abitare oggi

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"Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/BO" SETTEMBRE 2011 - Anno 2 - N.5 ALTA FORMAZIONE PER AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO SE PERMETTETE PARLIAMO DI NOI Editoriale di Alberto Zanni C.C.CA.SE. IL VANTAGGIO DI ESSERE SOCIO ABITAREOGGI Periodico di Confabitare - Associazione Proprietari Immobiliari TRILOGIA NAVILE IL NUOVO POLO URBANO DI BOLOGNA

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Page 1: Abitare Oggi

"PosteItalianeSpa-SpedizioneinAbbonamentoPostale-D.L.353/2003(conv.In27/02/04n.46)art.1comma1-CN/BO"

SETTEMBRE 2011 - Anno 2 - N.5

ALTA FORMAZIONEPER AMMINISTRATORI

DI CONDOMINIO

SE PERMETTETEPARLIAMO DI NOIEditoriale di Alberto Zanni

C.C.CA.SE.IL VANTAGGIODI ESSERE SOCIO

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Page 2: Abitare Oggi

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Page 6: Abitare Oggi

Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Bolognaal numero 8066 del 1 aprile 2010

Anno 2 numero 5 settembre 2011

Direttore ResponsabileMaurizio Costanzo

Direttore EditorialeAlberto Zanni

CaporedattoreCristiana Zappoli

Art DirectorLaura Lebro

RedazioneLorenzo Berardi, Giovanna Borgia,

Iole Costanzo, Antonello De Marchi,Silvia Di Persio, Giovanni Gasparini,

Enrico Guerra, Flavio Maria Marziano,Angela Mascara, Maurizio Pirazzoli,

Marcello Rossi, Alessandro Rubi,Carlo Salvini, Luca Santarelli,

Federica Setti, Paolo Simonetto,Mercedes Vescio, Gianfranco Virardi

Hanno collaboratoAlfonso Apicella, Manuela Garbarino

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Page 7: Abitare Oggi

La Soffitta Immobiliare opera come intermediario tra la domanda e l’offerta di immobili residenziali ecommerciali nella zona di Bologna e provincia, fornendo ai suoi clienti una consulenza globale su tutti gli aspettitecnici, finanziari e legali della compravendita o della locazione di un immobile.La Soffitta Immobiliare opera nel mercato dell’intermediazione e della consulenza immobiliare secondo uninnovativo approccio che punta a definire un servizio etico, trasparente e professionale. Competenze specializzateed esperienza consolidata si fondono in un servizio customer-centred orientato alla soddisfazione del cliente consoluzioni personalizzate pensate per soddisfare qualsiasi esigenza. Grazie al ventaglio differenziato dicompetenze (finanziarie, legali, economiche e tecniche), i consulenti dell’agenzia affiancano i clienti in ognimomento della trattativa con un supporto puntuale, preciso e in grado di garantire la massima riservatezza.

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Page 9: Abitare Oggi

sommario

CONFABITARE12 Il prestito vitalizio ipotecario14 Una carta d’identità per la casa15 La disoccupazione genera disagio16 Il mercato libero del gas naturale17 Un accordo con Agesp e Gemas18 Quando l’acqua entra in casa19 Ecco le ultime novità fiscali20 L’Università per gli Amministratori

L’OPINIONE23 Giovanni Gasparini

Novità per le costruzioni private24 Maurizio Pirazzoli

Commenti sul decreto sviluppo

L’INTERVISTA26 Angelo Tranfaglia

La casa è un bene imprescindibile28 Virginio Merola

Risolvere l’emergenza abitativa

EDITORIALE11 Alberto Zanni

Se permettete parliamo di noi

7ABITARE OGGI

Page 10: Abitare Oggi

RISTRUTTURARE49 Vademecum per fare casa

ARCHITETTURA53 Abitare in una chiesa

A Rotterdam lo Studio Ruud Visser ha

trasformato una chiesa in un’abitazione

58 Se il giardino è sul palazzoLo studio JDS ha costruito un giardino

condominiale sul tetto di un palazzo

BENESSERE68 Una vasca di piacere

ARTIGIANATO73 Dingi compie 50 anni

INTERIOR DESIGN80 Recuperare un ex fienile

Il recupero di Stefano Campetti e Chiara

Malisardi a Cavaliera, nella valle dell’Idice

88 Tradizione e modernitàIn Olanda Arjen Reas ha costruito “Living

on the Edge”, un’abitazione sostenibile

8 ABITARE OGGI

ZOOM42 Idee e soluzioni pratiche per la casa

PRIMO PIANO33 Realizziamo la città del XXI secolo37 Stop alle blatte? È semplice39 Apologia della casa

Page 11: Abitare Oggi

PER INFORMAZIONI

CONFABITARE E LA BUONAAMMINISTRAZIONE CONDOMINIALE

Page 12: Abitare Oggi

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Page 13: Abitare Oggi

Se permettete, parliamo un po’ di noi. Non per un improvviso raptus auto celebrativo, cari lettori, masemplicemente perché da quando Confabitare mosse i suoi primi passi un anno e mezzo fa, di strada ne abbiamopercorsa tanta e ci sembra giusto parlarne.

A dispetto di chi torceva la bocca davanti a questo progetto o lo riteneva destinato ad esaurirsi nello “spaziodi un mattino”, siamo qui, diciotto mesi dopo, a lucidare con orgoglio la bacheca dei nostri successi. Successispesso insperati, traguardi raggiunti in largo anticipo, proposte e progetti che hanno trovato riscontro pressoistituzioni e cittadini, battaglie combattute e spesso vinte in nome e per conto dei piccoli proprietarie delle loro famiglie.

Quella lucida follia che fu all’origine della nascita di Confabitare, si è tramutata ora in una splendida realtà,autorevole, radicata non solo a livello locale, ma con solide propaggini in tutto il territorio nazionale.

Questo grazie ad un grande “gioco di squadra” che ha visto impegnarci tutti: staff dirigente, consulenti, personaleimpiegatizi, e tecnico. E voi, cari associati, che siete la spina dorsale di Confabitare.Voi che avete creduto sempre più numerosi a questo progetto e non ci avete mai fatto mancarela vostra fiducia e il vostro sostegno.

Una realtà, la nostra, solida e in costante crescita. In pochi mesi, in ogni parte d’Italia, tanti amici hanno“sposato “con entusiasmo il nostro progetto, il che ci ha consentito di aprire una cinquantina di sedi provincialidal Piemonte alla Sicilia. Un risultato straordinario, al di là di ogni più rosea aspettativa, che è la dimostrazionedell’importanza raggiunta dalla nostra Associazione. E ora attendiamo a breve il riconoscimento ufficiale, da partedel Governo, dello status di “associazione sindacale a carattere nazionale”. In autunno Confabitare è attesa da unappuntamento cruciale per delineare le future strategie politico - sindacali dell’associazione e per fare il punto sullasituazione organizzativa. A Bologna si svolgerà la prima convention nazionale con la partecipazione deirappresentanti di tutte le sedi provinciali e regionali. In quell’occasione verranno anche eletti gli organi nazionalidell’associazione. L’elenco delle battaglie che ci hanno visto in prima linea nel corso di questi ultimi mesi è lungo.Ci limitiamo qui a ricordare con soddisfazione l’impegno profuso per l’introduzione della cedolare secca sugliaffitti, il cui iter legislativo ci ha visto protagonisti, e il ruolo di primaria importanza svolto per accelerare i tempidella legge di riforma del condominio. Ma guai sedersi sugli allori. E allora via con nuove iniziative. Un esempio.A settembre Confabitare organizzerà con Sinteg, il primo corso di formazione per amministratori di condominio incollaborazione con l’Università di Bologna. Finite ormai le vacanze, ricomincia per noi una stagione all’insegna diun rinnovato entusiasmo per il raggiungimento di vecchi e nuovi obiettivi, sempre, cari lettori, nel vostro interesse.

11ABITARE OGGI

Se permettete parliamo di noi

Editoriale

CONFABITARE: VIA MARCONI 6/2 - 40122 BOLOGNA - TEL 051/238645 - FAX 051/227573www.confabitare.it

La nostra sede:

Page 14: Abitare Oggi

abitare

12 ABITARE OGGI

Euvis è la società finanziaria iscritta nell’elenco generale degli in-termediari finanziari, ex articolo 106 del Testo Unico Bancario. Èl’unico operatore in Italia specializzato sul segmento over 65 edè leader di mercato sul Prestito Vitalizio Ipotecario. Distribuisceil prodotto principalmente tramite reti terze, costituite da: banche,reti di distribuzione di prodotti finanziari e intermediari creditizisingoli. Osserva standard etici rigorosi: a marzo 2010 ha ottenu-to parere positivo ECPI sulla “Responsabilità sociale dei prestitivitalizi Euvis”.Abbiamo intervistato Claudio Pacella che, dopo una carriera in Bain& Company dedicata al mondo del credito corporate e retail, è Di-rettore Generale di Euvis.Claudio Pacella, il prestito vitalizio ipotecario è uno strumen-to finanziario di introduzione relativamente recente. Ce ne il-lustrerebbe le peculiarità?«Il prestito vitalizio ipotecario è un finanziamento a lungo termi-ne assistito da ipoteca di primo grado sull’immobile di residenza,riservato alle persone con più di sessantacinque anni di età. Il fi-nanziamento è ideato in modo tale da non prevedere rimborsi dialcun tipo, quindi nessuna rata né per gli interessi né per il capi-tale, per tutta la vita di colui o coloro che lo richiedono (infatti,se è cointestato ad una coppia di ultra sessantacinquen-ni, per tutta la vita di entrambi i coniugi); in ogni casoè sempre possibile effettuare un rimborso anticipato,in ogni momento. Questa nuova forma di finan-ziamento consente alla persona con più di sessan-tacinque anni di avere una liquidità a fronte del man-tenimento della piena proprietà dell’immobile in cuirisiede; tale piena proprietà verrà quindi trasferitaagli eredi, i quali pertanto dovranno provvedere, nel-la maniera che preferiscono, al rimborso del debitoche sarà presente sull’immobile ereditato».Quali sono i punti di forza di questo strumentorispetto ad un tradizionale mutuo li-quidità e/o alla vendita dellanuda proprietà di un immobile?«La differenza principale delPrestito Vitalizio Ipotecario ri-spetto alla vendita della nudaproprietà è che quest’ultimacomporta necessariamente laperdita della proprietà del bene,quindi una scelta irreversibile,che toglie agli eredi ogni fa-coltà di scelta sul patrimonioche sarebbe stato ereditato.Bisogna considerare inoltreche vendere la nuda proprietà diun immobile oggi è meno faci-le che nel recente passato, stan-

te la fase stagnante del mercato immobiliare, anche se con alcu-ni segni di ripresa. Rispetto ai mutui “tradizionali”, il Prestito Vi-talizio Ipotecario ha un importante vantaggio nel non avere limi-ti massimi di età: finanziare una persona di sessantacinque anni opiù con un mutuo, specie per importi elevati può essere difficol-toso, se non impossibile, stanti i criteri di erogazione attuali di mol-te banche, come ad esempio l’età massima fissata a settanta o almassimo settantacinque anni e addirittura alla fine del mutuo; al

contrario con il Prestito Vitalizio Ipotecario non ci sonolimiti di età (se non quella minima di sessantacinque

anni). Infine, ma certamente non ultimo, bisogna con-siderare anche che con il Prestito Vitalizio Ipotecarionon ci sono rate da rimborsare, né per capitale, néper interessi, durante tutto l’arco della vita del clien-te o dei clienti».Come sono mutate le esigenze della clientela oversessantacinque, e come il PrestitoVitalizio Ipote-cario risponde a questi nuovi bisogni?«Secondo l’Istat in Italia gli ultra sessantacinquenni

sono oggi circa 11 milioni e supereranno il 23% deltotale della popolazione entro il 2020, quin-

di questo dato dimostra che è un baci-no di utenza in decisa espansione. È

stato ed è tuttora rilevato un muta-mento nelle abitudini di vita e diconsumo delle attuali generazioniover sessantacinque rispetto aquelle del passato: quasi l’80% hauna vita attiva con interessi di-versificati, partecipa e supportale attività familiari anche con ilproprio contributo finanziario.

Dopo i 65 anni è possibile un prestito assistito da ipoteca di primo grado sull’immobile

Il prestito vitalizio ipotecario

A sinistra: Claudio Pacella,Direttore Generale dellasocietà finanziaria Euvis

Page 15: Abitare Oggi

13ABITARE OGGI

Tuttavia, a fronte di questa maggiore potenziale qualità del-la vita, i redditi non consentono di goderne pienamente: il 20%dichiara un reddito inferiore ai 500 € al mese e oltre il 30 %dichiara di non essere in grado di affrontare immediatamen-te una spesa imprevista di 1000 €. Inoltre, sempre secondol’Istat, oltre il 90% degli anziani over sessantacinque è pro-prietario dell’immobile in cui vive, avendo quindi a disposi-zione un’importante ricchezza patrimoniale che però di fattoè bloccata e non fruibile: il Prestito Vitalizio Ipotecario rap-presenta uno strumento molto utile per “sbloccare” questa ric-chezza e consentire agli anziani di fruirne rapidamente».Dal quadro fatto, emerge come il Prestito Vitalizio Ipote-cario sia anche un ottimo prodotto per rispondere ad im-portanti esigenze o consolidare debiti propri o dei congiunti.Quali esperienze sono maturate sul mercato per le posizionipiù critiche?«Nell’erogazione del Prestito Vitalizio Ipotecario la capaci-tà reddituale, a differenza di altri tipi di finanziamento, haun’importanza marginale. In alcuni casi è possibile erogareil finanziamento che per altre forme tecniche di finanziamentisarebbero non eleggibili. Infatti è possibile anche finanziariedei clienti che non hanno reddito né derivante dallo stipen-dio né derivante dalla pensione (ad esempio le casalinghe) op-pure laddove siano presenti pregressi vincoli gravanti sul-l’immobile, purché con l’erogazione se ne proceda al-l’estinzione. Un punto centrale, nella valutazione delle richiestedi Prestito Vitalizio Ipotecario, oltre al requisito essenziale del-l’età è la valutazione del bene sul quale andrà posta ipoteca.Eventuali vincoli artistici o paesaggistici, nonché l’ubicazionein particolari zone d’Italia, magari a rischio sismico o idro-geologico, potrebbero costituire elemento ostativo alla con-cessione del finanziamento. Per questi motivi il Prestito Vi-talizio Ipotecario in diversi casi ha consentito ai clienti di con-solidare delle posizioni incagliate che altrimenti avrebbero ine-vitabilmente condotto banche e debitori attraverso lunghe edincerte procedure esecutive».Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, a gennaio del 2011le richieste di erogazione dei mutui hanno subìto un calodi ben il 4,5% rispetto allo stesso mese del 2010. Lei ci par-la invece di domanda in crescita per il prestito vitalizio ipo-tecario. Si potrebbe dunque dire che si tratta di un prodottoanticiclico?«Indubbiamente il calo nelle erogazioni delle operazioni “tra-dizionali” come i mutui o i prestiti personali, unitamente allacrisi congiunturale in atto, spinge il binomio intermediari/clientiad esplorare nuove frontiere, tuttavia non parlerei del PrestitoVitalizio Ipotecario come di un prodotto puramente anticiclico,ma semmai di un prodotto che sta godendo di accresciuta at-tenzione in tempo di crisi; vorrei con questo sottolineare chel’espansione e il gradimento del Prestito Vitalizio Ipotecarionon sono in crescita per motivi strettamente legati alla crisidel mercato del credito o a quella delle famiglie in generale,quanto per le peculiarità intrinseche al prodotto che vanno asoddisfare le esigenze di un segmento di popolazione finorascarsamente considerato da tutti gli operatori del credito, lepersone con più di sessantacinque anni».

Confabitare opera a 360° per la tutela dei proprietari e, fratutti i suoi servizi, offre anche quello dell’amministrazione con-dominiale, che viene effettuato direttamente dalla propria strut-tura, tramite professionisti qualificati. Alla luce di fatti purtroppoincresciosi che si sono verificati con una certa frequenza ne-gli ultimi tempi anche nella città di Bologna (amministratoriche hanno sottratto soldi alle casse dei loro condomini) lanostra Associazione ha trovato una soluzione semplice, fun-zionale quanto innovativa: il conto condominiale on line. Unasoluzione, questa, che consente ai singoli condomini di con-trollare via internet, per mezzo di una password fornita lorodall’amministratore, in ogni momento da casa o dall’ufficio,i movimenti del conto corrente condominiale e di poter ac-cedere ai documenti del Condominio, quali ad esempio, l’ul-timo consuntivo spese, il prospetto delle rate da pagare conle scadenze, la polizza globale fabbricato, il regolamento con-dominiale, le tabelle millesimali e altro. Questa semplice so-luzione consente ai condomini un controllo completo sullagestione finanziaria del Condominio, sui pagamenti delleutenze, dei fornitori e, non ultimo, anche sul pagamento del-le quote condominiali da parte dei condomini stessi. La pos-sibilità di accedere “on line” ai documenti condominiali e po-terli scaricare sul proprio computer, è uno strumento di as-soluta trasparenza che migliora la comunicazione tra am-ministratore e condomino, riducendo tempi e attese, e con-sentendo ai condomini di potersi creare un piccolo archiviopersonale, non solo cartaceo, ma anche elettronico. Inoltrequesta soluzione consentirebbe anche ai vari proprietari dipoter verificare in tempo reale lavori, spese ordinarie comele pulizie e l’illuminazione, ma anche tutti i costi dei fornitori,con la massima garanzia di trasparenza oltre che un note-vole risparmio di tempo. Quanto tempo perdono i condomi-ni nelle assemblee per avere chiarimenti dall’amministrato-re sulle varie voci? La diffusione globale dei sistemi informaticipermette ormai a tutti l’uso di sistemi informativi on line, e perquesto crediamo nella possibilità di un’ampia diffusione di que-sta nostra proposta di amministrazione condominiale.Confabitare ha studiato a fondo il problema della regolaritàdella gestione dei condomini e crediamo che sia opportunodiffondere questa innovazione nel modo più ampio possi-bile, affinché diventi un sistema di uso comune, oltre che unqualificato metodo di lavoro.A completamento della nostra attenzione al settore condo-miniale, Confabitare può fornire inoltre preventivi gratuiti, ra-pidi e dettagliati per amministrare il vostro condominio, an-che tramite la scheda da compilare direttamente sul nostrosito: www.confabitare.it. (di Giovanna Borgia)

CONFABITARE PROPONEIL CONDOMINIO ON LINEConsente di controllare da casa, via internet,i movimenti del conto corrente condominiale

Page 16: Abitare Oggi

Lo scorso 15 luglio il Collegio dei Periti In-dustriali di Bologna ha presentato pubbli-camente, presso la propria sede sita al“Museo del Patrimonio Industriale” di viadella Beverara, la proposta di “fascicolo delfabbricato”, invitando gli Enti Locali (Re-gione, Provincia, Comuni), l’Agenzia delTerritorio, le Amministrazioni sanitarie, glialtri ordini professionali, le Organizzazio-ni imprenditoriali di categoria, le Associa-zioni dei Consumatori e dei Proprietari diimmobili (era presente solo Confabitare).Perché il fascicolo del fabbricato? Come giàscritto in un precedente articolo pubblica-to da questa rivista, da alcuni anni i peritiindustriali insistono nel proporre lo stru-mento del fascicolo come un utile docu-mento per ogni immobile, da aggiornare neltempo: una sorta di cartella clinica, di li-bretto, della nostra casa. Il Ministero del-l’Economia e delle Finanze, con la circo-lare n.16063 del 2010, ha stabilito che gliEnti Pubblici non territoriali devono costi-tuire, per un adeguato processo di valoriz-zazione del patrimonio pubblico, un fasci-colo immobiliare seguendo le linee guida

indicate dalla circolare stessa. La circola-re inoltre chiarisce che le linee guida, puressendo indirizzate agli Enti pubblici nonterritoriali, possono costituire un valido ri-ferimento anche per tutte le altre pubblicheamministrazioni che intendano attivare unproficuo processo di valorizzazione. Rite-niamo la scelta del Ministero molto utile eopportuna, non solo ai fini della valorizza-zione economica ma anche come docu-mento dell’immobile, una vera e propria car-ta d’identità, come specifica esplicitamen-te la circolare. Come detto sopra, da tem-po noi periti industriali insistiamo affinchévenga previsto, nell’ambito del più ampioiter normativo del settore edilizio, un do-cumento riepilogativo per ogni singoloedificio (da noi denominato fascicolo delfabbricato) e che assuma, in coerenza conquanto previsto dalle linee guida ministe-riali, anche valore certificativo.Per sottolineare ulteriormente l’importan-za di un documento simile vorrei ricorda-re che il Dipartimento del Tesoro ha diffu-so di recente una nota in relazione al cen-simento dei beni immobili della pubblicaamministrazione, disposta dalla legge fi-nanziaria 2010. Dice la nota che hanno ri-sposto il 53% delle amministrazioni stata-li e sono stati censiti 530 mila unità im-mobiliari il cui valore a prezzi di mercatooscilla tra 240 e 320 miliardi di euro. An-

che prendendo a riferimento il valore piùbasso stiamo parlando di un patrimonio eco-nomicamente rilevantissimo, tra l’altro ri-ferito a poco più della metà degli Enti, chedeve essere valorizzato al meglio. Se que-sta esigenza è ritenuta utile dalla pubblicaamministrazione a maggior ragione do-vrebbe servire al privato proprietario di unimmobile. Basti pensare, per esempio, allamanutenzione dell’edificio: un piano benprogrammato comporta a lungo termine unrisparmio economico oltre a garantire la si-curezza dell’abitare (ricordo che gli incidentidomestici sono di gran lunga più numero-si degli incidenti nei luoghi di lavoro). Undocumento quindi per conoscere, alla stre-gua di una cartella clinica come si fa con unpaziente, lo stato di salute di un edificio; daaggiornare e custodire unitamente al rogi-to di acquisto. In sintesi la nostra ipotesi diFascicolo è suddivisa in due parti: la primarelativa all’intero fabbricato, quindi a valenzacondominiale, e la seconda relativa inveceall’unità immobiliare, utile al singolo pro-prietario. Le due parti sono poi a loro vol-ta divise in sezioni contenenti documenta-zione urbanistico-edilizia, elaborati, foto-grafie, attestazioni, caratteristiche strutturali,impiantistiche, manutentive, di sicurezza,ecc. Molto spesso chi lancia proposte si ri-ferisce agli altri: armiamoci e partite. Il Con-siglio Nazionale dei Periti Industriali (CNPI)è talmente convinto della bontà e della ne-cessità del fascicolo del fabbricato che, perdare l’esempio, ha realizzato la prima spe-rimentazione di fascicolo su un edificio sto-rico (Palazzo “Pandolfi” sito nel comune ra-gusano di Pozzallo) oggetto di un radicaleintervento di ristrutturazione: chi fosse in-teressato ad approfondire il lavoro svolto sipuò collegare al sito www.perindbo.orgnella sezione fascicolo del fabbricato. Ap-prezziamo e appoggiamo in pieno l’inizia-tiva del Ministero dell’Economia e delle Fi-nanze, tanto è vero che siamo già passatidalle parole ai fatti.

