a. trapè - introduzione a sant'agostino

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  • 8/17/2019 A. Trapè - Introduzione a Sant'Agostino

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    A. Trapè: Introduzione a Sant'Agostino - IL TEOLOGO

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/

    PARTE QUITA: !OTTRIA TEOLOGI"A

    "APITOLO PRI#O

    COME AGOSTINO HA FATTO TEOLOGIA

    Quando si tratta di un teologo che ha indagato su tanti problemi facendo fare ad essi un grande progresso -si pensi alla teologia del mistero trinitario, della grazia, della Chiesa, dei sacramenti, dell'escatologia -,conoscere il metodo che ha seguito nella sua speculazione è fondamentale. La alidit! delle conclusionideria in gran parte dalla alidit! del metodo seguito. Chi pertanto uol capire il suo pensiero dee studiare

     prima di tutto il suo metodo. "ntendo per metodo #uel complesso di princ$pi che permettono di formulare lanozione stessa di teologia e tirarne le necessarie conclusioni. %ir& pertanto #uali siano per gostino #uesti

     princ$pi e #uale la nozione che ne deria.

    1. Princìpi del metodo teologico

    - "l metodo teologico agostiniano è prima di tutto il metodo dell'autorit!( troa infatti nell'autorit! dellafede il suo fondamento e la sua forza. )o detto sopra che l'autorit! della fede entra anche, come stimolo,nella ricerca filosofica *, ma nella ricerca teologica entra come principio, misura, alimento. +rima di essereun ardito ricercatore speculatio il escoo d'"ppona è un aderente sincero ed umile all'autorit! della fedeche, una nella sua fonte - Cristo  -, è triplice nella sua deriazione e manifestazione: crittura, radizione,Chiesa.

    gostino, se come ricercatore assomiglia ad rigene, come aderente all'autorit! assomiglia a "reneo. 0oncomprende molte parti della sua teologia chi non tiene presenti #uesti due atteggiamenti, che egli sa unireinsieme con sorprendente armonia.

    a1 %ella crittura mette in rilieo l'origine diina  2, l'inerranza 3, la profondit! 4, la ricchezza 5. Celebri le parole: trattandosi della crittura 6 non è lecito dire: l'autore di #uesto libro non ha parlato secondo erit!(ma, o il codice è scorretto, o il traduttore ha sbagliato, o tu non capisci 6 7.

    La crittura per lui è eramente l'anima della teologia, della predicazione, della spiritualit!. L'am& e lastudi& con era passione 8.

     b1 9a gostino legge la crittura nella Chiesa e secondo la tradizione. i manichei dice: 6 0on crederei al

    angelo se non mi ci inducesse l'autorit! della Chiesa cattolica 6 ;

    ( ai donatisti ricorda le due #ualit! dellatradizione apostolica: l'uniersalit! e l'antichit! *

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    apostolica attraerso 6 l'ininterrotta successione dei escoi 6 *2. 0ella controersia donatista enuncia il principio che permette di tornare fino agli postoli: 6 Ci& che la Chiesa uniersale tiene e non è statostabilito dai concili ma è stato sempre ritenuto, si dee giustamente credere che sia stato tramandatodall'autorit! apostolica 6 *3.

    "n #uella pelagiana, poi, contro la novità difende la fede della chiesa antica attraerso la testimonianza dei

    +adri che sono stati 6 gli interpreti delle critture 6 e i trasmettitori della dottrina degli postoli. +er #uestodedica due libri dei sei del Contra Iulianum a dimostrare l'autorit! teologica dei +adri e ad addurre le lorotestimonianze: uol conincere l'aersario che non ha inentato nulla di nuoo #uando insegna la dottrinadel peccato originale, ma che la noit! sta tutta dall'altra parte *4.

    c1 crittura e radizione conergono nell'autorit! della Chiesa. @ infatti la Chiesa che determina il canonedella crittura *5, che trasmette la radizione e interpreta l'una e l'altra *7, che dirime le controersie *8  e

     prescrie la regula fidei *;. +erci& 6 rester& sicuro nella Chiesa 6, dice gostino, 6 #ualun#ue difficolt! si presenti 6

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     b1 lla sicurezza del testo dee seguire l'intelligenza dei segni, che possono essere naturali o conenzionali, propri o traslati, chiari, oscuri, ambigui. gostino indica le risorse per interpretarli, che sono: la filologia, lastoria, le scienze, la retorica, la dialettica e in genere la filosofia. proposito della filosofia egli appartieneai piD coninti assertori non del rigetto ma dell'assimilazione. %ice infatti: 6 e #uelli che si chiamanofilosofi, soprattutto i platonici, hanno detto #ualcosa di ero e di conforme alla nostra fede, non solo nondobbiamo temerlo, ma anzi dobbiamo riendicarlo a noi... 6. Cos$ hanno fatto molti dottori cattolici, tantolatini che greci >6 innumereoli greci 61 27.

    c1 Le regole di ermeneutica serono soprattutto per interpretare i segni ambigui. gostino ne d! molte.Quella generale, che sere a distinguere tra espressioni da prendersi in senso letterale ed espressioni chehanno un senso allegorico, è #uesta: 6 utto ci& che nel discorso diino non si possa riferire propriamenten= all'onest! dei costumi n= alla erit! della fede de'essere interpretato in senso allegorico 6. "n ogni modosi tenga presente che 6 la crittura non comanda se non la carit! e non condanna se non la cupidigia 6 28.lla legge della carit! ci si dee sempre riferire #uando si tratta dei costumi, come alla regola della fede#uando si tratta della fede. #uesta regola generale, per distinguere il senso letterale da #uello allegorico,ne seguono altre che trattano casi particolari 2;.

    gostino, poi, spiega che la crittura - si riferisce di direttamente al . . - pu& essere interpretata secondola storia, secondo le!iologia, secondo lanalogia e secondo lallegoria: #uattro modi, ossera, di cui si è

    serito il ignore e di cui si sono seriti gli postoli3<

    . Questi #uattro modi serono molto bene al escood'"ppona per esporre e difendere #uattro erit! che gli stanno a cuore: il alore storico del . ., il perch=dei cambiamenti tra il . e il 0. ., l'armonia tra i due estamenti >ci& che è palese nel 0. è nascosto nel .1,la ricchezza inesauribile della crittura, la #uale 6 racconta Cristo e insegna l'amore 6 3*.

    d1 +er la comprensione della crittura, in modo da cogliere il pensiero diino o, com'egli dice, il 6cuore6delle critture 3,   espone le sette regole di ironio >donatista dissidente1, non senza notare per& che#uell'autore 6 dee essere letto con cautela 6, che alcune possono e deono essere espresse meglio e chealtre richiedono 6 molta attenzione per essere capite giustamente 6 32.

     0el corso, poi, delle lunghe controersie ne aggiunge due uniersali e indispensabili, che sono: *1 aer  presente, su un determinato argomento, tutta la crittura e non solo i passi che fanno al proprio caso( 1impegnarsi a mostrare la concordia degli aspetti diersi. 6 noi tocca, dice energicamente gostino al

     pelagiano Celestio, mostrare che le critture concordano con se stesse 633

    . La ia da percorrere per #uestaillustrazione è andare dalle cose chiare a #uelle oscure: 6 Bisogna rimanere attaccati alle erit! che nellecritture sono eidenti, perch=, partendo da #ueste, si selino #uelle oscure 6 34.

    #uesti criteri che, insieme all'intelligenza delle critture, apriano la ia alla nuoa cultura, #uellacristiana, si attenne gostino. 0on trascur& il laoro critico, anche se #uesto consistette essenzialmente nelconfrontare in molti casi i codici latini con i greci 35( us& l'interpretazione letterale, cercando diligentementeil senso dell'autore sacro 37, e #uella allegorica: la prima nelle opere teologiche e polemiche, la seconda per esigenze pastorali nelle opere della predicazione( approfond$ su molti punti la teologia biblica. 0e ricorder&rapidamente i temi: la teologia trinitaria e cristologica nei primi #uattro libri de  La "rinità, doe espone leregole per interpretare rettamente la crittura 38( la teologia della redenzione e del peccato originale 3;( lateologia della giustificazione 4

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    "n altre parole egli si studi& di non cadere nell'errore che, come ho detto, rimproeraa agli aersari, perch= 6 nello stesso 0. . non c'è o lettera dell'postolo o libro del angelo di cui non si possa mostrare,sulla base di certe frasi, come un libro sia in contrasto con se stesso, se non iene trattato tutto intero il suocontesto con la massima diligenza e attenzione possibili da parte del lettore 6 45.

    C. - utto ci& fu possibile perch= il metodo teologico agostiniano era #ualificato da un terzo principio

    fondamentale: il senso profondo del mistero, che rendea l'indagine teologica ardita e sobria insieme,disponendola ad arrestarsi alle soglie della trascendenza diina. Questo senso del mistero gostino lo proclam& ripetutamente - 6 @ meglio la fedele ignoranza che la temeraria scienza 6 47 - e l'applic& a tutti imisteri cristiani: alla incomprensibilit! di %io - 6 e comprendi, non è %io 6 48  -, all rinit! 4;,all'"ncarnazione 5

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    mutue 7; e l'uso del plurale 8Col  , 21 6 88.

    (. Sintesi teologica

    +osta #uesta nozione della teologia che abbraccia la storia della salezza e le realt! diine e troa il suocentro nel Cristo, gostino, mente uniersale e fortemente sintetica, ha trattato #uasi tutti i temi del asto

     panorama teologico lasciando su ciascuno l'orma del suo genio. Quando poi ha oluto offrire una sintesiteologica, non ha seguito un solo metodo.

    )a seguito il metodo tematico nella Dottrina cristiana, doe ha preso per base la nozione del servirsi >uti1 edel godere  > frui1, parlando delle cose 6 di cui godere 6 e delle cose 6 di cui serirsi 6  8;( nell' Enchiridioninece riassume la teologia intorno alle irtD della fede, della speranza e della carit!.

