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ei serate per raccontare l’a- nima solidale della città di Roma: dal 24 giugno, natività di san Giovanni Battista e festa della cattedrale, al 29 giugno, solennità dei santi patroni Pietro e Paolo, la capi- tale accoglierà la Festa della Solidarietà. Alla mani- festazione, patrocinata dalla Diocesi, parteciperan- no molte organizzazioni di volontariato, sia laiche sia cattoliche, capofila delle quali è la Lumen Gen- tium onlus. L’annuncio è arrivato domenica du- rante la Festa dei Popoli. Nell’area compresa tra piazza di Porta San Giovan- ni e il parco di viale Carlo Felice, saranno messe in piedi tantissime attività con l’intento di sensibiliz- zare i romani sul tema della condivisione. «Artefici della Festa della Solidarietà - spiegano gli organiz- zatori - saranno tutti coloro che, a volte in modo si- lenzioso e nascosto, si prodigano nel fare il bene in mille forme: dando da mangiare a chi ha fame, o- spitando chi non ha un tetto, assistendo e pren- dendosi cura di chi è malato e infermo, accoglien- do chi cerca scampo da guerre e povertà. Racco- gliendo l’invito di Papa Francesco, la Festa vuole di- re no alla globalizzazione dell’indifferenza, vuole di- re che qualcuno ha a cuore i problemi del nostro tempo e delle persone che vivono a Roma». Ogni serata (dalle 19 a mezzanotte) sarà segnata da temi che toccano da vicino determinate categorie di persone: mamme e bambini ad esempio, oppu- re anziani, immigrati e disabili. Tra spettacoli di musica jazz e rappresentazioni teatrali, ci sarà spa- zio per laboratori d’artigianato, per una mensa so- lidale e per dibattiti nei quali interpellare figure di spicco del mondo politico sui temi dell’accoglienza dello straniero, dei senza fissa dimora, della cura dei malati e della tutela dell’infanzia. Per tutte e sei le serate, la basilica di San Giovanni in Laterano (nel- la foto) resterà eccezionalmente aperta fino alle 21. Mariaelena Finessi S La rete di parrocchie tra gli sfollati di Ponte Mammolo DI PAOLA PROIETTI on era una baraccopoli ma «un piccolo villaggio, un punto di riferimento per tutti quei migranti che passavano per Roma, diretti nel nord Europa in cerca di una vita migliore». Dall’11 maggio, giorno in cui le ruspe del Comune di Roma hanno demolito l’insediamento decennale di Ponte Mammolo, monsignor Marco Fibbi, parroco di San Romano Martire, ha messo in campo una rete di aiuti che, incessantemente, sostiene gli abitanti sfrattati dalle loro baracche. «Non siamo soli - dice -, tutte le altre parrocchie della zona stanno aiutando: a Santa Maria del Soccorso, ad esempio, si occupano principalmente del vestiario, noi dei pasti giornalieri. E poi abbiamo un esercito di volontari, associazioni, la Caritas diocesana che, grazie all’interessamento continuo di don Enrico Feroci, non ha mai smesso di esserci vicina. E la Comunità di Sant’Egidio, da sempre presente in questo piccolo villaggio, che ora non c’è più». Via delle Messi d’Oro era l’indirizzo di questa baraccopoli, sorta abusivamente circa 15 anni fa e da sempre abitata da gruppi di migranti di varie nazionalità: dal Montenegro al Bangladesh, dall’America Latina fino ad accogliere numerosi gruppi di eritrei. Rifugiati politici, famiglie, persone che sono scappate dai loro Paesi d’origine e arrivati in Italia per trovare una vita migliore. Moltissimi quelli che facevano di Roma solo una tappa momentanea, giusto il tempo di raccogliere i soldi per pagarsi il viaggio verso il nord Europa, loro vera destinazione. «Certo - ammette don Marco -, vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie. Addirittura, in una delibera del Municipio, del 2014, si autorizzava l’installazione di un gabinetto chimico, mai arrivato». Un campo spesso sovraffollato: quando le ruspe sono arrivate c’erano 450 persone. «Per le famiglie si sono aperti i centri di accoglienza. Altri, quelli di passaggio, sono stati spostati. Ora, nel parcheggio antistante la baraccopoli vivono 60 persone in attesa di una sistemazione definitiva. C’è anche chi, qui, aveva la residenza - dice don Marco -, un fatto che testimonia la longevità dell’insediamento, lo stesso visitato dal Papa lo scorso febbraio». Da quell’11 maggio, l’intera comunità ha trovato un punto di riferimento nella parrocchia che si adopera per aiutare gli sfollati. «Mettiamo in pratica le parole di Matteo, "portate da mangiare all’affamato". Ecco, il Papa spesso usa l’immagine dell’ospedale da campo e io penso che le parrocchie rispecchino quest’immagine. Ospedali, non solo per le persone "ferite" ma anche come terapia intensiva della fede agonizzante dei nostri cristiani. I fedeli che frequentano la Messa, aiutando questi profughi, riscoprono anche la loro fede, spesso assopita. Quando sentiamo parlare delle migrazioni - afferma don Fibbi -, esse sono descritte come un pericolo, quando sono invece un segno per manifestare la fede e la carità delle persone che si dicono cristiane». E quando pensa ai cristiani, don Marco ricorda anche la sua esperienza in Iraq, dove ha visto la solidarietà dei cristiani iracheni verso i profughi: «Non posso essere lì - confessa - ma posso aiutare quelli che oggi sono i nostri migranti». Lo sgombero ha avuto conseguenze anche sui residenti: «Dal quel giorno, non è mai mancato chi ha portato coperte, tende e molto altro. E poi c’è una tolleranza maggiore: nella baraccopoli non c’erano servizi di alcun tipo e spesso, chi vi abitava, usava un piccolo parco vicino come bagno. Cosa poco gradita a molti. Dopo, in tanti hanno capito che questa è gente allo stremo. Ora è facile vedere i residenti che vanno a trovarli, parlano con loro, li confortano». Il Comune di Roma ha ordinato lo sgombero per mettere fine a una situazione di grave disagio ma le soluzioni abitative non sono state trovate per tutti. In attesa di una decisione, 60 persone sono ancora per strada. «Nessuno vuole vivere in un parcheggio - dice don Marco - e noi continueremo ad aiutarli finché saranno li. Non è un atto di sfida verso qualcuno. Stiamo solo aiutando persone in difficoltà». N Comunità locali, Caritas e Sant’Egidio accanto agli immigrati che vivono in condizioni precarie dopo lo sgombero del campo. Fibbi, parroco di San Romano: gente allo stremo, i residenti li confortano DI MARIAELENA FINESSI li uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati». La frase, di monsignor Tonino Bello, è la cifra dell’omelia pronunciata dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, che l’ha scelta per rivolgersi alle centinaia di persone - migranti e romani - riunitesi, domenica 17 maggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano in occasione della Festa dei Popoli. Il porporato, chiamato in un difficile periodo storico a rivolgersi agli stranieri presenti nella capitale come pure ai cittadini di Roma per offrire loro una parola consolatoria sulla vicenda, controversa, dell’accoglienza degli immigrati nel nostro Paese, ricorda la necessità della collaborazione e del sostegno reciproco. «È giusto che altri non si approfittino di voi ma anche voi non guardateli solo come datori di lavoro. Fate che i vostri figli possano crescere con i nostri figli. La tentazione è di costruire muri ma la novità che Dio ci chiede è di abbatterli. Non si può dire "ma io non posso far niente". Ognuno di noi è responsabile degli altri - ha sottolineato il cardinale - e dagli altri riceve qualcosa. Il senso dell’incontro di oggi è proprio quello G « di sentire la responsabilità di costruire un mondo migliore. Voi avete un’ala e noi l’altra - il riferimento è ancora alle parole di don Bello -. Uniamoci: ci accorgeremo che il cielo in cui volare non è così lontano e che se ci crediamo, l’amore può vincere». È «la logica della reciprocità» a cui fa riferimento anche Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma, associazione che ha preso parte all’organizzazione della Festa e che di immigrati in cerca di un aiuto vede passarne, nella sola sede provinciale, circa 10mila ogni anno. Nata negli anni ’90 da un’intuizione della comunità dei padri scalabriniani di Val Melaina, la Festa dei Popoli nel tempo ha acquisito una dimensione sempre più ampia, tant’è che da anni ormai viene organizzata insieme alla Caritas diocesana e all’Ufficio Migrantes del Vicariato di Roma. Il senso di questo rituale appuntamento a piazza San Giovanni in Laterano è qui: «L’identità della Festa dei Popoli - spiega l’organizzatore dell’evento, padre Gaetano Saracino, definito da Papa Francesco "prete rivoluzionario" nell’udienza ai consacrati della diocesi - è un incontro sviscerato nella celebrazione della fede ma anche nelle culture espresse con il folklore e nella gastronomia: esperienze che illuminano la comprensione e possono aiutare a cambiare l’approccio e i pregiudizi sul fenomeno». Pregiudizi e stereotipi «che non mancano nell’ambito della stessa Chiesa», come ammette monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. «Anche nelle nostre comunità c’è chi vive le immigrazioni con paura e chi invece vi vede un’occasione importante per esprimere fraternità». Soprattutto, «la festa mostra in modo plastico la "risorsa migrante" che porta con sé storie di fede, di lavoro, di sofferenze e di pacifica integrazione». Perego lancia allora l’appello «a superare la lettura delle migrazioni come elemento di preoccupazione» così come viene vissuto nella stessa Europa dove le dichiarazioni di chi pensa di ricostituire le frontiere «per evitare che gli immigrati sbarcati in Italia possano addentrarsi nel resto del territorio dell’Unione, sono il segnale negativo di come l’Europa sociale e dei diritti sia ancora da costruire». Nel pomeriggio, tra uno spettacolo di ballo e canti etnici è stata annunciata la Festa della solidarietà che si terrà, ancora una volta a piazza San Giovanni, dal 24 al 29 giugno. Alla manifestazione prenderanno parte associazioni impegnate in attività di volontariato e solidarietà con l’intento di conoscere e riconoscere l’anima sociale e solidale della città (servizio a destra). Arriva la Festa della Solidarietà per raccontare l’anima di Roma ROMA SETTE Anno XLII • Numero 21 • Domenica 24 maggio 2015 On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Abbattere l’indifferenza L’appello lanciato dal cardinale Francesco Montenegro alla Festa dei Popoli Perego: «La "risorsa migrante" porta fede, sofferenze, lavoro e integrazione» Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 iovedì 4 giugno, nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Santo Padre Francesco presiederà la celebrazione dell’Eucaristia sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano e impartirà poi la benedizione eucaristica sul sagrato di Santa Maria Maggiore, dove si concluderà la tradizionale processione. La celebrazione inizierà alle ore 19; i varchi per l’accesso alla piazza saranno aperti alle 17. Non è prevista concelebrazione. L’Ufficio Liturgico del Vicariato annuncia che saranno disponibili biglietti solo per l’accesso al sagrato, che sarà riservato a: sacerdoti e religiosi (veste talare e cotta o abito corale, non il camice); parroci romani (stola bianca sulla cotta, con il posto nelle prime file del settore sacerdoti); seminaristi (abito talare e cotta); bambini di prima comunione (accompagnati - un adulto ogni 10 bambini - e con l’abito di prima comunione). Tali biglietti - senza prenotazione - potranno essere ritirati all’Ufficio Liturgico (II piano, stanza 42) nei giorni 1, 3 e 4 giugno (ore 8,30-13). Per le religiose è previsto un settore con posti a sedere lungo la via che taglia in due il prato della piazza: l’accesso, senza biglietto, sarà possibile con l’apertura dei varchi. Per le confraternite, le associazioni eucaristiche e i sodalizi è previsto un settore sotto il lato destro del sagrato, senza biglietti: i responsabili vengono invitati a radunare i gruppi per far entrare insieme tutti i membri. «Tutti i fedeli laici - afferma l’Ufficio Liturgico - potranno accedere dalle 17 al prato antistante la basilica. Non ci sono posti a sedere. Sarà previsto un settore per i fedeli disabili, ciascuno con un accompagnatore». G Corpus Domini: a San Giovanni la Messa del Papa e la processione la celebrazione Vespri per la pace il 26 a San Gregorio: presiede Turkson Martedì 26, alle 18.30, la chiesa di San Gregorio al Celio ospiterà la ce- lebrazione dei vespri per la pace in Si- ria e in Iraq promossa da Centro mis- sionario e pastorale delle migrazioni. Presiederà il cardinale Turkson (foto), presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Partecipa il vescovo Zuppi. Animazione delle suore di Ma- dre Teresa. Proposta una serata di di- giuno da unire alla preghiera. Il vescovo ausiliare Di Tora presidente della Commissione Cei per le migrazioni L’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana ha eletto, giovedì 21 maggio, alla guida della Commissione episcopale per le migrazioni, monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma ed ex direttore della Caritas diocesana. Il vescovo Di Tora sostituisce il cardinale Francesco Montenegro, chiamato nuovamente a guidare la Commissione episcopale per il Servizio della Carità e della Salute. «Con il cardinale Montenegro - afferma monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes - si è vissuto come Migrantes in due anni la gioia della visita del Papa a Lampedusa, il dolore dei 366 morti del 3 ottobre 2013 e quelli recenti ancora in fondo al mare, l’ansia per un’Europa che ancora deve crescere nella solidarietà. Gioia, dolore, ansia che vengono consegnate naturalmente ora a monsignor Di Tora, che per cinque anni ha condiviso il cammino della Commissione episcopale per i migranti: un segno concreto di continuità nella passione per i migranti economici e rifugiati, emigranti, rom e sinti, gente dello spettacolo viaggiante: uomini e donne a cui guarda la Migrantes». «Al grazie al cardinal Montenegro - conclude monsignor Perego - si aggiungono i migliori auguri degli operatori delle Migrantes nazionale, regionali e diocesane al nostro nuovo presidente». Sopra un momento della Messa a San Giovanni in Laterano. In alto il cardinale Montenegro

