a.c. doyle - i romanzi fantastici

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ARTHUR CONAN DOYLE. Tutti i romanzi FANTASTICI Nel paese delle nebbie, Quando la Terra urlò, L'abisso di Atlantide A cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco Edizioni integrali Prima edizione: maggio 1994 Divisione della Newton Compton editori s.r.l. Conan Doyle e lo spiritismo Esser definito «il San Paolo dello Spiritismo» per lo straordinario zelo apostolico con il quale propagandò i dettami della pseudo-religione fondata sulla comunicazione diretta con i defunti, ha quasi il senso del paradosso per uno scritto tore come Conan Doyle, il cui personaggio più celebre, che gli diedefama e ricchezzaSherlock Holmesnon è certo un «investigatore dell'occulto», ma un analizzatore del concreto, un conoscitore delI 'uomo e delle sue debolezze, che batte le vie del reale, e sprezza le elusive caligini di quel «Paese delle Nebbie» da cuisembrano venire i messaggi dei morti. Anzi, quando sulla sua strada incontra il Soprannaturale (come nei casi del Mastino dei Baskerville e del Vampiro del Sussex), lo affronta con la forza della ragione e lo smaschera per quello che è: inganno, frucco, mistificazione. Eppure, è opinione di molti specialisti della materia che, senza il diretto contributo di Conan Doyle, lo Spiritismo non avrebbe mai ottenuto, nella prima metà di questo secolo, una diffusione così ampia, e forse una cosi grande comprensione, tra gente di tutte le classi sociali, in Europa e in America. La strada che condusse lo scritto tore nei territori dell'Aldilà è lunga e tortuosa. Conan Doyle, come è noto, era medico e, prima di dedicarsi alla letteratura, esercitò a lungo la sua professione. Uno dei suoi pazienti, il generale Drayson, ospitava nella propria casa sedute spiritiche, e lo invitò a parteciparvi. Era il 1885 e a quell 'epoca lo spiritismo aveva ormai già preso largamente piede su entrambe lesponde dell'Atlantico: erano passatiormai35 anni da

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ARTHUR CONAN DOYLE.

Tutti i romanzi FANTASTICI

Nel paese delle nebbie, Quando la Terra urlò, L'abisso di Atlantide

A cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco Edizioni integrali Prima edizione: maggio 1994 Divisione della Newton Compton editori s.r.l.

Conan Doyle e lo spiritismo Esser definito «il San Paolo dello Spiritismo» per lo straordinario zelo apostolico con il quale propagandò i dettami della pseudo-religione fondata sulla comunicazione diretta con i defunti, ha quasi il senso del paradosso per uno scritto tore come Conan Doyle, il cui personaggio più celebre, che gli diedefama e ricchezzaSherlock Holmesnon è certo un «investigatore dell'occulto», ma un analizzatore del concreto, un conoscitore delI 'uomo e delle sue debolezze, che batte le vie del reale, e sprezza le elusive caligini di quel «Paese delle Nebbie» da cuisembrano venire i messaggi dei morti.Anzi, quando sulla sua strada incontra il Soprannaturale (come nei casi del Mastino dei Baskerville e del Vampiro del Sussex), lo affronta con la forza della ragione e lo smaschera per quello che è: inganno, frucco, mistificazione.Eppure, è opinione di molti specialisti della materia che, senza il diretto contributo di Conan Doyle, lo Spiritismo non avrebbe mai ottenuto, nella prima metà di questo secolo, una diffusione così ampia, e forse una cosi grande comprensione, tra gente di tutte le classi sociali, in Europa e in America.La strada che condusse lo scritto tore nei territori dell'Aldilà è lunga e tortuosa.Conan Doyle, come è noto, era medico e, prima di dedicarsi alla letteratura, esercitò a lungo la sua professione.Uno dei suoi pazienti, il generale Drayson, ospitava nella propria casa sedute spiritiche, e lo invitò a parteciparvi.Era il 1885 e a quell 'epoca lo spiritismo aveva ormai già preso largamente piede su entrambe lesponde dell'Atlantico: erano passatiormai35 anni da

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quando si era tenuta in America, a casa delle sorelle Fox, la prima riunione «ufficiale» degli adepti del nuovo cultol.' Nel 1847, alle sorelle americane Kate e Margaret Fox, allora rispettivamente di sette e dodici anni, toccò in sorte di dar vitain modo largamente involontarioal movimento spiritista.Il cottagein cui abitavano (unavillettadi legno alla periferiadi Hydesville, nello Stato di New York) era apparentemente infestata da un fantasma che si manifestava con diversi fenomeni, fra cui ripetuti battiti sulle pareti.Un giorno, alia piccola Kate venne in mente di rivolgersi direttamente al presunto spettro, battendo le mani e invitandolo a rispondere con colpi: il che avvenne.Quando i genitori si avvidero del «gioco)>, e avvisarono vicini e autorità, la villetta fu invasa da curiosi, giornalisti e ricercatori che attestarono l'autenticità del fenomeno.Ne nacque grande risonanza, riecheggiata dalla stampa internazionale, e subito si formarono gruppi di «indagatori dell'occulto», che cercavano di stabilire codici di segnali per entrare in comunicazione con l'Aldilà.Nel novembre Nel corso delle sedute, assistette a tutto il consueto sciorinarsi dei fenomeni medianici: personaggi in trance che parlavano con voce alterata per trasmettere le comunicazioni dei morti, colpi echeggianti nel buio, tavolini che ballavano, apparizioni di ectoplasmi, apporti di oggetti da un misterioso «altrove».Ne fu impressionato, ma non convinto: tanto che quando, pochi anni dopo, scrisse IL mastino dei Baskerville, non esitò a far definire a Sherlock Holmes «ridicola e inconcepibile» l'ipotesi di un cane fantasma che perseguita un'antica famiglia inglese.Conan Doyle era tuttavia, come il suo personaggio, un uomo dalla mente analitica e inquisitiva, animata da un 'instancabile curiosità per il mistero.Frequentò dunque per quattro anni, fino al 1888, le sedute in casa del generale Drayson, con l 'intento di vederci chiaro.In seguito, proseguì le sue ricerche iscrivendosi alla Società per la Ricerca Psichica2, e fece esperimenti in proprio con l'aiuto della medium Ball.Non si convinse ancora del tutto dell 'esistenza di un mondo separato dal nostro, nel quale prendono dimora i residui della personalità dei degunti dopo il trapasso, ma cominciò a prestar fede all 'esistenza di certifenomeni occulti, o meglio «paranormali»: si disse convinto, per esempio, dell'esistenza della telepatia, cioè della possibilità di trasmettere a distanza il pensiero.

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Proprio le sue ricerche sulla telepatia lo portarono ad uno degli incontri cruciali della sua vita, quello con Sir Oliver Lodge, eminente fisico, rettore dell'Università di Birmingham, e appassionato indagatore dell 'occulto.Nel 1889 Lodge, che era partito da del 1849, nella stessa casa dei Fox, si tenne la prima riunione ufficiale dei primi adepti dello Spiritismo.Quando ci si accorse che gli strani fenomeni sembravano seguire le due sorelle anche al di fuori della loro casa, si pensò che la facoltà di comunicare con i defunti fosse, in qualche modo, attribuita a individui dalla personalità particolare: nacque così la figura del medium, ponte tra i due mondi.Kate e Margaret, guidate da una sorella maggiore, Leah, fecero numerosi viaggi, in America, Inghilterra ed Europa continentale, per dimostrare le loro capacità.A seguito di queste dimostrazioni, la voga spiritista si diffuse m tutto il mondo, sino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria pseudoreligione.2 Fondata a Londra il 20 febbraio 1882, la Societyfor Psychical Research aveva come obiettivolo studio scientificodei fenomeniparanormali, compresimanon soloquelli che si manifestavano nel corso delle sedute medianiche.Il primo presidente fu Henry Sidgwick, professore di Filosofia Morale all'Università di Cambridge, e tra i suoi membri accolse personalità di grande rilievo come il fisico William Crookes, il filosofo Henry Bergson, l'astronomo Camille Flammarion, e numerosi altri.Il suo statuto impone di occuparsi «senza pregiudizi nè prevenzioni» di tuna la casistica legata al paranormale.La sua prima grande indagine riguardò la telepatia, e si concluse con l'affermazione che la trasmissione del pensiero era un fenomeno indiscutibile.Favorevole inizialmente alle ricerche sulla medianità e lo spiritismo (che peraltro non figuravano esplicitamente nello statuto), assunse col tempo un atteggiamento sempre più scettico nei confronti delle «manifestazioni fisiche» registrate nelle sedute: ectoplasmi, apporti, movimento di tavoli, e così via.Nacquero così diversi contrasti con membri (per esempio Conan Doyle) apertamente favorevoli nei confronti della realtà di tali fenomeni.Dopo gli anni Quaranta, anche in seguito a questi contrasti, l'importanza della Società andò progressivamente declinando .

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GIANNI PILO SEBASTIANO FUSCO|CONAN DOYLE E LO SPIRITISMO ricerche sui fenomeni extra-sensoriali, era approdato alle rive dello Spiritismo.Le trance e le apparizioni di estoplasmi manifestatesi nel corso di variesedute con la celebre medium Eusapia Palladino, lo avevano convinto dell 'autenticità deifenomeni, al di là di ogni possibilità di inganno deliberato: « Quali che ne siano le cause», scrisse, «sono costretto ad ammettere l'autenticità di queste manifestazioni: nella mia mente non vi è spazio per alcuna possibilità di dubbio».Le conversazioni con Lodge impressionarono profondamente Conan Doyle, soprattutto per la personalità e la reputazione scientifica del suo interlocutore.Come lui, era ormai convinto dell'esistenza di fenomeni paranormali che la scienza del tempo non era in grado di spiegare: esitava ancora, tuttavia, a convincersi dell 'esistenza di un diverso piano dell 'essere abitato dai residui psichici dei defunti, e della possibilità effettiva di stabilire ponti di comunicazione con questa ipotetica «altra realtà».L 'episodio che convinse definitivamente entrambi coincise con l 'inizio della Prima Guerra Mondiale (anche se già dal 1908 Lodge si era detto propenso a credere allo Spiritismo).L'8 dicembre 1915 la medium Piper ricevette, da una entità presentatasi come lo spirito del defunto «Mr.Hodgson», la predizione della morte in combattimento delfiglio di Lodge.E, in realtà, il giovane Raymond Lodge venne ucciso alfronte il 14 dicembre dello stesso anno.Dieci giorni dopo, Lodge entrò in comunicazione con lui tramite la medium Leonard, e ne seguì una serie di conversazioni attraverso le quali il fisico trasse la conferma, al di là di ogni dubbio, della sopravvivenza della personalità del figlio.Questo episodio indusse tanto Lodge quanto Conan Doyle ad abbracciare senza più riserve la causa spiritista, in quanto, a loro giudizio, confermava definitivamente il portato di esperienze analoghe avute in precedenza: in particolare, i contatti con lo spirito di un altro grande ricercatore dell 'occulto, I 'ingleseFrederick Myers, autore di un famoso libro che aveva suscitato vasta eco nel mondo dei seguaci dell 'occulto, Human Personality and Its Survival After Bodily Death (1903).Myers, nel suo testo, aveva tracciato un'ipotesi in grado di spiegare in via «naturale» la sopravvivenza dell 'Io dopo la morte (considerava la nostra

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personalità divisa in due parti come la luce, separata ai nostri occhi in una serie di frequenze visibili e un 'altra serie di frequenze invisibili: l'Io supraliminale scompare con la morte, mentre l 'Io subliminale sopravvive): e in unaserie di sedute il suo spirito era entrato in comunicazione con Lodge, discutendo con lui della vita nell'Aldilà.A cominciare dal 1918, Conan Doyle si dedicò con crescente energia ad un 'opera di divulgazione tesa a dimostrare la realtà del 10 GIANNI PILO/SEBASTIANO FUSCO|CONAN DOYLE E LO SPIRITISMO11 «mondo spiritico».Scrisse libri sul tema e tenne conferenze sempre seguite con grandissima attenzione e riassunte dai giornali: prima in Inghilterra, poi, nel 1920 e nel 1921, in Australia e Nuova Zelanda, nel 1922 e 1923 negli Stati Uniti, e nel 1928 in Sud Africa e nell'Europa Settentrionale.Combattè con ogni mezzo le resistenze del mondo accademico e di gran parte dell 'opinione pubblica nei confronti dello Spiritismo, prendendo le difese di medium e di ricercatori accusati di mendacio o di ingenuità.Così, quando la Società per la Ricerca Psichica accusò ilfamoso ricercatore italiano Ernesto Bozzano di essersi fatto ingannare con volgari trucchi dal presunto medium Carlo Centurione Scotto, sostenne la verità degli spettacolari fenomeni descritto ti dallo studioso, e si dimise dalla Società stessa, insieme con altri 84 membri.Difese anche l'integrità di William Hope, medium inglese che faceva apparire volti di degunti sulla lastra fotografica; lui stesso, in una occasione, venne fotografato con un «volto spiritico» che si librava a mezz'aria sul suo capo.La sua History of Spiritualism, in due volumi, uscita nel 1926 (impiegò cinque anni per scriverla) divenne un testo fondamentale sull'argomento, e persino un giornale estremamente razionalista come il Morning Post la recensì positivamente scrivendo: «È un libro necessario, perchéè venuto il momento in cui moltissime persone di buon senso desiderano sapere qualcosa di chiaro e di preciso su un movimento della massima importanza per la razza umana».Nel 1925 venne nominato presidente onorario del Congresso internazionale di Spiritismo tenuto a Parigi.Quando morì, nel 1930, era impegnato in Inghilterra perfar modificare la legge che impediva ai professionisti della predizione dell 'avvenire di esercitare la loro arte: legge che lo scritto tore considerava una intollerabile limitazione delle libertà individuali.

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Conan Doyle non si considerò mai un vero e proprio sperimentatore, come il suo amico Lodge: piuttosto, si vedeva come l 'apostolo di una fede.Forse per questo, dopo la sua scomparsa, numerosi medium dichiararono che il suo spirito si era presentato in varie sedute, rilasciando messaggi d 'ogni tipo.Venne pubblicato anchea suo nomeun intero libro composto in base alle sue «rivelazioni medianiche».Il sistema scientifico-filosofico cui aderiva Conan Doyle (e che si ritrova descritto to, in forma narrativa, nel romanzo The Land of the Mist) deriva dagli scritto ti di Oliver Lodge.Secondo tale sistema, la realtà è considerata come un complesso di energie psichiche che si esprimono attraverso la materia, pur essendone indipendenti.Queste energie derivano da uno Spirito Universale che dirige il Tutto: la materia è il supporto su cui tali energie si con centrano, per esserne riverberate come energia radiante.Negli esseri viventi, questa energia assume la forma di un «principio vitale» che ha caratteristiche di tipo ondulatorio.Tutto ciò che esiste, di minerale o di organico, ha due Jzorme di esistenza: I 'una materiale o planetaria, che è la forma dello spirito fissata nella materia; I 'altra eterica o cosmica, che è laforma dello spirito nella sua capacità di fissarsi nella materia stessa.In tal modo, tutto ciò che esiste viene ad avere due «corpi»: uno materiale e transeunte, l'altro eterico e permanente.Nell 'uomo, il corpo eterico sopravvive alla morte fisica e mantiene personalità e coscienza: può dunque comunicare con i vivi, rivelando loro fatti della propria vita trascorsa.La capacità di divinare il futuro deriva dal contatto dei trapassati con lo Spirito Universale.GIANNI PILO/SEBASTIANO FUSCO Nota biobibliografica LA VITA E LE OPERE Arthur Conan Doyle, nato ad Edimburgo nel 1859 e morto a Crowborough nel 1930, effettuò i suoi studi allo Stonyhurst College, in Austria, e all'Università di Edimburgo, dove conseguì la Laurea in Medicina nel 1885.Medico di bordo su una baleniera, in seguito fece ritorno in Inghilterra per fare pratica, e in quest'ottica aprì uno studio a Southsea senza però molto succes so .

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Durante i frequenti periodi d'inattività, cominciò a scrivere le avventure di Sherlock Holmes (la cui idea gli era stata fornita dalla constatazione dell'abilità dell'amico, il Dottor Joseph Bell, nel dedurre dai minimi dettagli le caratteristiche psicofisiche dei suoi pazienti), e la singolare figura di questo poliziotto dilettante colpì a tal punto la fantasia degli Inglesi, che arrivarono a costruire a Baker Street a Londra, uno studio in tutto e per tutto uguale a quello descritto to nei racconti di Conan Doyle, allo stesso tempo tempio e museo di un personaggio mai esistito.Eppure, il pl hIlO ratconto che era riuscito a vendere, non riguardava Sherlock Holmes, ma era un racconto de! Terrore- 1r/ tistero della Fa/le di Sasassa, una storia fantastica basata sui diamanti, che gli fu acquistata dal Chambers Journal.A dimostrazione della sua proiezione nel Fantastico, sta il fatto che l'anno seguente un suo secondo racconto di questo genere fu acquistato e pubblicato dalla rivista The London Society: si trattava di The American 's Tale, una storia avente per tema una mostruosa pianta originaria del Madagascar che si cibava di uomini.Nel 1887 uscì Uno studio in rosso, il primo di una fortunatissima serie di romanzi brevi e racconti lunghi aventi come personaggi principali Sherlock Holmes e il Dr.Watson, che apparve sullo Strand Magazine, pubblicazione sulla quale in seguito apparvero anche molti dei suoi romanzi e racconti fantastici.Nel 1891, quando usci la prima raccolta delle avventure di Sherlock Holmes Doyle aveva ormai raggiunto il successo e, anche se tentò diverse altre strade non ultlma quella del romanzo storico, quello che i lettori pretendevano da lui erano le storie di quel singolare detective che incarnava cosi bene tanti aspetti del carattere inglese.Durante la guerra anglo-boera, Doyle fu corrispondente di guerra in Sudafrica.Scrisse delle poesie di guerra per la verità non eccelse, ma il libro The Great Boer War gli fruttò nel 1902 il titolo di Baronetto.Durante la Prima Guerra Mondiale fu ancora corrispondente di guerra, e lavorò per il Servizio di Propaganda degli Alleati.Nei suoi ultimi anni di vita, si dedicò allo spiritismo su cui scrisse e tenne conferenze, avendo contatti anche con la Golden Dawn .Nel 1926 scrisse il saggio in volume Storia dello Spiritismo.Ma l'attività letteraria di Doyle non è circoscritto ta esclusivamente al Poliziesco e al Fantastico.

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Egli infatti pubblicò una serie notevole di romanzi d'avventura storie di pirati, e altre di ambientazione romana e medievale.Per tutti citiamo NOTA BIOBIBLIOGRAFICA ì 3 The Last of the Legions and Other Tales of Long Ago, Tales of Pirates, e My Friend the Murderer and Other Mysteries, punta di un iceberg che costituisce la produzione veramente sterminata di questo grande e poliedrico autore.Il suo ultimo lavoro, del 1930, l'anno della sua morte, è The Edge of Un known, nel quale spiega le sue diverse esperienze psichiche, diventate ormai la sua unica fonte d'interesse.Il 7 luglio di quello stesso anno, Sir Arthur Conan Doyle moriva nella sua casa di Crowborough, assistito dal figlio Adrian e dalla moglie Luise Hawkils.BIBLIOGRAFIA Il ciclo di Sherlock Holmes A Study in Scarlet (1887).Romanzo Un dramma misterioso, Società Editrice «La Poligrafica», Milano, 1901.Uno strano delitto, «11 libro popolare» n. 6, Società Editoriale Milanese, Milano, 1907.Lo scritto to rosso, Salani Editore, Firenze, 1908. il ed. 1915, 1ll ed. 1950, Iv ed.1968.«Uno strano delitto», in Sherlock Holmes ilpoliziotto dilettante, Società Editoriale Milanese, Milano, 1909.Il ed. 1911.Ilsegreto di Hope, «Il Romanzo della Domenica» n. 28, Roma, 5 novembre 1911.Lo scritto to rosso, Salvatore Romano Editore, Napoli, 1911.Due uomini da uccidere, «I gialli del Gufo Nero» n. 1, Edizioni Attualità, Milano, 1937.Uno studio in rosso, Rizzoli Editore, Milano, 1949.Uno studio in rosso, ~<11 C;irasole» n. 82, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1958.«Uno studioin rosso», in OperediSirArthurConanDoyle, 2, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1961.Sherlock Holmes e uno studio in rosso, Casini Editore, Roma, 1966.«Uno studio in rosso», in Due inchieste di Sherlock Holmes, Mursia Editore, Milano, 1973.Uno studio in rosso, Oscar Mondadori, Milano, 1976. il ed. 1986.Uno studio in rosso, Curdo Editore, Roma, 1978.

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Uno studio in rosso, Rizzoli Editore, Milano, 1979.Una Iv ed. nel 1988.Uno studio in rosso, Edizione della Ginestra, Milano, 1980.Uno studio in rosso, Edizione Rosa & Nero, Milano, 1987.Uno studio in rosso, «I Classici del Giallo» n. 525, Mondadori, Milano, 10 marzo 1987.Uno studio in rosso, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987.Libro-Gioco con un dossier di prove e indizi.The Sign of Four ( 1890).Romanzo Ildramma di Pondicherry Lodge, «Biblioteca Amena» n. 671, Treves Editore, Milano, 1904.Il Segno dei Quattro, Ferdinando Bideri Editore, Napoli, s.d. (1906).Il ed.1929.Il Segno dei Quattro, Salani Editore, Firenze, 1908. il ed. 1951.«Il Segno dei Quattro», in SherlockHolmesilpoliziottodilettante, SocietàEditoriale Milanese, Milano, 1909.Il ed. 1911.Il tesorodiAgra, «Il Romanzo della Domenica» n. 36, Roma,8 settembre 1912.Il tesoro di Agra, Salvatore Romano Editore, Napoli, 1912.NOTA BIOBIBLIOGRAFICA|NOTA BIOBIBLIOGRAFICAl5 1/ Segno dei Quattro, «11 Romanzo per Tutti» n. 5, Milano, I marzo 1948.Il Segno dei Quattro, Rizzoli Editore, Milano, 1949.1/ Segno dei Quattro, «11 Girasole)> n. 102, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1958.«11 Segno dei Quattro», in Opere di Su A rthur Conan Doyle, 5, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1962.IlSegno dei Quattro, Casini Editore, Roma, 1966.Il Segno dei Quattro, Oscar Mondadori, Milano, 1971.«Il Segno dei Quattro», in Due inchieste di Sherlock Holmes, Mursia Editore, IlSegno dei Quattro, Oscar Mondadori, Milano, 1976. il ed. 1978 IlSegno dei Quattro, Edizione della Ginestra, Milano, 1979.IlSegno dei Quattro, Rizzoli Editore, Milano, 1980.TheAdventures of Sherlock Holmes ( 1892).Antologia Le avventure di Sherlock Holmes, «Biblioteca Azzurra», Casa Editrice Verri Milano, 1985.

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«Sherlock Holmes il poliziotto dilettante)> , in La Domenica del Corriere n. 1 8/ 44, Milano, 7 maggio - 5 novembre 1899.Le avventure di Sherlock Holmes, «11 Romanzo Mensile» n. 3 (prima parte) e n. 8 (seconda parte), Milano, giugno - novembre 1903, il ed. 1908, 1ll ed. 1912 ved. 1921,ved. 1924,vled. 1930,vlled. 1931,vnled. 1932,1xed. 1933,xed.1935, Xl ed. 1937, xll ed. 1939. Un delitto misterioso, A vventure di Sherlock Holmes, Salvatore Romano Editore, Napoli, 1912 (edizione parziale).Le nuove impresedi Sherlock Holmes, < [I Romanzo Mcnsile dei Soldato», Nerbini Editore, Firenzc, 1918 (ctiizione parzlale).LeavventurediSherlockHz7/mes. </1 ! Rnms il 70.'C' Tu~ il . 4, Milano, 15 febbraio i950.Le avventure di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1950 Le avventure di Sherlock Solmes, «11 Girasole» n. 84 (prima parte) e n. 92 (seconda parte), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1958. il ed. 1960.«Le avventure di Sherlock Holmes», in Opere di Sir A rthur Conan Doyle, 1/3 Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1%1.Le avventure di Sherlock Holmes, Oscar Mondadori, Milano, 1971.Il ed. 1987.The Memories of Sherlock Holmes ( 1894).Antologia «Le ultime avventure di Sherlock Holmes», in La Domenica del Corriere il 16/ 31, Milano, 22 aprile - 5 agosto 1900; n. 30/35, Milano, 28 luglio - I settembre 1901; n. 47/48, Milano, 24 novembre - I dicembre 1901 Le ultime avventure di Sherlock Holmes, « 11 Romanzo Mensile» il .I l (prima parte), Milano, novembre 1904; e n. 5 (seconda parte), Milano, maggio 1905. il ed. 1908, nl ed. 1912, Iv ed. 1921, v ed. 1924, vl ed. 1930, Vll ed 1931, Vlll ed. 1932, Ix ed. 1933. x ed. 1935, xl ed. 1937, xn ed. 1939.I banditi del «Gloria Scott».Ultime avventure di Sherlock Holmes, Salvatore Romano Editore, Napoli, 1911 (edizione parziale).Le memorie di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1950.Le memorie di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1960.LememoriediSherlock Holmes, «11 Girasole» n. 136 (primaparte) e n. 137 (seconda parte: I Signori di Reigate), Arnoldo Mondadori, Milano, 1960.

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«Le memorie di Sherlock Holmes)>, in Opere di Sir Arthur Conan Doyle, 10 e 11, Arnoldo Mondadori EdiLole, Mllano, 1962 LememoriediSherlock Hohnes, Oscar Mondadori, Milano, 1971, il ed. 1987.The Hound of Baskerville ( 1902).Romanzo «La maledizione dei Baskerville», in La Domenica del Corriere n. 44/52, Milano, 2 novembre - 28 dicembre 1902; n. 1/8, Milano, 4 gennaio - 22 febbraio 1903.La maledizione dei Baskerville, «11 Romanzo Mensile» n. 10, Milano, ottobre 1907. il ed. 1912, m ed. 1921, Iv ed. 1924, v ed. 1930, vl ed. 1931, vn ed.1932, Vlll ed. 1933, IX ed. 1935, x ed. 1937, xl ed. 1939.Il mastino dei Baskerville, Rizzoli Editore, Milano, 1950.Il mastino deiBaskerville, «11 Girasole» n. 69, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1957.g cane dei Baskerville, Cino Del Duca Editore, Milano, 1965.«11 mastino dei Baskerville», in Opere di SirA rthur Conan Doyle (Oscar il . 188), Mondadori, Milano 1968.Il mastino dei Baskerville, Oscar Mondadori, Milano, 1976. il ed. 1989.Ilcane dei Baskerville, Rizzoli Editore, Milano, 1982. nl ed. 1987.The Return of Sherlock Holmes (1905).Antologia «11 ritorno di Sherlock Holmes.Nuove avventure del poliziotto dilettante», in La Domenica del Corriere n. 13/35, Milano, 27 marzo - 28 agosto 1904; n. 48/ 52, Milano, 27 novembre - 25 dicembre 1904; n. 1/10, I gennaio - 5 marzo 1905.Il ritorno diSherlockHolmes, «11 Romanzo Mensile» n. 12 (prima parte), Milano, dicembre 1907, e il .5 (seconda parte), Milano, maggio 1908.11 ed . 1912, m ed. 1921,1v ed. 1924, ved. 1930, vl ed. 1931, vn ed. 1932, vm ed. 1933, Ix ed.1939.Un 'avventura di Sherlock Holmes, «La biblioteca per tutti» n. 26, Società Editoriale Milanese, Milano, 1909.Contiene due racconti: «Un'avventura di Sherlock Holmes» (The adventure of the Priory School) e «11 cofano dipinto».Il ritorno di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1950.Il ritorno diSherlockHolmes, «11 Girasole» n. 123 (prima parte) e n. 127 (seconda parte), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1959.«11 ritorno di Sherlock Holmes», in Opere di SirArthur Conan Doyle, 7 e 8, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1962.

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Ilritorno di Sherlock Holmes, Oscar Mondadori, Milano, 1971. si ed. 1987.The Valley of Fear (1915).Romanzo La valle della paura, «11 Romanzo Mensile» n. 7, Milano, luglio 1918.La valle della paura, Rizzoli Editore, Milano, 1950.La valle della paura, «11 Girasole» n. 133, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1960.«La valle della paura», in Opere di SirArthur Conan Doyle 9, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1962.La valle della paura, Oscar Mondadori, Milano, 1976.His last bow (1917).Antologia (Edizione parziale): «11 piede del diavolo» (The adventure of the devil's foot, 1910), in La Domenica del Corriere n. 1/3, Milano, 12 - 26 gennaio 1913.«La scomparsa di Lady Frances Carfax» (The disappearance of Lady Frances Carfax, 1911) in La Domenica del Corriere n. 3/5, Milano, 26 gennaio - 9 febbraio 1913.«L'avventura del circolo rosso» (The adventure of the red drcle, 1911), in La Domenica del Corriere il . 5/6, Milano, 9 - 16 febbraio 1913.16 NOTA BIOBIBLIOGRAFICAFNOTA BIOBIBLIOGRAFlcAl 7 Il piede del diavolo, «L'Avventura» n. 54 (prima parte) e n. 55 (seconda parte), Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1929.L'ultimo saluto di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1951.L'ultimosaluto diSherlockHolmes, «Il Girasole» n. 138 (primaparte) e n. 139 (seconda parte), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1960 e 1961.L'ultimo saluto di Sherlock Holmes, Oscar Mondadori, Milano, 1974.In due tomi (il secondo è L'avventura del poliziotto morente).The Casebook of Sherlock Holmes ( 1927).Antologia Nuovissime avventure di Sherlock Holmes, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1928 (prima parte).Le ultime avventure di Sherlock Holmes, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1929 (seconda parte).Le ultime avventure di Sherlock Holmes, «I Gialli Economici Mondadori» n. 20, Milano, 1934 (edizione parziale).Il taccuino di Sherlock Holmes, Rizzoli Editore, Milano, 1951.Il taccuino diSherlockHolmes, «Il Girasole»n.97 (prima parte) e n. 114 (seconda parte: La criniera del leone), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1958 e 1959.

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«Il taccuino di Sherlock Holmes», in OperediSirArthur ConanDoyle, 4 e 6 (il secondo tema sempre come La criniera del leone), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1961.Traduzioni italiane La produzione storico-avventurosa Caccia ai milioni (The Firm of Girdiestone), 1890, Salani Editore, Firenze, 1908.Romanzo.LaCompagniaBianca(The WhiteCompany), 1891, «I romanzi di Cappae Spada» n. 3, 9, 16, 17, 26, 27, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1934. (Romanzo pubbl. a puntate che comprende anche il seguito Sir Nigel.) La Compagnia Bianca, Rizzoli Editore, Milano, 1952.Iprofughi ( The regugees), 1893, Società Editoriale Milanese, Milano, 1911.Romanzo.La grande ombra (The great shadow), 1893, «Romantica Mondiale Sonzogno» n. 80, Milano, 1933.Romanzo.In appendice: Un disperso del 1815.Le lettere del Dottore (TheStark Munre Letters), 1895, «Il Romanzo per Tutti» n. 22, Milano, 15 novembre 1949.Romanzo autobiografico.Le avventure del Colonnello Gèrard (The exploits of Brigadier Gèrard), 1896, Società Editrice Milanese, Milano, 1910.Romanzo.Le guasconate di Gèrard, «I Romanzi di Cappa e Spada» (fascicolo di agosto), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1935.Le gesta del brigadiere Gèrard, Rizzoli Editore, Milano, 1954.Ilfantasma del castello (Rodney Stone), 1896, Salani Editore, Firenze, 1937.Romanzo.Le avventure di Rodney Stone, Rizzoli Editore, Milano, 1953.Lo zio Bernac (Uncle Bernac), 1897, Salani Editore, Firenze, 1909.Romanzo.Korosko (The tragedy of Korosko), 1898, Edizione Carra & C., Roma, 1920.Romanzo.La tragedia del Korosko, Rizzoli Editore, Milano, 1952.Un duetto (A duet), 1899, Salani Editore, Firenze, 1908.Romanzo.

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SirNigel (SirNigel), 1906,«I Romanzidi Cappae Spada» n. 3, 9, 16, 17, 26, 27, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1934.Romanzo (pubbl. a puntate che comprende anche il prologo The White Company).SirNigel, Rizzoli Editore, Milano, 1952.Il mistero di Cliff Royal, «Il Romanzo per Tutti» n. 10, Milano, 1949 (probabile rielaborazione di materiali Holmesiani).I tre corrispondenti, «L'Avventura» n. 24, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1928.Racconto.I tre venturieri, «I romanzi di Cappa e Spada» (fascicolo di novembre), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1933.La figlia del Guerriero, «Romantica Economica» n. 71, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1927.Romanzo.Ilgatto brasiliano (The brazilian cat), «Romanzi Economici Serie Gialla» n. 13, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1937.Racconto, attribuito in collaborazione con un apocrifo Max Lee.La produzione macabro-fantastica La Scure maledetta (The Silver Hatohet), 1883, «L'Avventura» n. 4, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1928.Racconto.Ilmistero del «Maria Celeste» (J. Habakuk Jephson 's Statement), 1884, «Il Romanzo d'Avventure» n. 86, Casa Editrice Sonzogno, Milano, 1931.Ràcconto.Ilguardiano del Louvre (The Ring of Toth), i890, «Le Grandi Firme» n. 163, Edizioni ARS, Torino, 1931.Racconto.Il segreto del milionario ( The Doings of Raffles Haw), 1891, Salani Editore, Firenze, 1908.Ciclo completo di Raffles; tre racconti lunghi, uniti a formare un solo romanzo.Una scoperta meravigliosa, Edizione SACSE, Milano, 1936.Ciclo completo di Raffles.La mummia rediviva (Lot no. 249), 1892, «Collana Meravigliosa», Edizione Carra & Bellini, Roma, 1908.Racconto.

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Moderni gladiatori, «Collana Meravigliosa», Edizione Carra & Bellini, Roma, 1908.Racconto.Scherzare colfuoco (Playing with Fire), 1900, «Maghi e Magia», Edizione Mediterranee, Roma, 1977.Racconto.Un Mondo perduto (The Lost World), 1912, «Il Romanzo Mensile» n. 2 (prima parte) e n. 3 (seconda parte), Milano, Febbraio-marzo 1920.Romanzo.Ciclo di Challenger.Un Mondo perduto, «Romantica Mondiale Sonzogno» n. 11, Milano, 1928.Il Mondo perduto, Rizzoli Editore, Milano, 1951.Un Mondo perduto, «I Nuovi Sonzogno» n. 28, Milano, 1967. il ed. 1974.Il Mondo perduto, «I segni» n. 16, Edizioni Theoria, Roma, 1983.La fine del Mondo (The Poison Belt), 1913, «Il Romanzo Mensile» n. 7, Milano, luglio 1920.Romanzo.Ciclo di Challenger.La nube avvelenata, «Tasco» n. 114 SugarCo Edizioni, Milano, 1987.La nuova rivelazione (TheNewReveiation), 1918, Edizioni «Mondo Occulto», Napoli, 1931.Saggio.L'edizioneitaliana contieneanche in appendice il testo di due conferenze dell'autore: Missione dello spiritismo nel mondo (6 settembre 1925) Def nizione dello spiritismo (11 settembre 1925).Apparizioni delle Fate (The Coming of the Fairies), 1922, Libreria Editrice Sirio, Trieste 1955.Saggio, in collaborazione con Edward L. Gardner.Ucciderò She;lock Holmes (Memories and Adventures), 1924, Edizioni Rosa & Nero, Milano, 1987.Autobiografia.La città dell'Abisso (TheMaracotDeep), 1927, Casa EditriceLocatelli, Milano, 1929.Romanzo.Il disintegratore (The Disintegration Machine), 1927, «Delitti senza tempo», Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1978.Racconto.

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Ciclo di Challenger.I X NOTA BIOBIBLIOGRAFICAF «11 Vampiro del Sussex (The Sussex Vampire)», 1927, in I Vampiri tra noi, Fel trinelli Editore, Milano, 1960.Racconto.Ciclo di Sherlock Holmes..Le antologie Sherlock Holmes il poliziotto dilettante, Società Editoriale Milanese, Milano 1909.1l ed. 1911.Trattasi di una pubblicazione a dispense (27 fascicoli) unita poi in libro, che contiene: «Uno strano delitto» (A Study in Scarlet) e «Il Se gno dei Quattro» (The Sign of Four).Racconti del Terrore e del Mistero (The black doetor and other tales of terror and mistery), 1925, Rizzoli Editore, Milano, 1954.Contiene tredici racconti.«Racconti del Terrore e del Mistero», in Opere di SirArthur Conan Doyle, Ar noldo Mondadori Editore, Milano, 1965.Contiene tredici racconti.Sherlock Holmes in quattro romanzi e ventiquattro racconti, Omnibus, Arnol do Mondadori Editore, Milano, 1964.Contiene i quattro romanzi e le due pri me antologie di Holmes.L 'infallibileSherlockHolmes, Omnibus, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1964. vlll ed. nel 1981.Contiene i quattro romanzi e i primi dodici racconti di Holmes.Tre romanzi di Sherlock Holmes, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1965.Contiene i primi tre romanzi di Holmes.Le ultime avventure dell 'infallibile Sherlock Holmes, Omnibus, Arnoldo Mon dadori Editore, Milano, 1971.Iv ed. nel 1981.Secondo tomo che completa L 'infallibile Sherlock Holmes, cit., raccogliendo tutti gli altri racconti di Hol mes.I racconti del terrore e del mistero, Oscar, Mondadori, Milano,1973.11 ed.1979, 1ll ed. 1986.Questa versione toglie cinque racconti dall'antologia lasciandone otto, e aggiungendone un nono, inedito, da altra fonte.Ildemone dell 'isola, «Tascoa il . 128, SugarCo Edizioni, Milano, 1988.Contie-F ne quattro racconti, di cui solo uno inedito (quello che dà il titolo alla raccolti na).

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Tutti i Racconti Fantastici L 'anellodi Toth, «I Miti di Cthulhu» vol. 4, Fanucci editore, Roma, 1986.Con tiene: «L'anello di Toth» (The Ring of Toth), 1890; «L'ascia d'argento» (The Silver Hatchet), 1883; «Lotto 249» (Lot no. 249), 1892; «L'abisso di Atlantide» (The Maracot Deep), 1927.Il Capitano della Stella Polare, «I Miti di Cthulhu» vol. 14, Fanucci editore, Ro ma, 1986.Contiene: «Giocare col fuoco» (Playing with Fire), 1900; «Il fiasco di Los Amigos» (The Los Amigos Fiasco), 1892; «Dichiarazione di J .Habakuk Jephson» (J. Habakuk Jephson's Statement), 1894; «11 bullo di "Brocas Court"» (The Bully of Brocas Court), 1921; «La mano» (The Brown Hand), 1889; «Il capitano della "Stella Polare"» (The Captain of the "Polestar"), 1883; «Il Parassita» (The Parasite), 1894.Il Vampiro del Sussex, «I Miti di Cthulhu» vol. 33, Fanucci editore, Roma 1989.Contiene: «Il racconto dell'americano» (The American's Tale), 1880; «Cercasi un fantasma» (Selecting a Ghost), 1883; «Il grande esperimento di Keinplatz» (The Great Keinplatz Experiment), 1885; NOTA BIOBIBLIOGRAFICA ìg «John Barrington Cowles» (John Barrington Cowles), 1886; «Un mosaico letterario» (A Literary Mosaic), 1886; «Il terrore della grotta di Blue John» (The Terror of Blue John Gap), 1892; «11 caso di Lady Sannox» (The Case of Lady Sannox), 1894; «L'imbuto di pelle» (The Leather Funnel), 1900; «L'orrore delle altezze» (The Horror of the Heights), 1913; «Il sotterraneo di Cheriton» (The Subterranean of Cheriton), 1918; «11 Vampiro del Sussex» (The Sussex Vampire), 1927.Di Arthur Conan Doyle la Newton Compton ha pubblicato: Tutto SherlockHolmes. 4 voll. (vol. 1: «Uno studio in rosso», «Il segno dei quattro», «Le avventure di Sherlock Holmes»; vol. ll: «Le memorie di Sherlock Holmes», «Il mastino dei Baskerville»; vol. lll: «11 ritorno di Sherlock Holmes», «La valle della paura»- vol. lv: «L'ultimo saluto di Sherlock Holmes»; «Il tac cuino di Sherlock Holmes»); trad. di Nicoletta Rosati Bizzotto, 19932, nella col lana Grandi Tascabili Economici.La mummia e altri racconti, a cura di Gianni Pilo, 1993, nella collana « 100 pagine 1000 lire».Un mondo perduto: la valle dei dinosauri, a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, 1993, nella collana «I classici Supertena.Cronologia dei Racconti Fantastici «The American's Tale», prima pubblicazione su London Society, 1880; poi come «The American's Story»

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su The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Silver Hatchet», prima pubblicazione su London Society, 1883; poi sulI ' antologia di Doyle Mysteries and A d ventures, London, Walter Scott, 1889.«The Captain of the Polestar», prima pubblicazione su Temple Bar, 1883; poi sull'antologia anonima (di AA.W.) Dreamland and Ghostland, London, George Redway, 1886- infine sull'antologia di Doyle, The Captain of the Polestar and other tales, London, Longmans & Green, 1890.«Selecting a Ghost», prima pubblicazione su London Society, 1883; poi come «The Secret of Goresthorpe Grange» sull'antologia anonima (di AA.VV.) Dreamland and Ghostland, London, George Redway, 1886; infine sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«J.Habakuk Jephson's Statement», prima pubblicazione su Cornhill, 1884; poi sull'antologia anonima (di AA.VV.) Dreamland and Chostland, London, George Redway,1886; infine sull'antologia di Doyle The Captain of the Polestar and other tales, London, Longmans & Green, 1890.«The Great Keinplatz Experiment», prima pubblicazione su Belgravia, 1885; poi sull'antologia anonima (di AA.VV.) Dreamland and Ghostland, London, George Redway, 1886; infine sull'antologia di Doyle The Captain of the Polestar and other tales, London, Longmans & Green, 1890.«A Literary Mosaic», prima pubblicazione su Boy's Own Paper, 1886; poi sull'antologia di Doyle The Captain of the Polestar and other tales, London, Longmans & Green, 1890; infine sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«John Barrington Cowles», prima pubblicazione su Cassell 's Saturday Journal, 1886; poi sull'antologia anonima (di AA.VV.) Dreamland and Ghostland, London, George Redway, 1886; poi sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Ring of Toth», prima pubblicazione su Cornhill, 1890; poi sull'antologia di Doyle The Captain of the Polestar and other tales, London, Longmans & Green, 1890; infine sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur 20 NOTA BIOBIBLIOGRAFICA~NOTA

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BIOBIBLIOGRAFICA Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.Traduzione italiana: «11 guardiano del Louvre», su Sf...ere Speciale Weird Tales.The Doings of Raffles Haw, ciclo completo di tre racconti accorporati in un unico «romanzo» di 15 capitoli (approssimativamente, ogni 5 capitoli è un racconto).Prima pubblicazione: The Doings of Raffles Haw, New York, J.W.Lovell, 1891; poi London, Cassell, 1910.Traduzione italiana: ll segrefo del milionario, Firenze, ed.Salani, 1908.«Lot no. 249», prima pubblicazione su Harpers Magazine, 1892; poi sull'antologia di Doyle Round the red lamp.Being facts and fancies of medical life, London, Methuen, 1894; infine sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Los Amigos Fiasco», prima pubblicazione su The Idier, 1892- poi sull'antologia di Doyle Round the red lamp..., London, Methuen, 1894; infine sull'antologia The Best Supernatural Stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Terror of Blue John Gap», prima pubblicazione su The Idier, 1892; poi sull'antologia di Doyle The Black Doetor and other tales of Terror and Mistery, New York, Doran, 1925.«The Parasite», prima pubblicazione su Harper's Weekly, 1894; poi in volume, London, Acme Library Service, Ed.Constable, 1894; e infine New York, Harper & Brothers, 1895.«The Case of Lady Sannox», prima pubblicazione (dato incerto) su Harper's Weekly, 1893; poi sull'antologia di Doyle Round the red lamp.Being facts and fancies of medical life, London, Methuen, 1894; infine sull'antologia The Conan Doyle Stories Omnibus, London, John Murray, 1929.«The Brown Hand», prima pubblicazione su Strand, 1899; poi sull'antologia di DoyleRound theFireStories, London, Smith&Elder, 1908; infinesull'antologia The Best Supernatural stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Leather Funnel», prima pubblicazione su McClure's, 1900; poi sull'antologia di Doyle Round the Fire Stories, London, Smith & Elder,

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1908; infine sull'antologia The Best Supernatural stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«Playing with Fire», prima pubblicazione su Strand, 1900, poi sull'antologia di Doyle Round the Fire Stories, London, Smith & Elder, 1908- infine sull' antologia The Best Supernatural stories of Arthur Conan Doyle, New York, Dover Publications, 1979.«The Horror of the Heights», prima pubblicazione su Everybody's Magazine, 1913; infinesull'antologia TheConanDoyleStoriesOmnibus, London, John Murray, 1929.Traduzione italiana: Racconti del terrore e del mistero, Milano, Rizzoli, 1954.«The Subterranean of Cheriton», prima pubblicazione in appendice a The New Revelation, London, stamp. in priv., 1918.«The Bully of Brocas Court», prima pubblicazione su Strand, 1921; poi sull'antologia di Doyle Tales of the Ring and the Camp, London, John Murray, 1922; infine sull'antologia The Conan Doyle Stories Omnibus, London, John Murray, 1929.«The Great Brown-Pericord Engine», racconto, prima pubblicazione su Strand, 1911.«The Silver Mirror», racconto, prima pubblicazione su Strand, 1900.«The Brazilian Cat», racconto, prima pubblicazione su Strand 1899.«The Maracot Deep», romanzo, prima pubblicazione: Strand, ;927/28 (serializzato); poi in volume, London, John Murray, 1929.Traduzione italiana: La città dell'Abisso, Casa Editrice Locatelli, Milano, 1929.«The Lost World», romanzo, prima pubblicazione: su Strand, 1912; poi in volume, London, Hodder & Stoughton, 1912.«The Poison Belt », romanzo, prima pubbl . su Strand ( 1913) ed edizione in volume iò., 1913.The iand of the Mist, romanzo, prima pubblicazione in volume: London, Hutchinson, 1926.«The Disintegration Machine», racconto, prima pubblicazione su Strand nel 1927- poi in volume nel 1929, in appendice a TheMaracot Deep, cit.«When the World Screamed», racconto, prima pubbl. nel 1929, in appendice a The Maracot Deep, cit.; ciclo completo in volume: The Professor Challenger Stories, London, John Murray, 1952.

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NEL PAESE DELLE NEBBIE CAPITOLO PRIMO I nostri inviati speciali partono Titolo originale: The Land of the Mist, 1926 IL famoso professor Challenger sta per essere vittima di una brutta avventura: il suo personaggio ha ispirato, abusivamente quanto maldestramente, un audace romanziere; e costui l'ha messo in situazioni impossibili al solo scopo di osservare le sue reazioni.Oh, le reazioni non si sono fatte attendere! Ha intentato un processo per diffamazione, ha iniziato un'azione giudiziaria (dichiarata improponibile) affinchè il libro fosse ritirato dalla circolazione, è passato (due volte) alle vie di fatto e, per finire, ha perduto il suo incarico di Conferenziere alla Scuola Londinese di Igiene Subtropicale.A parte queste quisquilie, l'affare è finito in modo più pacifico di quel che si sarebbe potuto credere.È vero che il professor Challenger non ardeva più dello stesso fuoco sacro.Le sue spalle da gigante si erano incurvate. La sua nera barba assira a forma di vanga era disseminata di fili grigi.L'aggressività dei suoi occhi era diminuita.IL suo sorriso dimostrava minor compiacimento di sè.La sua voce tuonava ancora, ma non spazzava più via così rapidamente chi lo contraddiceva.Senza dubbio era ancora pericoloso, e lo sapeva bene chi gli stava vicino.IL vulcano non era spento: dei sordi boati tenevano costantemente sospesa la minaccia di un'eruzione.Aveva ancora molto da imparare dalla vita, ma dimostrava un po' più di tolleranza nell'apprendere.Tale cambiamento aveva una causa precisa: la morte di sua moglie.Quell'uccellino aveva- fatto il nido nel cuore del grand'uomo, che le accordava tutta la tenerezza e tutta la galanteria cui il debole ha diritto da parte del forte.Cedendo su tutto, lei aveva vinto in tutto, come può fare una donna dolce e piena di tatto.Quando era morta all'improvviso per una polmonite causata da un'influenza, il professore aveva vacillato, aveva piegato le ginocchia.Si era poi rialzato, con il sorriso triste del pugile barcollante pronto a combattere ancora tante riprese contro il Destino: ma non era più lo stesso uomo.

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Se non avesse avuto l'appoggio e l'affetto di sua figlia Enid, non si sarebbe mai rimesso dal colpo.Fu lei che, con abilità e intelligenza, lo distrasse con tutti gli argomenti che potevano eccitare la sua natura combattiva e accen 26 NEL PAESE DELLE NEsslE dere nel suo spirito una scintilla, in modo che tornasse a vivere per il presente e non più nel passato.Quando lo rivide ardente nelle controversie, arrabbiato contro i giornalisti, e in genere sgradevole verso tutti i suoi interlocutori, capì che era in via di guarigione.Enid Challenger era una ragazza notevole, e merita un paragrafo tutto per sè.Aveva i capelli neri del padre, e della madre gli occhi azzurri e la carnagione chiara: il suo tipo di bellezza non passava inosservato.Possedeva una forza tranquilla.Fin dall'infanzia aveva dovuto scegliere fra due prospettive: conquistare l'autonomia da suo padre o acconsentire ad essere schiacciata, ridotta allo stato di automa.Lei aveva saputo conservare la sua personalità, ma con grazia e, soprattutto, con elasticità: si piegava davanti alla collera del professore e si raddrizzava subito dopo.Più tardi aveva trovato troppo opprimente questa eterna costrizione: vi era sfuggita cercando di raggiungere l'indipendenza economica.Aveva lavorato per la stampa di Londra e aveva fatto lavori di ogni tipo che le avevano procurato una certa notorietà a Fleet Streetl.Agli inizi era stata aiutata da un vecchio amico di suo padre (e forse del lettore): Edward Malone, della Daily Gazette.Malone era sempre l'irlandese atletico che si era guadagnato il berretto di giocatore nazionale di rugby, ma la vita aveva smussato gli angoli del suo carattere: era più padrone di sè, più riflessivo.Il giorno in cui aveva definitivamente appeso al chiodo le scarpe d a football, aveva messo in soffitta anche molte altre cose.I suoi muscoli avevano forse perduto un po' di vigore e le sue giunture non erano plÙ così mobili, ma il suo spirito ne aveva acquistato in profondità e acume.L'uomo aveva preso il posto del bambino.Fisicamente, il suo aspetto era poco cambiato.I suoi baffi erano più folti, le spalle meno quadrate; la fronte si era arricchita di qualche linea scavata dalla meditazione, poichè i nuovi

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problemi del dopoguerra che incombevano sul mondo vi avevano lasciato le loro tracce.Del resto, perbacco, si era fatto un nome nel giornalismo e una certa fama nel mondo delle lettere.Non era sposato.Secondo alcuni, la sua condizione di scapolo era appesa a un filo, che si sarebbe spezzato il giorno in cui la signorina Enid Challenger avesse consentito ad occuparsene.E quelli che lo affermavano, se lo auguravano per lui.La sera di quella domenica d'ottobre, i lumi cominciavano a perforare la nebbia che fin dalle prime ore dell'alba avvolgeva Londra in un velo opaco.L'appartamento del professor Challenger, a Victoria West Gardens, si trovava al terzo piano.Una spes ' La strada londinese nella quale si trovano le sedi dei maggiori quotidiani (N.d.C.).1.1 NOSTKI INvlATI SPECIALI PARTONo 27 sa foschia premeva sui vetri.In basso, la strada era invisibile: la si indovinava solo grazie alla linea di macchie gialle poste a intervalli regolari: la circolazione, ridotta come tutte le domeniche, faceva sentire un ronzio sordo.IL professor Challenger, vicino al camino, aveva steso le sue gambe corte e arcuate, e aveva infilato le mani in fondo alle tasche dei pantaloni.La sua tenuta aveva il marchio dell'eccentricità che accompagna sempre il genio: una camicia dal collo aperto, un grande foulard di seta marrone, una giacca da smoking di velluto nero; con la sua barba-fiume, rassomigliava a un vecchio artista in piena vita bohèmienne.Vicino a lui era seduta sua figlia, vestita per uscire: cappello a campana, corto vestito nero, insomma tutto l'apparato alla moda che snatura così bene le bellezze naturali.Malone, con il cappello in mano, aspettava vicino alla finestra.«Penso che dovremmo andare, Enid.Sono quasi le sette», disse.Si erano messi a scrivere in collaborazione una serie di articoli sulle diverse comunità religiose di Londra: ogni domenica sera uscivano insieme per visitarne una nuova, cosa che procurava loro del buon materiale per la Gazette.

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«La seduta non comincia prima delle otto, Ted ! Abbiamo tempo.» «Si sieda, signore! Si sieda!», tuonò Challenger, tirandosi la barba come era sua abitudine quando non ne poteva più. «Non c'è niente che mi dia più fastidio del sentire qualcuno in piedi dietro a me! La consideri un'eredità dei miei antenati, che temevano il pugnale; questo timore persiste...Perfetto! Per amor del cielo, posi il cappello ! Lei ha sempre l'aria di voler prendere un treno al volo ! » «Questa è la vita del giornalista», sospirò Malone. «Se non prendiamo il treno, restiamo alla stazione.Enid stessa comincia a rendersene conto.Ma lei ha ragione: abbiamo tempo.» «Quante chiese avete visitato?», domandò Challenger.Enid consultò una piccola agenda prima di rispondere: «Ne abbiamo visitate sette.Prima di tutto l'Abbazia di Westminster, che è la chiesa ideale quanto a decoratività.Poi Sant'Agata, per l'alto clero, e Tudor Place, per il basso clero.In seguito abbiamo visitato la Cattedrale di Westminster per i Cattolici, Endell Street per i Presbiteriani, e Gloucester Square per gli Unitari.Ma questa sera cercheremo di introdurre un po' di novità nella nostra inchiesta: andremo dagli spiritisti».Challenger soffiò come un bisonte infuriato.«E la settimana prossima andrete per manicomi, suppongo? 28 NEL PAESE DELLE NEBBIE Non vorrà farmi credere, Malone, che questa gente che crede ai fantasmi ha delle chiese per il suo culto?» «Mi sono informato.Prima di cominciare un'inchiesta, mi preoccupo sempre di raccogliere dati e fatti: questi almeno sono freddi, oggettivi.In Gran Bretagna gli spiritisti hanno più di quattrocento templi ufficialmente registrati.» Gli sbuffi di Challenger evocarono allora tutto un branco di bisonti.«Decisamente non ci sono limiti all'idiozia e alla credulità della specie umana.Homo sapiens? Homo idioticus! E chi pregano in questi templi? I fantasmi?» «È proprio quello che vogliamo mettere in chiaro.Dovremmo trovare materiale per dei buoni articoli.Non ho bisogno di dirle che condivido interamente il suo punto di vista, ma ne ho parlato di recente con Atkinson, dell'ospedale Santa Maria. È un chirurgo in ascesa: lo conosce?» «Ne ho sentito parlare.

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Uno specialista del sistema cerebrospinale, vero?» «Sì.Un tipo equilibrato. È considerato un'autorità per quanto riguarda la ricerca psichica...Avrà capito che così si chiama la nuova scienza, che si è specializzata in questi problemi.» «Una scienza, nientemeno?» «Perlomeno la chiamano scienza.Sembra che Atkinson prenda questa gente sul serio.Quando ho bisogno di un riferimento, consulto lui: conosce a menadito tutto quello che è stato scritto to sulle loro idee.Li descrive come "pionieri della specie umana".» «Pionieri di un mondo di spostati! », brontolò Challenger. «E lei dice che esistono libri su di loro! Quali libri Malone?» «Ebbene, ecco un'altra sorpresa! Atkinson ha raccolto più di cinquecento volumi, e si lamenta che la sua biblioteca psichica sia molto incompleta.Possiede opere francesi, tedesche, italiane, senza contare quelle scritto te dagli Inglesi.» «Allora ringraziamo Dio che questa stupidità non sia un'esclusiva della nostra povera vecchia Inghilterra.Si tratta di un'assurdità pestilenziale, Malone! Mi capisce?» «Li hai letti, papà?», chiese Enid.«Leggerli? Io? Quando non ho a disposizione nemmeno la metà del tempo che mi serve per leggere quello che mi interessa? Enid, sei proprio una sciocca, figlia mia!» «Scusa, papà.Ma tu ne parlavi con tanta sicurezza, che pensavo li avessi letti.» La grossa testa di Challenger oscillò come un pendolo, ma il suo sguardo di leone restò fisso su sua figlia.«Non ti immaginerai mica che uno spirito logico, un cervello di 1.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI PARTONO 29 prim'ordine, abbia bisogno di leggere e studiare per accorgersi di un'imbecillità così evidente? Devo forse approfondire la matematica per confutare chi mi assicura che due più due fa cinque? O devo ristudiare la fisica, rituffarmi nei Principia2, perché un imbroglione o un pazzo mi assicurano che una tavola può alzarsi in aria malgrado la legge di gravità? Ci vogliono cinquecento volumi per informarci con certezza su qualcosa di cui giudicano i tribunali ogni volta che un impostore è trascinato davanti a loro? Enid, mi vergogno di te!» Sua figlia si mise a ridere allegramente.«Su, papà, non ti arrabbiare! Lasciamo perdere.In realtà condivido quello che senti.» «Resta il fatto», obiettò Malone, «che diverse menti notevoli sostengono la causa dello spiritismo.

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Non penso che si possa ridere davanti ai nomi di Lodge, Crookes3, e tanti altli...>> «Non sia stupido, Malone! Quale grande mente non ha le sue debolezze? È una specie di reazione contro l'ovvietà del buonsenso.Può succedere, talvolta che ci si trovi disposti ad accettare l'assurdo.Ecco cosa è successo a quella gente. . .No, Enid, non ho letto le loro tesi, e non le leggerò: ci sono cose che passano i limiti.E poi, se riapriamo tutti i vecchi dibattiti, quanto tempo ci rimarrà per andare avanti e studiare i nuovi problemi? La faccenda è sistemata: dal buonsenso, dalla legge inglese, e dal consenso generale degli europei sani di mente.» «Dopodichè», disse Enid, «non c'è più niente da dire!» «Tuttavia», continuò Challenger come se non avesse sentito, «devo ammettere che possono sorgere dei malintesi e che forse meritano delle scuse...» Abbassò la voce, e i suoi grandi occhi grigi guardarono tristemente nel vuoto.«...Potrei raccontarvi alcuni esempi in cui l'intelligenza più lucida, anche la mia, può talvolta vacillare.» Malone fiutò la possibilità di un pezzo: «Davvero, signore?».Challenger esitò.Sembrava che lottasse con se stesso.Aveva voglia di parlare, ma parlare gli costava.Tuttavia, con un movimento brusco, si lanciò: «Non te ne ho mai parlato, Enid...Era troppo... troppo intimo! Forse anche troppo assurdo.Mi sono vergognato di essermi 2 1l testo di Newton nel quale sono gettate le basi della dinamica, e di tutta la fisica moderna (N.d.C.).3 Eminenti scienziati inglesi coinvolti nel movimento spiritista.Di Lodge (pioniere, fra l'altro, degli studi sulle onde radio), e dei suoi rapporti con Conan Doyle, si è già detto nell' « I ntroduzione» a questo volume William Crookes ( 183 2-1919) , celebre chimico e fisico , fu l'inventore del tubo catodico, che rese possibile la televisione (N.d.C.).30 NEL PAESE DELLE NEBBIE~F1.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI PARTONO31 lasciato turbare.Ma, dopotutto, questo dimostra che anche i più equilibrati possono essere sorpresi...» «Lei crede, signore?», chiese il giornalista.«Mia moglie era appena morta.Lei la conosceva, Malone, e sa Ciò che la sua morte ha rappresentato per me.

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Era la sera dopo la cremazione...Orribile, Malone! Orribile!...Ho visto quel caro piccolo corpo scendere scivolando, scendere...E poi il bagliore della fiamma...Quindi la porta che si è chiusa...» Rabbrividì e si passò sugli occhi una grossa mano pelosa.« . . .Non so perché ve lo racconto; è la piega che ha preso la conversazione.Forse lo considererete un avvertimento.Quella sera, dunque, la sera dopo la cremazione, caddi a sedere nel salotto.Questa povera ragazza mi imitò e si addormentò quasi subito: non ce la faceva più.Lei è venuto a Rotherfield, Malone.Si ricorda il salotto grande? Ero seduto vicino al camino: la stanza era immersa nell'ombra, e l'ombra sommergeva anche il mio spirito.Avrei dovuto dire a Enid che andasse a letto, ma lei si era sistemata in una poltrona, e non volevo svegliarla.Era circa l'una del mattino...Rivedo la luna che brillava dietro i vetri colorati.Ero seduto a ruminare la mia tristezza.Poi, tutt'a un tratto, ci fu un rumore. . . » «Un rumore?» «Sì.Da principio molto debole: una specie di tic-tac.Poi diventò più forte, più chiaro: un netto toc, toc, toc.Ed ecco ora una coincidenza bizzarra, quel genere di cose da cui nascono le leggende quando le raccontate ai creduloni.Sappia che mia moglie aveva un modo speciale di battere alla porta: era una specie di motivetto che lei tamburellava con le dita.E io l'avevo imitata, così sapevamo sempre quando era uno di noi due che bussava...Già...Ebbene, mi sembròero teso, vero? Teso in modo anormalemi sembrò che quel toc-toc-toc riproducesse proprio quel motivetto ritmico che tamburellavano le sue dita.Ed ero incapace di localizzarlo.Può immaginare, Enid, se ci ho provato! Era sopra di me, da qualche parte sul soffitto.

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Avevo perso la nozione del tempo, ma sono certo che quel segnale si è ripetuto almeno una dozzina di volte.» «Oh, papà, non me lo hai mai detto!» «No, ma ti ho svegliata.Ti ho domandato di restare seduta vicino a me senza muoverti per un po' di tempo.» «Sì, mi ricordo.» «Ebbene, siamo rimasti seduti, ma il rumore non si è più fatto sentire.Evidentemente era un'allucinazione.Oppure un insetto nel legno.O l'edera mossa dal vento sul muro esterno.E il mio stesso cervello ha fornito il ritmo.Ecco come facciamo di noi stessi degli stupidi e dei pazzi.Ma ho scoperto qualcosa: ho com tpreso fino a che punto un uomo intelligente può essere ingannato 6.dalle sue stesse emozioni. » 00«Ma come fa lei, signore, a sapere che non fosse la signora Challenger? » «Assurdo, Malone! Assurdo, assolutamente assurdo! Le dico che l'avevo vista nel forno crematorio.Che cosa è rimasto di lei dopo? » «La sua anima, il suo spirito...» Challenger scosse tristemente la testa.«Quando quel caro corpo s'è dissolto nei suoi elementi, quando gli elementi gassosi si sono mescolati all'aria e quando gli elementi solidi sono stati trasformati in polvere grigia, tutto è stato consumato, finito.Non è rimasto più nulla.Lei aveva rappresentato la sua parte; l'aveva rappresentata in modo magnifico, nobilmente.Ma ormai la sua parte era terminata: la morte fa finire tutto, Malone ! Questa storia dell'anima non è che l'animismo dei selvaggi: una superstizione, un mito.Come fisiologo posso produrre il delitto o la virtù mediante un semplice controllo vascolare o l'eccitazione cerebrale.Mediante un'operazione chirurgica posso trasformare un Jekyll in uno Hyde.C'è anche chi è capace di farlo con la suggestione psicologica.E anche l'alcool ne è capace.E così pure gli stupefacenti...No, Malone: la sua ipotesi è assurda! Là dove l'albero cade, là resta a terra.Non c'è domani...

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C'è la notte: una notte eterna... e un lunghissimo riposo per ìl lavoratore stanco.» «È una filosofia ben triste!» «Meglio triste che sbagliata.» «Forse...Bisogna esser virili per guardare in faccia il peggio.Non posso contraddirla; la mia ragione è d'accordo con lei.» «Ma il mio istinto è contrario! », esclamò Enid. «No, no, non potrò mai crederlo!» Si appese al collo taurino del padre per dire: « . . .Papà, non devi pensare che tu, con il tuo potente cervello e la tua meravigliosa personalità, non valga più di un orologio rotto!».«Quattro secchi d'acqua e un sacchetto di sali! », sorrise Challenger liberandosi dall'abbraccio di sua figlia. «Ecco che cos'è tuo padre, bambina mia! Abitua la tua mente a quest'idea.Adesso sono le otto meno venti.Se lei può, Malone, torni qui stasera, e mi racconterete le vostre avventure nel regno dei pazzi.» CAPITOLO SECONDO Una serata in strana compagnia Gli affari di cuore tra Enid Challenger ed Edward Malone non presentano il minimo interesse per il lettore, per la buona ragione che non ne presentano alcuno per l'autore.Cadere nell'invisibile imboscata dell'amore è il destino comune dei giovani.Ora, in questo racconto, noi intendiamo trattare argomenti meno banali e di maggiore importanza.Abbiamo accennato ai sentimenti nascenti dei due giovani soltanto per spiegare i loro rapporti di cameratismo franco e intimo.Se la specie umana ha fatto qualche progresso, almeno nei paesi anglo-celtici, ciò è dovuto al fatto che le maniere ipocrite del passato sono state abolite, e che ragazzi e ragazze possono oggi incontrarsi sotto gli auspici di un'amicizia sana e onesta.IL taxi fermato da Malone portò i nostri due inviati speciali in fondo ad Edgware Road, in una strada laterale chiamata Helbeck Terrace.A metà strada, la tetra fila di case di mattoni era interrotta da un portale dal quale usciva un fiotto di luce.IL taxi frenò, e il conducente aprì lo sportello.«Ecco il tempio degli spiritisti, signore», annunciò.E aggiunse con la voce asmatica caratteristica di chi deve uscire con ogni tempo: «Stupidaggine! Ecco come lo chiamo, io!>).Dopo essersi scaricato la coscienza risalì sul suo mezzo e, ben presto, il suo fanalino posteriore non fu che un piccolo cerchio smorto nella notte.

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Malone scoppiò a ridere.« Vox populi, Enid! Questo è quel che pensa la gente.» «Anche noi!» «Sì.Ma noi faremo un gioco onesto.Non penso che quel conducente sia un campione di oggettività.Perbacco, saremmo veramente sfortunati se non riuscissimo a entrare!» Davanti alla porta c'era infatti molta gente: sui gradini, un uomo fronteggiava la folla e agitava le braccia per trattenerla.«Inutile, amici miei! Mi rincresce moltissimo, ma non c'è niente da fare.Hanno già minacciato due volte di denunciarci perché intasiamo il traffico.» Prese un tono ironico: E es l' 2.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA 3 3 «Non ho mai sentito dire che una chiesa ortodossa abbia avuto delle noie perché attirava troppa gente...Nossignore, no!».«Sono venuta a piedi da Hammersmith!», gemette una voce.La luce illuminò il viso ardente e ansioso di una donna in nero con un bimbo in braccio.«Lei è venuta per la chiaroveggenza, signora?», disse l'uomo all'ingresso che aveva capito. «Ecco: scriva qui il suo nome e indirizzo.Le scriverò, e la signora Debbs le concederà un consulto gratuito.Sarà meglio così che aspettare fra la folla; tanto più che, con la migliore volontà del mondo, non potrà entrare.L'avrà tutta per sè.No, signore, non vale la pena di spingere...Cosa?...La stampa? » Aveva preso Malone per un gomito.«La stampa, ha detto? La stampa ci boicotta, signore.Se ne dubita, dia un'occhiata alla lista dei servizi religiosi del Times del sabato: non è certo là che verrà a sapere dell'esistenza degli spiritisti. . .Per quale giornale lavora, signore? . . .IL Daily Gazette.Bene, bene, facciamo dei progressi, vedo!...Anche la signora?...Un servizio speciale, che onore! Mi stia vicino, signore: vedrò quel che posso fare.Chiudi le porte, Joe! Non insistete, amici miei.Quando la cassa sarà più ricca, avremo più spazio per voi.

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E ora, signorina, da questa parte, prego...» Da questa parte, voleva dire giù per la strada e per un vicolo laterale fino ad una porticina sopra la quale brillava una lampada rossa.«Devo mettervi sulla pedana: non c'è più nemmeno un posto in piedi nella sala.» «Bontà divina!», esclamò Enid.«Sarà tra le prime file, signorina e, se sarà fortunata, forse beneficerà di una lettura spiritica.Succede spesso che le persone vicino al medium siano favorite.Entri, signore, prego.» Entrarono in una stanzetta che puzzava di chiuso; cappelli e soprabiti erano appesi ai muri di un bianco dubbio.Una donna magra e austera, i cui occhi scintillavano dietro gli occhiali, si stava scaldando le mani scarne ad un piccolo fuoco.Un uomo grande e grosso, dal viso pallido, i baffi rossi e gli occhi di uno strano azzurro chiaro (gli occhi di un marinaio di lungo corso), era immobile nell'atteggiamento inglese tradizionale, dando la schiena al camino.Un ometto calvo, con enormi occhiali dalla montatura di corno, e un ragazzo atletico con un completo blu, erano gli altri membri del gruppo.«Gli altri sono già sulla pedana, signor Peeble.Non ci sono più che cinque sedie per noi», disse l'uomo grosso.«Lo so, lo so», rispose l'uomo che si chiamava Peeble e che, alla luce, mostrava un fisico asciutto, tutto nervi e muscoli. «Ma si _Zo NEL PAESE DELLE NEBBIE~ tratta della stampa, signor Bolsover.Il Daily Gazette.No, un ser-F VIZIO specialeMalone e Challenger.Vi presento il nostro presi- F: dente, il signor Bolsover.Ed ecco la signora Debbs, di Liverpool, la famosa veggente.Ecco il signor James, e questo giovane genti luomo è il nostro energico segretario, il signor Hardy Williams.Il signor Williams è un asso nel raccogliere denaro.Tenete d'occhio il vostro portafogli se il signor Williams vi gira intorno.» Tutti si misero a ridere.«La questua si farà più tardi», disse il signor Williams.«Un buon articolo sarebbe il miglior contributo!», intervenne il presidente. «Non ha mai assistito a una seduta, signore?» «No», rispose Malone.«Dunque non è molto informato, suppongo?» «No, non sono informato per niente.» «Allora dobbiamo aspettarci una stroncatura! In un primo momento si vede solo il lato umoristico delle cose.

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Lei scriverà percio un resoconto molto divertente.Noti che da parte mia non trovo niente di comico nello spirito di un marito deceduto o di una sposa defunta: averne rispetto è un fatto di gusto, certamente, e anche di cultura.Quando non si sa, come si può parlare con pretese di serietà? Ma non biasimo nessuno.Una volta, eravamo quasi tutti come quelli che ora ci criticano.Io ero uno degli uomini di Bradiaugh, ed ero agli ordini di Joseph MacCabe4 finchè non venne il mio vecchio padre a tirarmene fuori." «Fortunatamente per te!», fece la medium di Liverpool.«Fu la prima volta in cui scoprii di avere un potere personale.L ho visto come vedo voi adesso.» «E l'ora!», intervenne il signor Peeble chiudendo la calotta del suo orologio. «Lei è a destra della poltrona, signora Debbs; vuole entrare per prima? Poi lei, signor presidente, quindi voi due, e io per ultimo.Si metta a sinistra, signor Hardy, e diriga gli inni.Gli spiriti hanno bisogno di essere scaldati, e lei è capace di farlo.E ora andiamo, prego!» La pedana era già affollata, ma i nuovi venuti si aprirono la strada in mezzo ad un mormorio di benvenuto.Il signor Peeble diede qualche spallata, supplicò, e due posti apparvero sul banco, un po' indietro: Enid e Malone vi si installarono.Ci si trovavano molto bene, perché potevano nascondersi per prendere appunti.«Che cosa ne pensi?», sussurrò Enid.«Nessuna impressione per il momento.» «Neanch'io», disse lei. «Ma è lo stesso molto interessante » Che siate o no d'accordo con loro, la gente seria è sempre inte 4 Charles Bradiaugh (1833-1891) era un politico radicale inglese propugnatore dell'ateismo e nemico dell'influsso religioso sulla cultura.MacCabe era un suo collaboratore 2.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA 35 ressante.E quella folla, senza dubbio, era estremamente seria.La sala era piena zeppa in ogni fila, e i visi erano rivolti verso la pedana.Avevano un'aria di famiglia: le donne erano un po' più numerose degli uomini.L'uditorio non si sarebbe potuto definire distinto, nè composto da intellettuali, ma in media avevano un aspetto sano, onesto, ragionevole: piccoli commercianti, capireparto dei due sessi, artigiani agiati, donne

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delle classi medie con responsabilità di famiglia e, naturalmente, qualche giovane in cerca del sensazionale.Questo era il tessuto sociale che appariva all'occhio esperto di Malone.Il grosso presidente si alzò e fece silenzio con la mano.«Amici miei», disse, «abbiamo dovuto ancora una volta negare l'ingresso a molte persone che avrebbero voluto essere con noi stasera.Se disponessimo di mezzi più abbondanti, avremmo maggiore spazio: il signor Williams, alla mia sinistra, sarà lieto di intrattenersi con coloro che fossero interessati alla cosa.La settimana scorsa ero in un albergo: al di sopra del bancone della reception c'era un cartello: "Non si accettano assegni".IL nostro fratello Williams non vi farà discorsi di questo genere: provate per credere.» Una risata percorse l'uditorio.L'atmosfera assomigliava più a quella di una sala per conferenze che a quella di una chiesa.«C'è ancora una cosa che desidero dirvi prima di sedermi.Non sono qui per parlare.Sono qui per tacere, e intendo farlo non appena sarà possibile.Ma vorrei domandare agli spiritisti convinti di non venire la domenica sera: occupano dei posti che potrebbero essere occupati da profani. È preferibile per la nostra causa che i curiosi possano entrare, e vedere.Voi avete trovato posto: ringraziate Dio.Ma date anche agli altri una possibilità! » E il presidente ricadde sulla sua poltrona.Il signor Peeble saltò in piedi.Evidentemente faceva la parte dell'uomo utile che emerge in ogni società e che ne prende plÙ O meno il comando.Con il suo viso ascetico e passionale e le mani sottili, aveva l'aria di un traliccio vivente: l'elettricità sembrava scaturire dalla punta delle sue dita.«L'inno numero uno!», gridò.Un armonium prese a suonare e il pubblico si alzò in piedi.Era un bel cantico che si elevò con vigore: Dall'eterna riva del Cielo un soffio rapido è passato sul mondo.Le anime che hanno trionfato sulla Morte si volgono ancora una volta verso la terra.Il vigore crebbe per il ritornello: Ecco perché noi siamo in festa, perché cantixuno con gioia.

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O Sepolcro, dov'è la tua vittoria, o Morte, dov'è il tuo pungiglione? Sì, quella gente era seria! E non sembrava essere di carattere particolarmente debole.Tuttavia, Enid e Malone non poterono evitare di provare un sentimento di grande pietà nel contemplarli.Com'è triste essere ingannati, presi in giro da impostori che utilizzano i sentimenti più sacri e i morti per truffare! Che cosa sapevano, quei poveri disgraziati, delle leggi fredde e immutabili della scienza? «E ora», urlò il signor Peeble, «domanderemo al signor Munro, dell'Australia, di recitare l'invocazione.» Un uomo anziano, a cui la barba irsuta e il fuoco che covava negli occhi davano l'aria di un selvaggio, si alzò in piedi, e per qualche secondo rimase a testa bassa.Poi cominciò a pregare; ed era una preghiera molto semplice, assolutamente non preparata prima.Malone annotò la prima frase: «O Padre, siamo persone molto ignoranti e non sappiamo come entrare in comunicazione con te! Ma ti pregheremo meglio che possiamo...».Tutto era su questo tono umile.Enid e Malone si scambiarono un'occhiata d'intesa.Vi fu un altro inno, meno riuscito del precedente, dopodichè il presidente annunciò che il signor James Jones, del Galles del Nord, avrebbe reso pubblico un messaggio ipnotico che gli era stato trasmesso dal suo ben conosciuto corrispondente psichico, Alasha d'Atlantide.Il signor James Jones, un ometto vivace e deciso con un completo a quadri, si fece avanti e cominciò col rimanere un minuto buono immerso in una profonda meditazione.Poi, un violento tremito lo scosse, e si mise subito a parlare Bisogna ammettere che, a parte una certa fissità dello sguardo e il luccichio vuoto degli occhi, niente indicava che l'oratore potesse essere qualcuno di diverso dal signor James Jones del Galles del Nord.Bisogna anche segnalare che, dopo il fremito che aveva agitato all'inizio il signor Jones, toccò all'assemblea agitarsi, tanto divenne evidente che uno spirito di Atlantide potesse annoiare a morte un uditorio londinese.Le banalità si ammucchiavano sulle sciocchezze: il che spinse Malone a dire a Enid che se Alasha era un autentico rappresentante della popolazione di Atlantide, era più che giusto che la sua terra natale fosse stata inghiottita dall'Oceano Atlantico.

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Quando, con un nuovo fremito alquanto melodrammatico, il signor Jones uscì dal suo stato d'ipnosi, il presidente si alzò: era NEL PAESE DELLE NEBBIE=2.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA 37 tvisibilmente deciso ad impedire all'abitante di Atlantide di mani rfestarsi di nuovo.E«Stasera abbiamo fra noi», esclamò, «la signora Debbs, la ce lebre chiaroveggente di Liverpool.La signora Debbs, come molti di voi sanno, è stata generosamente gratificata di molti di quei do ni dello spirito di cui parla San Paolo e, in particolare, quello di vedere gli spiriti.Tali fenomeni dipendono da leggi al di là della nostra comprensione, ma un'atmosfera di comunione e simpatia è essenziale: la signora Debbs richiede perciò i vostri auguri e le vostre preghiere, mentre si sforza di stabilire un rapporto con l'u na o l'altra di quelle luci dell'Aldilà che questa sera potrebbero onorarci della loro presenza.» Il presidente si rimise a sedere e la signora Debbs si alzò fra ap plausi discreti.Molto alta, pallida e magra, aveva un viso segali gno e i suoi occhi brillavano dietro gli occhiali cerchiati d'oro.Si mise di fronte all'assemblea e piegò la testa: pareva che ascoltas se.«Vibrazioni!», esclamò infine. «Ho bisogno di vibrazioni che mi aiutino.Suonatemi un versetto sull'armonium, per favore.» Lo strumento attaccò: «Gesù, voi che amate la mia anima. . . ».L'assemblea stava in perfetto silenzio, al tempo stesso impaziente e timorosa.La sala disponeva di un'illuminazione piuttosto ri dotta, e ombre nere riempivano gli angoli.La veggente abbassò ancora la testa come se tendesse l'orecchio, poi alzò la mano e la musica tacque.«Fra poco ! Fra poco ! Ogni cosa a suo tempo ! », disse la signora Debbs dirigendosi verso un compagno invisibile; poi si rivolse al l'assemblea aggiungendo: «Non mi pare che stasera le condizioni siano delle migliori.Comunque farò ciò che posso, e così pure lo ro.Ma anzitutto devo parlarvi».E parlò.Quello che disse, fece ai due profani l'effetto di un bal bettio incomprensibile.Il discorso non aveva un nesso logico; tut tavia, ogni tanto, una frase o qualche parola si distaccavano cu riosamente e catturavano l'attenzione.

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Malone chiuse la stilogra fica e se la rimise in tasca.A che serviva prendere appunti sulle di vagazioni di una psicotica? Un frequentatore assiduo seduto vici no a lui notò la sua aria disgustata e mormorò: «Sta sintonizzandosi.Sta aggiustando la sua lunghezza d'on da. È tutta una faccenda di vibrazioni.Ah, eccoci! ».La donna si era interrotta nel mezzo di una frase.Il suo lungo braccio che terminava con un indice tremante, scattò in avanti.Stava indicando una signora di mezza età in seconda fila.«Lei! Sì: la donna con la piuma rossa! La signora grossa qui davanti .Sì, lei ! Vedo uno spirito che prende forma alle sue spalle.È un uomo. È un uomo alto: almeno un metro e ottanta.Ha la f ò NEL PMSE DELLE NEBBIEM2.UNA SEOTA IN STRANA WMPAGNIA39 fronte ampia, occhi grigio-azzurri, mento lungo, baffi bruni, volto rugoso.Lo riconosce, amica mia?» La signora grossa parve turbata, ma scosse negativamente la testa.«Bene.Vediamo se posso aiutarla.Ha in mano un libro. . . un libro scuro con un fermaglio.Un registro come quelli che si usano negli uffici.Leggo le parole: "Assicurazioni Scozzesi".Questo le dice qualcosa?» La signora si morse le labbra e scosse la testa.«Bene.Posso confidarle anche che è morto dopo una lunga malattia.Mi suggeriscono: un male al petto... asma.» La signora grossa continuò a negare, ma una donnina dal viso minuto, due file più indietro, si alzò infuriata.«E il mio uomo, signora.Ditegli che non voglio aver più niente a che fare con lui», poi si sedette con aria decisa.«Sì, lei ha ragione.Ora si sta spostando verso di lei.Prima, era più vicino all'altra.Ha l'aria molto triste.Non è bello, sa, mostrarsi duri verso i defunti! Perdonate e dimenticate: punto e basta.

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Ho ricevuto un messaggio per lei.Eccolo: "Fallo, e la mia benedizione ti accompagnerà".Questo significa qualcosa per lei?» La donna furiosa sembrò improvvisamente contenta e fece un cenno affermativo con la testa.<(Benissimo! o, disse la veggente che, improvvisamente, tese un braccio verso la folla che stava vicino alla porta. «Per il soldato! . . .» Un soldato in kaki, con la faccia stupita, stava effettivamente vicino alla porta.«Come, per il soldato?», chiese.«E un militare: ha i galloni da caporale. È un uomo grosso con i capelli sale e pepe.Sulle spalline ha uno scudo giallo.Leggo le iniziali J. H. Lo conosce?» «Sì, ma è morto!», rispose il soldato.Non si era reso conto di trovarsi in un tempio dello spiritismo, e la seduta restava un mistero per lui.I suoi vicini cominciarono a spiegargli di cosa si trattava.«Buon Dio!», esclamò.E sparì fra le risate dell'assemblea.Nell'intervallo, Malone sentiva la medium che bisbigliava continuamente con qualcuno invisibile.«Sì, sì, ma aspetti il suo turno! Parli, donna! Ebbene, si metta vicino a lui.Come posso saperlo?...Va bene.Se posso, lo farò.» Sembrava l'usciere d'un teatro chemetteva in ordine una fila in attesa.Il tentativo seguente finì con uno smacco completo.Un robusto pezzo d'uomo con lunghe basette rifiutò di interessarsi a un F; rS l gentiluomo anziano che pretendeva d'essere suo cugino.La medium lavorò con una pazienza ammirevole, ritornando continuamente all'assalto con nuovi particolari, ma l'uomo rimase fermo sulle sue posizioni.«È uno spiritista, amico mio?» «Sì, da dieci anni.» «Allora lei non ignora che vi sono delle difficoltà.» «Sì, lo so.» «Rifletta ancora.Può tornarle in mente più tardi.Lasciamo stare per ora.Però mi dispiace, per il suo amico...» Seguì una pausa, di cui profittarono Enid e Malone per scambiarsi qualche impressione.«Cosa ne pensi, Enid?» «Non lo so.

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Mi si confondono le idee.» «Credo che si tratti per metà di un gioco di indovinelli, e per l'altra metà di trucchi fra compari.Questa gente appartiene tutta alla stessa parrocchia e, naturalmente, conoscono reciprocamente i loro fatterelli.E se non li conoscono, possono sempre informarsi. » «Qualcuno ha dichiarato che era la prima volta che la signora Debbs veniva qui.» «Sì, ma possono dirigerla facilmente.Non è che ciarlataneria e bluff.Usati con intelligenza, peraltro! Ma bisogna che siano dei ciarlatani; altrimenti, pensa a ciò che questo implicherebbe!» «La telepatia, forse?» «Sì, deve entrarci un po' .Ascolta: eccola che riparte!» Il tentativo che fece riuscì meglio del precedente.In fondo alla sala, un uomo in lutto riconobbe sua moglie e la rivendicò.«Mi danno il nome di Walter.» «Sì, è il mio.» «La chiamava Wat?» «No.» «Ebbene, adesso la chiama Wat. "Dite a Wat di dire ai bambini che voglio loro molto bene. " Ecco come ho saputo di Wat .Sta in pena per i bambini.» «È sempre stata in pena per loro.» «Allora non è cambiata.Non cambiano.. .I mobili. . .Qualcosa a proposito dei mobili.Dice che lei se ne è sbarazzato. È vero?» «Sì, forse lo farò.» L'uditorio sorrise.Era curioso vedere fino a che punto solennità e comicità si mescolavano continuamente.Curioso, e tuttavia così naturale, così umano...«Ma ecco un messaggio: "L'uomo pagherà e tutto andrà bene.Sii onesto, Wat, e saremo più felici qui di quanto non lo siamo stati sulla terra".» NEL PAESE DELLE NEBBIE02.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA4 L'uomo si passò una mano sugli occhi.Poichè la profetessa sembrava indecisa, il giovane segretario si alzò dalla sedia per sussurrarle qualche parola.Lei lanciò immediatamente un'occhiata attenta al di sopra della spalla sinistra verso i due giornalisti.Gratificò l'assemblea di due nuovi ritratti, ambedue alquanto vaghi, e riconosciuti con una certa riserva.

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Malone osservò che forniva particolari che sarebbe stato impossibile identificare a distanza.Così, parlando di una forma che proclamava essere apparsa dall ' altra parte della sala, ne indicava il colore degli occhi e i dettagli del viso.Non era una prova di frode? Malone lo annotò.Stava scarabocchiando sul suo taccuino, quando la voce della veggente si fece più forte.Alzò gli occhi: lei aveva girato la testa, e gli occhiali brillavano nella sua direzione «Non mi capita spesso di avere visioni per qualcuno che sta sulla pedana», cominciò, guardando alternativamente Malone e l'assemblea. «Ma questa sera abbiamo qui degli amici che potrebbero essere interessati ad entrare in comunicazione col mondo degli spiriti.Una presenza si sta delineando dietro quel signore coi baffi...Sì, il signore seduto a fianco di quella giovane donna...Si, signore, dietro di lei! È un uomo di statura media, piuttosto piccolo.E anziano.Ha più di sessant'anni, i capelli bianchi, il naso arcuato~ e una barbetta bianca caprina.Non è uno dei suoi parenti: è un amico.Questo le suggerisce qualcosa, signore?» Maione scosse la testa con evidente disprezzo, mormorando ad Enid che quella descrizione si adattava a qualsiasi vecchio.«Allora ci avvicineremo un po ' .Ha delle rughe profonde sul viso.Da vivo era un uomo irascibile, con modi di fare scattanti, nervosi.Lo inquadra meglio?» Malone scosse la testa un'altra volta.«Che fandonie! Che imbecillità!», bisbigliò per Enid.«Bene! Però sembra angosciato.Faremo per lui tutto quello che è in nostro potere.Ha un libro in mano! Un libro di scienze.Lo apre, e vi vedo dei grafici, degli schemi.Forse l'ha scritto to lui stesso.Forse ha insegnato servendosi di quel testo.Sì, mi fa segno di sì.Ha insegnato servendosi di quel testo.Era un professore.» Malone perseverò nel suo mutismo.«Non vedo come potrei aiutarla ancora.

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Ah, ecco un particolare: ha un neo sul sopracciglio destro.» Malone sobbalzò come se l'avessero punto.«Un neo?», esclamò.Gli occhiali scintillarono.«Due nei: uno grosso e uno piccolo.» «Mio Dio!», ansimò Malone. «È il professor Summerlee!)> «Ah, c'è arrivato? Ha un messaggio: "Saluti al vecchio...".Il i nome è lungo, comincia per C. Non l'ho identificato.Le dice qualcosa? » FFUn attimo dopo, si era voltata da un'altra parte e descriveva 0qualcos'altro o qualcun altro.Ma sulla pedana dietro di sè la veg gente lasciava un uomo sconvolto.In quel momento, la tranquillità della cerimonia fu turbata da un'interruzione che sorprese sia l'assemblea che i due visitatori.Vicino al presidente apparve un uomo alto, dal viso chiaro, bar buto, vestito come un commerciante agiato, che alzò la mano con un gesto tranquillo, come un capo abituato a esercitare l'autorità.Poi si chinò verso il signor Bolsover e gli disse qualche parola.«Ecco il signor Miromar, di Dalston», annunciò il presidente.«Il signor Miromar deve trasmettere un messaggio.Siamo sem pre felici di sentir parlare il signor Miromar.» Dal loro posto, i giornalisti vedevano abbastanza male il nuovo arrivato, ma tutti e due furono impressionati dal suo portamento nobile e dalla forma massiccia della testa, che faceva supporre una potenza intellettuale fuori dal comune.La sua voce risuonò nella sala in modo piacevolmente chiaro.«Ho ricevuto l'ordine di comunicare questo messaggio dovun »que io creda che vi siano orecchie per intenderlo.Qui ne vedo molte, ecco perché sono venuto.E desiderabile che la specie uma na comprenda sempre meglio la situazione, affinchè si evitino in quietudini e sconvolgimenti.Sono uno di coloro che sono stati scelti per informarvi.» «Un mezzo matto, temo!», esclamò Malone chescarabocchia va febbrilmente sulle sue ginocchia.La maggioranza dell'uditorio aveva voglia di sorridere, ma l'a spetto e la voce dell'oratore li tenevano sospesi ad ogni parola.«Abbiamo raggiunto il culmine.L'idea stessa di progresso è sprofondata nella materia, il progresso consiste nel muoversi ve locemente, nel comunicare rapidamente gli uni con gli altri, nel ,costruire nuove macchine.

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Questo è sbagliato.Non c'è che un so lo progresso reale e giusto: il progresso spirituale.L'umanità l'ha riconosciuto a parole, ma prosegue invece sul cammino illusorio del progresso materiale.«L'Intelligenza Centrale ha riconosciuto che in tutta questa apatia s'innesta anche un grande dubbio, il dubbio che aveva scosso le vecchie credenze e che aveva diritto ad una nuova testimonianza.Di conseguenza, è stata inviata una nuova testimonianza: una testimonianza che rende la vita dopo la morte visibile così chiaramente come il sole in cielo.I sapienti l'hanno derisa, le chiese hanno pronunciato condanne e lanciato anatemi, i giorna 42 NEL PAESE DELLE NEBBIE li, l'hanno dileggiata, il disprezzo è stato generale. È stata la cantonata più recente e più grande che abbia preso l'umanità.» L'assemblea aveva rialzato la testa.Delle speculazioni generiche sarebbero state al di sopra del suo orizzonte mentale.Ma queste semplici frasi si capivano facilmente.Un mormorio di consenso e di simpatia percorse le file.«Che cantonata sconfortante! Irreparabile! E siccome il dono del cielo è stato disprezzato, un avvertimento più severo è divenuto necessario.E stato assestato un colpo terribile: dieci milioni di giovani sono caduti sui campi di battaglia e sono morti.Due volte tanti sono stati mutilati.Tale è stato l'avvertimento di Dio all'umanità, ma sapete bene che è stato dato invano ! Lo stesso grossolano materialismo continua a prevalere.Eppure ci erano stati accordati numerosi anni di grazia! Ora, eccetto i movimenti spirituali che si vedono in templi come questo, non si è potuto registrare alcun cambiamento.Le nazioni accumulano nuove quantità di peccati.E ora che il peccato venga espiato.La Russia è divenuta una cloaca d'iniquità.La Germania non si è pentita del terribile materialismo che è stato l'origine della guerra.La Spagna e l'Italia affondano alternativamente nell'ateismo e nella superstizione.La Francia ha perso ogni ideale religioso.L'Inghilterra, turbata, rigurgita sette senza intelligenza e senza vita.

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L'America ha abusato di splendide occasioni: invece di comportarsi verso l'Europa ferita come un affettuoso fratello più giovane, ostacola il rilancio economico reclamando il pagamento dei suoi crediti.Ha addirittura disonorato la firma del suo presidente, rifiutando di entrare nella Società delle Nazioni che rappresentava una delle speranze del domani.Tutte le nazioni hanno peccato: alcune più delle altre, e saranno punite esattamente in proporzione ai loro peccati.E questa punizione verrà presto.Mi è stato chiesto di dirvelo.Le parole che mi sono state date per voi, le leggerò in modo da non alterarne il senso.» Prese un foglietto di carta dalla sua tasca e lesse.«Non vogliamo che questo popolo si spaventi.Ma vogliamo che cominci a trasformarsi fino a sviluppare una personalità secondo una linea più spirituale.Non desideriamo turbarlo, tentiamo semplicemente di prepararlo finchè c'è tempo.IL mondo non può continuare per la via che ha seguito finora: se perseverasse, si distruggerebbe.Soprattutto, dobbiamo spazzar via quella nuvola di teologia che è venuta a frapporsi tra l'uomo e Dio.» Piegò il foglietto e se lo mise in tasca.«Ecco ciò che mi è stato ordinato di dirvi.Spargete la notizia dovunque troverete uno spiraglio in un'anima.Ripetete: Pentitevi! Convertitevi! Il Tempo è vicino!» 2.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA43 l l Si era interrotto e sembrava sul punto di andarsene.L'incanto si ruppe, l'assemblea si scosse, e si distese sui sedili.Dal fondo partì una voce: «È la fine del mondo, signore?».«No», rispose bruscamente lo straniero.«È il Secondo Avvento?», chiese un'altra voce.«Sì.» A passi rapidi e leggeri, s'infilò fra le sedie della pedana e raggiunse la porta.Quando Malone, poco dopo, si girò, era sparito.«È uno di quei fanatici del Secondo avvento», bisbigliò all'orecchio di Enid. «Ce ne sono tanti! I Cristadelfiani, i Russelliti, gli Studiosi della Bibbia, e così via.Ma questo qui era impressionante. » «Davvero impressionante!», confermò Enid.

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«Abbiamo ascoltato con molto interesse, ne sono certo», riprese il presidente, «ciò che ha detto il nostro amico.Il signor Miromar partecipa con il cuore al nostro movimento, anche se in verità non ne fa parte.Sarà sempre il benvenuto fra noi.Quanto alla sua profezia, mi sembra che il mondo abbia avuto abbastanza difficoltà, senza che se ne predìcano delle altre.Se le cose sono arrivate al punto che dice il nostro amico, non possiamo fare molto per aggiustarle.Non possiamo che compiere i nostri doveri quotidiani, compierli il meglio possibile, e aspettare quello che succedera confidando nell'aiuto che ci può venire dall'alto.Se il Giorno àeì Giudizio fosse domani», aggiunse sorridendo, «intendo oggi continuare come sempre l'approvvigionamento del mio negozio.E ora riprendiamo il nostro servizio.» Il giovane segretario lanciò allora il suo appello per la raccolta di denaro e per i fondi per le costruzioni.«Non è una vergogna che stasera sia rimasta per la strada più gente di quanta ce ne sia nella sala? Noi tutti diamo gratuitamente il nostro tempo.La signora Debbs si fa pagare solo le spese di viaggio.Ma ci servono mille sterline per poterci mettere in moto.So che uno dei nostri fratelli ha ipotecato la casa per aiutarci.Solo lo spirito può vincere.E adesso vediamo che cosa potete fare stasera. » Una dozzina di cestini per le offerte circolarono mentre l'assemblea intonava un cantico che accompagnava il tintinnio delle monete.Enid e Malone ne approfittarono per discutere a bassa voce.«Tu sai che il professor Summerlee è morto a Napoli l'anno scorso . » «Sì, me lo ricordo molto bene.» «E il "vecchio C." era, evidentemente, tuo padre.» «È stata una cosa veramente straordinaria!» 44 NEL PAESE DELLE NEBBIE2.UNA SERATA IN STRANA COMPAGNIA45 «Povero vecchio Summerlee! Affermava che la sopravvivenza dopo la morte è un'assurdità.E stasera era qui. . . o almeno pareva che fosse qui. » I cestini ritornarono sulla pedana dopo aver fatto il giro dell'assemblea.Purtroppo il raccolto era magro, e l'occhio pronto del segretario lo valutò rapidamente.Poi l'ometto irsuto che veniva dall'Australia recitò una benedizione con lo stesso tono semplice della preghiera d'inizio.

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Non c'era bisogno di essere il successore degli Apostoli o di aver ricevuto l'imposizione delle mani per sentire che le sue parole sgorgavano da un cuore umano e sembravano scendere direttamente in un cuore divino.Infine, l'assemblea si alzò per cantare l'inno di congedo: un salmo dalla melodia ossessionante, con un ritornello dolce e triste: «Che Dio vi custodisca fino alprossimo incontro!».Le lacrime scorrevano sulle guance di Enid.Quella gente seria e semplice aveva dei metodi diretti più impressionanti che qualsiasi pompa di cattedrale con i grandi organi.IL signor Bolsover, il grosso presidente, era nel guardaroba con la signora Debbs.«Bene, penso che ora ci concerete per le feste!», esclamò ridendo. «Ma un giorno verrà anche il suo turno, e i suoi articoli non saranno più scritto ti con lo stesso inchiostro: lei ci renderà giustizia ! ,> «I 'assicuro che tratter ucst'ar63mento in modo obiettivo.» «Non chiediamo di più.» La veggente si appoggiava al camino: aveva un viso serio e distante.«Temo che lei sia stanca!», le disse Enid.«No, signorina.Non sono mai stanca quando lavoro per il popolo degli spiriti.Loro ci badano.» «Posso chiederle», arrischiò Malone, «se ha conosciuto il professor Summerlee?» La medium scosse la testa.«No, signore, no ! Si crede sempre che io li conosca, ma non ne conosco nessuno.Vengono, e io li descrivo.» «Come fa a sentire i loro messaggi?» «Li sento.Un secondo udito... una seconda vista.Li sento tutto il tempo.Tutti vogliono parlare: mi tirano per le maniche, mi tormentano sulla pedana: "Poi io!...Io!...Io!...".Ecco quello che sento.Faccio del mio meglio, ma non posso accontentarli tutti ss Malone si rivolse al presidente.«Cosa può dirmi circa quel personaggio che profetizzava?» Il signor Bolsover alzò le spalle con un sorriso di disapprovazione.F«È un Indipendente.Lo vediamo comparire ogni tanto: una r specie di cometa che passa fra noi.

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Mi sono ricordato che aveva ~0 predetto la guerra.Ma, quanto a me, sono un uomo pratico: ba R-stano i mali di ogni giorno! E dobbiamo ancora pagare abbon tdantemente in contanti! Non ci servono cambiali sull avvenire FBene, ora le auguro la buonanotte.Ci tratti meglio che può.» «Buonanotte!», rispose Enid.«Buonanotte!», disse la signora Debbs. «D'altra parte, signo rina, lei stessa è una medium.Buonanotte! » Si ritrovarono per strada e aspirarono a pieni polmoni l'aria fresca della notte.Che piacere dopo quella sala piena zeppa! Un minuto dopo furono inghiottiti dalla folla di Edgware Road; allo ra Malone fece segno a un taxi per ritornare a Victoria Gardens5.5 Vedi Appendice.Nota al capitolo secondo (N,d.C,), CAPITOLO TERZO IL professor Challenger dà il suo parere Enid era già entrata nel taxi; Malone stava per seguirla, quando si sentì chiamare.Un uomo alto, di mezza età, ben vestito e di bell'aspetto, stava andando verso di lui.«Salve, Malone! Aspetti!» «Ma è Atkinson! Enid, voglio presentartelo... È il dottor Atkinson, del Santa Maria, di cui parlavo a tuo padre poco fa.Possiamo lasciarla da qualche parte? Noi andiamo a Victoria...» «Perfetto ! » Il chirurgo si accomodò nel taxi poi aggiunse: «Sono stato sorpreso nel vederla ad una riunione di spiritisti ! ».«Siamo interessati solo dal punto di vista professionale.La signorina Challenger e io siamo giornalisti.» «Davvero? Il Daily Gazette, suppongo, come prima. . .Ebbene domani avrete un lettore di più perché sono curioso di sapere chP cosa direte della riunione di stasera.» «Dovrà aver pazienza fino a domenica prossima.Quest'articolo esce sul supplemento settimanale...» «Non posso aspettare tanto, io! Mi dica subito quello che ne pensa. » «Non so.Domani rileggerò i miei appunti con cura e rifletterò; poi confronterò le mie impressioni con quelle della mia collega.Lei ha l'intuito del suo sesso, capisce? E l'intuito, per quel che riguarda la religione, ha un peso considerevole.» «Allora, che cosa le dice il suo intuito, signorina Challenger?» «È favorevole, oh sì, favorevole! Ma che straordinario miscugliol » «E vero.

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Sono venuto già diverse volte, e ogni seduta mi ha lasciato questa impressione di mescolanza.C'è una parte di grottesco, forse anche una parte di disonestà, e tuttavia c'è ancora qualcosa di semplicemente meraviglioso!» «Ma lei non è giornalista! Perché assiste alle loro riunioni?» «Perché mi appassionano.Sa, da qualche anno, mi sono messo a studiare i fenomeni psichici.Non sono un seguace convintosemplicemente un simpatizzante dello spiritismo.E ho abbastanza il senso delle proporzioni per cogliere una sfumatura fonda F ,E » s} 3.IL PROFESSOR CHALLENGER DÀ IL SUO PARERE mentale: mentre sono io che ho l'aria di giudicare, sono forse io ad essere giudicato.» Malone fece un cenno d'approvazione.«È un argomento vastissimo», proseguì l'altro. « Ve ne renderete conto quando lo esaminerete più da vicino.Un argomento che ne contiene una mezza dozzina d'altri importantissimi.E tutto sta da più di settant'anni nelle mani di questa gente umile e coraggiosa.Si potrebbe dire una riedizione dei primi anni del Cristianesimo.Il Cristianesimo è stato praticato agli inizi da schiavi e da diseredati, prima di raggiungere gli strati superiori della società.Fra lo schiavo di Cesare e lo stesso Cesare toccato dalla grazia, sono passati trecento anni.» «Ma quel predicatore!», protestò Enid.Il dottor Atkinson si mise a ridere.«Si riferisce al nostro amico atlantideo? Ah, che persona noiosa! Devo confessare che non ho capito niente della sua esibizione.In ogni modo non è certo un abitante di Atlantide a compiere questo lungo viaggio per regalarci tutte quelle banalità.Ah, eccoci arrivati ! » «Bisogna che riconsegni questa ragazza sana e salva a suo padre», disse Malone. «Vengacon noi, Atkinson.Il professore sarà contentissimo di vederla.» «Vedermi, a quest'ora? Mi butterà giù dalle scale!» «Le hanno raccontato delle frottole!», sorrise Enid. «Le assicuro che non è così cattivo.Ci sono persone che lo infastidiscono, ma scommetto che lei non è fra quelle.Vuole rischiare?» «Certo, visto che lei mi incoraggia!» Salirono tutti e tre nell'appartamento del professore.

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Challenger, che si era messo una giacca da camera azzurro brillante, li aspettava con impazienza.Squadrò Atkinson come un bulldog da combattimento guarda un cane che non conosce.Tuttavia, il suo esame dovette essere soddisfacente, perché brontolò che era felice di fare la sua conoscenza.«La conosco di fama, dottore», aggiunse, «e mi hanno parlato della sua reputazione sempre più grande.Quell'operazione messa a punto da lei l'anno scorso ha fatto rumore, e me ne ricordo bene.Dunque anche lei è andato dai matti?» «Se lei li chiama così, sì!», rispose Atkinson ridendo.«Gran Dio, come dovrei chiamarli?...Mi ricordo solo ora che il mio giovane amico...» (Challenger, quando alludeva a Malone, lo trattava sempre come un promettente ragazzino di dieci anni.) «... che il mio giovane amico mi ha detto che lei studia questo argomento...» Dalla sua barba sgorgò una risata insultante: «Lo 48 NEL PAESE DELLE NEBBIE studio più utile all'umanità è certo quello dei fantasmi, vero, dottor Atkinson?».Enid intervenne: «Papà non ne capisce niente! Dunque la prego di non formalizzarsi...Ma sono sicura, papà, che anche tu saresti rimasto interessato ! » .Cominciò a riassumere la seduta e le loro avventure; il racconto fu interrotto da continui brontolii, borbottii e sogghigni.Ma, quando arrivò all'episodio di Summerlee, Challenger non fu capace di contenersi oltre.Il vecchio vulcano si risvegliò e un torrente di invettive si riversò sui suoi interlocutori.«Schiuma d'inferno! Pazzi blasfemi!», gridò. «Se penso che non possono lasciare il povero Summerlee in pace nella sua tomba! . . .Abbiamo litigato in passato, e ammetto che mi ha costretto ad accordargli solo un modesto credito ma, se uscisse dal cimitero, sarebbe sicuramente per dirci qualcosa di valido.Che assurdità! Assurdità cattive, indecenti! Mi oppongo con tutte le mie forze al fatto che un mio amico sia trasformato in una marionetta per far ridere un uditorio di pazzi...Come! Non hanno riso? Avrebbero dovuto ridere, invece, nel sentire un uomo colto, un uomo con cui ho trattato da pari a pari, profferire simili

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stupidaggini! Ripeto: stupidaggini! E non mi si contraddica, Malone, per favore: il suo messaggio avrebbe potuto benissimo essere il postscriptum di una lettera scritto ta da una scoiara dodicenne.Non è idiota, da parte di un uomo simile? Dica, dottor Atkinson: non è d'accordo con me? No! Mi aspettavo di meglio da parte sua.» «Ma la descrizione di Summerlee?» «Signore! Ma dove ha la testa? . . .I nomi di Summerlee e di Malone non sono forse stati associati al mio in deplorevoli libracci che hanno ottenuto una certa notorietà? Non si sa che voi due, poveri ingenui, visitate ogni settimana una comunità diversa? Non era fatale che prima o poi avreste assistito a una seduta degli spiritisti? Questi hanno intravisto una possibilità di conversione! Hanno teso una trappola a quel povero merlo di Malone che si è precipitato ad inghiottire l'esca.Ecco, guardatelo: l'amo è ancora infilato nella sua bocca idiota.Oh sì, Malone, idiota! Bisogna che qualcuno le dica il fatto suo; me lo lasci dire!» La criniera nera del professore gli stava dritta sulla testa.I suoi occhi gettavano lampi: si posavano a turno su Enid, Malone e Atkinson.«Bene! Siccome si deve esporre ogni punto di vista», disse Atkinson, «lei mi sembra particolarmente qualificato, professore, ad esprimere quello negativo.Quanto a me, farò mio quanto diceva Thackeray a un suo avversario: "Quello che lei dice è naturale, ma se lei avesse visto quello che ho visto io modificherebbe la F l 3.IL PROFESSOR CHALLENGER DÀ IL SUO PARERE 49 sua opinione".Chissà che un giorno non sia lei stesso a interessarsi a questo argomento: in ogni caso, il posto eminente che lei occupa nel mondo scientifico, darebbe un gran valore alla sua opinione. » «Se occupo un posto eminente nel mondo scientifico, come lei dice, è perché mi sono concentrato su ciò che è utile e ho lasciato da parte ciò che è nebuloso o assurdo.La mia intelligenza, dottore, non ha spigoli smussati, ma taglienti.E ha tagliato netto su questo: nello spiritismo non c'è che frode, impostura, idiozia.» «Certo, tante volte queste cose si trovano insieme», disse Atkinson. «Eppure, eppure. . .Ah Malone, non sono ancora rientrato ed è tardi.Voglia scusarmi, professore.

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Sono molto onorato di averla conosciuta.» Anche Malone andò via e i due amici chiacchierarono per qualche momento prima di separarsi: Atkinson abitava in Walpole Street e Malone in South Norwood.«Che bel tipo!», disse Malone ridacchiando. «Non ci si deve mai offendere per quello che dice.Non è cattivo. È un tipo formidabile . » «Certo! Tuttavia questa specie di settarismo farebbe di me il più fanatico degli spiritisti.Noti che questo settarismo è molto diffuso, ma si esprime di preferenza con il sogghigno.Tutto sommato, il ruggito mi piace di più.Dunque, Malone, se ha intenzione di approfondire l'argomento, potrei aiutarla.Conosce Linden? » «Linden, il medium professionista? Mi hanno assicurato che è la più gran canaglia che non sia ancora stata impiccata. » «Sì, in genere se ne parla su questo tono.Giudicherà lei stesso.L'inverno scorso si è slogato il ginocchio e gliel'ho rimesso a posto, il che ha creato fra noi una vincolo d'amicizia.Non sempre è libero, e, naturalmente, si fa pagare: una ghinea, secondo me, basterebbe.Se desidera una seduta, prenderò accordi.» «Lei lo crede sincero?» Atkinson alzò le spalle.«Scelgono tutti la linea di minor resistenza! Ma non l'ho mai scoperto mentre barava.Bisogna che giudichi lei stesso.» «D'accordo!», disse Malone. «Questa pista mi interessa.Mi fornirà del buon materiale.Quando avrò le idee un po' più chiare, le scriverò, Atkinson, per approfondire il problema insieme.» l n CAPITOLO QUARTO Ad Hammersmith ne succedono delle belle! L'articolo firmato «dai nostri inviati speciali» suscitò molto interesse e altrettante controversie.Era preceduto da un «cappello» compilato dal viceredattore capo, per calmare la suscettibilità della clientela ortodossa, che si può riassumere così: «Queste cose meritavano di essere osservate e riportate fedelmente: ma, detto fra noi, sentiamo puzza di bruciato!».Una valanga di posta travolse Malone.I corrispondenti erano sia pro che contro, e il loro numero faceva fede delle passioni in gioco.

