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AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale [http://www.aess.regione.lombardia.it] Maggio 2005 Il Canto Narrativo A cura di Elena Bergomi

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AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale

[http://www.aess.regione.lombardia.it]

Maggio 2005

Il Canto Narrativo

A cura di Elena Bergomi

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Capitolo 1: Introduzione________________________________________________________ 3Cosa ______________________________________________________________________ 3Chi canta __________________________________________________________________ 4Come _____________________________________________________________________ 4

La forma _________________________________________________________________________ 4La lingua _________________________________________________________________________ 4Il modo di raccontare________________________________________________________________ 5

Dove si canta _______________________________________________________________ 5

Capitolo 2: Analisi_____________________________________________________________ 6Temi ______________________________________________________________________ 6

Indice dei temi _____________________________________________________________________ 7Storie ____________________________________________________________________ 10

Primo tipo [esordio positivo, conclusione negativa]________________________________________ 10Secondo tipo [esordio negativo, conclusione negativa]_____________________________________ 11Terzo tipo [esordio positivo, conclusione positiva] ________________________________________ 11Quarto tipo [esordio negativo, conclusione positiva] _______________________________________ 12Quinto tipo [contrasto] ______________________________________________________________ 12

Personaggi________________________________________________________________ 13Indice dei personaggi ______________________________________________________________ 15

Luoghi ___________________________________________________________________ 16Indice dei luoghi __________________________________________________________________ 16

Capitolo 3: Canti _____________________________________________________________ 18

Appendice A: La ballata e il canto narrativo in Italia________________________________ 19

Appendice B: Questioni di lingua nel canto narrativo ______________________________ 21

Appendice C: GLOSSARIO ____________________________________________________ 22

Appendice D: BIBLIOGRAFIA __________________________________________________ 24Raccolte __________________________________________________________________ 24Studi _____________________________________________________________________ 27Discografia – LP ___________________________________________________________ 29Discografia – CD ___________________________________________________________ 30Navigare nel web___________________________________________________________ 31

Crediti______________________________________________________________________ 32

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Il canto narrativoQuesto percorso vi accompagnerà alla scoperta del canto narrativo: uno dei generi più diffusi dellatradizione etnomusicale europea. Viene qui proposta una selezione di dieci canti, registrati oraccolti in Italia settentrionale.I canti sono offerti all’ascolto e alla lettura, accompagnati da trascrizione del testo e da traduzionein italiano, analizzati nella forma e nei contenuti.

Un aiuto alla lettura per ogni singolo testo è fornito da una mappa che individua temi, personaggi,luoghi, intrecci e sviluppo narrativo.Il percorso è corredato da alcuni approfondimenti, che suggeriscono spunti per nuove ricerche, eda alcune proposte didattiche, esplicitamente rivolte alla scuola.

Capitolo 1: Introduzione

CosaIl canto narrativo, detto anche ballata, è un genere formalizzato dell’oralità. Appartiene a una vastatradizione europea ed è ampiamente diffuso nel nord Italia; è riconoscibile per forma e contenuto;viene eseguito in forma monodica e corale; è destinato all’intrattenimento, pubblico o familiare.E’ un canto formato da più strofe dove si racconta una storia, in genere a carattere passionale,delittuoso e spesso cruento. L’intreccio è costruito intorno a un protagonista (maschile o femminile)e a pochi personaggi di contorno; raramente si chiude con un lieto fine.L’esordio è breve e serve per introdurre i personaggi che si presentano spesso con il loro nome:Fiorenza, Lucrezia, Cecilia, Munglesa, Raimund, o corrispondono a figure ricorrenti: gentil galante,dama gentile, il figlio del conte, la bella, e così via.Il racconto procede attraverso una rapida sequenza di azioni legate generalmente a un fatto e/o aun protagonista ed è privo di pause descrittive o riflessive. Le vicende e i personaggi, pur nellaricorrenza di situazioni simili, sono propri di ogni singolo canto e lì si esauriscono, non hanno cioècarattere epico né ciclico.La narrazione tende a essere sintetica ed essenziale lasciando all’ascoltatore la possibilità diimmaginare il non detto: i cambi di scena, il passare del tempo, l’ingresso di nuovi personaggi sonoprivi di segnalazioni o commenti. Chi ascolta si trova al centro di una sequenza di azioni.Amore, tradimento, morte, intrigo e delitto sono i temi portanti delle storie, ma si trovano ancheesempi di testi a carattere satirico, come la beffa ai danni di un galantuomo, o sentimentale, comela seduzione della bella alla fontana.

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Chi canta

Teresa Viarengo, Asti Eva Tagliani, Colleri (PV)foto: Giuliano Grasso

Fratelli Bregoli, Pezzaze (BS)foto: Ferdinando Scianna

Il canto narrativo è prevalentemente monodico, cioè eseguito da un’unica voce (maschile ofemminile) e privo di accompagnamento strumentale.Dalle ricerche sul campo effettuate in area lombarda e piemontese sono emersi due significativirepertori di canto narrativo femminile: il repertorio di Eva Tagliani, di Colleri in provincia di Pavia, edi Teresa Viarengo, di Asti. Di entrambe sono state curate le edizioni di parte del loro vastissimorepertorio in volume o disco.Esiste tuttavia una diffusa tradizione di esecuzione corale, a volte accompagnata dalla fisarmonica.

Come

La formaIl canto narrativo è formato da strofe, cioè serie di versi (due o quattro, e talvolta uno solo) chepossono essere ripetuti o intervallati da ritornelli, in ragione della struttura melodica o di particolariesigenze esecutive. La misura dei versi è variabile.Nella maggior parte dei testi si può riconoscere il metro epico-lirico, un verso lungo diviso in dueparti, in cui la parola finale di ogni metà verso ha l’accento sulla penultima sillaba (dàme) oppuresull’ultima (Liùn), in modo da creare alternanza ritmica all’interno del verso.