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N79http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N79http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N79http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N80http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N80http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N81http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N82http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N83http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N83http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N84http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N85http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N85http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N86http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N87http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N87http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N88http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N88http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N88http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N89http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N89http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N89http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N79http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N80http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N81http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N82http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N83http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N84http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N85http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N86http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N87http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N88http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_01_note.htm#N89

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    )a seguito il metodo storico ne  La vera religione, doe parla dei due popoli che percorrono 6 l'eolersi deitempi 6 fino a #uando non i sar! piD tempo( nel De cathechi!andis rudi'us insegna a seguire lo solgersidelle due citt! dalla creazione ai tempi presenti della Chiesa e poi profeticamente fino all'escatologia( ne  Lacittà di Dio illustra ampiamente gli inizi, il percorso e i termini eterni di #ueste due citt!.

    9a anche in #uesta isione che abbraccia la storia della salezza il punto focale è Cristo, sempre Cristo.

    Fitengo pertanto che, olendo dare #ui una rapida sintesi della teologia agostiniana, sia conforme al pensiero del escoo d'"ppona non solo prendere l'aio da Cristo ma anche aere Cristo per punto diriferimento e per centro. Questa scelta del principio ermeneutico ed architettonico della teologia troa laconferma ne La "rinità, l'opera sua dommatica piD importante, doe tutto il libro 3G e gran parte del *2Gsono dedicati a Cristo, che riconduce all'unit! l'uomo e il genere umano dispersi nel molteplice,riportandoli, #uale unico mediatore, al +adre ;e solo il #uarto1 affascinato dalle ricchezze e profondit! dottrinali di Cristo %io-uomo, riassuntenel prologo e disseminate in tutte le pagine. "l centro del suo pensiero credo si possa esprimere cos$: Cristo%io e uomo, 6 un'unica persona nella rinit! 6 ;*, espressione in cui sono congiunti insieme,inseparabilmente, i due misteri, trinitario e cristologico, che debbono essere studiati insieme perch=riceano luce l'uno dall'altro.

    "APITOLO SE"O!O

    "RISTO !IO-UO#O

    *. - )n po di storia

    gostino fu educato cristianamente *. derendo al manicheismo, ne accett& il docetismo cristologico per non doer credere che Cristo, facendosi uomo, era stato 6 in#uinato nella carne 6  .  lla igilia dellaconersione comprese che il docetismo era in eidente contrasto con la narrazione eangelica, e lorespinse 2( poco dopo, #uando gi! aea accettato l'autorit! normatia della Chiesa 3, intu$ il mistero che sinasconde nelle parole: E il &er'o si * fatto carne >+v *, *31 e rimproer& ai 6suoi6 platonici di aer fattofilosofia 6 senza il Cristo uomo 6 4. ssi, secondo gostino, parlaano del erbo, ma non ammetteano cheil erbo si era fatto carne 5, cioè che Cristo fosse l'uomo-%io 7. gli, pertanto, ancor prima della catechesi

     battesimale di mbrogio, profess& la diinit! di Cristo - 6 ttentiA "l Higlio non è detto %io in sensoimproprio 6 8  -, ne riconobbe l'umanit!, che 6 con i fatti ci mostr& il suo potere, con l'umilt! la suaclemenza, con l'insegnamento la sua natura 6 ;, e lo chiam&, incendo gli scrupoli linguistici dell'amicolipio, 6 alatore 6 *285-2;*1, occupato per lo piD in problemi filosofici, usa unaterminologia ancora incerta. 0ell'ultima opera di #uesto periodo scrie: 6 La stessa apienza di %io, cioèl'unico Higlio consustanziale e coeterno al +adre, si è degnato assumere la natura intera dell'uomo, e ilerbo si è fatto carne e abit& in mezzo a noi 6 **. %ienuto sacerdote e immersosi nello studio dellacrittura e dei +adri, scopre molti errori cristologici >adozionismo, docetismo, apollinarismo1 e lidenuncia *, ma la formulazione dell'unione ipostatica è ancora incerta >6 reggere - o 6portare6 - la personastessa della apienza di %io 61, anche se la netta distinzione che gostino fa tra i giusti, che sono sapienti

     per la partecipazione alla apienza, e Cristo, che è la persona stessa della apienza, dia alla formula rilieoe precisione *2.

     0ei primi libri de  La "rinità, scritti erso il 2;;-3

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     per troare formule che precorrono #uella di Calcedonia: Cristo unisce 6 in un'unica persona entrambe lenature 6 *5. rmai gostino ormai non usa piD espressioni come #uella di 6uomo del ignore6 *7, che pur aea letto in alcuni +adri greci e, per rispetto a loro, aea usato( anzi, sente il bisogno di indicarnel'ambiguit! e l'insufficienza, per cui orrebbe non aerla usata *8.

    %'ora in poi la sua dottrina cristologica segna un progresso non piccolo su #uella precedente: per la

    chiarezza del linguaggio, per il ricorso, che dienta piD insistente e piD approfondito, all'esempiodell'unione tra l'anima e il corpo, per la difesa contro tutte le eresie che negaano od oscuraano la perfettanatura diina e umana di Cristo, per la presentazione di Cristo-uomo come esempio fulgido della gratuit!della grazia. bbe anzi occasione d'indurre il monaco Leporio, che non 6 olea riconoscere un %io nato dauna donna, un %io crocifisso 6 *;, a confessare il suo errore, che era, ante litteram, #uello nestoriano

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    sua umanit!, con la #uale è minore del +adre, non toglie nulla alla sua diinit! con la #uale è uguale al+adre. Ina duplice natura, un solo Cristo... 6 27.

    d ecco un altro testo tratto da un discorso al popolo difficilmente databile: 6 Iomo ero e %io ero: %io euomo, tutto il Cristo. Questa è la fede cattolica. Chi nega che Cristo sia %io è fotiniano( chi nega che Cristosia uomo è manicheo... Chi confessa che Cristo è l'uno e l'altro è cattolico 6 28.

    2. - #egole interpretative della Scrittura

    Le 6 pagine sante 6, aerte gostino, parlano di Cristo in tre modi: *1 di Cristo %io uguale e coeterno al+adre prima dell'incarnazione( 1 di Cristo %io e uomo dopo l'incarnazione( 21 di Cristo totale, capo ecorpo, nella pienezza della Chiesa 2;. 0on è difficile scoprire #uando la crittura parla nel primo modo >cf.,

     p. e., +v *, *1( meno facile #uando parla nel secondo e nel terzo modo.

    +er scoprire il secondo propone una regola 6 canonica 6 3p. e. +v*3, 8( 4, . 71( 21 altri ancora non indicano n= inferiorit! n= uguaglianza, ma solo ordine di origine in

    #uanto il Higlio ha dal +adre per generazione tutto ci& che ha >p. e. +v 4, *;. 51: 6 0on iene manifestatauna ineguaglianza ma la sua generazione 6  3*( 31 altri ancora hanno un significato e#uipollente: si possonoriferire tanto alla natura umana che alla generazione eterna, come +v  7, *5 3.   %a #uesta diligente

     precisazione appare #uanta fosse la cura del escoo d'"ppona per concordare la crittura con se stessa partendo dalla regola della fede, che in #uesto caso è l'unit! della persona in Cristo.

    +er il terzo modo di parlare gostino troa nella crittura molti testi che gli permettono di stabilire, come sidir!, una tesi di fondo, che gli è molto cara, #uella della Chiesa corpo mistico di Cristo o del Cristo totale.

     0on gi!, ossera, che Cristo non sia integro in se stesso, ma ha oluto essere una sola cosa o, piD propriamente, uno con noi, appunto il Cristo totale 32. Bisogna dun#ue distinguere #uando parla come capoe #uando parla come corpo. #uesto scopo ale la prima regola di iconio 33. gostino l'applica

     particolarmente all'interpretazione cristologica dei salmi, doe si ode la oce di Cristo o, in Cristo, la ocedella Chiesa: 6 Cristo parla talolta solo nella persona del Capo, talolta nella persona del suo corpo 6 34.

    Fegola per distinguere l'una dall'altra è la 6conenienza6 dell'attribuzione: 6 alolta troerai parole chenon conengono al Capo...( in altre parti inece troi parole che non conengono al corpo, e tuttaia èsempre Cristo che parla 6 35. "n #uesto modo si aera per gostino #uello che si è detto: tutta la crittura

     parla di Cristo 37.

    3. - Cristo uomo

    %ata l'ampiezza e la profondit!, è difficile esporre la dottrina agostiniana su Cristo uomo. "n bree si pu&dire cos$: ne difese la realt!, l'integrit!, la santit!, la perpetuit!, oltre, naturalmente, la funzione dimediatore, di giustificatore e di glorificatore. ccone una rapida sintesi.

     0e difese la realt! contro i doceti: 6 0on ascoltiamo #uelli che dicono che il Higlio di %io non ha assuntoun uomo ero... 6 38. gli stesso nel periodo manicheo era stato doceta per un motio di piet!: pensaa cheil erbo, mescolandosi alla carne, ne sarebbe stato in#uinato 3;. lla igilia della conersione comprese che#uesta interpretazione, che continuaa #uella gnostica, era inconciliabile con la erit! storica del angelo 4come: Cristo olle esserenutrito per degna!ione- non per necessità1 debbono essere comprese, come risulta dal contesto 4, nel sensodi una olontariet! e degnazione in radice, cioè #uella dell'incarnazione, e non nel senso piD o meno docetanel #uale sembra muoersi, piuttosto confusamente, "lario 42. ltra cosa dopo la risurrezione, #uando Cristomanger! e berr! 6 non aendo piD bisogno di cibo 6 43.

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    +iD sottile l'errore apollinarista, ma anch'esso urtaa contro la erit! storica del angelo. gostino se neaide per tempo, mentre l'amico lipio pens& che fosse l'insegnamento della Chiesa cattolica e perci& 6 simuoea erso la fede cristiana piuttosto pigramente 6. olo piD tardi cap$ che #uell'errore era degliapollinaristi, non della Chiesa 44. %ell'apollinarismo gostino conobbe almeno tre forme e le respinse tuttee tre energicamente 45, spesso con formule icastiche come #uesta: 6 Eli hanno concesso l'anima d'una bestiae gli hanno sottratto l'anima dell'uomo 6 47. La sintesi positia del suo pensiero pu& essere colta in #uestesue parole: 6 @ confermato nella fede cattolica che #uell'uomo, che la apienza di %io assunse, non ha nullain meno degli altri uomini per l'integrit! della natura, ha ben altro dagli altri uomini per l'eccellenza della

     persona 6, poich= degli altri si pu& dire che hanno il erbo di %io, ma di nessuno, se non di Lui, si pu& direche è il erbo di %io 48.

