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15 febbraio 2020
Adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell’impresa
Convegno ADVISORA-‐ECSI: Crisi d’impresa Camera di Commercio di Napoli
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OBIETTIVO PRIMARIO
Conservazione dell’azienda quale centro di interesse
economico-‐sociale e di promozione dello sviluppo
sostenibile nel territorio di riferimento
Obiettivo del Codice della crisi
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L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.
L’art. 2086 novellato
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* Art. 3 2° comma CC: L'imprenditore collettivo deve adottare un assetto organizzativo adeguato ai sensi dell'articolo 2086 del codice civile, ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell'assunzione di idonee iniziative * Art. 12 1° comma CC: ............. gli obblighi organizzativi posti a carico dell’imprenditore dal codice civile sono finalizzati: ü alla tempestiva rilevazione degli indizi di crisi dell’impresa ü alla sollecita adozione delle misure più idonee alla sua
composizione
Finalità preventive del Codice della crisi d’impresa
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Due pilastri della funzione preventiva
* L’obiettivo poggia su due principali pilastri: ü Gli obblighi organizzativi posti a carico dell’imprenditore
ü La procedura dell’allerta
* La crisi diventa elemento centrale nel sistema di gestione e controllo dei rischi, riconosciuto quale approccio generale alla gestione delle imprese. * Si assiste dunque ad una maggiore connessione tra diritto societario, diritto della crisi e governance.
FORTE INCENTIVO AD INTERVENIRE SUGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI DELLE IMPRESE ORIENTANDOLI SECONDO MODALITÀ COERENTI ALLE FINALITÀ INDICATE DAL CODICE
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Esempi di legislazione italiana con finalità preventive
* Il D.Lgs. 231 del 8 giugno 2001 (Responsabilità amministrativa degli Enti e delle Società) riguardante la commissione dei reati presupposto nell’interesse o a vantaggio dell’Ente.
* Il D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 (Decreto Antiriciclaggio), che ha recepito la Direttiva 2005/60/CE (c.d. Terza Direttiva Antiriciclaggio) concernente la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività̀ criminose e di finanziamento del terrorismo. Ulteriori rinforzi con il recepimento della Quarta Direttiva del 2015 (D.Lgs. 90/2017) e la Quinta Direttiva del 2019 (D.Lgs.125/2019).
* La L. 190/2012 e decreti attuativi 33 e 39 del 2013 (Anticorruzione) sulla prevenzione della corruzione negli enti pubblici, enti economici e società in controllo pubblico.
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Lo sviluppo a stadi dell’impresa
* Negli anni ’70 il Prof. Greiner elaborò un modello di sviluppo dell’impresa basato su Evoluzioni, Crisi e Rivoluzioni.
* Lo crescita aziendale è caratterizzata da fasi di evoluzione cui seguono fasi di crisi, alle quali occorre rispondere con interventi “rivoluzionari” di cambiamento e miglioramento in grado di fronteggiare e risolvere la crisi.
* Per Greiner dunque la crisi è elemento quasi connaturato alla
crescita di un’organizzazione e dipende molto dall’età e dalle
dimensioni dell’impresa.
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Assetto organizzativo: buone prassi
* Controllo interno integrato * Pianificazione strategica ed economico-‐finanziaria * Budget e controllo * Organigramma * Deleghe interne di responsabilità * Procure / poteri di firma * Gestione dei rischi * Compliance normativa
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Assetto organizzativo: dal D.Lgs. 231
Riprendendo anche l’art. 6 del D.Lgs. 231
* Comma 1:
…. l’Ente non risponde se prova che:
a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione
del fatto, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della
specie di quello verificatosi;
* Comma 2:
… i modelli di cui alla lettera a) del comma 1 devono rispondere alle seguenti esigenze:
b) Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione
delle decisioni dell’Ente in relazioni ai reati da prevenire;
c) Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
commissione dei reati.
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Assetto organizzativo: principi generali (D. Lgs. 231/2001)
* Articolazione del processo di assunzione delle decisioni (work flow autorizzativi, deleghe di responsabilità e poteri di firma)
* Regolamentazione dei processi (procedure operative
formalizzate)
* Segregazione dei compiti (più attori nei processi operativi)
* Tracciabilità delle operazioni (adeguati sistemi informatici/vi)
* Archiviazione documentale (controllabilità ex post)
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Assetto amministrativo: procedure
* Ciclo attivo (ordini di vendita, magazzino/logistica, produzione, trasporti, consegna del prodotto, emissione fatture attive, incasso, gestione contestazioni/reclami, gestione crediti, ...) * Ciclo passivo (richiesta di prodotto, selezione fornitore/albo,
ordine di acquisto, ricezione prodotto, ricezione fatture, liquidazione fatture, pagamenti, …) * Selezione e assunzione del personale * Sistemi di incentivazione del personale * Servizi generali, security, affari generali e societari, affari legali * Sicurezza dei lavoratori, gestione ambiente, MOCG 231, qualità * …..