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Gli articoli precedenti non avevano provocato che reazioni insignificanti: ogni tanto un brontolio emesso da qualche bigotto o da uno zelante pastore evangelico.Ma, questa volta, il cestino delle lettere di Malone non riusciva a vuotarsi.La maggior parte dei suoi corrispondenti dubitava dell'esistenza di forze psichiche, di cui si faceva beffe; molti, d'altra parte, qualsiasi cosa pensassero deSle forze psichiche, non avevano mai imparato l'ortografia! I partigiani dello spiritismo non erano meno severi: perché Malone non aveva snaturato la verità, ma aveva usato il privilegio giornalistico di metter l'accento sugli aspetti umoristici, che non erano mancati.Nella settimana successiva alla pubblicazione dell'articolo, il signor Malone, che stava nel suo ufficio del Gazette, prese d'un tratto coscienza di una presenza imponente che si era piazzata di fronte a lui.Alzò gli occhi, che scoprirono, anzitutto, un biglietto da visita con queste parole: «James Bolsover, commerciante in alimentari, High Street, Hammersmith».Li alzò ancora: dietro il biglietto c'era, in carne piuttosto che in ossa, il presidente dell'Assemblea che aveva visitato la domenica sera.IL signor Bolsover agitò verso Malone un giornale accusatore, ma il suo volto era tutto un sorriso.«Via, via ! », gli disse. «Le avevo detto che sarebbe stato sedotto dal lato divertente...» «Trova forse che il mio resoconto non sia fedele?» «In fede mia, signor Malone, credo che la signorina e lei abbiano fatto del loro meglio.Ma lei ignorava tutto, ed è stato impressionato dal pittoresco.Rifletta però che sarebbe molto strano se tutte le persone intelligenti che hanno lasciato questa terra non i l 4.AD HAMMERSMITH NE SU«EDONO DELLE BELLE! 51 avessero messo a punto un procedimento per venire ogni tanto a dirci una parolina.» «Spesso è una parolina molto stupida!» «Purtroppo sì! Ma non sono solo le persone intelligenti a lasciare questo mondo.C'è anche un bel po' di mediocri, e questi non cambiano.E poi, chi può sapere qual è il messaggio di cui abbiamo più bisogno? Ieri un ecclesiastico è venuto dalla signora Debbs.Aveva il cuore spezzato per la perdita della figlia.La signora Debbs ha ricevuto vari messaggi: la ragazza era felice, solo la tristezza di suo padre le recava dispiacere.

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L'ecclesiastico allora ha dichiarato che queste comunicazioni non l'interessavano, che chiunque avrebbe potuto formularle, che non si trattava di sua figlia...Allora, improvvisamente, la signora Debbs ha ricevuto questo messaggio: "La prego, papà, non si metta mai un colletto bianco con una camicia colorata".Era un messaggio piuttosto banale, no? Ebbene, l'ecclesiastico ha cominciato a gridare: "È lei ! È lei ! La riconosco; mi prendèva sempre in giro per i miei colletti ! " .Sono le cose piccole che contano nella vita, signor Malone; le cose intime, modeste...» Malone non si diede per vinto: «Chiunque avrebbe protestato contro una camicia colorata e un colletto bianco portati da un ecclesiastico!».11 signor Bolsover si mise a ridere.«Lei si aggrappa con forza alla sua posizione! Ma non posso biasimarla perché una volta ero anch'io come lei...Dunque, io sono venuto qui con uno scopo preciso: lei è una persona occupata, e lo sono anch'io, quindi teniamoci ai fatti.Prima di tutto volevo dirle che tutte le persone di buon senso che hanno letto il suo articolo ne sono rimaste soddisfatte.IL signor Algernon Mailey mi ha scritto to che ci favorirà: se è contento lui, lo siamo tutti.» «Mailey, l'avvocato?» «Mailey il riformatore religioso, ed è a questo titolo che sarà celebre. » «Bene.E poi?» «Non domandiamo di meglio che aiutarlalei e la signorina ad approfondire il problema.Non per pubblicità, capisce, solo per il vostro bene...Sebbene chiaramente non sputiamo sulla pubblicità ! Organizzo in casa mia delle sedute consacrate ai fenomeni psichici senza medium professionisti.Se vuole unirsi a noi . . . » «Niente mi farebbe più piacere.» «Allora venga! Venite tutti e due.Non ospito molti profani.Non vorrei per esempio ricevere in casa mia uno di quei personaggi della ricerca psichica.Perché dovrei rischiare di essere insultato da accuse di trucchi e malversazioni? Si potrebbe credere, parola 52 NEL PAESE DELLE NEBBIE mia, che non abbiano la minima sensibilità! Lei, invece, ha del buon senso: non chiediamo altro.»ff «Ma non sono un convinto.

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La mia incredulità non potrebbe| costituire un ostacolo?» «Niente affatto.Fintanto che sarà imparziale e non distruggerà l'atmosfera, tutto andrà bene.Gli spiriti fuori del corpo sono co me gli spiriti nel corpo: non amano la gente sgradevole.Siate cor tesi e gentili, come lo sareste in qualsiasi altro ambiente.» «Questo posso prometterglielo.» «A volte sono strani», disse il signor Bolsover in vena di remi niscenze. «È meglio stare in guardia.Non hanno il permesso di far del male agli umani, ma noi tutti facciamo delle cose proibite, e loro sono molto umani, vedrà ! Ricordi che il corrispondente del Times ebbe la testa rotta da un colpo di tamburello durante una seduta presso i nostri fratelli di Davenport.Un vero peccato! Ep pure è successo.Nessun amico ha avuto la testa rotta.A Steppy Way c'è stato un altro caso.Un usuraio andò ad una seduta.Una delle vittime che lui aveva spinto al suicidio entrò nel medium: questi prese l'usuraio per la gola e ci mancò poco che lo strango lasset Ora me ne vado, signor Malone.Teniamo una seduta una volta alla settimana da quattro anni senza interruzione.IL giovedì alle otto.Ci avverta un giorno prima e domanderò al signor Mailey di venirc in modo che possa incontrarlo.Saprà rispondere alle sue domande meglio di me...Giovedì prossimo? Benissimo!» E il signor Bolsover uscì dalla stanza.E possibile, dopotutto, che Malone ed Enid Challenger fossero stati più colpiti dalla loro breve esperienza di quanto avessero voluto ammettere.Però erano tutti e due persone di buon senso che pensavano che ogni causa naturale possibile dovesse essere vagliata a fondo, prima di allargare i limiti di quel possibile: ambedue professavano un grande rispetto per la formidabile intelligenza di Challenger ed erano influenzati dalle sue opinioni.Tuttavia Malone dovette convenire, nel corso di frequenti discussioni, che l'opinione di un uomo intelligente senza esperienza aveva molto meno importanza e valore di quella dell'uomo della strada «che c'era stato».

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Ebbe molte discussioni, per esempio, con Mervin, il direttore della rivista di psicologia L'Alba, che si occupava dei diversi aspetti dell'occultismo attraverso i secoli.Mervin era un ometto ardente con un cervello di prim'ordine, che avrebbe potuto portarlo all'apice della sua professione se non avesse deciso di sacrificare le glorie di questo mondo per correre in aiuto di quella che gli sembrava una grande verità.Poichè Malone aveva una gran voglia d'imparare, e Mervin era 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE!53 l disposto ad insegnare, i maggiordomi del Club Letterario riuscivano a stento a sloggiarli dal tavolino vicino alla finestra dove facevano colazione insieme.Contemplando la grande ansa del Tamigi e il panorama dei suoi ponti, si attardavano davanti al caffè, fumavano infinite sigarette, e non mancavano di abbordare tutti gli aspetti di quel gigantesco e coinvolgente problema.Nuovi orizzonti si aprivano già davanti a Malone.Un avvertimento dato da Mervin provocò l'impazienza e quasi la collera di Malone.Era troppo irlandese per non risentirsi di fronte a qualsiasi imposizione; e quell'avvertimento gli diede l'impressione che si cercasse di esercitare su di lui una costrizione subdola e particolarmente deplorevole.«Assisterà ad una delle sedute familiari dei Bolsover?», gli chiese Mervin. «Sono, naturalmente, ben note fra noi, per quanto in verità si facciano solo per un piccolo numero di eletti.Così lei può considerarsi un privilegiato.Lui l'ha presa in simpatia!» «Ha pensato che io avessi scritto tò su di loro cose imparziali.» «Oh, il suo articolo non faceva alcun danno! Tuttavia, nel senso della stupidità ottusa e spenta che è la nostra sorte di tutti i giorni, esso rifletteva una preoccupazione di dignità, di equilibrio, con un certo senso dei valori.» Malone scosse la cenere dalla sua sigaretta con un gesto di disapprovazione.«Le sedute dei Bolsover e di altri», proseguì Mervin, «sono elementi che contano poco nell'edificio della vera scienza psichica.Somigliano a quelle rozze fondamenta che aiutano certo a sostenere il tempio, ma che si dimenticano una volta che ci si è entrati e che lo si abita.Noi ci interessiamo alla soprastruttura più alta.Se lei presta fede alla letteratura a buon mercato di cui si pasce l'amante delle tinte forti, finirà per credere che i fenomeni psichici (quelli che lei ha

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descritto to, più qualche storia di fantasmi o di case abitate dagli spettri) costituiscano tutto il problema.Certo, tali fenomeni psichici hanno una loro utilità: attirano l'attenzione del ricercatore e lo incoraggiano a proseguire.Personalmente li ho visti tutti, ma non traverserei la strada per rivederli! Invece farei dei chilometri sulle strade principali per ricevere dei messaggi dall'Aldilà. » «Sì, capisco la differenza.Ma per me è diverso: perché, personalmente, io non credo nè ai messaggi nè ai fenomeni psichici.» «D'accordo! San Paolo era un buon dottore in scienze psichiche.Ha discusso su questi argomenti con tale abilità che i suoi traduttori sono stati incapaci di travisarne il senso reale, mentre in altri casi ci sono riusciti.» «Può darmi un riferimento?» «Conosco abbastanza bene il Nuovo Testamento, ma non lo so 54 NEL PAESE DELL.E NEBBIE a memoria.Si tratta di un brano in cui dice che il dono delle lingue, che era evidentemente una cosa sensazionale, era destinato ai non istruiti, ma che le profezie, che sono veri messaggi spirituali, erano il dono degli eletti.In altri termini, ciò vuol dire che uno spirito esperto non ha bisogno dei fenomeni psichici.» «Controllerò il brano...» «Lo troverà nelle Epistole ai Corinti, credo.D'altra parte, la media dell'intelligenza in quelle vecchie congregazioni doveva essere abbastanza elevata giacchè le Epistole di San Paolo erano lette ad alta voce e capite perfettamente.» «Questo è generalmente riconosciuto, vero?» «In ogni caso, è un esempio concreto...Ma sto prendendo una via secondaria.Quel che volevo raccomandarle, è di non prendere troppo sul serio il piccolo cerchio dei Bolsover.Le sue vie sono oneste, ma sono terribilmente corte! Questa caccia ai fenomeni io la giudico come una malattia.Conosco delle donne che si attivano costantemente durante le sedute in una stanza, che rivedono sempre la stessa cosa: a volte reale, a volte, temo, fasulla.No quando avrà il piede posato ben sicuramente sul primo gradino non ci si fermi: salga sul gradino superiore, e là sistemi bene il suo piede . » «Capisco.Ma io sono ancora sulla terraferma.» «Ferma?», esclamò Mervin. «Signore!...

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Ahimè! il mio giornale di tgi è in stampa, e bisogna che vada in tipografia.Con una tiratura di diecimila copie circa, lavoriamo modestamente...non come voi, i plutocrati dei quotidiani! Praticamente, sono io che faccio tutto.» «Lei ha parlato di un avvertimento...» «Sì, sì! Volevo avvertirla di qualcosa. .» IL viso sottile e appassionato di Mervin divenne estremamente serio.«. . .Se lei ha dei pregiudizi ben radicati, religiosi o d'altro genere, che la porteranno a demolire questo argomento dopo l'inchiesta, non faccia l'inchiesta: potrebbe essere pericoloso.» «Pericoloso? In che modo?» «Loro sono indifferenti al dubbio onesto, alla critica onesta ma, se sono trattati male, diventano pericolosi.» «Chi, "loro"?» «Ah, chi? Me lo domando anch'io! Le guide, i "controlli", le entità psichiche, o come le chiamano.Chi sono gli agenti incaricati della vendetta, o piuttosto dovrei dire della giustizia? Non è quello il punto essenziale.Il punto essenziale è che esistono.» «Via, Mervin, lei sragiona!» «Non lo creda.» «Sono sciocchezze assurde! Le vecchie storie medievali di fan v 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE!55 s~, tasmi hanno dunque ancora corso? Mi stupisce che lei, un uomo di tanto buon senso...» Mervin sorrise: aveva un sorriso strano.Ma i suoi occhi, sotto le spesse sopracciglia giallastre, erano rimasti seri.«Forse modificherà la sua opinione.Questo problema comporta dati curiosi.In via amichevole, gliene indico uno.» «Allora, mi informi di tutto!» Così incoraggiato, Mervin tracciò la carriera e il destino di un certo numero di uomini che, secondo lui, avevano fatto un gioco sleale con quelle potenze, erano divenuti degli ostacoli ed erano stati puniti.Parlò di giudici che avevano pronunciato sentenze contrarie alla causa, di giornalisti che avevano inventato di sana pianta dei casi sensazionali per gettare il discredito sul movimento; insistette sul caso di cronisti che avevano intervistato dei medium per prendersi poi gioco di loro, o che, dopo aver iniziato un'inchiesta, erano indietreggiati, spaventati, e avevano concluso negativamente mentre sapevano in coscienza che i fatti erano veri.Mervin ne fece una lista imponente e precisa, ma Malone non era disposto a lasciarsi imbrogliare.

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«Scegliendo con cura gli esempi, si potrebbe fare una lista simile per qualunque argomento.IL signor Jones' ha detto che Raffaello era un imbrattatele, e il signor Jones è morto tisico; dunque è pericoloso criticare Raffaello. È il suo sillogismo, no?» «Più o meno! Ma poi...» «D'altra parte, consideri il caso Morgate. È stato sempre un avversario, giacchè professa un materialismo dichiarato.Eppure prospera: guardi il suo collegio...» «Ah, è uno scettico onesto! Sì, certo.Perché no?» «E Morgan, che in una certa occasione ha smascherato dei medium?» «Se erano dei falsi medium, ha reso un gran servizio.» «E Falconer, che ha scritto to su di voi delle cose così spiacevoli? » «Ah, Falconer ! Lei non sa niente della vita privata di Falconer? No? Ebbene, mi creda se dico che ha ricevuto quel che gli spettava! Non ne sospetta il motivo: un giorno questi signori si metteranno a dedurre certe relazioni di causa ad effetto, e forse capiranno.Intanto pagano.» Continuò raccontando la storia terribile di un uomo che aveva consacrato i propri talenti considerevoli ad attaccare lo spiritismo (benchè dentro di lui fosse convinto della verità che conteneva) perché vi trovava il suo tornaconto dal punto di vista materiale.La sua fine era stata atroce. . .Troppo atroce per il gusto di Malone.' Owen Jones (180}1874), celebre critico d'arte inglese (N.d.C.).NEL PAESE DELLE NEBBIEF «Oh, basta, Mervin!», esclamò. «Dirò quel che penso, nè più nè meno, e nè lei nè i suoi fantasmi mi faranno cambiare opinione.» «Non gliel'ho mai chiesto.» «C'è andato vicino ! . . .Tutti i suoi discorsi sanno di superstizione pura e semplice.Se fossero veri, dovreste avere la polizia alle calcagna. » «Sì, se fossimo stati noi ad agire.Ma è successo al di fuori di noi.. .Alle corte, Malone, io l'ho messa in guardia; prenda il mio avvertimento come le pare: Bye-bye!...Potrà sempre trovarmi nel mio ufficio dell'Alba.» Volete sapere se un uomo ha nelle vene del sangue irlandese? C'è un test infallibile: mettetelo davanti a una porta su cui è scritto to Tirare oppure Spingere.Un inglese ubbidirà a quest'ingiunzio ne come tutte le persone di buon senso.

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Un irlandese, con meno buon senso ma con maggior personalità, farà subito e impetuosa mente il gesto opposto.T Così successe nel caso di Malone.La messa in guardia di Mer vin lo indusse alla rivolta.Quando andò a prendere Enid per por tarla alla seduta di Bolsover, la sua simpatia per lo spiritismo era aumentata.Challenger augurò loro una buona serata rovescian do su di loro un nugolo di frecciate: la sua barba era spinta in avanti.Aveva quasi chiuso gli occhi pur sollevando le sopracci glia: era l'atteggiamento che prendeva quando cercava di essere faceto.«Hai il tuo portacipria, vero, cara Enid? Se nel corso della sera ta scorgi un campione di ectoplasma particolarmente ben fatto, non dimenticare tuo padre, usalo per conservare un campione.Possiedo un microscopio e dei reagenti chimici: tutto quel che ser ve! Non si sa mai, potresti incontrare un piccolopoltergeist.Ac coglierò con gioia ogni cianfrusaglia di quel genere.» La sua enorme risata li seguì fino all'ascensore.Il negozio del signor Bolsover, commerciante in alimentari, non era altro che la classica drogheria, situata nella zona più po polosa di Hammersmith.La chiesa vicina suonava i tre quarti quando il taxi si fermò davanti alla bottega ancora piena di gente.Enid e Malone perciò aspettarono sul marciapiede.Da un altro taxi emerse poco dopo un uomo alto, spettinato, piuttosto maldestro, barbuto, con un vestito di tweed.Guardò il suo orologio e si mise a camminare in su e in giù sul marciapiede.Non tardò a notare gli altri due che passeggiavano e si diresse ver so di loro.«Posso chiedere se loro sono i giornalisti che desiderano assi stere alla seduta? Non mi era sbagliato.Il vecchio Bolsover è ter I I 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE! 57 ribilmente occupato; dobbiamo aspettare.A modo suo, è uno dei santi di Dio.» «Il signor Algernon Mailey, suppongo?» «Sì.

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Sono quello la cui credulità provoca negli amici una notevole angoscia...» Scoppiò a ridere in modo così contagioso che Malone ed Enid gli fecero eco .La sua statura atletica, il suo viso poderoso benchè regolare, la sua voce maschia, erano altrettanti indizi di stabilità.«...Siamo tutti etichettati dai nostri avversari», aggiunse. «Mi chiedo quale sarà la vostra etichetta.» «Noi non navighiamo sotto falsa bandiera», rispose Enid.«Non siamo ancora sulla lista dei credenti.» «Benissimo ! Fate con calma. È la cosa più importante del mondo, per cui è meglio non aver fretta.Anch'io ci ho messo parecchi anni.La negligenza sarebbe colpevole; la prudenza no.Qra io mi ci dedico corpo e anima, sapete, perché so che là sta la verità.C'è una differenza enorme tra credere' e sapere! Tengo molte conferenze.Ma non cerco mai di convertire.Non credo alle conversioni improvvise: sono fenomeni poco profondi, superficiali.Cerco solo di esporre al mio pubblico le cose più chiaramente che posso.Dico semplicemente la verità, ed espongo i motivi per cui sappiamo che è la verità.Poi il mio lavoro è finito.IL pubblico può scegliere: prendere o lasciare.Se è savio, esplora le vie che io ho indicato; se non lo è, perde la sua buona occasione.Io non esercito alcuna pressione, non faccio del proselitismo.Sono affari loro, non miei.» «Bene, mi sembra che il ragionamento fili ! », disse Enid, incantata dal modo di fare così franco della loro nuova conoscenza.In quel momento si trovavano sotto la luce di un lampione.Perciò lei poteva osservarlo comodamente: esaminò la fronte ampia, gli occhi di uno strano grigio al tempo stesso pensierosi e ardenti, la barba color paglia che sottolineava il profilo aggressivo del mento.Era la solidità personificata: niente affatto il fanatico che lei si era immaginato.Il suo nome compariva sui giornali fra quelli dei campioni di quella lunga battaglia, e le venne in mente che suo padre non lo pronunciava mai senza un sogghigno offensivo.

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«Mi domando», disse Enid a Malone, «cosa succederebbe se il signor Mailey fosse rinchiuso in una stanza con papà!» Malone sorrise.«Questo mi ricorda un problema scolastico», disse. «Cosa succederebbe se una forza irresistibile lottasse con un ostacolo inamovibile? » «Oh, lei è la figlia del professor Challenger?», chiese Mailey con interesse. «È un nome altisonante nel mondo della scienza.58 NEL PAESE DELLE NEBBIE Che grande mondo, questo, se consentisse a riconoscere i propri 1imiti ! » «Non la seguo molto bene...)> «Il mondo della scienza sta alla base del nostro materialismo.Ci ha aiutato a procurarci il benessere; il problema è sapere se questo benessere ci serve a qualcosa.Ma, in altri casi, il mondo scientifico si è comportato per noi come una vera maledizione. si è autodefinito progresso, e ci ha comunicato la falsa impressione che stiamo progredendo, mentre in realtà siamo in piena regressione. » «Su questo punto, signor Mailey, non sono proprio d'accordo con lei ! », disse Malone, irritato da ciò che gli pareva un 'affermazione dogmatica. «Pensi alla telegrafia senza fili.Pensi agli SOS in alto mare.L'umanità non ne ha forse tratto beneficio?» «Oh, qualche volta il progresso fa un buon lavoro! Apprezzo molto la lampada elettrica che sta sulla mia scrivania, e questa è un prodotto della scienza.La scienza ci dà, come ho detto, il benessere e a volte la sicurezza. » «Allora perché la disprezza?» «Perché mette sotto il moggio la fiaccola principale: l'obiettivo della nostra esistenza.Noi non siamo stati creati su questo pianeta per fare una media di 80 chilometri l'ora in automobile sulle strade, nè per attraversare l'Atlantico in aereo, nè per comunicare con o senza fili.Questi sono semplici conlorni della vita, puri abbellimenti...Ma gli scienziati hanno fissato la nostra attenzione su questi dettagli al punto che abbiamo dimenticato il nostro scopo essenziale.» «Non la capisco.» «Quel che conta, non è la velocità alla quale si viaggia, ma lo scopo del viaggio.Non è il modo in cui si spedisce un messaggio ad essere importante, ma il valore intrinseco del messaggio.Da tutti i punti di vista il cosiddetto progresso può essere una calamità, nel senso che ogni volta che ci serviamo di questa parola noi l'identifichiamo erroneamente con il progresso reale, e ci immaginiamo a torto di stare

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compiendo la missione per la quale Dio ci ha messo al mondo.» «E questa missione, quale sarebbe?» «Prepararci alla fase successiva della vita.Questa preparazione dev'essere mentale e spirituale, mentre noi trascuriamo sia l'una che l'altra.Noi siamo al mondo per diventare migliori, meno egoisti, di mentalità più aperta, più istruiti, meno settari.La terra è una fabbrica di anime, e attualmente produce un articolo di mediocre qualità.Ma . . .Olà ! », esclamò con la sua risata contagiosa.«Ecco che sto tenendo una conferenza in mezzo alla strada.Cosa vuol dire la forza dell'abitudine! Mio figlio asserisce che, se si 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE!59 schiaccia il terzo bottone del mio panciotto, io tengo automaticamente una conferenza.Per fortuna ecco il buon Bolsover che viene a salvarvi!» Il droghiere li aveva visti attraverso la vetrina ed era uscito dalla bottega togliendosi il grembiule bianco.«Buonasera a tutti! Non avrei voluto farvi aspettare al freddo...Ma ormai è ora.Non devono aspettare neppure loro.Dobbiamo essere puntuali con tutti: è il mio ritornello preferito e pure il loro.I miei commessi chiuderanno il negozio.Da questa parte! Attenzione al barile di zucchero.» Sgusciarono fra le casse di frutta secca e le montagne di formaggio, passarono fra due enormi botti e superarono una porta stretta che introduceva nella parte residenziale della casa.Bolsover li fece salire per una scala e, arrivato in cima, spinse una porta: in una grande stanza, alcune persone erano sedute intorno ad una tavola piuttosto grande.C'era la signora Bolsover, robusta, fresca e allegra come suo marito, e tre ragazze dello stesso gradevole stampo.C'era anche una donna anziana, di certo una parente, e altre due signore banali, che furono presentate come vicine appassionate di spiritismo.L'unico altro rappresentante del sesso forte era un ometto dai capelli grigi, il viso aperto, lo sguardo vivace~ che stava seduto davanti ad un armonium sistemato in un angolo.

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«IL signor Smiley, il nostro musicista», disse Bolsover. «Non so come potremmo fare senza il signor Smiley.Si tratta di vibrazioni, capite? Il signor Smiley potrà parlarvene.Signore, conoscete già il nostro carissimo amico signor Mailey.Ed ecco i due giornalisti, la signorina Challenger e il signor Malone.» La famiglia Bolsover elargì un identico sorriso, ma la signora anziana si alzò di scatto e ispezionò i nuovi venuti con occhi severi.«Siate i benvenuti qui, voi due estranei!», disse. «Ma ci teniamo a dirvi che esigiamo il rispetto esteriore.Noi rispettiamo gli esseri di luce, e non permetteremo che siano insultati.» «Vi assicuro che siamo molti sereni e imparziali», rispose Malone.«Abbiamo già ricevuto una lezione.Non dimentichiamo l'affare di Meadow, signor Bolsover.» «No, no, signora Seldon, non succederà più! Ne siamo rimasti molto turbati!», continuò rivolgendosi ai suoi visitatori. «Un uomo è venuto qui in qualità di invitato.Quando si spensero i lumi, cominciò a spingere con il dito gli altri che assistevano per far loro credere che fosse la mano di uno spirito.Poi andò a raccontarlo su un giornale: ma l'unica frode commessa qui era stata la sua.» Malone ne fu impressionato.t NEL PAESE DELLE NEBBIE «Le do la mia parola che siamo incapaci di comportarei in quel modo ! », affermò .La vecchia signora si sedette, senza tuttavia scacciare dal proprio animo un sospetto persistente.Bolsover si diede da fare nei preparativi.«Si sieda qui, signor Mailey.Signor Malone, vuole prendere posto fra mia moglie e mia figlia? E la signorina dove vuole sedersi?» Enid cominciava a sentirsi nervosa.«Credo», disse, «che vorrei sedermi vicino al signor Malone.» Bolsover fece un sorrisetto e un cenno a sua moglie.«D'accordo! E naturale!» Ciascuno si mise al proprio posto.Il signor Bolsover aveva spento la lampada elettrica, ma una candela bruciava in mezzo al tavolo.Malone pensò che avrebbe potuto essere un quadro immaginato da Rembrandt: grandi ombre che sommergevano la sala, e la luce gialla che rischiarava un cerchio di visi.Il mondo intero sembrava essersi ristretto al loro piccolo gruppo che si concentrava intensamente.

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Sulla tavola erano sparsi diversi oggetti curiosi che sembravano esser stati molto usati: un megafono ammaccato in rame molto scolorito, un tamburello, un carillon e alcuni oggetti più piccoli.«Non si sa mai che cosa possollo chiedere», disse Bolsover passandovi sopra la mano «Sn !> n^et-3 Di zola .eclasssa qualcosa che non c'è, lo fa sapere a tutti noi in un modo. . .Oh sì, sgradevole!» «Ha un bel caratterino la nostra Piccola!», osservò la signora Bolsover.«E perché non dovrebbe averlo, povera cara?», disse la signora austera. «Deve averne abbastanza di avere a che fare con dei ricercatori o non-so-che-altro! Mi domando spesso perché continui Ilvenire.» «La nostra Piccola è colei che ci guida», disse Bolsover. «La sentirete presto. » «Spero che venga», disse Enid.«Non ha mai mancato di parola, salvo quando quel Meadow si è comportato in modo così deplorevole.» «Chi è il medium?», chiese Malone.«In fede mia, non lo sappiamo neanche noi.Aiutiamo tutti, penso.E anche la mamma è un'ausiliaria preziosa.» «La nostra famiglia è una cooperativa», disse la signora Bolso r.Tutti si misero a ridere.«Credevo che un medium fosse necessario.» «E l'abitudine che richiede un medium, non la necessità», disse l 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE! 61 Mailey con la sua grave voee autoritaria. «Crawford l'ha dimostrato molto chiaramente nelle sedute di Gallegher quando ha provato, misurando su bilanee il peso dei presenti, che tutti eoloro che formavano il eerchio perdevano da due etti a due chili nel eorso della riunione, mentre la medium la signorina Kathieen, perdeva einque o sei chili.Con noi, in una lunga sueeessione di sedute...Da quanto tempo si tengono, signor Bolsover?» «Da quattro anni senza interruzione.» «Questa lunga serie di sedute ha in un eerto modo sviluppato la sensibilità di ognuno dei parteeipanti: il rendimento di ognuno dei presenti ha raggiunto una media abbastanza alta, eosiechè non è uno solo a eompiere tutto lo sforzo.» «Che tipo di rendimento?» «Il magnetismo animale.In realtà: l'energia.La parola energia è più eomprensibile.

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Cristo ha detto: "Una grande energia è useita da me" . È la dynamis dei Greei, ma i traduttori si sono sbagliati e hanno tradotto con "forza' 92.Se un buon eonoseitore del greeo che fosse anche un serio studioso di oeeultismo si mettesse a ritradurre il Nuovo Testamento, si aprirebbero gli occhi su molte eose! Il earo veechio Ellis Povvell3 ha fatto qualche passo in questa direzione.La sua morte è stata una grande perdita per tutti.» «Sì, davvero! », eselamò Bolsover con voee carica di emozione.«Ma ora, signor Malone, prima di metterci al lavoro, desidero dirle due o tre cose.Vede quei punti bianchi sul tamburello e il megafono? Sono punti di fosforo che ci permettono di seguirli con gli occhi anche al buio.La tavola è il nostro tavolo da pranzo, in buon rovere inglese.Può esaminarla se lo desidera.Ma vedrà dei fenomeni che non dipendono dalla tavola.E ora, signor Smiley, spengo la candela e le chiediamo di suonare la Roccia dei tempi.» L'armonium vibrò nell'oseurità e il eerchio si mise a eantare.A eantare molto intonato, anche, perché le ragazze avevano delle voei fresche e un buon oreechio.Il ritmo solenne, grave e vibrante, divenne tanto più impressionante per chi lo ascoltava in quanto l'udito era il solo senso che fosse libero di funzionare.Le mani, secondo le istruzioni ricevute, erano appoggiate leggermente sul tavolo; avevano raccomandato di non incrociare le gambe.Una delle mani di Malone toccava quella di Enid, e lui sentiva dei piccoli fremiti che rivelavano la sua tensione nervosa.La voce gioviale di Bolsover rilassò l'atmosfera.2 Luca, Vl 46. È uno dei passaggi ddie Sacre scritto ture che gli spiritisti citavano a riprova che le religioni tradizionali ammettono l'esistenza delleenergie psichiche (N.d.C.).3 Spiritista inglese, interpretò il Vangelo secondo la sua dottrina in un saggio del titolo Psychic Research in the New Testament (N.d.C.).v~= NEL PAESE DELLE NEBBIE~ «Dovrebbe funzionare», disse. <eSento che questa sera le condizioni sono buone.Vi chiedo di unirvi a me in una preghiera.» Era commovente, quella preghiera semplice e seria, nell'oscurità... un'oscurità nera come

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l'inchiostro, turbata soltanto dalla luce rossastra del fuoco che stava per spegnersi.«O immenso Padre di tutti noi. . . », disse la voce di Bolsover, « Tu che sei oltre i nostri pensieri e che tuttavia animi le nostre esistenze, fa che ogni male si allontani da noi questa sera e che noi godiamo delprivilegio di comunicare, anche soltanto per un 'ora con coloro che stanno a un livello superiore al nostro.Tu sei Padre nostro come loro.Permetti che per un breve istante ci incontriamo fraternamente affinchè possiamo acerescere la nostra conoscenzadella vita eterna che ciattende, cosa che ciaiuterà a conquistarla su questa terra. » Terminò con il «Padre Nostro», che tutti recitarono con lui.Poi rimasero in silenzio.Fuori muggiva il traffico; ogni tanto una vettura esalava con il clacson il suo malumore.Ma nella stanza la calma e il silenzio erano assoluti.«Niente da fare, mamma», disse infine Bolsover. «È a causa dei profani.Ci sono delle vibrazioni nuove.Devono entrare in accordo per ripristinare l'armonia.Ci suoni un'altra aria, signor Smiley. » l.'armonium ripresc a Vibrare.Suonava ancora quando una voce di donna gridò: «Basta! Basta! Eccoli!».Attesero ancora senza risultato.«Sì! Sì! Ho sentito la nostra Piccola. È qui, ne sono sicura!» Scese di nuovo il silenzio, e poi, ad un tratto, successe: una cosa straordinaria per i visitatori, ma per il cerchio una cosa affatto naturale.«Buonasera!», esclamò una voce.Dal cerchio sgorgarono complimenti e risate gioiose.Parlavano tutti insieme: «Buonasera alla nostra Piccola!».«Ah, eccoti, carina!» «Sapevo che saresti venuta!» «Brava, piccola guida!» «Buonasera, buonaseraatutti!», risposelavoce. «LaPiccolaè contenta di vedere papà, mamma e gli altri.Oh, quell'omone con la barba! Mailey, signor Mailey, l'ho già visto prima.Lui grosso Mailey, io piccola donna.Felice di rivederla, signor Omone » Enid e Malone ascoltavano stupiti, ma era impossibile innervosirsi visto che la compagnia si comportava in modo assolutamente naturale.La voce era più esile e più acuta che quella di un fonografo.Era la voce di una bambina.

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Incontestabilmente! Ed era t 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE! 63 incontestabile che non c'era nessuna bambina nella stanza.A meno che dopo che la candela era stata spenta. . .Ma sembrava che la voce venisse dal centro della tavola.Come avrebbe potuto andarci un bambino? «È facile venire qui, signor Nuovo Venuto», disse la voce rispondendo alla domanda inespressa di Malone. «Papà è un uomo forte.Papà ha fatto venire la sua Piccola nel tavolo.Ora le faccio vedere una cosa che papà non è capace di fare.» «Il megafono si alza!)>, esclamò Bolsover.Il cerchietto fosforescente si alzava senza rumore nell'aria e dondolava sopra le loro teste.«Sali e picchia sul soffitto!», gridò Bolsover.L'oggetto salì ancora, e tutti udirono il colpo del metallo sul soffitto.Allora la vocetta esile parlò sopra di loro: «Com'è furbo il mio papà! Papà aveva una canna da pesca e ha alzato il megafono fino al soffitto.Ma come ha fatto per la voce, eh? Che cosa ne dice bella signorina inglese? Tenga, ecco qua un regalo della Piccola».Qualcosa di leggero cadde sulle ginocchia di Enid, che vi posò sopra una mano.«È un fiore, un crisantemo.Grazie, Piccola!>, «È un apporto?», chiese Mailey.«No, no, signor Mailey!», rispose Bolsover. «I crisantemi erano in un vaso sull'armonium.Le parli, signorina Challenger.Mantenga le vibrazioni.» «Chi sei, Piccola?», chiese Enid, con gli occhi rivolti verso la macchia che si spostava sopra di lei.«Una negretta.Una negretta di otto anni.» «Andiamo, carina!», protestò la signora Bolsover con la sua voce calda a e carezzevole. «Avevi già otto anni quando sei venuta qui per la prima volta anni fa.» «Anni per voi.Ma per me èsiste un solo tempo.Io devo fare il mio lavoro come una bambina di otto anni.Quando avrò fatto tutto il mio lavoro, allora la Piccola diventerà la Grande.Non abbiamo un tempo, qui, come voi lo calcolate.Io ho sempre otto anni.» «In genere crescono proprio come noi sulla terra», disse Mailey. «Ma se devono fare un lavoro particolare per cui c'è

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bisogno di un bambino, restano bambini. È una specie di sviluppo sospeso.» «Sono io.Io, lo sviluppo sospeso», disse la voce con fierezza.«Imparo sempre delle belle parole quando c'è qui il signor Omone.» Si misero tutti a ridere.Era l'associazione più ingenua, più libe v .NEL PAESE DELLE NEBBIEr ra del mondo.Malone sentì la voce di Enid che gli bisbigliava alI orecchio: «Dammi un pizzicotto ogni tanto, Edward.Tanto per essere sicura che non sto sognando».«Ma devo darmi un pizzicotto anch'io!» «E la tua canzone, Piccola?», chiese Bolsover.«Oh sì, è vero! La Piccola canterà per voi.» Attaccò una canzoncina ingenua, ma la voce s'indebolì e tacque, mentre il megafono ricadeva sul tavolo.«Ah, l'energia sta perdendo impulso!», disse Mailey. «Penso che un po' di musica ci rimetterà in forma.Cuidaci, dolce luce, Smiley ! » Cantarono in coro quel bel salmo.Alla fine, successe qualcosa di sorprendente...Sorprendente almeno per i novizi, sebbene ciò non provocasse alcun commento da parte del cerchio.Il megafono brillava ancora sul tavolo, ma due voci, che apparivano quelle di un uomo e di una donna, sgorgarono nell'aria sopra di loro e si unirono armoniosamente al coro.Finito il cantico, tutto tornò ad essere silenzio e attesa.Una voce grave venne dall'oscurità.Era la voce di un inglese colto; una voce ben modulata che si esprimeva come il povero Bolsover sarebbe stato assolutamente incapace di fare.«Buonasera, amici miei.L'energia sembra buona, stasera.» «Buonasera, Luca, buonasera'», esclamaronv tutti.«E la nostra guida che ci ammaestra», spiegò Bolsover. «Uno spirito superiore che viene dalla sesta sfera per istruirci » «Forse vi sembro superiore», disse la voce, «ma che cosa sono invece in confronto a coloro che ammaestrano me? Non si tratta della mia sapienza.Non mi attribuite una sapienza personale.Non faccio che trasmetterla.» «E sempre così», disse Bolsover. «Mai pretese, nè spacconate.

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Ecco un segno di superiorità!» «Vedo che ci sono con voi due giornalisti.Buonasera, signorina! Lei non conosce il suo potere nè il suo destino.Li scoprirà! Buonasera, signore.Eccola sulla soglia del gran sapere.C'è un argomento del quale vorrebbe che le parlassi? Vedo che lei prende appunti . . . » Effettivamente Malone aveva liberato la mano nell'oscurità e stenografava i diversi episodi della serata.«Di che cosa dovrei parlare?» «Dell'amore e del matrimonio», suggerì la signora Bolsover, dando di gomito a suo marito.«Ebbene, dirò qualche parola a questo proposito.Non parlerò a lungo, perché altri stanno aspettando: la stanza è affollata di spiriti.Vorrei farvi capire che c'è un uomo, e solo uno, per ogni 4.AD HANIMERSMITH NE SUCCEDONO DELL E BELLE! 65 donna; e solo una donna per ogni uomo.Quando questi due esseri si incontrano, volano via insieme, e formano una cosa sola attraverso la catena senza fine dell'esistenza.Fino al loro incontro tutte le altre unioni rispettive sono state semplici incidenti privi di significato.Prima o poi ogni coppia si ricompone.Può essere che non succeda qui.Può essere che succeda nella sfera successiva, dove i sessi si incontrano come sulla Terra.O ancora dopo.Ma per ogni uomo, per ogni donna, esiste un essere affine, e lo troveranno.Dei matrimoni terresti solo uno su cinque è eterno.Gli altri sono soltanto incidenti .Il matrimonio vero è quello dell'anima e dello spirito.Gli atti sessuali sono dei simboli puramente esterni che non vogliono dir niente e sono ridicoli, persino dannosi, quando manca l'oggetto che essi dovrebbero simboleggiare.Sono stato chiaro?» «Chiarissimo», rispose Malone.«Alcuni di quelli che stanno in questa stanza hanno un cattivo compagno.Altri non ne hanno affatto, il che è preferibile a non avere quello giusto.Ma tutti, prima o poi, avranno il compagno giusto.Non crediate che sarete per forza accompagnati dal vostro attuale marito quando cambierete di sfera.» «Ah, Dio sia lodato! Dio sia benedetto!», esclamò una voce.

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«Signora Melder, qui siamo uniti dall'amore, dall'amore vero.tn basse suo marito va per la sua strada.Lei va per la sua.Siete su piani separati.Un giorno ognuno di voi troverà il suo compagno, quando avrete ritrovato la vostra giovinezza. . .Qui! » «Lei parla dell'amore! Si riferisce all'amore sensuale?» «Dove andiamo a finire!», brontolò la signora Bolsover.«Qui non nascono più bambini.Non ne nascono che sulla faccia della Terra. È a questo aspetto del matrimonio che si riferì il Grande Maestro quando disse: "Non ci saranno più matrimoni, nè doti matrimoniali!"4.No, si tratta di qualcosa di più puro, di più meraviglioso: un'unione delle anime, una fusione di interessi e di sapere, senza che l'individuo ne soffra.Quando siete più vicini? Nel momento della prima passione elevata, troppo bella per esprimersi fisicamente, che provano due innamorati dall'anima superiore quando si incontrano.Trovano poi un'espressione meno alta, ma sapranno sempre in fondo al cuore che la prima comunione delle anime era la più bella.Così succede a noi.Avete qualche domanda da farmi?» «E se una donna ama due uomini allo stesso modo, che cosa succede?», chiese Malone.«Succede di rado.Quasi sempre lei sa quale dei due le è più vici 4 Altra citazione evangelica (Matteo, Xxll, 30; Marco, Xll, 25; Luca, xx, 35).Il (<Grande Maestro» è Cristo, secondo uno degli appellativi degli spiritisti (N.d.C.).66 NEL PAESE DELLE NEBBIE no.Se tuttavia ne ama due nello stesso modo, questa sarebbe la prova che nessuno dei due le è realmente affine, perché colui che le è "promesso" è al di sopra di tutti gli altri uomini.Certo, se lei. . . » A questo punto la voce svanì, e il megafono cadde.«Cantiamo Gli angeli sono intorno a noi», esclamò Bolsover.«Smiley, pesti su quel vecchio armonium, le vibrazioni sono a zero!» Un po' di musica, un po' di silenzio, poi una voce lugubre.Enid non aveva mai sentito una voce così triste.I suoni si sgranavano come zolle di terra che ricadessero su una bara.

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Dapprima fu un mormono grave, che si trasformò in preghiera, certo una preghiera in latino, perché per due volte si sentì la parola Domine e una volta la parolapeccavimus.La stanza era immersa in un'atmosfera indescrivibile di desolazione.«In nome del cielo, di che cosa si tratta?», esclamò Malone.Il cerchio condivideva il suo stupore.«Un povero diavolo uscito dalle sfere inferiori, immaginot» rispose Bolsover. «Gli ortodossi dicono che dobbiamo evitarli Ma io penso che dovremmo aiutarli.» «Ben detto!», fece Malone. «Proviamoci, presto!» «Possiamo fare qualcosa per lei, amico?» 11 silenzio fu la sola risposta.«Non lo sa.STon capisce cosa succede. l)ov;e Luca't Lui saprebbe cosa fare.» «Cosa c'è, amico?», chiese subito la piacevole voce della guida.«C'è un poveraccio.Vorremmo aiutarlo.» «Ah, sì. È venuto dalle tenebre esteriori», spiegò Luca con partecipe simpatia. «Lui non sa.Non capisce.Si arriva qui con un idea fissa e, quando ci si accorge che la realtà è molto diversa da quello che ci era stato insegnato nei templi o nelle chiese, ci si sente impotenti.Taluni si adattano e si evolvono.Altri non si adattano e continuano ad errare senza cambiare, come succede a questo uomo.Era un ecclesiastico, dallo spirito molto ristretto, molto bigotto.» «Che cosa gli è successo?» «Non sa di essere morto: cammina nella nebbia.Tutto gli sembra un brutto sogno.E così da anni.Lui ha l'impressione che sia passata un'eternità.» «Perché non gli dice... non lo istruisce?» «Noi non possiamo.Noi...» Il megafono ricadde.«Musica, Smiley, musica! ...Ora le vibrazioni dovrebbero essere migliori.» 4.AD HA\fMERSMI I H Ni S EDONO I)ELLi BELLE' 67 «Gli spiriti superiori non possono contattare gli spiriti legati alla terra», spiegò Mailey. «Si trovano in zone con vibrazioni diverse.Noi che siamo vicini a loro, noi possiamo aiutarli.» «Sì! Voi!», esclamò la voce di Luca.

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«Signor Mailey, gli parli! Lei sa come fare!» Il mormorio era ricominciato con la stessa monotonia ossessionante.«Amico mio, vorrei dirle una parola», cominciò Mailey con voce ferma e forte.IL mormorio tacque: ognuno sentì che la presenza invisibile concentrava la propria attenzione.«...Amico», riprese Mailey, «siamo spiacenti per lo stato in cui si trova.Lei ha fatto la sua strada.Lei ci vede e si chiede perchè noi non la vediamo.Lei è nell' altro mondo, ma non lo sa, perchè non somiglia a quello che si aspettava.Lei non è stato ricevuto come si immaginava: il fatto è che s'immaginava cose sbagliate.Deve capire che va tutto bene, che Dio è buono, e che la felicità è alla sua portata se innalza il suo spirito e prega per chiedere aiuto.Soprattutto, pensi meno al suo proprio stato, e di più alle povere anime che la circondano.» Seguì un silenzio, e Luca riprese la parola.«Vi ha sentito e vorrebbe ringraziarvi.Adesso ha una visione parziale del suo stato.Questa visione si svilupperà in lui.Vuol sapere se puo tornare.» «Sì! Sì!», esclamò Bolsover. «Ce ne sono già parecchi che ci mettono al corrente dei loro progressi.Che Dio la benedica, amico! Venga tutte le volte che può.» Il mormorio era cessato, e un senso di pace pervadeva l'aria.La voce acuta della Piccola si fece risentire.«C'è ancora molta energia.Nuvola Rossa è qui.Può far vedere quel che è capace di fare, se papà lo desidera.» «Nuvola Rossa è il nostro controllo indiano, il nostro specialista dei fenomeni puramente fisici.Sei qui, Nuvola Rossa?» Tre colpi sordi, che risuonarono come colpi di martello sul legno, scaturirono dall'oscurità.«Buonasera, Nuvola Rossa!» Una voce nuova, lenta, studiata, a scatti, risuonò sopra di loro.«Buonasera, capo! Come va la squaw? Come vanno le figlie? Ci sono dei visi strani stasera nel tuo wigwam.» «Vogliono imparare, Nuvola Rossa.Puoi farci vedere cosa sei capace di fare?» «Ci provo.

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Aspetta un momento.Farò quel che posso.» L'attesa trascorse nel silenzio.Poi i novizi si trovarono di nuovo a faccia a faccia con il miracolo.Una smorta luce rossa brillò nell'oscurità.A quel che pareva si 68 NEL PAESE DELLE NEBBIE trattava di una scia di vapore luminoso.S'inclinava planando da una parte all'altra, poi si condensò progressivamente fino a for-4 mare un disco circolare grande quanto una lanterna cieca.Non proiettava alcun riflesso all'intorno: era solo un cerchio ben dise gnato nella notte.Una volta si avvicinò al viso di Enid, e Malone la vide chiaramente di profilo.«Ma c'è una mano che la regge!», gridò.Tutti i suoi sospetti si risvegliarono.«Sì, è una mano materializzata», confermò Mailey. «L'ho vi sta distintamente.» «Vorrebbe che la toccasse, signor Malone?» «Sì.» La luce si spense.Nell'istante successivo, Malone percepì una pressione sulla sua mano.Aprì il palmo e sentì nettamente che vi si posavano tre dita: delle dita morbide e calde di adulto.Ripiegò le sue: la mano parve fondersi, dissolversi sotto la sua stretta.«E andata via!», mormorò ansando per l'emozione «Sì.Nuvola Rossa non è molto bravo nelle materializzazioni.Forse non gli forniamo energia sufficiente.Ma le sue luci sono ec cellenti. » Altri lumi erano scaturiti dall'oscurità.Erano molto differenti fra loro: vapori luminosi che si spostavano lentamente, piccole scintille che danzavano come fuochi fatui.Allo stesso tempo, i due visitatori sentirono un vclllo freddo passare sui loro VlSi.Non era un'illusione, perché i capelli di Enid ondeggiavano sulla sua fronte.«Sentite il vento», disse Mailey. «Qualcuno di questi lumi po trebbe sembrare una lingua di fuoco, vero? La Pentecoste non sembra dunque più tanto lontana nel tempo, nè tanto impossibi le. . .» Il tamburello si era sollevato nell'aria, e la macchia di punti fo sforescenti rivelava che stava girando su se stesso.Poco dopo sce se e toccò le loro teste l'una dopo l'altra.

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Infine con un tintinnio bizzarro si posò sul tavolo.«Perché un tamburello?», osservò Malone. «Si direbbe che ci voglia sempre un tamburello.» «È un piccolo strumento particolarmente utile», spiegò Mai ley; «il solo il cui rumore permetta di sapere automaticamente do ve sta volando.Non ne conosco un altro più efficace, salvo il ca rillon. » «Quando il nostro carillon vola è piuttosto stupefacente», dis se la signora Bolsover. «E pesante.» «Pesa quattro chili e mezzo», disse Bolsover «Ebbene, penso che abbiamo finito.Non credo che otterremo altro stasera.Non è stata una cattiva seduta: anzi la direi una seduta mediamente buo . r EN r 4.AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE! na.Ma dobbiamo aspettare un po' prima di riaccendere la luce elettrica...Allora, signor Malone, che cosa ne pensa? Presenti le sue obiezioni prima che ci separiamo.Preferisco che lo faccia adesso, perché voi giornalisti vi mettete spesso in testa delle cose e le seppellite per tirarle fuori più tardi, mentre sarebbe così semplice discuterne subitot Quando siamo di fronte a loro, i giornalisti sono piacevoli e molto gentili ma, appena giriamo le spalle, ci trattano da truffatori e imbroglioni.» Malone aveva mal di testa; si passò la mano sulla fronte sudata.«Sono stordito», disse, «e impressionato.Sì, impressionato.Avevo letto qualcosa, ma è molto diverso vedere.Quello che considero più importante è la vostra evidente sinceritàdi tutti voi e il vostro equilibrio mentale.Nessuno può metterli in dubbio . » «Bene, facciamo progressi!», sorrise Bolsover.«Provo a immaginare le obiezioni che solleveranno le persone che non hanno assistito alla seduta.Dovrò rispondervi. È tutto così diverso dalle nostre idee preconcette sul popolo degli spiriti ! » «Dobbiamo adattare le nostre teorie ai fatti», disse Mailey.«Finora abbiamo fatto il contrario, e adattati i fatti alle nostre teorie.Si ricordi che questa sera abbiamo avuto a che fare (con tutto il rispetto dovuto ai nostri cari ospiti) con un genere di spiriti semplici, primitivi,

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legati alla terra; spiriti che hanno i loro usi ben definiti ma che non devono essere considerati il tipo medio.Lei non considera come inglese medio il facchino che trova sulla banchina al momento dello sbarco...» «C'è Luca», interruppe Bolsover.«Oh, certo, Luca è molto superiore.Lei l'ha sentito e può giudicarlo.Altro, signor Malone?» «Sì, l'oscurità.Tutto succede al buio.Perché tutta l'attività medianica si svolge obbligatoriamente al buio?» «Lei vuol dire: tutta l'attività medianica fisica? È la sola attività che esige l'oscurità. È una necessità unicamente chimica, come la camera oscura per la fotografia.Il buio preserva la sostanza fisica delicata, estratta dal corpo umano, che è alla base di questi fenomeni, e che si dissolverebbe alla luce.Si utilizza una camera oscura per condensare questa sostanza vaporosa e aiutarla a prender corpo.Sono stato abbastanza chiaro?» «Sì, ma è un peccato lo stesso ! L'oscurità dà a tutta la faccenda un'aria di frode spaventosa.» «Ogni tanto lavoriamo alla luce», disse Bolsover. «Non so se la nostra Piccola è già andata via.Aspettiamo un momento.Dove sono i fiammiferi?» Accese la candela, la cui fiamma li abbagliò dopo la lunga oscurità., U NEL PAESE DELLE NEBBIEX Fra i diversi oggetti sparsi sul tavolo c era una scodella di lew gno; Bolsover la fissò.Tutti la fissarono.Erano tutti in piedi, ma| F nessuno stava a meno di un metro da essa.| «Per favore, Piccola, per favore!», esclamò la signora Bolso ver.Malone non credeva ai suoi occhi.La scodella cominciò a muo versi.Prima fremette, poi tamburellò sulla tavola, proprio come un coperchio su una casseruola d'acqua bollente.«In aria, Piccola! » Tutti batterono le mani.La rotonda scodella di legno, nella piena luce della candela, si sollevò e smise di tremare, come se stesse cercando il proprio equilibrio.«Tre saluti, Piccola!» La scodella s'inchinò tre volte.Poi ricadde e rimase inerte.

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«Sono contento che l'abbiate visto», disse Mailey. «Si tratta di una forma semplice ed evidente di telecinesi.» «Non l'avrei mai creduto!», esclamò Enid.«Nemmeno io», aggiunse Malone. «Signor Bolsover, lei ha ampliato il mio orizzonte!» «Evviva, signor Malone! » «Che potenza vi stia dietro, io l'ignoro ancora.Ma, per quanto concerne i fenomeni stessi, non ho più dubbi e non ne avrò mai più.Auguro a tutti la buonanotte. È poco probabiie che la signo rina Challenger e io dimenticheremo la serata che abbiamo passa to sotto il vostro tetto.» Quando si ritrovarono nell'aria gelida, era tutto un altro mon do; i taxi caricavano gli spettatori che uscivano dal teatro o dal ci nema.Mailey rimase con loro mentre aspettavano una vettura li bera.«So esattamente ciò che provate», disse loro sorridendo.«Guardate tutta questa gente affannata, contenta di se stessa, e vi meravigliate pensando quanto poco sa delle possibilità della vita.Avete voglia di fermarli, di parlar loro.Ma, se lo faceste, vi pren derebbero per un bugiardo o per un pazzo.Situazione divertente, vero? » «In questo momento sono completamente frastornato.» «Domani mattina non lo sarà più.Queste impressioni sono ef fimere.Finirà col persuadersi di aver sognato.Bene, arriveder ci...E mi faccia sapere se posso esserle utile per i suoi studi ulte riori . » Sulla via del ritorno, i due amici (a stento si potevano dire innamorati) restarono assorti nei propri pensieri.A Victoria Gardens, Malone accompagnò Enid fino alla porta di casa, ma non entrò.I sogghigni di Challenger, che di solito lo divertivano, quella sera gli avrebbero dato ai nervi.Peraltro udì come, dall'altra parte della parete, il professor Challenger salutava sua figlia.«Allora Enid, dove hai messo il tuo fantasma? Tiralo fuori dal la borsetta in modo che possa esaminarlo!» La sua avventura della serata terminò come era cominciata: con una risata fragorosa che lo inseguì fin nell'ascensore.4.

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AD HAMMERSMITH NE SUCCEDONO DELLE BELLE! CAPITOLO QUINTO I nostri inviati speciali fanno un'esperienza notevole Malone era seduto nella sala da fumo del Club Letterario.Davanti a lui, sul tavolo, stavano le impressioni manoscritto te di Enid che erano molto acute e sottili, e lui cercava di fonderle con le sue.Vicino al fuoco un gruppo discuteva animatamente.Il brusio delle conversazioni non disturbava il giornalista: la sensazione di appartenere ad un mondo affaccendato stimolava insieme il suo cervello e la sua penna.Tuttavia, poichè il gruppo affrontò ben presto i problemi psichici, gli fu difficile rifugiarsi nelle proprie riflessioni, perciò si sistemò meglio nella poltrona per ascoltare.Polter, il celebre romanziere, faceva parte del gruppo.Uomo brillante, utilizzava troppo spesso l'acume del suo spirito per respingere delle verità evidenti e per difendere delle posizioni impossibili unicamente per amor di dialettica.In quel momento stava dissertando davanti a un uditorio ammirato, se non completamente docile.«La scienza», diceva, «ripulisce man mano il mondo dalle vecchie ragnatele della superstizione.Il mondo somigliava ad una vecchia soffitta piena di polvere; ecco che ora il sole della scienza vi penetra, la inonda di luce: la polvere si deposita a poco a poco sul pavimento.» Qualcuno lo interruppe, non senza malizia: «Per scienza lei intende naturalmente uomini come Sir William Crookes, Sir Oliver Lodge, Sir William Barrett, Lombroso, Richet, e tanti altri?».Polter non era abituato ad essere contraddetto.«No, signore, non intendo niente di così assurdo!», rispose.«Nessun nome, per eminente che sia, può pretendere di identificarsi con la scienza finchè fa parte di un'esigua minoranza di studiosi. » «Finchè fa la figura di un eccentrico, insomma!», confermò Pollifex, un artista che di solito rinviava la palla a Polter.Ma colui che aveva interrotto, un certo Millworthy, un giorna Tutti i nomi citati sono di eminenti scienziati che avevano aderito alle tesi spiritistiche e indagato sul poteri paranormali (N.d.C.).i 5.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE 73 lista molto indipendente, non intendeva lasciarsi ridurre così rapidamente al silenzio.«Ai suoi tempi Galileo fece la figura dell'eccentrico», insistè.

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«E Harvey quella di un amatore di paradossi, quando descrisse la circolazione del sangue fra risate canzonatorie.>) «In questo momento sono la circolazione e la tiratura del Daily Gazette ad essere in gioco», disse Marrible, l'umorista del club.«Non riesco ad immaginare perché ci si occupi di queste cose fuori dei tribunali!», rincarò Polter. «È una dispersione di energia, un errore di rotta del pensiero umano, trascinato verso strade che non portano da nessuna parte.Non ci manca materiale probatorio da esaminare.Ecco il nostro lavoro: continuiamolo senza lasciarci distrarre.» Atkinson, il chirurgo, faceva parte del gruppo.Fino ad allora aveva ascoltato in silenzio, infine si decise ad intervenire.«Penso che gli studiosi dovrebbero dedicare più tempo ai fenomeni psichici.» «Meno ! », replicò Polter.«Meno che niente, allora? Di fatto li ignorano.Ho steso recentemente una serie di esempi di relazioni telepatiche che avrei voluto sottomettere alla Royal Society.IL mio collega Wilson, uno zoologo, doveva leggere anche lui una relazione.Abbiamo chiesto contemporaneamente l'autorizzazione a parlare: a lui fu accordata e a me rifiutata.IL titolo della sua relazione era: Il sistema riproduttivo dello scarabeo stercorario.» Uno scoppio generale di risa accolse questa precisazione.«Naturale ! », fece Polter. «L'umile scarabeo stercorario, almeno, è un fatto.Nello psichismo non ci sono fatti.» «Lei deve avere certo una base solida per un'affermazione così definitiva», sussurrò il malizioso Millworthy con voce vellutata.«Non ho molto tempo per leggere: può dirmi quale dei tre libri del dottor Crawford mi raccomanderebbe?»2 «Non ho mai letto niente di quel tizio.» Millworthy simulò uno straordinario stupore.«Come, mio caro! Mai letto niente?...Ma è un'autorità in materia; la sola, l'unica autorità! Se le servono semplici esperienze di laboratorio, prenda i suoi libri.Mai letto niente?...Tanto varrebbe dettar legge in zoologia senza aver mai letto Darwin!» «Non si tratta di una scienza!», protestò Polter.2 W.J .

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Crawford, fisico inglese, defini una serie di normesperimentali per controllare e studiare i fenomeni parapsicologici .I libri cui accenna Conan Doyle sono: Some Practical Hints for Those Investigating on the Phenomena of Spiritaalism (Londra 1918); The Reality of Psychic Phenomena (Londra 1919); Experiments in Psychical Science (Londra 1919) (N.d.C.).74 NEL PAESE DELLE NEBBIE «Ciò che davvero non è scienza», disse Atkinson con calore, «è dettar legge su problemi che non si sono studiati ! Sono stato portato allo spiritismo proprio da comportamenti di questo genere: ho paragonato quest'ignoranza dogmatica con la seria ricerca della Verità perseguita dai grandi spiritisti.Molti di loro hanno meditato più di vent'anni prima di tirare delle conclusioni.» «Ma le loro conclusioni non hanno valore perché confermano un'opinione preconcetta.» «Ognuno di loro ha lottato a lungo prima di formarsi un'opinione! Ne conosco parecchi: tutti hanno esitato prima di lasciarsi convincere. » Polter alzò le spalle.«Per me, possono tenersi pure i loro fantasmi, se questo fa loro piacere, purchè mi lascino stare con i piedi ben ancorati alla terra.» «O affondati nel fango», disse Atkinson.«Preferirei», ribattè Polter, «affondare nel fango con gente sana di mente piuttosto che svolazzare nell'aria con dei pazzi! Anch io conosco qualche spiritista; secondo me, si possono dividere in due categorie: i pazzi e gli imbroglioni.» Malone aveva ascoltato dapprima con interesse, poi con crescente indignazione.Tutt'a un tratto prese fuoco.«Mi ascolti, Polter!w>, gridò girando la sua poltrona verso il gruppo. «Sono gli stupidi del suo genere che frenano il progresso del mondo.Lei ammette di non aver letto niente sui problemi psichici, e io sono pronto a giurare che lei non ha nemmeno visto niente! E tuttavia usa il suo credito e la sua reputazione per dare addosso a persone che, qualunque cosa siano in altri campi, sono certamente molto serie e riflessive.» «Oh!», esclamò Polter. «Non sapevo che lei avesse fatto tanta strada.Non osa esprimersi così nei suoi articoli. È diventato uno spiritista? A leggerla non si direbbe!» «Non sono uno spiritista, ma mi vanto di essere un giornalista onesto come lei non è mai stato.Lei tratta gli spiritisti da pazzi e imbroglioni ma, per quanto ne so, non è degno di lustrare le scarpe a certi adepti dello spiritismo.» «Via, via, Malone!», gridarono due o tre voci Ma Polter si alzò.

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«Sono gli uomini come lei che faranno di questo club un deserto!», esclamò dirigendosi verso la porta. «Non tornerò mai più qui per farmi insultare.» «Ha vinto, Malone!» «Avevo voglia di prenderlo a calci per farlo uscire prima.Con che diritto dovrebbe calpestare impunemente i sentimenti e le cre l ~5.I NOSTRI INVIATI SPEt IAI,I EANNO UN ESl'ERIENZA NO'I'E\'OI,E 75 denze altrui? Ha avuto successo, e crede di farci un grande onore venendo fra noi!» -«Caro vecchio irlandese ! », disse Atkinson appoggiando la ma no sulla spalla di Malone. «Calma, spirito inquieto! Calma! Però vorrei dirle una parola.In realtà aspettavo in questo gruppo per non disturbarla.» «Disturbarmi? Lo sono stato abbastanza!», esclamò Malone.«Come avrei potuto lavorare con quel maledetto asino che mi ragliava nelle orecchie?» «Stia a sentire.Ho ottenuto da Linden, il celebre medium di cui le ho parlato, un posto per la riunione psichica di questa sera.Ho un altro invito.Le interesserebbe venire?» «Naturalmente ! » «In realtà ho altri due inviti.Se Polter non fosse stato così offensivo poco fa, gli avrei proposto di accompagnarci.Linden passa volentieri sopra gli scettici, ma non tollera chi si fa beffe.Chi potremmo invitare?» «Enid Challenger.Lei sa che noi due lavoriamo insieme.» «Benissimo.Può avvertirla?» «D ' accordo. » «Alle sette.Al Collegio Psichico.Lei sa dov'è: vicino a Holland Park.» «Si, conosco l'indirizzo.D'accordo: Enid e io saremo là alle sette. » Ecco dunque i nostri inviati speciali sulla soglia di una nuova avventura psichica.Passarono a prendere Atkinson a casa sua, a Wimpole Street, poi attraversarono la città verso Holland Park.Il loro taxi si fermò davanti ad una maestosa dimora vittoriana, un po' antiquata.Una cameriera impeccabile li introdusse nell'atrio, il cui lucido pavimento di legno e linoleum brillava alla luce smorzata di una grande lampada dal paralume a colori; una statua di marmo bianco brillava in un angolo.Enid si disse che quella casa era ben tenuta, ammobiliata con gusto, e che era certo diretta da una persona capace .

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La direzione assunse l'aspetto di una piacevole signora scozzese che li accolse nell'atrio e salutò il signor Atkinson come un vecchio amico; fu presentata ai giornalisti come la signora Ogilvy.Malone aveva già sentito raccontare come questa signora e suo marito avessero fondato e organizzato quella famosa istituzione (il vero centro delle esperienze psichiche a Londra) senza badare nè alle spese nè alla fatica.«Linden e sua moglie sono di sopra», disse la signora Ogilvy, «sembra che le condizioni siano favorevoli.Gli altri sono in salotto.Volete raggiungerli per qualche momento?» 76 NEL PAESE DELLE NEBBIE C'era parecchia gente che voleva assistere alla seduta.Alcuni, ~-ecchi studiosi di cose psichiche, manifestavano un tranquillo interesse.Altri, principianti, si guardavano intorno con occhi eccilati e si domandavano che cosa sarebbe successo.Vicino alla porta c'era un uomo alto, con la barba rossa e il viso aperto: era Algernon Mailey.Strinse la mano ai nuovi arrivati.(< Un 'altra esperienza, signor Malone? Mi pare che lei abbia fatto un resoconto molto equilibrato dell'ultima.Lei è ancora un neofita, ma eccola dietro le porte del tempio.Ha paura, signorina Challenger? » «Se lei si mette vicino a me non credo che avrò paura», rispose lei .Mailey rise.«Certo, una seduta di materializzazione è molto diversa dalle altle: in un certo senso è più impressionante.La troverà molto istruttiva, Malone, perchè comporta delle fotografie psichiche e altre cose del genere.Peraltro, lei dovrebbe cercare di ottenere un ritratto psichico.» ~ I lo sempre creduto che fosse un trucco.» «Al contrario! Direi che fra tutti i fenomeni è quello meglio actcrtato quello che lascia una prova permanente.I 'ho osservato ....~ do zzisla di volte in condizioni differenti.L'unico inconvetC~ il è il fatto che potrebbe prestarsi a truct hi, ma f hc po[rebbe permettere a dei giornalisti malintenzionati di sfruttarlo per creare sensazione... lei non ne vede qui, vero?» «No, non c'è nessuno della stampa.» «Quella signora alta e bella, laggiù, è la duchessa di Rossland.

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E, N icino al fuoco, ci sono Lord e Lady Montnoir.Sono veramenve persone perbene, fra i pochi rappresentanti dell'aristocrazia che abbiano mostrato per le nostre faccende un interesse serio e del coraggio morale.Quella signora chiacchierona è la signorina Badiey, che non vive che per le sedute: una donna di mondo disilhisa in cerca di nuove emozioni.La si vede sempre, la si sente sempre, e lei è sempre ugualmente vuota...Non conosco i due uomini; qualcuno mi ha detto che sono ricercatori all'Università.Quel signore corpulento con la signora in nero è Sir James Smith: hanno perduto due figli in guerra.Quel tipo alto e cupo è uno strano uomo che si chiama Barclay e che vive, credo, in una camera del C'ollege dalla quale esce ogni tanto per una seduta.» «E quel signore con gli occhiali di tartaruga?» « È un asino calzato e vestito che si chiama Weatherby. È uno di quelli che si tengono ai confini della Massoneria; parla solo con mormorii indistinti e rispetta misteri che non esistono.Lo spiritismo, con i suoi misteri reali quanto temibili, gli sembra una dot 5.I NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE 77 trina volgare perché consola anche i poveri; ma gli piace leggere articoli sul rito scozzese.IL suo profeta è Eliphas Levi.»3 «Dev'essere un uomo molto colto! », disse Enid.«Soprattutto molto stupido.Ma, chilà! Ecco degli amici comu ni.» Erano arrivati i due Bolsover.Non c'è niente come lo spiritismo per eliminare le barriere sociali! La donna di servizio che possiede un potere psichico si rivela superiore al milionario che la fa lavorare.Immediatamente, i Bolsover e gli aristocratici fraternizzarono.La duchessa stava cercando di farsi invitare nel gruppo «familiare» del droghiere, quando la signora Ogilvy entrò guardandosi in giro.«Credo che ci siamo tutti», disse. «È ora di salire.» La stanza riservata alla seduta era una camera grande e confortevole con delle sedie disposte in cerchio e un divano circondato da tende che serviva da camera oscura.IL medium e sua moglie stavano aspettando.IL signor Linden aveva dei tratti marcati e dolci, una struttura solida, occhi azzurri sognanti e ricciuti capelli color stoppa che salivano a piramide

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verso il cocuzzolo, ma non aveva barba nè baffi nè basette; aveva superato la quarantina.Sua moglie era un po' più giovane: aveva lo sguardo acuto e imbronciato della casalinga stanca ma, quando guardava suo marito, era tutta adorazione.Il suo ruolo consisteva nello spiegare, e nel vegliare sulle necessità del medium mentre lui era incosciente.«I presenti dovrebbero prendere posto», disse Linden. «Se potete alternare i sessi, tanto meglio.Non incrociate le ginocchia, interrompereste il flusso d'energia.In caso si verificasse vicino a voi una materializzazione, non afferratela: potreste ferirmi.» I due ricercatori dell'Università si guardarono con aria d'intesa.Mailey lo notò.«Ha perfettamente ragione», disse. «Ho assistito a due casi di emorragia pericolosa in un medium, provocati proprio in quel modo . » «Perché?», chiese Malone.«Perché l'ectoplasma è estratto dal medium.Esso ritorna verso di lui come un elastico che schiocca.Se passa attraverso la pelle, al medium non rimane che un livido.Se attraversa una mucosa, il medium sanguina.» «E se l'ectoplasma non passa attraverso niente, il medium non ha niente!», disse uno dei ricercatori con un risolino.«Vorrei spiegare in poche parole il metodo che sarà seguito», dichiarò la signora Ogilvy quando tutti furono seduti. «11 signor 3 Sembra la caricatura del celebre occultista inglese Arthur Edwin Waite, autore di molti libri sulle dottrine occulte e membro autorevole della famosa societa magica chiamata Golden Dawn.Gli occultisti «tradGzionali>) erano ostiG allo spiritismo (N.d.C.).76 NEL PAESE DELLE NEBBIE C'era parecchia gente che voleva assistere alla seduta.Alcuni, vecchi studiosi di cose psichiche, manifestavano un tranquillo interesse.Altri, principianti, si guardavano intorno con occhi eccitati e si domandavano che cosa sarebbe successo.Vicino alla porta c'era un uomo alto, con la barba rossa e il viso aperto: era Algernon Mailey.Strinse la mano ai nuovi arrivati.

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«Un'altra esperienza, signor Malone? Mi pare che lei abbia fatto un resoconto molto equilibrato dell'ultima.Lei è ancora un neofita, ma eccola dietro le porte del tempio.Ha paura, signorina Challenger? » «Se lei si mette vicino a me non credo che avrò paura», rispose lei.Mailey rise.«Certo, una seduta di materializzazione è molto diversa dalle altre: in un certo senso è più impressionante.La troverà molto istruttiva, Malone, perché comporta delle fotografie psichiche e altre cose del genere.Peraltro, lei dovrebbe cercare di ottenere un ritratto psichico.» «Ho sempre creduto che fosse un trucco.» «Al contrario! Direi che fra tutti i fenomeni è quello meglio accertato, quello che lascia una prova permanente.L'ho osservato una dozzina di volte in condizioni differenti.L'unico inconveniente non è il fatto che potrebbe prestarsi a trucchi, rr a che potrebbe permettere a dei giornalisti malintenzionati di sfruttarlo per creare sensazione... lei non ne vede qui, vero?» «No, non c'è nessuno della stampa.» «Quella signora alta e bella, laggiu, è la duchessa di Rossland.E, vicino al fuoco, ci sono Lord e Lady Montnoir.Sono veramente persone perbene, fra i pochi rappresentanti dell'aristocrazia che abbiano mostrato per le nostre faccende un interesse serio e del coraggio morale.Quella signora chiacchierona è la signorina Badiey, che non vive che per le sedute: una donna di mondo disillusa in cerca di nuove emozioni.La si vede sempre, la si sente sempre, e lei è sempre ugualmente vuota...Non conosco i due uomini; qualcuno mi ha detto che sono ricercatori all'Università.Quel signore corpulento con la signora in nero è Sir James Smith: hanno perduto due figli in guerra.Quel tipo alto e cupo è uno strano uomo che si chiama Barclay e che vive, credo, in una camera del College dalla quale esce ogni tanto per una seduta.» «E quel signore con gli occhiali di tartaruga?» «È un asino calzato e vestito che si chiama Weatherby. È uno di quelli che si tengono ai confini della Massoneria; parla solo con mormorii indistinti e rispetta misteri che non esistono.Lo spiritismo, con i suoi misteri reali quanto temibili, gli sembra una dot [5.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA

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NOTEVOLE 77 trina volgare perché consola anche i poveri; ma gli piace leggere articoli sul rito scozzese.Il suo profeta è Eliphas Levi.»3 «Dev'essere un uomo molto colto!», disse Enid.«Soprattutto molto stupido.Ma, chilà! Ecco degli amici comuni.» Erano arrivati i due Bolsover.Non c'è niente come lo spiritismo per eliminare le barriere sociali! La donna di servizio che possiede un potere psichico si rivela superiore al milionario che la fa lavorare.Immediatamente, i Bolsover e gli aristocratici fraternizzarono.La duchessa stava cercando di farsi invitare nel gruppo «familiare» del droghiere, quando la signora Ogilvy entrò guardandosi in giro.«Credo che ci siamo tutti», disse. «È ora di salire.» La stanza riservata alla seduta era una camera grande e confortevole con delle sedie disposte in cerchio e un divano circondato da tende che serviva da camera oscura.Il medium e sua moglie stavano aspettando.Il signor Linden aveva dei tratti marcati e dolci, una struttura solida, occhi azzurri sognanti e ricciuti capelli color stoppa che salivano a piramide verso il cocuzzolo, ma non aveva barba nè baffi nè basette; aveva superato la quarantina.Sua moglie era un po' più giovane: aveva lo sguardo acuto e imbronciato della casalinga stanca ma, quando guardava suo marito, era tutta adorazione.IL suo ruolo consisteva nello spiegare, e nel vegliare sulle necessità del medium mentre lui era incosciente.«I presenti dovrebbero prendere posto», disse Linden. «Se potete alternare i sessi, tanto meglio.Non incrociate le ginocchia, interrompereste il flusso d'energia.In caso si verificasse vicino a voi una materializzazione, non afferratela: potreste ferirmi.» I due ricercatori dell'Università si guardarono con aria d'intesa.Mailey lo notò.«Ha perfettamente ragione», disse. «Ho assistito a due casi di emorragia pericolosa in un medium, provocati proprio in quel modo . » «Perché?», chiese Malone.«Perché l'ectoplasma è estratto dal medium.Esso ritorna verso di lui come un elastico che schiocca.Se passa attraverso la pelle, al medium non rimane che un livido.

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Se attraversa una mucosa, il medium sanguina.» «E se l'ectoplasma non passa attraverso niente, il medium non ha niente!», disse uno dei ricercatori con un risolino.«Vorrei spiegare in poche parole il metodo che sarà seguito», dichiarò la signora Ogilvy quando tutti furono seduti. «IL signor ' Sembra la caricatura del celebre occultista inglese Arthur Edwin Waite, autore di molti libri sulle dottrine occulte e membro autorevole della famosa societa magica chiamata Golden Dawn.Gli occultisti «tradizionalin> erano ostili allo spiritismo (N.d.C.).78 NEL PAESE DELLE NEBBIE Linden non entra nella camera oscura.Vi è seduto vicino e, siccome tollera una luce rossa, potrete constatare con i vostri occhi che non lascerà la sua sedia.La signora Linden è seduta dall'altra parte. È là per dirigere e per spiegare.Innanzitutto desideriamo che visitiate la camera oscura.Uno di voi la chiuderà e custodirà la chiave.» La camera oscura era una semplice tenda, isolata dal muro e installata su una solida piattaforma.I ricercatori ficcarono il naso dappertutto, picchiarono sul pavimento: tutto sembrava solido.«A che serve la camera oscura?», chiese Malone a bassa voce.«Come serbatoio e condensatore del fluido ectoplasmico che sfugge dal medium; altrimenti esso si spanderebbe per tutta la stanza. » «Si è anche detto che serve ad altri fini», mormorò uno dei ricercatori che aveva sentito la spiegazione di Mailey.«Esatto», disse Mailey con filosofia. «Ecco perché sono un fautore delle massime precauzioni e approvo il sopralluogo da parte di chi assiste.» «In fede mia, se il medium sta all'esterno, non vedo come potrebbe esserci frode...» I due ricercatori annuirono.Dunque il medium stava seduto da un lato della piccola tenda e sua moglie dall'altro.La luce elettrica si spense- solo una piccola lampatiina rossa vicino ai soffitto proiettava la sua palllda luce sulle sagome lì riunite.Gli occhi si adattarono, e ognuno fu ben presto in grado di seguire i dettagli.«IL signor Linden comincerà con un po' di esperienze psichiche», annunciò la signora Linden.Con le mani incrociate sul ventre e la sua aria compunta, sembrava un manichino di cera.Enid ne fu divertita.

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Linden, che non era in trance, cominciò con la chiaroveggenza, in cui però non si mostrò particolarmente abile.Poteva darsi che l'influsso combinato delle diverse persone presenti lo mettesse fuori strada.Questa fu comunque la scusa che venne data dopo che varie descrizioni fatte da lui non furono riconosciute da nessuno.Ma Malone fu ancora più colpito da quelle che erano state riconosciute: le parole erano state letteralmente messe in bocca al medium.Certo era più colpa della passione degli interessati che della furberia di Linden, ma nondimeno ne fu sconcertato.«Vedo un giovanotto con gli occhi scuri e i baffi ricadenti.» «Oh, caro, caro! Sei tornato?», esclamò la signorina Badiey.«Oh, ha un messaggio!» «Le manda tutto il suo affetto e non la dimentica.» «Oh, certamente! È proprio quello che lui stesso avrebbe detto!» 5.I NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE 79 E aggiunse per il pubblico con affettazione: «Il mio primo amore! Viene sempre.Il signor Linden l'ha portato qui non so quante volte».«A sinistra c'è un ragazzo in kaki.Sulla sua testa vedo un segno: potrebbe essere una croce di Sant'Andrea.» «Jim! È certamente Jim!», gridò Lady Smith.«Sì.Fa segno di sì.» «E la croce di Sant'Andrea è probabilmente un'elica», disse Sir James. «Era in aeronautica.» Malone ed Enid erano piuttosto scontenti di questo metodo.Mailey non dissimulò la sua disapprovazione.«Non va ! », sussurrò a Enid . «Ma aspettate ! Avrete qualcosa di meglio ! » Ci furono poi alcuni buoni riconoscimenti, infine fu descritto to a beneficio di Malone qualcuno che rassomigliava a Summerlee.Ma il giornalista non vi diede peso perché Linden avrebbe potuto essere stato fra gli spettatori della signora Debbs.«Aspettate!», continuava a ripetere Mailey.«Ora il medium cercherà di operare una materializzazione», dichiarò la signora Linden. «Se appaiono delle forme esteriori, vi prego di non toccarle, a meno che non ve lo si chieda.Victor vi dirà se potete farlo.

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Victor è il controllo del medium.» IL medium era crollato sulla sedia: corninciò a respirare con lunghe e profonde aspirazioni sibilanti e ad espellere l'aria dalle labbra semichiuse.Infine diede l'impressione di essere caduto in coma: il mento era appoggiato sul petto.Poi parlò, con una voce che sembrava più raffinata e modulata di prima.«Buonasera a tutti!», disse la voce.Un mormorio generale rispose: «Buonasera, Victor! ».«Temo che le vibrazioni non siano molto armoniose.Qui è presente l'elemento scettico ma, poichè non è predominante, speriamo di avere nonostante ciò dei-buoni risultati.Martin Lightfoot fa quel che può.» «È il controllo indiano», sussurrò Mailey.«Penso che potreste aiutarmi mettendo in moto il giradischi.Sarebbe preferibile un cantico, ma non ho obiezioni per la musica profana.Metta quel che vuole, signora Ogilvy.» Si sentì il fruscio di una puntina che stentava a trovare il solco.Poi il grammofono accennò: Guidaci, dolve luce.L'uditorio si unì al canto senza entusiasmo.Allora la signora Ogilvy lo sostituì con O Dio, nostra speranza nel passato.«Certe volte sono loro stessi a cambiare i dischi», disse la signora Ogilvy. «Ma questa sera non c'è abbastanza energia.» «Oh sì», disse la voce. «C'è abbastanza energia, signora Ogil NEL PAESE DELLE NEBBIE vy.Ma vorremmo conservarla per le materializzazioni.Martin dice che si stanno componendo.» In quel momento la tenda anteriore della camera oscura cominciò ad agitarsi.Si gonfiava come una vela sotto un forte vento Inoltre tutti i presenti ebbero una sensazione di freddo.«Fa molto fresco», mormorò Enid rabbrividendo.«Non è un'impressione soggettiva», rispose Mailey. «Harry Price4 l'ha misurata con dei termometri.E così pure il professor Crawford . » «Mio Dio!», esclamò una voce stupita.Questa esclamazione proveniva dal famoso occultista, che si trovava tutt'a un tratto alle prese con qualcosa di veramente occulto.Infatti, le tendine del camerino si erano spostate, e una sagoma umana era scivolata fuori silenziosamente.

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IL medium si profilava nettamente da un lato e la signora Linden, che era balzata in piedi, dall'altro.Fra di loro, quella piccola sagoma nera, esitante, sembrava terrorizzata dalla sua situazione.La signora Linden le parlò per rassicurarla.«Non abbia paura, mia cara.Va tutto bene.Nessuno le farà del male. » Spiegò poi alla compagnia: «Si tratta di qualcuno che non è mai tornato sulla terra.Naturalmente trova tutto molto strano.Così strano come se noi fossimo trasportati bruscamente neii'Aidita...Va tutto bene, mia cara.Vedo che si rinfranca.Bene!».La sagoma si spostava, avanzava.Ognuno era inchiodato al suo posto, con gli occhi fissi.La signorina Badiey era scossa da una risatina isterica.Weatherby era appoggiato alla spalliera della poltrona e per lo spavento gli era venuto il singulto.Nè Malone nè Enid avevano paura, anzi la curiosità li divorava.Era straordinario udire il rumore assordante della vita nella strada vicina e al tempo stesso avere sotto gli occhi un simile spettacolo.Lentamente, la sagoma fece il giro dei presenti.Arrivò vicino ad Enid: fra l'apparizione e la luce rossa.Enid si chinò: vide chiaramente la forma esterna; era la forma di una donna piccola, piuttosto anziana, con dei tratti sottili e ben marcati.«È Susanna! », esclamò la signora Bolsover. «Oh, Susanna, mi riconosci? » La sagoma si girò e fece un segno con la testa.«Sì, mia cara, è tua sorella Susanna ! », esclamò il signor Bolsover. «L'ho sempre vista vestita di nero.Susanna, parlaci!» 4 Harry Price fu il più celebre «cacciatore di spettri» e indagatore del soprannaturale nell'Inghilterra della prima metà del secolo.Scrisse numerosi libri raccontando le sue esperienze.Celebri le sue indagini nelle <ecase infestate».La sua autobiografia è Fifty Years of Psychical Research (Londra 1939) (N.d.C.).F 5.

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I NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE 81 Lei scosse la testa.«Parlano raramente quando vengono per la prima volta», disse la signora Linden, la cui aria indifferente, vagamente commerciale, contrastava con l'emozione intensa del cerchio. «Temo che non riesca a rimanere a lungo...Ah, ecco! Se n'è andata.» La sagoma era sparita.Era retrocessa verso il camerino, ma gli osservatori ebbero l'impressione che fosse sprofondata nel pavimento prima di raggiungere le tendine.Ad ogni modo se n'era andata.«Un disco, per favore!», ordinò la signora Linden.Tutti si rilassarono.I presenti si appoggiarono allo schienale delle loro seggiole con un sospiro.IL fonografo diffondeva un'aria travolgente.Tutt'a un tratto, le tende si scostarono e apparve un'altra sagoma.Era una ragazza con i capelli svolazzanti.Avanzò rapidamente verso il centro del cerchio, con perfetta tranquillità.La signora Linden rise soddisfatta.«Ora ne vedrete delle belle!», disse. «Ecco Lucilla.» «Buonasera, Lucilla! », esclamò la duchessa. «L'ho vista il mese scorso, si ricorda? Quando il suo medium è venuto a Maltraver Tovvers . » «Sì, sì, signora, mi ricordo di lei.Lei ha un bambino, Tommy, { he vi~.~e f ol: I!"i.NO, llQ, non è morto, signora! Noi siamo molto più vivi di voi.E abbiamo tutti i giochi possibili e immaginabili, ci divertiamo molto ! » Parlava un inglese perfetto con un tono acuto.«Vuole che le faccia vedere cosa facciamo laggiù?» Si mise a ballare con grazia zufolando melodiosamente come un uccello.«...Quella povera Susanna non potrebbe fare altrettanto.Susanna non sa ballare.Ma Lucilla si sa servire di un corpo ben formato . . . » «Si ricorda di me, Lucilla?», chiese Mailey.«Mi ricordo di lei, signor Mailey.Un omone con la barba rossa.» Per la seconda volta in vita sua Enid dovette darsi un pizzicotto per convincersi di non stare sognando.Chi era quella graziosa creatura? Una reale materializzazione ectoplasmica utilizzata in quel momento come strumento perché potesse esprimersi

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l'anima di una morta? Un'illusione dei sensi? Una mistificazione fraudolenta? Lucilla era venuta a sedersi in mezzo al cerchio.Certo non aveva niente in comune con la vecchietta in nero.Era evidentemente più alta e bionda.Inoltre, il camerino era stato visitato ed esaminato meticolosamente.Ogni frode era impossibile...Ma al ~,o NEL PAESE DELLE NEBBIEw lora, era vero? Ma se era vero, quali nuove prospettive! Non si trattava forse del più grande fatto di tutto il mondo? Mentre Enid rifletteva, Lucilla si comportava in modo così naturale e la situazione sembrava così normale, che anche i più nervosi fra i presenti si erano rilassati.La ragazza rispondeva allegramente alle domande che le venivano rivolte da ogni parte.«Dove abitava, Lucilla?» «Forse sarebbe meglio che rispondessi io al suo posto per risparmiare energia», interruppe la signora Linden. «Lucilla è stata allevata nel South Dakota, negli Stati Uniti, e ha lasciato la terra a quattordici anni.Abbiamo verificato alcune delle sue dichiarazioni . » «È contenta di essere morta, Lucilla?» «Se penso solo a me, sì.Sono triste per la mamma.» «Sua madre l'ha rivista?» «La mia povera mamma è come una scatola chiusa di cui Lucilla non può sollevare il coperchio.» «Lei è felice, Lucilla?» «Oh sì! Tanto, tanto felice!» «E giusto che lei possa tornare?» «Se non fosse giusto, forse Dio lo permetterebbe? Bisogna essere mollo cattivi per fare una domanda simile!» «Qual era la sua religione?s> «Ero cattolica.» «E la vera religione?» «Tutte le religioni sono vere se rendono migliori.» «Allora, la scelta non è importante.» «Quello che importa è quello che la gente fa nella vita di tutti i giorni, non quello che crede.» «Ce ne parli ancora, Lucilla.» «Lucilla non ha molto tempo.Altri vogliono venire.Se Lucilla consuma troppa energia, gli altri ne avranno di meno.Oh, com'è buono e giusto Dio! Voi, povera gente della terra, non sapete quanto.E buono e giusto, perché in basso tutto è grigio; ma tutto è grigio per il vostro bene.Tutto è grigio perché possiate afferrare la vostra occasione di guadagnare le meraviglie che vi aspettano Ma nell'Aldilà, si può appena dire quanto è

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meraviglioso Dio!>; «Lei l'ha visto?» «Visto? Come si può vedere Dio! No, no, sta intorno a noi, dentro di noi, dovunque, ma noi non lo vediamo.Ma ho visto Cristo.Oh, è glorioso! Glorioso!...E ora, arrivederci...» Si girò verso la camera oscura ed entrò nell'ombra In quel momento Malone visse un'esperienza sconvolgente.La sagoma di una donna piccola, bruna e rotondetta, emerse lenta 5.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE mente dal camerino.La signora Linden l'incoraggiò, poi indicò il giornalista.«È per lei.Può rompere il cerchio.Vada verso di lei.» Malone si avanzò e guardò in faccia l'apparizione.Fu preso da un misterioso terrore.Qualche centimetro li separava.Quella testa grossa, quelle forme solide e tarchiate gli erano familiari ! Avvicinò ancora il suo viso: quasi la toccava.La fissava ad occhi sbarrati.I tratti quasi fluidi sembravano modellarsi come sotto le dita di uno scultore invisibile.«Mamma!», esclamò. «Mamma!» Immediatamente, la sagoma sollevò le braccia in un gesto di gioia.Quel movimento dovette distruggere il suo equilibrio, perchè scomparve.«Non era mai tornata.Non poteva parlare», spiegò la signora Linden. «Era sua madre.» Malone tornò a sedersi con la sensazione di aver ricevuto una mazzata.Solo quando queste cose succedono se ne realizza tutta la forza. . .Sua madre.Al cimitero da dieci anni, e tuttavia in piedi vicino a lui.Poteva giurare che si trattasse di sua madre? No, non poteva giurarlo.Era moralmente certo che si trattasse di sua madre? Sì, ne aveva la certezza morale.Si sentì a pezzi.Ma altre meraviglie lo distrassero presto.Un giovanotto era comparso dal camerino, si era diretto verso Mailey e si era fermato davanti a lui.«Ehi, Jock ! Caro vecchio Jock ! », esclamò Mailey che aggiunse a beneficio del gruppo: «Mio nipote.

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Viene sempre quando sono con Linden».«L'energia diminuisce», disse il giovane con voce chiara. «Non potrò fermarmi molto.Sono molto contento di vederti, zio.Sai? Possiamo vedere molto bene con questa luce, anche se voi non potete . » «Sì, so che potete.Senti, Jock, volevo dirti che ho detto a tua madre di averti visto.Lei mi ha risposto che la sua chiesa le aveva insegnato che ciò è falso.» «Lo so.E che io ero un demonio.Oh, com'è meschino, meschino ! Tutte queste penose credenze saranno spazzate via, per fortuna!» La sua voce si spezzò in un singhiozzo.«Non la biasimare, Jock.Lei è in buona fede.» «Oh no, non la biasimo! Un giorno ne saprà di più.Perché si avvicina il tempo in cui la verità sarà manifestata! E tutte quelle chiese corrotte saranno scacciate dalla terra con le loro dottrine crudeli e le loro caricature di Dio!» «Attento, Jock! Stai diventando eretico...» «L'amore, zio! L'amore! Solo questo conta.Cosa importa la 84 NEL PAESE DELLE NEBBIE religione, se uno è dolce, misericordioso e disinteressato come lo era Cristo?» «Ha visto Cristo?», chiese qualcuno.«Non ancora.Forse lo vedrò.» «Allora non sta in cielo?» «Ci sono molti cieli.Io sto in un cielo molto modesto, ma ugualmente glorioso.» Durante questo dialogo Enid aveva piegato la testa in avanti.I SUOI occhi si erano abituati alla luce e ora distingueva meglio.Il giovane che stava in piedi a un metro da lei non era un essere umano.Ne era sicura, assolutamente sicura! E tuttavia le differenze erano molto sottili.C'era qualcosa in lui, nel suo colorito strano bianco avorio, che contrastava con i volti dei suoi vicini: ma anche qualcosa, nella curiosa rigidità della sua posa, che ricordava un uomo sulla difensiva.«Via, Jock!», disse Mailey. «Dì qualcosa al gruppo: sulla tua vita, per esempio.» L'apparizione abbassò la testa, proprio come avrebbe fatto un bambino timido.«Oh, non posso, zio!» «Avanti, Jock! Ti ascoltiamo.

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Ci piace ascoltarti.» «Insegnate al mondo che cos'è la morte!», cominciò l'apparizione. «Dio vuole che il mondo sappia ciò che è realmente Per questo ci permette di tornare.La morte è niente.Non vi trasforma più che se cambiaste di posto ed entraste nella stanza accanto Non potete credere di essere morti.Neanch'io lo credevo.Non l'ho creduto che dopo aver incontrato il vecchio Sam, che avevo conosciuto e che sapevo per certo che era morto.Poi sono tornato per mamma, ma lei non ha voluto ricevermi.» «Non ti rattristare, caro Jock ! », disse Mailey. «Anche lei finirà per capire.» «Insegnatelaverità! Insegnatelaatutti! Oh, ètalmentepiùimportante di tutti gli altri argomenti di cui discutono gli uomini ! Se per una sola settimana i giornali dessero tanta importanza ai fenomeni psichici quanto alle partite di calcio, tutti saprebbero.Invece trionfa l'ignoranza...» Gli spettatori scorsero una specie di lampo in direzione della camera oscura, ma il giovane era sparito.«L'energia è caduta a zero», disse Mailey. «Povero ragazzot Ha retto fino alla fine.Ha sempre retto fino alla fine.Anche da vanti alla morte.» Ci fu una lunga interruzione.I dischi furono di nuovo messi in moto.Poi le tende si agitarono, ed emerse qualcosa.La signora Linden balzò in piedi e scacciò l'apparizione.Per la prima volta il medium si agitò nella sua poltrona e gemette.5.1 NOSTRI INVIATI SPECIALI FANNO UN'ESPERIENZA NOTEVOLE85 l «Cosa succede, signora Linden?» «Era formato a metà», rispose. «La parte inferiore del viso non si era materializzata.Forse qualcuno di voi avrebbe avuto paura.Credo che per questa sera non otterremo altro.L'energia è molto bassa.» Aveva ragione.Le lampade furono riaccese l'una dopo l'altra.Il medium aveva il viso bianco e la fronte bagnata; sua moglie si diede da fare con lui sbottonandogli il colletto e gli passò dell'acqua fredda sul viso. La compagnia si divise in piccolo gruppi che discutevano appassionatamente su ciò che avevano appena visto.«Non è sensazionale?», esclamava la signorina Badiey. «Eccitante al massimo, per me ! Peccato che non abbiamo potuto vedere la testa

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materializzata a metà!» «Grazie tante ! Io ne ho visto abbastanza», dichiarò l'appassionato di misteri occulti. «Confesso che questa seduta è stata un po' dura per i miei nervi!» Il signor Atkinson stava vicino ai ricercatori.Domandò loro che cosa ne pensassero.«Ho visto di meglio alla riunione di Maskelyne», rispose uno di loro.«Oh, via, Scott!», disse l'altro. «Non ha il diritto di dire così.I ei ha r iconosciuto che la camera oscura era completamente priva di possibilità di frode!» «Anche da Maskelyne il comitato aveva riconosciuto che ii camerino non era stato truccato.» «Sì, ma eravamo in casa di Maskelyne.Linden non ha un locale proprio.Questa non è casa sua.» «Populus vult decipi», rispose l'altro ricercatore alzando le spalle. «Quanto a me, sospendo il mio giudizio.» Si allontanò con la dignità dell'uomo che non vuole essere ingannato; il suo compagno corse a raggiungerlo, e la loro discussione continuò per strada.«Avete sentito?», chiese Atkinson. «C'è una certa categoria di ricercatori psichici che è assolutamente incapace di ammettere una prova.Si torturano il cervello per trovare una spiegazione naturale.Ogni volta che la specie umana fa un passo avanti, questi intellettuali si mettono ridicolmente alla retroguardia.» «No», disse Mailey ridendo. «Sono i vescovi che sono predestinati a stare in coda.Me li immagino tutti, con la mitria e il pastorale, mentre si ingegnano a essere fra gli ultimi a raggiungere la verità spirituale.» «Lei esagera!», protestò Enid. «Lei è troppo ingiusto. È brava gente. » «Ma certo! Sono tutti brava gente.Solo che rappresentano un caso fisiologico: persone anziane, il cui vecchio cervello è sclero NEI.P.M:SE DELLE NEBBIE tizzato, impotente a registrare nuove impressioni.Non sono colpevoli, ma questi sono i fatti...Lei è molto silenzioso, Malonel» Malone stava pensando alla piccola sagoma toza e bruna che aveva abbozzato un gesto di gioia quando lui le aveva parlato.Con quest'immagine nella testa, lasciò il salone dei miracoli per scendere nella strada.F S r D CAPITOLO SESTO Sveliamo le abitudini di un noto criminale! Lasciamo ora questo piccolo gruppo con il quale abbiamo fatto una prima

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esplorazione delle regioni forse indistinte e mal delimitate (ma quanto importanti!) del pensiero e delle esperienze umane, e passiamo dagli investigatori agli investigati.Seguitemi: vi porterò a casa di Linden.Là vi mostrerò le ombre e le luci che compongono la vita di un medium professionista.Per andare a casa sua, scenderemo per la grande arteria di Tottenham Court Road, lungo la quale si susseguono grandi negozi di mobili, poi svolteremo in una piccola strada dalle case tristi che arriva al British Museum.Questa piccola strada si chiama Tullis Street.Fermiamoci al n. 40. È una casa piatta, grigia, banale: pochi gradini con un corrimano salgono verso una porta sbiadita, e attraverso la finestra della camera sulla facciata, il visitatore scorge una grossa Bibbia dal taglio dorato posata su un tavolino, e ne è rassicurato.Grazie al grimaldello dell'immaginazione, apriamo la porta, infiliamo un corridoio oscuro e saliamo una scala stretta.Sono quasi le dieci.Tuttavia troveremo il celebre artefice di miracoli ancora in camera da letto.Il fatto è che, come abbiamo visto, la sera prima ha avuto una seduta estenuante, perciò questa mattina si nposa.Quando entriamo per fargli una visita inopportuna ma invisibile, è seduto, appoggiato a dei cuscini, con il vassoio della colazione sulle ginocchia.Il quadro che ci offre divertirebbe molto le persone che hanno pregato con lui negli umili templi dello spiritismo, o hanno assistito senza timore alle sedute in cui ha esibito l'equivalente moderno di uno dei doni dello Spirito Santo.Alla debole luce del mattino il suo colorito appare malsano; i capelli ricciuti si alzano in una piramide sbilenca sopra la sua fronte intelligente.La camicia da notte semiaperta mette a nudo un collo taurino.Il petto forte e le spalle possenti parlano eloquentemente della sua forza muscolare.Divora avidamente la colazione mentre chiacchiera con una donnina ardente dagli occhi neri seduta sul bordo del letto.«Pensi che sia stata una buona riunione, Mary?» «Così così, Tom.C'erano dei ricercatori che strascicavano i NEL PAESE DELLE NEBBIE r piedi e disturbavano gli altri.

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Credi che le persone di cui parla la Bibbia avrebbero fatto quelle cose meravigliose se ci fossero stati dei tipi simili sul posto? "Di comune accordo..." ecco cosa c'è scritto to nel Libro.» «Naturalmente!», esclamò Linden con calore. «La duchessa era contenta?» «Sì, credo che fosse molto contenta.E anche il chirurgo, il signor Atkinson.C'era uno nuovo: un giornalista che si chiama Malone.E anche Lord e Lady Montnoir hanno ricevuto una visita, come Sir James Smith e il signor Mailey.» «Non ero contento della chiaroveggenza», disse il medium «Quegli imbecilli non hanno fatto che influenzarmi: "È certal mente lo zio Sam", ecc.Questo mi confonde: non riesco a vederci'I chiaro . » «Sì.E dire che loro pensano di aiutarti! Ti aiutano a confonderti e a ingannare se stessi.Conosco il tipo!» «Però ho continuato lo stesso, e non troppo male; dopo ci sono state delle buone materializzazioni.Però mi hanno svuotato ! Mi sento uno straccio stamattina.» «Ti fanno lavorare troppo, caro.Ti porterò a Margate a rimetterti. » «Sì.Forse a Pasqua potremmo passarci una settimana.Le visioni e la chiaroveggenza non mi stancano, ma i fenomeni fisici mi uccidono.Non mi sent.n lritAtà .. ' D che, quando li chiama, diventa tutto bianco e ansima sul pavimento . » «Sì», esclamò la donna. «Allora corrono, gli portano del whisky, gli insegnano a fidarsi della bottiglia, e qual è il risultato? Che abbiamo un altro medium ubriacone.Tu starai attento, vero, Tom?» «Sta' tranquilla! Nel nostro mestiere bisogna limitarsi ai succhi di frutta.Meglio ancora essere vegetariani.Ma questo non posso consigliarlo, visto che divoro uova e prosciutto.Perbacco, Maryf Sono quasi le dieci e aspetto gente stamattina.Farò un po' di soldi «Appena li guadagni li spendi, Tom ! » «Bah, cosa importa finchè riusciamo a mettere d'accordo il pranzo con la cena? Spero che loro si occuperanno di noi, Mary » «Tuttavia, hanno abbandonato tanti altri poveri medium che ai loro tempi avevano lavorato bene.» « Bisogna biasimare i ricchi, non il popolo degli spiriti», rispose Tom Linden. «Vedo rosso quando mi ricordo che persone come Lady Tale e la contessa

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Talaltra proclamano tutto il bene che hanno ricevuto e poi lasciano morire come cani randagi quelli che glielo hanno procurato.Penso al povero vecchio Tweedy o a Soa 6.SVELIAMO LE ABITUDINI Di UN NOTO CRIMINALE! 89 mes, a tutti i medium che finiscono i loro giorni all'ospizio.Penso a quei giornali che spettegolano sui capitali che abbiamo accumulato, quando un maledetto prestigiatore guadagna più di tutti noi insieme imitandoci bassamente con l'aiuto di due tonnellate di macchinari ! » «Non ti far cattivo sangue, caro ! », esclamò la moglie carezzando amorevolmente i capelli del marito. «Tutto si pareggia alla fine, e ognuno guadagna per quello che ha fatto.» Linden scoppiò a ridere.«Quando mi arrabbio, è perché il mio sangue gallese ribolle.Infine, che i prestigiatori raccolgano i loro sporchi guadagni, e i ricchi tengano chiusa la borsa! Mi domando cosa costruiscono sul valore dei soldi.Se avessi quelli che hanno loro...» Picchiarono alla porta.«Scusi, signore, c'è giù suo fratello Silas.» Si guardarono con costernazione.«Ancora una seccatura!», disse tristemente la signora Linden.Linden alzò le spalle.«Bene, Susanna! », gridò. «Gli dica che scendo.E ora, cara, va a tenergli compagnia; ti raggiungerò fra un quarto d'ora.» Prima che questo tempo fosse trascorso, l'uomo entrava nella camera sulla facciata che gli serviva da studio.La signora Linden incontrava evidenti difficoltà a intrattenersi piacevolmente con il visitatore.Silas Linden era grosso, pesante; somigliava al fratello maggiore, ma ciò che nel medium era solo rotondità, si era ispessito nel fratello minore dando un'impressione di brutalità pura.Aveva la stessa piramide di capelli ricciuti.La mandibola squadrata tradiva una testardaggine ottusa.Era seduto vicino alla finestra e aveva posato sulle ginocchia le mani enormi, macchiate dal tabacco.Era stato un buon pugile professionista, candidato al titolo nazionale dei pesi medio-massimi.Attualmente, il suo abito di tweed consunto e le suole scalcagnate, facevano capire che attraversava un brutto momento, e che cercava di superarlo spillando danaro al fratello.

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«Salve, Tom!» La sua voce era roca.La signora Linden uscì dalla stanza.Immediatamente, Silas disse: «Ci sarebbe un po' di scotch in casa? Stamattina ho di quei cerchi alla testa! Ieri sera ho incontrato qualche vecchio amico all'Ammiraglio Vernon: non ci vedevamo più dai vecchi tempi...».«Mi dispiace, Silas!», rispose il medium sedendosi dietro alla scrivania. «Non tengo whisky in casa.» «Quanto a spirito, tu non hai che gli spiriti, vero? E nemmeno di buona qualità. . .Be', senti, mi va bene anche il costo di un bic 9o NEL PAESE DELLE NEBBIE chiere.Se hai una banconota di troppo, me la farò bastare, perche non ho niente in vista.» Tom Linden tirò fuori da un cassetto una banconota da una sterlina.«Ecco, Silas.Finchè ce ne sarà, avrai la tua parte.Ma la settimana scorsa ti avevo dato due sterline.Non hai più niente?» «Niente ! », rispose Silas cacciandosi la banconota da una sterlina in tasca. «E ora, Tom, voglio parlarti molto seriamente da uomo a uomo.» «Avanti, Silas.» «Guarda qua...» Gli mostrò un bernoccolo sul dorso della mano.«. . .E un osso, vedi? La mia mano non guarirà più.Me lo sono fatto quando ho messo k.o.Curly Jenkins alla terza ripresa allo Sporting Club.Quella sera mi sono messo k.o. da solo, per tutta la vita.Posso ancora fare la mia figura per mostra ma, quanto ai combattimenti, sono finito.La mia destra è spacciata.» «Un brutto guaio, Silas!» «Un brutto guaio, certo ! Ma in ogni modo bisogna che mi guadagni da vivere e vorrei sapere come.Un pugile a riposo non ha molte possibilità.Al massimo un impiego di portiere o di buttafuori in un locale notturno: si beve quanto si vuole.Ma non basta.Quel che vorrei, Tom, è la tua opinione: potrei diventare un medium? » «Medium? » «Cos 'hai da guardarmi in quel modo? Se questo lavoro va bene a te, perché non dovrebbe andar bene anche a me?» «Ma tu non sei un medium!» «Suvvia! Tieni le tue fandonie per i giornali.

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Siamo a quattr occhi, vero? Tu, come fai?» «Io non faccio niente...» «E ogni settimana guadagni quattro o cinque sterline per non far niente? Mica male.Non cercare di darmela a bere, Tom Non sono uno di quegli idioti che ti pagano una sterlina per passare un'ora al buio.Siamo pari, tu e io.Avanti, come fai?» «Come faccio a fare cosa?» «Be', i colpi nei muri o nei mobili, per esempio.Ti ho visto seduto al tavolino, e alle domande che ti facevano rispondevano dei Colpi che venivano da laggiù, dalla biblioteca.Era proprio ben fatto! Ogni volta la gente si stupiva.Come facevi?» «Ma, non faccio niente, come dici tu! Succede al di fuori di me.» «Mi prendi in giro ! A me puoi dirlo, Tom .Sarò muto come una tomba.Se potessi fare come te, mi sistemerei per la vita.» u r6.SVELIAMO LE ABITUDINI Di UN NOTO CRIMINALE! 91 kPer la seconda volta nella mattinata, l'eredità gallese del me dium prese il sopravvento.«Canaglia! Sei una canaglia e un bestemmiatore, Silas Linden! Sono i tipi come te che entrando nelle nostre file ci procurano una pessima fama.Dovresti conoscermi abbastanza per sapere che non baro.Vattene! Esci da questa casa, ingrato!» «Oh, smettila!», brontolò l'altro.«Vattene! o ti sbatto fuori, anche se sei mio fratello!» Silas strinse i grossi pugni e i suoi lineamenti si alterarono per la rabbia.Poi, pensando al futuro e ai beneiSlci che avrebbe potuto ancora ottenere da suo fratello, si calmò.«Bene, bene», borbottò dirigendosi verso la porta. «Non serve che ti arrabbi.Penso di potermela cavare anche senza di te...» Ma la collera riprese il sopravvento sulla prudenza.«...Non sei che un imbroglione, un maledetto ipocrita! Me la pagherai, e presto ! » E uscì sbattendo la porta.La signora Linden accorse da suo marito.«Che persona ignobile! », esclamò. «L'ho sentito.Cosa voleva esattamente da te?» «Voleva che gli insegnassi il mestiere.Pensa che io impieghi dei trucchi e che potrei insegnarglieli.» «Che imbecille! Comunque, è una buona cosa perché penso che non oserà piu

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rimettere piede qui dentro.» «Oh, non lo so!» «Se viene, lo prenderò a schiaffi...Quando penso che ti sconvolge! Stai tremando tutto!» «Penso che non sarei un medium se non fossi emotivo.Qualcuno ha detto che siamo dei poeti, e anche qualcosa di più.Ma è un guaio quando bisogna mettersi al lavoro.» «Ti darò un rimedio.» Appoggiò sull'ampia fronte del marito le sue piccole mani sciupate dal lavoro.«Va meglio! », disse lui dopo un po' . «È un buon rimedio, Mary! Andrò a fumare una sigaretta in cucina.E non ne parleremo più . » «No, c'è qualcuno che aspetta.Ti senti di riceverla? È una donna.» «Sì.Ora sto benissimo.Falla entrare.» Entrò una donna: una forma umana vestita di nero, dal viso tragico, livido; bastava guardarla per capire la sua storia.Linden le indicò una sedia contro luce.Poi frugò nelle sue carte.«Lei è la signora Blount, vero? Aveva un appuntamento?» «Sì...Volevo chiederle...» «La prego: non mi chieda niente.Ciò mi confonde.» _ NEL PAESE DELLE NEBBIEw La esaminò con i suoi occhi grigio chiaro, con lo sguardo delr medium che cerca e che vede attraverso gli oggetti piuttosto ched gli oggetti stessi.F «Ha fatto bene a venire.Molto bene.Vicino a lei c'è qualcuno1r; che ha un messaggio urgente.Molto urgente.Mi danno un no-F meFrancisSì, Francis.>)1 L La donna giunse le mani.«Sì, sì! È il suo nome.» «Un uomo bruno, molto triste, molto serio...Oh, molto seriot Sta per parlare.Deve parlare! E urgente.Dice: "Cloclò. . ." .Chi è Cloclò? » «Sì, mi chiamava così.O Frank, parlami.Parla!» «Sta parlando.Posa la mano sulla sua testa.Dice: "Cloclò, se farai quello che hai intenzione di fare, ciò scaverà fra noi un fossato così profondo che ci vorranno molti anni per colmarlo".Questo significa qualcosa per lei?» La donna saltò sulla sedia.