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ei serate per raccontare l’a-nima solidale della città di

Roma: dal 24 giugno, nativitàdi san Giovanni Battista e festadella cattedrale, al 29 giugno,

solennità dei santi patroni Pietro e Paolo, la capi-tale accoglierà la Festa della Solidarietà. Alla mani-festazione, patrocinata dalla Diocesi, parteciperan-no molte organizzazioni di volontariato, sia laichesia cattoliche, capofila delle quali è la Lumen Gen-tium onlus. L’annuncio è arrivato domenica du-rante la Festa dei Popoli.Nell’area compresa tra piazza di Porta San Giovan-ni e il parco di viale Carlo Felice, saranno messe inpiedi tantissime attività con l’intento di sensibiliz-zare i romani sul tema della condivisione. «Arteficidella Festa della Solidarietà - spiegano gli organiz-zatori - saranno tutti coloro che, a volte in modo si-lenzioso e nascosto, si prodigano nel fare il bene inmille forme: dando da mangiare a chi ha fame, o-

spitando chi non ha un tetto, assistendo e pren-dendosi cura di chi è malato e infermo, accoglien-do chi cerca scampo da guerre e povertà. Racco-gliendo l’invito di Papa Francesco, la Festa vuole di-re no alla globalizzazione dell’indifferenza, vuole di-re che qualcuno ha a cuore i problemi del nostrotempo e delle persone che vivono a Roma».Ogni serata (dalle 19 a mezzanotte) sarà segnata datemi che toccano da vicino determinate categoriedi persone: mamme e bambini ad esempio, oppu-re anziani, immigrati e disabili. Tra spettacoli dimusica jazz e rappresentazioni teatrali, ci sarà spa-zio per laboratori d’artigianato, per una mensa so-lidale e per dibattiti nei quali interpellare figure dispicco del mondo politico sui temi dell’accoglienzadello straniero, dei senza fissa dimora, della cura deimalati e della tutela dell’infanzia. Per tutte e sei leserate, la basilica di San Giovanni in Laterano (nel-la foto) resterà eccezionalmente aperta fino alle 21.

Mariaelena Finessi

S

La rete di parrocchie tra gli sfollati di Ponte MammoloDI PAOLA PROIETTI

on era una baraccopoli ma «unpiccolo villaggio, un punto diriferimento per tutti quei migranti che

passavano per Roma, diretti nel nord Europain cerca di una vita migliore». Dall’11 maggio,giorno in cui le ruspe del Comune di Romahanno demolito l’insediamento decennale diPonte Mammolo, monsignor Marco Fibbi,parroco di San Romano Martire, ha messo incampo una rete di aiuti che, incessantemente,sostiene gli abitanti sfrattati dalle lorobaracche. «Non siamo soli - dice -, tutte lealtre parrocchie della zona stanno aiutando: aSanta Maria del Soccorso, ad esempio, sioccupano principalmente del vestiario, noidei pasti giornalieri. E poi abbiamo unesercito di volontari, associazioni, la Caritasdiocesana che, grazie all’interessamentocontinuo di don Enrico Feroci, non ha maismesso di esserci vicina. E la Comunità diSant’Egidio, da sempre presente in questopiccolo villaggio, che ora non c’è più». Via

delle Messi d’Oro era l’indirizzo di questabaraccopoli, sorta abusivamente circa 15 annifa e da sempre abitata da gruppi di migrantidi varie nazionalità: dal Montenegro alBangladesh, dall’America Latina fino adaccogliere numerosi gruppi di eritrei. Rifugiatipolitici, famiglie, persone che sono scappatedai loro Paesi d’origine e arrivati in Italia pertrovare una vita migliore. Moltissimi quelliche facevano di Roma solo una tappamomentanea, giusto il tempo di raccogliere isoldi per pagarsi il viaggio verso il nordEuropa, loro vera destinazione. «Certo -ammette don Marco -, vivevano in condizioniigienico-sanitarie precarie. Addirittura, in unadelibera del Municipio, del 2014, siautorizzava l’installazione di un gabinettochimico, mai arrivato». Un campo spessosovraffollato: quando le ruspe sono arrivatec’erano 450 persone. «Per le famiglie si sonoaperti i centri di accoglienza. Altri, quelli dipassaggio, sono stati spostati. Ora, nelparcheggio antistante la baraccopoli vivono60 persone in attesa di una sistemazione

definitiva. C’è anche chi, qui, aveva laresidenza - dice don Marco -, un fatto chetestimonia la longevità dell’insediamento, lostesso visitato dal Papa lo scorso febbraio».Da quell’11 maggio, l’intera comunità hatrovato un punto di riferimento nellaparrocchia che si adopera per aiutare glisfollati. «Mettiamo in pratica le parole diMatteo, "portate da mangiare all’affamato".Ecco, il Papa spesso usa l’immaginedell’ospedale da campo e io penso che leparrocchie rispecchino quest’immagine.Ospedali, non solo per le persone "ferite" maanche come terapia intensiva della fedeagonizzante dei nostri cristiani. I fedeli chefrequentano la Messa, aiutando questiprofughi, riscoprono anche la loro fede,spesso assopita. Quando sentiamo parlaredelle migrazioni - afferma don Fibbi -, essesono descritte come un pericolo, quandosono invece un segno per manifestare la fedee la carità delle persone che si diconocristiane». E quando pensa ai cristiani, donMarco ricorda anche la sua esperienza in Iraq,

dove ha visto la solidarietà dei cristianiiracheni verso i profughi: «Non posso essere lì- confessa - ma posso aiutare quelli che oggisono i nostri migranti». Lo sgombero haavuto conseguenze anche sui residenti: «Dalquel giorno, non è mai mancato chi haportato coperte, tende e molto altro. E poi c’èuna tolleranza maggiore: nella baraccopolinon c’erano servizi di alcun tipo e spesso, chivi abitava, usava un piccolo parco vicinocome bagno. Cosa poco gradita a molti.Dopo, in tanti hanno capito che questa ègente allo stremo. Ora è facile vedere iresidenti che vanno a trovarli, parlano conloro, li confortano». Il Comune di Roma haordinato lo sgombero per mettere fine a unasituazione di grave disagio ma le soluzioniabitative non sono state trovate per tutti. Inattesa di una decisione, 60 persone sonoancora per strada. «Nessuno vuole vivere inun parcheggio - dice don Marco - e noicontinueremo ad aiutarli finché saranno li.Non è un atto di sfida verso qualcuno.Stiamo solo aiutando persone in difficoltà».

