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AscoltAmi n.67 marzo 2019 Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003, conv. L. 46/2004, art.1, c.1 DCB Milano Reg. Tribunale Milano N.941 del 16 dicembre 2005 In caso di mancato recapito restituire al mittente C.M.P. Roserio - Milano, detentore del conto Foglio di formazione e informazione dell’Associazione Maria Immacolata Lesercizio del discernimento non è riservato a pochi. Riguarda tutti. Fin da piccoli per imparare a crescere e da adulti per rimanere nella via. È dentro il tessuto quotidiano come attitudine a scegliere secondo criterio. Lo “scrite- riato” è colui che non applica il buon senso. Operazione facile a dirsi ma di difficile applicazione per le molte com- ponenti che intervengono. Per esempio come valutare il fenomeno dell’immigrazione? Può essere affidato a un referendum? Il Papa direbbe “ci vuole umanità, soltanto umanità” perché gli im- migrati che arrivano sulle nostre spiagge o nei nostri porti cercano un futuro per la loro vita al prezzo non solo di soldi ma di rischi di naufragi e di umiliazioni. Il Papa si appella alla coscienza di ogni uomo di fronte al diritto di sopravvivenza digni- tosa. La loro fame, le condizioni di guerra e di sfruttamento invocano aiuto a cui non ci si può negare come singoli, come nazione, come comunità europea. Invito ad aprirsi all’accoglienza e a lottare contro le cause che stanno all’origine delle con- dizioni indegne. San Paolo, rivolgendosi ai cristiani di Efeso, li sprona ad esercitare il discer- nimento “non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual’ è la vo- lontà del Signore” (Ef 5,17). Don Fabio Rosini in “L’arte di ricomin- ciare” * indica la chiave del discerni- mento in un’ esistenza “impastata nella comunione con Dio… Dinamica che guida interiormente colui che vive al cospetto del Signore, come il Signore Gesù sta al cospetto del Padre. È l’orien- tamento profondo dell’essere. Non è un scelta singola, sussiste in tutte le scelte” (pag.28): “Se conosci un vino buono, il cattivo non lo vuoi più se conosci la sincerità, l’ipocrisia ti dà imbarazzo se conosci la bellezza, la mediocrità ti urta se conosci l’amore, il peccato non ti sta più simpatico. E li distingui.” (pag. 32) Il discernimento non è un’abilità. È una relazione. Anzi è una persona che aiuta a scegliere a non rimanere immobili. Quando non la si ha, sono guai infiniti. Ben lo sa l’orfano (inteso anche in senso lato); chi si è affidato solo a sé stesso; chi ha creduto nei surrogati individuali o sociali. Il discernimento è una persona che ami e da cui sei amato, che fa sca- turire fiducia: incredibilmente relazione dinamica, dialettica. E, sul piano del credere cristiano, è cercare l’incontro con Colui che ama, che chiama insisten- temente, che non vuole perdere nessuno. Perché perderebbe sè stesso: l’amore. Solo se amati si può essere fedeli. Ed è dentro questo abbraccio che vedo quello che devo fare e che non devo fare. L’amore è un limite che coincide con la libertà. Toccando in questi giorni con mano la comunità dei monaci di Bose, in un breve soggiorno spirituale, ho vi- sto una disciplina viva e profumata da preghiera liturgica, da lavoro, da studio, da condivisione, da essenzialità: assag- gio di libertà autentica. Il mondo corre alla deriva. Occorre vol- gere lo sguardo là dove la scelta si fa salvezza. Foto: Tiberio Mavrici in questo numero Il discernimanto EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE EDITORIALE LUCE SUL CAMMINO Don Carlo

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• AscoltAmi • n.67 • marzo 2019

Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003, conv. L. 46/2004, art.1, c.1 DCB Milano Reg. Tribunale Milano N.941 del 16 dicembre 2005In caso di mancato recapito restituire al mittente C.M.P. Roserio - Milano, detentore del conto

Foglio di formazione e informazionedell’AssociazioneMaria Immacolata

L’esercizio del discernimento non èriservato a pochi. Riguarda tutti.Fin da piccoli per imparare a crescere eda adulti per rimanere nella via. È dentroil tessuto quotidiano come attitudine ascegliere secondo criterio. Lo “scrite-riato” è colui che non applica il buonsenso. Operazione facile a dirsi ma didifficile applicazione per le molte com-ponenti che intervengono. Per esempio come valutare il fenomenodell’immigrazione? Può essere affidato aun referendum? Il Papa direbbe “ci vuoleumanità, soltanto umanità” perché gli im-migrati che arrivano sulle nostre spiaggeo nei nostri porti cercano un futuro per laloro vita al prezzo non solo di soldi ma dirischi di naufragi e di umiliazioni. Il Papasi appella alla coscienza di ogni uomo difronte al diritto di sopravvivenza digni-

tosa. La loro fame, le condizioni di guerrae di sfruttamento invocano aiuto a cuinon ci si può negare come singoli, comenazione, come comunità europea. Invitoad aprirsi all’accoglienza e a lottare controle cause che stanno all’origine delle con-dizioni indegne. San Paolo, rivolgendosi ai cristiani diEfeso, li sprona ad esercitare il discer-nimento “non siate perciò sconsiderati,ma sappiate comprendere qual’ è la vo-lontà del Signore” (Ef 5,17). Don Fabio Rosini in “L’arte di ricomin-ciare” * indica la chiave del discerni-mento in un’ esistenza “impastata nellacomunione con Dio… Dinamica cheguida interiormente colui che vive alcospetto del Signore, come il SignoreGesù sta al cospetto del Padre. È l’orien-tamento profondo dell’essere. Non è un

scelta singola, sussiste in tutte lescelte” (pag.28):

“Se conosci un vino buono, il cattivonon lo vuoi piùse conosci la sincerità, l’ipocrisia tidà imbarazzose conosci la bellezza, la mediocritàti urtase conosci l’amore, il peccato non ti sta più simpatico. E li distingui.” (pag. 32)

Il discernimento non è un’abilità. È unarelazione. Anzi è una persona che aiutaa scegliere a non rimanere immobili.Quando non la si ha, sono guai infiniti.Ben lo sa l’orfano (inteso anche in sensolato); chi si è affidato solo a sé stesso;chi ha creduto nei surrogati individualio sociali. Il discernimento è una personache ami e da cui sei amato, che fa sca-turire fiducia: incredibilmente relazionedinamica, dialettica. E, sul piano delcredere cristiano, è cercare l’incontrocon Colui che ama, che chiama insisten-temente, che non vuole perdere nessuno.Perché perderebbe sè stesso: l’amore.Solo se amati si può essere fedeli. Ed èdentro questo abbraccio che vedo quelloche devo fare e che non devo fare.L’amore è un limite che coincide con lalibertà. Toccando in questi giorni conmano la comunità dei monaci di Bose,in un breve soggiorno spirituale, ho vi-sto una disciplina viva e profumata dapreghiera liturgica, da lavoro, da studio,da condivisione, da essenzialità: assag-gio di libertà autentica.Il mondo corre alla deriva. Occorre vol-gere lo sguardo là dove la scelta si fasalvezza.

