporaneo

presso il Comando della Capitaneria di Porto diMazara del Vallo in attesa di essere consegnataalla Soprintendenza del Mare

INV INVENTARIOINVN Numero: G. E. n. 96

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Canale di

SiciliaDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRS Segnalatore: Calandrino V.DCRA Autore del recupero: Peschereccio Santa Rita

da CasciaDCRD Data del recupero: 28/07/06DCRV Verbale di consegna: 29/07/06 Calandrino V.

(consegnatario) Capitaneria di Porto di Mazaradel Vallo prot. 13/5183

ROC RIFERIMENTO OGGETTI STESSO CON-TESTO

ROCC Classe di appartenenza materiali: Anfore datrasporto

ROCQ Quantità: 5ROCI Inventario: 3

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRD COORDINATECRDL Latitudine: 37° 20’ 150” N

CRDO Longitudine: 012° 06.2’ ECRF PROFONDITàCRFT Profondità massima: - 78 mCRF FONDALECRFT Tipo di fondale: Sabbioso-roccioso

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Maña C1OGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo spesso aggettan-

te a profilo arrotondato, corto collo cilindricopoco sviluppato fortemente concavo e nettamen-te separato dal corpo; spalla curvilinea sfuggen-te; corpo cilindrico; corto puntale con la parteterminale tondeggiante; piccole anse a bastoneimpostate sotto la spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età elleni-

stico-romana

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DTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: IV//II a.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione punicaATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore beige-rosatoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 71MISD Diametro: 21MISV Varie: Spessore orlo 0,9

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: La superficie dell’anfo-

ra è ricoperta da concrezioni marine sia all’inter-no che all’esterno: in particolare all’esterno taliconcrezioni sono maggiormente concentrate sul-l’orlo, sul collo e su un lato del vaso.Sbrecciature e macchie di colore scuro sparse sulcorpo dell’anfora.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfora punica destinata al trasporto di vino (capa-cità 25/30 litri) che compare sul mercato a parti-re dal IV sec. a.C. ma che trova ampia diffusionesia numerica che territoriale soprattutto nel II sec.a.C. Il centro di produzione sembra essere statoCartagine anche se non sono da escludere altriinsediamenti, non necessariamente nordafricani,che abbiano realizzato esemplari simili. Il tipo sipresenta con numerose varianti che non mutanosostanzialmente la forma generale caratterizzatadalla bocca per lo più strombata, collo breve,spalla ribassata, corpo cilindrico e breve puntale.

DA DATI AMMINISTRATIVI

CDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Gandolfi D.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: La ceramica e i materiali di età romana.BIBO Autore del contributo: Bruno B.BIBT Titolo del contributo: Le anfore da trasportoBIBL Luogo di pubblicazione: BordigheraBIBZ Editore: Istituto Internazionale di Studi LiguriBIBD Anno della pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 373

tav. 4,19BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 58BIBA Autore: BartoloniBIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Le anfore fenicie e puniche di SardegnaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 67,

69

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Pirrello S. CMPN Nome compilatore: Rosano R.

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Istituto Tecnico Statale per il Turismo“Marco Polo”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Istituto Tecnico Statale per il

Turismo “Marco Polo”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICA: LDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 123

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo Keay

XXVOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo indistinto; collo

lievemente troncoconico; spalla obliqua; lungocorpo cilindrico affusolato; puntale allungato;anse a nastro con carenature centrali impostatedirettamente sul collo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: IV//V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALE

ATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione nordafricana, nella

zona dell’attuale Tunisia.ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla ben depurata di colore arancio

chiaroMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 156MISV Varie: Circonferenza 88; altezza collo 27; altez-

za puntale 8,2

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie quasi intera-

mente ricoperta da concrezioni marine. Tali con-crezioni risultano maggiormente concentratesull’orlo, collo e anse. Macchie di colore rossa-stre su un lato del corpo.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di anfore pro-

dotte nel Nord Africa, in Byzacena e Zeugitana,l’attuale Tunisia, usate per il trasporto dell’oliod’oliva, forse anche della salsa di pesce.

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Denominati Keay XXV, tali contenitori cilindri-ci di medie e piccole dimensioni si distinguonoper numerose varianti, simili, per la forma cilin-drica, alle anfore tipo Africana I e Africana II(Africana grande e Africana piccola), attestatenel Mediterraneo occidentale ma anche in quelloorientale a partire dal IV secolo d.C. Fabbricate spesso nelle stesse officine, tali anfo-re attesterebbero l’importanza della produzioneanforaria africana per soddisfare i bisogni dellacapitale e delle altre province dell’impero roma-no, anche nei periodi più critici per la storia diRoma. (Vedi scheda n. 13)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I //Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Bonifay M.BIBF Tipo: Periodico LibroBIBG Titolo: études sur la céramique romaine tardive

d’AfriqueBIBL Luogo di pubblicazione: OxfordBIBZ Editore: ArcheopressBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: 120

fig. 5-6.BIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

141; p. 146

BIBC Curatore: Volpe G. BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Archeologia SubacqueaBIBO Autore del contributo: Panella C.BIBT Titolo del contributo: Anfore e Archeologia

SubacqueaBIBL Luogo di pubblicazione: FirenzeBIBZ Editore: All’Insegna del GiglioBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

595; p. 597 fig. 33

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Canalella F.