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«Oh, sì! Oh, signor Linden, era la mia ultima possibilità.Se avessi fallito...Se avessi scoperto di aver realmente perso Frank avevo intenzione di raggiungerlo.Questa sera mi sarei avvelena «Ringrazi Dio che abbia potuto salvarla. È una cosa terribile, signol a, soppnmere una vita: è andare contro le leggi della Natura. e chilln(llle ~7sds nfra uw atula e pumto. zono lieto di averla potuta salvare.Lui ha ancora qualcosa da dire.Il suo messaggio continua: "Se vivi e fai il tuo dovere, sarò sempre accanto a te, molto più vicino di quanto siamo mai stati quando ero vivo.La mia presenza ti circonderà e ti proteggerà, te e i nostri tre piCCOIi " . » Ah, sembrava un miracolo, il modo in cui era cambiata quella donna! Ora stava diritta, il sangue le affluiva alla guance, e sorrideva.Le lacrime scorrevano ancora sul suo viso, ma erano lacrime di gioia.Battè le mani, poi abbozzò qualche piccolo movimento convulso, come se stesse per mettersi a ballare «Non è morto! Non è morto! Come potrebbe esser morto se mi parla, se sarà vicino a me più che mai? Oh, signor Linden, che cosa posso fare per lei? Lei mi ha salvata dalla morte più vergognosa! Lei mi ha restituito mio marito! Oh, lei è potente come Dio.» Il medium aveva un cuore sensibile; sentì che a sua volta le lacrime gli salivano agli occhi.«Cara signora, non dica altro! Non sono io.Io non faccio niente.Ringrazi Dio che nella sua misericordia permette a qualcuna delle sue creature di vedere gli spiriti, o di comunicare i loro messaggi.Mi dia una ghinea se questo non la mette a disagio.E torni se ha delle preoccupazioni.» 6.SVELIAMO LE ABITUDINI Di UN NOTO CRIMINALE! 93 «Ora», esclamò lei, «mi accontenterò di aspettare la volontà di Dio e di fare il mio dovere quaggiù fino al momento in cui non saremo di nuovo riuniti!» La vedova uscì dalla casa del medium come se avesse avuto le ali ai piedi.Tom Linden sentì che le nuvole accumulate dalla visita di suo fratello erano state dissipate dal quel felice episodio: c'è una gioia più grande del donare la gioia e dell'assistere all'opera benefica del proprio potere? Aveva appena ripreso il posto alla scrivania che fu introdotto un nuovo cliente.Questa volta si trattava di un uomo di mondo, elegante, in finanziera e ghette bianche, con l'aria affannata di qualcuno i cui minuti sono preziosi.

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«Il signor Linden, suppongo? Ho sentito parlare del suo potere, signore.Mi è stato detto che, se è messo di fronte ad un oggetto o lo tiene in mano, può dare qualche indicazione circa il proprietario . . . » «Mi è successo qualche volta.Ma non posso farlo a volontà.» «Vorrei metterla alla prova.Ecco'una lettera che ho ricevuto stamattina.Potrebbe esercitare il suo potere su di essa?» Il medium prese la lettera piegata; si appoggiò allo schienale e premette la missiva sulla fronte.Rimase così per più di un minuto.Poi restituì la lettera.«Non mi piace», disse. «Ho un presentimento di disgrazia.Vedo un uomo vestito di bianco.Ha il viso bruno, e scrive su una tavoia di bambù. l}icevo una sensazione di calore.La lettera viene da una regione tropicale.» «Sì, dall'America Centrale.» «Non posso dirle altro.» «Gli spiriti sono dunque così limitati? Credevo che sapessero tutto . » «Non sanno tutto.Il loro potere e il loro sapere sono limitati come i nostri.D'altra parte, questo non ha niente a che vedere con il popolo degli spiriti.Ho usato semplicemente la psicometria, che è una facoltà dell'anima umana.» «Fino a questo punto lei non si è sbagliato.L'uomo che mi ha scritto to vorrebbe che io investissi del denaro al cinquanta per cento con lui in un programma di perforazioni petrolifere.Devo farlo?» Linden scosse la testa.«Certi poteri ci sono dati, signore, per consolare l'umanità e per testimoniare l'immortalità.Ma non si parla neanche di utilizzarli per un uso di questo mondo.Se disgraziatamente vengono usati a questi fini, ne derivano automaticamente delle difficoltà per il medium e per il cliente.Non mi occuperò di quest'affare.» «Se è questione di denaro...», disse il visitatore tirando fuori il portafoglio .NEL PAbL DELI E NEBBIL «No, signore, non è il mio caso.Sono povero, ma non ho mai usato male i miei doni.» «Mi domando a che cosa servono, questi doni!», fece l'uomo alzandosì. «Un prete qualunque avrebbe potuto dirmi le stesse cose, e lei non lo è.Ecco la sua ghinea, ma lei non me ne ha dato il controvalore ! » «Mi dispiace, signore, ma non posso infrangere le regole.

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Vicino a lei c'è una signora... vicino alla sua spalle sinistra... una signora anziana...» «Ah, sì? », lo interruppe il finanziere dirigendosi verso la porta.«Ha sul petto una grande spilla d'oro con degli smeraldi.» L uomo si fermò, si girò e parve stupito.«Come le è venuto in mente?» «La vedo davanti a me.» «Suvvia, vecchio mio ! È il gioiello che mia madre portava sempre! Vorrebbe dirmi che può vederla?» «No, se n'è andata.» «Com'era? Cosa faceva?» «Era sua madre.Me l'ha detto.Piangeva.» «Piangere? Mia madre? Come, se una donna ha meritato di stare in Paradiso, questa è lei.E in Paradiso non si piange » «Non nel Paradiso che lei si immagina.Nel Paradiso vero si piange.E siamo noi che facciamo piangere i nostri morti.Ha lasciato un messagaio.» «Me lo dica!» «Eccolo: "Oh, Jack, Jack! Ti allontani sempre più da me! ".» L uomo ebbe un moto di disprezzo.«Sono stato proprio un imbecille a darle il mio nome quando ho fissato l'appuntamento.Lei ha preso informazioni.Non mi metterà nel sacco con i suoi trucchi! Ne ho abbastanza! Ha capito: abbastanza!» E per la seconda volta nella mattinata la porta del medium sbattè brutalmente.«Non gli è piaciuto il messaggio che avevo ricevuto per lui» spiegò Linden a sua moglie. «Era della sua povera mamma.Si preoccupa per lui.Signore! Se solo gli uomini sapessero, diventerebbero migliori...» «Ma, Tom, non è colpa tua se non sanno», rispose la signora Linden. «Ci sono due donne che aspettano.Non hanno appuntamento, ma sembrano molto in pena.» «Ho un po' di mal di testa.Non ho ancora recuperato dopo la seduta dell'altra sera.Silas e io abbiamo questo in comune: se lavoriamo di notte ne risentiamo l'indomani mattina.Riceverò queste due e nessun altro; non mi piace mettere alla porta le persona m pena se posso aiutarle.» 6.SVELIAMO LE ABITUDINI Di UN NOTO CRIMINALE! Le due donne furono fatte entrare: tutt'e due avevano l'aspetto austero e vestivano di nero: una poteva avere cinquant anni, a tra venticinque.

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«Credo che la sua tariffa sia di una ghinea)>, disse la più anziana mettendo una moneta sul tavolo.«Una ghinea per i clienti che possono pagare quel prezzo», rispose Linden.«Oh sì, io posso pagarlo!», disse la donna. «Ho delle grosse difficoltà, e mi hanno detto che lei può aiutarmi.» «L'aiuterò se posso.Sono qui per questo.» «Ho perduto il mio povero marito in guerra.E stato ucciso a Ypres.Potrei entrare in contatto con lui?» «Lei non porta con sè molto influsso, mi pare.Non ricevo nessuna sensazione.Mi dispiace, ma si tratta di fenomeni sui quali non possiamo influire.Ho un nome: Edmond .Era il suo nome? » «No.» «O Albert?» «Mi dispiace, mi sembra tutto molto confuso: delle vibrazioni contrarie, forse, e un guazzabuglio di messaggi, come fili telegrafici ingarbugliati.» «La può aiutare il nome di Pedro?» «Pedro ! Pedro ! No, non mi dice niente.Pedro era un uomo anziano? » «No, non era anziano.» «Non ho nessuna sensazione.» «In realtà è per mia figlia che ho bisogno di un consiglio.Mio marito mi avrebbe detto cosa fare. È fidanzata con un meccanico, ci sono due o tre cose che ostacolano il fidanzamento, e vorrei essere consigliata.» «Ci dia un consiglio! », insistette la giovane guardando duramente il medium.«Lo farò se posso, mia cara.Le piace quest'uomo?» «Oh, sì. È un uomo a posto.» «Ebbene, se non sente altro, lo lasci al suo destino.Da un simile matrimonio non possono venire che guai.» «Allora lei vede dei guai per noi?» «Vedo che ci sono delle cattive probabilità.Credo che dovrebbe essere prudente.» «Non vede nessun altro all'orizzonte?» «Tutti, uomini e donne, incontrano un compagno a un certo momento, da qualche parte.» «Allora verrà un compagno?» «Ne avrà certamente uno.» «Mi domando se avrò anche dei figli...», chiese la ragazza.Nl 1.PAESE DEI LE NEBBIF r r F F «Non lo so: chiede di più di quel che posso dire )> «E il denaro?...Avrò del denaro? Siamo molto depresse, signor Linden, e vorremmo un po' di...» Un'interruzione imprevista le impedì di continuare: la porta si era

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aperta e la piccola signora Linden si era precipitata nella stanza con il VISO disfatto e gli occhi brillanti.«Sono agenti di polizia, Tom! Mi hanno appena avvertito Uscite, coppia d'ipocrite! E vi lamentavate, anchet Oh, come so no stata stupida! Che idiota a non avervi fiutato prima!» Le due donne si erano alzate.«Lei è in ritardo, signora Linden!», sogghignò la più anziana.«Lui ha preso del denaro.» «Riprendetelo! Riprendetelo! È sul tavolo.» «No, per niente! Lui l'ha ricevuto e ci ha predetto il futuro Sentirà riparlare di questo, signor Linden!» «Voi mentite! Voi perseguite le frodi, ma siete voi a frodare Non Vl avrebbe mai ricevute se non avesse avuto pietà di voi...>; «Inutile protestare», replicò l'agente. «Noi facciamo il nostro mestiere, e non siamo noi a fare le leggi.Finchè queste stanno nel Codice, dobbiamo farle applicare e rispettare.Invieremo un rapporto ai nostri superiori.» Sembrava che Tom Linden avesse ricevuto una randellata, ma quando lc donnc ful-ono bparite passo il braccio intorno alle spalle della moqlie in lclcrime e ! «È la dattilografa del commissariato che mi ha fatto avvertire», disse lei. «Oh Tom, è la seconda volta! Questo significa per te la prigione e i lavori forzati.» «Ebbene, mia cara, dal momento che siamo sicuri di non aver fatto nulla di male, anzi, di aver compiuto l'opera di Dio come meglio potevamo, dobbiamo prendere con gioia quello che Lui ci mandera. » «Ma loro dov'erano? Come hanno potuto abbandonarti in questo modo? Dov'era la tua guida?» «E allora, Victor?», disse Linden scuotendo la testa e guardando in alto. «Victor, dov'eri? Devo fare i conti con te!...Sai, cara...», rivolgendosi alla moglie, «un medium è un po' come un medico: il medico non cura mai se stesso, e il medium è disarmato l fronte a quello che gli capita.Questa è la regola.Malgrado tutto, avrel dovuto capire da solo.Brancolavo nel buio.Non avevo nessuna ispirazione.E stato solo per pietà e per compassione che ho continuato, mentre in realtà non avevo nessun messaggio da trasmettere.Cara Mary, dobbiamo reagire con coraggio.Forse non ci sono abbastanza prove perché si possa imbastire un processo contro di me, forse il commissario di polizia è meno ignorante degli altri...Speriamo!» 6.

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SVELIAMO LE ABITUDINI Di UN NOTO CRIMINALE! 97 Malgrado il suo apparente coraggio, il medium rabbrividiva e tremava.Sua moglie l'aveva abbracciato e cercava di calmarlo.La cameriera, Susanna, che non sapeva nulla, introdusse nello studio di Linden un altro visitatore: Edward Malone in persona.«Non può riceverla», disse seccarnente la signora Linden. «11 medium è malato.Non riceverà nessuno stamattina.» Ma Linden aveva riconosciuto il visitatore.«È il signor Malone, cara.Malone del Daily Gazette, che era con noi ieri sera.Abbiamo avuto una buona seduta, vero, signor Malone? » «Eccellente!», esclamò Malone. «Ma cosa c'è che non va?» I coniugi Linden raccontarono quello che era successo poco prima.«Che sporco mestiere ! », esclamò Malone disgustato. «Sono sicuro che la gente non si rende affatto conto del modo in cui viene applicata questa legge.Altrimenti, l'opinione pubblica protesterebbe.Questa storia degli agenti provocatori è assolutamente estranea alla giustizia britannica.Ma, in ogni caso, Linden, lei è un vero medium .La legge è stata fatta per reprimere quelli falsi . » «Non ci sono veri medium secondo la legge inglese», rispose Linden in tono lugubre. «Credo perfino che il fatto di essere un vero medium rappresenti in realtà il reato piu grave.Chi è medium e si fa pagare, è colpevole.Ma come potrebbe vivere un medium se non si t'acesse pagare? E un lavoro che assorbe tutta la forza fisica di un uomo.Impossibile fare il falegname di giorno e il medium di prima categoria la notte!» «Che legge ignobile! Si direbbe che respinga deliberatamente tutte le prove fisiche dell'energia spirituale.» «Proprio così.Se il Diavolo avesse voluto fare una legge, non l' avrebbe fatta diversa.Si pretende che il suo scopo sia proteggere la gente: ma nessuno ha mai fatto causa! Tutti i processi sono stati intentati in seguito a tranelli tesi dalla polizia.E tuttavia la polizia sa bene che non c'è fiera di beneficenza organizzata a favore di questa o quella chiesa in cui non compaia una veggente o chi

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predice la buona ventura!» «È mostruoso! E ora, che cosa succederà?» «Mi aspetto una citazione.Poi un processo davanti al tribunale semplice.In seguito un'ammenda o la prigione. È la seconda volta, capisce?» «Ebbene, i suoi amici testimonieranno a suo favore e avremo un buon avvocato per difenderla.» Linden alzò le spalle.«Non si sa chi sono i propri amici.Ti scivolano tra le dita come anguille, quando si mette brutta.» «Se c'è qualcuno che non lo farà», dichiarò Malone, «quello YS NEL PAESE DELLE NEBBIE sarò io ! Mi tenga al corrente degli avvenimenti.Ma io ero venuto perché avevo qualcosa da chiederle.» «Mi dispiace!», disse Linden. «Ma non sono in grado di far nulla. » Mostrò la sua mano che tremava ancora.«No, non si tratta di psichismo in senso stretto.Volevo solo chiederle se la presenza di uno scettico incallito potrebbe bloccare tUtti i fenomeni che lei produce.» «Non necessariamente.Ma certamente la sua presenza complicherebbe le cose.Se stesse quieto e tranquillo, potremmo avere dei risultati.Ma i più non sanno nulla, si comportano contro le regole e distruggono le condizioni sine qua non...L'altro giorno c'era il vecchio Sherbank, il medico.Quando ha sentito dei colpetti sul tavolo è saltato su, ha messo la mano sul muro e ha gridato: Ora le do cinque secondi perché si colpisca la mia mano~" E, siccome non ha ricevuto colpi sul palmo della mano, ha dichiarato che io ero un imbroglione e se n'è andato furibondo.La gente non ammette che ci siano delle regole fisse come per tutto il re «Ebbene, devo ammettere che l'uomo al quale pensavo è poco ragionevole quanto il suo medico.Si tratta del grande professor Challenser. >) «Ail, sì! Ho già sentito dire che 5i tratta di un caso difl'icile.» « Accetterehho s a Ulld.SCuU[a!» «Sì, se lei lo desidera.» «Non verrebbe a casa sua, nè in un altro posto proposto da lei.Immaginerebbe chissà quanti fili e trucchi...Potrebbe andare lei nella sua casa di campagna?» «Non rifiuterò, se potrò convertirlo.» «Quando?» «Non posso fare nulla prima che si sistemi quest'orribile faccenda.Cioe fra un mese o due.>) «Bene, mi terrò in contatto con lei fino ad allora.

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Quando tutto sara di nuovo come prima, faremo un piano, e vedremo se potremo metterlo davanti ai fatti come è successo a me.Intanto, mi permetta di dirle quanto simpatizzo con lei.Costituiremo un comitato di amici e faremo tutto quello che sarà possibile.» r F CAPITOL() SE T UTiS10 IL noto criminale riceve il castigo che gli spetta secondo la legge inglese Prima di riprendere il racconto delle avventure dei nostri eroi nel mondo psichico, voglio informarvi di come la legge inglese trattò l' individuo perverso e pericoloso che si chiamava Tom Linden.Le due poliziotte tornarono trionfanti al commissariato di Bardiey Square dove l'ispettore Murphy, che le aveva mandate al n. 40 di Tullis Street, aspettava il loro rapporto.L'ispettore era seduto dietro la sua scrivania coperta di carte.Murphy era un bell'uomo rubicondo con i baffi neri, e trattava le donne con modi paterni, che non erano giustificati nè dall'età nè dalla sua virilita.«Allora, ragazze?», chiese alle sue collaboratrici. «Com è andata? » -«Tutto fatto ! x>, rispose la più anziana. «Abbiamo la prova che lci lv oleva. ss L'ispettore afferrò un questionario manoscritto to.«Avete seguito alla lettera il mio piano?» «Sì.Ho detto che mio marito era stato ucciso a Ypres.» «Bene.E lui, cos'ha fatto?» «Si è mostrato dispiaciuto per me...» «Naturalmente.Fa parte del gioco.Avrà il tempo di essere dispiaciuto per se stesso prima di uscirne fuori.Non ha detto: "Lei è una donna sola e non ha mai avuto marito?".» «No . » «Ecco un punto a sfavore degli spiriti, non vi pare? Questo farà colpo sul tribunale! E poi?» «Ha detto a caso dei nomi.Erano tutti sbagliati.» « Perfetto ! » «Mi ha creduto quando gli ho detto che la signorina Bellinger era mia figlia.» «Eccellente! Avete fatto il trucco di Pedro?» «Sì, ha riflettuto un po' sul nome, ma non ha detto niente.» « Peccato ! In ogni modo non sapeva che Pedro è il nome del suo cagnolino.Ha riflettuto sul nome? Niente male! Fate ridere la giuria, e avremo il verdetto in tasca.Ora, quanto alle predizioni dell'avvenire, avete fatto quello che vi avevo suggerito?» NEL PAESE DELLE NEBBIE «Sì.Gli ho fatto delle domande sul fidanzato di Amv Non ha risposto niente di preciso.» «Che furbacchione! Conosce il suo mestiere.» «Ma ha dichiarato

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che sposandolo sarebbe stata infelice.» «Toh, davvero? Bene, se noi allunghiamo un po' la pappa avremo quel che ci serve.Ora si sieda e detti il suo rapporto finchè ha ancora fresco in mente quello che è successo.Poi lo rileggeremo insieme e l'aggiusteremo un po' .Amy, dovrà scriverne uno anche lei.» «Va bene, signor Murphy.» «In seguito solleciteremo un mandato.Tutto dipende dal magistrato che riceverà l'incarico.Il mese scorso il signor Dalleret ha assolto un medium: perciò non può esserci utile.E il signor Lancing e abbastanza compromesso con gli spiritisti.Invece il signor Melrose e un materialista incallito.Se avremo a che fare con lui otterremo un mandato d'arresto.Bisogna fare in modo che sia condannato. » «Non ci sarebbe modo di indurre la gente a testimoniare in un modo che avvalori le nostre dichiarazioni?» L'ispettore scoppiò a ridere.«Si suppone che noi proteggiamo la gente, ma, detto fra noi nessuno ha mai chiesto di essere protetto.nessuno ha mai sporto delluncia.Siamo noì che dobbiamo far rispettare la levge nel mio r mnr ggc e e, va applicata...Be', arrivederci, ragazze! 11 vostro rapporto per le quattro, eh?» «E . . gratis, suppongo?», chiese sorridendo la più anziana delle pollziotte.«Pazienza, mia cara! Se otteniamo venticinque sterline di ammenda, queste venticinque sterline finiranno da qualche parte.. . per esempio nella cassa della polizia.Ma forse una parte si perderà per strada.In ogni modo fatemi il rapporto scritto to, poi vedremo.» L indomani mattina, la cameriera entrò spaventata nel modesto studio di Linden: «Signore, c'è un agente di polizia che la cerca».L'uomo in uniforme la seguiva da vicino.«Lei si chiama Linden?» Gli tese un foglio di carta bollata piegato in due.La povera coppia che consacrava il suo tempo a confortare gli altri aveva molto bisogno di essere confortata ! La signora Linden mise un braccio sulle spalle del marito, e lessero insieme il sinistro ocumento .A THOMAS LINDEN, Tullis Street, 40, N.W.

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Un rapporto redatto oggi dall'ispettore di polizia Patrick Murphy riporta che lei, Thomas Linden, il 10 novembre e all'indirizzo surriportato, ha esercitato 7.IL NOTO CRIMINALE RICEVE IL CASTIGO CHE GLI SPETTAl01 davanti a Henrietta Dresser e Amy Bellinger il mestiere di indovino al fine di ingannàre alcuni sudditi di Sua Maestà, ossia le persone summenzionate, e di sorprenderne la buona fede.Lei è quindi citato a comparire davanti al magistrato a Bardiey Square mercoledì prossimo 17 novembre alle undici a.m. per presenziare all'istruttoria contro di lei.10 novembre B.J.Withers Il pomeriggio di quello stesso giorno, Mailey andò da Malone, e insieme discussero il documento.Poi andarono insieme da un avvocato, Summerway Jones aveva una mente acuta ed era appassionato dello psichismo.Per di più adorava la caccia ed era un buon pugile; portava in tutti i tribunali un soffio d'aria fresca e pura.Si chinò sulla citazione.«IL pover'uomo è stato fortunato!», disse. «Di solito la polizia ottiene un mandato d'arresto.Così portano subito via l'imputato, che passa la notte in cella, ed è giudicato l'indomani mattina senza poter essere difeso.La polizia sarà certamente abbastanza abile da ottenere come magistrato un cattolico o un materialista.Poi, in virtù della bella sentenza del Lord Presidente Lawrence (il primo verdetto, mi pare, emesso da lui in quest'altacarica) la professione di medium o di "facitore di miracoli" sarà considerata di per sè come un reato di fronte alla legge, che si tratti o no di un vero medium, in modo che nessuna difesa fondata sui buoni risultati raggiunti sarà mai ascoltata.L un miscuglio di persecuzione religiosa e di ricatto poliziesco.Quanto all'opinione pubblica, non gliene importa niente! Una condanna non le dice nulla.Le persone che non vogliono consultare un medium non si disturbano, ecco tutto ! Questo stato di cose è una vergogna per la nostra legislazione . » « Lo scriverò ! », disse Malone con gli occhi scintillanti . «Ma cos'è quel che lei chiama la legge?» «Ci sono due decreti, uno più infame dell'altro, emanati tutt'e due molto prima che si cominciasse a studiare lo spiritismo.

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Anzitutto il decreto contro la stregoneria che risale a Giorgio 1l: siccome ormai è troppo antiquato e assurdo, lo si cita in seconda istanza.Poi c'è il decreto contro il vagabondaggio del 1824.Era stato emesso per controllare gli zingari e i vagabondi, e i suoi presentatori non avrebbero mai pensato che potesse servire anche contro i medium .» Frugò fra le sue carte.«...Sentite che stupidaggini: "Tutti coloro che esercitano il me stiere di indovino o impiegano sotterfugi per ingannare un suddito di Sua Maestà e sorprenderne la buona fede saranno condannati per vagabondaggio, ecc.".Questi due decreti avrebbero causato tanti danni tra i primi cristiani quanto la persecuzione romana.» .x,o NEL PAESE DELLE NEBBIE «Per fortuna non ci sono più leoni!», mormorò Malone.«Ma ci sono tanti imbecilli!», aggiunse Mailey. «Gli imbecillil di Oggl hanno preso il posto dei leoni di ieri.Cosa possiamo fa-| re? »| «Niente!», rispose l'avvocato grattandosi la testa. «È un casol assolutamente disperato.»| «Oh, insomma!», esclamòMalone, «nonabbandoneremocosìl facilmente la partita.Noi sappiamo che Linden è un uomo one sto. » Mailey si girò verso Malone e gli strinse la manoe «Non so se lei si considera già uno spiritista», disse, «ma è pro-00t prio il tipo d'uomo di cui abbiamo bisogno.Nel nostro movimen to c'è troppa gente che ha paura: corre dal medium quando tutto va bene, ma alla prima accusa lo abbandona.Grazie a Dio ci sono anche dei coraggiosi! Brookes, Rodwin, Sir James Smith...Fra tUtti possiamo mettere insieme cento o duecento sterline.» «Benissimo!», disse allegramente l'avvocato. «Se siete in questo stato d'animo, vi daremo quel che vale il vostro denaro!» «Cosa Vi sembra di un Consigliere del Re?» «A che servirebbe un membro eminente del Foro di Londra9 Davanti al magistrato ordinario non si tengono arringhe.Lascia te fare a me, credo che me la cavert ellt ( ome chiunque altro, perche ho glà trattato casi simiii.EL poi norl vi costerò caro.» u. JaI paHegglatl da parccchia gente coraggiosa. » «In mancanza d'altro faremo pubblicità al caso» disse Malone. «Ho fiducia nel buon vecchio popolo inglese. È iento e stupido, ma ha cuore.Se gli si mostra la verità si solleverà contro l'ingiustizia. » «Gli Inglesi non si ribellerebbero neppure contro la trapanazione del cranio», disse scettico

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l'avvocato. «Ad ogni modo, voi fate la vostra parte: io farò la mia, e speriamo bene!» Arrivò il mattino fatale, Linden si trovò nella gabbia degli accusati di fronte a un uomo di mezza età, tutto ben vestito, e con delle mascelle che sembravano una trappola per topi.Era il signor Melrose, un magistrato dalla fama terribile.Melrose era noto per essere molto severo verso gli indovini e coloro che predicevano l'avvenire; però passava il tempo a leggere i profeti sportivi, perchè era molto interessato al miglioramento della razza equina e la sua sagoma era ben conosciuta agli scommettitori negli ippodromi.Quel giorno non era precisamente di buon umore: guardò anzitutto l'incartamento, poi esaminò il prigioniero.La signora Linden si era int rufolata dietro la gabbia e carezzava ogni tanto la mano che suo marito aveva appoggiato sulla sbarra.L'aula era ~:IL NOTO CRIMINALE RICEVE IL CASTIGO CHE CLI SPETTA 103 piena; un buon numero di clienti del medium aveva voluto mani e festargli la propria simpatia.rf«È presente la difesa?», chiese Malrose.F«Sì, signor giudice», disse Summerway Jones. «Posso solleva Fre un'obiezione prima dell'inizio del dibattimento?» F«Se pensa che sia pertinente, si, signor Jones.» i«Sollecito rispettosamente un suo parere su un punto di diritto tprima dell'inizio del processo.Il mio cliente non è un vagabondo, ma un rispettabile membro della comunità.Vive in una casa di proprietà; paga le imposte come tutti gli altri cittadini.Eccolo ora perseguito ai termini del quarto comma del decreto del 1824 per la repressione del vagabondaggio.Questo decreto è così intitolato: Decreto per la punizione delle persone senza occupazione e tur bolente, e dei vagabondi.Tale decreto aveva lo scopo, implicito in queste parole, di mettere un freno all'attività illegale degli zin gari e di altri vagabondi che allora infestavano il paese.Le chie do, signor giudice, di dichiarare chèil mio cliente non è una delle persone che rientrano nel campo di applicazione di questo decre to e che non è esposto alle pene che esso prevede.» Il magistrato scosse la testa.«Ritengo, signor Jones, che vi siano stati troppi precedenti per chè il decreto possa essere considerato in modo restrittivo.Chie do all'accusa che agisce per conto del commissariato di polizia di presentare i suoi testimoni.» Si alzò una palla con le basette e la voce roca.

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«Chiamo Henrietta Dresser.» La poliziotta anziana corse alla sbarra con la sollecitudine di una frequentatrice assidua.Aveva in mano un blocco per appunti aperto.«Lei è un agente di polizia?» «Sissignore. » «Lei ha sorvegliato la casa del prigioniero la vigilia del giorno in cui vi si è recata?» «Sissignore. » «Quante persone vi sono entrate?» «Quattordici, signore.» «Quattordici! Credo che la tariffa minima applicata dall im putato sia di sei scellini e sei pence.» «Sette sterline in un giorno solo! Che bell'introito, se si pensa che molta gente per bene si contenta di cinque scellini.» «Erano fornitori!», gridò Linden.«Devo pregarla di non interrompere.Lei è già rappresentato molto validamente», disse in tono severo il magistrato.«E ora, Henrietta Dresser», riprese l'accusa agitando l occhia lvt NELPAESEDELLENEBBIE7.ILNOTOCRIMINALERICEVEILCASTIGOCHEGI-ISPETTAl05 lino, «ci dica che cosa è successo quando lei è stata introdotta, in sieme con Amy Bellinger, in casa dell'imputato.» La poliziotta diede un resoconto abbastanza fedele dei fatti leggendo i SUOI appunti.Lei non era sposata, ma il medium aveva preso per buona la dichiarazione da lei fatta di esserlo.Aveva giocato con vari nomi ed era parso piuttosto confuso.Gli era stato fatto il nome di un cane, Pedro, ma lui non l'aveva riconosciuto come tale.Per finire, aveva risposto a un certo numero di domande che riguardavano l'avvenire della sua falsa figlia che, in realtà, non le era affatto parente, e le aveva predetto che avrebbe fatto un matrimomo disgraziato.«Ha domande, signor Jones?», chiese il giudice «E andata da quest'uomo fingendo di aver bisogno di conforto e consolazione? E lui ha cercato di procurarglieli?» «Credo che si possa dire così.» «A quel che ho capito, lei ha fatto mostra di un profondo dolo «Ho cercato di dare quest'impressione.» «Non crede che ciò fosse ipocrisia pura?» «Ho fatto il mio dovere.» «Ha notato segni di forza psichica o qualcosa di anormale9» chiese I accusa.«No.Mi è sembrato un uonlo nlollo semplice, assolutamente normale. » Amy Bellinger era il secondo teste.Si presentò con un quadernetto di appunti in mano.

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«Posso chiedere, signor giudice, se è regolare che i testi leggano la loro deposizione?» «Perché no?», replicò il magistrato. «Ci teniamo ad avere un resoconto esatto dei fatti » «Effettivamente.Ci teniamo.Ma forse il signor Jones non ci tiene?», chiese l'accusa.«Ci troviamo chiaramente di fronte a un metodo destinato a far concordare le due testimonianze», disse Jones. «Faccio notare che queste relazioni sono state accuratamente preparate e con «È naturale che la polizia prepari un processo», rispose il giudice «Non vedo che danno possa recarle, signor Jones.E ora, il te La deposizione era la gemella della precedente «Lei ha fatto domande sul suo fidanzato?», chiese il signor Jones. «Ma lel non è fidanzata.» «Esatto. » «In realtà, avevate preparato insieme una lunga lista di menzo I «Per una buona causa.» «Lei pensa dunque che il fine giustifica i mezzi?» «Ho seguito le istruzioni che mi erano state date.» «E che le erano state comunicate in anticipo?» «Sì.Ci era stato detto ciò che dovevamo chiedere.» «Penso», dichiarò il giudice, <~che le due agenti abbiano reso delle deposizioni veritiere e documentate.Lei ha fatto citare dei testi a discarico, signor Jones?» «Ci sono in quest'aula, signor giudice, diverse persone che non possono essere che soddisfatte della qualità delle prestazioni medianiche dell'imputato.Ho citato una persona che è stata salvata dal suicidio la mattina stessa in cui la polizia è andata da lui.C'è anche un ex ateo che aveva perso completamente la fede in una vita futura e che si è convertito in seguito alle esperienze di fenomeni psichici.Posso anche produrre personalità eminenti della scienza e delle lettere che testimonieranno sulla vera natura dei poteri del signor Linden.» IL giudice scosse la testa.«Lei dovrebbe sapere, signor Jones, che tali deposizioni sono assolutamente fuori questione. È stato detto chiaramente dal Lord Presidente e da altre persone autorevoli che la legge del nostro paese non riconosce in alcun modo i poteri soprannaturali di qualsiasi natura, e che la rivendicazione di tali poteri esercitati contro pagamento è di per se stessa un reato.Di conseguenza, quando lei propone di citare dei testi, non vedo a cosa ciò possa servire se non a far perdere tempo alla Corte.

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Sono invece pronto ad ascoltare tutte le osservazioni che lei riterrà opportuno fare dopo che l'accusa avrà parlato.» «Posso far rispettosamente notare, signor giudice», disse Jones, «che una simile legislazione potrebbe comportare la condanna di ogni persona santa o riconosciuta come tale? Perché anche i santi devono vivere, e quindi devono ricevere del denaro.» «Se lei si riferisce a personaggi del Vangelo», rispose bruscamente il magistrato, «le ricorderò semplicemente che i tempi degli Apostoli sono passati, e che la Regina Anna è morta anche lei.Un tale argomento è appena degno della sua intelligenza.E ora, signore, se ha qualcosa da aggiungere...» Il pubblico ministero, così incoraggiato, fece una breve arringa- a intervalli regolari bucava l'aria con il suo occhialino come se ogni colpo dovesse punteggiare la sua ispirazione.Dipinse un quadro della miseria in cui si trovavano le classi lavoratrici men tre i ciarlatani si guadagnavano senza fatica da vivere sfruttando la credulità altrui e con comportamenti e affermazioni blasfemi.I loro poteri erano o no reali? Non era quello il punto, come era stato già osservato.Ma anche questa scusa non poteva essere vali CLI P XESi I)EI I E NEBBIE damente sostenuta nel caso presente perché le due agenti di polizia, che avevano compiuto nel modo più esemplare un dovere alquanto sgradevole, non avevano ricevuto altro che una tiritera di assurdità in cambio del loro denaro.Era plausibile che altri clienti fossero stati trattati meglio? Il numero di quei parassiti della societa aumentava; essi fondavano la loro attività sul dolore di parenti privati di un affetto; era ora che un castigo esemplare li avvertisse di doversi scegliere un mestiere più onorevole Il signor Summerway Jones replicò meglio che potè.Cominciò col mettere in luce il fatto che i decreti erano applicati in un caso che non era stato previsto dal legislatore.«Questo punto è già stato trattato!», abbaiò il magistrato.L avvocato difensore proseguì dichiarando che il caso non era chiaro: le deposizloni non erano forse state rese da agenti provocatori che, se si voleva ammettere che un reato fosse stato commesso, I avevano sollecitato e vi avevano partecipato in modo evidente? Quanto alle ammende, spesso esse venivano inflitte quando la pollzia vi aveva un interesse diretto.

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«Spero, signor Jones, che non vorrà mettere in dubbio l'onestà della polizia?» La polizia era composta di uomini: naturalmente tendeva a sollevare quei problemi che l'interessavancAin cluali ' e modo.Tutli qtlest] processi crano ai iosi. 'vial. r. TleiAtm mot nto, erano state presentate deml n.' R da parte della gente.In tutte le professioni c'era chi frodava ma se qualcuno pagava e perdeva urla ghinea per cssel si rivolto ad un , falso medium, non aveva maggior diritto ad essere protetto che se avesse investito in Borsa nei titoli sbagliati.La polizia aveva qualcosa di meglio da fare che perder tempo in simili t'accende, e i suoi agenti potevano essere impiegati in modo più utile che a recitare la parte delle vedov. in lacrime: altri delitti non meritavano forse tutta la loro attenzione? La legge era applicata in modo assolutamente arbitrario.Quando la polizia dava le sue fc sticciole à favore delle proprie opere di beneficenza, c'era sempre un indovino o una chiromante che leggeva le linee della mano.Qualche anno prima, il Daily Mai/ aveva t'atto una campagna di stampa contro gli indovini.Un grand'uomo ora defunto, Lord Northcliffe, era stato citato dalla di fesa, ed era stato assodato che un altro dei SUOi giornali pubblicava una rubrica dedicata alla chiromanzia, e che le entrate dei chiromanti pubblicizzati dal giornale erano equamente divise a metà: una parte a loro e una ai proprietari del giornale.Jones ricordava questo t'atto non per insudiciare la memoria di quel grand'uomo ma per sottolineare il modo assurdo in cui la legge era applicata.Quale che fosse l'opinione personale dei membri della Corte, r7.IL NOTOCRIMINALE RICEVE IL CA5TltiO C HE CìLI SPEI IAIU/ -~aggiunse l'avvocato, non si poteva negare che un gran numero di cittadini attivi e intelligenti consideravano i poteri di un medium FFcome una notevole manifestazione del potere dello spirito: poteri che non potevano non favorire la specie umana.Nella nostra epo ca dominata dal materialismo, non era forse una politica abomi nevole l'abbattere, servendosi della legge, ciò che nella sua mani festazione più elevata poteva operare la rigenerazione dell uma Restava il fatto indubbio che le informazioni date alle agenti erano inesatte, e che le loro false dichiarazioni non erano state scoperte dal medium: ma, era una regola psichica che Ci volevano delle condizioni armoniche perché si

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potessero ottenere dei risul tati buoni, e che l'inganno di una delle parti causava nell'altra confusione mentale.Se la Corte avesse ammesso per un istante l'ipotesi spiritista, avrebbe realizzato fino a che punto sarebbe stato stupido sperare che degli ospiti angelici scendessero dal cielo per rispondere a domande poste da due mercenarie ipocrite.Questo in poche parole il piano generale della difesa fatta da Summerway Jones.Questo discorso fece piangere la signora Lin den e conciliò il sonno al cancelliere del tribunale.IL giudice non tardò a mettere la parola fine alla controversia.«La sua requisitoria, signor Jones, mi appare come una critica alla legve in quanto tale, e pertanto esula dalla mia competenza.Io ho l'obbligo di applicare la legge così com'è.Aggiungo che pe raltro mi sento in perfetta sintonia con essa.Uomini come I im putato mi fanno l'effetto di funghi velenosi che proliferano su una società corrotta.Ogni tentativo di assimilare i loro grossolani artifici ai miracoli dei santi dei tempi antichi, o di attribuire loro doni equivalenti, deve suscitare la riprovazione di tutti i ben pensanti. » E aggiunse, fissando l'imputato con occhi severi: «Quanto a lei, signor Linden, temo che sia un recidivo incallito giacchè una condanna precedente non è stata sufficiente a rimet terla sulla buona strada.La condanno dunque a due mesi di lavo ri forzati senza possibilità di commutarli con un'ammenda».La signora Linden gettò un grido.«A presto, mia cara! Non ti addolorare troppo», disse gentil mente il medium.Un attimo dopo si trovava in fondo a una cella.Summerway Jones, Mailey e Malone si ritrovarono nell'atrio, e Mailey si offrì di accompagnare a casa la povera donna.«Cos'ha mai fatto se non consolare il suo prossimo?», gemeva questa. «Nessuno ha un cuore migliore in tutta Londra.» «E io non credo che esista un uomo più utile», disse Mailey.s NEL P.U:SE DELLE NEBBIE «Oso affermare che nemmeno un arcivescovo potrebbe testimoniare la verità della religione così come lo fa Tom Linden.» «E una vergogna! Una vera vergogna!», sbottò Malone.«E divertente l'allusione alla grossolanità», commentò Jones.

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«Mi domando se pensa che gli Apostoli fossero gente colta.Ahimè ho fatto del mio meglio.Non avevo speranza, e la conclusione e stata quella che mi aspettavo. È stata una perdita di tempo, ecco tutto. » «Niente affatto», replicò Malone. «Questa vergogna sarà pubblicizzata.C'erano dei giornalisti nell'aula.Ad alcuni di loro non difetta il buon senso.Metteranno in evidenza l'ingiustizia.» «Non ci conti!», disse Mailey. « Non mi aspetto nessun aiuto dalla stampa.Mio Dio, come sono grandi le responsabilità di quella gente! E quanto poco immaginano il prezzo che dovranno pagare! Lo so.Ne ho discusso or ora con loro.» «Ebbene, io almeno parlerò!», disse Malone. «E credo che sarò in buona compagnia.La stampa è più intelligente e più indipendente di quello che lei crede.» Ma Mailey aveva ragione.Dopo an er accompagnato a casa la signora Linden, Malone si diresse ancora una volta verso Fleet Street.Comprò The Planet.Qllando l'aprì, gli saltò agli occhi questo titolo: .>N s r-uk Kt I)AVANTI XL TRIBlx'NALE Un cane e er-eduto un uomo Chi era Pedro? Una sentenza esemplare Appallottolò il giornale: «Non ci si può meravigliare che gli spiriti siano inaspriti!» pensò. «Hanno dei buoni motivi per esserlo.» Sì, il povero Tom Linden venne maltrattato dalla stampa! Andò in prigione fra il disprezzo generale.The Planet, un giornale della sera la cui tiratura dipendeva dai pronostici del Capitano Toccatuttol, si dilungò sull'assurdità di voler prevedere il futuro.Honest John s un settimanale che era stato coinvolto in uno dei grandi imbrogli finanziari del secolo espresse l'opinione che la disonestà di Linden fosse uno scandalo pubblico.Un ricco ecclesiastico di provincia scrisse al Times sdegnato perché qualcuno pretendeva di l'are mercimonio dei doni dello Spirito Santo.L'Anglican osservò che incidenti simili erano segnali di una crescente disaffezione ai comandamenti divini, | Rubrica popolaredi anticipazioni SponiNe pel gh coll lettitori (Nd.C'.).F 7.IL NOTO CRIMINALE RICEVE IL CASTIGO CHE GLI SPETTA 104 F mentre Il Libero Pensatore li considerava un ritorno alla supersti r zione

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parte sua, il signor Maskelyne mostrò al pubblico, con gran successo di cassetta, come si realizzava 1 inganno.Così il. povero ~;Tom Linden fu per qualche giorno l'oggetto dell'esecrazione ge rF nerale.Ma, siccome la terra continuava a girare, fu ben presto a Fil'bandonato al suo destino.8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENAl l l ('Apltr()I O ()T»F,\\^o Tre investigatori si imbattono in un'anima in pena 1, r 1W; Lord Roxton era rientrato dall'Africa do~-e era andato a caccia g sa subito dopo si era dedicato a una serie di ascensioni sulle pi c e avevanO stupito il mondo ma non lo an es anO com I t «Lde clrne alpine stanno diventando un luogo di appuntamenti non ci Sla piÙ un solo posto in cui si rispetti la privacn degli alpini 11 suo ritorno a Londra fu festeggiato con un pranzo offerto i suo onore al Travellers dalla Sncietà dcila Caccia Grossa I gior nalistl non erano invitati, ma il discorsetto di Lord Roxton, f to verbatim nella mente di tutti i presenti, gli assicurò una vita imperitura.Pervcntims ra v ri~ rt,> +e l o & l a t l N . d v W q U a A h i > 1 d i Z ( ) . t ' r ,2 rl » I I ^ F' t < t ^ t!swone, rop.lo ~.i l,iitalll.ici quando sono lo «Be', ecco... allora... e andata così.» E si sedette, sudando abbondantemente Malone fu avvertito del ritorno di Lord Roxton da McArdie, il suo bisbetico redattore capo, il cui cranio orni anno auadagnava terreno rispetto alla cerchia di capc-lli rossi, ma che continuava ugualmente a occuparsi attivamente del Daill Ca~ette.Aveva nservato il suo fiuto per il materiale interessante, e proprio ques o iuto I aveva indotto a convocare Malone nel suo ufficio un mattino d inverno.Si tolsc dalla bocca il hirlgo tubo di vetro che ghi Iviva a bocchino e, senza togliersi gli occ}liali strizzò l'oc «Lei sa che Lord Roxton è tornato a Londra?» «E la prima volta che lo sento » «Ah? Bene, è qui.Lei ha sentito dirc senza dubbio che è stato ferito in guerra; in Africa Orientalc ì'aceva la guerra a modo suo a a testa di una piccola colonna, e h3 ricevuto nel petto una palla che avrebbe ucciso un elefantc.Ora è guarito c sta benc, altrim ti non avrebbe potuto scalal c 1c Alpi. . .Ei un diavolo d'uomo, con IUI ci sono sempre novità.» «E l'ultima novità qual è?», chiese Malone sbirciando un ritaglio di giornale che McArdie teneva fra il pollice e l'indice.«Ecco qua.

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Per lei.Mi sono detto che forse potreste andare a caccia insieme, e che sarebbe un argomento per un buon pezzo.Legga questo articoletto dell'Evening Standard.» Gli tese il ritaglio e Malone lesse: Secondo uno strano annuncio pubblicato nelle colonne di un nostro confratello, il celebre Lord Roxton, terzo figlio del duca di Pomfret, s'è proposto di conquistare nuovi mondi inesplorati.Avendo esaurito le avventure sportive sul globo terrestre, ha rivolto la sua attenzione alle regioni tetre, nebulose e insicure della ricerca psichica.Ha dichiarato di voler comprare una casa autenticamente frequentata dai fantasmi, ed è pronto a raccogliere tutte le indicazioni su qualsiasi manifestazione violenta o pericolosa su cui si volesse fare un' indagine .Poichè Lord Roxton è un tipo deciso e uno dei migliori tiratori d' Inghilterra, consigliamo ai burloni di stargli lontano.Questa faccenda riguarda solo certe entità note per essere indifferenti alle pallottole, come i loro fedeli lo sono al buonsen so .McArdie sottolineò la conclusione con un risolino.<eMi sembra che ci sia un'allusione personale, vero, caro Malone? Perché, se lei non è ancora un fedele dello spiritismo, è tuttavia sulla strada buona per diventarlo...Non pensa che fra tutti e due potreste partorire un fantasma e che lei sarebbe in grado di tirarne fuori qualche colonna gustosa?» «Perbacco!», rispose Malone. «Andrò atrovare Lord Roxton.Starà certo sempre nel suo vecchio appartamento di Albany.Sarei andato comunque a salutarlo, perciò posso sentire cosa dice a questo proposito.» Così il nostro giornalista percorse ancora una volta Vigo Street sul far della sera, nell'ora in cui lo smog londinese si stempera in cerchi d'argento.Chiese al portiere se Lord John Roxton era in casa.Sì, era in casa, ma stava ricevendo un signore.IL portiere gli avrebbe subito consegnato un biglietto.La risposta fu che, nonostante il suo visitatore, Lord Roxton avrebbe ricevuto immediatamente il signor Malone.Perciò, il signor Malone fu introdotto in una stanza lussuosa decorata da innumerevoli trofei di caccia e di guerra.IL loro proprietario stava in piedi vicino alla porta, con la mano tesa; era sempre lungo, magro e distinto, e il suo viso scarno aveva conservato la stessa aria di parentela con Don Chisciotte.

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No, non era cambiato ! Forse i suoi tratti erano più marcati, forse le arcate sopraccigliari sporgevano di più al di sopra dei suoi occhi vivaci e spietati...Ecco tutto.«Ehilà, ragazzo mio! », esclamò. «Speravo proprio che sarebbe venuto a strapparmi al mio vecchio rifugio.Stavo per passare dal I IZ NEL PAESE DELLE NEBBIE suo ufficio per farle una visitina.Entri! Entri! Mi permetta di presentarle il reverendo Charles Mason.» Un ecclesiastico altissimo e sottile come un filo, arrotolato in fondo ad una grande poltrona di vimini, si srotolò a poco a poco e tese una mano ossuta.Malone notò subito due occhi grigi, insieme molto seri e molto buoni, che fissavano i suoi, poi un gran sorriso cordiale che scopriva una doppia fila di denti magnifici Il viso stanco e tirato era quello di un combattente dello spirito, tuttavia annunciava una persona cortese e piacevole Malone ne aveva sentito parlare; sapeva che il reverendo Charles Mason aveva amministrato una parrocchia della Chiesa d'Inghilterra ma che aveva abbandonato questo lavoro troppo tranquillo (dopo aver costruito una chiesa e fatto prodigi nella sua giurisdizione) per predicare liberamente la dottrina cristiana alla luce della nuova scienza psichica.«Parola mia.Sembra che non potrò mai sfuggire agli spiritisti.», esclamo.«Non vi sfuggirà più, signor Malone! », rispose ridendo l'ecclesiastico. «11 mondo è condannato ad assimilare questa nuova scienza che Dio gli ha inviato.Non potrà sfuggirvi: è troppo importante.In questo momento non c'è luogo di riunione in questa grande città in cui uomini e dotu le n(4n ii occupino in qualche modo di questo argomento.EL non si puo ciire tuttavia che la stampa lattsa Ulld pUODIIClta laVoreVo0CI>i «È un rimprovero che non si ptlÒ fare al Daily Cazette», disse Malone. «Forse lei ha letto i miei articoli?» «Sì, li ho letti.Sono senz'altro migliori di tutto ciò che di solito ci propina la stampa di Londra, infarcita di sensazionalismi e di assurdità.Guardi, a leggere un giornale come il Times, non si saprebbe neppure dell'esistenza di un movimento vitale come lo spiritismo.La sola allusione che vi è stata fatta in un editoriale, se ricordo bene, potrebbe riassumersi così: "Ci crederemo quando grazie ai suoi metodi per prevedere l'avvenire riusciremo a vincere al lotto '.» «Sarebbe molto

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utile!», dichiarò Lord Roxton. «lo avrei detto lo stesso, no?» L'ecclesiastico assunse un'aria grave e scosse energicamente la «Questo mi ricorda lo scopo della mia visita», disse rivolgendosi a Malone. «Mi sono permesso di venire da Lord Roxton per via dell'annuncio che ha fatto pubblicare.Gli ho detto che, se inizia quest inchiesta con intenzioni serie, non potrebbe far nulla di meglio al mondo; ma ho aggiulllo cile, se si trattasse di un gioco sportivo, se perseguitasse una povera anima attaccata alla terra i r8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA 113 F tcon lo stesso furore con cui dà la caccia ai rinoceronti bianchi, io Fdirei che sta giocando col fuoco!» te«Via, padre, ho giocato col fuoco per tutta la vita; ci sono abi rtuato! Ma ascolti: se vuol farmi vedere queste storie di fantasmi Fsotto il profilo religioso, niente da fare! Sono stato educato nel Fseno della Chiesa d'Inghilterra e la trovo più che sufficiente per le mie modeste necessità.Ma se c'è il mordente del pericolo, il giOCo vale la candela, non le pare?» IL reverendo Charles Mason sorrise.«È incorreggibile, vero?», disse, rivolgendosi a Malone. «Eb bene non posso far altro che augurarle una maggior comprensio ne del problema.» E si alzò per congedarsi.«Aspetti, padre!», esclamò Lord Roxton. «Quando parto per un'esplorazione, per prima cosa mi metto d'accordo con qualcu no esperto dei luoghi.Credo che lei sia proprio la persona che mi ci vuole.Vorrebbe venire con me?» «Dove? » «Si sieda e glielo dirò.» Lord Roxton frugò fra una pila di lettere sulla sua scrivania «...Una bella selezione di fantasmi!», dichiarò. «La prima distribuzione della posta mi ha portato una ventina di piste.Ma ecco quella vincellte: legga lei stesso questa lettera.Una casa isolata, un uomo impazzito, gli inquilini che scappano in piena notte, un fantasma orribile.Si presenta bene, vero?» L'ecclesiastico gli restituì la lettera aggrottando le sopracciglia.«Mi sembra un caso terribile», disse.«Ebbene, venga con me.Forse potrà aiutarmi a chiarirlo.» Il reverendo Mason tirò fuori di tasca un'agenda.

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«Devo celebrare un servizio mercoledì mattina e tenere una conferenza la stessa sera.» «Possiamo partire oggi,» «È lontano ! » «Nel Dorsetshire.Tre ore.» «Cosa pensa di fare?» «Una notte in questa casa risolverà il problema.» «Se c'è una povera anima in pena, diventa un dovere...D accordo, accetto.» «E naturalmente c'è un posto anche per me! », supplico Malo «Naturalmente, ragazzo mio! D'altra parte...Scommetto che l'uccellaccio rosso che sta nella sua gabbia l'ha mandata qui proprio per questo.Ne ero sicuro! Bene, potrà descrivere un'avventura della miglior qualità. . . per una volta ! Dunque: c'e un tre \Etl ì' \7 St l)L-I l F: NEBBIE no da Victoria alle otto.Ci troveremo là.Intanto andrò a dire due parole al vecchio Challenger.» Cenarono insieme sul treno, poi si ritrovarono in uno scompartimento di prima classe.Roxton, dietro un grosso sigaro nero, era tutto contento di aver rivisto Challenger.«Quel caro vecchio è sempre lo stesso.Mi ha graffiato la pelle due o tre volte come al solito.Abbiamo detto delle sciocchezze Mi ha assicurato che mi si era rammollito il cervello se mi mettevo a credere ai fantasmi: "Quando si è morti si è morti! " Questo è I allegro slogan di quel bel tipo.Quando passa in rivista i suoi contemporanei, pretende che l'estinzione sia la miglior soluzione possibile.La sola speranza dell'umanità! ", dice. "Pensi che orribili prospettive se continuassero a vivere!" Voleva darmi una bottiglia di cloro da gettare sul fantasma.Gli ho risposto che, se la mia rivoltella non metterà fine all'attività dello spettro, non ci sara nessun'altra possibilità.Mi dica, padre, è la sua prima spedizione in questo genere di caccia?)> «Lei prende le cose troppo alla leKggera.I ord John», rispose I ecclesiastlco in tono serio. «E evidente che non ha alcuna esperienza in fatto di spiritismo. . .Ma, per rispondere alla sua domanda, mi limiterò a dire che ho già tCllt3tO dovcrse X t' fLii nOrtare aiuto in casi anaioghi.» «Lei ci fwrtzfitz alone che prcndeva appunti per il suo articolo.«Molto, molto seriamente.» «Ma di che tipo di influenze si tratta?» «Non sono un esperto in merito.

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Lei conosce Algernon Mailey I avvocato, vero? Lui potrebbe fornire fatti e cifre.Io parlo delI argomento dal punto di vista dell'istinto e dell'emozione.Mi ricordo una conferenza di Mailey sul libro del professor Bozzano' che tratta dei fantasmi. vi sono riportati più di cinquecento casi assolutamente autentici; ognuno di essi basterebbe a stabilire un caso a pnori.C'è anche Flammarion-.Non si può sorridere davanti a testimonianze come queste!» «Anch'io ho letto Bozzano e Flammarion», disse Malone «Ma vorrei conoscere la sua idea e le sue conclusioni personali.>; «Pero, se parla di me, si rlcordi che non ritengo di essere un - Astrorlomo ~'rax se e gls dc lt(~ , iel llhrs) st t X S;~t°tlst/tj,t!109 I I Fs.TE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA 115 Fgrande esperto in ricerche psichiche.Specialisti più avveduti po rtranno fornirle spiegazioni diverse da quelle che posso darle io..7rtTuttavia, ho tratto delle conclusioni da quello che ho visto.SCredo PSche esista una parte di verità nell'idea teosofica dei "gusci".» i-«Qual è questa teoria?» «Si pensava che tutti i corpi spirituali vicini alla terra fossero come gusci o baccelli vuoti abbandonati dall'entità reale.Oggi, è vero, noi sappiamo che questa generalizzazione e un assurdo, perché in quel caso non potremmo metterci in comunicazione con le intelligenze superiori, come facciamo adesso.Dobbiamo pero guardarci anche da un'altra generalizzazione: ossia che C1 SlalìlO soltanto intelligenze superiori.In realtà, vi sono intelligenze tal mente mediocri che penso che la creatura sia puramente esteriore e che potrebbe essere un'apparenza piuttosto che una realtà.» «Ma perché sarebbe là?» «Ecco il problema.Si ammette generalmente che il corpo natu rale, come lo chiama San Paolo, si decomponga dopo la morte, mentre il corpo etereo o spirituale sopravvive e agisce su un piano che non è quello di questo mondo.Ecco I essenziale.Ma in realta potremmo essere formati datanti strati, come le cipolle; potrebbe esistere un corpo mentale che viene meno e si riprende ogni volta che si genera una grande tensione emotiva o intellettuale.Potreb be essere un simulacro poco sensibile, quasi automatico; e tutta via potrebbe rivestire una certa nostra apparenza e una parte dei nostri pensieri.» «Allora», riflettè Malone, «con questo si supererebbe in un certo

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qual modo la difficoltà, perché non vedo per quale motivo un assassino o la sua vittima dovrebbero passare secoli interi a ri petere il delitto commesso, come in una recita infinita.Che senso avrebbe?» «Sono d'accordo, ragazzo mio ! », disse Lord Roxton. «Un mio amico, Archie Soames, il celebre fantino, aveva una vecchia casa di campagna nel Berkshire; Una volta ci aveva abitato Nell Gwin ne.Ebbene, lui era pronto a giurare di averla incontrata una deci na di volte nel corridoio.Archie non ha mai scansato un ostacolo al Grand National, ma stava per svenire ad ognuno di questi in contri con lei nel buio.Era una bella donna e tutto quel che vole te, ma... via! Non bisogna esagerare, Vl sembra. » L'ecclesiastico approvò: «Naturalmente! Non si può pensare che la vera anima di una personalità di spicco come Nell passi dei secoli a camminare su e giù per quei corridoi.Ma se per caso si è mangiata il fegato in quella casa, vedendo tutto nero e facendosi cattivo sangue, si puo pensare che abbia potuto gettar via il suo guscio esteriore, la sciando dietro di sè un'immagine-pensiero della sua persona».1 16 NEL PASSE DELLE NEBBIE «Lei ha accennato alle sue esperienze personali.)> «Ne ho fatta una prima di conoscere lo spiritismo.Mi aspetto che faccia fatlca ad ammetterla per vera, eppure le assicuro che non mento.Ero un giovanissimo curato in un paesedel Nord.Nel vlllaggio c era una casa con dei poltergeist, cioè delle infestazioni senza fantasma.Mi offrii volontario per esorcizzarla.La Chiesa ha metodi speciali di esorcismo, come lei sa, e io mi credevo ben armato.Mi sistemai nel salone, che era il luogo dove abitualmente avvenivano i disordini; tutta la famiglia era inginocchiata intorno a me; io lessi le formule rituali.Cosa pensa che sia succes 11 volto ascetico di Mason si trasformò in un amabile sorriso pieno di umorismo.« ..Nel momento in cui arrivavo all'Amen finale, nel momento cloè in cui la creatura avrebbe dovuto eclissarsi confusa, la grande pelle d'orso che

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serviva da tappeto si alzò e mi avvolse Mi vergogno di ammettere che in due salti arrivai alla porta. .Ma ho imparato allora che i riti religiosi possono non avere alcun effetto.» «Cosa può averne, allora?» «La gentilezza, e qualche volta il ragionamento.Vede, gli spiriti non si somigliano fra loro: c- n'è una gran varietà.Alcuni di quelli atiacc2ti o mtcress3ti alld lel l a sono neutri, come quei simtllacri o "gus MS.~ di .ul iv ilO parlato.Altri sono essenzialmente buoni, come i monaci di Glastonbury, che si sono manifestati in modo cosi meraviglioso in questi ultimi anni e che sono stati descritto ti da Frederick Bligh Bond.Essi sono legati alla terra come da un pio ricordo.Ma ce ne sono altri che sono dei monelli, come i poltergeist.E altri ancora (pochi, spero!) che sono terribilmente forti, malevoli, troppo carichi di materia per potersi sollevare al di sopra del nostro livello terrestre... così carichi di materia che le loro vibrazioni possono essere tanto basse da essere percepite dalla retina umana e divenire visibili.Se da vivi sono stati bruti crudeli o astuti, lo saranno ancora, e con maggior energia, per fare 11 male.Penso soprattutto a quei mostri di malvagità che il nostro sistema di pena capitale sguinzaglia all'Aldilà- essi muoiono avendo ancora a disposizione una vitalità che possono usare per vendicarsi.» «11 fantasma di Dryfont ha una pessima reputazione», disse Lord Roxton.«E evidente.Ecco perché non approvo che si parli con leggerezza di queste cose.Ho l'impressione che sia proprio il genere di creatura di cui parlavo.Immagino che un simile spirito possa frequentarc una casa di notte allo stesso modo in cui una piovra che abita una caverna dell'oceano risale alla superficie come un'im i r8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA 1 17 magine silenziosa dell'orrore per attaccare un nuotatore: è la sua F;maledizione, e attaccherà tutti quelli cui può fare del male.» La mascella di Malone ricadde.rE«E», chiese, «come ci si può proteggere?» F«Penso che un modo esista.Altrimenti tali spiriti devastereb bero la terra.La nostra protezione sono le forze bianche che esi 0stono, come esistono le forze nere.

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Possiamo chiamarle angeli cu stodi, come i cattolici, o spiriti guida, o "controlli'; comunque 1i chiamiamo, esistono realmente e ci proteggono dal male sul pia no spirituale. » «Cosa pensa dell'uomo che è impazzito, padre? E dov era la sua guida quando il fantasma le ha gettato il tappeto addosso? «Il potere delle nostre guide varia in funzione dei nostri meriti .Il male può guadagnare terreno per un po' di tempo, ma alla resa dei conti, è sempre il bene che vince.Questa è la lezione che ho tratto dalla mia esperienza di vita.» Lord Roxton scosse la testa.«Se il bene vince, è certo alla fine di una dannata maratona: una corsa di fondo di cui la maggior parte di noi non vede l'arri vo.Pensi a quei mercanti di schiavi contro i quali ho combattuto alle sorgenti del Putomayo.Dove sono? Quasi tutti a Parigi, lo sas E fanr.o la gran vita.E hanno ucciso un mucchio di negri F allora? » «Certo, a volte abbiamo bisogno della fede.Dobbiamo ricor darci che non vediamo la fine di tutto. "Continua al prossimo nu mero", questa è la conclusione di tutte le storie umane.E qui in terviene l'enorme valore dell'Aldilà.Almeno vivremo un capito lo di appendice.» «Dove potrei procurarmi questo capitolo?», s'informò Malo ne.«Ci sono degli ottimi libri, sebbene non siano ancora stati ap prezzati dal pubblico: dei documenti sulla vita nell'Aldilà...Ri cordo un episodio...Consideratelo una parabola se volete, ma e molto di più...Un morto che era stato molto ricco si ferma da vanti a una bellissima casa.La sua guida, di cattivo umore, lo tira per allontanarlo: "Non è per te. È per il tuo giardiniere".Gli in dica una miserabile capanna: "Non hai dato niente perché si CO struisse qualcosa.Non abbiamo potuto fare di meglio".Potreb be essere l' appendice della vita dei suoi milionari che trafficavano m scmavl.» Roxton fece un risolino.«Ad alcuni di loro ho dato una capanna lunga due metri e alta mezzo ! », disse. «Non scuota la testa, padre. . .Deve capire che io b NEL PAESE DELLE NEBBII non amo il mio prossimo come me stesso e che odio certi uomini come il veleno.» «Invece donremmo odiare solo il peccato.

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Ma, da parte mia, non sono mai stato capace di separare il peccato dal peccatore.Come potrei predicare, dal momento che sono un uomo debole come tUttl gli altri?» «Ecco la sola predica che mi sento di ascoltare», disse Lord Roxton. « I suoi confratelli sul pulpito mi passano sopra la testa Ma, quando un ecclesiastico si mette al mio livello, allora l'ascol to ..Sentite, non dormiremo molto stanotte.C'è ancora un'ora prima dell'arrivo a Dryfont: potremmo impiegarla utilmente facendo un sonnellino.» Erano le undici passate e la notte era gelida quando il terzetto arrivò a destinazione.La stazione di quella cittadina termale era quasi deserta, ma un uomo tarchiato e grasso come un frate, in pelliccìa, andò loro incontro e li salutò calorosamente.«Sono Belchamber, il proprietario della casa.Come state, signori? Ho ricevuto il suo telegramma, Lord Roxton, e tutto è pronto.E stato molto gentile a venire.Se potrà fare qualcosa per alleggerire il mio fardello, gliene sarò infinitamente grato.» Belchamber li condusse al piccolo albergo della Stazione dove si ristorarono con dei panini e del caffè già preparati.Mentre mangiavano, li Inise al corrente dei suoi fastidi.«lo non sono ricco, signori.Sono un mercantc di l'rutta in pensione, e ho investito tutti i miei risparmi in tre case.Una di queste è Villa Maggiore. È vero che non l'ho pagata cara.Ma come potevo credere alla storia del dottore pazzo?» «Ci racconti questa storia», disse Lord Roxton sbocconcellando il suo panino.«Abitava là ai tempi della Regina Vittoria, e io l'ho visto.Un uomo sottile come un filo, lungo come un giorno senza pane, col viso bruno, la schiena curva e un modo particolare di camminare strasclcando i piedi.Si diceva che fosse stato nelle Indie, e certi pensavano che vi avesse commesso un delitto e che si nascondesse, perché non si faceva mai vedere in paese: usciva solo di notte.Un giorno, ruppe una zampa a un cane a sassate; si parlò di denunciarlo, ma la gente aveva paura di lui e non se ne fece niente monelli passavano di corsa davanti a casa sua, perché stava seduto davanti alla finestra con aria lugubre e minacciosa.

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Un giorno non ritirò il latte, e nemmeno l'indomani: sfondarono la porta e trovarono che era morto nella vasca da bagno. . .Ma era un bagno di sangue, perché si era tagliato le vene del braccio.Si chiamava Tremayne.Nessuno l'ha dimenticato da queste parti.» «E lei ha comprato la sua casa?» «L'ho disinfettata e ridipinta, e ho rifatto l'esterno.Si sarebbe F8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA 119 [detta una casa nuova.Poi l'ho affittata al signor Jenkins, il bir Fraio.C'è rimasto tre giorni.Ho abbassato il canone d'affitto.Il rFsignor Beale, un droghiere in pensione, ci si è installato.E lui che è diventato pazzo, pazzo davvero, dopo tre settimane ! E da allora tmi è rimasta sulla schiena.Sessanta sterline di reddito in meno.E Fmi costa un mucchio di tasse! Perciò, signori, se potete fare qual C'cosa, fatelo in nome del cielo! Altrimenti credo che le darò fuo 0co.» Villa Maggiore si trovava a circa ottocento metri dal paese, sul pendio di una collina.Belchamber ve li accompagnò.Era certo un posto poco allegro ! Il tetto scendeva più in basso delle finestre superiori e le copriva quasi completamente.La luna viene piena a metà: la sua luce illuminava un giardino incolto, intristito nella sua veste invernale, con i viali invasi qua e là dalla vegetazione.Regnava una calma sinistra.«La porta non è chiusa», disse il proprietario. «Nel salotto a si nistra troverete una tavola e delle sedie.Ho fatto accendere il fuo co e portare un secchio di carbone.Spero che non starete troppo male.Mi scuserete se non entro, ma non ho più i nervi saldi come un tempo.» Mormorò qualche altra pafola di scusa prima di lasciarli.Lord Roxton aveva portato una torcia elettrica.Dopo aver aperto la porta arrugsJinita, l' accese, e un fascio di luce illuminò il corridoio che non aveva tappezzeria e finiva ai piedi di una scala ampia e solida che portava al primo piano.

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Da ogni lato del corri doio c'era una porta: quella di destra dava su una grande stanza vuota dove, in un angolo, vicino a vecchi libri e giornali, c'era un tosaerba trascurato.A sinistra trovarono una stanza simmetrica ma molto meno lugubre.Il fuoco ardeva allegramente; non man cavano sedie e poltrone comode; una brocca d'acqua era posata su un tavolo di legno bianco, il secchio era pieno di carbone e il tutto era illuminato da una grande lampada a petrolio.L'ecclesiastico e Malone si avvicinarono al fuoco perché faceva molto freddo, ma Lord Roxton completò i suoi preparativi.Tirò fuori dalla borsa la rivoltella e la posò sul camino, prese poi un pacco di candele e ne accese due nell'atrio, e infine prese un gomi tolo di lana e intrecciò una vera e propria rete davanti alla porta d'ingresso e alla porta di fronte.«Andiamo a fare un giro», disse. «Poi aspetteremo tranquilla mente al pianterreno e vedremo cosa succederà.» Al primo piano, il corridoio si biforcava ad angolo retto con la scala.A destra c'erano due grandi stanze nude e polverose, con la tappezzeria a brandelli e il pavimento coperto di calcinacci.A si nistra c'era una sola stanza nello stesso stato di abbandono, poi la stanza da bagno di tragica memoria dove la vasca di zinco era di 120 NEL PAESE DELLE NEBBIE sposta in modo da poter essere utilizata subito; vi erano ancora macchie di sangue all'interno; in realtà, probabilmente si trattava solo di ruggine, ma ricordavano ancora il passato come terribili stimmate.Malone fu sorpreso vedendo l'ecclesiastico vacillare e appoggiarsi alla porta; era livido, e delle gocce di sudore gli coprivano la fronte.I suoi compagni lo aiutarono a scendere le scale e lui si sedette per qualche istante, visibilmente scosso, prima di parlare.«Davvero non avete provato niente?», chiese. «Il fatto è che io stesso sono dotato di poteri medianici e quindi molto sensibile alle impressioni psichiche.Ne ho appena ricevuta una, particolarmente orribile e indescrivibile.» «Quale, padre?» «E difficile da spiegare: una specie di mancamento del cuore, una sensazione di infinita tristezza.Tutti i miei sensi l'hanno provata: i miei occhi si sono appannati e ho sentito un forte odore di putrefazione.Le forze sembravano avermi abbandonato.

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Lord Roxton, non ci siamo messi in un'impresa da poco!» Il grande sportivo si fece improvvisamente molto serio: «Comincio a crederlo!», disse. «Crede che questa faccenda rientri nelle sue possibilità?» «Mi rincresce essermi mostrato così debole», riprese Mason <ema svelero certamente il mistero.Quanto più il caso sarà grave tanto p ~ av;-c.c bitogiìo del llìiO aiuto. . .Mi sento completamente bene adesso!», aggiunse sorridendo.Prese dalla tasca una vecchia pipa d'erica annerita dal fumo.«Ecco il miglior medico per i nervi scossi», disse. «Mi siederò qui a fumare finchè non avrete bisogno di me.» «Che forma crede che assumerà?», domandò Malone.«Una forma visibile, certamente.» «Ecco quello che non ho ancora potuto capire malgrado tutto quello che ho letto», disse Malone. «Gli esperti in materia dichiarano unanimemente che c'è una base materiale, e che questa base materiale è fornita, anzi è tratta, dal corpo umano.Che lo si chiami ectoplasma o in altro modo, la sua origine è umana, non è co «Certo!», rispose Mason.«Allora dovremmo supporre che questo dottor Tremayne componga la sua apparenza sottraendo materia a lei e a me?» «Per quanto ne so io, così succede nella maggior parte dei casi.Credo che, quando lo spettatore sente freddo, o che i capelli gli si rlzzano in testa, ecc., ciò avvenga perché è cosciente di una perdita della sua vitalità: perdita che può essere tanto grande da provocare lo svenimento o addirittura la morte.Forse lui stava tentando di estrarre da me della materia...» r8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA 121 «E se noi non siamo dotati di poteri medianici, se non lasciamo andare niente?» «Poco tempo fa», disse Mason, «ho letto a questo proposito qualcosa di molto esauriente.Il professor Neillson, un islandese, ha seguito un caso da vicino e ne ha fatto una relazione: il cattivo spirito aveva l'abitudine di accostare un disgraziato fotografo, prelevava da lui la sostanza che gli serviva, poi se ne andava e l'usava.Diceva apertamente: "Lasciatemi il tempo di andare dal tale, poi vi farò vedere quel che so fare" .Era una creatura temibile che fu dominata con grandi difficoltà.» «Ho l'impressione, ragazzo mio», disse Lord Roxton, «che C1 siamo imbarcati in una storia molto più complicata di quel che pensassimo.

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Tanto peggio! Abbiamo fatto quel che potevamo; il corridoio è illuminato e nessuno può avvicinarsi a noi senza rompere i fili di lana se non passando per la scala: non ci resta che aspettare . » E aspettarono.Fu un'attesa penosa.Avevano messo una sveglia sullo scolorito stipite di legno del camino.Piano piano, la lancetta si spostò sul quadrante dall'una alle due, e dalle due alle tre .Fuori una civetta strideva in modo sinistro .La villa stava lungo una strada secondaria e nessun rumore umano univa i tre indagatori alla vita esterna.Il padre sonnecchiava sulla sua sedia.Malone fu.nar-a senza sosta, e Lord Roxton sfogliava una rivista.Ogni tanto qualche scricchiolio rompeva il silenzio della notte.Nient'altro finchè. . .Qualcuno scese le scale.Non c'era dubbio ! I passi erano furtivi ma si distinguevano nettamente.Crac! Crac! Crac! Era arrivato al pianterreno.Adesso, era alla loro porta.Si erano tutti e tre raddrizzati sulle sedie e Roxton aveva impugnato la rivoltella.Era entrato? Avevano lasciato la porta socchiusa ed essa non si era aperta di più.Eppure tutti provarono la sensazione di non essere soli, di essere osservati.Sembrò che facesse più freddo: Malone rabbrividì.Un istante dopo, i passi batterono in ritirata; erano discreti ma rapidi, plÙ rapidi di prima.Si sarebbe potuto pensare che un esploratore ritornasse con le sue informazioni da un grande capo nascosto nell'ombra sopra di loro.Si guardarono in silenzio.«Accidenti!», mormorò infine Lord Roxton.Il suo viso era pallido e risoluto.Malone scarabocchiò qualche appunto e prese nota dell'ora.L'ecclesiastico pregava.«Bene», disse infine Roxton, «abbiamo a che fare con un fantasma.Non possiamo rimanere inattivi.Bisogna che la facciamo finita.

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Le confesso, padre, che ho seguito una tigre ferita nel fitto 122 NEL PAESE DELLE NEBBIE della giungla, ma non ho mai provato quello che sento adesso.Se cercavo delle emozioni, le ho avute! Intanto vado di sopra.)> «Anche noi!», esclamarono i suoi compagni.«Resti qui, ragazzo mio! E anche lei, padre.In tre faremmo troppo rumore.Vi chiamerò se avrò bisogno di voi.Ho soltanto intenzione di scivolare fuori e vegliare in silenzio sulle scale.Se questa... cosa, quale che sia, ritornasse, dovrà passare sul mio corpo. » Uscirono insieme nel corridoio.Le due candele proiettavano il loro piccolo cerchio tremolante di luce; la scala era ben illuminata fino alla sommità degli scalini, dove si ammassavano fitte ombre.Roxton si sedette a metà con la rivoltella in pugno, si mise un dito sulle labbra, e invitò con un gesto impaziente i suoi compagni a rientrare nella stanza.Essi obbedirono e si sistemarono vicino al fuoco.Aspettarono, aspettarono...Mezz'ora.Tre quarti d'ora.Poi, improvvisamente, «la cosa» arrivò.Si sentirono l'uno dopo l'altro uno scalpiccio precipitoso l'eco di un colpo di rivoltella, una lotta, una caduta rovinosa, una richiesta di aiuto.Terrorizzati, corsero nel corridoio.Lord Roxton era caduto bocconi, fra macerie e calcinacci.Lo rialzarono.Era mezzo stordito, e sanguinava dal viso e dalle mani, ma si trattava solo di graffiature.In cima alle scale le ombre sembravano più nere e più spesse.>Rta m.ee,lio», disse Roxiosì dopo che si fu seduto. «Datemi un minuto per riprendere fiato, e darò inizio alla mia seconda ripresa con il Diavolo...Perché se non è un diavolo lui, nessun demonio ha mai messo piede su questa terra!» «Questa volta non andrà solo!», disse Malone «Non avrebbe dovuto andar solo!», aggiunse l'ecclesiastico.«Ma ci dica cosa le è successo.» «Non lo so bene.Avete visto che mi ero seduto voltando le spalle al pianerottolo.Tutt'a un tratto ho sentito una corsa precipitosa.

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Ho visto qualcosa di nero proprio sopra di me.Mi sono voltato a metà e ho sparato.Un secondo dopo sono stato buttato giù per le scale come se fossi stato un bambino.Mi è caduto addosso tutto quel calcinaccio.E questo è tutto quel che posso dir vi.» «Perché andate più avanti in questa faccenda?», chiese Malone. «Lei s'è convinto ormai di avere avuto a che fare non con un uomo ma con qualcosa di più, mi pare?» «Assolutamente convinto.» «Bene.Lei ha dunque fatto la sua esperienza.Cosa vuole di più? » « Ma sono io che voglio di più ! », disse Mason . «Credo che ci sia bisogno del nostro aiuto.» [ 8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENA «Ho l'impressione che abbiamo tutti bisogno di aiuto», fece ~Lord Roxton massaggiandosi il ginocchio. «Avremo bisogno di *~un medico prima che sia finita.Ma sono d'accordo con lei, padre: wdobbiamo andare fino in fondo .Se non le piace, ragazzo mio. . . » Questa insinuazione fu troppo ingiuriosa per il sangue irlande se di Malone.W«Vado su da solo!», gridò dirigendosi verso la porta.tNo, non solo, vengo con lei ! », dichiarò 1 ' ecclesiastico precipi tandosi dietro di lui.«Non andrete senza di me! », urlò Lord Roxton zoppicando al la retroguardia.Si appostarono tutti e tre nel corridoio scarsamente illuminato dalle candele e per lo più avvolto nell'ombra.Malone aveva posa to la mano sulla ringhiera e il piede sul primo gradino quando suc cesse.Ma che cosa successe? Sarebbero stati incapaci di dirlo.Si ac corsero che in cima alla scala le ombre nere erano più fitte: si era no fuse, e avevano preso una forma precisa che ricordava un pipi strello.Signore! Ecco che si spostavano! Si mettevano in movi mento ! Venivano rapidamente ma senza rumore verso il pianter reno! Nere, nere come la notte, enormi, con i contorni fluidi, in parte umane e al tempo stesso minacciose e odiose.1 tre uomini urlarono e corsero verso la porta.Lord Roxton af terro la maniglia e l'aprì.Troppo tardi! La creatura li aveva rag giunti.

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Ebbero coscienza di un contatto caldo e glutinoso, di un odore putrido, di una testa schifosa formata a metà, di membra prensili. . .Un secondo più tardi erano tutti e tre lunghi a terra sul la ghiaia del viale, pieni di lividi, sbigottiti.La porta si era richiu sa come se qualcuno l'avesse sbarrata con forza dietro di loro.Malone gemeva, Roxton bestemmiava, e l'ecclesiastico taceva.Si rialzarono.Erano coperti di contusioni e si sentivano le ossa rotte.Nel loro intimo era nato un sentimento di orrore che annuì lava le sofferenze fisiche.Stavano in piedi nel chiarore della luna, -e i loro occhi non si staccavano dal rettangolo nero della porta.«Ne ho abbastanza!», dichiarò Roxton.«Più che abbastanza ! », disse Malone. «Non rientrerei in quella casa per tutto l'oro che potrebbe offrirmi Fleet Street.» «È ferito?» <eSporco, insudiciato...Ah, è stato ripugnante!» «Schifoso! », confermò Roxton. «Ha sentito che puzza? E quel caldo purulento?» Malone emise un'esclamazione di disgusto: <eNon si sa come definirlo! E poi, ha visto?...Quel volto senza tratti.Niente, salvo quegli occhi terribili! Materializzato a metà! Era orribile!».NEL PAESE DELLE NEBBIE «E le candele che sono ancora accese?» «Ah, al diavolo le candele! Che continuino a bruciare! Noni rientrerò in quella casa!» «Dopotutto, Belchamber verrà domani mattina.Forse ci aspetta all'albergo.» «E un'idea.Andiamo all'albergo.Torniamo fra gli uomini!» Malone e Roxton avevano già fatto dietrofront.Ma l'ecclesiastico era rimasto là.Aveva estratto un crocifisso dalla tasca.«Potete andare all'albergo», disse. «Io torno dentro.» «Come? » «Sì, in casa.» «Padre, lei è completamente pazzo! La sgozzerà.Eravamo come bambole di stoppa fra i suoi artigli.» «E va bene, mi sgozzerà! Io vado.» «No, non andrà.Malone, mi aiuti.» Non fecero in tempo a trattenerlo.Con pochi passi veloci, Mason aveva raggiunto la porta, l'aveva aperta e l'aveva richiusa dietro di sè.

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I suoi compagni volevano raggiungerlo, ma sentirono il rumore di un chiavistello: l'ecclesiastico si era chiuso dentro e li aveva lasciati fuori.Un'ampia fessura serviva come cassetta delle lettere e attraverso di essa Lord Roxton lo supplicò di uscire «Restate là», disse la voce ferma e secca dell'ecclesiastico. «Ho una missione da compiere.Uscirò quando avrò terminato.» E cominciò a parlare.Lc sue parole impregnate di dolcezza, di benevolenza e di affetto, risuonarono nell'atrio.Dal di fuori non poterono captarne che delle briciole: dei brani di preghiere, dei pezzetti di esortazioni, delle intonazioni che suggerivano sentimenti amichevoli.Malone guardò dalla fessura: vide la sagoma scura e rigida dell'ecclesiastico che spiccava alla luce delle candele: dava le spalle alla porta, la testa era rivolta verso le ombre delle scale e la mano che alzava il crocifisso non tremava.La voce lasciò il posto al silenzio, e allora si verificò un altro miracolo in quella notte così fertile di avvenimenti.Una voce rispose a quella di Mason.Era una voce che proferiva suoni che nè Roxton nè Malone avevano mai sentito, suoni gutturali, stridenti, gracchianti, minacciosi, che superavano ogni possibilità di definizione.La voce disse poche parole, ma l'ecclesiastico rispose subito e il suo tono tradiva un'emozione portata all'apice.Le sue parole somigliavano ad una orazione alla quale replicò immediatamente la sinistra voce d'oltretomba.E cominciò un dialogo: le battute si susseguivano, a volte brevi, a volte lunghe.Tutta la gamma dell'eloquenza fu messa in opera: arringhe, argomentazioni, preghiere, suppliche, conforto, tutto fuorchè rimproveri.cInfreddoliti fin nelle ossa, Roxton e Malone si erano accoccola =ti contro la porta e afferravano qua e là qualche briciola di quel l'inconcepibile duetto.Dopo un periodo di tempo che parve loro iinterminabile, e che poi risultò essere un'ora, Mason recito il i«Padre nostro» con voce forte, ricca ed esultante.Era un alluci wnazione, un'eco? O c'era veramente qualcuno che accompagnava wnella notte la voce dell'ecclesiastico? cUn momento dopo,

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la luce si spense alla finestra di sinistra, la Echiave girò nella serratura, e Mason uscì con la borsa di Lord Roxton.Alla luce della luna il suo viso appariva terreo, ma il suo atteggiamento era vivace e gioioso.«Penso di aver preso tutto», disse a Lord Roxton tendendogli la borsa.Roxton e Malone lo afferrarono ciascuno per un braccio e lo trascinarono verso la strada.«Questa volta non ci sfuggirà!», esclamò il Lord. «Padre, do vrebbe avere tutta una fila di Victoria Cross3!» «Ma no, non ho fatto che il mio dovere.Povero diavolo! Ave va tanto bisogno di aiuto! Non sono che un peccatore, eppure ho potuto soccorrerlo.» ~<GIi ha fatto del bene?» ~Lo spero umilmente.Non ero che lo strumento di forze piu grandi.Non frequenterà più quella casa, me l'ha promesso.Ma non voglio parlarne adesso.Mi sarà più facile farlo fra qualche giorno. » . . .Il proprietario e i camerieri dell'albergo guardarono sblgottltl s nostri tre investigatori quando, nell'alba di una fredda mattina d'inverno, si presentarono alla porta.Sembrava che fossero in vecchiati di cinque anni in una notte.Mason, per reazione, si get tò sul divano della modesta sala e si addormentò istantaneamen te «Povero vecchio! È proprio ridotto malet», disse Malone.In effetti, con le sue lunghe membra e il viso sconvolto e tutto bianco, si sarebbe detto un cadavere.«Gli faremo buttare giù una tazza di tè», rispose Roxton che si scaldava le mani al fuoco appena acceso dalla cameriera. «E lo berremo anche noi, perbacco! Perché credo, ragazzo mio, che non ci siamo scomodati per niente: a me emozioni nuove, a lei un articolo sensazionale ! » «E a lui la salvezza di un'anima.Vicino al suo, i nostri risultati sono ben poca cosa!» Presero il primo treno del mattino per Londra e trovarono uno scompartimento tutto per loro.Mason non parlava molto; era F8.TRE INVESTIGATORI si IMBATTONO IN UN'ANIMA IN PENAl25 ' La massima decorazione inglese al valor militare (N.d.C.).NEt P.\ESE DELLE NEBBIE perso nei suoi pensieri.Improvvisamente, si rivolse ai suoi compagni .

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«Dite un po' , voi due, vi unireste a me per una preghiera?» Lord Roxton arricciò il naso: «Preferisco avvertirla, padre, che io sono tutto il contrario di un praticante». «Per favore, si inginocchi con me.Ho bisogno del suo apporto.» Si inginocchiarono vicini, ai lati del padre.Malone annotò mentalmente la preghiera: «Padre, siamo tutti tuoi figli: creature povere, deboli, impotenti, sbalestrate dal destino e dagli avvemmenti.Ti supplico di rivolgere il tuo sguardo misericordioso verso quell'uomo, Rupert Tremayne, che ha errato lontano da te e che brancola ora nella notte. È caduto molto in basso, perché aveva un cuore orgoglioso che non si inteneriva, e uno spirito crudele divorato dall'odio.Ma ora vorrebbe andare verso la luce.Per questo imploro il tuo soccorso per lui e per sua moglie Emma che, per amor suo, è scesa nelle tenebre.Possa essa aiutarlo a rialzarsi, come aveva già cercato di fare.Possano ambedue rompere le catene delle tristi memorie che li uniscono alla terra.Possano, fin da stasera, salire verso quella luce gloriosa che, prima o poi brilla sui più diseredati dei tuoi figli».Si rlalzarono.«Così va meglio!», esclamò il padre battendosi il petto con la mano ossuta e sorridendo. «Ma che notte! Signore, che notte! »4.4 Vedi Appendice: Nota al capitolo ottavo (N.d.C.).rCAPIT()LO NONO ,,tE ora ecco dei fenomeni molto fisici! Malone era davvero destinato ad essere coinvolto negli affari della famiglia Linden! Aveva appena lasciato il povero Tom nelle mani della giustizia, quando si trovò alle prese, e in modo assai sgradevole, con il suo poco simpatico fratello.Tutto cominciò con una telefonata molto mattutina; riconob be all'altro capo del filo la voce di Algernon Mailey.«È libero nel pomeriggio?» «A sua disposizione.» «Dica, Malone, lei è un pezzo d'uomo, vero? È stato nazionale di rugby nella squadra irlandese? Non le farà paura un incontro di catch, dica?» Malone sorrise nella cornetta.«Sono con iei.» >~Sarà una faccenda pericolosa: forse dovrà placcare un pugile professionista. . . » «Benissimo!», rispose Malone tutto allegro. «Ci vorrà qualcun altro.

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Conosce qualcuno disposto a venire con noi solo per il gusto dell'avventura? Tanto meglio se è vaga mente al corrente dei problemi psichici.» Malone si spremette il cervello, poi ebbe un'ispirazione.«C'è Roxton», disse. «Non è più tanto giovane, ma può essere utile in una rissa.Credo di poterlo contattare.Dopo la nostra esperienza nel Dorsetshire, si interessa molto allo psichismo.» «Bravo! Porti anche lui! Se non può venire, cercheremo di ca varcela da soli.Ci troviamo al numero 41 di Belshaw Gardens, S.W.Vicino alla stazione di Earl's Court.Alle tre del pomerig gio .D ' accordo ! » Malone chiamò subito Lord Roxton.«Di cosa si tratta, ragazzo mio? Di un incontro di pugilato? Ma certo! Come?...Avevo una partita di golf a Richmond, ma questo mi pare molto più divertente...Come? Sì, benissimo.Ci troveremo laggiù.» Così, quando suonarono le tre, Mailey, Lord Roxton e Malone, si trovarono seduti accanto al fuoco nel bel salotto dell'avvocato.Sua moglie, tanto dolce quanto graziosa, era la sua colla 128 NEL PAESE l)ELLE NEBBIE9.E ORA ECCO DEI FENOMENI MOLTO FISICI!129 boratrice sia sul piano spirituale che su quello materiale: c'era anche lei ad accogliere gli invitati di Mailey.«Ora, cara, tu non reciti nel prossimo atto», disse gentilmente l'avvocato. «Ritirati discretamente dietro le quinte.E non ti preoccupare se senti chiasso.» «Invece mi preoccuperò, caro.Rischi di essere ferito!» Mailey si mise a ridere.«È probabile che siano feriti i tuoi mobili, questo sì! Ma non hai altro da temere.E poi è in gioco il bene della causa...Questo taglia sempre la testa al toro», aggiunse dopo che la moglie fu uscita dalla stanza. «Credo in verità che sarebbe pronta a salire sul rogo per la causa.

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Il suo gran cuore di donna amorevole sa ciò che significherebbe per questo grigio mondo se gli uomini potessero evadere dalle ombre della morte e capire quale grande felicità li attende.E veramente la mia ispiratrice. ..Ma», continuò ridendo, « farei meglio a non dilungarmi su questo argomento: dobbiamo meditare su qualcosa di molto diverso. . . qualcosa di tanto vile e abominevole quanto lei è bella e buona.Si tratta del fratello di Tom Linden.» «Ho sentito parlare di quel bel tipo», disse Malone. «Ho fatto un po' di pugilato e sono tuttora membro dello Sporting.Silas Linden per un pelo non è diventato campione dei medio-massis mi.» «Proprio così.Ora è disoccupato, e ha pensato di mettersi a f'are il medium.Lì per lì l'abbiamo preso sul serio, io e altri spiritisti, perché vogliamo tutti bene a suo fratello e succede spesso che doni simili siano concessi a diversi membri della stessa famiglia; la sua ambizione mi è dunque sembrata legittima.Perciò ieri sera l'abbiamo messo alla prova.» «Com'è andata?» «Mi ha insospettito fin dal primo momento.Dovete sapere che è quasi impossibile che un medium riesca a ingannare uno spiritista esperto.Quando c'è frode, è a spese dei profani.Ho cominciato dunque a sorvegliarlo attentamente, e mi sono seduto vicino alla camera oscura.Ne è uscito quasi subito vestito di bianco.Mi ero messo d'accordo con mia moglie e abbiamo interrotto il contatto.L'ho sentito quando mi è passato vicino.Naturalmente era vestito di bianco.Avevo in tasca delle forbici; ho tagliato un pezzo della sua veste.» Mailey mostrò un pezzo triangolare di tela. «Eccolo: osservatelo.Tela molto comune.Senza dubbio Silas Linden indossava la sua camicia da notte.» «Perché non l'ha smascherato subito?», chiese Lord Roxton.«C'erano parecchie signore e io ero l'unico uomo veramente forte. » l «Bene.E ora che cosa propone?» «Gli ho dato appuntamento per le tre e mezza.L'aspetto.

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Se non ha notato la piccola amputazione subìta dalla sua cami cia da notte, non credo che sospetti quel che voglio da lui.» «Cosa farà?» «Dipende da lui.In ogni modo bisogna che non ricominci. È così che la causa s'impantana.Un bandito che non ne capisce niente si mette in mezzo per guadagnar denaro; il lavoro dei medium onesti ne viene svalutato.La gente non fa distinzioni, capite ! Con il vostro aiuto posso parlare con questo gangster alla pari, cosa che mi sarebbe impossibile senza di voi.» Dall'esterno venne il rumore di un passo pesante.La porta si aprì davanti a Silas Linden, falso medium ed ex pugile professionista.I suoi occhietti porcini si posarono con diffidenza sui tre uomini.Poi sorrise forzatamente e salutò Mailey.«Buongiorno, signor Mailey.Quella di ieri è stata una buona seduta, non le pare?» «Si sieda, Linden!», disse Mailey indicandogli una sedia. «È proprio di questa serata che voglio parlarle.Lei ci ha ingannati. » Il viso di Silas Linden arrossì per la collera.«Come?», esclamò con vigore.«Lei ha barato.Si è travestito, e ha finto di essere uno spirito.» «Bugiardo! Bugiardo! Non ho mai fatto una cosa simile...» Mailey prese dalia tasca il pezzo di tela e se lo posò sulle gin^cchia.«E questo?» «Come, questo?» «L'ho tagliato dal fondo della camicia da notte che lei indossava.L'ho tagliato io stesso mentre mi stava davanti.Se dà un'occhiata alla sua camicia da notte, troverà il punto da cui l'ho tagliato. È inutile, Linden! Lei ha perduto e il gioco è finito.Non può negare.» L'uomo rimase annichilito per qualche secondo.Poi esplose in una serie di bestemmie.«Quale gioco?», gridò guardandosi intorno. «Crede forse di avermi messo nel sacco e di potermi prendere per i fondelli? È tutta una manovra! Ma ha scelto male l'uomo con cui giocare questa partita ! » «È inutile che faccia rumore o che minacci violenze, Linden!», lo avvertì tranquillamente Mailey. «Potrei trascinarla domani stesso davanti a un tribunale.Ma non voglio scandali a causa di suo fratello.Però non lascerà questa stanza se non firmerà il documento che sta sulla mia scrivania.» «Non ci pensi neanche! Chi potrà obbligarmi a farlo?»

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«Noi!» NEL PAESE DELLE NEBBIE I tre uomini si misero fra lui e la porta.«Voi? Ebbene, provateci!» I suoi occhi scintillavano per il furore: si mise di fronte a loro stringendo i pugni enormi.«Lasciatemi uscire!» I tre non risposero, ma emisero il ringhio da combattimento che è forse la più antica espressione umana.L'attimo seguente Linden si gettò su di loro e i suoi pugni assestarono dei colpi incredibilmente violenti.Mailey, che era stato un pugile dilettante, bloccò un colpo, ma quello successivo superò la sua guardia, ed egli crollò davanti alla porta.Lord Roxton fu spinto violentemente da parte.Malone invece, con l'istinto del giocatore di rugby, si lanciò in avanti a testa bassa e abbrancò il pugile professionista all'altezza delle ginocchia.Se un uomo è troppo forte per voi quando è in piedi, fatelo cadere: una volta a terra perde tutta la sua forza.Linden ondeggiò e cadde urtando una poltrona.Si rialzò sul ginocchio e tentò un breve gancio al mento, ma Malone lo fece ricadere.Le mani ossute di Roxton si strinsero intorno al suo collo.Silas Linden possedeva una buona dose di viltà; ebbe paura.«Basta!», gridò. «Lasciatemi!» Era lungo disteso.Malone e Roxton erano curvi su di lui.Mailey si era rialzato, pallido e contuso.«Va tutto bene!», rispose a una voce di donna che proveniva dall'altra stanza. «No, no, mia cara, non ancora! Stiamo per concludere.Su, Linden, non c'è bisogno che si alzi, possiamo parlare tranquillamente insieme anche se lei resta dove sta.Per uscire di qui, basta che lei firmi quel foglio.» «Quale foglio?», borbottò Linden, quando Roxton allentò la sua stretta.«Ora glielo leggo.» Mailey andò a prenderlo sulla scrivania e lesse ad alta voce «"Il sottoscritto to Silas Linden dichiara di aver agito come un mascalzone e un farabutto simulando di essere uno spirito, e giura che non si presenterà mai più in tutta la sua vita come medium.Se non rispetterà questo giuramento, questo documento da lui firmato potrà essere portato a conoscenza del tribunale." Vuol firmare? » .«No ! Che sia dannato se firmo ! » «Devo procurargli un supplemento di torcicollo?», chiese Lord Roxton. «Forse allora riuscirò a convincerlo.» «Niente affatto», disse Mailey. «In fondo questa faccenda starebbe bene in

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tribunale perché farebbe vedere alla gente che siamo decisi a tenere la nostra casa in ordine.Le do un minuto per pensarci, Linden.Fra un minuto chiamo la polizia.» _ _Ir . e r 9.E ORA ECCO DEI FENOMENI MOLTO FlSICl' 131 Ma un minuto fu più che sufficiente all'impostore per decidersi.«Va bene!», disse con malagrazia. «Firmo.» Gli fu permesso di alzarsi, dopo che lo ebbero avvertito che, se avesse tentato di approfittarne, non si sarebbe alzato tanto presto una seconda volta.Ma aveva perso ogni velleità.Scarabocchiò un grosso «Silas Linden» in fondo al figlio.I tre controfirmarono in qualità di testimoni.«E ora, fili!», ordinò Mailey. «E per il futuro si trovi un lavoro onesto e lasci in pace le cose sacre.» «Si tenga le sue dannate fesserie ! », rispose Linden mentre usciva bestemmiando.Aveva appena varcato la soglia della casa, che la signora Mailey si precipitò nel salotto per assicurarsi che suo marito non fosse ferito.L'esame la soddisfece, e allora si lamentò per la sorte della poltrona rotta; come tutte le buone mogli, riponeva un orgoglio personale nei minimi dettagli della sùa casa.«Non ha importanza, cara! Non è un prezzo troppo alto per l'espulsione di un bandito. . .Non ve ne andate, voi due: devo dirvi due parole.» «E poi, sto per servire il tè!» «Forse ci vorrebbe qualcosa di più forte», suggerì Mailey.In effetti erano tutti stanchissimi perché, sebbene breve, l'incontro era stato duro.Roxton, che si era divertito molto, non aveva perso la sua vivacità, ma Malone era a pezzi e Mailey era dolente per il formidabile pugno che l'aveva messo k.o.«Mi hanno assicurato», disse Mailey quando furono di nuovo vicino al camino, «che questa canaglia estorceva denaro a suo fratello da anni.Era una specie di ricatto, perché sarebbe stato certo capace di denunciarlo.Però... questo spiegherebbe l'intervento della polizia.Perché avrebbe scelto Linden piuttosto che un altro medium di Londra? Mi ricordo ora che Tom mi ha detto...Sì, è così: mi ha detto che Silas gli aveva chiesto di insegnargli a fare il medium e che lui aveva rifiutato.» «Avrebbe potuto insegnarglielo?», chiese Malone.

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Mailey ci pensò su.«Forse avrebbe potuto», disse infine, «ma Silas Linden falso medium sarebbe molto meno pericoloso che Silas Linden vero med ium . » «Cosa intende dire?» «Il potere medianico può svilupparsi», disse la signora Mailey.«Si potrebbe quasi dire che è contagioso.» «Pensi all'imposizione delle mani nella Chiesa primitiva», spiegò Mailey. «Essa conferiva poteri taumaturgici.Noi oggi non possiamo attribuire dei poteri in modo così rapido.Ma, se si pre 132 NEL PAESE DELLE NEBBIE sentano un uomo o una donna desiderosi di sviluppare queste facoltà, soprattutto se la seduta si svolge alla presenza di un vero medium, ci sono buone probabilità che ricevano questo potere.)> «Perché ha detto che sarebbe peggio che se fosse un falso medium? » «Perché il potere potrebbe essere usato per fare il male.L'assicuro, Malone, che le storie di Magia Nera e di demoni cattivi, non sono invenzioni dei nostri avversari.Esse avvengono davvero, e sempre intorno a un medium perverso.Si può scivolare in abissi che sono abbastanza simili a quelli tracciati nell'idea popolare di stregoneria.Sarebbe disonesto negare che esistono.» «Il simile chiama il suo simile», aggiunse la signora Mailey. «Si riceve quel che si merita.Chi sta con gente perversa riceve dei visitatori perversi.» «Allora c'è un aspetto pericoloso?» «Conosce qualcosa su questa terra che non abbia un aspetto pericoloso, se è maneggiata male o in maniera eccessiva? Il lato pericoloso esiste ben al di fuori dello spiritismo ortodosso ma, per porvi rimedio, bisogna conoscerlo.Penso che la stregoneria del Medioevo fosse un fenomeno molto reale, e che il modo migliore per affrontare tali pratiche sia quello di coltivare i poteri più elevati dello spirito.Se si lascia il campo libero, lo si abbandona alle forze del Male.» Lord Roxton intervenne.«L'anno scorso, quando ero a Parigi», disse, «c'era un tizio che si chiamava La Paix e che si occupava di Magia Nera.Riuniva gente, teneva dei circoli, ecc.Voglio dire, non c'era granchè di male in tutto questo ma, d'altra parte, non era molto... spirituale, come dite voi.» «Questo è un aspetto del problema che, come giornalista, mi piacerebbe vedere un po' più da vicino», disse

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Malone. «A condizione di poterne fare un resoconto imparziale...» «Sono d'accordo!», esclamò Mailey. «Noi desideriamo che si mettano tutte le carte in tavola.» «Ebbene, ragazzo mio, se mi accorda una settimana del suo tempo e viene a Parigi, la presenterò a La Paix.» «È curioso», sorrise Mailey. «Stavo proprio pensando che il nostro amico dovrebbe fare una visita a Parigi.Figuratevi che il dottor Maupuis, dell'Istituto Metapsichico, mi ha invitato ad assistere a qualcuno degli esperimenti diretti da una medium della Galizia.In realtà, a me interessa l'aspetto religioso della faccenda, che è quello che manca in modo evidente agli studiosi del continente; ma, per quanto riguarda l'analisi precisa e attenta dei fenomeni psichici, essi sono più avanti di chiunque altro, salvo il povero Crawford di Belfast, che ha raggiunto da solo un livello ~ E ORA ECCO DEI FENOMENI MOLTO FISICI! 133 superiore- Ho promesso a Maupuis di traversare la Manica: deve u aver ottenuto risultati splendidi e, per certi aspetti, anche inquie= tanti . » «Perché inquietanti? » ~-«Perché le sue più recenti materializzazioni non avevano nulla [di umano.Ciò è confermato dalle fotografie.Non le dirò altro in modo che, se viene con me, non sia prevenuto.» «Verrò sicuramente», rispose Malone. «Sono certo che il mio |~redattore capo sarà d'accordo.» SFu servito il tè, e la conversazione fu interrotta dall'irritante in 0trusione delle necessità corporali in un dibattito superiore.Ma Malone non era di quelli che abbandonano facilmente una pista.«Lei parlava di forze malvagie. È già stato in rapporto con lo ro?» Mailey guardò sua moglie e sorrise.«Continuamente», disse. «È parte del nostro lavoro.Ci siamo specializzati in questo campo.» «Mi pareva di aver capito che quando intervengono queste for ze malvagie, voi le obbligate a ritirarsi.» «Non sempre.Non perdiamo l'occasione di aiutare uno spirito inferiore.E non possiamo aiutarlo se non incoraggiandolo a rac contarci i suoi guai.La maggior parte di loro non è perversa.So Fno povere creature ignoranti e limitate che sopportano le conse guenze delle opinioni meschine ed erronee che hanllo imparato h questo mondo.Noi cerchiamo di aiutarle...E ci riusciamo.» «Come fate a sapere di esserci riusciti?» «Perché tornano a trovarci e ci confidano i loro progressi.

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Tali metodi sono impiegati spesso dai nostri amici.Si chiamano "cerchi di salvezza".» «Ho sentito parlare dei cerchi di salvezza.Potrei assistere a qualcuno? Queste cose mi attirano sempre più. È come se nuovi orizzonti mi si aprissero continuamente.Considererei un gran favore l'essere aiutato a vedere questo nuovo aspetto...» Mailey si fece pensieroso.«Non ci teniamo a dare in spettacolo quelle povere creature.D'altra parte, benchè non possiamo considerarla un adepto dello spiritismo, lei ha trattato il problema con comprensione e simpatia. . . » Si voltò verso sua moglie che fece sorridendo un cenno affermativo .«Ha l'autorizzazione! Sappia che noi abbiamo un cerchio di salvezza personale, e che la nostra seduta settimanale si terrà oggi alle cinque.Il nostro medium è il signor Terbane.In genere non viene nessuno salvo il signor Charles Mason, l'ecclesiastico.Ma, se voi due desiderate fare questa esperienza, saremo felici di aver NEL PAESE DELLE NEBBIE vi fra noi.Terbane arriverà subito dopo il tè. È un facchino della stazione, perciò non può disporre liberamente del suo tempo...Sì, il potere psichico si manifesta un po' dappertutto, ma si manifesta al meglio nelle classi più umili.Gli antichi profeti erano pescatori, falegnami, tessitori di tende, cammellieri.Attualmente alcuni di questi doni psichici superiori sono posseduti in Inghilterra da un minatore, un artigiano della lana, un facchino della stazione, un marinaio delle chiatte e una domestica.La storia si ripete.E quel magistrato imbecille, con Tom Linden davanti a sè, non era altro che Felice mentre giudicava Paolo.La vecchia ruota gira instancabilmente. . . » ' .' Vedi Appendice: Nota el capitolo nono (N.d.C.).CAPITOLO DECIMO t De profundis I f r Stavano ancora prendendo il tè, quando entrò il reverendo Charles Mason.Nulla rende più vicini nell'intimità dell'animo che la ricerca psichica.Perciò Roxton e Malone, che pure l' avevano conosciuto solo durante un breve episodio, si sentirono subito più vicini a quell'uomo che a molti altri che conoscevano da anni.

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Un cameratismo fedele e grave è una delle principali caratteristiche di questa comunione.Quando comparve la sua sagoma di ecclesiastico, lunga, sottile, dinoccolata, noncurante, dominata da un viso stanco e scarno ma illuminato da un sorriso meravigliosamente umano e da due occhi che splendevano di serietà, essi ebbero l'impressione di incontrare un vecchio amico.E le parole che egli rivolse loro, erano irmprolllate a un'identica cordialità.«Ancora in esplorazione?», esclamò stringendo loro la mano.«Speriamo che le nostre nuove esperienze non provino i nostri nervi quanto l'ultima.» «Perbacco, padre!», rispose Roxton. «Dopo che siamo stati nel Dorsetshire, ho consumato la tesa del mio cappello togliendolo mentalmente davanti a lei!» «Cos'ha fatto?», s'informò la signora Mailey.«Niente, niente ! », esclamò Mason. «Ho cercato di mostrare ad un'anima la via per uscire dalle tenebre nella mia povera maniera.Non ne parliamo più! D'altra parte, noi siamo riuniti qui proprio per questo: ecco cosa fanno queste persone coraggiose una volta alla settimana.Ho imparato da Mailey come si fa.» «Bisogna dire che non ci manca la pratica ! », disse Mailey. «Lei ha visto abbastanza, Mason, per testimoniarlo.» «C'è ancora qualcosa che non capisco!», esclamò Malone.«Potete spiegarmi una cosa? Accetto per il momento la vostra ipotesi che siamo circondati da spiriti di materia legati alla terra, che si trovano in condizioni strane che non capiscono, e che hanno bisogno di essere consigliati. È più o meno questo, mi pare?» I Mailey fecero un cenno di assenso.«Bene.I loro amici e parenti defunti sono probabilmente nell'Aldilà e non ignorano il loro stato.Non possono intervenire e U L P \SSE DELLE NEBBIEw10.DE PROFUNDIS137 provvedere alle necessità di questi poveretti meglio di quanto possiamo farlo noi stessi?» «È una domanda molto naturale'>) rispose Mailey. «E naturalmente noi l'abbiamo rix olta a loro.Non possiamo far altro che accettare la loro risposta.Pare che siano ancorati alla superficie della terra, troppo pesanti, troppo carnali per potersi elevare.Gli altrl si trovano senza dubbio su un piano spirituale molto lontano dal loro.

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Ci hanno spiegato che si trovano molto più vicino a noi, che ci conoscono ma non sanno niente dei livelli superiori.Di conseguenza, abbiamo maggiori possibilità di contattarli.» «C'era una povera cara anima in pena...>? «Mia moglie ama tutto e tutti», spiegò Mailey. «Sarebbe capace di parlare di un povero caro veccllio diavolo.» «Ma è evidente che meritano pietà e tenerezza! », esclamò la signora Mailey. «Abbiamo dato coraggio a quel pover'uomo, l'abbiamo rassicurato per settimane e settinlane.Veniva veramente da tenebre molto profonde! Poi un giorno ha gridato pieno di gioia: "E venuta mia madre! Mamma è qui!".Naturalmente gli abbiamo detto: " Perché non è X enuta prima?", e lui ci ha risposto: "Come avrebbe potuto l'ario mentre stavo in tenebre così profonde che non avrebbe potuto vedermi?".» «Va tutto bene», risposc Nlalone. ~< Però per que! che posso caplre del \'ostri met9'@" chi U t i'' tac_cnda c vi porta il malato da guarire; e uP.3 3 '! c u;.o JpliliO rupc rlore.Se ne è al cot n[e iui, possono esserlo anche altri spiriti, non è così?» «E invece no», rispose Mailey. «Quella è la sua missione personale.Per farle capire fino a che punto la separazione è netta, le citerò un esempio.Avevamo qui un'anima in pena.I nostri invitati venivano e non sapevano che c'era: abbiamo dovuto attirare la loro attenzione su di essa.Quando abbiamo detto dell'anima in pena: "Non vede i nostri amici vicino a lei? ", ci ha risposto: "Vedo una luce ma non distinguo altro".>, A questo punto, la conversazione fu interrotta dall'arrivo di John Terbane che veniva da Victoria Station dove espletava il suo lavoro.Si era vestito in borghese.Era pallido, triste, imberbe, e grassottello.Aveva occhi sognanti, ma nessun altro segno tradiva le sue notevoli doti.«Ha il mio resoconto?» Questa fu la sua prima domanda.Sorridendo, la signora Mailey gli tese una busta.«E pronto, e potrà leggerlo a casa...Dovete sapere», aggiunse, «che il povero signor Terbanc è in trrmee c ignora tutto il meraviglioso lavoro di cui è lo strunlcllto.I c.o ;).~ vile~ dopo ogni seduta, mio marito e io gli prepariamo un resocollto.>> «E mi stupisco sempre quando lo leggo ! )>, commentò Terbane.«Sarà anche molto orgoglioso, suppongo?», chiese Malone.