Foto: Tiberio

Mavrici

in questo numeroIl discernimanto

EDITORIALE • EDITORIALE • EDITORIALE • EDITORIALE • EDITORIALE • EDITORIALE • EDITORIALE

LUCE SUL CAMMINODon Carlo

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PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO

Un giovane venne mandato dal piùsaggio di tutti gli uomini per ap-

prendere il segreto della felicità. IlSaggio lo ricevette ma non avevatempo di rispondere alle sue domande,così gli suggerì di fare un giro per ilpalazzo e tornare dopo due ore. Nelfrattempo, gli chiese un favore, di por-tare con sè un cucchiaino da thè condue gocce di olio. Il ragazzo girò tuttoil palazzo fissando il cucchiaino. Tornòdal Saggio e questo gli chiese: “haivisto la magnificenza del palazzo?” Ilragazzo, vergognandosi, confessò dinon avere visto niente. La sua unicapreoccupazione era stata quella di nonversare le gocce d'olio che il Saggiogli aveva affidato. “Ebbene, alloratorna indietro e guarda le meravigliedel mio mondo”, disse il Saggio. Il ra-gazzo tornò dopo una lunga passeg-giata per il palazzo, rimirò giardini,arazzi e tutte le opere appese alle pa-reti; tornando il ragazzo gli riferì cosaaveva visto. “Ma dove sono le duegocce d'olio che ti ho affidato?” do-mandò il Saggio. Guardando il cuc-chiaino, il ragazzo si accorse di averleversate. Ebbene, questo è l'unico con-siglio che ho da darti, concluse il piùSaggio dei saggi. Il segreto della feli-cità consiste nel guardare tutte le me-raviglie del mondo senza dimenticarele due gocce d'olio nel cucchiaino." In questo brano Cohelo spiega sapien-temente l’arte della vita e la capacità

DIALETTICA E DISCERNIMENTOLaura Corsi

IIl discernimento è una parola chiaveper il lavoro di cui mi occupo. Per

lungo tempo si è pensato allo storicocome a un giudice posto sulla cattedradegli eventi del passato. Il suo com-pito doveva essere quello di registrarei fatti e raccontarli nel modo più im-parziale possibile. Eppure, proprionella complessità del presente, si ècompreso come questa missione fosse

IL DISCERNIMENTODELLO STORICO PER LEGGERE ILMONDO GLOBALE. Giorgio Uberti

di rimanere nel sentiero di mezzo, lasaggia scelta di percorrere una viamantenendosi in comunione con l’al-tra, come fosse una sorta di ballo ar-monico e fluido tra cambiamento edaccettazione. Il poter vedere chiarodel discernimento deve essere abbi-nato ad una capacità di contenere glioggetti del discernere, implica cioè ilprimo passo del vedere, di poter ac-cedere ad un occhio interiore che cimostri le meraviglie fuori e dentro dinoi, e da queste, la possibilità di sce-gliere e capire lucidamente. Come ul-timo passaggio, dopo aver avuto l’op-portunità di discernere, si mescolanoquesti oggetti, per farli vivere dentrola nostra coscienza, vederli guizzare eopporsi in un costante divenire. Edecco la dialettica che emerge, l’arteper cui due idee opposte possano es-sere vere allo stesso tempo, e che, seconsiderate insieme possono creareuna nuova verità e un nuovo modo dipensare ad una situazione. C’è da sem-pre più di un modo di pensare ad unasituazione.La dialettica e il discernimento gui-dano la persona in quel meravigliosopercorso che è la vita, che è la creati-vità, l’arte di osservare il mondo conuno sguardo unico, notare gli oppostiche si attraggono che litigano, che siazzuffano per dare alla luce un risul-tato nuovo e insperato. E in tutta que-sta confusione, bilanciarsi in un equi-librio dinamico, sapendo di rimaneresé stessi, mentre tutto cambia e muta.

[email protected]

impossibile da realizzare. Non è la di-stanza temporale che ci separa da unavvenimento a renderlo più o menodefinito e comprensibile ma i suoi col-legamenti con la nostra dimensionesociale. Avvincenti dibattiti si accendono quo-tidianamente sui social network i cuiechi investono anche la classe politicache spesso si trova impreparata. Dal-l’età di Pericle, all’influenza dei popolibarbari sull’Impero Romano, dai con-tenuti della rivoluzione illuminista,fino alle conseguenze dei grandi to-talitarismi del Novecento tutto puòsolleticare il nostro occhio sociale eaccendere le nostre passioni. La ricercadello storico ha il compito di conti-nuare a riscrivere la storia, arricchen-dola di nuovi significati intimamenteconnessi con i moti più profondi dellanostra società. Pensiamo ai monu-menti di cui siamo circondanti. Cosac’è di più definito di una statua inau-gurata nel cuore di una città?

Eppure la rimozione della statua diCristoforo Colombo a Los Angeles haalimentato un acceso dibattito sullacontroversa figura dell’esploratore ita-liano e sulle conseguenze della suascoperta. Anche in Italia le reazionilegate alla presenza di statue e mo-numenti sono tra le più disparate.Dalle polemiche sul monumento allavittoria, specchio della retorica nazio-nalista e fascista di Bolzano, al bustodel generale sabaudo Enrico Cialdini aNapoli, oggetto di una rilettura bio-grafia da parte del neoborbonismo. Inestrema sintesi possiamo affermareche i monumenti, come i fatti, restanoscolpiti in una piazza o nel tempo mail pensiero è in continuo mutamento.