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Istituto Tecnico Statale per il Turismo“Marco Polo”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Istituto Tecnico Statale per il

Turismo “Marco Polo”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 124

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: MESPR Specifiche di reperimento: Capo RasocolmoDCR DATI DI RECUPERO REPERTI SUBAC-

QUEIDCRA Autore del recupero: Nucleo Subacquei Arma

dei Carabinieri di Messina, Nucleo TutelaPatrimonio Culturale

DCRD Data del recupero: 16/11/05

CR RIFERIMENTI GEO-TOPOGRAFI-CI

CRF PROFONDITàCRFT Profondità massima: - 20 m

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforettaOGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo ispessito arroton-

dato; collo cilindrico leggermente espanso inalto; corpo ovoidale su base piatta; anse a nastrocon scanalatura centrale impostate tra la spalla ela parte bassa del collo.

CLS Classe e/o produzione: Ceramica comune

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età medie-

valeDTZ CRONOLOGIA GENERICA

DTZG Secolo: X//XI d.C.DTZV Validità: Circa

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla di colore arancio-rosatoMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 35MISD Diametro: 19,03MISV Varie: Altezza orlo 0,7; altezza collo 10,5

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegroSTCS Indicazioni specifiche: Superficie in parte rico-

perta da concrezioni marine di tipo calcareo conpresenza di serpulidi.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di piccole

anfore utilizzate a bordo delle navi da trasportoper contenere liquidi, presumibilmente per usopersonale. L’anforetta è stata recuperata nelleacque antistanti Capo Rasocolmo che fu in anti-co teatro della battaglia di Nauloco (36 a.C.)combattuta tra la flotta di Sesto Pompeo, figliodi Pompeo Magno, e quella di Vipsanio Agrippa,ammiraglio di Ottaviano. La disfatta di Sesto

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segnò la definitiva sconfitta del partito pompeia-no. Dopo questa vittoria Ottaviano, estromessoM. Emilio Lepido dal triumvirato, divenne ilpadrone indiscusso della parte occidentale deipossedimenti di Roma.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: AA.VV.BIBF Tipo: CatalogoBIBG Titolo: Iblatasah Placea Piazza. L’insediamento

medievale sulla villa del Casale. Nuovi scavi.BIBL Luogo di pubblicazione: TrapaniBIBD Anno della pubblicazione: 2006BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 146

BIBC Curatore: Tusa S.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo monografia o periodico: Il mare delle

Egadi. Storia, itinerari e parchi archeologici sub-acquei.

BIBO Autore del contributo preso in esame:G.I.A.S.S.

BIBT Titolo del contributo: Aree e siti individuati.BIBL Luogo di pubblicazione: PalermoBIBD Anno di pubblicazione: 2005BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 27-

30 BIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Beltrame C. BIBF Tipo: MonografiaBIBG Titolo: Vita di bordo in età romanaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e Zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 96-

97

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Basile M. R.CMPN Nome compilatore: Gramuglia G.

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Istituto Tecnico Statale per il Turismo“Marco Polo”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Istituto Tecnico Statale per il

Turismo “Marco Polo”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIO: INVN Numero: 125

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: PiattoOGTO Indicazioni sull’oggetto: Largo orlo verticale

rivoltato; parete verticale di spessore sottile;fondo piano.

CLS Classe e/o produzione: Ceramica comune dacucina

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età tardoan-

ticaDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: IV//V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione Pantelleria (?)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla di impasto grossolano di colo-

re marrone-rossastro

MTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 0,4MISD Diametro: 30

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: MutiloSTCS Indicazioni: Mutilo di un quarto della superfi-

cie totale: manca una parte del bordo e delfondo. Superficie interna fortemente annerita ericoperta da uno spesso strato di concrezionimarine. Lacune e sbrecciature sull’orlo.All’esterno le incrostazioni calcaree ricopronol’intera superficie.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di vasellame

da cucina dall’aspetto grossolano, inquadrabilepresumibilmente nella cosiddetta Pantellerian

ware, ceramica di Pantelleria, rinomata e diffusaproduzione artigianale di epoca tardo-romanaimperiale (V sec.d.C.) modellata in poche forme:pentole, teglie, tegami, piatti, scodelle e coper-chi. La cd. Pantellerian ware fu identificatacome produzione con specifiche caratteristichemorfologiche, tecniche e mineralogiche dagliarcheologi inglesi D.P.S. Peacock e M.G.Fulford negli scavi britannici di Cartagine instrati del V sec. d.C. e successivamente in moltialtri insediamenti del Mediterraneo centrale eoccidentale: a Sabrata e Leptis in Africa, nelleisole Baleari, a Tharros in Sardegna, a Luni,Cosa e Ostia sulle coste italiane. Essa copre unampio arco cronologico che va dall’età augusteaall’età imperiale. Tale vasellame è presenteanche in Sicilia ad Agrigento, Termini Imerese eSegesta. La diffusione di questa ceramica nelMediterraneo centrale fu interpretata da Peacock