I due principali modelli accentuativi sono quindi rappresentati da questi due esempi:

a) s’a na sun tre gentil dàme / ca na venu da Liùnb) e l’ui bela l’è là sul màr / che la canta tanto béne.

Per quanto riguarda l’esecuzione musicale, è fondamentale il rapporto uno a uno nota-sillaba, perrendere immediatamente riconoscibili le parole. La struttura strofica prevede musica uguale pertutte le strofe e l’andamento melodico può variare in base al tipo di esecuzione [vedi appendice A:La ballata e il canto narrativo in Italia].

La linguaLa lingua deI canto narrativo è multiforme: italiano, dialetto, mescolanze di italiano e dialetto. Moltodipende dallo stile degli esecutori: le voci singole tendono più spesso al dialetto mentre i coriall’italiano.Nei testi in italiano, diffusi in tutte le regioni dove si cantano ballate, si trova spesso qualcheinserzione di termini dialettali o semplicemente qualche travestimento fonetico di parole italiane,come marì (marito), pesie (pesce), amasàr (ammazzare), amùr (amore), stagiùn (stagione), fiùr

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(fiore). Questi termini spesso sono inseriti solo per ragioni metriche, poiché la maggior parte deidialetti settentrionali utilizza parole tronche, mentre quelle italiane sono prevalentemente piane.

In particolare è nell’area piemontese che si può effettivamente parlare di un linguaggio proprio delcanto narrativo, formato da elementi linguistici diversi: c’è l’italiano, il dialetto e la presenza ditermini francesi o di provenienza francese.Ne troviamo un esempio nella versione della Sposa morta di Teresa Viarengo, di Asti. Inoltre sitrovano elementi che non sono spiegabili in termini esclusivamente linguistici e contribuiscono aindividuare uno “stile”, proprio dei canti diffusi in questa regione. Per esempio l’introduzione dellaparticella s/s’a, spesso collocata all’inizio di una nuova scena [vedi appendice B: Questioni dilingua nel canto narrativo].

Il modo di raccontareLa modalità narrativa di questi canti si avvicina alla gestualità scenica e il modo di raccontare sipresta facilmente alla drammatizzazione, per l’incalzante incisività del dialogo, l’assenza di pausedescrittive e riflessive e la scarsa caratterizzazione dei personaggi.Solo raramente interviene un narratore esterno, cioè una voce che non appartiene a unpersonaggio coinvolto nell’azione, a dare un giudizio o a proporre una “morale”. Questo accadeper esempio quando una donna tradisce il proprio marito, situazione inaccettabile che di solitoviene punita con la morte.

Alcuni testimoni raccontano che i canti narrativi venivano “messi in scena”, con il nome dimascherate, in occasione del carnevale. In mancanza di documentazione visiva sulle mascherate,possiamo immaginarle prendendo spunto da un particolare tipo di ballo carnevalesco, per così dire“narrativo”, che si svolge a Cegni, sulla montagna appenninica in provincia di Pavia. E’ il ballo dellaPovera donna, un rituale complesso fatto di musica, gestualità e danza il cui nucleo coreutico esimbolico consiste in una danza di corteggiamento, seguita dalla morte apparente della maschera(maschile o femminile) e il repentino ritorno in vita del finto morto, per concludere la danzainterrotta.

In altri casi la storia, in cui il dialogo tra i personaggi è un elemento preponderante, prende la formadel contrasto. Spesso sono canti di argomento amoroso, come il “faticoso” corteggiamento diAmore inevitabile, ma anche beffardo e satirico, come la lite coniugale delle Repliche di Marion.

Dove si cantaIl canto narrativo è diffuso in tutte le regioni italiane settentrionali, con una netta prevalenza inPiemonte, in cui troviamo i repertori più completi e le raccolte storiche più importanti. Per questomotivo alcuni studiosi hanno supposto un’origine propria della regione, che a sua volta sembraessere importatrice di molti testi dalla Francia.Ci sono comunque numerose attestazioni degli stessi titoli anche nelle regioni del centro e del sudItalia, e in molti Paesi europei.

In Lombardia si trovano canti narrativi nelle edizioni “storiche” del Bolza, Canzoni popolaricomasche, 1867; di Frescura e Re, Canzoni popolari milanesi, 1939; di Bollini e Frescura, I cantidella filanda. Vecchie canzoni delle filandiere brianzole, 1940.

Le raccolte lombarde più recenti sono pubblicate nei quindici volumi della collana Mondo popolarein Lombardia, curati dalla Regione Lombardia tra il 1977 e il 1995.Tra queste si trovano i repertori delle sorelle Tagliani, in provincia di Pavia; della famiglia Bregoli,in provincia di Brescia; delle sorelle Bettinelli, in provincia di Cremona.Per riferimenti completi alle edizioni di raccolte storiche e recenti si rimanda alla bibliografia.

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Capitolo 2: Analisi

TemiIl canto narrativo parla di amore e passioni, di fughe e tradimenti, di morte e sventure. Nonmancano temi satirici o burleschi, ma si trovano in misura minore e in canti meno diffusi.Amore e morte sono temi che presentano le più varie sfumature e coprono una vasta gamma ditoni: cruenti, appassionati e sensuali, ma anche intimi e familiari.

La bella di Ratto al ballo è una donna sposata che seduce con il suo canto il figlio del re, il quale laattira a corte e la induce ad abbandonare marito e figli; la protagonista di Donna lombarda trama,travolta dalla passione per il re di Francia, di avvelenare il marito con la complicità del pretendente.In entrambi i casi è la donna, colpevole di tradimento, che incontra la morte. La protagonistadell’Eroina, la Munglesa, prevale invece sul suo rapitore e con coraggio e astuzia lo uccide.

A volte l’amore passionale porta alla morte per sacrificio o vendetta, come in Fior di tomba, doveuna ragazza ama, fino a morirne, un giovane condannato.Negli Anelli invece, un marito accecato dalla gelosia compie una vera e propria strage familiare peraver dato ascolto alla malvagità di un delatore.

