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Verso l’autonomia energetica Il caso dell’Alto Tevere Umbro AGENZIA FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

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Verso l’autonomia energeticaIl caso dell’Alto Tevere Umbro

AGENZIA FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

Si ringraziano per la collaborazioneGotelind Alber, Elena Godioli, Mariano Sartore, Stefania Vergallo

Per il reperimento dei dati ringraziamoAzienda Sanitaria Locale 1 - Umbria; Coldiretti, Città di Castello; Comuni di Citerna, Città di Castello, Lisciano Niccone,Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide; Comunità Montana Alto Tevere Umbro; ENELspa; Gesenu spa; Osservatorio della mobilità, Regione Umbria; Piccini Paolo spa; Sogepu spa; Tecniconsul, Città di Castello;Ufficio statistica, Provincia di Perugia.

Un ringraziamento di cuore va a tutte le persone degli Enti sopra nominati per il prezioso aiuto, il tempo e la cura che hannodedicato alle nostre richieste.

Coordinamento editoriale: Franco Travaglini - Progetto grafico: Raffinerie - Stampa: CTS Grafica

Verso l’autonomia energeticaIl caso dell’Alto Tevere UmbroMaria Guerrieri, Karl-Ludwig Schibel, Maurizio Zara

AGENZIA FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

IN COLLABORAZIONE CON

COMUNE DICITTÀ DI CASTELLO

PROVINCIADI PERUGIA

CAMERA DI COMMERCIODI PERUGIA

COMUNITÀ MONTANAALTO TEVERE UMBRO

Informazione, trasparenza e democrazia 5

La svolta energetica ci sarà 6

Sistema produttivo e vocazioni del territorio 8

Quanta energia consumiamo oggi 13- Energia primaria e utilizzi finali 13- I consumi in Italia 14- I consumi in Umbria 15- I consumi elettrici 15-- Il settore pubblico 17-- Il settore residenziale 18-- Il settore industriale e artigianale 18- I consumi di calore 18- I consumi di carburante 20-- Il trasporto pubblico 20- Conclusioni 20

L'efficienza è la "fonte energetica" più importante 22- I potenziali di risparmio e di aumento dell'efficienza 23-- Il consumo di energia elettrica con una gestione mirata della domanda 23-- Il consumo di calore con una gestione mirata della domanda 24- Poche note sulla gestione della domanda dei servizi di mobilità 25

Le energie rinnovabili per l'autonomia energetica 27- Il contributo del solare termico 27- Il contributo del fotovoltaico 27- Il contributo dell'eolico 29- Il contributo dell'idroelettrico 29- Il contributo delle biomasse 30-- La biomassa come fattore economico 30-- Ricavare energia dalle biomasse 31-- Le biomasse nell'Alto Tevere umbro 32-- Colture energetiche dedicate per la mobilità essenziale e per produrre calore 33-- Esempio di cogenerazione con biogas in un allevamento bovino 34- Gestione integrata di rifiuti ed energia 34- Accumulo e gestione del carico 36- Il mix possibile per l'autonomia energetica dell'Alto Tevere 37

Verso l'autonomia energetica territoriale 39- Gli attori e i potenziali sociali e politici da mobilitare 40- Il ruolo decisivo del potenziale sociale 41-- Il potere pubblico 41-- Le imprese 42-- Le forze sociali 42- Rendere desiderabile ciò che è possibile 43

Glossario 44Bibliografia 47Siti Web 47

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L'Alleanza per il Clima è una rete di Cittàe Comuni europei, che si è impegnata inuna partnership con i Popoli Indigenidelle Foreste Pluviali.

L'obiettivo comune è la salvaguardia delclima globale e, per raggiungerlo, vogliamoridurre le emissioni dannose per il clima

nel Nord e contribuire alla protezionedelle foreste pluviali nel Sud del pianeta.

Puntiamo sull'impegno e sulla molteplicitàdegli approcci a livello locale.Intendiamo la nostra iniziativa una partedegli sforzi necessari per conseguire unosviluppo sostenibile ed equo fra Nord e Sud.

Via G. Marconi 8 - 06012 Città di Castello [PG]Tel./Fax: 0758 554 [email protected]

L’Alleanza per il ClimaUna rete per la salvaguardia del clima globale

www.climatealliance.it

ALLEANZA PER IL CLIMAITALIA ONLUS

Questo opuscolo si rivolge a tutti gli attori chepossono avere voce in capitolo sul nostro futuroenergetico: le amministrazioni locali e territoriali,gli imprenditori di tutti i settori (manufatturiero,agricolo, terziario), le scuole, i sindacati, lecomunità montane, le cittadine e i cittadini. Ciauguriamo che seguano il nostro ragionamentoe che lo scenario che proponiamo nelle pagineche seguono li stimoli ad assumere un ruoloattivo nel futuro energetico del loro territorio.Non è un lavoro per gli esperti energetici (anchese ci auguriamo che incontri il loro interesse).Vogliamo invece promuovere, fra gli individui enelle istituzioni, un apprendimento sul temadell'efficienza energetica e delle energierinnovabili. Non possiamo lasciare agli espertile decisioni su come vogliamo vivere nel mondodi domani. La risposta deve risultare da unprocesso più trasparente e democraticopossibile, sulla base di informazioni adeguatee comprensibili.

Uno dei padri intellettuali della Fiera delle UtopieConcrete, Ivan Illich, considerava l'egemoniadegli esperti, per esempio nella medicina,nell'educazione, o, appunto, nella questioneenergia, il peccato mortale della societàmoderna. La predominanza degli esperti, latecnocrazia, è un elemento portante della perditadi controllo dei soggetti sulle condizioni dellapropria vita e blocca il sistema esistente sottola falsa apparenza della oggettività scientificae tecnica. Nella questione energia, eparticolarmente quando si parla di energierinnovabili, molti esperti presentano come fatti

scientifici delle affermazioni che, invece, sonoil prodotto del sistema energetico esistente edi interessi particolari. La Fiera delle UtopieConcrete si propone di rendere le grandiquestioni della nostra epoca - come icambiamenti climatici, la salute, l'energia -accessibili ad un pubblico informato sullepossibili scelte e sulle loro conseguenze sullenostre vite e quelle dei nostri figli e nipoti.

Lo scenario “Autonomia energetica Alto TevereUmbro” propone una possibile scelta per ilterritorio compreso tra Umbertide e San Giustino:soddisfare il fabbisogno di servizi energeticidegli abitanti solo ed esclusivamente con lefonti energetiche rinnovabili - la radiazionesolare, la forza del vento e i materiali organici- di questi 991 kmq di territorio (Città di Castello,Citerna, Lisciano Niccone, Monte Santa MariaTiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino,Umbertide). Speriamo di poter estendere prestolo scenario all'Alto Tevere Toscano percomprendere un territorio di 13 Comuni e 1.450kmq che per le sue caratteristiche naturali,demografiche ed economiche, consentirebbe,unificandola alla parte umbra della valle, lapianificazione energetica integrata dell'interaAlta Valle del Tevere.Se l'uscita dalle energie fossili, principalmentea causa dei cambiamenti climatici, va messaall'ordine del giorno, se non vogliamo basarele nostre speranze su qualche miracolotecnologico, se continuiamo a considerare buonele ragioni per le quali in passato ci siamo oppostiall'uso del nucleare, allora l'autonomia energetica

ci sembra un'ipotesi di lavoro forte per capirein quale direzione muoverci.