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come effetto della continua frequentazione diPantelleria quale scalo intermedio nelle rottedalla Sicilia a Cartagine.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Tusa S.

BIBF Tipo: AttiBIBG Titolo: Conferenze di Archeologia subacquea

(III-IVciclo)BIBL Luogo di pubblicazione: BariBIBZ Editore: EdipugliaBIBD Anno della pubblicazione: 2004BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

125-139BIBA Autore: Beltrame C. BIBF Tipo: Monografia

BIBG Titolo: Vita di bordo in età romanaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e Zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 43

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007

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Istituto Tecnico Statale per il Turismo“Marco Polo”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Istituto Tecnico Statale per il

Turismo “Marco Polo”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: NobiliareLDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCA Denominazione raccolta: Donazione Franca

Impastato Gaglio//Cinisi//PalermoLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala//lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 126

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOSPR Specifiche di reperimento: Acque antistanti la

costa di Mazara del Vallo

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: AnforaOGTQ Qualificazione: CommercialeOGTT Precisazione definizione tipologica: Tipo

Beltrán II A (Dressel 38)OGTO Indicazioni sull’oggetto: Orlo estroflesso a

sezione triangolare; grosso collo cilindrico; spal-la sfuggente; corpo ovoide espanso verso ilfondo; alto puntale allungato di forma conicavuoto; lunghe anse a nastro appiattito impostatesotto l’orlo e sulla spalla.

CLS Classe e/o produzione: Anfore da trasporto

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età romano-

imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: I//II d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALE

ATBD Denominazione: Produzione Betica (Spagna)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla ben depurata di colore beigeMTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 101MISV Varie: Circonferenza max. corpo 79,06

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegraSTCS Indicazioni specifiche: Superficie in parte rico-

perta da concrezioni marine. Tali concrezionirisultano maggiormente concentrate sull’orlo,collo e anse. Macchie di colore scuro e rossastrosparse sulla superficie.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di un tipo di

anfore fabbricate nella Betica, in Spagna, percontenere salse da pesce e derivati di cui questaregione fu una fra le principali produttrici, soprat-

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tutto in età augustea, anche se la loro esportazio-ne è ampiamente attestata fino al II secolo d.C.interessando tutti i centri del Mediterraneo, ilNord Africa e l’Europa interna. Una decadenza ditale commercio si registra a partire dalla fine delII sec. d.C. allorché i prodotti della Lusitania equelli africani cominciarono ad imporsi sul mer-cato per tutto il periodo tardoantico.

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICI

FTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Caravale, A.BIBA Autore: Toffoletti, I.BIBF Tipo: LibroBIBG Titolo: Anfore antiche. Conoscerle e identificarleBIBL Luogo di pubblicazione: Atripalda (AV)BIBZ Editore: IRECOBIBD Anno della pubblicazione: 1998BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p.

121; p. 127

CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Damasco T.

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Istituto Tecnico Statale per il Turismo“Marco Polo”

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CD CODICITSK Tipo scheda: RANCTR Codice Regione: 19ESC Ente schedatore: Istituto Tecnico Statale per il

Turismo “Marco Polo”ECP Ente competente: 133 SM

RV GERARCHIARVEL Livello: Bene semplice

LC LOCALIZZAZIONEPVC LOCALIZZAZIONEPVCP Provincia: PAPVCC Comune: PalermoLDC COLLOCAZIONE SPECIFICALDCD Definizione: PalazzettoLDCQ Qualificazione: Nobiliare LDCN Denominazione: Palazzetto MirtoLDCU Denom. Spazio viabilist.: Via Lungarini, 9LDCM Sede: Soprintendenza del MareLDCS Specifiche: Pianterreno//atrio//sala //lato ovestINV INVENTARIOINVN Numero: 127

RP REPERIMENTOLGR LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA DI

REPERIMENTOLGRP Provincia: TPSPR Specifiche di reperimento: Acque Isole Egadi

OG OGGETTOOGT OGGETTOOGTD Definizione: TubuloOGTO Indicazioni sull’oggetto: Tubulo da costruzione

di piccole dimensioni, corpo di forma cilindrica.Beccuccio conico leggermente rastremato versol’alto.