Ci sono poi storie in cui si parla dell’amore sensuale, che si concretizza nell’avventura erotica,vissuta o vagheggiata.

La seduzione è un altro tema fortemente sentito. Non si esaurisce però nell’arte di giocare con “labellezza”, causa e motore di molte vicende, ma è frequentemente associato al potere eccezionaledella musica, che può produrre effetti straordinari, alienanti, quasi sovrannaturali. Poter del canto è

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un testo esemplare: qui le virtù dell’arte del cantare producono effetti meravigliosi per mare e perterra.

Altrove la seduzione e il corteggiamento non sono temi intorno ai quali si costruisce la vicenda, maprendono forma attraverso il rituale del corteggiamento, messo in atto, in questi casi, con l’artedella parola. In Amore inevitabile il pretendente cerca di vincere la ritrosia dell’amata che, infine,cede e accetta di sposarlo. Il corteggiamento si realizza in una sorta di contesa amorosa costruitasu un dialogo incalzante: l’amante esprime il desiderio di essere trasformato in un essere animato,o in un oggetto, pur di avvicinarsi o servire all’amata, la quale vorrebbe trasformarsi a sua volta persfuggirgli.Questo motivo è presente in molti canti di genere lirico e amoroso diffusi in tutta Italia; nellaraccolta di Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte ve n’è un esempio toscano moltointeressante.

Anche il tema del viaggio è presente nella forma della separazione dagli affetti familiari, come puòesserlo la partenza per la guerra, l’allontanamento forzato per rapimento.

Dai dieci canti del percorso abbiamo ricavato una rappresentazione che illustra i temi sui quali sibasano gli intrecci.Sono cinque categorie generali che si irradiano nei testi attraverso alcuni sottotemi, che chiamiamoaspetti. Rappresentano, in generale, le diverse sfumature che i temi (amore, morte, inganno e cosìvia) assumono nelle storie cantate.

Indice dei temi

Temi - Aspetti – Canti

Questa struttura dettaglia per ogni tema qualisono i canti in cui esso è rappresentato: Sui nodi principali troviamo i temi, sui nodi secondari si trovano gli aspetti in cui

ogni tema è suddiviso, le foglie corrispondono ai canti in cui tale

aspetto è presente.

* AMORE o Corteggiamento + Amore inevitabile + Ratto al ballo + Gli anelli + Donna lombarda o Famiglia + Ratto al ballo + Cecilia + Fior di tomba + Gli anelli + Il moro saracino

Canti - Aspetti – Temi

Questa struttura dettaglia per ogni canto qualisono gli aspetti ed i temi in esso contenti: sui nodi principali troviamo i canti del

percorso, sui nodi secondari si trovano i temi presenti

in ogni canto, le foglie corrispondono agli aspetti

attraverso cui ogni tema è rappresentato nelcanto.

* AMORE INEVITABILE o Amore + Corteggiamento o Seduzione + Bellezza o Inganno / Illusione + Travestimento* RATTO AL BALLO o Amore + Corteggiamento + Famiglia + Richieste sessuali

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+ La guerriera o Richieste Sessuali + Ratto al Ballo + Cecilia* MORTE / DELITTO o Esecuzione Capitale + Cecilia + L'infanticida alla forca + Fior di tomba o Omicidio + Un'eroina o Uxoricidio + Gli anelli o Infanticidio + L'infanticida alla forca + Gli anelli o Suicidio + Ratto al ballo + Donna lombarda + Fior di tomba* SEDUZIONE o Bellezza + Amore inevitabile + Cecilia o Musica + Ratto al ballo + La guerriera o Potere + Ratto al ballo + Gli anelli + Donna lombarda* ALLONTANAMENTO o Partenza per la guerra + Gli anelli + Il moro saracino + La guerriera o Rapimento + Un'eroina + Il moro saracino* INGANNO / ILLUSIONE o Tradimento + Ratto al ballo + Donna lombarda o Promessa non mantenuta + Cecilia o Menzogna + Un'eroina + Gli anelli o Travestimento + Amore inevitabile + Il moro saracino + La guerriera

o Seduzione + Musica + Potere o Morte / Delitto + Suicidio o Inganno / Illusione + Tradimento* CECILIA o Amore + Famiglia + Richieste sessuali o Morte / Delitto + Esecuzione capitale o Seduzione + Bellezza o Inganno / Illusione + Promessa non mantenuta* FIOR DI TOMBA o Amore + Famiglia o Morte / Delitto + Suicidio + Esecuzione capitale* INFANTICIDA o Morte / Delitto + Infanticidio + Esecuzione capitale* UN'EROINA o Morte / Delitto + Omicidio o Allontanamento + Rapimento o Inganno / Illusione + Menzogna* GLI ANELLI o Amore + Corteggiamento + Famiglia o Morte / Delitto + Uxoricidio + Infanticidio o Seduzione + Potere o Allontanamento + Partenza per la guerra o Inganno / Illusione + Menzogna* DONNA LOMBARDA o Amore + Corteggiamento o Morte / Delitto + Suicidio o Seduzione

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+ Potere o Inganno / Illusione + Tradimento* IL MORO SARACINO o Amore + Famiglia o Allontanamento + Partenza per la guerra + Rapimento o Inganno / Illusione + Travestimento* LA GUERRIERA o Amore + Famiglia o Seduzione + Musica o Allontanamento + Partenza per la guerra o Inganno / Illusione + Travestimento

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StorieLe storie raccontate nei canti del percorso sono state raggruppate in cinque tipologie,considerando principalmente tre elementi della narrazione:

esordio sviluppo dell’azione conclusione.

Primo tipo [esordio positivo, conclusione negativa]L’esordio prende l’avvio da una situazione iniziale positiva di solito associata al tema dell’amore,raccontato nei diversi aspetti (innamoramento, passione, seduzione, corteggiamento, matrimonio).La vicenda si sviluppa in senso negativo fino all’epilogo drammatico quasi sempre connotato dallapresenza della morte.

CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE

Ratto al ballo seduzione: la bellaammalia col canto il figliodel re

tradimento: la bella va alballo, viene sedotta dal figliodel re e abbandona marito efigli

suicidio: la bella che hatradito la famiglia si togliela vita

Fior di tomba innamoramento: unaragazza ama e desideraun giovane condannato amorte

amore impossibile: laragazza progetta di morireper l’amore perduto

morte per amore: laragazza vuole un fioresulla tomba che ricordi lasua pena

Gli anelli matrimonio: principeRaimondo sposa la damagentile e dopo un annoparte per la guerra

allontanamento e inganno:principe di Lione cercasenza successo di sedurrela moglie rimasta sola, poiinganna il principe con glianelli falsi. Lui, alienato dallagelosia, torna per vendicarsi

gelosia e strage familiare:principe Raimondo compieuna strage familiare e poisi uccide

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Secondo tipo [esordio negativo, conclusione negativa]L’esordio si connota in senso negativo: il marito in prigione, l’infanticidio, le nozze forzate, lapianificazione di un delitto. Anche l’azione si sviluppa in senso negativo attraverso ricatti, inganni,delazioni e così via, per giungere a un epilogo drammatico dove la morte, rappresentata in formediverse, prende il sopravvento.

CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE

Cecilia reclusione ingiusta: labella Cecilia chiede alcapitano di vedere ilmarito che è in prigione

ricatto sessuale: il capitanosottopone Cecilia a unricatto sessuale: se leiaccetta il marito sarà libero.Cecilia accetta ma ilcapitano manca alla paroladata

tradimento della paroladata: il marito vieneimpiccato

L’infanticida allaforca

infanticidio: Maiulìn uccideil figlioletto neonato

confessione del delitto:Maiulìn viene scoperta eportata via

espiazione della colpa:Maiulìn espia la sua colpae viene condannata amorte

Donna lombarda premeditazione delittuosa:il re di Francia vuolesedurre Donna lombarda,che è sposata

complotto e delazione: ilseduttore aiuta la donna apreparare l’omicidio delmarito, ma il figlioletto rivelatutto al padre

vendetta e morte: il maritoinduce Donna lombarda abere il veleno

Terzo tipo [esordio positivo, conclusione positiva]L’esordio scaturisce da una situazione positiva di solito connessa al tema dell’amore visto nei suoiaspetti più rasserenanti e vitali, come l’amore filiale, le nozze desiderate, il corteggiamento.Attraverso varie vicende non prive di suspense, come rapimenti, fughe o travestimenti, la storia siavvia verso un lieto fine: le nozze, l’incontro con la persona amata o la sua conquista.

CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE

Il moro saracino matrimonio: un soldatosposa Fiorenza, unaragazza molto giovane ebella di cui è innamorato

rapimento: dopo la partenzadel marito per la guerraFiorenza viene rapita dalmoro saracino che se neinnamora. Il marito la va acercare senza tregua inluoghi lontani

ritrovamento e ritorno acasa: il marito riesce atrovare la moglie e lariporta a casa

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Quarto tipo [esordio negativo, conclusione positiva]L’esordio prende l’avvio da una situazione iniziale negativa come il matrimonio forzato, laseparazione, la guerra o il rapimento. Attraverso alterne vicende ricche di suspense e colpi discena spesso giocati sull’astuzia, la storia si avvia verso un lieto fine: il ritorno a casa, le nozzedesiderate.

CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE

Un’eroina matrimonio forzato erapimento: il figlio delconte sposa l’Inglesacontro la sua volontà e larapisce

ribellione coraggiosa: il figliodel conte vuole ucciderel’Inglesa come ha fatto conle precedenti mogli ma lei siribella con un atto dicoraggio

riscatto e ritorno a casa:l’Inglesa uccide il maritocrudele e torna a casa

La guerriera partenza per la guerra:una ragazza si traveste dasoldato e parte per laguerra al posto del padre

colloquio col soldatomisterioso: la ragazza cantacon voce bellissima: i soldatisi insospettiscono e cercanodi smascherarla

svelamento e ritorno acasa: la ragazza vienericonosciuta e torna acasa per sposarsi

Quinto tipo [contrasto]Questa tipologia sembra non rispondere ai criteri precedenti poiché in essa è difficile individuare itre elementi che abbiamo preso in considerazione: esordio, sviluppo dell’azione, conclusione.E’ il caso del contrasto, un dialogo tra innamorato e amata o tra marito e moglie, che, partendo dauna situazione critica, concreta o immaginaria, procede con battute incalzanti per sciogliersi nellieto fine della pace tra i contendenti o le nozze.

CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE

Amoreinevitabile

corteggiamento eseduzione: il pretendentevuole sedurre l’amata

contrasto amoroso: ilpretendente cerca diconquistare la ragazza chesi fa desiderare e fingeritrosia

matrimonio: laschermaglia amorosafinisce con le nozze

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PersonaggiI personaggi del canto narrativo non hanno le caratteristiche comunemente attribuibili al“personaggio” di una classica narrazione.Sono per lo più tipi fissi, privi di caratterizzazione fisica, psicologica o morale. Non vengonopresentati, non hanno una personale biografia, ma entrano direttamente in scena per svolgere ilruolo che la storia gli assegna.

Tutti rimandano ad alcuni stereotipi femminili e maschili facilmente riconoscibili dal pubblico.

Eccone alcuni.

la Donna lombarda moglie sedotta da un nobile potente che la induce adavvelenare il marito

il genovese, giovane innamorato che chiede al padre, ricco e potente, didargli la bella, a tutti i costi, perché la desidera fino alla morte

il moro saracino, cavaliere forestiero e misterioso che rapisce giovanidonne e le porta lontano

i fuorilegge, in piemontese i asasìn, che rapiscono e uccidono ragazzeindifese

il soldato che torna dalla guerra

e ancora pastorelle, contadini, giocatori, re, regine e amanti clandestini

I personaggi possono essere designati da nomi propri, come Cecilia o Fiorenza, da nomi comuni edi parentela, come capitano, soldato, pastora, mamma, papà, figlio, figlia, sorella.