    %ella santit! di Cristo mise in rilieo la pienezza della grazia - egli ebbe in s= tutti i 6 profondi tesori dellascienza e della sapienza 6 4;  - e fu esente non solo da ogni peccato, ma anche da ogni inclinazione al

     peccato. 0on 'è dubbio che ebbe anche le passioni umane - l'amore e il desiderio, la tristezza e la gioia -ma ordinatissime 5e si sa #uanta enerazione aesse per lui  5;1, il#uale, per scusare +ietro che aea negato Cristo, disse che aea negato solo l'uomo 71 Cor  *4, *1 6. gostino continua: 6 #uale titolo Cristo è capo dellaChiesa, se non perch= uomo... J Come pu& dun#ue appartenere al corpo di Cristo chi nega l'uomo CristoJ6 7*.

    La pagina che ho in parte riportato non potea essere piD densa: senza Cristo uomo non c'è n= mediazione,n= riconciliazione, n= giustificazione, n= risurrezione, n= appartenenza alla Chiesa( cioè nulla di tutto ci&che costituisce la sostanza della soteriologia cristiana.

    L'accusa di platonismo, che da #ualche parte si continua a riolgere alla cristologia agostiniana, #uasi che ilescoo d'"ppona da buon platonico aesse parlato molto del erbo e poco dell'uomo Cristo, è proprio,come si ede, senza fondamento.

    i pu& continuare ad esporre la dottrina agostiniana, sempre molto ricca, su Cristo uomo. gostino, per ragioni personali, apologetiche e pastorali, oltre che teologiche, insiste su Cristo ia. arebbe lungospiegare #ueste ragioni. +er #uelle personali si eda la sua conersione, che nel momento culminante tro&

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N57http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N57http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N58http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N58http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N58http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N59http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N59http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N60http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N60http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N61http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N61http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N61http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N62http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N63http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N63http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N64http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N65http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N65http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N65http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N66http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N66http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N67http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N68http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N69http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N69http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N70http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N70http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N71http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N71http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N71http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N57http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N58http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N59http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N60http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N61http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N62http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N63http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N64http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N65http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N66http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N67http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N68http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N69http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N70http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_02_note.htm#N71

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    il motio essenziale nella scoperta di Cristo ia, cioè mediatore  7( per le ragioni apologetiche si ricordi laripetuta affermazione che i filosofi hanno scorto da lontano la meta ma non hanno conosciuto la ita  72 e ilrimproero che fa loro di non oler accettare Cristo che è appunto la 6 ia uniersale alla liberazionedell'anima 6 73( per le ragioni pastorali si osseri la fre#uenza e la grande passione con la #uale parla diCristo modello da imitare 74,  medico da inocare 75, latte da succhiare 77: tre aspetti fondamentali dellaspiritualit!, oltre che della teologia, del escoo d'"ppona.

     0ella sua dottrina cristologica ha un'incidenza essenziale il passo eangelico:  Io sono la via- la verità e lavita >+v *3, 51( ne costituisce, si pu& ben dire, il fulcro e la sintesi 78. nche se spesso attribuisce l'essereia a Cristo uomo, l'essere erit! e ita a Cristo %io - 6 "l Higlio di %io, che è sempre nel +adre erit! e ita,assumendo la natura umana si è fatto ia 6 7; -, dando l'impressione in #uesto modo di aere una concezioneriduttia del compito e della dignit! di Cristo uomo. @ un'impressione errata. Bastino poche osserazioni.

    *1 La prima è #uesta: gostino pu& dire che Cristo è ia come uomo, erit! e ita come %io, perch= hasempre presente la profonda unit! della persona: 6 "l erbo e l'uomo non sono due persone dierse: l'uno el'altro sono il Cristo che è una sola persona 6 8

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    diffonde per tutte le sue membra 6 ;. "l testo continua insistendo sul fatto che la grazia di Cristo e deicristiani è la stessa. "dea, #uesta, che ripete spesso altroe ;2.

    %opo #uesti testi si potrebbe dichiarare superflua la #uestione posta in #uesti ultimi anni sull'influssodell'umanit! di Cristo Capo - il terzo modo di parlare di Lui >edi sopra1 - nella santificazione degli uomini.9a è stata posta. Che gostino abbia parlato molto, con originalit! e preferenza, di Cristo Capo >il Cristo

    totale1 è risaputo. "l dubbio cade per alcuni sulla natura dell'influsso di Cristo Capo, e #uindi, di nuoo,sull'azione salifica di Cristo uomo. i tratta di una causalit! reale, uniersale, strumentale. Qualcuno >E.+hilips1 ha risposto negatiamente, a causa - #uesta la spiegazione - del platonismo che arebbe impeditoad gostino di mettere in rilieo la causalit! della carne di Cristo, delle cui irtD mistiche parler! conslancio, per es., Cirillo lessandrino. ltri >K. Congar1 hanno confermato la risposta. +er ederci chiarooccorre mettere da parte il platonismo, che non c'entra. i sa che gostino difese energicamente, contro i

     platonici, la risurrezione della carne, che attribuisce proprio all'umanit! di Cristo ;3, credendo, anzi, ditroarsi d'accordo in #uesto con +latone ;4. +er la #uestione in s= si dee prescindere dalla nozionescolastica di causa strumentale, che oler troare in gostino è eramente troppo, e tener presente, per ilresto, che la dottrina della causalit! reale e uniersale dell'umanit! di Cristo non solo non è ignorata dagostino, ma è espressa ripetutamente. cco, per un esempio, il commento alle parole:  La carne non giovaa nulla >+v 5, 521. %opo aer chiesto, meraigliato, al 9aestro buono come mai abbia potuto dire #ueste

     parole che sono in aperto contrasto con #uelle precedenti >cf. +v 5, 431, spiega: 6 e la carne non gioassenulla, il erbo non si sarebbe fatto carne... Se tanto ci ha giovato il Cristo mediante la carne- come si pu2dire che la carne non giova nulla3 6 ;5.  si capisce il perch=: #uella che gioa è la carne iificata dallospirito, perch= da sola non ale daero nulla ;7. %el resto l'idea della fonte, le cui ac#ue si diffondono nellemembra di Cristo, è troppo espressia per lasciare dubbi. 0on si dimentichi, poi, che in #uesta sublimedottrina dell'influsso del Capo nelle membra del corpo mistico c'è *5 da eitare un pericolo, #uello di uncerto 6emanatismo biologico6. "l +hilips lo nota, e fa bene. gostino, insistendo sull'unit! di Cristo %io euomo >edi sopra1, ha il merito di aerlo eitato e di aer insegnato ad eitarlo.

    4. La 4adre di Cristo

    +er completare la rapida sintesi della cristologia agostiniana mi resta di parlare, ancor piD rapidamente,della 9adre di Cristo. La mariologia del escoo d'"ppona è, per l'epoca patristica, ampia e ricca. Hin dal28; scriea che la 9adre del ignore, la ergine 9aria, è la 6 dignità della terra 6 ;8. " punti salienti della

    sua dottrina sono #uattro:

    *1 la maternità divina. 0on è necessario insisteri dopo #uanto si è detto sull'unit! della persona in Cristo. 0on esita ad affermare: 6 %io è nato da una donna 6 ;;( e spiega: 6 Come potremmo nella regola di fedeconfessare che crediamo nel Higlio di %io che è nato dalla ergine 9aria, se non il Higlio di %io, ma ilfiglio dell'uomo è nato dalla ergine 9ariaJ Chi tra i cristiani nega che da #uella donna sia nato il figliodell'uomoJ 9a tuttaia %io fatto uomo, e cos$ l'uomo fatto %io 6 *

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    9aria. 6 0on consegniamo 9aria al diaolo per la condizione della sua nascita >#uesta era l'accusa1, ma perch= >e #uesta è la risposta1 la condizione della nascita iene tolta dalla grazia della rinascita 6 *

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    gostino si è impegnato nello studio del mistero trinitario per tre motii: filosofico, teologico-pastorale emistico. L'ha studiato in s= >rinit! immanente1 e nella storia della salezza >rinit! economica1, stabilendotra l'una e l'altra considerazione una profonda causalit! circolare: dalla rinit! nella storia della salezzaalla rinit! in s=, e da #uesta a #uella.

    +er capire lo studio biblico che . gostino intraprende nei primi #uattro libri del De "rinitate, occorre

    ricordare il suo punto di partenza, che è #uello della professione di fede iniziale. ra #uesta professione difede non è composta sullo schema tripartito del simbolo battesimale, che pur . gostino ha tante oltecommentato sia daanti ai escoi, da sacerdote *, sia da escoo nella traditio s6m'oli ai catecumeni , odel simbolo niceno-costantinopolitano( ma sullo schema del simbolo 7uicum5ue, del #uale richiama oanticipa alcune espressioni 2.

    "nfatti: enuncia prima di tutto l'unit! e l'uguaglianza della rinit!( afferma, poi, la distinzione delle +ersonediine( ricorda che non la rinit!, ma solo il Higlio si è incarnato, come solo il +adre ha fatto udire la ocesul abor e solo lo pirito anto è disceso sui discepoli il giorno della +entecoste, e confessa, in fine, che leoperazioni della rinit! sono inseparabili com'è inseparabile il loro essere  3.  identemente in #uesta

     professione di fede i punti di partenza sono due: l'unit! ed uguaglianza di natura della rinit!, el'inseparabilit! delle operazioni ad etra. u #uesti due punti insiste . gostino.