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«Veramente non vedo perché!», rispose umilmente Terbane.«Non vedo perché lo strumento dovrebbe essere orgoglioso di essere usato dall'operaio.Eppure è un privilegio, ne sono certo!» «Caro vecchio Terbane!», disse Mailey passandogli affettuosamente le mani sulle spalle. «Quanto più il medium è bravo, tanto meno è egoista: è una verità che mi ha insegnato l'esperienza.Il medium è colui che si abbandona completamente affinchè altri si servano di lui: quest'abbandono è incompatibile con l'egoismo.Bene, ora mi sembra che potremmo cominciare a lavorare, sennò il signor Chang ci sgriderà.» «Chi?», chiese Malone.«Oh, conoscerà presto il signor Chang! Non abbiamo bisogno di sederci intorno al tavolo: basta un semicerchio davanti al fuoco.Abbassate le luci.Benissimo ! Faccia con comodo, Terbane: si sistemi sui cuscini.» Il medium si sistemò nell'angolo di un comodo sofà e si addormentò subito.Mailey e Malone avevano un quadernetto per appunti in mano e aspettavano.Non aspettarono a lungo.Tutt'a un tratto, Terbane si mise a sedere e non fu più il sognatore che era sembrato fino a quel momento: si trasformò in un individuo vivace e imperioso.La sua fisionomia era sottilmente cambiata.Un sorriso ambiguo sfiorava le sue labbra, i suoi occhi avevano una piega obliqua e si erano ristretti, il suo viso si era allungato in avanti.Infilò le mani nelle maniche della sua giacca blu.«Buonasera! », disse in tono tagliente e a scatti. «Facce nuove! Chi sono?» «Buonasera, Chang! », rispose il padrone di casa. «Lei conosce il signor Mason.Le presento il signor Malone, che studia la nostra questione.Ed ecco Lord Roxton, che oggi mi ha reso un gran servizio . » «Lord Roxton!», ripetè il cinese. «Un Lord inglese! Io conoscevo Lord...Lord Macart... no... io... io non riesco a pronunciarlo.Ahimè! Allora lo chiamavo "diavolo straniero"...Anche Chang aveva molto da imparare, allora.» «Sta parlando di Lord Macartney.Cose successe circa cent'anni fa.Chang era un grande filosofo quand'era vivo», spiegò Mailey.

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«Non perdiamo tempo ! », esclamò lo spirito. «C'è molto da fare oggi.C'è una gran ressa.Vecchi e nuovi.Ho pescato gente strana nella mia rete.Me ne vado.» Ricadde fra i cuscini.Un minuto dopo si rialzò.«Voglio ringraziarvi», disse in un inglese perfetto. «Sono ve nuto due settimane l'a.Ho riflettuto Sll quello che mi avete detto.Ora vedo chiaro il mio cammillo. )> «Lei è lo spirito che non crede~-a in Dio?» «Sì! Così ho detto nella mia ira.Ero così stanco, così stancot Oh, il tempo, il tempo senza t'ine, la nebbia grigia, il fardello pe sante del rimorso! Senza speranza! Senza speranza! Allora mi avete confortato, voi e quel grande spirito cinese.Le vostre sono state le prime parole dolci che ho udito da quando sono morto.» «Quando è morto?» «Oh, mi sembra un'eternità! Noi non misuriamo il tempo come voi.E un lungo sogno orribile e uniforme, ininterrotto.» «Chi regnava in Inghilterra?» «Vittoria.Avevo sintonizzato il mio spirito con la materia: era fuso con la materia.Non credevo nella vita futura.Ora so che avevo torto, ma non riuscivo ad adattare il mio spirito alle condizioni nuove.» «È brutto, là dove si trova?» «È tutto. . . tutto grigio! Quella è la cosa più brutta.L'ambiente è orribile.» «Ma non è solo: ci sono molti altri.» «Ne sanno quanto me.Anche loro sogghignano, dubitano e sono infelici.» «Ne uscirà presto." «Per amor di Dio. amf.^fo «Povera anima!», disse la signora !\failey con la voce dolve e carezzevole (la sua voce avrebbe tatto coricare ai suoi piedi qualunque animale). «Lei ha sofferto molto.Ma non pensi solo a se stesso: pensi agli altri che sono con lei.Provi a rialzarne uno, e in questo modo aiuterà anche se stesso. » «Grazie, signora, lo farò.Ho portato qualcuno con me.Vi ha sentiti.Contmueremo insieme la nostra strada.Forse un giorno troveremo la luce.» «Le farebbe piacere che pregassimo per lei?» «Oh, sì ! » «Pregherò per lei», disse Mason. «Può dire con me

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"Padre nostro. . . "?» Mormorò l'antica preghiera universale ma, prima che finisse Terbane ricadde fra i cuscini.Si rialzò per interpretare Chang.«Fa progressi», disse il controllo. «Ha lasciato spazio agli altri che aspettano.Questo è bene.Ora c'è un caso diì'ficile.Oh!» Lanciò un grido di comico scorag~iamellto e cadde all'indietro Qualche secondo dopo si racidrizzò; il suo v iso si era allungato e aveva assunto un'aria solennc: lc n]alli erallo giullte palma contro palma.«Cosa c'è?», chiese COII voce aspr a c pullt igliosa. « Vorrei pro 1 P \i-SI Oi Ll.E NEBBIE10.DE PROFUNDIS139 E r r T l prio sapere con che diritto quel cinese mi ha fatto venire qui.Potrebbe spiegarmelo?» «Forse perché potremmo aiutarla.» «Quando voglio essere aiutato, chiedo aiuto.Adesso non lo voglio. . .Si prendono troppe libertà con me. . .A sentire il cinese, io sarei lo spettatore involontario di una specie di servizio religioso?» «Siamo un cerchio di spiritisti.» «Una setta veramente perniciosa.Metodi assolutamente blasfemi.Nella mia qualità di modesto vicario parrocchiale, protesto contro simili profanazioni.» «Lei, amico mio, è trattenuto indietro da questa visione meschina. È lei che ne soffre.Noi vogliamo aiutarla.» «Soffrire? Cosa intende, signore?» «S'è reso conto di trovarsi nell'Aldilà?» «Lei dice delle stupidaggini!» «Capisce di essere morto?» «Non sono morto, visto che parlo con lei.» «Lei parla con noi perché ha preso a prestito il corpo di quest 'uomo . » «Sono proprio capitato in un ricovero di pazzi!» «In un ricovero, sì.Un ricovero per casi gravi.Io temo che lei sia un caso grave. È felice dove si trova? » «Felice? No, signore.Il mio ambiente attuale mi appare del tutto inesplicabile.» «Si ricorda di essere stato malato?» «Sono stato molto malato.» «Così malato che ne è morto.» «Evidentemente lei è fuori di sè.» «Come fa a sapere di non essere morto?» «Signore, mi accorgo che mi tocca spiegarle l'abc dell'istruzione religiosa.

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Quando si muore dopo aver condotto una vita onesta, si riveste un corpo glorioso e si gode della compagnia degli angeli.Ora, io ho sempre lo stesso corpo che ho avuto per tutta la vita, e mi trovo in un posto tristissimo e molto oscuro.La compagnia in cui mi trovo non somiglia affatto a quella che avevo sognato e cercherei invano un angelo vicino a me.La sua assurda ipotesi può dunque essere scartata.» «Non continui a illudersi.Noi vogliamo aiutarla.Lei non farà mai progressi finchè non si sarà reso conto del suo stato.» «In verità, signore, lei esaurisce la mia pazienza.Non le ho forse detto . . . ? » Mentre diceva queste parole, il medium ricadde sui cuscini.Un po' più tardi, il controllo cinese, con il suo strano sorriso e le mani infilate nelle maniche, si rivolse di nuovo al cerchio: «Lui è un brav'uomo. . . un pazzo. .. imparerà presto. . .Io ripor 140 NEL PAESE DELLE NEBBIE_10, DE PROFUNDIS141 terò.Non perdiamo altro tempo.Oh, mio Dio! Aiuto! Pietà! Aiuto!» Era ricaduto supino sul divano, col viso rivolto al soffitto, e le sue grida erano così terribili che il piccolo cerchio si mise in piedi.«Una sega ! Una sega! Andate a prendere una sega ! », gridava il medium mentre la voce gli veniva meno in un gemito.Persino Mailey era scosso; gli altri erano sbigottiti.«Qualcuno è entrato in lui.Non ci capisco niente.Dev'essere un potente spirito malvagio.» «Vuole che gli parli?», chiese Mason.«Aspetti un momento! Lasci che si svolgano gli avvenimenti.Poi vedremo.» Il medium si torceva nelle angosce dell'agonia.«Oh mio Dio! Perché non siete andati a prendere una sega?», gridava. «E là, sul mio petto.Scricchiola, lo sento.Hawkin! Hawkin! Toglimi di qua sotto! Hawkin! Alza la trave! No, no, così è peggio! E ora il fuoco! Oh, è orribile! Orribile!» Le sue urla gelavano il sangue.Erano pietrificati dall'orrore.

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Poi, in un batter d'occhio, riapparve il cinese con il suo sguardo obliquo.«Cosa ne pensa, signor Mailey?» «Era spaventoso, Chang! Cos'era successo?)> «Era per lui!», rispose Chang indicando Malone COII il mento.« Voleva una storia per il suo giornale, e gli ho dato una storia per il suo giornale.Capirà.Ora non c'è tempo per le spiegazioni.Troppi stanno aspettando.Un marinaio, prima di tutto.Eccolo. » Il cinese scomparve e un sorriso gioviale benchè timido passò sul viso del medium che si grattò la testa.«Caspita ! », disse. «Non avrei mai creduto di ricevere ordini da un giallo.Ma lui ha fatto "Pstt!" e io non ho potuto resistere: non c'era da discutere!...Be', eccomi qua! Cosa volete da me?» «Noi non vogliamo niente.» «Ah, no? Mi sembrava che il cinese credesse che voleste qualcosa da me, visto che mi ha spedito qui.» «È lei che ha bisogno di qualcosa.Lei ha bisogno di sapere.» «Sì, è vero, ho perso la rotta! So che sono morto, perché ho visto passare il mio Tenente di Batteria che era volato in pezzi sotto il mio naso.Se è morto lui, sono morto anch'io.E sono morti anche tutti gli altri.Siamo tutti dall'altra parte.Ma ridiamo dietro al pilota che è stravolto quanto noi.Dannato povero pilota, dico io! Stiamo tutti andando a fondo...» «Come si chiamava la sua nave?» «11 Monmouth.» «È affondato durante la guerra con la Germania?» ~It«Proprio così .Nelle acque dell'America del Sud .Un bell'infer t no! Sì, era un inferno...» ,~La sua voce esprimeva tutta una gamma di emozioni.Poi ag .>-giunse in tono più allegro.F«Mi hanno detto che poi i nostri gliel'hanno fatta pagare.E ve ro?» «Sì, i tedeschi sono affondati.» «Da questa parte non li abbiamo visti.Forse è meglio.Non di mentichiamo niente, capisce? » «Ma deve dimenticare!», disse Mailey. «Questo è quello che non va in lei.

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Ecco perché il controllo cinese l'ha fatta venire qui.Siamo qui per insegnare.Lei trasmetterà il nostro messaggio ai suoi compagni.» «Scusi, signore: sono tutti dietro a me.» «Ebbene, io dico a lei e anche a loro, che il tempo delle battaglie e della Guerra Mondiale è finito da un pezzo.Non guardate più dietro, ma davanti a voi.Lasciate qùesta terra che vi trattiene an cora con i legami del pensiero, e limitatevi a desiderare di diventa re meno egoisti, più degni di una vita migliore, superiore, calma, meravigliosa.Lo capisce?» «Capisco, signore, e capiscono anche gli altri.Abbiamo biso gno di un timone, signore, perché ci hanno dato proprio delle in dicazioni sbagliate.Non ci saremmo mai aspettati di essere re spinti in quel modo! Avevamo sentito parlare del Cielo e dell'In ferno, ma siamo tanto lontani dall'uno come dall'altro.Via, ecco che quel tipo giallo ci dice che è ora. . .Possiamo tornare a rappor to la settimana prossima? Grazie mille, signore, a lei e alla com pagnia .Ritornerò ! » Vi fu un istante di silenzio.«Che incredibile conversazione!», balbettò Malone.«Se pubblicassimo il discorso del marinaio nel suo gergo dicendo tche proviene dal mondo degli spiriti, che cosa direbbe la gente?» Malone alzò le spalle.«Cosa importa quel che direbbe la gente? Quando ho dato il via a questa inchiesta, ero abbastanza sensibile alle critiche; ora fac cio così poco caso agli attacchi di un giornale quanto un carro ar mato alla pallottola di una carabina.In realtà non m'interessano piU.L'essenziale è di essere il più aderente possibile alla verità.» «Non pretendo di essere un gran conoscitore di queste cose», disse Roxton, «ma quel che mi colpisce di più in questa gente è che si tratta di persone del popolo molto comuni e molto corrette.Ve ro? Perché passeggiano così nelle tenebre e sono trascinati da questo cinese se non hanno fatto niente di particolarmente cattivo in vita loro?» «Ogni caso rivela un forte attaccamento alla vita e l'assenza di l 142 NEL PAESE DELLE NEBBIE_10.DE PROFUNDIS143 ogni slancio spirituale», spiegò Mailey. «Abbiamo visto un ecclesiastico impegolato nelle sue formule e nei suoi riti, un

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materialista che si è volontariamente abbarbicato alla materia, un marinaio che nutre propositi di vendetta...Ce ne sono milioni e milioni!» « Dove? », chiese Malone .«Qui», rispose Mailey, «sulla faccia della terra.Lei se n'è accorto, penso, durante la sua gita nel Dorsetshire! Era molto evidente, vero? Si trattava di un caso tipico e ordinario, il che lo rendeva ancor più evidente e probante, ma non ha modificato la legge generale.Credo che tutto il globo sia infestato dagli spiriti legati alla terra e che, quando verrà il giorno annunciato delle pulizie generali, essi ne beneficeranno quanto i vivi.» Malone pensò allo strano visionario chiamato Miromar che aveva ascoltato nel tempio spiritista all'inizio della sua inchiesta.«Lei crede imminente qualche avvenimento?», chiese.«Ci sarebbe molto da dire a proposito», rispose Mailey sorridendo. «Io credo...Ma ecco di nuovo il signor Chang.» Il controllo si unì alla conversazione.«Vi ho sentiti.Mi siedo e ascolto», disse. «Voi parlate di ciò che deve venire.Lasciate che venga! Lasciate che venga! Il tempo non è ancora vicino.Sarete avvertiti quando sarà il momento di saperlo.Ricordatevi questo: tutto va per il meglio.Qualunque cosa succeda tutto andrà per il meglio.Dio non commette errori.Per il momento siccome altri chiedono il vostro aiuto, io vi lascio. » Vari spiriti sfilarono rapidamente.Uno era un architetto che disse di aver vissuto a Bristol.Non era stato cattivo, ma aveva bandito dai suoi pensieri ogni preoccupazione per il futuro.In quel momento si trovava nelle tenebre e aveva bisogno di essere guidato.Un altro aveva vissuto a Birmingham.Era un uomo colto, ma materialista.Rifiutò di accettare le affermazioni di Mailey e non ammise di essere realmente morto.Infine si presentò un uomo brutale e violento la cui religione era rozza e meschina: un settario in piena regola; aveva sempre in bocca la parola «sangue».«Che senso ha quest'idiozia?», chiese varie volte.

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«Non è un'idiozia.Siamo qui per aiutarla», rispondeva Mailey.«Chi vorrebbe essere aiutato dal Diavolo?» «Le sembra verosimile che il Diavolo voglia aiutare le anime in pena? » «Non è che uno dei suoi trucchi.Le dico che è una diavoleria.Badi! Non ci casco!» Il placido cinese apparve come un lampo.«Un brav'uomo.Un pazzo», ripetè. «Ha molto tempo davanti a sè.Un giorno imparerà.Ora ecco un caso grave, un caso gravissimo.Oh ! . . . » i l i tLasciò ricadere la testa fra i cuscini e non l'alzò quando una vo 1tce, una voce molto femminile, risuonò nella stanza: t«Janet! Janet!».WUn attimo di silenzio.«Janet, avanti ! Il mio tè ! Janet ! È intollerabile ! Sono dieci vol te che ti chiamo! Janet!» Il medium si mise a sedere e si stropicciò gli occhi.«Cosa succede?», gridò la voce. «Chi è lei? Con che diritto si trova qui? Non sa che questa è casa mia?» «No, cara amica, questa è casa mia.» «Casa sua! Come può essere casa sua se questa è la mia camera da letto? Vuole andarsene?» «No, amica mia.Lei non capisce la sua situazione.» «Laobbligheròauscire! Cheinsolente! Janet! Janet! Nessuno si occupa di me stamattina?» «Si guardi intorno, signora. È forse la sua camera da letto?» Terbane si guardò intorno con occhi furiosi.«Non ho mai visto questa camera in vita mia.Dove sono? Cosa significa? Lei sembra una donna perbene.Per amor del cielo, mi dica cosa significa tutto questo.Ho paura! Ho tanta paura! Dove sono John e Janet?» <(Qual è il suo ultimo ricordo?» «Mi ricordo di aver sgridato severamente Janet. È la mia came riera, capisce? È diventata così negligente! Sì, ero molto sconten ta di lei.Ero così scontenta, che mi sono ammalata.Mi sono mes sa a letto perché sentivo di star male.Mi hanno detto che non avrei dovuto ridurmi in quello stato, ma come facevo a non ar rabbiarmi? Sì, mi ricordo che mi sentivo soffocare. È successo dopo che si è spenta la luce.Credevo di chiamare Janet, ma per chè mi trovo in un'altra stanza?» «Durante la notte lei è passata nell'Aldilà, signora.» «Passata? Vuol dire

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che sono morta?» «Sì, signora, lei è morta.» Vi fu un prolungato silenzio; poi risuonò un grido selvaggio: «No, no, no! È un sogno! Un incubo! Svegliatemi! Svegliate mi! Come ho fatto a morire? Non ero pronta a morire! Non ave vo mai pensato di morire! Se sono morta, perché non sono in Cie lo o all'Inferno? Che camera è questa? Questa camera è una ca mera vera ! » «Sì, signora.Lei è stata condotta qui grazie all'uso del corpo di quest'uomo. . .» «Un uomo...» Si toccò la giacca con gesti convulsi e si passò una mano sul viso.«. . .Sì, è un uomo! E io sono morta! Sono morta! Come farò?» 144 NEL PAESE DELLE NEBBIE10.DE PROFUNDISl4r «Lei è qui per ricevere le nostre spiegazioni.Lei è stata, mi pare una donna di mondo . . .Lei ha sempre vissuto per i beni materiali . » «Andavo in chiesa a San Salvatore tutte le domeniche.» «Questo non significa niente.Quel che conta è la vita interiore di ogni giorno.Lei era una materialista.Ora è trattenuta in basso, verso il mondo.Quando lascerà il corpo di quest'uomo, ritroverà il suo corpo e il suo ambiente.Ma nessuno la vedrà.Non avrà la possibilità di farsi vedere.Eppure continuerà a essere quella di prima. » «Cosa devo fare? Ditemi cosa posso fare!» «Farà buona accoglienza a tutto quello che le succederà, e capirà che le serve per purificarsi.Ci liberiamo della materia solo per mezzo della sofferenza.Tutto andrà bene.Noi pregheremo per lei. » «Oh sì, ne ho bisogno! Oh, mio Dio!» La voce si spense.«Un caso grave», disse il cinese rialzandosi. «Un'anima egoista, cattiva ! Ha vissuto solo per il suo piacere ! Dura con chi le stava intorno.Dovrà soffrire molto, ma voi l'avete messa sulla buona strada.Ora il suo medium è stanco.Molti stanno aspettando ma per oggi basta.» «Abbiamo agito bene, Chang?» «Benissimo.Avete fatto molto bene.» «Dove si trovano tutti questi spiriti, Chang?» «Ve l'ho già detto.» «Sì, ma vorrei che sentissero anche questi signori.»

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«Ci sono sette sfere intorno al mondo: la più pesante in basso, la più leggera in alto.La prima sfera è sulla Terra.Questi spiriti appartengono alla prima sfera.Ogni sfera è separata da quella successiva.Ecco perché per voi è più facile parlare agli spiriti della sfera inferiore che a quelli della sfera superiore.» «Ed è più facile per loro parlare con noi?» «Sì.Ecco perché dovete stare molto attenti quando non sapete con chi parlate.Analizzate gli spiriti.» «A che sfera appartiene lei, Chang?» «Vengo dalla sfera n. 4.» «Qual è in realtà la prima sfera della felicità?» «La sfera n. 3.IL paese dell'estate.La Bibbia la chiama il Terzo Cielo.Gran buonsenso, nella Bibbia! Ma pochi la capiscono.» «E il Settimo Cielo?» «Ah, là si trovano i Cristi.Ognuno vi sale alla fine.Voi, io, tutti. . ." «E dopo?» «Mi chiede troppo, signor Mailey.Il povero Chang non sa tante cose! Bene, buonasera! Che Dio vi benedica! Me ne vado.» l Così si concluse il circolo dedicato alla salvezza.Qualche minuto dopo, Terbane si svegliò sorridendo, fresco e riposato; sembrava che non ricordasse niente di quello che era successo.Aveva fretta perché abitava lontano, perciò se ne andò dopo aver ricevuto per tutto compenso le benedizioni di coloro che aveva aiutato.Umile cuore disinteressato ! Dove starà quando tutti noi troveremo i nostri veri posti nell'Aldilà, secondo l'ordine della creazione? IL gruppo non si separò subito.Gli ospiti volevano parlare, e i Mailey ascoltare.«Quel che voglio dire», dichiarò Roxton, «è che è una cosa avvincente e tutto quel che volete, ma sembrano dei numeri di music-hall, o sbaglio? È difficile essere completamente sicuri che tutto sia vero.Capite?» «È quel che provo anch'io», disse Malone. «Certo, il valore apparente di tutto questo è indicibile; si tratta di fenomeni così importanti che tutti gli avvenimenti ordinari diventano di una banalità insopportabile.Ma lo spirito umano è molto strano.Ho letto del caso analizzato da Moreton Prince, della signorina Beauchamp, e degli altri: ho letto anche dei risultati ottenuti da Charcot' nella grande scuola di Nancy.Si potrebbe trasformare un uomo in qualsiasi cosa.

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Si direbbe che lo spirito è una corda che può essere sbrogliata nei suoi vari fili.Ogni filo corrisponde a una personalità dil'ferente che può assumere una forma drammatica, agire e parlare come tale.Quell'uomo è onesto e normalmente non potrebbe provocare simili effetti, ma come si fa a sapere se non si è ipnotizzato da solo, e se in queste condizioni un filo non diventa il signor Chang, un altro filo un marinaio, un altro una donna di mondo, ecc.?» Mailey rise di cuore: «Ognuno possiede il suo Cinquevalli», disse. «Ma l'obiezione è razionale e bisogna affrontarla.» «Abbiamo controllato qualche caso», disse la signora Mailey.«Non c'è alcun dubbio: nomi, indirizzi, tutto coincide.» «Allora bisogna considerare il problema delle conoscenze normali di Terbane.Come fate a sapere esattamente quello che lui sa? Sarei portato a credere che un facchino sia particolarmente in grado di raccogliere questo tipo di informazioni.» «Lei ha assistito a una seduta», rispose Mailey. «Se ne avesse viste tante quanto noi, la prova cumulativa le impedirebbe di essere scettico.» «È possibilissimo», disse Malone. «Capisco che i miei dubbi vi diano fastidio.Eppure, in una faccenda come questa, bisogna es ' Jean-MartinCharcot(1825-1893),francese,fondòlamodernaneurologia.1suoistudi su soggetti isterici aprirono la via alla considerazione scientifica dell'ipnosi e della suggestione (N.d.C.).s s~, NEL PAESE DELLE NEBBIE sere brutalmente franchi.Qualunque sia la causa ultima, ho passato di rado un'ora così eccitante.Gran Dio! Se è vero, e se ci fossero mille circoli di salvezza invece di uno, quale rigenerazione si opererebbe ! » «Ci arriveremo!», mormorò Mailey con paziente determinazione. «Vivremo abbastanza a lungo per vederlo.Mi dispiace che questa seduta non abbia rafforzato le vostre convinzioni.Però tornerete, vero?» Tuttavia le circostanze fecero sì che una nuova esperienza non fosse necessaria.La sera stessa, la convinzione di Malone fu rafforzata bruscamente e in modo strano.Era appena ritornato al giornale e si era messo a rileggere i suoi appunti, quando Mailey si precipitò nel suo ufficio: la sua barba rossa si agitava con veemenza; teneva in mano l 'Evening News.Senza dire una parola si sedette vicino a Malone e aprì il giornale.

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Poi cominciò a leggere: UN INCIDENTE NELLA CITY Oggi pomeriggio, poco dopo le cinque, è crollata una vecchia casa, pare del xv secolo.Stava fra Lesser Colman Street e Elliot Square, ed era adiacente alla sede della Società dei Veterinari.Qualche scricchiolio preliminare aveva avvertlto gli occupanti dell'itnminenza del peticolo, e la maggior parte ha avuto tempo di fuggire.Tuttavia tra di essi, James Beale, William Moorson e una donna non identificata, sono rimasti sepolti sotto le macerie.Sembra che due di loro slano morti sul colpo .Ma i I terzo, James Beale, è stato schiacciato da una grossa trave e ha chiesto aiuto.Alcuni soccorritori sono andati a prendere una sega e lano degli inquililm della casa, un oerto Samuel Hawkin ha dato un esempio di gran coraggio cercando di liberare il poveretto.Tuttavia, mentre segava la trave, l detriti circostanti hanno preso fuoco: l'uomo ha continuato coraggiosamente finchè non è rimasto seriamente ustionato, e non gli è stato possibile salvare Beale che è morto asfissiato.Hawkin è stato trasportato all'ospedale: secondo le ultime notizie, il suo stato non è grave.«Ecco! », disse Mailey piegando il giornale. «Ora, signor Tommaso Didimo, lascio a lei la conclusione.» E il fervente spiritista uscì dall'ufficio rapidamente come vi era entrato .2 Per gli avvenimenti riponati in questo capitolo, vedi A ppendice: Nota al capitolo de rCAPITOLO UNDICESIMO Silas Linden riceve quel che gli spetta Silas Linden, pugile professionista e falso medium, aveva pas sato delle belle giornate nel corso della sua vita: giorni segnati da fatti fortunati o sfortunati.Il giorno per esempio in cui aveva scommesso su Rosalind a 100 contro 1 nell'Oaks, e poi aveva tra scorso ventiquattr'ore in un'orgia spaventosa.O il giorno in cui il suo montante preferito di destro si era scontrato nel modo plÙ abile con il mento prominente di Bull Warden di Whitechapel, impresa che gli aveva aperto la via verso la cintura di Lord Lon sdale e il titolo di campione.Ma mai in tutta la sua carriera aveva passato una giornata co me quella che gli aveva permesso di fare la conoscenza di tre gen tiluomini più forti di lui; perciò pensiamo che non sia inutile ter minarla in sua compagnia.

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Alcuni fanatici hanno decretato che non bisogna occuparsi delle cose dello spirito se il cuore non è pu ro. 11 nome di Silas Linden potrebbe essere aggiunto alla lista de gli esempi al riguardo: quando il giudizio si abbattè su di lui, la coppa dei suoi peccati era piena, anzi, traboccante.Dopo essere uscito dalla casa di Algernon Mailey, si rese conto che il pugno di Lord Roxton era estremamente pesante.Nel fuoco della battaglia non aveva avuto il tempo di riflettere sui danni su biti.Ora, al di là della porta che aveva sbattuto con forza, si portò la mano alla gola contusa da cui uscì un torrente di bestemmie.Aveva anche dei dolori al petto, nel punto in cui Malone l'aveva incastrato con un ginocchio.Il ricordo del terribile colpo che ave va assestato a Mailey, non riuscì a fargli cambiare umore: anche perché l'aveva portato con la mano rovinata di cui si era lamenta to con suo fratello.. .Bisogna convenire che se Silas Linden era di pessimo umore, non gliene mancavano buoni motivi.«Ve la farò pagare! », brontolò volgendo i suoi occhietti porcini verso la porta. «Aspettate un po' , e vedrete!» Quindi, come se avesse preso una decisione, si incamminò.Si diresse verso Bardiey Square ed entrò nel commissariato di polizia, dove trovò il gioviale e rubicondo ispettore Murphy seduto dietro la scrivania.«Cosa volete?», chiese l'ispettore con un tono niente affatto amichevole.146 NEL PAESE DELLE NEBBIEwIl.SILAS LINDEN RICEVE QUEL CHE GLI SPETTAl4Y «L'avete preso, quel medium! Preso, nevvero?» «Sì.Era vostro fratello, mi pare?» «Questo non c'entra.Queste cose mi disgustano, chiunque le faccia.Alla fine, avete ottenuto la condanna che volevate.Cosa ne avrò, io?» «Nemmeno uno scellino!» «Come! Se sono stato io a farvi la soffiata.Se non vi avessi indicato il suo studio, dove sareste andati?» «Se fosse stato condannato a un'ammenda, avremmo potuto darvi una piccola percentuale.E anche noi avremmo preso qualcosa.

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Ma il giudice Melrose lo ha condannato ai lavori forzati Non c'è niente per nessuno.» «Lo dite voi! lo sono dannatamente sicuro che voi e quelle due donne della malora avete avuto del denaro.Ma davvero? Perché Vl avrei consegnato il mio stesso fratello? Per amore di tipi come voi? Se cercate un gonzo, rivolgetevi da un'altra parte!» Murphy aveva il senso della propria importanza ed era iroso di natura.Non si sarebbe lasciato sfidare nel suo ufficio.Si alzò rosso di collera.«Fuori di qui, Silas Linden, e subito! Altrimenti potreste finire per restarci più a lungo di quanto vi piacerebbe.Riceviamo continue denunce circa il modo in cui trattate i vostri due bambini, e noi ci occupiamo anche di proteggere l'infanzia, figuratevi un po ! Attento che non veniamo a mettere il naso in casa vostra!» Silas Linden uscì senza dir parola; il suo umore non era migliorato; due rum annacquati sulla via del ritorno non lo aiutarono a calmarsi.Era anzi un uomo che l'alcool scaldava al punto da renderlo pericoloso: molti dei suoi compagni si rifiutavano di bere con lui.Silas viveva in una casetta di mattoni a Bolton's Court, dietro Tottenham Court Road, in fondo a un vicolo cieco: il muro laterale era in comune con una grande fabbrica di birra.In quel vicolo, tutte le case erano molto piccole, e quindi tutti gli inquilini, genitori e bambini, stavano per strada la maggior parte del tempo.A quell'ora, molti uomini e donne stavano fuori.Quando Silas passò sotto l'unico lampione, lo guardarono di traverso: la moralità di Bolton's Court non era di prim'ordine, ma c'erano comunque diversi livelli e Silas stava al punto zero.Un'ebrea alta, Rebecca Levi, sottile, secca e con lo sguardo penetrante, abitava nella casa vicino a quella del pugile.Stava sulla porta, e aveva un bambino aggrappato al grembiule.«Signor Linden», gli disse quando passò davanti a lei, «i suoi ragazzi hanno bisogno di mangiare di più di quello che gli date.Margot era qui stamattina.Quella bambina non mangia abbastanza. » «Fatevi i fatti vostri!», brontolò Silas. «Vi ho detto di non infi lare il vostro naso adunco nei miei.Se foste un uomo, saprei bene come parlarvi.» «Se fossi un uomo non osereste parlarmi su questo tono.Vi di co che è una vergogna, Silas Linden, il modo in cui trattate questi bambini! Se un giorno o l'altro la polizia se ne occuperà, saprò cosa dirle.»

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«Uff, che noia!», rispose Silas, spingendo col piede la porta socchiusa di casa sua.Una donna grossa e sporca, con una zazzera ossigenata e qual che avanzo di una bellezza già troppo matura, uscì dalla sala: «Sei tu?».«Chi credevi che fosse? Il duca di Wellington?» «Credevo piuttosto che fosse un toro furioso che caricava per la strada e sfondava la porta.» «Ti credi divertente?» «Forse sarò divertente, ma non ho poi tanto da ridere.Non c'è un soldo in casa, nè una bottiglia di birra! Solo i tuoi maledetti ra gazzi che mi guastano il sangue.» «Cos'hanno combinato di nuovo?», brontolò Silas.Quando questa coppia deliziosa si annoiava o litigava, se la prendeva con i bambini.Silas, nella sala, si lasciò cadere in una poltrona di legno.«Hanno visto la tua "prima" un'altra volta.» «Come fai a saperlo?» «L'ho sentito dire a sua sorella: "Ecco mamma", le ha detto.Eppoi l'ha preso la sua crisi di sonno.» «È di famiglia.» t«Dici bene! Se non avessi le tue crisi di sonno, anche tu trovere rsti un lavoro come gli altri.» «Oh, chiudi il becco! Quel che voglio dire è che anche mio fra tello Tom ha quel tipo di crisi, e che dicono che il bambino è il ri tratto vivente di suo zio.Così è caduto in trance? Cos'hai fatto?» La donna sorrise con aria malevola: «Ho fatto come te».«Come? Di nuovo con la ceralacca?» «Non molto.Solo quello che ci voleva per svegliarlo.E l'unico modo di tirarlo fuori di lì.» Silas alzò le spalle.«Attenta, cara la mia donna! Hanno chiacchierato con la poli zia.Se i poliziotti vedono le bruciature finiremo dentro tutti e due ! » «Sei matto, Silas Linden! Da quando i genitori non hanno più il diritto di castigare i figli?» «Sì, ma non è figlio tuo, e le matrigne hanno una cattiva repu l ~ù NEL PAESE DELLE NEBBIEXI l. SILAS LINDEN RICEVE QUEL CHE GLI SPETTAl 5 1 tazione, vedi! Quell'ebrea, la nostra vicina...Ti ha vista quando hai preso la corda da stendere per frustare Margot ieri.Me ne ha parlato.E oggi mi ha detto che non hanno abbastanza da mangia-I re.» «Come ! Non hanno abbastanza da mangiare? Ma se mangiano come maiali ! Per colazione hanno avuto un pezzo di pane per cia scuno.

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Un po' di dieta non può fargli male: saranno meno inso lenti . » «Willie è stato insolente con te?» <eSì, dopo che si è svegliato.» «Dopo che gli hai versato addosso la cera bollente?» «Dì un po' l'ho fatto per il suo bene! Bisogna togliergli quel I abitudine, bisogna!» «E cos'ha detto?» «Mi ha insolentita.Ha minacciato di far intervenire sua madre.Mi ha detto che sua mamma mi avrebbe...Comincio ad averne abbastanza di sua madre!» «Non dire troppo male di Amy.Era una brava donna.» «Oggi dici così, Silas Linden, ma non lo facevi mica tanto vedere quando era viva...» «Morditi la lingua, sgualdrina ! Ho avuto abbastanza seccature oggi senza che ti ci metti anche tu con le tue prediche.Sei gelosa di tma morta.Ecco tutto.» «E i suoi mocciosi hanno il diritto di insultarmi tutto il giorno, torse? Dopo che mi occupo di te da cinque anni!» «No, non ho detto questo.Se ti ha insultata, avrà a che fare con me.Dov'è quel ragazzaccio? Vallo a cercare!» La donna si alzò e lo baciò passando.«Non ho che te, Silas!» «Oh, non val la pena che tu venga a leccarmi! Non ho nessuna voglia di...Va a cercare Willie.E porta anche Margot.Toglierò anche a lei la voglia di essere insolente; non lo sembra, ma...» La donna uscì ma ritornò quasi subito: «Dorme ancora!», disse. «Come mi dà sui nervi vederlo così! Vieni a vedere, Silas.» Andarono in cucina.Un misero focherello si stava spegnendo nel camino.Lì vicino, rannicchiato su una sedia, c'era un bambinetto di dieci anni.Il suo viso delicato era rivolto al soffitto.Si vedeva solo il bianco dei suoi occhi semichiusi.Sui suoi tratti fini e spirituali si leggeva una grande pace.In un angolo, una povera bimba di un anno o due più piccola, contemplava il fratello con tristi occhi pieni di terrore.«E orribile, vero?», disse la donna. «Si potrebbe credere che non sia più di questo mondo.Vorrei proprio che Dio se lo portasse dall altra parte.

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Per quel che fa qui...» l F«Avanti, alzati!», gridò Silas. «Falla finita con le tue moine! FSvegliati ! Mi senti? » Lo scosse brutalmente per le spalle, ma il ragazzino continuava a dormire.Il dorso delle sue mani, posate sulle ginocchia, era co perto di rosse macchie brillanti.«Parola mia, l'hai inondato! Non vorrai dirmi, Sara, che per svegliarlo c'è voluta tutta quella ceralacca?» «Forse ne ho lasciato cadere una goccia o due di troppo.Mi mette in uno stato tale che non mi controllo più.Ma non puoi cre dere come dorme! Puoi urlargli nelle orecchie: non sentirà niente.Guarda! » Afferrò il ragazzo per i capelli e lo scosse con tutte le sue forze.Il bambino gemette e rabbrividì, poi ricadde nella sua tranquilla trance.«Dì un po' ! », disse Silas grattandosi il mento. <~Forse potrem mo guadagnare un bel po' di soldi se fosse ben guidato.Vedo già un giro nei music-hall: "Il bambino miracolo" .Starebbe bene sui manifesti.E poi porta il nome di suo zio che è conosciuto da mol tissima gente: avrebbero fiducia in lui!» «Credevo che saresti stato tu a lanciarti nel business.» <eL'affare è andato a male», brontolò Silas. «Non parlarmene più.Chiuso!» «Ti hanno già pizzicato?» «Ti ho detto di non parlarmene!,>, gridò l'uomo. «Sono sem pre pronto a darti le bastonate che ti meriti: lasciami in pace, altri menti te ne pentirai!» Pizzicò il braccio del bambino con brutalità bestiale.«Formidabile! È un campione! Vediamo quanto resiste.» Si voltò verso il fuoco agonizzante, afferrò con le molle un pez zo di carbone infuocato e lo posò sulla testa di suo figlio.Si sentì un odore di capelli bruciati, di carne arrostita, e di colpo il bambi no riprese i sensi gettando un urlo spaventoso.«Mamma! Mamma!» Dal suo angolo la bambina fece eco al grido.Sembravano due agnelli che belassero insieme.«Al diavolo tua madre!», gridò la donna afferrando Margot per il colletto del suo vestitino nero. «Smettila di berciare, sudi ciona ! » La schiaffeggiò con la mano aperta.IL piccolo Willie accorse e prese a calci la matrigna negli stinchi finchè Silas lo mandò lungo per terra.

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IL bruto raccolse una frusta e battè i due bambini ran nicchiati l'uno contro l'altra: chiedevano aiuto, mentre cercava no di proteggersi.«Volete smetterla?», gridò una voce nel corridoio.«È quella maledetta ebrea!», disse la donna accostandosi alla o 2x NEL PAESE DELLE NEBBIE_11.SILAS LINDEN RICEVE QUEL CHE GLI SPETTAl 53 porta. «Cosa diavolo fate in casa mia? Avanti, fuori ! O sarà peggio per voi!» «Se sento ancora gridare i bambini, vado dritta al commissariato! » «Fuori! Via, presto!» La matrigna era fuori di sè: fece un passo avanti.L'ebrea alta e magra non fece un passo indietro.Fu la rissa! La moglie di Silas Linden gettò un grido e indietreggiò barcollando: il sangue colava da quattro solchi rossi scavati sul suo volto da unghie affilate.Silas con una bestemmia scostò sua moglie, afferrò l'intrusa alla vita e la gettò nella strada.Questa cadde, e restò per terra mentre le sue lunghe membra si agitavano e battevano l'aria come un volatile mezzo sgozzato.Poi alzò i pugni e sgranò un rosario di maledizioni contro Silas che richiuse la porta.I vicini si precipitarono intorno all'ebrea per chiedere i dettagli.La signora Linden, che osservava la scena da dietro la persiana chiusa, constatò con sollievo che la sua avversaria si rialzava e tornava zoppicando a casa, dove intonò con voce stridula l'enumerazione dei suoi mali.Un'ebrea non dimentica facilmente; la sua razza è capace d'odiare quanto di amare «Basta così, Silas.Credevo che l'avessi ammazzata » «Avrebbe avuto quello che si merila; (talella sgualdrina! Cc n'è già abbastanza di averla come vicina senza che metta i piedi qua ubiltl<. '>Oglit) [ognere la pelle a Willic.E lui la causa di tutto Dov'è? » «Sono corsi nella loro stanza.Ho sentito che si chiudevano dentro. » «Aspetta! Ora me ne occupo io!» «Non li toccare adesso, Silas! I vicini stanno all'erta.Non vale la pena di crearsi delle noie.» «Hai ragione!», borbottò. «11 loro castigo potrà aspettare finche ritornerò.» « Dove vai ? » «All'Ammirag/io Vernon.C'è una probabilità che mi prendano come sparring-partner di Long Davis.Comincia il suo allenamento lunedì e so che cerca uno del mio peso.» «Bene! Quando tornerai me ne accorgerò.

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Ne ho fin sopra i capelli di quel caffeuccio.So bene quel che ci si trova!» «Ci si trova la pace e il riposo», rispose Silas. «È il solo posto al mondo che me li dà.» «Ho fatto proprio un bell'affare il giorno che ti ho sposatol» «Hai ragione.Mugugna! Mugugna sempre! Se ilmugugno può fare la felicità di un uomo, tu sei la earrlpionessa dell'amore!» Si mise il cappello e uscì.Per strada, il suo passo pesante risuo nò sulla botola di legno che dava accesso alle cantine della birreria.In alto, in una minuscola mansarda, due sagome infantili erano sedute abbracciate sull'orlo di un misero pagliericcio.Le loro guance si toccavano, le loro lacrime si mescolavano.Dovevano piangere in silenzio, perché il minimo rumore poteva ricordare agli orchi del piano di sotto la loro esistenza.Ogni tanto uno dei due bambini scoppiava in singhiozzi, e l'altro mormorava: «Ssst ! ssst!».Sentirono la porta che sbatteva, e il passo pesante che risuonava sulla botola di legno.Per la gioia si strinsero l'uno all'altra.Al suo ritorno li avrebbe probabilmente ammazzati, ma almeno per qualche ora sarebbero stati al sicuro.La donna era cattiva e vendicativa, ma non sembrava temibile quanto l'uomo.Sospettavano che avesse spinto la madre nella tomba: sarebbe stato capace di fare altrettanto con loro.La camera era buia: un po' di luce' filtrava dalla finestra sporca e tracciava una striscia bianca sul pavimento, ma tutt'intorno c'era il buio più fitto.Improvvisamente, il ragazzo si raddrizzò, strinse forte la mano della sorella e fissò lo sguardo nell'oscurità.«Sta venendo!», mormorò. «Sta venendo!» La piccola Margot gli si aggrappò.«Oh, Willie, è mamma?» «È una luce, una bella luce dorata.Tu non puoi vederla, Margot? » Ma la bambina, come tutti gli altri, non aveva visioni.Per lei tutto era buio.«Raccontami, Willie!...Racconta!» Supplicava con voce grave: non aveva affatto paura, perché la mamma morta era venuta spesso a consolarli di notte.«Sì, sta venendo, sta venendo...

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Oh, mamma! Mamma!» «Cosa dice, Willie?» «Oh, com'è bella! Non piange.Sorride.Somiglia all'immagine dell'angelo che abbiamo visto.Sembra così felice! Mamma! Mamma cara!...Eccola che parla: "E finita!".Ecco cosa dice: "È finita ! " .E ci fa segno con la mano .Vuole che la seguiamo.Si dirige verso la porta. » «Oh Willie, non ne ho il coraggio!» «Sì, sì! Ci dice di non aver paura.Non dobbiamo aver paura di niente.Ora ha passato la porta.Vieni, Margot, o la perderemo.» I due ragazzi si alzarono e Willie aprì la porta con cautela.La madre stava in cima alla scala e faceva segno di scendere.Un gradino dopo l'altro, la seguirono fin nella cucina vuota.Sembrava che la donna fosse uscita.Tutto era tranquillo nella casa.Il fantasma continuava a far segno di procedere.Il.SILAS LINDEN RICEVE QUEL CHE GLI SPETTA ni!» si P Xi si DEI L E NEBBIL «Ora usciamo.» «Oh, Willie, siarno senza cappello!» «Dobbiamo seguirla, Margot.Ci sorride e ci fa seano.» «Papà ci ammazzerà!» «Lei dice di no.Che non dobbiamo aver paura di niente.Vie Si trovarono nella strada deserta.Seguirono la graziosa presenza luminosa e, attraverso un dedalo di strade, raggiunsero la folla di Tottenham Court Road.Una volta o due, in mezzo a quel torrente di umanità cieca, un uomo o una donna dotati del prezioso dono del discernimento si fermarono e guardarono: avevano coscienza della presenza angelica davanti ai due bambini pallidi che camminavano, il ragazzo con gli occhi fissi e la femminuccia che gettava dietro di sè, al di sopra delle spalle, degli sguardi pieni di terrore? Percorsero tutta la lunga strada, rasentarono una serie di umili case di mattoni, poi lo spirito si fermò sui gradini di una di esse .<eDobbiamo bussare», disse Willie.

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«Oh, Willie, cosa diremo? Non li conosciamo!» «Dobbiamo bussare», ripetè con fermezza. «Toc, Toc! Va tutto bene.Margot.Lei batte le mani e ride.» Fu cosi che la moglie di Tom LindelE ( [} [?~'? sed Uf a t utta sola col suo dolole C si impictOsiva sulla wol lc del S martire imnrigsona,o, fu illlplovvisamente Invitata ad aprire la porta: dietro c erano ì due bambini impauriti.Poche parole, lo slancio di un istinto femminile, e lei li strinse tra le braccia.Finalmente avevano trovato un'oasi di pace dove nessuna tempesta li avrebbe più raggiunti .Quella notte successero strane cose a Bolton's Court.Alcuni pensarono che non avessero alcun rapporto fra loro.Ma non fu I opinione di tutti.In ogni caso la legge inglese, non avendo visto niente, non ebbe niente da dire.Nella penultima casa del vicolo cieco, una testa aguzza, dal profilo di falco, guardava la strada ammantata di tenebre attraverso una persiana.Vicino a quel viso temibile, cupo come la morte e senza rimorsi come una tomba, bruciava una candela.E dietro Rebecca Levi c'era un uomo giovanc i cui tratti rivelavano I appartenenza alla stessa razza .Per un 'ora o due, la donna rimase seduta a splare in silenzio.A spiare, a spiare.. .All'inizio del vicolo pendeva una lampada che proiettava sul suolo un cerchio di luce gialla.Gli occhi della donna crano fissi su quella pozzanghera brillante.Tutt'a un tratto, scorsc ciò cìlc aitcndeva.Sobbalzò, e le sue labbra sibilarono una parola.Il giovanotto si slanciò fuori della stanza: uscito nel vicolo, scomparve nella birreria per una porta laterale.Silas Linden tornava a casa ubriaco, con la mente appesantita dall'impressione di un'ingiustizia.A causa della sua mano rovinata non aveva potuto ottenere il posto che desiderava.Era rimasto al bar, sperando che qualcuno gli pagasse da bere.Aveva bevuto, ma non abbastanza.Aveva voglia di litigare.

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Guai all'uomo, alla donna o al bambino che gli avessero traversato la strada ! Pensò con rabbia all'ebrea che abitava in quella casa dove tutti i lumi erano spenti.Con lo stesso furore pensò a tutti i suoi vicini.Si mettevano di mezzo fra lui e i suoi ragazzi, vero? Ebbene, gliel'avrebbe fatta vedere lui! L'indomani mattina li avrebbe buttati in mezzo alla strada e li avrebbe frustati a morte davanti a tutti.Ecco cosa se ne faceva Silas Linden della loro opinione! Dopotutto, perché non picchiarli subito? Se gli urli dei ragazzi avessero svegliato i suoi vicini, questi avrebbero capito subito che non potevano sfidarlo impunemente.L'idea gli piacque.Avanzò con passo più leggero.Era quasi arrivato davanti alla sua porta quando...Non si riuscì mai a capire come fosse successo che quella notte la botola della cantina non fosse chiusa solidamente.La giuria era tentata di mettere in stato di accusa la birreria, ma il Coroner insistette sul fatto che Linden era pesante, che aveva potuto cadere in stato d'ebrezza nonostante fossero state prese tutte le precauzioni ragionevoli.Era caduto da un'altezza di sei metri su delle pietre taglienti, e si era spaccato la colonna vertebrale.L'avevano trovato solo l'indomani mattina perché, fatto molto curioso, la sua vicina ebrea non aveva sentito il rumore dell'incidente.IL medico dichiarò che non era morto sul colpo.Tracce orribili rivelavano che effettivamente ci aveva messo del tempo a morire.Nell'oscurità, vomitando sangue e birra, Silas Linden aveva terminato con una morte ignobile una vita ignobile.Non c'è bisogno di impietosirsi sulla donna che lasciò.Libera dal suo abominevole compagno, ritornò al music-hall nel quale si era lasciata sedurre dalla sua forza taurina.Cercò di ottenere un posto con: Ha! Ha! Ha! Sono l'ultima moda, la ragazza che fa la ruota a rovescio...perché era quello lo slogan che le aveva procurato una certa fama.Ma fu presto chiaro che non era affatto l'ultima moda, e che non poteva risalire la china con la sua ruota a rovescio.Lentamente scivolò dai grandi music-hall a quelli piccoli, dai piccoli musichall ai caffè concerto di infimo ordine, poi affondò sempre più in

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basso fino a rimanere prigioniera di orribili sabbie mobili che l'in ghiottirono per sempre.F12.VETTE E ABISSII D / CAPITOLO DODICESIMO Vette e abissi L'Istituto Metapsichico era un imponente edificio dell'Avenue Wagram la cui porta non avrebbe sfigurato nel castello di un baronetto.Là si presentarono i tre amici verso la fine del pomeriggio .Un inserviente li introdusse in una sala d'aspetto dove furono ben presto accolti dal dottor Maupuis in persona.L'uomo che rappresentava la più alta autorità nelle scienze psichiche, era piccolo e tarchiato; aveva una testa massiccia, ben rasata, e un'espressione in cui si fondevano la sapienza di questo mondo e un amabile altruismo.Parlò in francese con Mailey e Roxton, ma biascicò in un pessimo inglese con Malone, che non potè rispondergli che in un francese altrettanto pessimo.Espresse tutto il piacere che gli cagionava la loro visita, e lo disse come sa farlo solo un francese di razza vantò in poche parole le meravigliose qualità di Panbek, il me dium galiziano. quindi li f«e scendere nella sala riservata agli esperimenti.La sua aria straordinariamente intelligente e la penetrante sagacita dei suoi discorsi, avevano già convinto i tre stranieri delI assurdità delle teorie che pretendevano di spiegare gli stupefacenti risultati che aveva ottenuto con l'ipotesi che fosse una persona che si sbagliava facilmente.Dopo aver sceso una scala a chiocciola, si trovarono in un vasto locale che a prima vista sembrava un laboratorio di chimica- gli scaffali erano carichi di bottiglie, di storte, di provette, di bilance e di altri strumenti.Ma il mobilio era meno austero: una grande tavola di quercia massiccia occupava il centro della stanza ed era circondata da comode sedie.Da una parte era appeso al muro il ritratto del professor Crookes, vicino ad un altro, quello di Lombroso Fra i due figurava una interessante riproduzione fotografica d, una seduta in casa di Eusapia Palladino.Vicino al tavolo alcuni uomini parlavano sottovoce; erano troppo assorti nella loro discussione per prestare attenzione ai nuovi venuti.«Tre di quei signori sono, come voi, dei visitatori illustri», spiego il dottor Maupuis. «Altri due sono i miei assistenti di laboratorio, il dottor Sauvage e il dottor Buisson.Gli altri sono noti parigini.La stampa oggi è rappresentata dal vicedirettore del Matin, il signor Paris.

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Quell'uomo alto, bruno, che ha l'aria di un generale a riposo, lo conoscete probabilmente...No? È il professor Charles Richet, il nostro venerato decano, che ha fatto mostra di gran coraggio in questa faccenda, benchè non sia arrivato alle stesse sue conclusioni, signor Mailey.Ma può ancora succedere. . .Non dimenticate che dobbiamo essere prudenti: meno mischieremo la religione alle nostre ricerche e alle nostre conclusioni, meno difficoltà avremo con la Chiesa, che in questo paese è ancora molto potente.Quel personaggio aristocratico dalla fronte spaziosa è il conte di Grammont.Il gentiluomo dal volto di Giove con la barba bianca è Flammarion, l'astronomo...E ora, signori», aggiunse ad alta voce, «se volete prender posto, ci metteremo subito al lavoro.» Si sedettero a caso ai lati della lunga tavola; i tre Britannici erano rimasti insieme.A un'estremità della sala, fu predisposta una grande macchina fotografica.Due recipienti di zinco occupavano una posizione ben visibile su una tavola vicina.La porta fu chiusa accuratamente e la chiave consegnata al dottor Richet.IL dottor Maupuis sedette a capotavola: aveva alla sua destra un uomo piccolo, di mezza età, con i baffi, calvo e dal volto intelligente.«Alcuni fra loro», disse, «non hanno ancora conosciuto il signor Panbek.IL signor Panbek, signori, ha messo a nostra disposizione i suoi notevoli poteri in vista delle nostre ricerche scientifiche, e gli dobbiamo molta gratitudine.Ha 47 anni: gode di una salute normale, con una certa predisposizione al neuroartritismo.Ho rilevato una leggera ipereccitabilità del suo sistema nervoso, e i suoi riflessi sono estremamente rapidi: ma la pressione sanguigna è normale.La frequenza del polso è 72: in stato di trance arriva a 100.Sulle sue membra vi sono zone di ipersensibilità accentuata.IL campo visivo e la reazione della pupilla sono normali.Non so se devo aggiungere qualcosa...» «Potrei dire», osservò il professor Richet, «che l'ipersensibilità è tanto morale quanto fisica.Panbek è impressionabile, ricco di emotività: ha il temperamento di un poeta e non gli mancano quelle piccole debolezze, se possiamo permetterci

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di esprimerci in questi termini che rappresentano per il poeta il riscatto dei doni ricevuti .Un grande med ium è un grande artista, e deve essere giudicato con lo stesso metro.» «Mi sembra, signori, che vi si prepari al peggio!», disse il medium con un bel sorriso che divertì tutto il gruppo.«Ci troviamo qui nella speranza che si verifichino nuovamente alcune notevoli materializzazioni che abbiamo avuto di recente, e che si verifichino in una forma tale che ci permetta di registrarle in modo indiscutibile...» IL dottor Maupuis parlava con voce asciutta, priva di emozio ne.lzo NEL PAESE DELLE NEBBIE_l12- VETTE E ABISSI «...Queste materializzazioni hanno assunto forme del tutto impreviste, pertanto io prego questa stimabile compagnia di reprimere ogm sentimento di paura, per strane che siano: è assolutamente necessario che l'atmosfera sia tranquilla e imparziale.Ora spegneremo la luce bianca: cominceremo dal livello più basso della luce rossa, fino a che le condizioni non permetteranno un'illuminazione migliore.» Le lampade erano controllate dal posto occupato da dottor Maupuis.Per un attimo i presenti furono immersi in un'oscurità profonda poi, in un angolo, si accese una luce rossa, sufficiente a illuminare i profili degli uomini seduti attorno al tavolo.Non c'era musica nè atmosfera religiosa.I presenti bisbigliavano fra loro.«È molto diversa dalla prassi inglese», disse Malone.«Davvero!», confermò Mailey. «Ho l'impressione che dovremo aspettarci qualsiasi cosa.Hanno torto.Non si rendono conto del pericolo.» «Che pericolo ci può essere?» «Dal mio punto di vista, siamo seduti sulla riva di uno stagno che forse è abitato solo da rane inoffensive, ma che potrebbe anche contenere dei voraci coccodrilli.Non si può sapere che cosa uscirà fuori.» Il professor Richet, che parlava correntemente un ottimo inglese, lo udi.«Conosco le sue opinioni, signor Mailey», disse. «Non creda che non ne tenga conto.Ho visto cose che mi permettono di apprezzare al suo giusto valore il suo confronto fra la rana e il coccodrillo.

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In questa stessa stanza ho preso coscienza dell'esistenza di creature che, se si fossero incollerite, avrebbero reso i nostri esperimenti assai pericolosi.Credo come lei che delle persone malvagie potrebbero suscitare ora una reazione malvagia nei confronti del nostro circolo.» «Sono lieto, signore», riprese a dire Mailey, «che lei si orienti in questa direzione.» Mailey, condividendo l'opinione generale, considerava Richet come uno dei più grandi uomini della terra.«Forse mi orienterò, e tuttavia non posso affermare che vi raggiungerò.Le forze latenti nell'uomo si protendono verso regioni che mi sembrano attualmente del tutto al di fuori della competenza dell'uomo stesso.Nella mia qualità di vecchio materialista, mi batto per ogni pollice di terreno, ma devo ammettere di averne già dovuto cedere parecchio.Il mio illustre amico Challenger difende ancora un fronte intatto, no?» «Sì, signore», rispose Malone. «E spero ancora. » «Zitti!», gridò Maupuis con voce improvvisamente alterata.rSubentrò un silenzio di morte.Poi si cominciò a sentire il ru .1tmore di un movimento esitante, accompagnato da una strana V1 ~;brazione, come di battiti d'ali.F«L'uccello!», fece una voce carica di un terrore misterioso.tDi nuovo il silenzio, di nuovo il rumore di quel movimento co rme un impaziente raspare d'ali.ez«È tutto pronto, Renè?», chiese il dottore.«Pronto ! » «Allora cominciate!» Un lampo di luce invase la stanza mentre ricadeva l'otturatore dell'apparecchio fotografico.I visitatori intravidero uno spetta colo straordinario.Il medium era disteso, con le mani sulla testa, in uno stato di evidente insensibilità.Sulle sue spalle curve era ap pollaiato un uccello da preda: un grande falco o un'aquila.Per un istante, questa strana immagine impressionò tanto le loro retine quanto la lastra fotografica, poi l'oscurità li avvolse di nuovo, un'oscurità completa salvo che per due lampade rosse che sem bravano gli occhi di un sinistro demone accoccolato in un angolo.«Parola mia ! », ansimò Malone . «Ha visto? » «IL coccodrillo dello stagno», rispose Mailey.«Però inoffensivo!», aggiunse il professor Richet. «Quell'uc cello è già venuto qui molte volte.Agita le ali, come avete sentito, ma rimane immobile.

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Può darsi che venga un altro visitatore più pericoloso . » Il lampo di luce aveva naturalmente dissolto ogni ectoplasma.Bisognava ricominciare.Erano seduti da un quarto d'ora circa, quando Richet toccò il braccio di Mailey.«Non sente niente, signor Mailey?» Mailey annusò l'aria.«Sì, certo! Qualcosa che ricorda il nostro zoo di Londra.» «C'è un'altra analogia più banale.Si è mai trovato in una stan za calda con un cane bagnato?» «Esatto! », rispose Mailey. «È la descrizione esatta! Ma dov'è il cane? » «Non è un cane.Aspetti un momento! Aspetti!» L'odore di animale diventava più forte e copriva tutti gli altri.Improvvisamente, Malone si rese conto che qualcosa si muoveva sotto la tavola.Alla luce incerta delle lampade rosse, distinse una sagoma informe, accoccolata, malfatta, che somigliava vaga mente a un uomo.La vide meglio quando si interpose davanti alla luce.Era larga e massiccia, con la testa rotonda, il collo largo, spalle strette e malformate.Strascicava i piedi intorno al cerchio.Poi si fermò, e un grido di sorpresa, non scevro di timore, sfuggì dalla gola di uno dei presenti.NEt P.RESE DELLE NEBBIE12.VEl' 1 E t ABISSI «Non abbiate paura!», disse la voce tranquilla del dottor MaupUIS. «E un pitecantropo.Non vi farà del male.» Lo studioso non avrebbe parlato con maggior tranquillità se fosse stato un gatto ad introdursi nella stanza.«Ha gli artigli lunghi.Me li ha posati sul collo!», gridò una voce.«Naturalmente! Voleva accarezzarla. » «Le cedo la mia parte di carezze!», gridò la voce tremante «Non lo scacci.Potrebbe essere pericoloso. È ben disposto, ma ha le sue reazioni personali, senza dubbio, come ognuno di noi.» L essere avanzava furtivamente.Fece il giro del tavolo e si mise dietro ai tre amici.Gli inglesi sentirono sul collo il respiro che esalava con soffi ravvicinati.Lord Roxton emise improvvisamente un'esclamazione di disgusto.

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«Calma! Calma!», disse Maupuis.«Mi sta leccando la mano! », gridò Roxton.L'istante successivo, Malone si rese conto che una testa irsuta s'infilava fra la sua e quella di Lord Roxton.Con la mano sinistra pote constatare la lunghezza e la ruvidezza dei capelli.La testa si voltò verso di lui, ed egli dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non spostare la mano quando una lunga lingua morbida gliela leccò.Poi lo lasciò.«In nome del ciel~() cli C092 si tratta?", chiese.«Ci hanno pregato di non fatocrafarlo. 1 3 hice potrebbe renderio furioso.L'ordinc che ci ha dato il medium era preciso.Possiamo solo dire che non si tratta di un uomo-scimmia nè di una scimmia-uomo.Questa sera l'abbiamo visto più chiaramente.Il viso è scimmiesco, ma la fronte è diritta; le braccia lunghe, le mani enormi, il corpo peloso.» «Tom Linden ci ha dato qualcosa di meno sgradevole», mormorò Mailey.Parlava a bassa voce, ma Richet afferrò le sue parole: «11 nostro campo di ricerca si estende a tutta la natura, signor Mailey, non sta a noi scegliere.Potremmo fare una classificazione dei fiori, e lasciare fuori quelli velenosi?».«Ma lei ammette che è pericoloso.» «Anche i raggi X erano pericolosi.Quanti martiri hanno perso le braccia articolazione per articolazione, prima che se ne fosse capita la pericolosità? Eppure, è stato un sacrificio necessario.Lo stesso succede a noi.Non sappiamo ancora cosa stiamo facendo.Ma, se potremo davvero dimostrare al mondo che questo pitecantropo viene dall'Invisibile, e che può andare e venire a piacimento, ciò sarebbe un'acquisizione tanto importante che, anche se dovesse ridurci a pezzettini con i suoi terribili artigli, avremmo ugualmente il dovere di continuare i nostri esperimenti.» r«La scienza può essere eroica», disse Mailey. «Chi può negar llo? Tuttavia, ho sentito gli stessi uomini di scienza dirci che siamo tfuori strada quando cerchiamo di metterci in contatto con le for ze spirituali.

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Sacrificheremmo con gioia la nostra tranquillità Smentale, doneremmo gli occhi, se potessimo aiutare l'umanità! vMa non dovremmo fare anche per il progresso spirituale tutto ciò iche faremmo per il progresso materiale?» La luce era stata riaccesa e Ci fu una pausa di CUI ciascuno ap profittò per rilassarsi prima che si tentasse il grande esperimento della serata.I presenti avevano formato dei piccoli gruppi e discu tevano a mezza voce di ciò che avevano visto.Osservando la stan za tranquilla e i suoi addobbi alla moda, lo strano uccello e il mo stro sembravano soltanto incubi.Eppure erano stati delle realtà, come testimoniavano le foto grafie, giacchè il fotografo era stato autorizzato a lasciare la stan za, e ora si stava precipitando fuori della contigua camera oscura agitando la lastra che aveva appena finito di sviluppare e di fissa re.La mostrava alla luce, e là, abbastanza precisa, Si vedeva la te sta calva del medium e, appollaiato sulle sue spalle, il profilo del sinistro uccello.Il dottor Maupuis si fregava allegramente le ma nine paffute.Come tutti i pionieri, era stato perseguitato dalla stampa di Parigi: ogni fenomeno nuovo era ai suoi occhi un'otti ma arma per la propria difesa.«Facciamo progressi ! Sì ! Facciamo progressi ! », ripeteva.E Richet, assorto nei suoi pensieri, ripeteva meccanicamente: «Sì, amico mio, sta facendo progressi!».Il piccolo medium galiziano si era seduto e inzuppava un bi scotto in un bicchiere di vino rosso.Malone andò da lui; scoprì che era stato in America e che sapeva qualche parola d'inglese.«È stanco? Quel che fa la sfinisce?» «Se mi modero, no.Posso fare solo due sedute alla settimana.11 dottore non me ne permette di più.» «Lei ricorda qualcosa?» -«Come se fosse un sogno.Dei brani, qua e là.» «Ha sempre avuto questo potere?» «Sì.Sempre.Anche da bambino.Anche mio padre I aveva.E mio zio.Non parlavano che di visioni.Io andavo a sedermi nel bosco, e degli strani animali mi venivano intorno.Mi ricordo il mio stupore quando ho scoperto che gli altri bambini non li vede vano ! » «È pronto?», chiese il dottor Maupuis.

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«Eccomi!», rispose il medium, spazzolando via le briciole del suo biscotto.Il dottore accese una lampada a spirito sopra uno dei recipienti di zinco.l uL NEL PAESE DELLE NEBBIEw12.VETTE E ABISSI «Ora, signori, collaboreremo a un esperimento che dovrebbe convincere il mondo una volta per tutte dell'esistenza di forme ectoplasmiche.Si potrà discutere sulla loro natura, ma almeno non si dubiterà più della loro realtà oggettiva, a meno che i miei piani non falliscano.Voglio anzitutto parlarvi di questi due recipienti Quello che sto facendo scaldare, contiene della paraffina che si sta sciogliendo, l'altro contiene dell'acqua.Quelli di loro che vengono qui per la prima volta, devono sapere che i fenomeni di Panbek si producono abitualmente nello stesso ordine, e che stasera, fra poco, dovrebbe apparire il vecchio.Questa sera siamo riuniti per vedere il vecchio e potremo, spero, immortalarlo nella storia della ricerca psichica.Mi rimetto a sedere e accendo la lampada rossa n. 3 che permette una maggiore visibilità.» Il circolo era completamente visibile.La testa del medium era poggiata sul suo petto e il suo russare grave rivelava che era già in trance.Tutti i visi erano rivolti verso di lui, perché il meraviglioso processo della materializzazione si sviluppava sotto i loro occhi.Anzitutto vi fu un vortice di luce, come un vapore che si arrotolava intorno alla sua figura.Poi, dietro di lui, ondeggiò qualcosa che ricordava una tela bianca e diafana.Divenne più densa e si fuse.Assunse una forma precisa.Era una testa.Si disegnarono delle spalle e ne emersero delle braccia.Sì, non c'era dubbio: dietro !a sedia stava un uomo, un vecchio che vuarclava indeciso i preselltì.Sembrava si domandasse: «Dovc sono? E perché sono qui?» «Non parla, ma sente e possiede l'intelligenza», disse il dottor Maupuis, guardando l'apparizione al di sopra della propria spalla. «Noi siamo qui, signore, perché speriamo che lei possa aiutarci a compiere un esperimento importante.

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Possiamo contare sulla sua cooperazione?» Il vecchio fece cenno di sì con la testa.«Grazie.Quando avrà raggiunto la sua piena potenza, lei si allontanerà, presumo, dal medium?» La sagoma fece un altro cenno con la testa, ma non si mosse.Malone vide che si faceva più consistente.Cominciò a distinguerne il viso.Era certamente un vecchio, con il naso lungo e il labbro inferiore che sporgeva in modo curioso.Tutt'ad un tratto fece un movimento brusco che lo allontanò da Panbek e avanzò nella sala.«Ora, signore», disse Maupuis con la sua precisione abituale «lei vede un secchio di zinco sulla sinistra.Le sarò grato se avrà la cortesia di avvicinarvisi e immergervi la mano destra.» Il vecchio si diresse verso i due recipienti, che parvero interessarlo: li esaminò con attenzione.Poi infilò una mano nel secchio che il dottore gli aveva indicato.[«Benissimo ! », esclamò Maupuis con la voce tremante per l'ec rcitazione. «E ora, signore, vuole avere la cortesia di immergere la stessa mano nell'acqua fredda dell'altro secchio?» L'apparizione obbedì.F«Signore, lei permetterà la piena riuscita del nostro esperimen to se metterà la mano sul tavolo e se, mentre ve la tiene sopra, si smaterializzerà e rientrerà nel medium.» Il vecchio fece cenno di aver capito e di accettare.Avanzò len tamente verso il tavolo, si chinò su di esso, stese la mano... e spa rì.La respirazione pesante del medium cessò: si mosse come se stesse per svegliarsi.Maupuis accese le lampade bianche e alzò le mani lanciando un grido di gioia e di sorpresa cui fece eco tutta l'assemblea.Sulla superficie lucida del tavolo c'era un guanto di paraffina d'un delicato color giallo rosato, largo alle giunture, sottile al polso, con due dita piegate verso il palmo.Maupuis lo osservava felice.Staccò un pezzettino di cera dal polso e lo tese a un assistente che uscì di corsa.«È una prova decisiva! », esclamò. «Che cosa le si potrebbe ribattere? Signori, mi rivolgo a loro.

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Hanno visto quel che è successo.Uno di loro può trovare una spiegazione razionale di questo calco di paraffina, se non quella che si tratta del risultato della materializzazione e poi smaterializzazione di una mano all'intcrno del calco?» «Non ne vedo altra», rispose Richet. «Ma lei ha a che fare con gente molto testarda, imbottita di pregiudizi.Se non può negare, ignora ! » «Qui c'è la stampa, e la stampa rappresenta la gente!», protestò Maupuis . «Per la stampa inglese è presente il signor Malone . . .al quale chiedo ora se vede un'altra soluzione?» «Non ne vedo altra», rispose Malone.«E lei, signore?», chiese il dottore rivolgendosi al rappresentante del Matin.11 giornalista francese alzò le spalle dicendo: «Per noi che abbiamo avuto il privilegio di essere presenti, è assolutamente convincente.Tuttavia, lei si troverà di fronte molte obiezioni.Il valore di questo calco non sarà capito: si dirà che il medium l'aveva in tasca e che l'ha posato sul tavolo».Maupuis battè le mani, trionfante.IL suo assistente era rientrato e gli porgeva un figlio di carta.«Ecco una prima risposta alla sua obiezione», disse agitando il foglio. «L'avevo prevista e avevo messo un po' di colesterina nella paraffina del secchio.Lei avrà notato che ho staccato un angolo del calco.Era per un'analisi chimica che è stata appena fatta.Eccola: è stata trovata della colesterina.» «Benissimo!», amlllise il giolnalista francese. «Lei ha tappato l'ultimo buco.Ma la prossima solta?» «Quel che abbiamo fatto una olta possiamo rifarlo», rispose Maupuis. «Preparerò un certo numero di calchi, avrò dei polsi e .] delle mani, poi ne farò dei calchi di gesso.Farò colare il gesso al- ] l'interno del calco. È una cosa delicata ma possibile.Ne tirerò delle dozzine e le manderò in tutte le capitali del mondo in modo1 che la gente possa edere con i propri occhi.Questo non li convin cerà forse almeno della realtà delle nostre conclusioni?» «Non speri troppo, mio povero amico!», disse Richet posando una mano sulla spalla dell'entusiasta. «Lei non si è ancora reso conto dell'enorme forza d'inerzia che c'è al mondo.

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Ma, come ha detto lei stesso: ''Cammillate! Camminate sempre!".» «E il nostro camminare ha uno scopo», dichiarò Mailey. «Si tratta della progressiva liberazione dell'umanità.» Richet sorrise e scosse la testa.«Sempre trascendentale!>), disse. «Sempre a guardare più lontano dell'occhio e a trasformare la scienza in filosofia! Temo che lei sia incorreggibile. È cer[o che la sua sia una posizione ragionevole? » «Professor Richet», replicò molto seriamente Mailey, «la prego di rispondere alla stessa ctomanda.Ho un profondo rispetto per il suo "CìliO C SOn(M pt ^ I t l trlmellte d'.]~ ccordo Oil la sua prudeilza, nla nùn s; rroxa tUl bc ad un hix ccola ora nella condiZiOiìc ui dnllller f ere. . . di don er amm.ttere cllc un 'apparizione intelligente as ente ì'orlTla umarla, composta di una sostanza che lei stesso ha definito ectoplasma, può camminare in una stanza e obbedire alle istruzioni che le sono date, mentre il medium è senza conoscenza sotto i nostri occhi. . .E tuttavia lei esita ad affermare che questo spirito possiede un'esistenza autonoma. È ragionevole tutto ciò?» Richet sorrise di nuovo e scosse ancora la testa.Si voltò senza rispondere, e salutò il dottor Maupuis complimentandosi con lui.Poco dopo, l'assemblea si disperse e i nostri amici rientrarono in taxi all'albergo.Malone era rimasto molto impressionato da quello che aveva visto.Passò una parte della notte a scrivere un resoconto molto esauriente per l'agenzia Cenlra/ Nelvs.Non tralasciò di citare i nomi delle personalità che si facevano garanti del risultato: erano nomi così stimati che a nessuno sarebbe venuto in mente di associarli all'inganno o alla stupidità.«È certamente una svolta, l'inizio di un'era nuova!», ripeteva.Così cresceva il suo SOgilO.Duc giorni dopo scorreva tutti i grandi quotidiani di l ondras oli uni dollo gli altri.C'erano molte colonne sul calcio, molte sul golf.Una pagina intera era dedicata F alIe azioni quotate in borsa.Sul Times c'era una lunga corrispon Ei Ma in nessun giornale trovò una sola r er lie che ave «Un mondo di pazzi, signori miei!», disse. «Un mondo

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di mat JS ti! Ma non è finita!»' i Vedi Appendice: Nota al capitolo dodicesimo (N.d.C.).13.IL PROI-ESSOR CHALLI N(iER SUL SEN FIERO Di <iUi RRAl U l CAPITOLO TREDICESIMO IL professor Challenger sul sentiero di guerra Il professor Challenger era di cattivo umore.E quando era di cattivo umore lo faceva sapere a tutti i suoi di casa Gli effetti del suo corruccio non si limitavano d'altronde a questo circolo ristretto, perché la maggioranza delle tremende lettere pubblicate di tanto in tanto sui giornali, nelle quali strigliava a sangue qualche sfortunato avversario, erano altrettante folgori lanciate da un Giove offeso, seduto in cupa maestà sul suo trono di lavoro al piano superiore del suo appartamento a Victoria.I domestici osavano appena penetrare nella stanza in cui, lanciando lampi, la testa capelluta e barbuta si strappava dalla carte come un leone da un osso.Solo Enid poteva affrontarlo in quei momenti.Tuttavia, anche lei provava la stretta al cuore che avvertono i domatori più temerari nell'entrare in una gabbia.Non evitava di subirc le parole aspre, ma almeno non doveva temere la violenza fisica: e non tutti potevano dire altrettanto In certe occasioni, le crisi del celebre professore avevano una causa fisiologica: «Sono un epatico, signore! Sì, sono un epatico!».Tale era la spiegazione che dava per un accesso esagerato.Ma questa volta non era affatto il fegato il responsabile del suo cattivo umore: era lo spiritismo! Non era mai riuscito a liberare la sua mente dalla maledetta superstizione che contrastava con tutto il lavoro e tutta la filosofia della sua vita.Tentava di respingerla con disprezzo, di riderne, di ignorarla sdegnosamente, ma essa continuava a porsi sulla sua strada.Il lunedì si gettava sui suoi libri per non pensarci più: molto prima che fosse sabato, vi si ritrovava immerso fino al collo.Era assurdo! Aveva l'impressione che il suo spirito rifuggisse dai grandi e pressanti problemi materiali dell'universo per perdersi fra i racconti di Grimm o i fantasmi di un romanziere gotico La situazione peggiorò ancora.

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Anzitutto Malone, che incarnava ai suoi occhi il tipo medio dell'umanità lucida, aveva più o meno perso la testa a causa degli spiritisti e aveva aderito alle loro idee perniciose.In seguito Enid, il suo agnellino, il suo unico vero legame con il resto del mondo, era stata corrotta a sua volta Aveva accettato le conclusioni di Malone.Aveva persino scovato dei fatti che costituivano delle «prove» cumulative.Invano si era chinato anche lui su un certo caso: aveva dimostrato senz'ombra di dubbio che il medium era un furfante che portava a una vedova finti messaggi del suo defunto marito al fine di imbrogliarla.Il caso era chiaro, ed Enid l'aveva ammesso.Ma nè lei nè Malone volevano fare delle generalizzazioni.Rispondevano che in tutte le professioni c'erano deì farabutti e che bisognava giudicare ogni movimento sulla base di ciò che offriva di meglio e non per ciò che esso comportava di peggiore.Questo era già abbastanza grave, ma resta da dire il peggio.Challenger era appena stato umiliato pubblicamente dagli spiritisti, da un uomo che aveva riconosciuto di essere un ignorante e che per qualunque altro argomento si sarebbe seduto ai piedi del professore come un bravo bambino: e tuttavia, durante un dibattito pubblico...Ma val la pena di raccontare l'episodio.Sappiate dunque che Challenger, forte del disprezzo che aveva per ogni tipo di opposizione e ignorando il valore effettivo dei fatti che gli sarebbero stati presentatiò aveva dichiarato di recente (momento fatale!) di essere disposto a scendere dal suo Olimpo per incontrare in un pubblico dibattito qualsiasi rappresentante dello spiritismo.«Sono pienamente cosciente», aveva scritto to, «che con tale accondiscendenza corro il rischio, come ogni scienziato della mia levatura, di attribuirc una certa dignità a queste assurde e grottesche aberrazioni dello spirito umano (dignità che esse sarebbero ben incapaci di rivendicare altrimenti!).Ma dobbiamo compierc il nostro dovere verso il pubblico: dobbiamo distoglierci periodicamente dal nostro lavoro serio per dare un colpo di scopa a queste effimere ragnatele che potrebbero accumularsi e diventare nocive se fossero risparmiate dalla Scienza.» Così, in questa disposizione d'animo forse troppo fiduciosa, Golia s'era levato per incontrare il suo minuscolo avversario.

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I particolari del dibattimento sono ormai di dominio pubblico, e non è necessario ripercorrere minuziosamente le fasi di quel penoso avvenimento.Ricorderete che il Grande Campione della Scienza giunse a Queen ' s Hall accompagnato da numerosi simpatizzanti razionalisti che volevano assistere alla distruzione impietosa dei visionari.Un considerevole numero di queste povere creature ingannate si trovava ugualmente all'appuntamento, sperando contro ogni speranza che il loro campione non fosse immolato senza misericordia sull'altare della Scienza oltraggiata.I due gruppi contrapposti riempivano la sala, e si sfidavano con lo sguardo dimostrando la stessa ostilità che avevano provato gh Azzurri e i Verdi mille anni prima nello stadio di Costantinopoli.A sinistra della pedana c'erano i ranghi serrati dei razionalisti più feroci, quelli che accusano di credulità gli agnostici vittoriani e NEI PAFSE l)El LE NEBBIE che rinverdiscono la loro fede nelle collezioni della Cazzetta Letterarla e del Libero Pensatore.A destra della pedana, la barba rossa di Mailey fiammeggiava come un orifiamma.Sua moglie e Mervin, il giornalista, erano seduti vicino a lui.Era circondato da gente seria: uomini e donne dell'Alleanza Spirituale di Queen Square, del Collegio Psichico e di tutti i diversi templi spiritisti, che si erano riuniti per incoraggiare il loro campione nel suo ingrato compito.In questo solido muro umano risaltavano i visi benevoli del droghiere Bolsover, che era venuto insieme ai suoi amici di Hammersmith, del facchino-medium Terbane, del reverendo Charles Mason dai tratti ascetici, di Tom Linden che era appena uscito di prigione, della signora Linden, del dottor Atkinson, di Lord Roxton, di Malone ecc.Fra i due campi era seduto, solenne, impassibile e un po' tronfio, il giudice Gaverson della Royal Court, che aveva accettato di presiedere.Fatto interessante, sintomatico e notevole, le Chiese organizzate si erano astenute dal partecipare a un dibattito critico che avrebbe chiamato in causa il cuore e i centri vitali della vera religione.Sonnecchiavano, erano semincoscienti: non potevano percio rendersi conto che lo spirito vivo della nazione si stava interrogando per sapere se erano irrimediabilmente condannate all'asfissia aila quale qlà tendevano, o se fosse possibile in avvenire una loro rcsurrezionc sotto altre forllle.

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In prima fila, di lato, era seduto il professor Challenger, imponente e mmaccioso, e dietro di lui stavano i suoi discepoli dall'ampia fronte: la sua barba assira si ergeva aggressiva, un mezzo sorriso errava sulle sue labbra, e le sue pesanti palpebre ricadevano insolentemente sui suoi intolleranti occhi grigi.Simmetricamente, sull'altro lato, era appollaiato un personaggiO opaco e senza pretese; il cappello di Challenger gli sarebbe arrivato alle spalle; era pallido, pieno di apprensione, e gettava verso il suo leonino avversario degli sguardi in cui si leggevano scuse e suppliche.Tuttavia, coloro che conoscevano James Smith, non avevano paura: sapevano infatti che, dietro la sua apparenza umlle e democratica, si nascondeva una conoscenza insieme pratica e teorica dell'argomento come la possedevano poche persone.I saggi della Società di Ricerca Psichica non erano che dei dilettanti in scienze psichiche, in confronto a spiritisti esperti come James Smith, che passavano la vita comunicando in vari modi con I invisibile.Succedeva talvolta che perdessero ogni contatto con il mondo in cui vivevano e diventassero assolutamente inutili per i lavori di ogni giorno: ma la direzione di un giornale pieno di vita e r13.IL PRC)EESSOR CHALLENGER SUL SENTIER() Di CiUERRAlea i Fl~amministrazione di una comunità numerosa e dispersa avevano tmantenuto James Smith con i piedi solidamente per terra.11 che non aveva impedito che le sue eccellenti facoltà naturali, ;non corrotte da una cultura mistificante, si concentrassero sull'u nico campo del sapere che offrisse alla intelligenza umana suffi ciente libertà di azione.Challenger non se l'aspettava: ma il di battito avrebbe messo a confronto un dilettante sicuro di sè e un severo professionista altamente qualificato.Tutti i presenti convennero che il primo intervento di Challen ger, che durò un'ora e mezzo, fu una splendida esibizione di ta lento oratorio e di genio polemico.La sua voce aveva la profondi tà dell'organo: possono emetterla solo uomini che vantano un metro e venticinque di torace.Essa si alzava e ricadeva con una cadenza perfetta che incantava l'uditorio.Era nato per dirigere un'assemblea; era evidente come fosse uno dei capi dell'umanità! Fu di volta in volta descritto tivo, umori stico, convincente.Dipinse un quadro suggestivo dello sviluppo naturale dell'animismo tra i selvaggi che tremavano sotto il cielo nudo incapaci di darsi ragione del battere della pioggia o del rom bare del tuono, e che vedevano

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un'intelligenza benevola o male vola dietro quei fenomeni della Natura che poi la scienza aveva classificato e spiegato.Partendo da ciò, da False prernesse, era stata costruita questa fede neoli spiriti o in esseri invisibili al di t'uori di noi: per un cu rioso atavismo, eccola emergere di nuovo nella nostra epoca fra gli strati meno colti dell'umanità.La scienza aveva il dovere di contrastare simili tendenze retrograde, ed era questo senso del dovere che aveva portato luiChallengermalgrado la sua ri pugnanza, dall'intimità del suo studio a quella pubblica ribalta.Fece una rapida caricatura del movimento spiritista quale lo descrivevano i suoi denigratori.Secondo il modo in cui lo raccon tò, era una storia di cattivo gusto: una storia di falangi d'alluci che scricchiolavano, di vernici fosforescenti, di fantasmi avvolti in veli di garza, di sordide speculazioni basate sulle ossa dei morti e il pianto delle vedove.. .Quelle persone erano le iene della specie umana che s'ingrassavano sulle tombe. (Applausi dei razionalisti e risate ironiche tra i partigiani dello spiritismo.) Non tutti erano dei mascalzoni. («Grazie, Professore!», gridò una voce stentorea.) Ma gli altri erano stupidi. (Risate.) Era esagerato definire stupido l'uomo che credeva che sua nonna gli trasmettesse dei messaggi mediante il piede di un tavolo da pranzo? Mai selvaggi erano scesi a un livello così basso di superstizione! Questa gente aveva rubato alla morte la sua dignità e aveva insozzato con la propria volgarità la serenità delle tombe.Era una faccenda veramente odiosa! Gli spiaceva di doversi NLL PAESE DEl LL NEBBIE1 esprimere in modo così crudo, ma solo il bisturi o la cauterizzazione potevano fermare la crescita di quel tumore.Certo l'uomo non aveva bisogno di farsi turbare da speculazioni grottesche sulla natura della vita nell'Aldilà.Non c'era abbastanza da fare in questo mondo? La vita era una cosa meravigliosa: l'uomo che comprendeva i veri doveri e le vere bellezze che essa comportava aveva abbastanza da fare, senza bisogno di tuffarsi in pseudoscienze che affondavano le loro radici nella frode, come era stato provato centinaia di volte dai tribunali, e che tuttavia trovavano sempre nuovi adepti la cui folle credulità e gli irrazionali pregiudiZl rendevano impermeabili ad ogni discussione.Questa, riassunta qui in modo crudo e brutale, fu la relazione che aprì il dibattito.

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I materialisti l'accolsero con grida di gioia.I partìgiani dello spiritismo sembravano furiosi e a disagio.Il loro oratore si alzò, pallido ma risoluto, per rispondere a quel massicCiò assalto.Il suo fisico e i suoi accenti non possedevano nessuna delle qualità che rendevano Challenger così impressionante, ma parlava con voce chiara, ed espose i propri argomenti con la precisione di un artigiano da lungo tempo familiare con i propri utensili.Il signor James Smith era molto intimidito.Sentiva bene quanta presunzione avesse avuto, lui così poco colto, a misurarsi con un avversario così celebre e che lui stesso rispettava molto.Gli Sellibl'a\'a tuttavia che, nella lunga lista delle imprese compiute das pl o i e»or C halienger, imprese che avevano reso famoso il suo nome in tutto il mondo, ne mancasse una: ed era purtroppo proprio su questa lacuna nel suo sapere che era stato convinto a parlare.Aveva ascoltato il professore con ammirazione per la sua eloquenza, ma con sorpresa e quasi con ripulsa, per così dire, per le affermazlom che aveva udito.Era chiaro che il professore aveva preparato la sua conferenza leggendo tutta la letteratura antispiritistica che aveva potuto trovare (e questa fonte d'informazioni era alquanto dubbia!) ma aveva trascurato di prendere cognizione delle opere di autori che parlavano dall'alto della loro esperlenza oltre che delle loro convinzioni.Tutta questa storia di articolazioni scricchiolanti e di altri trucchi banali rimontava all'epoca vittoriana: e, nell'aneddoto della nonna che comunicava per mezzo di un piede di tavolo, non vedeva mente di somigliante a una descrizione obiettiva dei fenomeni psichici.Tali confronti gli ricordavano i commenti ironici che avevano salutato gli esperimenti di Galvani, con le rane morte che si contraevano in seguito ad impulsi elettrici, e che avevano ritardato la presa m considerazione dei suoi esperimenti con l'elettricita.Non erano parole degne del professor Challenger! ~ 13.IL PROFESSOR CHALLENGER SUL SENTIERO Di GUERRA I /1 [Come poteva ignorare che un medium fraudolento era il peg Fgior nemico degli spiritisti, che lo si denunciava ogni volta che se [>ne scopriva uno, e che queste rivelazioni erano fatte dagli stessi spiritisti che stigmatizzavano le «iene umane)> altrettanto severa mente che il suo avversario? Non si

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condannano le banche perché gli usurai se ne servono talvolta per i loro imbrogli.Abbassarsi a confutare argomenti talmente puerili era far per der tempo a un uditorio così ragguardevole.Se il professor Chal lenger avesse negato le implicazioni religiose dello spiritismo pur ammettendone i fenomeni, gli sarebbe stato più difficile rispon dere.Ma, negando tutto? si era messo in una posizione assoluta mente insostenibile.Senza dubbio, il professor Challenger aveva letto il recente libro del professor Richet, il celebre fisiologo.Quell'opera aveva richiesto trent'anni di lavoro, ma Richet aveva controllato tutti i fenomeni'.Forse il professor Challenger avrebbe consentito a rivelare al l'assemblea la natura degli esperimenti personali che aveva com piuto, e che gli davano il diritto di paragonare Richet, Lombroso o Crookes ad altrettanti selvaggi superstiziosi? Era altamente probabile che il suo avversario avesse compiuto in privato degli esperimenti di cui non sapeva nulla: ma, in quel caso, avrebbe do vuto portarli a conoscenza di tutti! E, finchè non l'avesse fatto, sarebbe stato antiscientifico e davvero deplorevole schernire degli uomini la cui reputazione era appena inferiore alla sua e che ave vano compiuto esperimenti rigorosi poi svelati al pubblico.Quanto a dire che il mondo cosiddetto reale basta a se stesso, ciò poteva essere un punto di vista valido per un professore di suc cesso dotato di un fisico robusto, ma chi viveva in una mansarda di Londra con un cancro allo stomaco, avrebbe potuto rimettere in discussione la dottrina secondo la quale non serve a niente aspettare con ansia uno stato diverso dall'attuale.James Smith faceva un lavoro da artigiano, illustrato da fatti, date e cifre.Benchè non raggiungesse le vette dell'eloquenza, enunciava una quantità di concetti che esigevano una replica.Fu presto chiaro, e non senza sconcerto, che Challenger non era in grado di replicare.Aveva letto con cura tutti i testi a favore della propria tesi, ma aveva trascurato di studiare quelli del suo av versario: aveva accettato con faciloneria le ipotesi speciose e pue rili di scritto tori incompetenti che avevano trattato un argomento senza prima approfondirlo.

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| Charles Robert Richet (l850-l935), fisiologo francese, Premio Nobel per la Medicina nel 1913.Siinteressòprofondamenteeconconvinzioneallaparapsicologiaeallospiriti smo, scrivendo numerosi saggi al riguardo.Il suo Traitè de Mètapsychique (iì hbro cul al lude Conan Doyle) èdel 1922 (N.d.C.).NEI PAESE DELLE NEBBIEi~ Invece di rispondere al signor James Smith, Challenger si incol lerì.Il leone cominciò a ruggire.Scuoteva la sua oscura criniera e i| suoi occhi lanciavano lampi mentre la sua voce tonante risuonava| di nuovo nella sala.Che senso aveva rifugiarsi dietro nomi di| scienziati certo rispettabili, ma che avevano deviato dal retto| cammino? Con che diritto gli spiritisti potevano aspettarsi che i| più serl scienziati sospendessero i loro lavori per perder tempo ad| esammare le loro folli supposizioni? C'erano cose ovvie, che non| avevano bisogno di essere dimostrate.1! A coloro che facevano delle affermazioni incombeva l'onere di portare delle prove.Se il suo contraddittore, il cui nome gli sfugglva, dichiarava di poter suscitare gli spiriti, che ne facesse sorgere subito uno davanti a quell'uditorio attento e imparziale! Se diceva di ricevere dei messaggi soprannaturali, desse le notizie in anticipo alle agenzie di stampa! («E già successo!», gridarono alcunl splrltisti. ) «Lo dite voi, io lo nego ! Conosco troppo bene le vostre ridicole asserzionl per prenderle sul serio. (Tumulto.L'oratore pesta un plede al giudice Gaverson. ) Se afferma di godere di un'ispirazione superiore, che dia la chiave dell'enigma poliziesco di Peckham Rye! Se è in contatto con esseri angelici, che ci dia una filosofia piÙ alta di quella che un mortale è capace di concepiret» Questa falsa scien/a, questa mimetizzazione dell'ignoranza, queste ldiozle a proposito dell'ectoplasma e di altri mitici prodotti dell Immagmazione psichica non erano che manifestazioni di puro e semplice oscurantismo, figli bastardi della superstizione e dalle tenebre.Ovunque la faccenda era stata sottoposta ad esame, si erano scoperti corruzione e putridume mentale.Tutti i medium erano coscientemente degli impostori. («E lei un bugiardo!», gridò una vocedidonna vicinoaiLinden.) Levoci dei morti non avevano pronunciato che balbettii infantili.

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I manicomi erano pieni dei sostenitori di quel culto, e ce ne sarebbero stati ancora di più se ognuno avesse ricevuto quel che meritava Il suo discorso era stato violento, ma risultò assolutamente inefficace.Il grand'uomo era costernato! Si rendeva conto che la faccenda era seria e che vi si era imbarcato con leggerezza.Si era rlfugiato nella collera, aveva tuonato, aveva proceduto per affermaziom perentorie: tattica che funziona soltanto se non c'è un avversario capacc di trarne profitto.I partigiani dello spiritismo sembravano più divertiti che sconcertati.I materialisti, a disagio si agltavano sulle sedie.James Smith si alzò per dare l'ultimo colpo di mazza.Sorrideva maliziosamente.Tutto nel suo comportamento era una minaccia vivente.Si trovava costretto. disse, a pretendere dal suo illustre collega un aìteggiamellto più scientifico.Non era forse un fatto strano S 13.IL PROFESSOR CHALLENGER SUL SENI IER() Di GUERRA s s z w che tanti studiosi, quando erano in gioco le loro passioni o le loro E prevenzioni, mostrassero un così profondo disprezo per i propri stessi princìpi? Fra questi princìpi, il più rigido era quello per il quale non si può rigettare un argomento prima di averlo esamina Si era visto di recente, a proposito della telegrafia senza fili o delle macchine volanti più pesanti dell'aria, che potevano succedere e verificarsi le cose più sorprendenti.Era estremamente pericoloso affermare a priori che qualcosa era impossibile.Eppure il professor Challenger aveva commesso questo errore! La fama che aveva così giustamente guadagnata relativamente a problemi che aveva studiato, l'aveva utilizzata per gettare il discredito su un problema che non aveva studiato.Un uomo poteva essere un grande fisiologo o un grande fisico: ma da ciò non si poteva dedurre che fosse anche un'autorità nelle scienze psichiche.Era evidente che il professor Challenger non aveva letto le opere fondamentali che trattavano dell'argomento sul quale si atteggiava ad autorità.Poteva citare all'uditorio il nome del medium studiato da Schrenck Notzing? Fece una pausa per la risposta.Poteva dire almeno il nome del medium del dottor Crawford? NoS Poteva dire qual era stato l'oggetto degli esperimenti del professor Zollner a

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Lipsia? Come? Continuava a tacere? Ma se erano i punti essenziali dei dibattito! aveva esitato a colldurre attacchi personali, ma il rude linguaggio del professore esigeva da parte sua una franchezza corrispondente.Sapeva il professore che l'ectoplasma di cui si era burlato era stato sottoposto all'esame di venti professori tedeschi (i cui nomi erano a sua disposizione) e che tutti avevano certificato la sua esistenza? Come poteva il professor Challenger negare con tanta leggerezza ciò che i suoi eminenti colleghi avevano affermato? Voleva forse insinuare che erano dei mentitori o degli sprovveduti? La verità era che il professore era andato in quella sala ignorando completamente i fatti, e che li veniva a sapere allora per la prima volta.Non supponeva minimamente che la scienza psichica avesse già le sue leggi, altrimenti non avrebbe formulato una richiesta così puerile come quella di chiedere a una forma ectoplasmica di manifestarsi in piena luce su quella pedana, quando qualsiasi studente sapeva che l'ectoplasma era solubile alla luce.Quanto all'enigma poliziesco di Peckham Rye, nessuno aveva mai pensato che il mondo degli angeli fosse una succursale di Scotland Yard.Gettare la polvere negli occhi alla gente, ecco un'azione che, da parte di un uomo come il professor Challenger...A questo punto avvenne l'eruzione.Challenger si era agitato I /si NEL PAESE DELLE NEBBIE sulla sedia, si era tirato la barba, e aveva bombardato l'oratorel .con sguardi assassini.Ma ad un tratto, balzò come un leone ferito verso la tavola a fianco del presidente che, ben sistemato nella poltrona, era immerso nel dormiveglia con le mani paffute sul l'ampio pancione e che, davanti a quell'apparizione improvvisa, sobbalzò così forte che per poco non cadde a terra.«Si sieda, signore! Si sieda!», gridò.«Mi rifiuto di sedermi!», ruggì Challenger. «Signore, mi appello a lei, che presiede questo dibattito ! Sono forse qui per essere insultato? Questo modo di fare è intollerabile! Non lo sopporterò più a lungo! Poichè è in gioco il mio onore personale, mi vedo costretto a prendere io stesso l'affare in mano!» Come molti di quelli che calpestano le opinioni altrui, Challenger era estremamente suscettibile quando qualcuno osava prendersi la minima libertà con le proprie.Ciascuna delle frasi incisive del suo contraddittore era stata una banderilla appuntita piantata nel fianco di un toro schiumante.

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Ora, nel suo cupo furore, alzava l'enorme pugno peloso al di sopra della testa del presidente in direzione del suo avversario, il cui sorriso ironico decuplicava le sue velleità di rissa.A forza di minacciare col pugno James Smith, il professore cadde in avanti e trascinò nella caduta il presidente, che finì lungo disteso sulla pedana.Subito il chiasso nella sala raggiunse il culmine.La metà dei razionalisti era scandalizzata; l'altra metà in segno di simpatia verso il proprio campione, gridava: «È una ver gogna!».I partigiani dello spiritismo erano scoppiati in clamorir canzonatori, ma molti si erano lanciati verso la pedana per pro teggere il loro campione contro la violenza fisica.«Bisogna che facciamo uscire di qui il vecchio!», disse Roxton a Malone. «Assassinerà qualcuno se non ci mettiamo di mezzo noi.Voglio dire. . .Darà delle gran botte tutt'in giro, no? E la poli zia dovra intervenire!» Sulla pedana c'era una ressa brulicante e urlante.Malone e Roxton si fecero largo sgomitando per raggiungere Challenger.Un po' spingendolo un po' usando eloquenti mezzi di persuasio ne, lo fecero uscire dall'edificio.Profferiva ancora ogni sorta di minacce.Nella sala fu votata, tanto per la forma, una mozione in onore del presidente, e la riunione terminò con risse e zuffe.Tutta questa storiadichiarò il Times l'indomani mattinaè deplorevole: essa lllustra con forza la pericolosità dei dibattiti pubblici su argomenti che inte ressano i pregiudizi degli oratori e dell'uditorio.Termini quali idiota microcefa lo o sopravvissuto scimmiesco profferiti all'indirizzo di un avversario dialettico da un professore di fama mondiale, testimoniano fino a che punto ci si permette di arrivare oggigiorno.[13.IL PROFESSOR CHALLENGER SUL SENTIERO Di GUERRA I /O [Questa lunga interpolazione ci riporta all'umore del professor FChallenger.Abbiamo detto che era nero: stava seduto alla sua scrivania, aveva in mano una copia del Times, e le sue sopracci iFglia erano aggrottate sotto il fardello della collera.Eppure, fu proprio quello il momento scelto dal maldestro Malone per porgli la domanda più intima che un uomo possa fare a un suo simile.

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Vediamo di essere obiettivi: potrebbe essere un'ingiustizia nei riguardi del senso diplomatico di Malone dire che aveva scelto di proposito quel momento.In realtà era venuto per assicurarsi che quell'uomo, per il quale, malgrado la sua eccentricità, nutriva ri spetto e affetto, non soffrisse per quello che era successo la sera prima.Su questo punto almeno fu prontamente rassicurato.«È intollerabile!», ruggì il professore.A sentirlo, si sarebbe detto che avesse passato la notte a vocife rare.Challenger ripetè: «È intollerabile! C'era anche lei, Malone! Malgrado la sua in comprensibile simpatia per le opinioni cretine di quella gente, vorrà ammettere che il modo di condurre il dibattito era per me intollerabile, e che la mia protesta era giustificata, più che giusti ficata! Può darsi che quando ho tirato il tavolo della presidenza in testa al direttore del Collegio Psichico, io abbia oltrepassato i limiti della cortesia, ma c'era stata una provocazione eccessiva! Non dimentichiamo quello Smith o Brownil suo nome è il più banale del mondoaveva osato accusarmi d'ignoranza e di aver gettato polvere negli occhi al pubblico! ».«È vero!», disse Malone in tono conciliante. «Però, professo re! Ha assestato loro due o tre colpi terribili...» I tratti tirati di Challenger si distesero e lo scienziato si fregò le mani tutto contento.«Sì, credo che qualcuno dei miei pugni sia giunto a segno! Penso che non li dimenticheranno.E poi, quando ho detto che i manicomi si sarebbero riempiti se ognuno di loro avesse ricevuto quel che si meritava, hanno accusato il colpo.Hanno guaito tutti, mi ricordo, come un canile pieno di cuccioli.Quello che mi ha fatto andare il sangue alla testa è stata la loro assurda osservazione sul fatto che avrei dovuto leggere i loro libri pieni di stupidaggini.Ma spero, ragazzo mio, che lei sia venuto stamattina per dirmi che il mio discorso di ieri sera ha avuto un buon effetto sul suo cervello, e che lei ha corretto delle opinioni che nuocciono grandemente, lo .confesso, alla nostra amicizia . » Malone si tuffò coraggiosamente.«Quando sono venuto qui avevo altro per la testa», disse. «Lei sa che sua figlia Enid e io abbiamo lavorato molto insieme in questi ultimi tempi.Per me, signore, lei è diventata l'unica donna al mondo, e non sarò felice che il giorno in cui diventerà mia moglie.

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l l u NEL PAESE DELLE NEBBIE Non sono ricco, ma mi è stato offerto un posto di vice redattore capo in un giornale, e possiedo tutte le risorse pecuniarie necessarle per fondare un focolare.Lei mi conosce da un po' di tempo, e spero che non avrà niente contro di me.Confido dunque di poter contare sulla sua approvazione.» Challenger si lisciò la barba e le sue palpebre scivolarono in modo pericoloso davanti ai suoi occhi.«Le mie facoltà», disse, «non sono poi così indebolite che io non mi sia accorto dei rapporti che si sono instaurati fra mia figlia e lei.Questo problema è tuttavia strettamente collegato a ciò che discutevamo dianzi.Ambedue avete, temo, succhiato il latte avvelenato di quei sofismi: oraio mi sento sempre più incline a consacrare il resto dei miei giorni ad estirparli dall'umanità Se non altro sul piano dell'eugenetica, non posso dare il mio consenso a un unione fondata su tali basi.Devo dunque pregarla di darmi la sua piena assicurazione che le sue idee sono divenute più sane.Faro la stessa domanda a Enid.» Fu così fu che Malone entrò a far parte della nobile falange dei martiri.Il dilemma era crudele: l'affrontò da uomo.«Sono certo, signore, che lei non avrebbe molta stima di me se le mie opinioni sulla veritàgiuste o false che sianooscillassero al vento, piegandosi a considerazioni materiali.Sono incapace di modificare le mie idee, nemmeno per conquistare Enid.Sono sicuro che lei sarà d'accordo con me.» «Non pensa che io sia stato il migliore ieri sera?» «Ho trovato il suo discorso molto eloquente.» «Non l'ho convinto?» «Non contro la testimonianza dei miei propri sensi.» «Qualunque impostore potrebbe ingannare i suoi sensi.» «Temo, signore, di avere un'opinione ben radicata su questo punto . » «Allora lo è anche la mia! », ruggì Challenger con un lampo feroce negli occhi. «Lei lascerà questa casa, signore, e non ci ritornerà che quando sarà guarito dalla sua follia.» «Un momento! », esclamò Malone. «La prego, signore, di non precipitare le cose.Do troppo valore alla sua amicizia per rischiare di perderla, se questa perdita può in qualche modo essere evitata.Forse, sotto la sua guida, capirò meglio i fenomeni che mi preoccupano.

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Se riuscissi a organizzare la cosa, accetterebbe di presenziare personalmente a una dimostrazione durante la quale le sue poderose facoltà di osservazione potrebbero proiettare un raggio di luce su ciò che mi fuorvìa?» Challenger era molto sensibile all'adulazione.Fece la ruota come un pavone.«Mio caro Malone», disse, «se posso aiutarla ad espellere que >3.IL PROFESSOR CHALLENGER SUL SENTIERO Di GUERRA t z X sto viruscome possiamo chiamarlo? "Mlcrobus spiritualen_ sis"dal suo organismo, mi metto a sua disposizione.Saro felice di consacrare un po' del mio tempo a smontare quegli errori speciosi di cui lei è stato così facilmente vittima.Non dirò che lei sia completamente privo di cervello, ma devo dire che il suo io si = lascia influenzare troppo facilmente.L'avverto che sarò un in w quisitore pignolo e che impiegherò in quest'inchiesta i metodi di Zlaboratorio nei quali, come è universalmente riconosciuto, sono un esperto.» «E proprio Ciò che desidero.» «Allora crei l'occasione, e non me la lascerò sfuggire.Ma, fino Fad allora, lei comprenderà la mia insistenza perché i suoi progetti con mia figlia non vadano avanti.» Malone esitò.«Le do la mia parola per sei mesi!», disse infine.«E che cosa farà dopo questo termine?» «Prenderò una decisione!», rispose Malone con diplomazia.Così superò con onore una situazione che, ad un certo momen to, si era fatta pericolosa.Ebbe la fortuna di incontrare sul pianerottolo Enid, di ritorno dalle commissioni mattutine.Come ogni irlandese, era elastico nelle sue valutazioni: pensò che i sei mesi potevano cominciare qualche minuto più tardi, e convinse Enid a scendere con lui in ascensore.Era uno di quegli ascensori che possono essere mano vrati solo da chi li usa: in quell'occasione rimase incastrato fra due pianerottoli in un modo a cui solo Malone poteva portare ri medio.Malgrado vari richiami impazienti rimase incastrato per più di un quarto d'ora.Quando consentì a funzionare regolarmente, ed Enid potè risalire al suo piano e Malone raggiungere la strada, gli ,innamorati erano pronti ad aspettare sei mesi e condividevano la speranza che quell'esperimento avrebbe avuto un risultato favo revole.

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t i 14.CHALLENGER INCONTRA UNO STRANO COLLEGAX sv ~2\PITOLO QU!ATTORDICESIMO Challenger incontra uno strano collega Il professor Challenger non aveva l'amicizia facile.Chi voleva diventare suo amico, doveva rassegnarsi ad essere anche il suo protetto.Non ammetteva di avere eguali: ma, come patrono, era magnifico.Con la sua aria da Giove, la sua colossale condiscendenza, il suo sorriso divertito, il suo modo di fare che pareva quello di un dio in visita presso i mortali, poteva essere di una amabilità travolgente.Ma, di rimando, esigeva certe qualità.La stupidità lo nauseava.La bruttezza fisica lo disgustava.L'indipendenza gli faceva orrore.Aveva un debole per chi, ammirato da tutti, ammirava a sua volta il superuomo che stava al di sopra di lui: per esempio il dottor Ross Scotton che, per questo motivo, era stato l'allievo favorito di Challenger.Ora il dottor Scottorl sta\~a per morire.Era curato dal dottor Atkinson. del Santa Maria; che ha già avuto una parte secondaria in questo racconto, ma nei suoi bollettini medici si notava un crescente pessimismo.Era affetto da una grave forma di sclerosi multipla: Challenger sapeva che Atkinson non si sbagliava dicendo che la guarigione era una possibilità lontana e poco probabile.Quale prova atroce della natura irrazionale delle cose, il fatto che un giovane studioso, che aveva già pubblicato due opere di valore come L 'embriologia del sistema nervoso simpatico o La falsità dell'indice obsonico, dovesse presto scomporsi nei suoi elementi chimici senza lasciare dietro di sè il minimo residuo personale o spirituale! Il professore alzava le spalle massicce, scuoteva la grossa testa e tuttavia accettava l'inevitabile.Secondo le ultime notizie, lo stato del dottor Scotton stava peggiorando; poi fu il silenzio: un silenzio di cattivo augurio.Challenger andò a casa del suo giovane amico a Govver Street.Quell'esperienza fu per lui atroce, e non la ripetè.I crampi muscolari caratteristici del male annodavano le membra del paziente che si mordeva le labbra per soffocare le urla che l'avrebbero sollevato ma che sarebbero state indegne dell'uomo che era.

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Il giovane infermo afferrò la mano del suo mentore come un naufrago che sta affogando afferra la prima tavola che gli capita.i «È proprio vero quello che lei ha detto? Non c'è speranza di vi vere oltre i sei mesi di tormenti che mi ha accordato la Medicina? Lei, con la sua sapienza e la sua scienza, è possibile che non scorga «, i una scintilla di vita o di luce in quella notte eterna in cui si effet i tuerà la mia decomposizione?» «Si faccia forza, ragazzo mio, si faccia forza!», disse Challen |~ger. «Meglio guardare i fatti in faccia che cullarsi nelle illusioni.» |tAllora le labbra del malato si aprirono e ne uscì un urlo lungo e sinistro.Challenger si alzò e uscì di corsa.0Ma poi si verificarono dei fatti sorprendenti: tutto cominciò con l'apparizione della signorina Delicia Freeman.Una mattina, qualcuno bussò alla porta dell'appartamento di Challenger.Austin, sempre austero e taciturno, non vide niente all'altezza dei suoi occhi quando l'aprì.Abbassando lo sguardo, scorse una ragazza il cui viso delicato e gli occhi lucenti come quelli di un uccello erano alzati verso di lui.«Vorrei vedere il professore», disse lei infilando una mano nel la borsa per tirarne fuori un biglietto da visita.«Non può riceverla!», rispose Austin.«Oh, sì che può ! », insistette la giovane ragazza con invincibile serenità.Nessulla redazione di Qiornalc, nessun ufficio di segreteria o di iuomo di Stato, nessuna cancelleria politica l'avrebbero trattenu ta, poichè era convinta di dover fare una buona azione.«Non può riceverla!», ripetè Austin.«Oh, ma io devo vederlo, si figuri!», disse la signorina Free man.Si chinò bruscamente per passare sotto il braccio del maggior domo poi, con istinto infallibile, si precipitò verso la porta del sa cro studio.Bussò ed entrò.La testa del leone emerse dalla scrivania carica di carte, e i suoi >occhi lanciarono fiamme.«Cosa significa questa intrusione?», ruggì il leone.La giovane era molto tranquilla.Sorrise dolcemente al viso leo nino.«Felicissima di fare la sua conoscenza!», disse. «Sono Delicia Freeman . » «Austin!», urlò il professore.La figura impassibile apparve nel vano della porta.