I protagonisti, soprattutto quelli femminili, hanno la caratteristica di essere molto belli, comeCecilia, l’eroina del canto omonimo, e molto giovani, come Fiorenza, la giovane donna rapita dalmoro saracino.

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Bellezza e giovinezza sono tratti comuni e necessari allo sviluppo delle vicende, che in gran parteseguono lo sviluppo tematico amore-gelosia-tradimento-morte.

Anche la classe sociale dei personaggi ha la sua funzione nella storia poiché rivelacontrapposizioni elementari e facili da comprendere: ricchi e poveri, nobili e popolani, potenti eumili. Nell’Eroina la donna rapita è quasi sempre figlia di un cavaliere, ma molto spesso la vittimadi un’ingiustizia è di condizione umile.

Talora la contrapposizione sociale diventa una sorta di gioco delle parti, come in Occasionemancata, dove una ragazza che ha perduto la strada si presenta a un cavaliere di passaggiomentendo sulle proprie nobili origini, forse per mettere alla prova le intenzioni del galante, che ineffetti cambiano una volta svelata l’identità della giovane.

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Indice dei personaggi

# PERSONAGGI FEMMINILI

* Nome comune o Béla + Ratto al ballo o Mamma, Mama + L'infanticida alla forca + Gli anelli + Il moro saracino o Figlia, Filia, Fìa + L'infanticida alla forca + Fior di tomba + La guerriera o Lavandera + Il moro saracino o Regina + La guerriera o Soldato + La guerriera o La Giustizia + L'infanticida alla forca * Nome proprio o Sisilia + Cecilia o Maiulìn + L'infanticida alla forca o Mariunsìn + Gli anelli o Inglesa + Un'eroina o Fiurensa + Il moro saracino * Perifrasi o Dama gentile + Gli anelli o Donna lombarda + Donna lombarda

# PERSONAGGI MASCHILI

* Nome comune o Marì, Marito + Cecilia + Ratto al ballo + Gli anelli + Donna lombarda + Il moro saracino o Capitano + Cecilia o Papà, padar + Fior di tomba + La guerriera o Giuvu + Fior di tomba o Cavaièr + Gli anelli o Bambino + Donna lombarda o Soldati + La guerriera o Fratelì + Gli anelli o Servitore + La guerriera * Nome proprio o Raimùnd + Gli anelli * Perifrasi o Fio del re + Ratto al ballo o Fiol del signor conte + Un'eroina o Signor conte + Un'eroina o Prinsi Liùn + Gli anelli o Re di Francia + Donna lombarda o Moru sarasì + Il moro saracino o Gentìl galànt + Il moro saracino

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LuoghiLe numerose citazioni di città, regioni o nazioni nel canto narrativo non hanno solitamente unarelazione stretta con la storia o i personaggi.Nelle varianti di Cecilia, per esempio, la protagonista arriva da Lione, da Genova, dal Piemonte,dal mercato, senza alcuna conseguenza sullo sviluppo della vicenda, poiché la meta è sempre lastessa, ossia la prigione in cui è rinchiuso il marito.

La scelta delle località può obbedire tanto a criteri geografici, secondo la provenienzadell’esecutore, quanto a necessità metriche, musicali, estetiche o semplicemente mnemoniche.

Le azioni, gli amori e i delitti, si compiono tutti in spazi diversi, ma sono riconducibili ad alcunetipologie ricorrenti.

Primo tipoSono gli spazi definiti, come la casa, il castello o la prigione.Troviamo: le stanze del principe, dove egli seduce la donna sposata, dopo aver indetto in suoonore una festa da ballo; il balcone, dove si affacciano le donne di casa in attesa del ritornodell’eroe; il castello, dove il rapitore porterà la sua vittima; la prigione.

Secondo tipoSono gli spazi indefiniti o aperti. Possono essere: boschi, montagne, strade, giardini,la riva del mare e i luoghi lontani, ignoti e difficili da raggiungere.

Terzo tipoSono i luoghi simbolici, che evocano situazioni e contesti precisi come il ballo e la guerra.Comprendono la dimensione sociale e quella temporale dello spazio. Il ballo infatti è rappresentatocome luogo della danza, ma è anche l’occasione di socializzazione collettiva.

La guerra non è mai rappresentata o raccontata, ma è presente nella “dimensione” spazio-temporale: è un luogo indefinito e lontano che impone la sua durata (un anno, sette anni) allevicende dei protagonisti.

Indice dei luoghiAl primo livello troviamo il tipo di spazio, seguito dalla descrizione e quindi dal canto in cui si trova

* SPAZI DEFINITI o Stanze del principe + Ratto al ballo o Castello + Cecilia o Porta di casa/del palazzo + L'infanticida alla forca + Il moro saracino o Prigione + Cecilia + L'infanticida alla forca o Casa + Un'eroina + Donna lombarda + Gli anelli

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+ Il moro saracino + La guerriera o Balcone + Gli anelli + Cecilia o Bottega dell'orefice + Gli anelli o Palazzo + Il moro saracino + La guerriera

* SPAZI INDEFINITI o Riva del mare + Ratto al ballo o Francia + Un'eroina o Bosco + Un'eroina o Orto + Donna lombarda o Strada + Il moro saracino + La guerriera o Mercato + La guerriera o Giardino + La guerriera o Lione + Gli anelli

* LUOGHI SIMBOLICI o Ballo + Ratto al ballo o Guerra + Gli anelli + Il moro saracino + La guerriera

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Capitolo 3: Canti

ESECUTORE DATI DI RILEVAZIONE TITOLO

Peppino, Lino, Angelo,Adriano Bregoli

Pezzaze (BS), 1974registrazione di Bruno Pianta e PierluigiNavoni

Amore inevitabile

Voci miste e fisarmonica Aie di Cosola (AL), 1980registrazione di Maurizio Martinotti