N

Comunità locali, Caritas e Sant’Egidioaccanto agli immigrati che vivonoin condizioni precarie dopo lo sgomberodel campo. Fibbi, parroco di San Romano:gente allo stremo, i residenti li confortano

DI MARIAELENA FINESSI

li uomini sono angeli conun’ala soltanto: possonovolare solo rimanendo

abbracciati». La frase, di monsignorTonino Bello, è la cifra dell’omeliapronunciata dal cardinale FrancescoMontenegro, arcivescovo diAgrigento, che l’ha scelta perrivolgersi alle centinaia di persone -migranti e romani - riunitesi,domenica 17 maggio, nella basilica diSan Giovanni in Laterano inoccasione della Festa dei Popoli. Ilporporato, chiamato in un difficileperiodo storico a rivolgersi aglistranieri presenti nella capitale comepure ai cittadini di Roma per offrireloro una parola consolatoria sullavicenda, controversa, dell’accoglienzadegli immigrati nel nostro Paese,ricorda la necessità dellacollaborazione e del sostegnoreciproco. «È giusto che altri non siapprofittino di voi ma anche voi nonguardateli solo come datori di lavoro.Fate che i vostri figli possano crescerecon i nostri figli. La tentazione è dicostruire muri ma la novità che Dio cichiede è di abbatterli. Non si può dire"ma io non posso far niente".Ognuno di noi è responsabile deglialtri - ha sottolineato il cardinale - edagli altri riceve qualcosa. Il sensodell’incontro di oggi è proprio quello

G«di sentire la responsabilità dicostruire un mondo migliore. Voiavete un’ala e noi l’altra - ilriferimento è ancora alle parole didon Bello -. Uniamoci: ciaccorgeremo che il cielo in cui volarenon è così lontano e che se cicrediamo, l’amore può vincere». È «lalogica della reciprocità» a cui fariferimento anche Lidia Borzì,presidente delle Acli di Roma,associazione che ha preso parteall’organizzazione della Festa e che diimmigrati in cerca di un aiuto vedepassarne, nella sola sede provinciale,circa 10mila ogni anno.Nata negli anni ’90 da un’intuizionedella comunità dei padri scalabrinianidi Val Melaina, la Festa dei Popoli neltempo ha acquisito una dimensionesempre più ampia, tant’è che da anniormai viene organizzata insieme allaCaritas diocesana e all’UfficioMigrantes del Vicariato di Roma. Ilsenso di questo rituale appuntamentoa piazza San Giovanni in Laterano èqui: «L’identità della Festa dei Popoli- spiega l’organizzatore dell’evento,padre Gaetano Saracino, definito daPapa Francesco "prete rivoluzionario"nell’udienza ai consacrati delladiocesi - è un incontro svisceratonella celebrazione della fede maanche nelle culture espresse con ilfolklore e nella gastronomia:esperienze che illuminano la

comprensione epossono aiutare acambiarel’approccio e ipregiudizi sulfenomeno».Pregiudizi estereotipi «che nonmancanonell’ambito dellastessa Chiesa», comeammette monsignorGiancarlo Perego,direttore generaledella FondazioneMigrantes. «Anchenelle nostrecomunità c’è chivive le immigrazionicon paura e chiinvece vi vedeun’occasioneimportante peresprimerefraternità».Soprattutto, «la festamostra in modo

plastico la "risorsa migrante" cheporta con sé storie di fede, di lavoro,di sofferenze e di pacificaintegrazione». Perego lancia alloral’appello «a superare la lettura dellemigrazioni come elemento dipreoccupazione» così come vienevissuto nella stessa Europa dove ledichiarazioni di chi pensa diricostituire le frontiere «per evitare chegli immigrati sbarcati in Italiapossano addentrarsi nel resto delterritorio dell’Unione, sono il segnalenegativo di come l’Europa sociale edei diritti sia ancora da costruire».Nel pomeriggio, tra uno spettacolo diballo e canti etnici è stata annunciatala Festa della solidarietà che si terrà,ancora una volta a piazza SanGiovanni, dal 24 al 29 giugno. Allamanifestazione prenderanno parteassociazioni impegnate in attività divolontariato e solidarietà con l’intentodi conoscere e riconoscere l’animasociale e solidale della città (servizio adestra).

Arriva la Festa della Solidarietàper raccontare l’anima di Roma

ROMA SETTEAnno XLII • Numero 21 • Domenica 24 maggio 2015

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

Abbattere l’indifferenzaL’appello lanciato dal cardinale Francesco Montenegro alla Festa dei PopoliPerego: «La "risorsa migrante" porta fede, sofferenze, lavoro e integrazione»

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma; [email protected]. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491

Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

iovedì 4 giugno, nella solennità delSantissimo Corpo e Sangue diCristo, il Santo Padre Francesco

presiederà la celebrazione dell’Eucaristiasul sagrato della basilica di San Giovanniin Laterano e impartirà poi labenedizione eucaristica sul sagrato diSanta Maria Maggiore, dove si concluderàla tradizionale processione. Lacelebrazione inizierà alle ore 19; i varchiper l’accesso alla piazza saranno apertialle 17. Non è prevista concelebrazione.L’Ufficio Liturgico del Vicariato annunciache saranno disponibilibiglietti solo per l’accesso alsagrato, che sarà riservato a:sacerdoti e religiosi (veste talaree cotta o abito corale, non ilcamice); parroci romani (stolabianca sulla cotta, con il postonelle prime file del settoresacerdoti); seminaristi (abitotalare e cotta); bambini diprima comunione

(accompagnati - un adulto ogni 10bambini - e con l’abito di primacomunione). Tali biglietti - senzaprenotazione - potranno essere ritiratiall’Ufficio Liturgico (II piano, stanza 42)nei giorni 1, 3 e 4 giugno (ore 8,30-13).Per le religiose è previsto un settore conposti a sedere lungo la via che taglia indue il prato della piazza: l’accesso, senzabiglietto, sarà possibile con l’apertura deivarchi. Per le confraternite, le associazionieucaristiche e i sodalizi è previsto unsettore sotto il lato destro del sagrato,

senza biglietti: i responsabilivengono invitati a radunare igruppi per far entrare insiemetutti i membri. «Tutti i fedelilaici - afferma l’Ufficio Liturgico- potranno accedere dalle 17 alprato antistante la basilica. Nonci sono posti a sedere. Saràprevisto un settore per i fedelidisabili, ciascuno con unaccompagnatore».

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Corpus Domini: a San Giovannila Messa del Papa e la processionela celebrazione

Vespri per la paceil 26 a San Gregorio:presiede Turkson

Martedì 26, alle 18.30, la chiesa diSan Gregorio al Celio ospiterà la ce-lebrazione dei vespri per la pace in Si-ria e in Iraq promossa da Centro mis-sionario e pastorale delle migrazioni.Presiederà il cardinale Turkson (foto),presidente del Pontificio ConsiglioGiustizia e Pace. Partecipa il vescovoZuppi. Animazione delle suore di Ma-dre Teresa. Proposta una serata di di-giuno da unire alla preghiera.

Il vescovo ausiliare Di Tora presidentedella Commissione Cei per le migrazioniL’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana haeletto, giovedì 21 maggio, alla guida della Commissioneepiscopale per le migrazioni, monsignor Guerino Di Tora,vescovo ausiliare di Roma ed ex direttore della Caritasdiocesana. Il vescovo Di Tora sostituisce il cardinale FrancescoMontenegro, chiamato nuovamente a guidare la Commissioneepiscopale per il Servizio della Carità e della Salute. «Con ilcardinale Montenegro - afferma monsignor Gian Carlo Perego,direttore generale della Fondazione Migrantes - si è vissutocome Migrantes in due anni la gioia della visita del Papa aLampedusa, il dolore dei 366 morti del 3 ottobre 2013 e quellirecenti ancora in fondo al mare, l’ansia per un’Europa cheancora deve crescere nella solidarietà. Gioia, dolore, ansia chevengono consegnate naturalmente ora a monsignor Di Tora,che per cinque anni ha condiviso il cammino dellaCommissione episcopale per i migranti: un segno concreto dicontinuità nella passione per i migranti economici e rifugiati,emigranti, rom e sinti, gente dello spettacolo viaggiante:uomini e donne a cui guarda la Migrantes». «Al grazie alcardinal Montenegro - conclude monsignor Perego - siaggiungono i migliori auguri degli operatori delle Migrantesnazionale, regionali e diocesane al nostro nuovo presidente».