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PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO CON • PARLIAMO

Le notizie di stampa ci riportanospesso vicende molto inquietanti

relative ad episodi di bullismo o diindisciplina nelle scuole, di vario or-dine e grado. Parlando con amici in-segnanti emerge che una delle pro-blematiche più gravi a scuola è quellacomportamentale. Nonostante ciòqualche "buona notizia " si trova an-che in questo campo, come la storiadi un gruppo di ragazzi di un liceo diuna delle periferie più difficili diRoma, Tor Bella Monaca, che hannodato vita di loro iniziativa, supportatida un’insegnante, ad un’attività diaiuto allo studio ed intrattenimentoper i coetanei. Come è possibile educare i ragazzi ti-rando fuori il meglio di loro, i desideripiù profondi, ciò di cui sono veramentefatti? Insegnando loro a discernere!Il discernimento è uno dei cardini della" missione " dell’educatore e il "rischioeducativo", come hanno teorizzato al-cuni tra i più importanti educatori del

DISCERNIMENTO ED EDUCAZIONE Chiara D'Agostino

Ho sceso, dandoti il braccio, almenoun milione di scalini, dagli spo-

gliatoi al campo. Parafrasando Montaleecco i calciatori con in braccio il pal-

IL DISCERNIMENTONEL CALCIO: IL DRIBBLING PIU’ IMPORTANTELuca Savarese

secolo scorso, è proprio quello di dareal giovane gli elementi per decidereautonomamente e poi lasciarlo agireda solo. D' altro canto la scelta conti-nua è una delle condizioni costitutivedegli esseri umani, creati appunto li-beri, come ci ricorda Dante, non per"vivere come bruti, ma per servire vir-tute e canoscenza ". Lo constatiamotutti nella nostra esperienza giornalieraquante scelte dobbiamo compiere, lequali hanno chiaramente un impattodiverso a seconda della posta in gioco.Dalla scelta quotidiana su come vestirsio cosa mangiare, all'acquisto di unauto, dal tipo di scuola per un figlio,alla forma di una vocazione.Cosa significa dunque discernere ecome lo si può insegnare ai nostriamici, figli, colleghi più giovani? Co-noscere bene tutti gli elementi dellealternative in gioco, acquisire infor-mazioni e poi, nel silenzio, valutareche cosa ci " corrisponde" di più, cosaci rende più noi stessi e soddisfa leesigenze del nostro cuore. Questo pro-cesso lo facciamo in pochi secondi sedobbiamo decidere il locale per il sa-bato sera o ci può prendere mesi se sitratta ad esempio di un cambio di la-voro che ci rimette completamente indiscussione. Questo però presupponedi conoscere se stessi o imparare mag-giormente a farlo.In ciò ci sono di aiuto i pareri dellepersone che ci conoscono e che stannoal nostro fianco. Ciascuno può aiutaregli altri a discernere ed essere così edu-catore nel luogo in cui vive e lavora.Non dobbiamo dunque aver paura diguardarci dentro e di far fare lo stessoai giovani. Solo così potranno avanzarenel cammino della loro vita!

[email protected]

Secondo il Concilio Vaticano II laChiesa, per essere fedele alla sua mis-sione, deve scrutare i segni dei tempie interpretarli alla luce del Vangelo.Anche lo storico, attraverso il discer-nimento, scruta i segni dei tempi eliberando il passato dalle letture ideo-logiche, dona spessore e complessitàai fatti per affrontare più consapevol-mente il futuro.

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lone, oggetto sognato da bambini,fatto proprio da ragazzi e diventatoattrezzo del mestiere per lunghi giorni.Discese ardite, gol da favola, minutiriempiti di grondante adrenalina. Ma,quando viene il momento dell’ultimominuto dell’ultima partita, puoi essereanche la star più celebre, aver trasci-nato folle, possedere conti in bancacon mille zeri, ma resti come quelloscienziato descritto bene dal filosofoHusserl: che anche nella sua scopertapiù rivoluzionaria si porta sempre den-tro quella domanda esistenziale in-sopprimibile: “E adesso che ne sarà dime, cosa dovrò fare ?” C’è chi passadal campo alla tribuna, rimanendonelle sfere dirigenziali della squadracon cui ha giocato per molti anni. E’il caso di tre capitani illustri di Inter,Roma e Milan: Javier Zanetti, France-sco Totti e Paolo Maldini. I primi duedismessa la divisa da gioco hanno su-bito assunto il gessato da manager,mentre il terzo, dopo essersi dedicatoper qualche anno a sé stesso, è dal-l’estate 2018 nella dirigenza rosso-nera. C’è invece chi come Alex DelPiero, totem della Juve, finito il tempodelle punizioni ha iniziato quello deicommenti come opinionista. Il discer-nimento, è di fatto il dribbling piùimportante, meno scontato, cui sonochiamati i nostri eroi della domenica.Massimo Palanca, ex centrocampistaanni 80 del Catanzaro, che divennefamoso per far gol direttamente dacalcio d’angolo, una volta finito il me-stier del calciatore ha iniziato quellodi venditore di vestiti nella sua Loreto.Dalla maglia ai tessuti, il passo non èpoi così lungo.

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IL VOLONTARIATO RACCONTA • IL VOLONTARIATO RACCONTA • IL VOLONTARIATO RACCONTA

“Se mi fossi reso conto che sta-vano portando via i miei con-

fratelli, che cosa avrei fatto? Sarei an-dato con loro?” Nell’intervista pubblicata da Avvenire per la beatifica-zione dei martiri d’Algeria, tra cuisette monaci di Tibhirine, fratel Jean-Pierre, sfuggito al rapimento insiemea fratel Amédée, si interroga sul ver-setto del Vangelo di Luca: “uno saràpreso e l’altro lasciato”. Il rapimento e l’uccisione dei fratelli,che avevano scelto di vivere la lorovocazione nel monastero, situato nelvillaggio di Tibhirine, tra i monti del-l’Atlante algerino, si inscrivono nelclima di violenza, instaurato in Algerianegli anni Novanta, dal conflitto trail governo dei militari (che i monacichiamavano fratelli della pianura) e lemilizie ribelli (fratelli della montagna),che accusavano il governo di non averrispettato l’esito delle elezioni.Nella notte di Natale del 1993, la co-munità aveva subito un’incursione daparte di un gruppo ribelle e ne era ri-masta molto segnata: i monaci ave-vano dovuto ridurre gli spostamenti,raddoppiare la prudenza, si erano peròrifiutati di abbandonare il monastero,come richiesto dal prefetto di Médéa. Dopo quell’episodio i fratelli si inter-rogano alla luce della Parola sul sensodella loro presenza in terra algerina esulla decisione da prendere. Rimaneresignifica essere fedeli alla vocazioneoriginaria, quella di “segno sulla mon-tagna”, seme di presenza e fratellanzacon un popolo appartenente nella suaquasi totalità all’islam, consacrandosialla preghiera e al servizio gratuitoalla popolazione locale, nello spiritodella Visitazione. “Partire”, ricorda fra-tel Jean-Pierre, “sarebbe stato farecome un soldato,che abbandona ilfronte per paura del pericolo, mentrenon è lui il padrone e la sua vita è alservizio di ciò per cui è stato inviato.Costi quel che costi. Non si potevapartire a causa del pericolo: la mis-sione la si riceve, la si vive, la si portadentro di sé”.