(Mauro Grazia, Presidente del Collegio deiPeriti Industriali e dei Periti IndustrialiLaureati della Provincia di Bologna)

Il fascicolo del fabbricato sarà come una cartella clinica aggiornabile del nostro immobile

Una carta d’identità per la casa

14 ABITARE OGGI

Mauro Grazia

Page 17: Abitare Oggi

Oggi nel "sistema lavoro" Italia, i dati e gliindicatori confermano una situazione digrande tensione ed incertezza. I dati statisticiindicano che la disoccupazione nel nostroPaese è in aumento e nel 2009 si è arrivatial più alto tasso di disoccupazione, toccan-do quasi la soglia del 9%. Uno scenario che,stando alle previsioni di alcuni economisti,potrebbe peggiorare nell'anno in corso. Perquanto concerne la regione Emilia-Romagna,pur tenendo conto di una serie di interven-ti legati agli ammortizzatori sociali a soste-gno del reddito, la situazione della disoc-cupazione è allineata con i paesi del nord Eu-ropa. Il dato che fa prevedere scenari non se-reni all'orizzonte è l'analisi demograficadel lavoratore che perde l'occupazione, sog-getto che si attesta per circa il 60% nella fa-scia di età tra i 25-30 anni, età che pregiu-dica seriamente la formazione di nuovi nu-clei familiari. Tuttavia l'analisi economicache più, a mio avviso, è da tenere in consi-derazione è il periodo temporale che servenon tanto a ripartire con un trend occupa-zionale in aumento, ma il periodo espressoin anni necessario per riassorbire nel ruolooccupazionale il numero di soggetti che oggihanno perso il lavoro. Alla luce di questo sce-nario, la riflessione passa doverosamente dal-l'aspetto della capacità dell'industria di rias-sorbimento della sacche di disoccupati, al di-sagio personale derivante dal protrarsi di unacondizione di mancato impegno lavorativoche porta la persona ad una situazione di di-sagio sociale con ripercussioni non solo in-dividuali ma di massa, legati anche a con-dizioni familiari. Parlare di disagio socialediventa un'impresa particolarmente delica-ta, che è percepita quasi passivamente da chinon ne subisce le conseguenze. Oggi vi sonomoltissimi soggetti che hanno definitiva-mente smesso di cercare un'occupazione, ri-volgendosi ad enti di solidarietà e a centri didistribuzione di beni di prima necessità, se-gnando così una resa passiva alle dinamicheeconomiche. Si viene così a creare un mon-do sottostante della nuova povertà, che nel-le città del nostro paese e dell'Europa si ar-ricchisce ogni giorno di popolazione non cen-sita e non percepita in modo tangibile dal-

le fasce sociali più abbienti del paese. Se que-sto fenomeno continua a dilagare, con ine-vitabili ripercussioni sulle prospettive del-le generazioni future che, anche per rifles-so, ne subiscono le conseguenze, il proble-ma del disagio sociale di massa può, inevi-tabilmente, trasformarsi in un problema dipace sociale e sicurezza pubblica. I confinisono estremamente sottili e già in qualcheatto isolato si sono manifestati segnali pre-occupanti. Cosa può fare il legislatore, in-teso anche nei livelli di competenza ammi-nistrativa locale? Dare interventi a pioggiaper il sostegno del reddito? Questi sono giàstati promossi con gli ammortizzatori socialiin deroga (contratto Stato-Regioni). Laconsiderazione è che gli interventi legati agliammortizzatori sociali risolvono un'emer-genza per un determinato periodo, ma nondifendono i posti di lavoro e i soggetti coin-volti dovrebbero, per un equilibrio socio-psicologico, continuare nell'impegno pro-fessionale e/o lavorativo. Oggi, come sem-pre, il posto di lavoro viene salvaguardatodalle dinamiche economiche e dalla solidi-tà dell'impresa e in particolare dalla picco-la media impresa per cui potrebbe essere diaiuto attivare politiche di sostegno econo-mico mirato a quelle imprese che intendo-no percorrere la strada dell'innovazionetecnologica, per restare in competizionecon un'economia che è divenuta sempre piùglobalizzata. (di Daniele Baldini)

Molti smettono di cercare lavoro, si rivolgono a centri di distribuzione di beni di prima necessità

DISOCCUPAZIONE

OCCUPAZIONE

La disoccupazione genera disagio

abitare

15ABITARE OGGI

Nella foto sopra: Daniele Baldini,Responsabile DipartimentoSviluppo Economico, Confabitare

Page 18: Abitare Oggi

16 ABITARE OGGI

abitare

Nell’attuale mercato del gas naturale, il cittadino-consumatoredeve conoscere approfonditamente la liberalizzazione del settoreper acquisire consapevolezza dei propri diritti e delle opportunitàofferte. In che modo? Grazie a semplici concetti che divengono in-dispensabili strumenti di tutela dei propri interessi. Il mercato ener-getico, infatti, è stato investito, nel corso dell’ultimo decennio, daprofondi cambiamenti che hanno condotto a una progressiva li-beralizzazione e privatizzazione nel settore del gas naturale enon solo. Le riforme deliberate, dapprima recepite a livello co-munitario e successivamente adottate anche dai governi degliStati membri nei rispettivi ordinamenti giuridici, hanno modificatoradicalmente gli assetti organizzativi delle industrie nazionalidell’energia. Con la liberalizzazione del mercato, avvenuta il 1°gennaio 2003, è possibile, per ogni tipologia di utente, sia esso do-mestico o no, scegliere liberamente da quale venditore, e a qualicondizioni, acquistare il gas naturale.Tale reale libertà di scelta fa sì che il consumatore, da destinata-rio passivo di un servizio, acquisisca un ruolo attivo nell’evolu-zione del mercato stesso, favorendo la concorrenza tra i fornitorie aumentando la qualità dei servizi resi. Entrare nel cosiddetto“mercato libero” e sfruttare questa occasione non è però obbliga-torio; infatti, se il cliente finale domestico decide di non esercitareil proprio diritto di scelta e di non fare il proprio ingresso in taleambito, continuerà a pagare il gas naturale in base alle condizionieconomiche e contrattuali definite dall’Autorità per l’EnergiaElettrica e il Gas (A.E.E.G.). Queste condizioni sono state studiateproprio per i clienti finali domestici, categoria di utenti che si pre-suppone debbano essere maggiormente tutelati in quanto dotati diminore potere negoziale. Ciò che non è possibile scegliere, invece,è la società che opera nella distribuzione del gas naturale: l’atti-vità di posa e manutenzione di tubazioni e contatori, oltre chequella di pronto intervento, è infatti deputata solo ad alcuni sog-getti autorizzati ad agire su un dato territorio. Entrare nel mercato

libero, migliorare la condizione economica dell’offerta e goderedi un servizio qualitativamente superiore è facile.Il cliente deve innanzitutto sottoscrivere un nuovo contratto conil venditore prescelto. Nel caso in cui quest’ultimo sia differentedal fornitore abituale, sarà proprio il venditore scelto a occuparsidelle procedure di recesso dal contratto precedente e ad attivareil procedimento per l’avvio della nuova fornitura. Il passaggio daun fornitore a un altro non comporta alcun tipo di intervento su-gli impianti esistenti, poiché si tratta di un semplice cambiamentonella gestione commerciale e amministrativa. Ma quali sono itempi necessari al cambio di fornitore? Piuttosto brevi ma varia-bili in base alla tipologia di utenti: i clienti finali domestici conconsumi inferiori ai duecento metri cubi annui necessitano di unpreavviso di un mese; le Partita Iva, invece, dovranno effettuareopportuna comunicazione con tre mesi di anticipo.Operativamente, lo switch viene realizzato mediante la lettura delcontatore alla data del cambio fornitore: da questo momento in poi,i consumi saranno fatturati dal nuovo operatore entrante.Sia nel mercato libero che in quello “tutelato”, l’attività di letturadei contatori è in capo alle società che gestiscono la distribuzionedel gas naturale, garanti dei dati relativi alla misurazione dei con-tatori stessi. Alla luce di tutto ciò, una domanda sorge spontanea:in un mercato in cui la concorrenza tra fornitori di gas naturale èin costante crescita, come è possibile orientare la propria scelta conla certezza di non incorrere in proposte che solo all’apparenza ri-sultano convenienti? Il cliente finale domestico ha una grande pos-sibilità: confrontare le nuove condizioni economiche e contrattualiofferte con quelle dell’A.E.E.G. Queste ultime però devono essereconosciute. Il consumatore può quindi tutelare se stesso attraversola conoscenza di alcuni fondamentali concetti: 1) la composizionedella tariffa di vendita del gas naturale, definite dall’A.E.E.G.; 2)le condizioni contrattuali a corredo dell’erogazione del servizio de-terminate dall’A.E.E.G.; 3) il reale fabbisogno in termini di con-sumo annuale di gas naturale, per evitare di aderire a proposte chetendono a vincolarlo per più anni con offerte che non garantisconorisparmio per consumi inferiori a un determinato livello; 4) l’or-ganizzazione del fornitore, perché spesso chi propone l’offerta nonè in grado di assistere adeguatamente il cliente, né di porre un tem-pestivo rimedio a eventuali disfunzioni del servizio. Grazie a que-ste utili informazioni, il cittadino-consumatore acquisisce mag-giore consapevolezza ed è in grado di riconoscere le propostecommerciali più trasparenti e per lui più convenienti. In questo nu-mero abbiamo fornito solo alcune delle nozioni che consentono al-l’utente di muoversi con sicurezza e autonomia nel mercato libe-ralizzato del gas naturale. Prossimamente analizzeremoapprofonditamente ciascuno dei concetti sopra esposti, termi-nando con una panoramica sulle più diffuse tipologie di offertepresenti sul mercato libero (a presso fisso, a prezzo indicizzato, arata costante ecc.). Non perdete quindi il prossimo appuntamento… il viaggio continua…

Come evitare di incorrere in proposte che solo all’apparenza risultano convenienti?

Il mercato libero del gas naturale

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Confabitare sigla un accordo nell’ambito della commercializzazione del gas metano

Un accordo con Agesp e GemasAGESP Energia S.r.l., società pubblicaappartenente al Gruppo AGESP del Comunedi Busto Arsizio, deputata alla valorizza-zione delle attività energetiche sul territo-rio comunale e non, continua il proprio per-corso di crescita stringendo alleanze con im-portanti associazioni di fama nazionale. Ve-nerdì 6 maggio 2011, presso la sua sede divia Marco Polo 12 a Busto Arsizio, AGESPEnergia ha siglato un Protocollo d’Intesacon Confabitare - associazione che opera atutela della proprietà immobiliare, e GemasS.r.l. - società che si occupa dello svilup-po e della gestione di reti commerciali.Tutti seduti ad un unico tavolo, quindi, perperseguire obiettivi comuni: Alberto Zan-ni - Presidente di Confabitare, AchilleBroggi - Presidente di AGESP Energia S.r.l.e Alfio Guglielmini - rappresentante di Ge-mas S.r.l., hanno posto la propria firma al-l’accordo d’intesa diretta che consentiràl’estensione della rete commerciale dellastessa AGESP Energia, oltre che offrire par-ticolari vantaggi agli associati di Confabi-tare nell’ambito della vendita del gas me-tano. Presenti a quest’importante avveni-mento per il percorso evolutivo della societàenergetica di Busto Arsizio anche il Ma-nagement della società, capitanato dal suoDirettore Generale - Dott. Gianfranco Car-raro, e la Responsabile Commerciale del-l’azienda - Paola Galeazzi.L’accordo in parola è il risultato di una col-laborazione continuativa avvenuta nei mesiscorsi e sviluppatasi attraverso incontri mi-rati atti a concretizzare il progetto che, conla costanza e l’impegno profuso da parte ditutti gli attori coinvolti, ha preso vita pas-so dopo passo. Nello specifico, grazie a que-sta sottoscrizione, AGESP Energia intendeampliare la propria quota nel mercato libe-ralizzato dell’energia, in particolar modo,come sopra precisato, con la vendita di gasmetano a livello nazionale, oltrepassando iconfini regionali lombardi e offrendo i pro-pri servizi certificati ad una clientela mag-giormente stratificata. Al fine di consolida-re la collaborazione esistente tra le orga-nizzazioni protagoniste di tale evento, e pro-prio per poter raggiungere, se possibile in

modo ancor più rapido, gli ambiziosi obiet-tivi prefissati, è stato istituito un Gruppo diLavoro composto da validi professionisti cheoperano all’interno delle tre strutture so-cietarie interessate, il cui compito saràquello di concretizzare gli accordi rag-giunti attraverso la sigla del Protocollod’Intesa. Ottima occasione questa anche perConfabitare, che potrà rinsaldare i rappor-ti con tutti i suoi associati consentendo lorodi godere di particolari offerte nella forni-tura di gas metano, studiate appositamenteda AGESP Energia in virtù della neonataconvenzione. Benefici di cui non godrannosolo gli affiliati della storica sede di Bolo-gna dell’Associazione: i frutti dell’accordopotranno essere raccolti da tutti coloro cherinnoveranno la propria tessera di iscrizio-ne presso una delle numerose sedi di Con-fabitare presenti sul territorio italiano. Ruo-lo attivo anche per Gemas che, nell’ambi-

to dell’accordo, avrà il primario compito, peril tramite della propria rete di agenti, di di-vulgare l’iniziativa nell’intento comune difortificare i contenuti dell’accordo medesi-mo, che si preannunciano lungimiranti e sod-disfacenti. Uno dei principali e primi obiet-tivi che si intende raggiungere, inoltre, è farsì che i contratti sottoposti nell’ambito del-l’accordo possano essere presto “validati”da una primaria associazione che opera a tu-tela dei consumatori, a certificazione, qua-lora ce ne fosse la necessità, della trasparenzadel servizio offerto da AGESP Energia. Taleintenzione sottolinea, per l’appunto, il de-siderio congiunto delle parti contraentil’accordo di fare il proprio ingresso nel va-sto e competitivo mercato nazionale del-l’energia con la massima linearità e onestànei confronti dei clienti finali, dimostrandocompetenza e affidabilità nella gestionedel rapporto con il singolo consumatore.

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18 ABITARE OGGI

Frequenti sono i contrasti, anche aspri, ori-ginati dalle infiltrazioni d’acqua causateda tubature condominiali o da percolazioniscaturenti dalle parti comuni - quali adesempio il lastrico solare o le aree sovra-stanti le autorimesse interrate - che dan-neggiano in maniera più o meno grave leunità immobiliari di proprietà individuale.È bene evidenziare che il condominio è re-sponsabile dei danni causati dalle cose edai servizi comuni. La norma cui fare ri-ferimento in simili situazioni è l’art. 2051c.c. che recita: “Ciascuno è responsabiledel danno cagionato dalle cose che ha incustodia, salvo che provi il caso fortuito”.Il condominio è infatti il custode dei benie degli impianti comuni e, per tale ragione,è responsabile dei danni che da essi deri-vano. La responsabilità sarà esclusa solo seil danno è imputabile al caso fortuito, in-teso come fatto esterno idoneo ad inter-rompere il rapporto di causalità tra la cosain custodia e il danno venutosi a creare; ilcaso fortuito, per essere tale, deve poiavere carattere di imprevedibilità e di in-controllabilità. In materia di responsabilitàcivile per i danni cagionati da cosa in cu-stodia la fattispecie prevista dall’art.2051

c.c. configura quindi un’ipotesi di respon-sabilità oggettiva. Per l’applicabilità diquesto tipo di responsabilità in capo alcondominio è sufficiente la sussistenza delrapporto di custodia tra il responsabile e lacosa che ha dato luogo all'evento lesivo -ad esempio il lastrico solare mal imper-meabilizzato o deteriorato che causa per-colazioni di acqua piovana negli apparta-menti sottostanti - e senza che rilevi alriguardo la condotta del custode e l'osser-vanza o meno di un obbligo di vigilanza. Ilproprietario dell’immobile danneggiato dainfiltrazioni potrà quindi ottenere il risar-cimento provando il danno, il nesso tradanno e cosa che lo ha generato e il rap-porto di custodia. Si determina in questocaso un’inversione dell’onere della prova:sarà il condominio, per liberarsi da re-sponsabilità, a dover dimostrare l’esistenzadi un fattore esterno idoneo ad escludere larelazione causale tra il danno lamentato eil bene condominiale che lo ha provocato.A tal fine è opportuno sottolineare che, inlinea di massima, le carenze o i difetti dimanutenzione, al pari di quelli di costru-zione, non rappresentano caso fortuito,escludente la responsabilità della custodia

ma, anzi, possono costituire fondamentogiustificativo dell’obbligazione risarcitoria.Merita qualche considerazione, infine, unarecente pronuncia del tribunale di Firenze,che ha condannato al risarcimento deldanno non patrimoniale un condominiochiamato ad attivarsi per la ristruttura-zione del tetto di un immobile al fine diimpedire le continue infiltrazioni di ac-qua piovana nell’appartamento sotto-stante, protrattesi per molti anni. Con lasentenza n.147/ 2011 il Tribunale fioren-tino ha condannato il condominio a risar-cire alla parte danneggiata non solo i dannipatrimoniali subiti, ma anche quelli nonpatrimoniali. La motivazione addotta daltribunale è di notevole interesse in quantoamplia in maniera sensibile la tutela ap-prestata ai singoli condomini. Pacifical’obbligazione risarcitoria dei danni ma-teriali, la pronuncia dimostra infatti comeanche in tale ambito cominci a diffondersiil cosiddetto danno esistenziale, intesocome pregiudizio oggettivamente accer-tabile (e non già solo emotivo o interiore)che altera le abitudini del soggetto dan-neggiato e i suoi assetti relazionali. Ildanno esistenziale non implica una soffe-renza o un dolore ma un peggioramentodella qualità della vita. Come tale, assurgea nuova e autonoma categoria di dannoalla persona che merita di essere risarcito.Il giudice ha negato la risarcibilità di danniattinenti la sfera del diritto alla salute (c.d.danno biologico) in mancanza di precisadimostrazione della lesione dell’integritàpsicofisica. Così come non ha riconosciutola risarcibilità dei meri disagi alla vita direlazione. Il Tribunale ha invece stabilitola risarcibilità del danno non patrimonialecorrelato alla lesione del diritto di pro-prietà, quale diritto costituzionalmente ri-conosciuto alla persona. In altri termini ilgiudice ha determinato che la ripetuta pre-senza di infiltrazioni ha sensibilmentecompresso il diritto di proprietà del sin-golo condomino.