    *. Deus8"rinitas

    +er affermare il primo ripete spesso la sua formula preferita: Dio8"rinità 8...suscipiemus... reddere rationem5uod "rinitas sit unus et solus verus Deus 4( Deus ipsa "rinitas intellegitur non tantummodo de Patre... sed de uno et solo Deo- 5uod est ipsa "rinitas 5 - o semplicemente "rinità 7.

    ra #uesto punto di partenza ha indubitamente grandi antaggi. aglia corto con ogni tentazione disubordinazionismo, tentazione alla #uale non tutti gli scrittori ecclesiastici prima di 0icea erano sfuggiti, e,

     piD ancora, taglia corto con le affermazioni apertamente eretiche di rio e di 9acedonio( permette dieitare #uell'assurda immaginazione che fa pensare ad una #uaternit! in %io, cioè alle +ersone distinte dellanatura, #uasi che #uesta sia eorum communis 5uasi 5uarta divinitas 8( afferma in fine in modoine#uiocabile la consustanzialit!, la coeternit!, la perfetta uguaglianza delle tre +ersone diine, le #uali

     possiedono, s$, la natura diina, ma la possiedono in modo da essere esse stesse l'unica, la sola, la era

    natura diina. +erci& tutta la rinit! è incorporea et incommuta'ilis et si'imet consu'stantialis et coaeternanatura ;( ed è tutta inisibile *

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    %io o, per usare l'espressione paolina, alcuni di Cristo secondo la forma di sero, altri di Cristo secondo laforma di %io.

    9a per comprendere ed applicare rettamente #uesta regola si richiede l'esatta nozione dell'"ncarnazione. .gostino la espone con formule precise e ine#uiocabili, tanto da chiudere ogni possibilit! all'adozionismoe da condannare preentiamente il nestorianismo. gli distingue chiaramente tra l'"ncarnazione del Higlio

    di %io e la giustificazione dei figli di %io.  9liud est &er'um in homine- aliud &er'um homo *5

    .   9liter mittitur Sapientia/ ut sit cum homine- aliter missa est ut ipsa sit homo  *7. La distinzione essenziale checorre tra l'"ncarnazione e la giustificazione, esplicitamente riconosciuta da . gostino(alla igilia dellaconersione *8, è stata poi sempre energicamente difesa. roiamo formule come #uesta: 5uia forma Deiaccepit formam servi- utrum5ue Deus et utrum5ue homo  *;, ed espressioni come #ueste altre:  %atus Deuse: femina 

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    conosce e percepisce, per #uanto pu& farlo un'anima razionale proficiente o perfetta, che gli procede dal padre ;. i tratta eidentemente d'una conoscenza che ha per base la fede e che è animata dall'amore, unaconoscenza affettia o mistica.

    Lo stesso ale dello pirito anto. nche la missione dello pirito anto è duplice, isibile >il giorno della+entecoste1 ed inisibile >nella giustificazione1. @ iniato dal +adre e dal Higlio, perch= procede da tutti e

    due, e come dono di tutti e due è riceuto dall'anima. 6 0ell'eternit! è dono, nel tempo è donato 62<

    . @iniato dun#ue perch= è dono e perch= è donato. 9a #uesto importa in chi lo ricee il riconoscimento chegli procede dal +adre e dal Higlio. 6 +er lo pirito anto essere dono di %io significa procedere dal +adre,ed essere iniato significa essere conosciuto come procedente dal +adre 6. 6 9a non possiamo dire che lopirito anto non proceda anche dal Higlio 6 aggiunge subito . gostino 2*.

    lla domanda se lo pirito anto sia stato iniato prima della glorificazione di Cristo, domanda proocatadal testo eangelico di +v.  7, 2;, la risposta è affermatia. " +rofeti hanno parlato ispirati dallo piritoanto. Cos$ pure di pirito anto furono ripieni Eioanni Battista, Maccaria, la ergine 9aria. olo che nelgiorno di +entecoste la missione dello pirito anto ebbe un carattere speciale, isibile, solenne, che oper&grandi miracoli 2.

    2. "eofanie

     0el parlare delle teofan$e del . ., che costituiscono l'altra difficolt! particolare contro la perfettauguaglianza delle +ersone diine, anche se il pensiero di . gostino è ugualmente fermo, il tono si fa piDmodesto, l'esposizione piD cauta. e, parlando delle missioni, sapea di aere per aersari gli eretici, #uisa di aere per aersari i cattolici. 9olti scrittori ecclesiastici infatti, trattando la complessa #uestionedell'azione di %io ne, . ., aeano attribuito le teofanie non al +adre o a tutta la rinit!, ma al Higlio. ci& tanto piD olentieri #uanto piD #uesta attribuzione costituia un alido argomento contro il modalismodi abellio 22.  Cosciente perci& di esprimere un'opinione seguita da pochi  23  e aersata da molti 24, .gostino dichiara di studiare la #uestione 6 nella pace cattolica, con animo pacifico, pronto a correggersi,se err! fraternamente e giustamente ripreso, anzi pronto a farlo anche se criticato aspramente, anche semorso da un nemico, purch= per& sia nel ero 6 25.

    +osta #uesta premessa, chiede( a/ se %io sia apparso ai nostri padri nella sua unit! o sia apparso come una

    sola +ersona, oppure sia apparsa ora l'una ora l'altra delle +ersone diine( '/  se %io si sia serito delministero delle creature( c/ se siano stati gli ngeli ad apparire in nome di %io 27.

    Lasciando da parte gli argomenti secondari che il . %ottore tocca e chiarisce - come il potere di %io sullecreature o potere dei miracoli, e il concetto delle ragioni seminali - possiamo riferirne la risposta in #uestitermini: a/ sulla prima #uestione occorre andar cauti: la acra crittura non ci autorizza a determinare se siaapparsa la rinit! in se stessa, o una sola +ersona diina, oppure ora l'una, ora l'altra 28. . gostino arria a#uesta prudente conclusione dopo aer esaminato attentamente i testi scritturistici 2;(  '/  sulla seconda#uestione bisogna essere fermi: tutta la rinit! è inisibile, non pu& perci& apparire con la sua natura agliocchi del corpo( ne segue che le teofanie del . . sono aenute per mezzo delle creature, le #uali, soggetteal diino olere, hanno prestato a #uesto scopo il loro ministero 3

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    9a come il primo principio sembraa essere contraddetto da molti testi scritturistici, cos$ il secondo. Ci&nonostante . gostino lo difende, lo spiega, lo applica.

    La rinit! ha operato inseparabilmente: la creazione, le teofan$e del . ., le eofan$e del 0. . 0el 0. .: laconcezione di EesD Cristo nel seno di 9aria, la oce del padre sul abor, la colomba nel battesimo di EesD,le lingue di fuoco nel giorno della +entecoste.

    "n #uanto alla creazione 6 il +adre, il Higlio, lo pirito anto sono un solo principio, come sono un solocreatore e un solo ignore 6 3. Ci& è tanto ero che alla formula del simbolo battesimale: Credimus in

     Deum Patrem omnipotentem creatorem caeli et terrae, . gostino sostituisce #ueste altre: Credimus Patrem et 0ilium et Spiritum Sanctum esse unum Deum- universae creaturae conditorem at5ue rectorem 32( Patrem et 0ilium et Spiritum Sanctum unius eiusdem5ue su'stantiae- Deum creatorem- "rinitatemomnipotentem 33. @ inutile dire che #uesta impostazione ribadisce l'opposizione ad ogni subordinazionismo,errore che troaa proprio nella dottrina della creazione l'occasione principale di manifestarsi 34.

    +arimenti esplicito è . gostino per le teofan$e del 0. . come è stato esplicito - lo abbiamo isto - con#uelle del . .: 6 utta la rinit! ha operato e la oce del padre e il corpo del Higlio e la colomba dellopirito anto, bench= ciascuna di #ueste tre cose si riferisca ad una +ersona distinta 6 35. Questeaffermazioni suscitano una seria difficolt!: come si pu& dire che solo il Higlio si è incarnato se

    l'"ncarnazione è opera di tutta la rinit!J . gostino risponde: humanam illam formam e: virgine 4aria"rinitas operata est- sed solius 0ilii persona est  37. "n altre parole, la natura umana di Cristo è opera dellarinit!, ma appartiene solo alla persona del Higlio. %un#ue solo il Higlio si è incarnato.

    Lo stesso ale per la oce del padre e per la colomba o le lingue di fuoco dello pirito anto( con #uestadifferenza - essenziale in erit! - che la natura umana è stata assunta, e per sempre, nell'unit! della personadel erbo, mentre la oce e la colomba e le lingue di fuoco non furono unite alla persona del +adre o dellopirito anto. 0on unite, ma solo usate, proisoriamente, per un particolare ministero, #uello cioè dimanifestare #uanto, in #uel momento, la rinit! olea manifestare: il +adre e lo pirito anto operantinella storia della salezza 38.

     0= termina #ui la riflessione di . gostino su #uesto principio fondamentale di teologia trinitaria. gli sistudia di illustrarlo, #ui nel De "rinitate, come nei discorsi al popolo e nelle lettere  3;, col modo di operare

    in noi della memoria, dell'intelligenza e della olont!. ono tre facolt! che nominiamo separatamente, mache operano inseparabilmente. "nfatti non si pu& pronunciare il nome di nessuna di esse senza che tutte e tresiano presenti per produrre #uel nome. i eda con #uanta abilit! spiega #uest'esempio, che riempie l'animodi stupore, al popolo. cco alcune parole: 6 Questo nome memoria, che appartiene alla sola memoria- lha

     prodotto sia la memoria- perch; ritenessi ci2 che dicevi< sia lintelligen!a- perch; capissi ci2 che ritenevi<

     sia la volontà- perch; proferissi ci2 che sapevi... Così la "rinità ha operato la carne =natura umana> di

    Cristo- ma 5uesta non appartiene che al solo Cristo 6 4

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    ccole in sintesi: lo pirito anto ci è donato, perch= è il %ono( diffonde nei cuori l'amore, perch= èl'more( santifica perch= è il anto( costituisce la comunione di tutti i fedeli nella Chiesa perch= è laComunione.