Il territorio scelto per la costruzione dello scenariosi deve al semplice fatto che Città di Castello èla sede della Fiera delle Utopie concrete e chel'Alto Tevere è un territorio che conosciamo eche ci sta a cuore. Un territorio che vive, in questianni, importanti dinamiche di sviluppo territoriale,di trasformazione del tessuto economico e dibattitisulla futura infrastruttura della mobilità. Loscenario “autonomia energetica” vuole essereun contributo a questo dibattito.Ma il discorso si intende decisamente in sensoesemplare. Avremmo potuto anche lavoraresull'Orvietano, il Folignate, l'Aretino o il Foggiano.Uno scenario come quello presentato nelleprossime pagine presuppone una volontàcomune, risultato di un processo partecipativoin un territorio a misura d'uomo. Ci sembraapplicabile a gran parte del territorio nazionaleitaliano, se consideriamo che più dell'85% dellapopolazione di questo paese vive in città conmeno di 250.000 abitanti. Resta invece daesplorare come impostare l'autonomiaenergetica dei centri metropolitani come Roma,Milano, Napoli o Palermo.

Maria Guerrieri, Karl-Ludwig Schibel, MaurizioZara

Città di Castello, settembre 2006

Le decisioni su come vogliamo vivere nel mondo di domani devono risultare daun processo più trasparente e democratico possibile sulla base di informazioniadeguate e comprensibili. Questo vale a maggior ragione se si vuole cercare direalizzare uno scenario come quello dell'autonomia energetica che viene presentatonelle prossime pagine e che presuppone una volontà comune, risultato di unprocesso partecipativo in un territorio a misura d'uomo

Informazione, trasparenza edemocrazia

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5INFORMAZIONE, TRASPARENZA E DEMOCRAZIA

Lo scenario elaborato di seguito è di caratterenormativo. Si prende come punto di partenzalo stato desiderabile (100% energie rinnovabili)per poi chiedere con quali potenziali naturali equali tecnologie a disposizione oggi potrebbeessere realizzabile l'autonomia energeticadell'Alto Tevere. Alcune riflessioni sarannodedicate anche agli sviluppi futuri e aun'adeguata risposta delle energie rinnovabili.Un futuro al 100% rinnovabile non è un'utopia,è solo questione di tempo. Le fonti fossili sonodestinate a finire - non sono rinnovabili, appunto- e molto prima del loro esaurimento sarannotroppo costose per essere bruciate in caldaiee motori. L'insostenibilità dei costi delle fontifossili potrebbe essere più vicina di quanto ciimmaginiamo, e si concretizzerà velocementenel momento in cui cominceranno a diminuirele quantità di petrolio, carbone e metano estratte,una volta superato il peak point.La svolta energetica, quindi, ci sarà. Quello cheperò sarebbe pericoloso, e di una leggerezzairresponsabile, è affidarsi all'evoluzione naturale

della disintegrazione graduale del sistemaenergetico esistente e alla sua sostituzione, inun processo "naturale", con nuove forme diproduzione e di utilizzo delle energie rinnovabili.Non esiste un processo graduale, dolce, inquesto senso e il mercato certamente non è unmeccanismo adatto a promuovere questoprocesso. Tutte le fonti energetiche cheutilizziamo oggi hanno potuto affermarsi graziea forti indirizzi politici e lauti sostegni finanziarida parte della mano pubblica, prima fra tuttel'energia nucleare. È necessaria una evoluzioneattivamente guidata verso le energie rinnovabili.E il modello dell'autonomia energetica di undeterminato territorio ci fornisce indicazioni utilisu come dobbiamo immaginarci questoprocesso. Lo scenario dell'autonomia energeticaprescinde volutamente dal sistema energeticoesistente e non fa il tentativo di delineare ledinamiche di transizione da A a B. La speranzaè che gli attori più vari investano nei diversicomponenti del sistema ad autonomia energeticaindipendentemente dal vecchio sistema.Non funziona voler sincronizzare gli investimentinelle energie rinnovabili con la struttura degliinvestimenti, contratti e pianificazioni perl'estrazione e distribuzione dei carburanti fossili,per centrali, raffinerie e infrastrutture. Nonfunzionerà, in altre parole, accontentarsi dellospazio minoritario che le grandi societàconcedono alle energie rinnovabili e che sidefinirà sempre in riferimento alle necessità diammortizzare gli investimenti già fatti nel settoredelle energie fossili, nella speranza di poter poi

Una svolta energetica che sostituisca le fonti non rinnovabili con fonti rinnovaliè inevitabile, infatti le fonti non rinnovabili - "come dice la parola stessa" - sonodestinate a esaurirsi. Questa svolta non avverrà "naturalmente" o affidandosi almercato. Al contrario, è necessaria un'evoluzione attivamente guidata verso unmodello di autonomia energetica basato sulle risorse rinnovabili del territorio.Che, come vedremo in queste pagine, è perfettamente fattibile

La svolta energeticaci sarà

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LA SVEZIA FOSSIL-FREE ENTRO IL 2020La Svezia è decisa a rinunciare al nucleare nei prossimi venti anni (adesso l'energia nuclearefornisce il 45% di tutta l'elettricità), a non costruire più dighe (per quanto molti fiumi si prestinoa questo) diventando fossil-free entro il 2020. Gli scenari elaborati hanno dimostrato che laSvezia potrebbe aumentare il PIL del 50% nei prossimi due decenni raggiungendo tutti questiobiettivi e risparmiando miliardi di euro. Gli stessi studi hanno anche dimostrato che per iprossimi decenni l'efficienza energetica è il servizio energetico con il miglior rapportocosti/benefici. L'estensione delle energie rinnovabili deve andare di pari passo con l'aumentodell'efficienza energetica e una riduzione del fabbisogno complessivo. Il ruolo delle energierinnovabili non può essere di coprire la crescita di domanda d'energia elettrica e di calore.