(Avv. William Carboni,Consulente legale Confabitare)

Danni da infiltrazioni: responsabilità del condominio e risarcibilità del danno esistenziale

Quando l’acqua entra in casa

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19ABITARE OGGI

Ecco le ultime novità fiscali

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Recentemente è stata approvata la legge di conversione del c.d.DECRETO SVILUPPO (DL n.70/2011 convertito dalla Leggen.106/2011). Le novità che possono coinvolgere gli interessi deiproprietari immobiliari sono schematicamente le seguenti:➡ Esonero presentazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza dellacomunicazione della cessione del fabbricato in caso di trasferi-menti di immobili o di diritti immobiliari ( art.5 c.4);➡ Soppresso l’obbligo di inviare la comunicazione di inizio la-vori al Centro Operativo di Pescara ai fini della fruizione delladetrazione del 36%. Tale obbligo è sostituito dall’indicazione nelMod.Unico di determinati dati (art.7 c.2 lettere q e r);➡ Soppresso l’obbligo di indicare il costo della manodopera infattura in relazione ai lavori agevolabili al 36% e 55% (art.7 c.2lettere q e r);➡ Riaperta la possibilità di rivalutare entro il 30/06/2012 il co-sto di acquisto di terreni edificabili e agricoli posseduti al01/07/2011 a titolo di proprietà, usufrutto, superficie ed enfiteusi(art.7 c.2 lettere da dd a gg);➡ Riconoscimento della ruralità degli immobili ex art. 9 DL n.557/93 mediante presentazione entro il 30/09/2011 all’Agenziadel Territorio di una domanda di variazione catastale volta ad at-

tribuire la categoria A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativoe D/10 per quelli rurali ad uso strumentale. Tale adempimento èindispensabile al fine di ottenere l’esenzione ICI e IRPEF dei fab-bricati suddetti ( art.7 c.2 da 2 bis a 2 quater);(Le suddette novità sono entrate in vigore il 14/05/2011)In data 06/07/2011 è stato pubblicato sulla G.U. n.115 il DecretoLegge n.98 del 06/07/2011 (c.d. MANOVRA ECONOMICA),tale provvedimento è stato convertito con modificazioni nellaLegge n.111 del 15/07/2011. Le novità che riguardano la sferaimmobiliare sono così riassunte:➡ È ridotta dal 10% al 4% la ritenuta d’acconto che le Banchee le Poste sono tenute ad operare sui bonifici effettuati dai con-tribuenti in relazione alle spese per il 36% e il 55% (art.23 c.8);➡ Modificata la sanzione applicabile in caso di omesso/tardivoversamento d’imposta effettuati con ritardo non superiore a 15giorni: la sanzione anziché essere del 30% si riduce al 2% perogni giorno di ritardo fino al 14 giorno. Ciò si riflette di conse-guenza sulla sanzione ridotta dovuta in caso di ravvedimentooperoso in base al quale la stessa si riduce di 1/10 diventandodello 0,2% giornaliero fino al 14° giorno di ritardo (art.23 c.31).(Le suddette novità sono entrate in vigore il 06/07/2011)

Per i proprietari immobiliari molte sono le novità entrate in vigore con il Decreto Sviluppo

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Confabitare in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna organizza un corso perAmministratori di condominio. Si studierà diritto tributario, fisco, comunicazione e marketing

L’Università per gli Amministratori

Inizierà il prossimo mese di ottobre un im-portante corso di alta formazione per Am-ministratori di condominio, ideato e rea-lizzato da Confabitare, con il preziosocontributo didattico di Sinteg. Diciamosenza timore di essere smentiti che è uncorso unico nel suo genere: infatti è ilprimo corso su questa materia organizzatoin stretta collaborazione con l’Università ein particolare, poiché si svolge nella nostracittà, con l’Università degli Studi di Bolo-gna che in questo caso opera attraverso lasua Fondazione, FAM (Fondazione AlmaMater). Nello svolgimento della sua mis-sion di collegamento tra l'Ateneo e il ter-ritorio, la Fondazione Alma Mater si rela-ziona costantemente con tutte le principalirealtà istituzionali e imprenditoriali dandovita a collaborazioni che spaziano in di-versi campi, dalla creazione di percorsiformativi mirati allo sviluppo di progetti fi-nalizzati a sostenere lo sviluppo occupa-zionale, la creazione e il consolidamento diimprese; dall’istituzione e gestione di os-servatori ad attività di consulenza di altoprofilo e ricerca applicata. La rete di rela-zioni consolidata da Fondazione Alma Ma-ter vede il dialogo costante, fra gli altri,con Regione Emilia Romagna, Provincia eComune di Bologna, Unindustria, Legadelle Cooperative, Camera di Commercio,CNA, Azienda USL di Bologna, UfficioScolastico Regionale Emilia Romagna, ol-

tre al Ministero di Grazia e Giustizia. Que-sta partnership di così alto prestigio hapermesso, infatti, la realizzazione di uncorso con contenuti innovativi che si af-fiancano alle più tradizionali materie di in-segnamento di amministrazione condomi-niale, che vede la presenza di qualificatidocenti universitari esperti nei vari settori.La Fondazione, inoltre, ha fra i suoi scopiquello di trasferire conoscenza e innova-zione ai diversi segmenti del sistema pro-duttivo e istituzionale del territorio, percui contenuti, metodologia e aree temati-che daranno, per la loro valenza, un fortecontributo alla crescita professionale deipartecipanti. In un settore altamente com-petitivo come quello immobiliare, la co-noscenza specialistica, la professionalità, ilcostante aggiornamento, la capacità di in-tegrazione con le strutture esterne, unabuona rete organizzativa, diventano oggielementi fondamentali per il professionistache vuole proporsi in modo qualificato ecompetente. Questo corso si rivolge al-l’amministratore professionale che vuolemigliorare la propria competenza, anchealla luce della proposta di riforma dellenorme sul condominio che sarà approvataa breve dal Parlamento, all’agente immo-biliare che vuole diversificare la propria at-tività e al laureato in scienze econo-mico/sociali che si vuole costruire unanuova professionalità nel campo della ge-

stione dei servizi immobiliari. Le lezioni sisvilupperanno attraverso varie aree: l’areagiuridica, tecnica, economica, comunica-zione e l’area management per una duratacomplessiva di 136 ore a partire dal 14 ot-tobre 2011 con termine a marzo 2012, condue week end al mese. La sede del corsosarà Villa Gandolfi Pallavicini presso laFondazione Alma Mater.Durante il corso si tratterà tra i tanti argo-menti di fisco e condominio, elementi didiritto tributario, marketing dei servizi emarketing relazionale, la tecnologia degliimmobili, catasto, energie alternative, ur-banistica e territorio, la classificazione de-gli immobili, le tecniche relazionali e il ne-goziato, oltre a elementi di diritto privatoed elementi base di diritto penale.Questo corso per le materie trattate rap-presenta una novità nel campo della ge-stione dei servizi immobiliari. In un pro-gramma sterile e privo di innovazione,centrato esclusivamente sulla cultura giu-ridica, la proposta didattica fa riferimentoai temi formativi approvati dalla ComunitàEuropea, aggiornati sulla base delle realiesigenze di chi opera nel campo dei serviziimmobiliari. Inoltre è sicuramente ancheun punto di orgoglio per Confabitare che èriuscita a realizzare questo progetto cosìinnovativo oltre che ambizioso.

(di Giovanna Borgia )

Nella foto: Villa Gandolfi Pallavicini. Sarà sede del corsodi Alta Formazione per Amministratori di Condominio

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21ABITARE OGGI

CONTRATTI DI LOCAZIONEContratti di locazione ad uso abitativo (legge 431/98) - Contratti di lo-cazione ad uso commerciale - Contratti di comodato ad uso gratuito.

SERVIZIO TELEMATICO DI REGISTRAZIONEDEI CONTRATTI DI LOCAZIONEPer evitare code in banca e presso l’Agenzia delle Entrate inquanto tutte le operazioni si potranno effettuare presso i nostri uffici.

GESTIONE SCADENZIARIO DEI CONTRATTI DI LOCAZIONEGestione dei contratti di locazione provvedendo alla redazione, regi-strazione presso l’ufficio competente, aggiornamento ISTAT del canonedi locazione, rinnovo annuale dell’imposta di registro, proroghe e ri-soluzioni, comunicazione del canone aggiornato e dell’importo del-l’imposta di registro all’inquilino, sollevandovi da numerose incombenze.

DICHIARAZIONI DEI REDDITI Mod. 730 e Mod. UNICO.

PRATICHE I.C.I. (Imposta Comunale sugli Immobili).

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COLF E BADANTIAssunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro. Contabilità annuale.

AMMINISTRAZIONI IMMOBILIARI E CONDOMINIALIInnovativo servizio di amministrazione condominiale.

CERTIFICAZIONE ENERGETICAElaborazione di certificazioni energetiche, progettazionedi impianti ad energia rinnovabile, svolgimento delle praticheper ottenere le tariffe incentivanti per gli impianit fotovoltaici.

SPORTELLO ASCENSORIÈ stato creato per fornire informazioni sui contrattidi manutenzione e sull’installazione degli impianti elevatori.

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SERVIZIO “PRIMA CASA”È stato creato per coloro che si accingono a diventare proprietariimmobiliari per la prima volta. Potrete trovare la giusta assistenzaper evitare di compiere errori nel corso dell’acquisto.

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CONSULENZA PER PROGETTAZIONI E RISTRUTTURAZIONIConsulenze relative alla progettazione di spazi interni ed esterni,problematiche di carattere ambientale ed energetico, pratiche edilizie,arredo, problemi strutturali e impiantistici legati alla ristrutturazione.

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� CASALECCHIO DI RENO, VIA DEL LAVORO, 7 - TEL. 051/9910121 � CASTEL MAGGIORE,VIA GRAMSCI, 205/A - TEL. 051/6321523 � PORRETTA TERME, PIAZZA MONSIGNOR SMERALDI,4 - TEL. 0534/21356 � SAN GIOVANNI IN PERSICETO, CORSO ITALIA, 84 - TEL 051/ 3167989� SAN LAZZARO DI SAVENA, VIA SPERANZA, 35/A - TEL. 051/0477298

SEDE CONFABITARE: VIA MARCONI 6/2 - 40122 BOLOGNA - Tel. 051/ 238645 - 051/270444

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Il Decreto Legge 13 maggio 2011 n. 270 èstato convertito in legge, con alcune modi-ficazioni, in data 12 luglio 2011 e pubbli-cato sulla Gazzetta Ufficiale in pari data. LaLegge n. 106, cosiddetta "Decreto Svilup-po 2011” prevede diverse semplificazioni fi-scali e burocratiche e disposizioni a favo-re di imprese e privati. Riportiamo alcunemodifiche con riferimento a quelle elenca-te all’art. 5 intitolato Costruzioni private.

Silenzio - assenso: viene introdotto tale stru-mento anche per il rilascio del permesso dicostruire. Viene eliminato un potere diveto rimasto al Comune nella vasta casisticadei titoli abilitativi. Il permesso di costrui-re, richiesto per le ristrutturazioni più pesantie per le nuove costruzioni può essere otte-nuto con tale procedura dopo 60 giorni dal-la presentazione. Viene dunque velocizza-to l'iter per il rilascio del permesso di co-struire. Il titolo abilitativo emesso dal co-mune, che autorizza l'attività di trasforma-zione urbanistica ed edilizia del territorio, po-trà ora essere ottenuto automaticamentecon la regola del silenzio-assenso (esclusiperò i casi in cui sussistano vincoli am-bientali, paesaggistici o culturali). Il re-sponsabile del procedimento ha a disposi-zione 60 giorni (120 giorni nelle città oltre100 mila abitanti) per curare l’istruttoria, ac-quisire i pareri e valutare la conformità delprogetto agli strumenti urbanistici. Passatoinutilmente il termine per l'adozione del prov-vedimento conclusivo (che è di 90 giorni neiComuni con meno di 100 mila abitanti e 150giorni invece in quelli più grandi), ove il Co-mune non abbia opposto motivato diniego,sulla domanda di permesso di costruire si in-tende formato il silenzio-assenso.

Scia: viene estesa la Segnalazione Certifi-cata di Inizio Attività (SCIA) a tutti quegliinterventi precedentemente compiuti dallaDenuncia Inizio Attività (DIA). A ben ve-dere, poi, la SCIA viene ad interessare lostesso ambito della DIA “semplice” per cuiquesta non sembra una grande rivoluzione.Di fatto tutto resta come prima, nel senso cheil quadro normativo previgente non varia:la SCIA non si applica per la manutenzio-ne ordinaria e straordinaria (salvo in casodi intervento antisismico), come non si ap-plica per aumenti di volume o frazionamenti.Resta la grande novità della SCIA, ovveroquella che i lavori possono essere iniziati dalgiorno stesso del deposito in Comune, re-stando però al Comune il potere di blocca-re i lavori entro 30 giorni. Ci si chiede, conun rischio così grosso, chi inizierà i lavoriprima dei fatidici 30 giorni?

Procedure telematiche: i Comuni sarannoobbligati a pubblicare sul proprio sito isti-tuzionale tutti gli allegati tecnici agli stru-menti urbanistici.

Detrazione IRPEF del 36% per le ri-strutturazioni residenziali e 55% per ri-sparmio energetico: non è più obbligato-rio indicare in fattura il costo della mano-dopera per gli interventi agevolati. Prima eranecessario per beneficiare della detrazioneIrpef del 36% sugli interventi edilizi diret-ti e della detrazione Irpef e Ires del 55% su-gli interventi per il risparmio energetico. Èeliminata inoltre la comunicazione preven-tiva al Centro Operativo di Pescara. Questoadempimento è stato sostituito con l'indi-cazione nel modello Unico dei dati catasta-li dell'immobile oggetto di ristrutturazione.

Piano Casa bis: il D.lgvo Sviluppo dà tem-po alle Regioni per promulgare entro 60 gior-ni leggi specifiche che incentivino la riqua-lificazione di aree degradate premiando in-terventi di demolizione e ricostruzione be-neficiando di aumenti di cubatura fino al20%. Nulla di interessante per il privato,come il primo Piano Casa prevedeva, ma in-centivazioni solo a favore dei costruttori.

Obbligo di denuncia all’ufficio di Polizia:viene stabilito che la registrazione dei con-tratti di trasferimento immobiliare assorbel'obbligo di comunicazione all'autorità lo-cale di pubblica sicurezza.

Riapertura dei termini per rivalutare ter-reni posseduti al 1° luglio 2011: la “riva-lutazione di terreni” consiste nella rideter-minazione del costo di acquisto di terreniedificabili e terreni con destinazione agri-cola posseduti a titolo di proprietà, usufrutto,superficie, enfiteusi. La rivalutazione per-mette di aumentarne il valore fiscalmente ri-conosciuto riducendo l’eventuale plusva-lenza ai fini Irpef in caso di cessione.

Agevolazioni fiscali per immobili ruraliAl fine di poter continuare a godere delleagevolazioni occorre autocertificare di pos-sedere i requisiti da almeno cinque anni. Esi-ste inoltre l'obbligo di accatastamento nel-le categorie A/6 e D/10 per gli immobili ru-rali con domanda entro il 30 settembre.

Relazione "acustica"La legge stabilisce che per gli edifici adibitia civile abitazione l'autocertificazione as-severata da un tecnico abilitato sostituiscala cosiddetta relazione "acustica".

Novità per le costruzioni private

L’opinione

Page 26: Abitare Oggi

In questo decreto (L. 106/2011) sono con-fermate le disposizioni inerenti il “Piano Cit-tà”, la proroga all’01/07/2011 delle sanzioniamministrative per mancata dichiarazionedegli immobili, l’autocertificazione acustica,la riapertura dei termini per la rivalutazio-ne dei terreni, il 36% per le ristrutturazio-ni edilizie. Viene altresì confermata la mo-difica al D.P.R. 380/2011 ai sensi della qua-le non si ha “parziale difformità del titoloabilitativo” in presenza di violazione di al-tezze, distacchi, cubatura o superficie co-perta che non eccedono, per singola unitàimmobiliare, il 2% delle misure progettuali.Sono poi molte le novità introdotte nel de-creto, riportiamo di seguito quelle princi-pali che interessano più direttamente gli as-sociati di Confabitare.Al comma 9 dell’art. 5 si legge testualmente:"Al fine di incentivare la razionalizzazio-ne del patrimonio edilizio esistente, nonchédi promuovere e agevolare la riqualifica-zione di aree urbane degradate con funzionieterogenee e tessuti edilizi disorganici o in-compiuti, nonché di edifici a destinazionenon residenziale dismessi o in via di di-smissione ovvero da rilocalizzare, tenutoconto anche della necessità di favorire losviluppo dell’efficienza energetica e dellefonti rinnovabili, le Regioni approvanoentro sessanta giorni dalla data di entrata invigore della legge di conversione del pre-sente decreto, specifiche leggi per incenti-vare tali azioni anche con interventi di de-molizione e ricostruzione che prevedono:a) il riconoscimento di una volumetria ag-giuntiva rispetto a quella preesistente come“misura premiale”; b) la delocalizzazione

delle relative volumetrie in area o aree di-verse; c) l’ammissibilità delle modifiche didestinazione d’uso, purché si tratti di de-stinazioni tra loro compatibili o comple-mentari; d) le modifiche della sagoma ne-cessarie per l’armonizzazione architettonicacon gli organismi edilizi esistenti”.Al comma 10 si precisa che gli interventiedilizi di cui al precedente comma 9 non sipossono riferire a edifici abusivi o a siti neicentri storici o in aree ad inedificabilità as-soluta, con esclusione degli edifici per i qua-li sia stata rilasciato il titolo abilitativo edi-lizio in sanatoria. Al successivo comma 11viene poi precisato che decorso il termineindicato nel precedente comma 9 e fino al-l’entrata in vigore della normativa regionale,agli interventi di cui al citato comma si ap-plica l’art. 14 del D.P.R. 6 giugno 2001 n.380 anche per il mutamento delle destina-zioni d’uso. Resta fermo il rispetto deglistandard urbanistici delle altre normative disettore aventi incidenza sulla disciplina del-l’attività edilizia e in particolare delle nor-me antisismiche, di sicurezza, antincendio,igienico-sanitarie, di quelle relative all’ef-ficienza energetica, di quelle relative alla tu-tela dell’ambiente e dell’ecosistema.Al comma 14 si dice poi che decorso il ter-mine di 120 giorni dalla data di entrata invigore della legge di conversione del pre-sente decreto, le disposizioni contenute nelcomma 9, fatto salvo quanto previsto dalcomma 10 e dal secondo periodo del com-ma 11, sono immediatamente applicabili alleRegioni a statuto ordinario che non hannoprovveduto all’approvazione delle specifi-che leggi regionali. Fino all’approvazione

di tali leggi, “l’incremento” da riconosce-re quale “misura premiale”, ai sensi del pre-detto comma 9 lettera a) è: in misura non su-periore complessivamente al 20% del vo-lume esistente se destinato ad uso residen-ziale; in misura del 10% della superficie co-perta per gli edifici adibiti ad uso diverso.Le volumetrie e le superfici di riferimentosono calcolate, rispettivamente, sulle distintetipologie edificabili e pertinenziali esisten-ti ed asseverate dal tecnico abilitato insede di presentazione della documentazio-ne relativa al titolo abilitativo previsto.La legge di conversione del “Decreto Svi-luppo” ha poi inserito all’art. 7 dal comma2-bis al comma 2-quater la possibilità di au-tocertificare i requisiti ai fini dell’attribuzionedella categoria A/6 (per gli immobili rura-li ad uso abitativo) o D/10 (per gli immo-bili rurali ad uso strumentale all’immobile).I soggetti interessati possono presentare al-l’Agenzia del Territorio una domanda di va-riazione della categoria catastale per l’at-tribuzione all’immobile della categoria A/6o della categoria D/10 ai fini del riconosci-mento della ruralità degli immobili ai sen-si dell’art. 9 del D.L. 557/1993. Alla do-manda di variazione della categoria catastale,i richiedenti dovranno allegare una apposi-ta autocertificazione in cui dichiarano chel’immobile possiede, in via continuativa, adecorrere dal quinto anno antecedente a quel-lo di presentazione della domanda, i requi-siti di ruralità richiesti ai sensi dell’art. 9 so-pracitato. La domanda va presentata entroil 30/09/2011. L’Agenzia del Territorio hapoi tempo fino al 20/11/2011 per i control-li sulla sussistenza dei requisiti dichiarati.

Commenti sul decreto sviluppo

24 ABITARE OGGI

L’opinione

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Secondo lei, quanto è grave l’emergenzaabitativa a Bologna?La difficoltà di trovare casa e garantirsi unospazio dignitoso in cui abitare con la fami-glia è un problema generalizzato nel nostropaese, non nuovo neanche per Bologna,dove gli effetti della crisi economica del2009 ancora si protraggono. Non manca unaofferta quantitativamente adeguata di im-mobili in affitto, ma i prezzi richiesti dalmercato non sono alla portata dei redditi nor-malmente percepiti da chi ha bisogno del-la casa. In effetti le famiglie non riesconoa sostenere i costi relativi. I dati statistici in-dicano che negli ultimi anni gli sfratti permorosità rappresentano circa il 92% ditutte le procedure di rilascio forzato degli im-mobili. Una cifra enorme se si pensa che lacasa è un presupposto imprescindibile perla tutela non solo della dignità, ma della stes-sa vita privata di ciascun individuo.Chi beneficerà del fondo erogato dalla Re-gione, misura principale del protocollo an-tisfratto?Innanzitutto ne beneficeranno quei nuclei fa-miliari in cui almeno uno dei componentisia un lavoratore (dipendente, autonomo oprecario) colpito dagli effetti della crisi eco-nomica e che per tale effetto abbia subito unariduzione della capacità reddituale, quandosussistano prospettive di recupero di una ca-pacità patrimoniale adeguata al soddisfaci-mento per il futuro degli impegni assunti re-lativi al contratto di locazione in corso o rin-novato. Di conseguenza ne beneficerannoanche quei proprietari che vantano creditideterminati dalle morosità degli inquilini.Perché il protocollo sottoscritto a maggio2010 non ha raggiunto gli esiti sperati?