Sopra un momento della Messa a San Giovanni in Laterano. In alto il cardinale Montenegro

DIMARTA ROVAGNA

o Spirito Santo scenderà sudi voi e mi sarete testimoni aGerusalemme, in tutta la

Giudea, Samaria e fino agli estremiconfini della terra, disse Gesù.Chissà, cosa hanno pensato idiscepoli di Gesù in quel momento?Certamente la missione non potevarimare soltanto lì, ma essereannunziata a tutti, la parola di Dio èper tutti, anche per te che sei sordo,

AlGemelli i segretidelciboperprevenireecurare

besità, diabete e deficit cognitivipossono essere i risultati di unadieta ad alto indice glicemico e in

parte inattiva, così come i grassi omega 3,che troviamo prevalentemente nel pesce,rallentano, invece, la crescita del cancro alcolon e del melanoma. I segreti del cibocome strumenti di prevenzione e curasono stati al centro della quarta edizionedella "Giornata per la ricerca", promossadalla facoltà di Medicina e chirurgiadell’Università Cattolica e del Policlinico"Agostino Gemelli, che si è svolta giovedì.Una giornata in cui i ricercatori di 50istituti hanno presentato i risultati deglistudi sul ruolo della nutrizione nella

salute. «Abbiamo diviso le ricerche inquattro macro aree, dove però troviamo ditutto - ha spiegato Paolo Maria Rossini,direttore di neurologia del Gemelli -: èbene dire che ogni individuo metabolizzail cibo in modo diverso e che,geneticamente, ognuno di noi può essereun ottimo o pessimo metabolizzatore diun determinato nutriente».Le ricerche partono da qui, dall’effetto cheogni proteina ha sul nostro organismo.Sul fronte dell’obesità, ad esempio, iricercatori della Cattolica sonoparticolarmente attivi. Ricerche che hannopermesso di studiare quali sono i cibi conproprietà antinfiammatorie e antiossidantiche è opportuno assumere, dimostrandoche malattie anche gravi come l’artritereumatoide migliorano con il calo delpeso. Altro esempio è nel campo deitumori: si stima, infatti, che il 30% di essisia causato da comportamenti alimentarierrati. «Inoltre - secondo Stefania Boccia,

direttore della sezione igiene dell’Istitutodi sanità pubblica - diversi studi da noicondotti hanno messo in luce unariduzione del 40% del rischio di tumorealla bocca e alla gola per chi assumealimenti che contengono vitamine delgruppo B, come carciofi, lattuga, legumi ecarotenoidi. E ancora - ha proseguito - altristudi, hanno evidenziato come i tumori alfegato e allo stomaco possano derivare dalconsumo di alimenti grigliati». E qui siapre il campo degli studi sullanutrigenomica: «Il rame - ha detto Rossini- normalmente è portato in circolo da unaproteina, tranne una piccola parte,chiamata "rame libero". Alcuni soggettiproducono più rame libero del dovuto.Con il passare del tempo, la quantità dirame intacca il cervello creando, adesempio, la distruzione di alcuni neuroni,e col tempo, può portare a malattieneurodegenerative». All’evento sonointervenuti anche il governatore del Lazio,

Nicola Zingaretti, e il cardinale AngeloScola, presidente dell’Istituto Toniolo(ente fondatore della Cattolica), che haricordato come «questa giornata evidenziail modo particolare in cui il nostro ateneopuò mettersi al servizio dell’uomo, e comeogni medico ricercatore fugge dallapericolosa tentazione di onnipotenza,percependo il proprio lavoro come untentativo a servizio della salute e del beneintegrale della persona». La seconda partedella giornata ha visto una tavola rotondasul tema della ricerca nell’alimentazione,conclusa con lo show-cooking dello chefpluristellato Heinz Beck cimentatosi inuna dimostrazione sull’alleanza traalimenti salutari e alta cucina. Infine, ilconferimento del premio "Giovanni PaoloII", attribuito al presidente dellafondazione Berlucchi, Alessando Paterlini,per l’impegno a favore della ricercascientifica e della società civile.

Paola Proietti

O

Il terzo emporiodella solidarietà

A SanGelasio la chiusuradell’iniziativa organizzatadall’Area pace emondialitàLa testimonianzadi due giovani che vivononel villaggioNeve Shalom,abitato da famiglie ebreee palestinesi: «È l’unicoposto in Israele dove accadeuna cosa del genere»Monsignor Feroci: «Nemicodella pace è l’interesseL’importante è ritrovarela verità dentro di noi»

a fotografia di Antonino Orlando"Preghiera" e lo scatto "Portami a casa", di

Masoud Ebrahimpur, vincono la quartaedizione del concorso fotografico "La paceogni giorno. Incontri", organizzato dall’Areapace e mondialità della Caritas di Roma nellaparrocchia di San Gelasio a Rebibbia. «La paceogni giorno - spiega Oliviero Bettinelli,responsabile dell’Area pace e mondialità dellaCaritas di Roma - significa pensarla non solo inoccasione delle guerre, ma incontrarla in tantedinamiche. Quest’anno, con la nostra mostra,ci chiediamo come si possa costruire la paceincontrando persone, luoghi, spazi,esperienze, professionalità». Nel teatroparrocchiale due giovanissimi palestinesi,Ward e Sari, raccontano davanti a lorocoetanei l’esperienza di vivere nel villaggioNeve Shalom (in ebraico "oasi di pace"). Un"villaggio cooperativo" fondato nel 1972 ametà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv,

L abitato attualmente da 60 famiglie, metàebree, metà palestinesi. «Siamo a Roma -raccontano in inglese - per fare un’esperienzadi volontariato alla Caritas. Nel nostro villaggioisraeliani e palestinesi hanno deciso di vivereinsieme. Questo - spiegano, mentre sulloschermo vengono proiettate immagini delvillaggio - è l’unico posto in Israele dovesuccede una cosa del genere». È semprel’interesse il nemico della pace, spiegapremiando le fotografie vincitrici, monsignorEnrico Feroci, direttore della Caritas diocesana.«Le guerre etniche nei Balcani sono stateinnescate dall’interesse. La stessa politicadell’"interesse" colpisce però anche noi,quando i media selezionano la verità dadiffondere. L’importante invece è ritrovare laverità dentro di noi. Davanti alla guerra si devereagire subito, non chiudere gli occhi ericordarle dopo anni».

Daniele Piccini

DI ALBERTO COLAIACOMO

ignità alla persona, prossimitàcome stile di intervento,sinergia tra istituzioni e

volontariato». Sono questi, secondomonsignor Enrico Feroci direttore dellaCaritas di Roma, i cardini su cui poggia ilprogetto sociale degli Empori dellasolidarietà. Lo ha sottolineato mercoledìscorso all’inaugurazione del terzoEmporio nella Diocesi di Roma,realizzato in zona Trionfale, e promosso

dalle 13 parrocchie della zona e dalMunicipio XIV, in collaborazione con laCaritas diocesana. L’Emporio -supermercato gratuito per le famiglieindigenti - sarà aperto ogni mercoledìpomeriggio grazie all’impegno di 30volontari e 9 giovani borsisti del Progettoeuropeo "Garanzia Giovani" cheoperano nei servizi sociali delMunicipio. A coordinare la nuovastruttura, in rappresentanza dellePrefetture 34-35-36 della Diocesi,saranno don Stefano Gaddini, parroco diSanta Rita a Monte Mario, e il diaconoRoberto Buccarella. «L’esperienzadell’Emporio - spiega don Gaddini - oltrea rappresentare unimportante sostegno per lefamiglie indigenti,rappresenta per le nostrecomunità parrocchialiun’opportunità persensibilizzarsi e percomprendereconcretamente che ognunopuò coinvolgersi. Lavorareinsieme ci fa sentire parte diqualcosa di più grande». Lacerimonia di inaugurazione,che si è svolta alla presenzadel presidente delMunicipio, Valerio Barletta,è stata anche l’occasione perun seminario di formazionerivolto ai volontari e agliassistenti sociali chelavorano al progetto.«Strategie partecipative peril contrasto alla povertà» è il

D«tema dell’incontro che ha visto latestimonianza delle parrocchie di zona edei rappresentanti dell’Emporio dellasolidarietà della città di Parma. «A Roma- secondo il quadro tracciato dall’espertodi politiche sociali Martino Rebonato - sistimano 180mila persone in stato dipovertà assoluta, 30mila di questi sonominori. Altre 240mila persone sonodefinite in povertà relativa, vittime dellacrisi economica e delle crescentidisuguaglianze. Tra queste a soffriremaggiormente sono le famiglienumerose, i nuclei monogenitorali equelli disgregati dalle separazioni». PerRebonato «dobbiamo imparare aconoscere questi problemi peraffrontarli: purtroppo i nostri "occhi"non sanno ancora vederli». Per l’esperto,consulente di Roma Capitale, il progettoEmporio Trionfale va in questa direzione«perché supera la politica ripartiva,quella del pacco viveri, e crea relazionecon l’assistito». Si tratta, ha spiegatoFabio Vando dell’Area PromozioneUmana della Caritas, di un interventoche «vuole aiutare le famiglie ariprendersi un pezzo di autonomia» eche, proprio per questo, «si fonda sullaconoscenza e la fiducia». Accanto alsostegno alla spesa, possibile con unatessera scalare a punti il cui valore èproporzionato allo stato di bisogno ealla composizione del nucleo familiare,verranno attivati per gli utenti anchesportelli per l’orientamento al lavoro,alla formazione e per il sostegno socio-educativo. «È un intervento basato sullefamiglie e i loro bisogni - spiega Vando -che non è staccato da altre forme di aiutoe che posiziona l’Emporio all’internodella rete territoriale dei servizi dicontrasto alla povertà».