    Lo pirito ci iene donato perch= è il %ono del padre al Higlio e del Higlio al padre: 6 ...sempiterne piritusdonum, temporaliter autem donatum 6 4. perch= ci è donato, è nostro. 6 Ci& che è dato dice relazione a

    colui che ha dato e a coloro ai #uali è dato. +er #uesto lo pirito anto non è detto soltanto pirito del padree del Higlio, che lo hanno dato, ma anche nostro, perch= lo abbiamo riceuto... 9a non si tratta dello spirito proprio dell'uomo, fonte della nostra esigenza... @ ero che abbiamo riceuto anche #uello spiritoconsiderato proprio dell'uomo... 9a una cosa è ci& che abbiamo riceuto per essere, un'altra ci& cheabbiamo riceuto per essere santi 6 42. Lo pirito anto dun#ue è nostro in #uanto ci è stato dato affinch=fossimo santi. +er #uesto EesD lo ha riceuto per primo. Lo ha riceuto nel momento dell'"ncarnazione,#uando 6 la natura umana, senza alcun merito precedente di opere buone è stata unita al %io erbo nel senodella ergine, in modo da dienire con lui una sola persona. per #uesto confessiamo che Cristo è nato dallopirito anto e dalla ergine 9aria 6. +erci& EesD Cristo 6 non solo dette lo pirito anto in #uanto %io,ma lo riceette in #uanto uomo 6 43. +er #uesto dice di lui la crittura che era pieno di grazia e di erit! >E*, *31. Come %io poi lo diede due olte: in terra, #uando dopo la risurrezione soffi& sugli postoli e disse:

     #icevete lo Spirito Santo( e dal cielo, #uando lo ini& agli stessi postoli nel giorno di +entecoste 44. 9a per il fatto che lo pirito anto è dato dal padre e dal Higlio come dono, non si dee concludere che è adessi inferiore: è dato, è ero, come %ono del padre e del Higlio, ma anch'gli, come %io, dona se stesso 45.

    "l passaggio dal concetto di dono a #uello di amore o carit! è spontaneo. "nfatti 6 non c'è dono di %io piDeccellente della carit!: è il solo che distingue i figli del regno eterno e i figli della perdizione eterna. Ci sonoaltri doni mediante lo pirito, ma senza la carit! non serono a nulla 6. Lo pirito anto poi 6 non èchiamato propriamente dono, se non a motio dell'amore 6 47.

    perch= è more, diffonde l'amore nei nostri cuori. %ice l'postolo:  La carità di Dio * stata diffusa neinostri cuori- mediante lo Spirito Santo che ci * stato dato >Fom 4, 41. 0ella rinit! è l'more, cioè il nesso,l'unione ineffabile tra il padre e il Higlio( in noi è il dono d'amore, cioè il incolo diino che ci unisce a %io- o, come dice la crittura, fa s$ che noi restiamo in %io e %io in noi - e ci fa conoscere che siamo uniti a%io. %ue mirabili effetti che rielano il pregio della ita cristiana: essere uniti a %io e sapere di essere unitia Lui. cienza #uesta che non è naturale n= puramente teoretica. 6 %a #uesto conosciamo che noi siamo in

    Lui ed gli in noi, perch= ci ha dato del suo spirito 6

    48

    .

    ttraerso il dono d'amore %io ci giustifica. #uesto punto . gostino inserisce nel %e rinitate belle pagine sulla nostra giustificazione dall'angolo isuale dell'immagine di %o( segno eidente del carattereteologico-mistico che uole imprimere alla sua opera.

    L'immagine di %io in noi è indistruttibile, ma il peccato la scolora, la deforma, l'oscura, l'inecchia, la fa prigioniera, la rende inferma, mentre al contrario l'azione dello pirito anto la fa rifiorire, la riforma,l'illumina, la rinnoa, la libra, la sana, la restaura. 9etafore, si dir!. @ ero. 9a metafore che esprimonouna trasformazione interiore che impegna l'azione creatrice dello pirito anto.

    6 La natura umana, la piD notabile tra le cose create, #uando iene giustificata dall'empiet! ad opera del suoCreatore, passa da una forma deforme ad una forma formosa 6: a deformi forma formosam trasfertur in

     formam 4;

    . +arole che anno prese nel senso forte: la deformazione e la riformazione toccano le radici delnostro essere i eda, p. es., il  De +enesi ad litteram, che è grosso modo contemporaneo al De "rinitate 5

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    Qui diremo solo che l'azione dello pirito anto non trasforma solo le anime dei fedeli, ma iifica tutto ilCorpo di Cristo, che è la Chiesa. "n seno alla rinit! lo pirito anto 6 è una specie d'ineffabile comunionetra il padre e il Higlio, e forse è chiamato cos$ proprio perch= #uesta stessa denominazione pu& conenire al

     padre e al Higlio... ffinch= dun#ue una denominazione, che coniene ad ambedue, indichi la loro reciprocacomunione, si chiama pirito anto il dono di entrambi 6 5. 0ella Chiesa poi #uesto stesso pirito è lacomunione che unisce i fedeli fra loro e con la rinit!, facendo di tutti una cosa sola. Questa dottrina,indubitatamente stupenda, che fa discendere la comunione intra-ecclesiale dalla comunione intra-trinitaria 52, troa la sua espressione piD matura nel Sermone 7*, che è probabilmente del 3*7 53, #uando .gostino staa terminando il  De "rinitate. 6 "l +adre e il Higlio hanno oluto che noi entrassimo incomunione tra noi e con loro per mezzo di Colui che è loro comune, e ci hanno raccolto nell'unit! per mezzo di #uel dono che è comune ad entrambi, cioè per mezzo dello pirito anto, %io e %ono di dio. "neffetti è in Lui che siamo riconciliati alla diinit! e godiamo della diinit! 6 54. +iD chiaramente altroe: 6L'unit! sociale della Chiesa di %io, fuori della #uale non c'è remissione dei peccati, è, per cos$ dire l'opera

     propria dello pirito anto, con la cooperazione, s'intende, del +adre e del Higlio, poich= lo pirito anto è,gli stesso, in un certo senso, la societ! del padre e del Higlio. "nfatti, il +adre non appartiene allo stessomodo al Higlio e allo pirito anto, perch= non è +adre di entrambi( il Higlio non appartiene allo stessomodo al +adre e allo pirito anto, perch= non è Higlio di entrambi, mentre lo pirito anto appartiene allostesso modo al +adre e al Higlio, perch= è l'unico pirito di tutti e due 6  55. Le radici di #uesta dottrina sitroano gi! nel De 0ide et S6m'olo, che è del 2;2 57.

    5. ?elo pastorale nel parlare della "rinità

    #uesto tema, che oggi interessa moltissimo, non possiamo dedicare che un breissimo accenno, perch= atrattarlo lungamente andremmo lontano dal nostro argomento. Eli scritti che trattano l'argomento trinitariofuori del  De "rinitate sono in gran parte discorsi al popolo, se si eccettui il  De agone christiano  che èdiretto al popolo, ma non è un discorso. %a essi emergono due prerogatie pastorali molto preziose: lo zelonell'esporre e difendere la dottrina cattolica e la capacit! di farlo in modo semplice ed attraente pur senzasacrificare affatto n= la profondit! n= la precisione del linguaggio.

    bbiamo indicato sopra alcuni di #uesti discorsi 58. rileggerli si rinnoa la meraiglia di come si possa parlare al popolo di #uestioni tanto alte e con tanta profondit!, efficacia ed elo#uenza. i ricorrono i granditemi dell'opera principale: l'inseparabilit! delle opere ad e:tra  della rinit!, le processioni diine, le

    relazioni, la spiegazione psicologica, la trascendenza del mistero, la necessit! dell'adesione alla fede e della purificazione. +ensiamo particolarmente al Commento a S. +iovanni, che, come giustamente ha osseratola Comeau 5;,   costituisce, dopo il  De "rinitate, l'opera piD importante per la teologia agostiniana sullarinit!.

     0aturalmente l'indole delle due opere è molto diersa: da una parte la seera ricerca teologica( dall'altral'esposizione, la spiegazione e la difesa - difesa soprattutto contro gli riani - della fede cattolica. 9a ci&non toglie che da #uest'opera pastorale, #ual'è appunto il Commento a S. +iovanni, non si possa ricaare unutile commento a molti passi del  De "rinitate. Lo sforzo di parlare al popolo con precisione e chiarezza e di

     proporre ad esso formule facili a ritenersi, induce spesso l'oratore a cercare espressioni forti e sintetichecome aforismi, che dicono meglio d'un lungo discorso #uale sia l'insegnamento della fede 7

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    +er . gostino possiamo dire di aerli nell'esposizione che precede, ma per gli altri +adriJ La loro dottrinaè tanto ricca e tanto aria - ci riferiamo prealentemente ai +adri orientali - che non è ageole offrirne unasintesi rapida ed efficace. i pensi ai +adri pre e post-niceni e, tra #uesti, agli lessandrini, ai Cappadoci,agli ntiocheni. i sa che la loro dottrina non è interpretata da tutti allo stesso modo. lcuni storici deldomma in campo protestante - )arnacN, Loofs, eeberg, Oerner... - o in campo modernista - Prmel -hanno sostenuto: a1 che il domma trinitario - come del resto gli altri dommi cristiani - non è frutto dellarielazione diina, ma dell'eoluzione della coscienza e del pensiero della Chiesa( b1 che prima di 0icea ladottrina cristiana oscill& tra modalismo e subordinazionismo( c1 che dopo 0icea l'omoousio fu accettatoin base ad un e#uioco, presente nei +adri cappadoci, detti appunto per #uesta ragione neo-niceni, e

     presente anche, secondo il Prmel, in . tanasio. L'e#uioco consisterebbe in #uesto: mentre il Concilio parla di consustanzialit! numerica, essi parlerebbero di consustanzialit! specifica. Ci troeremmo perci& difronte a un larato triteismo. i aggiunga poi che i +adri orientali ignorerebbero, secondo i predetti storici,la dottrina delle relazioni: una ragione di piD per dire che la loro dottrina trinitaria è in realt! triteista. Chiaccettasse una simile interpretazione non potrebbe non concluderne - come i predetti autori di fatto neconcludono - che . gostino sia stato il geniale innoatore che ha creato il domma della rinit!. 9a #uestainterpretazione non è n= storicamente n= cattolicamente accettabile. "l paragone perci& de'essere fatto sualtri presupposti, che sommariamente sono #uesti: la rielazione della rinit! nella storia della salezza, lafede della Chiesa nel mistero trinitario, la difesa di #uesto mistero da parte dei +adri, Cappadoci compresi.nche se, a causa delle particolari difficolt! della teologia trinitaria, occorrer! applicare a tutti #uel che .gostino, a proposito di un'altra difficile #uestione - la natura dei corpi celesti - chiede per se stesso: si5uid incondite at5ue inculte dictum legeris... doctrinae da operam- linguae veniam 7.