“Un futuro al 100% rinnovabilenon è un'utopia,è solo questione di tempo”

LA SVOLTA ENERGETICA CI SARÀ

allargare, passo per passo, questi spazi concessialle energie "alternative".Senza dubbio i territori ad autonomia energeticaavranno bisogno dell'integrazione in un sistemasovra-territoriale di dimensioni nazionali edeuropee, ma l'attenzione primaria va rivoltaall'ottimizzazione dell'uso dei potenziali locali,del mix energetico a livello territoriale, almassimo sfruttamento delle possibilità diimmagazzinamento. Solo in un secondomomento occorre verificare le potenzialità e lenecessità di collegamenti a livello sovra-territoriale.Il primo argomento che arriva puntualmentecontro l'autonomia energetica è che "anche sesfruttate pienamente, le energie rinnovabili nonpotrebbero soddisfare il fabbisogno mondiale".Quello che sembra sfuggire a questi difensoridel fossile è che prima o poi saranno solo lefonti rinnovabili a coprire il fabbisogno di energiaperché, come dicevamo, quelle non rinnovabiliper definitionem finiranno. Per quanto banalepossa apparire questa considerazione, lanecessità di ricordarla è una conseguenza delladifficoltà diffusa a tenere presente la prospettivache in un futuro non molto lontano sarànecessario fare senza energie fossili e nucleari.Anche alcuni semplici calcoli ci confermanoche la svolta energetica verso il 100% di energierinnovabil i è perfettamente fatt ibi le.Il sole fornisce ogni giorno alla terra 15.000volte l'energia che oggi viene consumata dallatrasformazione di fonti fossili e nucleari. Latrasformazione di questi potenziali naturali è,tecnicamente, perfettamente fattibile.L'energia elettrica di 15,5 bilioni di kW/h del2001 sarebbe producibile sia con l'esclusivoutilizzo dell'eolico, con circa 2,5 milioni diimpianti, che con il solo fotovoltaico con circa200.000 kmq di collettori; quella termica, 3,34bilioni di kW/h, potrebbe essere prodotta con15.000 kmq di collettori solari.A livello mondiale ricresce ogni anno 25 voltela biomassa in grado di produrre l'energia checorrisponde all'estrazione di 3,5 miliardi ditonnellate di petrolio. Per produrre il carburantedella flotta di veicoli mondiale ci vorrebbero 4milioni di kmq di area agraria, circa l'8% delterreno attualmente coltivato.

L'affermazione che le energie rinnovabili, anchese sfruttate pienamente, non potrebberosoddisfare il fabbisogno mondiale è in eclatantecontraddizione con i fatti, e si spiega più chealtro con le barriere mentali, la falsa naturalezzadel sistema energetico esistente e i tantiparadigmi che esplicitamente o implicitamentesostengono questo sistema. "Non esistono ipotenziali", "ci vuole troppo tempo", "ilfabbisogno dei grandi impianti industriali e deiconglomerati urbani delle mega città richiedegrandi centrali", "le energie rinnovabili costanotroppo", etc... La fissazione sul sistemaenergetico fossile/nucleare e la scarsa fiducianelle possibilità delle energie rinnovabili, ancheda parte di esperti energetici, è il risultato dibarriere mentali non facili da abbattere e,comunque, non solo con argomenti "realistici".Lo scenario autonomia energetica Alto Teverenon è realistico, utilizza i dati empirici e i datitecnici per dipingere un quadro più concretopossibile di come potrebbe presentarsi questoterritorio coprendo tutto il fabbisogno energeticosolo ed esclusivamente con fonti locali. Sicontrappone quindi, partendo da dati empirici,alla realtà esistente prendendo in considerazionei potenziali naturali e i potenziali tecnici, solo inparte i potenziali economici, e senza tener contodei potenziali politici e sociali sui quali, invece,ci auguriamo di stimolare un dibattito propriosulla base dello scenario proposto.

LA SVOLTA ENERGETICA CI SARÀ 7

SPAGNA AD AUTONOMIA ENERGETICA (RINNOVABILE) ENTRO IL 2050La Spagna potrebbe essere autosufficiente dal punto di vista energetico entro il 2050,sfruttando le energie alternative. Lo assicura uno studio commissionato da Greenpeace all'Itt(Instituto de Investigaciónes Tecnologicas) della prestigiosa Universidad Pontificia Comillasdi Madrid.Secondo lo studio, la capacità di generazione delle fonti rinnovabili sarebbe equivalente a56,42 volte il fabbisogno totale di elettricità (oltre 10 volte la domanda teorica di energiatotale) calcolato per tutto il Paese nell'anno 2050. Sono forniti tabelle e grafici che indicanoesattamente i consumi, previsti per una popolazione di 38 milioni di persone, pari a 1.525TWh/anno (ogni TWh equivale a un miliardo di chilowatt l'ora) utilizzando appena una frazioneequivalente al 5,3% del territorio.La ricerca elenca le varie energie pulite - solare, eolica, marina, idraulica, geotermica e bio-massa - che consentirebbero di sostituire l'insieme delle sempre più care e pericolose fontinon rinnovabili. A fare la parte del leone sono l'energia solare, la termoelettrica e la fotovoltaica,che sarebbero capaci di produrre una quantità di energia pari a circa 38 volte il fabbisognoprevisto per il 2050.

“C'è una difficoltà diffusa a tenerepresente la prospettiva che,

in un futuro non molto lontano,sarà necessario fare senzaenergie fossili e nucleari”

ALTO TEVERE - UNA REALTÀ LOCALE DISTINTA?

Tra le immagini più diffuse dell’Umbria c’eraall’inizio degli Anni Ottanta quella della cittàregione e più recentemente quella della rete dicittà e territori. Quest’immagine di una strutturareticolare in una distribuzione omogenea difunzioni e attività corrisponde al vero o il territoriodell’Alto Tevere costituisce una realtà localedistinta?

Fino a qualche tempo fa era senz’altro unterritorio abbastanza diverso dal restodell’Umbria, nel senso che era più dinamico,operoso e con una forte tradizione industriale,caratteristiche che sono rimaste in parte, mache con l’andare del tempo si sono affievolite,anche perché i territori, con le dinamiche dellaglobalizzazione, tendono a uniformarsi. Ogniterritorio ha gli stessi problemi che gli derivanoda questa internazionalizzazione del capitale,delle merci e del lavoro e tende quindi a darele stesse risposte.Il sistema produttivo dell’Alto Tevere ècaratterizzato da un grande numero di piccoleimprese che operano in una varietà di settori.Questa frammentazione del tessuto economicoin tante piccole unità costituisce anche unadifficoltà, perché non è vero che piccolo siaautomaticamente bello; piccolo vuol dire nonpoter fare da solo, non avere le risorse per poterintrodurre innovazioni, perché è difficile nonpoter fare politiche mirate. Ma insieme alledifficoltà ci sono anche dei punti forti di unasistema che, per la sua diversificazione e

moltitudine di piccole aziende, riesce a difendersie a reggere. Quindi il segno caratterizzante forsepiù importante è la polverizzazione delle aziendee la polisettorialità, e questo è vero soprattuttoper l’Alto Tevere, anche se è una caratteristicaumbra, se si esclude la conca Ternana.

Le cifre sembrano confermare questadescrizione. La struttura produttiva nel dettaglioper ciascun Comune (vedi Tabella 7) presentadei numeri impressionanti se uno pensa chestiamo parlando di un territorio di 75.000 abitanticomplessivamente quindi possiamo desumereche un grande numero di queste imprese ha 5dipendenti o meno.

Credo che la media sia 4 dipendenti.