TIBHIRINE: UNA COMUNITÀ ALLA PROVA DEL DISCERNIMENTOSara Esposito

Thomas Georgeon, postulatore dellacausa di beatificazione, sottolinea ladifficoltà del momento. “Non è possi-bile cogliere il messaggio di Tibhi-rine”, scrive, “senza passare dal cam-mino personale, intimo, spirituale diciascuno dei fratelli, mentre al tempostesso a sconvolgerci è la forza delgruppo, fiducioso e unito”. Gli scrittipersonali ritrovati attestano il cam-mino enorme per la vita spirituale deimonaci compiuto negli ultimi dueanni, prima del rapimento. Fratel Chri-stophe, il più giovane, annota: “C’eraquella notte a interrogarci. Ognunoha vissuto quelle cose gravi, ognunole interpreta. Ognuno cerca di assu-merle. E poi c’è anche un ‘noi’ checammina, progredisce in grazia e insapienza. Siamo spiazzati, condotti làdove non avremmo mai immaginatodi poter andare, nonostante la nostrareligione. È grande il mistero dellafede…”. Da più parti sono state sottolineatele grandi differenze di età, di carat-tere, di provenienza e di vicende per-sonali, che hanno portato questi uo-mini a scegliere dapprima la forma divita monastica e in seguito l’Algeria -paese che quasi tutti loro hanno co-nosciuto negli anni della guerra di in-dipendenza e nel tempo del servizio

militare. “Gli eventi, che ci hanno av-vicinato immensamente, non hannoaffatto cancellato le differenze “ scrivefratel Cristophe. “È stato anche ne-cessario imparare l’obbedienza in-sieme, senza pregiudizio per la co-scienza di ciascuno”. Le relazioni con i vicini musulmani, lasimbiosi con il paese, hanno avuto illoro peso nella decisione di rimanere:“Non potevamo partire” dice fratelJean-Pierre all’intervistatore. “Quandosono arrivato nel 1964, c’è voluto unpo’ di tempo per conoscerci recipro-camente. Poi ci si sentiva come unafamiglia”. “Mi sono chiesto se il mio cuore nonfosse pronto, se la mia lampada nonfosse illuminata. Il Signore non mi ri-teneva abbastanza degno di esserecon loro?”. Fratel Jean-Pierre e fratelAmédée continuano a interrogarsi:quale il senso del loro sopravviveredopo il martirio dei fratelli? ThomasGeorgeon indica una possibile rispo-sta: “Essi sono diventati il piccolo re-sto, che testimonia ancora quelle vitedonate. Una responsabilità personaleche si fonda su un impegno collettivo,ecclesiale, concretizzato dal dono diogni individuo”.

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“E perciò prego che la vostra caritàcresca sempre più in conoscenza e inpieno discernimento, perché possiatedistinguere ciò che è meglio” (Letteraai Filippesi, cap. 1). Il discernimento è un tema centraleoggi: papa Francesco lo ha sceltocome tema per il Sinodo ordinario deiVescovi, svoltosi lo scorso ottobre, conparticolare attenzione alla scelta vo-cazionale dei giovani.Il discernimento è però una capacitàche procede dalla ragione e che tuttisono chiamati a esercitare in ogni cir-costanza e in ogni tempo della vita. Per il cristiano il discernimento è uncammino, in cui è essenziale il con-fronto con la Parola, viva e efficace,per distinguere in ogni situazione“ciò che è meglio”. In “Farsi prossimonella città” il cardinale Martini affer-mava che “la Scrittura, in tante pa-gine, illustra la concreta realizzazionedella carità”, ma i suoi precetti eesempi non esauriscono le possibilitàdi realizzazione della nostra carità.“La Bibbia” scriveva il Cardinale” valetta in maniera creativa, per rispon-dere con la nostra responsabilità aiproblemi di oggi”. E citava un passodi Madeleine Delbrêl: “Quando te-niamo il Vangelo tra le mani, do-vremmo pensare che lì abita il Verbo,che vuole farsi carne in noi, perchénoi diamo un inizio nuovo alla suavita in un altro luogo, in un altrotempo, in un’altra società”.Accogliendo l’esortazione del Papa:“Oggi la Chiesa ha bisogno di crescerenel discernimento, nella capacità didiscernere”, Enzo Bianchi ha dedi-cato a questo tema un recente saggio(“L’arte di scegliere”, ed. San Paolo,2018) in cui svolge un’ampia tratta-zione di quest’arte e delinea un per-corso rigoroso fornendo inoltre le co-ordinate per una riflessione personalee comunitaria. “Il discernimento èun’operazione, un processo di cono-scenza, che si attua attraverso un’os-servazione vigilante e una sperimen-tazione attenta, al fine di orientarcinella nostra vita, sempre segnata dailimiti e dalla non conoscenza. Cometale è un’operazione che compete aogni uomo e a ogni donna per viverecon consapevolezza, per essere re-sponsabile, per esercitare la co-scienza”.

Sara Esposito

• VISTE E LETTI PER VOI •• SPUNTI DA… • SPUNTI DA… • SPUNTI DA… • SPUNTI DA…

Perché Leonardo da Vinci? La prima ri-sposta è semplice: perché è stato IL

GENIO. La seconda risposta, invece, è com-plessa. Esaminiamo le tante versioni dellasua genialità? Il discernimento è giudizio, criterio, ac-cortezza, saggezza. Queste prerogative sono di Leonardo? Edico “sono” perché non c’è stato, dall’anno1452 (anno della sua nascita) a oggi unartista che lo abbia uguagliato, che abbiaraggiunto le sue capacità, che abbia con-seguito, anche solo in parte, i suoi livellidi genialità. Di Leonardo pensiamo i codici, il disegno,il ritratto, l’anatomia, la pittura e infinela Gioconda e l’affresco per il Cenacolo, ledue opere forse più celebri.Quale il discernimento di Leonardo? Qualela sua attitudine nello scegliere i progettiche lo avrebbero portato a una meta?Quale il suo pensiero profondo capace dientrare nei più straordinari ambiti del suotempo? E nello stesso tempo la sua abilità di spo-starsi, di intrecciare relazioni, di andareda una nazione a un’altra, da una città aun’altra? Firenze, Milano, Venezia, l’Italia,la Francia.