Coordinatore sarà donGaddiniPer monsignor Feroci, i cardinidel progetto sono: «Dignitàalla persona, prossimitàcome stile di intervento, sinergiatra istituzioni e volontariato»

Nasce al Trionfale grazie alle 13parrocchiedella zona, in collaborazione con laCaritasAttivoognimercoledì condecinedi volontari

Caritas, premiate le fotografie per «la pace ogni giorno»

Azzardo, il seminario e lo slotmoba lotta al gioco d’azzardo attraverso incontri einiziative di sensibilizzazione. Mercoledì 27, dalle

ore 9.30, la Caritas di Roma e l’Ordine dei Giornalisti delLazio organizzano il seminario di formazioneprofessionale “Il gioco d’azzardo e la professionegiornalistica”: ad ospitarlo, il teatro delle case famigliadi Villa Glori. Tra gli interventi, il sociologo Fiasco e ilpresidente Aiart, Borgomeo; esperienze professionali aconfronto.Intanto, ieri la campagna Slotmob contro la diffusionedel gioco d’azzardo legalizzato, a un anno dal grandeevento della Tuscolana, è tornata a Roma con un nuovoslotmob in Largo Beltramelli, al Tiburtino, organizzatocon Libera, Croce Rossa, Focolari, ConUnGioco Onlus,Psy+ Onlus ed Economia:) Felicità e con il patrociniodella Caritas diocesana (servizio su www.romasette.it).

L

2 Domenica24 maggio 2015

società

L’annuale Giornata per laricerca dedicata al ruolo dellanutrizione nella salute. Granfinale con lo chef Heinz Beck

Al Divino Amore laMessaper oltre 200 persone condisabilità uditive. Impegnosu liturgia e catechesi

invitato a partecipare di questabuona notizia». Con queste parolepadre Joao Adao Andrade haconcluso l’omelia della celebrazioneche sabato 16 maggio ha festeggiatoi 30 anni di fondazione della PiccolaMissione per i Sordomuti. Il padrebrasiliano è il superiore generale delmovimento che viene assistito dasacerdoti, religiosi e fratelli dellafamiglia gualandiana. Erano presentialla Messa, nel santuario del DivinoAmore, circa 200 fedeli con disabilitàuditiva, che nel movimento ricevonouna guida spirituale a 360 gradi:Messa domenicale e festiva initaliano nella lingua dei segni, ritirispirituali, catechesi, preparazione almatrimonio e agli altri sacramenti,visite ai malati, pellegrinaggi aisantuari e cura della stampa

destinata ai sordi. Primadell’inserimento delle persone condisabilità nei percorsi scolasticicurriculari l’opera era il principaleluogo di scolarizzazione per lepersone con grave disabilità uditiva,dal 1977 si occupa prevalentementedi pastorale ed evangelizzazione perpersone audiolese. Nel corsodell’omelia padre Andrade haricordato ancora: «La solennitàdell’Ascensione è un invito aguardarci oltre, è celebrare il nostrodestino divino, cioè il Cielo, siamostati creati per la gloria celeste, masoprattutto per celebrare ladiffusione del Vangelo in tutto ilmondo. L’Ascensione del Signorenon è solamente passare oltre lenuvole del cielo, ma entrare in pienacomunione con Dio e in profonda

intimità con Lui.Gesù è venuto dalPadre e ritorna aLui, anche lanostra vita dibattezzati è uncammino inquesta direzionecon l’obiettivo dicontemplare ilPadre celeste,faccia a faccia». LaPiccola missione per sordomuti ènata a Bologna a fine Ottocento periniziativa del venerabile donGiuseppe Gualandi. Oggi è presentein diverse regioni italiane dal nord alsud. Nel mondo il movimento èpresente in Brasile nelle Filippine esta muovendo i primi passi nellaRepubblica Democratica del Congo.

Celebrati i30annidellaPiccolaMissione

Oggi, collegate a questa realtà,lavorano per le persone condisabilità uditiva le suore dellaPiccola Missione per i Sordomuti,che hanno missioni in Brasile, nelleFilippine e in Italia, dove gestisconouna scuola a Benevento e una seriedi case famiglia per persone sordeanziane.

Un momento della Messa celebrata al Divino Amore

I locali dell’Emporio di via Luigi Morandi 9 al Trionfale

Un momento della Giornata della ricerca al Gemelli

Madonna dell’Archetto, santuarioinaugurato dopo i restauri

«il più piccolo Santuario mariano di Roma». Qui si ve-nera l’immagine della Vergine "causa nostrae laeti-

tiae", meglio nota come Madonna dell’Archetto, data lasua collocazione sotto un piccolo arco che unisce due pa-lazzi gentilizi. Commissionata dalla nobildonna Alessan-dra dei Conti Mellini Muti Papazzurri, venne dipinta su pie-tra nel 1690 dal bolognese Domenico Muratori, allievo delCarracci che si ispirò alla Madonna di Sassoferrato.Frutto dei lavori iniziati nel 2014 per riportare all’anticosplendore questo piccolo gioiello nascosto nelle viuzzedel centro storico, giovedì è stato presentato il risultatodell’intervento conservativo della cupola e delle magni-fiche pitture ad encausto di Costantino Brumidi. Un arti-sta «molto più famoso negli Stati Uniti che da noi - spie-ga Paolo Giuntarelli, presidente della "Primaria associa-zione cattolica promotrice di buone opere" a cui il tem-pietto è affidato - perché è colui che, con la stessa tecni-ca, ha realizzato l’affresco della cupola del Congresso diWashington, negli Stati Uniti».Ad innalzare la chiesetta - dichiarata monumento nazio-nale d’arte - fu Virginio Vespignani, ben noto architettodell’Ottocento e collaboratore di Pio IX. Giovanna Benin-casa, coordinatrice della scuola "Arti ornamentali", che,con le allieve del livello di perfezionamento del Corso direstauro del dipinto, si è occupata del recupero, spiega che«la straordinarietà di questa gemma dell’architettura neorinascimentale è nell’essere stata creata come struttura cin-quecentesca all’interno di un vicolo che, all’epoca, colle-gava via di San Marcello a piazza della Pilotta». In una stra-dina tanto stretta e buia, pochi sanno che qui c’è un luo-go cosmopolita nei suoi stessi elementi fondanti, a parti-

re già dal pavimento dellacappella, con la policromiaresa dal marmo di Siena ac-canto al porfido, al rosso diFrancia e al marmo africano.Il restauro, eseguito sotto l’al-ta sorveglianza della Soprin-tendenza per il Patrimoniostorico artistico ed antropo-logico per il Polo musealedella capitale, oggi restitui-sce la cappella alla devozio-ne dei romani che alla Ver-gine si affidano, come già dal1796 quando molti passantividero la Madonna muoveregli occhi, in cerca di un sol-lievo dalle preoccupazionidella vita.L’immagine, che tra i devotiha avuto Massimiliano Kol-be e Giovanni XXIII, «ha un ti-

tolo molto bello: "Causa nostrae laetitiae", tanto più chedi letizia in giro non ce n’è tanta - commenta il vescovoMatteo Zuppi, ausiliare del settore Centro - e allora si cer-ca di comprarla da venditori d’ogni tipo. Ed è anche untitolo materno, di consolazione per l’uomo», sempre piùimpaurito. «Purtroppo teniamo molte chiese chiuse: que-sto significa che in un esercizio qualunque ci togliereb-bero la licenza. Occorre invece lavorare per rendere an-cora più bello ciò che abbiamo ereditato, altrimenti il cuo-re della città diventa solo un centro commerciale». Senzadimenticare che «trasmettere questa bellezza, anche a chiverrà dopo, è un atto dovuto. Insomma è da matti nonfarlo».

Mariaelena Finessi

ÈFesta dei cresimandi:un clima di comunità

Un’immagine della Festa dei cresimandi a San Giovanni in Laterano

DI MICHELA ALTOVITI

rano settecento i ragazzi chesabato 16 maggio hannocolorato la piazza di San

Giovanni in Laterano in occasionedella XIII edizione della Festadiocesana dei cresimandi.L’evento, organizzato e curatodall’Ufficio catechistico, ha visto iragazzi che si stanno preparandoa ricevere il sacramento dellaConfermazione prima divertirsicon giochi e staffette, poi meditareinsieme sul dono della fede esulla gratitudine e la felicità cheun regalo tale genera, o dovrebbegenerare, in ciascuno. Filoconduttore del pomeriggio a lorodedicato sono state le parole delloscrittore inglese Gilbert KeithChesterton, convertitodall’anglicanesimo alcattolicesimo: «La misura di ognifelicità è la riconoscenza». Icresimandi e i loro educatori leportavano in giro per la piazzastampate sulla maglietta rossa,gadget della festa, con l’obiettivodi farne tesoro, una volta tornati acasa, nel loro cammino diformazione. «Mi sto preparandoalla cresima - ha detto Verdiana,della parrocchia di Sant’Ugo allaSerpentara - e sono felice ditrascorrere un pomeriggio diversocome questo: anche giocando sipossono imparare coseimportanti, avvicinarsi alla fede econoscere altre persone. Tutto nelnome di Dio». Con Verdiana e ilsuo gruppo, il viceparroco, donAndrea Cola. «Si chiama "Festa"dei cresimandi - ha commentato -:incontrare Gesù è gioire dellarisurrezione, quindi possiamo farefesta insieme. I cristiani sonopersone capaci di stare in allegriaed è importante che i giovanisappiano questo». Nonostante ilsano spirito di competizione cheha animato le gare tra leparrocchie, tra palleggi,equilibrismi e tiro alla fune, inpiazza si respirava un clima dicomunità, che ha accompagnato