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«Cosa vuol dire questo, Austin? Come ha fatto a entrare que sta persona?» «Non ho potuto impedirlo», gemette Austin. «Venga, signori na, basta così ! » «Soprattutto non si arrabbi! Farebbe davvero male!», disse la NEL PAESE DELLE NEBBIE giovane molto dolcemente. «Mi avevano detto che lei era un tipo terribile, ma secondo me invece è un tesoro.» «Chi è lei? Cosa vuole da me? Si rende conto che io sono uno degli uomini più occupati di Londra?» La signorina Freeman infilò di nuovo la mano nella borsa.Pescava sempre qualcosa nella borsa: ora un foglio di denuncia sul massacro degli Armeni, ora un opuscolo contro la politica vessatoria della Grecia, ora un appunto sulle missioni evangeliche, e talvolta un volantino di appoggio alle istanze degli spiritisti.Quel giorno si trattò di un foglio di carta da lettere ripiegato.«Da parte del dottor Ross Scotton», disse.Il foglio era stato malamente scarabocchiato.Era quasi illeggibile.Challenger chinò su di esso la testa possente.La prego, caro maestro e amico s ascolti quello che la latrice di questo biglietto le dira.So che lel con condividerà le sue idee.Gliela mando ugualmente.Lei mi ha detto che non c'era più speranza, ma io ho provato, e c'è.So che il mio tentativo puo sembrare Indegno di un uomo civile, e folle.Ma qualunque speranza è megho che nessuna.Al posto mio avrebbe fatto lo stesso.Vorrebbe accantonare X SUol pregiudìzi e rendersene conto di persona? Il dottor Felkin viene alle tre.J.Ross Scotton Challenger lesse due volte il foglio e sospirò.Il male doveva ormai aver leso il cervello..<Dice .lle devo ascoltarla.Di che si tratta? Sia concisa.» asSi tIdiia di UIIO spirito medico.» Challenger sobbalzò sulla poltrona.«Mio Dio!», esclamò. «Non riuscirò dunque mai a liberarmi da queste assurdità? Non possono lasciar tranquillo quel povero diavolo sul suo letto di morte senza illuderlo vergognosamente?» La signorina Delicia battè le mani: i suoi occhi vivaci brillavano di glola.«Non è più sul suo letto di morte.

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Sta meglio.» «Chi dice che sta meglio?» «11 dottor Felkin.Lui non sbaglia mai.» Challenger storse il naso.«Non lo vede da molto tempo?», chiese lei.«Da qualche settimana.» «Oh, non lo riconoscerebbe! È quasi guarito.» «Guarito! Guarito da una sclerosi multipla in qualche settimana!» «Vada a trovarlo.» «Lei vuole che io diventi complice di un imbroglio infernale! E subito dopo il mio nome sarà nella lista dei garanti di questa canagliata? Conosco questa musica! Se ci vado, finirò per prendere quello "spirito medico" per il collo e buttarlo giù dalle scale!» = 14 CHALLENGER INCONTRAUNOSTRANoCoLLE(iA r FLa visitatrice rise di cuore.F«Lui direbbe con Aristide: "Picchiami, ma ascoltami!".Ma [ascolterete Ross, ne sono sicura.Il suo allievo è un po' come lei.tSi vergogna molto di guarire grazie ad un metodo così poco orto dosso.Sono io che ho chiamato il dottor Felkin al suo capezzale.Lui non voleva.» «Ah, è lei che. . . ? Lei non manca nè di audacia nè di iniziativa ! » «Sono pronta ad assumermi'qualsiasi responsabilità quando so di aver ragione.Ho parlato con il dottor Atkinson.Conosce un po' le scienze psichiche.Ha verso di esse molti meno pregiudizi della maggior parte degli uomini di scienza. . . come lei ! Ha espres so l' opinione che per un morente si poteva tentare di tutto.Allora il dottor Felkin è venuto.» '«Mi dica dunque come questo ciarlatano cura il suo paziente. » «È proprio quello che il dottor Ross Scotton desidera che lei ve da. . .» Estrasse dalle profondità della borsa un orologino e lo guardò.« . . .Sarà là fra un'ora.Dirò al suo amico che lei verrà.Sono si cura che non lo deluderà.Oh!...» Infilò di nuovo la mano nella borsa prima di aggiungere: «...Ecco una recentissima nota informativa sulle atrocità in Bessarabia.Un problema molto più serio di quel che si crede di solito.Avrà appena il tempo di leggerlo prima di venire.Buonasera, professore, e arrivederla!».Fece un inchino al leone che ringhiava, e uscì.Ma aveva portato a termine la sua missione.

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C'era qualcosa di travolgente in quell'entusiasmo assolutamente disinteressato, e Challenger non potè resistervi.Poco dopo l'uscita della ragazza, si fece portare a casa del suo allievo, si arrampicò per la stretta scala, e la sua massiccia figura riempì la porta della povera camera dove giaceva il suo allievo favorito.Ross Scotton era coricato sul letto e indossava una veste da camera rossa.Con un movimento di gioiosa sorpresa, il suo professore vide che era ingrassato e che nel suo sguardo brillava una fiamma di vita e di speranza.«Sì, sto migliorando ! », esclamò Scotton. «Da quando Felkin è venuto a consulto con Atkinson la prima volta, ho sentito rinascere in me la forza di vivere.Oh, maestro, è orribile star sveglio tutta la notte, pensare a quei maledetti microbi che vi rosicchiano fino alle radici della vita! Potevo quasi sentirli.E quei crampi che torcevano il mio corpo come uno scheletro disarticolato ! Ma ora, salvo un po' di dispepsia e di orticaria nel palmo delle mani, non soffro più.E questo grazie a quel caro medico che mi ha aiutato. » Fece un gesto con la mano, come per indicare qualcuno presente nella stanza.Challenger, irritato, si voltò: si aspettava di vede re dietro di sè un ciarlatano soddisfatto di se stesso, ma non c'era NEL PAESE DELLE NEBBIE nessun medico.Una fragile giovane donna che sembrava un'infermiera, calma, discreta, con dei magnifici capelli neri, sonnecchiava in un angolo.La signorina Delicia, con un'aria da santarellina stava vicino alla finestra.«Sono felice che stia meglio, mio caro ragazzo!», disse Challenger. «Ma non perda la ragione.Una simile malattia ha naturalmente la sua sistole e la sua diastole.» «Gli parli, dottor Felkin! Lo illumini!», disse l'ammalato Lo sguardo di Challenger esaminò la cornice e il rivestimento delle pareti.Il suo allievo si rivolgeva ad un medico che stava nella stanza, e tuttavia non si vedeva nessuno.La sua aberrazione era giunta a tal punto che credeva di essere curato da apparizioni fluidiche? «Ha veramente un gran bisogno di essere illuminato!», disse una voce grave e virile proprio accanto a lui.Fece un balzo.Era stata la giovane donna che sembrava un'infermiera a parlare.«Mi permetta di presentarla al dottor Felkin», disse la signorina Delicia con un sorriso malizioso.

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«Cos'è questa buffonata?», esclamò Challenger.La giovane si alzò e frugò in una piega del suo vestito.Poi fece con la mano un gest(> d'impazienza.tC'. stato uj stlÌ aro.otit"Ta. m CUi una tabacchiera faceva parte dell.a miP _t+' eo i nl;6 rullle nti di flebotomla.Ho vissuto prima dell'epoca di Laennec', e non avevamo ancora a disposizione lo stetoscopio; ma avevamo ugualmente il nostro plCCO1O armamentario chirurgico.Tuttavia la tabacchiera era un simbolo di pace e volevo offrirle di servirsene; ma, ahimè, essa e defunta!» Durante questo discorsetto, Challenger stava in piedi con lo sguardo fisso e le narici dilatate.Poi si voltò verso il letto.«Devo pensare che costei è il suo medico... che lei si fa curare da questa persona?» La giovane donna si raddrizzò.«Signore, andrò per le spicce con lei.Vedo molto chiaramente che è uno di coloro che sono immersi così a fondo nel sapere materialista da non aver avuto il tempo di chinarsi sulle possibilità dello spirito.» «Non mi avanzava eerto tempo da consacrare a delle assurdita!», disse Challenger.«Caro maestro!», eselamò una voce dal letto. «La supplico di ricordarsi di tutto quello che il dottor Felkin ha già fatto per me.I Rene I ael ec (l'SI IS2(,), ultdito i'IdiltC%e, l'U l'inventore dello .stetoscopio, ed è considerato il padi-e della medicilla toratica (At d C )6 r 14.CHALLENGER INCONTRA UNO STRANO COLLEGA s uJ Lei ha visto in che condizioni ero un mese fa, e vede in che condi zioni sono ora.La prego di non offendere il mio migliore amico ! » «Penso, professore, che lei debba delle scuse al nostro caro dottor Felkin», aggiunse la signorina Delicia.[«Sono capitato in un manicomio!», sogghignò Challenger.FPoi cedette alla sua tendenza favorita e fece sfoggio dell'ironia elefantiaca che era una delle armi più efficaci nei confronti degli 0studenti recalcitranti.«Forse, signora... o devo dire: rispettabile professore?...Lei permetterà a un modesto e rozzo apprendista, che possiede in fatto di scienza soltanto ciò che questo mondo può offrirgli, di sedersi umilmente in un cantuccio e di tentare di imparare qualcosa osservando i suoi metodi e seguendo il suo insegnamento?» Aveva pronunciato queste parole con le

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spalle alzate fino alle orecchie, le palpebre che nascondevano gli occhi e le mani aperte davanti a sè: un vero monumento al sarcasmo! Ma il dottor Felkin andava su e giù per la stanza a passi pesanti e impazienti, e non faceva caso al suo atteggiamento.«D'accordo! », disse distrattamente. «Pienamente d'accordo! .Si metta in un angolo e non si muova .Soprattutto non parli ! Questo caso impegna tutte le mie facoltà.» Il dottor Felkin si rivolse al malato con aria di dominio.r«,,.Bene! Bene! Lei fa prorrt»S>iFra due mesi sarà di nuovo rin sala operatoria.f~ «Impossibile!», esclamò Ross Scotton soffocando un sin ghiozzo.«Perché impossibile? Glielo garantisco.Io non faccio promes se a vuoto.» «Ne rispondo io», disse la signorina Delicia. «Caro dottore, ci dica un po' chi era da vivo.» «O donna, eternamente donna! Ai miei tempi ciarlavano, e ciarlano ancora.No ! Ora visiterò il nostro giovane amico qui pre sente.IL polso?...Non è più irregolare.Ecco già un segno di mi glioramento.La temperatura?...Assolutamente normale.La pressione?...Ancora più alta di quanto vorrei.La digestione?...Lascia molto a desiderare.Quel che voi moderni chiamate lo SCiò ,>.pero della fame, verrebbe proprio bene.Insomma, lo stato gene 2rale è discreto.Ora vediamo il focolaio principale del male.Si tol ga la camicia, signore, e si metta bocconi.Benissimo!» La donna fece scorrere le dita con forza e precisione lungo la parte superiore della colonna vertebrale, poi le affondò nella car ne con una violenza improvvisa che fece gemere il malato.«Va molto meglio! CXè, come ho spiegato, un leggero difetto nell'allineamento delle vertebre: questo difetto, come sento, ha provocato il restringimento dei varchi foraminosi dai quali emer NEL PAESE DELLE NEBBIE gono le radici dei nervi.

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Ciò ha provocato una compressione Poichè questi nervi sono i veri conduttori della forza vitale, l'equilibrio generale ne è stato sconvolto.I miei occhi sono come i vostri rudimentali raggi X: vedo che la situazione è quasi ristabilita e che la costrlzione fatale va sparendo...Spero, signore», continuò rivolgendosi a Challenger, «di averle reso comprensibile la patologia di questo caso.» Challenger borbottò qualcosa per esprimere la sua ostilità in generale e il suo disaccordo in particolare su quel «caso».«Dissiperò le piccole difficoltà che ancora preoccupano il suo spirito.Ma intanto, mio caro ragazzo, lei sta chiaramente meglio e mi rallegro dei suoi progressi.Faccia i miei complimenti al mio collega, il dottor Atkinson, e gli dica che non posso suggerire altro.Il medium è una povera ragazza stanca; perciò oggi non mi fermerò più a lungo.» «Ma lei ha promesso di dirci chi è stato!» «In verità, c'è poco da dire.Ero un medico qualunque.Quando ero giovane, ho lavorato con il grande Abernethy, e forse ho assimilato i suoi metodi.Quando, ancora giovane, sono passato nell'Aldilà, ho continuato i miei studi e sono stato autorizzato purche avessi trovato un conveniente mezzo di comunicazione, a fare quel che potevo per aiutare gli uomini.Voi capite, naturalmente. che è solo servendo e prodigandosi con abnevaziolle che possiamo passare ad un mondo superiore.Questo è il mio servizlo, e posso soltanto ringraziare il Destino per essere stato capace di scoprìre in questa fanciulla un essere le cui vibrazioni corrispondono alle mie così esattamente che posso facilmente controllare il suo corpo.» «Dov'è ora?», chiese l'ammalato.«E vicino a me e presto riprenderà il dominio della sua struttura personale.Quanto a lei, signore», disse rivolgendosi a Challenger, «lei e un uomo di carattere e di scienza, ma è evidentemente Impantanato nel materialismo che, in questa vostra epoca, è una vera maledizione.Mi permetta di dirle che la professione medica che e la più elevata sulla Terra grazie al lavoro disinteressato dei suoi membri, ha concesso troppo al dogmatismo di uomini come lei.Essa ha trascurato a torto l'elemento spirituale, che è molto piÙ importante nell'uomo di tutte le vostre piante e i vostri minerali.

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Esiste, signore, una forza vitale, ed è sul controllo di questa forza vitale che lavorerà la medicina del futuro.Se chiudete ad essa le vostre intelligenze, pazienza ! La fiducia del pubblico si rivolgerà agli scienziati disposti ad adottare qualsiasi metodo di cura capace di guarire, che sia o no approvato ufficialrnente.» Certamente, il giovane Ross Scotton non avrebbe mai potuto dimenticare questa scena! 11 professore, il maestro, la sua guida, f14.CHAI,LENC,ER INCONTRA UNO STRANO C'OLLEt,A, oJ I r colui al quale non osava quasi rivolgersi, stava seduto, con la bocca aperta, gli occhi attoniti, il busto piegato in avanti, mentre di fronte a lui la ragazza scuoteva la sua massa di capelli neri, agitava un dito per sgridarlo, e gli parlava come un padre parla ad un figlio ribelle.Il suo potere era così forte, che Challenger fu per un momento obbligato ad accettare la situazione Sbuffava e brontolava, ma non replicava.La giovane donna gh volse le spalle e si sedette su una sedia.«Se ne va», disse la signorina Delicia.«Non ancora», disse sorridendo il dottor Felkin. «Sì, devo andare perchè ho ancora molto da fare.Lei non è il mio solo medium, ed io devo essere ad Edimburgo fra pochi minuti.Ma stia allegro, giovanotto! Fornirò alla mia assistente due riserve d'energia supplementari per accrescere la sua forza vitale, se il suo organismo ne avrà bisogno...Quanto a lei, signore», disse a Challenger, «la supplico di guardarsi dall'isolamento mentale e dal ripiegamento dell'intelligenza su se stessa.Conservi Ciò che e vecchio, ma sia ricettivo alle novità, e non giudichi mai come vorrebbe: giudichi secondo i desideri di Dio.» Sospirò profondamente e ricadde sulla sedia.Vi fu un minuto di silenzio durante il quale rimase con la testa sul petto.Poi, con un altro sospiro e un hrivido. aprì due occhi azzurri molto stupiti.«È venuto?», chiese ~'OII vote molto femminilc.{<Oh sì! !ò, eSClarrlÒ il malato. «E stato meraviglioso.Mi ha detto che fra due mesi riprenderò il mio posto in sala operatoria.» «Che bello! Qualcosa di speciale per me?» «Solo il solito messaggio.Ma metterà in funzione due nuove riserve di energia se posso sopportarle.» «Parola mia, non ci vorrà più molto!» Ad un tratto gli occhi della giovane si posarono su Challenger e lei tacque, confusa.

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«Questa è l'infermiera Ursula», disse la signorina Delicia. «lnfermiera: mi permetta di presentarla al celebre professor Challenger . » Challenger si comportava magnificamente con le donne.Soprattutto se aveva di fronte una ragazza giovane e graziosa.Si avanzò come avrebbe potuto fare re Salomone verso la regina di Saba, le prese la mano, e le carezzò i capelli con aria patriarcale «Mia cara, lei è troppo giovane e troppo affascinante per questl inganni .La faccia finita una volta per tutte.Si accontenti di essere un'infermiera affascinante e non eserciti più la professione medica.Dove ha preso, mi dica, tutto quel gergo a proposito di vertebre cervicali e di varchi foraminosi?» L'infermiera Ursula si guardò intorno come se si fosse trovata improvvisamente fra le zampe di un gorilla.NEt PAESE DELLE NEBBIE «Non capisce una parola di ciò chelei le dice!», esclamò il ma lato. «Maestro, faccia dunque uno sforzo per vedere la realtà! Sol quali tormenti siano necessari.Nel mio umile modo, ho dovutoI adattarmi anch'io.Ma, mi creda, lei vedrà tutto attraverso unal lente deformante, e non attraverso un obiettivo chiaro, finchèS non accetterà l'esistenza del fattore spirituale!»F Ma Challenger continuava le sue gentilezze paterne: la ragazza cominciò ad indietreggiare.X «Via! », disse lui. «Chi era l'abile medico con il quale faceva la parte dell'infermiera? L'uomo che le ha insegnato tutte quelle pa role scientifiche? Vede bene che non riuscirà a ingannarmi ! Sarà molto più contenta, mia cara, quando mi avrà confessato tutto e potremo ridere insieme della conferenza che mi ha inflitto!» Un'interruzione improvvisa impedì a Challenger di continuare a esaminare la coscienza della giovane.Il malato si era messo a se dere; era una grande macchia rossa contro i cuscini bianchi ! Prese la parola con tanta energia che si vedeva chiaramente che era in via di guarigione.«Professor Challenger», gridò, «lei sta insultando la mia mi gliore amica! Sotto questo tetto almeno lei sarà al riparo dall'irri sione di una scienza imbevuta di pregiudizi.La prego di uscire da questa stanza, se non vuole rivolgersi all'infermiera Ursula con modi più rispettosi!» Challenger sussultò come punto da un tafano, ma la concilian te Delicia si mise subito all'opera.«Lei corre troppo, caro dottor Ross Scotton!», disse con voce allegra. «11 professor Challenger non ha avuto tempo di capire tutto.

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Lei era altrettanto scettico all'inizio.Come può biasimar lo?» «Sì, è vero», rispose il giovane dottore. «Mi sembrava di aprire la porta a tutta la ciarlataneria del mondo...In ogni caso, i fatti restano ! » «So solo questo: che ero cieco, e ora vedo», disse la signorina Delicia citando il Vangelo. «Ah, professore, lei può alzare le sopracclglia e le spalle, ma questo pomeriggio noi abbiamo seminato nella sua grossa testa un seme che germoglierà, e germoglierà tanto che nessuno potrà vederne la fine!» Infilò la mano nella borsa.«Ecco un libriccino: 1I cervello contro l'anima.Spero, caro professore, che lo leggerà e lo farà leggere nel suo ambiente!» [ CAPITOLO QUINDICESIMo In cui si prepara una trappola per una grossa preda Malone aveva dato la sua parola d'onore di non parlare più d'amore a Enid Challenger, ma gli sguardi possono essere eloquenti, e quindi le loro comunicazioni intime non furono interrotte.Su tutti gli altri piani si attenne al patto che aveva concluso; tuttavia la situazione era delicata.Tanto più delicata, dato che faceva regolarmente visita al professore e che, dopo che l'irritazione causata dalla loro discussione si era calmata, era sempre ben accolto.Malone aveva un unico obiettivo: fare in modo che quel grand'uomo considerasse con simpatia i problemi psichici che lo interessavano tanto.Lo perseguitava con assiduità, ma non senza prudenza, perché sapeva che lo strato di lava era sottile e che c'era sempre da temere un'eruzione.Questa si produsse infatti una volta o due, obbligando Malonu a lasciar cadere l'argomento per otto o quindici giorni, finche ll terreno non si fu solidificato e raffreddato.Nelle sue manovre di avvicinamento, Malone dava prova di un'astuzia notevole.IL suo trucco favorito era quello di consultare Challenger su un problema scientifico qualunque: per esempio sull'importanza zoologica delle Isole Banda, o sugli insetti dell'arcipelago malese: lo lasciava parlare finchè arrivava a spiegare che su quel punto tutte le nostre conoscenze erano dovute ad Alfred Russel Wallacel.<eToh, Wallace, il seguace dello spiritismo? », diceva allora Malone con voce innocente.Al che, Challenger gli gettava uno sguardo furioso e cambiava argomento.In altre occasioni, Malone utilizzava Oliver Lodge2 come esca.

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«Penso che lei abbia una buona opinione di lui?» «IL primo cervello d'Europa!», diceva Challenger.' Alfred Russel Wallace (1823-1913), grandenaturalista inglese, defini una teoria sull'evoluzione delle specie indipendentemente da Darwin.Convertito allo spiritismo, scrisse fra gli altri il saggio On Mirarles and Modern Spirituallsm, del 1875 (N.d.C.).2 Eminente fisico inglese, pioniere degli studi sulle onde radio, Oliver Joseph Lodge ( 1851-1940) fu anche uno dei massimi divuigatori dello spiritismo, ed elaborò diverse teorie nel tentativo di conciliarlo con la scienza e con la religione Fu lul a «convertlre» defmltivamente Conan Doyle (N.d.C.).NFi POSE Di L1 E Nf BBIE «È la suprema autorità sull'etere, non è vero?» «Senza dubbio!» «lo, naturalmente, lo conosco solo per i suoi lavori psichici . » Challen er si richiudeva come un'ostrica.Malone aspettava qualche _iorno, poi faceva a bruciapelo questa domanda: «Ha già mcontrato Lombroso?»l.«Sì, al congresso di Milano.» «Ho appena finito di leggere un suo libro.» «Un trattato di criminologia, suppongo.» «No, si intitola: Cosa c'è dopo la tnorte?» «Non ne ho mai sentito parlare.» «Discute il problema dei fenomeni psichici.» «Ah, un uomo come Lombroso, con una mente così penetrante, avrà messo rapidamente a posto quei ciarlatani!» «No, è un libro in loro favore, invece!» «Mah, ogni grande spirito ha le sue debolezze!» Cosi, con una pazienza e un'astuzia infinita, Malone distillava le sue gocce di raziocinio.Sperava di erodere i pregiudizi, ma non vedeva ancora nessun risultato.Avrebbe dovuto ricorrere a misure più energiche.Una dimostrazione diretta? Ma quando9 E dove? Malone si decise a consultare Algel non Mailev.Un pomeriggio ui prlnlavera. si rltrosrò perciò nel salone dove era rotolato per placcarv S.las Liiid>-iì. 'vi ilovo ii reverendo Charles Mason e Smith, l'eroe del dibattito di Queen's HaU, che discutevano animatamente con Mailey.L'argomento di quel colloquio sembrerà senza dubbio più importante ai nostri discendenti di altri che occupano un posto enorme nelle attuali preoccupazioni della gente Si trattava nientemeno di decidere se il movimento psichico in Gran Bretagna dovesse essere unitario o triplice.Smith era sempre stato favorevole a una soluzione unitaria, come tUttl i vecchi capi del movimento e i templi spiritisti organizzati.

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Invece Charles Mason, come fedele osservante della Chiesa Anglicana, si faceva portavoce di nomi illustri quali Lodge e Barrett fra i laici, e Wilberforce, Havvels e Chambers fra il clero, che continuavano ad aderire ai vecchi insegnamenti pur ammettendo I esistenza della comunicazione psichica.Mailey era neutrale e, come un arbitro zelante che durante un incontro di pugilato cerca di separare due avversari, rischiava continuamente di essere colpito.Malone era felice: da quando t'ivety sòr;Si isd 11ma ~5.IN CUI si l'REPARA UNA lRAPPOLA PFR UNA GROSSA PREDA 107 F aveva realizzato una volta per tutte che l'avvenire del mondo poF teva dipendere da quel movimento, ogni sua fase lo interessava W - assai.Quando era entrato, Mason stava dissertando con serietà e F con altrettanto buon umore.E «La gente non è ancora matura per un rivolgimento COSI granL de, che, d'altra parte, non è affatto necessario.Basta aggiungere il nostro sapere e la comunione diretta con i santi alla splendida 1iturgia e alle tradizioni della chiesa: otterremo così una forza propulsiva che rivitalizzerà tutta la religione.Lo spiritismo non può fiorire sulle sue sole radici.Anche i primi cristiani hanno costatato che era necessario concedere molto alle altre religioni.» «È proprio questo che ha causato loro il danno più grave», replicò Smith. «Quando la Chiesa ha alienato la sua forza e la sua purezza originarie, è allora che è iniziata la sua fine.» «Eppure esiste ancora!» «Ma non è più la stessa da quando quel bandito di Costantino ci ha messo le mani sopra.» «Via, via!», protestò Mailey. «Non può mica trattare da bandito il primo imperatore cristiano!» Ma Smith era tutto d'un pezzo: non accettava compromessi e caricava come un bulldog.<eCome chiamerebbe allora un uomo che ha assassinato la metà deita sua famiglia?", chiesc.«Qui non è in discussione il suo temperamento personale.Stiamo parlando dell'organizzazione della Chiesa Cristiana.» «Vuol perdonare la mia franchezza, signor Mason?» L'ecclesiastico sorrise bonariamente: «La perdono purchè non neghi l'esistenza del Nuovo Testamento.Anche se lei riuscisse a provarmi che Nostro Signore era un mito come hanno cercato di dimostrare certi storici tedeschi, non me ne importerebbe

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affatto, purchè potessi consolarmi con il suo sublime insegnamento. È pur venuto da qualche parte, no? Io l'ho adottato e dico: "È il mio credo"».«Oh su questo punto siamo molto vicini ! », disse Smith. «Non ho trovato un insegnamento migliore. È bene, perciò, non abbandonarlo.Ma dobbiamo sopprimerne i dettagli superflul Da dove sono venuti? Dai compromessi con molte religioni, grazle ai quali il nostro amico Costantino ha ottenuto l'uniformità religiosa del suo immenso impero.Ha saldato insieme pezzi e pezzettini delle più diverse origini.Ha preso i rituali egizi: le vesti, la mitria, il pastorale, la tonsura, l'anello nuziale... tutto questo è di origine eigizia.La festa di Pasqua è pagana, ed è in relazione con l'equinozio di primavera.La cresima è mitraica, e così pure il battesimo, con la differenza che l'acqua ha sostituito il sangue.Quanto all'Eucarestia. . . » s NEL PAESE DELLE NEBBIE Mason si coprì le orecchie e l'interruppe: «Lei ci sta ripetendo una vecchia conferenza!)>, disse ridendo «Affitti una sala, ma non la reciti in una casa privata Sul serio Smith, tutto ciò è fuori luogo! Anche ammettendo che lei avesse ragione, io non cambierei il mio modo di vedere: penso che noi abbiamo una grande dottrina che fa del buon lavoro, che è venerata da moltifra i quali il suo umile servitoree che sarebbe un errore e una follia gettarla via.Lei è senza dubbio d 'accordo su questo? » .«No, non sono d'accordo!», rispose Smith serrando le mascelle. «Lei pensa troppo ai sentimenti delle sue benedette pecorelle Ma dovrebbe pensare che nove esseri umani su dieci non sono mai entrati in una chiesa Sono stati disgustati da ciò che essi, compreso il suo umile servltore, considerano irragionevole e bizzarro.Come potrà conquistarli se continua a servire loro le stesse cose pur condendole con gli insegnamenti dello spiritismo? Invece, se lei avvicina gli atei e gli agnostici e dice loro: "Sono perfettamente d accordo che tutto questo non sta in piedi ed è macchiato da una lunga storia di violenza e di oppressione.Ma ecco qualcosa di puro e di nuovo.Venite ad esaminarlo!", con questo mezzo io potrei riportarli alla fede in Dio e ridare loro le basi religiose senza fare violenza alla loro ragione obbligandoli ad accettare la sua teologla . » Mailey si tirava la barba rossa mentre ascoltava queste opinioni contraddittorie.

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Conosceva i due uomini: sapeva che in fondo poche cose 1i separavano, al di fuori delle discussioni sulle parole: Smith venerava Cristo come un uomo simile a Dio, e Mason come Dio fatto uomo.Il risultato era lo stesso.Ma, al contempo, non ignorava che i loro seguaci più estremisti erano violentemente in contrasto: di conseguenza, il compromesso era impossibile «Non riesco a capire», disse Malone, «perché non fate queste domande ai vostri amici dell'Aldilà: potreste attenervi alle decisioni degli spiritl, e...» «Non è così semplice come crede!», rispose Mailey. «Dopo la morte conserviamo tutti i nostri pregiudizi terreni, e ci troviamo in un atmosfera dove sono tutti più o meno rappresentati.All'inizio ognuno riecheggia le sue vecchie opinioni, poi lo spirito amplia le sue vedute fino a tendere ad un credo universale che comprende soltanto la fraternità degli uomini e la paternità di Dio Ma ci vuole tempo.Ho sentito dei bigotti fanatici parlarci dal I Aldilà.» «Anch'io», disse Malone. «E proprio in questa stanza Ma i materialisti? Loro almeno non resteranno ancora materiaiisti?» «Credo che il loro spirito influisca sul loro stato e che rimangano a volte immersi per molto tempo nell'inerzia, ossessionati co < IS.IN CUI si PREPARA UNA TRAPPOLA PER UNA GROSSA PReDA 171 F me sono dall'idea che non può più succedere niente.Poi, final.> mente, si svegliano, si rendono conto del tempo che hanno perduto, e succede molto spesso che si mettano alla testa del corteo, quando sono uomini con un forte carattere e sono animati da mo >tivazioni elevatequali che siano gli errori commessi.» >«Sì, spesso sono proprio loro il sale della terra! », disse con ca t-lore il reverendo Mason.[«E forniscono le migliori reclute al nostro movimento», ag giunse Smith. «Quando scoprono, grazie alla testimonianza dei ' 0loro propri sensi, l'esistenza di una forza intelligente al di fuori di noi, reagiscono con un entusiasmo che li trasforma in missionari ideali Voi che avete una religione e che vi aggiungete qualcosa, non potete immaginare cosa significhi per un uomo che ha dentro di sè il vuoto assoluto, il trovare tutt'ad un tratto qualcosa che colmi questo vuoto.Quando incontro una persona intelligente ma smarrita, che cammina tastoni nell'oscurità, ardo dal deside rio di prendere la sua mano.» Nel frattempo erano comparsi il tè e la signora Mailey.Ma la conversazione non languì per questo. È una delle caratteristiche di coloro che esaminano le possibilità psichiche (argomento così diverso e

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così accattivante) iniziare uno scambio appassionante di idee e di esperienze non appena si incontrano.Malone fatico a portare la discussione sul punto che era lo sco po principale della sua visita.Non avrebbe potuto avere come consiglieri uomini più capaci di quelli lì riuniti: inoltre, tutti e tre si mostrarono preoccupati di servire nel migliore dei modi un gi gante come Challenger.Ma dove? Ci si mise subito d'accordo: la grande sala del Colle gio Psichico era la più distinta, la più comoda, la meglio frequen tata di Londra.E quando? Al più presto.Qualsiasi spiritista, qualsiasi medium si sarebbe liberato dai suoi impegni per una si mile occasione...Ma quale medium? Ecco il punto! Certo, il cir colo Bolsover sarebbe stato l'ideale: era privato, gratuito, ma Bolsover era di temperamento vivace, e si poteva star sicuri che Challenger sarebbe stato offensivo, insopportabile! La riunione avrebbe potuto sfociare in una rissa e in un fiasco completo.Non bisognava correre quel rischio.Conveniva portarlo a Parigi? Ma chi si sarebbe preso la responsabilità di scatenare quel toro nel ne gozio di porcellane di Maupuis? <eCosì come lo conosciamo, sarebbe capace di prendere il pitecantropo per la gola e mettere in pericolo la vita di tutti i presentiI», disse Mailey. «No, non può andare.» «È incontestabile che Banderby sia il più robusto medium d' Inghilterra», disse Smith. «Ma conosciamo il suo temperamento.Non potremmo fidarci di lui.» l \1 1 l'Al SE I)EL LE NEBBIIr «Perché no?», chiese .\lalone.Smith si portò un dito allc labbra.«Ha preso la stessa strada di molti altri 117ediu/l1 prima di lui», disse. «Beve.o «Certamente», rit'Iette .\lalonc, «questo e argomento contrario alla nostra causa.Come può esser buono qualcosa che porta tale «Ritiene che la poesia sia una buona cosa9» «Certamente!» «Eppure Poe era un ubriacone, Coleridge un morfinomane Byron un pervertito, e Verlaine un degenerato.Bisogna sempre distinguere l'uomo dalla sua arte.Il genio deve pagare un riscato, perche il genio consiste nell'instabilità del temperamento Un grande Izledium è spesso più sensibile di un genio.Molti vivono in modo meraviglioso, altri no.Bisogna scusarli.Esercitano una professione molto fatlcosa e hanno bisogno di stimolanti.

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Allora perdono completamente il controllo.Ma il loro potere medianico continua ad esistere.» «Questo mi ricorda un aneddoto su Banderby», disse Mailey «Forse lel lo conosce, Slalonc? La sua sagoma è sorprendente immagini un ometto perfettamente rotondo, così grasso che da anni non riesce a vedere le dita dei piedi.Quando è ubriaco, è ancora plÙ ridicolo.Quaicil rrinlana ta .ho.ic.; tuo un messaggio urgenLe secondo il QUdic Cld lldi nar d! un certo albergo èd era ti oppo ubriaco per tornare a casa da .> . .+ndai di corsa con un amico a portargli soccorso.I o riportammo a casa dopo tutta una serie di avventure.Bene.Ma cosa si era messo in testa? Voleva tenere una seduta.Cercammo di l'arlo ragionare, ma il megafono era sul tavolo e lui spense la luce.I fenomeni cominciarono immediatamente.Non ne ho mai visto di così straordinari.Ma furono interrotti da Princeps, il suo spirito guida, che afferrò il megafono e si mise a picchiarlo con quello strumento: "Canaglial Ubriacone! Come osi?...".Il megafono era tutto ammaccato...Banerby scappo correndo dalla stanza e noi ne approfittammo per andarcene. » «Perlomeno quella volta non è stato il enediuln ad arrabbiarSi», osservo Mason. «Ma, con il professor Challenger. . . è meglio evidentemente, non correre rischi » «E Tom Linden?», proposc la signora Mailey Mailey scosse la testa.«Tom non è più lo stesso da quanclo è stato in prigione.Quegli imbecilli non si acconìentano di perseguitate i nostri medium più prezlosi: finiscono per distruogere il lor-o potere.» «Come! Ha pelso il suo poterc'?>} «Non direi tanto.Scrllplicelllclltc, 11011 t' piu come prima.Vede | | 15.INCUISIPREPARA UNATRAPPOLAPERUNAGROSSAPREDA IYJ un poliziotto su ogni sedia e si distrae.Tuttavia è degno di fiducia e non comporta rischi.Sì, dopotutto, forse faremmo meglio a F prendere Tom.» «E come uditorio? » F«Ritengo che il professor Challenger vorrà portare uno o due « 11 che determinerà un orribile blocco di vibrazioni .

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Dobbiamo perciò far venire qualche simpatizzante per compensarlo: per ;esempio Delicia Freeman, io stesso.Lei verrebbe, Mason?» «Certo ! » «E lei, Smith?» «No! La settimana prossima devo occuparmi del mio giornale, e ho tre servizi, due funerali, un matrimonio e cinque riunioni ! )> «Ci servono ancora uno o due collaboratori.IL numero otto fa vorisce Linden.Intanto, Malone, non le resta che ottenere il con senso del grand'uomo e una data di suo gradimento.» «Nonchè l'aiuto degli spiriti», aggiunse seriamente Mason.«Dobbiamo consultare i nostri collaboratori dall'altraparte.» «Certo, padre! È indispensabile...Bene, Malone, siamo intesi; non ci resta che aspettare gli eventi.» Come per caso, un evento completamente diverso aspettava Malonc quella sera, e lo fece precipitare in uno di quegli abissi che si aprono in modo sempre imprevisto sotto i passi della vita.Quando arrivòcome al solitoal Gazette, l'usciere lo informò che il signor Beaumont, il direttore, desiderava vederlo.Ora, il superiore diretto di Malone era il redattore capo, il vecchio scozzese McArdie, ed era estremamente raro che il direttore acconsentisse a scendere dalle vette dalle quali sorvegliava i regni di questo mondo per mostrare che conosceva uno dei modesti operatori della penna che lavoravano per lui.Quel grand'uomo, ricco e abile, troneggiava in un santuario ornato di antichi mobili di quercia e cuoio rosso.Quando Malone entrò nel suo studio, continuò a scrivere la lettera che aveva cominciato e solo dopo qualche minuto alzò le ciglia e mostrò degli occhi grigi e perspicaci.«Ah, signor Malone, buongiorno ! Già da un po' di tempo desi deravo vederla.Vuole accomodarsi? E per quegli articoli sulle faccende psichiche. . .Lei ha cominciato su un tono di sano scetti cismo, di humour gradevole, del tutto accettabile da me e dai let tori.Mi rincresce tuttavia dover notare che la sua opinione si è modificata man mano che proseguiva la sua inchiesta; la sua posi zione dà ora l'impressione che lei voglia giustificare qualcuna di quelle pratiche.Ciò non corrisponde, non ho bisogno di dirglielo, alla politica del Gazette, e avrei già interrotto la sua serie se non I Y4 NEL PAESE DELLE

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NEBBIE| I~avessimo annunciata come opera di un osservatore imparziale Bìsogna dunque che la serie continui, ma che il tono cambi.» «Cosa vorrebbe che facessi, signore? » «Bisogna che torni al tono ironico. È quel che vogliono i nostri lettori.Distilli dell'umorismo su tutto.Faccia apparire la vecchia zia zitella e traduca in modo divertente quello che dice.Capisce quel che voglio dire?» «Temo, signore, che ai miei occhi lo spiritismo non appaia più3 uno scherzo.Anzi, lo prendo sempre più seriamente.» Beaumont scosse solennemente la testa.«Anche i nostri abbonati, purtroppo...» Sulla scrivania c'era una pila di lettere; ne prese una.«Legga. "Ho sempre considerato il suo giornale come una pubblicazione redatta nel timor di Dio.Le ricordo che le pratiche che il suo corrispondente sembra giustificare, sono espressamente vietate tanto nel Levitico che nel Deuteronomio.Condividerei il suo peccato se continuassi ad essere abbonato".» «Ipocrita!», mormorò Malone.«Forse, ma il denaro di un ipocrita vale quanto quello di chiunque altro.Ecco un'altra lettera: "Certo in quest'epoca di libero pensiero e illuminismo lei non vorrà appoggiare un movimento che tenta di riportarci all'idea ormai screditata di un'intelligenza angelica o Jiabo.ica esisic ai di fuori di nol'! Se continua, la pregherò di sospendere il rmio abbonamento".» «Sarebbe divertente, signore, chiudere questi due contestatori in una stanza e lasciare che sistemassero la faccenda fra di loro t » «Forse, signor Malone; ma ciò che io devo considerare anzitutto è la tiratura del Gazette.» «Non crede, signore, di sottovalutare l'intelligenza dei suoi lettori? Dietro questi estremisti c'è una folla di gente che è rimasta impressionata dalle testimonianze di persone altamente rispettabili.Non è forse nostro dovere tenerci all'altezza della verità dei fatti, senza ridicolizzarli?» Il signor Beaumont alzò le spalle.«Che i partigiani dello spiritismo combattano le loro battagliet Il nostro giornale non è un foglio di propaganda, e non pretendia mo di erigerci a direttori della coscienza dei nostri lettori.» «Mi riferisco solo ai fatti controllabili.Guardi come sono tenuti sistematicamente nascosti.

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Quando ha mai letto, per esempio un articolo intelligente sull'ectoplasma? Chi potrebbe immaginare che questa sostanza essenziale è stata esaminata, descritto ta e garantita come reale da seri studiosi, che appoggiano le loro argomentazioni su innumerevoli fotografie?» «Bene, bene!», tagliò corto Beaumont con un gesto impaziente. «Temo di essere troppo occupato per discutere l'argomento.15.IN CUI si PREPARA UNA TRAPPOLA PER UNA GROSSA PREDA 195 Quel che dovevo dirle è che ho ricevuto una lettera dal signor Cor *nelius che dice che dobbiamo immediatamente cambiare linea.» [Il signor Cornelius era il proprietario del Gazette: lo era diven Ftato non per meriti personali, ma perché suo padre gli aveva la [sciato svariati milioni e lui ne aveva consacrato una parte all'ac [quisto del giornale.Lo si vedeva raramente in ufficio ma, ogni Ftanto, un trafiletto informava i «suoi» lettori che il suo yacht ave tva fatto scalo a Mentone, che lui era stato visto ai tavoli da gioco idi Montecarlo, o che lo si aspettava nel Leicestershire per la sea son.

Era un uomo che non aveva più cervello che personalità, nè plÙ personalità che cervelIo.Tuttavia interveniva ogni tanto nei pub blici affari a mezzo di qualche proclama pubblicato in prima pa gina con grossi titoli e in neretto.Non era un dissoluto, ma un gaudente: la sua abituale lussuria lo portava sempre sul limite del lo scandalo, ma solo di rado ve lo faceva cadere.Malone sentì il sangue montargli alla testa al pensiero che quell'insetto frivolo si interponeva fra l'umanità e un messaggio di natura superiore, co sì ricco di nuova conoscenza e di consolazione.Eppure era così: quelle piccole dita di bambino viziato potevano far cessare la manna divina! <eQuesta è la mia conclusione, signor Malone!», disse Beau mont.«Per me è definitiva! », disse Malone. «Così completamente da mettere termine alla mia collaborazione al giornale.Ho un con tratto con preavviso di sei mesi.Allo scadere me ne andrò.» «Come vuole!», disse Beaumont riprendendo la sua lettera.Malone, sempre pronto a battersi, andò nell'ufficio di McArdie e gli raccontò quel che era successo.Il vecchio scozzese ne fu scos so.

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«Eh, mio caro, è il suo dannato sangue irlandese! Un po' di scotch non guasta, sia nel sangue, sia in fondo al bicchiere.Torni da lui e gli dica che ci ha ripensato.» «Ah, no ! Se penso a quel Cornelius, con il suo viso da suino e il ventre a forma di boccale e. . .Insomma, lei conosce bene la sua vi ta privata! ...Il pensiero che un uomo simile detti alla gente quel che deve credere e mi chieda di prendere in giro ciò che vi è di più sacro sulla terra!...» «Caro mio, lei è fregato!» «Mi fa piacere esser fregato per questo.E poi troverò un altro posto . » «Non se Cornelius se ne immischia.Se fa sapere in giro che lei è un ribelle, non troverà più lavoro a Fleet Street! » «È una vergogna! », gridò Malone. «Il modo in cui questa faccenda è stata trattata è la condanna del giornalismo.E non solo in 1 7ù NEL PAESE DELLE NEBBIE1 Gran Bretagna.In America è anche peggio! Si direbbe che nella stampa ci sono solo le anime più basse, le più materialiste ! Oh, sì c e anche della brava gente, ma...Ma chi dirige il popolo? È spaventoso. . . » McArdie posò una mano paterna sulla spalla del suo redattore «Su, su, ragazzo mio! Bisogna prendere il mondo come l'ab biamo trovato.Non l'abbiamo fatto noi e non ne siamo responsabili.Prenda tempo! Non abbiamo poi tanta fretta! Si calmi, rifletta, pensi alla sua carriera, alla sua fidanzata, e poi torni e prenda la sua parte di questa vecchia brodaglia che dobbiamo mangiare tutti se vogliamo conservare il nostro posto sulla Ter [ CAPITOLO SEDICESIMO Challenger fa un'esperienza capitale Le reti erano tese, la trappola scavata, i cacciatori alla posta.Bisognava solo sapere se la selvaggina avrebbe acconsentito a lasciarsi spingere nella giusta direzione.Se Challenger avesse soltanto sospettato che lo scopo della seduta era quello di sottomettergli prove indiscutibili dell'esistenza degli spiriti, addirittura di convertirlo, si sarebbe abbandonato a tutti gli eccessi del furore e del motteggio.Ma l'abile Malone, assecondato dalla sua complice Enid, avanzò l'idea che la sua presenza avrebbe costituito una protezione contro la frode, e che lui sarebbe stato capace di dimostrare in che modo erano stati ingannati.Una volta che quest'idea gli fu entrata in testa, Challenger diede il suo consenso con un'altera condiscendenza: avrebbe onorato con la sua presenza una seduta che, a sentire lui, sarebbe stata più conveniente ad un

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selvaggio dell'epoca neolitica che ad un rappresentante della cultura e della sapienza del mondo civile.Enid accompagnò suo padre, che portò con sè un curioso compagno che nessuno conosceva: un giovane scozzese alto e ben piantato, con delle efelidi sul viso, e taciturno oltre ogni speranza.Era impossibile capire che interesse avesse per le ricerche psichiche: tutto ciò che si potè sapere da lui era che si chiamava Nicholl.Malone e Mailey si erano recati insieme al luogo dell'appuntamento.Incontrarono a Holland Park Delicia Freeman, il reverendo Charles Mason, i signori Ogilvy, il signor Bolsover, e inoltre Lord Roxton che continuava con assiduità il suo corso di studi psichici e progrediva rapidamente.Erano nove in tutto, e formavano un gruppo contrastante, molto poco armonizzato.Quando entrarono nella sala in cui doveva aver luogo la seduta, Linden era accomodato su una poltrona e sua moglie gli stava al fianco; fu presentato collettivamente alla compagnia: la maggioranza era formata da suoi amici personali.Challenger prese in mano la faccenda immediatamente, con l'aria di chi non tollera la minima assurdità.«È il medium?», chiese guardando trucemente Linden.«Sì . » «È stato perquisito?» «Non ancora.» 1 70NEL PAESE DELLE NEBBIE16.CHALLENGER FA UN'ESPERIENZA CAPITALEI yv «Chi lo perquisirà?» «Sono stati scelti due di noi.» Challenger storse il naso.«Chi?)>, chiese sospettoso.«Ecco la nostra proposta: saranno lei e il suo amico signor Nicholl a perquisirlo nella stanza vicina.» Il povero Linden uscì fra i suoi due sorveglianti; quella scorta e quella perquisizione gli ricordavano spiacevolmente la prigione. già prima aveva dato segni di nervosismo; quel modo di fare e la formidabile presenza di Challenger portarono tale nervosismo al culmine.Quando ricomparve, scosse la testa tristemente in direzione di Mailey.«Mi stupirei molto se riuscissimo a combinare qualcosa con quest atmosfera.Forse sarebbe meglio rinviare la seduta a un altro giorno.» Mailey si diresse verso di lui e gli battè la mano sulla spalla, mentre la signora Linden lo prendeva per mano.

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«Va tutto bene, Tom», disse Mailey. «Si ricordi che ha una guardia d onore composta da amici che veglieranno perché non le capiti niente...» Poi Mailey si rivolse a Challenger con maggior fermezza di quella che avrebbe voluto mettere nella propria voce: ~{. . .La prego di ricordarsi, signore, che un medium e uno strumento delicato come quelli di cui lei si serve nei suoi laboratori.Non lo maltratti.Suppongo che non abbia trovato su di lui niente di compromettente?».«No, signore, non ho trovato niente.E come risultato, lui ci assicura che oggi non otterremo nessun risultato » «Lo dice perché il suo modo di fare lo ha turbato.Avrebbe dovuto trattarlo più gentilmente.» L'espressione di Challenger non prometteva ammorbidimenti.I SUOI occhi si posarono sulla signora Linden.«Se ho ben capito, quella signora è la moglie del medium.Anche lei dovrebbe essere perquisita.» «È del tutto evidente», disse lo scozzese Ogilvy. «Mia moglie e sua figlia possono farlo nella stanza vicina.Ma la prego, professore, di mettersi per quanto possibile in sintonia con noi, e di ricordarsi che siamo interessati come lei ai possibili risultati: se lei turbasse le condizioni, ne soffrirebbe tutto il gruppo.» Il signor Bolsover, il droghiere, si alzò con la stessa dignità con CUI presiedeva alle cerimonie del suo tempio familiare.«Propongo», disse, «che si perquisisca anche il professor Challenger. » La barba dello scienziato si agitò furiosamente.«Perquisirmi! Cosa intende con ciò, signore?» Bolsover non era tipo da lasciarsi intimidire.r«Lei è venuto qui non come amico, ma come nemico.Se lei po tesse provare una frode, sarebbe un trionfo personale per lei, ve tro? Ecco perché io, almeno, dico che lei deve essere perquisito. » rF«Insinua forse, signore», strombazzò Challenger, «che io sia rcapace di barare?» t«In fede mia, professore, ciascuno a sua volta!», disse Mailey [sorridendo. «Le prime volte ci siamo tutti indignati, come lei.Al rla fine ci si abitua. . .Sono stato trattato da bugiardo, da pazzo, da i'Dio sa che.Cosa ci vogliamo fare?» F«È una proposta mostruosa!», disse Challenger squadrando tutti i presenti.

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F«Ebbene, signore», intervenne Ogilvy che era uno scozzese PCparticolarmente testardo, «lei è perfettamente libero di alzarsi e di andarsene.Ma se resta, signore, lei deve piegarsi a quelle che rvengono definite condizioni scientifiche.Ora non è da scienziati che un uomo conosciuto per la sua grande ostilità al nostro movi mento si sieda al buio con noi senza che sia stato verificato prima il contenuto delle sue tasche.» «Via, via!», esclamò Malone. «È ovvio che possiamo contare sull'onorabilità del professor Challenger.» «Molto bene!», disse Bolsover. «Però non mi sembra che il iprofessor Challenger abbia contato sull'onorabilità dei signori Linden. » «Abbiamo seri motivi per stare in guardia anche noi», aggiunse Ogilvy. «Posso assicurarla che vi sono stati casi di frodi praticate sui medium come di frodi praticate dai medium.Potrei citarglie ne molti esempi.No, signore, dovrà essere perquisito!» «Non ci vorrà più di un minuto», disse Lord Roxton. «E sare mo il giovane Malone e io a eseguire la verifica.» «D'accordo! Avanti!», ordinò Malone.Fu così che Challenger, come un toro dagli occhi rosseggianti e le narici dilatate, fu condotto fuori dalla sala.Qualche istante do po, terminati tutti i preliminari, si disposero in circolo e la seduta ~ ~a commclo.Ma ormai le condizioni erano state distrutte.Quei meticolosi inquisitori che insistono perché il medium sia legato come un vo latile da mettere allo spiedo, o che proclamano i loro sospetti pri ma che si spengano le luci, non capiscono che somigliano a coloro che bagnano la polvere e si aspettano che esploda ugualmente.Impediscono qualsiasi risultato e, quando il risultato è nullo, pensano che ciò sia dovuto alla loro astuzia e non alla loro man canza di comprensione.Da ciò dipende il fatto che nelle umili riunioni che si tengono in tutto il paese in un'atmosfera di simpatia e di rispetto, si produco Z00 NEL PAESE DELLE NEBBIE no fenomeni che un uomo di «scienza» non ha mai il privilegio di| vedere. Tutti i presenti erano certo snervati dall'alterco iniziale, ma co sa dire del loro centro sensibile! Linden sentiva che la stanza era piena di vortici e di slanci di forze psichiche contraddittorie, che turbinavano in ogni direzione: era tanto difficile per lui navigarez in mezzo ad esse quanto per un pilota navigare fra le rapide che precedono il Niagara.

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Gemeva per la disperazione.Tutto era me-z scolato, confuso.Cominciò come al solito con la chiaroveggenza,z ma i nomi rombavano nelle sue orecchie senza un ordine logico Sembrava predominare il nome John.Forse John significava~ qualcosa per qualcuno di loro? Una risata cavernosa di Challen ger fu la sola risposta che ottenne.Poi ricevette il nome Chap-t man.Sì, Mailey aveva perduto un amico che si chiamava Chap-| man, era morto da molto tempo e la sua presenza lì era molto im-| probabile.Linden non potè dire il suo nome di battesimo.Allora| Budworth? No, nessuno aveva un amico di nome Budworth.Ar rivavano dei messaggi precisi, ma che non avevano relazione con i presenti.Tutto andava di male in peggio, e le speranze di Malone scesero a zero.Challenger soffiava così forte che Ogilvy lo rimpro-| verò.I «Lei peggiora la situazione, signore, facendo mostra di quel che pensa ! », disse. «L'assicuro che, in dieci anni di continui espe rimenti, non ho mai visto un medium così smarrito, e lo attribui sco unicamente al suo comportamento.» «D'accordo», berciò Challenger soddisfatto.«Temo che sia inutile, Tom!», disse la signora Linden. «Come ti senti adesso, caro? Vuoi smetterla?» «No.Credo che sia la parte mentale che non funziona.Se entro in trance, la supero.I fenomeni fisici saranno forse migliori.In ogni modo ci proverò.» Le luci furono smorzate: rimase solo una debole luce rossa.La tenda della camera oscura era tirata.A fianco, i presenti vedevano confusamente il profilo di Tom Linden che era ricaduto nella sua poltrona di legno e respirava profondamente in trance.Sua moglie vegliava attentamente dall'altra parte della camera oscura.Non successe niente.Passò un quarto d'ora.Ne passò un altro.La compagnia era pa ziente, ma Challenger cominciava ad agitarsi sulla sua sedia.Sem brava che tutto fosse diventato freddo e morto.

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Non solo non succe deva niente, ma non ci si aspettava più che succedesse qualcosa.«E inutile!», esclamò infine Mailey.«Lo temo anch'io», approvò Malone.Il medium si agitò e gemette; si stava svegliando.Challenger sbadigliò ostentatamente.I l e 16 NALLENGER FA UN'ESPERIENZA CAPITALE 201 [ «Non stiamo perdendo tempo?», chiese.F La signora Linden passava la mano sulla fronte e la testa del 10: medium che aveva riaperto gli occhi.F«Nessun risultato?», domandò.t«È inutile.Tom.Bisogna rinviare la seduta a un altro giorno. » F«Lo penso anch'io», disse Mailey.«Ha subìto una tensione terribile a causa delle condizioni con trarie», osservò Ogilvy guardando rabbiosamente Challenger.«Lo sospettavo!», fece il professore con un sorriso di compia cimento.Ma Linden rifiutò di dichiararsi vinto.«Le condizioni non sòno buone», disse. «Le vibrazioni non si accordano.Ma tenterò dentro la camera oscura: l'energia vi si può concentrare meglio.» «Va bene. È l'ultima possibilità», decise Mailey. «E allora, perché non tentare?» La poltrona fu messa sotto la tenda e il medium tirò le cortine una volta entrato .Ogilvy spiegò che questo metodo permetteva di condensare le emanazioni ectoplasmiche.«Senza dubbio», rispose Challenger. «D'altronde, nell'inte resse della verità, devo far notare che la sottrazione del medium alla nostra vista è infinitamente deplorevole.» «Per amor di Dio, non ricominciamo a litigare! », disse Mailey che cominciava a perdere la calma. «Prima cerchiamo di avere dei risultati, poi li discuteremo.» Di nuovo vi fu un'attesa pesante.Poi, dall'interno del cameri no, provennero alcuni lievi gemiti.Gli adepti dello spiritismo si raddrizzarono sulle seggiole.«Ecco l'ectoplasma», disse Ogilvy. «La sua emissione è sempre dolorosa. » Aveva appena finito di parlare, che le cortine si aprirono con vio lenza: tutti gli anelli tintinnarono.Nell'apertura immersa nel buio si profilava una vaga sagoma bianca.

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La figura avanzò lentamente, esitando, verso il centro della stanza.Sotto la luce rossastra era im possibile definirne i contorni: era una macchia bianca che si sposta va nell'oscurità.Si avvicinò passo passo, con una timidezza che tra diva la paura, finchè si trovò di fronte al professore.«Avanti!», gridò questi con voce stentorea.Si sentì un grido, un urlo e il fracasso di una caduta.«L'ho preso!», ruggì una voce.«Accendete!», gridò qualcuno.«Attenti! Potreste uccidere il medium!», urlò un terzo.Il cerchio era rotto.Challenger si precipitò verso l'interruttore e la luce scaturì: scaturì con tale violenza che gli spettatori storditi NEL PAESE DELLE NEBBIE| e abbacinati dovettero attendere qualche istante prima di poter vedere la scena.Essa sembrò incresciosa alla maggioranza.Tom Linden, palli- ] dissimo, Istupidito, molto malridotto, era seduto per terra.A ca vallo su di lui stava il giovane scozzese che l'aveva gettato a terra. -.La signora Linden, inginocchiata vicino a suo marito, fulminava 3 con lo sguardo il suo assalitore.Vi fu un momento di silenzio in terrotto dalla voce del professor Challenger.«Ebbene, signori, credo che non ci sia più molto da dire, vero9 Ecco il vostro medium alla berlina, come meritava di essere.Po tete vedere ora di che natura sono i vostri fantasmi.Ringrazio il si gnor Nicholl che, voglio precisare, è un famoso giocatore di rugby, per la prontezza con la quale ha eseguito le mie istruzioni.» «L'ho afferrato per la vita», disse il giovanotto alto, «e lui mi ha lasciato fare.» «Lei l'ha preso per la vita con molta efficacia.Lei ha reso un vero e proprio servizio pubblico aiutandomi a smascherare que sto imbroglione sfrontato.Non c'è bisogno di dire che intenterò una causa . » Ma Mailey intervenne, e con tale autorità che Challenger fu ob-s bligato ad ascoltarlo.«11 suo errore è del tutto naturale, signore.Ma il metodo da lei adottato nella sua ignoranza è tale che avrebbe potuto essere fata le al medium.» «La mia ignoranza, davvero! Se lei mi parla con questo tono l'avverto che non vi considererò delle vittime, ma dei

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complicit» «Un momento, professor Challenger! Vorrei farle una doman da esplicita che esige una risposta altrettanto esplicita.La sagoma che abbiamo visto tutti prima di questo episodio era una sagoma bianca? » «Sì.» «Lei vede bene che il medium è completamente vestito di nero Dov'è la veste bianca?» «Non m'importa affatto di dove sia! Mi servo soltanto del mio buonsenso.Quest'uomo è smascherato: faceva la parte dello spi rito.In quale angolo o in quale buco abbia gettato il suo travesti mento, non ha importanza.» «Al contrario! È una questione essenziale.Ciò che lei ha visto non era un'impostura, ma un fenomeno ben reale.» Challenger scoppiò a ridere.«Sì, signore!», proseguì Mailey. «Assolutamente reale! Lei ha visto una trasfigurazione, a metà strada dalla materializzazione.Lei ammetterà che le guide spirituali che conducono normalmen te queste faccende non hanno nulla da temere dai suoi dubbi nè dai suoi sospetti.Si accordano per ottenere certi risultati e, se le ~16.CHALLENGER FA UN'ESPERIENZA CAPITALE 203 F manchevolezze del circolo impediscono loro di raggiungerli in un modo, li raggiungono in un altro, senza tener conto delle sue prevenzioni nè dei suoi desideri.Questa sera, incapaci di comporre una forma ectoplasmica date le cattive condizioni che lei stesso ha creato, hanno avvolto il medium incosciente in una specie di co r perta ectoplasmica e l'hanno fatto uscire dalla camera oscura. È Fcolpevole di frode quanto lei.» 1>«Giuro davanti a Dio», disse Linden, «che non so nulla di ,Èquanto è successo dal momento in cui sono entrato nel camerino rfino al momento in cui mi sono trovato per terra!» [Si era rialzato ed era scosso da un tale tremito nervoso che non Friusciva a tenere in mano il bicchiere d'acqua che sua moglie gli taveva fatto portare.;Challenger alzò le spalle.00«Le sue cattive ragioni», disse, «scavano ulteriori abissi nella credulità umana.Il mio dovere mi è evidente, e lo compirò fino in fondo.Tutto ciò che lei potrà dire, sarà certo accolto dal tribuna le con la considerazione che merita.» Il professor Challenger si voltò e si preparò ostentatamente ad andarsene con la soddisfazione di chi aveva condotto a termine il compito per il quale era venuto.« Vieni, Enid ! », ordinò .

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tAllora si verificò un incidente così inatteso, così imprevisto, così drammatico, che nessuno dei presenti avrebbe più potuto di menticarlo.Enid non rispose all'ingiunzione di Challenger.Tutti si erano alzati.Enid sola era ancora seduta, con la testa piegata su una spalla.I suoi occhi erano chiusi, e i capelli si erano parzialmente sciolti.Che meravigliosa modella per uno scultore ! «Si è addormentata», disse Challenger. «Svegliati, Enid! Vo glio andar via.» La ragazza non rispose.Mailey si chinò su di lei.«Zitti! Non la disturbate! È in trance!» Challenger accorse: «Cos'avete fatto? La vostra frode l'ha spaventata.E svenu ta!».Mailey le aveva sollevato una palpebra.«No: i suoi occhi sono rovesciati. È in trance.Sua figlia, si gnore, è un medium straordinario!» «Un medium! Lei vaneggia! Svegliati, figlia mia! Svegliati!» «In nome del cielo, la lasci stare! Se la tocca potrebbe rimpian gerlo per tutta la vita! Non si deve mai interrompere brutalmente la trance di un medium!» Challenger rimase immobile, disorientato.Per una volta era X , NEL PAESE DELLE NEBBIE] senza parole.Era possibile che sua figlia si trovasse sull'orlo di quel precipizio misterioso e che lui potesse spingervela dentro? «Cosa devo fare?», domandò.«Non abbia paura.Tutto andrà bene.Si sieda! Sedetevi tutti!...Ah, sta per parlare.» La ragazza aveva fatto un movimento.Si raddrizzò sulla sedia.Le sue labbra tremavano.Tese un braccio.«Per lui!», esclamò indicando Challenger. «Non deve far del male al mio medium! E un messaggio per lui!» Ognuno tratteneva il respiro.«Chi parla?», chiese Mailey.«Victor.Victor ! Non farà del male al mio medium .Ho un messaggio.Per lui.» «Va bene! Quale messaggio?» «Sua moglie è qui.» «Si!» «Dice di esser già venuta una volta.

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Che è venuta attraverso questa ragazza.Dopo la cremazione del suo corpo.Ha bussato.Lui l'ha sentita bussare, ma non ha capito.» «Questo significa qualcosa per lei, professor Challenger?» Le sue grandi sopracciglia si erano unite al di sopra degli occhi sospettosi, interroganti: guardava come una bestia senza scampo i voiti che lo circondavano.Era un trucco.. .Ull ignobile artificio! Avevano corrotto addirittura sua figlia.Erano passibili di condanna.Li avrebbe denunciati, tutti ! No, no, non aveva domande da fare.. .Vedeva chiaro nel loro gioco.Lei era stata conquistata.Non lo avrebbe mai creduto di Enid, ma quelli erano i fatti.Agiva così per amore di Malone.Una donna farebbe qualsiasi cosa per l'uomo amato.Sì, una bella condanna! Invece di addolcirsi, diventava sempre più vendicativo.Sul suo viso rosso di collera non si leggeva che odio.Ancora una volta il braccio della ragazza si protese in avanti.«Un altro messaggio!» «Per chi?» «Per lui.L'uomo che vuol fare del male al mio medium.Non deve far del male al mio medium.Un uomo qui... due uomini...Che vogliono trasmettergli un messaggio.» «Bene, Victor.Ce lo comunichi.» «11 nome del primo uomo è...» La ragazza chinò la testa e tese l'orecchio come se ascoltasse.«...Sì, eccolo! È Al...Al...Aldridge.» «Questo significa qualcosa per lei?» Challenger barcollò.Un'espressione di assoluta sorpresa passò sul suo vlso.«Chi è il secondo uomo?», chiese.F 16.CHALLENGER FA UN'ESPERIENZA CAPITALE 205 g«WareSìesatto! Ware.» Challenger ricadde sulla sedia, e si passò la mano sul viso.Era pallido.Mortalmente pallido.IL sudore scorreva sulla sua fronte.

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«Li conosce?» «Ho conosciuto due uomini che si chiamavano così.» >«Hanno un messaggio per lei», disse la ragazza.>Challenger parve rannicchiarsi come per incassare un colpo.>«Bene.Quale messaggio?» «Troppo personale.Non parlerò.Troppa gente qui.» t«Aspetteremo fuori», disse Mailey. «Venite, amici miei.La ,~sciamo che il professore riceva il suo messaggio.» 54Si diressero tutti verso la porta.Sembrava che Challenger fosse stato invaso tutt'a un tratto da un nervosismo insopportabile.«Malone, resti con me!», ordinò.La porta si chiuse e i tre rimasero soli.«Qual è questo messaggio?» «E a proposito di una polvere.» «Sì, sì.» «Una polvere grigia?» r i I i l l i «Sì.» «Ecco il messaggio che questi uomini desiderano che io le trasmetta: "Lei non ci ha uccisi".» «Domandi... domandi loro... come sono morti?» La sua voce si ruppe.Un'emozione terribile scuoteva la sua forte struttura.«Sono morti di malattia.» «Quale malattia?» «Nite... nite...Cos'è?...Polmonite.» Challenger si gettò indietro con un gran sospiro di sollievo.«Mio Dio!», esclamò asciugandosi la fronte. «Malone, faccia rientrare gli altri.» Gli altri, che avevano aspettato sul pianerottolo, accorsero: Challenger si era alzato per andar loro incontro.Le sue prime parole furono per Tom Linden.Parlò come un uomo il cui orgoglio era appena stato ridotto in briciole.«Signore», disse, «non oso più giudicarla.E successo qualcosa di così strano, e insieme certamente reale visto che i miei sensi esercitati possono testimoniarlo, che non vedo come potrei scartare la spiegazione che mi è stata data del suo comportamento di poco fa.Ritiro tutte le parole offensive che ho potuto pronunciare . » Linden era profondamente cristiano.Il suo perdono fu immediato e sincero.«Non posso più dubitare del fatto che mia figlia possieda un potere misterioso che conferma ciò che lei mi aveva detto, signor LUh NEL PAESE DELLE NEBBIE| Mailey.

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Il mio scetticismo di scienziato era giustificato, ma lei mi ha offerto oggi una prova irrefutabile.» «Ci siamo passati tutti, professore.Dubitiamo e poi, a nostra volta, subiamo il dubbio degli altri.» «Non capisco come si possa dubitare della mia parola ! », rispo- 3 se Challenger con dignità. «Voglio soltanto dire che ho ricevuto 3 stasera un'informazione che nessuna persona viva su questa terra avrebbe potuto darmi.E fuor di dubbio.»' « La ragazza si sta riprendendo», interruppe la signora Malone .Enid si era raddrizzata: si guardò intorno con occhi attoniti.«Cos'è successo, papà? Credo di essermi addormentata.» «Va tutto bene, cara.Ne parleremo più tardi.Rientra con me adesso.Ho molte cose su cui riflettere.Vorrebbe accompagnarci Malone? Credo di doverle una spiegazione.» Quando il professor Challenger arrivò a casa, avvertì Austin che non voleva essere disturbato per nessun motivo; si diresse verso la biblioteca e si sedette nella sua grande poltrona; Malone stava alla sua sinistra, sua figlia alla sua destra.Stese la sua grossa zampa e la richiuse sulla manina di Enid.«Mia cara», cominciò dopo un lungo silenzio, «non posso negare che tu possieda un potere misterioso: ciò mi è stato dimostrato stasera con una pienezza e una chiarezza irrefutabili.Poichè lo possiedi, non potrò nemt tlo negare che anche altri lo possiedano, cosicchè il concetto generale del potere medianico fa parte ormai delle mie concezioni del possibile.Non discuterò questo argomento, perché i miei pensieri non sono ancora chiari, e avrò bisogno di approfondirlo con lei, giovane Malone, e con i suoi amici, prima di capirci di più.Mi limiterò a dire che il mio spirito ha ricevuto un colpo, e che una nuova via del sapere pare essersi aperta davanti a me. » «Saremo veramente molto orgogliosi», disse Malone, «di poterla aiutare.» Challenger si sforzò di sorridere.«Sì, sono sicuro che un titolone sulla prima pagina del suo giornale: Conversione del professor Challenger, sarebbe un trionfo per lei! L'avverto che non sono ancora arTivato a quel punto.» «Non organizzeremo certo una manifestazione prematura, e la sua opinione potrà rimanere

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strettamente privata.» «Non mi è mai mancato il coraggio morale di proclamare le mie opinioni quando le avevo ben consolidate! Ma per questo c'è ancora tempo.Tuttavia stasera ho ricevuto due messaggi e non posso attribuire loro che un'origine extracorporea.Do per scontato Enid, che tu fossi veramente incosciente?» «Ti assicuro, papà, che non mi sono assolutamente accorta di quel che è successo.» l l i ~16.CHALLENGER FA UN'ESPERIENZA CAPITALE 207 [ «Benissimo ! Sei sempre stata incapace di mentirmi.Il primo mesF saggio era di tua madre.Mi ha assicurato di esser stata lei a bussare come avevo sentito e come vi avevo raccontato.E ora evidente che F tu eri medium e che non dormivi ma eri in trance. È incredibile, in [ concepibile, grottescamente meravigliosoma mi sembra vero.» F«Crookes ha usato quasi le stesse parole», disse Malone. «Ha scritto to che era "assolutamente impossibile e assolutamente vero" . » ~È«Gli devo delle scuse.Ma forse devo delle scuse a tutti.» F«Nessuno le pretenderà», rispose Malone. «Gli spiritisti non [sono fatti di quella pasta.» F«È il secondo messaggio quello che voglio spiegarvi», disse il professore agitandosi sullà sedia. «Si tratta di una storia stretta t-mente privata.Non ne ho mai parlato.Nessuno avrebbe potuto conoscerla.Poichè ne avete ascoltato una parte, tanto vale che sappiate anche il resto.Ero un giovane medico. . . e quest'avventura ha incupito tutta la mia vita: fino a stasera la nube non si era mai alzata.Che altri provino a spiegare questo fatto con latelepatia, conun'azione del subconscio, con quello che si vuole! Io non potrò mai dubitare...Mi è impossibile dubitare che mi sia arrivato un messaggio dal mondo dei morti.In quegli anni c'era una nuova medicina di cui si discuteva molto.Inutile entrare in dettagli che sareste incapaci di apprezzare al loro giusto valore.Mi basti dirvi che la pianta da cui era estratta apparteneva a una famiglia che fornisce sia dei veleni mortali che dei rimedi efficaci.Ero stato uno dei primi in Inghilterra a riceverne un campione, e speravo che il mio nome potesse essere legato allo sfruttamento delle sue proprietà.

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L'ho somministrata a due uomini, Ware e Aldridge.Ho dato loro quel che credevo fosse una dose non pericolosa.Erano ammalati, capite? Due malati della mia corsia d'ospedale.Durante la notte morirono tutti e due.Avevo dato loro la medicina di nascosto.Nessuno lo sapeva.Non poteva esserci scandalo perché tutti e due erano gravissimi, e il loro decesso sembrò naturale.Ma, nel fondo del cuore, ebbi paura.Credetti di averli uccisi, e questo è sempre stato nella mia vita un sottofondo molto oscuro.Stasera voi avete sentito che sono morti di malattia, e non per la medicina.» «Povero papà!», sussurrò Enid, carezzando la grossa mano coperta di peli ribelli. «Come devi aver sofferto!» Challenger era troppo orgoglioso per sopportare la pietà, anche la pietà di sua figlia.Ritirò la mano.«Lavoravo per la scienza!», disse. «La scienza deve correre dei rischi.Non so se sono da biasimare.Eppure, eppure! Mi sento così leggero, stasera!» CAPITOLO DICIASSETTESIMO Le nebbie si dissipano Malone aveva perso l'impiego: la fama della sua indipendenza di giudizio si era sparsa per Fleet Street, e le sue prospettive erano cupe.Il suo posto al giornale era stato preso da un giovane ebreo dal whisky facile, che si era guadagnato i galloni scrivendo una serie di articoli umoristici sui problemi psichici, e che non aveva smesso di ripetere di aver affrontato l'argomento con spirito aperto e imparziale.Aveva chiuso la serie offrendo cinquemila sterline se gli spiriti dei defunti gli avessero indicato i primi tre arrivati nel prossimo derby.Prima aveva dimostrato che l'ectoplasma era in realtà la schiuma di una bottiglia di birra accuratamente dissimulata dal medium.Questi argomenti sono alcune delle rarità del museo del giornalismo; e sopravvivono ancora nella memoria dei lettori.Ma il cammino che si era chiuso ad un'estremità si era aperto dall'altra.Challenger, immerso nei suoi sogni audaci e nei suoi esperimenti ingegnosi, aveva da tempo bisogno di un uomo attivo, dalla mente chiara, per fargli seguire i propri interessi e controllare i diversi brevetti che aveva un po' dovunque nel mondo.

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C'erano molti apparecchi (frutto di una vita di lavoro) che gli davano un reddito, ma il cui sfruttamento doveva essere amministrato.Il suo segnale d'allarme automatico per le navi transatlantiche, il suo apparecchio per evitare le mine, il suo metodo nuovo ed economico per separare l'azoto dall'aria, i sensibili miglioramenti che aveva apportato alla trasmissione via radio, e il suo nuovo trattamento della pechblenda erano notevoli fonti di reddito.Infuriato per la presa di posizione di Cornelius, il professore affidò la gestione dei propri interessi al suo futuro genero: non dovette pentirsene.Challenger non era più lo stesso uomo.I suoi colleghi e coloro che gli stavano vicino osservavano la sua trasformazione senza indovinarne la causa.Era più cortese, più modesto, più spirituale nel senso superiore della parola.Nel fondo del suo animo si era radicato un doloroso convincimento: lui, un campione del mondo scientifico e della verità, che era stato di fatto per lunghi anni tutto il contrario di uno scienziato nei suoi metodi, si era reso col ~17.LE NEBBIE si DISSIPANO 209 rF pevole di una formidabile opera d'ostruzione, contraria al pror gresso dell'anima umana nella giungla dell'ignoto.Questa autocondanna provocò un cambiamento nel suo caratF tere.D'altronde, con l'energia che lo caratterizzava, si era im F merso nelle splendide opere che trattavano il suo nuovo argomen to di studi.Sbarazzandosi dei pregiudizi che avevano oscurato il 0 suo spirito, lesse le testimonianze luminose di Hare, De Morgan, r; Crookes, Lombroso, Barrett, Lodge e tanti altri grandi uomini.0 Allora si stupì di aver potuto immaginare anche per un solo mo 1 mento che tante opinioni concordi potessero esser fondate su un > errore.La sua natura violenta e impulsiva lo spinse ad abbraccia re la causa dello psichismo con la stessa veemenza e a volte lo stes F so settarismo che aveva impiegato per denunciarlo.Il vecchio leo -;ne mostrò i denti e ruggì contro i suoi associati di una volta.-Ecco l'inizio di un notevole articolo sullo Spectator: L'ottusa incredulità e la testarda insensatezza dei prelati che si sono rifiutati di guardare nel telescopio di Galileo e di osservare le lune di Giove, sono state ampiamente superate oggigiorno da quei rumorosi polemisti che

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profferiscono con leggerezza delle opinioni definitive sui problemi psichici che non hanno avuto nè il tempo nè la voglia di esaminare.E nella conclusione dichiarava che i suoi contraddittori non rappresentavano in realtà il pensiero del xx secolo, ma che potevano piutto sto esser considerati dei fossili mentali esumati da qualche antico strato plioceni co .I critici alzarono le braccia inorriditi: il linguaggio violento del professore li metteva in imbarazzo ancor più delle violenze che da tanti anni opprimevano i seguaci dello spiritismo.Possiamo allontanarci da Challenger.La sua criniera nera virava lentamente al grigio.Ma la sua grande mente si irrobustì ancora e divenne più lucida davanti ai problemi che l'avvenire riservava.Un avvenire non più limitato dal ristretto orizzonte della morte, ma che si estende lontano fra le possibilità e gli sviluppi infiniti della sopravvivenza della personalità, del carattere, dell'o pera.Il matrimonio venne celebrato.Fu una cerimonia tranquilla, ma quale profeta avrebbe potuto predire gli invitati che il padre di Enid aveva raccolto nei saloni di Whitehall? Essi formavano una folla gioiosa, compatta grazie all'opposizione del resto del mondo, unita in una conoscenza comune.C'era il reverendo Charles Mason che aveva officiato la cerimonia: se mai un santo avesse consacrato un'unione, era stato proprio quella mattina! In quel momento, nel suo abito nero, con 210 NEL PAESE DELLE NEBBIE_17.LE NEBBIE si DISSIPANO>11 il sorriso che gli scopriva i denti, faceva il giro dei presenti, distribuendo a tutti pace e bontà.Mailey dalla barba rossa, vecchio combattente dalle innumerevoli cicatrici, che aspirava ancora a nuovi combattimenti, era presente con sua moglie.Il dottor Maupuis era venuto da Parigi: tentava di far capire al maggiordomo che voleva del caffè, e invece gli portavano degli stuzzicadenti, cosa che faceva ridere molto Lord Roxton.C'era anche il buon Bolsover accompagnato da molti membri del suo circolo familiare di Hammersmith; e Tom Linden con la moglie; e Smith, il bulldog del nord; e il dottor Atkinson; e Mervin, il giornalista psichico; e i due Ogilvy; e la piccola signorina Delicia con la sua borsa e i suoi volantini; e il dottor Ross Scotton completamente guarito; e il dottor

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Felkin che lo aveva così ben curato che ormai l'infermiera Ursula bastava ad accudirlo.Sì, erano tutti là, visibili sul nostro spettro di colori e udibili sulle nostre quattro ottave sonore.Ma quanti invitati, al di là di questi limiti, aggiunsero la loro presenza e i loro auguri?...Non lo sa nessuno.Un'ultima scena prima di terminare.Si svolge nel salone dell'Imperial Hotel di Folkestone.Davanti ad una finestra sono seduti il signor Edward Malone e signora, e la signora Malone guarda la Manica verso est.Il cielo della sera è scontento: grandi tentacoli purpurei, cupi precursori di ciò che si nasconde invisibile e minaccioso sotto l'orizzonte, si torcono in direzione dello zenit Sotto di loro, il piccolo battello di Dieppe si spompa per arrivare prima.Più lontano, le grandi navi si fermano in mezzo alla Manica come intuendo un pericolo.Quel cielo incerto influiva sullo spirito dei due giovani sposi.«Dimmi, Enid; di tutte le nostre meravigliose esperienze psichiche, quale ti è rimasta più viva nella memoria?» «È strano che tu me lo chieda, Ned! Stavo proprio pensando a questo.Credo che sia per associazione di idee con questo cielo terribile. . .Pensavo a Miromar, quell'uomo strano e misterioso con i suoi accenti da Giudizio Universale.» «Anch'io . » «Hai più avuto sue notizie?» «Una volta sola.Una domenica mattina in Hyde Park .Parlava ad un gruppetto di uomini.Mi sono unito a loro e l'ho ascoltato.Era lo stesso avvertimento.» «Come l'hanno preso? Hanno riso?» «Senti: tu l'hai visto e sentito! Avresti potuto ridere?» «No, ma tu non lo prenderai mica sul serio, Ned? Guarda questa solida vecchia terra inglese.Guarda il nostro grande albergo e tutta questa gente qui fuori.Pensa a quei giornali benpensanti all'ordine stabile di un paese civile. Pensi veramente che potrebbe succedere qualcosa che distruggesse tutto questo?» 1t«Chissà! Miromar non è il solo a profetizzare su questo tema.» r«È ciò che lui chiama la fine del mondo?» F«No, una nuova nascita del mondo: nascerà un mondo diver so, il mondo conforme ai desideri di Dio.» «È un messaggio spaventoso.

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Ma cosa c'è che non va? Perché F Dio dovrebbe pronunciare un Giudizio così terribile?» «Il materialismo, il formalismo rigido delle Chiese, la corru [ zione di tutti i movimenti dello spirito, la negazione dell'invisibi Et le, lo scetticismo sprezzante che accoglie questa nuova rivelazione...Queste sono le cause, secondo Miromar.» «Ma certo il mondo è stato peggiore prima!» --«Mai con tante buone carte in mano.Mai con l'educazione, le conoscenze, la cosiddetta civiltà che avrebbero dovuto condurre l'uomo a livelli superiori.Guarda come tutto è stato deviato verso il male.Abbiamo conquistato la scienza aeronautica: ce ne ser viamo per bombardare le città.Abbiamo imparato a navigare sott'acqua: ne approfittiamo per massacrare i marinai.Siamo pa droni dei prodotti chimici: ne facciamo esplosivi o gas asfissianti.Tutto va di male in peggio ! Attualmente, ogni nazione sulla terra cerca in segreto il modo di annientare meglio tutte le altre. È mai possibile che Dio abbia creato il pianeta con questi fini, e ti pare probabile che tolleri una simile degradazione?» «Chi è che parla adesso: tu o Miromar?» «Parola mia, ci ho meditato sopra molto, e tutte le mie idee concordano con le sue conclusioni.Ho letto un messaggio spiri tuale scritto to da Charles Mason: "Per un uomo, come per una na zione, il pericolo comincia dal momento in cui l'intelligenza si svi luppa a detrimento dello spirito".Non è forse esattamente lo sta to attuale del mondo?» «E come succederà?» «Ah, su questo non abbiamo che la parola di Miromar! Dice che tutte le peggiori maledizioni si spargeranno sulla terra: ci sa ranno guerra, carestia, peste, terremoti, inondazioni, maremo ti. . . e che tutto finirà in una pace e una gloria indistruttibili.» Grandi strisce purpuree attraversavano il cielo da una parte al l' altra.Ad ovest si stendeva una luce rossastra, con dei minacciosi bagliori color rame.Enid rabbrividì.«Abbiamo imparato una cosa», disse lui. «Che due anime nelle quali esiste il vero amore, vivono la loro eternità in tutte le sfere senza essere separate.Perché allora tu e io dovremmo temere la morte? O dovremmo temere quel che la vita o la morte possono ~'portarci? » Lei mise la mano in quelle di lui e sorrise: }«Perché, infatti?», mormorò.

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}APPENDICE213 Appendice Nota al capitolo secondo: La chiaroveggenza nei templi dello spiritismo Il fenomeno della chiaroveggenza, quale lo si può vedere nei templi dello spiritismo, presenta notevoli variazioni di qualità. È tanto imprevedibile che molte congregazioni l'hanno completamente abbandonato perché diffondeva dubbi e contrasti piuttosto che insegnamenti elevati.Invece, in diverse occasioni (in buone condizioni, con un uditorio in sintonia e il medium ben disposto), i risultati sono stati sorprendenti.Ero presente il giorno in cui Tom Tyrell, di Blackburn, che era stato chiamato improvvisamente a Doncaster, città dove non andava mai, ricevette non solo le descrizioni ma anche i nomi di molte persone che furono riconosciute dai presenti ai quali le comunicazioni erano state destinate.Ho anche sentito il signor Vout Peters dare quaranta descrizioni di una città straniera (Liegi) dove non aveva mai messo piede, con un solo insuccesso che poi fu spiegato.Tali risultati non possono essere semplici coincidenze.La loro vera ragione deve avere un significato e uno scopo, quali che siano.Ho avuto qualche volta l'impressione che il vapore che diventa visibile condensandosi in forma solida nell'ectoplasma possa, allo stato gassoso, riempire la sala, e che uno spirito che entri in esso possa dare atto della sua presenza, così come una meteora invisibile si fa vedere quando attraversa l'atmosfera della terra.Questo esempio è evidentemente solo un'analogia, ma può suggerire una linea di pensiero.Ricordo di aver assistito in due occasioni a Boston (Massachusetts) all'esibizione di un ecdesiastico che esercitava la chiaroveggenza con pieno successo sui gradini dell'altare.Questo mi colpì come mirabile riproduzione di quei tempi apostolici in cui si insegnava «non solo con la parola, ma anche con il potere».Tutto ciò deve essere reintegrato nella religione cristiana perché ne sia rivitalizzata e recuperi il suo prestigio.Non è, certo, l'opera di un giorno.Più che di fede, abbiamo bisogno di conoscenza.F Nota al capitolo ottavo: Gli spiriti legati alla terra l Questo capitolo potrà forse sembrare caratterizzato da un vol Wgare sensazionalismo: ma in realtà non contiene alcun episodio di cui io non possa citare la fonte.

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L'episodio di Nell Gwinne, ricor E':dato da Lord Roxton, mi fu raccontato dal colonnello Cornwallis West, il quale mi assicurò che era avvenuto in una delle sue case di rcampagna.Alcuni ospiti avevano incontrato l'apparizione nei rEcorridoi e poi, quando avevano visto il ritratto di Nell appeso nel salotto, avevano esclamato: «Questa è la donna che abbiamo in contrato! ».L'avventura del terribile occupante della casa abbandonata si ispira con qualche modifica a un'esperienza fatta da Lord St.Au dries in una casa abitata dagli spiriti presso Torquay.Quel valo roso soldato ha raccontato di persona l'aneddoto sul Weekly Di spatoh (dicembre 1921), ed esso è stato ammirevolmente ripreso dalla signora Violet Tweedale in Phantoms of the Dawn.Quanto alla conversazione fra l'ecclesiastico e lo spirito legato alla terra, la stessa scritto trice ne ha descritto ta una simile nel suo racconto delle avventure di Lord e Lady Wynford nel castello di Glamis'.Da dovc gli spiriti traggono le loro apparenti risorse di energia materiale? E un problema ancora da risolvere.Le estraggono probabilmente da un individuo medianico nelle vicinanze.Nel l'interessante caso citato dal reverendo Charles Mason e osserva to con molta attenzione dalla Società di Ricerche Psichiche di Reykjavik (Islanda), la formidabile creatura legata alla terra ha proclamato la fonte della sua vitalità.L'uomo era stato da vivo un pescatore dal carattere rude e violento; si era suicidato.Si era attaccato al medium, lo seguiva alle sedute della Società, provo cava terrore e turbamento indescrivibili: infine fu esorcizzato con i mezzi che ho riportato nel mio racconto.Un lungo resoconto è stato pubblicato nei Proceedings of theAmerican Society of Psy chic Research, nonchè nel bollettino del Collegio Psichico, Psy chic Research, del gennaio 1925.Segnaliamo che l'Islanda è molto avanti nel campo delle ricer che psichiche: se si tiene conto della popolazione e delle risorse, è probabilmente al primo posto nel mondo! Il vescovo di Reykja vik presiede la Società Psichica: splendida lezione per i nostri pre lati, la cui ignoranza su tali argomenti è quasi uno scandalo.Ben chè lo spiritismo tratti dell'anima e del suo destino nell'Aldilà, c'è meno gente che lo studia fra i nostri pastori d'anime che in qual siasi altra professione.

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r ' Nel volume Ghosts I Have Seen, p. 175.214 NELPAESEDELLENEBBIE=APPENl)|ti215 Nota al capitolo decimo: I circoli di salvataggio Le scene contenute in questo capitolo sono desunte dalla mia esperienza personale o da rapporti di sperimentatori coscienziosi e degni di fede.Fra di essi cito anzitutto il signor Tozer di Melbourne e il signor McFarlane di Southsea.Ambedue hanno tenuto con regolarità dei circoli destinati a questo scopo: venire in aiuto agli spiriti legati alla terra.Racconti dettagliati di esperienze da me personalmente vissute in questi circoli figurano nei capitoli quarto e sesto del mio libro Wanderings of a Spiritualist.Posso aggiungere che nel mio circolo privatoin cui il medium era mia moglieabbiamo avuto il privilegio di portare speranza e conoscenza a qualcuno di quegli esseri infelici.Resoconti completi di un certo numero di questi colloqui si trovano nelle ultime cento pagine del libro del compianto ammiraglio Usborne, Glimpses of the New State.Bisogna precisare che l'ammiraglio non partecipò personalmente a queste sedute, ma che esse gli furono raccontate da persone in cui egli riponeva piena fiducia e, che gliene fu data conferma con dichiarazioni autografe dei presenti. «La specchiata onorevolezza del signor Leander Fisher», dice l'ammiraglio, «basta a testimoniarne l'autenticità. » Lo stesso elogio può essere fatto al signor E. G. Randall, che ha reso pubblici molti casi simili: è uno dei maggiori avvocati di Buffalo, e il signor Fisher è professore di musica nella stessa citta.L'obiezione naturale è che, pur tenendo conto dell'onestà degli inquisitori, ogni esperienza può essere in qualche modo soggettiva e non avere alcuna relazione con i fatti reali.Parlando di questo l'ammiraglio scrive: «Ho fatto delle ricerche per sapere se uno di questi spiriti, indotti a capire di essere entrati in un nuovo stato di coscienza, fosse stato identificato in modo soddisfacente.La risposta è la seguente: molti sono stati localizzati ma, dopo diverse verifiche, si è ritenuto inutile continuare le indagini sui parenti e le abitazioni terrene degli altri.Simili ricerche richiedono molto tempo e molta fatica; ogni volta che sono state fatte hanno dato lo stesso risultato».

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Fra i casi citati2 c'è il prototipo della donna di mondo morta durante il sonno, proprio come io l'ho raccontato.In tutti questi casi lo spirito che tornava sulla terra non aveva compreso che la sua vita terrena era terminata.IL caso dell'ecclesiastico e quello del marinaio del Monmouth si sono manifestati in mia presenza nel cerchio del signor Tozer.IL caso drammatico in cui lo spirito di un uomo (di parecchi, t originariamente) è apparso nel momento stesso dell'incidente che tha provocato la sua morte, e il cui nome è stato poi controllato su un articolo di giornale, è stato reso noto dal signor Randall.Un taltro caso fornito dalla stessa fonte farà forse riflettere coloro che [non si sono resi conto di quanto le prove siano incontrovertibili, e >-di quanto sia necessario rivedere la nostra opinione sulla morte.[Si trova in The Dead Have Never Died (p. 104): [«Ricordo un episodio che dedico ai materialisti allo stato puro.Ero uno degli esecutori testamentari di mio padre; dopo la sua morte e la divisione dei suoi beni, egli mi parlò dell'Aldilà e mi disse che avevo trascurato un particolare che teneva a segnalarmi.Risposi: "Tu hai sempr-e avuto la mente rivolta al denaro.Perché occupare un tempo così limitato a discutere del tuo patrimonio? È stato diviso e ognuno ha preso la sua parte"."Sì", mi rispose, "lo so, ma ho lavorato molto duramente per accumulare il denaro e non voglio che vada perduto: c'è ancora un credito da riscuotere e che tu non hai scoperto." "Ebbene", dissi, "se è vero, dammi i particolari." Mi rispose: "Qualche anno prima della mia morte, ho impre stato una piccola somma a Suzanne Stone, che viveva in Pennsyl vania, e le ho fatto firmare una cambiale a vista di cui, secondo le leggi di quello Stato, ero autorizzato a chiedere una sentenza im mediata senza processo.Ero piuttosto ansioso a proposito del prestito: prima della scadenza ho preso la cambiale e l'ho conse gnata al cancelliere di Erie, in Pennsylvania: ho ottenuto subito la sentenza, che ha posto un'ipoteca sulla sua proprietà.Nei miei re gistri non c'è nessun appunto circa quella cambiale nè quella sen tenza.Se vai dal cancelliere di Erie troverai la sentenza registrata, e ci tengo a che tu recuperi quella somma.Ci sono ancora molte cose che non sai: questa è una".Quella notizia, arrivata in quel modo, mi stupì molto.

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Chiesi una copia della sentenza: era stata registrata il 21 ottobre 1896 e, con la prova del debito, riscossi dal debitore 70 dollari con gli in teressi.Mi domando: qualcuno era al corrente della transazione oltre ai sottoscritto tori della cambiale e al cancelliere di Erie? lo, in ogni modo, la ignoravo.Non avevo alcun motivo di pensare che fosse stata fatta.La voce di mio padre era stata perfettamente ri conoscibile in quell'occasione.Cito questo esempio per coloro che misurano tutto dal punto di vista del denaro».Le comunicazioni postume più toccanti sono tuttavia quelle ri ferite in Thirty Years Among The Dead del dottor Wickland di Los Angeles.Questo libro, come molte altre opere di valore, è in vendita in Gran Bretagna nella Psychic Bookshop in Victoria Street, S.W.11 dottor Wickland e la sua eroica moglie hanno svolto un lavo 216 NEL PAESE DELLE NEBBIE APPENDICE217 ro che merita la più viva attenzione da parte di tutti gli specialisti in malattie mentali.Se persisterà nella sua ideae tutto porta a credere che lo farànon solo rivoluzionerà tutte le nostre conoscenze sulla pazzia, ma modificherà profondamente il nostro sistema criminologico; dimostrando che abbiamo punito come criminali persone meritevoli più di compassione che di castighi.Il medico ha formulato la teoria che numerosi casi di follia siano dovuti a ossessione da parte di entità non sviluppate; e ha trovato, con un metodo di ricerca che non mi risulta completamente chiaro, che tali entità siano molto simili all'elettricità statica, quando questa attraversa il corpo che ha invaso.Ha basato la sua cura su questa ipotesi, e ha ottenuto dei risultati notevoli.Il terzo fattore nel suo sistema è stata la scoperta che queste entità accettavano più facilmente di uscire dal corpo che occupavano se ce n'era vicino un altro libero in cui trovare un rifugio temporaneo.Ecco spiegato l'aggettivo «eroica» applicato alla signora Wickland: questa signora affascinante e colta si siede in trance ipnotica a fianco del soggetto, pronta ad accogliere l'entità quando questa è scacciata dalla sua vittima.Ed è dalle labbra della signora Wickland che si conoscono l'identità e il carattere degli spiriti non sviluppati.Il soggetto è legato su una sedia elettrica: bisogna legarlo perchè molti pazzi sono violenti.

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La corrente è innestata e passa: non danneggia il malato perché si tratta di elettricità statica, ma causa grosse preoccupazioni allo spirito parassita, che corre a rifugiarsi ben presto nella forma incosciente della signora Wickland.Allora iniziano le stupefacenti conversazioni riportate nel libro.Il dottore sottopone lo spirito a un interrogatorio, lo ammonisce, lo istruisce, infine lo manda via o sotto la guardia di uno spirito compassionevole che ha assistito all'interrogatorio o affidato a un assistente più solido che gli darà scacco matto se non si pente.Allo studioso che non ha familiarità con i problemi psichici una simile argomentazione può apparire insensata, e io stesso non potrei garantire che il dottor Wickland abbia in fin dei conti raccolto prove a sostegno della sua teoria: ma affermo che le nostre esperienze nei circoli di salvataggio si fondano sulla stessa idea generale, e che egli ha realmente guarito diversi casi disperati.Ogni tanto si ottiene una conferma formale: per esempio, nel caso di uno spirito femminile che si lamentava per non aver preso abbastanza fenolo la settimana prima, il nome e l'indirizzo erano esatti.A quanto pare, non tutti offrono campo libero a questa invasione: sono disposti ad accogliere gli spiriti non sviluppati solo quegli uomini e quelle donne che sono in un modo o nell'altro dei sensitivi psichici.Quando questa scoperta sarà stata inconfuta [ bilmente dimostrata, diventerà la base della psicologia e della giurisprudenza del futuro.,[ Nota al capitolo dodicesimo: Gli esperimenti del dottor F Maupuis I tIl dottor Maupuis del racconto è, come avrà indovinato ogni ~dilettante di ricerca psichica, il compianto dottor Geley, il cui Ssplendido lavoro già gli assicura una fama immortale.Era una qmente di prim'ordine, e il suo coraggio morale gli permetteva di affrontare con tranquillità il cinismo e la superficialità dei suoi critici.Con raro discernimento non superò mai il limite imposto dai fatti, ma non arretrò di un passo dal punto più estremo giustifica to dalla sua ragione e dall'evidenza.Grazie alla munificenza del signor Jean Meyer, era stato posto alla testa dell' Istituto Metapsi chico, che era ammirevolmente attrezzato per il lavoro scientifi co, e aveva utilizzato appieno questa attrezzatura.Quando compare un Jean Meyer inglese, non ottiene mai il controvalore del suo denaro, a meno che non trovi una mente aperta al progresso cui affidare la sua macchina.

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La notevole do tazione fornita alla Stanford University della California è stata praticamente sprecata, perché i suoi dirigenti non erano nè dei Geley nè dei Richet.La storia del pitecantropo è stata presa dal Bulletin de l 'Institut Mètapsichique.Una ben nota signora mi ha descritto to come quel mostro si fosse messo fra lei e la sua vicina: lei aveva avuto il co raggio di posare la mano sulla pelle dai peli ispidi.Un resoconto di questa seduta è stato inserito nel libro di Geley: L'ectoplasme et la clabrvoyance (Fèlix Alcan, p. 345).A pagina 296 c'è una fo tografia che rappresenta uno strano uccello da preda sulla testa del medium. È evidente che nonsi può trattare di un'impostura.Quei diversi animali possono assumere le forme più strane.In un manoscritto to inedito del colonnello Ochorovvitzche ho avu to la fortuna di leggereci sono descrizioni di manifestazioni che sono formidabili, ma non presentano alcun segno di parente la con le creature che conosciamo.Poichè forme animali di quella natura si sono materializzate sotto il potere medianico sia di Kluski che di Gusik, sembra che la loro formazione dipenda da uno dei presenti piuttosto che dal medium, a meno che non si possa considerarle completamente in dipendenti dal circolo.C'è un assioma molto in voga tra gli spiritisti: gli ospiti spiri tuali di un circolo rappresentano grosso modo la tendenza menta 218 NEL PAESE DELLE NEBBIEi le e spirituale del circolo stesso.Perciò, dopo circa quarant'anni di esperimenti, non ho mai sentito una parola oscena o blasfema durante una seduta, perché queste sedute erano condotte in ma-X niera rispettosa e religiosa.3 Ci si può dunque porre una domanda: le persone che vengono ad assistervi per fini esclusivamente scientifici e sperimentali, ma che non riconoscono affatto il significato religioso che corona tutti questi fenomeni, non suscitano forse le manifestazioni meno desiderabili del potere psichico? Tuttavia il temperamento di uo mini superiori come Richet e Geley autorizza a dare per scontato che la tendenza generale sia buona.Senza dubbio si può obiettare che ricerche che implicano simili possibilità dovrebbero essere accantonate.

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Si potrebbe risponde- 1 re, penso, che fortunatamente tali manifestazioni sono rare, mentre il conforto recato dagli spiriti illumina quotidianamente migliaia di vite.Non interromperemo la nostra esplorazione solo perché nel paese esplorato vivono alcune creature nefaste.Rinun ciare alla studio dei fenomeni psichici equivarrebbe ad abbando narli alle forze malvagie, e al tempo stesso ci priveremmo di quel le conoscenze che ci aiutano a comprenderli e a valutare tutte le conseguenze delle loro manifestazioni.

QUANDO LA TERRA URLÒ r 1.La lettera i I i Titolo originale:11t 1freTl, l')2') Ricordavo vagamente di aver sentito il mio amico Edward Malone, del Gazette, parlare del professor Challenger con il quale aveva vissuto molte avventure piuttosto notevoli.Ma sono cosi preso dal mio lavoro, e la mia ditta è così sommersa dalle ordinazioni, che mi interesso poco di ciò che succede nel mondo e non tocca i miei interessi personali.Conservavo di Challenger l'idea confusa di un genio violento e settario.Fui perciò molto sorpreso nel ricevere da lui una lettera d'affari, redatta come segue: Enmore Gardens, 14 bis Kensington Signore, mi trovo nella necessità di richiedere i servizi di un esperto in pozzi artesiani.Non le nasconderò che la mia opinione sugli esperti non è molto buona: ho spesso costatato che un uomo Cae, come {l 1C, c dolato di un cervello ben organizzato, dispone di una larghezza di vedute più ampia e più sana di un cosiddetto specialista, che si arrocca nell'esercizio di un sapere specifico.Tuttavia, ho deciso di metterla alla prova.Scorrendo la lista delle autorità nel campo delle trivellazioni artesiane, una certa bizzarria (stavo per scrivere assurdità) nel suo nome, ha colpito la mia attenzione: mi sono informato, e si è dato il caso che il mio giovane amico Edwàrd Malone la conosca.Le scrivo dunque per dirle che sarei felice di avere un colloquio con lei: se lei corrisponderà ai requisiti richiesti (e quelli che io richiedo non sono di poco conto) è possibile che le affidi un lavoro estremamente importante.Non posso essere più preciso su tale lavoro, se non per dirle che è segretissimo: ne discuteremo a voce.

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Di conseguenza, la prego di rimandare ogni altro impegno, e conto che verrà a parlarmi all'indirizzo di cui sopra venerdi prossimo alle dieci e mezzo.Vicino alla porta ci sono uno stuoino e un pulisciscarpe; la signora Challenger è molto pignola in proposito.Suo, come all'inizio della lettera, - George Edward Challenger Passai la lettera al mio segretario e questi informò il professore che il signor Parfait Jones sarebbe stato felice di andare all'appuntamento.Era una lettera d'affari assolutamente corretta, ma cominciava con la frase: «Abbiamo ricevuto la Vostra non datata...».Cosa che provocò una seconda missiva del professore: la sua scritto tura somigliava a una rete di filo spinato.Signore, noto che lei sottolinea a fin di critica che la mia lettera non è datata.Posso at 222 QUANDOLATERRA URLÒ-I.LALETTERA223 tirare la sua attenzione sul fatto che, per una sorta di compensazione di una tassa mostruosa, il nostro Governo ha l'abitudine di apporre una piccola indicazione circolare, o timbro, all'esterno della lettera e, così facendo, certifica la data della consegna alla posta? Se quest'indicazione manca o è illeggibile, si rivolga alle autorità postali competenti: a ogni modo, vorrei pregarla di limitare le sue osservazioni ai problemi connessi con l'affare sul quale la consulterò, e di mettere un termine ai suoi commenti circa lo stile della mia corrispondenza.Mi sembrò evidente che il professore fosse pazzo.Prima di procedere oltre, andai perciò a trovare il mio amico Malone, che conoscevo dai buoni vecchi tempi in cui giocavamo insieme a rugby nella squadra di Richmond.Era più irlandese e allegro che mai; si divertì molto al racconto del mio primo scontro con Challenger.«Non è niente, vecchio mio ! », mi disse. «Quando avrai passato con lui cinque minuti, ti sentirai come se fossi stato scorticato vivo.Quanto a mostrarsi sgradevole, in questo è il campione del mondo ! » «E perché il mondo dovrebbe sopportarlo?» «Ma non lo sopporta! Se tu sommassi tutti i processi per diffamazione, le liti e le citazioni davanti al pretore...» «Citazioni per che cosa?» «Per percosse e lesioni.Dio mi perdoni, arriverebbe volentieri a buttarti giù dalle scale se tu gli manifestassi il tuo disaccordo con lui! È un uomo delle caverne in giacca e cravatta.

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Me lo immagino benissimo con un randello in una mano e nell'altra un pezzo di selce appuntito...C'è gente che non appartiene al proprio secolo: lui non appartiene al suo millennio.Appartiene al Neolitico o giù di lì...» «Ed è un professore! » «Questo è il bello! È il più gran cervello d'Europa, e al servizio di questo cervello impiega una forza motrice capace di trasformare tutti i suoi sogni in realtà.I suoi colleghi lo detestano come il veleno, e cercano di frenarlo, o di mettergli i bastoni fra le ruote.Lui li ignora: va dritto per la sua strada a tutto vapore.» Mi misi a riflettere.«Bene! Almeno una cosa è chiara: non voglio aver niente a che fare con lui.Annullo il mio appuntamento.» «Niente affatto! Lo manterrai, invece: e arriverai all'ora esatta...Cosa dico, l'ora: il minuto! Altrimenti, lo sentirai!» «E perché, scusa?» «Ascoltami.Prima di tutto, non prendere troppo alla lettera quello che ti ho detto del vecchio Challenger.Tutti coloro che lo avvicinano imparano a volergli bene. È un vecchio orso non troppo cattivo, credimi ! Mi ricordo di come ha portato sulle spalle un bambino indiano che aveva il vaiolo camminando nella savana per 150 chilometri. È formidabile in tutto, capisci? Se tu sei corretto con lui, non ti farà alcun male.» «Non voglio correre questo rischio.» «Sarebbe una stupidaggine! Hai sentito parlare del mistero di Hengist Down. . . il trivellamento di un pozzo sulla costa meridionale? » «Si tratta di un sondaggio segreto per lo sfruttamento del carbone, se ho capito bene?» Malone strizzò l'occhio.«Come vuoi! Vedi, il vecchio mi fa le sue confidenze; non posso parlare finchè non mi autorizza.Ma ti riassumerò quello che è già stato pubblicato dai giornali.Un tale, un certo Betterton che ha fatto fortuna con la gomma, ha lasciato i suoi capitali a Challenger qualche anno fa, a condizione che siano utilizzati nell'interesse della scienza.La somma è niente male: quaLche milione di sterline.Challenger allora ha comprato una tenuta nel Sussex, a Hengist Down.Era una terra senza valore al limite settentrionale del paese: ne ha avuto una bella parte, che ha circondato di filo spinato e di cancellate.

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In mezzo c'era un profondo burrone, che ha cominciato a far scavare.Ha annunciato...» Malone strizzò di nuovo l'occhio.«. . .ha annunciato che in Inghilterra c'era il petrolio e che intendeva provarlo.Ha costruito un paesino modello dove vive una colonia di operai ben pagati che hanno giurato tutti di tenere la bocca chiusa.Il burrone è protetto da recinti e cancellate, come tutta la tenuta; i sorveglianti sono aiutati da segugi feroci.Molti giornalisti hanno quasi perso la vita, e non parlo del fondo dei loro pantaloni! Quei cani sono ben addestrati...Si tratta di un'impresa colossale; è la società di Sir Thomas Morden che ha avuto l'incarico, ma anche lì tutti hanno promesso di tenere la bocca chiusa. È evidente che è venuto il momento di utilizzare uno specialista di pozzi artesiani.Saresti così sciocco da rifiutare un lavoro simile? Pensa all'interesse che presenta, all'esperienza che acquisterai! E poi, alla fine, ci sarà un bell'assegno...E per di più frequenterai l'uomo più straordinario che ti capiterà mai di incontrare!» ,i '.I.6l societbi (,li al ~omellti di Malone prevalsero e, il venerdì mattina, presi l.t st r ada di Enmore Gardens.Mi preoccupai tanto di essere punt lla l c \ c he arrix ai alla porta di Challenger con venti minuti di anticlX pelta\o per strada quando tutt'a un tratto mi resi conto ullc la ltolls Ros/ce parcheggiata lì, con la sua freccia d'argento iO spOI tCllO, tlOII mi era sconosciuta: era certamente la macchiSI;t til iaCii Dd\OIIshirC, il sociopiùgiovanedell'impresaMorden an c\ o serllpl e considerato il più cortese degli uomini, perciò fui pl-()t(~ll(lalncllte scosso quando apparve improvvisamente, con le ìll.llU .11 CIC1O e pregando con gran fervore: «Signore, datelo al Jio tvI iatelo al Diavolo quell'uomo!» < t O%'ì' che non N a, Jack? Mi sembra di cattivo umore stamatti . <" ks ì ' a f f a r e ? » ì3z uesto i aiuterà a lormarsi il carattere!» l'IU C ucl che lei ha l'aria di riuscire a sopportare, vero?» Si.Il ma¢T(Tiordomo mi ha appena detto: "11 professore mi ha nl c tuat o eli ax N ertirla, signore, che al momento è occupato a manlal-c un Llox o~ c che, se lei verrà a un'ora più opportuna, la riceve! Li \ OiCIII ICI l ' ' .Ecco ! Aggiungo che ero venuto qui per recuperare ta(luc ila sterline che mi deve.» I iE~lqi,li.

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<( non riuscite a recuperare i vostri soldi9» < ()11 si' Quamo al denaro non c'è niente da dire.Devo render u lut l/ia a tlUCl N eccllio gorilla: ha le mani bucate.Ma paga quanp.ll z. COlllC gli parc, e se ne infischia di tutti.Detto questo .tl l.lit, tCllli pUl^e la ì'ortuna: vedrà cosa le succedet» ( oll (lllcstc pal-olc incoraggianti si mise al volante e partì s~r\ z~liai l'orologio; finalmente venne l'ora zero t )%O (lil C CllC sOIIO una persona robusta; sono stato finalista del mpetlzlollc elci pcsi medi al Belsize Boxing Club.Ma non mi !All 1 ccal0 a un appulltamellto in un simile stato di tensione.Xlità\a Cli paura ì'isica, perché avevo fiducia nelle mie ri ~"?ucsto pazzo ispirato mi attaccasse.Si trattava o: hilol c tli ullo scalldalo c la paura di perdere un affare 2.L.A SOC 11 TÀ 225 vantaggioso.Tuttavia, siccome le cose sono sempre più semplici quando l'immaginazione cede il passo all'azione, chiusi risolutamente la calotta del mio orologio e suonai alla porta.Mi aprì un vecchio maggiordomo dal volto di legno.Quell'uomo esibiva un'espressione, o una mancanza d'espressione, che dava l'idea che fosse talmente abituato alle scosse dell'esistenza che niente al mondo potesse più stupirlo.«Ha un appuntamento, signore?» «Certamente. » Consultò una lista che teneva in mano.«11 suo nome, signore?...Benissimo, il signor Parfait Jones...Dieci e mezza.Esatto...Dobbiamo diffidare, signor Jones, per chè i giornalisti ci danno molta noia.IL professore, come forse lei sa, non approva la stampa.Da questa parte, signore.Il professor Challenger la riceverà subito.» ~Dunque fui introdotto.Credo che il mio amico Ted Malone ab |bia descritto to il personaggio nel suo Mondo Perduto molto meglio ldi quanto non sappia farlo io; perciò non c'insisterò su.Tutto ciò sdi cui mi resi conto, fu un enorme busto dietro una scrivania di smogano, una grande barba nera tagliata a forma di vanga, e due 1grandi occhi grigi coperti a metà da palpebre che ricadevano in Emodo insolente.La sua testa massiccia era piegata all'indietro: la tsua barba sporgeva in avanti.