Da quello che la storia ci riporta, tutta lavita di Leonardo è stata stu-pefacente.Leonardo comincia a di-pingere a quattordicianni. A diciassette annientra nella bottega delVerrocchio e, da quelmomento la sua capacitàartistica non si fermapiù. E non solo nella pit-tura, che è forse la suaarte che conosciamo dipiù e che ci affascina di più, ma nel-l’ingegneria, nell’architettura, nell’in-venzione di progetti idraulici e mecca-nismi diversi: dal paracadute alloscafandro, alle macchine tessili, al telaiomeccanico, all’uomo vitruviano. Insomma, una intelligenza e una capacitàdi entrare nelle cose assolutamente unica.Una capacità di discernimento difficil-mente riconoscibile in altri artisti, anchese grandi. Se il discernimento, come vogliamo so-stenere, è la capacità di scegliere progetti

LEONARDO, LE SCELTE E I PROGETTIMaria Grazia Mezzadri

che possano portarti a una meta, qualel’ampiezza di discernimento in un uomocome Leonardo? Immensa, inimmagina-bile.Discernimento: individuare l’estremo fa-scino e mistero, delle età dell’uomo: dagliincantevoli bambini nella Vergine dellerocce, ad esempio, alla giovinezza efebicadel San Giovanni, fino alla decadenza del-l’età matura di cui è sintesi Autoritratto.Discernimento: l’individuazione delle spe-cie vegetali, espressione della conoscenzadella botanica come nel prato verde del-l’Annunciazione e, ugualmente, il pratodella Vergine delle rocce.Discernimento: individuare e confondere,insieme, gli elementi costitutivi dell’uni-verso: Aria, Acqua, Terra, Fuoco e propornela sintesi più complessa e affascinante.

Ma l’uomo? Figlio naturale di un notaio,ser Piero da Vinci, seguì il padre a Firenzeed entrò nella bottega del Verrocchio. Giàa venti anni figurò nella corporazione deipittori fiorentini e a venticinque ricevetteil primo incarico autonomo. Pensandolo, oggi, con la ferma volontà diriuscire, lo vedo ambizioso, vanitoso, con-centrato su se stesso e sulle sue abilità. I suoi spostamenti e i rapporti con grandipersonaggi della società dell’epoca, da Lu-

dovico il Moro a Cesare Bor-gia, al papa Leone X, alcardinale Giuliano de’-Medici, e a FrancescoI che lo ricevette daprincipe conferendo-gli il titolo di “pre-mier peintre, archi-tecte et méchaniciendu roi” dicono quanto

non si fermasse, quantovolesse andare avanti e poi

avanti e poi ancora avanti. Il suo discernimento era anchela sua superbia, il suo bisogno

di emergere su tutti gli altri, il suo bisognodi non fermarsi mai? Forse sì.Un uomo infelice? Forse sì. Un uomo solo?Forse sì. Non è la prerogativa di chi nonha una madre e cresce in una situazione“diversa”? Forse sì. Ma Leonardo aveva deciso di essere “IlGenio”. E ci riuscì.

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SPUNTI DA... • SPUNTI DA... • SPUNTI DA... • SPUNTI DA... • SPUNTI DA... • SPUNTI DA... • SPUNTI DA...

Finché non ebbe 30 anni non misein atto alcun discernimento.

Ora, alla sua veneranda età, se nerende conto. Non è che non avessesaputo cosa le sarebbe piaciuto sce-gliere, decidere, discernere. Ma la vitanon glielo permise mai.E l’unico “discernimento” era solo unsogno, quello di avere dei figli. Li vo-leva già a dodici anni, a sedici, aventi. Ma avrebbe voluto anche tan-tissimo fare la pediatra e andare aLambarèné.* Avrebbe voluto un ma-rito, magari bello come Tyrone Power,con la vocazione del volontariato inAfrica, medico e amante dei bambiniche lei voleva a decine.Invece, fino a quei 30 anni, seguì unpercorso obbligato. La madre perse-guitata perché ebrea di nascita, lei ela sorellina, piccolissime, anch’essepiccole ebree burocratiche, perdute ingelidi orfanotrofi, il padre dispersochissà dove, la famiglia materna deci-mata. Dopo la guerra, la nascita di unaltro fratellino che portò a depressionigravissime la madre, con ricoveri edelettroshock e che trascinò per anninella disperazione tutta la famiglia.Gli studi interrotti e ripresi la sera(anche loro parte integrante dei suoisogni), il lavoro obbligato, il matri-monio sbagliato. Nessuna altra pro-spettiva, desiderio, vocazione.

UNA MATTINA, MI SON SVEGLIATA…Adriana Giussani K.

Poi, aveva 24 anni, vennero i bimbi.Belli, brillanti, studiosi. Tre. Una for-tuna. Bambini nati da momenti in-consapevoli, mai d’amore. Crebbe cattolica, quasi integralista. Ecrebbe i figli in quella convinzione,non per scelta. Solo dopo, con l’impetuoso, per certiversi salvifico, per altri distruttivo ’68e la scuola dei figli, con i famosi de-creti delegati, i referendum radicali,il “discernimento” fece capolino neisuoi pensieri: il criterio, la scelta, ilbisogno di capire, il necessario biso-gno di libertà fisica e spirituale, ilsenso critico.E fu la rivoluzione. Non una rivoltafine a se stessa. Proprio una rivolu-zione profonda e studiata che la portòa interessarsi di politica, a sceglierele persone e non i partiti, a guardaregli altri, ad occuparsene. A gestire unlavoro gratificante, che, rimasta sola,permise ai figli studi importanti.E le parve essenziale che Cristo, soloLui, la conducesse verso scelte politi-che che parlavano spesso lo stessolinguaggio. Cristo e atei. E financomussulmani.Così continuò a discernere. Trovandograndi amicizie e profondissime delu-sioni, per il resto della sua vita sinoad oggi quando il suo Olocausto difuoco si ripete nell’acqua. Non più così violento, ma goccia a goccia, in un

mare che non è un forno ma un ine-sauribile cimitero liquido. E lei non ha più forze per una rivolu-zione, ha solo una flebile voce che in-sieme ad altre, assonnate, tiepide,inconcludenti, discernono di non di-scernere: come lei, un tempo. E vedela storia ripetersi e sogna una mor-te forse impossibile: cristiana con uncoro che sommessamente canti:”Bella ciao”.

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*Lambaréné è una città situata nella parte occi-dentale del Gabon, è capoluogo della provincia diMoyen-Ogooué. È la località dove, nel 1913, AlbertSchweitzer (Premio Nobel per la pace nel 1952)fondò il suo ospedale.