Il protocollo del 2010 interveniva in una fasegià avanzata della procedura di sfratto,fase in cui i rapporti tra le parti sono ormailogori e la proprietà preferisce interrompe-re ogni forma di contatto con l’inquilino ina-dempiente. Inoltre le misure approntateandavano a coprire solo il pagamento dei ca-noni futuri, mentre non erano previste for-me di recupero dei canoni pregressi già ma-turati e non versati, sicché era di minore in-teresse per il proprietario raggiungere un ac-cordo. Proprietario che, invece, dal nuovoprotocollo riceve il vantaggio di vedere sod-disfatto in misura significativa il credito van-tato verso l’inquilino.Quali sono le differenze fra quello in vigoreadesso e quello del 2010?L’aspetto più qualificante del nuovo accor-do è quello di avere previsto un contributoa fondo perduto che copre una parte consi-stente del debito dell’inquilino aumentatoforfettariamente delle spese legali. L’intentoè quello di salvaguardare il mantenimentodell’alloggio in presenza di condizioni checonsentano ad entrambe le parti di addive-nire ad una intesa per il normale ripristinoo per il rinnovo del rapporto di locazione.Quale è il ruolo del Tribunale nell’ultimoaccordo del 2011?Il Tribunale Ordinario di Bologna pro-muoverà e sottoporrà alle parti la conoscenzadello strumento costituito dal nuovo Proto-collo, con ciò agevolando il raggiungimen-to dell’accordo tra proprietario e inquilinonel corso delle udienze di convalida disfratto, valutando - anche con la collabora-zione dei servizi del comune di residenza del-l’inquilino - la sussistenza o la determina-zione delle condizioni atte a far ripartire il

rapporto locativo dove si era interrotto.E quello delle banche?La parte di morosità che non è coperta dalcontributo a fondo perduto resta a carico del-l’inquilino, che potrà chiedere agli istitutibancari che hanno sottoscritto il protocol-lo (Unicredit e Cassa di Risparmio di Bo-logna) l’apertura di una linea di credito checopra fino ad un massimo del 50% dellasomma residua.Ai fini della concessione delcredito le Banche verificheranno insieme alleparti sociali e all’ente locale la sussistenzadei presupposti previsti nel Protocollo.Grazie alla disponibilità offerta dai due isti-tuti di credito e alla garanzia offerta dalleFondazioni bancarie il prestito sarà eroga-to praticamente a tasso zero.Tra i motivi del fallimento del protocollo2010 rientrano anche i rapporti solitamentedeteriorati fra i proprietari e gli inquilinimorosi. Quale è il ruolo delle associazio-ni dei proprietari immobiliari come Con-fabitare in questo protocollo 2011?Il ruolo delle associazioni firmatarie è im-portantissimo per il successo dell’iniziati-va. Ad esse compete la delicata attività diinformazione e sensibilizzazione dei pro-prietari: fare loro conoscere questi nuovistrumenti, che consentono di rientrare dibuona parte del credito che vantano nei con-fronti dell’inquilino e aiutarli a comprendereche, in presenza di determinate condizioni,la cui effettiva sussistenza e solidità vienevalutata da soggetti altamente qualificati eimparziali come il Tribunale, può essere con-veniente ripristinare, sul piano contrattua-le, ma anche umano, il rapporto con un lo-catario che è diventato un “cattivo inquili-no” per colpa della crisi economica.

La casa è un bene imprescindibile

26 ABITARE OGGI

L’intervista

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Per quanto riguarda le politiche abita-tive della città di Bologna, quali sono lenuove iniziative che intende intrapren-dere l’Amministrazione?La situazione economica attuale accentuaun problema che già gravava fortemen-te sui bilanci delle famiglie: i costi degliaffitti in questo momento di crisi hannoportato molti nuclei all’emergenza abita-tiva e al forte rischio di perdita della di-sponibilità della casa. Per questo ci siamomossi subito per cercare di sostenere i nu-clei in condizione di sfratto per morositàin sinergia con le altre istituzioni del ter-ritorio, Prefettura, Tribunale, Provincia conil fattivo sostegno della Regione e delleFondazioni bancarie. Sul piano della ge-stione del patrimonio pubblico riteniamoessenziale potenziare il controllo sugli as-segnatari e migliorare la convivenza ne-gli immobili pubblici, attraverso interventiche facilitino le relazioni tra le persone.Ma la grossa scommessa sta sulla effet-tiva realizzazione di condizioni che fa-voriscano l’affitto degli alloggi privatioggi disponibili e quindi è essenziale unarevisione dell’Agenzia Metropolitanaper l’affitto cercando il coinvolgimento ela sinergia con tutti i soggetti privati, chepossono trovare in questo strumento ef-fettive garanzie e, dunque, incentivo allalocazione degli alloggi vuoti.Come già fatto dalla Regione Emilia Ro-magna, il Comune di Bologna può so-stenere la realizzazione di alloggi di edi-lizia residenziale sociale da offrire alle

famiglie disagiate a condizioni più con-venienti rispetto a quelle che l’attualemercato immobiliare propone?Sicuramente questa è una strada da per-correre insieme alla Regione, in assenzadi concreti interventi nazionali, impie-gando gli strumenti possibili nell’ambi-to della politica urbanistica e prestandoun’attenzione particolare all’obiettivo:le condizioni economiche degli affitti de-vono essere decisamente più convenien-ti di quelle di mercato, proprio perché lacapacità di spesa delle famiglie è drasti-camente diminuita negli ultimi anni.Confabitare ha proposto la realizzazio-ne di un Osservatorio immobiliare nel-la nostra città. Cosa ne pensa?In un momento di difficoltà economica perle amministrazioni pubbliche è essenzialeuno stretto coordinamento con la Regionee la Provincia, ma anche con i soggetti pri-vati e in particolare le associazioni e le or-ganizzazioni anche di imprese, che già la-vorano in questo ambito in città; il ruolo del-l’amministrazione può essere quello di ren-dere maggiormente conosciuto e sistema-tizzare le informazioni già disponibili.Una politica anti degrado - finalizzata so-prattutto a salvare i muri, le vie e le piaz-ze della nostra città da scritte, disegni eorde di barbari – non dovrebbe presup-pore anche un’azione culturale all’in-terno delle scuole medie inferiori e su-periori, volta all’informazione, forma-zione e sensibilizzazione della tuteladei nostri beni architettonici?

Da sempre il Comune svolge azioni disensibilizzazione e prevenzione in questosenso. Molti sono stati in passato i pro-getti che hanno coinvolto su questo tematanti soggetti interessati in città, tra cui an-che il mondo della scuola, ed è nostra in-tenzione continuare su questa strada. Ri-teniamo la formazione culturale su que-sto specifico tema uno strumento che puòcreare nelle nuove generazioni senti-menti di attaccamento e amore per la cit-tà, portando ad avere un maggiore rispettodel bene comune.L’Amministrazione potrebbe farsi ga-rante del monitoraggio e della ricerca disoluzioni per l’abbattimento delle bar-riere architettoniche sia nei condominiche nei luoghi pubblici?Abbiamo grandi risorse in città che nonsempre sono adeguatamente conosciute,sosteniamo l’attività del C.A.D. (Centroper l’Adattamento Domestico) che si oc-cupa proprio della ricerca di soluzioni, inconcreto, per le singole situazioni di dif-ficoltà, ma che è anche una struttura conil compito di affinare, ricercare, svilup-pare nuove soluzioni per favorire l’ac-cessibilità di edifici e appartamenti, pri-vati e pubblici.A tutti i proprietari di casa che affitta-no a canone concordato è possibiledare delle sicurezze sul mantenimentodell’ICI azzerata?Questo è il contenuto del nostro pro-gramma e delle linee di mandato che ab-biamo approvato.

Risolvere l’emergenza abitativa

28 ABITARE OGGI

L’intervista

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33ABITARE OGGI

«Se il centro ritorna a essere città, anche la periferia può centralizzarsi». A parlare è Pier LuigiCervellati. Che sempre più convinto del declino di Bologna afferma: «C’è bisogno di unacommissione che abbia regole e poteri per impedire l’involgarimento in essere» di Iole Costanzo

Realizziamo la città del XXI secolo

Bologna l’organizzazione ur-bana è, in questo momento, unnodo più che mai cruciale. Lapedonalizzazione del centro sto-

rico, la riqualificazione delle periferie, il pas-saggio del Civis nelle strette vie all’inter-no delle mura, sono solo alcuni degli argo-menti di discussione di questi ultimi mesi.Discussione che ha coinvolto amministra-tori, urbanisti, cittadini, nel tentativo di mi-gliorare una situazione che agli occhi dei piùnon appare certamente rosea. La città, untempo considerata un modello per la qua-lità della vita nel centro come in periferia,per le infrastrutture, per gli spazi pubblicie le piazze pedonali, vive innegabilmente un

periodo di crisi anche dal punto di vista ur-banistico. Per Pier Luigi Cervellati, voce au-torevole in questo campo, professore di Ur-banistica all’Università di Venezia ed ex-as-sessore al Comune, l’unica via possibile perrilanciare il capoluogo felsineo è trasfor-marlo in città metropolitana. Intendendo conquesto una città che genera altre città: Bo-logna dovrebbe allargare il proprio punto divista focalizzato solo su se stessa e ampliarela propria visione territoriale.Architetto Cervellati spesso ha affrontatoil tema delle periferie dicendo che la cit-tà deve integrarle e non generarne delle al-tre. Cosa intende veramente e quali solu-zioni sono possibili per Bologna?

«Per usare uno slogan: occorre centralizzarela periferia. Per Bologna è necessario con-siderare la città storica quale città e noncome un centro. Non è la stessa cosa. È sta-to un errore di noi urbanisti ritenere che lacittà storica fosse il centro della città. In pas-sato, neppure un secolo fa, il centro stori-co non è mai esistito. C’era una città, conuna sua forma e una sua precisa identità.Oggi questa città è stata trasformata in shop-ping center. Ed è una parte sempre più pic-cola dell’aggregato urbano contemporaneo.Se il centro ritorna a essere città, anche laperiferia può centralizzarsi. Formare altrecittà. Altre città che unite a quelle dei co-muni della provincia determina quello che

A

Primo piano

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34 ABITARE OGGI

Sotto: Pier Luigi Cervellati. Insegna “Recupero e riqualificazione urbanae territoriale” all’Università di Venezia. È stato assessore della casa delcomune di Bologna dal 1964 al 1980. In tale veste è stato il principalepromotore del progetto di recupero del centro storico bolognese

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35ABITARE OGGI

potrebbe rappresentare la Bologna delXXI secolo. Bologna città metropolitana.Bologna città di città. Metropoli non si-gnifica grande o avere delle linee di tra-sporto metropolitano. La chiesa metropo-litana è la chiesa che genera altre chiese. Èla chiesa madre. La città metropolitana è lacittà che genera città. Solo così si può ri-generare la periferia, partendo dalla città sto-rica, la città madre che a Bologna sta de-generandosi sempre più in centro, ovvia-mente, “centro” di una periferia che per orasi disperde, mangia la campagna e l’am-biente circostante. Distruggendo quellache era la città storica».La viabilità bolognese è sicuramente untema ancora attuale. Quali soluzioni sonoancora oggi possibili?«Un vero Sistema Ferroviario Metropoli-tano può essere il supporto qualificante perdeterminare una mobilità urbana civile.Quello che si sta realizzando - dopo 20anni- è la sua caricatura. Attenzione. SFMè indispensabile ma non sufficiente. Oc-corre pianificare la città e il suo territorio.Occorre evitare scelte come quella dellanuova sede del Tribunale a due passi dapiazza Maggiore dove c’è un grande pa-lazzo - palazzo d’Accursio - svuotato e lesue originarie funzioni trasferite più in làdi qualche metro… Occorre, appunto, ri-tornare alla città storica e modellare un pro-getto di città metropolitana. Si sono persimolti anni. La pianificazione è stata ac-cantonata. Non serve. Di eliminare l’En-te Provincia si parla solo in campagna elet-torale… Si ritiene che qualche semaforo in-telligente, qualche senso unico o di mar-cia riservata, qualche mega filobus stram-palato, truccato da tram su gomma, e stri-minzite quanto pericolose piste ciclabili,possano risolvere una questione mera-mente urbanistica».Quali sono le motivazioni che la convin-cono ad andare avanti nella sua lotta con-tro l’adozione del Civis a Bologna?«Questioni banali. Amo questa città. Sof-fro per la miopia con cui si continua a go-vernarla. Trovo indecente isolare le DueTorri in uno svincolo. Osceno, poi, ritene-re che il loro valore sia inferiore a un’am-menda. Ritengo analfabeta chi insiste nelproporre tracciati per i mezzi pubblici in es-sere da più di cento anni. Ritorni a scuola».Quali sono le zone che bisognerebbe ri-servare al solo traffico pedonale?

«Non solo nella città storica. Le città - sedi “città” si tratta - devono tutte riservarearee pedonali. Per Bologna città storica sideve insistere per pedonalizzare Piazza diPorta Ravegnana. Fare, oggi, l’elenco di al-tri luoghi (che pur ci sono) sarebbe utopi-co e forse dannoso. C’è il rischio che sia ac-colto per mantenere Piazza di Porta Rave-gnana quello che è oggi. Uno spartitraffico».Quando auspica che Bologna diventi unacittà metropolitana cosa intende e cosapensa vada realizzato al più presto?«La formazione di 4 nuovi municipi. La cit-tà storica che comprende la collina e par-te degli insediamenti realizzati nel ‘900. Lacittà a nord che confina con altri munici-pi/città. Come quelle di levante e di ponente.Quindi il governo metropolitano sostituiscela Provincia, le circoscrizioni, le attuali am-ministrazioni. Non sono un ingegnere di for-mule politico amministrative, ma la cittàmetropolitana non necessita di un esercitodi amministratori come l’attuale».Lei è contro l’accentramento dei servizi.Quali altre soluzioni pensa siano possibili.E qualsiasi altra soluzione non portereb-be alla formazione di nuove periferie?«No. Gli abitanti della città storica dimi-nuiscono di anno in anno. Gli alloggi vuo-ti in tutto il territorio comunale aumenta-no come l’età dei bolognesi. Forse anchein Emilia Romagna scoppierà la bolla edi-lizia. 50 mila sono gli alloggi invenduti…Facciamo un ragionamento forse più com-prensibile. Se intendiamo la “città” e il suoterritorio come bene comune dobbiamofare molta attenzione ai costi di gestione,al debito pubblico che cresce con l’allar-gamento dell’urbanizzato e incide nega-tivamente sui servizi. Ai tempi del Com-missario Cancellieri c’era la favola me-tropolitana che in molte zone, a macchiadi leopardo, venivano spente le luci pub-bliche. Per risparmiare. Favola metropo-litana? Rigenerare la città è già un gran-de servizio».Lei ha lavorato con più di un’ammini-strazione: Dozza, Fanti, Zangheri. Qualisoluzioni prese allora sono ancora oggi ele-menti di pregio per la città di Bologna, equali invece i probabili errori commessi?«Sono passati troppi anni. Errori sono sta-ti commessi anche allora. Forse allorac’era più passione e partecipazione. Più pia-nificazione. Siamo nel XXI secolo. Lanostalgia del nostro passato o la rievoca-

zione di quando si era giovani e si crede-va di essere belli, in genere, è penosa».Il recupero delle aree dismesse. La co-struzione di città del marketing fuori dalcentro abitato. Gli eco-quartieri e la ri-generazione dell’edilizia esistente. Tuttitemi molto attuali. Sono temi che con-durranno ad un solido futuro?«Se non c’è una prospettiva, se mancal’obiettivo che si vuole raggiungere, sonosolo parole in libertà. Siamo in una fase dicrisi economica. Crisi strutturale e non con-giunturale come si vuol far credere. La buo-na economia è quella che non si basa sullospreco. Sul consumo del territorio (50 milaalloggi invenduti). Sulla vita (o la città) dabere. Occorre essere sobri.Austeri. Lo dicevaieri Berlinguer, lo dice oggi Ratzinger papaBenedetto XVI. Poi su ognuno dei temi ci-tati proprio per evitare di banalizzarli, bisognaessere molto precisi e dedicare loro quel tem-po e quell’attenzione che meritano».Lei ritiene che il centro storico bologne-se, la parte legata al commercio quantomeno, si sia involgarita e che necessita pertanto di un progetto che gli dia l’adegua-ta dignità. Fattivamente ci prefigura cosasarebbe possibile realizzare?«Una cosa semplicissima. Una commis-sione di ornato. Una commissione qualifi-cata che ha regole e poteri precisi per im-pedire l’involgarimento in essere. C’è un de-grado crescente; dalle insegne, all’asfalta-tura delle pietre, alla trasformazione delbene pubblico in bene privato: le strade ga-rage, le strade dehor per bar, ristoranti, al-berghi, catene di negozi e di bar. Turnover.Hanno fatto documentari: sull’inquina-mento da rumore delle nostre strade stori-che, sui parcheggi sotto i portici, sui mo-torini che invadono, sui fili elettrici dei fi-lobus che occultano… La volgarità intesacome libertà. Forse non si sa da dove in-cominciare. Oppure, piace così. Non si vuo-le incominciare. Ricordo quel gentile as-sessore della penultima amministrazioneche voleva mettere i gerani su tutti i da-vanzali delle finestre. Aveva scambiatoBologna per la Val Gardena».Un’amministrazione lungimirante dunqueche tipo di piano - previsione - masterplano altro dovrebbe adottare per far sì che lacittà possa crescere senza risultare dopopoco tempo obsoleta?«Progettare la città metropolitana. La cit-tà di città. La città del XXI secolo».

Primo piano

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37ABITARE OGGI

e blatte rosse, insetti che fanno par-te della famiglia dei blattoidei,sono ospiti indesiderati che spes-so trovano riparo a nostra insapu-

ta in cucina, in bagno, sotto gli elettrodo-mestici o all'interno degli scaffali in cui te-niamo gli alimenti. Sembra appaiano solod'estate ma non è così. Si spostano per lacasa principalmente di notte, con il favoredell'oscurità, per questo può succedereche non ci si accorga subito della loro pre-senza. «Se nella stragrande maggioranza deicasi le infestazioni domestiche hanno ori-gine e permangono nell’ambiente della cu-cina e nel bagno - spiega Alessandro Lo-renzo Cassarà, titolare di Alca Disinfesta-zioni - talvolta capita, però, di vedere que-sti insetti nelle camere, perché hanno avu-to il tempo di proliferare e spostarsi in tut-ta la casa. In entrambi in casi è comunquenecessario un intervento di disinfestazioneper liberarsi di questi sgradevoli ospiti».Quelli che comunemente vengono indica-ti con il nome di blatte rosse, ovvero la Blat-tella Germanica e la Supella Longipalpa,sono insetti attivi tutto l’anno, non vannoin letargo, come ad esempio gli scarafag-gi neri. Naturalmente la loro attività e il lororitmo di riproduzione aumentano con l’ar-rivo della stagione calda, soprattutto se nonvengono presi giusti provvedimenti nel pe-riodo più freddo quando sembra che, ve-dendone qualcuno, sia un problema tra-scurabile. «È bene - continua AlessandroLorenzo Cassarà - non sottovalutare ilproblema e non peggiorare la situazione uti-lizzando prodotti fai-da-te. La cosa miglioreda fare, appena il problema si evidenzia, èchiamare degli esperti affinché intervenganoprontamente, anche in inverno». Le blatterosse sono onnivore e necrofaghe, cioè sinutrono di altri insetti morti. Il ciclo bio-logico è frenetico e ognuna di loro deponeall’anno circa 5-6 ooteche, ovvero gliastucci al cui interno sono contenuti i pic-

coli, in numero che varia da 20 a 40-45 cir-ca, ancorandole, con un filamento simile adun bozzolo, in punti molto nascosti, visibilisolo all’occhio del tecnico esperto. Si an-nidano nei punti più inaccessibili alle nor-mali ispezioni e pulizie: nelle intercapedi-ni dei rivestimenti di frigo, lavastoviglie, mi-croonde, tostapane, forni. Entrano nella mo-bilia della cucina colonizzando le dispen-se e, a volte, l’interno dei congelatori. AlcaDisinfestazioni propone un intervento conun gel biocompatibile, il GOLIATH GEL,che ha la particolarità di non avere effettosnidante. Come spiega Cassarà: «in prati-ca è una irresistibile fonte di cibo per l’in-setto il quale, nutrendosene, muore dopoqualche ora. Gli insetti morti che si potrannotrovare saranno più o meno numerosi a se-conda del grado di infestazione presente nel-l’ambiente. Il 95% dell’infestazione si ri-solverà nell’arco di circa 48-72 ore. Il re-stante 5% degli insetti morirà dopo qualchealtro giorno, a seconda di quando si nutri-ranno del prodotto». Questa metodologiasfrutta anche l’effetto “a cascata” derivan-te dal cannibalismo delle blatte: gli inset-ti ancora vivi si nutriranno di quelli già mor-ti venendo a loro volta avvelenati. Dopo 15o 30 giorni un’ooteca potrebbe dischiudersi,dando l’impressione che la disinfestazionenon sia andata a buon fine. In realtà anchequesti piccoli insetti si nutriranno del gelsenza avere scampo. Il gel è inodore e habassissima tossicità, tanto che viene di-stribuito anche in presenza di bambini e ani-mali domestici e senza bisogno di sposta-re i mobili della casa. «In 30 minuti il no-stro intervento è finito», prosegue Cassa-rà. «Il gel, invece, continua a lavorareper circa 3 mesi. Il privato non deveuscire di casa e un locale nondeve interrompere la propriaattività durante il trattamento.I vantaggi sono innumerevolie il risultato garantito».