Come ci dobbiamo immaginare la realtà dietroa questi numeri anche per quanto riguarda icampi d’attività? Cioè, quali sono le realtàproduttive importanti di questo territorio?

Un aspetto senz’altro negativo è che circa il50% di queste aziende non ha un mercatoproprio. Le aziende terziste caratterizzano ilnostro sistema produttivo, le più importanti traesse sono quelle della meccanica leggera chein questo periodo soffre in maniera particolaree ha pochi spazi di manovra, per mancanza diindipendenza da altre aziende per le qualilavorano.Oltre alla meccanica leggera, è molto importantenel territorio l’editoria, le tipografie e quindi lagrafica, la lavorazione del legno, in modo

Il sistema produttivo dell’Alto Tevere è caratterizzato, sia nel settore agricolo chein quello manufatturiero, da un gran numero di piccole aziende. Con PierluigiBruschi, segretario regionale della CISL parliamo della sua storia, del suo statoattuale e del suo futuro. Quali condizioni possono far riprendere all’Alto Teverequel ruolo dinamico e innovativo che ha avuto in passato? E quale ruolo puòsvolgere in questa direzione la realizzazione dello Scenario Autonomia Energetica?

Sistema produttivo e vocazionidel territorio

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“Fino a qualche tempo fal'Alto Tevere era senz'altro unterritorio abbastanza distintodal resto dell'Umbria,era più dinamico con una fortetradizione industriale.Queste caratteristichecon l'andare del temposi sono affievolite perché i territori,con le dinamichedella globalizzazione,tendono a uniformarsi”

SISTEMA PRODUTTIVO E VOCAZIONI DEL TERRITORIO

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particolare i mobili in stile e il tessile, che oggiè in gravi difficoltà. L’abbigliamento era il settoretrainante della produzione industriale. Quandosi è avviata l’industrializzazione in questoterritorio le aziende trainanti erano quelle deltessile, che hanno svolto un’importante funzioneanche perché hanno dato lavoro alle donne,quindi hanno portato ricchezza nelle famiglieperché subito si sono avuti due redditi. Oggi,del tessile e dell’abbigliamento è rimasto pocoe il problema strutturale della nostra zona è chedipende dalle aziende relativamente povere checreano quindi basso valore aggiunto e diconseguenza producono redditi bassi.Oggi mancano anche le aziende leader che unavolta esistevano in ogni settore e fungevano dabattistrada. Tutte le aziende che avrebberopotuto svolgere questa funzione e che avevanoduecento, duecentocinquanta dipendenti, nonci sono più. Mancano non solo nel tessile maanche nella grafica e nella meccanica. Il sistemaproduttivo locale non si può definire un distrettoindustriale, perché non ci sono i numeri, non cisono le dimensioni e soprattutto non c’èl’integrazione fra i settori per poterlo consideraretale. Mancano le aziende leader per ogni settore,che potrebbero fungere da capofila e quindielaborare strategie e organizzare azioni per unanuova fase di sviluppo economico del territorio.L’Alto Tevere ha svolto negli Anni Sessanta unafunzione da volano in Umbria. Al tempo era ilterritorio più avanzato; oggi, bene che vada, èalla pari degli altri. La sfida che abbiamo difronte, in questo periodo, è di ritornare a svolgereuna funzione da volano, indicando un nuovomodello e le cose che oggi non vanno più benee che devono essere cambiate.

I PROMOTORI DI UNA NUOVA FASE DI SVILUPPO

Chi potrebbe essere il soggetto catalizzatoreche progetta e promuove l’attuazione di unatale trasformazione del settore produttivo?

Per farci un’idea potremmo guardare chi eranoe come si sono organizzati gli attori di quarantaanni fa. Il sistema produttivo attuale è nato dallacollaborazione tra Comuni, Cassa di Risparmioe privati interessati. In questa grossaconvergenza d’impegno tra pubblico e privato

è stata costruita la zona industriale, conl’inserimento di aziende che venivano da fuorima anche con la nascita di un’imprenditoriafamiliare che, a volte, da agricola si è trasformatain artigiana. L’ avvio dell’industrializzazione erail risultato della lungimiranza degli amministratoridi allora, quella dei Comuni, della Cassa diRisparmio che svolgevano un ruolo dipromozione del territorio. Oggi, con una visionediversa, ma sempre in una forte integrazionetra pubblico e privato, si dovrebbe incentivareun nuovo modello di sviluppo.

Andiamo per attori. Storicamente la fonte dellaricchezza di questo territorio è stata l’agricoltura,un’agricoltura ricca tutt’oggi in fondovalle conun 35.000 ettari di area coltivabile di cui 5400ettari di tabacco.

Si è partiti con il tabacco e quello ha concentratol’attenzione di tutti. Però le produzioni tradizionali- come la barbabietola, il mais, il grano, il girasole- mi sembra che abbiano resistito, insieme aqualche attività zootecnica soprattutto nellecolline.

Le aziende agricole sono 2109 in tutto ilcomprensorio. Molte di esse sono molto piccole,5 ettari o meno, e integrano un reddito extra-agricolo con quello che rende la lavorazionedella terra. Sono poche invece le aziende didimensioni tali da produrre un reddito sufficiente.

Questo forse è anche il motivo principale delladifficoltà a pensare a progetti di riconversionedella produzione del tabacco. Vale lo stessodiscorso che si faceva per l’industria: la piccoladimensione non permette di fare grandi progetti,non ci sono grandi risorse, non ci sono strumentisufficienti per investimenti, quindi per poter farela riconversione e pensare a delle alternative.In più, fintanto che si guadagna si è portati adaccettare la situazione senza pensare dicambiarla.Come si costruisce l’alternativa al tabacco? Ildibattito è in corso da dieci-quindici anni e nonsiamo andati molto avanti rispetto al punto dipartenza. Senza scandalizzarci che c’è ancorail tabacco, dovremmo però evitare che fra 10anni ci si ritrovi a dire “noi lo dicevamo 10 anni

“Il sistema produttivoche oggi è in crisi e che sta

mostrando tutti i suoi limiti è natodalla collaborazione tra Comuni,

Cassa di Risparmio e privati”

SISTEMA PRODUTTIVO E VOCAZIONI DEL TERRITORIO

fa”. Bisognerebbe mettere in piedi un progetto,partendo dalle vocazioni del nostro territorio. Èchiaro che non c’è un’alternativa che ci facciaguadagnare tanto quanto il tabacco. Unapossibilità sembra essere - e andrebbeapprofondita da esperti nel campo - lacoltivazione del lino o della canapa. Il territorioè adatto, in passato erano colture del territorioe si integrano veramente bene con la suavocazione. Tale coltivazione servirebbe a trecose: primo ad essere alternativi al tabacco;secondo ad avere la materia prima che servead alcune aziende e, terzo, con questacoltivazione si può fare una fibra innovativa perl’abbigliamento. Infatti se vogliamo resistere insettori maturi, e l’abbigliamento è quello piùmaturo, lo possiamo fare soltanto se puntiamosull’innovazione e sull’esclusività. Ma anchesettori innovativi come le energie rinnovabili ela produzione di biomasse potrebberorappresentare l’alternativa. Il nostro territorio èadatto, non solo in pianura ma anche in collina.Si potrebbe addirittura pensare di rendereautonomi dal punto di vista energetico dei borghi,come una delle iniziative per recuperare ilterritorio collinare. Perché è vero che questo èun territorio agricolo, ma abbiamo utilizzato solola pianura, invece qui ci sarebbero tante coseda fare sulle colline.