SHOAH QUOTIDIANA*Miei teneri, piccoli cuginiocchi curiosi e bocche di spavento,solo un attimo, e non è il camino,ma il forno che vi incendia,e i vostri sottilissimi capellibruciano prima. Poi le vostre manichiuse sui vostri visi di bambini.E voi, miei cuori, uccellini di nidosolo un minuto e l’ultima manina, le unghie viola, tenera, scomparenel cimitero d’acqua. Voinipotini dolci, occhi di sole.Non è lo squalo a morsicarvi i piediMa pesciolini d’oro, a bocconcini,a destinare un ultima carezza, a chi, cucita, aveva una pagella.

Adriana

“Mentre tastavo la giacca, sentii qualcosa diduro e quadrato.Tagliammo dall’interno perrecuperare, senza danneggiarla, qualunquecosa fosse. Mi ritrovai in mano un piccoloplico di carta composto da diversi strati. Cercaidi dispiegarli senza romperli e poi lessi: Bul-letin scolaire e, in colonna, le parole un po’sbiadite mathematiques, sciences physiques…Era una pagella. “Una pagella”, qualcuno dinoi ripeté a voce alta.”Così racconta Cristina Cattaneo, il medico legaleche ha svolto l’autopsia. La storia è di un ragaz-zino del Mali morto nel Mediterraneo mentre cer-cava di raggiungere l’Europa.

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IL PUNTO DI VISTA • IL PUNTO DI VISTA • IL PUNTO DI VISTA • IL PUNTO DI VISTA • IL PUNTO DI

Come un vento leggero il discer-nimento si esprime attraverso

una nuance di gradazioni che ci in-camminano su sentieri di libertà. Mainnanzitutto che cosa è il discerni-mento? Il discernimento costituisceuna categoria-chiave, che guida eguiderà il cammino spirituale è an-che la modalità che deve diventareabituale con cui affrontare la realtà.Una realtà, come dice Papa France-sco: “nella vita non è tutto nero subianco o bianco su nero. No! Nellavita prevalgono le sfumature di gri-gio”. Occorre allora imparare a di-scernere in questo grigio. Discerni-mento vissuto nello Spirito, ascoltodi una parola di Dio non scritta cherisuona ancora oggi nella Chiesa eche non si trova in nessun altro senon in me. Quella parte del piano diDio per l’umanità, che si manifestanel mio intimo più profondo. Il di-scernimento spirituale, integrandonel suo percorso gli altri discerni-menti, si colloca a un livello esi-stenziale e personale; si rivolge allescelte concrete della vita: non ri-guarda, quindi, quello che è bene in

IL DISCERNIMENTO:UN CAMMINO DI LIBERTÀErsilia Dolfini

sé, il piano di Dio in generale, maquello che è bene per me, qui ora,in favore del maggior bene univer-sale e della maggior gloria di DioPadre. Prima di continuare a riflet-tere sul discernimento, per compren-derne il significato e le modalitàconcrete di attuazione, ci sembrautile approfondirne il concetto. Di-scernimento è intelligenza più pro-fonda del mistero. Il discernimentocristiano riguarda le singole situa-zioni nelle quali l’ideale evangelicoe le norme morali si trasformano inscelte concrete. Esso si pone su un

piano diverso rispetto al camminocon cui la Chiesa sviluppa e appro-fondisce la fede e le sue conse-guenze pratiche. Papa Francesco losottolinea; “ciò che fa parte di undiscernimento pratico, davanti aduna situazione particolare, non puòessere elevato al livello di unanorma».” Per comprenderne il significato e lemodalità concrete di attuazione cisembra utile approfondirne breve-mente due questioni: la distinzionefra “discernimento” e “sviluppo eapprofondimento della dottrina cat-tolica” e le differenze fra “discerni-mento e “disciplina ecclesiale” La Creazione stessa, nel libro dellagenesi, individua il senso profondoe grandioso del discernimento tra ilbene ed il male”. Il libro della Genesipresenta l’atto stesso della creazionecome un enorme “discernimento” diDio. Dio crea distinguendo, met-tendo ordine. Separa la luce dalletenebre, le acque dall’asciutto, poneun firmamento in mezzo alle ac-que… mette ordine”, per formare un“ universo responsabile e Creare èfar uscire dall’indifferenziato, del-l’indistinto. Dio continua infatti cre-ando gli essere viventi “ciascuno se-condo la propria specie”, cioè comeun ulteriore lavoro di discernimento.Perciò la “conoscenza del bene e delmale” sta al centro del giardino. Di-scernere è continuare la Creazione.La vera creatività dell’uomo risiedeproprio nel discernimento, cioè nel-l’agire distinguendo il bene dal maleo distinguendo ogni cosa “secondola propria specie ed è questo l’inse-gnamento più profondo di come Dioci ama rispettando quella liberascelta racchiusa in un SI. Dice SantaCaterina da Siena “la volontà di Diorende tutto perfetto” Discernerequindi in un cammino di libertà per-ché la vera creatività dell’uomo ri-siede nel mettere ordine nella pro-pria vita.

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LE NOSTRE SEDISEDE CENTRALE: Milano, Volontariato AMI , via Trivulzio 15, 20146,tel. e fax 02 4035756, e-mail: [email protected] http://www.familiarisconsortio.com

VIMODRONE: Istituto Redaelli, via Leopardi, 3, tel. 02 25032361

MILANO: Ospedale San Raffaele, Via Olgettina 60,tel. 02 26432460, fax 02 26432576

MERATE Istituto Frisia: Via Don Carlo Gnocchi 4 - 23807, Tel. 0399900141 - Fax 0395981810

MILANO Residenza Bicchierai: Via Mose Bianchi, 90 - 20149, Tel. 0261911 - Fax 02619112204

Direttore responsabile: don Carlo StucchiDirettore di redazione: Marina di MarcoRedazione: L.Corsi, E.Dolfini, S.Esposito, Chiara D'Agostino, A.Giussani K., MG,Mezzadri. L.Savarese, G. Uberti, T. MavriciFoto: pag.1 T. Mavrici, p2-8 Archivio AMIEditing: Adriana Giussani K.Progetto grafico e impaginazione: Raul MartinelloStampa: Tipografia F.lli Verderio, MilanoChiuso in redazione: 8 marzo 2019