Si annidano dappertutto. Invadono le nostre case. Non si deve sottovalutare il problemadelle blatte. Bisogna agire subito. Oggi esiste un gel biocompatibile, il GOLIATH GEL, cheè un’irresistibile fonte di cibo per l’insetto, il quale, nutrendosene, muore dopo qualche ora

Primo piano

BLATTA ORIENTALIS1

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3

4

PERIPLANETAAMERICANA

BLATTELLA GERMANICAappartiene alla famiglia Blattellidae,comunemente nota come blattagligia, fuochista

SUPELLA LONGIPALPAappartiene alla famiglia Blattellidae,comunemente nota come blatta deimobili o scarafaggio dalla banda marrone

Stop alle blatte? È sempliceBLATTE COMUNI IN ITALIA

appartiene alla famiglia Blattidae,comunemente nota come blattanera, scarafaggio nero, blatta comune

appartiene alla famiglia Blattidae,comunemente nota come blattarossa, blatta americana, scarafaggioamericano, scarafaggio delle navi

L

Alessandro Lorenzo Cassarà

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FUGA DI GAS?

Perché un impianto a gas perde?

UN LAVORO CERTIFICATO A NORMA DI LEGGEE CORREDATO DA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

MI CHIAMI, LA SIGILLO, LA CERTIFICO!

Senza rompere muri. Senza tubi nuovi a vista. Con dichiarazione di conformità.

La tecnica del relining consiste nel risanare la tubazione dall’interno, inserendo tramite speciali attrezzatureuna resina a base di silicati e microfibre, conforme alle norme UNI EN 13090, che va a sigillare le perdite neitubi del gas nel rispetto della norma UNI 11137. Evitando così inutili costi di demolizioni e rifacimenti ofastidiosi tubi esterni e ottenendo nuovamente un impianto a gas a norma di legge.

È NATA A BOLOGNA LA PRIMA AZIENDA SPECIALIZZATA NELL’UTILIZZO

DI QUESTE TECNICHE E DI QUESTE ATTREZZATURE

FORSE QUALCUNO HA GIÀ SENTITO PARLARE DI...

SIGILLAZIONE - INCAMICIAMENTO - RELININGVogliono dire tutte e tre la stessa cosa:

Con il passare degli anni può capitare che giunti e raccordi degli impianti del gas perdano. Le loro guarnizioni sono fatte concanapa e pasta che si possono seccare e quindi perdere di elasticità e creare le fughe. Questo fenomeno purtroppo accade piùspesso di quanto non si possa immaginare, tanto che abbiamo una serie di normative che fanno riferimento a controlli periodicida effettuare sulle tubazioni del gas, alle tolleranze ammesse di perdita e alle riparazioni consentite. (UNI CIG 7129/08 per ilcontrollo periodico – UNI EN 13090 per la conformità delle resine e UNI 11137/1 per i metodi di sigillatura).

Il tuo impianto tiene? Hai fatto la verifica secondo le norme? Oggi con Confabitare hai la possibilità di metterti a normacon soli 29,00 euro, se prenoti entro la fine di novembre la prova di tenuta.

Sei un tecnico di settore? Architetto, ingegnere, geometra, amministratore di condomini? Vuoi capire meglio? Registrati alsito e riceverai l’invito per gli eventi dimostrativi, avrai la possibilità di spiegare ai tuoi clienti questa nuova tecnologia ericeverai in omaggio un kit-partner.

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39ABITARE OGGI

Primo piano

Apologia della casaÈ una società cooperativa e non ha alcun scopo di lucro. La sua finalità? Costruire abitazionidestinate ai soci delle proprie cooperative senza avere come obiettivo il guadagno bensì la copertura dei costi. C.C.Ca.Se nata nel 1977 mette in campo l’esperienza maturata di Cristiana Zappoli

li italiani vogliono abitare unacasa di proprietà, lo dicono i nu-meri. I risultati dello studio “Gliimmobili in Italia 2011” a cura

del Dipartimento delle Finanze e del-l’Agenzia del Territorio, realizzato con lacollaborazione della Sogei e presentatopresso la Camera dei Deputati, mostranoche le famiglie che in Italia risultano pro-prietarie dell’abitazione in cui risiedonosono il 79,1%. Una percentuale decisa-mente alta soprattutto se rapportata al re-sto dell’Europa e del mondo dove comprarecasa non è necessariamente una priorità. Maper gli italiani casa è sinonimo di famiglia,di radici, di tradizioni, e tutti sognano, an-che a costo di grandi sacrifici, di averne una

propria. Ma se un tempo, “rimboccando-si le maniche”, non era un sogno irrealiz-zabile da raggiungere, oggi rischia di di-ventarlo. Uno studio recente della Cgil e delSunia, il Sindacato Nazionale degli Inqui-lini, dal titolo «La casa nel percorso di au-tonomia delle nuove generazioni» mostrache, dei 7 milioni di giovani tra i 18 e i 34anni che vivono ancora in famiglia, il 60%percepisce un reddito mensile inferiore aimille euro. Ma non sono solo i giovani adessere in difficoltà. La maggior parte di loroha alle spalle famiglie strangolate da unacrisi che sta ormai attanagliando quasi tut-ti. Con un quadro di questo genere l’ac-quisto di una casa appare, più che diffici-le, impossibile. E anche pensare di affitta-

G

Intervento residenziale a Bagnolo in Piano (RE). Il lotto residenziale si caratterizza come una cerniera tra tradizione e innovazione. Lo spazio interno diventa un unico percorso pedonale che attraversando il lottoalterna la visione di spazi di verde privati e condominiali

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40 ABITARE OGGI

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re un’abitazione senza dividere le spese conqualcun altro sembra quanto meno arduo.Ma un aiuto concreto arriva dalle coope-rative edilizie, società senza scopo di lucroche hanno come finalità quella di costrui-re abitazioni destinate ai propri soci. At-traverso la gestione associata riescono a ga-rantire l’acquisto di un’abitazione a con-dizioni migliori rispetto a quelle ottenibi-li sul mercato. C.C.Ca.Se (Consorzio Coo-perative Casa e Servizi) è un consorzio dicooperative edilizie nato nel 1977 con sedea Bologna e opera come struttura orga-nizzatrice per fare in modo che tutti i socidelle cooperative siano coinvolti negliaspetti sociali, produttivi, economici e ge-stionali che stanno alla base del processoedilizio. Non avendo alcun scopo di lucro,le cooperative realizzano le abitazionisenza avere come obiettivo il guadagno macercando esclusivamente la copertura deicosti. Il patrimonio delle cooperative edi-lizie associate a C.C.Ca. Se è costituito dariserve indivisibili: gli utili, quindi, non ven-gono divisi, il patrimonio è dei soci e vie-ne trasmesso di generazione in generazio-ne. Il contrario di quello che accade nellesocietà di capitali che hanno come scopoprimario il pagamento degli utili del capi-tale investito ai propri azionisti e sono quin-di alla ricerca del massimo profitto.Ancheda una disamina così breve, appare evidenteche l’acquisto di un immobile da parte diun socio di una cooperativa sarà vantag-gioso soprattutto per chi non ha grandi pos-sibilità economiche. Chi sceglie di costi-tuire un’associazione di questo genere fa,dunque, una scelta in primo luogo socia-le, consentendo il crearsi di una situazio-ne in cui il produttore coincide con il con-sumatore, eliminando completamente ognipassaggio intermedio, che non vuol diresolo annullare i costi di mediazione, comeaccadrebbe se la vendita avvenisse dal pro-duttore direttamente al consumatore.In questo caso non esistono i clienti, esi-stono solo i soci, e ogni socio può segui-re passo per passo la costruzione della casa.Partecipa alle assemblee dove viene in-formato sui costi, sulla qualità costruttiva,sulla possibilità di finanziamento (a con-

dizioni, tra l’altro, molto favorevoli), sul-le possibilità di personalizzazione anchetecnologica. Nelle assemblee inoltre, èchiamato a votare il bilancio e ad avere uncontrollo diretto sulla gestione della coo-perativa. Tra i vantaggi di essere un sociodi una cooperativa appartenente al C.C.Ca.Se rientra la possibilità di far parte delle gra-duatorie per l'assegnazione di alloggi a pro-prietà indivisa. Il socio possiede infatti unaquota del capitale sociale, quindi questaquota gli garantisce l'uso dell’alloggio. Percui, se in regola con gli aspetti economici– contabili, potrà, per tutta la vita, abitarel’appartamento. Non solo: tale quota so-ciale, che rappresenta quindi l’ideale pro-prietà del bene, è ereditaria. Nel caso un so-cio non abbia liquidità immediata e si tro-vi nell'impossibilità di accendere un mutuotenuto conto che gli istituti di credito ten-dono a finanziare al massimo l’80% del va-lore complessivo dell'immobile, il consorziooffre un'ulteriore possibilità: l'acquisizio-ne di un immobile attraverso un "patto difutura vendita". È un contratto stipulato trail socio e la cooperativa, con il quale il so-cio acquisisce il diritto di riscattare l'im-mobile dopo un periodo di tempo variabi-le e precedentemente stabilito che, di so-lito, è compreso fra i 2 e i 4 anni. Tale for-ma contrattuale rappresenta un’occasioneper acquistare una casa attraverso un me-todo di pagamento molto vantaggioso, inquanto i canoni versati nel periodo di lo-cazione saranno considerati acconti sulprezzo di vendita. In un momento di crisicome quello che stiamo attraversando è ne-cessario guardarsi intorno con attenzioneper capire se e come è ancora possibile rea-lizzare i propri sogni. Diventare un sociodi una cooperativa appartenente alC.C.Ca.Se potrebbe essere un primo pas-so per realizzarne almeno uno.

PER SAPERNE DI PIÙConsorzio Cooperative CAsa e SErviziVia Antonio Canova n. 2440138 Bologna - tel. 051/37.67.111fax 051/37.67.149 - [email protected],[email protected]

41ABITARE OGGI

OPEN HOUSE VI ATTENDE

Nella pagina a fianco, in alto: BUDRIO VIA CRETI MARTELLA. Un renderingdell’intervento residenziale posizionato nella nuova zona di espansione in prossimitàdel centro del paese. Edifici a torre con finiture di pregio. In basso: CASTEL MAGGIOREPIAZZA LO RUSSO 7-8. Intervento residenziale posizionato nella nuova zona diespansione residenziale in prossimità della stazione ferroviaria.

Da settembre a novembre C.C.Ca.Se organizzale giornate Open House, durante le quali saràpossibile visitare le realizzazioni abitative dellecooperative che compongono il consorzio. I pros-simi appuntamenti saranno:

sabato 24 settembre a Scandianosabato 8 ottobre a Pianorosabato 15 ottobre a Ravennasabato 22 ottobre a Medicinasabato 5 novembre a Crespellanosabato 12 novembre a Casalecchio di Reno

In occasione di ognuno di questi appuntamentisaranno presenti i responsabili di Confabitare perfornire informazioni e assistenza ai visitatori. Inol-tre per andare incontro alle esigenze degli attualio futuri soci, C.C.Ca.Se mette a disposizione unufficio prenotazioni/vendite e la consulenza di tec-nici specializzati del Consorzio nei seguentigiorni di settembre e ottobre:

Lunedì (Baricellaore12 / 14 -Casalecchio diRenoore 17 / 19 - Pianoro ore 17 / 19)

Martedì (Budrio ore 13 / 15 - Bazzano ore 17 / 19- Castel Maggiore ore 17 / 19 - Crespellano ore17 / 19)

Mercoledì (Ozzano dalle 12 alle 14 - Scandia-no dalle 13 alle 15 - Casalecchio di Reno dalle17 alle 19 - Modena dalle 13 alle 15)

Giovedì (Camposanto dalle 12 alle 14 - CastelMaggiore dalle 12 alle 14 - Medicina dalle 13 alle15 - Savignano dalle 14.30 alle 16.30 - Bagno-lo dalle 17 alle 19)

Venerdì (Monzuno dalle 13 alle 15 - Crespella-no dalle 12 alle 14 - Baricella dalle 17 alle 19 -Modena dalle 13 alle 15)

Primo piano

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Zoom idee e soluzioni pratiche per la casa

Fili di vetroper DonatelloAnche la nuovissimacollezione di Doimo Idea,presentata al Salone delMobile di quest’anno, simantiene fedele alla filosofiadell’azienda per la qualel'importanza della ricercaestetica si abbina alla curaper il dettaglio, con unaparticolare attenzione alconcetto di “lussoaccessibile”. Lo specchioDonatello è una delle novitàdi quest’anno. Fili in vetrocon lavorazione tipo Murano,morbidamente adagiati sullospecchio creano una corniceaccogliente e rinascimentale.Il colore argento formariflessi e bagliori affascinanti.La specchiera è propostanella versione rettangolareda 194x105 cm e quadrata105x105 cm.www.doimoidea.it

L’eco designdi 13 ricreaIn occasione del Macef 2011,13 ricrea ha presentato leultime novità in fatto di ecodesign. La collezione indoorè destinata agli spazi internie utilizza materiali come ilfeltro e il lattice che derivanorispettivamente dall’industriadei feltrini e da quella dellesolette per scarpe. Quellaoutdoor è prevalentementelegata alle materie plastichee al tessuto non tessuto,materiale con proprietàimpermeabili. Sedutedecorate da rose in feltrofatte a mano, cuscini coloratie impilabili sono alcuniesempi di quanto saràvisibile.13 ricrea, natadall’incontro di treprofessioniste decise acontribuire alla salvaguardiadell’ambiente, si occupa dimateriali giunti “a fine ciclo”e quindi non più utilizzabili dachi li ha prodotti o utilizzati.Dopo una prima fase distudio e poi di ricerca, dannovita ad un nuovo oggetto oprogetto che tenga presentele caratteristiche proprie diogni materiale e ne esprimaal meglio le potenzialità.www.crearicrea.com

42 ABITARE OGGI

Fiori incastonatinel cristalloCon il lancio della collezioneFleurology, Waterford Crystalpresenta una collezione dialtissimo livello, eclettica ericca di colori che si adattaperfettamente a tutti i tipi difiori e a tutti gli stili diarredamento. Fleurology haun design raffinato e classicoal contempo, che rende lacollezione abbinabile a tuttigli stili contemporanei. Lagamma di forme, i dettagli delcristallo tagliato, le vibrantisfumature esaltano l’arte deldesign floreale e permettonodi scoprire la propria creativitàrealizzando composizioni, cono senza fiori. La collezionecomprende 14 vasi incristallo, trasparenti obicolore, e quattroriproduzioni fedeli di altrettantifiori recisi in cristallo, propostiin una larga gamma di tagli,colori e misure, dal modello diun fiore singolo fino allaciotola per le rose incastonatacon colore rubino.http://uk.wwrd.com

Sedie glamoure personalizzabiliBespoke Dining Chair, unacreazione di Nap Atelier aMilano, è una sedutaelegante e raffinata che puòandare incontro ai diversigusti e necessità di chi laacquista. Ogni sedia èpersonalizzabile: bastascegliere il colore e ildisegno da raffigurare nelloschienale per avere subitoun pezzo unico e di granclasse che dona alla casaun allure glamour e allegro.La modalità dipersonalizzazione è duplice:nell’atelier di Viale Piave,dove c’è la possibilità discegliere tra un migliaio distoffe diverse, oppureattraverso un’appositasezione del sito in cui èpossibile creare la propriaBespoke Dining Chairscegliendo tra finiture estoffe diverse a seconda chela si preferisca classica ocontemporanea vedendo inquesto modo il risultato sulloschermo grazie aun'immagine ad alta fedeltà.www.napateliershop.com

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Vasi e ciotole ecoQuesta collezione, chiamataPlanet, è realizzata a manosulla costa occidentale diCeylon, nello Sri Lanka,dalle donne-casalinghe-imprenditrici che ricevonouno stipendio onesto elavorano da casa mentre siprendono cura dei loro figli.Gli elementi della lineaPlanet sono creati con cartaricicalata e sabbia e tutti icomponenti sonobiodegradabili. Il processodi produzione artigianale farisultare ogni prodottodiverso dall’altro, unico, conpiccole differenze nellatexture del materiale. I vasia forma di cilindro, le ciotoleovali e quadrate sonoimpermeabili e infrangibili.Gli elementi della collezionePlanet sono disponibili neicolori verde, grigio, bianco,rosso, marrone e nero.www.dmdepot.be

La nuova doccettatecnologicaImpugnatura corta edergonomica, forme morbidecon un ampio diffusore(150mm), la docettaRaindance Select è leggerae maneggevole sul supportoscorrevole di un'asta doccia.Una doccetta capace dirivoluzionare il look delbagno ma soprattutto ilpiacere della doccia, grazieagli innovativi contenutitecnologici. Grazie albrevetto AirPower adesempio l'acqua vieneaspirata dalle fessure attornoagli ugelli e alle bocchettemassaggianti. La tecnologiaEcosmart consente dilimitare la portata d'acqua a9 l/m grazie a un elastomeroposto all'interno delladoccetta che risponde inmodo flessibile alla pressionedell'acqua consentendo diridurre il consumo idrico.Inoltre la doccetta RaindanceSelect è caratterizzata daun pulsante al centrodell'impugnatura chepermette di cambiare tipodi getto con una semplicepressione del pollice: dalgetto a pioggia "aerato" aquello massaggiante o aun piacevole mix fra i due.www.hansgrohe.it

43ABITARE OGGI

Cestini per arredareIl verde fiorisce rapidamentetutto intorno agli oggettiObvious, persino in salotto.E questi cestini intrecciatine sono la prova vivente.La struttura in metallo su cuiè arrotolata la corda combinauna forma rifinita con la forzanecessaria. La tonalità delmarrone delicato dà un toccounico e rinfrescante dinatura: Un piccolo e semplicevaso per orchidee o unpratico cestino per i giornali.La ditta che li produce, D&Mdepot, è cresciuta fino adiventare il punto diriferimento internazionale neltrend degli accessori perl’arredo di interni. Circa l’80%dei prodotti viene progettatointernamente all’aziendae oltre a una sede adAartselaar, in Belgio, D&Mdepot ha una filiale e unmagazzino in Cina.www.dmdepot.be

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Portarivisteda compagniaChi non desidera la dolcecompagnia di un animale?Bau e Miao sono due perfettiamici dell’uomo, nonsporcano, non mangianotappeti, non graffiano. Macustodiscono riviste e librinelle fluorescenti pieghedel loro manto inmetacrilato. Sono stati ideatida Fabio Guaricci per GspotDesign, società nata aMilano nel 2007 daldesiderio di investire neltalento creativo di giovanidesigner e di mettere a fruttoun know how maturato in 90anni di storia di eccellenzaproduttiva. I designerincontrano cosìla fabbrica e danno vita aoggetti di design ecomplementi d’arredo nonconvenzionali, inediti erigorosamente Made in Italy.Gspot si contraddistingueper la molteplicità deimateriali utilizzati: dalmetacrilato all’acciaio,dall’alluminio al legno, finoal Corian e al Cor-ten.www.gspotdesign.it

La chaise longuedi Borella DesignCaratterizzata da un profilohi-tech oltre che da unaseduta particolarmentecomoda ed ergonomica, lachaise longue per esterniGass di Borella Design ènata da un progetto "aquattro mani" fra SergioBorella e Supra DesignAssociati (Torino). Il nomenasce da un meccanismo agas inserito alla base delloschienale che regolal'inclinazione in modoautomatico, senza richiedereparticolari movimenti.Restando tranquillamentedisteso l'utilizzatore può cioèscegliere la posizione piùconfortevole, adattandolaalle diverse esigenze. Undettaglio che fa la differenzae che rende preziosa laseduta per il tempo dedicatoal relax. Un sistema "rubato"all'industria automobilisticache lo utilizza per frizionarel'apertura di portelloni ecofani di ultima generazione.La struttura del telaio inalluminio, a sezione ogivale,aggiunge al progetto unacaratteristica fondamentale:la leggerezza quasi aereadi una seduta robustissima,indistruttibile.www.borelladesign.com

