afghanistan ancora in cerca di protezione · lezioni aperte università di sociologia aree di...
TRANSCRIPT
Lezioni aperte Università di Sociologia
Aree di crisi, movimenti di persone, forme di protezione
5 dicembre 2016
AFGHANISTAN
ANCORA IN CERCA DI
PROTEZIONE
Interventi di
Giuseppina Bruno – operatrice legale CIAC ONLUS
Sadeeq Ahmadkhan – Cooperativa World in progresso
Kabul all’inizio del 1978 era il luogo più vivace sulla faccia della terra. La
garanzia di hashish a buon prezzo e di un illuminismo indolore l’aveva resa
un Mecca per tutti gli hippy che viaggiavano via terra alla ricerca del
nirvana (…) sembrava chiaro all’elite dominante afghana che lo sviluppo
del paese non dovesse essere solo un progressivo processo verso la
disponibilità di servizi di educazione e di salute ma anche, come in Iran, una
graduale dedizione ai secolari ideali occidentali. Pertanto in una dicotomia
culturale che riassumeva la società afghana negli ultimi anni settanta, le
giovani donne che indossavano minigonne alla moda sulle strade di Kabul
erano numerose quanto quelle che indossavano il burqa.
Good Morning Afghanistan – Waseem Mahmood
Nadia Anjuman – poetessa afghana
Sono imprigionata in questo
angolo
Piena di malinconia e di
dispiacere
Le mie ali sono state chiuse
E non possono volare.
4 novembre 2005
Donne afghane anni ‘60-’70
Nel mio Paese c’è la guerra ormai da 40 anni. Da bambini giocavamo con
le cartucce dei proiettili dei kalashnikov. Giocare a nascondino era bello e
brutto allo stesso tempo, perché ci divertivamo molto, ma poi qualcuno
urlava che stavano arrivando i talebani e dovevi scappare e nasconderti per
non essere rapito e costretto ad unirti a loro. Tutte le nostre scuole sono
state distrutte e non abbiamo avuto la possibilità di studiare. Non sei
tranquillo neanche quando hai un lavoro, perché qualcuno, che siano i
talebani o le forze dell’esercito e di polizia afghane o straniere, verranno a
chiederti un favore. E se fai questo favore, perché sei costretto a farlo, poi
hai problemi o con la polizia o con i talebani. Non abbiamo lasciato il
nostro Paese perché non avevamo nulla da mangiare o nulla da comprare,
ma perché non c’è sicurezza, non sai mai se tornerai a casa o morirai in
strada
Un racconto collettivo di chi oggi fugge dall’Afghanistan
IL VIAGGIO
Sai in quale città potrai trovare i trafficanti: Nimroz, Jalalabad, Kabul….
Ti metti d’accordo con loro per la partenza, ma spesso questi non ti dicono come
sarà veramente il viaggio. Una volta partito sei in completa balia della loro violenza,
del loro umore. Se non fai quello che ti dicono ti picchiano o addirittura ti uccidono.
Paura. Impotenza. Sfiducia. Incertezza
LA ROTTA BALCANICA
IRAN
Le donne sono quelle maggiormente esposte alla violenza
dei trafficanti,
ma anche i ragazzini subiscono violenze di ogni tipo.
Una volta ho visto un ragazzino essere separato
forzatamente dal nostro gruppo,
non abbiamo potuto fare nulla perché ci minacciavano con
i coltelli. Non abbiamo mai più rivisto quel ragazzo.
Questo è successo in Iran.
…VIAGGIO DI SOLA ANDATA
Quando vivi queste situazioni di estrema sofferenza
e violenza ti viene voglia di tornare indietro, ma
non puoi perché senza documenti e non
conoscendo la strada temi la polizia e i delinquenti.
Non puoi tornare indietro perché hai lasciato il tuo
Paese a causa della guerra, delle persecuzioni.