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Assetto contabile
* Sistema gestionale e contabile ü segragation of duties ü track record / tracciabilità del sistema ü integrazione tra processi operativi e amministrativi (ERP)
ü Contabilità generale, contabilità analitica e controllo di gestione
ü Rappresentazione obiettiva dei fatti di gestione nel bilancio annuale
ü Rappresentazione obiettiva con il sistema creditizio ed i terzi in genere tramite bilancio infrannuale
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* Nella ricerca dell’adeguato assetto occorre proporzionalità e sostenibilità. * L’assetto deve essere coerente alla dimensione e complessità
aziendale, le sue capacità economiche e finanziarie, le logiche competitive e di mercato. * L’assetto deve essere in grado di assecondare il business. * L’obiettivo è creare nel tempo un assetto organizzativo:
ü Lungimirante ü Consapevole ü Esplicito ü Formalizzato ü Responsabile
L’azienda al centro
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Procedura di allerta
* In caso di difficoltà dell’impresa, l’imprenditore deve attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi ed il recupero della continuità aziendale.
* Se l’imprenditore non riesce a riportare in equilibrio l’azienda, sia operando da solo sia ricorrendo ad esperti specializzati, potrebbe scattare la procedura di allerta, procedura volta a trovare un accordo con i creditori senza quindi che la crisi si aggravi e sfoci nell’insolvenza.
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Procedura di allerta
Allerta interna:
* Se attivata dall’imprenditore che così può evitare pesanti sanzioni
* Se attivata dal collegio sindacale, revisore legale, sindaco unico i quali potrebbero incorrere in gravi responsabilità in caso di mancata segnalazione di situazioni di crisi
Allerta esterna:
* Se attivata dall’Agenzia delle Entrate, dall’INPS o dall’Agente della riscossione quando lo scaduto supera certi livelli
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Obbligo di segnalazione: ancora un richiamo alla 231
* Art. 14, comma 1 Codice della crisi d’impresa: ….. nonché di segnalare
immediatamente allo stesso organo amministrativo l'esistenza di
fondati indizi della crisi.
* Art. 6 comma 2 lettera d) del D.Lgs. 231/01: il Modello deve prevedere
… obblighi di informazione verso l’organismo deputato a vigilare sul
funzionamento e l’osservanza dei modelli.
* Il canale whistleblowing, previsto dalla L. 179/2019, può rappresentare un’ulteriore fonte di informazione interna per gli organi di controllo.
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Scambio di informazioni e presidio di controllo costante
* Esiste l’esigenza di attivare stabili flussi informativi e
meccanismi di relazione forte tra l’organo amministrativo e i soggetti preposti al controllo.
* Nelle prassi oramai diffuse, CS, Revisore Legale, OdV si
incontrano periodicamente per scambi di informazioni sulle reciproche attività di controllo e vigilanza.
* In siffatto quadro, assume rilevanza il sistema di controllo
interno integrato in grado di supportare l’imprenditore nella
tempestiva rivelazione dei segnali di crisi.
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Crisi e insolvenza
Cosa è la crisi?
Art. 2, a): stato di squilibrio economico-‐finanziario che rende probabile l’insolvenza e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.
Cosa è l’insolvenza?
Art. 2, b): lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
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Uno schema di sintesi
* Incubazione: segnali di declino e di squilibrio economico-‐finanziario
* Maturazione: perdite reddituali e diminuzione del valore del capitale economico
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* Crisi acuta: flussi di cassa strutturalmente negativi
* Crisi cronica: deterioramento patrimoniale, perdita di affidabilità, rischio di «avvitamento»
* Dissesto: crisi irreversibile
Rischio di declino Insolvenza possibile
Fronteggiamento di patologie temporanee
Insolvenza probabile Pre-‐insolvenza
Fronteggiamento di
situazioni emergenziali e gravi che minacciano la
sopravvivenza dell’impresa
Insolvenza
Verifica che l’organo amministrativo valuti costantemente, assumendo le conseguenti idonee iniziative: -‐ se l’assetto organizzativo
dell’impresa è adeguato -‐ Se sussiste equilibrio economico-‐
finanziario -‐ quale è il prevedibile andamento
della gestione
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Ruolo organi di controllo Pianificazione, programmazione, valutazione rischi Compliance, stress test, piani di recovery
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llerta
Ruolo creditori pubblici qualificati
Diversità di dimensioni, caratteristiche, settori, livello di managerialità
Sistema organizzativo, deleghe e procure,procedure aziendali, gestione delle risorse
finanziarie e umane, infrastrutturainformatica, controlli,...