FORME INNOVATIVE PER SOSTENERE LEIMPRESE

Prima di rivolgersi verso un futuro auspicabile,fermiamoci ancora sulla trasformazione delterritorio negli ultimi decenni, dei suoi centristorici, dei nuovi insediamenti dispersi a grappoloin pianura e dei territori collinari periferici. Qualisono le dinamiche in atto e con quali risultatie problemi?

Negli ultimi decenni la popolazione si èconcentrata nei territori di pianura, nelle città,nei luoghi più frequentati, là dove inizialmentesi è arrivati lasciando la campagna appunto perandare a lavorare nelle aziende. Di conseguenzasi sono ingrandite le aree limitrofe alla città, leperiferie che si sono unite le une alle altre.Anche Città di Castello sta diventando una città

che non ha più le delimitazioni di una volta, mache sta invadendo e si sta congiungendo anchecon le frazioni vicine, quindi c’è un aumentodegli insediamenti.Non a caso in Umbria complessivamente, mal’Alto Tevere non è da meno, il settore che hatrainato e traina ancora è quello delle costruzioni.Il che è positivo perché crea lavoro ma c’è ilpericolo che si creda che lo sviluppo del settoredelle costruzioni possa risolvere la crisimanifatturiera. Basarsi troppo sul settore dellecostruzioni per l’Umbria, e per l’Alto Tevere inmodo particolare, sarebbe una strategiasbagliata, non solo perché ci sono alti e bassi,ma anche perché in gran parte si tratta diespansione classica, con costruzioni in cementoarmato che si spera non continuerannoall’infinito. Ci si augurerebbe un’ediliziaimpegnata nel recupero dei centri storici, magaricon materiali di pregio, e quindi, anche qui,puntando sulla qualità.Ma anche così non potrebbe costituirecomunque l’alternativa al settore manifatturieroche, ne sono fortemente convinto, non vaabbandonato. Qualcuno dice “va beh, certi settorisono maturi, non vanno più, abbandoniamoli efacciamo altro”. Non sono d’accordo, bisognarinnovare proprio i settori tradizionali che sonola forza di questo territorio, puntando suinnovazione e qualità. Vero è che il settoremanufatturiero deve essere abbinato ad altrisettori e in modo particolare alla valorizzazionedel territorio e al recupero dell’ambiente.

LE AZIENDE TRADIZIONALI SONO LA FORZADI QUESTO TERRITORIO

Ma chi sarebbe il soggetto di un tale rilanciodel territorio. Chi potrebbe avere oggi un ruolodi leadership, la capacità progettuale e attuativa,come accadde negli Anni Sessanta?

Prima di tutto è importante l’azione degliimprenditori per ristrutturare questo loro sistemaproduttivo così frantumato, così frastagliatocome si diceva prima, quindi occorre mettersiin rete, collaborare. Questa è la cosa principale.Ma molto può fare il sistema pubblico offrendola strumentazione a sostegno dell’innovazione

10 SISTEMA PRODUTTIVO E VOCAZIONI DEL TERRITORIO

“L’impegno tra pubblico e privatoportò alla costruzionedella zona industriale conl'inserimento di aziende chevenivano da fuori ma, soprattutto,con la nascita di un'imprenditoriafamiliare che da agricola si ètrasformata in artigiana.Chi potrebbe svolgere oggila stessa funzione?”

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e dell’anticipazione dei cambiamenti, prima chearrivino. Perché adesso non è più come unavolta, quando si diceva: da noi sviluppo einnovazione arrivano sempre un po’ più tardirispetto all’America, all’Europa, all’Italia. Questodiscorso non regge più. O le innovazioni arrivanocontemporaneamente o addirittura le antici-piamo, altrimenti siamo fuori. Si tratterà dimettere in contatto la nostra imprenditoria conaltre strutture. Mi pare che oggi quello che leaziende vorrebbero non è tanto una elargizionediretta di un servizio da parte del pubblico, madelle forme di sostegno molto snelle e moltospecializzate, che muovano dalla conoscenzadi ciò che avviene nel mondo e che riescano amettere in contatto le nostre aziende construtture specializzate in Italia, in Europa, nelmondo oppure con aziende che potrebberoessere utili e interessanti per scambi con lenostre. Ci vuole qualcosa di molto più elevatodi quello che abbiamo e le aziende da sole nonsono in grado di farlo.

UNA NUOVA SINTESI TRA TRADIZIONE EINNOVAZIONE

Con questo tipo di strumentazione, con questamentalità, con questa cultura che dovremmomettere in piedi si offrirebbe una prospettivapiù solida ad aziende che stanno già facendoinnovazione e che quindi già sono inserite in unorizzonte più vasto di comunicazione. Di questeaziende umbre che fanno innovazione e chesono ben introdotte a livello internazionale - neesistono anche nell’Alto Tevere - si parla poco,sono inserite poco nei canali istituzionali, nonpartecipano alla ripartizione delle risorsepubbliche, vanno avanti con le proprie forze,forse anche con una scarsa fiducia nel sistemapubblico. Per cui se si va a proporgli di collegarsi,non gliene importa più di tanto, nonostantesiano così brave; hanno una mentalitàspiccatamente individuale, quindi difficilmentesi collegano col territorio. Mentre, invece, èimportante riuscire a coinvolgere maggiormenteproprio queste aziende che sono più dinamiche,ben inserite in reti nazionali e internazionali,che sono già innovative e che potrebbero trainarele altre.

Bisogna avere un progetto di sostegnoall’azienda manifatturiera, quella tradizionale -abbigliamento, meccanica, ceramica, grafica -ma non limitandoci a distribuire semplicementele risorse, come è stato fatto in passato. I benefici, gli aiuti che sono andati a questeaziende sono stati tra le cause della loro mancatainnovazione. Si sono cullate su questo e ancorapensano che anche in futuro sarà così. Bisognasostenere questi settori ma se veramente sirinnovano, se veramente spostano la loroattenzione da mercati bassi, come adesso, aquelli medio-alti, con prodotti di alta qualità, dinicchia, che si possono esportare in tutto ilmondo. So di un imprenditore che riesce adesportare in Cina mutande e magliette prodotteda lui. Il segreto qual è? Produce biancheriaintima anti allergica. Ovvio che si tratta di unaclientela molto particolare, uno su mille o anchesu dieci mila - ma pensa in Cina quanti sono!Vanno quindi trovate forme innovative di sostenerei nostri settori tradizionali e contemporaneamenteincentivate produzioni nuove.