L’EUROPA: GRECIA…
Quando arriva un nuovo migrante in Grecia, sanno dove arrivano e li
vanno ad intercettare. Tu che sei appena arrivato non conosci nessuno e
quindi ti fidi delle promesse di lavoro e di alloggio che queste persone ti
fanno, spesso sono connazionali. In realtà ti vogliono solo sfruttare e ti
costringono a dure condizioni di lavoro.
Sveglia alle 5 del mattino, lavoro fino a 12 ore al giorno, non c’è alcuna
retribuzione. Alla fine del mese si riceve un compenso minimo perché
queste persone si trattengono le spese per affitto, cibo etc….Molti
migranti sono spesso esposti a queste condizioni di sfruttamento nei
paesi di transito, per guadagnare qualcosa e continuare il viaggio, o
perché nel paese di arrivo non possono regolarizzarsi e quindi vivendo ai
margini della società vengono sfruttati.
…MACEDONIA, BULGARIA, UNGHERIA
Non credevo che in Europa sarebbero stati violati i nostri
diritti umani peggio che in Pakistan……
…….I NUOVI DESAPARECIDOS…...
…..molti nostri amici sono morti lungo il viaggio; le loro
famiglie non hanno avuto più nessuna notizia. Mettersi in
contatto è molto difficile. Sono scomparsi e nessuno sa
più nulla di loro
….ITALIA
Quando sono arrivato in italia nessuno mi ha detto che potevo chiedere i
documenti così ho continuato fino in Belgio insieme ad altri ragazzi….poi
quando sono arrivato in Belgio mi hanno detto che dovevo tornare indietro
perché le mie impronte erano in Italia…..
….mi sono fermato in Italia perché quando ho iniziato il viaggio stavano
sgomberando Calais e non sarei riuscito ad arrivare nel Regno Unito…..
…..prima di partire mi ero messo d’accordo con il trafficante per arrivare
fino in Italia; da li poi sarebbe stato più facile raggiungere o la Francia o il
Belgio…Subito dopo il confine con Ventimiglia la polizia francese mi ha
fermato e mi ha rimandato indietro in Italia……
…e ancora Italia
La vita non è solo soldi. La prima cosa che voglio è sicurezza. In Italia mi sento sicuro.
L’Italia è il mio secondo paese…..
….. Ho visto anche altri Paesi come ad esempio Bulgaria, che non si comportano bene
come l’Italia con gli immigrati….alcuni paesi europei rimpatriano persino noi afghani,
ma mandare indietro gli afghani è un errore perché c’è la guerra; abbiamo diritto ad una
protezione….
…In altri paesi europei ricevi più sostegno. Ma sono contento lo stesso qui in Italia e
sebbene consapevole della crisi vorrei programmare il mio futuro qui. Vorrei portare la
mia famiglia qui così sarei più tranquillo. Ho scelto italia perché le persone sono buone e
aperte. Mi sento a casa e non tanto in un paese straniero, ci assomigliamo….
….mi sentirò integrato in questa società quando il mio vicino di casa mi chiederà come
sta la mia famiglia ed io potrò fare lo stesso con lui; proprio come facevo in Afghanistan.
….Io voglio rimanere in Italia, mi sento tranquillo e sicuro, le persone non mi
trattano male, anche i ragazzi giovani sono bravi. Non c’è razzismo da parte
degli italiani. Ho pensato che se vado via dall’Italia devo iniziare tutto di
nuovo. Voglio rimanere qui e spero di trovare qualcosa di buono per me….
…quando sei in strada, alcune persone ti rispondono male. I miei vicini qualche
volta io li saluto, alcuni mi rispondo altri no. Questo mi fa stare male. Forse
potrei provare a frequentare di più i luoghi pubblici, come i bar, le piazze, etc…
così si scambiano due parole per conoscersi entrambi. Forse così non pensano
più che siamo qui per avere solo casa e soldi, ma che abbiamo lasciato il nostro
paese per problemi reali. Non si lascia la propria famiglia solo per ricevere un
po’ di soldi in un altro Stato…..