Zoom

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Caffè vestitocon stileL’esuberanza e l’espressivitàdi Agatha Ruiz de la Prada,fautrice di una modaesplosiva e dinamica emadrina d’eccezione dellaMovida Madrilena, celebral’innovativo e unico sistemamultibeverage Nescafé DolceGusto, trasformando laPiccolo in un’opera glamourche unisce arte, moda etecnologia. Proprio comel’anima della stilista spagnola,la Piccolo di Nescafé DolceGusto è dotata di unastravagante personalità edi stile inconfondibile checoniugano puro designpraticità e funzionalità,diventando un’avanguardianel mondo del caffè perinnovazione e tecnologia.La Piccolo di Nescafé DolceGusto oggi viene vestita,in edizione speciale, daldecorativismo esuberantee romantico a base di cuori,stelle e fantasie colorate diAgatha Ruiz de la Prada,acquisendo un valore specialeche la rende perfetta perpersonalizzare con originalitàogni ambiente. Così, laPiccolo di Nescafé DolceGusto firmata Agatha Ruizde la Prada diventa un’operafashion e ricca di stile.www.nestle.it

Un appendiabitisvitatoLo Svitato è un innovativoappendiabiti nonconvenzionale, progettatodal designer Andrea Vecerae frutto della partnership fralo studio di progettazioneTorino Lab, Buzzi Unicem,Tonkita - Gruppo Comital eCementubi SpA. Questoappendiabiti andrà aintegrare il catalogo deiProdotti Tipici Industriali diTorino Lab, ovvero oggetti diuso quotidiano realizzati conmaterie prime e semi-lavoratidi origine industriale. Ècomposto di un “panettone”,il classico dissuasorestradale, prodotto in cementoalleggerito, con un oblòcentrale, sulla cui sommitàs’installano, grazie a novefori, bastoni di classichescope di legno, disposte araggiera, su cui appoggiarecappelli e giacche.www.torinolab.it

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49ABITARE OGGI

Ristrutturare

a fotografia della nostra città rap-presenta un vasto patrimonio edili-zio ormai datato, che richiede inter-venti di recupero e manutenzione più

o meno consistenti. Prendere casa in città oggicomporta spesso acquistare una abitazionepreesistente, che richiede trasformazioni e ri-strutturazioni.La prestazione professionale del consulen-te per realizzare tali trasformazioni è divenutameno vincolante che in passato, merito di unaevoluzione normativa apparentemente orien-tata a semplificare le procedure; in realtà ri-sulta oggi indispensabile per promuovere erealizzare una ‘vera cultura dell’Abitare’.Ecco alcune informazioni ed un vademecumin tre punti: ‘un progetto condiviso’, ‘un per-corso insieme’, ‘una delega per l’esecuzio-ne dei lavori’. Questo è il rapporto tra con-sulente e committente ed è la centralità del-

l’intenso lavoro svolto in collaborazione tral’architetto Gilda D’Ercole e il designer Pie-ro Andreoli, entrambi bolognesi.Quando avviene il primo contatto con ilcliente?«Il primo contatto con il committente può av-venire in svariati tempi. È opportuno cono-scersi proprio in fase di ricerca dell’immo-bile, per poter fornire importanti valutazio-ni sulla consistenza tecnica dello stato di fat-

L

In un lavoro di recupero e trasformazione di un’abitazione preesistente risulta determinantela collaborazione tra consulente e committente. «È importante definire i potenziali obiettivi eraggiungere un buon livello di reciproca soddisfazione» spiegano Gilda D’Ercole e Piero Andreoli

Vademecum per fare casa

Nalla foto a destra: Gilda D’Ercole,architetto e Piero Andreoli, designer

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Ristrutturare

Sopra: foto che rappresentano lo statodi fatto preesistente. Sotto e a destra:fasi di demolizione e di schematura diimpianto idraulico e impianto elettrico.Pagina a destra, in alto: dettagliofinito di cabina armadio realizzatanella camera da letto

to, e per individuare le effettive potenzialità inprospettiva».Come si definiscono gli obiettivi?«La definizione degli obiettivi è il piatto fortedi un progetto, in particolare per il progetto-casa, dove importanti ingredienti sono: i desi-derata del cliente, il rispetto dei vincoli nor-mativi, il contenimento dei costi a budget, lapianificazione dei tempi d’intervento, l’atten-zione al risparmio energetico e al benessere bio-edilizio. Come dicevamo, questo è il piatto for-te del menù casa, che viene servito mediantelo ‘Studio di fattibilità’ che, commentato e con-diviso, costituisce l’obiettivo comune».Cosa precede l’inizio dei lavori?«Si prosegue il percorso insieme con la com-pilazione di un progetto esecutivo. Questo pro-getto, superato il vaglio normativo delle auto-rità amministrative, viene trascritto e descrit-to in un ‘Capitolato e Computo’, che sarà il ri-ferimento comune per formulare la richiesta deipreventivi di spesa e arrivare a una quantifi-cazione economica degli interventi.Analisi de-licata per accertare il migliore rapporto quali-tà-costo, e stabilire ‘chi fa cosa’».Possono essere garantiti i costi?«Sicuramente. Il controllo dei costi viene ga-rantito dall’osservanza del progetto esecutivo,corredato da capitolato e computo; durante lafase di esecuzione, lo stato di avanzamento dei

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lavori viene periodicamente verificato, nel rispet-to e riscontro delle quantità e costi concordati».Esiste un vero controllo della qualità?«Esperienza e competenza nel settore sono i pre-supposti necessari per svolgere accuratamente unaattività di controllo. È il professionista, delegatodal committente, che garantisce il controllo di qua-lità nell’esecuzione dell’opera».Come vengono interpretati i gusti del cliente?«È semplice, basta partire dalla fine. Il progetto ini-zia con la distribuzione degli spazi e degli arredi,si sviluppa e si completa con finiture, materiali, co-lori e forme proposti e armonizzati insieme».

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Studio Gilda D’Ercole ArchitettoVia della Battaglia, 12/3 - 40141 BolognaTel/Fax 051478526 - Mob. [email protected] Andreoli DesignerVia Rio Monteorsello 1362 - 40050 Castellodi Serravalle (BO) - Mob: (+39)[email protected]

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Vivere in una chiesa sconsacrata che ha cambiato più volte funzione, a pochi passidal fiume. È questo il tema che alcuni architetti olandesi hanno affrontato nella cittàdi Rotterdam. La chiave adottata? Ricerca, restauro ed essenzialità di Iole Costanzo

Abitare in una chiesa

Architettura

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ostruire una casa in una chiesa po-sta sulle rive di un fiume. È que-sta la sfida che ha dovuto affron-tare lo studio di architettura Ruud

Visser, quando una famiglia di quattro per-sone di Rotterdam gli ha espressamente chie-sto un progetto di variazione d’uso per tra-sformare una vecchia struttura in un’abita-zione unifamiliare.Rotterdam è una città che vive profonda-mente il rapporto con l’acqua. Si sviluppa,intorno a due fiumi che l’abbracciano e siincrociano proprio nel cuore della cittàstessa. Il fiume NieuweMaas è il corso piùgrande, quello più piccolo è invece quelloda cui la città prende il nome. Rotterdam,infatti, significa diga sul fiume Rotte e que-sto perché nel 1260 venne costruita una digache permise a quel territorio di poter go-vernare le acque ed evitare le alluvioni.Ed è proprio sulle rive del Rotte che nel 1930venne costruita una chiesa dalla tipologia

classica a pianta basilicale che, sconsacra-ta, è stata usata, per molti anni, come garageper le riparazioni e le vendite di automobi-li. Situazione che l’ha quasi completamen-te cambiata d’aspetto. Rivestita con lastredi metallo la chiesa ha acquisito negli anniun aspetto diverso, molto vicino a quello diun hangar. Lo studio Visser ha dunque pro-gettato un’abitazione in un edificio che hadovuto prima riportare al suo aspetto ori-ginale ripristinandone la ricurva strutturaportante lignea e ricostruendola con nuovetravi lamellari. L’intento degli architetti è sta-to quello di progettare una “casa di lusso,di misure normali”, per una famiglia con duebambini, all’interno di 3mila mc, la reale ca-pienza della vecchia struttura.Tutto il progetto si basa sull’idea di realiz-zare un’abitazione unifamiliare, come se fos-se un oggetto indipendente, all'interno del-la chiesa. La nuova abitazione poggia, in-fatti, su una struttura svincolata dai muri pe-

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Architettura

In queste tre immagini si leggechiaramente il rapporto di rispettosodistacco che la nuova casa ha creatocon la struttura, appartenuta allavecchia chiesa, e completamenteripristinata con travi lamellari. È unvolume nel volume che genera intornoall’abitazione una zona di rispetto

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rimetrali e con questa impostazione crea alpiano terra, tra casa e chiesa, uno spazio vuo-to che permette di girare intorno all’abita-zione pur restando all’interno della chiesa.Ai due piani superiori l’approccio cambia,avendo la chiesa un tetto spiovente, i solaisi agganciano alla copertura.Anche il tran-setto non è stato coinvolto nel progetto delvolume dell’abitazione e rimane, tra l’abi-tazione e la facciata, come un vuoto, unospazio cuscinetto che, forse senza alcun in-tento progettuale, ha anche valenza di mi-tigatore climatico trovandosi esposto allaluce del sole proveniente dall’ampia vetra-ta. I materiali scelti sono molto semplici, es-senziali e assoluti. Il legno come rivesti-mento è presente nell’intradosso della co-pertura e sulle scale. I pavimenti, al pianoterra, sono tutti realizzati con lo stesso mat-tonato rettangolare di ampio taglio e dallatinta scura mentre nelle zone notte poste aipiani superiori il rivestimento è realizzatocon una omogenea resina bianca.Le porte sono tutte in vetro così da per-mettere alla luce di filtrare ovunque, e perrendere tutto ancora più luminoso è statoscelto il bianco come tinteggiatura per i di-versi ambienti, sia quelli ai piani superioriche al piano terra dove l’unico elemento in-tonacato di grigio è il setto, posto al centrodel soggiorno e contenente il camino.

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In alto: la zona cuscinetto posta trai due prospetti principali e su cuiaffaccia anche una delle finestreunghiate del vecchio edificio sacro.È uno spazio senza alcuna precisaidentità e proprio per questo sirelaziona con l’interno esaltandonele peculiarità. A destra: una vedutafrontale della casa sul fiume

Il piano terra è stato pensato con la logicadel piano pilotis (un piano aperto adibito aportico con pilastri di cemento che sorreg-gono il volume superiore) che ospita la zonasoggiorno e la cucina, i sevizi e il blocco del-le scale che conducono ai due piani supe-riori. Non è un vero piano aperto nella re-altà perché ha intorno le pareti della chie-sa, ma si percepisce nettamente il distaccovoluto dalla struttura sia sui lati lunghi chesu quelli corti - il vecchio transetto e l’atrio- in cui lo spazio lasciato libero è molto piùampio. Questi due spazi sono a tutta altez-za, non sono stati modificati da alcuna ag-

giunta postuma, è la vecchia chiesa che do-mina con le sue finestre unghiate e la sua co-pertura spiovente. Spazi di pausa posti pri-ma dell’esterno e prima di giungere all’in-terno dell’abitazione. Luoghi di decantazionedove lasciare, per poi ritrovare, l’armoniadella famiglia.Ai piani superiori il volume-abitazione presenta pareti solo sui lati cor-ti in corrispondenza cioè dei prospetti prin-cipali della chiesa, mentre gli ambienti in-terni si ritrovano a diretto contatto con la co-pertura della chiesa e la sua struttura por-tante. Il contatto è diretto, netto, perché gliambienti subendo la diretta influenza della

pendenza del tetto si riducono di dimensione.I due prospetti principali della chiesa, di for-ma triangolare, sono stati matericamente trat-tati in modo diverso dagli originali. Di-ventano le due fonti principali di luce pro-prio perché resi trasparenti con grandi su-perfici vetrate che nella parte alta, quella cheva dalla base all’apice del triangolo, sonomascherate con lineari brise soleil.Le vetrate aprono l’edificio all’esterno e inparticolar modo verso l’acqua, l’elementocon cui la casa sviluppa un rapporto di te-nue distacco che muta con la luce e le vi-brazioni stesse del fiume.

Architettura

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Architettura

Il ricambio generazionale in un quartiere di Copenhagen ha portato a nuovi cambiamenti.Nuove esigenze e desideri di convivialità. Nuove abitudini e necessità che hanno portatoalla progettazione e realizzazione di un giardino condominiale sul tetto di un palazzo.Un nuovo spazio comune pensato per gli adulti e per i bambini di Iole Costanzo

Se il giardino è sul palazzo

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FotoJD

SArchitects

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n giardino per il condominio. Èquesto il progetto curato da JDSArchitetcts nel quartiere di Nor-rebro a Copenhagen, uno di quei

quartieri densamente popolati e caratteriz-zati da alti edifici mancanti di cortile, cor-redati unicamente di una stretta chiostrina.Classica edilizia abitativa di qualche de-cennio fa che, in molte parti d’Europa, haseguito l’onda della speculazione e della ri-chiesta abitativa che in quegli anni è verti-ginosamente aumentata. La logica proget-tuale dell’epoca non prevedeva il verde acorredo dell’edificio, ed oggi che le esi-genze, i desideri e i bisogni sono modificati,così come anche gli abitanti, questi quartieririsultano inadeguati. Ebbene, pur non aven-

do cortili, i condomini di questi edifici sisono tra loro consorziati e hanno chiesto direalizzare in copertura il giardino che nonc’era. È sicuramente il desiderio di moltiavere all’interno del proprio complesso an-che uno spazio per i giochi dei bambini eun po’ di verde per poter godere in alcunimomenti della giusta frescura. Un deside-rio più che lecito che purtroppo in struttu-re di questo tipo viene più volte disatteso.Ma in fondo non è tanto difficile realizzarlo.Basta avere l’accordo di tutti i condomini,compresi ovviamente quelli degli ultimi pia-ni. Lo studio JDS Architects vi è riuscito.La poetica è stata quella di legare tra loropiù terrazzi con una collina di verde che de-grada, non dolcemente, e contemporanea-

60 ABITARE OGGI

Architettura

Tutto l’impianto (così come mostra loschema posto in alto a sinistra) è divisoin tre zone. Tre diverse funzioni. La collinaverde è la parte centrale. Al di sopra viè una postazione belvedere da cui goderedella vista sui tetti del quartiere

U

AREA PER IL TEMPO LIBERO

AREA VERDE

TERRAZZA SOLARIUM

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mente di caratterizzare anche gli altri lastricisolari con zone adibite a più funzioni. Lama-novra di scendere dalla verde collina è sta-ta facilitata dalla presenza di una scala chene accompagna l’andamento.All’apice si ar-riva direttamente con alcune scale interne,perché è anche una delle porte d’ingresso algiardino. Subito sopra l’abbaino di arrivo èstato posto un piccolo belvedere, tipo il pon-te di una nave che aggetta sul mare e che inquesto caso offre l’opportunità di godere delpieno affaccio su tutto il quartiere. Un au-tentico panorama urbano per un piccolo giar-dino cittadino. Non manca ovviamente lazona adibita ai giochi per i bambini che sidifferenzia dal resto dei terrazzi rivestiti conlunghe doghe lignee perché è completa-

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Architettura

mente ricoperta da un unico tappeto rossodi materiale anticaduta. È un’area apposi-tamente pensata per le piccole corse, i gio-chi vivaci dei bimbi e le partite realizzate conla palla di gommapiuma. E se il tetto diventail giardino del condominio, ovviamente nonpossono mancare le sedute e gli spazi adi-biti alla cucina all’aperto, il barbecue e gliangoli con i tavoli per un tranquillo viveresociale; uno spazio comodo dove organiz-zare le feste per i bambini e per gli adulti.Questo tetto è un luogo romantico dove po-ter andare con la propria ragazza ad osser-vare la luna. Uno spazio magico sul tetto dicasa nato dal sacrosanto desiderio di avereun angolo di verde vicino a casa. Anzi incasa. È un giardino che sicuramente con-tribuirà anche alla coibentazione del sola-io di copertura ma, soprattutto, è un giardinoche prima non c’era e che darà lustro a tut-to l’edificio. 900 mq il cui costo si aggira at-

torno ai 950mila euro. Non è una spesa ir-risoria ma gli agenti immobiliari ne do-vranno tener conto. In un vecchio quartie-re ad alto insediamento abitativo, dal valo-re immobiliare conosciuto, quasi ovvio, cisarà un edificio che scompaginerà le venditee non sarà per i soliti interventi di riquali-ficazione della facciata o per il totale rifa-cimento degli impianti. No, sarà per un nuo-vo e ampio spazio verde dotato di collina,belvedere, area giochi per bambini e spaziper cucinare all’aperto. Uno spazio che saràamato da tutti, che non sostituirà il grandeparco comunale che certamente si trova inzona e dove intere generazioni di bambinisono andati a giocare, ma sarà invece il luo-go in cui i bambini del palazzo faranno laloro prima grande conquista: andare da soliin giardino. Una conquista che non dimen-ticheranno e che faranno tranquillamente apochi scalini da casa.

Sopra: la zona dedicata ai giochi dei piccoli haforma regolare, è molto grande ed è completamenterivestita di materiale antiscivolo adatto adammortizzare la caduta dei piccoli. In basso: lascala che accompagna la sinuosa linea della collina

ABITARE OGGI62

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Professional Service

Un ambiente positivo e avvolgente, un labo-ratorio da parrucchiera che, oltre ad esserefunzionale, fosse rilassante e coinvolgente peril cliente. Questo l’obiettivo che si era postal’architetto Marta M.Marchi iniziando i lavoriper “Kami parrucchieri”, in pieno centro a Fa-enza. «Viste le dimensioni ridotte dell'am-biente -spiega l’architetto - il cliente volevacreare una piccola parentesi naturale lungoil corso principale di Faenza. Voleva un luo-go che risultasse un insieme di energie po-sitive al completo servizio dei clienti e di chici avrebbe lavorato». Il risultato finale è unambiente aperto, avvolgente e naturale.Architetto Marta M. Marchi, come ha ot-tenuto questi risultati?«Dalla scelta dei materiali e dei colori, fino allaprogettazione dei piccoli dettagli, ho cerca-to di avere una relazione tra tutti gli elementi.La pavimentazione in legno e le travi a vista,unite con il color champagne delle pareti ren-dono l'ambiente molto naturale e la scelta direndere essenziali gli arredi ne fanno un luo-go aperto e avvolgente».Qual è stato il fulcro del progetto?«Il committente ha identificato la parte più im-portante del laboratorio nell'area adibita ai la-vatesta, il suo desiderio era che il tempo de-dicato a questo tipo di lavoro fosse di estre-ma qualità e che i clienti si godessero appienoil momento. Quindi ho realizzato una men-sola sopra i lavatesta con una serie di luci che,cambiando colore, funzionano come cro-

moterapia, dando un'identità a questo pic-colo angolo del laboratorio».Com’è il suo approccio con il commit-tente?«Essendo all'inizio della carriera, sono ancorain fase sperimentale. Per questo progetto ave-vo di fronte una cliente che aveva già una suaidea e aveva solo bisogno di essere razio-nalizzata mantenendo le linee guida propo-ste. Il mio approccio è stato quello di con-sigliare il cliente, nella fase preliminare.Soprattutto nella scelta di alcuni accorgimentiche si sposassero con le esigenze funzionalidel laboratorio per parrucchieri, senza per-dere di vista il senso e lo scopo iniziali».

Conta, nella progettazione, il proprio ba-gaglio culturale?«Assolutamente sì, filtrato attraverso la pro-pria sensibilità e creatività. Le proprie espe-rienze di vita portano sicuramente a defini-re un approccio con il progetto più intensoe costruttivo, realizzando l'architettura enon la costruzione».Qual è il suo approccio alle nuove tec-nologie?«La mia curiosità e attenzione alle novità tec-nologiche è costante, facilitata dalla continuae frequente proposta delle novità. Ritengo chela proposta delle nuove tecnologie vada sem-pre selezionata in funzione del contesto pro-posto dal cliente, tenendo sempre presenteil suo modo di vedere e la sua capacità di ca-pirle e valorizzarle».Si parla di ecosostenibilità anche incampo architettonico. Come si pone neiconfronti di questo argomento?«"Anche solo respirando perturbiamo ilCreato". Quindi sono convinta che sia la viagiusta. Ritengo non sia da imporre al clien-te. Il cliente deve volerlo perchè crede in quel-lo che propongo, da qui l'importanza di es-sere convincente».

Architetto Marta M. MarchiVia Jussi 20440068 San Lazzaro di Savena (Bo)051 6252009 - 348 [email protected]

ARREDAMENTO SOFT E MINIMALISTA

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È possibile trasformare l’energia cinetica del ventoin energia meccanica per produrre energia elet-trica tramite un alternatore. È l’energia più anticausata dall’uomo per navigare e muovere le paledei mulini. In certe zone è una presenza costantee continua.

Il sistema geoter-mico sfrutta l’ener-gia che si trova nelsottosuolo e vieneutilizzato peralimentare un im-pianto di riscalda-mento o diraffrescamento apannelli radianti,o per fornire acqua

calda sanitaria. I benefici sono molteplici: l’elimi-nazione della caldaia, l’annullamento definitivodei costi di manutenzione periodica, un bassoconsumo di energia elettrica (1 kW elettrico ge-nera 4 kW termici), un sostanziale abbattimentodi emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti.