L’infanticida alla forca

Gruppo di Santa Croce Santa Croce di San Pellegrino (BG), 1966registrazione di Roberto Leydi e AlbertoFumagalli

Un’eroina

Maria e Mafalda Negro Aie di Cosola (AL), 1981registrazione di Maurizio Martinotti

La guerriera

Eva Tagliani Colleri (PV), 1984registrazione di Aurelio Citelli e GiulianoGrasso

Ratto al ballo

Andreina Fortunati Villa Garibaldi (MN), 1975registrazione di Bruno Pianta

Cecilia

Teresa Viarengo Asti, 1964-65registrazione di Roberto Leydi e FrancoCoggiola

Fior di tomba

Teresa Viarengo Asti, 1964-65registrazione di Roberto Leydi e FrancoCoggiola

Gli anelli

Andreina Fortunati Villa Garibaldi (MN), 1975registrazione di Bruno Pianta

Donna lombarda

Mafalda Negro Aie di Cosola (AL), 1981registrazione di Maurizio Martinotti

Il moro saracino

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Appendice A: La ballata e il canto narrativo in ItaliaIgnazio Macchiarella, La ballata e il canto narrativo in Italia. Breve introduzione, [articolo pubblicato su webwww.vocideuropa.net]

Canzone narrativa è una denominazione attribuita normalmente ad un vasto insieme direpertori di tradizione orale presenti praticamente in tutta Italia. Vi si ritrovano brani assai diversi fradi loro, monodici e polifonici, con o senza accompagnamento strumentale. Il testo verbale,imperniato sul racconto di una storia solamente, è di tipo strofico e la struttura metrica variabile aseconda dei casi.

Fino a due-tre decenni fa la canzone narrativa veniva eseguita all’interno di differenticontesti esecutivi, destinate per lo più all’intrattenimento collettivo, pubblico o familiare. Talvoltaera espressione di particolari specializzazioni oppure, come nel caso dei repertori da cantastorie,di un vero e proprio professionismo. Adesso le modalità e i contesti esecutivi ed i significati sonototalmente cambiati.

Il patrimonio del canto narrativo, attestato almeno a partire dal XVI secolo e documentato sututto il territorio italiano dalla seconda metà dell’Ottocento, sfugge ancor oggi ad una precisadefinizione. La pur ricca bibliografia manca di studi complessivi, in grado di qualificarne learticolazioni o quantomeno di dar conto della documentazione disponibile e soprattutto apparetroppo concentrata sulla componente verbale trascurando quando non tralasciando del tuttol’analisi della struttura musicale. Così mentre vi sono numerosi saggi che discutono i diversi aspettidei testi verbali, dalla struttura metrico-strofica allo stile, dalle presumibili origini ai rapporti con laletteratura e le fonti scritte del passato, dalla diffusione nelle diverse regioni al riscontro di variantisu tutto il continente europeo, si ritrovano solo sparuti riferimenti, quasi en passant, all’impiantomusicale e perfino poche indicazioni sulle modalità dell’esecuzione.

A grandi linee si può affermare che la ballata propriamente detta, è uno fra i repertori piùaffascinanti della cultura musicale tradizionale del continente europeo di cui si ritrovano “tracce”già a partire dal medioevo. In Italia esso è diffuso prevalentemente nelle regioni settentrionali, consignificative estensioni nell’Italia centrale, mentre raramente si ritrova nel meridione e nelle isole.Un repertorio che oggi si presenta fortemente disgregato a causa, tra l’altro, del venir meno delleoccasioni di intrattenimento tradizionale che nel passato costituivano il suo contesto pereccellenza: come gli incontri serali in osteria, nei bar, nelle stalle eccetera. Numerose ballate,documentate fino ad un recente passato, sono oramai del tutto scomparse; altre continuano adessere eseguite in maniera, potremmo dire, “cristallizzata”, senza particolare attenzione per lafunzione narrativa, senza cioè quel carattere di “racconto cantato” che tradizionalmentecontrassegnava il repertorio. [...]

L’esecuzione musicale della ballata può essere monodica o polifonica, senzaaccompagnamento strumentale. La prima enfatizza la funzione comunicativa e l’abilità del cantoreche ha la possibilità di istituire uno stile peculiare attraverso un sapiente uso dell’ornamentazione,dell’agogica eccetera. Nell’esecuzione polifonica, sempre con struttura a parti parallele,(Macchiarella 1996) prevale invece la ricerca del piacere del canto da parte degli esecutori eovviamente risultano limitati gli espedienti ornamentali e meno caratterizzati quelli stilistici.

Monodica o polifonica, la ballata prevede sempre l’immediata riconoscibilità delle parole: èquindi fondamentale il rapporto uno a uno nota sillaba. Altrettanto basilare è la struttura strofica:musica uguale per tutte le strofe del testo verbale.

Va tuttavia notato che lo schema dell’articolazione delle strofe musicali non è sempreidentico a quella del testo verbale: è sufficiente osservare, infatti, come in diversi casi allaripetizione di un verso del testo verbale non corrisponde una analoga ripetizione musicale oppurealla reiterazione di un frammento musicale non corrisponde quella del testo verbale.

All’interno della strofa le pause e le prese di fiato individuano delle unità musicali pertinenticoincidenti con i versi del testo verbale: evenienza ovvia dato lo stretto rapporto parola/musica che

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caratterizza il repertorio. L’esecuzione di tali unità (e quindi del verso) non viene mai interrotta dapause: solo nel caso di unità piuttosto lunghe vi si possono ritrovare eventuali prese di fiato incoincidenza con la suddivisione interna del verso.