E

anche il momento della merenda,con l’animazione a base di musicaaffidata a don Renzo Del Vecchio,educatore del Seminario Maggiore.Poi il silenzio, per l’ascolto attentodella catechesi tenuta da padreMaurizio Botta, collaboratoredell’Ufficio catechistico e Serviziodiocesano per il Catecumenato. «Perconoscere veramente una persona -ha spiegato - bisogna esserericonoscenti per la sua esistenza, peril fatto che ci sia. Perché se non seiriconoscente, non sei felice di quellapersona e allora non puoi conoscerla

davvero e non puoi essere conosciutofino in fondo». Una riflessionesull’amicizia e sull’autenticità neirapporti, quella proposta dalreligioso, che ha inserito anche Gesùtra questi amici: «Chi ti è veramenteamico - ha detto rivolto a ciascunragazzo - è chi sa cose speciali di te,quelle che non confidi a tutti, quelleche porti nel cuore». Di qui l’invitoad essere esigenti, a scegliere amicifidati e a saper dire "grazie" perquesto dono che viene da Dio. Allafine, palloncini colorati lanciati incielo e la premiazione con la

3 Domenica24 maggio 2015

Oltre 700 ragazzi presentiall’appuntamento organizzatodall’Ufficio catechistico

I giochi, la musica e la catechesiA ottobre un pellegrinaggiosui passi di san Filippo Neri

chiese

classifica finale: a trionfare, i veteranidella parrocchia di Santi Simone eGiuda Taddeo a Torre Angela, matutti hanno ricevuto in premio deipalloni, per continuare a condividereamicizia autentica nelle propriecomunità di appartenenza. Ilprossimo appuntamento è per dopol’estate: «Nella notte tra il 16 e il 17ottobre - ha annunciato il direttoredell’Ufficio catechistico diocesano,monsignor Andrea Lonardo -aspettiamo tutti i cresimandi alpellegrinaggio notturno sui passi disan Filippo Neri».

DI DANIELE PICCINI

eorie del gender, sessualità infantile,famiglie omogenitoriali. Dalleparrocchie e dai genitori si leva un grido

di aiuto per districarsi tra questi temi e,soprattutto, per proteggere i bambini daprogetti educativi scolastici che suscitano piùdi un motivo di perplessità. Così, a seguitodella richiesta della parrocchia di SantaTeresa d’Avila a Corso Italia, lunedì il“Comitato Articolo 26 - Genitori di Roma” eil “progetto Pioneer” - che elabora strategie disostegno alla genitorialità, forma educatori e

insegnanti e lavora per una nuova pedagogiadello sviluppo sessuale e sessuato - hannoorganizzato un incontro con i genitori delquartiere Pinciano. Claudia Frigeri, medico emembro del “Comitato Articolo 26”, haspiegato i quattro assunti principali della“teoria del gender”, elaborata dal sessuologoAlfred Kinsey e dal medico psicologo JohnMoney e poi accolta dal femminismo deglianni ‘60. «La prima è che non esisterebberodifferenze tra il maschile e il femminile.Dall’uguaglianza di diritti - ha spiegatoFrigeri - si sta passando ad affermare chedonna e uomo sono uguali. Tra maschio efemmina ci sono tante differenze, nel sanguee nel cervello, che è sessuato». In secondoluogo «l’identità prescinderebbe dal datobiologico ma sarebbe determinata damodelli culturali e sociali. Il dato biologiconon avrebbe nessun peso». Di conseguenza,terzo caposaldo del “gender”, «nella persona,

nella famiglia e nella società i ruoli sarebberofluidi e interscambiabili». Da questepremesse, ha concluso Frigeri, la teoria del"gender" deduce che «la complementarietànaturale dei due sessi è un’ideologia,l’eterosessualità non è la norma». «Gli studidi genere - ha spiegato Chiara Iannarelli,insegnante, anche lei membro del Comitato -vengono introdotti nelle scuole, almenonelle intenzioni, per prevenire ladiscriminazione, il femminicidio, il bullismoomofobico. Ma per accogliere a scuolaragazzi con diverso orientamento sessualenon serve aderire a quello stessoorientamento o sostenere che è “fluido”.Inoltre - ha chiesto infine Iannarelli - comemai gli educatori delle nostre scuole vengonoscelti tra associazioni femministe e lgbt?».Teresa Silvi, psicologa, impegnata nelprogetto Pioneer, ha parlato del documento“Standard per l’educazione sessuale in

Europa”, scritto da studiosi tedeschi e delnord Europa, con una bibliografiaprevalentemente in tedesco, che legittimaqualche dubbio sulla sua scientificità.Intanto, ha detto Silvi, «lo stereotipo serve acategorizzare il mondo. Nominare unoggetto non significa discriminarne un altro.Il problema è quando lo stereotipo diventapregiudizio». Ma qual è il momento diparlare al bambino di sessualità? «Quando celo chiede lui. Se dal bambino emergonodelle esigenze è giusto dirgli la verità. Ma nondeve essere l’adulto a imporre dall’alto degliorientamenti. L’educazione all’emotività, allerelazioni buone e stabili sono degli ottimipredittori per una futura sessualità sana».Giuseppe Scicchitano, vicepresidente dellacommissione Scuola del Municipio II, hasuggerito di «fare molta attenzione al “Pianoofferta formativa” delle propria scuola, chepuò contenere dei corsi sul gender».

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Santa Teresa d’Avila, impegno per la sfida «gender»Un incontro con «ComitatoArticolo 26» e «Pioneer» perinformare sui progetti nelle scuoleche suscitano molte perplessità

Il Papa e i consacrati, «un momento irripetibile»i è trattato di un momentoirripetibile e io ho sentito didover esprimere vicinanza a

tutti quei religiosi che lavorano nelleterre più sperdute del mondo e chenon hanno avuto modo, e forse mai loavranno, di incontrare il Papa comeinvece è capitato a me». Padre GaetanoGreco, terziario cappuccinodell’Addolorata, sabato 16 maggio erain Aula Paolo VI per l’udienza concessada Francesco ai consacrati della Diocesidi Roma, appuntamento al quale -come ha ricordato il frate - non hannopotuto prendere parte tutti «quegliuomini e quelle donne delle periferiepiù lontane, che lavorano nel silenzio eche nessuno conosce». Nell’annodedicato alla vita consacrata, padreGaetano - 68 anni e un sorrisocontagioso - è stato scelto insieme adaltri tre testimoni della fede,nell’esercito dei circa 26mila religiosidella capitale, per interrogare il

S« Pontefice su questioni attinenti lachiamata alla vocazione. Dacappellano del carcere minorile diCasal del Marmo il frate, che avevaincontrato Bergoglio nel penitenziariogià nel 2013 in occasione del Giovedìsanto, ha chiesto come si può«valorizzare la presenza della donnanella Chiesa». Prima ancora, padreGaetano ha raccontato la sua personalescelta di vita nel segno della«obbedienza». Sebbene inizialmenteabbia «obbedito» a malincuore ai suoisuperiori, accettando di occuparsi diragazzi reclusi, grazie a quel «si» èriuscito a realizzare «il sogno» nelquale ha sempre creduto: «Che si educaalla libertà solo attraverso la libertà,portando a scoprire o riscoprire i tesoriche si hanno dentro». Dinanzi al Papa,a presentare il suo quesito, c’era anchesuor Fulvia Sieni, agostiniana delmonastero dei Santi Quattro Coronati.A Francesco, la richiesta di spiegare

come preservare quel «delicatoequilibrio tra nascondimento evisibilità, clausura e coinvolgimentonella vita». Le parole del Papa, che hainvitato a togliere le grate e lenire leferite di chi cerca conforto «non cihanno sorpreso», spiega la monaca. «Lasua è stata una risposta interessanteperché provocatoria rispetto all’ascoltodella realtà che ci circonda. Questoperò già avviene nella nostra comunità,che è radicata nell’ambiente urbano esente il grido di dolore e le sofferenzedell’uomo. Quindi, sì, per noi è statauna conferma più che una proposta dirivoluzione». Infine, l’espressione di undesiderio: «Ci piacerebbe che ognivolta in cui Francesco si reca in unaparrocchia possa far visita al monasteroad essa collegato. Un incontro con lerealtà contemplative - conclude suorFulvia - dice molto della temperaturadel posto in cui si va».

Mariaelena Finessi

S. Ippolito: professionedi un frate francescano

ggi alle 19 nella parrocchia diSant’Ippolito Martire (viale del-

le Provincie), Fabio Lamberti, 31 an-ni, originario di Potenza, venuto a Ro-ma per studiare Grafica, pronunceràla formula della "professione perpe-tua" diventando Fra’ Fabio.La Messa sarà presieduta da padreLuigi Recchia, provinciale dei Fratiminori del Lazio, e concelebrata dalparroco di Sant’Ippolito, don MauroCianci, che spiega la nascita di que-sta vocazione maturata nella comu-nità. «Nel 2006 Fabio ha partecipatoal nostro laboratorio francescano "Si-gillum regis" e ha fatto con noi la mar-cia francescana fino ad Assisi. Da lìqualcosa si è mosso. La sua vocazio-ne è nata in modo silenzioso, non hadetto nulla a nessuno. Ha comincia-to a frequentare il centro vocaziona-le dei frati del Lazio, San Bonaventu-ra al Palatino, e lì ha scoperto la suavocazione». (Dan. Pic.)