Il processo fotovol-taico converte laluce del sole diret-tamente in elettri-cità. Non producealcun tipo di inqui-namento, la manu-tenzione è minima

e può essere installato ovunque quando ci sia lucesolare. Può essere utilizzato per la movimenta-zione delle acque collegandolo direttamente aduna pompa in acciaio inossidabile.

Per catturare ilsole, oltre le tradi-zionali soluzionicon pannelli so-lari piani o sotto-vuoto di normaleinstallazione, èpossibile realiz-zare soluzioni so-

stenibili e risolvere problematiche architettonicheinstallando un nuovo sistema a scomparsa total-mente invisibile: il tetto solare in rame.

Il legno ed il pellet sono oggi i combustibili inassoluto più ecologici. Anche il pellet infatti è unprodotto tutto naturale che non incrementa l’ab-battimento degli alberi perché ricavato dagliscarti della lavorazione del legno.Le termostufe si pos-sono collegaread impiantidi riscalda-mento giàesistenti.Estrema èla facilità difunzionamento ela manutenzione.

L’acqua è l’ener-gia rinnovabileper eccellenza.Le microcentraliidroelettriche sonoadatte a trasfor-mare l’energia dipiccoli corsi d’ac-qua in preziosaelettricità, in modopulito e rispettosodell’ambiente.È inoltre possibilerealizzare micro-

centrali idroelettriche specifiche per funzionare inparallelo alla rete, allo scopo di integrare la distri-buzione per rivendere l’energia.

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NON CHIAMATELO PIÙ “EX MERCATO”MA CENTRO EVOLUTO DI BOLOGNA

È il nuovo grande polo urbano che sta sorgendo al di là della stazione ferroviaria. Un progetto di altovalore sociale e architettonico per la realizzazione del quale Valdadige contribuisce in modo determinante

Sta avvenendo quasi in sordina, ma è il fatto più significativo dellarealtà urbanistica della città: Bologna si sta dando un centro nuo-vo, in linea di continuità con il centro storico. Li congiunge via In-dipendenza, alle estremità della quale l’uno sta rispetto all’altro.È una grande struttura urbanistica, sviluppata su un’area di oltre300.000 mq, che sta sorgendo proprio appena al di là della stazioneferroviaria. Stazione che oggi fa da barriera rispetto al flusso in ar-rivo da piazza Maggiore, ma diventerà “porta aperta” non appenasarà realizzato il nuovo complesso progettato da Arata Isozaki e, con

esso, la relativa rete di connessioni e vie di mobilità. Così che il cen-tro nuovo e quello antico disteranno solo una passeggiata di unadecina di minuti. Quella grande area al di là della stazione era unazona off limits, degradata e mal frequentata dopo che da molti annise n’era andato il famoso mercato ortofrutticolo, lasciando terrenoincolto, alcuni edifici sbrindellati e scarsa memoria di buona archi-tettura. Adesso, la rigenerazione. Sono stati gli studi TaSca Archi-tetti Associati e Scagliarini a concepirne il progetto, a valle di un’esem-plare modalità di urbanistica partecipata, che ha visto il coinvolgi-mento delle autorità locali, dei cittadini e delle associazioni di set-tore. La prima opera ad essere realizzata è la nuova sede unica del-l’Amministrazione Comunale, ormai ben attiva. Man mano sorgo-no le altre opere: il nuovo polo dell’Ausl, un nuovo complesso sco-lastico, l’ostello al servizio dell’Università, alcune palestre polivalenti,il parcheggio multipiano e vari splendidi edifici destinati ad abita-zioni, studi, negozi. Il tutto veramente “immerso” nel verde, secon-do il progetto di Andreas Kipar, personalità riconosciuta tra i mas-simi esperti internazionali di architettura del paesaggio. La nota do-minante di questo splendido centro è data dalla realizzazione di Tri-logia Navile, sistema coordinato di tre diversi complessi architetto-nici (Navile uno, Navile due, Navile tre). È la Valdadige Costruzionidi Verona che lo sta costruendo. Per farlo, consapevole del ruolo im-

Speciale Valdadige

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portante che questo centro assume nella Bologna dal volto nuovo,ha attivato studi di architettura e urbanistica tra i migliori, indicen-do una gara internazionale ad invito. Vi hanno partecipato Cino Zuc-chi Architetti di Milano, JSWD di Colonia, O.A.B. di Carlos FerraterPartnership di Barcellona, Biuro Projektow Lewicki Latak di Craco-via e Arteco insieme ad Architetti&Associati di Verona. Cino Zucchiè risultato vincitore per Navile uno e Navile due. Il primo sorge nel-la zona più settentrionale dell’ex mercato, quella vicina alla parte ter-minale di Via Piero Gobetti. Navile due si erige più a sud, quasi al cen-tro dell’area. Navile uno si avvale di pochi elementi architettonici ri-combinati in una trama, sempre cangiante, di grandi terrazze affacciatesulle corti, di logge e parapetti. Navile due si compone di edifici aper-ti sulle strade minori per consentire il massimo irraggiamento sola-re per i giardini pensili e per gli appartamenti, presentando sul pe-rimetro un fronte più compatto. Entrambi i complessi sono adibiti atre differenti destinazioni d’uso: abitazioni, uffici e negozi, predispostial massimo confort e alla più ampia personalizzazione. Portici e tor-ri (la più elevata ha 12 piani in 40 metri d’altezza) sono gli elemen-ti che richiamano i tratti caratteristici di Bologna.Zona di transizione tra la stazione ferroviaria e gli spazi residenziali,Navile tre è ubicato invece nel margine sud dell’area, in prossimi-tà della nuova sede del Comune. I tradizionali porticati del centrodi Bologna sono stati ancora una volta gli elementi a cui si è ispi-rato lo studio di Architettura JWSD, vincitore del concorso per Na-vile tre e progettista dell’imponente edificio la cui facciata esternaè protetta da una luminosa struttura in pietra fatta di pilastri e ve-tro. Il grande invaso d’ingresso che si apre su Piazza Carracci per-

mette di accedere direttamente all’ampio foyer che ha doppia fun-zione di aggregazione e ristoro; su di esso si aprono sale di con-ferenze e caffetterie e partono scale e ascensori per i piani supe-riori destinati ad uffici.Valore aggiunto alla serie sostanziosa dei plusdi Trilogia Navile è il polmone verde in cui i suoi complessi sono in-castonati, caratterizzato dalla diversità di piante e di alberi in variegatacomposizione. Percorsi pedonali e piste ciclabili per oltre 100.000mq rendono piacevoli il passeggio e la circolazione nell’area; la qua-le viene collegata al Parco di Villa Angeletti da un ponte pedonalee mette a disposizione parcheggi vicini per i non residenti. Per i re-sidenti, invece, i parcheggi sono tutti sotterranei e direttamente col-legati alle abitazioni. Oltre alla firma di architetti di fama internazionale,tutti gli edifici di Trilogia Navile vantano soluzioni costruttive e do-tazioni impiantistiche all’avanguardia: il Sistema Casa Ambiente, esclu-sivo di Valdadige Costruzioni, è un insieme complesso e integratodi attenzioni progettuali che consente la realizzazione di edifici dimassima classe qualitativa, in armonia con l’ambiente, isolati ter-micamente e acusticamente, dotati di soluzioni che garantisconoil massimo risparmio nei consumi energetici e una notevole ridu-zione delle emissioni nocive nell’ambiente.La qualità costruttiva è da sempre missione e vanto della Valdadi-ge Costruzioni, che ha sede a Verona e le cui origini risalgono al 1876.Nei tempi più recenti l’estensione e la diversificazione dei suoi cam-pi di intervento, nonché lo sviluppo anche in mercati esteri, hannodeterminato una complessità finanziaria e organizzativa che ha com-portato la costituzione e la gestione di varie società diverse, utili allapiù profonda specializzazione e alla migliore qualità operativa. Si ècosì configurato quello che oggi è il Gruppo Valdadige, il quale ope-ra in aree distinte ed integrate, delle quali le più note sono quelladell’edilizia (Valdadige Costruzioni spa) e quella dei servizi per il di-vertimento e il tempo libero (Valdadige Futura spa, società che è pro-prietaria e gestisce i parchi di Aquafan e Oltremare a Riccione).

(Dott. Federico Orlandini, Responsabile del progetto Trilogia Navile)

A sinistra: due rendering che illustrano alcuniparticolari della Trilogia del Navile. Oltre allafirma di architetti di fama internazionale, tuttigli edifici vanteranno soluzioni costruttive edotazioni impiantistiche all’avanguardia

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Benessere

Designer e aziende interpretano uno degli elementi più seducenti delle nostreabitazioni: la vasca da bagno. Materiali dai colori traslucidi, cromoterapia eidromassaggio silenzioso. Nuove scenografie entrano in casa di Gianfranco Virardi

UNA VASCADI PIACERE

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e la doccia rimane l’elemento piùutilizzato per lavarsi quotidiana-mente, il fascino della vasca da ba-gno resta incontrastato. Nell’im-

maginario collettivo è un luogo dove pren-dersi cura di sé e rigenerarsi dalle fatichequotidiane. Piccolissime ma gradevolissi-me oasi di benessere nelle nostre case. Ne-gli ultimi anni una nuova filosofia ha rivo-luzionato l’idea classica di bagno domestico,introducendo anche in casa impianti tec-nologici per il wellness come le vasche idro-

massaggio, non più esclusiva delle beautyfarm e degli hotel a cinque stelle. Da sem-pre desiderio di tanti ma lusso per pochi,oggi le cose sembrano cambiate e l’idro-massaggio, grazie all’elevata flessibilità di-mensionale, è diventato alla portata, se nondi tutti, per lo meno di molti. Che sia la pro-tagonista della sala da bagno o che sia, peri più fortunati, posizionata su una terrazzao in giardino, la vasca idromassaggio rac-chiude in sé il tanto agognato concetto dibenessere totale, sfruttando l’effetto rilas-

sante e purificante dell’acqua e quello rie-quilibratore ed energizzante dell’aria. Imigliori designer del mondo si sono ado-perati per unire la loro creatività alle ulti-missime tecnologie utilizzate dalle azien-de, creando vasche multifunzione che, nonsolo rispondono ai canoni della comodità,della praticità e della personalizzazione,adattandosi perfettamente alle esigenzedelle abitazioni di oggi e allo stile di vita dichi le acquista, ma sono anche curate nei mi-nimi particolari estetici diventando le vere

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S

Piscina idromassaggiodi Castiglione Relax,modello 550 X, disegnatadall’Architetto Ceresoli(Foto M.Pini)

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Benessere

Sopra, a sinistra: piscina idromassaggio Castiglione Relax modello Round 230. A fianco: modello View ad angolo, Lenci Design per Teuco. Sotto, a sinistra: vascaSorgente di Teuco, disegnata sempre da Lenci Design. A fianco: Hydrospa Seaside 641 di Teuco, la più piccola minipiscina di design, ideata da Giovanna Talocci

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protagoniste dell’ambiente che le accoglie.Sono il risultato di una nuova concezionedi comfort, che esprime funzionalità ed ele-ganza. Ne è un esempio Soft, la vasca di-segnata da Marc Sadler per Ideal Standard:un capolavoro di design con le sue formericercate e perfettamente ergonomiche.Grazie a uno speciale materiale innovativole pareti si ammorbidiscono a contattocon l’acqua, adattandosi alle forme del cor-po e mantenendo il calore più a lungo ri-spetto a una vasca tradizionale.È nata per essere protagonista della sala ba-gno anche Rossovivo, la vasca prodotta daAlbatros e disegnata da Massimo Farinat-ti. Un oggetto che arreda e caratterizza l’am-biente e che trova il suo posto ideale al cen-tro dello spazio. La ricerca tecnologica diAlbatros ha creato materiali nuovi dai co-lori traslucidi che creano un effetto visivoaffascinante quando il massaggio Airpoolemette migliaia di bollicine che si vedonoattraverso la trasparenza del colore.Non è fatta per stare al centro di una stanzama non passa comunque inosservata la va-sca View, firmata Lenci Design e realizzatada Teuco. Ad angolo o rettangolare, è rea-lizzata in duraligh, un materiale innovativofrutto della ricerca Teuco, che consente di ot-tenere superfici levigate e piacevoli al tatto,leggerezza ma al contempo solidità e dura-ta inalterabile nel tempo. La particolarità del-le vasche View è la presenza di un pannelloin cristallo stratificato lungo tutto il lato fron-tale che ripropone il concetto dell’oblò in cri-stallo proprio di Teuco: un’ampia finestra su-gli effetti di luce ed acqua.Ancora di Teuco è il modello Sorgente, cherisponde al meglio al desiderio di creare unambiente intimo per il benessere all’inter-no della propria abitazione, dove il vero lus-so è la semplicità e la naturalezza delle emo-zioni, senza nessun artificio, il tutto crea-to grazie a una tecnologia presente ma na-scosta, per godere della bellezza e delle sen-sazioni regalate dall’acqua. Disegnata daLenci Design con l’obiettivo di generarel’effetto visivo e sonoro di una vera fontesorgiva, rivisita il concetto classico di va-sca e propone l’idea di uno spazio com-pletamente nuovo.E a dimostrazione che ormai le vasche sono

realmente delle piccole beauty farm mo-derne, Kohler ha creato Sok, con cromote-rapia ed effervescenza, considerata dal-l’azienda “la quintessenza del rituale del ba-gno”. È una vasca a traboccamento che of-fre un’esperienza di rilassamento unica. Lafunzione cromoterapia è caratterizzata dauna sequenza di sette colori, ognuno dei qua-li ha un effetto unico.Nei sogni di tutti, comunque, il lusso piùsfrenato in fatto di vasche idromassaggio èsicuramente rappresentato dalle vasche daesterno, senza dubbio accessibili a meno per-sone rispetto a quelle per interni, non fos-se altro che per la necessità di avere una ter-razza oppure un giardino. Non bisognaperò disporre di spazi enormi, attualmentesi trovano sul mercato anche modelli checoncentrano in piccole dimensioni tutto quel-lo che si potrebbe desiderare da una vasca,e anche di più. Teuco ha creato la più pic-cola minipiscina di design, l’esclusivaHy-drospa Seaside 641, della designer GiovannaTalocci. È sempre piena e pronta all’uso, gra-zie ad un efficace sistema di filtraggio e ri-scaldamento, ed è estremamente silenziosa:è dotata infatti di Hydrosilence, il primo eunico idromassaggio silenzioso, che elimi-na tutti i rumori artificiali e consente di ascol-tare il suono naturale dell’acqua o della mu-sica, grazie agli altoparlantiAcoustic Panel.Anche le vasche idromassaggio per esternidi Castiglione Relax, come la 550 X, sonovere piccole Spa. Possono essere interrate omeno e non necessitano di essere collegatea un circuito idraulico. Funzionano attac-cando la spina alla corrente. Sonominipiscineriscaldate, trasportabili e pronte all'uso.Sono concepite secondo una filosofia mol-to chiara: semplificare l'installazione e ridurreal minimo la manutenzione necessaria.

Dall’alto: modello Soft, del designer Marc Sadlerper Ideal Standard. Vasca a traboccamentoSok di Kohler. Rossovivo, vasca disegnatada Massimo Farinatti per Albatros

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a Bottega di via Nosadella 37 è perLeonardo Dingi come una secon-da casa. L’ha aperta suo padre Sil-verio 50 anni fa e proprio qui ha

insegnato al figlio, che oggi ha preso il suoposto, il “mestiere”. Cinquant’anni di lavoroche segnano un compleanno importante perun’attività artigianale bolognese, cono-sciuta e apprezzata in tutta la regione.Silverio Dingi da modellista dedicò lapropria attenzione a creazioni artistiche inbronzo: in breve tempo la bottega di via No-sadella si aprì alla frequentazione di anti-quari attirati dalla perizia tecnica che Din-gi esprimeva. Fu attraverso questi incontriche l'attività della bottega si rivolse prestoalla riproduzione di antiche maniglie, ser-rature, chiavi, bocchette, cerniere e fregi permobili del '600, '700 e '800. Dal 1961 la sto-

ria della Bottega di via Nosadella è la sto-ria di una ricerca: la ricerca della perfezionetecnica e formale nella creazione di ac-cessori in metallo che dovevano in tutto eper tutto essere come gli originali.In una sorta di sfida contro il tempo, Leo-nardo prosegue il lavoro di ricerca della bel-lezza originale di ogni oggetto comincia-to dal padre, e oggi il catalogo della bottegacomprende circa 1500 modelli di maniglieper mobili antichi provenienti da origina-li di tutta Italia. A questo tipo di lavoro siaffianca l’attività di restauro che si con-centra su sculture, candelieri, lampadari eoggettistica di bronzo, ottone e ferro dei se-coli XVI - XX operando sia per il ripristi-no estetico che per la conservazione del ma-nufatto. Il prestigio di un oggetto antico èdeterminato dalla coerenza tecnica ed este-

L

La Bottega artigiana Dingi festeggia 50 anni di attività. Una data importante per un laboratorioche conserva la sua vocazione artigianale. Specializzata in riproduzione di antiche maniglie,serrature, bocchette e fregi per mobili del ‘600, ‘700 e ‘800 di Cristiana Zappoli / Foto di Francesca Cesari

Dingi compie 50 anni

Artigianato

Leonardo Dingi, attualetitolare della BottegaDingi. Sopra: il padreSilverio, modellista chesi dedicò alle creazioniartistiche in bronzo

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Artigianato

tica di ogni dettaglio che lo compone. Laqualità degli accessori metallici contribui-sce a garantire ai mobili d’antiquariato il va-lore che meritano. L’arte di lavorare i me-talli e in particolare il bronzo alla “vecchiamaniera” è oggi appannaggio di pochi ar-tigiani che riescono a mantenere decisa-mente alto lo standard degli oggetti di loroproduzione. In particolare la creazione di ac-cessori metallici per mobili di antiquaria-to - maniglie, serrature, chiavi - richiede ca-pacità e abilità particolari nella maggior par-te dei casi tramandate da padre in figlio.Leonardo Dingi, come si sente ad aver ta-gliato il traguardo di 50 anni di attività del-la bottega di famiglia?«Mi sento orgoglioso di avercela fatta a pre-miare i grandi sforzi che mio padre ha com-piuto per riuscire ad avviare una realtà ati-pica e impegnativa come la nostra.Ammettoche la soddisfazione più grande la provoproprio per lui. L’aver raggiunto i 50 annidi vita della nostra attività ricorda a mio pa-dre che tutto è servito e che per fortuna nien-te è andato alle ortiche, cosa che spesso pur-troppo accade ad attività microscopiche ealtamente specializzate».Quanto è cambiato il lavoro da quando suopadre aprì la bottega ad oggi?«Moltissimo. Più passa il tempo e più le ri-chieste della clientela si affinano: fino a ven-t'anni fa si interessavano tutti all'antiquariato,anche chi non ne aveva una conoscenzamolto specifica e di conseguenza non eraparticolarmente esigente; oggi invece ipochi collezionisti, appassionati e anti-

quari sono grandi esperti, quindi il lavoroè calato nei numeri ma è cresciuto in spe-cializzazione».Ha sempre pensato che avrebbe seguito leorme di suo padre?«No. Fino a 18 anni quasi non sapevo chelavoro facesse mio padre, ma per mante-nermi all'università cominciai a dargli unamano. Rimasi molto affascinato. Capì il pia-cere che mi dava il lavoro manuale, esse-re a contatto con tutto un mondo di emo-zioni e soddisfazioni. Non ho più smesso».Cosa le ha fatto amare questo tipo di la-voro tanto da sceglierlo per la vita?«Ogni giornomi capitano cose diverse e ina-

A sinistra: due particolari dell’internodella Bottega: Sopra: Leonardo Dingimentre esegue una fase di rinettaturain una bocchetta stile Luigi XIV

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spettate, problemi da risolvere. I mieiclienti si affidano a me per farsi consiglia-re e ottenere un determinato risultato. Lasoddisfazione per me è grande e ogni mat-tina vado in bottega ansioso di scoprire cosami riserverà la giornata. Mi piace inoltre lameravigliosa dimensione lavorativa delmio laboratorio, che mi dà molta libertà emi fa collaborare con artigiani innamoratidel proprio mestiere come lo sono io».Quando è subentrato a sua padre nella ge-stione della bottega Dingi?«Lavoro nella bottega che è stata di mio pa-dre dal 1998. Ho cominciato dopo aver svol-to un periodo di apprendistato che mi ha

consentito di acquisire e affinare i metodidi lavorazione. Fin da allora ho continua-to il lavoro di mio padre: ricerca tecnica,perfezionamento delle patine, ampliamen-to del catalogo. E ho cercato di prestare sem-pre maggiore attenzione al recupero di ele-menti antichi nella riproduzione dei nuovi».Cosa caratterizza la produzione del labo-ratorio Dingi?«Scelta dei materiali, procedimenti esecu-tivi e invecchiamento dei pezzi rappresen-tano gli elementi distintivi di un oggetto au-tentico. Per ottenere risultati di alto livel-lo e quindi riproduzioni minuziose, studiocon attenzione le modalità esecutive del pas-

sato e seguo gli stessi percorsi produttivi perottenere chiavi, serrature e maniglie origi-nali, dalla patina alla più piccola finitura. Bi-sogna tenere presente che la mia è un’arteantica quanto quella dei mobili su cui i varielementi in metallo vanno montati».Su che epoca si concentra in particolare?«Il restauro e la riproduzione di ferramen-ta interessano mobilia dal Rinascimento alNeoclassico».La lavorazione, quindi, non è sempre lastessa.«Viene sempre differenziata a secondadella destinazione dei pezzi, in modo da ac-cordare, come ho detto prima, patina e fi-