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Esibiva con tutta la sua persona un'intolleranza arrogante, insopportabile. «Cosa diavolo vuo;c a me?», questa era la domanda che si leggeva nel suo sguardo.Posai il mio biglietto da visita sul tavolo.«Ah sì!», disse prendendolo e posandolo subito come se puz zasse. «Certamente! Lei è l'esperto... per così dire! 11 signor Jo nes. 11 signor Parfait Jones.Può ringraziare il suo padrino, signor Jones, perché è il suo nome di battesimo che ha attirato anzitutto la mia attenzione.» «Sono qui, professor Challenger, per una conversazione d'affari e non per discutere il mio nome di battesimo ! », articolai con tutta la dignità di cui fui capace.«Dio mio, lei mi sembra molto suscettibile! I suoi nervi sono in uno stato di tensione accentuata, signor Jones.Dovremo usare guanti di velluto quando faremo affari insieme! Ma la prego, si sieda! E si riprenda! Ho letto il suo libretto sulla valorizzazione della penisola del Sinai.L'ha scritto to lei?» «Naturalmente, signore.Porta la mia firma.» «D'accordo! D'accordo! Ma questo non vuol dire molto, vero? Tuttavia ammetto che per una volta la realtà concorda con le apparenze.Il libro non è senza meriti.Sotto lo stile piuttosto opaco, traspaiono delle idee.Qua e là persino dei germi di pensiero.Lei è sposato?» 2.La società Gli argomenti di Malone prevalsero e, il venerdì mattina, presi la strada di Enmore Gardens.Mi preoccupai tanto di essere puntuale, che arrivai alla porta di Challenger con venti minuti di antiClpO.Aspettavo per strada quando tutt'a un tratto mi resi conto che la Rolls Royce parcheggiata lì, con la sua freccia d'argento sullo sportello, non mi era sconosciuta: era certamente la macchina di Jack Devonshire, il socio più giovane dell'impresa Morden.L'avevo sempre considerato il più cortese degli uomini, perciò fui profondamente scosso quando apparve improvvisamente, con le mani al cielo e pregando con gran fervore: «Signore, datelo al Diavolo! Oh, sì datelo al Diavolo quell'uomo!».«Cos'è che non va, Jack? Mi sembra di cattivo umore stamattina. )> eSalve, Parfait.

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Anche lei è in quest'affare?)> <~Probabilmente. >a «Bene, questo l'aiuterà a formarsi il caratteret» «Più di quel che lei ha l'aria di riuscire a sopportare, vero9» «Sì.Il maggiordomo mi ha appena detto: "11 professore miha pregato di avvertirla, signore, che al momento è occupato a mangiare un uovo, e che, se lei verrà a un'ora più opportuna, la riceverà volentieri " .Ecco ! Aggiungo che ero venuto qui per recuperare quarantaduemila sterline che mi deve.» Fischial .«Non riuscite a recuperare i vostri soldi?» «Oh sì! Quanto al denaro non c'è niente da dire.Devo render giustizia a quel vecchio gorilla: ha le mani bucate.Ma paga quando gli pare, come gli pare, e se ne infischia di tutti.Detto questo Parfait, tenti pure la fortuna: vedrà cosa le succede!» Con queste parole incoraggianti si mise al volante e partì Sorvegliai l'orologio; finalmente venne l'ora zero.Oso dire che sono una persona robusta; sono stato finalista della competizione dei pesi medi al Belsize Boxing Club.Ma non mi ero mai recato a un appuntamento in un simile stato di tensione.Non si trattava di paura fisica, perché avevo fiducia nelle mie risorse nel caso che questo pavo ispirato mi attaccasse.Si trattava d'altro: il timore di uno scandalo e la paura di perdere un affare r2.LA SOC IETÀ 225 Fvantaggioso.Tuttavia, siccome le cose sono sempre più semplici Equando l'immaginazione cede il passo all'azione, chiusi risoluta mente la calotta del mio orologio e suonai alla porta.;tMi aprì un vecchio maggiordomo dal volto di legno.Quell'uo mo esibiva un'espressione, o una mancanza d'espressione, che dava l'idea che fosse talmente abituato alle scosse dell'esistenza che niente al mondo potesse più stupirlo.«Ha un appuntamento, signore?» «Certamente. » Consultò una lista che teneva in mano.«11 suo nome, signore?...Benissimo, il signor Parfait Jones...Dieci e mezza.Esatto...Dobbiamo diffidare, signor Jones, perchè i giornalisti ci danno molta noia.

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Il professore, come forse lei sa, non approva la stampa.Da questa parte, signore.Il professor Challenger la riceverà subito.» Dunque fui introdotto.Credo che il mio amico Ted Malone abbia descritto to il personaggio nel suo Mondo Perduto molto meglio di quanto non sappia farlo io; perciò non c'insisterò su.Tutto ciò di cui mi resi conto, fu un enorme busto dietro una scrivania di mogano, una grande barba nera tagliata a forma di vanga, e due grandi occhi grigi coperti a metà da palpebre che ricadevano in modo insolente.La sua tesia massiccia era piegata all'indietro: la sua barba sporgeva in avanti.Esibiva con tutta la sua persona un'intolleranza arrogante, insopportabile. «Cosa cliavolo vuole ~-. me?», questa era la domanda che si leggeva nel suo sguardo.Posai il mio biglietto da visita sul tavolo.«Ah sì!», disse prendendolo e posandolo subito come se puzzasse. «Certamente! Lei è l'esperto... per così dire! 11 signor Jones.Il signor Parfait Jones.Può ringraziare il suo padrino, signor Jones, perché è il suo nome di battesimo che ha attirato anzitutto la mia attenzione.» «Sono qui, professor Challenger, per una conversazione d'affari e non per discutere il mio nome di battesimo! », articolai con tutta la dignità di cui fui capace.«Dio mio, lei mi sembra molto suscettibile! I suoi nervi sono in uno stato di tensione accentuata, signor Jones.Dovremo usare guanti di velluto quando faremo affari insieme! Ma la prego, si sieda! E si riprenda! Ho letto il suo libretto sulla valorizzazione della penisola del Sinai.L'ha scritto to lei?» «Naturalmente, signore.Porta la mia firma.» «D'accordo! D'accordo! Ma questo non vuol dire molto, vero? Tuttavia ammetto che per una volta la realtà concorda con le apparenze.Il libro non è senza meriti.Sotto lo stile piuttosto opaco, traspaiono delle idee.Qua e là persino dei germi di pensiero.Lei è sposato?» 226 QUANLO LA TERRA URLÒ2.LA SOC[ETA227 «No, signore.

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Non sono sposato.» «Allora esistono delle probabilità che lei riesca a mantenere un segreto? » «Se prometto di mantenere un segreto, terrò certamente fede alla mia parola ! » «È lei a dirmelo.IL mio giovane amico Malone...» Parlava di Ted come se fosse stato un ragazzino di dieci anni.« . . .Malone ha una buona opinione di lei: mi ha detto che posso fidarmi.Davvero la mia fiducia sarà sconfinata: perché sono impegnato attualmente in una delle esperienze più grandi...Dovrei dire la più grande esperienza della storia del mondo ! Le chiedo di parteciparvi. » «Ne sarò molto onorato!» «È davvero un onore.Convengo che non avrei dovuto condividere i miei lavori con chiunque, ma la natura gigantesca dell'impresa esige i più alti talenti tecnici.E ora, signor Jones, poichè mi ha dato la sua parola che manterrà il segreto, arrivo al punto essenziale, che è questo: il mondo sul quale viviamo è anch'esso un organismo vivo, dotato, come credo, di una circolazione, di una respirazione e di un sistema nervoso suoi propri.» Senza dubbio mi trovavo di fronte a uno spostato.«So», proseguì lui, «che il suo cervello fatica ad assimilare quest'idea; ma finirà per digerirla.Lei scoprirà per esempio fino a che punto una landa d'erica rassomiglia alla parte pelosa di un animale gigante.La natura procede spesso per analogie.Poi consideri gli innalzamenti e gli abbassamenti secolari del suolo, che indicano una lenta respirazione.Infine noterà i sussulti e i grattamenti che appaiono alla nostra percezione lillipuziana sotto forma di terremoti e di altri movimenti. » «Ma i vulcani?», chiesi.«Tze, tze! Corrispondono ai punti caldi del nostro corpo.» Trasformai il mio cervello in un cavatappi per tentare di trovare una risposta a quelle affermazioni ridicole.«E la temperatura?», esclamai. «Non è forse vero che cresce rapidamente man mano che si discende, e che il centro della Terra non è che calore liquido?» Spazzò via quest'obiezione con un gesto della mano.«Lei sa probabilmente, dal momento che la frequenza delle scuole elementari è obbligatoria, che la Terra è schiacciata ai poli.Cio significa che il polo è più vicino al centro della Terra di qualsiasi altro punto, e che dunque dovrebbe risentire di questo calore di cui lei parla.

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E noto, certamente, che le condizioni ai poli sono tropicali, vero?» «È la prima volta che lo sento!» «Naturalmente! Ecco il privilegio del pensatore originale: t esprimere idee nuove, generalmente mal accolte dall'uomo della 1tstrada.Ora, signore, cos'è questo?» «A prima vista, pare un riccio di mare.» r«Esattamente!», esclamò, con un'aria di sorpresa esagerata, come se si trovasse di fronte un bambino che avesse inaspettata F mente risolto un problema difficile. «Un riccio di mare! ...Un ba nale echinoderma.La natura si ripete in molte forme senza bada r re alla grandeza.L'echinoderma è un modello, un prototipo del ,~mondo.Lei può costatare che è più o meno rotondo, ma appiatti [to ai poli.Consideriamo dunque il mondo come un gigantesco Friccio di mare.Ha obiezioni?» La mia principale obiezione era che tale «considerazione» era troppo assurda perché la si potesse discutere, ma mi guardai bene dal dirlo.Mi limitai a una affermazione meno impegnativa.«Una creatura viva ha bisogno di nutrimento», dissi. «Come potrebbe il mondo soddisfare il suo grosso ventre?» «Un punto a suo favore! Un ottimo punto a suo favore!», esclamò il professore con tono paternalistico. «Lei ha l'occhio pronto a cogliere l'evidenza, ma è lento nel realizare i collega menti più sottili . . .Da dove ricava il mondo il suo nutrimento? Ri volgiamoci al nostro piccolo amico, l'echinoderma.L'acqua che lo circonda, scorre attraverso le cavità di questa bestiolina e le fornisce il nutrimento.» «Allora lei pensa che l'acqua...» «No, signore.Non l'acqua.L'etere.La Terra pascola circolarmente nei campi dello spazio: man mano che si sposta, l'etere passa senza interruzione attraverso la sua scorza, e provvede alla sua vitalità.E c'è una quantità di piccoli mondi-ricci-di-mare che fanno lo stesso: Venere, Marte, ecc.Ognuno di questi mondi possiede il proprio campo per pascolare.» Quell'uomo era evidentemente pazzo, ma non era meno evidente che non c'era modo di farglielo ammettere.Prese il mio silenzio per un consenso, e mi sorrise con infinita benevolenza.

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«Facciamo progressi!», disse. «La luce comincia a penetrare.Si è un po' accecati all'inizio, naturalmente, ma poi si finisce per abituarsi.Per favore, mi accordi ancora tutta la sua attenzione perché ho ancora due o tre osservazioni da presentarle a proposito di questa bestiolina che ho in mano...Supponiamo che sulla superficie della scorza esterna coriacca del riccio di mare si trascinino alcuni insetti infinitamente piccoli: il riccio di mare si renderebbe conto della loro presenza?» <eNo, probabilmente.» «Lei può perciò immaginare facilmente che la Terra non ha la minima idea del modo in cui viene usata dalla specie umana.Essa non si rende assolutamente conto della crescita veloce e disordi 228 QUANLO LA TERRA URLÒ_2.LA SOCIETÀ229 nata della vegetazione, nè dell'evoluzione di questi minuscoli animaletti che si sono ammassati su di lei durante i suoi viaggi intorno al Sole, proprio come i piccoli crostacei si ammassavano sulle chiglie degli antichi vascelli.Questo è lo stato attuale dei fatti; io mi propongo di modificarlo.» Lo guardai stupito.«Lei si propone di modificarlo?», ripetei.«Mi propongo di far sapere alla Terra che c'è almeno una personaGeorge Edward Challengerche sollecita la sua attenzione... anzi, in verità, che insiste per fissare la sua attenzione. È il primo avviso di questo genere che riceverà!» «E come farà, signore?» «Ah, eccoci arrivati al punto! Lei ha messo il dito sulla piaga.La prego di nuovo di interessarsi a questa bestiolina.Sotto la sua crosta protettrice essa è tutta nervi e sensibilità.Non è evidente che, se un minuscolo parassita volesse attirare la sua attenzione, dovrebbe scavare un buco nella sua conchiglia per stimolare il suo apparato sensibile?» «È evidentissimo!» «Oppure facciamo l'esempio di una pulce o di una zanzara che esplori la superficie del corpo umano.Noi possiamo benissimo non accorgerci della sua presenza, ma ben presto, quando l'insetto avrà infilato il suo pungiglione nella nostra pelle, che è la nostra crosta, la nostra scorza, la nostra conchiglia, ci ricorderemo con scarso piacere che non siamo soli al mondo.I miei progetti cominciano a sembrarle più chiari? La luce splende nelle tenebre. . . » «Gran Dio! Lei si propone di scavare un pozzo attraverso la scorza terrestre?» Chiuse gli occhi sotto l'effetto di un ineffabile autocompiacimento.

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«Lei ha davanti a sè», disse, «il primo uomo che bucherà questo corno epidermico.Posso anche parlare al passato e dire che l'ha bucato.» «Lei l'ha bucato?» «Con l'aiuto efficacissimo di Morden & C., credo di poter affermare di averlo fatto.Molti anni di lavoro ininterrotto, di notte e di giorno, compiuto da specialisti qualificati della trivella, del girabarchino, della frantumatrice e dell'esplosivo, ci hanno permesso di raggiungere finalmente il nostro scopo.» «Non vorrà dire di aver trapassato la scorza?» «Se le sue espressioni sono di meraviglia, le tollero.Ma se sono di incredulità...» «Niente affatto, signore ! Nessuna incredulità ! » «Allora accetti le mie dichiarazioni senza aver l'aria di dubitar ne! Abbiamo trapassato la scorza.Era spessa... esattamente 13.200 metri virgola 988.Per arrotondare: 13.200 metri.Durante la nostra perforazione, abbiamo scoperto (questo può forse inte Fressarla) vasti giacimenti di carbone: una fortuna! Ci permette ranno senza dubbio alla lunga di ammortizzare le spese di tutto il -~lavoro.La nostra principale difficoltà sono state le sorgenti e l'acqua nel gesso inferiore e nelle sabbie di Hastings, ma l'abbia 1nLmo superata.Siamo all'ultima fase; e in questa fase è il signor tParfait Jones che reciterà la parte della zanzara.La sua perfora Ljtrice per pozzi artesiani prende il posto del pungiglione dell'inset <ito.IL cervello ha fatto quanto gli spettava.Exit il pensatore! En ;tra il tecnico, il perfetto ingegnere, con la sua verga di metallo Sono stato abbastanza chiaro?» «Lei ha parlato di tredici chilometri ! », esclamai. «Ma lei sa, signore, che il limite per il trivellamento di un pozzo artesiano è di circa 1500 metri? Ne conosco uno nell'Alta Slesia che è profondo 1890 metri, ma è considerato un succèsso quasi miracoloso.» «Lei non ha capito, signor Parfait.Delle due l'una: o le mie spiegazioni non sono state chiare, o la sua intelligenza è poco pronta...Io non esito! So perfettamente quali sono i limiti delle trivellazioni dei pozzi artesiani, ed è poco probabile che avrei speso milioni di sterline per questa galleria colossale se fosse bastata una trivellazione lunga un metro.

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Quello che le chiedo, è di avere una trivella pronta con la punta più affilata possibile, che non sia lunga più di trenta metri e che sia azionata elettricamente.Un sistema molto comune di percussione messo in moto da un peso risponderà alle mie necessità.» «Perché elettricamente? » «Io sono qui, signor Jones, per dare ordini e non spiegazioni.Prima che abbiamo finito, potrebbe succedereè una possibilitàche la sua vita dipenda proprio dal fatto che questa perforatrice sia azionata a distanza da un motore elettrico.Pensa che siate in grado di provvedervi?» «Certamente!» «Allora la prepari.La faccenda non è ancora arrivata al punto che sia necessaria la sua presenza immediata, ma deve prepararsi immediatamente... a essere pronto.Non ho altro da dirle.» «Ma è importantissimo», insorsi, «che mi informi almeno sul tipo di suolo che questa perforatrice dovrà intaccare.Sabbia, argilla, gesso?...Per ogni tipo di suolo ci vuole un trattamento diverso. » <eChiamiamolo poltiglia», disse Challenger. «Sì, supponiamo per un momento che lei debba conficcare la sua punta nella poltiglia...Bene! Ora, signor Jones, ho alcune faccende importanti t.che richiedono libertà di spirito; perciò la saluto.Lei può prepa I 230 QUANDO LA TERRA URLò 1 rare un eontratto in piena regola insieme ad un preventivo, per il mio direttore dei lavori.» Salutai e mi diressi verso la porta.Ma, al momento di useire, la mia euriosità prese il sopravvento.Stava già serivendo furiosamente con una penna d'oea che gemeva sulla carta: mi guardò con aria seccata quando l'interruppi.«Signore. . . ?» «Ebbene, signore? Credevo che fosse uscito.» «Volevo solo chiederle quale può essere lo scopo di questo straordinario tentativo.» «Se ne vada! Se ne vada», gridò. «Innalzi il suo spirito al di sopra delle necessità mercantili e utilitaristiche del commereio! Abbandoni la sua meschina eoneezione degli affari! La seienza esige il sapere.Lasei che il sapere ei eonduea dove erede: è già tanto che lo possediamo ! Sapere una volta per tutte chi siamo, perché esistiamo, e dove siamo, non è forse la più grande delle aspirazioni umane? Se ne vada! Se ne vadat» Piegò di nuovo la sua grossa testa sulle sue earte, ed essa seomparve nella barba.

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La penna d'oea gemette più aspramente che mai.Allora laseiai quell'uomo straordinario, con la testa invasa da un turbine di pensieri.Ormai ero suo soeio.3.Preparativi Quando arrivai al mio ufficio, Ted Malone mi aspettava: un gran sorriso la diceva lunga su quanto si aspettava dalle mie eonfidenze.«Allora», eselamò non appena mi vide, «niente di grave? Nessuna rissa? Niente vie di fatto? Hai dovuto manovrarlo con molto tatto! Cosa pensi del mio veechio?» «È l'uomo più esasperante, più insolente, più settario, più infatuato di sè che abbia mai ineontrato.Ma...» «Eeeo!», eselamò Malone. «Tutti siamo arrivati a questo "ma. . . " .Naturalmente è proprio come hai detto, e anche peggio.Ma si eapisee che un uomo così formidabile non può essere misurato eol nostro metro.E dobbiamo sopportare da lui ciò che non sopporteremmo da nessun altro mortale. È vero, o no?» « In fede mia, non lo conosco ancora abbastanza bene da poterti rispondere.Però ammetto che non è semplicemente un megalomane brutale.E se quello che afferma è vero, è veramente un campione di gran classe.Ma è vero?» «Certamente! Challenger espone sempre la sua merce! Ora, a che punto sei esattamente? Ti ha parlato di Hengist Down?» «Sì, grosso modo...» «Sta' a sentire! Puoi credermi: è una faccenda colossale! Colossale come concezione.Colossale come realizzazione! Lui odia i giornalisti, ma si fida di me perché sa che non pubblicherei mai niente senza la sua autorizzazione.Ha i suoi programmi.Ne conosco parecchi, se non tutti. È un cervello così profondo che non si può mai essere sicuri di conoscerlo a fondo.Ad ogni modo, ne so abbastanza per assicurarti che Hengist Down è un progetto concreto che sta per concludersi.Non posso darti che un consiglio: aspetta gli avvenimenti e, intanto, preparati! Avrai presto sue notizie, o direttamente o per mezzo mio.» Di fatto fu Malone a portarmi le «notizie».Qualche settimana dopo venne di buon'ora in ufficio per trasmettermi un messag gio.«Vengo da parte di Challenger», mi disse.

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«Sembri il pesce pilota dello squalo...» «Sono fiero di lavorare con lui! È un tipo veramente sensazio QUANDO LA TERRA URLòX3 PREPARATIV1233 nale! Fa marciare tutto alla perfezione...Tu entri in scena oggi.Sta per alzare il sipario.» «Vecchio mio, ci crederò solo dopo averlo visto! Comunque tutto è pronto: il materiale è caricato su un camion.Posso partire in qualunque momento.» «Subito ! Ti ho descritto to come un tipo formidabile per energia e puntualità: non mi smentire! Intanto, vieni con me in treno: ti darò un'idea di quello che dovrai fare.» Era un'incantevole mattina di primavera: il 22 maggio, per essere precisi.E il viaggio che feci mi portò in un posto che non è eccessivo definire storico.Durante il viaggio, Malone mi consegnò un biglietto di Challenger, che conteneva le sue istruzioni.Signore, appena arrivato a Hengist Down, si metta a disposizione dell'ingegnere capo Barforth, che ha in mano i miei progetti.Il mio giovane amico Malone, latore della presente, sarà anche lui in comunicazione con me e mi eviterà quindi ogni contatto personale.Abbiamo fatto diversi esperimenti all'interno del pozzo, a 13.000 metri e oltre.Alcuni fenomeni che abbiamo rilevato, confermano pienamente le mie opinioni circa la natura dei corpi planetari.Tuttavia, mi servono prove ancor più sensazionali per sperare di impressionare l'intelligenza letargica del mondo scientifico.Sono queste prove che lei è destinato a fornirmi: esse mi serviranno da testimonianza.Quando scenderà in ascensore, osserverà (la presumo quindi dotato di quella rara facoltà detta osservazione) che starà attraversando l'uno dopo l'altro degli strati di argilla secondaria, dei giacimenti carboniferi, delle tracce di Devoniano e di Cambriano, e infine uno strato di granito attraverso il quale passa la maggior parte della nostra galleria.Il foro è al momento coperto da una tela catramata che la prego di non spostare, perché l'accostarsi in modo maldestro al derma della Terra potrebbe produrre effetti prematuri.Secondo le mie istruzioni, due grosse travi sono state posate trasversalmente al pozzo sei metri al di sopra del fondo, con uno spazio fra loro.

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Questo spazio ha la funzione di staffa di serraggio per sostenere il suo tubo artesiano.Basterà una punta di quindici metri: sei metri scenderanno al di sotto delle travi, in modo che l'estremità arrivi al livello della tela catramata.Se le è cara la vita, non la faccia scendere oltre.Le rimarranno nove metri che saliranno in aria nel pozzo.Quando comincerà la manovra, dodici metri della punta dovranno infilarsi nella sostanza della Terra.Questa sostanza è liscia e morbida, perciò penso che non le servirà una grande forza motrice, e che il semplice gioco del tubo, grazie al suo proprio peso, permetterà di attraversare lo strato che abbiamo portato alla luce.Queste istruzioni dovrebbero bastare per un'intelligenza media.In caso lei desideri altri chiarimenti, mi faccia avere i suoi quesiti a mezzo del nostro giovane amico Malone.Cieorge Edward Challenger Potete facilmente immaginare che, quando arrivammo alla stazione di Sorrington, vicino alla base settentrionale dei South Downs, ero in un notevole stato di tensione nervosa.Una macchina con la vernice scrostata dalle intemperie ci aspettava e ci sballottò per una decina di chilometri su strade secondarie e carrarec ce che, malgrado l'isolamento del posto, abbondavano di carreggiate e altri sintomi di un traffico intenso quanto pesante.Un camion fatto a pezzi giaceva sull'erba, quasi a indicare che la strada non era apprezzata da tutti.In un altro punto, le valvole e i pistoni di una pompa idraulica si profilavano nella loro ruggine al di sopra di un ciuffo di giunchi.«Opera di Challenger ! », disse Malone sorridendo . «Hanno sostenuto che questa macchina sconfinava di qualche centimetro fuori dalla proprietà: allora l'ha rovesciata.» «C'è stato un processo, sicuramente?» «Un processo? Vecchio mio, dovremmo avere un tribunale solo per noi ! Da soli possiamo dar lavoro a un giudice per un anno .E anche al Governo! IL nostro vecchio diavolo non ha paura di nessuno.IL Re contro George Challenger, e George Challenger contro il Re: un bel valzer da un tribunale all'altro! Ma eccoci arrivati! Tutto a posto, Jenkins, può lasciarci entrare!» Un enorme guardiano con un orecchio che somigliava straordinariamente ad un cavolfiore ispezionava la macchina con aria sospettosa.Si rilassò e salutò quando riconobbe il mio compagno.

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«Benissimo, signor Malone.Credevo che fosse l'Associated Press! » {(Ah, sono ancora in caccia, eh?» «Oggi loro .E ieri il Times.Oh, si danno ben da fare ! Guardi un po' . . .» Mostrò un punto lontano sulla linea dell'orizzonte.« . . .Vede quel riflesso? È il telescopio del Chicago Daily News.Sì, ci stanno addosso, ormai! Li ho visti tutti in fila, come i corvi, lungo quei pendii.» «Povera stampa!», sospirò Malone mentre superavamo la soglia di una porta superbamente difesa da reticolati. «Sono giornalista anch'io, e indovino quello che pensano i miei colleghi.» In quel momento, sentimmo dietro di noi una specie di belato lamentoso .«Malone! Ted Malone!» 11 richiamo proveniva da un tipo grassottello che era appena arrivato con una bicicletta a motore e si dibatteva nel pugno erculeo del guardiano.«Avanti, lasciatemi!», gridava. «Giù le zampe! Malone, dì al tuo gorilla di lasciarmi stare!» «Lo lasci, Jenkins! È uno dei miei amici», disse Malone. «Allora, vecchio otre, cosa succede? Cosa vieni a fare da queste parti? La tua riserva di caccia è Fleet Street: non i deserti del Sussex ! » «Sai benissimo perché sono qui», rispose il nostro visitatore.«Devo scrivere un pezzo su Hengist Down: non posso tornare a Londra senza un buon articolo!» 234 QUANDO LA TERRA URLÒw3.PREPARATIV1235 «Mi dispiace, Roy! Ma non otterrai niente qui.Dovresti stare dall'altra parte del filo spinato.Se vuoi saperne di più, dovrai andare da Challenger e chiedergli un permesso per la visita.» «Ci sono andato!», disse tristemente il giornalista. «Ci sono andato stamattina, Ted!» «Ebbene: cosa ti ha detto?» «Mi ha detto che mi avrebbe buttato dalla finestra.» Malone scoppiò a ridere «E tu, cos'hai detto?» «Ho detto: "Perché non dalla porta?".E sono scappato dalla porta appena in tempo, proprio nel momento in cui stava per manifestare la sua preferenza per la finestra.Non era il momento di discutere con lui.Allora sono venuto sul posto.Senti, Malone: fra quel toro assiro barbuto a Londra, e questo thugqui che mi ha strappato un colletto inamidato nuovo, tu frequenti proprio della strana gente ! » «Mio caro Roy: non posso fare niente per te! Lo farei se potessi.

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A Fleet Street hai fama di essere un uomo che non è mai stato battuto: ma questa volta toccherai terTa con le due spalle.Ritorna al giornale.Appena il mio vecchio mi autorizzerà, ti avvertirò: fra qualche giorno. » «Nessuna probabilità di entrare?» «Nessuna! » «Soldi? » «Dovresti conoscermi abbastanza per non farmi una domanda simile ! » «Mi hanno detto che si trattava di una scorciatoia per la Nuova Zelanda. . . » «La scorciatoia sarà per l'ospedale, Roy, se entri! Su, arrivederci! Adesso dobbiamo lavorare...Era Roy Perkins, il corrispondente di guerra», proseguì Malone dopo aver superato la cinta fortificata. «Abbiamo intaccato la sua reputazione, perché è imbattibile.La sua faccia innocente di ragazzino gli permette di entrare dappertutto.Una volta eravamo nella stessa squadra...Guardi. . . » Indicò un gruppo di graziosi bungalow col tetto rosso.«Ecco il quartiere degli uomini.Challenger ha raccolto un magnifico campionario di operai specializzati, che paga profumatamente.Devono essere scapoli, non bere alcolici, e tener fede al loro giuramento di discrezione.Credo che finora non ci sia stato nessun cedimento.Ecco il loro campo di calcio.Quella casa isolata è la biblioteca con la sala da giochi.Oh, l'assicuro che il vecchio Challenger è un organizzatore! Ma ecco il signor Barforth, l'ingegnere capo.» Un uomo filiforme, malinconico, lungo come una giornata senza pane e largamente provvisto di rughe dovute all'ansietà, ci stava venendo incontro.«Suppongo che lei sia l'ingegnere specialista in pozzi artesia ni», disse con voce lugubre. «Mi era stato detto che sarebbe arri vato.Sono contento che sia qui, perchè non ho bisogno di dirle a f~che le responsabilità che ho sulle spalle mi stanno logorando i ner | yvi.Lavoriamo lontano, e non so mai se sarà un getto di vapore, | ?0un giacimento di carbone, uno spruzzo di petrolio, o le fiamme |dell'Inferno a comparire.Finora abbiamo evitato l'Inferno: ma forse ci arriveremo.» «Fa molto caldo laggiù?» «Perbacco, se fa caldo! Non si può proprio dire il contrario.Eppure forse non fa così caldo come farebbero pensare la pressio 0ne barometrica e la ristrettezza dello spazio.

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Beninteso non par liamo della ventilazione: è abominevole! Portiamo giù l'aria, ma un turno di due ore è il massimo; eppure è gente di buona volontà ! IL professore è sceso ieri, ed è rimasto molto soddisfatto.Venga a pranzo con noi; poi vedrà con i suoi occhi.» IL pasto fu frugale e affrettato.Poi l'ingegnere capo ci fece, con pignoleria amorosa, gli onori, quindi fece fare un carico del mate riale ammucchiato nel capannone delle macchine, e non dimenti '~cò nemmeno uno dei mucchi di ferraglia sparsi tutt'intorno sul l'erba.Da un lato c'era un'enorme pala idraulica smontata che era servita per i primi scavi.Lì vicino, una grande macchina azio nava un cavo d'acciaio al quale erano attaccati dei piatti che face vano risalire i detriti dal fondo del pozzo.Nella centrale genera trice, varie turbine ad alta potenza che giravano a 140 giri al mi nuto, comandavano degli accumulatori idraulici che sviluppava no una pressione di 700 chili per pollice quadrato, trasportata da tubi da sette centimetri che scendevano fino in fondo al pozzo e azionavano quattro perforatrici di roccia a coltelli scanalati.Vicino al generatore, una centrale elettrica forniva la corrente necessaria a un impianto di illuminazione piuttosto grande.Poi veniva una turbina supplementare di 200 kw che azionava un ven tilatore di tre metri, destinato a spingere l'aria attraverso un tubo da trenta centimetri fino in fondo al cantiere.Tutte queste meraviglie mi furono mostrate con grandi spiega zioni dal loro tecnico, che cominciava ad annoiarmi come forse io annoio il lettore.Per fortuna ci fu un'interruzione: sentii uno stri dio di ruote; e fui assai contento di vedere il mio «tre tonnellate» che si muoveva e girava sul prato, carico fino all'orlo dei miei strumenti e di sezioni di tubi, e che portava il mio capo cantiere, Peters, e un assistente con la faccia impiastricciata.Tutti e due si misero subito al lavoro e cominciarono con lo scaricare il mio ma 236 QUANDO LA TERRA URLÒ3.PREPARATIV1237 teriale: io li lasciai e mi diressi con Malone e l'ingegnere verso il| | pozzo.a a Era qualcosa di stupefacente, molto più vasto di come me l'ero1 1 immaginato.Il materiale di scavomigliaia di tonnellatefor-S S mava un immenso ferro di cavallo intorno all'apertura.

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Nellal C concavità di questo ferro di cavallo s'innalzava un vero porcospi-| no di piloni d'acciaio e di ruote che azionavano le pompe e gli| ascensori.E poi c'era la bocca aperta del pozzo, una fossa im-l t mensa che sbadigliava: aveva un diametro di dieci o dodici metri0 ed era cinta e coperta di muratura e cemento.Quando volsi la testa per spingere lo sguardo nell'abisso terrifi-0 cante che mi era stato detto essere profondo tredici chilometri, il mio cervello vacillò al pensiero di ciò che questo significava La luce del Sole rischiarava in diagonale quella gola: non distinguevo per qualche centinaio di metri che del gesso bianco, rinforzato qua e là da opere in muratura dove la superficie aveva dato segni di cedimento.Guardando con la massima attenzione, scorsi lon tano, lontanissimo, nell'oscurità, una minuscola macchia di luce, la più piccola macchia immaginabile, ma che si distaccava netta mente sul fondo nero come l'inchiostro.«Cos'è quella luce?», chiesi.Malone si sporse sul parapetto.«È uno degli ascensori che risale», rispose. «È piuttosto sensa zionale, non è vero? È a uno o due chilometri sotto di noi, e quella piccola luce è una potente lampada ad arco.L'ascensore è veloce; sarà qui fra qualche minuto.» Effettivamente la luce diventava sempre più grande, e infine il luminò tutto il pozzo con la sua radiazione argentata: dovetti ad dirittura distogliere gli occhi per non rimanere abbagliato La gabbia d'acciaio si fermò all'altezza del pianerottolo, e quattro uomini uscirono e ci passarono davanti.«Sono quasi tutti in casa», mi spiegò Malone «Non è uno scherzo lavorare per due ore a quella profondità! ..Bene: vedo che una parte del tuo materiale è stato scaricato.La miglior cosa da fare è scendere: ti renderai conto da te della situazione.» Mi portò in un locale annesso al capannone delle macchine.Appesi al muro, c'erano dei vestiti piuttosto ampi in tela extraleggera.Feci come Malone: mi spogliai completamente e indossai uno di quegli abiti, più un paio di sandali con la suola di gomma.Malone finì prima di me e uscì.Un minuto dopo sentii un rumore che sembrava quello che avrebbero prodotto dieci cani furiosi nel farsi a pezzi.

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Mi precipitai fuori, e scoprii Malone che rotolava per terra e stringeva alla gola l'assistente che doveva aiutarmi a sistemare i tubi artesiani Stava tentando di strappargli un oggetto che l'altro stringeva di speratamente.Ma Malone, troppo forte per lui, s'impadronì dell'oggetto e lo calpestò fino a ridurlo in briciole.Solo allora vidi che si trattava di una macchina fotografica.Il mio assistente con la faccia impiastricciata si rialzò a fatica.«Il diavolo ti porti, Ted Malone!», gemette.La voce era quella di Roy Perkins. «Era una macchina nuova che valeva almeno dieci ghinee ! » «Non potevo agire altrimenti, Roy! Aveva scattato delle fotografie.Non mi restava altro da fare!» «Come è riuscito a nascondersi nel mio materiale?», interrogai, virtuosamente indignato.Il giornalista strizzò l'occhio e sorrise mostrando tutti i denti: «C'è sempre un modo di cavarsela!», disse. «Ma non se la prenda con il suo capo cantiere.Ha creduto che si trattasse di uno scherzo: ho scambiato i vestiti con il suo assistente e sono entrato.» «E ora uscirai subito!», disse Malone. «Non c'è da discutere, Roy.Se Challenger fosse qui, ti lancerebbe addosso i cani.Conosco le esigenze della professione, per cui non sarò cattivo, ma qui sono un cane da guardia: sono capace di mordere oltre che di abbaiare.Via! Togliti dai piedi!» Così fu espulso il nostro visitatore troppo intraprendente.Il pubblico capirà finalmente la genesi del meraviglioso articolo su quattro colonne intitolato: «11 folle sogno di uno studioso>" dal sottotitolo: «Dritti verso l'Australia», pubblicato dall'Adviser qualche giorno dopo. (Articolo che portò Challenger al limite dell'apoplessia, e il direttore del giornale a sostenere il colloquio più sgradevole e più pericoloso della sua vita.) Si trattava del racconto, a tinte un po' troppo fosche, delle avventure di Roy Perkins, definito «il nostro celebre corrispondente di guerra», e conteneva frasi come «il toro irsuto di Enmore Gardens», «un recinto fortificato protetto da fili spinati, lottatori professionisti e cani assetati di sangue», nonchè il seguente brano: Fui scacciato dall'ingresso della galleria anglo-australiana da due bruti: il più selvaggio era uno di quei pennivendoli che conoscevo di vista come uno dei pirati della mia professione; l'altro un figuro sinistro vestito di un abito adatto ai tropici, che si faceva passare

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come esperto di pozzi artesiani mentre aveva l'aria di venire direttamente dal manicomio.Dopo averci etichettato in questo modo, quel mascalzone pubblicava un'esatta descrizione del fossato e di uno scavo a zig-zag per mezzo del quale le cremagliere si aprivano il loro cammino sotterraneo.Il solo inconveniente concreto causato da quell'articolo fu che si accrebbe sensibilmente il numero degli sfaccendati 238 QUANDO LA TERRA URLÒ3.PREPARATIV1239 che si sedevano sui South Downs per spiare gli eventi.Poi arrivò il giorno in cui tali eventi per l'appunto si verificarono: quel giorno gli sfaccendati avrebbero voluto essere da un'altra parte! Il mio capo cantiere e il suo falso assistente, avevano scaricato tutto il materiale.Però Malone insistette perché non lo toccassimo, ma scendessimo senza altro indugio.Entrammo perciò nella gabbia e, in compagnia dell'ingegnere capo, sprofondammo nelle viscere della terra.C'era tutta una serie di ascensori automatici, ognuno dei quali disponeva di un centralino di comando ricavato sul fianco dello scavo: funzionavano ad alta velocità.L'impressione che si riceveva stando dentro di essi, era più vicina a quella che si prova in un montacarichi verticale che a quella procurata da un rispettabile ascensore inglese.Siccome la gabbia era a giorno e molto ben illuminata, avevamo modo di osservare bene i diversi strati geologici che stavamo attraversando.Li identificai tutti.In certi punti i fianchi erano sorretti da opere di muratura ma, nel suo insieme, il pozzo teneva ammirevolmente così come era stato scavato.Non potevo che stupirmi del lavoro gigantesco e dell'abilità tecnica dell'impresa.Sotto i giacimenti carboniferi osservai degli strati misti che avevano l'aspetto di cemento; poi piombammo in un granito primitivo nel quale i cristalli di quarzo scintillavano come se quelle pareti oscure fossero coperte di polvere di diamante.Scendevamo...scendevamo sempre più: più in basso ormai del livello mai raggiunto da alcun mortale.Le rocce arcaiche assumevano tinte meravigliosamente varie.

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Di piano in piano e d'ascensore in ascensore, l'aria si rarefaceva e diventava più calda.I nostri leggeri abiti di cotone divennero intollerabili: sulla pelle, il sudore scorreva in rivoletti fino ai sandali.Finalmente, nel momento in cui pensavo che non sarei riuscito a sopportare di più, l'ultimo ascensore si fermò, e avanzammo su una piattaforma circolare che era stata scavata nella roccia.Notai che Malone gettava uno sguardo sospettoso sulle muraglie che ci circondavano.Se non l'avessi conosciuto come uno degli uomini plÙ coraggiosi della terra, avrei detto che aveva i nervi a fior di pelle.«Che stranezza!», mormorò l'ingegnere capo, passando una mano sulla roccia.Mise la stessa mano davanti alla lampada: brillava di una specie di schiuma fangosa.Allora aggiunse: «Quaggiù ci sono stati dei fremiti, dei tremori.Non so con che materiale abbiamo a che fare.Il professore ha l'aria contenta.Ma, per me, è tutta roba nuova».«Devo dire che ho visto questa muraglia quasi vibrare», dichia rò Malone. «L'ultima volta che sono sceso qui, abbiamo fissato queste due travi per la vostra perforatrice: quando abbiamo fatto i fori per i sostegni, trasaliva ad ogni colpo.Vista dalla nostra buona e solida città di Londra, la teoria del vecchio sembrava assurda: ma qui, a tredici chilometri di profondità, non ne sono più così sicuro ! » «Se vedesse quello che c'è sotto la tela catramata, lei ne sarebbe ancor meno sicuro ! », disse l'ingegnere. «Tutta la roccia in questa parte inferiore, si taglia come se fosse burro; quando l'abbiamo traversata, siamo capitati su una formazione nuova che non rassomigliava a niente sulla terra.E il professore ci ha gridato: "Coprite! Coprite tutto con della tela catramata!".Noi abbiamo coperto ed ecco qua!» «Potremmo darci un'occhiata?» Un'espressione di terrore passò sul volto lugubre dell'ingegne ~A 19.«Disobbedire al professore, sarebbè grave!», rispose. «È così astuto, per giunta che non si può sapere se non si accorgerà di qualcosa...Ma rischiamo, e diamoci un'occhiata!» Rivolse il riflettore verso il basso: la tela catramata brillava sotto la luce.

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Poi si curvò e, prendendo una corda fissata ad un angolo di quella copertura, scopri quattro o cinque metri quadri della superficie che essa nascondeva.Era uno spettacolo insieme straordinario e terribile.Il suolo era formato da una materia grigiastra, vetrosa e lucente, che si sollevava e si abbassava al ritmo di una lenta palpitazione.I battiti non erano diretti: davano l'impressione di una specie di ondulazione che si propagava sulla superficie.Questa superficie non era completamente omogenea: al di sotto, viste come attraverso una fessura, c'erano delle macchie biancastre, dei vacuoli, che cambiavano continuamente di forma e di misura.Inchiodati sul posto, noi tre contemplavamo quello spettacolo straordinario.«Si direbbe una pelle d'animale, vero?», bisbigliò Malone.«Con il suo riccio di mare il vecchio non è forse lontano dalla verità!» «Mio Dio», esclamai. «E io devo piantare un arpione dentro questa bestia?» «Questo privilegio ti spetta di diritto, amico mio!», dichiarò Malone. «E inoltre, triste a dirsi, a meno che non mi tiri indietro avrò il temibile onore di essere al tuo fianco quando lo farai.» «Davvero? Be', io no!», disse l'ingegnere capo in tono deciso.E aggiunse: «Se il vecchio insiste, mi dimetto dall'incarico.Oh, mio Dio, guardate ! » .La superficie grigia si sollevò bruscamente, alzandosi verso di 240 QUANDO LA TERRA URLÒ3.PREPARATIV1241 noi come avrebbe fatto un'onda vista dall'alto di una diga.Poi ri cadde, e i suoi battiti si regolarizzarono.Barforth lasciò scorrerel l la corda e rimise a posto la tela catramata.I | «Si sarebbe detto che sapesse che eravamo qui!», balbettò.~.«Perché ci sono stati dei mulinelli nella nostra direzione? È possibile che fossero effetti di luce?», chiese Malone.«E io cosa dovrò fare, a questo punto?», chiesi.Il signor Barforth indicò le due travi che attraversavano la fos sa proprio sotto l'ascensore.Fra di loro c'era uno spazio di venti cinque centimetri.«È un'idea del vecchio», disse. «Credo che avrei potuto sistemar le meglio, ma sarebbe stato lo stesso provare a discutere con un bi sonte infuriato! È più facile e più sicuro fare esattamente quello che vuole.

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La sua idea è che voi usiate la vostra punta da quindici centi metri e che la fissiate in qualche modo fra le due travi.» «Non penso che ci siano difficoltà», risposi. «Faremo il lavoro oggi stesso.» Si trattavalo avrete già indovinatodell'esperienza più straordinaria della mia vita.Eppure avevo scavato pozzi nei cin que continenti! Siccome il professor Challenger aveva insistito perché il meccanismo fosse messo in moto a distanza, e io comin ciavo a rendermi conto che quell'idea non era affatto priva di buon senso, dovetti mettere a punto un sistema di comando elet trico.Fu abbastanza semplice, poichè la fossa era attraversata da fili dall'alto al basso.Con infinita precauzione, il mio capo cantiere Peters e io ca lammo le nostre sezioni di tubi e le accatastammo sulla piattafor ma rocciosa.Poi facemmo risalire un po' l'ultimo ascensore in modo da avere più spazio.Siccome avevamo intenzione di utiliz zare il sistema a percussione, appendemmo il nostro peso da due cento chili a una puleggia sotto l'ascensore, perché era meglio non fidarsi solo della forza di gravità, e vi attaccammo i nostri tu bi che terminavano a V. Infine, la corda che regolava il gioco del peso fu fissata sul fianco del pozzo in modo che una scarica elet trica potesse azionarla.Era un lavoro delicato e reso difficile dal calore tropicale.So prattutto eravamo obnubilati dall'impressione che un passo falso o la caduta di un attrezzo sulla tela catramata potesse provocare una catastrofe inconcepibile.L'ambiente era dantesco.Ho visto a intervalliposso assicurarveloun fremito bizzarro percor rere il fianco della muraglia: ho persino sentito qualcosa che so migliava a una vaga pulsazione quando ci passavo la mano sopra.Nè a Peters nè a me rincrebbe annunciare finalmente che erava mo pronti a risalire in superficie, e che volevamo avvertire il si gnor Barforth che il professor Challenger avrebbe potuto effett- tuare la sua esperienza non appena avesse voluto.Non dovemmo attendere a lungo ! Tre giorni dopo il completamento della mia installazione, ricevetti una convocazione.Era un cartoncino giallo di formato comune, si sarebbe detto un invito a una «serata».

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Era redatto come segue: IL PROFESSOR G. E. CHALLENGER Membro della Royal Society Dottore in Medicina, Dottore in Scienze, ecc.Ex presidente dell'Istituto di Zoologia e titolare di tanti incarichi e decorazioni onorifiche che questo biglietto non potrebbe contenerli tutti richiede la presenza del SIGNOR JONES (senza Signora) alle 11,30 di martedì 21 giugno, per assistere a un notevole trionfo dello spirito sulla materia a HENGIST DOWN, SUSSEX.Treno speciale alla stazione Victoria alle 10,05.Gli invitati pagano il biglietto intero.Dopo l'esperienza si servirà una colazione...oppure no, secondo le circostanze.Stazione d'arrivo: Sorrington.R.S.V.P. (e subito, col cognome in stampatello) al 14 bis, Enmore Gardens, S.W.Malone aveva ricevuto lo stesso invito.Chiocciava di gioia nel leggerlo.«Ce l'ha spedita solo per fare lo sbruffone», mi spiegò. «In ogni caso bisogna che ci siamo, come diceva il boia all'assassino.Ma credimi: tutta Londra ne parlerà! Dovunque si trovi, il vecchio si fa sempre illuminare al neon! » F4.IL GRANDE GIORNO243 4.IL grande giorno E il grande giorno arrivò.Personalmente avevo creduto di far bene andando laggiù la sera prima per assicurarmi che tutto fosse in ordine.La nostra perforatrice era sistemata, e il peso era calibrato.I contatti elettrici potevano essere azionati facilmente.Ero soddisfatto: la parte da me assunta in quella strana impresa sembrava poter essere eseguita senza intoppi.I comandi elettrici erano azionati da cinquecento metri circa dall'imboccatura della fossa in modo da ridurre al minimo i rischi per il personale.Quando sorse l'alba di quel giorno storico (un giorno ideale dell'estate inglese), risalii alla superficie insieme rassicurato e convinto.E scalai un monte di detriti fino a mezza altezza per avere una veduta d'insieme del teatro dell'azione.Tutto il mondo sembrava essersi messo in cammino per venire a Hengist Down.Fin dove potevo vedere, le strade erano nere di gente.

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Sui sentieri le vetture sobbalzavano e danzavano: scaricavano i passeggeri alla porta della cinta fortificata.Nella maggior parte dei casi, il cammino dei curiosi si fermava là.Una folta schiera di guardiani incorruttibili sorvegliava l'ingresso, e non c'erano promesse, nè offerte, nè doni, che potessero sedurli: solo i possessori dei biglietti gialli potevano procedere oltre.Gli altri raggiungevano la folla immensa che si era già radunata sul fianco della collina, e che si scaglionava fino alla cresta.Si sarebbe detto Epsom alla vigilia del Derby.All'interno della cinta fortificata, certe zone erano state circondate col filo spinato, e i privilegiati che vi avevano accesso erano ammassati nei recinti che erano stati loro riservati.Ce n'era uno per i Pari, uno per i Deputati della Camera dei Comuni, uno per gli studiosi celebri di ogni nazionalità (si riconoscevano Le Pellier della Sorbona e il dottor Driesinger dell'Accademia di Berlino).Un recinto speciale con dei sacchi di terra e una tettoia in lamiera ondulata era riservato a tre membri della Famiglia Reale.Alle undici e un quarto, una fila di carrozze portò dalla stazione gli invitati speciali, e io penetrai nella cinta fortificata per assistere alla loro accoglienza.IL professor Challenger stava in piedi vicino al luogo riservato alla gente distinta.Risplendeva nella sua | r | |redingote e il suo panciotto bianco.Il suo cilindro scintillava.l |Ostentava un'aria di eccessiva benevolenza, che poteva sembrare | |insolenza.Era gonfio d'orgoglio, di autocompiacimento, e d'im | rportanza. «Un'altra vittima del complesso di Geova! », scrisse un l ogiornalista.[Aiutava, se era necessario, a dirigere, e anche a spingere i suoi [invitati ai loro posti.Quando infine l'èlite fu radunata, si portò su una montagnola che sembrava esser cresciuta lì per caso, e guar fdò i presenti con l'aria del presidente che si aspetta di essere salu tato da una salva di applausi.Siccome l'ovazione non veniva, si gettò a corpo morto nel suo argomento.La sua voce tuonava fino ai confini della proprietà.«Signori! », ruggì. «Questa volta non ho bisogno di salutare le signore.Se non le ho invitate a venire stamattina con voi, non è credetemiperché non apprezzi la loro presenza.

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Posso dire infatti che le relazioni fra il loro sesso e me sono sempre state otti me da ambo le parti, e anche intime. ..La vera ragione è che il no stro esperimento comporta un piccolo elemento di pericolo. . . cer to non bastante a giustificare lo spavento che leggo su tanti volti.I rappresentanti della stampa apprezzeranno, ne sono sicuro, il fatto che io abbia loro riservato dei posti sul materiale di scavo che sta direttamente sopra il teatro delle operazioni.Hanno dimostrato verso di me un interesse che talvolta ho distinto a fatica dall'impertinenza: oggi almeno non potranno lamentarsi di non essere nelle prime file! Se non succede niente, cosa dopotutto possibile, avrò almeno fatto del mio meglio per loro.Se succederà qualcosa, invece, saranno nei posti più idonei per seguire l'esperimento e raccontarlo.Spero che alla fine dei conti si dimostreranno degni del compito che li attende.Come facilmente capirete, è praticamente impossibile per un uomo di scienza spiegare a quelli che potreisenza alcuna intenzione dispregiativa-designare come un gregge volgare, i vari motivi che lo spingono ad agire.Sento alcune interruzioni maleducate, e chiedo al signore con gli occhiali dalla montatura di tartaruga di smettere di agitare il suo ombrello...» (Una voce: «La descrizione che fa dei suoi invitati, signore, è veramente molto sgradevole!».) «...Sì, è possibile che la mia espressione "gregge volgare" abbia irritato quel signore.Diciamo dunque, se preferite, che i miei ascoltatori sono un gregge inconsapevole.Non staremo a litigare per una parola.Stavo per dire, quando sono stato interrotto da quell'osservazione sconveniente, che tutta la faccenda è stata trattata abbondantemente in un mio libro sulla Terra che sta per essere pubblicato, un libro che posso presentare senza falsa mo 244 QUANDO LA TERRA URLÒ _4.IL GRANDE GIORNO245 destia come uno di quelli che faranno epoca nella storia del mondo. . .» (Protesta generale, e grida: « Veniamo ai fatti!», «Perché siamo qui?», «È uno scherzo?».) «Stavo per darvi tutti i chiarimenti che potete desiderare, ma se sarò di nuovo interrotto, sarò obbligato a ricorrere a mezzi adatti per mantenere l'ordine e la decenza, che vi mancano in modo evidente.

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La questione è dunque questa: ho scavato una galleria attraverso la crosta della Terra e sto per applicare un'azione stimolante sul suo involucro sensibile.Questa delicata operazione sarà diretta da due dei miei subordinati, il signor Parfait Jones, che si è specializzato con uno stile molto personale in pozzi artesiani, e il signor Edward Malone, che mi rappresenta in questa occasione.La sostanza sensibile messa a nudo subirà una puntura.. . e vedremo come reagirà.Se volete avere la cortesia di prender posto, questi due signori scenderanno nel pozzo ed eseguiranno le ultime operazioni.Poi io schiaccierò il pulsante che vedete su questo tavolo, e l'esperimento inizierà.» Ogni uditorio, dopo un'arringa di Challenger, aveva l'impressione che, come quella della Terra, la sua epidermide protettrice fosse stata forata e i suoi nervi messi a nudo.Quell'assemblea non fece eccezione: ci fu soltanto un velato mormorio di critica e di sdegno mentre tutti prendevano posto per attendere.Challenger si sedette da solo in cima alla montagnola, con un tavolino vicino a lui.La sua barba e la sua criniera nera si sollevavano per l'eccitazione.Aveva un aspetto formidabile! Ma nè Malone nè io avemmo agio di ammirare la scena, perché ci precipitammo per eseguire l'ordine che ci era stato impartito.Venti minuto dopo, eravamo in fondo al pozzo e avevamo tolto la tela catramata.Ai nostri occhi apparve uno spettacolo sorprendente.Per quale bizzarra telepatia cosmica il vecchio pianeta sembrava aver indovinato che stava per esser commesso un attentato alla sua libertà? La superficie che avevamo scoperto sembrava una teiera in ebollizione.Grandi bolle grige salivano e scoppiavano crepitando.Le sacche d'aria e i vacuoli sotto la pelle si separavano per poi fondersi di nuovo con un'attività febbrile.Le rughe e le ondulazioni che l'attraversavano erano più visibili, più rapide.Un oscuro fluido color porpora sembrava battere nelle anastomosi sinuose dei canali che si stendevano sotto la superficie.IL soffio della vita era evidente!...Un odore pesante rendeva l'aria quasi irrespirabile per i polmoni umani.

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Malone gridò bruscamente: «Mio Dio, Jones ! Guarda là ! » .Guardai: il secondo successivo, avevo messo il contatto ed ero rUsaltato nell'ascensore: «Vieni via svelto!», gli gridai. «Forse è una corsa per la vita!» [Quello che avevamo visto era veramente allarmante.Tutta la tparte inferiore del pozzo si era messa a partecipare a quell'attività tcrescente che avevamo osservato nel fondo: per simpatia, le mu Fraglie erano scosse da pulsazioni e battiti.Ma quest'agitazione si tripercuoteva sui buchi nei quali posavano le travi.La minima rea zione un po' più forte (questione di centimetri) le avrebbe fatte ondeggiare.Se fossero cadute, la punta della mia perforatrice si sarebbe conficcata a terra, in modo assolutamente indipendente da qualsiasi contatto elettrico.Prima che questa eventualità si realizzasse, era vitale che Malo ne e io fossimo usciti dalla fossa.Trovarsi a 13.000 metri di pro fondità sotto terra, con il rischio imminente di una terribile con vulsione, era una situazione spaventosa.Correvamo selvaggia mente verso la superficie.Potremo mai dimenticare quella risalita da incubo? Gli ascen sori fischiavano e rombavano; eppure i minuti ci sembravano ore.Ogni volta che raggiungevamo una piattaforma, ci lanciava mo, saltavamo nella gabbia volante bell'e pronta, poi azionava mo il meccanismo, e volavamo sempre più in alto.Attraverso la griglia d'acciaio, scorgevamo lontano il piccolo cerchio di luce che indicava la bocca del pozzo.Si ingrandiva sem pre di più, poi divenne un vasto cerchio.E poi i nostri occhi di stinsero la muratura.Salivamo sempre Infine, pazzi di gioia, colmi di gratitudine, uscimmo dalla no stra prigione e ponemmo il piede sull'erba sporca dell'orlo della galleria.Appena in tempo! Non avevamo fatto trenta passi che, nel fondo dell'abisso, il mio pungiglione d'acciaio trafisse un ganglio nervoso della nostra vecchia Madre Terra: ecco il mo mento storico! Cosa successe? Nè Malone nè io potremmo dirlo, perché ci tro vammo tutti e due sollevati da un ciclone, spazzati sull'erba, a gi rare e rigirare su noi stessi come due ciottoli rotondi sul ghiaccio.Allo stesso tempo, le nostre orecchie furono piene dell'urlo più orribile che si sia mai sentito.

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Nessuno, fra le centinaia che prova rono a descriverlo, ci è mai riuscito pienamente.Era un muggito nel quale il dolore, la collera, la minaccia e tutta la maestà oltrag giata della Natura, ebbero corso libero e si mescolarono in un gri do sinistro.Durò un buon minuto: immaginate mille sirene che urlino tutte insieme.La folla era paralizzata, mentre l'urlo continuava con furore e ferocia.L'aria calma della sera lo portò lontano e lo trasmise.La sua eco dilagò lungo la costa.Fu sentito persino dai nostri vicini 246 quando LA TERRA I lRl nw41L GRANDE GIORNO247 francesi d'oltre Manica.Nessun suono della nostra storia ha maiw eguagliato il lamento della Terra ferita. Inebetiti, assordati, Malone e io prendemmo coscienza dello shock e del rumore: ma fu dagli altri spettatori che venimmo a co-c noscenza dei particolari di quella scena straordinaria.c Dalle viscere della terra schizzarono fuori anzitutto le gabbie degli ascensori.Le altre macchine che si trovavano vicino alle mu raglie sfuggirono al ciclone; ma le solide assi delle gabbie subiro-X no la violenza della corrente ascendente come una frustata.1 [ Quando varie palline sono infilate l'una dopo l'altra in una cer-1 S bottana, esse fuoriescono nello stesso ordine e separatamente.| 0 Così fecero le quattordici gabbie degli ascensori: l'una dopo l'al tra si innalzarono in aria, planarono, e descrissero delle grandiose parabole.Una cadde in mare vicino al molo di Worthing, un'al tra in un campo vicino a Chichester.Alcuni spettatori ci hanno giurato che non avevano visto mai niente di così stravagante come quelle quattordici gabbie d'ascensore che vagavano tranquilla mente nel cielo azzurro.Poi venne il geyser, sotto forma di un enorme getto di una me lassa vischiosa che aveva la consistenza del catrame, e che salì fi no a seicento metri.Un aereo da ricognizione, che disegnava dei cerchi al di sopra del nostro teatro, fu preso dagli sbuffi del getto e dovette eseguire un atterraggio forzato, poichè il pilota e la mac china erano completamente insudiciati .Quella materia orribile, il cui odore era tanto fetido quanto penetrante, era forse il sangue del pianeta? A meno che non fosse, come ha suggerito il professor Driesinger e come sostiene la Scuola di Berlino, una secrezione

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protettiva, analoga a quella della puzola, di cui la Natura avreb be dotata la nostra Madre Terra per difenderla dagli intrusi tipo Challenger.In ogni caso, l'offensore n. I, seduto sul suo trono in cima alla montagnola, ne uscì senza neppure una macchia.Invece, la sfor tunata stampa, che si trovava nella traiettoria dell'esplosione, fu così maltrattata che nessun giornalista osò presentarsi per qual che settimana nella buona società.Quel soffio putrido fu poi trasportato dalla brezza verso sud ovest; scese sui poveretti che avevano aspettato a lungo sulle dune per vedere quel che sarebbe successo.Non vi fu alcun morto.E nessuna casa nelle vicinanze dovette essere abbandonata; molte però conservarono un profumo tenace; ce ne sono ancora che cu stodiscono fra le loro spesse mura un ricordo più o meno vivo di quel grande avvenimento.Poi il pozzo si riempì e si richiuse.Come la Natura cicatrizza lentamente una piaga dal basso verso l'alto, così la Terra chiuse con estrema rapidità le ferite inferte alla sua sostanza vitale.Un fracasso spaventoso, interminabile, scoppiò quando le pareti del pOZZO si rlaVVlCIIlarOIL0: 11 rumore commclo a rlsuonare m profondità, poi salì sempre più in alto finchè un bang assordante annunciò che le opere in muratura che circondavano l'apertura della fossa erano state schiacciate, sollevate, ridotte in briciole.Al tempo stesso, una scossa analoga a un leggero terremoto proiettò il materiale di scavo per aria: i detriti ricaddero formando una piramide alta venti metri, ammucchiandosi sul luogo dove era stata scavata la fossa.Non solo l'esperimento del professor Challenger era terminato, ma anche le sue vestigia erano ormai scomparse dalla vista dei mortali.Se la Royal Society non avesse eretto un obelisco in quel punto, i nostri discendenti sarebbero certamente incapaci di determinare il posto esatto di quella notevole impresa.Allora si produsse il gran finale.Durante i minuti immediatamente successivi a tutti questi fenomeni, si era steso un silenzio pieno di tensione: gli spettatori chiamavano a raccolta le loro facoltà, cercando di rendersi conto esattamente di quel che era successo e del come era successo.

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Ma, a un tratto, la grandezza dell'impresa, l'ardimento fantastico della sua concezione, il genio che aveva presieduto alla sua esecuzione, apparvero alla loro mente.Con un solo movimento incontrollabile si voltarono verso Challenger.Da ogni parte partirono grida di ammirazione.E lui, sulla sua montagnola, contemplava quell'oceano di visi rivolti verso il suo, quel mare di fazzoletti sventolati in suo onore.A distanza di tempo, lo vedo meglio di quanto non lo vedessi in quel momento.Si alzò dalla sedia: aveva gli occhi semichiusi, e il sorriso del merito di cui era cosciente splendeva sui suoi tratti.Aveva la mano sinistra sul fianco, e infilò la destra nell'apertura del panciotto bianco.Quell'immagine è stata immortalata perché ho sentito lo scatto degli apparecchi fotografici: si sarebbe detto una moltitudine di grilli in un campo.IL sole di giugno lo aureolava della sua luce dorata.Con compostezza s'inchinò verso i quattro punti cardinali: lui Challenger il supersapiente, Challenger l'arcipioniere, Challenger il primo fra tutti gli uomini che la nostra Madre Terra fosse stata forzata a conoscere! Un'ultima parola. È noto che gli effetti di quell'esperimento sono stati risentiti ovunque.Ma certo in nessun altro luogo come in quello esatto in cui fu punto, il pianeta ferito lanciò un simile urlo! Però con il suo comportamento, esso rivelò di essere un'entità.Gridò la sua indignazione da tutte le sue fessure, da tutti i suoi vulcani.L'Hekla brontolò, muggì, e gli islandesi temettero un cataclisma.Il Vesuvio perse il suo cappuccio.L'Etna sputò 248 QUANDO LA TERRA URLÒ| un'enorme quantità di lava, e un processo per 500.000 Iire per danni e interessi fu intentato contro Challenger davanti ai tribu- | nali italiani perché i vigneti ne soffrirono.Anche in Messico e nel- ] l'America centrale si manifestò la collera di Plutone.Il Mediter- 3 raneo orientale risuonò dei brontolii dello Stromboli...Dall'eternità l'ambizione degli uomini è quella di obbligare il mondo a parlare di loro.Ma era destino di Challengere di lui solofare urlare tutta la Terra!

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L'ABISSO DI ATLANTIDE I Titolo originale: The Maracot Deep, 1927/28 1 La storia di Headiey A Charles Berlitz e August Piccard Mi hanno consegnato questi documenti perché ne curassi la pubblicazione; comincerò quindi col ricordare la scomparsa della nave Stratford, partita un anno fa per un viaggio di studio della vita negli abissi marini, per ricerche oceanografiche.La spedizione era stata organizzata dal professor Maracot, il celebre autore di Morfologia dei Lamellibranchi e di Formazioni Pseudo Coralline.Insieme con Maracot si trovava il dottor Cyrus Headiey, che era stato assistente all'istituto Zoologico di Cambridge nel Massachusetts e, quando vi fu la spedizione, era vincitore di una borsa di studio ad Oxford.IL capitano Hovvie, un esperto marinaio, comandava un piroscafo con un equipaggio di ventitrè uomini tra cui un americanoproveniente dai Cantieri Merribank di Filadelfia.Tutte queste persone oggi non ci sono più, e l'unica notizia che si sia avuta di quella sfortunata imbarcazione ci viene da una nave norvegese che, durante la grande tempesta dell'autunno del 1926, vide affondare un bastimento la cui descrizione corrispondeva allo Stratford.Una scialuppa di salvataggio con la scritto ta Stratford venne rinvenuta più tardi vicino al luogo del naufragio, insieme ad alcuni tralicci del ponte della nave, un salvagente e un troncone di albero.Tutto questo, unito alla mancanza di qualsiasi altra notizia, sembrò confermare nel modo più assoluto la perdita della nave e del suo equipaggio.IL cui destino pare inoltre avvalorato dallo strano messaggio radio ricevuto allora: che, sebbene fosse in massima parte incomprensibile, lasciava ben pochi dubbi sulla sorte della nave.Ma di questo riparleremo più avanti.Invece, c'erano parecchi punti assai dubbi concernenti la crociera dello Stratford, che provocarono all'epoca vari e disparati commenti.Uno era la curiosa segretezza osservata dal professor Maracot. È vero che era famoso per il suo disprezzo e l'atteggiamento di sospetto che nutriva nei confronti della stampa: ma questo suo modo di fare oltrepassò ogni limite, quando si rifiutò non solo di dare informazioni ai cronisti, ma proibì a qualunque rappresentante della stampa di salire sulla sua nave durante il periodo in cui sarebbe rimasta ormeggiata al Molo Albert.

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252 L'ABISSO Di ATLANTIDEil.LA STORIA Di HEADLEY253 Altre chiacchiere si crearono in seguito ad alcune nuovissime e singolari strutture dell'imbarcazione, atte a renderla più idonea al lavoro nelle profondità marine, e tali voci trovarono conferma da parte della ditta Hunter & C. di West Hartlepool, dove il battello aveva subìto queste modifiche.Si mormorava anche che l'intera chiglia fosse staccabile, notizia questa che attirò l'attenzione degli assicuratori dei Lloyds, i quali concessero la polizza non senza molte difficoltà.Comunque ben presto lo Stratford cessò di interessare la gente, fin quando la sorte della spedizione non tornò improvvisamente e clamorosamente al centro dell'attenzione, come al tempo dell'inizio della crociera.Esistono infatti non meno di quattro documenti che forniscono una versione dei fatti ben diversa da quella ufficiale.Il primo è una lettera scritto ta dal signor Cyrus Headiey, dalla capitale della Gran Canaria, all'amico Sir James Talbot, del Trinity College di Oxford, approfittando dell'unica occasione in cui lo Stratford toccò terra dopo aver lasciato il Tamigi.Il secondo è lo strano appello radio cui alludevo poc'anzi.Il terzo è costituito da quella parte del Giornale di Bordo dell'Arabella Knowles che tratta della sfera di vetro.L'ultimo è il sorprendente contenuto di quest'ultima: un manoscritto to che, o è frutto di un incredibile scherzo, oppure in caso contrario apre un capitolo inedito della storia dell'uomo la cui importanza non può essere sottovalutata.Dopo questa premessa, rendo ora di pubblico dominio la lettera del signor Headiey, che debbo alla cortesia di Sir James Talbot e che prima non era mai stata divulgata.La lettera reca la data: 1 ottobre 1926.LETTERA Di CYRUS S. HEADLEY A SIR JAMES TALBOT Caro Talbot, ti spedisco questa mia da Port de la Luz dove ci siamo ancorati per qualche giorno di riposo.Il mio miglior compagno di viaggio è stato il capomacchinista Bill Scanlan il quale, dato che è mio compatriota e ha un ottimo carattere, va molto d'accordo con me.Tuttavia questa mattina sono solo, dato che luia suo direha «un appuntamento con una gonnella».

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Come vedi, parla esattamente come gli Inglesi si aspettano che faccia un vero yankee...Eppure lo accetterebbero subito come uno della loro razza! Soltanto l'impressione mi fa sentire un «ospite» quando sono in compagnia dei miei amici inglesi .Penso che non riuscirebbero mai a capire che sono uno yankee, anche se lo volessi! D'altra parte, con te la situazione è diversa, per cui consentimi di dire che troverai solo «puro Oxford» in questa lettera che ti sto scrivendo.Hai conosciuto Maracot alla Mitra e dunque sai bene che razza d'uomo sia! Mi sembra di averti già detto che mi ha trovato per caso per questo lavoro.Aveva chiesto al vecchio Somerville dell'Istituto Zoologico, che gli mandò quel mio articolo sui granchi di mare e... il gioco era fatto! Naturalmente sono felice di poter lavorare su argomenti che mi sono congeniali, ma avrei desiderato che non mi fosse capitata una mummia vivente come Maracot.E quasi inumano nel suo isolamento e per la dedizione al proprio lavoro. «11 duro più duro del mondo», lo chiama Bill Scanlan, eppure non si può fare a me no di ammirare una così totale dedizione.A parte la scienza, non esiste nulla per lui.Ricordo come ridevi quando gli chiesi che cosa avrei dovuto leggere per pre t pararmi all'impresa, e lui rispose che avrei dovuto studiarmi l'edizione comple [ta delle sue opere e, come relaxi Plankton-Studien di Haeckel.[Oggi non lo conosco certo meglio di quanto lo conoscessi allora, quando lo in Lcontrai in quel salotto di Oxford High.Non parla mai, e il suo viso ascetico e se trioil volto di un Savonarola o, forse meglio, d'un Torquemadanon fa mai 1[trasparire allegria.Il naso lungo e affilato, i piccoli occhi grigi scintillanti, stret Stamente ravvicinati sotto le sopracdglia cespugliose, la bocca imbronciata dalle glabbra sottili, le guance incavate da una vita ascetica e di pensiero, lo rendono Fassolutamente unico.Maracot vive in una sorta di altopiano mentale, fuori dal Fla portata dei comuni mortali.A volte credo sia un po' matto.Pensa, ad esem 1tpio, a quello straordinario congegno che ha costruito. . .Ma ho deciso di raccon r-tarti le cose per ordine, e alla fine giudicherai tu.Ti racconterò tutto dal principio.

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Lo Stratford è una bella nave, anche se pic cola, che tiene bene il mare ed è particolarmente adatta al suo compito; stazza milleduecento tonnellate, ha ponti puliti e larghe e solide murate fornite di ogni possibile congegno per scandagliare, sciabicare, dragare, rimorchiare.Natural mente è dotata di potenti argani a vapore per. trainare le reti a strascico e di un gran numero di diversi dispositivi di vario genere, alcuni dei quali mi sono abba stanza familiari, mentre altri appaiono alquanto strani.Le nostre confortevoli cabine sono situate sotto coperta con un ottimo laboratorio completamente at trezzato per i nostri studi specifici.Aveva la reputazione d ' essere una nave misteriosa ancor prima di partire, e ho scoperto ben presto che tale voce non era priva di fondamento.Le prime opera zioni furono abbastanza normali: virammo verso il Mare del Nord e immergem mo gli strascichi una o due volte per brevi tratti ma, dato che la profondità me dia del mare non superava i 18 metri e noi eravamo particolarmente attrezzati per le grandi profondità, sembrò più che altro una perdita di tempo.Nel complesso, ad eccezione di comuni pesci da tavola, di pescecani, calama ri, meduse e di alcuni depositi sui fondali della solita argilla melmosa alluviona le, non trovammo nulla degno di nota.In seguito doppiammo la Scozia, av vistammo le Far Oer e scendemmo lungo il Wyville-Thomson-Ridge, dove ab biamo avuto più fortuna.Quindi navigammo verso sud alla volta della destinazione vera e propria della nostra crociera: la zona di mare compresa tra la costa africana e le Canarie .Una notte senza luna ci incagliammo vicino a Fuert-Eventura ma, salvo questo fatto, il viaggio fu privo di storia.Durante queste prime settimane ho cercato di fare amicizia con Maracot, ma non è facile.In primo luogo è l'uomo più assorto e sprofondato nei propri pen sieri del mondo.Ricorderai come sorridesti quando diede un penny al fattorino dell'ascensore convinto di trovarsi in un taxi! Quasi sempre è perso nei propri pensieri e sembra del tutto lontano da dove si trova o da quello che sta facendo .Inoltre è taciturno in sommo grado.Lavora in continuazione su certe carte nautiche e fogli di appunti che fa immediatamente sparire non appena sto per entrare nella sua cabina. È mia

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ferma convinzione che Maracot abbia in mente un progetto ma, fintantochè siamo costretti a toccare qualche porto, continua a tenerlo per sè.Questa è l'impressione che ho avuto, e ho scoperto che Bill Scan lan è del medesimo avviso.«Dite, signor Headiey», se ne uscì fuori una sera mentre sedevo in laboratorio ad analizzare il grado di salinità di alcuni campioni proveniente dai nostri scan dagli idrografici, «cosa immaginate abbia in mente questo tipo? Cosa pensate che intenda fare?» 254 L'ABISSO Di ATL.ANTIDE_1.LA STORIA Di HEADLEY255 «Suppongo», risposi, «che faremo quello che il Challenger e un 'altra dozzina di navi oceanografiche hanno fatto prima di noi, aggiungendo alcune nuove specie al catalogo dei pesci e qualche altra linea di livello alla carta batimetrica. » «Assolutamente no ! », replicò lui . «Se questa è la vostra opinione, avete preso un granchio.Ma soprattutto: cosa ci sto a fare qui, io9» «Nell'eventualità che le macchine vadano in avaria. .», azzardai.«Macchè macchine! I macchinari della nave sono stati costruiti da MacLaren l'ingegnere scozzese.No, signor mio, non è stato per far andare un motore ausiliario che i Cantiffi Merribank hanno mandato qui il loro migliore specialista Se mi dànno cinquanta verdoni la settimana, non è certo per nulla.Venite e capi rete. » Prese di tasca una chiave e aprì una porta sul retro del laboratorio che permetteva l'accesso, attraverso una scala a pioli del boccaporto, a una sezione della stiva che era completamente sgombra da un capo all'altro, eccetto che per quattro grandi oggetti scintillanti seminascosti dalla paglia di enormi casse d'imballaggio.Erano lisce lastre di acciaio con elaborati bulloni e rivetti lungo gli orli Ciascuna lastra misurava drca 9 metri quadrati di larghezza e circa 4 centimetri di spessore, con un'apertura circolare nel mezzo di 46 centimetri.«Che diavoleria è mai questa?», esclamai sbalordito.La strana faccia di Bill Scanlanqualcosa a metà strada fra un comico e un pugilesi aprì in un largo sorriso di fronte al mio stupore.«E la mia creatura, il mio pupillo», rispose. «Sì, signor Headiey, questo è il motivo per cui mi trovo qui.E c'è un pavimento d'acciaio per quesfi marchingegni: è in quella grande cassa laggiù.

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E, naturalmente, c'è una specie di soffitto a cupola, con un grande anello per agganciare una catena o una fune.E ora guardate qui la chiglia della nave.» C'era una grande piattaforma quadrata di legno, con viti che sporgevano ad ogni angolo: si capìva sublto che era possibile toglierla.«C'è un doppio fondo, una specie di doppia chialia», continuo Scanlan «Forse questo tizio è un po' tocco o forse ne sa molto più di noi ma, se ho capito bene, Maracot intende montare una specie di cabina d'acciaiole finestre sono le aperture circolarie calarla attraverso la chiglia della nave.Ha anche sistemato dei riflettori, e suppongo che progetti di farli funzionare attraverso gli oblò per vedere che cosa va a passeggio sul fondo del mare.» «Avrebbe potuto sistemare una lastra di cristallo sotto la nave come fanno nelle barche delle Isole Catalina, se questa fosse la sua intenzione», risposi «L'avete detta giusta!», esclamò Bill Scanlan, grattandosi la testa. «Per ora non ne so niente.L'unica cosa sicura è che sono stato inviato qui per obbedire ai suoi ordini e per aiutarlo meglio che posso con quel dannato e strambo marchingegno; fino ad oggi Maracot non mi ha detto niente, e io non gli ho chiesto niente, ma cercherò di ficcare il naso in giro e, prima o poi, verrò a sapere tutto quello che c'è da sapere.» Fu così che mi avvicinai per la prima volta al nostro mistero.Navigammo per un po' in acque sporche e torbide dove in seguito cominciammo a fare dei prelievi del fondo marino con reti a strasdco, a nord-ovest di Capo Juba, proprio al limite dello Zoccolo Continentale, prendendo e annotando la temperatura dell'acqua e la percentuale di sale.E un progetto per così dire «sportivo», questo continuo dragare gli abissi marini con uno strascico di pelle di lontra largo 6 metri, per trattenere qualunque cosa si trovi nella sua scia, a volte per la profondità di circa mezzo chilometro pescando in tal modo una certa quantità di pesce, ed altre volte a quasi un chilometro di profondità, da dove si portavano su pesci completamente diversi.Era come se ogni livello dell'oceano fosse un continente a sè, con i suoi propri abitantl.In altre occasioni, dal fondo del mare veniva tirata su con la sciabica una mez Wza tonnellata di gelatina rosa pallido che era la sostanza vivente alla base della vi ta messa a nudo, o forse soltanto melma di pteropodi che sotto l'occhio del mi Fcroscopio si frammentava in milioni di minuscoli globi cilindrici dalla superficie Freticolare, pieni di fango.

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tMa non voglio annoiarti con brotulidi e macruridi, ascidie e oloturie, polizoi [ed echinodermi: puoi comunque facilmente immaginare la varietà di messi del Fl'oceano e quali diligenti mietitori siamo stati noi! Eppure continuavo ad aver l'impressione che il cuore di Maracot fosse lontano mille miglia dal lavoro che |stavamo facendo e che altri progetti si agitassero in quella sua strana, lunga e Esottile testa di mummia egizia.Tutto mi sembrava quasi una finzione, finchè il tvero scopo del viaggio non fosse venuto alla luce.tQuesto è tutto quello che sono venuto a sapere, fino al mio sbarco a terra in tquest'ultimo periodo di breve sosta, dato che leviamo l'àncora domattina pre F'sto.Ma ora è meglio che vada, perché c'è una grossa grana che è scoppiata sul [;molo, tra Maracot e Bill Scanlan.Bill è un attaccabrighe fenomenale e, a suo di re, ha «un maglio in ogni pugno»: ma, con una mezza dozzina di meticci armati di coltello tutt'intorno, la faccenda sta assumendo una brutta piega, ed è tempo 3che mi butti nella mischia per dargli una mano Riprendo a scrivere.Dunque, sembra che il professore abbia affittato uno di quei trabiccoli che gli abitanti del luogo chiamano «taxi», e abbia scorrazzato per mezza isola studiandone la conformazione geologica, scordandosi peraltro che non aveva con sè il danaro per pagare il noleggio.Quando è giunto il mo mento di pagare, non è riuscito a farsi capire e il taxista si è subito impossessato del suo orologio come pegno.Questo gesto ha fatto arrabbiare Bill Scanlan, che ha fatto partire il suo cele bre pugno, e sicuramente si sarebbero ritrovati con la schiena a terra ridotti co me puntaspilli. se non avessi sistemato la f accenda con un paio di dollari per il tconducente e ùna mancia speciale di cinque dollari per l'occhio nero che si era gbuscato.Così tutto è finito per il meglio, e ho notato che Maracot si dimostrava «più umano» di quanto l'avessi mai visto prima.Più tardi, quando siamo torna ti sulla nave, mi ha chiamato nella sua piccola cabina e mi ha ringraziato.«A proposito, signor Headiey», mi chiese, «sbaglio, o non siete sposato?» «No» risposi, «non lo sono.» «qualcuno dipende da voi?» «No . » «Bene! », continuò . «Non ho parlato prima dello scopo di questo viaggio per chè, per ragioni personali, desideravo rimanesse un segreto.Una di queste ra gioni è che temevo che qualcuno potesse anticiparmi.

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Quando certi progetti scientifici si sanno in giro, può capitare quello che accadde a Scott per colpa di Amundsen.Se Scott avesse preso le mie precauzioni, sarebbe stato lui e non Amundsen a giungere per primo al Polo Sud.Per questo motivo non ho fatto parola con nessuno dei miei piani, dato che il mio obiettivo è importante come lo fu il Polo Sud per Scott.Ma ora siamo alla vigilia di una grande avventura e non c'è alcun rivale che possa rubarmi l'idea; domani partiremo per quella che è la meta reale del nostro viaggio.» «E quale sarebbe?», chiesi.Si chinò leggermente in avanti, il volto acceso da una luce fanatica.«La nostra meta», rispose in tono solenne, «è il fondo dell'Oceano Atlanti E qui mi devo fermare un momento... perché aspetto che tu riprenda fiato, come accadde a me quando udii quelle parole.Se fossi uno scritto tore, suppongo dovrei fare una pausa, ma dato che sono soltanto un cronista di quanto accadde, ti posso dire che sono rimasto un'intera ora nella cabina del professor Maracot, e che sono venuto a conoscenza di un mucchio di cose che ho appena il tempo di accennarti prima che l'ultimo battello costiero parta con la corrispondenza.256 L'ABISSO Di ATLANTIDEw1.LA STORIA Di HEADLEY257 «Sì, giovanotto», proseguì, «potete scrivere liberamente tutto quel che volete, adesso, perché, prima che la vostra lettera giunga in Inghilterra, avremo già fatto il grande tuffo!» A questo punto si mise a ridere sotto i baffi perché, a modo suo, aveva un qual certo senso dell'umorismo.«Sì, vecchio mio, "tuffo" è proprio la parola adatta in quest'occasione: sarà un tuffo storico ricordato negli annali della Scienza.Consentitemi di spiegarvi, innanzi tutto, che secondo me l'opinione corrente riguardo l'enorme pressione dell'oceano a grandi profondità è completamente errata.Mi sembra ovvio supporre che debbano esistere degli altri fattori che neutralizzano tale effetto, benchè non sia ancora in grado di dirvi in cosa consistano.Questo è uno dei problemi che dovremo risolvere.E ora lasciate che vi chieda: quale pressione c'è da aspettarsi sotto quasi due chilometri d'acqua?» I suoi occhi ardevano attraverso le lenti cerchiate di tartaruga.«Non meno di una tonnellata per centimetro quadrato», risposi. «Questo è stato dimostrato al di là di ogni possibile errore.» «11 dovere di ogni

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ricercatore sperimentale è sempre stato quello di confutare le opinioni comunemente accettate.Usate il cervello, giovanotto ! Avete trascorso il mese pescando alcune delle più delicate forme di vita abissale, creature talmente fragili che era difficile trasferirle dalla rete nella vasca senza rovinare le loro forme delicate.Vi sembra tanto plausibile, in questo caso, l'enorme pressione che si eserciterebbe su di esse?» «La pressione,» risposi, «si compensa da sè. È la stessa dentro e fuori.» «Parole, soltanto parole!», gridò, scuotendo con impazienza il volto scarno.«Avete riportato in superficie pesci del tipo Gastrostomo Globulare: non sarebbero dovuti esserecompressi sino adiventarecompletameme piatti se lapressione fosse come dite? Guardate le nostre reti: non sarebbero state schiacciate all'imboccatura della sciabica?» «Ma scusate: e le esperienze dei palombari?» «Certamente, costituiscono una valida obiezione al mio punto di vista.I palombari vanno incontro ad un tale aumento di pressione da compromettere quello che è forse l'organo più sensibile del corpo, l'orecchio.Ma il mio piano non prevede che si sia esposti alla pressione.Saremo calati sul fondo in una cabina di acciaio con oblò di cristallo in ogni lato per l'osservazione.Se la pressione non è forte abbastanza da spezzare quattro centimetri di acdaio al nichel temprato due volte, non ci farà alcun danno.E un po' un ampliamento dell'esperimento dei fratelli Williamson a Nassau, che senz'altro conoscete.Se le mie previsioni si dimostreranno sbagliate... be', nessuno dipende da voi o vi aspetta.Moriremo in una grande impresa.Naturalmente, se siete d'avviso contrario posso tentare da solo.» Mi è sembrato il piano più pazzesco che avessi mai sentito; ma sai quant'è difficile resistere ad una sfida.Nicchiavo per pensarci su «Che profondità intendete raggiungere?», gli chiesi C'era una carta idrografica appuntata sul suo tavolo, e Maracot aveva collocato la punta del compasso su una zona a sud-ovest delle Canarie: «L'anno scorso ho fatto alcuni rilevamenti da queste parti», ha risposto, «c'è un abisso di grande profondità: circa 7600 metri .Sono stato il primo a scoprirlo.

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E mi auguro che in futuro lo troviate segnato sulle carte nautiche come l'Abisso di Maracot.» «Buon Dio!», esclamai. «Non penserete di scendere in un abisso di tal fatta?!» «No, no», ha risposto sorridendo. «Nè la catena d'aggancio, nè i tubi dell'aria giungono oltre un chilometro.Stavo appunto per spiegarvi che tutt'intorno a '~questo crepaccio abissale-che senza dubbio è stato prodotto da eruzioni vul [caniche molto tempo fa-corre una linea irregolare di scogli che non distano [più di mezzo chilometro dalla superficie.» [«Mezzo chilometrot 500 metri!», gridai.t«Sì, approssimativamente mezzo chilometro. È mia intenzione farci calare su [questo banco sottomarino nella nostra cabina pressurizzata e studiata per le alte Fprofondità.Un telefono collegato via cavo con la nave-base ci permetterà di ri Fferire costantemente circa la nostra posizione.Non dovrebbero sorgere proble mi: quando desidereremo risalire non avremo che da dirlo.» «E per l'aria?» «La pomperanno nella cabina quelli della nave-appoggio.» «Ma sarà buio pesto!» «Questo, temo sia inevitabile.Gli esperimenti di Fol e Sarasin nel lago di Gi nevra dimostrano che neanche i raggi ultravioletti giungono a tale profondità.Ma che importa? Useremo una potente illuminazione elettrica sfruttando i mo tori della nave, e tale luce sarà accresciuta da sei pile di Hellesens da due volt col legate insieme, in maniera da ottenere una corrente di dodici volt.E un faro se gnaletico Lucas dell'eserdto, adibito a riflettore mobile, farà benissimo al caso nostro.Altre obiezioni?» «Se i tubi dell'aria si aggrovigliano?» «Non dovrebbero aggrovigliarsi.Ad ogni modo abbiamo una riserva d'aria compressa in bombole della durata di ventiquattro ore.Siete soddisfatto? Ver rete anche voi?» Non è stata una scelta facile.La mente lavora in fretta e la fantasia crea imma gine vivide: mi è sffmbrato di vedere quella scatola nera nelle profondità primor diali, di sentire l'aria viziata respirata più e più volte, di osservare le pareti che s'incurvavano; si piegavano verso l'interno, si laceravano, fendendosi alle con nessure dei rivetti mentre l'acqua zampillava dai fori dei bulloni, filtrava all'in terno, salendo lentamente dal pasimento.Una morte, lenta, atroce.

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Ma, al zando gli occhi, ho incontrato lo sguardo fiero di quel vecchio fisso su di me, con l'esaltazione di un martire della Scienza. È irresistibile questo tipo di entusiasmo che rasenta la pazzia, ma che è nobile e disinteressato.Mi sono acceso anch'io al fuoco del suo entusiasmo; puntellandomi bene sui piedi ed ergendomi in tutta la mia statura gli ho teso la mano dicendo: «Dottore, sarò con voi sino alla fine».« Lo sapevo .Non è stato certo per quel poco del vostro sapffe che vi ho scelto, mio giovane amico: no», ha aggiunto sorridendo, «e neanche per la vostra cono scenza dei granchi marini.Vi sono bene altre qualità che possono essere molto più utili, nel prossimo futuro, e sono la lealtà e il coraggio.» Così, dopo questo elogio, mi ha congedato; il mio futuro è ormai impegnato da una promessa e le mie precedenti convinzioni sono andate in pezzi.Bene, l'ul timo battello costiero sta per partire, e stanno chiamando per la corrispondenza.Non riceverai più mie nuove, caro Talbot, oppure ti giungerà una lettera degna d'esser letta.Se ciò non accadesse, puoi procurarti una lapide galleggiante, e la sciarla cadere in qualche posto a sud delle Canarie, con la scritto ta: «Qui, o nei paraggi, giace quello che i pesci hanno lasciato del mio amico».Cyrus J. Headiey ll secondo documento del caso Stratford è l'incomprensibile messaggio radio che fu intercettato da diversi battelli, tra cui il va pore postale Arroya.Fu captato alle tre del pomeriggio del 3 otto bre 1926, il che dimostra che fu inviato due soli giorni dopo che lo Stratford aveva lasciato la Gran Canaria (si veda la lettera ripor tata più sopra), e che corrisponde approssimativamente al mo 258 L'ABISSO Di ATLANTIDE 1.LA STORIA Di HEDAL}LI l mento in cui il brigantino norvegese avvistò un vapore che affon-4 dava in un ciclone a 370 chilometri a sud-ovest di Porta de la Luz.3 Ecco il contenuto del messaggio:1 Nave quasi capovolta.Situazione disperata.Già perduti Maracot, Headiey Scanlan.Circostanza incomprensibile: trovato fazoletto Headiey estremità scandaglio alto mare.Dio ci aiuti! S.S.

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Stratford Questo fu l'ultimo, strano messaggio che giunse dalla sfortunata nave, e parte di esso era talmente singolare da poter esser imputabile a una sorta di delirio dell'operatore.D'altra parte, non lasciava adito alcuno a dubbi circa la sorte del battello.La spiegazioneammesso che si possa accettarla come tale della vicenda, è da ricercarsi nel resoconto (finora tenuto segreto) relativo alla sfera di vetro, e innanzitutto bisognerebbe dar più risalto alla brevissima notizia che fino ad oggi è apparsa sulla stampa circa il ritrovamento di tale sfera.Cito verbatim dal Giornale di Bordo della Arabella Knowles, comandata dal capitano Amos Green, in viaggio da Cardiff, con un carico di carbone, per Buenos Aires: DAL GIORNA i E Di BORDO DELL'ArAbe/la knoules Mercoledì, 5 gennaio 1927.Lat. 27° 14', Long. 28° Ovest.Tempo calmo.Cielo azzurro con basse formazioni di cirri.Alla seconda mezz'ora del secondo Turno di Guardia, il primo ufficiale annuncia di aver avvistato un oggetto scintillante emergere alto sul mare e quindi rimpiombare in esso.La sua prima impressione era che si trattasse di qualche strano pesce ma, esaminando attentamente l'oggetto con un binocolo, scopre che si tratta d'un globo, o d'una palla, argentata, e che è talmente leggero da fluttuare più che gallegglare, sulla superficie dell'acqua.Mi ha invitato ad osservarlo e anch'io l'ho visto: grande come un pallone da calcio, luccicava a circa mezzo chilometro dalla fiancata di tribordo.Ho fatto fermare le macchine e ho inviato sul posto una scialuppa al comando del secondo ufficiale che ha raccolto l'oggetto e l'ha portato a bordo.Ad un attento esame, è risultato trattarsi di una sfera fatta di un vetro molto resistente e gonfiata con una sostanza così leggera che, quando è stata gettata in ana, fluttuava come il palloncino di un bambino.Essendo quasi trasparente abbiamo potuto vedere al suo interno qualcosa di simile ad un rotolo di carta.Tuttavia il materiale è talmente resistente che incontriamo grande difficoltà nello spezzare la sferaper entrare in possesso del suo contenuto.Il martello non riesce ad incrinarla, ed è stato soltanto quando il capo-macchina l'ha infilata sotto un pistone del motore che siamo riusciti a frantumarla.

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A questo punto punto mi spiace dover dire che la sfera si è letteralmente dissolta in polvere luminosa, sicchè è stato impossibile raccoglierne qualche campione da esammare.Perlomeno abbiamo reeuperato il foglio che conteneva e dopo averlo attentamente studiato, siamo giunti alla conclusione che si tratta di un documento molto importante che abbiamo conservato con l'intenzione di r eonsegnarlo nelle mani del console inglese non appena raggiungeremo Rio de la ~tf Plata.1FPrima da ragazzo, poi da adulto, ho trascorso trentacinque anni sul mare, ma questa è la cosa più strana che mi sia mai accaduta, e della stessa opinione è ogni uomo a bordo della nave.Lascio scoprire il significato di tale faccenda a persone più colte di quanto non lo sia io.tQuesto l'antefatto del resoconto di Cyrus J. Headiey, che mi ~-accingo a presentare esattamente come fu scritto to.La storia di Headiey A chi sto scrivendo? Forse al mondo intero: ma, poichè questo è un indirizzo un po' vago, mi rivolgo all'amico Sir James Talbot, dell'Università di Oxford, per la semplice ragione che la mia ultima lettera era indirizzata a lui e questa può esserne considerata la continuazione.Sono cento a uno le probabilità che questa sfera, se mai dovesse vedere la luce del giorno e non venisse inghiottita da un pescecane, fluttui sulle onde e attiri l'attenzione di una nave di passaggio: eppure tento lo stesso; anche Maracot ne sta mandando su un'altra e così, in due, forse riusciremo a far sapere la nostra mcravigliosa avventura al mondo.Che poi il mondo ci creda è un altro paio di maniche: ma chiunque vuardasse la sfera con il suo rivestimento di vetro e notasse il gas al suo interno, capirebbe senz'altro di trovarsi di fronte a qualcosa di straordinario.In ogni caso, tu non la getteresti da parte senza leggere, Talbot.Se qualcuno desidera conoscere l'antefatto della nostra attuale situazione e quello che stiamo tentando di fare, può trovare la risposta in una lettera che ti scrissi il primo ottobre dello scorso anno, la notte prima di lasciare Porta de la Luz.Per Giove ! Se avessi immaginato quello che ci aspettava, credo che mi sarei nascosto dentro qualche barca tirata in secco, quella notte.Eppure, malgrado tutto, anche con gli occhi sbarrati, ho voluto sempre restare accanto al professore e aiutarlo fino in fondo.

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Ripensandoci, non ho dubbi: rifarei tutto quello che ho fatto.Bene, credo sia meglio riferire ogni cosa dal giorno in cui lasciammo la Gran Canaria.Appena ci allontanammo dal porto, il vecchio Maracot fu pervaso da un sacro fanatismo: il tempo di agire era giunto finalmente, e tutta l'energia trattenuta fino a quel momento risplendeva in ogni suo gesto.Assunse la guida e il comando della nave, di ogni persona e di ogni cosa che conteneva, e uniformò tutto e tutti alla sua volontà; l'allampanato, distratto studioso, era di colpo svanito, e al suo 260 L'ABISSO Di ATLANTIDE 1 posto vi era una dinamo umana, scoppiettante di vitalità e fremente per la grande energia che la sosteneva.Gli occhi, dietro le lenti, splendevano come la luce di un faro Sembrava dotato del dono dell'ubiquità, dato che si trovava con temporaneamente e immediatamente in ogni posto, per valutare e controllare i dati sulla sua carta, comparendo dal comandante ] per determinare la posizione della nave, trascinandosi dietro Bill t.Scanlan, e incaricando me di un sacco di piccoli lavori.Eppure era preciso e metodico, e seguiva uno scopo ben defini- 1 to.Dimostrò un'insospettata conoscenza dell'elettricità e delle questioni meccaniche, e trascorreva quasi tutto il suo tempo in compagnia di Bill Scanlan lavorando al congegno che aveva pro- 5 .gettato: sotto la sua supervisione, Bill lo stava montando accura tamente, pezzo per pezzo.«Dite, signor Headiey, non è splendido?», mi chiese Bill il mattino del secondo giorno. «Venite a dare un'occhiata! Il professore è un tipo in gamba, nonchè un meccanico rifinito!» Ebbi subito la sgradevole impressione di stare guardando la mia bara, anche se dovevo ammettere che si trattava di un degno mausoleo.Il pavimento era stato fissato alle quattro pareti di acciaio e vi erano degli oblò avvitati al centro di ciascuna di esse.Vi si accedeva mediante una piccola botola sul soffitto, mentre una seconda botola era stata collocata alla base Il batiscafo d'acciaio era sostenuto da una gomena dello stesso materiale, sottile ma robustissima, che scorreva su un argano azionato dal poderoso motore che usavamo per le sciabiche, per arrotolarle o per svolgerle.La gomena, a quanto mi dissero, era lunga circa un chilometro: l'argano era fissato a delle bitte in coperta.

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I tubi di gomma per l'aria erano della stessa lunghezza, e il cavo del telefono era collegato ad essi, come pure il filo di alimentazione delle luci elettriche che, in tal modo, venivano messe in funzione dalle batterie della nave, benchè dentro il batiscafo avessimo un piccolo impianto autonomo.La sera di quel giorno furono fermati i motori.La marea era bassa, e una grande nuvola nera che saliva all'orizzonte faceva presagire una burrasca imminente.L'unica nave in vista era un brigantino che batteva bandiera norvegese, e osservammo che l'equipaggio terzarolava le vele, come se si aspettasse una tempesta.Per il momento, tuttavia ogni cosa appariva tranquilla, e lo Stratford rollava dolcemente sull'oceano blu e profondo, increspato qua e là di spuma per la brezza degli alisei Bill Scanlan entrò rumorosamente nel mio piccolo laboratorio, in preda ad un'eccitazione che non gli avevo mai visto prima, nonostante il suo carattere impetuoso «Signor Headiey», disse, «abbiamo calato il congegno in un'a [, LA STORIA Di HEADLEy 26 1 2 pertura nella chiglia della nave.Pensate che il capo intenda im[ mergersi con quella cosa là?» «Senza dubbio, Bill.E io scenderò con lui.» F «Dovete essere matti, voi due, per pensare una cosa simile.Ma F non vi lascerò andare da soli.» Il- «Non è affare vostro, Bill.» F «Che possa diventare più giallo di un cinese con l'itterizia, se vi lascio andare da soli! Merribank mi ha mandato qui per control F lare il marchingegno di Maracot e, se quel marchingegno scende ~; sul fondo del mare, è sicuro come il sole che io sarò là a tenerlo t d'occhio.Dovunque finiscano queste pareti d'acciaio, là è l'indi~' rizzo di Bill Scanlan, a prescindere che i suoi compagni siano folli > o meno.» Era inutile stare a discutere con lui, e così un altro membro si aggiunse al nostro piccolo club di suicidi: ormai non restava che aspettare.Lavorammo senza sosta per tutta la notte, controllando e verificando ogni pezzo.Dopo una colazione piuttosto mattiniera, scendemmo nella stiva, pronti per l'avventura.ll batiscafo era stato calato per più di metà attraverso l'apertura nella chiglia, e vi entrammo uno alla volta mediante la botola superiore, che venne chiusa e avvitata alle nostre spalle.

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Il capitano Hovvie, con una faccia da funerale, strinse la mano ad ognuno di noi mentre gli passavamo davanti.Quindi venimmo calati di qualche altro metro, il soffitto della cabina d'acciaio fu abbassato sopra le nostre teste, e sotto il pavimento penetrò l'acqua dell'apertura della chiglia attraverso cui stavamo scendendo: era il momento della verità.Avremmo verificato subito se il batiscafo di Maracot era o no adatto a tenere il mare.La cassa di acciaio superò bene la prova: le connessioni erano state fissate al millimetro, e non notammo alcuna infiltrazione d'acqua.Poi l'argano a motore cominciò a funzionare, srotolando la gomena di acciaio, e ci trovavamo sospesi nell'occano, sotto il livello della chiglia.Ci trovavamo all'interno di una piccola stanza, abbastanza comoda, e mi meravigliai dell'abilità e preveggenza con cui era stata sistemata ogni cosa.L'illuminazione elettrica non era ancora in funzione, ma la luce del sole splendeva luminosa dagli oblò, filtrando nell'acqua color verde bottiglia.Piccoli pesci guizzavano qua e là, come striature d'argento sullo sfondo verde.Dentro c'era una specie di alta pedana circolare, e, sistemati su di essa, un quadrante di profondità, un termometro, e altri strumenti.Sotto la pedana aveva trovato alloggio una fila di bombole che rappresentavano la nostra riserva di aria compressa nell'e 262 L'ABISSO Di ATLANTIDE Z1.LA STORIA Di HEADLEYzno ventualità che i tubi dell'aria esterna fossero venuti a mancare o r non funzionassero perfettamente.I tubi esterni sboccavano inter- i namente sopra le nostre teste e il cavo del telefono pendeva accan to ad essi.Sentimmo la voce funerea del capitano «Siete fermamente determinati a scendere?», chiese.«Sì, siamo tutti d'accordo)>, rispose con impazienza il profes sore. «Ci farete calare lentamente e terrete costantemente qualcu no al ricevitore.Vi riferirò sulle nostre condizioni.Quando rag giungeremo il fondo, restate in attesa finchè vi darò istruzioni= Fate attenzione che la gomena di aggancio non si tenda troppo-ffi fatela srotolare con un movimento lento, di un paio di chilometri all ora, senza sforzarla.E ora calate!» Gridò queste ultime parole come un pazzo.

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Era il momento più importante della sua vita, la realizzazione dei sogni a lungo acca rezzati.Per un attimo fui paralizzato dal pensiero che ci trovassi mo nelle mani di un abile, convincente paranoico.Bill Scanlan dovette pensare la stessa cosa, perché mi guardò con un triste sor riso, toccandosi la fronte.Ma, dopo questo eccesso incontrolla to, la nostra guida riprese istantaneamente il suo solito autocon trollo.Del resto, bastava osservare l'ordine e la precisione che dimo strava ogni dettaglio intorno a noi, per sentirci rassicurati sulle sue capacità mentali.Ma ora tutta la nostra attenzione si rivolgeva alla nuova, mera vigliosa esperienza che ogni istante porta con sè.Lentamente, la cabina stava scendendo verso il fondo dell'oceano: la luminosità verde pallido dell'acqua cambiava in oliva scuro, diventando poi di un meraviglioso blu; un intenso, profondo blu, che gradual mente mutava in un porpora quasi nero.Scendevamo lentamente, dolcemente: 30, 60, 90 metri.Le val vole funzionavano alla perfezione, e respiravamo bene e con na turalezza come sulla coperta della nave.L'ago del profondimetro si spostava lentamente sul quadranteluminoso: 120,130, 150 me tri.«Come state?», tuonò una voce ansiosa sopra di noi.«Mai stati meglio in vita nostra!», gridò Maracot in risposta.Ma la luce ormai svaniva: eravamo circondati da uno spesso crepuscolo grigio che mutava rapidamente nell'oscurità più pro fonda.«Alt!», gridò Maracot.Il movimento discendente cessò: ci trovavamo sospesi a due centotredici metri dalla superficie dell'oceano Sentii lo scatto dell'interruttore e, subito, fummo inondati da una luce dorata che si spandeva all'esterno attraverso gli oblò fi no a perdersi in lontananza nel deserto d'acqua intorno a noi.Con le facce incollate agli spessi cristalli, ognuno davanti ad un ,y oblò, guardavamo un panorama che nessun uomo aveva mai visto prima.r Fino ad allora avevamo conosciuto quelle profondità abissali studiando i pochi pesci che erano stati troppo lenti per evitare la 1F nostra rete a strascico o troppo stupidi per sfuggire all'amo.Ora potevamo vedere quel meraviglioso mondo acquatico come era in [ realtà.

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Se l'obiettivo della creazione è stato l'uomo, allora sembra -~ strano che l'oceano sia più densamente abitato della terraferma.: Broadway il sabato notte o Lombard Street il pomeriggio di fine settimana, non sono più affollati dei grandi spazi del mare.-Attraversammo gli strati più vicini alla superficie, dove i pesci sono quasi privi di colore o hanno tonalità caratteristiche del loro habitat: ultramarino di sopra e color argento di sotto.Qui pote vamo osservare pesci di ogni forma e tinta concepibile: delicati naselli o larve di anguilla guizzavano attraverso il fascio di luce come raggi d'argento luccicanti; la sinuosa forma serpentina del la murena, e la lampreda d'alto mare, scivolavano lontano ser peggiando; la nera scorpena, tutta bocca e aculei, restava stupi damente a bocca spalancata davanti alle nostre facce che l'osser vavano.Altre volte era una seppia che passava nel fascio di luce del riflettore, lasciandosi portare dalla corrente e gettandoci uno sguardo sinistro con occhi quasi umani; ancora, certe forme di vi ta cristalline entravano in scena con la grazia e il fascino dei fiori.Un enorme sgombro si scagliò selvaggiamente più e più volte contro il nostro oblò finchè l'ombra cupa di uno squalo lungo due metri e mezzo piombò su di lui facendolo sparire tra le sue fauci spalancate.Il professor Maracot sedeva estasiato, con il quaderno di ap - punti sulle ginocchia, scribacchiando osservazioni e tenendo contemporaneamente un monologo fatto di borbottii e commenti scientifici.«Cos'è quello? Ah sì, una Chimoera Mirabilis, come riportato dal Sars .Povero me ! Ecco là un Lepidopus, ma di una specie sconosciuta, a quanto posso vedere.Guardate quel Macruro, signor Headiey: il suo colore è assai differente da quello che abbiamo trovato nella rete.» Una volta soltanto fu preso alla sprovvista, quando una grande creatura ovale passò velocemente davanti al suo oblò portandosi dietro una coda oscillante, tanto lunga che non ne distinguemmo l'estremità.Confesso che, al momento, rimasi perplesso quanto il professore: fu Bill Scanlan a risolvere l'enigma.«Penso che sia passato apposta al nostro fianco, forse per scherzo, forse per ricordarci che non siamo soli quaggiù...» «Sicuro! Certo», replicò Maracot sorridendo. «È un Plumbus 264 L'ABISSO Di ATLANTIDE 1.LA STORIA Di HEADLEY Longicaudatus.

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Ma di una specie sconosciuta, signor Headiey, con coda a corda e una sorta di sagola-scandaglio sul muso: così !, può fare "rilevamenti" del fondo marino e circoscrivere una sua zona, delimitare un suo territorio.Tutto bene, capitano! », escla mò poi. «Potete calarci più giù!»' E scendemmo ancora.Il professor Maracot spense la luce elettrica e rimpiombammo un'altra volta in un buio di pece, ad eccezione del quadrante luminoso del profondimetro, che segnava la nostra costante discesa.Il batiscafo oscillava dolcemente ma, d'altra parte, stentavamo a percepire ogni altro movimento.Soltanto la lancetta del profondimetro indicava la terrificante profondità a cui ci trovavamo.Adesso eravamo scesi a più di 300 metri e l'aria era diventata viziata.Scanlan girò la valvola di scarico e l'atmosfera migliorò subito.A 460 metri ci fermammo dondolando nel cuore dell'oceano con le luci nuovamente accese.Qualche grande massa scura passava accanto a noi, ma era difficile capire se si trattasse di un pesce-spada, di uno squalo degli abissi o di qualche mostro di specie sconosciuta.Il professore girò in fretta il riflettore.«Qui corriamo i maggiori pericoli», disse; «ci sono creature, negli abissi, davanti a cui la nostra cabina di acciaio è come un'arnia sotto la carica di un rinoceronte.» «Balene, forse», esclamò Scanlan.«Le balene possono sopportare grandi profondità», convenne il professore.«Una balena groenlandese è stata arpionata e poi riportata in superficie da circa 1800 metri di profondità.Tuttavia, se non è ferita o molto spaventata, nessuna balena scende tanto.Forse era un calamaro gigante: si trovano un po' a tutte le profondità.» «La fortuna ci assiste: i calamari sono troppo molli per arrecarci qualche danno.Ci sarebbe da ridere se un calamaro riuscisse a praticare uno squarcio nell'acciaio al nickel di Merribank!» «È ben vero che i loro corpi sono mollicci», replicò il professore, «ma il becco di un calamaro gigante potrebbe facilmente tranciare una sbarra di ferro, e un colpo di quel temibile becco sfonderebbe i nostro oblò spessi tre centimetri come se fossero di cartapesta. » «Perdiana! », gridò Bill, mentre riprendevamo il nostro viaggio negli abissi.E finalmente ci posammo sul fondo senza scosse, gentilmente.

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L'impatto era stato talmente morbido che non ce ne saremmo neanche accorti se non fosse stato per il riflettore che, quando si girò, ci permise di vedere un groviglio di cavi tutt'intorno.Questo groviglio rappresentava un grande pericolo soprattutto per i tubi F dell'aria perché avrebbe potuto ostruirli: ma, ad un grido im[ provviso di Maracot, ci rendemmo conto, con sollievo, che i cavi erano stati ben tesi di nuovo.E' IL profondimetro segnava 550 metri di profondità.Giacevamo ì immobili su un crinale vulcanico nel fondo dell'Atlantico.F2.SUL FONDO DELL'ABISSO267 2.Sul fondo dell'abisso Ad un certo punto ebbi l'impressione che stessimo provando tutti la medesima sensazione.Non volevamo far nulla o vedere nulla, quanto piuttosto starcene un po' tranquilli per realizzare la meraviglia di quell'impresa: ossia che ci trovavamo esattamente sul fondo di uno dei più grandi oceani del mondo.Ma, ben presto, l'irreale paesaggio intorno a noi, illuminato in tutte le direzioni dalle luci di bordo, ci richiamò davanti agli oblò.Ci eravamo posati su un letto di fitte alghe («Cutleria Multifida», disse Maracot), le cui frange ondeggiavano intorno a noi, mosse da qualche corrente sottomarina, come i rami di un albero dalla brezza d'estate.Non erano lunghe al punto d'impedirci la visuale, tuttavia le grandi foglie lisce, brunite dalla luce del riflettore, fluttuavano di quando in quando davanti agli oblò.Oltre alle alghe potevamo scorgere scorie e fanghiglia di un materiale nerastro disseminato di creature dai bellissimi colori: oloturie, ascidie, echinie ed echinodermi, fitte come una collina inglese in primavera lo è di giacinti e di primule.Questi fiori del mare color rosso vivo, porpora intenso, e rosa delicato, erano sparsi in profusione lungo un crinale di colore nero-carbone.Qua e là grandi spugne sporgevano da aperture nella nera roccia e alcuni pesci di media profondità, anch'essi vestiti di smaglianti colori, attraversavano il nostro fascio luminoso.Eravamo completamente assorbiti da quello scenario fantastico quando una voce ansiosa risuonò dal cavo del telefono.«Allora, vi piace il fondo? Tutto bene? Non fermatevi troppo perché il mare comincia ad agitarsi, secondo me non promette nulla di buono.