Altra evidente constatazione alla luce del nesso inscindibile parola/musica è la sostanzialecoincidenza degli accenti forti della melodia con quelli dello schema metrico del testo. Di normauno di tali accenti risulta il più importante dell’unità musicale, e orienta, in certo modo, la gerarchiadella successione dei valori musicali: in numerose ballate analizzate tale accento cade sullaseconda sillaba (primo battere della melodia) nel caso di versi ottonari, sulla penultima sillaba nelcaso di settenari.

Per quanto riguarda l’andamento melodico si possono indicare in linea di massima alcunegeneriche ricorrenze con delle diversità a seconda se si tratta di esecuzione monodica o polifonica.La ballata monodica in genere entro ambiti piuttosto estesi, spesso superiori all’ottava, puòpresentare ampi salti melodici in giustapposizione con passaggi per gradi congiunti. La presenzadegli intervalli melodici di quarta e quinta ascendenti ha un frequente riscontro in apertura dellastrofa, estesi passaggi per grado, per lo più discendenti, si ritrovano invece nella cadenza finale.Nelle esecuzioni a più voci, invece, gli ambiti in cui si muovono le singole parti sono generalmentecontenuti, predominano nettamente i passaggi per grado congiunto, e gli eventuali salti melodicisono ubicati per lo più in apertura.

In quasi tutte le esecuzioni considerate in coincidenza con gli accenti principali delle unitàmusicali prima identificate — quanto meno di quelle relative al primo verso — la melodia sipresenta su un grado fondamentale della scala: I, V o IV. E’ altresì da ipotizzare che anchel’attacco e la conclusione delle unità musicali coincidenti con i versi abbiano luogo su gradiimportanti dello svolgimento melodico (verosimilmente I, II o IV e V) e che comunque in tali punti sipossa ritrovare una chiave per la comprensione della logica inerente lo sviluppo melodico delcanto.

Alquanto variabili sono altresì le strutture scalari che si possono ritrovare. Accanto a scalechiaramente coincidenti con quella maggiore e minore del sistema tonale — l’ultima sebbene pocofrequente — si ritrovano modelli riferibili al sistema modale oppure strutture costruite su quattro-cinque suoni non rapportabili ai sistemi prima citati.

Nell’esecuzione monodica si ha una presenza significativa di espedienti ornamentali comeportamenti, mordenti, appoggiature ed acciaccature, in coincidenza dei momenti di un certo rilievodella trama narrativa, nonché delle frequenti vocalizzazioni (su note di volta) che rendono piùfluente la melodia. La maggiore perizia nella realizzazione di tali elementi (quasi del tutto assenti, ecomunque con un rilievo del tutto relativo nelle esecuzioni polifoniche) contraddistingue il grandeinterprete del repertorio, abilità che nel passato era chiaramente riconosciuta da una comunità.

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Appendice B: Questioni di lingua nel canto narrativo

Il canto popolare di tipo narrativo dell’area piemontese ha suscitato l’interesse dei linguisti fin dallapubblicazione, nel 1888, dei Canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra. L’opera si presentacome edizione dei canti raccolti, collazionati e commentati da Nigra nei decenni precedenti, ed ècorredata da un’ampia introduzione, che fornisce una sistemazione geografica, storica, filologica eletteraria del canto popolare italiano.Nel 1902, Carlo Salvioni esamina la presenza della particella d’ nella poesia popolaresca del nordItalia, considerando largamente il canto di tipo narrativo. La particella d’ è preposta all’articoloindeterminativo un (d’un al posto di un), come nell’esempio: fiö del re l’à fai piantà d’un bal (ilfiglio del re ha fatto organizzare un ballo). Salvioni interpreta l’aggiunta della d’ come se sitrattasse di un “ornamento” linguistico: assente nella lingua parlata risulta pure slegata da unpossibile valore semantico; è quindi un elemento linguistico percepito come estraneo, un vezzopoetico esotico e peregrino.Nel 1914, Benvenuto Terracini affronta questioni di stile e di linguaggio analizzando il cantopopolare piemontese nel saggio La lingua delle canzoni popolari piemontesi. I. L’elementofrancese. Lo stesso Terracini, e contemporaneamente Leo Spitzer, si occupano di aspetti piùspecifici, come l’uso della particella s’, nel costrutto s’a (con le possibili varianti s’e, s’i), che trovaampio spazio e un frequente utilizzo in questo tipo di testi. I due autori propongono una diversalettura genetica: ipotizza la provenienza della particella s’ dal pronome impersonale francesec’est, ce sont Terracini; propone la probabile provenienza dal sì asseverativo o consecutivo LeoSpitzer. Entrambi concordano comunque sull’importanza del valore stilistico ed espressivo dellaparticella s’, vista non solo come elemento linguistico. Per la sua collocazione nei momenti salientidell’azione, per dare “movimento” al suo procedere, riconoscono nella particella un elemento“presentatore”, con una funzione quasi introduttiva. Terracini addirittura la associa (insieme allaparticella d’ studiata da Salvioni) alla tecnica della “messa in scena”:

In ambedue i casi siamo dinanzi ad un tratto della poetica popolare che sa di tecnico ed anzi,direi, di “messa in scena”. Non per nulla ambedue si riattaccano al linguaggio dei cantastorie.

Benvenuto Terracini, Pronome impersonale e stile epico nei canti popolari del Piemonte, in“Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino”, 91, 1957-58, p. 93

Bibliografia• Carlo Salvioni, Di dun per un nella poesia popolaresca alto italiana, in “Archivio Glottologico

Italiano”, 16, 1902

• Leo Spitzer, La particola s’ nei canti popolari del Piemonte, in “Archivio Glottologico Italiano”,43, 1958

• Benvenuto Terracini, La lingua delle canzoni popolari piemontesi. I. L’elemento francese,Torino, Bona, 1914