DT CRONOLOGIADTF Fascia cronologica di riferimento: Età roma-

no-imperialeDTZ CRONOLOGIA GENERICADTZG Secolo: III //V d.C.DTZV Validità: Circa

AU DEFINIZIONE CULTURALEATB AMBITO CULTURALEATBD Denominazione: Produzione nordafricana (?)ATBM Fonte: Bibliografia

MI DATI TECNICIMTC MATERIA E TECNICAMTCM Materia: Argilla compatta di colore arancione-

rossastro

MTCT Tecnica: Tornio (A)MIS MISUREMISA Altezza: 13MISS Spessore: Orlo 0,7

CO CONSERVAZIONESTC STATO DI CONSERVAZIONESTCC Stato di conservazione: IntegroSTCS Indicazioni specifiche: Superficie interamente

ricoperta da uno spesso strato di concrezionimarine.

DF DATI ANALITICINSC Notizie Storico critiche: Si tratta di quel tipo di

tubi fittili rinvenuti in numerosi relitti delMediterraneo di età tardoantica. Infatti, già nelII-III secolo d.C., ma soprattutto nel V e VI sec.,questi oggetti vennero diffusamente utilizzatiper la costruzione di coperture a volta in moltiedifici africani, ravennati e della Gallia meridio-nale, ma anche siciliani. Considerato il loro largoimpiego in ambito edilizio alcuni studiosi aveva-no ipotizzato il loro uso anche sulle navi per unasorta di ipocausto sopra il focolare di bordo, maconsiderato che nessuno dei tubuli rinvenuti pre-senta tracce di bruciato o di malta, lo studioso C.Beltrame ne esclude un uso edilizio a bordo. La loro presenza in relitti che trasportavanoanfore africane fa supporre piuttosto che il NordAfrica fosse la zona di produzione, che essi fos-sero oggetto di commercio e che in alcuni casi

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probabilmente vennero utilizzati come elementidi spessore per evitare possibili fratture delleanfore. (Vedi anche scheda n. 11)

DA DATI AMMINISTRATIVICDG CONDIZIONE GIURIDICACDGG Indicazione generica: Proprietario pubblicoCDGS Indicazione specifica: Regione Siciliana//As-

sessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I.//Soprin-tendenza del Mare

CDGI Indirizzo: Via Lungarini, 9//Palermo//PA

AL ALLEGATIFTA ALLEGATI FOTOGRAFICIFTAN Numero allegato fotografico: 01FTAP Tipo: Fotografia digitale

DO FONTI E DOCUMENTAZIONEBIB BIBLIOGRAFIABIBA Autore: Beltrame C. BIBF Tipo: MonografiaBIBG Titolo: Vita di bordo in età romanaBIBL Luogo di pubblicazione: RomaBIBZ Editore: Libreria dello Stato. Istituto Poligrafico

e Zecca dello StatoBIBD Anno della pubblicazione: 2002

BIBY Pagine contenenti porzione interessata: pp.96-97

BIBA Autore: Uggeri G.BIBF Tipo: CatalogoBIBG Titolo: La Sicilia centro-meridionale tra il II ed

il VI sec. d.C.BIBL Luogo di pubblicazione: CaltanissettaBIBZ Editore: Salvatore Sciascia BIBD Anno della pubblicazione: 2002BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 53BIBF Tipo: PeriodicoBIBG Titolo monografia o periodico: Archeonautica

13BIBO Autore del contributo preso in esame:

Santamaria C.BIBT Titolo del contributo: L’èpave Dramont “E” à

Saint Raphael.BIBL Luogo di pubblicazione: ParigiBIBD Anno di pubblicazione: 1995BIBY Pagine contenenti porzione interessata: p. 67-

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CM COMPILAZIONECMP COMPILAZIONECMPD Data: 2007CMPN Nome compilatore: Riccio L.

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Indice Gioacchino Vaccaro

Presentazione

Adriana Fresina

La catalogazione dei beni culturali e ambientali in Sicilia

Rossella Giglio

La Soprintendenza del Mare - Servizio Beni Archeologici

Francesca Oliveri

Apprendimento come scoperta... dei beni archeologici del mare

Donatella Metalli

A scuola di catalogazione

Vito Pecoraro

Diario di bordo del progetto “A scuola di calogazione”

Contributi

Liceo Classico “Umberto I”

I contenitori da trasporto nel mondo classico: le anfore

Liceo Scientifico “A. Einstein”

La navigazione antica: le navi commerciali in epoca romana

Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”

Itinerari archeologici tra terra e mare

A. Gabriella Salvagio - Liceo Artistico “G. Damiani Almeyda”

A scuola di catalogazione. La lettura dell’opera

Schede

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Finito di stampare

da Eurografica - Palermo

nel maggio 2007