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Avete aria a sufficienza? Posso fare qualcosa per voi? » «Tutto bene, capitano! », gridò Maracot allegramente. «Ci fermiamo un altro po' .Siete un'ottima balia.Stiamo bene come se fossimo nelle nostre cabine sulla nave.Tra poco cominciate a spostarci lentamente.» Eravamo giunti nella zona dei pesci luminosi, ci divertivamo a spegnere le luci e, nell'oscurità più assolutaun'oscurità in cui una lastra fotografica avrebbe potuto essere esposta per un'ora [senza registrare alcun assorbimento di raggi ultraviolettiosser vavamo la fosforescente attività nell'oceano.-tVedevamo tanti piccoli punti luminosi che si spostavano con @[ regolarità su uno sfondo di velluto nero, come una nave passegge !1F ri quando, di notte, diffonde luce attraverso la lunga linea degli Foblò.FUna creatura terrificante, nelle tenebre esterne, digrignava tdenti luminosi su uno sfondo biblico; un'altra sfoggiava lunghe antenne dorate, e un'altra agitava un batuffolo di fiamma sulla testa.Fin dove giungeva il nostro sguardo, punti scintillanti bril lavano nel buio, ognuno assorto in proprie attività, accendendo la propria scia di luce come i taxi notturni all'ora degli spettacoli nello Strand.Ma presto il dottore riaccese le nostre luci riprendendo l'osser vazione del fondo.«Ci troviamo a grande profondità, ma non sufficiente per pro curarci qualche deposito caratteristico», disse. «Questi sono as solutamente al di fuori del nostro raggio d'azione.Forse in un'al tra occasione, con una gomena d'aggancio più lunga...» «Perché non tagliate questa?», grugnì Bill.Maracot sorrisc.gVi siete abituato subito alle grandi profondità, Scanlan.Ma questa non sarà la nostra unica immersione.» «Per I ' Inferno ! », borbottò Bill .«Non desiderate altro che tornare nella stiva dello Stratford.Avrete osservato, signor Headiey, che per quanto possiamo spin gere il nostro sguardo attraverso la fitta vegetazione di idrozoi e spugne silicee, il fondale qui è di pietra pomice e di scorie di basal to, segno di un'antichissima attività plutonica.Inoltre, sono in cline a pensare che questa sia una conferma delle mie teorie: cioè, che questo crinale fa parte di una più vasta formazione di origine vulcanica e che l 'Abisso di Maracotscandì queste parole assa porandolecostituisce il ripido pendio esterno di una monta gna.

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Mi ha colpito l'idea che sarebbe un interessante esperimento far spostare lentamente il nostro batiscafo lungo questo crinale finchè non raggiungiamo l'orlo dell'abisso: potremo così verifi care di che tipo sono le formazioni rocciose in quel punto.Mi aspetto di trovare un crepaccio di notevoli proporzioni che preci pita ad angolo acuto negli abissi dell'oceano.» L'esperimento mi pareva piuttosto pericoloso, perché chi pote va dire per quanto la gomena, che ci teneva ancorati alla nave ap poggio, poteva reggere alla corrente che ci spostava lateralmente, senza spezzarsi? Ma per Maracot, che si trattasse di lui stesso o di 268 L'ABISSO Di ATLANTIDEw2.SUL FONDO DELL'ABISSO269 altri, il pericolo non esisteva se era necessario compiere un'osservazione scientifica.Trattenni il respiro e guardai Bill Scanlan, quando un lento movimento della nostra conchiglia d'acciaio, scostando la fitta vegetazione di alghe, ci permise di osservare che la gomena era tesa al massimo.Teneva magnificamente, e con gentilissima e veloce progressione cominciammo a scivolare sul fondo dell'oceano.Maracot, con una bussola in mano, gridava ordini sulla direzione da seguire al capitano Hovvie e, occasionalmente, ordinava di sollevare di più il batiscafo per evitare qualche ostacolo.«Difficilmente questo crinale basaltico è lungo più di due chilometri», spiegava. «Sulla mia carta ho contrassegnato l'abisso ad ovest del punto dove abbiamo effettuato il tuffo.Di questo passo, lo raggiungeremo tra breve.» Scivolavamo senza alcun intoppo sulla distesa vulcanica, ornata di ondeggianti alghe dorate e abbellita dagli sgargianti gioielli creati dalla natura che fiammeggiavano fuoriuscendo dal loro scrigno di giaietto.Improvvisamente, il professore si precipitò al telefono gridando: «Alt ! Ci siamo ! » .Un mostruoso precipizio si era aperto d'un tratto sotto di noi.Era un Iuogo spaventoso, una vera visione da incubo.Neri dirupi di basalto sprofondavano a piombo nell'ignoto.Gli orli dell'abisso erano delimitati da ciondolanti laminarie, come felci che sovrastavano qualche gola di montagna; ma, oltre quel tremolante limite, c'erano soltanto le nere pareti del baratro.Il bordo roccioso s'incurvava lontano da noi, e tuttavia l'abisso poteva avere qualsiasi ampiezza, perché le nostre luci a stento penetravano l'oscurità sottostante.

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Quando puntammo in basso un riflettore segnaletico Lucas, esso irradiò la sua luce dorata, riflessa dalla parete, penetrando giù finchè il nero precipizio attenuò e poi annullò il suo bagliore.«È stupefacente!», esclamò Maracot, guardando fuori con una singolare e compiaciuta espressione sul volto magro e appassionato. «Non saprei dirne la profondità e se sia o meno superato da altri.C'è l'Abisso di Challenger, profondo quasi 8000 metri, vicino alle Isole dei Ladroni; c'è l'Abisso del Pianeta di 9760 metri, al largo delle Filippine.E ve ne sono molti altri, ma è probabile che l 'Abisso di Maracot sia unico per la pendenza della sua discesa; ed è inoltre rimarchevole che sia sfuggito alle osservazioni di tanti esploratori idrografici che hanno compilato la carta sottomarina dell'Atlantico. È indiscutibile...» Si era fermato nel mezzo d'una frase, e un'espressione di grande interesse e sorpresa gli si era scolpita sul viso.Guardando so pra le sue spalle, Bill Scanlan e io fummo pietrificati da quello che «i nostri occhi vedevano con terrore.tF-Qualche grande creatura stava salendo nel fascio luminoso che 60avevamo proiettato nell'abisso.Laggiù, dove la luce moriva nel l'oscurità della voragine, riuscivamo a stento ad intravvedere le nere, ondeggianti sembianze di un corpo mostruoso che saliva lentamente.Nuotando in modo sgraziato saliva con guizzi pesan ti verso l'orlo dell'abisso.E quando si fece più vicino, colpito in pieno dalla luce del riflettore, potemmo distinguerne chiaramen te la forma mostruosa.Era un animale sconosciuto alla scienza, eppure singolarmente simile a creature familiari.Troppo lungo per essere un granchio gigantesco e troppo corto per ricordare un'enorme aragosta, ri chiamava la forma del gambero d'acqua, con due enormi pinze aperte per lato e un paio di antenne lunghe quasi cinque metri che si agitavano davanti ai neri, stupidi, lugubri occhi.IL carapace, di colore giallo, era largo circa tre metri, ed era lungo complessiva mente, senza considerare le antenne, non meno di nove metri.«Meraviglioso!», gridò Maracot, scribacchiando disperata mente sul suo quaderno. «Occhi semi peduncolati, lamelle elasti che, famiglia dei crostacei, specie sconosciuta.Crustaceus Mara coti...

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Perché no? Perché no?)> «Lasciamo perdere il nome: mi sembra proprio che si stia dirigendo verso di noi!», esclamò Bill. «Dite, Doc, non credete sia meglio spegnere le luci?» «Ancora un attimo, che prendo nota delle sue articolazioni! », urlò il naturalista. «Sì, sì, proprio così», borbottava Maracot.Quindi fece scattare l'interruttore e ci ritrovammo nel buio pesto, rotto soltanto dalle luci fosforescenti all'esterno, come meteore in una notte senza luna.«Quella bestia è di certo la più brutta del mondo!», disse Bill asciugandosi la fronte sudata. «Mi sento come la mattina dopo una sbronza di Prohibition Iloosh!» «È senz'altro terribile a vedersi», commentò Maracot, «e probabilmente ancora più terribile avere a che fare con lui, se fossimo esposti davvero a quelle mostruose chele.Ma, protetti dalla nostra cassa di acciaio, possiamo permetterci di esaminarlo in sicurezza e con tutta comodità.» Aveva finito di parlare, quando sentimmo un colpo, come di piccone, sulla parete esterna, quindi uno strascicato raspare e grattare che terminò con un altro secco colpo.«Gente, questo vuole entrare!», urlò Bill Scanlan allarmato.«Perdinci! Potevamoscrivere Vietatol'Ingressosuquestotrabiccolo . » La sua voce insicura dimostrava quanto fosse forzata quell'al 270 L'ABISSO Di ATLANTIDEw2.SUL FONDO DELL'ABISSO271 legria, e confesso che le ginocchia mi tremavano perché ero conscio del mostro in agguato che oscurava ancor di più il buio degli oblò, passandovi davanti, per studiare quella strana conchiglia, che una volta spezzata, poteva contenere il suo pasto «Non può farci niente di male», disse Maracot, però il suo tono di voce era poco convincente. «Ma è meglio liberarci di lui » Attraverso il telefono diede una voce al capitano gridando «Sollevateci di una decina di metri».Qualche secondo dopo ci sollevammo dalla spianata di lava dondolando dolcemente nell'acqua silenziosa.Ma la terribile bestia era ostinata: quasi subito udimmo di nuovo il raspare delle antenne e i colpi secchi delle chele mentre ci girava intorno tastando il batiscafo.Era spaventoso restare in silenzio nel buio e sapere che la morte era vicina.Se quella poderosa tenaglia si fosse abbattuta sull'oblò, quest'ultimo avrebbe retto? Questa era la muta domanda che ci tormentava.

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Ma, improvvisamente, un pericolo imprevisto e più immediato ci sovrastò: il rumore proveniva adesso dal soffitto del nostro piccolo abitacolo, che cominciò ad oscillare avanti e indietro, ritmicamente.«Buon Dio!», gridai, «ha afferrato il cavo! Lo spezzerà!» «Dite, Doc, non vi sembra sia il caso di emergere? Mi pare che abbiamo visto quello che ci interessava, e per Bill Scanlan è ora di tornare a casa.Fate sollevare la cabina e spostatela immediatamente. » «Ma il nostro lavoro non è finito!», obiettò Maracot. «Abbiamo appena iniziato l'esplorazione dell'orlo dell'abisso.Lasciatemi vedere quanto è ampio.Quando avremo raggiunto l'estremità della voragine, sarò ben felice di risalire. » Quindi gridò nel cavo telefonico: «Tutto bene, capitano: spostateci per un paio di miglia finchè non vi dirò di fermarci».Ci muovevamo lentamente sopra il bordo dell'abisso.Dato che l'oscurità non ci aveva salvato dall'attacco dell'animale, decidemmo di riaccendere le luci.Uno degli oblò era completamente coperto da quello che sembrava essere lo stomaco della creatura La testa e le chele gigantesche erano al lavoro sopra di noi, e con tinuavamo ad oscillare come una campana.La forza del crostaceo doveva essere enorme.Quale uomo si era mai trovato nella nostra situazione, con diecimila metri d'acqua al di sotto e un simile mostro di sopra? Le oscillazioni si facevano sempre più forti.Un'esclamazione eccitata del capitano piovve giù dall'alto perchè si era reso conto dei sussulti del cavo di traino, mentre Maracot balzava in piedi con le mani protese in alto, in un gesto disperato.Pur trovandoci all'interno dell'abitacolo, udimmo distinta [<mente lo stridìo dei cavi che si spezzavano e, un istante dopo, pre Fcipitavamo nello sconfinato abisso che si apriva sotto di noi.Ogni volta che ripenso a quel momento, mi sembra di sentire il disperato grido di Maracot.>«I cavi, sono spezzati! Non possiamo far niente! Siamo morti Ei-ormai ! », urlò, aggrappandosi al ricevitore. «Addio capitano, ad dio!» ErFurono le nostre ultime parole nel mondo degli uomini.Non stavamo precipitando velocemente, come potresti pensare, Tal bot.A dispetto del peso, la nostra sfera vuota e colma d'aria ave va una certa spinta di galleggiamento, per cui affondavamo lenta mente e dolcemente nella voragine.

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Udii un lungo graffiare stri dente quando scivolammo attraverso le chele della creatura che era stata la causa della nostra rovina, e quindi, con un lento moto a spirale, cominciammo a scendere nelle profondità abissali.Trascorsero circa cinque minuti prima che raggiungessimo il li mite massimo del cavo telefonico e che questo si strappasse come un filo; il tubo dell'aria si spezzò nello stesso momento e l'acqua salata zampillò gorgogliando attraverso le valvole.Con mani agili e svelte, Bill Scanlan annodò le estremità dei tu bi di gomma all'interno dell'abitacolo, bloccando in tal modo le infiltlazioni d'acqua, mentre il professore svitava immediata |mente i rubinetti dell'aria compressa, che fuoriuscì sibilando dal le bombole.Laluce era mancata nell'attimo in cui era stato strap pato il cavo ma, anche al buio, il professore riuscì a collegare e a mettere in funzione le pile Hellesens, che accesero alcune lampa dine sul soffitto.«Dovrebbero durare sette giorni», disse con un sorriso forzato.«Almeno moriremo alla luce.» Quindi scosse la testa tristemente e un sorriso gentile illuminò le sue fattezze spettrali. «Quanto a me, sono tranquillo.Ormai sono vecchio, e ho già fatto la mia parte nel mondo.L'unico mio rimorso è di aver permesso a due giovani come voi di seguirmi quaggiù.Avrei dovuto assumermi ogni rischio da solo!» Gli strinsi la mano con semplicità per rassicurarlo, e d'altra parte non mi sentii di dire nulla.Anche Bill taceva.Scendevamo piano, e la nostra discesa era scandita dalle cupe ombre dei pesci che volteggiavano davanti agli oblò: sembrava quasi che stessero volando in alto piuttosto che fossimo noi a sprofondare.Oscillavamo ancora, e a quanto potevo vedere, non c'era nulla da fare per evitare di affondare con il batiscafo inclinato che ruotava su se stesso.Per fortuna il nostro peso riuscì abilanciare l'inclinazione e ben presto il pavimento si raddrizzò.Dando un'occhiata al profondimetro, vidi che avevamo raggiunto la profondità di 1853 metri.272 L'ABISSO Di ATLANTIDE§2.SUL FONDO DELL'ABISSO273 «Vedete? È come dicevo», sottolineò Maracot con un certo autocompiacimento. «Dovete aver notato la mia relazione, negli Atti della Società Oceanografica, circa la pressione e la profondità.

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Vorrei tanto poter tornare indietro, non fosse che per avvertire il mondo e confutare il professor Bulow dell'Università di Giessen che osò contraddirmi.» «Perdinci! Se potessi tornare nel mondo per dire una parola, non la sprecherei certo con un capoccione intellettuale!», disse Bill. «C'è una bimba a Filadelfia, che piangerà quando le diranno che Bill Scanlan se n'è andato.Eppure è un ben triste modo di morire ! » «Non potremo mai più tornare», dissi stringendogli la mano.«Che razza di uomo da poco sarei stato se non fossi venuto con voi?», replicò. «No, era ed è il mio incarico, e sono contento di non aver mollato!» «Per quanto ancora possiamo averne?», chiesi al professore, dopo una pausa.Lui fece spallucce.«Avremo comunque il tempo di vedere il vero fondo dell'oceano», rispose. «Nelle bombole c'è aria sufficiente per la maggior parte del giorno.Piuttosto sono un guaio i gas residui, l'anidride carbonica che espiriamo e che finirà col soffocarci.Se almeno potessimo sbarazzarcene!» «Mi sembra impossible . » «Abbiamo una bombola di ossigeno puro; l'avevo portata per ogni eventualità.Piccole quantità, di quando in quando, ci aiuteranno a tenerci in vita.Avrete osservato che ci troviamo attualmente a 3700 metri di profondità?» «Perché dovremmo cercare di rimanere in vita? Prima finirà, meglio sarà ! », risposi.«Questo si chiama parlare!», gridò Scanlan. «Diamoci un taglio, e che sia finita!» «E rinunciare così alla più straordinaria visione che mai uomo abbia osservato ! », esclamò Maracot. «Sarebbe tradire la scienza.Registriamo i fatti fino alla fine, anche se dovranno restar sepolti per sempre assieme ai nostri corpi.Comportiamoci coraggiosamente fino all'ultimo.» «Sportivo il professore!», gridò Scanlan. «È il migliore della banda! D'accordo, stiamo a vedere come va finire.» Ci sedemmo pazientemente sulla pedana stringendone i bordi con dita nervose perché oscillava e vibrava, mentre i pesci fosforescenti passavano rapidi in tutte le direzioni all'esterno degli oblò.«Ci troviamo ora a 5500 metri di profondità», ci fece osservare Maracot. «Immetto un po' di ossigeno, signor Headiey, perché l'aria è molto viziata.

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Ah, dimenticavo», aggiunse con un risolino soffocato, «d'ora in poi questo sarà l'Abisso di Maracot.Quando il capitano Hovvie riporterà la notizia, i miei colleghi dovranno ammettere che la mia tomba è anche il mio monumento.Perfino il professor Bulow...», e proseguì borbottando elucubrate lagnanze scientifiche.Sedevamo silenziosi, osservando l'ago del profondimetro che segnava 7400 metri di profondità.Ad un certo punto urtammo violentemente contro qualcosa di pesante che ci fece sobbalzare forte, tanto che temetti ci saremmo rovesciati.Poteva esser stato qualche pesce enorme, oppure avevamo urtato contro qualche sporgenza della parete dell'abisso lungo il quale stavamo affondando. A suo tempo, l' orlo della voragine ci era sembrato stupefacente e ora, guardando ad esso dall'inconcepibile profondità in cui eravamo sprofondati, ci appariva solo come la superficie, il principio dello spaventoso precipizio.Continuavamo a scendere in moto vorticoso attraverso la distesa d'acqua verde cupo.IL profondimetro segnava ormai 7620 metri.«Siamo vicini alla fine del viaggio», disse Maracot . «IL mio rilevatore Scott, lo scorso anno, indicò 7927 metri nel punto più profondo.Tra pochi minuti sapremo qual è il nostro destino.Forse l'impatto ci schiaccerà.Forse...» E in quel preciso istante toccammo il fondo.Neanche un bimbo viene posato dalla madre su un lettino di piume con la stessa delicatezza con cui noi approdammo nel punto più abissale dell'Oceano Atlantico.La morbida, densa, elastica melma su cui ci posammo, fu un perfetto cuscino che ci evitò anche il pur minimo rumore.Rimanemmo immobili sui nostri sedili, e fu un bene, perché eravamo appollaiati su una specie di altura sporgente, coperta da fanghiglia viscosa e gelatinosa, e ci mantenevamo in equilibrio su di essa, oscillando piano, con quasi metà del pavimento dalla nostra batisfera che sporgeva privo di alcun supporto.C'era pericolo di capovolgerci ma, alla fine, ci stabilizzammo e rimanemmo immobili.In quel mentre il professore Maracot, sgranando gli occhi che teneva fissi sull'oblò, gettò un grido di sorpresa e spense precipitosamente la luce.

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Con nostro immenso stupore, potevamo vedere chiaramente.C'era una fantasmagorica luce nebbiosa, all'esterno, che filtrava attraverso gli oblò come il riflesso dorato di un mattino d'inverno.Ci affacciammo per guardare quella strana scena e, anche senza l'ausilio delle nostri luci di bordo, ci era possibile spingere lo sguardo in ogni direzione, per qualche centinaio di metri, distinguendo chiaramente ogni cosa.Sembrava impossibile, incon 274 L'ABISSO Di ATLANTIDE ;S 2.SUL FONDO DELL'ABISSOZ l 2 cepibile ma, non fosse che per l'evidenza dei sensi, quello era un 3 dato di fatto: il fondale dell'oceano era luminoso.«Perché no?», esclamò Maracot, dopo che eravamo rimasti in silenzio per qualche minuto davanti a quella meraviglia. «Come : ho potuto non pensarci subito? Che cos'è questa fanghiglia di pteropodi o globigerina, se non il prodotto della decomposizione, lo sbriciolarsi dei corpi di miliardi di miliardi di creature organiche? E forse la decomposizione non è accompagnata da una luminosita fosforescente? Dove mai, in tutta la creazione, potevamo vedere un simile fenomeno se non qui? Ah ! è triste aver avuto una tale dimostrazione, ed essere nell'impossibilità di comunicare al mondo la nostra scoperta.» «Eppure», obiettai, «abbiamo raccolto mezza tonnellata di fanghiglia a suo tempo, senza scoprire traccia di questa luminosità.» «L'ha perduta, senza dubbio, nel lungo tragitto dal fondo alla superficie.Ma cosa volete che sia mezza tonnellata in confronto a questa sterminata distesa di densa putrescenza? E pensate», grido, preso da un'eccitazione incontrollabile, «che le creature del mare pascolano su questo tappeto organico come le mandrie sui prati in terraferma!» Mentre parlava, un branco di pesci neri, grossi e tozzi, si dirigeva verso di noi, nuotando sul fondo dell'oceano, frugando con il muso tra le fitte spugne e mangiando mentre si spostava.Un'altra gigantesca creatura di colore rosso, come una stupida vacca dell'oceano, ruminava davanti al mio oblò, mentre altre pascolavano qua e là, sollevando la testa di quando in quando per guardare lo strano oggetto che era apparso improvvisamente tra di loro.Non potevo non ammirare Maracot che, in quell'atmosfera viziata, seduto all'ombra della morte, obbediva ancora al richiamo della Scienza e prendeva appunti sul suo quaderno.

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Senza seguire un criterio preciso come lui, anch'io prendevo nota mentalmente di quel che rimarrà per sempre indelebilmente stampato nella mia memoria.I fondali più profondi dell'oceano sono fatti di argilla rossa, che qui era coperta dalla grigia fanghiglia abissale che originava distese ondulate fin dove giungeva il nostro sguardo.Questa pianura sottomarina non era omogenea, bensì rotta da numerose alture tondeggianti come quella su cui eravamo appoggiati, che luccicavano nella luce spettrale.Tra queste piccole colline, sciamavano grandi nuvole di strani pesci, molti dei quali del tutto sconosciuti alla scienza, che sfoggiavano ogni sfumatura di colore, anche se il nero e il rosso predominavano.Maracot li studiava con un'eccitazione a stento trattenuta, continuando a prendere appunti.L'aria si era fatta estremamente viziata, e ancora una volta po [ temmo salvarci soltanto con una nuova immissione di ossigeno Abbastanza stranamente, avevamo tutti una gran famedovrel anzi dire che eravamo affamatie ci gettammo avidamente sulla carne in scatola e sul pane imburrato, innaffiati da whisky e ac qua, che la previdenza di Maracot aveva previsto.Con i sensi ridestati da questo spuntino, sedevo davanti al mio oblò morendo dalla voglia di una sigaretta, quando i miei occhi scorsero qualcosa che mi fece vorticare strani pensieri e presagi nella mente.Ho già detto che la grigia pianura ondulata era disseminata di strani tumuli o alture.Una di queste alture, particolarmente este tsa, si stagliava davanti al mio oblò a una distanza di dieci metri.Mi sembrava di vedere, con mia grande sorpresa, una specie di se gno particolare che si ripeteva con regolarità sino a perdersi die tro la curva dell'altura.Quando ci si trova così vicini alla morte, è facile attribuire un'importanza sensazionale alle cose di questo mondo, ma trattenni il respiro e il cuore cessò di battere per un at timo quando mi resi conto d'improvviso che era un fregio quello che stavo osservando, un fregio consunto e rovinato, e che soltan to una mano umana poteva aver scolpito quelle figure ormai sbia dite.

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Maracot e Scanlan, da me chiamati, si precipitarono al miu oblò guardando fuori, completamente sbalorditi davanti ai sevni dell'onnipresente forza dell'uomo.«È un fregio, certo ! », gridò Scanlan. «Forse queste rovine era no il tetto di un edificio.E anche queste altre.Dite, capo, siamo forse atterrati in qualche cittadina?» 8«È una città antica», disse Maracot. «La geologia insegna che una volta i mari erano continenti, e i continenti erano mari, ma ho sempre messo in dubbio l'idea che, in tempi recenti come il Qua ternario, ci possa esser stato uno sprofondamento dell'Atlantico.Eppure il racconto di Platone, che riportava la tradizione egizia dell'Atlantide, ha trovato alla fine una prova e una convalida.Le formazioni vulcaniche qui intorno confermano che tale sprofon damento, dovuto ad attività sismica, c'è stato davvero.» «Queste cupole, queste costruzioni, seguono uno schema rego lare», osservai. «Comincio a credere che non siano abitazioni se parate, quanto piuttosto le cupole che ornavano il tetto di un uni co, grande edificio.» «Penso abbiate ragione», disse Scanlan, «infatti ce ne sono quattro, piuttosto ampie agli angoli, e altre, più piccole, in linea con queste.Senz'altro è un edificio, dato che riusciamo a vederne i contorni! Vi troverebbero posto i Cantieri Merribank al comple to ! E ancora avanzerebbe spazio ! » L'ABISSO Di ATLANTIDE.n2.SUL FONDO DELL'ABISSo «È sprofondato fino al tetto in seguito alla pressione sovra-O stante», disse Maracot. «D'altronde non si è rovinato.A grandi profondità la temperatura si mantiene un po' sopra lo zero, e ciò arresta il processo di disgregazione.Anche la dissoluzione dei re sidui bàtici, che ricopre il fondo dell'oceano e fortunatamente ci offre questa luminosità, dev'essere molto lenta.Ma, mio Dio Questo non è un fregio, è un'iscrizione.» Senza dubbio aveva ragione: lo stesso simbolo si ripeteva e ri correva uniformemente.Quei segni erano, indiscutibilmente, let tere di un qualche alfabeto arcaico.«Ho scritto to un saggio sui Fenici, e vi è qualcosa di allusivo e fa miliare in questi caratteri», disse Maracot. «Bene, abbiamo visto una città sommersa di grande antichità, amici miei, e portiamo con noi nella tomba un altro stupefacente frammento di cono scenza.Non c'è altro da apprendere, ormai; il nostro libro del sa pere si è chiuso.

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Sono d'accordo con voi: prima finirà, meglio sa rà.» La fine non poteva tardare: l'aria stagnante e viziata era dive nuta così pesante, per l'anidride carbonica che avevamo espirato in tutto quel tempo, che l'ossigeno delle bombole stentava a farsi strada.Restando seduti immobili, riuscendo a fatica ad inspirare una boccata d'aria più pura, mentre l'esalazione velenosa saliva lentamente e inesorabilmente.Il professor Maracot incrociò le braccia con espressione rasse gnata e chinò la testa sul petto.Scanlan era già stato sopraffatto dai miasmi e strisciava boccheggiando sul pavimento.Mi girava la testa e sentivo un peso intollerabile sul petto.Chiusi gli occhi, mentre stavo perdendo rapidamente i sensi.Poi li riaprii per dare un ultimo sguardo a quel mondo che abbandonavo, e fu allora che barcollai gettando un rauco grido di stupore.Un volto umano ci stava osservando attraverso l'oblò! Delira vo? Afferrai una spalla di Maracot, scuotendolo violentemente.Lui balzò a sedere nel vedere quell'apparizione, sbalordito e sen za parole.Se la vedeva come la stavo vedendo io, non era certo un'allucinazione.Era un viso lungo e sottile, di carnagione scura, con una corta barbetta a punta e due occhi vivaci che scrutavano in fretta qua e là, con sguardi interrogativi, i particolari della no stra situazione.Un grande stupore si era dipinto anche sul volto dell'uomo Le nostre luci erano accese e doveva essere stata una ben strana e vi vida scena per lui quella che presentavamo ai suoi occhi, in quella minuscola camera della morte, dove un uomo giaceva privo di sensi e altri due lo guardavano con le sembianze contratte e stra volte di chi sta morendo, i volti cianotici per l'incipiente asfissia Con le mani ci massaggiavamo la gola, e i nostri petti sussultanti [ erano un evidente messaggio di disperazione.L'uomo fece un cenno con la mano e si allontanò precipitosamente.[«Ci ha abbandonato!», gridò Maracot.~;«O è andato a cercare aiuto.Aiutatemi ad appoggiare Scanlan al sedile: se resta disteso sul pavimento, per lui è finita.» A fatica trascinammo Scanlan sul sedile, e gli facemmo appog giare la testa su un cuscino.Aveva il viso ormai grigio e bor bottava in delirio, ma il polso batteva ancora «Forse c'è ancora una speranza per noi», rluscii a dire.

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«Ma è pazzesco ! », esclamò Maracot . «Come può un uomo so pravvivere sul fondo dell'oceano? Come fa a respirare? Di certo si tratta di un'allucinazione collettiva.Mio giovane amico, stia mo semplicemente impazzendo!» Guardando quel paesaggio solitario, grigio e desolato, e quella cupa luce spettrale, pensai che forse Maracot aveva ragione.Poi, improvvisamente, percepii un movimento.Ombre indistinte flut tuavano lontane attraverso l'acqua.Ben presto assunsero i con torni definiti di figure in movimento.Un folto gruppo di persone si spostava velocemente sul letto dell'oceano, diretto verso di noi.Un istante dopo erano ammuc chiati davanti agli oblò, indicandoci e gesticolando in un'animata discussione.C'erano alcune donne tra la folla, ma in maggioran za erano uomini e, tra questi, una figura poderosa con una gran testa e una fitta barba nera, che doveva essere chiaramente un personaggio di riguardo.Ispezionò velocemente la nostra batisfera d' acciaio e, poichè il bordo di questa sporgeva dalla cupola su cui eravamo posati, riu scì a vedere la botola a cerniera sul fondo del pavimento.Ci fece allora un cenno e, con dei segni energici e decisi ci invitò ad aprire la botola dall'interno.«Perché no? », osservai. «Possiamo scegliere tra l'annegare e il morire soffocati.Non ce la faccio più a restare qua dentro.» «Forse non annegheremo»,-disse Maracot. «L'acqua che en trerà dal portello non potrà superare il livello dell'aria compres sa.Date un po' di brandy a Scanlan.Dovrà fare uno sforzo, fosse anche l'ultimo.» Feci bere a Bill un sorso di brandy.Lo inghiottì e si guardò in torno con occhi stupiti.Cercavamo di tenerlo in posizione eretta sul sedile, reggendolo uno per parte.Era ancora stordito, ma in poche parole gli spiegammo la situazione.«Esiste il pericolo che si formi del gas di cloro se l'acqua rag giunge le batterie», disse Maracot. «Aprite tutte le bombole d'a ria perché, più pressione riusciamo ad ottenere, meno acqua en trerà Ora datemi una mano a sbloccare la botola.» Curvatici sul portello, facemmo leva con tutto il nostro peso, 278 L'ABISSO Di ATLANTIDEw2.

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SUL FONDO DELL'ABISSO279 dando uno strattone violento alla botola sul pavimento, benchè compiendo quel gesto, mi sentissi come uno che ha deciso di suicidarsi.L'acqua verde, brillante e scintillante sotto le nostri luci, entrò gorgogliando e cominciò a salire, giungendo rapidamente all'altezza delle caviglie, poi delle ginocchia, e quindi alla cintola dove si fermò.Ma la pressione dell'aria era quasi insopportabile.Ci ronzava la testa e i nostri timpani scoppiavano.Non avremmo potuto resistere molto in quell'atmosfera.Soltanto aggrappandoci alla rete delle provviste evitammo di cadere dentro l'acqua sotto di noi.Dal punto in cui ci trovavamo, non riuscivamo a guardare dagli oblò nè ad immaginare che cosa si stava facendo per la nostra salvezza.Del resto ci riusciva difficile immaginare che fosse possibile fare qualcosa per noi: eppure quella gente, e specialmente il loro capo dalla corta barba, aveva un'aria così decisa e risoluta da infonderci qualche speranza.Improvvisamente vedemmo il suo viso comparire nell'acqua sotto di noi e, un attimo dopo, era passato attraverso l'apertura circolare della botola e si era arrampicato sulla pedana, cosicchè era adesso al nostro fianco: la sua figura era tozza e vigorosa, non più alta delle mie spalle, ma ci esaminava con grandi occhi bruni colmi di una sicurezza quasi divertita, che sembravano dire: «P°veri diavoli, pensate di trovarvi in un grosso guaio, ma io posso aiutarvi facilmente».Solo allora mi resi conto di un fatto stupefacente: l'uomo, ammesso che fosse della nostra razza, indossava un involucro trasparente che gli copriva completamente la testa e il corpo, lasciando libere le gambe e le braccia.Era talmente trasparente che non eravamo riusciti a vederlo nell'acqua, ma adesso che si trovava all'aria accanto a noi, l'involucro brillava come argento benchè rimanesse limpido e trasparente come il vetro più pregiato.Sulle spalle, sopra quella che senza dubbio era una guaina protettiva, portava una curiosa sovrastruttura tondeggiante: sembrava una scatola oblunga, perforata in più punti.Nell'insieme l'uomo aveva un aspetto curioso, come se avesse le spalline.Dopo che il nostro nuovo amico si fu unito a noi, un'altra faccia apparve nell'apertura della botola, spingendovi attraverso qualcosa che sembrava una gran bolla di vetro.Furono fatte passare tre di queste bolle che ora galleggiavano sulla superficie dell'acqua.

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Quindi furono fatte salire sei piccole scatole e la nostra nuova conoscenza ce le agganciò, a due a due, una per spalla, con delle cinghie, finchè furono sistemate esattamente come le sue Alla fine mi convinsi che quello strano popolo non aveva infranto alcuna legge dalla natura per sopravvivere, e compresi che, mentre una cassetta, in qualche maniera sconosciuta, produceva ossigeno, l'altra assorbiva i residui della respirazione, l'anidride carbonica.Quindi ci fece indossare le bolle trasparenti, aggan ciandole con delle fibbie e chiudendole ermeticamente, mediante bande elastiche, sulla parte superiore delle braccia e sulla cintola, cosicchè non potesse entrarvi neanche una goccia d'acqua.All'interno delle bolle respiravamo magnificamente, e fu una gioia per me osservare Maracot che mi guardava con gli occhi scintillanti dietro le lenti, mentre il largo sorriso di Scanlan mi as sicurava che il vitale ossigeno aveva fatto il suo dovere e che Bill aveva trovato un'altra volta il suo buon umore.TIl nostro ignoto salvatore ci guardò ad uno ad uno con soddi sfazione, quindi ci fece cenno di seguirlo attraverso la botola sul fondo dell'oceano.Una dozzina di mani volenterose si protesero per aiutarci a scendere attraverso il portello e per sostenere i no stri primi, vacillanti passi sul fondo melmoso dell'oceano.Ancora oggi non riesco a dimenticàre quell'impressione mera vigliosa! Eccoci là, tutti e tre, sani e salvi e a nostro agio, sul fon do di un abisso d'acqua di quasi diecimila metri.Dov'era quella terrificante pressione che avevano congetturato tanti scienziati? Non eravamo più oppressi di quanto lo fosse il pesce appetitoso che (>1 nuotava intorno.Era pur vero, rispetto al modo in cui i no stri corpi erano stati progettati, che eravamo protetti da queste delicate campane di vetroperaltro più dure del più forte ac ciaioma anche i nostri arti, che erano esposti, non percepivano nulla di più d'una certa costrizione che avremmo imparato presto a ignorare.Era una sensazione meravigliosa, trovarci insieme, e ci giram mo a guardare l'abitacolo da cui eravamo sgusciati fuori.Aveva mo lasciato le batterie in funzione, e ora vedevamo finalmente che oggetto straordinario fosse, con i fasci di luce gialla che fuo riuscivano dagli oblò e dalla botola mentre nuvole di pesci si rac coglievano davanti ai portelli.

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Dopo avergli dato un ultimo sguardo, il capo prese Maracot per mano, e noi lo seguimmo in quella fanghiglia, camminando lentamente sulla superficie viscosa.Fu allora che ci capitò un caso ancor più straordinario che stu pì, oltre noi stessi, anche i nostri nuovi compagni.Sopra le nostre teste era apparso un piccolo oggetto scuro, che scendeva dall'o scurità soprastante oscillando, finchè non toccò il fondo, a breve distanza da dove ci trovavamo.Era, naturalmente, lo scandaglio d'alto mare dello Stratford, che faceva un sondaggio dell'abisso cui doveva venir associato il nome della nostra spedizione.Capivamo bene che la tragedia della nostra scomparsa aveva differito quell'operazione, ma che dopo una breve pausa sarebbe Z6U L'ABISSO Di ATLANTIDE w2.SUL FONDO DELL'ABISSO281 stata portata a termine; avevamo già intuito la traiettoria vertica- | le dello scandaglio, sperando, in cuor nostro, che terminasse almeno vicino a noi.Apparentemente, sulla nave non si rendevano conto di aver raggiunto il fondale, perché lo scandaglio giaceva immobile nella melma.Sopra di me si allungava il cavo che, attraverso diecimila metri d acqua, ci univa al ponte della nave.Almeno fosse stato possibile scrivere unanota e attaccarla allo scandaglio! L'idea era assurda: eppure, perché non avrei dovuto mandare qualche messaggio che dimostrasse che eravamo ancora vivi? La mia giacca era coperta dalla campana di vetro e mi era impossibile raggiungerne le tasche, ma dalla cintola in giù ero libero, e il fazzoletto doveva trovarsi in una tasca dei calzoni.Lo tirai fuori, legandolo all'estremità dello scandaglio.Il peso stesso fece scattare il suo meccanismo automatico, e quasi subito vidi la bianca pezzuola di lino volare in alto, verso un mondo che non avrei mai più potuto rivedere.Il nostro nuovo amico aveva esaminato i 35 chilogrammi di scandaglio con grande interesse, e finalmente, dopo esser riuscito nel suo intento, riprendemmo il cammino.Avevamo percorso qualche centinaio di metri passando tra le cupole, quando ci fermammo davanti ad una piccola porta quadrata, con solide colonne ad ogni lato, e un'iscrizione sull'architrave.Era aperta, ed entrammo in una grande stanza spoglia.

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Era un pannello mobile, manovrato da una leva dall'interno, che si richiuse dietro di noi.Naturalmente non potevamo udire niente dentro i nostri caschi di vetro ma, dopo qualche minuto, ci rendemmo conto che doveva essere in funzione qualche pompa potente, perché vedemmo il livello dell'acqua abbassarsi rapidamente sotto di noi.In meno d'un quarto d'ora ci trovammo su di un pavimento di pietra ancora bagnato d'acqua, mentre i nostri amici erano intenti a sganciare le chiusure delle nostre trasparenti guaine protettive.Un attimo dopo stavamo respirando aria perfettamente pura in un'atmosfera calda e ben illuminata, e l'oscuro popolo dell'abisso, sorridente e vociante, ci si affollava intorno festoso e con gesti di amicizia.Era uno strano linguaggio rauco quello che parlavano e noi non ne comprendevamo neanche una parola, ma il sorriso sui loro volti e la luce d'amicizia nei loro occhi erano una lingua comprensibilissima, anche in quegli abissi sotto il mare.C)li abiti trasparenti erano appesi a pioli numerati infissi nella parete, e quella gente amabile, un po' spingendoci un po' guidandOCI, ci fece entrare in una stanza più interna che si apriva su un lungo corridoio con il pavimento inclinato coperto di fanghiglia.Quando la porta si chiuse dietro di noi, non c'era più niente che potesse ricordarci il fatto stupendo che eravamo gli ospiti invo W lontari di una razza sconosciuta che viveva sul fondo dell'Oceano F Atlantico, tagliati fuori per sempre dal mondo cui appartenevamo.Ora che quello sforzo terribile era stato condotto a termine ci sentivamo esausti.Persino Bill Scanlan, che era un piccolo Ercole, trascinava i piedi sul pavimento, mentre Maracot e io eravamo felici di poterci appoggiare alle nostre guide.Anche se mi sentivo sfinito, camminando osservavo ogni cosa.Era evidente che l'aria era prodotta da qualche macchina perché fuoriusciva in piccoli sbuffi da aperture circolari praticate nelle pareti.La luce diffusa veniva generata, chiaramente, con un sistema che si basava sul fluoro, secondo quel procedimento che aveva attirato l'attenzione degli ingegneri europei dato che poteva sostituire filamento e lampadina.Splendeva da lunghi cilindri di vetro trasparente fissati alle cornici dei corridoi.

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Ciò è quanto vidi fino al momento in cui la nostra discesa si arrestò e fummo introdotti in un vasto salone coperto di pesanti tappeti ed elegantemente arredato con seggiole dorate e divani inclinati che facevano affiorare vaghi ricordi di tombe egizie.La folla si era allontanata, e con noi rimase soltanto l'uomo con la |barba in compagnia di due servi.«Manda», ripetè più volte indicando se stesso.Quindi, additandoci ad uno ad uno, scandi le parole Maracot, Headiey e Scanlan, finchè non riuscì a pronunciarle perfettamente.Poi ci fece cenno di sederci, e mormorò qualcosa ad uno dei servi che si allontanò subito ritornando poco dopo insieme a quello che sembrava un attempato gentiluomo dai capelli bianchi e la lunga barba, con un bizzarro copricapo conico di tessuto nero.Non rammento se ti ho detto che quella gente vestiva tuniche variopinte, lunghe fino alle ginocchia, e che calzava alti stivali di pelli di pesce o zigrino.Questo personaggio doveva essere evidentemente un medico, perché ci esaminò attentamente uno per volta, appoggiando una mano sulle nostri fronti e chiudendo gli occhi come se stesse captando una qualche impressione mentale sulle nostre condizioni di salute.Apparentemente non fu per nulla soddisfatto, perché scosse la testa, dicendo parole gravi a Manda.Quest'ultimo mandò via di nuovo il servo, che tornò quasi subito con un vassoio di cibo e una fiasca di vino che erano stati preparati per noi in precedenza.Troppo stanchi per domandarci chi fosse quella gente, pen sammo che, per il momento, la cosa migliore fosse mangiare.Più tardi fummo condotti in un'altra stanza, dove erano pronti tre letti: mi distesi immediatamente su uno di questi.Ho solo un vago L'ABISSO Di ATLANTIDE ricordo di Bill Scanlan che si trascinava stancamente e si stendeva «Quel sorso di brandy mi ha salvato la vita», disse «Ma dove ci «Non ne so più di voi.» «Bene, sono pronto per la nanna», esclamò con voce sonnolenta, girandosi nel letto «Sapete? Quel vino era ottimo Ringrazia Furono le ultime parole che udii, perché sprofondai nel sonno 3.In visita ad Atlantide Al mio risveglio non riuscii subito a capire dove mi trovavo.

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Gli eventi del giorno prima mi sembravano un incubo indistinto e non riuscivo a credere che fossero realmente accaduti.Smarrito, guardavo la grande stanza spoglia, priva di finestre, dalle pareti grigie, osservavo le linee di luce tremolante, color porpora, che correvano lungo le pareti, i mobili che arredavano la camera e, infine, posai gli occhi sui due letti, da uno dei quali proveniva un sonoro, stridulo russare che già a bordo dello Stratford avevo imparato ad associare a Maracot.Mi pareva troppo grottesco per essere vero e, soltanto quando toccai con le dita la coperta tessuta con una strana stoffa, forse fibra essiccata di qualche pianta marina, riuscii a realizzare l'inconcepibile, meravigliosa avventura che ci era capitata.Stavo ancora riflettendoci su, quando udii una fragorosa risata: Bill Scanlan si era messo a sedere sul letto e mi guardava.«Buongiorno, amico!», gridò, quando vide che ero sveglio, e continuò a ridere.«Mi sembrate di buon umore», gli risposi alquanto stizzito.«Non vedo che cosa ci sia da ridere.» «Anch'io ero di malumore appena svegliato», mi disse di rimando, «poi mi è venuta un'idea che mi ha fatto ridere.» «Vorrei ridere anch'io: di che si tratta?», gli chiesi.«Bene, vecchio mio, ho pensato quanto sarebbe stato comico se ci fossimo legati tutti e tre allo scandaglio dello Stratford dato che, con quegli armamentari di vetro, avremmo potuto respirare benissimo: figuratevi il vecchio Hovvie quando avesse visto tutta la nostra banda risalire alla superficie.Avrebbe pensato di averci preso all'amo! Perdinci che storia!» Le nostre risate svegliarono il professore, che si tirò su a sedere sul letto con la stessa espressione stupita che avevo io poco prima.Dimenticai i nostri guai, ascoltando divertito i suoi commenti contraddittori: da un lato era felice alla prospettiva di un tale campo di nuovi studi, dall'altro era amaramente dispiaciuto all'idea di non poter riferire i risultati della sua impresa ai suoi confratelli scienziati sulla terraferma.Finalmente, tornò ai problemi del momento.284 L'ABISSO Di ATLANTIDEZ 3.IN VISITA AD ATLANTIDEzo~ «Sono le nove», disse guardando il suo orologio da tasca.I nostri orologi segnavano tutti la stessa ora, ma era impossibi le capire se fosse giorno o notte..

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«Dobbiamo tenere un calendario», continuò Maracot, «ci sia-.mo immersi il 3 ottobre, e abbiamo raggiunto questo posto la sera dello stesso giorno.Quanto abbiamo dormito?».«Senz'altro per un mese filato!», disse Scanlan; «non ho dor mito tanto da quella volta che Mickey Scott mi ha costretto a far lo dopo sei turni in fabbrica.» Dopo esserci lavati e vestiti secondo le regole del vivere civile notammo che la porta era stata chiusa, ed era chiaro che per il momento dovevamo considerarci prigionieri.Nonostante l'ap parente mancanza di ventilazione, l'atmosfera si manteneva per fettamente pura, e scoprimmo che questo era possibile grazie ad una corrente d aria che entrava da alcuni piccoli fori praticati nel le pareti.E doveva anche esserci una specie di riscaldamento cen trale perché, malgrado non fosse visibile alcuna stufa, la tempe ratura si manteneva piacevolmente calda.Osservai una manopola su una delle pareti, una specie di pul sante e lo premetti.Come sospettavo, era un campanello, perché la porta si aprì istantaneamente, e un piccolo uomo bruno, vestito di una tunica gialla, apparvc nell'apertura.Ci guardava con aria interrogativa, con occhi castani, grandi e gentili «Abbiamo una certa fame», disse Maracot, «puoi portarci del cibo? » L'uomo scosse la testa e sorrise.Era evidente che le nostre pa role gli erano totalmente incomprensibilli.Scanlan provò a parlargli in slang americano, ma ricevette lo stesso sorriso vuoto.Ma, quando aprii la bocca e feci il gesto d'in trodurvi le dita, il nostro ospite annuì vigorosamente allontanan dosi in fretta.Dieci minuti dopo la porta si aprì di nuovo, e apparvero due servitori in giallo che spingevano un tavolino scorrevole Ci fossi mo trovati al Baltimore Hotel, non avremmo ricevuto un tratta mento migliore.Davanti a noi erano sistemati, in bell'ordine, caffe, latte caldo, panini, una deliziosa sogliola e miele.Per una buona mezz'ora fummo troppo occupati a mangiare, per domandarci da dove proveniva quel cibo o come se l'erano procurato Quando finimmo ricomparvero i due servitori: spin sero fuori 11 tavolino e richiusero accuratamente la porta alle loro spalle.

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«Sto diventando nero e blu a forza di pizzicarmi», disse Scan lan. «E un sogno o realtà? Eh, professore, visto che ci avete por tato quaggiù, penso sia compito vostro spiegarci almeno che ve ne sembra . » Il professore scosse la testa.«Anche a me tutto questo sembra un sogno: ma che sogno ! Che [ storia per il mondo, se soltanto potessimo raccontarla!» «Una cosa è sicura», aggiunsi io. «C'era senz'altro qualcosa di vero nell'antica leggenda di Atlantide, e parte di quel popolo, m F qualche modo straordinario, deve essere riuscito a cavarsela e a sopravvivere . » 1k«D'accordo, se la sono cavata», se ne uscì fuori ad alta voce Bill Scanlan, grattandosi la testa a forma di proiettile, «ma che sla dannato se riesco a capire come fanno ad avere l'aria, l'acqua fre sca e tutto il resto ! Forse, se quel bel tipo con la barba che abbia mo visto questa notte torna a squadrarci da capo a piedi, potra anche spiegarci questa faccenda.» «E come potrebbe se non parliamo la stessa lingua?» «Bene», disse Maracot, «cercheremo di servirci di quel che ab biamo osservato.Una cosa, almeno, l'ho capita: l'ho dedotta dal miele che abbiamo mangiato questa mattina a colazione.Era sen za dubbio miele sintetico, lo stesso che da tempo abbiamo impa rato a produrre sulla Terra.E se riescono a produrre miele sinteti co, perchè non caffè o farina? Le molecole degli elementi sono come mattoni sparsi tutt'in torno a noi: dobbiamo semplicemente imparare come usare certi mattonia volte uno soloper ottenere una determinata so stanza.Lo zucchero diventa amido, e tutti e due alcool, a seconda di come spostiamo i mattoni.E cosa può spostarli? Il calore.L e lettricità.O forse altre forze che noi non conosciamo.Alcune di fqueste energie trasformano addirittura se stesse: e il radio diventa piombo o l'uranio si trasforma in radio, senza che noi intervenia mo minimamente.» «Pensate dunque che sfruttino una chimica avanzata?» ,~«Ne sono certo! Dopotutto, non c'è "mattone" elementare che non sia a loro disposizione.Possono ottenere facilmente idro geno e ossigeno dall'acqua di mare: la grandissima quantità di ve getazione marina è anche un deposito di azoto e carbonio, e i sedi menti abissali costituiscono una grande riserva di calcio e fosfo ro.

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Con la perizia dovuta e un'adeguata conoscenza, cosa c'è che -non potrebbero produrre?» IL professore aveva pranzato allietandoci con questa disserta zione chimica, quando la porta si aprì ed entrò Manda, rivolgen doci un saluto amichevole.Lo accompagnava lo stesso vecchio d'aspetto venerando che avevamo incontrato la notte precedente.Doveva godere fama d'essere un dotto, perché tentò di rivolgerci diverse frasi probabilmente in lingue diverse, che per noi risulta rono tutte egualmente incomprensibili.Allora si strinse nelle spalle e si rivolse a Manda, che diede un 286 L'ABISSO Di ATLANTIDE83.IN VISITA AD ATLANTIDE287 ordine ai due servi vestiti di giallo poi si mise ad aspettare accanto alla porta.I servi scomparvero ritornando quasi subito con un singolare schermo sostenuto da due pilastrini per lato Era identico ad uno dei nostri schermi cinematografici, ma splendeva e brillava nella luce.Lo sistemarono contro una delle pareti, quindi il vecchio misurò accuratamente con i passi una certa distanza e la segno sul pavimento.Rimanendo dove si trovava, si voltò verso Maracot e gli toccò la fronte, indicando lo schermo.«Completamente matto», disse Scanlan. «Non ha le rotelle a posto . » Maracot scosse la testa per dimostrare che eravamo imbarazzati.Lo stesso fece il vecchio.Poi, evidentemente, gli venne un'idea e indicò se stesso; si girò verso lo schermo, fissandolo con gli occhi, e concentrandosi profondamente.Quasi immediatamente la sua immagine apparve sullo schermo davanti a noi; allora indicò noi stessi e, un attimo dopo, il nostro piccolo gruppo sostituiva la sua immagine sullo schermo.L'immagine non corrispondeva esattamente alle nostre sembianze: Scanlan sembrava un cinese e Maracot una specie di mummia, tuttavia l'intenzione dell'operatore era di riprodurci così come apparivamo ai suoi occhi.«E un'immagine mentale!», gridai.«Esattamente», disse Maracot. «Questa è senza dubbio l'invenzione più meravigliosa che abbia mai visto, ed è una combinazione di telepatia e televisione, che a stento comprendiamo sulla terra . » «Non avrei mai creduto di vivere tanto da vedermi al cinema ammesso che sia io quella faccia di formaggio da cinese», disse Scanlan. «Ehi, se potessi far avere

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queste notizie all'editore del Ledger, tirerebbe fuori tanti di quei soldi che vivrei tranquillo per sempre.Faremmo la nostra fortuna se potessimo salvarci.» «Questo è il guaio», dissi. «Per Giove, metteremmo in subbuglio il mondo intero se soltanto potessimo tornarvi.Ma chi sta chiamando a cenni?» «Il vecchio mago vi vuole perché gli diate una mano, professore.» Maracot occupò il posto del vecchio, e il suo forte, acuto cervello, mise a fuoco l'immagine alla perfezione.Vedevamo Manda e poi un'altra immagine dello Stratfordquando lo avevamo lasciato.Sia Manda che l'anziano scienziato annuirono, approvando alla vista della nave, e Manda ci fece un rapido gesto con le mani indicando dapprima noi e poi lo schermo.«Vogliono che gli raccontiamo ogni cosa: questa sì che è un'idea!», gridai. «Vogliono sapere, attraverso le immagini, chi siamo e come siamo finiti quaggiù.» F Maracot annuì a Manda per mostrargli che aveva capito e aveva cominciato a proiettare un'immagine del nostro viaggio, quando Manda alzò una mano e lo fermò.Ad un suo ordine, i servi rimossero lo schermo e i due Atlantidi ci fecero capire a gesti di seguìrn.Era un palazzo enorme, e camminammo corridoio dopo corridoio finchè giungemmo finalmente in un grande salone con i sedili disposti in file come in un'aula universitaria.Da un lato c'era un ampio schermo come quello che avevamo già visto; davanti ad esso si assiepava una folla di almeno mille persone che emise un mormorio di benvenuto al nostro ingresso.La folla era composta da persone di entrambi i sessi e di tutte le età, uomini bruni con la barba e giovani donne belle e dignitose.Ma ci fu possibile osservarli solo un attimo perché ci fecero accomodare subito in prima fila; Maracot si sistemò in un podio di fronte allo schermo, le luci vennero abbassate, e gli diedero il segnale d'incominciare.Devo dire che il professore fece egregiamente la sua parte.Dapprima vedemmo la nostra nave uscire dal Tamigi e un fremito di eccitazione percorse la folla in attesa, alla vista di uno scorcio d'una città moderna; quindi, sullo scherrno, apparve una mappa, con segnata una rotta.Fu poi la volta del batiscafo con il suo equipaggiamento, cosa che strappò alla folla un mormorio di sorpresa.

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In seguito ci vedemmo immergerci e raggiungere il ciglio dell'abisso .Allora apparve l'immagine del mostro che era stato la causa del nostro disastro: «Marax! Marax!», gridò la folla, alla vista dell'animale.Era evidente che lo conoscevano e lo temevano.Scese uno spaventoso silenzio quando la creatura cominciò a tastare goffamente il cavo di aggancio del batiscafo, e un gemito di orrore quando i cavi si spezzarono e precipitammo nell'abisso.In un mese di tentativi e di spiegazioni, non avremmo raggiunto il nostro scopo con tanta chiarezza come in quella mezz'ora davanti allo schermo.Quando quella specie di film ebbe termine, ci espressero in ogni maniera la loro simpatia, affollandosi intorno a noi e battendoci le spalle per farci capire che eravamo i benvenuti.Fummo presentati ad alcuni dei capi, ma quello che doveva essere il più alto in grado, benchè apparisse della stessa estrazione sociale e vestisse come gli altri, se ne stava pensoso per conto suo.Gli uomini indossavano tuniche color zafferano, lunghe fino ai ginocchi, e portavano cinture e alte calzature di un duro materiale squamoso che doveva essere la pelle di qualche creatura marina.Le donne erano bellissime, drappeggiate in foggia classica, con abiti lunghi e sciolti di tutti i colori: rosa, celeste, verde, ornati di '88 L'ABIFO Di ATLANTIDE X3.IN VISITA AD ATLANTIDE289 perle e di lamine opalescenti di conchiglie.Molte di loro erano adorabili a paragone delle donne sulla terra Ce n'era una. . . ma è giusto raccontare i miei sentimenti più inX inai m uno scritto to che sarà di pubblico dominio? Ti dirò soltanto .aro Talbot, che Mona è figlia di Scarpa, uno dei capi di questa gente, e che dal primo giorno del nostro incontro, ho letto nei suoi occhi scuri un'espressione di simpatia e di comprensione che mi ha toccato il cuore, perché la mia gratitudine e ammirazione vanno a lei sola Ma non è il caso, per ora, di dire di più su questa squl5ita fanclulla.Basti dire che un sentimento nuovo e forte era entrato nella mia vita.Quando scorsi Maracot che involontariamente gesticolava in compagnia di una donna graziosa, mentre Scanlan aveva inscenato una pantomina per dimostrare convenientemente la sua ammirazione ad un gruppo di ragazze sorridenti, mi resi conto che anche i miei compagni avevano scoperto il rovescio della medaglia della nostra situazione.

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Se eravamo morti per il mondo, avevamo peraltro trovato una nuova vita quaggiù, che compensava in parte quello che avevamo perduto.Più tardi, Manda e altri amici ci fecero visitare nuovi quartieri dell'immenso palazzo.Si era talmente incassato nel fondo del n.l: e, con il trascorrere dei secoli, che era possibile entrarvi sol;.lr.,~ al tetto, e da quest'ultimo diversi corridoi e passaggi con U is o, Iino a ragglungere il pianoterra vero e proprio, che distava ormai dal tetto parecchie centinaia di metri .Qui il pavimento era stato scavato in più punti, e vedemmo diX ersi passaggi che si irradiavano in tutte le direzioni, conducendo nelle vlscere della terra.Ci fecero visitare anche i macchinari che producevano I 'aria e le pompe che la immettevano nell'intero editicio Maracot sottolineò con meraviglia e ammirazione che non solo miscelavano l'azoto con l'ossigeno, ma che congegni più per Icolosi producevano altri gas che dovevano essere argo, neon, e componenti minori dell'atmosfera, che soltanto da poco comincllnlo a conoscere.Altro oggetto di grande interesse erano gli apparecchi che di>~illavano l'acqua, rendendola potabile, e le enormi installazioni clettriche; e tuttavia, nell'intrico e nel dedalo dei macchinari, ci r i u sciva difficile discernere i dettagli.Ma posso assicurare che vi.li Coll X miei occhi e, saggiai di persona, sostanze chimiche gassosc e liquide che venivano versate nelle varie macchine e qui, trattac Coll il calore, la pressione e l'elettricità, si trasformavano in far In.l, tè, caffè o vino deliziosi.i jn altra considerazione che avemmo occasione di fare, dopo a\ ci X isitato in più occasioni il palazzo che in gran parte non ci era I .I precluso, fu che lo sprofondamento nel mare doveva esser stato previsto, e che la difesa e la protezione dall'irrompere delle acque erano state approntate molto prima che la terraferma s'inabissasse nelle onde.Naturalmente era logico supporre che tali precauzioni fossero state prese prima di quel terribile avvenimento, ma ormai avevamo la precisa sensazione che l'intero, gigantesco edificio fosse stato costruito e progettato con il preciso scopo di diventare una sorta di arca di salvezza.Le grandi storte, gli apparecchi distillatori e gli altri macchinari che producevano aria, cibo, acqua e quant'altro potesse occorrere, erano incassati nei muri e facevano parte integrante, evidentemente, dell'edificio

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originale, così come i laboratori dove venivano fabbricate le campane di vetro, e la gigantesca pompa dell'acqua.Ognuno di quegli apparecchi era stato progettato e costruito con abilità e preveggenza da quel popolo straordinario che, a quanto avevamo capito, si era diretto fino al momento del disastro in due direzioni: l'America Centrale e l'Egitto, lasciando tracce della sua presenza anche in queste terre, quando quella d'origine s'inabissò nell'Atlantico.Questa gentecioè i discendenti di coloro che non avevano abbandonato Atlantideerano naturalmente decaduti rispetto agli antenati, e alla fine il progresso si era fermato, ristagnando, ed essi si erano limitati a conservare solo alcune delle conquiste scientifiche e intellettuali dei loro avi, ma senza aver la forza e l'energia di farle progredire.Disponevano di potenzialità meravigliose eppure, stranamente, non erano stati in grado di evolversi ulteriormente e non avevano aggiunto nulla alla straordinaria eredità del passato.Sono certo che Maracot, disponendo di tali conoscenze, avrebbe conseguito ben presto nuovi, grandi risultati; riguardo a Bill Scanlan, con la mente pronta e l'abilità tecnica che gli erano caratteristiche, trafficava in continuazione ai macchinari, e le migliorie che vi apportava dovevano sembrare a quelle gente meravigliose quanto i loro congegni lo erano stati ai nostri occhi.Quando ci eravamo immersi, aveva portato con sè l'amatissima armonica a bocca, che era divenuta una gioia continua per i nostri nuovi amici che gli sedevano intorno in gruppetto estasiati, come faremmo noi ascoltando Mozart, mentre Bill suonava le canzoni dei negri d'America.Ho già detto che non potevamo visitare tutto l'edificio e voglio aggiungere qualche chiarimento su questo punto.C'era un corridoio in pendenza, consunto dall'uso, sul quale vedevamo passare in continuazione la gente, e tuttavia le nostre guide lo evitavano ~Us L'ABISSO Di ATLANTIDE[3.IN VISITA AD ATLANTIDE289 perle e di lamine opalescenti di conchiglie.Molte di loro erano [ adorabili a paragone delle donne sulla terra.Ce n'era una.. . ma è giusto raccontare i miei sentimenti più intimi in uno scritto to che sarà di pubblico dominio? Ti dirò soltanto caro Talbot, che Mona è figlia di Scarpa, uno dei capi di questa gente, e che dal primo giorno del nostro incontro, ho letto nei suoi occhi scuri un'espressione di

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simpatia e di comprensione che mi ha toccato il cuore, perché la mia gratitudine e ammirazione vanno a lei sola.Ma non è il caso, per ora, di dire di più su questa squisita fanciulla.Basti dire che un sentimento nuovo e forte era entrato nella mia vita.Quando scorsi Maracot che involontariamente gesticolava in compagnia di una donna graziosa, mentre Scanlan aveva inscenato una pantomina per dimostrare convenientemente la sua ammirazione ad un gruppo di ragazze sorridenti, mi resi conto che anche i miei compagni avevano scoperto il rovescio della medaglia della nostra situazione.Se eravamo morti per il mondo, avevamo peraltro trovato una nuova vita quaggiù, che compensava in parte quello che avevamo perduto.Più tardi, Manda e altri amici ci fecero visitare nuovi quartieri dell'immenso palazzo.Si era talmente incassato nel fondo del mare, con il trascorrere dei secoli, che era possibile entrarvi soltanto dal tetto, e da quest'ultimo diversi corridoi e passaggi conducevano sempre più in basso, fino a raggiungere il pianoterra vero e proprio, che distava ormai dal tetto parecchie centinaia di metri.Qui il pavimento era stato scavato in più punti, e vedemmo diversi passaggi che si irradiavano in tutte le direzioni, conducendo nelle viscere della terra.Ci fecero visitare anche i macchinari che producevano l'aria e le pompe che la immettevano nell'intero edificio.Maracot sottolineò con meraviglia e ammirazione che non solo miscelavano l'azoto con l'ossigeno, ma che congegni più pericolosi producevano altri gas che dovevano essere argo, neon, e componenti minori dell'atmosfera, che soltanto da poco cominciamo a conoscere.Altro oggetto di grande interesse erano gli apparecchi che distillavano l'acqua, rendendola potabile, e le enormi installazioni elettriche; e tuttavia, nell'intrico e nel dedalo dei macchinari, ci riusciva difficile discernere i dettagli.Ma posso assicurare che vidi con i miei occhi e, saggiai di persona, sostanze chimiche gasso- ai se e liquide che venivano versate nelle varie macchine e qui, trattate con il calore, la pressione e l'elettricità, si trasformavano in farina, tè, caffè o vino deliziosi.Un'altra considerazione che avemmo occasione di fare, dopo aver visitato in più occasioni il palazzo che in gran parte non ci era h precluso, fu che lo sprofondamento nel mare doveva esser stato previsto, e che la difesa e la

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protezione dall'irrompere delle acque erano state approntate molto prima che la terraferma s'inabissasse nelle onde.Naturalmente era logico supporre che tali precauzioni fossero state prese prima di quel terribile avvenimento, ma ormai avevamo la precisa sensazione che l'intero, gigantesco edificio fosse stato costruito e progettato con il preciso scopo di diventare una sorta di arca di salvezza.Le grandi storte, gli apparecchi distillatori e gli altri macchinari che producevano aria, cibo, acqua e quant'altro potesse occorrere, erano incassati nei muri e facevano parte integrante, evidentemente, dell'edificio originale, così come i laboratori dove venivano fabbricate le campane di vetro, e la gigantesca pompa dell'acqua.Ognuno di quegli apparecchi era stato progettato e costruito con abilità e preveggenza da quel popolo straordinario che, a quanto avevamo capito, si era diretto fino al momento del disastro in due direzioni: l'America Centrale e l'Egitto, lasciando tracce della sua presenza anche in queste terre, quando quella d'origine s'inabissò nell'Atlantico.Questa gentecioè i discendenti di coloro che non avevano abbandonato Atlantideerano naturalmente decaduti rispetto agli antenati, e alla fine il progresso si era fermato, ristagnando, ed essi si erano limitati a conservare solo alcune delle conquiste scientifiche e intellettuali dei loro avi, ma senza aver la forza e l' energia di farle progredire.Disponevano di potenzialità meravigliose eppure, stranamente, non erano stati in grado di evolversi ulteriormente e non avevano aggiunto nulla alla straordinaria eredità del passato.Sono certo che Maracot, disponendo di tali conoscenze, avrebbe conseguito ben presto nuovi, grandi risultati; riguardo a Bill Scanlan, con la mente pronta e l'abilità tecnica che gli erano caratteristiche, trafficava in continuazione ai macchinari, e le migliorie che vi apportava dovevano sembrare a quelle gente meravigliose quanto i loro congegni lo erano stati ai nostri occhi.Quando ci eravamo immersi, aveva portato con sè l'amatissima armonica a bocca, che era divenuta una gioia continua per i nostri nuovi amici che gli sedevano intorno in gruppetto estasiati, come faremmo noi ascoltando Mozart, mentre Bill suonava le canzoni dei negri d'America.Ho già detto che non potevamo visitare tutto l'edificio e voglio 0aggiungere qualche chiarimento su questo punto.

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C'era un corri tdoio in pendenza, consunto dall'uso, sul quale vedevamo passare 3in continuazione la gente, e tuttavia le nostre guide lo evitavano 290 L'ABISSO Di ATLANTIDEX3.IN VISITA AD ATLANTIDE291 sempre durante le nostre visite ai piani del palazzo.Questo fatto aveva destato naturalmente la nostra curiosità, e una sera decidemmo di correre il rischio di farvi una capatina esplorativa per conto nostro.Perciò dormimmo fuori della nostra stanza, e ci dirigemmo alla volta del quartiere sconosciuto quando c 'era poca gente in giro .Il corridoio ci condusse ad un'altra porta ad arco, che sembrava fatta d'oro massiccio.Dopo averla aperta, ci trovammo in una stanza enorme che formava un quadrato lungo non meno di settanta metri per lato.Tutt'intorno, le pareti erano dipinte di vividi colori e abbellite di pitture stupende e di statue di creature grottesche con giganteschi copricapi, simili alle insegne regali degli Indiani d'America.All'estremità della grande sala c'era una colossale figura seduta, con le gambe incrociate come un Buddha, ma del tutto priva di quell'aspetto benevolo che traspare dalle placide fattezze di Buddha.Al contrario, questa era una figlia dell'Ira con la bocca spalancata e gli occhi feroci: questi ultimi erano rossi, e il loro effetto era sottolineato da due luci elettriche che splendevano attraverso di essi.Nel suo grembo era stato ricavato un grande forno che, avvicinandoci, scoprimmo esser colmo di ceneri.«Moloch ! », disse Maracot. «Moloch o Baal. . . l'antica divinità dei Fenici.» «Buon Dio», gridai ricordando vaghe reminiscenze della vecchia Cartagine. «Non ditemi che questo popolo gentile si dedica a sacrifici umani!» «Ehi, dite un po' !», esclamò Scanlan, ansiosamente. «Spero che li facciano in famiglia, se proprio devono.Non vorranno infilarci là dentro per una riverniciatina a caldot » «No, penso che abbiano imparato la lezione», gli risposi. «È la propria cattiva sorte che insegna a un popolo ad avere pietà degli altri . » «Avete ragione», disse Maracot frugando tra le ceneri, «è il vecchio dio dei loro avi, ma senz'altro il suo culto non è più sanguinario.Queste sembrano ceneri di pane bruciato.

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Ma forse ci fu un tempo...» Le nostre supposizioni furono interrotte da una voce dura vicina a noi, e scoprimmo diversi uomini in abiti gialli e con alti cappelli che erano evidentemente i Sacerdoti del Tempio.Dall'espressione dei loro volti avrei detto che eravamo prossimi a diventare le ultime vittime sacrificali per Baal, e uno di loro in quel momento estrasse un coltello dalla cintura.Con grida e gesti selvaggi ci spinsero immediatamente fuori dal loro sacro altare «Perdinci ! », urlò Scanlan. «Se non mi levano le mani di dosso, Ii pesto! Ehi tu, rompiscatole, tira via le mani dalla mia giacca!» Per un momento temetti che sarebbe scoppiata quella che Scanlan chiamava «una rissa a botte-da-orbi», dentro il sacro recinto.Fortunatamente riuscimmo ad allontanare Bill senza che volassero colpi, e riguadagnammo il rifugio della nostra stanza: avevamo capito che la nostra scappatella era stata risaputa e disapprovata.Tuttavia c'era un altro tempio che ci fecero visitare liberamente, cosa che ebbe l'inaspettata conseguenza di schiudere un rozzo e imperfetto metodo per comunicare e parlarci.Questo secondo tempietto era sito ad un piano più basso del primo ed era una stanza semplice, priva di ornamenti o di particolari decorazioni, ad eccezione di una antica statua d'avorio collocata ad un'estremità, che raffigurava una donna che impugnava una lancia, con una civetta appollaiata sulla spalla.Un uomo molto anziano era il custode della stanza e, nonostante la sua età, era chiaro che apparteneva ad un'altra razza più forte, più bella.Mentre Maracot ed io stavamo osservando la statua d'avorio, chiedendoci dove mai ne avessimo visto un'altra simile, il vecchio si rivolse a noi additando la statua e disse: «Thea».«Per Giove!», esclamai. «Parla in greco!» «Thea Athena!», ripetè l'uomo.Non c'erano dubbi: «La dea...Atena».Quellc parole erano inequivocabilmente greco antico.Maracot, la cui mente prodigiosa aveva assimilato la conoscenza da ogni branca dello scibile umano, cominciò subito ad interrogare il vecchio, ponendogli domande in greco classico, domande che venivano comprese solo in parte, mentre le risposte venivano date in un dialetto talmente antico da risultare quasi inintelligibile.

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Tuttavia, almeno in parte, riuscivano a capirsi; in tal modo Maracot aveva trovato una specie di interprete con il cui aiuto poteva in qualche modo comunicare con i nostri salvatori.«È una prova importante», disse Maracot quella sera con la sua voce stentorea e con il tono di chi si rivolge a una classe di studenti, «dell'attendibilità delle leggende.C'è sempre un fondamento di verità in ogni leggenda anche se, con il trascorrere degli anni, questa viene distorta.Forse sapeteo probabilmente non sapete («Scommettiamo!», giunse da Scanlan) che, al tempo della distruzione della grande isola, c'era una guerra in corso tra i Greci primitivi e gli Atlantidi.Il fatto è menzionato da Solone, nella descrizione di quel che apprese dai Sacerdoti di Sais.Possiamo immaginare che ci fossero dei Greci prigionieri degli Atlantidi, che alcuni di loro prestas sero servizio al Tempio e che, naturalmente, abbiano portato con sè la propria religione quando sopravvenne il disastro che fece L'ABISSO Di ATLANTIDE inabissare l'isola.Il vecchio che abbiamo incontrato oggi, da quanto ho capito, è l'attuale sacerdote del culto greco e forse quando ne sapremo di più, apprenderemo qualcosa di nuovo su quell'antico popolo.» «Se lo tengano pure il loro idolo», disse Scanlan. «Immagino che, se volete un buon calco in gesso, sia meglio quello di una bella donna che non quello di quel chiacchierone con gli occhi rossi e la carbonaia sulle ginocchia!» «Per fortuna non possono sentirvi», risposi. «Altrimenti fareste la fine di un martire cristiano.» «No, finchè posso suonare loro un po' di jazz», fece di rimando Bill. «Ormai hanno bisogno di me: non possono farne a meno.» Era gente allegra, e la nostra vita scorreva piacevolmente, ma c'eranoci sonomomenti in cui il cuore tornava alla patria che avevamo perduto, e io avevo sempre davanti agli occhi i cari, vecchi cortili di Oxford, o gli olmi secolari del campus di Harvard.In quei primi giorni mi sembravano tanto lontani quanto puo esserlo un paesaggio lunare, e soltanto adesso, in modo oscuro e incerto, sento rinascere in me la speranza di poterli rivedere.4 Un'escursione sul fondo dell'oceano Pochi giorni dopo il nostro arrivo, i nostri ospiti o «custodi» eravamo spesso in dubbio su come chiamarlici invitarono ad un'escursione sul fondo dell'oceano.Sei di loro, incluso Manda, ci accompagnarono.

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Ci riunimmo nella stanza di uscita in cui eravamo stati accolti da principio, che ora eravamo in condizioni di esaminare un po' più da vicino.Era un luogo molto grande, lungo almeno 30 metri per lato, con basse pareti, verdi per la vegetazione marina che vi era cresciuta, e macchiate d'umidità.Tutt'intorno alla stanza correva una lunga fila di pioli, con dei segni che presumo fossero numeri, e a ciascuno di essi era appesa una campana di vetro semitrasparente e un paio di cassette da spalla che garantivano la respirazione sott'acqua.IL pavimento era lastricato di pietre consumate sì da formare piccole cavità: i passi di molte generazioni, che creavano l'illusione di piccoli stagni d'acqua poco profonda.Anche questa sala era illuminata dai soliti tubi al fluoro che correvano lungo le cornici.Eravamo chiusi nei nostri rivestimenti di vetro e ci consegnarono un duro e appuntito bastone di un metallo luminoso.Poi, a gesti, Manda ci ordinò di afferrare una ringhiera che correva intorno alla stanza, mostrandoci con i suoi compagni come dovevamo fare.Comprendemmo subito il loro intento perché, mentre la porta si apriva lentamente, l'acqua del mare entrò scrosciando con tale violenza che ci avrebbe travolti senza questa precauzione .Crebbe rapidamente, fin sopra il livello delle nostre teste, eppure la pressione che sentivamo era lieve.Manda faceva stradaverso l'uscita e, pochi istanti dopo, ci trovavamo un'altra volta sul fondo dell'oceano, lasciandoci alle spalle il portale aperto, pronto ad accoglierci al ritorno.Guardandoci intorno, nella luce fredda e spettrale che brillava debolmente illuminando la distesa del fondo marino, potevamo spingere lo sguardo in ogni direzione per almeno mezzo chilometro.Quello che ci sorprese fu osservare, proprio al limite del campo di visibilità, un fascio di luce particolarmente luminoso.E 294 L'ABISSO Di ATLANTIDE Manda si diresse proprio a quella volta, mentre il nostro piccolo gruppo lo seguiva in fila indiana.Era un cammino faticoso, reso difficile dalla resistenza che opponeva l'acqua, e inoltre i piedi sprofondavano nella fanghiglia morbida; ma ben presto ci fu possibile distinguere chiaramente quella strana e forte luce.Era il nostro batiscafo, l'ultimo ricordo della nostra esistenza sulla terraferma, che giaceva inclinato su una delle cupole del grande edificio su

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cui si era adagiato; tutte le luci erano accese, e brillavano in quel crepuscolo.Per tre quarti era pieno d'acqua, ma la pressione dell'aria imprigionata aveva protetto quella parte dell'abitacolo in cui erano sistemate le installazioni elettriche.Fu uno spettacolo strano, guardarvi dentro e vedere l'interno familiare con i sedili e gli strumenti ancora al loro posto, mentre alcune creature marine nuotavano all'interno, come pesciolini in una bottiglia.Ci infilammo nel batiscafo, l'uno dopo l'altro: Maracot per recuperare un quaderno di appunti che fluttuava, Scanlan e io per raccogliere alcuni effetti personali.Anche Manda e uno o due dei suoi entrarono nel batiscafo, esaminando con il massimo interesse il profondimetro, il termometro e gli altri strumenti collocati sulle pareti.Più tardi, ci allontanammo portando alcuni strumenti con noi.Può essere di grande interesse scientifico sapere che la temperatura, nei piu profondi abissi marini in cui mai l'uomo sia sceso, è di cinque gradi centigradi; la decomposizione chimica che avviene nella fanghiglia del fondo, determina valori di temperatura più elevati che non negli strati superiori del mare.La nostra piccola spedizione tuttavia aveva uno scopo definito, oltre che permetterci un po' di moto sul letto dell'oceano.Stavamo infatti andando a caccia di cibo.Di quando in quando vedevo i nostri compagni sferrare un colpo verso il basso con il loro bastone appuntito, infilzando ogni volta un grosso pesce, scuro e piatto, che non era un rombo, peraltro assai numeroso nei paraggi, ma che si celava così perfettamente nel fango che bisognava aguzzare al massimo la vista per scorgerlo.Ben presto due o tre di questi pesci penzolarono dalle spalle di ciascuno degli uomini; Scanlan e io acquisimmo quasi subito una certa destrezza, e ne catturammo un paio a testa, mentre Maracot camminava come in sogno, del tutto perduto nel suo stupore dinanzi alle bellezze dell'oceano che si offrivano ai suoi occhi, e faceva al contempo interminabili discorsi che non potevamo udire, ma che intuivamo dall'espressione del suo viso.All'inizio, le grandi distese grigie dei fondali ci avevano fatto un'impressione di monotonia, ma presto scoprimmo una grande varietà di formazioni diverse, dovute alle correnti di profondità 4.

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UN'ESCURSIONE SUL FONDO DELL'OCEANO -wv che vi scorrevano attraverso come torrenti sottomarini.Queste correnti avevano scavato canali nella melma soffice, e soprattutto, avevano messo in luce il fondo vero e proprio sotto la fanghiglia Quest'ultimo era costituito essenzialmente di argilla rossa, alla base di qualsivoglia formazione sul fondo del mare, ed era fittamente disseminato di oggetti bianchi che immaginai fossero conchiglie; tuttavia, quando le esaminammo da vicino, risultarono essere ossa di balene e denti di squalo o di qualche altro mostro marino.Uno di questi denti, che volli raccogliere, era lungo ben 40 centimetri, e tirammo un sospiro di sollievo sapendo che un tale mostro terrificante frequentava abitualmente gli strati più alti dell' oceano.Secondo Maracot, quel dente apparteneva, o meglio era appartenuto, ad un'orca assassina gigante o Orca Gladiator; questo fatto ci richiamò alla mente gli squali più terribili che egli aveva catturato, e che recavano sui loro corpi cicatrici tali da dimostrare inequivocabilmente che si erano scontrati con animali ancora più grandi e formidabili.C'era una particolarità del fondale oceanico che colpiva l'osservatore: come ho già avuto modo di dire, è quella luce fredda che emettono le grandi masse organiche, corrompendosi in una lenta e fosforescente putrescenza.Ma, al di sopra, l'oceano è nero come la notte.Ricorrendo a un paragone, quella luce ricordava un pallido giorno autunnale, con nere e spesse nubi temporalesche basse sulla terra.Da quella volta nera cadeva una lenta, incessante nevicata di minuscoli fiocchi bianchi, che brillavano sullo sfondo cupo: erano i gusci e le conchiglie delle chiocciole di mare e di altre piccole creature, che vivono e muoiono nei diecimila metri d'acqua tra il fondo e la superficie dell'oceano e, benchè parecchie di queste vengano dissolte dalla melma in cui si adagiano, molte altre, con il trascorrere dei secoli, formavano quei depositi che avevano sepolto la grande città nella cui parte più alta abitavamo attualmente Spezzando ogni vincolo con la terra, ci eravamo spinti nelle tenebre del mondo sottomarino, e ben presto scoprimmo prospettive radicalmente nuove.Ci apparvero davanti figure in movimento e, come ci avvicinammo, ci accorgemmo che si trattava di una folla di uomini, ognuno nel suo rivestimento di vetro protettlvo, che si trascinavano dietro larghe slitte riempite di carbone.

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Era un lavoro pesante, e i poveri diavoli chini e affaticati tiravano con fatica le funi di pelle di squalo che fungevano da guide.Un uomo, che sembrava il capo, comandava ogni piccolo gruppo e ci accorgemmo che sia gli operai che i capi erano evidente 296 L'ABISSO Di ATLANTIDE mente di razze diverse.I primi erano alti, con gli occhi azzurri e i corpi poderosi; gli altri, come ho già detto, erano di carnagione scura, con caratteri quasi negroidi e corpi tozzi e grossi.In quel momento non potevamo andare a fondo del problema: tuttavia ebbi l'impressione che una razza fosse schiava dell'altra, e Maracot era dell'opinione che dovevano essere i discendenti di quei Greci fatti prigionieri, la cui dea avevamo visto nel Tempio.Prima di giungere alla miniera incontrammo alcuni gruppi di schiavi, ciascuno che trascinava una slitta.Qui i depositi sottomarini e le formazioni di sabbia sottostanti erano stati rimossi, ed era stato portato alla luce un grande pozzo formato da vene alternate di argilla e carbone, strati che ricordavano ère precedenti che ora giacevano sul fondo dell'Atlantico.Ai vari livelli di questo scavo gigantesco, vedevamo uomini al lavoro: chi spaccava carbone, chi lo raccoglieva e lo sistemava in ceste, chi infine lo portava fino alla superficie del pozzo.La miniera era talmente grande che non riuscivamo a scorgere l'altra estremità di quel pozzo gigantesco, che generazioni di operai avevano scavato nel letto dell'oceano.In seguito il carbone, trasformato in energia elettrica, diventava la sorgente di quella forza motrice che faceva funzionare l'intero apparato di macchinari di Atlantide.A proposito: è interessante ricordare che il nome dell'antica città era stato tramandato correttamente dalle leggende perché, quando lo pronunciammo per la prima volta davanti a Manda e agli altri, dapprima ci guardarono stupiti che lo conoscessimo, e quindi annuirono vigorosamente per dimostrarci che avevano capito.Attraversando il grande pozzo di carboneo meglio allontanandoci lungo una sua diramazione sulla destragiungemmo a una catena di basse falesie di basalto, dalle superfici chiare e scintillanti come il giorno in cui erano emerse dalle viscere della Terra; le loro cime, qualche centinaio di metri più in alto, si stagliavano indistinte sullo sfondo cupo.

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Le pendici di queste falesie vulcaniche erano coperte da una fitta giungla di alte alghe, che erano cresciute su dei giacimenti di corallo nati quando la Terra era giovane.Per un po' vagammo lungo il margine di quel sottobosco marino mentre i nostri amici lo frugavano con i loro bastoni facendone uscire un'incredibile quantità di strani pesci e di crostacei e, di quando in quando, ne catturavano un esemplare per cibo.Camminavamo da circa un'ora, distraendoci piacevolmente quando vidi Manda fermarsi improvvisamente e guardarsi intorno con allarme e sorpresa.Quei gesti in un certo senso costituivano un linguaggio, dato che i suoi compagni ne compresero subito il significato: il professor Maracot era scomparso.4.UN'ESCURSIONE SUL FONDO DELL'OCEANO 297 Alla miniera di carbone era sempre rimasto con noi, e poi ci aveva accompagnato fino alle falesie basaltiche .Era assurdo supporre che ci avesse oltrepassato, e dunque doveva trovarsi, evidentemente, in qualche punto della giungla d'alghe alle nostre spalle.Benchè i nostri amici fossero preoccupati, Scanlan e io, che conoscevamo abbastanza le eccentricità e le distrazioni di quel brav'uomo, eravamo convinti che non ci fosse motivo di allarmarsi, e che lo avremmo trovato ben presto, magari in estasi davanti a qualche forma di vita marina che lo aveva affascinato.Perciò ritornammo sui nostri passi, e non avevamo percorso che un centinaio di metri, quando lo vedemmo.Stava correndo, con un'agilità del tutto insospettata in un uomo come lui.Anche il più scarso degli atleti, del resto, diventa un campione quando la paura fa novanta! Protendeva le mani in avanti, come per chiedere aiuto, inciampando e incespicando goffamente.Aveva le sue buone ragìoni per mettercela tutta, dato che tre orribili creature si stavano avvicinando pericolosamente ai suoi polpacci: erano granchi tigre, a strisce nere e bianche, ognuno grosso quanto un cane Terranova.Per sua fortuna, i granchi non erano viaggiatori veloci, dato che sgambettavano di sbieco sul fondo dell'oceano, a un'andatura leggermente più rapida dell'atterrito fuggiasco.

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D'altra parte avevano maggiore resistenza... c senza dubbic avrebbero chiuso le loro formidabili chele su di lui in pochi minuti, se non fossero intervenuti i nostri amici .Si lanciarono in avanti con le loro aste appuntite, e Manda accese una potente torcia elettrica che portava appesa alla cintura, davanti ai due orribili mostri, che si rifugiarono velocemente tra le alghe scomparendo alla vista.Maracot si sedette su un mucchio di corallo e il suo viso dimostrava che l'avventura appena conclusa l'aveva sfinito. ..Più tardi ci raccontò di essersi inoltrato nella giungla di alghe con la speranza di catturare quello che gli era sembrato un raro esemplare di Chimoera d'alto mare, e che era inciampato proprio nel nido dei feroci granchi tigre, i quali immediatamente si erano lanciati al suo inseguimento.Soltanto dopo una lunga sosta, fu in condizioni di riprendere il viaggio.Dopo aver costeggiato le falesie balsatiche, giungemmo alla meta successiva.La grigia pianura dinanzi a noi era coperta, in questo tratto, da alture irregolari e da basse sporgenze, che ci fecero capire che la grande e antica città si trovava lì sotto.Era stata completamente sepolta nel fango, come Ercolano dalla lava o Pompei dalla cenere; c'era poi un altro ingresso, in questa zona, che non era stato scavato dai superstiti del Tempio.298 L'ABISSO Di ATLANTIDE Quest'entrata era formata da una lunga trincea in pendenza, che terminava in un'ampia strada con edifici su ciascun lato.Qua e là le mura dei palazzi erano sbrecciate o crollate, perché non erano costruzioni solide come quella che aveva protetto il Tempio, ma all interno, nella maggior parte dei casi, erano rimaste esattamente come quando era sopravvenuta la catastrofe; con l'unica eccezione dei cambiamenti operati dal mare, che avevano modificato le stanze, a volte in maniera insolita e bellissima, in altri casi davvero orribile.Le nostre guide non ci incoraggiarono ad esaminare i primi edifici che raggiungemmo, ma ci fecero fretta finchè sbucammo davanti a quella che, senza dubbio, doveva esser stata la cittadella centrale o il palazzo attorno al quale gravitava l'intera città.I pilastri, le colonne, gli immensi cornicioni scolpiti, i fregi, le scale di quel palazzo superavano di gran lunga qualunque edificio avessi mai visto sulla Terra.

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A prima vista, mi ricordò le rovine del Tempio di Karnak, a Luxor e, singolare coincidenza, le decorazioni e le incisioni semicancellate assomigliavano moltissimo a quelle dei maestosi resti accanto al Nilo: perfino i capitelli delle colonne a forma di loto erano gli stessi.Era straordinario passeggiare sui pavimenti di marmo, decorati con mosaici a scacchiera, di quelle vaste sale ornate da statue smpoE>enti che ci guardavano dall'alto delle pareti, e poter osservare, come osservammo quel giorno, grandi anguille d'argento che passavano serpeggiando sopra di noi, mentre miriadi di pesci, spaventati dalle nostre luci, fuggivano sciamando in ogni direzione.Ci spostavamo di stanza in stanza, studiando i resti di quella grandiositàe, occasionalmente di quella grandiosa stravaganzache, a quanto dicevano le antiche leggende, attirò l'ira e l'invidia degli dèi su quel popolo.Una piccola stanza, stupendamente smaltata di madreperla, brillò di vivide e variopinte opalescenze quando la luce delle nostre torce la illuminò.In un angolo c'era una piattaforma di metallo dorato su cui era stato collocato un letto dello stesso materiale: sembrava davvero la camera di una regina, ma sul letto c'era adesso un disgustoso calamaro nero e il suo corpo viscido si sollevava e si abbassava in un ritmo lento e furtivo, tanto da sembrare un cuore malvagio che ancora batteva al centro del palazzo perverso.Mi sentii quasi sollevato, e come me gli altri miei compagni, quando le nostre guide ci condussero di nuovo all'aperto, ma avemmo modo di dare ugualmente un'occhiata ad un anfiteatro in rovina e ad un frangiflutti alla cui estremità sorgeva un faro, il 4.

UN'ESCURSIONE SUL FONDO DELL'OCEANO 299 che dimostrava come la città fosse stata ai suoi tempi un porto.Ben presto lasciammo quei luoghi di sinistri presagi e ci trovammo un'altra volta sulla familiare pianura abissale.Ma le nostre avventure non erano finite, perché ce ne occorse un'altra, che allarmò tanto i nostri amici quanto noi stessi.Stavamo tornando sui nostri passi, verso casa, quando uno dei capi indicò verso l'alto con allarme.Guardando in quella direzione, uno spettacolo straordinario si offrì ai nostri occhi.Dalla nera oscurità delle acque soprastanti, emergeva una figura cupa ed enorme che puntava in basso a gran velocità.

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Dapprima ci sembrò una massa informe, ma quando si avvicinò maggiormente, potemmo distinguere chiaramente il corpo senza vita di un pesce mostruoso, squarciato in modo tale che le interiora fluttuavano dietro di lui mentre affondava.Senza dubbio i gas interni lo avevano sostenuto a galla negli strati più alti dell'oceano finchè, fuoriusciti in seguito alla decomposizione o agli attacchi degli squali, il peso lo aveva fatto precipitare verso il fondo del mare.A dire il vero, durante l'escursione sottomarina, avevamo già visto parecchi grandi scheletri spolpati dai pesci, ma quest'animalesalvo lo squarcio del ventreera intatto.I nostri compagni ci afferrarono in fretta, con l'intenzione di spostarci dalla traiettoria del grande pesce che cadeva, ma si rassicurarono quasi subito vedendo che non ci avrebbe neanche sfiorato.Gli elmetti di vetro ci impedirono di udire il tonfo, che pure dovette essere prodigioso, quando il corpo smisurato si abbattè sul fondo dell'oceano, mavedemmo la melma schizzare lontano, come fango colpito da una pesante pietra.Era un capodoglio, lungo circa 22 metri e, dalle espressioni concitate e felici di quella gente sottomarina, compresi che si sarebbero copiosamente serviti del grasso del cetaceo.Tuttavia, per il momento, abbandonammo la carcassa e, poco dopo, eravamo di nuovo davanti al portale d'ingresso, con nostra grande soddisfazione, dato che eravamo stanchi morti non essendo abituati alle escursioni sul fondo del mare.Alla fine, spogliati delle nostre campane di vetro, ci ritrovammo sani e salvi sul pavimento bagnato della camera stagna.Alcuni giorni dopo la seduta cinematografica in cui avevamo raccontato alla comunità le nostre peripezie per immagini, fummo invitati ad uno spettacolo dello stesso tipo, ma molto più maestoso e solenne, che in modo chiaro e meraviglioso ci mise al corrente della storia di quel popolo straordinario.Non m'illusi che quello spettacolo fosse stato approntato unicamente a nostro beneficio, essendo piuttosto propenso a credere che quegli avvenimenti venissero ricordati pubblicamente, di 300 L'ABISSO Di ATLANTIDE quando in quando, per conservare vivo il senso della tradizione, e che la parte di storia cui ci fecero assistere fosse soltanto un intermezzo di una lunga e complessa cerimonia religiosa.

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Ma, comunque sia, voglio descriverti esattamente quanto accadde.Ci fecero accomodare un'altra volta nella grande sala dove il professor Maracot aveva proiettato le nostre avventura sullo schermo.Vi era radunata l'intera comunità, e noi prendemmo posto sul podio d'onore giusto davanti al grande schermo luminoso.In seguito, dopo un lungo canto che doveva essere una sorta di inno patriottico, un uomo anziano dai capelli bianchilo storico o il cronista di quel popolosi fece strada tra il pubblico acclamante verso il punto focale di fronte allo schermo, sul quale iniziò a proiettare le vivide immagini dell'ascesa e della decadenza della sua gente.Vorrei riuscire a comunicarti la drammaticità e l'immediatezza di quelle scene.Maracot, Scanlan e io perdemmo completamente il senso del tempo e dello spazio, del tutto assorbiti da quello spettacolo, mentre il pubblico, profondamente commosso, gemeva e versava lacrime alla rievocazione della tragedia che descriveva la rovina della terra natale e la distruzione della stirpe d'Atlantide.Le prime immagini descrivevano l'antico continente nel suo splendore e nella sua gloria, così come la loro memoria era stata tramandata nei secoli di padre in figlio.Quasi vedessimo con gli occhi di un uccello, sotto di noi si stendeva una stupenda campagna ondulata, sconfinata e diligentemente irrigata, con grandi campi di grano, frutteti ondeggianti, deliziosi ruscelli e colline boscose, punteggiata di laghi e di alture pittoresche.Questo ubertoso paesaggio era disseminato di villaggi, fattorie e bellissime case signonli.Quindi la scena si spostò sulla capitale, Atlantide, una città sul mare, meravigliosa e fastosa, con il porto affollato di galee, i moli stipati di mercanzie; la difesa e la protezione della città erano assicurate da alte mura con bastioni turriti e cinte di fossati, il tutto costruito in scala gigantesca.Le vie e le case si estendevano nell'entroterra per molte miglia e, nel centro della città, sorgeva un castello merlato o cittadella, così imponente e maestoso da sembrare un edificio di sogno.Poi le immagini sullo schermo luminoso ci mostrarono i volti di coloro che erano vissuti in quell'età dorata, vecchi saggi e venerandi, v1rili guerrieri, santi sacerdoti, donne belle e dignitose, bambini adorabili: una vera apoteosi della razza umana.

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Ma, subito dopo, la scena cambiò completamente: vedemmo immagini di guerra, sulla terra e sul mare.Vedemmo razze nude e indifese calpestate e disprezzate nel corso di scorrerie di uomini 4.UN'ESCURSIONE SUL FONDO DELL'OCEANO jU I armati a cavallo e con grandi carri da combattimento; vedemmo i tesori accumulati dai vincitori.Ma, più le ricchezze aumentavano, più i visi sullo schermo si facevano animaleschi e crudeli.Decadevano di generazione in generazione.Ci furono mostrati i segni di dissolutezza lussuriosa e di degenerazione morale che indicavano il prevalere della materia sullo spirito.Sport brutali, sempre a spese degli altri, avevano sostituito i virili esercizi di un tempo.Non esisteva più la tranquilla e semplice vita in famiglia, nè lvamore per le arti e la cultura: vedevamo, al contrario, l'immagine di un popolo scontento e superficiale, che si trascinava da un passatempo all'altro, in cerca di nuovi piaceri, subito messi da parte, per trovarne altri sempre più innaturali e perversi.Col tempo si vennero formando due classi sociali: l'una, ricchissima, guardava esclusivamente al soddisfacimento dei sensi; l'altra, poverissima, aveva la sola funzione di sottostare ai capricci dei padroni, per quanto malvagi potessero essere.Ancora una volta, la scena sullo schermo cambiò.Apparvero riformatori che lottavano disperatamente per strappare la nazione a quella perversa decadenza e per indirizzarla nuovamente verso gli alti modelli di vita del passato, che erano stati dimenticati.Vedemmo quegli uomini gravi discutere e difendere la propria causa con il popolo; ma furono disprezzati e scherniti proprio da coloro che cercavano di salvare.E i loro più feroci oppositori furono soprattutto i Sacerdoti di Baal, i quali avevano gradualmente permesso forme, spettacoli e cerimonie di culto che avevano preso il posto dell'antica spiritualità, evoluta e altruista.Ma i riformatori non si lasciarono spaventare nè intimidire; continuarono a lottare per la salvezza del popolo, e i loro volti assunsero un'espressione ancora più grave e che quasi ispirava paura, come di uomini che dessero un terribile avvertimento, quasi l'eco di una visione spaventosa al di là dello loro stesse menti.

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Parte di coloro che ascoltavano sembravano dar loro retta e spaventarsi a quelle parole; ma la maggioranza voltò loro le spalle ridendo e sprofondando sempre più nel pantano del vizio.Venne infine il tempo in cui i riformatori abbandonarono la lotta, come uomini che non potessero far più nulla, lasciando il popolo degenerato al suo destino.Quindi assistemmo a una scena stupefacente.Uno dei riformatori, uomo di grande forza fisica e mentale, guidava tutti gli altri.Aveva ricchezza, influenza e poteri che non sembravano appartenere del tutto a quel mondo.In una sorta di trance lo vedemmo comunicare con degli Spiriti Superiori; e fu lui ad insegnare al suo popolo tutta la scienza scienza che superò in splendore ogni nostra moderna conquista 302 L'ABISSO Di ATLANTIDE| che permise la costruzione di unsarca o rifugio contro la cata strofe imminente.Ci apparvero moltitudini di operai al lavoro, e le mura dell'ar ca crescevano, mentre folle di cittadini spensierati stavano a guar dare o si facevano beffe alla vista di tali inutili precauzioni Altri discutevano con quell'uomo prodigioso e sembravano dirgli che se aveva tanta paura, poteva benissimo andarsene in qualche ter ra più sicura.Per quanto potevamo capire, lui rispondeva che molti doveva no venire salvati all'ultimo momento, e che per loro restava nel nuovo Tempio della Salvezza.Nel frattempo, andava raccoglien do nel Tempio quelli che lo avevano seguito e li tratteneva colà, perché lui stesso non conosceva il giorno e l'ora della catastrofe benchè Forze oltre l'umano l'avessero assicurato che era immi nente.Così, quando il rifugio fu completato e le porte stagne pronte e verificate, attese a piè fermo la sorte funesta, assieme al-2 la famiglia, agli amici, ai discepoli e ai servi.E la Maledizione arrivò.Fu terribile a vedersi persino in quelle immagini sullo schermo.Soltanto gli dèi sanno cosa accadde real mente.Dapprima vedemmo una montagna d'acqua colossale e lucente sollevarsi ad un'incredibile altezza dall'oceano tranquil lo; poi cominciò a spostarsi, miglio dopo miglio, come una gran de collina scintillante di schiuma, che acquistava sempre maggior velocità.

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Due piccole galee, sballottate sulla cresta dell'onda, fu rono ben presto fatte a pezzi; poi si abbattè con inaudita violenza sul porto, spazzando via la città, le strade e le case, come un tor nado su un campo di grano.Vedemmo la gente sui tetti delle case guardare con terrore la morte che si avvicinava, con visi stravolti, occhi sbarrati, bocche contorte.Si tormentava le mani e furfugliavano discorsi insensati in un parossismo di panico.Quelli che avevano deriso e schernito l'apocalittico avvertimento, ora chiedevano pietà al Cielo, pro strandosi a terra o inginocchiandosi con braccia protese in frene tiche e incoerenti invocazioni Non c'era più tempo ormai per raggiungere l'arca, oltre la cit tà, ma a migliaia si precipitarono verso la Cittadella che sorgeva sulla collina più alta, e i cui bastioni formicolavano di folla E tut tavia, improvvisamente, il Castello cominciò a sprofondare, e ogni cosa con esso.L'acqua si era riversata fin nei più intimi recessi della terra, do ve i fuochi centrali l'avevano trasformata in vapore, che aveva squassato le fondamenta stesse di Atlantide.La città sprofonda va sempre di più, mentre l'assemblea e noi stessi gettavamo un grido a quella devastante visione.Il molo si spezzò in due tronconi e scomparve, il faro superbo 4.UN'ESCURSIONE SUL FONDO DELL'OCEANO tUò rovinò tra le onde; i tetti affioranti dall' acqua sembravano file or dinate di scogli rocciosi, come frangiflutti, ma ben presto furono sommersi.Rimase la Cittadella solitaria, sulla superficie, quasi una mostruosa nave, finchè anch'essa cominciò a scivolare nel l'abisso, lasciandosi dietro una spuma di mani che invocavano aiuto.IL dramma spaventoso era finito, e il mare vincitore si stendeva sul continente scomparso; un mare che non recava tracce di vita sulla superficie, ma che tra giganteschi vortici e turbini di vapore mostrava i resti della tragedia, sballottati qua e là.Cadaveri di uomini e d'animali, sedie, tavoli, capi di vestiario, cappelli flut Ftuanti e balle di mercanzia, tutto questo galleggiava e ondeggiava in un enorme ribollio.IPoi, lentamente, il mare si placò, e una grande, sconfinata di stesa d'acqua, liscia e brillante come argento vivo e illuminata da un fosco sole basso sull'orizzonte, divenne la tomba della terra iche gli dèi avevano giudicato e condannato.

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~tLa storia era terminata.Non ci sentimmo di chiedere altro, per Lchè riuscivamo ad immaginare benissimo quello che era accaduto Lin seguito: il lento, spietato affondare di quella grande terra negli [abissi dell'oceano, sempre più giù, tra convulsioni vulcaniche che .[sollevavano picchi sottomarini intorno ad essa, finchè si era ve ,nuta ad estendere per miglia e miglia di quello che è oggi il letto dell'Atlantico.E la città sconvolta e devastata giaceva accanto al rifugio in cui si era radunato un piccolo gruppo di sopravvissuti sconvolti dall'orrore.Finalmente comprendevamo com'erano riusciti a continuare a vivere, che uso avevano fatto dei diversi mezzi di cui li aveva dota ti la previdenza e la scienza del loro grande Maestro: come que st'ultimo avesse insegnato loro tutte le sue arti prima di morire, e in che modo una cinquantina o sessantina di superstiti fossero cresciuti sino a formare una grande comunità che aveva dovuto farsi strada scavando nelle viscere della terra man mano che au mentavano i suoi membri.Un'intera biblioteca non avrebbe potuto spiegarci plÙ Chiara mente di quella serie di immagini proiettate sullo schermo e di quant' altro riuscimmo a dedurre per conto nostro lo svolgersi de gli avvenimenti.Tale era stato il destino, e tali le cause di quel de stino, che aveva travolto la grande terra d'Atlantide.Un giorno lontano, quando quella fanghiglia si sarà trasforma ta in calcare, forse la grande città sommersa verrà sollevata un'al tra volta verso la luce da un nuovo respiro della natura, e il geolo go del futuro, scavando nella cava, non troverà selci nè conchi glie, ma i resti di una civiltà scomparsa e le tracce di una remotissi ma catastrofe.304 L'ABISSO Di ATLANTIDE Soltanto una cosa ci lasciava perplessi: quanto tempo era trascorso dalla tragedia? Il professor Maracot scoprì un efficace metodo per fare una stima approssimativa.Tra i molti edifici secondari del colossale palazzo c'era una grande cripta che fungeva da luogo di sepoltura dei capi.La pratica della mummificazione era stata ed era assai diffusa come in Egitto e nello Yucatàn, e in numerose nicchie situate nei muri trovavano posto file interminabili di queste sinistre reliquie del passato.Manda indicò con orgoglio l'ultima nicchia della serie e ci fece capire che era stata preparata per lui.«Se fate una media dei re europei», disse Maracot in tono professionale, «scoprirete che si sono succeduti cinque sovrani ogni secolo.

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Possiamo usare lo stesso sistema qui.Naturalmente non sarà esatto al cento per cento, ma ci fornirà una ragionevole approssimazione.Ho contato le mummie: sono quattrocento.» «Il che farebbe circa ottomila anni?» «Esattamente.E questa cifra collima, fino a un certo punto, con la stima fatta dallo stesso Platone.La tragedia avvenne senz altro prima che iniziassero le testimonianze scritto te degli Egiziani, e questo ci porta ad un periodo compreso tra i sei ed i settemila anni dai giorni nostri.Sì, sono convinto di poter dire che abbiamo visto con i nostri occhi una sorta di filmato della catastrofe avvenuta almeno ottomila anni fa.E, del resto, per sviluppare una civiltà come quella di cui abbiamo osservato le tracce, devono necessariamente trascorrere millenni. » «In tal modo», concluse e a mia volta, caro Talbot, ti riferisco la sua constatazione, «abbiamo ampliato l'orizzonte della storia umana accertata come nessun altro uomo dacchè tale storia ha avuto inizio.» 5.L'attacco al mostro Circa un mese dopo la nostra visita alla città sepolta, almeno secondo il calendario che teneva Maracot, accadde una cosa stupefacente e inaspettata: avevamo pensato che con tutte le avventure vissute niente potesse più sorprenderei o sbalordirci, eppure questo fatto superò di gran lunga qualunque nostra fantasia.Fu Scanlan a portare la notizia che era accaduto qualcosa di molto importante.Tieni conto che oramai ci sentivamo quasi di casa, in un certo senso, in quell'immenso palazzo: frequentavamo le sale di svago e di divertimento collettive; assistevamo a concerti (la loro musica era molto strana ed elaborata) e a spettacoli teatrali dove la mimica assai vigorosa e drammatica sostituiva per noi il loro linguaggio ancora del tutto incomprensibile.Parlando in generale, facevamo parte della comunità in tutto e per tutto.Spesso eravamo invitati da diverse famiglie nelle loro abitazioni private, e nel complesso la nostra vitao quanto meno la miascorreva serenamente, grazie anche al fascino di questa strana gente.Nel mio caso, poi, grazie soprattutto a quella cara giovinetta di cui ho già detto il nome.

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Mona era figlia di uno dei capi di quel popolo, e nella sua famiglia avevo trovato un calore e una gentilezza che mi avevano fatto dimenticare ogni differenza di razza e di linguaggio.Quando si trattava di esprimere i proprio sentimenti, scoprii che non c'era poi tanta diversità fra la lingua della vecchia Atlantide e l'americano moderno.Suppongo che quel che piaceva a una ragazza del Brown College nel Massachusetts, non potesse dispiacere neanche alla mia bella sotto il mare! Ma stavo parlando del momento in cui Scanlan entrò nella nostra stanza con notizie di grande importanza.«Ehi, è appena tornato come un ciclone uno di loro! Era talmente eccitato, che si è completamente dimenticato di togliersi il casco di vetro, e ha continuato a parlare per alcuni minuti prima di capire che nessuno poteva sentirlo.Poi, tolto l'elmetto, ha svuotato il sacco fin che gli è durato il fiato, e immediatamente tutti lo hanno seguito nel posto dove ci si tuffa in acqua! Voglio jUo L'ABISSO Di ATLANTIDEX5.L'ATTACCO AL MOSTROtU / andare anch'io, senz'altro ci sarà da vedere qualcosa di straordi-1 |...Correndo fuori, ci imbattemmo nei nostri amici che si affrettavano con gesti eccitati lungo il corridoio: ci unimmo subito alla folla impaziente di raggiungere il fondo del mare, guidati dal concitato messaggero.Andavano talmente in fretta che non era facile per noi star loro dietro, ma, per fortuna, avevano portato con sè delle torce elettriche, e, benchè ci trovassimo alle loro spalle, riuscimmo a seguire il bagliore delle luci.Giunti sul fondo, tra una folla impaziente, percorremmo il solito sentiero che costeggiava le falesie di basalto, finchè arrivammo in un posto dove la direzione delle orme, impresse sul sentiero per il lungo uso, ci condusse sulla cima.Mentre salivamo, osservammo il paesaggio frastagliato tutt'intorno, con aguzzi pinnacoli di roccia e profondi precipizi che rendevano difficile il cammino.Dopo aver superato quel groviglio di lave secolari, sbucammo in un pianoro rotondo brillante di quella luce fosforescente dove, proprio al centro, giaceva qualcosa che mi fece restare senza fiato.Guardando i miei compagni, compresi dalle loro espressioni sbalordite che provavano le mie stesse emozioni.Un grande battello a vapore giaceva semiconficcato nel fango.

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Si era rovesciato su un fianco; la ciminiera, spezzata, pendeva formando un angolo bizzarro, e l'albero di trinchetto era stato tranciato via: ma, tolti questi danni, la nave era intatta, bella e fiammante come avesse appena lasciato il molo.Ci affrettammo alla volta del battello, e ben presto ci trovammo sotto la poppa Puoi immaginare quel che provammo leggendo il nome «Strat ford, Londra».La nostra nave ci aveva seguito affondando nelI A bisso di Maracot.Naturalmente, passata la prima impressione, la cosa non ci sembrò poi così difficile da capire.Ricordavamo benissimo il mare che cominciava ad agitarsi; le vele fatte terzarolare dall'esperto capitano norvegese, la strana nuvola nera all'orizzonte.Chiaramente doveva essere sopraggiunto un ciclone di inaudita violenza, e lo Stratford era affondato.Ed era altrettanto evidente che il suo equipaggio era perito, perché la maggior parte delle scialuppe di salvataggio, semidistrutte, erano state trascinate a fondo- e in ogni caso quale scialuppa avrebbe potuto sopravvivere a un tale uragano? Senza dubbio la tragedia era avvenuta una o due ore dopo il nostro disastro Forse lo scandaglio che avevamo visto era stato calato poco prima che sopravvenisse il naufragio.Era terribile, ma anche ironico, che noi fossimo ancora vivi, mentre coloro che stavano piangendo la nostra scomparsa, fossero stati a loro volta uc cisi.Non potevamo dire con certezza se la nave fosse andata alla deriva per qualche tempo negli strati più alti dell'oceano o se fosse affondata subito dove l'avevamo trovata, senza che i nostri compagni la scoprissero fino a poco prima.Il povero capitano Hovvie, o quanto restava di lui, era ancora al suo posto sul ponte di comando, le mani rigide serrate sulla battagliola.Il suo corpo e quelli di tre fuochisti in sala-macchine erano gli unici in tutta la nave.Sotto la nostra direzione, li facemmo rimuovere e seppellire nella fanghiglia, e posammo una ghirlanda di anemoni marini sui loro resti.Riferisco questi dettagli nella speranza che possano essere di conforto alla signora Hovvie nel suo lutto.Purtroppo non conoscevamo i nomi dei tre fuochisti.