La proposta che costituisce la parte sostanzialedello Scenario Autonomia Energetica va proprionella direzione di una conversione dei settoritradizionali dell’agricoltura e del settoremanufatturiero: mettiamo dal tabacco alle culturededicate per la produzione di energia, a unagestione consapevole dei boschi sempre per labiomassa, a una conversione della meccanicaleggera verso i macchinari e gli impianti per

“Per un territorio è importantedotarsi di un vantaggio competitivo

per attrarre investimentie diventare interessanti per altri

e la produzione di energiada fonti rinnovabili sicuramenteavrebbe queste caratteristiche”

SISTEMA PRODUTTIVO E VOCAZIONI DEL TERRITORIO

tutta la filiera della produzione di energia: lacoltivazione delle piante energetiche, la raccoltae il trattamento dei materiali legnosi, gli impiantidi combustione, le reti di teleriscaldamento, laproduzione di pannelli termosolari e - perchéno - quelli fotovoltaici. Dalla produzione dimacchine agricole ai pannelli solari il passo nonmi sembra grandissimo. Rimane però ladomanda di come dobbiamo immaginare ilmotore di questa conversione. Da quali elementisi compone?

Mi sembra che oggi il grande problema sia lacrisi degli amministratori pubblici, degliimprenditori e, perché no, forse anche deisindacalisti, ma mi riferisco ai primi due inquanto soggetti con funzioni di governo. Credoche oggi una politica illuminata si dovrebbeporre il problema della formazione del gruppodirigente, di amministratori e manager inparticolare ed in generale di persone in posizioniapicali. Noi oggi ancora godiamo di un sistemaproduttivo che è stato messo in piedi daimprenditori, magari artigiani, non moltoacculturati, ma che sapevano fare bene il loromestiere che poi si sono anche ingranditi, chesono diventati imprenditori veri. Oggi si devecostruire la nuova classe imprenditoriale ed ilnuovo management.L’altro aspetto è che oggi è importante per unterritorio costruire un vantaggio competitivo perattrarre investimenti e diventare interessantiper altri. La produzione di energia da fontirinnovabili sicuramente fa parte di questodiscorso. E qui la collaborazione fra pubblico eprivato, fra enti locali e sistema creditiziopotrebbe portare a un progetto che ci assicuriun approvvigionamento affidabile a prezzicompetitivi e ci faccia emancipare dagliidrocarburi. L’idea di un territorio che ha unprogetto per diventare autonomo dal punto divista energetico lo rende attrattivo. Però ci vuoleun’idea che parta da qualcuno e che poi vengaanche sostenuta. Un progetto portato avanti inuna collaborazione pubblico/privato e che abbia,come asse portante, la formazione che veramentequalifichi dei giovani e che vada oltre il sistematradizionale di formazione professionale.Un altro potenziale protagonista è l’Università

che potrebbe svolgere un ruolo interessante eimportante. Le aziende dovrebbero collaborarecon l’università e l’università dovrebbe farsiconoscere, per far capire quanto potrebbe essereutile.In questo contesto si potrebbero ipotizzareprogetti capofila da avviare nell’Alto Tevere,attraverso, ovviamente, il coinvolgendo dellaRegione. Siccome non si può fare per ogniterritorio un progetto che copre tutti gli aspetti,non ci sarebbero le risorse, di ogni area sidovrebbe prendere il settore o l’impresa piùinteressante e caratterizzante - per esempio ilmobile in stile o la grafica per Città di Castelloo la meccanica leggera per l’umbertidese – econcentrare lì le risorse sia pubbliche che private,per farne delle esperienze di eccellenza, chepossono diventare esemplari anche per altre efunzionare da stimolo e traino.

In questa prospettiva quale rilevanza ha unacollaborazione interregionale, per l’Alto Tevereumbro evidentemente in modo particolare conla parte toscana?

Io vedo molto bene riprendere un discorso dicollaborazione dell’Umbria con le regionilimitrofe, che è stata sperimentata in passatoe che poi è stata abbandonata. Oggi non si puòsperare più in un rapporto diretto Perugia-Romaper risolvere i problemi. Pensare solo a comeportare più risorse possibili in Umbria nonfunziona più, tra l’altro andrebbe a scapito dialtre Regioni con le quali invece dovremmocreare collaborazioni, perché da soli nonabbiamo la dimensione per poter fare progettiavanzati. Sarebbe bene fare le politiche, dellequali abbiamo parlato, anche con altre Regionio con Comprensori che sono a cavallo tra dueRegioni. L’ostacolo a questa collaborazione, oltrei confini del proprio comune, deriva da uneccessivo campanilismo. Mi sembra ovvio, peresempio, che la gestione di rifiuti, acqua, gase del trasporto pubblico locale debba essereinserita in un sistema più grande, che è almenoquello regionale.

12 SISTEMA PRODUTTIVO E VOCAZIONI DEL TERRITORIO

13

ENERGIA PRIMARIA E UTILIZZI FINALI

Per descrivere i consumi energetici che ognianno la zona presa in esame affronta dobbiamoinnanzitutto chiarire quali sono i tipi di utilizzofinale dell'energia primaria che le varie utenzerichiedono. Le fonti primarie sono le materieprime utilizzate come fonti energetiche - petrolio,metano, carbone, acqua etc. - che i processitecnologici permettono di trasformare in energiaelettrica, in calore e in carburanti perl'autotrazione. Il primo punto da chiarire è chetra tutte le forme energetiche in cui possiamotrasformare le fonti primarie, la più "preziosa"è l'energia elettrica, perché richiede moltepliciprocessi di trasformazione e rilevanti perdite dienergia primaria che si disperdono sotto formadi calore. Dall'altro lato il calore, o energiatermica, è la forma energetica più facile daprodurre e con i rendimenti più alti, ed è dunquemeno preziosa dell'energia elettrica.Per misurare le quantità energetiche, nei loroutilizzi finali, dunque, non basta solo la misuraquantitativa, generalmente espressa in kWh oin Tep (tonnellate equivalenti di petrolio), occorreanche tener presente un parametro qualitativoche ci dica qualcosa sul rendimento delletrasformazioni che si sono succedute, come adesempio l'exergia che è data dalla differenzatra l'energia e l'anergia (energia non piùutilizzabile per ulteriori trasformazioni). Altrimentipotremmo considerare la quantità di CO2 emessanell'aria per tutti i processi di trasformazionenecessari.Questa precisazione è essenziale poiché uno