MEMORANDUM • MEMORANDUM • MEMORANDUM • MEMORANDUM • MEMORANDUM • MEMO

Il tema del discernimento mi invitaa fare un esercizio di ricerca su al-

cuni suoi significati e applicarli allavita reale. Quando la mamma mi diceva“pondera bene quello che fai” mi invi-tava ad esercitare l’attitudine del di-scernimento. Il catechismo, che ho fre-quentato e studiato, contenevaindicazioni preziose per orientare lemie scelte quotidiane. L’operazione del separare, del distin-guere richiede di conoscere l’obiettivoe attraverso molti passaggi arrivare adesso. Premesso che non ho molta di-mestichezza con il linguaggio politico,mi incuriosisce il sapere attraversoquali processi possa la politica servireil bene comune. Nei testi del cardinalMartini ricorre spesso il termine discer-nimento. Ho un vago ricordo dei suoidiscorsi che alla vigilia della festa diS. Ambrogio faceva giungere alla cittàdi Milano. Non saprei ripeterli ma micolpiva l’analisi che faceva della societàe i suggerimenti che faceva intravedere.A questo proposito riporto una consi-derazione del gesuita Padre Sosa suMartini: “leggeva la realtà cercando di

IL DIFFICILE COMPITO. INDISPENSABILEMarina Di Marco

capirla, ma mantenendo anche unosguardo contemplativo, una capacitàdi ispirarsi a una visione complessivadella società. Atteggiamento di cuioggi si avverte profondamente la man-canza a livello sociale. La politica faticaa trovare modalità effettive per dareascolto a quanto vive la gente”.

Il discernimento è esattamentel’ascolto che si traduce in capacità diosservazione e di porre domande. È an-che il metodo che si suggerisce ai vo-lontari sanitari perché si mettano inrelazione empatica con l’intento di of-frire qualche piccola parola o gesto diconsolazione e sollievo. L’invito sia sulpiano personale sia su quello sociale èdi mettersi sulla strada del discerni-mento. Strada che ci guida a lasciare ipreconcetti orgogliosi soprattutto oggiin questa nostra società di egoismi in-dividuali e di gruppi chiusi in sé stessi.Ma questo, dice papa Francesco, è“come portare dentro un tumore, unacosa chiusa nell’anima che prima o poiti fa un peso e ti toglie libertà”. Sug-gerisce, come è tipico fare, la sua ri-

cetta: “è importante aprire tutto, nontruccare, non minimizzare i sentimenti,i pensieri… Lasciare venire fuori sen-timenti, non anestetizzarli, non dimi-nuirli, cercare qualcuno che ti dia fi-ducia per parlarne”. (Papa Francescoai giovani – 19 marzo 2018).

Appare qui tutto lo spessore dell’ap-plicare a sé la disciplina del discerni-mento che ti lavora dentro per aprirtipoi all’esterno con maggior chiarezzae coraggio per raggiungere gli obiettiviche appartengono al bene. Questa qua-lità sapienziale dovrebbe appartenerein primis a genitori, educatori, inse-gnanti. Il Salmo 25 versetto 9 sembrasuggerire da chi attendere l’aiuto perl’esercizio di questa qualità: “Il Signoreguiderà gli umili nella giustizia, inse-gnerà agli umili la sua via.”

Un giornalista e scrittore, GianniRiotta, così definisce il dono del di-scernimento “è la consapevolezza divivere le nostre verità senza impugnarlecome clave contro gli altri, con la forzadi lasciarci «fermentare» dai valori al-trui. Una lezione di umiltà: proviamoad ascoltarla, se ci riesce nel granchiasso”.

Il discorso del discernimento su ampiascala sociale va in crisi quando rifletteche siamo in un tempo di cambiamentod’epoca, quando si diventa incapaci diintercettare “le tristezze e le angoscedegli uomini d’oggi” e di mettere afrutto le loro speranze e la loro vogliadi riscatto. Siamo invitati a imparare acogliere il significato teologico delletrasformazioni che viviamo, rendendola Chiesa sempre più capace di “acco-gliere e curare” il disagio che inevita-bilmente l’accompagna. (Laura Zanfrini,sociologa).

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del vivere. L’orientamento dellavita è lasciarsi possedere da Essain un processo di conversione ir-radiante. Non semplice pensiero,idea, prassi ma un “vedere Lui”:

“metti qui dentro il tuo dito”, “datemi da mangiare” eancora “sono proprio io in carne e ossa”. E’ proprio “Lui”.Lo impedisce solo la pigrizia intellettuale, la mente in-farcita da pregiudizi e soprattutto la durezza del cuore.Allora diventa impossibile vedere persone e cose, coglierefatti ed eventi che emanano frammenti di quella luceche riconduce alla resurrezione. La storia è racconto in-cessante della Pasqua, nascosta ma viva e trionfante sultempo. Credilo e vivilo.L’amico Alberto Scanni, che in questi giorni mi ha omag-giato un suo bel libretto su “La Speranza”, cita una com-posizione poetica di Pablo Neruda di cui trascrivo questaterza strofa “Al tuo soffio divino sfuggiranno i dolori/quali timido stormo sprovvisto di nido,/ e un’aurora ra-diante con i suoi bei colori/ annuncerà alle anime chel’amore è venuto”. Questi versi mi rimandano al cuoredella Pasqua alla veglia di resurrezione il cui inno cen-trale avvolto di incenso, luce e fiori proclama la sconfittadelle tenebre, e tutto ciò che in esse è evocato. E’ l’auroraa cui aspira l’uomo che coltiva semi di speranza per unaumanità nuova.

Parole, spero, per una Buona Pasqua

Don Carlo

*Alberto Scanni “Lasperanza” vivere conpositività le difficoltàmomentanee. Editricetecniche nuove, 2018.

CCerco parole che possano incro-ciare persone con cui andare in-sieme verso la Pasqua e possibil-mente dimorarci per un po’ agustare la centralità della festa.Aiutato dall’esperienza annuale liturgica e dalla cono-scenza, il mistero pasquale è diventato uno spazio belloe luminoso oltre le pesantezze e le zone d’ombra cheinevitabilmente si incontrano. A voi chiedo di rispolverarele evocazioni della vostra Pasqua, patrimonio di espe-rienza e di cultura. Credo che possa essere un modo perentrare in sintonia con la prossima Pasqua. La mia nonvuol essere semplice sollecitazione di un sentimento re-ligioso ma invito a non farci rubare la festa centrale dellanostra fede da iniziative semplicemente commerciali ocomunque distraenti. Le manifestazioni che celebrano imisteri della Pasqua, là dove sono ancora tenute vive,devono essere sostenute nel loro significato profondo enella capacità plastica e sonora di tradurre una fedecondivisa. La Pasqua è richiamo alla fede cristiana ecome educare ad essa. Senza dubbio insegnando le veritàessenziali ma dando ad esse un volto credibile e sosteni-bile nel sociale. La Pasqua cristiana, già bellissima nelsuo cammino quaresimale e ricchissima nei riti dellasettimana santa, richiede nuova forza ed energia per ri-dare significato al suo messaggio di luce alle feste, ledomeniche comprese. Il mio augurio è dunque ritrovare un senso religioso, so-prattutto umano alle nostre esistenze, che sia rispostadi speranza e gioia di comunione per tutti. Eppure sicontinua a sperimen-tare divisione, osti-lità, persecuzione, fa-cendo esperienza dimorte e resurrezione.Dialettica inevitabile

PAROLE D’AUGURIO

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SANDRA E SILVIA, DUE AMICHE, SI RACCONTANO

SANDRATramite la Fondazione Fa-miliaris Consortium sonoentrata a far parte del pro-getto Amiche .Per cogliere l’opportunitàdi rimanere in contatto contutte le amiche che ave-vano aderito al progetto, ab-biamo pensato di creare sulcellulare, un gruppo what-sapp chiamandolo “L’al-bero della vita”.