I numeri della protezione internazionale_Afghanistan
A livello europeo l’Afghanistan rappresenta, dopo la Siria, il paese da cui
provengono le maggiori richieste di protezione internazionale:
14.664 (dato aggiornato ad aprile 2016. In
https://www.easo.europa.eu/sites/default/files/public/Latest%20Asylum%20Trends%20April%20final
.pdf )
Nel 2015 53.237 afghani hanno percorso la rotta balcanica e circa 213,000 la
rotta del mediterraneo orientale (FRONTEX)
Sempre nel 2015 in Italia hanno presentato domanda di asilo 3975 afghani di
cui:
306 status di rifugiato
2885 status di protezione sussidiaria
106 protezione umanitaria
33 dinieghi
108 irreperibili
Totale domande esaminate nel 2015: 3464
(Rapporto sulla protezione internazionale 2016 Sprar, pag.104)
LA COMMISSIONE TERRITORIALE DI BOLOGNA
La Commissione territoriale di Bologna riconoscenze nella quasi totalità dei casi,
rispecchiando in questo modo il dato nazionale, lo status di protezione sussidiaria.
Spesso nelle decisioni si leggono le seguenti motivazioni:
“Il racconto del richiedente sembra poco credibile, vago, generico, non
attendibile, ma data la zona di provenienza caratterizzata da alti indici di violenza
nonché di presenza di un conflitto armato si riconosce in suo favore la protezione
sussidiaria”.
Difformità e movimenti secondari
A livello europeo esiste la direttiva 2011/95/UE sull’attribuzione della qualifica
della protezione internazionale
A differenza di altri strumenti legislativi europei (vedi i Regolamenti) le
direttive non si applicano in maniera vincolante; esprimono l’orientamento che
ogni Paese deve seguire per attuare lo scopo della direttiva
Ogni Paese deve ratificarli all’interno dei propri ordinamenti nazionali
Si sono così creati più sistemi di asilo. Infatti le direttive europee in materia
riguardano anche l’accoglienza e la procedura per il riconoscimento e la revoca
della protezione internazionale
Nella pratica questo significa che:
• RIMPATRI
Alcuni paesi Europei (Norvegia, Uk quelli maggiormente citati) hanno rimpatriato
cittadini afghani sulla base dell’altra zona sicura nel paese di origine.
Se hai problemi a Laghman nulla ti vieta di ristabilire la tua vita a Kabul
• MOVIMENTI SECONDARI
Consapevoli di queste differenze i rifugiati cercheranno protezione in altri paesi
diversi da quelli di primo ingresso, alimentando i c.d. movimenti secondari nella
speranza di ottenere una forma di protezione
Accordo di rimpatrio UE Afghanistan
Documento non ufficiale «Joint Commission-EEAS non –paper on
enhancing cooperation on migration, mobility and readmission with
Afghanistan
- Alcuni cittadini afghani possono essere rimpatriati (80,000)
- Distinzione tra rifugiato e migrante economico
- Tale distinzione poggia sulla presupposto che all’interno del Paese
esistano zone sicure non colpite da conflitti
- Sostenere i Paesi di primo rifugio: Iran e Pakistan. Le brutte condizioni
di accoglienza e non accesso alla protezione spingono i cittadini afghani
ad ulteriori spostamenti
5 ottobre 2016 – Conferenza internazionale sull’Afghanistan di Bruxelles
I paesi dell’Unione Europea doneranno 15 miliardi all’Afghanistan per
promuovere sviluppo, sicurezza, etc..
4 ottobre 2016 firma dell’Accordo UE- Afghanistan
Rimpatrio di circa 80.000 afghani che non hanno avuto alcuna protezione in
Europa
Europa si impegna a sostenere i costi di rimpatrio e di reinserimento dei cittadini
rimpatrati.
Molte questioni aperte……..