dei problemi culturali che sono alla base delconsumo irrazionale di risorse energetiche èche, nel considerare gli usi finali di energia neidiversi settori economici, i consumi energeticivengono considerati alla pari, ovvero non sitiene conto della differenza tra kWh termici ekWh elettrici. In realtà, però, l'inquinamentoprodotto dipende dai rendimenti di produzionee di distribuzione dei diversi vettori energetici,e questo crea una notevole differenza qualitativatra i due tipi di energia.Alcune stime ci dicono che 1 kWh termicodetermina un consumo di 1,1-1,2 kWh dicombustibile primario bruciato, tenendo contodei costi energetici di produzione, di trasportoe del rendimento generatore; mentre 1 kWhelettrico corrisponde a un consumo di 3,5 kWhdi combustibile primario, tenendo conto deirendimenti di centrale e delle perdite ditrasmissione. Questo corrisponde ovviamenteanche a un maggior impatto ambientale, perprodurre un kWh elettrico le centralitermoelettriche emettono nell'atmosfera inmedia 0,58 kg di anidride carbonica (CO2), (datiEnel 1999).In virtù di quanto detto finora, occorre prestareattenzione a distinguere nell'unità di misuradelle quantità energetiche consumate ladifferenza tra i kWh dell'energia elettrica e ikWh dell'energia termica.Un altro indicatore sulla qualità del sistemaenergetico in rapporto alla produttività, è lacosiddetta "Intensità energetica", ovvero ilrapporto tra consumi energetici e il P.I.L.(Prodotto Interno Lordo), questo parametro ci

Il primo passo nell'accingersi a disegnare uno scenario di autonomia energeticaterritoriale è, naturalmente, conoscere i consumi energetici dell'area in esame.Qui, come usi finali dell'energia, consideriamo i consumi elettrici, termici e dicarburanti, a loro volta suddivisi nei vari settori (pubblico e privato; agricoltura,industria, residenziale, trasporti etc.). Il passo successivo sarà come garantire glistessi servizi con maggiore efficienza ed energie rinnovabili

Quanta energiaconsumiamo oggi

“La mappatura dei costi energeticia livello locale assume una

particolare valenza strategicain quanto manca nella gestione

della maggior partedei comuni italiani una

dettagliata analisifinalizzata a ridurre

costi monetari e ambientali”

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

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dice quanta energia si trasforma in ricchezza,ed è dunque utile a descrivere l'efficaciaeconomica degli usi energetici.

Il primo passo per descrivere i consumienergetici è quindi suddividere i consumi percategorie di usi finali. Nel nostro caso abbiamoconsiderato i consumi energetici come consumielettrici, termici e di carburante.Per ciascuna categoria di consumo si è poivalutato quanto concerne il settore pubblico equanto quello privato. In particolare, nel casopubblico, si è specificato quanto più possibilecome attribuire i consumi a scuole, ospedali,edifici comunali e altre strutture particolarmente"energivore", in modo da individuare piùfacilmente futuri spazi di intervento e renderepiù dettagliata la spesa energetica nei vari comuni.

La mappatura dei costi energetici a livello locale,assume una particolare valenza strategica inquanto manca nella gestione della maggior partedei comuni italiani una dettagliata analisifinalizzata a ridurre costi monetari e ambientali.Soprattutto per i comuni di piccole-mediedimensioni conoscere quanto consumano scuolee altre strutture pubbliche e ipotizzare riduzionie miglioramenti di efficienza negli usi finali, ovveroinvestire per ridurre i costi a lungo termine, èutile e importante, ma praticamente non si fa.

I CONSUMI IN ITALIA

Nel 2004 (dati Enea) l'Italia aveva un consumoenergetico di fonte primaria di 196,8 Mtep(Megatep = milioni di tep): per cui, dividendoquesto dato per 58 milioni di abitanti, il consumopro capite è di più di 3 tonnellate di petrolioall'anno. Di questi 196,8 Mtep il 45% sonopetrolio, il 34% metano, 8.7% carbone e 7%rinnovabili (3/4 del quale viene dall'idroelettrico),il restante 5,3% è energia elettrica importatadall'estero.A questa cifra si sottraggono poi le quantitàenergetiche sprecate per perdite e usate inconsumi intermedi dovuti alle conversioni, parial 28%, cosicché rimangono circa 140 Mtepche sono stati realmente consumati dalle utenze.Per quanto riguarda invece i consumi finali

dell'energia (Grafico 1) abbiamo che il 31%viene utilizzato per il settore civile (residenzialee terziario), il 29% per l'industria, il 32% per itrasporti, il 2,5% per l'agricoltura e il 5,5% perusi non energetici, vale a dire gli impieghi difonti primarie, come il petrolio, ad esempio perprocessi dell'industria mineraria, chimica(compresa la produzione di fertilizzanti perl'agricoltura) e altro.Interessante è anche il dato riferito al solo settoreresidenziale, comprensivo dei costi energetici dicostruzione, che secondo le stime riportate nelLibro Bianco "Energia-Ambiente-Edificio" (F.In.Co.-ENEA) del 2004 costituiscono circa il 44% delfabbisogno nazionale, cioè circa 84 Mtep. Di questaconsistente cifra circa 12 Mtep sono utilizzati perle attività di costruzione, ristrutturazione emanutenzione, e ben 72 Mtep sono invececonsumati per la gestione degli edifici.In Italia vi sono quasi 21 milioni di famiglie e26,5 milioni di abitazioni, di cui circa 9 milionimono o bifamiliari, pari a un volume abitativodi circa 5,5 miliardi di mc e a una superficiemedia per abitazione pari a 70 mq. Dei circa26,5 milioni di unità abitative italiane, circa 19milioni sono riscaldate nella stagione invernale,di cui 14 milioni, circa il 53%, sono dotate diimpianto di riscaldamento autonomo. Inoltre, i2/3 degli edifici sono anteriori al 1976, vale adire precedenti alla prima legge in tema diefficienza energetica degli involucri abitativi.La costruzione di un'unità abitativa media(appartamento di 90-100 mq), richiede circa100 tonnellate di materiali con un costoenergetico di circa 5 Tep.Da questi dati si evince come mediamente in 5-6 anni si consuma, per il solo riscaldamento, unaquantità di energia pari a quella necessaria per lacostruzione dell'unità abitativa. Volendo fare unconfronto dei consumi medi annui degli edifici conaltre realtà europee, si nota che se nell'Italiasettentrionale abbiamo valori dell'ordine di150÷200 kWh/mq, per contro nei Paesi del centro-Nord Europa si rilevano valori 3÷4 volte inferiori.L'intensità energetica primaria, ovvero l'energiaprimaria consumata per produrre un'unità diPIL, è un parametro indicativo di quale rapportoci sia tra fabbisogno energetico e ricchezza intermini di prodotto interno lordo. Nel caso italiano

Grafico 1:Fabbisogno energetico in Italia

29%Industria

32%Trasporti

31%Civile

2,5%Agricolturae pesca

5,5%Usi nonenergetici

14 QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

equivale a 0,177 kg di petrolio equivalente/edi PIL, dato che ci colloca tra i Paesi sviluppatimeno energivori. Basti far notare che negli USAal 6% della popolazione mondiale corrisponde il30% dei consumi energetici, mentre in Italia dovela popolazione ammonta all'1% di quella mondialeil consumo energetico ammonta al 2%.Se analizziamo bene il dato ci rendiamo conto,però, che l'Italia rispetto agli altri paesi europeiutilizza poca energia elettrica per i mezzi ditrasporto elettrificati, come i treni o lemetropolitane, e questo abbassa molto il valoredella nostra intensità energetica ma ponequestioni sul nostro sistema di trasporti e sulmodello di mobilità.Malgrado ciò, tuttavia, l'Italia importa l'84%delle fonti energetiche primarie che consuma,ciò rende il nostro Paese molto più dipendentedall'estero degli altri paesi europei che importanomediamente il 54% del loro fabbisogno. Questocomporta, ovviamente, un costo notevole: lafattura energetica del 2004 è stata di 29,3miliardi di euro. Inoltre, l'andamento delfabbisogno nazionale mostra tassi d'aumentodell'1% annuo, in particolare nel settore civile,soprattutto per la progressiva crescita dellapercentuale di energia elettrica utilizzata, iconsumi primari e le relative emissioniaumentano del 2% annuo.