Lo scopo, non era solo quello di ricevere/inviare delle co-municazioni particolari, in caso di incontri o altro ma, so-prattutto, doveva fungere da “collante” tra di noi, per poterfar nascere una o più amicizie.Sono stata fortunata, con una di queste “Amiche”, in parti-colare, è nato un sodalizio splendido.Ho conosciuto SILVIA un anno fa per motivi di lavoro, maè diventato qualcosa di piu’. La nostra è diventata un’amicizia che ci ha aiutate e raf-forzate nei momenti di sconforto. Parliamo spesso, dellenostre preoccupazioni, dei problemi che quotidianamenteaffrontiamo, delle nostre figlie. Quando possibile, riusciamo anche ad incontrarci per uncaffè.Silvia è diventata la mia confidente più cara, alla qualenon ho alcun timore di raccontare le mie cose piu’ intime,con grande complicità camminiamo insieme.

SILVIAHo avuto la fortuna di conoscere Sandra all’interno delgruppo whatsapp l’Albero della Vita della Fondazione Fa-miliaris Consortium.Non pensavo potesse nascere un’amicizia così bella, riccae importante! Ringrazio Dio per avermi fatto conoscere una persona spe-ciale come lei perché “chi trova un’amica trova un tesoro”.

SOCIALIZZARE PER AIUTARSI, PER VOLERSI BENE

Su invito della Fondazione, entro a far parte del progettoAMICHE, che si prefigge lo scopo di creare aggregazionetra assistenti familiari di culture diverse, per poter condi-

Fondazione Familiaris ConsortiumProgetto AMICHE, in cammino…

L’Albero della vita dà i suoi frutti videre del tempo libero (se disponibile), confrontarsi inmomenti di necessità (trovando sollievo se sconfortate),o anche solo per scambiare due chiacchiere sulla quotidia-nità del vivere.Partecipo sempre volentieri agli incontri e alle visite chevengono organizzati, per il piacere di conoscerci e di rima-nere in contatto. Come spesso accade , quando si socializza,si trovano delle affinità di più con alcune persone che noncon altre e la loro frequentazione è bella, ti arricchisce.Tra il mese di Settembre e di Ottobre 2018, ho dovuto sot-topormi ad un intervento chirurgico, fortunatamente andatobene, mi sono affidata a Dio (perché mi desse la forza difarcela).Volevo organizzare tutto bene, mi preoccupavo per la signoraanziana presso la quale lavoro. Non volevo crearle problemie cercavo di trovare una persona fidata che mi sostituisse,ma non riuscivo a trovarla, perché tutti i miei contattierano già impegnati. Ho informato la signora anziana che accudisco e sua figliadelle mie difficoltà e, un giorno, la mia signora mi ha dettodi non preoccuparmi, che lei pregava tanto perché tutto sisistemasse e così è stato. Sua figlia, un giorno ha trovatouna persona che poteva sostituirmi durante la mia assenzae la mia convalescenza. Ero felice!Ho capito che c’è sempre la Provvidenza e che Dio ci ascolta. Ho capito che quello che io volevo e facevo in quel momentoper sistemare tutto, non era nei suoi piani, prima di me

c’erano le pre-ghiere della si-gnora anziana cheLui ha accolto eascoltato.È stata un inse-gnamento spiri-tuale grande per-ché ho sentitoDIO presente, vivovicino a me!Ringrazio tuttiquelli che mi sonostati accanto, inparticolare San-dra e Grazia, conle quali ho poicondiviso anchequeste mie sensa-zioni, che oradono a voi!

Rodika

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TIBERIO MAVRICI

Sono nato a Taurianova (RC)nel 1968, ma le prime foto,per la stampa locale, sono de-gli anni ’90. Nel 1995 mi sonotrasferito a Milano e mi sonodiplomato presso la CivicaScuola di Fotografia, collabo-rando con i principali giornalie agenzie fotografiche, co-prendo l'attualità e la cro-naca. Nel 2000 è uscito il mioprimo libro fotografico, macon l'arrivo del digitale, e lacrisi dell'editoria, ho dovutoabbandonare la fotografia,mia principale e fondamen-tale attività.A tutt’oggi mi occupo d’altro,ma non passa giorno che nonscatti una foto o che dimen-tichi la mia grande passione. Il mio sito: www.tiberiomavrici.it

Tiberio è il nostro foto-grafo. È una personagentile, riservata, ca-pace di spunti intelli-genti. Questa è la suapagina e la sua scelta ècaduta su alcune foto dibiciclette (della sua se-rie “Ganna Rossa”) concui vuole contrasta-re l’imperante inquina-mento. Lo ringrazia-mo per la sua raffi-nata capacità artistica,per l’argomento e per lagrande sensibilità.

ECOMOBILITÁ CON I MIEI OCCHI

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La quota d’iscrizione all’AMI come volontari o soci e le eventuali offerte per l’Associazione o per il trimestrale“ASCOLT’AMI” possono essere effettuate presso la nostra segreteria o con bollettino postale n° 69454767 oppurecon bonifico presso BANCA COMMERCIO E INDUSTRIA - IBAN IT 33 A 05048 01679 000000033295 intestati a:

ASSOCIAZIONE MARIA IMMACOLATA - A.M.I.- Onlus. C.F. 97206880151 per il 5 x mille.

Per invii di contributi, donazioni o lasciti: FONDAZIONE FAMILIARIS CONSORTIO ONLUSC.F. e I.V.A 07722320962 (anche per il 5 x mille)

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Questa Locandina illustra il Corso tenutosi presso la nostra Sede sulla malattia di Alzehimer,

Corso che ha ottenuto viva partecipazione e consenso e che intendiamo riproporre, sempre sull’argomento, il prossimo anno.

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