    +artendo da #uesti presupposti, che sono gli unici storicamente alidi, il confronto si risole inun'affermazione della continuit! e del progressio chiarimento della teologia trinitaria. criendo il %erinitate, . gostino fu tradizionale e originale insieme: due #ualit! che solo i grandi uomini sannomettere insieme.

    a/ "radi!ionale

    +rima di tutto gostino fu tradizionale. "nfatti:

    a1 comincia con una professione di fede che si richiama apertamente alla dottrina dei +adri. 6 utti gli

    interpreti cattolici del . e 0. estamento che ho potuto leggere tra #uelli che hanno scritto prima di mesulla rinit!, che è %io, #uesto hanno oluto insegnare secondo le critture... 6 72.

     b d! all'indagine teologica #uell'impostazione che era presente alla sua mente fin da #uando, non moltotempo dopo il suo ritorno alla fede, possedea della cultura religiosa poco piD di #uanto aea appresonella catechesi e udito dalle conersazioni con uomini di chiesa 73.

    c1 studia attentamente la crittura per conoscerne a fondo l'insegnamento e darne un'interpretazionecoerente ed unitaria(

    d1 si richiama ai +adri con parole di rispetto, adesione, fierezza 74. nche #uando si allontana dall'opinionedi alcuni di essi, come nel caso delle teofan$e del . ., lo fa con molta modestia 75 e non senza suffragare lasua opinione con l'autorit! di altri +adri 77. Quando poi troa insufficiente #ualche loro argomentazione, ne

    mostra le conseguenze false e stabilisce, con l'umile atteggiamento di chi cerca la erit!, #uale sia, a suo parere, la era dottrina 78(

    e1 in fine attraerso le missioni e i nomi propri che la crittura usa per indicare le +ersone diine, !ncora ladottrina delle relazioni alla parola di %io. @ ero che su #uesto punto non si appella esplicitamente ai +adri,ma #uesto non uol dire che essi #uesta dottrina non la conoscessero o che . gostino ignorasse i loroscritti. @ ero inece il contrario. i padri orientali - ad essi ci riferiamo prealentemente - attingendo allafonte comune, che è la crittura, aeano intuito e usato la dottrina delle relazioni. nzi, fin dal primosorgere dell'arianesimo non era mancato chi aea isto in #uesta dottrina l'unico modo di rispondere

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N72http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N73http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N73http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N74http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N74http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N74http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N75http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N76http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N77http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N77http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N78http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N72http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N73http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N74http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N75http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N76http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N77http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_03_note.htm#N78

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    la parola di %io designa prima di tutto l'unit! di natura delle +ersone diine e permette di stroncare findall'inizio ogni tentazione ariana o subordinazionista. ssa è dientata classica nella teologia latina, anchese, oggi, da #ualche parte, si fanno delle risera. i dice infatti che non sarebbe una prospettia biblica eche presenterebbe degli inconenienti per la piet! cristiana. edremo piD sotto che cosa pensare di #uesterisere.

    In altro punto, #uesta olta senza risere, che iene considerato elemento fondamentale nello siluppodella teologia trinitaria è la dottrina delle relazioni. #uesta dottrina il escoo d'"ppona ha dato #uel postocentrale che non ha piD perduto da allora. tudiando la crittura e serendosi largamente della filosofiaaristotelica, ha creato, in altre parole, la teologia delle relazioni, tanto delle relazioni intra-trinitarie, checostituiscono le +ersone diine, #uanto delle relazioni etra-trinitarie, che salaguardano l'immutabilit! di%io e la realt! della sua azione. ra i teologi greci e . gostino, scrie lo Chealier, c'è tutta la distanzache separa i precursori, che intraedono una dottrina e la enunciano solo incidentalmente, e colui che laespone sistematicamente con la chiara coscienza della sua originalit! e del suo alore ;5.

    In terzo punto di singolare fecondit! teologica, anzi forse di tutti il piD fecondo, è lo studio biblico el'impegno speculatio per stabilire #uale sia in seno alla rinit! la propriet! dello pirito anto. 9entre lateologia dei Cappadoci confessaa l'impotenza di rendersene conto e giungea #uasi a scoraggiarne laricerca, . gostino, ossera il bourassa, ha scoperto che lo pirito anto è more, e con ci& ha gettato una

    grande luce sul mistero trinitario e sulla natura della nostra salezza e della ita eterna ;7

    .

    "l contributo piD personale, poi, che . gostino ha dato alla teologia trinitaria è la spiegazione 6 psicologica 6 che illumina, senza dissolerlo, il mistero trinitario e riela la natura e la struttura dello spiritoumano %iciamo piD personale, in #uanto, anche se per #uesta dottrina ha troato un ambiente propizio euno stimolo nel neoplatonismo e un precursore in 9ario ittorino, la trasformazione da lui operata è statacos$ radicale che il suo apporto è uno dei piD originali e, aggiungiamo pure, dei piD moderni  ;8. %el restoanche #ui occorre ricordare che il fondamento di #uesta dottrina si troa nell'insegnamento scritturisticodell'uomo creato ad immagine di %io.

    'è in fine un altro aspetto originale del  De "rinitate: l'impegno di condurre il lettore fino allacontemplazione della rinit!, dimostrando con ci& che #uesto mistero entra essenzialmente nei tessuti della

     piet! cristiana, anzi ne è l'anima, il fine, la ragione.

    8. Il %e rinitate e la Scolastica

    La teologia si è mossa sulla scia del  De "rinitate di . gostino. %a Boezio a . nselmo, ai ittorini, a+ietro Lombardo, a . Bonaentura, a . ommaso, ad gidio Fomano i motii fondamentali dell'operaagostiniana - li abbiamo riassunti or ora - serono da guida e costituiscono l'alimento della speculazionesulla rinit!. ttraerso i grandi maestri della colastica l'influsso del pensiero agostiniano è giunto fino anoi. L'indole e i limiti di #uesta introduzione non consentono di rileare l'identit! di fondo e la diersit! disfumature di #uesti maestri ;;.

    %iremo soltanto che la speculazione scolastica ha due antaggi su #uella agostiniana, ma anche, a nostroumile parere, due santaggi. " antaggi sono: l'elaborazione del concetto di persona e l'approfondimento delmotio che distingue nella rinit! la spirazione della generazione.

    Faccogliendo in frutti maturati durante la controersia cristologica, la colastica ha elaborato un concettodella persona - si ricorder! la definizione di Boezio >rationalis naturae indiidua substantia1 e #uella piDappropriata di . ommaso >distinctum subsistens in natura intellectuali1 - il #uale ha permesso diapplicarlo alla rinit! non in senso accomodato per la necessit! di esprimere una realt! ineffabile, comeolea il escoo d'"ppona, ma in senso proprio, cioè e: significatione sua, come si esprime .ommaso *

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    relationem non per modum relationis- sed per modum su'stantiae *

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    in fretta. L'azione diina, tanto #uella creatrice che #uella santificatrice, pur essendo una, si presta a delleappropriazioni fondate su le propriet! rispettie del padre, del Higlio, dello pirito anto... Come il +adre cicrea per mezzo del Higlio nella pirito anto, cos$ nello pirito anto, per mezzo del erbo, ci richiama a s=

     per farsi nostra eterna beatitudine 6 *

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    olgendo la dottrina della mediazione l'autore della Città di Dio risponde ad un problema posto ma scioltomale dai filosofi pagani. i è detto sopra di #uesta impostazione e della soluzione inaccettabile proposta *.9a un +roblema non si scioglie combattendo la soluzione altrui( occorre presentare la propria. gostino lofa illustrando e difendendo non la sua, ma #uella, che poi era sua per fede, della rielazione cristiana.

    "l testo biblico fondamentale è #uello di . +aolo, 1 "im , 4. La teologia di #uesto testo comincia con il

    concetto della mediazione. 9ediatore è colui che stando ontologicamente nel mezzo tra due estremi, icinoad entrambi per natura, pu& riconciliarli e li riconcilia di fatto con la sua azione. L'uomo, per esempio, èontologicamente nel mezzo tra le cose corporee e #uelle spirituali o, come dice gostino, tra le bestie e gliangeli, aendo in comune con le une la mortalit!, con gli altri la razionalit! . ale dee essere il mediatoredi salezza.

    %io possiede la giustizia e l'immortalit! e #uindi la beatitudine( l'uomo il peccato e la mortalit!, e #uindi lamiseria: il mediatore de'essere immortale e beato con %io, mortale e misero con gli uomini. La miseriade'essere transeunte, la beatitudine permanente. Cristo, che nell'unit! della persona è %io insieme e uomo,totus Deus et totus homo 2, adempie perfettamente #uesto concetto di mediazione. ' mediatore comeuomo 3 o piD esattamente come uomo-%io: 6 0on è mediatore l'uomo senza la diinit!, non è mediatore %iosenza l'umanit!... tra la diinit! sola e l'umanit! sola è mediatrice l'umana diinit! e la diina umanit! diCristo6 4.

    Compito della mediazione di Cristo è #uello di togliere agli uomini i due loro mali - il peccato e la morte -e renderli partecipi dei due beni di %io, la giustizia e l'immortalit!( in #uesto modo essi passeranno dallostato della miseria a #uello di beatitudine. cco un testo agostiniano fortemente sintetico: 6 Fimanendoimmutabile, egli, il Higlio di %io, ha preso da noi, per prenderci con s=, la nostra natura( e, nulla perdendodella sua diinit!, si è reso partecipe della nostra infermit!, affinch= noi, cambiati in meglio, perdessimo lanostra condizione di peccatori e di mortali dienendo in lui giusti e immortali( riempiti cos$ del sommo

     bene, conserassimo nella bont! della sua natura #uanto di buono %io ha creato nella nostra6 5. 0on si pu&non ammirare in #uesto testo e il concetto di mediazione e #uello di salezza. +roprio cos$: l'uomo non èsalo se non perde i suoi mali( e non li perde se non partecipando ai beni propri di %io.