OCRI -‐ Collegio
Organi di controllo societario
Idonee iniziative per il superamento della crisi
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Consulenti del debitore
Turn around permanente
Valutazione e gestione dei rischi
Recovery plan
Stress test
Valutazione efficacia del recovery plan
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Collegamento tra crisi e reati 231
Alcuni reati 231 hanno più elevate probabilità di commissione in situazioni di crisi d’impresa:
* Reati contro la PA (aggiudicazione di appalti, ottenimento di fonti di finanziamento
alternative)
* Reati ambientali (riduzione di costi)
* Reati sulla sicurezza dei lavoratori (riduzione di costi)
* Delitti contro l’industria e il commercio (riduzione di costi, aumento di marginalità)
* Delitti in materia di violazione del diritto d’autore (riduzione di costi)
* Reati societari (informazioni al mercato più rassicuranti rispetto alla reale situazione
economico-‐finanziaria)
* Reati di riciclaggio e di impiego di capitali di provenienza illecita (ottenimento di provviste
finanziarie non ottenibili da fonti creditizie tradizionali)
* Reati tributari (risparmi fiscali, sottrazione di patrimonio)
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Crisi e reati tributari
La legge 19 dicembre 2019 n. 157 di conversione del decreto fiscale ha introdotto alcuni reati tributari (D.Lgs. 74/2000) nel novero dei reati presupposto da cui deriva la responsabilità “amministrativa” degli Enti a norma del D.Lgs. 231 del 8 giugno 2001: * Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni
inesistenti (artt. 1 e 2-‐bis)
* Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e raggiri (art. 3)
* Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8, commi 1 e 2-‐bis)
* Occultamento e distruzione di documenti contabili (art. 10)
* Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (art. 11)
L’ingresso di questi reati nel catalogo dei reati 231 crea un ulteriore ponte logico tra crisi d’impresa e 231. Alcuni reati possono trovare terreno fertile in una situazione di crisi.
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L’accertamento del reato comporta sanzioni per la società: ü Pecuniarie ex art. 10 ü Interdittive ex art. 13:
§ Interdizione esercizio attività § Sospensione/revoca autorizzazioni, licenze, concessioni § Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione § Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi
ü Confisca dell’illecito profitto ex art. 19 ü Pubblicazione della sentenza ex art. 18
Sanzioni 231 e crisi
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* Le “sanzioni” impattano in modo anche incisivo sulla gestione dell’impresa con ricadute sulla redditività ed il volume di affari e sul piano reputazionale, in particolare le sanzioni interdittive (interdizione dell’esercizio dell’attività, sospensione o revoca di autorizzazioni-‐licenze-‐concessioni, divieto di contrattare con la PA, esclusione da agevolazioni-‐contributi-‐sussidi ed eventuale revoca di quelli già commessi, divieto di pubblicizzare beni o servizi).
* Le sanzioni 231, minando la competitività e la redditività aziendale e incidendo sui flussi di cassa prospettici, possono aprire fasi di crisi o acuire crisi già in corso accelerandone gli effetti.
Sanzioni 231 e crisi
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Il Codice della crisi d’impresa promuove:
* Diffusione della cultura della prevenzione * Maggiore consapevolezza dell’imprenditore
* Nuovo rapporto tra organo amministrativo e organi di controllo
* Scambio costante di informazioni mirate
* Tempestività (non eccesso) di segnalazione
* Capacità di pronta reazione dell’impresa
* Turnarond permanente
Alcune riflessioni finali
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* Generalità degli obblighi posti a carico dell’imprenditore * Costruzione delle procedure di allerta * Composizione dei collegi OCRI * Conflitto di interessi / indipendenza dei professionisti * Rischio di “affollamento” di professionisti * Tempi serrati della procedura e inerzia aziendale * Necessità di adeguare le misure alle diverse tipologie di impresa * Funzionamento del controllo interno * “Crisi di rigetto” delle imprese * Rischio di deriva burocratica e formale
Principali punti di attenzione
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GRAZIE
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