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vocazioni

Padre Gaetano Greco e suor Fulvia Sieniraccontano da «testimoni» ricordi ed emozionidell’udienza di Francesco in Aula Paolo VI

4 Domenica24 maggio 2015

A Santa Maria degli Angeli l’arcivescovo Mani presiede una celebrazione nel trigesimo della morte del cardinale CanestriCiclo dell’Ufficio catechistico: tappa ai Santi Quattro Coronati - Pellegrinaggio sulle orme del beato Angelo Paoli

celebrazioniIL CARDINALE ROMEO A SANTA MARIAODIGITRIA DEI SICILIANI. Martedì 26 alle18.30 nella chiesa di Santa Maria Odigitriadei Siciliani (via del Tritone 82), ilcardinale Paolo Romeo, arcivescovo diPalermo, presiederà la celebrazioneeucaristica nella memoria liturgica di SantaMaria Odigitria e inaugurerà la saladedicata al generale di Corpo d’armataUmberto Cappuzzo, che è stato priore per13 anni dell’Arciconfraternita dei Siciliani.

SANTA MARIA DEGLI ANGELI: CELEBRAZIONEIN MEMORIA DEL CARDINALE CANESTRI.Venerdì 29 alle 19, nella basilica di SantaMaria degli Angeli, nel trigesimo dellamorte del cardinale Giovanni Canestri,una celebrazione eucaristica saràpresieduta dall’arcivescovo Giuseppe Mani.Vi prenderanno parte comunità di diverseparrocchie dove svolse il suo ministeropastorale.

SANTA MARIA REGINA MUNDI: FESTAPATRONALE. Sabato 30 alle 19, in occasionedella festa patronale di Santa Maria ReginaMundi, solenne processione mariana perle vie di Torrespaccata; domenica 31 alle11.15, Messa presieduta dal cardinaleOrlando B. Quevedo, arcivescovo diCotabato (Filippine), titolare della chiesa.

incontriSANT’EGIDIO: CONVEGNO SU DISABILITÀ ELAVORO, INCONTRO SUL GENOCIDIO ARMENO.Martedì 26 alle 10.30 al Centro congressidella Confcommercio (piazza Belli, 2) laComunità di Sant’Egidio promuove ilconvegno «Valgo anch’io. La disabilitàcome risorsa nel mercato del lavoro» incollaborazione con la Confcommercio e ilMinistero del lavoro. Interverranno ilpresidente della Comunità, MarcoImpagliazzo; il ministro del LavoroGiuliano Poletti; Lucia Valente, assessore alLavoro della Regione Lazio; FrancescoRivolta, di Confcommercio; CarloFrancescutti, dell’Osservatorio nazionalesulla condizione delle persone condisabilità, e Matteo Caroli, docenteall’Università Luiss.Domani alle 19 all’Istituto San Michele(piazzale Antonio Tosti, 4), la Comunità,in occasione della pubblicazione delvolume «Il martirio degli armeni. Ungenocidio dimenticato», promuove unincontro con il presidente Impagliazzo.

IL MEIC ALLA SAPIENZA SU PAOLO VI. Martedì26 alle 18 presso la cappella della Sapienza(piazzale Aldo Moro, 1) il gruppo romanodel Meic (Movimento Ecclesiale diImpegno Culturale), insieme ai giovanidella Fuci, organizzano un incontro sultema «"Il credo del popolo di Dio" diPaolo VI». Ne parlerà don GiovanniTangora, assistente nazionale Meic.

IL MONDO EMOTIVO DEGLI ADOLESCENTI:APPUNTAMENTO AL MAGGIORE. Sabato 30alle ore 9.30 il Pontificio SeminarioRomano Maggiore (piazza San Giovanniin Laterano, 4) ospiterà il quarto deicinque convegni dedicati agli educatori peradolescenti. Filo conduttore degli incontriil tema: «Adolescenti così. Voi meglio dinoi». Cristina De Witt, psicologa epsicoterapeuta del consultorio familiarediocesano «Al Quadraro», parlerà su «Lanostra arrabbiatura quotidiana. La gestionedel mondo emotivo dell’adolescente comecontenere rabbia e violenza educando alrispetto reciproco».

RIFLESSIONE TEOLOGICA SUL VOLTO DI CRISTOE LA SINDONE. Sabato 30 alle 9, settimoappuntamento del ciclo «Sindone , veritàed enigmi» promosso dall’Ufficiodiocesano per la pastorale universitaria.Nella sala del Chiostro della chiesa diSanta Maria del Popolo (piazza delPopolo, 12) ci sarà una «Riflessioneteologica sul volto di Cristo e la Sindone».Interverranno il teologo Alfonso Caccese;Alberto Di Giglio, del centro culturale«Ruah action»; e Marco Guzzi, docente allaPontificia Università Salesiana.

DOMENICA 31Alle 10 incontra gli operatoripastorali e celebra la Messa nellaparrocchia di Santa Maria Maddalenade’ Pazzi.

PELLEGRINAGGI/1: SULLE MEMORIE DELBEATO ANGELO PAOLI. Sabato 30 torna ilpellegrinaggio sulle memorie romane delbeato Angelo Paoli, sacerdote carmelitanoricordato come il "padre dei poveri".Appuntamento alle 9 davanti alla chiesa diSan Martino ai Monti (viale del MonteOppio, 28).

PELLEGRINAGGI/2: LA COMUNITÀ ALBANESE AGENAZZANO. Domenica 31 è in programmail pellegrinaggio della comunità albaneseal santuario della Madonna del BuonConsiglio a Genazzano: alle 11 lacelebrazione eucaristica e la supplica allaMadonna presiedute da monsignor AngeloMassafra, presidente della ConferenzaEpiscopale Albanese.

solidarietàDONAZIONI DI SANGUE: NELLE PARROCCHIECON L’AVIS E AL SAN LEONE MAGNO.Domenica 31 sarà possibile donare ilsangue con l’Avis comunale nelleparrocchie Santi Aquila e Priscilla (viaPietro Blaserna, 113); Santa Maria Reginadei Martiri (via Carlo Casini, 282); SanGaudenzio a Torrenova (via della Tenutadi Torrenova, 114); Sacro Cuore di Gesù aPonte Mammolo (via Casal de’ Pazzi, 88).Sempre il 31 maggio si potrà donare ilsangue con il gruppo Ematos pressol’istituto San Leone Magno (piazza diSanta Costanza 2), dalle 8.30.

culturaCONCERTO A SAN GIOACCHINO IN PRATI.Oggi alle 17 la parrocchia di SanGioacchino (piazza dei Quiriti, 17), incollaborazione con l’Accademia Romanad’Organo C. Franck, organizza un concertoper soprano ed organo. Si esibiranno ilsoprano Beatrice Maccaroni,accompagnata dall’organista tedescoBernard Marx. Musiche di Telemann,Haendel, Bach, Franck, Rawsthone,Mozart, Vierne.

AL REGINA APOSTOLORUM PRESENTAZIONEDEL LIBRO «STRAVOLTI DA CRISTO». Domanialle 16.30, all’Ateneo Pontificio ReginaApostolorum, (via degli Aldobrandeschi,190) sarà presentato il libro «Stravolti daCristo», scritto da Emanuele Lombardini.Interverranno tra gli altri il rettore padreJesus Villagrasa e monsignor DomenicoDal Molin, direttore dell’Ufficio nazionaleCei per la pastorale delle vocazioni.

UFFICIO CATECHISTICO, TAPPA ALMONASTERO DEI SANTI QUATTRO CORONATI.Nell’ambito del ciclo di incontri su fede earte promosso dall’Ufficio Catechisticodiocesano, domani alle 21, presso ilmonastero dei Santi Quattro Coronati (viadei Santi Quattro 20), incontro su «I 7 vizie le 7 virtù nel ciclo dei 12 mesi e delle artinell’Aula gotica dei Santi QuattroCoronati». Con il direttore, monsignorAndrea Lonardo, e suor Fulvia Sieni,monaca agostiniana del monastero ededitorialista di Romasette.it.

CONCLUSIONE DEL «MAGGIO SANTIVESE». Aconclusione del «Maggio Santivese»promosso dal centro culturale Paolo VI diSant’Ivo alla Sapienza (corsoRinascimento, 40) martedì 26 alle 18 siterrà la visita guidata della chiesa incollaborazione con il gruppo «Pietre vive».Alle 19 l’incontro «Arte, cultura tecnica»con il vescovo Lorenzo Leuzzi e IgorAgostini, docente all’università degli Studidel Salento. Sarà presentato il volume«Pensieri nascosti nelle cose. Arte cultura etecnica» a cura di Giulia Lombardi eMauro Mantovani.

PASTORALE UNIVERSITARIA ALL’EXPO DIMILANO. Mercoledì 27 alle 14.15, a Milano,nel Padiglione Waa-Conaf dell’ Expo,l’Ufficio diocesano per la pastoraleuniversitaria in collaborazione con treMinisteri e il Cnr, promuove l’incontro«Servizi ecosistemici diapprovvigionamento e nuovoumanesimo», come anteprima epresentazione del XII simposiointernazionale dei docenti universitari chesi terrà a Roma dal 25 giugno. Parteciperà,tra gli altri, il vescovo ausiliare Leuzzi,delegato per la pastorale universitaria.

MOSTRA ALL’UNIVERSITÀ EUROPEA DI ROMA.In corso fino al 13 giugno, all’UniversitàEuropea di Roma (via degliAldobrandeschi 190), la mostra «Con ivostri occhi, con le vostre mani».Comprende dipinti e disegni fruttodell’incontro tra giovani in difficoltà estudenti dell’ateneo, in collaborazione conl’associazione «Il Cantiere». Ingresso libero(lunedì-venerdì, 8.30-18.30 e sabato 8.30-13.30).