    "l problema della ia uniersale alla salezza lo aea posto anche +orfirio, confessando per& di non saperese ne fosse stata troata la soluzione. d gostino non è difficile dimostrare con tutti gli argomenti

    dell'apologetica cristiana7

    , che #uesta ia esiste ed è nota al mondo: è Cristo EesD, il fondatore e il re dellacitt! di %io. cco la sua conclusione: 6 Huori di #uesta ia, che non manc& mai al genere umano... nessunofu mai liberato, nessuno è liberato, nessuno sar! liberato6 8.

    i noti, in #ueste forti parole, l'inciso: che non manc& mai al genere umano. "nfatti Cristo è e fu la iaaperta sempre e a tutti, prima e dopo la sua nascita, sia tra il popolo eletto che fuori. "l pensiero del escood'"ppona è esplicito su #uesto punto, anche se non sempre gli studiosi ne prendono atto. 6 0on si pu&negare - e gostino pensa che neppure i giudei ogliano negarlo - che anche tra gli altri popoli - fuori del

     popolo detto propriamente  popolo di Dio - ci siamo stati alcuni uomini appartenenti ai eri israeliti, in#uanto cittadini della patria superna, ad essa associati con un incolo non terreno ma celeste 6. Chi neolesse dubitare sarebbe subito coninto dall'esempio ammirabile di Eiobbe, il #uale ci è stato proposto

     proprio per conincerci di #uesta erit!. 6 9a si dee credere anche - conclude il nostro %ottore - che anessuno sia stato concesso di appartenere alla Eerusalemme celeste, alla citt! di %io, se non gli è stato

    diinamente rielato l'unico 9ediatore tra %io e gli uomini, l'Iomo Cristo EesD ;

    . "n #uesto modo l'unicit!si concilia con l'uniersalit! e Cristo appare, come gostino olea dimostrare, fonte di salezza e di grazia per tutti gli uomini.

    Questo difficile e importantissimo tema lo aea gi! trattato nelle 7uestioni contro i pagani S? Ep. *

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    9arsiglia. +erci& il nostro %ottore, dandoci preziose indicazioni metodologiche sul modo di trattare le#uestioni una per olta e #uando sia necessario, ci torna sopra e la conferma e la spiega di nuoo nel  De

     praedestinatine sanctorum *3, che è una delle ultime sue opere.

     

    TEOLOGIA !ELLA RE!E$IOE

    Ci si chiede oggi perch= gostino, parlando delle conseguenze del peccato di damo, non si sia fermatoalla pena della morte e della concupiscenza, ma sia andato piD aanti affermando l'ereditariet! anche del

     peccato *4. +rima di rispondere gioa fare un'osserazione: la #uestione proposta nasce da una mentalit!diersa da #uella agostiniana. "l escoo d'"ppona considera strettamente unite e inseparabili la pena e lacolpa: ebbe occasione di esprimere la sua coninzione #uando i pelagiani, dopo la condanna innocenziana,cambiando la prima posizione, #uella assunta e difesa all'inizio, separarono, appunto come fanno alcunimoderni, l'una dall'altra, e ammisero, o sembrano ammettere, che dal peccato di damo ci derii la primama non la seconda *5.

    %etto #uesto, si dee aggiungere che le risposte date da una certa corrente storiografica a una #uestionecos$ posta sono molto dierse: #uella che gostino ha inentato il peccato originale, o #uella che lo ha

    identificato con la concupiscenza, o #uella ancora che ha subito l'influsso di correnti teologiche eterodosse,o #uella infine che ha fondato la sua dottrina su pochi testi biblici nei #uali in realt! non si troa. 0on sono#ueste le risposte che eramente rispondano. La risposta era ce la offre lo stesso gostino proponendo edillustrando due tesi di fondo: la redenzione e il battesimo dei bambini. La teologia dell'una e dell'altra - ledue tesi sono strettamente legate fra loro - costituisce il fondamento della coninzione, che ebbe chiara efortissima, della trasmissione del peccato originale. ediamo la prima.

    %el posto centrale che occupa la redenzione nel sistema dottrinale agostiniano circa il peccato e la grazia edel metodo argomentatio che non a dal peccato alla redenzione, ma dalla redenzione al peccato. Qui siuol richiamare l'attenzione su alcuni approfondimenti che gostino in polemica con i pelagiani haapportato: riguardano la natura, la necessit!, l'oggettiit!, l'uniersalit! della redenzione. 0on c'è bisogno diripetere che da #uesti chiarimenti dipende tutta la dottrina del peccato originale e della grazia sanante chegostino oppone ai pelagiani.

    L'argomento della redenzione pu& essere studiato su due ersanti, diersi anche se strettamente uniti: #uellocristologico e #uello antropologico. ul primo si studia la persona di Cristo mediatore e nostra giustizia

     presso il +adre, sul secondo il modo in cui la redenzione è stata compiuta e gli effetti che opera in noi. "lescoo d'"ppona ha trattato l'uno e l'altro *7, ma a noi #ui interessa il secondo. 0on potendo inoltrarci astudiare anche il primo, interessante ma piD lontano dal nostro argomento, lo supponiamo, rimandando aglistudi recenti e meno recenti *8.

    1. %atura della reden!ione

    Hin dall'inizio della controersia pelagiana la #uestione che gostino doette chiarire fu #uella riguardantela natura della redenzione( se cioè consista solo nella promozione al bene o anche nella liberazione dalmale. " pelagiani erano per la prima parte della disgiuntia, gostino dimostra che bisogna ammettereanche la seconda. +iD chiaramente. " pelagiani parlaano di redenzione come parlaano di battesimo dei

     bambini, ammettendo la necessit! di ambedue, ma lo faceano con un discorso che gostino non dubita digiudicare e#uioco. mmetteano infatti il battesimo dei bambini perch= riceessero una 6procreazione

     pirituale6 ed entrassero cos$ nel regno dei cieli( ammetteano la redenzione perch= fossero trasferiti da unacondizione buona ad un'altra migliore *;. gostino ribatte: impostano male il problema, non è #uesto cheiene contestato loro, cioè non #uello che affermano ma #uello che negano. 0egano infatti che nel

     battesimo enga rimesso ai bambini il peccato contratto con la generazione, e che la redenzione li liberi dalmale, cioè li trasferisca da una condizione misera a una felice. Questo iene contestato loro, non altro.

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N14http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N14http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N14http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N15http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N16http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N16http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N17http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N18http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N19http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N19http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N14http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N15http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N16http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N17http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N18http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N19

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    ra #uello che i pelagiani negaano, gostino lo afferma e lo difende. Lo fa con uno studio di teologia biblica. samina molti testi riguardanti la redenzione - una sessantina - e ossera che la crittura, con tanteimmagini dierse, dice apertamente che l'opera di Cristo a nostro faore contiene un aspetto positio di

     promozione al bene e uno negatio di liberazione dal male: i due aspetti sono inseparabili. +erch= infatti sidice che eniamo iificati, salati, liberati, redenti, illuminati da Cristo - sono #ueste alcune delleimmagini piD fre#uenti - se non perch= eraamo nella morte, nell'infermit!, nella schiaitD, nella prigionia,nelle tenebreJ di che cosa, se non del peccatoJ Cristo infatti è l'gnello di %io che toglie i peccati delmondo >+v *, ;1, il 9edico che non è enuto per i sani ma per gli ammalati > 4t ;, *1, il Higlio dell'uomoche è enuto a cercare e a salare ci& che era perduto > Lc *4, 81, enuto non per chiamare i giusti ma i

     peccatori > Lc 4* 21, il Fedentore che ha ersato per tutti il suo sangue in remissione dei peccati, Colui cheè stato chiamato EesD - su #uesto nome santo insiste molto gostino   4t *, *1. %ifatti, 6Cristo è morto per i nostri peccati secondo lecritture6 >1 Cor *4, 21.

    Bree saggio della diligenza con la #uale il escoo d'"ppona costruisce la teologia riguardante la nozionestessa della redenzione. La polemica lo indurr! ad insistere sull'aspetto negatio, #uello di liberazione( mafuori di polemica parler! spesso anche dell'altro, illustrando il rinnoamento interiore e la diinizzazionedell'uomo in Cristo. e ne parler! a proposito della giustificazione. Qui gioa rileare un altro tema sul#uale insiste per dimostrare la sua tesi, la riconcilia!ione degli uomini con %io. Questo tema emerge gi!nella prima opera antipelagiana e ritorna nelle opere seguenti, #uando si pose esplicitamente il problemadella trasmissione della pena, cioè della morte, senza la trasmissione della colpa, cioè del peccato originale>originato1.

    L'argomentazione si fonda su due testi essenziali di san +aolo: $ Cor A, *8-< e #om A, *

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    La prima tesi è fondata sui testi biblici di cui si è parlato nel paragrafo precedente. "n essi l'incarnazione èista sempre in ordine alla redenzione, espressa, come si è detto, con le immagini piD arie, ma sempreefficaci. gostino ne deduce che l'unico motio per il #uale il ignore EesD Cristo è enuto in #uestomondo è #uello di salare gli uomini dalla morte dei peccati: non aliam o' causam... nisi ut hacdispensatione misericordissimae gratiae.. 5. +arlando al popolo esprime #uesta deduzione con il notoaforisma: Si homo non perisset- 0ilius hominis non venisset  7( un aforisma che ricorre spesso nei discorsi#uasi con le stesse parole 8. La conclusione è che nessuno pu& appartenere a Cristo se non ha bisogno dellasalezza: 6la conseguenza sar! che non possono appartenere a #uesta somministrazione di grazia, fatta dalCristo per mezzo della sua umilt!, coloro che non hanno bisogno di ita, di salezza, di liberazione, diredenzione, d'illuminazione6. +erci& o i bambini non appartengono a Cristo - e nessuno orr! dirlo - ohanno bisogno di essere salati: la dottrina del peccato originale s'impone come ultima ragione dellanecessit! uniersale della salezza( restat originale peccatum ;

    La seconda tesi iene fondata parimenti nella crittura, soprattutto nelle parole di san +aolo, 1 "im , 4Buno solo il mediatore tra Dio e gli uomini- luomo +es Cristo , e in #uelle di +ietro,  9tti 3, *B In nessunaltro c* salve!!a. La conclusione è che nessuno pu& essere salo fuori della Christi societas 2

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    - era #uesta l'opinione pelagiana -, perch= la sola imitazione non li rende giusti a causa di CristoJ6 3*. Larisposta per gostino era oia, e non per lui solo.