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Appendice C: GLOSSARIO

Ballata Nella poesia medievale la ballata è un componimento poetico, di origineprovenzale, che compare in Italia nella metà del Duecento. La struttura metricaoriginaria non è fissa (eccetto il ritornello) e l’intonazione è spesso popolare,dato che poteva essere cantata durante il ballo. Indica infatti, sin dalle origini, lacanzone a ballo: una forma strofica con ritornello, eseguita conaccompagnamento musicale. Nella nostra letteratura la ballata assume unaforma più definitiva con gli stilnovisti, viene ripresa da Petrarca e dai poeti delQuattrocento. Viene usata da Carducci, Pascoli e D’Annunzio. Il termine sidiffonde in Europa sin dalle origini e, soprattutto in Gran Bretagna, nelRinascimento, rimane legato alla definizione iniziale e ai componimenti di tiponarrativo anziché lirico. L’inglese ballad indica un canto popolare di grandesuccesso, una storia cantata dai cantastorie professionisti. In America assume ilduplice significato di canto narrativo popolare (folk ballad) e di canzoneorecchiabile e di consumo (popular ballad). In questa ultima accezione entranella musica leggera contemporanea per indicare un canto di andamento lento eorecchiabile. In Italia si è adottato il termine per indicare il canto narrativo ditradizione orale.

Conclusione Detto anche epilogo, indica in retorica la conclusione del discorso. In sensogenerale l’epilogo è la sequenza conclusiva di una trama: una novella, unracconto, un romanzo. Nel caso del canto narrativo l’epilogo coincidegeneralmente con la strofa finale ed è spesso connotato in senso negativo.

Contrasto Discussione a due, tra un pretendente e una ragazza o tra marito e moglie,spesso di carattere satirico e con annotazioni realistiche. Ha una struttura ampiacon dialoghi e repliche dei contendenti di strofa in strofa, sul modello battuta erisposta. Di solito si chiude con un lieto fine.

Esecuzionecorale

Esecuzione di una performance a più voci.

Esecuzionemonodica

Esecuzione di una performance a voce singola.

Esordio Parte iniziale del discorso. In senso generale l’esordio è la sequenza iniziale diuna trama, l’apertura di una novella, un racconto, un romanzo. Nel cantonarrativo è il momento in cui ha inizio l’azione vera e propria.

Genere Classificazione dei documenti orali per forma, contenuto e funzione, modalitàstilistica (canto narrativo, filastrocca, canzone). I documenti orali appartengono ageneri “formalizzati” e “non formalizzati”. I primi sono riconoscibili per forma econtenuto e vengono definiti tali dall’insieme di convenzioni e criteri checaratterizzano la letteratura orale. I generi “non formalizzati” sono segmenti diparlato (intervista, inchiesta dialettale, conversazione libera).

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Metro epico-lirico

Verso lungo diviso in due parti, in cui la parola finale di ogni metà verso hal’accento sulla penultima sillaba (dàme) oppure sull’ultima (Liùn), in modo dacreare alternanza ritmica all’interno del verso. Ogni metà verso è detto“emistichio” e può variare in lunghezza dalle cinque alle dieci sillabe; si dice“tronco” o “piano” a seconda dell’accentazione (tronca o piana) della parola chelo chiude.Questi quindi i due principali modelli accentuativi:a) c’erano tre sorèlle / tutte e tre in amùr (modello piano-tronco)b) e la cantava sì tanto bèn / che sta in Francia i la sentìva (modello tronco-piano).

Oralità Forma di comunicazione linguistica trasmessa attraverso la voce, da cui èesclusa ogni forma di codificazione scritta intenzionale. Presuppone lacompresenza di due azioni: parlare (narrare, cantare) e ascoltare; diconseguenza anche la presenza di due soggetti diversi: chi parla e chi ascolta.Diventa perciò parte integrante dell’oralità l’esecuzione, la performance, comeazione complessa di trasmissione e ricezione, in un momento e in unacircostanza definiti. Non è quindi la fissazione del testo attraverso la scritturache individua una variante specifica di un canto, ma il luogo, il tempo,l’esecutore e il contesto in cui avviene la performance.

Stereotipo Clichè letterario, formula fatta priva di connotazione espressiva che esprime laconvenzionalità linguistica e ideologica (cuore straziato, sposa esemplare,moglie abbandonata, giovane innamorato, cavaliere forestiero).

Sviluppodell’azione

Insieme delle vicende in base alle quali procede e si sviluppa l’azione narrativa.E’ preceduto dall’esordio e seguito dalla conclusione o epilogo.

Titolo Il titolo identifica convenzionalmente le varianti dello stesso intreccio (Donnalombarda, Ratto al ballo, Cecilia, Amore inevitabile e così via). Per il cantonarrativo si utilizzano i titoli convenzionali adottati da Costantino Nigra nellastorica raccolta Canti popolari del Piemonte, pubblicata nel 1888.

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Appendice D: BIBLIOGRAFIA

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Paolo Vinati, Lombardia. Canti di tradizione familiare in Val Trompia. La famiglia Guerini, Nota, CD2.23, 1995

Paolo Vinati, Voci nella valle. Antologia di canti tradizionali, Nota, CD 2.44, 1998

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Navigare nel webhttp://www.hti.umich.edu/cgi/t/text/pageviewer-idx?sid=4bc53ee08efd1c3f79b2de003227506c&idno=abf2062.0001.001&c=moa&cc=moa&seq=5&size=s&view=image [Francis James Child, English and Scottish Ballads]

http://www.csufresno.edu/folklore/BalladSearch.html [pagine web con rimandi e link alle ballate, dalsito della California State University]

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Crediti

Coordinamento: Renata Meazza, Regione LombardiaIsabella Gagliardi, CNR, ITC Unità Staccata di Milano

Autore: Elena Bergomi

Progettazione: Diego Ronzio

Progettazione grafica: Manuela Zavattaro

Redazione: Agostina Lavagnino

Progettazione informatica: Maria Teresa Artese

Realizzazione sito web: CNR - Istituto Tecnologie della Costruzione

Ringraziamenti: Aurelio Citelli, Giuliano Grasso, Ignazio Macchiarella, Sandra Mantovani, CarloMarchesi, Bruno Pianta, Amerigo Vigliermo