LA DIOCESI SU RADIO VATICANA ITALIA. Oggi,alle 12.30, sui 105 FM di Radio VaticanaItalia, andrà in onda «Crocevia dibellezza». Mercoledì alle 18.30 «Ecclesia inurbe». Entrambi i programmi anche online su www.romasette.it.

l Bioparco di Roma, in collaborazione con laPresidenza dell’Assemblea Capitolina di Ro-

ma Capitale, organizza gli «Incontri di natura».Appuntamento per oggi e per domenica pros-sima 31 maggio, nel corso delle quali i visita-tori, grandi e piccoli, potranno partecipare in-sieme agli operatori didattici e zoologici a la-boratori e attività sui temi ambientali. Duran-te le giornate, dalle 10.30 alle 17, nelle diver-se postazioni dislocate all’interno del Parco sipotranno ricevere materiali didattici, curiositàsugli animali e partecipare a giochi e iniziati-ve. Tra i laboratori in programma: «Denti sor-prendenti» per mettere a confronto i crani didiverse specie, «Ricercatore per un giorno», incui sarà possibile osservare ed analizzare i re-perti come veri scenziati, «Predatori della not-te» per scoprire tutto sui rapaci notturni, «Dim-mi come la fai ti dirò chi sei», per scoprire l’a-limentazione delle diverse specie. Inoltre, nelcorso delle tre domeniche, si potrà partecipa-re alla visita guidata Animali dalla A alla Z, al-la scoperta degli animali dei cinque continen-ti. La durata visita è circa 45 minuti; gli orarisono 10.30, 11.30, 13.45, 14.45 e 15.45. La pre-notazione è obbligatoria e potrà essere effet-tuata esclusivamente il giorno stesso della vi-sita presso il desk subito dopo l’ingresso delparco (fino ad esaurimento posti). Maggiori infosu: www.bioparco.it

I

Al Bioparco due domenichecon gli «Incontri di natura»

in città

le saledellacomunità

DELLE PROVINCIE Da mer. 27 a dom. 31

V. Delle Provincie, 41 Latin lovertel. 06.44236021 Ore 16.00-18.10-20.20-

22.30In un paesino della Puglia viene celebrato ildecimo anniversario dalla morte di Saverio Crispo,attore simbolo del grande cinema italiano edeterno latin lover. Alla cerimonia partecipano lesue cinque figlie che arrivano da tutto il mondo edue ex mogli, quella italiana e quella spagnola.Segreti, rivalità e nuove passioni porteranno ledonne a scoprire un passato inaspettato e arivedere la propria vita.

DON BOSCO Giov. 21 e ven. 22V. Publio Valerio, 63 La sceltatel. 06.71587612 Ore 18-21Laura e Giorgio si amano intensamente e sonodesiderosi di un figlio che non arriva. Ma solo ungrande amore può superare la dolorosa prova chedevono affrontare. Una prova che impone unascelta. Da una parte, un uomo (Raul Bova) offesonella sua morale, che cerca una soluzione aldilemma; dall’altra, una donna (AmbraAngiolini) che sente la necessità di diventaremadre. Quale scelta fare per essere ancora felici?

Sab. 30 maggioe dom. 1 giugno, ore 16Ooops! Ho perso l’arcaci

nem

a

Torna «FarnesinaPorte Aperte»

ino al 28 maggio, il mini-stero degli Affari esteri e

della Cooperazione internazio-nele ripropone «Farnesina Por-te Aperte», l’iniziativa attraver-so cui si potrà visitare l’edificio,le sue collezioni d’arte e il suopatrimonio storico-archivisticoe librario. Verrà inoltre propo-sta una rara esposizione dimacchine cifranti storiche. Pre-notazioni su www.esteri.it

F

ent Haruf (foto),scomparso lo scorsoanno in Colorado a 71

anni, aveva il dono di unascrittura infallibile: bastaaprire qualche sua pagina perriconoscerne subito la voceunica, senza necessità dileggere la didascalia.Benedizione, il romanzo che

Nn, una nuova casa editrice milanese, hapubblicato di recente (pp. 273, 17 euro),rappresenta un prezioso tassello della Trilogiadella pianura, al cui centro, prima ancora cheuna vicenda tematica, sta il sentimento deltempo, così come si forma dentro il paesaggiostatunitense. La cittadina di Holt, nella piùclassica delle invenzioni dal vero, nutre nelproprio seno i rancori, le invidie, i tormenti e ledolcezze della vecchia provincia. Passioni che,come fuochi selvaggi, dopo aver accesol’esistenza di chi le ha incarnate, ne distruggonoperfino il senso, bruciando la vegetazione

circostante. In questo feroce scenario Dad Lewistrascorre la sua ultima estate, consumato dalcancro. Insieme alla moglie Mary e alla figliaLorraine, consolato dal sorriso di una bambinadi otto anni che ogni tanto lo va a trovare, siprepara al grande salto nel buio senza portarsiniente dietro: né speranze, né disperazioni. Unuomo tutto d’un pezzo: questa la forza e lafragilità che sempre lo hanno contraddistinto.Titolare di un negozio di ferramenta, non hamai accettato l’omosessualità del figliomaschio, Frank, andato a vivere la sua vita a LosAngeles, e nemmeno il tradimento di unamico, a cui aveva affidato la cassa dellabottega. Nei giorni degli estremi addii alcuninodi si scioglieranno; altri resteranno persempre serrati. Certe maschere cadranno. Nontutte. Lo stesso reverendo Lyle, il quale avrebbeil compito di alleggerire la soma sulle spalle deifedeli, ha una storia familiare talmentecomplicata che non riesce a concluderegranché, diviso fra radicalismo evangelico eincapacità di scegliere cosa fare della propria

vita. Si sente nello stile dello scrittore il ritmo diHemingway, l’epica di Faulkner e la malinconiadi Cechov. Quest’ultimo costituisce il polo diriferimento più significativo. In tale implicitotributo Haruf non passa attraverso lamediazione di Raymond Carver, che pureintroiettò l’autore del Giardino dei ciliegi. Lanarrazione resta scabra, asciutta, icastica. Isilenzi contano quasi più delle parole e tuttavianon compare il falsetto lirico che troppo spessodisonora la letteratura contemporanea.Soprattutto nei dialoghi Haruf eccelle: litrasforma in epigrafi. Non formula giudizi, nérimane indifferente. Accompagna i suoipersonaggi con una musica inconfondibile, cheli rende preziosi. Per cogliere l’essenza dellacondizione umana, non ha bisogno di alzare lavoce. È come se la benedizione prefigurata daltitolo di questo capolavoro scaturisse dallostesso impulso vitale che lo alimenta: è larisposta americana del pudore virile allosconcerto russo di fronte al dolore innocente.

Eraldo Affinati

K«Benedizione» di Haruf, «Trilogia della pianura»libri percorsi

DI MARINA TOMARRO

pere d’arte ottenute dallo Statoattraverso acquisti e recuperioppure con lasciti e donazioni

di privati cittadini come un attod’amore verso il patrimonio culturaleitaliano. Per la prima volta tutte questeopere saranno visitabili nella mostra«Lo stato dell’arte - l’arte dello Stato. Leacquisizioni del Ministero dei beni edelle attività culturali e del turismo.Colmare le lacune - ricucire la storia»,che sarà presentata domani al MuseoNazionale di Castel Sant’ Angelo e chesarà visitabile da martedì 26 maggiofino al 29 novembre. A idearla, ilCentro europeo per il turismo, con ilPolo museale del Lazio. «Lo Stato -spiegano i curatori della mostra MariaGrazia Bernardini e Mario Lollo Ghetti- in questi anni ha continuato a voltesilenziosamente, a volte con piùclamore, a lavorare per acquisire opered’arte. La mostra vuole raccontare leragioni che hanno portato funzionari e

direttori ad individuarle.Nell’esposizione molti di questi benisaranno accostati ad opere del museo odel monumento a cui sonoattualmente destinate, per farcomprendere come il nuovo arrivatocontribuisca a completare un insieme oa colmare un’intollerabile lacuna».L’esposizione sarà suddivisa in quattrosessioni che racconteranno la vita diquesti beni artistici e le diversecollocazioni che hanno avuto nel corsodegli anni. Si parte da «Restare a casa»,cioè da quelle opere a cui si sonoevitati, tramite trattative, disastrositraslochi, per poi proseguire con«Tornare a casa», dove saranno espostiquei beni ricollocati nei luoghi per cuierano stati concepiti, come nel casodelle sculture romane dell’area delSantuario di Diana a Nemi, nel Lazio. Epoi c’è una sezione dedicata ad«Integrare le collezioni», suddivisa incinque parti, che raccontano in chemodo sono stati fatti degli acquistimirati a colmare le lacune più evidenti

nel percorso espositivo dei singolimusei, il ricongiungimento di operestoriche grazie a recuperi di pezziprovenienti da antiche collezioni, iritratti dei membri di alcune dinastieregnanti dell’Italia preunitaria fattitornare nei loro contesti d’origine, ilricomponimento di polittici riacquistatidallo Stato. E sempre nella sezione«Integrare le collezioni», sono collocateanche quelle opere che narrano unastoria legata a fatti importanti dellacultura e della storia dell’arte italiana,come alcuni quadri che raccontano lafine della dinastia dei Medici. L’ultimasezione è «Continuare la tradizione»,dedicata al proseguimento dellapolitica delle acquisizioni su due casimolto importanti: la collezione degliautoritratti degli Uffizi e laconservazione dei rami originali convedute di Roma provenienti dall’Istitutocentrale per la grafica della capitale. Lamostra resterà aperta dal martedì alladomenica dalle 9 alle 19, con l’ultimoingresso alle 18.30.

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L’«arte dello Stato», mostra a Castel Sant’Angelo

Le acquisizioni del Ministero dei beniculturali tra recuperi, lasciti e donazioni,esposte sino a fine novembre. Tra le opere,vedute di Roma e Autoritratti degli Uffizi

"Annunciazione" di Matthias Stomer

"San Francesco stimmatizzato"