    9a la nostra giustificazione ha il suo fondamento nel sacrificio di Cristo. gostino ha parlato molto, particolarmente nelle sue opere principali - le Confessioni, la "rinità, la Città di Dio - del sacrificio:sacrificio della croce, sacrificio dell'altare, sacrificio uniersale della redempta civitas.  0e ha spiegato il

    fondamento ontologico, cioè la mediazione di Cristo uomo-%io 3

    , ne ha data la definizione insistendosull'elemento essenziale che è la unione con %io 32, ne ha messo in rilieo la interiorit! 33, ne ha indicatal'efficacia per la remissione dei peccati. 0el  De "rinitate, doe insiste con belle parole sul significatodell'esempio di Cristo - %io con l'incarnazione e la morte del suo Higlio ha oluto 6conincere gli uominidella grandezza del suo amore e dello stato in cui eraamo #uando ci ha amati >5uantum nos dile:erit Deuset 5uales dile:erit 1( di #uella grandezza perch= non disperassimo, di #uesto stato perch= noninsuperbissimo6 34  -( nonostante, dico, #uesta insistenza, insiste parimenti sull'efficacia del sacrificio diCristo per espiare i peccati e riconciliare gli uomini a %io. nzi, #ualifica #uesto sacrificio con tre aggettiisuperlatii: verissimo- li'erissimo- perfettissimo. Hu erissimo, perch= Cristo 6con la sua morte, l'unicosacrificio assolutamente ero offerto per noi, tutto ci& che c'era in noi di colpeole e che daa il diritto ai

     principati e alle potest! di costringerci ad espiare con i supplizi, egli ha pulito, abolito, estinto6 35(   fuliberissimo, perch= Cristo non lo ha offerto contro la sua olont!, ma 6perch= lo ha oluto, #uando lo haoluto, come lo ha oluto6 37( fu perfettissimo, perch= 6in ogni sacrificio sono #uattro gli aspetti daconsiderare >a chi si offre, da chi si offre, che cosa si offre, per chi si offre1, tutti e #uattro conengono nelmedesimo unico e ero 9ediatore che ci riconcilia con %io per mezzo del suo sacrificio di pace, rimanendoegli tutt'uno con %io a cui si offria, facendo tutt'uno in s= coloro per i #uali si offria, tutt'uno essendo luiche offria con ci& che offria6 38.

     0on è possibile #ui un commento a #uest'ultimo testo che apre un panorama astissimo sulla dottrina delsacrificio, indicando i #uattro elementi che la compongono. gnuno di essi ha un ampio solgimento negliscritti agostiniani: l'unione della persona del 9ediatore con %io e con gli uomini che uole riconciliare,l'unione nella stessa persona del sacerdote e del sacrificio. Quest'ultimo concetto iene espresso altroe conle celebri parole riolte a %io +adre: 6ittorioso e ittima per noi al tuo cospetto, e ittorioso in #uantoittima( sacerdote e sacrificio, e sacerdote in #uanto sacrificio( che ci rese, da seri, tuoi figli, nascendo date e serendo a noi6 3;.

    +er concludere mette conto ricordare alcune parole citate sopra: non eniamo riconciliati a %io 6se non conla remissione dei peccati,  per unam gratiam misericordissimi Salvatoris- per unam victimam verissimi sacerdotis6 4

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    sola: 11  tutti sono morti( $1  tutti hanno bisogno del alatore( (1  tutti sono stati redenti perch= Cristo èmorto per tutti, anche per i bambini.

    Qui interessa fermarci sul primo di #uesti tre ordini di argomenti, che il escoo d'"ppona usa piDfre#uentemente. +iD fre#uentemente, dico, per due ragioni, una teologica e una polemica. La prima è#uesta: se Cristo è morto per tutti, uol dire che tutti sono morti, morti per il peccato, che per i bambini non

     pu& essere che il peccato originale. La seconda è #uest'altra: Eiuliano ammettea o sembraa ammettereche Cristo fosse morto anche per i bambini. d gostino si offria l'occasione opportuna per concludere:dun#ue anche i bambini sono morti, dun#ue anche i bambini hanno il peccato.

    esto base, che riassume poi tutta la dottrina della redenzione esposta sopra, è #uello di san +aolo, $ Cor  4,*3: se uno * morto per tutti- dun5ue tutti sono morti. gostino intende il tutti sono morti non della mortemistica, come oggi s'intende generalmente 42, ma della morte del peccato. %ata #uesta interpretazione, erafacile concludere che tutti, anche i bambini, sono morti per il peccato.

    "l testo paolino, per le ragioni indicate, iene citato molte olte lungo la controersia pelagiana, almeno unaentina( a cominciare dalla prima opera, nella #uale appare nel contesto della teologia   biblica di cui si èdetto, fino all'ultima, nella #uale torna, si pu& dire, come un  ritornello 43. "l dilemma che esso sottintende è#uesto: o si nega che Cristo sia morto per tutti o si ammette che anche i bambini hanno il peccato, che per 

    loro non pu& essere che il peccato originale.  " pelagiani non faceano n=  l'uno n= l'altro: #uesto nonoleano, perch= era contrario alle loro coninzioni piD profonde( #uello non osaano. %a #uestaimbarazzante posizione la iacit! della polemica agostiniana.

     0on è possibile citare molti testi: bastino due. 0el Contra Iulianum, dopo aer citato #om. 4, 8-; >%iodimostra il suo amore erso di noi perch=, mentre eraamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi1, dice:6u uoi far credere che in #ueste parole non sono compresi i bambini. 9a ti chiedo: se i bambini non sonocompresi fra i peccatori, come mai è morto per loro Colui che è morto per i peccatoriJ u dirai che Cristo èmorto anche per i peccatori: io dico che è morto  solo  per i peccatori6. Citato, poi, il testo dell'postolocontinua: 6Qui non ti è permesso di negare solo per coloro che sono morti... %ifatti san +aolo dimostra chetutti sono morti dal fatto che uno è morto per tutti... 0e segue che, se i bambini non contraggono il peccatooriginale, non sono morti( se non sono morti, non è morto per loro Colui che non è morto se non per imorti. 9a tu, conclude gostino, nel tuo primo libro contro di me hai detto che Cristo è morto anche   per i

     bambini6 44

    .

     0ella seconda risposta a Eiuliano, doe il testo paolino è ricordato tante olte, a un certo punto termina ilsuo ragionamento cos$: 6Qualun#ue sforzo tu faccia  per soertire e perertire le parole dell'postolo, nonriuscirai a dimostrare che i bambini sono immuni dal peccato, perch= non osi negare che anche per loroCristo è morto6 45.

    Qui non si uol discutere l'interpretazione che gostino d! del testo di san +aolo, ma si uol sottolineare lacostante attenzione che ha di fondare l'uniersalit! del peccato originale sull'uniersalit! della redenzione ela coninzione profonda che, negando #uella, si comprometta #uesta. ra, compromettere l'uniersalit!della redenzione sarebbe la cosa piD grae e piD perniciosa per la dottrina e per la ita cristiana. Ci&apparir! piD chiaro parlando del battesimo.

    "APITOLO QUITO

    IL "RISTO #E!IATORE AL PA!RE

    La soteriologia e la grazia sono i due argomenti nei #uali l'approfondimento agostiniano fu piDdeterminante. gostino li illustr& contro i pelagiani e i pagani perch= non venisse resa vana la croce diCristo *.

    http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N53http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N53http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N54http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N54http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_05_note.htm#N1http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_05_note.htm#N1http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_05_note.htm#N1http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N53http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N54http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N55http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_04_note.htm#N56http://www.augustinus.it/pensiero/teologo/vpsa_5_05_note.htm#N1

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    *. +rima di tutto la natura e l'unicit! della mediazione. Cristo è mediatore come uomo  o, piD precisamente,come Iomo-%io: 6 0on è mediatore l'uomo senza la diinit!, non è mediatore %io senza l'umanit!...( matra la diinit! sola e l'umanit! sola è mediatrice l'umana diinit! e la diina umanit! di Cristo 6 2. nzi solol'Iomo-%io potea essere mediatore. gostino lo sostiene fortemente contro la demonologia platonica 3. "lmediatore de'essere in mezzo tra i due estremi da unire, ad essi unito e da essi distinto: tra %io giusto eimmortale e gli uomini mortali e ingiusti de'essere giusto e mortale( giusto come %io, mortale come gliuomini 4. +erci& Cristo, Iomo-%io, è per tutti gli uomini mediatore di libert!, di ita, di unit! e disalezza 5. Huori di #uesta ia uniersale, 6 che non è mai mancata al genere umano, nessuno è stato mailiberato, nessuno iene liberato, nessuno sar! liberato 6 7. Questa ia è stata aperta anche ai gentili, fuorid'"sraele, prima della enuta di Cristo: gostino lo nota esplicitamente 8.

    . Cristo è mediatore perch= redentore. #uesto proposito egli ci offre il primo saggio di teologia biblicanel #uale dimostra che il motio dell'incarnazione, secondo la crittura, non è altro che la redenzione degliuomini. saminati i testi - e ne esamina molti, oltre una sessantina - conclude che: 6 "l ignore EesD Cristonon per altro motio è enuto alla carne... se non per iificare, salare, liberare, redimere, illuminarecoloro che prima erano nella morte, nell'infermit!, nella schiaitD, nella prigionia, nelle tenebre dei peccati6. 0e segue perci& che nessuno pu& appartenere a Cristo se non ha bisogno della ita, della salute, dellaliberazione, della redenzione, dell'illuminazione ;. #uesta conclusione engono legate le tre propriet!essenziali della redenzio