Sotto: due maniglie da porta degli inizidel XX Secolo in ottone. Entrambe sonopresenti nel catalogo della Bottega Dingi

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Artigianato

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Sopra: riproduzioni di serrature e maniglie da mobile del XVIII Secolo. Sotto: Leonardo Dingi il titolare della Bottega

nitura alle specifiche esigenze di ciascunmobile. Serrature, cerniere e cardini sonosempre riprodotti partendo dall’impronta la-sciata su cassetti e sportelli».Esegue lavori su misura?«Il laboratorio dispone di un catalogo checomprende 1500 modelli tra maniglie,bocchette, fregi e chiavi ottenuti da cam-pioni autentici. A questa già ampia varie-tà di modelli, va aggiunta la possibilità dicrearne di unici per soddisfare particolariesigenze dei clienti».Tra la ferramenta per i mobili d’anti-quariato, quale oggetto è il più richiesto?«Senza dubbio le maniglie da porta d’an-tiquariato oppure per mobili risalenti, in pre-valenza, al Seicento e al Settecento. In que-sto caso vale il discorso fatto in preceden-za: tutte le maniglie vengono costruite se-guendo le tecniche dell’epoca del mobile».Oltre che di maniglie, chiavi e serratureantiche, di cosa si occupa?«Restauro anche oggettistica di metallo, ri-creando parti mancanti e patina in bronzi,candelieri e lampade».Riesce a portare a termine tutte le fasi dellavoro all’interno del suo laboratorio?«Tutti i processi di lavorazione vengonoeseguiti nel laboratorio, delegando a fon-derie specializzate solo l'esecuzione dei pez-zi grezzi realizzati a modello secondo le tec-

niche di fusione in terra e a cera persa».Conta l’esperienza nel suo lavoro?«Tantissimo. Grazie all’esperienza mia e dimio padre abbiamo avuto la possibilità dilavorare su oggettistica di grande pregio ea stretto contatto con artigiani e antiquaridi altissimo livello in tutta Italia, per sod-disfare committenze private, pubblicheed ecclesiastiche».Secondo lei fra 50 anni la Bottega Dingiesisterà ancora?«Ho la fortuna di avere due figli, quindiogni tanto l'immaginazione corre e ammettoche nonmi dispiacerebbe vedere un seguitoal lavoro che sto facendo, ritenendolo mol-to divertente e stimolante. Di contro, ra-zionalmente vedo le difficoltà che si in-contrano per riuscire a tenere labottega in piedi. Le Istituzioni fan-no finta di non accorgersi chel’artigianato artistico boc-cheggia. A volte dubito, pur-troppo, che io stesso riusciròad arrivare alla pensione fa-cendo questo lavoro».

PER SAPERNE DI PIÙBottega artigiana Dingivia Nosadella, 37/b - 40123 Bolognatel.051.330605 - fax 051 330605www.dingi.it - email: [email protected]

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Antonio Crema ha iniziato come responsabile tecnico di imprese edili.

Ha operato sempre in edilizia a Como,Varese,Milano; soprattutto a

Milano, dove ha ricevuto riconoscimenti importanti, avendo rapporti

con vari studi, compreso lo studio Albini-Helg. Tornando a Bologna si è

dedicato alla decorazione di interni, con ristrutturazioni complete,

curando ogni minimo particolare interno ed esterno, estendendo le

sue attività anche nei territori di Mantova,Verona,Genova e Rapallo.

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BOLOGNAGli architetti Stefano Campetti eChiara Malisardi recuperano lun-go la Valle dell’Idice un’antica for-nace del ‘600. Un’ex stalla con fie-nile, un fabbricato accessorio de-stinato agli animali da cortile e unantico pozzo diventano la lorocasa-studio. Hanno curato perso-nalmente il progetto di recuperomantenendo integra l’architetturaoriginaria dei fabbricati, sia perquanto riguarda gli aspetti formalisia per i dettagli costruttivi.

ZOETERMEER (OLANDA)Il giovane architetto olandese, Ar-jen Reas progetta “Living on theEdge” per un imprenditore. Unasoluzione ibrida che adotta la pa-glia non solo in copertura ma an-che come materiale di tampona-mento. Un’abitazione unifamiliaree sostenibile, situata poco fuori lacittà di Zoetermeer, in un contestoquasi rurale. Risponde sia allatradizione architettonica residen-ziale locale sia alla logica proget-tuale del design contemporaneo.

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ratura, confinava con il grande fienile, caratteriz-zato sul lato nord dalle ampie aperture, che si ri-petevano anche al livello sottostante. «Prima del-l’inizio del cantiere - raccontano i due architetti -l’ex-stalla e il fienile erano oramai un cumulo dimacerie nascoste dalla vegetazione mentre il fab-bricato accessorio e il pozzo si trovavano in con-dizioni pericolanti». Ora all’interno del fabbri-cato si trovano due unità distinte, congiunte da ununico collegamento interno al primo piano, en-

trambe su tre livelli più ballatoio, una prima destinata al-l’abitazione, una seconda allo studio di architettura. La por-zione abitativa occupa il lato più appartato, con vistaprincipalmente sul verde, sul torrente Idice e sul fabbricato ac-cessorio. La parte studio al contrario risulta visibile dall’in-gresso e ha gli affacci quasi esclusivamente sull’antico com-plesso. «L’approccio progettuale è stato rigoroso e chiaro»,continuano Campetti e Malisardi. «Totale riproposizione deivolumi, delle forometrie, dei materiali e dei colori originariper gli esterni. I mattoni utilizzati per tutte le porzioni a vi-sta, sia di muratura, sia per le pavimentazioni, sono realizzatia mano da un’antica fornace. Le tinteggiature delle muratureesterne sono eseguite a calce, gli infissi sono in legno di co-

lore bianco, gli scuri in le-gno a doghe verticali di co-lore verde chiaro, il mantodi copertura è realizzato conantiche tegole di recupero. Iprospetti ripropongono lelunette e i bancali delle fine-stre in mattoni a vista conrelative inferriate. Anche lesistemazioni esterne cercano

l’omogeneità con il contesto: ingresso all’area caratterizzatoda colonnine in mattoni a vista, muretto di confine in sassocon porzioni in mattoni, cancello pedonale, cancello carrabilee recinzione in ferro analoghe a quelle limitrofe». È stato ri-costruito anche l’antico canale in sasso, un tempo destinatoallo scarico delle acque necessarie al funzionamento dei mac-chinari del mulino, utilizzato ora come percorso pedonale in-terno alla proprietà. Le porzioni carrabili sono realizzate in stabilizzato di color ro-sato contornato da mattoni posati a secco e inclinati di col-tello. Le pavimentazioni esterne sono in mattoni. Anche al-l’interno la totalità delle murature portanti e le partizioniprincipali sono state riposizionate dov’erano e com’erano.Analogamente a quelli originari, il solaio del primo piano èrealizzato con travetti uso fiume in legno e tavelle di cotto,mentre il solaio di copertura ha struttura principale e secon-daria in legno, sempre uso fiume e intradosso in tavolato. «Abbiamo volutamente fatto in modo che tutti gli elementinon presenti in origine all’interno dello stabile risultino chia-ramente leggibili», spiegano i due architetti. I portoncini di in-gresso presentano struttura metallica con leggera inferriataanti-intrusione e vetri trasparenti. Le poche porzioni di mu-

Interior design

ungo la valle dell’Idice, fra Castel dei Britti e Mer-catale si trova la località Cavaliera. Qui, fin dal 1600,sorge il complesso del “Mulino fornace delle donne”,singolare esempio di insediamento residenziale e

produttivo, costituito dall’assemblaggio di manufatti archi-tettonici destinati alla produzione della calce, alla produ-zione di energia elettrica e all’abitazione degli addetti. L’in-contro tra la “Fornace delle donne” e gli architetti StefanoCampetti e Chiara Malisardi è stato amore a prima vista,tanto da decidere di trasferire qui la propria famiglia e il pro-prio studio. I due architetti, infatti, hanno curato personal-mente il progetto di recupero di alcuni edifici all’internodella fornace: l’ex stalla con fienile, il fabbricato accessoriodestinato agli animali da cor-tile e l’antico pozzo sono di-ventati, oggi, la loro casa-studio. «Tra il settembre del2005 e il novembre del 2006ne abbiamo eseguito la quasitotale ricostruzione», ci spie-gano Stefano Campetti eChiara Malisardi, che hannoanche curato la riproposi-zione del tracciato un tempo destinato al canale per il deflussodelle acque. L’architettura originaria dei fabbricati della for-nace si è conservata sostanzialmente integra, sia per quantoriguarda gli aspetti formali sia per i dettagli costruttivi. Il ca-ratteristico apparecchio murario in ciottoli di fiume, con listein mattoni, conferisce al complesso una peculiare configura-zione architettonica. Delle tantissime fornaci da calce di tipopre-industriale operanti nelle valli appenniniche, l’ultima adaver cessato l’attività è stata la “Fornace delle donne”. Vistol’interesse storico-documentale, l’intero complesso, com-prese le pertinenze agricole e cortilive e le antiche canaliz-zazioni per l’afflusso e il deflusso dell’acqua alla fornace e almulino, risultano tutelate e vincolate dal Ministero per i BeniCulturali e Ambientali. Gli edifici acquistati dai due architetti si trovavano su di unlotto a “L” di circa 2.300 mq, posto fra il resto del complesso,già restaurato e adibito a residenze private, e l’alveo del-l’Idice. L’edificio che oggi accoglie l’abitazione e lo studio de-gli architetti si articolava su due livelli: quello inferiore erasuddiviso in due ampi vani centrali adibiti a stalla e anti-stalla,contornati da spazi accessori. Al piano superiore una piccolaunità abitativa, accessibile mediante una scala esterna in mu-

La fedele ricostruzione delle preesistenze è il principio seguito, dagli architettiStefano Campetti e Chiara Malisardi (Arch. O.Art Studio), per il recupero di una ex stalla con fienile a Cavaliera,lungo la valle dell’Idice di Cristiana Zappoli

UN EX FIENILERECUPERARE

L

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L’ex stalla, ora soggiorno dell’abitazione, è caratterizzatadalle colonnine in cotto ed è delimitata da muri in sassocon corsi in mattoni. Sulla sinistra, la scala con struttura

metallica e pedate in legno. Si nota inoltre il camino-stufa con possibilità di rotazione sull’asse

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L’ex anti-stalla al piano terra èdestinata a sala riunioni dello studio. Lascala con struttura metallica e pedatein vetro avviluppa il muro in sasso

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Sopra: zona pranzo. Il pavimento è in formelle di cotto fatto a mano con faretti che illuminano la base del muro. Il soffitto presenta travetti in legno uso fiumee tavelle in cotto. A destra: camera da letto padronale. La percezione della continuità della copertura lignea è garantita dalle porzioni vetrate che sormontanoi muri divisori. Le porte, realizzate su disegno, hanno struttura metallica e vetri bianco-latte. I pavimenti al primo piano sono in rovere spazzolato

Sopra: disimpegno-notte al primo piano dell’abitazione con porzione di muro in sasso e pilastri in mattoni fatti a mano. Anche qui porzioni vetrate poste al di sopra delle murature. In alto a destra: un volume in aggetto delimitato da struttura metallica e vetro bianco-latte. A destra: scorcio del bagno padronale.La vasca centro-stanza, dalle linee minimali, enfatizzata dai faretti a pavimento, contrasta con la matericità del muro in sasso e del pilastro in mattoni

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ratura aggiunte al precedente impianto planimetrico hanno un’al-tezza di 240 cm e sono sormontate da lastre di cristallo trasparente.Tale soluzione consente la leggibilità dell’antica continuità dei so-lai e della copertura, amplifica la percezione degli spazi e aumentala luminosità generale. Tutte le murature interne presentano fini-tura ad intonachino a base di calce. Le due scale hanno una leg-gera struttura metallica, quella dell’abitazione ha pedate in legno,quella dello studio in cristallo. Analogamente, anche i ballatoi sonocostituiti da struttura in tubolare metallico e parte calpestabile intavolato. Le porte interne sono realizzate con un sottile profilo inferro e vetri bianco-latte. La leggerezza e la modernità del disegno e la tipologia dei mate-riali impiegati per scale, ballatoi, porte e portoncini, nonchè delleporzioni in vetro calpestabile consentono l’immediata riconosci-bilità di tutti questi elementi che ovviamente non erano presenti inorigine. Le aperture praticate nei muri in sasso sono dotate di pe-santi drappi color rosso scuro. I pavimenti del piano terra e del-l’interrato sono in cotto fatto a mano, quelli al piano primo sonoin listoni di rovere in grande formato, spazzolato e verniciato al-l’acqua. Per i rivestimenti dei bagni è stato utilizzato lo stesso cottodei pavimenti, i piatti doccia sono realizzati in ciottoli di pietra. Fedele ricostruzione delle preesistenze, insomma, limitate ag-giunte di nuove murature, massima leggerezza e leggibilità ditutto ciò che un tempo non c’era: sono queste le linee guida del re-cupero dell’abitazione. «Questo approccio ha consentito, partendoda un semplice volume di tipo agricolo, costituito essenzialmenteda un parallelepipedo sormontato da un tetto a due falde, la rea-lizzazione di ambienti privi di soluzione di continuità sia oriz-zontale che verticale. L’occhio di chi qui vive e lavora è conti-nuamente attratto e sollecitato da scorci sempre mutevoli e dallapossibilità di intravedere tutti gli ambienti posti ai singoli piani, masoprattutto è garantita la percezione dei vari livelli interni». Operando su edificio di tipo rurale, vincolato sotto l’aspetto ar-chitettonico e ambientale, gran parte delle scelte relative alle tec-nologie e dei materiali tendevano inevitabilmente all’eco-sosteni-bilità. I trattamenti di finitura sono stati effettuati con prodottinaturali o comunque privi di solventi chimici. Il tutto è stato sup-portato da tecniche realizzative atte al rispetto delle normative si-smiche e del massimo rispetto dei consumi di energia. Consideratoil vincolo architettonico e ambientale, non è stato possibile utiliz-zare pannelli solari in copertura e le sonde geotermiche avrebberoavuto scarso rendimento, a causa della tipologia del sottosuolo.«Abbiamo quindi deciso di limitare i consumi e a tal fine abbiamoutilizzato materiali isolanti sulle pareti esterne e nella copertura(ventilata), infissi esterni con alte prestazioni, riscaldamento a pa-vimento con caldaie a condensazione, ulteriore stufa-camino nel-l’abitazione, nessun impianto di climatizzazione ma solo qualcheventilatore a pale a soffitto».

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In alto: scorcio del soppalco in uno degli ambienti al primo pianodello studio. La struttura è metallica, il piano è realizzato condoghe portanti in legno. A sinistra: l’ambiente principale al primopiano dello studio. Sullo sfondo il parapetto metallico che delimitail doppio volume con affaccio sulla scala e sul piano terra

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Dalla zona di ingresso dellostudio si intravede la salariunioni e il piano interratodestinato al plotter e all’archivio

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Vista dell’esterno. Al centro l’ex stalla-fienile completamentericostruita, a destra il fabbricatoaccessorio un tempo destinato al ricovero degli animali, oradependance con antistantepergolato. A sinistra, sullosfondo, l’originario MulinoFornace delle Donne

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Interior design

Contemporanea e tradizionale.Semplice e sofisticata. È legataalla storia dell’edilizia olandesema nello stesso temporappresenta un passo avantinella ricerca per l’edilizia dipaglia, materiale presente sianella copertura che nellatamponatura di Alessandro Marata

E MODERNITÀTRADIZIONE

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A sinistra: il salone è dotato di ampie porte-finestre che prospettano sul portico.La parete ospita un essenziale camino, reso tradizionale con l’applicazione di unteschio di capriolo sulla cappa. Sopra: il prospetto principale è tutto realizzato di paglia tranne la nicchia in muratura intonacata che contiene la porta

un’abitazione unifamiliare e sostenibile, situata poco fuori la cittàdi Zoetermeer in Olanda, in un contesto quasi rurale. Il giovanearchitetto olandese, Arjen Reas, ha dato un nome a questo suoprogetto: “Living on the Edge”, ovvero “Vivere al Confine”, e

questo titolo è infatti legato alla posizione topografica dell’edificio. Tro-vandosi ai confini tra città e campagna, e subendo l’influenza tra modalitàcostruttive tradizionali e tipologie contemporanee, ciò che “Living on theEdge” rappresenta è un’interessante soluzione architettonica. Una solu-zione ibrida e alternativa che adotta la paglia non solo in copertura ma an-che come materiale di tamponamento. I prospetti presentano delle finestrerealizzate con tagli a tutta altezza, cioè così alti da coinvolgere entrambii piani del fabbricato e in continuità con quelli in facciata sezionano an-che l’inclinazione della copertura anch’essa realizzata in paglia. La committenza, un imprenditore, ha palesemente richiesto un’abitazionedalle ampie dimensioni, 744 mq, che risponda sia alla tradizione archi-tettonica residenziale locale sia alla logica progettuale del design con-temporaneo e che contemporaneamente tenga conto del paesaggio che vigravita intorno. Ragion per cui la volontà di dotare tutti gli ambienti dellacasa di ampie finestre o porte-finestre è stata dominante su tutto. L'ingresso è il luogo di distribuzione della casa, da cui è possibile rag-giungere il retrocucina, i servizi igienici, la cucina e il salotto, e da cui è

È

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anche possibile salire per le scale e accedere al secondo li-vello, dove sono state collocate la camera da letto principalee altre tre stanze da letto di minori dimensioni, un secondobagno e il guardaroba. Al piano terra, oltre all’ingresso, visono altri due ampi ambienti strettamente legati tra loro. Lacucina open è visivamente collegata alla zona pranzo: un am-biente molto semplice, essenziale, lineare e molto luminoso.Consecutivo a questo ambiente è il salone di casa. Anch’essoè molto illuminato, ma questa volta da ampie porte-finestreche prospettano sul portico e sul giardino. L’intera parete delpiano terra è quasi tutta vetrata tranne un tratto centrale in cuiè stato collocato il camino, il cuore del salone, che caratte-rizza quest’interno dall’arredo essenziale e dalla totale man-canza di quadri o altri tipi di immagini affisse alle pareti.Sono presenti più tinte cromatiche ma tutte hanno nuancescure: testa di moro per gli arredi e grigio antracite per il pa-vimento. Le pareti sono completamente bianche e su di essela tinta scura stacca prepotentemente. Le pareti al piano su-periore sono sempre bianche e poco arredate. Ma il pavi-mento è realizzato in doghe di legno dall’essenza biondochiaro e le tinte diventano un po’ più morbide, più soft, piùadatte ad accogliere la zona notte posta sotto il tetto.

In alto: la sala da pranzo, luogo della tradizione e della semplicità chediventa eleganza. A destra: la camera da letto è essenziale e lineare eaccoglie, oltre il semplice letto, anche la materica vasca da bagno

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L’area del bagno èfrazionata: la vasca è spostata in un altroambiente. I lavabi si trovano in una zona di passaggio, mentre la doccia è l’unicosanitario ad avere un suo ambiente, separatoperò solo da unasemplice porta a vetro

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Tutti gli ambienti sono aperti e quelli chiusi hanno pareti chenon raggiungono il tetto. Così che gli ambienti, ariosi e lu-minosi, godano dell’altezza piena e siano accoglienti per lanotte e anche per il giorno. La camera da letto matrimonialeprincipale, spaziosa e luminosa, si veste di un semplice lettoe di una candida vasca da bagno realizzata con polvere dimarmo. I servizi sono poco distanti: i lavabi si trovano in unazona di passaggio dove un’isola di pavimento nero disegnala diversa funzione, mentre l’ampia cabina doccia per due èin parte rivestita con le tessere di mosaico nero e in parte co-lorata con una tinta lavabile rossastra. Un unico servizio perla coppia. Una logica che tende ad esaltare l’intimità e so-prattutto non accetta i pudori. Anche le porte avvalorano talepensiero: in entrambi i piani, infatti, ci sono poche porte esono realizzate in vetro a specchiatura intera. Nella sua com-pletezza l’abitazione, dunque, si presenta contemporanea enello stesso tempo calibrata, perché il legame con la tradi-zione è presente ma non schiacciante.

In alto: il portico dell’abitazione al di sotto del quale si prolunga il salone. A destra: la zona dedicata alla vasca da bagno, all’interno della camera da letto, è perfettamente integrata con il resto dell’arredo

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