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Mentre assolvevamo a questo triste compito, i piccoli uomini d'Atlantide si affollavano sulla nave.Guardando verso l'alto, potevamo vederli un po' dovunque, come topi nel formaggio.La loro curiosità ed eccitazione ci fece capire che era la prima nave modernaprobabilmente il primo battello a vaporeche fosse mai capitato laggiù.Tempo dopo, scoprimmo che l'apparecchio appeso alle spalle che generava ossigeno non permetteva un'autonomia superiore alle due ore e doveva essere ricaricato, cosicchè la loro possibilità di apprendere e studiare quel che si trovava sul fondo del mare era limitata alle poche miglia nei pressi della base.Si misero subito al lavoro, facendo a pezzi il relitto e recuperando tutto ciò che avrebbe potuto tornare utile, operazione questa che si rivelò lunga, e che probabilmente è ancora in corso.Per parte nostra, eravamo contenti di ritornare nelle nostre cabine e di poter recuperare capi di vestiario e libri che non erano del tutto rovinati.Tra le altre cose che salvammo dallo Stratford, c'era anche il Giornale di Bordo della nave, che era stato compilato fino all'ultimo giorno dal capitano.Era strano che stessimo leggendo la storia della nostra scomparsa e che chi l'aveva scritto ta fosse morto.La registrazione di quel giorno era la seguente.3 ottobre.I tre coraggiosi ma temerari esploratori si sono immersi oggi con il loro apparecchio per raggiungere il fondo dell'oceano, contro la mia volonta e i miei avvertimenti: e l'incidente che avevo previsto è accaduto.Dio abbia pietà delle loro anime.Hanno iniziato l'immersione alle ore undici del mattino ed ero incerto se dare il mio benestare, perché sembrava ci fosse una tempesta in arrivo. Vorrel tanto aver seguito il mio impulso, ma forse non avrei fatto altro che ritardare una tragedia inevitabile.Mi sono accomiatato da ciascuno di loro, sentendo in cuor mio che non li avrei più rivisti.Per un certo tempo tutto andò bene, e alle undici e quarantacinque avevano raggiunto la profondità di 550 metri, profondità alla quale toccarono il fondo.t08 L'ABISSO Di ATLANTIDEw5.

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L'ATTACCO AL MOSTRO~Uo Il professor Maracot mi inviò diversi messaggi e tutto sembrava a posto, quando1 improvvisamente udii la sua voce agitata e notai una considerevole tensione del3 cavo d'aggancio dell'apparecchio.Un attimo dopo si era spezzato con uno schiocco.E sembrava che fino a quel momento si fossero trovati sopra un grande abisso perché, su ordine del profes sore, avevo fatto spostare lentamente la nave a proravia.I tubi dell'aria conti nuarono a srotolarsi per una lunghezza che stimai sul mezzo miglio e poi si spez zarono anch'essi.Non possiamo più sperare di avere altre notizie del professor Maracot, del signor Headiey e del signor Scanlan.E devo annotare un'altra cosa straordinaria, sul cui significato non ho avuto modo di riflettere, perché con questo tempaccio sono occupato a controllare tante cose che mi distraggono.Nel momento in cui avveniva la tragedia, feci ca lare uno scandaglio d'alto mare che segnò 8170 metri di profondità.La zavorra dello scandaglio, naturalmente, era stata abbandonata sul fondo, ma avevamo appena recuperato il cavo e, per quanto possa sembrare incredibile, trovammo il fazzoletto del signor Headiey con le sue iniziali nella cavità di porcellana che preleva campioni del fondo.Anche l'equipaggio restò sbalordito e nessuno è stato in grado di spiegare come fosse potuta accadere una cosa simile.Nella prossima registrazione forse potrò dire qualcosa di più.Abbiamo indu giato qualche ora sul posto, nella speranza che qualcuno emergesse alla superfi cle e abbiamo recuperato il cavo d'aggancio con l'estremità strappata Ora devo badare alla mia nave, perché non ho mai visto un cielo più scuro, il barometro è sceso a 28,5 e la pressione continua a cadere.In questo modo abbiamo avuto le ultime notizie dei nostri vec chi amici.Un terribile ciclone si era abbattuto sulla nave, distrug gendola quasi istantaneamente.Restammo accanto al relitto per un certo tempo, finchè l'aria dentro i nostri caschi di vetro cominciò a scarseggiare e una sensa zione sempre crescente di oppressione al petto ci avvertì che era giunto il momento di tornare ad Atlantide.Sulla via del ritorno, ci accadde un'avventura che dimostrò a quali improvvisi pericoli era esposta la gente sottomarina e che forniva una

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spiegazione sul fatto che il loro numero, a dispetto del lungo periodo trascorso, non era molto elevato.Infatti, anche calcolando gli schiavi greci, non doveva superare le quattro o cinquemila unità.Eravamo scesi lungo i picchi di lava e, dopo aver superato le fa lesie basaltiche, costeggiavamo la giungla d'alghe che confinava con queste ultime.Improvvisamente Manda indicò l'alto e si in furiò con un membro del gruppo che era rimasto indietro allo sco perto.Nello stesso tempo, lui e quelli che lo circondavano si pre cipitarono al riparo di alcuni macigni, trascinandoci con loro Soltanto quando fummo al sicuro, ci fu possibile capire la cau sa di tanto spavento.Un pesce enorme, dalla forma singolare, si trovava a qualche distanza da noi, ma si avvicinava rapidamente.Pareva un gigantesco letto di piume fluttuante, morbido e gon fio, bianco sottopelle e con una lunga frangia rossa la cui vibra zlone si propagava attraverso l'acqua.A prima vista sembrava privo di bocca e di occhi, ma ben presto si dimostrò temibile.Il [nostro compagno, che era rimasto allo scoperto, si precipitò ver so il riparo dove ci trovavamo noi, ma ormai era troppo tardi.Vi di il suo viso sconvolto dal terrore quando capì che il suo destino era segnato.rL'orribile creatura piombò su di lui, lo avviluppò completa mente con il suo corpo mostruoso e giacque sullo sventurato, pul sando disgustosamente, come se dovesse premerlo contro gli sco gli di corallo e maciullarlo fino a farlo a pezzi.La tragedia avveniva a pochi metri di distanza da noi, e l' imme diatezza con cui accadde aveva privato i nostri amici di qualun que capacità di reazione.Ma Bill Scanlan si slanciò in avanti e sal tò sul dorso dell'animale, macchiato di marrone e di rosso, pian tando il suo bastone duro e appuntito nei suoi soffici tessuti.Io avevo seguito l'esempio di Scanlan e, alla fine, anche Mara cot e tutti gli altri si lanciarono all'attacco del mostro, che si al lontanò lentamente, lasciandosi dietro una scia d'una secrezione viscida e glutinosa.Ma il nostro aiuto era giunto troppo tardi, perché l'impatto del grande pesce aveva spezzato la campana di vetro dell'atlantide, che era annegato.

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Fu un giorno di lutto allorchè riportammo il suo corpo al Rifu gio, ma fu anche il nostro momento di gloria perché il nostro im mediato intervento aveva fatto salire di molto la stima degli Atlantidi nei nostri confronti.Quanto al bizzarro animale, il pro fessor Maracot ci assicurò che si trattava di un esemplare di un Pesce-coperta, ben noto agli ittiologi, ma di una taglia tale da sor passare ogni immaginazione.Mi sono dilungato nella descrizione di questa creatura perché fu la causa della tragedia, ma potreie forse lo faròscrivere un intero libro sulle meravigliose e terribili forme di vita che ab biamo visto quaggiù.Rosso e nero sono i colori più diffusi nelle creature delle grandi profondità, mentre la vegetazione tende al verde-oliva pallido; è questa la tonalità di una fibra molto resi stente, alla base della flora abissale, che raramente viene portata in superficie dalle reti a straseico, cosicchè la scienza è giunta alla conclusione che il letto dell'oeeano sia spoglio.Molte forme di vita abissali sono di straordinaria bellezza; al contrario, altre sono così grotteseamente orribili da sembrare im magini di un ineubo, e sono più temibili di qualunque animale di terraferma.Ho visto con i miei occhi una razza, o manta dal pun giglione, lunga quasi 10 metri, con unterrificante aculeo all'estre mità della coda, che avrebbe potuto uccidere qualunque animale con il colpo di una sola puntura.Un'altra volta ho osservato una creatura simile alla rana, con gli occhi verdi sporgenti, e posso garantire che era un'unica, enor L'ABISSO Di ATLANTIDEi5.L'ATTACCO AL MOSTRO311 me bocca, seguita da uno stomaco smisurato.Incontrarla signifi-i ca morire, a meno che non si abbia con sè una potente torcia elet trica con cui respingerla abbagliandola.Ho visto anche la rossa anguilla cieca che si nasconde tra gli scogli e uccide emettendo un getto di veleno, e il pesce-scorpione gigante, terrore dell'abisso, e la lampreda che se ne sta in agguato tra la giungla d'alghe.E in un altra occasione è stato mio privilegio poter studiare il SerpentediMareReale, unacreaturachebendi rado occhio uma no ha visto, dato che il suo habitat è l'abisso e appare alla superfi-| cie soltanto quando qualche sconvol ~imPntn ellh>~nll»> in an lontano dalle profondità.Un giorno, mentre Mona e io ci acquattavamo tra grappoli di lamellarie, potemmo vederne ben due che nuotavano, o meglio serpeggiavano, dietro di noi.

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Erano enormi, larghi tre metri e mezzo e lunghi almeno sei, neri sul dorso e bianco-argento sotto con un'alta frangia dalla coda alla testa, dove i piccoli occhi non erano plÙ grandi di quelli di un bue.Di queste e molte altre creatu re sarà possibile trovare dettagliata descrizione nelle carte del dot tor Maracot, sempre che queste ultime vengano trovate da qual cuno.Le settimane si rincorrevano piacevolmente nella nostra nuova esistenza, e un po' alla volta imparammo quanto bastava della lo ro lingua dimenticata per poter scambiare qualche piccola con versazione con i nostri amici.Nel Rifugio c'erano un'infinità di soggetti sia di studio che di divertimento, e Maracot aveva tal mente approfondito la scienza degli antichi che diceva di essere in grado di rivoluzionare le correnti concezioni scientifiche se sol tanto avesse avuto la possibilità di trasmettere quello che aveva appreso.Tra l'altro, gli Atlantidi avevano imparato a scindere l'atomo, e, benchè l'energia sviluppata sia inferiore a quella che i nostri scienziati hanno previsto, tuttavia è più che sufficiente per rifor nirli di una grande riserva elettrocinetica.La loro consuetudine con il potere e l'energia dell'etere è di gran lunga superiore alla nostra, e inoltre quella bizzarra trasformazione del pensiero in immagini, mediante la quale noi avevamo raccontato a loro la no stra storia e viceversa, era dovuta ad un'impressione eterica tra dotta in termini di materia.Ma, nonostante tutto questo e a dispetto delle loro conoscenze, c erano alcune questioni connesse con il moderno sviluppo scien tifico, che erano state trascurate dai loro antenati.Fu proprio Scanlan a darne palese dimostrazione.Per settima ne lo vedemmo in uno stato di eccitazione a stento controllata come se stesse custodendo qualche importante segreto, e sorride va in continuazione tra sè e sè seguendo i propri pensieri.In quel periodo lo vedevamo raramente, perché era indaffaratissimo in compagnia del suo nuovo amico e confidente Berbrix, un grasso e simpatico atlantide, che dirigeva una parte dei congegni e delle macchine del Rifugio.Scanlan e Berbrix, nonostante i loro rapporti si basassero principalmente sui gesti e su una comica pantomima silenziosa, erano divenuti molto amici e trascorrevano parecchio tempo insieme.Una sera Scanlan entrò nella nostra camera con un'espressione raggiante.

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«Eh, prof», disse a Maracot, «ho un'informazione segreta da comunicare a questa gente.Loro ci hanno fatto vedere un po' di cose: penso che anche noi si sia all'altezza di mostrargliene delle altre.Che ne dite di convocarli tutti domani sera per un piccolo spettacolo? » «Jazz o Charleston?», gli chiesi.«Macchè Charleston! Aspettate e vedrete.Gente, è una trovata sensazionale. . . ma per ora non voglio dirvi una parola di più.Soltanto una cosa.Potete scommettere su di me, perché ho trovato una buona merce e voglio consegnargliela.» Perciò, la sera seguente, la comunità si era riunita nel salone che ormai conoscevamo.Scanlan e Berbrix si erano sistemati sul podio, sfavillanti di orgoglio.Uno dei due spinse un bottone e, per usare il caratteristico modo di parlare di Scanlan, disse: «Glielo affido, perché li sbalordisca!».«L.O. chiama, L.O. chiama», esclamò una voce chiara. «Londra chiama le Isole Britanniche.Previsioni del tempo.» Seguirono quindi le familiari frasi su depressioni e anticicloni. «Prima edizione del Giornale Radio.Sua Maestà il Re ha inaugurato questa mattina la nuova ala dell'Ospedale pediatrico di Hammersmith...» e avanti di questo passo nello stile familiare.Per la prima volta da tanto tempo, ci ritrovavamo nell'atmosfera dell'Inghilterra d'ogni giorno che affrontava coraggiosamente i suoi doveri quotidiani, la forte schiena piegata sotto i debiti di guerra.Seguirono le notizie dall'esterno e quindi quelle sportive.IL vecchio mondo ronzava sempre uguale a se stesso.I nostri amici di Atlantide ascoltavano stupiti senza peraltro comprendere le parole.Tuttavia, dopo il notiziario, quando iniziò il primo programma della giornata, e la banda delle Guardie Reali intonò la marcia del Lohengrin, un grido di soddisfazione e di approvazione si levò dalla folla; ed era buffo vederli correre sulla piattaforma davanti allo schermo, tirare le tende e cercare dietro lo schermo stesso la fonte di quella musica.Sì, abbiamo proprio lasciato un'impronta indelebile in quella civiltà sottomarina.

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«Nossignore», disse Scanlan più tardi, «non sono in condizioni 312 L'ABISSODIATLANTIDEw5.L'ATTACCOALMOSTRO313 di poter costruire una stazione-radio trasmittente.Non hanno il materiale adatto e io non posso inventarmelo.Ma laggiù, a casa mia, ho attrezzato da solo un apparecchio a due valvole, con una grande antenna ricevente in cortile, proprio dietro la cordicella per stendere il bucato; ho imparato a farlo funzionare per bene e a prendere qualunque emittente degli Stati Uniti.È da ridere che, con tutta l'elettricità che abbiamo sottomano, e con i loro prodotti in fibra vetrosa che superano di gran lunga i nostri, non possiamo impiantare un qualche trabiccolo per emettere un'onda-radio, che viaggerebbe attraverso l'acqua con la stessa facilità con cui viaggia nell'aria.A momenti al vecchio Berbrix gli prendeva un colpo quando abbiamo captato il primo messaggio, ma adesso è felice e la nostra radio diverrà un'istituzione permanente . » Tra le altre scoperte dei chimici di Atlantide c'è un gas che è nove volte più leggero dell'idrogeno e che Maracot ha chiamato «levigeno». È stato proprio facendo esperimenti con il gas levigeno, che abbiamo avuto l'idea di mandare in superficie notizie sulla nostra sorte, mediante sfere di vetro, riempite appunto di questo gas leggerissimo.«Ho messo al corrente Manda della nostra idea», disse Maracot. «Ha subito dato disposizioni agli operai che lavorano i silicati, e le sfere saranno pronte in un giorno o due.» «Ma come facciamo a inviare nostre notizie?», gli chiesi.«Nelle sfere c'è una piccola apertura attraverso cui viene immesso il gas.Possiamo infilare i fogli attraverso questo foro, poi questi abili artigiani chiuderanno ermeticamente i piccoli buchi.Sono sicuro che, quando le sganceremo le sfere, saliranno velocemente in superficie. » «E magari galleggeranno qua e là, senza esser viste per anni.» «Questo è possibile.Ma tenete presente che le sfere rifletteranno i raggi del sole e sicuramente attireranno l'attenzione di qualcuno.Inoltre, ci troviamo proprio sotto la rotta che seguono le navi in viaggio tra l'Europa e il Sud America.Non vedo per quale ragione, se ne mandiamo su qualcuna, non debbano esser trovate. » E questo, caro Talbot o chiunque legga il mio resoconto, è il modo in cui lo stesso giungerà nelle tue mani.

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Eppure dovevamo progettare un piano ancor più audace.L'idea fu partorita dal fertile cervello del nostro amico americano.«Sentite, amici», se ne uscì mentre sedevamo tranquilli nella nostra camera, «quaggiù è tutto stupendo: le bevande sono buone e il cibo è ancora meglio, e inoltre ho trovato una bambina al cui confronto quella di Filadelfia non vale un cent bucato; ma no nostante tutto questo, ci sono momenti in cui sento che vorrei vivere un'altra volta nel mio benedetto paese.» «Tutti proviamo lo stesso desiderio», gli risposi, «ma non vedo come possiamo pensare di realizzarlo.» «Ascoltate! Se queste palle di gas riescono a portare in superficie i nostri messaggi, forse possono portare su anche noi! Non sto scherzando, perché ho calcolato tutto al millimetro.Supponiamo di prenderne tre o quattro ciascuno e di riunirle insieme in modo da ottenere un buon ascensore.Ci siete? Nel frattempo noi ci siamo infilati i caschi di vetro e il resto della bardatura; a questo punto ci sistemiamo sotto le sfere e, quando suona il campanello, tagliamo gli ormeggi e oplà! in un attimo arriviamo in superficie.Chi o che cosa potrebbe mai fermarci?» «Uno squalo, forse.» «Macchè squali d'Egitto! Saliremo su con la velocità del lampo, tanto che gli squali difficilmente si accorgeranno di noi.Penseranno di aver visto tre lampi di luce e, nel frattempo, noi avremo acquistato una tale velocità da arrivare sparati in superficie e, anzi, esploderanno almeno cinquanta piedi più in alto! Vi garantisco che il bel tomo che ci vede arrivare farà bene a dire le sue preghiere ! » «Ma supponiamo che sia possibile: cosa ci accadrà dopo?» «Per l'amor di San Pietro! Ci penseremo quando sarà il momento .Tentiarno la sorte almeno ! Oppure resteremo qui per sempre.Per quel che mi riguarda, io taglio la corda e tento il tutto per tutto . » «Anch'io desidero tornare nel nostro mondo, non fosse che per riferire i risultati delle mie ricerche ed esperienze alle società scientifiche», disse Maracot. «Soltanto con la mia presenza potrò convincere gli studiosi dell'importanza delle conoscenze che ho acquisito qui.Anch'io, come Scanlan, penso sia giusto tentare la sorte . » Come dirò più avanti, io avevo le mie buone ragioni per essere il meno entusiasta dei tre.«È una pazzia quello che proponete, Bill.Senza qualcuno che ci aspetti in superficie», replicai, «andremmo alla deriva come naufraghi per morire di fame e di sete.» «Sciocchezze! Chi

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volete che ci aspetti lassù?» «Ha ragione Bill, ma forse ce la caveremo», disse Maracot.«Possiamo dare l'esatta latitudine e longitudine della nostra posizione con un'approssimazione di uno o due miglia.» «Già, ci caleranno una scala», esclarnai con una punta di ama rezza.«Scalauncorno!»,gridòBill. «llcapoharagione.Sentite, signor Headiey, in quella vostra lettera che avete intenzione di 314L'ABISSO Di ATLANTIDE5.L'ATTACCO AL Mt)S I Ko .. ...w mandare al mondo . . . accidenti ! Mi sembra di vedere i titoli sensazionali dei giornali ! Dicevo. . . in questa benedetta lettera scrivete che ci troviamo a 27 gradi di Latitudine Nord e a 28.14 gradi di Longitudine Ovest, o qualunque altra indicazione sia più esatta Ci siete? Poi dite che i tre uomini più importanti della storia, e cioè: il grande scienziato Maracot, la nuova stella della scienza Headiey e Bob Scanlan, che è un poema di meccanico nonchè l'orologio dei Cantieri Meribank, stanno gridando e invocando aiuto dal fondo dell'oceano.Mi seguite?» «Bene, e dopo?» «E dopo tocca a loro. È una specie di sfida che non possono ignorare.Qualcosa tipo Stanley che va alla ricerca di Livingstone, come ho letto da qualche parte.Spetta a loro trovare un sistema per tirarci fuori da qui o aspettarci in superficie se decidiamo di tuffarci.» «Potremmo aiutarli proprio noi in questo», disse il professore.«Diciamo che calino uno scandaglio d'alto mare in queste acque, pOl IlOl 1O troveremo, e vi legheremo un messaggio che li avverta di aspettarci.» «L'avete detta giusta!», esclamò Bill Scanlan.«Questa è l'unica strada da seguire.» «E se qualche esponente del gentil sesso desidera tentare la sorte con noi, andar su in quattro sarà lo stesso che salire in tre», disse Maracot, sorridendomi maliziosamente.«Per restare in argomento: anche in cinque è lo stesso che in quattro», aggiunse Scanlan. «Ma per ora lasciamo perdere, signor Headiey.Intanto scriviamo la lettera, e fra sei mesi vedrete che saremo un'altra volta sul Tamigi.» E così adesso lanciamo le nostre due sfere in quell'acqua che per noi è come l'aria per la gente del mondo.I nostri due palloncini se ne andranno su, verso l'alto.Si perderanno strada facendo9 È possibile.O possiamo sperare che almeno uno raggiunga la su perficie? Li abbandoniamo in grembo agli dèi.

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Se non potrà esser fatto nulla per la nostra sorte, almeno quelli che stanno in pena per noi sappiano che in ogni caso siamo sani e salvi.Se, al contrario, questo messaggio giungerà a destinazione e sarà possibile radunare mezzi e denaro per il nostro salvataggio, abbiamo indicato il modo per attuarlo.Nel frattempo, addio... au revoEr? Così finiva la narrazione contenuta nella sfera di vetro Questo resoconto è una cronaca dei fatti, e fornisce una spiegazione fino al momento in cui lo stesso racconto venne ripescato.E tuttavia, mentre il manoscritto to si trovava ancora nelle mani del ti pografo, sopravvenne un epilogo della vicenda quanto mai sorprendente e inaspettato.Mi riferisco al salvataggio degli ardimentosi esploratori ad opera dello yacht a vapore Marion, di proprietà del signor Faverger, e alle notizie inviate da quest'ultimo via radio e captate dalla stazione delle Isole di Capo Verde che, a sua volta, le hanno ritrasmesse all'Europa e all'America.Tali notizie sono state redatte dal signor Key Osborne, il popolare corrispondente dell'Associated Press.A quanto pare, subito dopo il rinvenimento del manoscritto to che descriveva la situazione del dottor Maracot e dei suoi amici e i loro tentativi di raggiungere in qualche modo l'Europa, venne immediatamente organizzata una spedizione di soccorso, nella speranza di tentare un salvataggio.Il signor Faverger mise generosamente a disposizione di una squadra di soccorso il suo celebre yacht a vapore e volle partire lui stesso.Il Marion salpò da Cherbourg in giugno, sostò a Southampton per accogliere a bordo il signor Key Osborne e un operatore cinematografico, e fece subito rotta verso il tratto di oceano indicato dal manoscritto to.La località fu raggiunta il primo di luglio.Calarono uno scandaglio d'alto mare e, lentamente, iniziarono a farlo scorrere lungo il fondo dell'oceano.All'estremità del piombo dello scandaglio, era stata appesa una bottiglia che conteneva il seguente messaggio: Il mondo ha ricevuto il vostro resoconto e siamo qui per aiutarvi.Copia del nostro messaggio viene trasmessa in continuazione dalla radio di bordo, nella speranza che possiate captarlo.Attraverseremo lentamente il tratto di mare dove dovreste trovarvi.Quando vedrete questa bottiglia, per favore metteteci un vostro messaggio.Seguiremo le vostre istruzioni.

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Per due giorni il Marion incrociò in quelle acque, in ogni direzione, ma senza alcun risultato.Il terzo giorno, una straordinaria sorpresa attendeva la squadra di soccorso.Una piccola sfera luminosa balzò fuori dall'acqua a poche centinaia di metri dalla nave, e risultò essere un porta-messaggi in fibra vetrosa, dello stesso tipo descritto to nel resoconto di Headiey.Dopo esser stata aperta con qualche difficoltà, rivelò questo messaggio: Grazie, cari amici.Apprezziamo moltissimo la vostra lealtà e il vostro spirito d'iniziativa.Riceviamo senza problemi il vostro messaggio-radio e siamo ora in condizione di rispondervi.Abbiamo cercato di afferrare il cavo dello scandaglio, ma le correnti lo sollevavano e lo trascinavano più in fretta del più veloce di noi, che doveva vincere la resistenza opposta dell'acqua.Ci proponiamo di fare il nostro tentativo domattina alle sei, secondo il nostro computo martedì 5 lu 316 1 Asisso Di ATLANTIDEw5 L AT rAcco AL MOSTRO317 glio.Saliremo uno alla volta in modo da poter avvertire, via radio, quelli che aspettano di venir su, di qualunque inconveniente si presenti.Ancora grazie di cuore.Maracot.Headiey.Scanlan.E ora voglio concludere questa stupefacente avventura con le parole del signor Key Osborne: «Era un mattino bellissimo e il profondo mare color zaffiro si stendeva dinanzi a noi, liscio come un lago sotto la volta gloriosa del cielo azzurro, non velato dalla più piccola nube.L'equipaggio del Marion si era alzato prestissimo e attendeva gli eventi con il massimo interesse.Più la fatidica ora delle sei si avvicinava, e più cresceva la nostra ansiosa attesa.Il signor Faverger aveva posto una vedetta sull'albero di prora e, quando ancora mancavano cinque minuti alle sei, la udimmo gridare e vedemmo che indicava un punto sull'acqua a babordo della nave.Ci affollammo tutti sulla muratura di prora, dove riuscii ad appollaiarmi su una delle scialuppe dalla quale potevo avere una visuale più chiara.

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Così, attraverso l'acqua tranquilla, vidi salire a gran velocità qualcosa di simile ad una bolla d'argento, che emergeva rapidamente dagli abissi dell'oceano.Arrivò in superficie a circa duecento metri dalla nave e si librò in alto, sfrecciando nell'aria come uno splendido globo di vetro, quindi si lasciò trasportare lontano dal vento leggero, proprio come farebbe il palloncino di un bimbo.Assistevamo a uno spettacolo fantastico, che tuttavia ci riempì di apprensione, perché era come un carico che si fosse sganciato dal suo trainoin questo caso costituito dalla forza che opponeva all'acqua-proseguendo il cammino a briglia sciolta.Fu spedito immediatamente un dispaccio radio: "Il vostro globo è emerso vicino allo yacht, ma non vi era attaccato nulla e se ne è volato lontano.Nel frattempo era stata calata in mare una scialuppa per esser pronti ad ogni eventualità".Qualche istante dopo le sei, la nostra vedetta avvistò un nuovo segnale, e subito dopo vidi un'altra sfera d'argento che saliva dall'abisso, ma con molta più lentezza della precedente.Quando raggiunse la superficie, fluttuò in aria, e tuttavia il suo peso la trattenne a fior d'acqua.Questa sorta di zavorra era costituita da un pacco di libri, carte e oggetti svariati, avvolti in una custodia di pelle di pesce o zigrino.Fu issata a bordo lungo la murata, e il recupero venne comunicato via radio, mentre continuavamo ad aspettare con impazienza i successivi arrivi.E non dovemmo attendere molto, perché quasi subito apparve un'altra bolla d'argento: ma questa volta la sfera scintillante eruppe alta nell'aria, e vi era sospesa, con nostra immensa meraviglia, l'esile figura di una donna.Tuttavia, l'impeto con cui la bolla era volata nell'aria si smorzò ben presto e, poco dopo, riuscimmo a farla accostare allo yacht.Un anello di zigrino era stato fissato solidamente attorno alla parte superiore della sfera, e da questo pendevano delle lunghe corregge che erano state agganciate all'ampia cintura che cingeva la vita sottile della donna.Il suo busto era coperto da un singolare rivestimento di vetro a forma di campana... io lo chiamo "vetro", ma era la stessa dura sostanza vetrosa e trasparente di cui era fatta la sfera.

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Come ho detto, era quasi trasparente, salvo le striature d'argento che screziavano quel misterioso materiale.Questa campana protettiva di vetro era dotata di chiusure elastiche che si agganciavano alla vita e sulle spalle, ren'dendola perfettamente impermeabile e, com'è scritto to nel resoconto di Headiey, era fornita di un nuovissimo ma assai pratico apparecchio per la respirazione.Con qualche difficoltà riuscimmo a togliere questa guaina protettiva e la donna salì sulla murata.Poi svenne, ma il suo respiro regolare ci incoraggiò a sperare che si sarebbe presto ripresa dagli effetti del rapido viaggio e, soprattutto, del repentino cambiamento di pressione; peraltro lo sbalzo di pressione era stato attutito dalla miscela d'aria dentro la guaina vetrosamiscela assai più densa dell'aria che respiriamo noicosicchè si può dire che abbia sostituito quella sosta prima dell'emersione che i nostri palombari sono abituati a fare per evitare l'embolia.Presumibilmente doveva trattarsi della donna di Atlantide cui si riferiva Headiey nel suo manoscritto to, Mona cioè, e se la si doveva considerare come campione della sua gente, allora era una razza degna di riprendere il suo posto sulla Terra.Era di carnagione scurah con lineamenti deliziosamente puri e minuti, lunghi capelli neri e splendidi occhi castani che si guardavano intorno con un'espressione d'incantevole stupore.Conchiglie e madreperla ornavano la tunica color crema e impreziosivano la sua capigliatura bruna.Non si sarebbe potuto immaginare una più perfetta Naiade dell'Abisso, vera e profonda personificazione del mistero e della malia dell'oceano.Lentamente la coscienza tornava in quegli occhi meravigliosi, e allora balzò in piedi improvvisamente, con la grazia d'una cerbiatta, e cominciò a correre lungo il ponte dello yacht gridando "Cyrus, Cyrus", il nome del signor Headiey.Immediatamente avvertimmo gli altri, che attendevano di salire, con un messaggio radio, e così li rassicurammo.Poco dopo, in 318 L'ABISSO Di ATLANTIDE rapida successione, emersero Maracot e i suoi amici, volando in alto per dieci o dodici metri, ricadendo poi in mare, di dove li ripescammo in breve tempo.Erano svenuti tutte e tre, e Scanlan perdeva sangue dal naso e dalle orecchie, ma entro un'ora riuscirono a reggersi in piedi anche se barcollando.

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Ognuno fece allora la cosa più congeniale alla sua natura: Scanlan fu trasportato al bar dello yacht da un gruppo di persone che ridevamo rumorosamente, e da là sentimmo nuove grida d'allegria, a spese del rifornimento di liquori.. .Il professor Maracot afferrò il fascio di carte e di libri, ne tolse uno composto interamente di simboli algebrici, almeno per quanto riuscii a vedere, e scomparve sottocoperta, mentre Cyrus Headiey si precipitava dalla sua strana ragazza che, stando alle ultime notizie, sembra non voglia lasciarlo un solo attimo.Questo è quanto è accaduto.Adesso speriamo che la radio di bordo, di limitata potenza, riesca a trasmettere queste notizie sino alla stazione di Capo Verde.Maggiori dettagli di questa straordinaria avventura saranno forniti in seguito, com'è uso, dagli stessi protagonisti».6 A un passo dalla morte Molte persone hanno scritto to a me, CYTUS Headiey, borsista Rhodes ad Oxford, e al professor Maracot e, anche a Bill Scanlan, dopo la nostra straordinaria esperienza sul fondo dell'Atlantico, dove ci immergemmo in un punto a circa 370 chilometri a sud-ovest delle Canarie.Questa esplorazione sottomarina ha dato risultati sorprendenti, perché ha costretto a rivedere non solo le opinioni correnti sulla vita e la pressione negli abissi del mare, ma ha anche dimostrato la sopravvivenza di un'antica civiltà in condizioni ambientali incredibilmente difficili.Tutte queste lettere ci chiedono insistentemente di fornire ulteriori ragguagli sulla nostra avventura.Ammetto che il mio primo manoscritto to, data anche la situazione in cui lo venivo stilando, sia in parte lacunoso, pur fornendo un'esauriente spiegazione dei fatti più importanti.Tuttavia ce ne sono altri che non ho menzionato, e soprattutto lo spaventoso episodio dei Signori dal Volto Tenebroso.Quest'ultimo comporta una serie di situazioni e di conclusioni di natura talmente sensazionale che, di comune accordo, all'epoca decidemmo di non farne parola fino ad oggi.Ma, dato che ormai la Scienza ha accettato le nostre risultanze, e devo dire che anche la società ha accolto la mia sposa, e non si dubita della veridicità di quanto abbiamo riferito, possiamo anche arrischiarci a narrare certi fatti che, in precedenza, non sarebbero stati accettati come tali dall'opinione pubblica.

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Peraltro, prima di raccontare questa tremenda avventura, vorrei farla precedere da alcuni ricordi di quei mesi meravigliosi trascorsi nella perduta Atlantide, i cui abitanti, servendosi delle campane di vetro ad ossigeno, riescono a passeggiare sul fondo dell'oceano con la stessa facilità con cui i londinesi, che vedo dalle mie finestre dell'Hotel Hyde Park, se ne vanno a spasso tra i prati in fiore.Quando la gente di Atlantide ci accolse, dopo la spaventosa discesa nell'abisso, ci venimmo a trovare più nella posizione del prigioniero che non in quella dell'ospite.Mi piace tuttavia ricordare come questo atteggiamento cambiò e come, grazie ai meriti del professor Maracot, abbiamo lasciato una tale impronta laggiù 320 L'ABISSO Di ATLANTIDEw6A UN PASSO DALLA MORTE321 che la nostra memoria durerà negli annali di Atlantide come quel-| la di una qualche visita celeste.x Non sapevano niente della nostra partenza, che certamentea avrebbero ostacolato ove fosse stata resa nota, cosicchè non du-~i ~ bito che ormai ad Atlantide sia nata una leggenda su di noi: chei siamo cioè ritornati ad una qualche sfera celeste, portando con[ noi il più bel fiore del loro giardino.7 F Ma, come ho già detto, preferisco descrivere con ordine alcunet strane cose di quel meraviglioso mondo e anche qualche av ventura che ci capitò, prima di giungere alla vicenda più sconvol gentee che lascerà per sempre in noi un ricordo indelebile ossia la venuta del Signore dal Volto Tenebroso.Spesso penso che avremmo dovuto trattenerci più a lungo nel l'AbissodiMaracot, perchéc'eranomolti misteri e, sino alla fine, molte cose non hanno trovato spiegazione.Eppure abbiamo im parato abbastanza in fretta parte del loro linguaggio, e dunque speravamo di ottenere ben presto ulteriori chiarimenti sulla loro vita e le loro abitudini.L'esperienza aveva insegnato a questo popolo ad essere crudele e spietato, ma anche innocente.Ricordo che un giorno ci fu un improvviso allarme e che, con le nostre campane ad ossigeno, ci precipitammo fuori, sul fondo del mare, ma il motivo per cui cor ressimo tanto o che cosa dovessimo fare, per noi era un mistero.Eppure non potevamo avere dubbi sull'orrore e il turbamento di pinti sui volti che ci stavano intorno.

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Quando giungemmo al pianoro sottomarino, incontrammo un certo numero di greci addetti alla miniera di carbone che si affret tavano verso la porta della colonia.Erano tanto stanchi ed esausti che inciampavano cadendo nella fanghiglia: a quel punto era evi dente che noi costituivamo una squadra di soccorso con il compi to di raccogliere questi incapaci e far muovere i ritardatari.E, no nostante tutto, nessuno era armato o mostrava di voler affronta re in qualche modo il pericolo imminente.Ben presto i minatori furono spinti nel Rifugio e, quando an che l'ultimo ebbe attraversato la porta, ci voltammo a guardare la strada che avevamo percorso.Tutto quel che riuscimmo a vedere fu un paio di piccole nubi verdognole, luminose al centro e sfilac ciate lungo i bordi, le quali, più che muoversi nella nostra direzio ne, vi erano trascinate dalla corrente.F Appena i miei compagni le videro, benchè si trovassero lontane quasi un chilometro, furono presi dal panico e se la diedero a gambe più in fretta che poterono.Senza dubbio era stata una fac cenda snervante, osservare quelle misteriose fonti di guai che si avvicinavano, ma ben presto le pompe della camera stagna com pirono il loro dovere e ci ritrovammo nuovamente sani e salvi.Sopra l'architrave della porta era stato collocato un blocco di cristallo trasparente, lungo tre metri e mezzo e spesso sessantatrè centimetri, con delle potenti luci sistemate in modo tale da irradiare un forte riverbero all'esterno.Salimmo su delle scale a pioli che erano state portate per la circostanza e guardammo attraverso la rudimentale finestra.Vidi allora che le due piccole nubi di luce verde si erano fermate proprio davanti alla porta, mandando cupi bagliori.I miei compagni tremavano di terrore.Subito dopo, una delle due nubi si avvicinò ondeggiando alla finestra di cristallo.Istantaneamente, i miei arr ici mi spinsero giù, al di sotto del livello della finestra; ma sembra che, nella mia trascuratezza, non avessi nascosto del tutto i capelli al malefico influsso, qualunque fosse, che quelle misteriose creature emanavano: infatti parte dei miei capelli incanutì immediatamente, ed è bianca tutt'oggi.Per un po' di tempo gli Atlantidi nQn osarono aprire la porta, e quando infine si decisero a mandare avanti un esploratore, questi se ne andò fra

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strette di mano e pacche sulle spalle, come uno che compisse un gesto valoroso.Al suo rientro, riferì che la zona era sgombra e tranquilla; allora la comunità tornò all'usuale allegria e ben presto lo strano incidente sembrò dimenticato.Comprendemmo tuttavia che la parola «Praxa», sussurrata con orrore, era il nome della creatura.L'unica persona che parve essersi rallegrata di quel misterioso incontro, era il professor Maracot, che trattenemmo a stento dal balzare fuori con una reticella e un vaso di vetro.«Un nuovo tipo di vita, in parte organico, in parte gassoso, ma chiaramente intelligente», fu il suo commento all'episodio.«Un mostro uscito dall'Inferno», concluse Scanlan, più pragmaticamente.Due giorni dopo, uscimmo per una pesca di gamberetti (così chiamavamo quelle escursioni); camminavamo tra la vegetazione del fondo e catturavamo con delle reticelle degli esemplari dei pesci più piccoli, quando scoprimmo per caso, e del tutto inaspettatamente, il corpo di uno dei minatori che, senza dubbio, era stato colto di sorpresa dalle misteriose creature.La sua campana di vetro era spezzata, e non si dimentichi che quel materiale veniva usato per la sua enorme resistenza e per la sua straordinaria durezza, così come è stato dimostrato dagli sforzi compiuti per frantumare la sfera vetrosa che conteneva il mio manoscritto to.Gli occhi dell'uomo erano stati strappati, ma per il resto il corpo era intatto.«Un buongustaio raffinato?», esclamò il professore, al nostro ritorno. «In Nuova Zelanda vive un particolare tipo di falco che uccide gli agnelli con il solo scopo di gustarne una parte peculiarmente grassa, sita sotto il rene.Allo stesso modo, questa creatura 322 L'ABISSO Di ATLANTIDE ammazza l'uomo per cibarsi dei suoi occhi.Sia in terra che in ma-1 re, la natura conosce una sola legge: la più spietata crudeltà.»1 Negli abissi dell'oceano abbiamo avuto molti e terribili esempi di questa legge crudele.Ricordo, ad esempio, che spesso avevamo osservato un curioso solco, sul soffice fango del fondo, come se vi fosse stato rotolato un barile.Indicammo la traccia ai nostri ami-~ .ci di Atlantide e, quando potemmo interrogarli, cercammo di sa pere di che animale si trattasse.

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Per quanto riguardava il nome della creatura, i nostri amici emisero alcuni di quei particolari suoni metallici della lingua d'Atlantide che non è possibile translitterare nel linguaggio europeo o nell'alfabeto europeo.IL nome suonava all'incirca: «Krixchok».Per quel che concerneva l'aspetto della creatura, in questi casi ricorrevano sempre al materializzatore del pensiero, mediante il quale i nostri amici riuscivano a darci un'idea di quel che avevano in mente.Perciò, sullo schermo luminoso apparve l'immagine di una stranissima creatura marina, che il professor Maracot potè classificare come una gigantesca lumaca di mare.Era di proporzioni enormi, a forma di salsiccia, con occhi posti all'estremità di tentacoli inguainabili, ed era rivestita di uno spesso vello peloso o di setole.A gesti, i nostri amici espressero il grande orrore e la repulsione che quel mostro ispirava loro.Ma, come potrebbe tranquillamente sottoscrivere chiunque abbia conosciuto Maracot, tutto ciò servì unicamente ad infiammare il suo interesse scientifico e a renderlo ancor più curioso nel determinare l'esatta specie e le sottospecie di quel mostro sconosciuto.E, di conseguenza, non mi stupii per nulla quando, in occasione d'una successiva escursione sul fondale, Maracot si fermò nel punto in cui le tracce di quell'orrore si stagliavano nitidamente nel fango, e si diresse deliberatamente verso il groviglio di alghe e di massi basaltici da cui sembravano provenire.Naturalmente, spostandoci dal fondo melmoso, le tracce scomparvero; eppure ci sembrò di scorgere, tra le rocce, una gola naturale che doveva condurre alla tana dell'animale.Eravamo armati tutti e tre con le aste appuntite che solitamente gli Atlantidi portano con sè nelle escursioni subacquee, e tuttavia mi sembrarono ben poca cosa per fronteggiare pericoli sconosciuti.D'altra parte, il professore continuava a camminare faticosamente, senza esitazioni, e non potevamo non seguirlo.La gola rocciosa s'inerpicava in alto, stretta ai lati da enormi ammassi di detriti vulcanici drappeggiati dalle forme rosse e nere di lamellarie, caratteristiche delle grandi profondità.Migliaia di bellissime ascidie e di echinodermi dai colori più vivaci e dalle forme più fantastiche, facevano capolino tra la fitta vegetazione, 6.

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A UN PASSO DALLA MORTE 323 disseminata di strani crostacei e di piccole forme di vita striscianti.Procedevamo lentamente, dato che non è mai agevole camminare sul fondo del mare, inerpicandosi quasi ad angolo acuto.Improvvisamente vedemmo la creatura che stavamo cercando e, in verità, il suo aspetto non era per niente rassicurante.IL corpo mostruoso sporgeva per metà dalla tana, ricavata nella cavità di un cumulo di detriti basaltici; potevamo vederne circa un metro di lunghezza, ricoperto di un mantello setoloso.Gli occhi, grandi quanto piattini, erano gialli e brillavano come agate: sentendoci avvicinare, l'animale li ruotò rapidamente sui lunghi peduncoli che li reggevano.Poi cominciò a srotolarsi faticosamente con i movimenti di un bruco, facendo uscire il corpo ondeggiante ed enorme dalla tana.Quando sollevò la testa sulle rocce per poterci osservare meglio, vidicosì almeno mi sembròche su ciascun lato del collo aveva delle sporgenze e protuberanzè che ricordavano moltissimo le suole delle scarpe da tennis, increspate e rigate nella stessa maniera e identiche per taglia e colore.In quel momento non mi riuscì di capire che cosa fossero o a che cosa servissero, ma ben presto ne ebbi una sgradevole dimostrazione.IL professore, con espressione freddamente determinata, si spinse avanti stringendo il bastone appuntito.Era chiaro che la speranza di procurarsi quel raro esemplare aveva spazzato via ogni paura dal suo cuore.Al contrario Scanlan ed io non eravamo poi così sicuri di noi stessi, ma non potevamo certo abbandonare il vecchio studioso, e così ci piazzammo accanto a lui, uno a destra e l'altro a sinistra.La creatura, dopo averci guardato a lungo, cominciò ad avanzare strisciando lentamente e goffamente tra le rocce, e di quando in quando sollevava gli occhi peduncolati per vedere cosa facevamo.Era talmente lenta che pensavamo di trovarci ancora a distanza di sicurezza.Eppure, solo ad averlo saputo prima! Eravamo a un passo dalla morte ! Di certo fu la Provvidenza a mandarci un avvertimento.La bestia continuava ad avvicinarsi pesantemente e si trovava a circa sessanta metri da noi, quando un grosso pesce di profondità sbucò fuori dalla giungla d'alghe nella parte di gola dove eravamo noi e, nuotando, cominciò ad attraversarla lentamente.

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Ne aveva raggiunto il centro e si trovava a metà strada tra noi e l'animale, quando un fremito lo percorse tutto, si rovesciò sul ventre e cadde morto sul fondo del burrone.Nello stesso istante, ognuno di noi sentì un fortissimo e doloroso pizzicore attraversare l'intero corpo, e le ginocchia non reggere più.IL vecchio Maracot, che sapeva essere prudente quanto audace, capì in un attimo la situazione e si rese conto che il gioco era fatto.324 L'ABISSO Di ATLANTIDEa6A UN PASSO DALLA MORTE325 Ci eravamo trovati faccia a faccia con un creatura che emetteva scariche elettriche per uccidere la preda, e i nostri bastoni appuntiti non ci sarebbero stati di maggior utilità se avessimo affrontato una mitragliatrice.Se non fosse stato per la fortunata coincidenza del pesce folgorato che ci mise sull'avviso, l'avremmo lasciata avvicinare abbastanza da scaricare su di noi la terribile scossa elettrica che ci avrebbe senza dubbio uccisi.Ci allontanammo furtivamente con la maggior celerità possibile, fermamente risoluti a lasciare in pace, per il futuro, la gigantesca lumaca di mare elettrica.Questi peraltro non sono che alcuni dei più micidiali tra i pericoli dell'abisso.Un altro è costituito dal piccolo Hydrops ferox, come lo chiamò il professore, un pesciolino rosso non più lungo di un'aringa, ma con una bocca smisurata fornita di una formidabile dentatura.In circostanze normali era innocuo, ma il sangue, anche la sua più lieve traccia, lo attirava in un attimo e non c'era alcuna possibilità di salvezza per la vittima, che veniva letteralmente fatta a pezzi da branchi di piccoli aggressori.Una volta assistemmo ad uno spettacolo orribile, alla miniera di carbone.Uno schiavo ebbe la sfortuna di tagliarsi una mano: istantaneamente, migliaia di Hydrops gli furono intorno, provenendo da ogni direzione.Invano lo sventurato si dibatteva; invano i suoi compagni inorriditi si sforzavano di caccarli via colpendoli con pale e picconi: la parte inferiore del suo corpo, sotto la campana di vetro, quasi si dissolse, davanti ai nostri occhi, in una nube palpitante di sangue che lo coprì interamente.Un attimo prima era un uomo; in pochi secondi si trasformò in un'informe massa rossa da cui sporgevano candide le ossa.Un minuto più tardi di lui non restavano che le ossa, al di sotto della cintura; e un mezzo scheletro perfettamente ripulito giacque sul fondo del mare.

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La scena era stata talmente orripilante che ci sentimmo male tutti e perfino Scanlan, il duro, cadde svenuto e riuscimmo a riportarlo al Rifugio con qualche difficoltà.Eppure gli spettacoli cui assistemmo nell'abisso, non sempre erano tanto terribili.Ad esempio, ne ricordo uno che non si cancellerà mai dalla nostra memoria.Accadde durante una di quelle escursioni sottomarine che amavamo fare spesso, a volte con la guida di qualche atlantide, e altre per conto nostro, quando infine i nostri amici si resero conto che non avevamo bisogno di attenzioni e premure costanti, come dei bambini.Stavamo attraversando una parte del fondo che ci era familiare, quando ci accorgemmo, con grande sorpresa, che un bel tratto di sabbia giallo-chiara, largo circa mezzo acro, era stato smosso dalla nostra ultima visita.Stupiti, ci stavamo chiedendo quale corrente sottomarina o quale movimento sismico potesse esser stato la causa di tutto questo, quando, con enorme sbalordimento, vedemmo l'intera superficie sollevarsi e nuotare con delicate ondulazioni un po' più in alto di noi.Era talmente grande che l'immenso manto impiegò qualche minuto per sorpassarci del tutto.Ben presto si svelò il mistero: si trattava di una sogliola gigante, che non differiva dal pesce che conosciamo sotto questo nome, per quanto il professor Maracot potè osservarla, se non per le dimensioni; quella che avevamo appena vista, era cresciuta sino ad assumere proporzioni colossali, forse per l'abbondante nutrimento che poteva fornirle il fondale oceanico.Scomparve nell'oscurità sopra di noi, alta, enorme, brillando debolmente di fiochi bagliori gialli e bianchi, e non la vedemmo più.Un altro imprevedibile spettacolo sottomarino, che potemmo osservare abbastanza spesso, era costituito dai tornadi.Sembra che siano causati dal periodico sopràggiungere di correnti subacquee particolarmente violente, che li provocano da un momento all'altro, senza alcun segno promonitore, e sono veramente terribili, portando devastazione e distruzione, come le trombe d'aria in superficie.Eppure, senza questi periodici uragani sottomarini, l'acqua ristagnerebbe colma di putrescenza; cosicchè, come nell'intero ciclo della natura, anche questi tornadi hanno, alla fine, un ruolo positivo; il che non toglie che farne l'esperienza non fosse estremamente pericoloso.

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La prima volta che mi capitò d'esser sorpreso da un ciclone d'acqua, ero uscito con quella cara ragazza di cui ho già parlato: Mona, la figlia di Manda.Ci trovavamo in un zona bellissima, ricoperta da una quantità di piante marine dai più diversi colori, a circa due chilometri dal Rifugio.Era il giardino privato, per così dire, di Mona, che lo adorava: una fitta vegetazione di serpularie rosa, ofiuridi color porpora e rosse oloturie.Quel giorno mi aveva portato con sè per farmelo vedere e la tempesta scoppiò proprio mentre lo stavamo osservando.La corrente che d'improvviso ci investì era talmente forte che riuscimmo a non farci trascinare via soltanto reggendoci insieme e rifugiandoci in fretta dietro le rocce.Tuttavia presi nota del fatto che la fortissima corrente d'acqua era calda, ma sopportabile dall'organismo umano, la qual cosa dimostrava che questi fenomeni erano di origine vulcanica, frutto di qualche lontano sconvolgimento sottomarino, in remote plaghe dell'oceano.Il fondo della pianura abissale fu sconvolto dall'impeto della corrente, e la luce venne oscurata da dense nuvole di sabbia e altri sedimenti, sospesi a mezz'acqua.Ritrovare la strada di casa era impossibile, perché avevamo perduto il senso dell'orientamento 326 L'ABISSO Di ATLANTIDEs6.A UN PASSO DALLA MORTE327 in quell'oscurità e, in ogni caso, sarebbe stato assai arduo sfidare la forza della corrente.La situazione si stava facendo allarmante anche perché un senso crescente di oppressione al petto, e la diffi-~ coltà di respirare, ci dissero che l'ossigeno di riserva stava per fi-3 nire.È in simili momenti, quando ci si trova ad un passo dalla mor te, che gli istinti elementari affiorano e cancellano ogni altra emo zione.In quell'attimo, compresi di amare la mia gentile compa gna, di amarla con tutto me stesso, di un amore che aveva radici profonde ed era divenuto parte della mia stessa natura.Che strano questo sentimento! Impossibile capirlo.Non era per il suo bel viso adorabile, per la sua figurina dolce; non era per la sua voce musicale come nessun'altra; non era per la nostra completa intesa spirituale, dato che leggevo i suoi pensieri nelle mutevoli espressioni del volto.

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No, era qualcosa al di là dei suoi bruni occhi sognanti, qualcosa di profondamente nascosto nella sua e nella mia anima, che ci univa per sempre.Le strinsi forte la mano, e lessi nei suoi occhi che non c'era pen siero o emozione che la sua mente sensibile non avesse compreso, arrossandole delicatamente le guance.La morte imminente non le faceva pauraaccanto a me, e il mio cuore, al contrario, fremeva al solo pensiero.Ma non fu così.Si potrebbe pensare che i nostri rivestimenti di vetro eliminassero ogni suono o rumore proveniente dall'esterno, ma in realtà certe vibrazioni riuscivano a penetrarvi facilmente, o nel loro impatto con il vetro ne originavano altre uguali all'inter no.Sentivo dei colpi attutiti, suoni metallici che riecheggiavano nel casco di vetro, come quelli che avrebbe potuto produrre un gong molto lontano.Non avevo la più pallida idea di cosa si trattasse, eppure Mona non ebbe esitazioni.Sempre tenendomi per mano, si sollevò dal riparo in cui ci eravamo rifugiati e, dopo aver ascol tato con estrema attenzione, si piegò in modo da potersi riparare un poco e cominciò a muoversi contro la fortissima corrente.Era una corsa con la morte, perché ad ogni istante la terribile oppressione al petto diventava più insopportabile.Vedevo il suo caro volto farsi sempre più ansioso e, barcollando, cercavo di se guirla.Dall'espressione del viso e da come si muoveva, capii che la sua scorta di ossigeno era durata più della mia.Mi trascinai in avanti finchè mi ressero le forze; poi, improvvisamente, ogni cosa cominciò a vorticarmi intorno, lasciai cadere le braccia e piombai privo di sensi sul soffice fondo dell'oceano.Quando tornai in me, mi trovavo nel mio letto entro il Palazzo di Atlantide.IL vecchio Sacerdote dalla tunica gialla era in piedi accanto a me, e reggeva in mano una fiala di una qualche sostanza stimolante.Maracot e Scanlan, con i volti preoccupati, erano chini su di me, mentre Mona si era inginocchiata ai piedi del letto, guardandomi con espressione ansiosa.

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Sembra che la coraggiosa ragazza fosse riuscita a dirigersi verso la porta del Rifugio poichè in simili circostanze solevano percuotere un grande gong proprio per guidare eventuali dispersi.Giunta qui, aveva spiegato l'accaduto e quindi aveva guidato una squadra di soccorso che comprendeva anche i miei due compagni nel luogo dove giacevo esanime.Scanlan e Maracot mi avevano riportato al rifugio reggendomi tra le braccia.Qualunque cosa possa fare in futuro, in un certo senso è come la facesse Mona, perché a lei devo la vita.Adesso che, quasi per miracolo, ci siamo ricongiunti al mondo superioreil mondo umano sotto il cieloè strano pensare che la amavo al punto di desiderare ardentemente di restare per sempre nell'abisso, purchè fosse mia.Per molto tempo non riuscii a capire quel profondo, intimo legarne che ci univa e che, a quanto vedevo, Mona viveva con la mia stessa intensità.Fu Manda, suo padre, a darmi una spiegazione inaspettata quanto soddisfacente.Sorrideva benevolmente della nostra storia d'amore, con l'indulgenza e l'aria divertita di chi vede realizzarsi una sua previsione.Un giorno, tempo dopo, mi prese in disparte e fece sistemare nella sua stanza lo schermo d'argento su cui era possibile proiettare i propri pensieri e i propri ricordi.Non potrò mai dimenticare quel che fece vedere a me e a Mona.Seduto vicino a lei, le mani nelle mani, guardavo in estasi lo schermo che s'illuminava e le immagini che prendevano vita, plasmate e proiettate sul materializzatore da quella memoria razziale e collettiva che gli Atlantidi possedevano.Apparve una penisola rocciosa che si protendeva su uno stupendo oceano blu.Non ricordo se ho già detto che in questi pensieri filmati, se mi è consentita l'espressione, i colori erano molto vividi e realistici.Su questo promontorio sorgeva una bella casa assai ampia, dal disegno bizzarro, le mura bianche e il tetto rosso .Era circondata da un boschetto di palmizi al cui centro mi sembrò di scorgere una specie di accampamento, perché distinguevo delle tende bianche e qua e là lo scintillio dell'arma di qualche sentinella che montava la guardia. Un uomo di mezza età, coperto da una pesante cotta d'acciaio,

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camminava fuori dei palmizi, reggendo un luccicante scudo rotondo in un braccio, e nell'altra mano una spada o una lancia: non mi riuscì di veder bene.Volgendosi verso di noi, mi accorsi subito che era della stessa razza degli Atlantidi che ben conoscevo.Sembrava inoltre il fratello gemello di Manda, eccettuata l'e 328 L'ABISSO Di ATLANTIDEZ6.A UN PASSO DALLA MORTE spressione dura e minacciosa del suo volto, il volto di un uomo brutale, brutale per natura e non per mancanza d'intelligenza.La brutalità e l'intelligenza sono di certo un terribile connubio.In quel viso dalla fronte alta e sardonica, incorniciato da una barba fitta, si poteva quasi sentire l'essenza stessa del male.Se era una precedente incarnazione dello stesso Manda, e i suoi lineamenti c'incoraggiavano a crederlo, allora la sua anima, se non la mente, era ben cambiata da quello che vedevamo sullo schermo.Mentre si avvicinava alla casa, ne uscì una giovane donna che gli andò incontro.Era vestita come le antiche greche, con un lungo abito bianco abbastanza aderente; la tunica, a mio parere, è il più semplice eppure il più bel vestito che mai donna abbia escogitato.L'atteggiamento con cui si avvicinava all'uomo, era di sottomissione e di rispetto: l' atteggiamento di una figlia devota verso il padre.Ma lui la respinse brutalmente, sollevando una mano nell'atto di colpirla.Mentre indietreggiava, il sole illuminò in pieno il suo bel viso rigato di lacrime, e vidi che altri non era se non Mona.Lo schermo d'argento si oscurò e, un istante dopo, si stava formando una nuova immagine.Era una piccola insenatura rocciosa, e capii che doveva far parte della penisola che avevo appena visto.In primo piano apparve una strana barca dalle estremità appuntite; era notte, ma la luna splendeva luminosa sull'acqua.Le stelle familiari, le stesse che possiamo vedere ancor oggi, brillavano nel cielo.Lentamente e con cautela, la barca si avvicinava alla riva.C'erano due rematori, e a prua stava un uomo avvolto in un mantello scuro.Quando furono più vicini a riva, si alzò in piedi guardandosi attorno con estrema attenzione.

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Nella chiara luce lunare vidi il suo volto pallido e severo.Non ebbi certo bisogno della convulsa stretta mano di Mona o dell'esclamazione di Manda, per giustificare il tuffo al cuore che provai guardando.Quell'uomo ero i0.Sì, io! Cyrus Headiey di New York, e ora studioso ad Oxford; io, il prodotto ultimo della cultura moderna, avevo fatto parte di questa possente civiltà del passato.Ora capivo perché molti dei simboli e dei geroglifici che avevo visto mi avevano colpito con un vago senso di familiarità.Quante volte mi ero sentito come chi tormenta il suo ricordo perché intuisce, sa di essere sul punto di fare una grande scoperta, e cerca qualcosa che lo aspetta da sempre, qualcosa che conosce da sempre, e che tuttavia non riesce a raggiungere.E capivo anche il fremito profondo che avevo sentito incontrando per la prima volta gli occhi di Mona.Quegli occhi, dove i ricordi di dodicimila 9~anni fa ancora vivevano.Giungevano dalle profondità del mio 1 tstesso inconscio.1Ora la barca aveva toccato terra e, nello stesso istante, dai ce spugli uscì fuori una figura bianca e luminosa.Avevo teso le brac cia per afferrarla.Dopo un frettoloso abbraccio, la sollevai e la deposi nella barca.Ma si presentò un improvviso pericolo.Con gesti concitati, feci cenno ai vogatori di affrettarsi.Era troppo tardi ormai.Alcuni uomini erano balzati fuori dai cespugli; mani impazienti afferrarono la barca per le sponde: inu tilmente cercai di respingerli, colpendoli.Un'ascia baluginò ne l'aria e si abbattè sul mio capo.Mi sentii morire mentre cadevo in avanti, inzuppando del mio sangue la bianca veste della donna.L'ultima cosa che vidi fu la donna che urlava, il belviso stravolto, mentre il padre, dopo averla afferrata per i lunghi capelli neri, la trascinava via da sotto il mio corpo.Poi il buio cadde su di me.E l'immagine sullo schermo cambiò di nuovo.

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Questa volta comparve l'interno dèll'edificio, del Rifugio che era stato costruito per volontà del saggio atlantide per servire da riparo nel giorno della Maledizione: in verità era lo stesso palazzo in cui mi trovavo adesso.Vidi i suoi abitanti stipati e terrorizzati al momento del catacli sma.Mi apparve di nuovo la figura di Mona; e c'era anche suo padre, che evidentemente aveva imboccato strade più sagge e più mlti, se si trovava tra coloro che erano destinati a scampare alla catastrofe.Vidi le grandi pareti ballare come una nave nella tempesta, mentre i profughi in preda al panico si aggrappavano ai pilastri o si gettavano a terra.E poi il violento e improvviso rollio e la cadu ta del Rifugio mentre sprofondava tra le onde.In seguito, ancora una volta, le immagini sullo schermo sbiadirono e scomparvero, e Manda si volse verso di me sorridendo, facendomi intendere che aveva finito.Sì, non c'è dubbio, avevamo vissuto altre vite tutti quanti noi: Manda, Mona e io.E forse altre ne vivremo, nella lunga catena delle reincarnazioni.Ero morto nel mondo superiore, ai tempi in cui Atlantide si ergeva sull'oceano, e altre mie reincarnazioni si erano susseguite lassù.Manda e Mona erano morti nel Rifugio, sotto il mare, e così in questi stessi luoghi il disegno cosmico dei nostri destini giungeva a momentaneo compimento.Ci era stato dato di poter sollevare, per un attimo, un lembo del grande e oscuro velo della natura, e di cogliere una fuggevole visione di ve rità tra i misteri che ci circondano.Ogni vita non è che un capitolo della storia che Dio ha progetta to.Non è possibile giudicare la Sua saggezza e il Suo operato, fin chè in un giorno supremo e rivelatore, da un pinnacolo di cono 330 L'ABISSO Di ATLANTIDEw6.A UN PASSO DALLA MORTE331 scenza, ci sarà concesso di guardare al passato e riconoscere infi-1 ne cause ed effetti, che agiscono lungo le infinte circonvoluzioni del Tempo.Comunque, l'imprevista scoperta del mio rapporto con il pas sato, e l'amicizia di Manda, probabilmente ci salvarono qualche tempo dopo, nel corso dell'unico, serio contrasto che mai sia scoppiato con i nostri amici di Atlantide.

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Senz'altro le cose sareb bero andate a finir male per noi, se non fosse sopravvenuta una faccenda di gran lunga più importante a distrarre l'attenzione di tutti e, indirettamente, a far aumentare moltissimo il nostro pre stigio.Ed ecco quanto accadde.Un mattino, ammesso di poter usare un tale sostantivo in un ambiente dove le parti della giornata si definivano in base alle di verse occupazioni, un mattino dunque, il professor Maracot e io sedevamo nella stanza comune, una sorta di salotto, che divide vamo nel nostro alloggio.Maracot aveva attrezzato a laboratorio un angolo della sala ed era completamente preso dalla dissezione di un gastrostomo che aveva catturato con la rete il giorno prima.Il suo tavolo era in gombro da un graticcio di anfipodi e cepepodi con esemplari di Valella, lanthina, Physalia, nonchè un centinaio di altre piccole creature il cui odore non era assolutamente invitante quanto po teva esserlo il loro aspetto.Sedevo accanto a lui, studiando una grammatica della lingua di Atlantide, dato che avevamo scoperto che i nostri amici erano pieni di libri, stampati in modo bizzarro da destra a sinistra su quella che io credevo pergamena, e che risultò poi essere vescica di pesci pressata e disseccata.Ero fermamente deciso a trovare la chiave che mi avrebbe permesso di accedere a tanta conoscenza, e perciò passavo gran parte del mio tempo studiando l'alfabeto e gli elementi del linguaggio di Atlantide.Ma, improvvisamente, le nostre tranquille occupazioni furono interrotte da un incredibile corteo che irruppe nella stanza.In te sta c'era Bill Scanlan, tutto eccitato e rosso in viso, che con un braccio gesticolava e con l'altro reggeva davanti ai nostri occhi sbalorditi, un neonato paffuto e piangente; dietro di lui veniva Berbrix, il tecnico di Atlantide che aveva aiutato Scanlan a co struire l'apparecchio ricevente.Era un uomo grosso, gioviale e corpulento, di solito sempre al legro, ma in quell'occasione il suo viso pacioccone era segnato dal dolore.Chiudeva la processione una donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che dimostravano come non fosse della stirpe di Atlantide bensì di quella razza schiava che discendeva dagli anti chi Greci.«Sentite, capo», gridò Scanlan agitatissimo, «il buon Berbrix, E E E [ r F d: che è un bravo ragazzo, sta diventando completamente scemo per colpa della sottana che si è preso come moglie.Penso sia compito nostro aggiustare questa faccenda.

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Da quel che ho capito, lei è trattata qui come un negro nel Sud del mio Paese, e Berbrix l'ha combinata bella quando le ha chiesto di sposarlo.Tuttavia penso che sono affari suoi e non nostri.» «Ma certo che sono affari suoi!», dissi io. «Che cosa mai vi ha morso, Scanlan, che non trovate pace e v'immischiate in faccende che non vi riguardano?» «Guardate qui, capo.Oplà! Ecco un bel bambino.Sembra che questi tipi quaggiù non vogliano assolutamente bambini di questa razza, e i preti vogliono offrire il neonato in sacrificio al fantoccio del tempio.Quel fanatico del prete in capo si era impossessato del bambino e stava prendendo il largo con il piccolo, quanto Berbrix gli ha dato uno strattone e si è preso il bimbo, mentre io scaraventavo il prete nel forno sulla pancia del suo idolo.E adesso abbiamo tutta la banda alle calcagna e...» Scanlan non potè continuare con le spiegazioni, perché sentimmo delle grida e dei passi che si avvicinavano in fretta.La porta fu spalancata e diversi Sacerdoti del Tempio, con le loro tuniche gialle, si precipitarono nella stanza.Dietro di loro comparve lo spaventoso sacerdote dal lungo naso, fiero e austero.Chiamò con un cenno della mano i suoi preti che si precipitarono sul bambino .Tuttavia, si fermarono indecisi quando videro Scanlan che, sistemato in fretta il piccolo sul tavolo da lavoro di Maracot che si trovava proprio dietro a lui, afferrò un appuntito bastone con cui li affrontò.I preti avevano estratto i loro coltelli e così anch'io corsi in aiuto di Scanlan con un bastone e Berbrix fece la stessa cosa.E dovevamo apparire talmente minacciosi, che i Sacerdoti del Tempio cominciarono a indietreggiare; la faccenda era giunta a un punto morto.Allora Scanlan gridò: «Signor Headiey, voi che parlate un po' della loro lingua, ditegli che qui troveranno soltanto botte da orbi.Ditegli che per oggi non consegnamo bambini, grazie! Ditegli che scoppierà una rissa come non ne hanno mai vista una prima, se non tolgono le tende ! Ah, sì? Bene, chiedete e otterrete: vedrete che vi accontento subito! ».L'ultima parte del discorso di Scanlan si spiegava col fatto che il dottor Maracot aveva improvvisamente affondato il bisturi da dissezione nel

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braccio di uno dei Sacerdoti, che si era avvicinato furtivamente cercando di pugnalare Scanlan.L'uomo cominciò a urlare e a saltellare tutt'intorno in preda al dolore e alla paura, mentre i suoi compagni, incitati dal vecchio Sacerdote, si preparavano ad attaccarci.Soltanto il Cielo sa cosa L'ABISSO Di ATLANTIDE sarebbe successo, se in quel preciso istante Manda e Mona non fossero entrati nella stanza.Manda sgranò gli occhi sbalordito dinanzi a quella scena e, immediatamente, fece un fuoco di fila di domande all'Alto Sacerdote, mentre Mona mi si avvicinava: allora, con felice ispirazione, presi il bimbo e glielo misi tra le braccia, dove si quietò e si accoccolò felice.Manda aveva aggrottato la fronte ed era evidente che si trovava in grande imbarazzo.Rimandò il Sacerdote e i suoi accoliti al Tempio, e quindi iniziò una lunga spiegazione che compresi solo in parte, traducendola a mia volta a Maracot e Scanlan.«Dovete consegnare il bambino», dissi a Scanlan.«Restituire il bambino? Nossignore: niente da fare!» «Questa ragazza si prenderà cura della madre e del piccolo.» «Allora è un altro paio di maniche.Se la signorina Mona si farà carico della faccenda, ne sarò felice.Ma se quel dannato prete...» «No, no», lointerruppi, «nonpuòinterferire.Tuttalaquestione sta per essere discussa dal Consiglio di Atlantide. È un gran brutto affare, perché ho inteso Manda dire che il prete è nel suo buon diritto e che questa è un'antichissima usanza di Atlantide.Non potrebbero mai fare distinzione fra la razza superiore e la razza degli schiavi se ogni volta si mettessero in mezzo ogni genere di intermediari o di pretesti per far accettare i sanguemisti.Se i bambini sono di sangue misto, devono morire.Questa è la legge. » «Sarà la legge, ma questo bambino non morirà.» «Speriamo.Manda dice che farà il possibile, in Consiglio.Ma occorrerà una settimana, o forse due, prima che si riunisca.Così il piccolo sarà al sicuro con Mona fino ad allora, e nel frattempo chissà cosa può accadere.» Sì, chi poteva sapere quel che sarebbe accaduto? Possiamo anche pensare di aver sognato quello che accadde.Ma di questo parleremo nel prossimo capitolo.7.

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IL Signore dal Volto Tenebroso Ho già detto che, a breve distanza dal rifugio sotterraneo degli Atlantidi, progettato e costruito prima che il cataclisma si abbattesse sulla loro terra natale, si trovavano le rovine di quella grande città di cui i sopravvissuti avevano fatto parte.Ho inoltre raccontato come, indossando le campane di fibra vetrosa e dotate di apparecchio respiratore, avessimo visitato il posto; e mi sono sforzato di comunicare la profonda impressione che provammo aggirandoci tra i resti di quella civiltà.Ma le parole non possono descrivere la straordinaria impressione che ci fecero quelle colossali rovine, gli enormi pilastri scolpiti e i giganteschi edifici che giacevano immobili e silenziosi nella fosforescente luce grigia dell'abisso; e in quella quiete soprannaturale si muovevano soltanto le lunghe alghe ondeggianti nelle correnti sottomarine, o l'ombra di qualche enorme pesce che attraversava i battenti spalancati o fluttuava nelle stanze abbandonate.Ci piaceva molto recarci tra le rovine della città e, sotto la guida del nostro amico Manda, trascorremmo parecchio tempo studiando le strane architetture e gli altri ruderi di quella civiltà scomparsa, che pure dimostrava di aver sorpassato la nostra, almeno per quel che potevamo dedurre dai suoi resti.Tuttavia, la loro superiorità in tante conquiste tecniche e materiali, fondamentalmente si limitava a questo; infatti scoprimmo ben presto che, per quanto concerneva lo sviluppo e l'evoluzione spirituali, un abisso ci separava da loro.La grande lezione che avevamo appreso dalle vicende di Atlantide, dalla sua ascesa alla sua decadenza, era proprio questa: che il più grande pericolo per una nazione è rappresentato dal privilegiare eccessivamente il progresso tecnico-scientifico, a discapito dei valori spirituali.Questo può distruggere un'antica civiltà ed essere, infine, la causa della sua totale rovina.Avevamo notato in una zona dell'antica città sommersa un vasto edificio che doveva un tempo sorgere su una collina, perché si trovava considerevolmente più in alto rispetto agli altri.Vi si accedeva mediante una lunga scalinata in marmo nero, e lo stesso materiale era stato usato in gran parte del palazzo, pur essendo 334 L'ABISSO Di ATLANTIDEu7.

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IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSG ormai quasi del tutto ricoperto da un disgustoso fungo giallo, un viluppo osceno e lebbroso, che pendeva dai cornicioni, dalle architravi, da ogni sporgenza della casa.Sopra il portale d'ingresso principale, scolpita anch'essa in marmo nero, c'era una terribile testa di Medusa, con l'orrida chioma di serpenti, e questo simbolo si ripeteva continuamente sulle altre pareti.In diverse occasioni avremmo voluto esplorare quel sinistro edificio ma, ogni volta, il nostro amico Manda aveva dimostrato una grandissima agitazione e, con gesti concitati, ci aveva scongiurato di desistere.Era evidente che, fintanto che Manda fosse stato con noi, non avremmo potuto soddisfare la nostra curiosità, il gran desiderio di penetrare il segreto di quel luogo inquietan Una mattina, Bill Scanlan e io discutemmo la faccenda.«Sentite», disse, «laggiù c'è qualcosa che non vogliono farci vedere e, più insistono su questo punto, più mi insospettisco e mi vien voglia di vederci chiaro.Non abbiamo più bisogno di guide, nè voi, nè io.Possiamo benissimo prendere i nostri cappelli di vetro e andarcene a spasso come qualunque altro abitante.Poi, quando saremo lontani, andremo a esplorare quel posto.» «Perché no?», risposi, dato che sull'argomento ero curioso quanto Scanlan. «Avete qualche obiezione?», chiesi al professor Maracot che stava entrando in quel momento. «Forse anche voi desiderate venire con noi per svelare il mistero del Palazzo di Marmo Nero.» «Può darsi siao fossela Casa della Magia Nera», esclamò Maracot. «Avete mai sentito parlare del Signore dal Volto Tenebroso? » Gli confessai di non averlo mai sentito nominare.Non ricordo se ho già detto che, tra le altre cose, il professore era anche un esperto di fama mondiale di religioni comparate e di antichi culti primitivi.Neanche la perduta Atlantide sfuggiva al suo prodigioso sapere.«La principale fonte di informazioni al riguardo è ancora una volta l'antico Egitto», proseguì Maracot. «Ed è costituita essenzialmente da quanto i Sacerdoti del Tempio di Sais dissero a Solone: questo è il nucleo originario delle leggendein parte inventate, in parte corrispondenti al veroche si formarono successivamente. » «E che spiritosaggini raccontarono i preti a Solone?», chiese Scanlan.«Bene, gliene raccontarono tante, Bill.Ma, tra le altre, gli riferirono la leggenda del Signore dal Volto Tenebroso.

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Vi confesso che sono incline a credere che questi possa essere stato il Maestro del Palazzo di Marmo Nero.Qualcuno dice che c'era pit di un Si gnore dal Volto Tenebroso, ma noi ne conosciamo con sicurezza soltanto uno.» «E chi sarebbe stato questo bellimbusto?», chiese Scanlan.«Sotto tutti i riguardi era qualcosa più d 'un uomo, sia per potere che per malvagità.Inoltre, si racconta che proprio lui fu la causa della corruzione e della decadenza del popolo, nonchè della sua empietà, sicchè l'intera Atlantide venne distrutta.» «Come Sodoma e Gomorra...» «Esatto.Sembra quasi esista un punto oltre il quale le cose diventano impossibili: la pazienza della natura si esaurisce, e l'unica strada da imboccare è quella di dare un taglio netto e ricominciare tutto daccapo.Qùesto essere, dato che è difficile chiamarlo "uomo", si dedicava a scienze proibite ed aveva acquisito poteri magici di grande potenza, volgendoli a scopi malvagi.Questa è la leggenda del Signore dal Volto Tenebroso e spiegherebbe perché per questa povera gente la sua dimora è ancora un luogo di orrori, e perché hanno paura che noi ci si avvicini al Palazzo di Marmo Nero . » «Eppure, tutto ciò che mi rende ancor più desideroso di visitarlo!», esclamai.«Lo stesso vale anche per me», aggiunse Bill.«Vi confesso che anch'io voglio risolvere questo mistero», disse il professore, «e non vedo che cosa potrebbe capitare di peggio ai nostri gentili ospiti se vi facciamo una piccola escursione per conto nostro, dato che la superstizione impedisce loro di accompagnarci.Coglieremo l'occasione appena si presenterà e faremo così . » Ci volle un po' di tempo prima che si presentasse una simile opportunità, perché la piccola comunità, per forza di cose, viveva talmente gomito a gomito che restava ben poco spazio per l'intimità o la segretezza.Eppure il momento propizio si presentò, infine, un mattino sempre che il nostro elementare calendario stabilisse con esattezza la notte o il giornoin cui una loro cerimonia religiosa li riunì tutti insieme, distraendo la loro attenzione da noi.L'occasione era troppo buona per lasciarcela scappare e, dopo aver assicurato i due custodi che azionavano le grandi pompe della camera stagna, che andava tutto bene, ci trovammo in men che non si dica soli sul letto dell'oceano, e diretti verso l'antica città sommersa.

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Come ho già detto, è difficile camminare nell'acqua salata, impacciati dalla pressione e con i piedi che sprofondano nel limo; anche un breve tragitto diventa faticoso, ma nel giro di un'ora ci trovammo davanti al grande Palazzo Nero che aveva destato la nostra curiosità.Nonostante il disgustoso fungo che dilagava come una cancre 336 L'ABISSO Di ATLANTIDE na, il Palazzo era di gran lunga in migliori condizioni degli altri edifici, tanto che il rivestimento di marmo non era per nulla rovinato, e soltanto la mobilia, l'arredamento e la tappezzeria col tempo erano andati in rovina fino a scomparire del tutto.La natura, d'altra parte, aveva provveduto a sostituire gli arredi originali con nuovi e orribili addobbi.Era un luogo cupo e tenebroso in sommo grado, ma tra quelle odiose penombre stavano in agguato le forme oscene di polipi giganteschi e di strani e mostruosi pesci che sembravano usciti da un incubo.Ricordo soprattutto una enorme lumaca di mare color porpora, che strisciava in compagnia di molti altri esemplari, e tutt'intorno grandi sogliole nere adagiate sui pavimenti come tappeti, e sopra di esse lunghi tentacoli ondeggianti nell'acqua e rossi come fiamme vibranti.Dovevamo star molto attenti ai nostri passi, perché l'intero edificio era diventato il rifugio di creature orribili che potevano provarci con facilità quanto fossero micidiali.C'erano corridoi riccamente decorati con piccole stanze laterali che si perdevano in lontani meandri, ma il cuore del palazzo era uno stupendo salone, che ai giorni della sua grandezza doveva esser stato una delle più belle stanze mai costruite da mani umane.In quel cupo chiarore non riuscivamo a distinguere nè il soffitto, nè lc pareti nella loro interezza; ma, avvicinandoci e facendo luce con le nostre torce elettriche, potemmo apprezzare le sue enormi proporzioni e le squisite decorazioni delle pareti.Queste decorazioni, scolpite con grandissima maestria, risultarono essere delle statue, peraltro orribili e rivoltanti in ciò che rappresentavano.Riproducevano quel che la più perversa mente umana poteva aver concepito quanto a crudeltà sadica e bestiale lussuria.Le orribili immagini, e le ancor più mostruose fantasie che suggerivano, ci spiavano nella fioca penombra, o si stagliavano nitidamente nel fascio luminoso delle torce elettriche.Se mai il Diavolo ha avuto un Tempio eretto in suo onore, era questo di certo.

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E forse il Diavolo stesso lo abitava, perché ad un'estremità della sala, sotto un baldacchino di metallo scolorito che avrebbe potuto benissimo essere oro, su un alto trono di marmo rosso, sedeva una divinità da incubo, autentica personificazione del male; feroce, minacciosa e spietata, ricordava le fattezze del Baal che avevamo visto nel Tempio di Atlantide, ma era infinitamente più misteriosa e rivoltante.Ed emanava un fascino perverso per lo straordinario vigore dell'espressione del viso.Ci trovavamo davanti alla statua, illuminandola con le torce e perduti nei nostri pensieri, quando un fatto sbalorditivo, assolutamente pazzesco, ci riscosse dalle nostre riflessioni: dalle nostre spalle giungeva il suono soffocato di una sardonica risata umana.7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO 337 Come ho già avuto modo di spiegare, le campane di vetro che indossavamo generalmente escludevano ogni suono proveniente dall'esterno, nè era possibile, logicamente, parlare o emettere altri suoni dall'interno delle campane stesse.Eppure, quella risata di scherno risuonava chiaramente ai nostri orecchi.Con un balzo ci voltammo immediatamente, e restammo sbalorditi per quanto vedevamo.Appoggiato ad uno dei pilastri della sala c'era un uomo, le braccia incrociate sul petto, e gli occhi malvagi fissi su di noi con un'espressione minacciosa.L'ho chiamato «uomo)>, ma in verità non assomigliava a nessun uomo ch'io avessi mai conosciuto, e il fatto stesso che potesse respirare e parlare, ed esprimere chiaramente le parole a dieci chilometri sotto il mare e senza alcun rivestimento protettivo, ebbene, tutto ciò lo rendeva profondamente diverso da noi.All'apparenza tuttavia, era un essere magnifico, alto non meno di 2 metri e 15 e costruito poderosamente, con il fisico di un atleta, messo in risalto da una sorta di calzamaglia che aderiva perfettamente alla sua figura e che, ad un'osservazione più attenta, ci sembrò di cuoio nero cerato o di pelle conciata in modo singolare.Il suo volto era quello di una statua di bronzo: una statua modellata da qualche abile artista per infondervi tutta la potenza e la malvagità che può racchiudere un viso umano.

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Eppure le sue fattezze non erano tronfie o sensuali, perché tali caratteristiche sarebbero state segno di debolezza.Non aveva certo l'aspetto di un debole; al contrario, i suoi lineamenti erano puri, ben marcati, forti, con un naso aquilino, fitte sopracciglia brune e neri occhi ardenti che risplendevano e brillavano di un fuoco interiore.Erano proprio quegli occhi spietati e maligni, e la bella bocca crudele dalle labbra tese in un sogghigno sardonico, a conferire al suo viso un aspetto indicibilmente sinistro.Guardandolo, si sentiva che tanto era splendido nella sua persona, quanto era malvagio nel suo intimo, e il suo sguardo diventava una minaccia, il suo sorriso un ghigno, la sua risata uno scherno.«Bene, signori», disse parlando in un inglese eccellente con una voce che risuonava nitida come fossimo stati sulla terra, «avete vissuto una straordinaria avventura, fino ad oggi, e vi apprestate a viverne un'altra ancora più eccitante nel prossimo futuro, benchè sia mio gradito incarico porvi termine bruscamente.Temo che questo sia un monologo, più che una conversazione, ma sono perfettamente in grado di leggere i vostri pensieri, e poichè so tutto di voi, non dovete temere equivoci.Ma avete ancora molto da imparare, veramente tanto.» Ci guardammo l'un l'altro, in preda ad un totale sbalordimen 338 L'ABISSO Di ATLANTIDE to.Era difficile trattenerci dallo scambiarci delle impressioni data l'incredibile piega che aveva preso la situazione.«Sì, è difficile», continuò l'uomo sogghignando. «Ma potrete parlare e scambiarvi le impressioni al vostro ritorno, perché voglio che torniate e portiate un messaggio.Se non fosse per questo messaggio, temo che questa visita vi sarebbe stata fatale.Ma, innanzitutto, ho alcune cose da dirvi.Mi rivolgo a voi, professor Maracot, in quanto membro più anziano e presumibilmente più saggio del gruppo, benchè nessuno che possa definirsi saggio avrebbe fatto un'escursione proprio nella mia dimora.Mi sentite chiaramente, vero? Molto bene, un cenno o un piccolo gesto mi è sufficiente .Naturalmente sapete chi sono.Mi avete incontrato poco fa.Nessuno può parlare di me o pensare a me senza che io lo sappia.

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Nessuno può entrare in quest'antica dimora, il mio tempio più segreto, il mio mausoleo nascosto, senza che io compaia immediatamente.Per questo, quei poveri disgraziati laggiù evitavano il Palazzo di Marmo e volevano che anche voi lo fuggiste.Sareste stati molto più saggi se aveste seguito i loro consigli.Voi mi avete evocato e, una volta che io sia apparso, non è facile liberarsi di me.La vostra mente, con il suo granello di scienza terrestre, si sta tormentando sul problema che rappresento.Come posso vivere quaggiù senza ossigeno? Ma io non vivo qui.Vivo nel mondo degli uomini, lassù, sotto la luce del Sole: vengo qui soltanto quando mi chiamano, come avete fatto voi.Io sono un essere che respira aria: c'è più aria qui che non sulla cima d'una montagna.Anche qualcuno della vostra gente può vivere senz'aria.Coloro che cadono in catalessi trascorrono mesi senza respirare.Io sono un po' come loro ma, come potete osservare, rimango conscio e attivo.E adesso vi starete chiedendo come mai riuscite a udirmi.Non è forse l'autentica essenza delle trasmissioni radio quella di viaggiare nell'aria e nell'etere? Allo stesso modo, esprimo le mie parole con un'emissione eterica che colpisce i vostri timpani attraverso l'aria che riempie quelle rozze campane di vetro.E il mio inglese? Spero sia abbastanza buono.Ho vissuto per un po' di tempo sulla Terra: un periodo noioso, oh molto noioso ! Quanto? Mille, diecimila anni? Che importa? Ho avuto il tempo di imparare tutte le lingue della Terra: il mio inglese non è migliore delle altre che conosco.Ho risolto qualcuno dei vostri dubbi? Molto bene.Vi posso vedere anche se non vi sento.Ma ora devo dirvi qualcosa di assai più importante.Io sono Baal dell'Abisso; sono il Signore dal Volto Tenebroso, 7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO339 colui che ha penetrato a tal punto i segreti della natura da poter sfidare la morte stessa.Conosco tanti misteri che anche la morte muore davanti a me.Forse solo qualcosa di ancora più potente della morte potrebbe vincermi.Oh, mortali, non pregate mai perchè vi sia risparmiata la Morte.

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Può sembrare terribile, ma la vita eterna lo è molto di più: continuare a vivere, mentre la moltitudine senza fine dell'umanità passa accanto a voi; sedere al margine del cammino della storia e vederla andare, vederla snodarsi infinitamente mentre voi restate indietro ! Vi stupite che il mio cuore sia irato e amaro? Vi meravigliate che maledica l'insensata folla dei mortali? Perché non dovrei? Vedo che il mio odio vi stupisce.Dispongo di poteri straordinari: possogovernare le menti degli uomini.Sono il dominatore delle masse.Ovunque il Male ha trionfato, là io ero presente.Ero con gli Unni quando ridussero mezza Europa in rovina.Ero con i Saraceni quando, in nome della loro religione, misero a ferro e a fuoco qualunque cosa li ostacolasse.Ero presente la Notte di San Bartolomeo: giacevo accanto allo schiavo traditore.Fui io a far bruciare diecimila vecchie che quei pazzi chiamavano "streghe".Fui io a scatenare la folla che insanguinò le strade di Parigi.Bei tempi quelli, ma sono migliori gli anni della rivoluzione russa! Perché anche là, ero presente! Peraltro mi ero quasi dimenticato di questa colonia di topi di mare che si sono scavati una tana sotto il fango e non conservano che l'ombra dell'arte e dei miti di quel grande continente che fiorì sotto il Sole, come mai altri ne sorsero.Voi avete fatto sì che io mi ricordassi di loro; siete voi che mi avete chiamato, perché questa mia antica dimora, mediante delle vibrazioni di cui la vostra scienza non sa nulla, è ancora legata all'uomo che la costruì e l'amò.Ho saputo subito che voi eravate qui.Mi avete evocato, ed eccomi.Ora, dato che mi trovo qui ed è la prima volta da migliaia di anniil Palazzo di Marmo Nero mi ha ricordato che devo occuparmi di Atlantide.IL loro tempo sta per finire: anche per loro è giunta l'ora dell'addio.Essi discendono dall'uomo il cui potere sfidò e vinse la mia forza e che fece costruire per loro quest'arca di salvezza, per sfuggire alla catastrofe che tutto distrusse fuorchè me e questi pochi sopravvissuto.IL suo sapere li salvò dalla morte, e il mio potere preservò me stesso.Ma adesso la mia potenza distruggerà coloro che lui salvò, e la vicenda sarà conclusa.» Mise una mano dentro l'abito nero e ne estrasse un manoscritto to. «Lo consegnerete al capo di quei topi di mare», disse. «Mi

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dispiace che, da gentiluomini quali siete, dividerete il loro destino, ma, poichè siete la causa prima della loro disgrazia, dopotutto è giusto.Mi rivedrete ancora, più tardi.Nel frattempo, vi racco 340 L'ABISSO Di ATLANTIDE mando caldamente di studiare con attenzione queste pitture e questa sculture, che vi daranno un'idea dei vertici che aveva raggiunto Atlantide nei giorni del mio dominio.Potrete anche rendervi conto degli usi e costumi di quel popolo sotto la mia influenza.La vita era assai varia, emozionante e imprevedibile.Al contrario, i giorni scialbi che vivono oggi potremmo definirli un'orgia di noia; ma senz'altro voi e i sopravvissuti chiamereste orgia di perversità i tempi dei loro antenati.Bene, chiamateli come vi pare, fui io a fomentarli: ne gioisco ancora, e non ho rimorsi.Giungesse di nuovo il mio tempo ! Rifarei esattamente quel che ho fatto allora! Ho soltanto un rimpianto, ed è proprio il dono fatale della mia immortalità.Warda, che io maledissi e che avrei ucciso prima che diventasse talmente forte da mettermi contro il popolo, fu più saggio di me, a tale riguardo.A volte ritorna sulla Terra, ma è uno spirito, non un uomo.E ora devo andare.Siete venuti qui spinti dalla curiosità, amici miei.Mi auguro che adesso sia soddisfatta. » Quindi lo vedemmo svarfilre.Sì, proprio così, scomparve davanti ai nostri occhi.Non accadde in un istante: dapprima si stagliava chiaramente contro il pilastro cui era appoggiato, poi la sua figura splendida e terribile divenne man mano indistinta, cominciando dai contorni; si spense la luce di quegli occhi spietati e soprannaturali, i suoi lineamenti sbiadirono e, un attimo dopo, divenne una cupa nube vorticante che si dileguò veloce verso l'alto, attraverso l'acqua stagnante di quello spaventoso salone.Se n'era andato.- Sbalorditi, esterrefatti, ci guardavamo sgomenti dinanzi alle strane e misteriose possibilità della vita.Non ci fermammo oltre in quel posto.Non era salutare indugiarvi ancora.E, infatti, dovetti colpire con il bastone appuntito una di quelle disgustose lumache rosse, e la scagliai lontano, poichè stava strisciando alle spalle di

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Scanlan, mentre io stesso venivo dolorosamente colpito a una mano dal getto velenoso di un grande lamellibranchie giallo.Mentre uscivo dalla sala, ebbi un'ultima, fuggevole visione di quelle spaventose sculture: l'opera d'un vero e proprio demone.Poi, sbigottiti e atterriti, ci lanciammo di corsa lungo i corridoi tenebrosi, giù per le scale di marmo nero, via da quel luogo orribile, maledicendo l'attimo in cui avevamo deciso di visitare il Palazzo della Magia Nera.E fu davvero con grande felicità che ci ritrovammo nella luce fosforescente del fondo marino e rivedemmo un'altra volta l'acqua chiara e trasparente.Entro un'ora fummo di nuovo nel Rifugio.Dopo aver tolto i 7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO341 caschi in fibra vetrosa e il resto dell'equipaggiamento, tenemmo immediatamente una riunione tra di noi, nelle nostre stanze.Il professore e io eravamo troppo sconvolti da quel che era accaduto per riuscire a parlarne.In quel frangente si dimostrò preziosa l'indistruttibile vitalità di Bill Scanlan.«Fumo sacro!», disse. «Si è dissolto come fumo.Ma dobbiamo vedercela con lui, adesso.Penso che questo spauracchio sia davvero un pezzo grosso uscito dall'Inferno.E con tutte quelle pitture, le statue e il resto, mi sembra proprio il custode di un bordello da due soldi.Come affrontarlo... questo è il punto.» IL professor Maracot era perduto nei suoi pensieri.Poi si alzò bruscamente, suonò il campanello e immediatamente comparve il nostro cameriere in tunica gialla. «Manda», gli disse Maracot.Un minuto dopo il nostro amico era con noi.Maracot gli consegnò il messaggio fatale.Non ho mai ammirato tanto un uomo, come Manda in quella circostanza.Con la nostra inqualificabile curiosità, stavamo causando la rovina della sua gente e di lui stesso: noi, gli stranieri che aveva salvato quando ogni speranza ci aveva abbandonato.Letto il messaggio, divenne bianco come un fantasma, eppure non c'era ombra di rimprovero in quei suoi occhi castani tanto tristi.

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Scosse la testa, e ogni suo gesto rivelava la disperazione che lo aveva preso. «Baal dell'Abisso! Baal dell'Abisso!», gridò, e portandosi le mani agli occhi, continuava a sfregarli quasi volesse scacciare un'orribile visione.Poi si mise a correre intorno alla stanza come impazzito dal dolore, e finalmente si precipitò fuori per leggere il sinistro messaggio alla comunità.Pochi minuti più tardi udimmo i colpi della grande campana che convocava l'assemblea nel salone centrale.«Andiamo anche noi?», chiesi.Il professor Maracot scosse la testa.«Che cosa possiamo fare? E che cosa possono fare anche loro in una situazione come questa? Che possibilità hanno contro un essere che ha i poteri di un demone?» «Le stesse di un branco di conigli contro una donnola», disse Scanlan. «Ma, perdinci, è compito nostro trovare una via d'uscita.Non è giusto che andiamo a svegliare il Diavolo e poi scarichiamo il barile sulla schiena di quelli che ci hanno salvato.» «Cosa suggerite?», gli chiesi ansiosamente, perché a parte tutto il suo slang e la sua ironia, avevo fiducia nel suo grande senso pratico e nella sua abilità.«Bene, adesso vedrete!», riprese. «Ma, chissà, forse questo spauracchio non è poi così al sicuro come crede.Si sarà pure arrugginito un po' con l'età e, se dobbiamo prenderlo in parola, sta diventando vecchio.» 342 L'ABISSO Di ATLANTIDE «Credete che possiamo attaccarlo?» «Pazzie!», intervenne il professore.Scanlan si diresse verso il suo armadietto, vi armeggiò un attimo, e quando si voltò di nuovo, vedemmo che aveva in mano una grossa rivoltella a sei colpi.«Che ve ne pare?», chiese. «Mi sono impadronito di questo gingillo quando per caso l'ho trovato sul relitto.Ho pensato che avrebbe potuto tornarci utile.Ho una dozzina di confetti con cui fare tanti buchi in quel lazzarone, che senz'altro gli uscirà fuori un po' della sua magia.Buon Dio! Che succede, adesso?» La rivoltella cadde con fracasso sul pavimento mentre Scanlan si contorceva in preda ad atroci dolori, stringendosi con la mano sinistra il polso destro.

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Terribili crampi gli attanagliavano il braccio e, quando cercammo di alleviargli il dolore massaggiandolo, sentimmo che i muscoli erano tesi e irrigiditi, aggrovigliati come le radici di un albero.Un sudore mortale gli imperlava la fronte, e quando ormai cominciavamo a disperare, si mise infine a sedere sul letto, completamente sfinito e impaurito.«È finita, sta passando», disse respirando a fatica. «Ecco, è passato.Grazie, va meglio ora.Ma William Scanlan è k.o. questa volta.Ho imparato la lezione: non cercate di combattere l'inferno con una rivoltella a sei colpi; non provateci neanche.D'ora in avanti, gliela do vinta.» «(Sià, avete avuto una bella lezione!», disse Maracot. «Ed è stata ben severa.» «Allora credete che non abbiamo alcuna probabilità di cavarcela? » «Cosa mai possiamo fare se, a quanto sembra, lui conosce in anticipo ogni nostra mossa? Eppure dobbiamo cercare di non disperare.» Sedette pensoso per qualche minuto. «Credo», continuò, «che la cosa migliore per voi, Scanlan, sia restarvene dove siete e riposarvi per un po' .Avete subìto un attacco che richiederà un certo tempo perché vi rimettiate.» «Se c'è qualcosa da fare, contate su di me, purchè sia finita con questa maledetta storia! », disse il nostro amico coraggiosamente, ma il suo viso tirato e il tremito che gli scuoteva le membra dimostravano quanto fosse provato.«Non possiamo far nulla nel senso che intendete voi, Bill.Alla fine abbiamo almeno imparato qual è la strada da non seguire in questa faccenda.Ogni violenza è inutile.Dobbiamo agire su un altro piano, il piano dello spirito.Restate qui, Headiey.Vado nella stanza che ho adibito a studio.Forse restando solo riuscirò a vederci più chiaro e a decidere quello che si può fare.» Scanlan e io avevamo imparato a riporre molta fiducia in Maracot.Se una mente umana poteva risolvere le nostre difficoltà, l 7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO 343 questa era la sua.E tuttavia sentivamo di aver raggiunto un punto al di là di ogni umana possibilità.

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Eravamo senza speranza, come bambini in balìa di forze che non potevarno comprendere nè tanto meno dominare.Scanlan era caduto in un sonno agitato.IL pensiero che mi ossessionava, mentre ero seduto accanto a lui, non era come potevamo cavarcela, quanto piuttosto che forma avrebbe assunto la disgrazia, e in che modo si sarebbe abbattuta su Atlantide e su di noi.Mi aspettavo, ad ogni istante, di veder crollare il solido soffitto, le pareti spaccarsi e le cupe acque dell'abisso chiudersi su coloro che per tanto tempo le avevano sfidate.Poi, improvvisamente, la grande campana suonò un'altra volta.IL suo aspro clangore mi tormentava i nervi: balzai in piedi e Scanlan si tirò su a sedere sul letto.Non era il solito scampanìo che convocava l'assemblea quello che adesso echeggiava nell'antico palazzo.Quei colpi convulsi, spezzati e irregolari erano un segnale d'allarme.Tutti dovevano precipitarsi e subito.I rintocchi continuavano minacciosi e insistenti.«Presto, venite! Subito, immediatamente, venite! Lasciate ogni cosa e accorrete!», gridava la campana.«Sentite, amico, dovremmo andare con loro», disse Scanlan, «credo che se la stiano vedendo con Lui, adesso.» «Ma che cosa possiamo fare?» «Forse, se stiamo con loro gli infonderemo coraggio.Ad ogni modo non devono pensare che siamo dei vigliacchi.Dov'è il professore? » «È andato nel suo studio.Ma avete ragione, Scanlan.Dobbiamo andare, perché vedano che siamo pronti a dividere il loro destino. » «In un certo senso quei poveri diavoli dipendono da noi.Per certi versi ne sapranno anche più di noi, ma non hanno il nostro fegato! Loro hanno trovato le cose bell'e pronte, mentre noi abbiamo dovuto conquistarcele da soli.Bene, affronterò il diluvio... se diluvio dev'essere.» Stavamo avviandoci verso la porta, quando un'inaspettata interruzione ci trattenne.IL professor Maracot stava in piedi davanti a noi.Anzi, era qualcosa molto superiore al Maracot che conoscevamo: chi era quell'uomo sicuro di sè, dal volto forte e autoritario che irraggiava energia e decisione? IL tranquillo studioso era stato rimpiazzato da un superuomo, da un grande condottiero, da uno spirito dominatore che poteva piegare ogni mente al suo volere.

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«Sì, amici, hanno bisogno del nostro aiuto.Tutto può ancora finire bene, ma dobbiamo affrettarci o sarà troppo tardi.Sì, sì, stiamo arrivando.» 344 L'ABISSO Di ATLANTIDE Queste ultime parole erano rivolte ad alcuni atterriti Atlantidi apparsi sulla porta che ci facevano segno d'affrettarci.Era un fatto inoppugnabile, come aveva detto Scanlan, che avevamo dimostrato più volte di aver maggior forza di carattere e di essere più pronti all'azione di quel popolo solitario; per cui anche nel momento dell'ora suprema si aggrappavano a noi.Udii un mormorio sommesso di gioia e di sollievo al nostro ingresso nel salone affollato, e poi quando ci sedemmo nei posti che ci erano riservati in prima fila.Era ora che arrivassimo, se volevamo essere di un qualche aiuto.IL terribile essere si trovava già sulla piattaforma e fronteggiava la folla che tremava dinanzi a lui, con un sorriso demoniaco e crudele sulle labbra sottili.Mi tornò in mente, guardandoli, il paragone di Scanlan di un branco di conigli davanti ad una donnola.Si facevano piccoli, stringendosi l'uno all'altro in preda al panico, guardando con occhi sbarrati la possente figura che torreggiava su di loro e li scrutava con uno sguardo spietato scolpito nel volto.Non riuscirò mai a dimenticare la vista di quella platea semicircolare, fila dopo fila, stipata di visi stravolti e terrorizzati che guardavano con occhi pieni di orrore in un'unica direzione: la pedana centrale.Sembrava che Baal avesse giù pronunciato la loro condanna e che essi attendessero all'ombra della morte il suo compimento.Manda stava in piedi dinanzi a lui, in atteggiamento sottomesso, difendendo con accenti accorati la sua gente, ma si vedeva chiaramente che le sue parole non facevano altro che accrescere il perverso piacere del mostro che lo guardava ghignando.Baal interruppe poi Manda con poche parole, e sollevò in alto la mano destra, mentre un grido di disperazione prorompeva dalla folla.Fu in quell'istante che il professor Maracot balzò sulla pedana.Era sorprendente vederlo: sembrava che un prodigio lo avesse trasformato.Aveva il portamento e i gesti d'un giovane, eppure il suo viso splendeva di una tale potenza, quale mai ho potuto vedere in lineamenti umani.Si avvicinò a grandi passi al gigante che lo fissava sbalordito.«Ebbene, ometto, cosa hai da dirmi?», gli chiese quello.

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«Devo dirti», esclamò Maracot, «che latua ora è giunta. È suonata da un pezzo, ormai! Va' via! Sprofonda nell'Inferno che ti aspetta da tanto.Sei un principe delle Tenebre: va' allora dove la tenebra è sovrana!» Gli occhi del demone splendevano come nere fiamme mentre rispondeva: «Quando verrà la mia orase mai verrànon sarà certo dalle miserabili labbra di un mortale che la saprò.Di che potere di 7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO 345 sponi tu che hai osato opporti, per un attimo, a colui che ha penetrato i più riposti segreti della natura? Potrei distruggerti ora, subito e qui, se lo volessi».Maracot guardava quegli occhi spaventosi senza tremare.Anzi, mi sembrava quasi che fosse il gigante ad evitare lo sguardo del professore.«O Essere infelice», gridò Maracot, «sono io che ho il potere di distruggerti dove ti trovi.Troppo a lungo hai avvelenato il mondo con la tua presenza: sei stato un bubbone che ha infettato ogni cosa bella e buona.I cuori degli uomini saranno più leggeri quando te ne sarai andato, e il Sole brillerà più luminoso.» «Cosa dici? Chi sei?», balbettò quella creatura.«Parli di una conoscenza segreta.Devo essere io a dirti qual è l'intima essenza di tale sapere? È una verità semplice e profonda: in ogni cosa, in ogni fenomeno, in ogni forma dell'essere, in ogni pensiero, in ogni azione, il Bene è più potente del Male.E l'Angelo sconfiggerà il Demone.Adesso io'sono nella situazione in cui ti sei trovato tu per moltissimo tempo: adesso sono io che posseggo il Potere del Conquistatore, dato che ho fatto prevalere il Bene.Quella è la Forza che mi è stata data.Per questo ti dico ancora: Muori! Sprofonda nell'Inferno a cui appartieni.Muori! Sprofonda nel tuo Inferno!» E il miracolo avvenne.Per un minuto o forse più (com'è possibile tener conto del tempo in simili circostanze?) i due esseri, l'uomo e il Demone, si fronteggiarono rigidi e immobili come statue, fissando l'uno gli occhi dell'altro, ognuno teso a far prevalere la sua volontà, il Male e il Bene.Poi, d'un tratto, il gigante nero indietreggiò, col volto sconvolto dall'ira e dalla rabbia, e sollevò le mani artigliando l'aria.«Sei tu, Warda! Maledetto! Ho riconosciuto la tua mano.

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Maledetto! Che tu sia maledetto, Warda! Maledetto!» La sua voce si spense quindi in lontananza.L'alta, cupa figura, cominciò a dissolversi: la testa si abbassò sul petto, le ginocchia si piegarono; si abbassava e rimpiccioliva sempre di più cambiando orribilmente aspetto.Dapprima sembrò una forma umana rannicchiata, poi un'informe massa scura e, infine, si disfece del tutto, trasformandosi in un disgustoso mucchio di nera putredine che colava sul pavimento della pedana ammorbando l'aria.Allora io e Scanlan ci lanciammo in avanti, salendo sulla piattaforma, perché il professor Maracot, sfinito, si era accasciato con un lungo gemito, colpito da un collasso che sembrava irrimediabile. «Abbiamo vinto! Abbiano vinto!», mormorò: un attimo dopo aveva perso i sensi e giaceva esanime sul pavimento.Fu così che la colonia di Atlantide si salvò dal più spaventoso 346 L'ABISSO Di ATLANTIDE pericolo che mai l'avesse mai minacciata, mentre una forza demoniaca veniva bandita per sempre dal mondo.Per alcuni giorni il professor Maracot non fu in condizioni di raccontare quello che era accaduto e, quando lo fece, la sua storia fu talmente incredibile che, se non avessimo assistito al terrificante epilogo, l'avremmo considerata il delirio di un folle.Tuttavia era evidente che il misterioso potere che lo aveva sorretto in quella circostanza lo aveva ormai lasciato, e che era tornato ad essere il tranquillo e gentile uomo di scienza che avevamo conosciuto.«Cosa doveva capitarmi!», esclamò. «Proprio a me, un materialista convinto, una persona talmente immersa nello studio della materia e delle scienze esatte, da aver praticamente escluso l'invisibile e il soprannaturale dalla sua filosofia.Le convinzioni di tutta una vita sono crollate in pochi istanti.» «In un certo senso siamo tutti tornati a scuola un'altra volta», disse Scanlan. «Se mai farò ritorno alla mia piccola città, avrò qualcosa da raccontare ai bambini ! » «Meno direte, meglio sarà, sempre che non vogliate passare per il più grande bugiardo d'America», sorrisi. «Se qualcuno ci avesse raccontato una simile storia, pensate che gli avremmo creduto? » «Mah, forse no.Sentite, professore: sembra che ne sappiate più di tutti noi su questa faccenda; quel lazzarone ha avuto il fatto suo, dopo che lo avete messo fuori combattimento, come non ho mai visto in tutta la mia vita.Non ci sarà un bis.

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L'avete letteralmente cancellato dalla faccia della terra! Non ho idea di dove sia andato adesso, ma di sicuro non è un posto adatto a Bill Scanlan . » «Va bene, vi racconterò esattamente come sono andate le cose», lo interruppe il professore. «Ricorderete che aun certo punto mi ritirai nel mio studio.Non nutrivo soverchie speranze ma, a suo tempo, lessi molti trattati di Magia Nera e Arti Occulte, per cui sapevo che la Magia Bianca può sempre vincere la Magia Nera, a patto che riesca a raggiungere lo stesso livello di volontà e di forza.E Lui purtroppo si trovava su un piano molto più forte, non dico più elevato: questo era il problema cruciale.Non riuscivo a vedere una via d'uscita.Mi lasciai cadere sul divano e cominciai a pregaresì, io, il materialista convinto, pregavoperché il Cielo mi aiutasse.Quando ci si trova al di là di ogni umana possibilità, cosa altro possiamo fare se non protendere le mani in preghiera nelle nebbie che ci vorticano intorno supplicando un aiuto? E così pregai, e la mia supplica ricevette una meravigliosa risposta.Improvvisamente mi resi conto di non essere più solo nella stanza.Davanti a me si ergeva un'alta figura, scura come la pre 7.IL SIGNORE DAL VOLTO TENEBROSO 347 senza malefica che stavamo combattendo: ma il suo volto gentile, incorniciato dalla barba, irradiava compassione e amore.Sentivo anche in essa un Potere non inferiore a quello di Baal, ma questo era il potere del Bene, il potere dinanzi a cui le forze del Male si dissolvono come nebbia al sole.Mi guardava con occhi gentili, mentre mi tiravo su osservandolo con meraviglia, troppo sbalordito per riuscire a parlare.Qualcosa nel mio intimouna profonda intuizione o ispirazionemi diceva che questo doveva essere lo spirito del grande e saggio atlantide che aveva combattuto il Male finchè era vissuto e che, quando non potè evitare la distruzione della sua terra, fece sì che i più meritevoli si salvassero e sopravvivessero anche quando Atlantide s'inabissò nell'oceano.Questo essere meraviglioso interveniva ancora per evitare la rovina della sua opera e la distruzione dei suoi figli.In un improvviso fremito di speranza mi resi conto di tutto ciò come se me lo avesse detto lui stesso, con le sue parole.Allora, sempre sorridendo, si avvicinò e mi poggiò le mani sul capo.

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Senza dubbio mi stava trasmettendo il suo potere e la sua forza.Lo sentii come un fuoco che mi scorrevanelle vene.In quell'attimo niente mi sembrò impossibile.Avevo la forza e il potere di operare miracoli.Fu allora che udii la campana suonare, avvertendo che il momento critico era ormai giunto.Mentre mi alzavo dal letto, sorridendo per incoraggiarmi, lo spirito scomparve.Subito dopo mi unii a voi: il resto lo conoscete.» «Bene», gli dissi, «credo che vi siate creato un'eccellente reputazione.Se voleste installarvi qui come un Dio, penso non incontrereste alcuna difficoltà.» «Eh sì! », aggiunse Scanlan. «Lo avete sistemato proprio bene.Ma ditemi, professore, come mai questo delinquente non sapeva quello che stavate per fargli? Con me è stato assai svelto quando ho preso la pistola.Eppure ce l'avete fatta.» «Suppongo che la spiegazione consista in questo: voi volevate combatterlo sul piano della materia, mentre io l'ho affrontato su quello dello spirito», rispose il professore pensosamente. «In fondo questi fatti insegnano ad essere umili. È soltanto quando raggiungiamo questi vertici spirituali che ci rendiamo conto di quanto siamo piccoli nel quadro della creazione.Ho imparato la lezione.Spero di poter dimostrare, nella vita che mi resta, che l'ho appresa bene.» Così finì quella nostra straordinaria avventura.Qualche tempo dopo concepimmo l'idea di inviare nostre notizie in superficie, e più tardi, escogitammo il modo di tornare nel mondo per mezzo 348 L'ABISSO Di ATLANTIDE dei globi in fibra di vetro riempiti di levigeno; cosache attuammo nel modo ormai noto.

Oggi il professor Maracot dice di voler tornare laggiù, perchè... desidera chiarire qualche problema d'ittiologia.Riguardo a Bill Scanlan, ho sentito che ha sposato il suo «passerotto» di Filadelfia e che è stato promosso direttore dei Cantieri Merribank, sicchè non va più in cerca d'avventure.Quanto a me, be', l'abisso del mare mi ha regalato una perla davvero preziosa, e non chiedo niente di più.