I CONSUMI IN UMBRIA

Il consumo di fonti energetiche negli usi finaliin Umbria nel 2003 ammonta a 2.302 kTep, conuna ripartizione fra le diverse fonti analoga aquella dell'insieme dell'Italia centrale di cuicostituisce il 9,31% (Tabella 1). Nei settori diutilizzo dell'energia al primo posto vienel'industria, seguita da trasporti e residenziale adifferenza di quanto avviene nell'insiemedell'Italia centrale dove al primo posto troviamoil residenziale, seguito dall'industria e daitrasporti (Tabella 2).

I CONSUMI ELETTRICI

In Italia nel 2004 la richiesta di energia elettricaè ammontata a 325,4 TWh. Di questa quota271 TWh sono stati prodotti dalle centrali in

Italia, 15 TWh autoprodotti e 45 TWh importatidall'estero.Una parte di questa energia elettrica consumata,pari a 10 TWh, viene utilizzata per effettuarepompaggi, ossia per pompare acqua all'internodi piccoli bacini idroelettrici che poi riutilizzanola caduta dell'acqua per produrre energiaelettrica quando i consumi lo richiedono(seguono i picchi di carico dei consumi elettrici).Un'altra parte, circa 20,6 TWh si consuma perperdite varie.Alla produzione di energia elettrica in Italia lecentrali termoelettriche contribuiscono per quasil'80%, mentre il restante 20% è fornito daidroelettrico (18%), geotermico (1,9%) e eolico-fotovoltaico (0,1%).Le centrali termoelettriche italiane hanno unrendimento medio del 39%, la restante parte parial 61% viene per la maggior parte dissipatanell'ambiente attraverso i sistemi diraffreddamento delle centrali, sprecandonotevolissime quantità di calore che invecepotrebbero essere riutilizzate per il riscaldamentodegli edifici (cogenerazione) o per nuovi processidi produzione di energia elettrica (ciclo combinato).

“L'Italia importa l'84%delle fonti energetiche primarie

che consuma”

Tabella 1

Tabella 2

Tipo di fonte Umbria (kTep) Italia centrale (kTep) % Umbria rispetto energetica all'Italia centrale

Agricoltura e Pesca 59 475 12,42 %Industria 992 5.789 17,14 %Trasporti 467 5.229 8,93 %Terziario 165 3.065 5,38 %Residenziale 370 9.922 3,73 %Totale 2.053 24.480 8,38 %

Fonte "Rapporto Energia e Ambiente”, ENEA (2005)"

Tipo di fonte Umbria (kTep) Italia centrale (kTep) % Umbria rispetto energetica all'Italia centrale

Solidi 27 525 5,14 %Prodotti petroliferi 1.068 12.442 8,58 %Gas Naturale 718 6.907 10,40 %Rinnovabili 22 382 5,76 %Energia elettrica 466 4.473 10,42%Totale 2.302 24.729 9,31 %

Fonte "Rapporto Energia e Ambiente”, ENEA (2005)"

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI 15

In Umbria il consumo di energia elettrica nel2004 si è attestato a 5,98 TWh mentre laproduzione totale netta è stata di 6 TWh. Allaproduzione contribuiscono per il 70% le centralitermoelettriche e per il 30% le centraliidroelettriche (il contributo del fotovoltaico èpraticamente nullo, eolico e biomassa sono increscita ma ancora non rilevanti e non vi sononel territorio umbro sfruttamenti geotermici).

La peculiarità della situazione energeticaregionale sta nel livello di consumi elettrici digran lunga superiore alla media nazionale, dovutisoprattutto alla presenza dei grandi gruppiindustriali energivori dell'area Terni-Narni. Inragione di ciò, la componente dei costi energeticicondiziona pesantemente la competitività delsistema industriale regionale e costituisce unvincolo per le sue prospettive di sviluppo.Obiettivo prioritario e dichiarato del PianoEnergetico Regionale, approvato nel 2004, è diconiugare il rigore del bilancio energetico(produzione/consumi e costi dell'energia) conla salvaguardia ambientale. A tal fine si prevede,per quanto riguarda la domanda, di operare sulcontenimento dei consumi, la promozionedell'uso razionale dell'energia, mentre per le

politiche dell'offerta il Piano punta soprattuttoa promuovere la diffusione delle fonti di energiarinnovabile che attualmente in Umbria èprevalentemente costituita da impiantiidroelettrici, pari oggi al 92% dell'attualeproduzione totale di elettrico rinnovabile, e chesoddisfa il 30% dei consumi.

Gli usi finali dell'energia elettrica in Umbria sonoripartiti come mostra la Tabella 3.

La popolazione residente totale dell'Alto TevereUmbro è di 74.772 abitanti, la maggior parteconcentrata nel comune di Città di Castello concirca 39.000 abitanti, seguito da Umbertide15.000 e San Giustino 10.000 abitanti. Questitre comuni costituiscono l'87% della popolazionee, di conseguenza, la parte più consistente deiconsumi energetici dell'Alto Tevere.I dati sui consumi elettrici sono relativamentefacili da ottenere, la distribuzione della correnteelettrica è infatti effettuata da un unico ente,l'ENEL, che ci ha fornito i dati degli ultimi dueanni (Tabella 4).

Da questi dati emerge che il consumo totale,nell'anno 2005, ammonta a circa 321 GWhelettrici, di cui circa l'85% è da attribuire ai trecomuni con maggior numero di abitanti.Se la popolazione è un buon indicatore deiconsumi elettrici totali, per la loro ripartizionenei vari settori degli stessi occorre invece tenerconto anche delle dimensioni territoriali e degliinsediamenti produttivi presenti.Globalmente il 25% dei consumi è impiegatonel settore Terziario (servizi e commercio), il44% nel settore industriale e dell'artigianato, il

Tabella 3: Consumi per categoria di utilizzatori e provincia

Agricoltura Industria Terziario* Domestici Totale*

Perugia 84,1 1.440,9 760,5 685,6 2.971,0Terni 14,7 2.099,7 243,1 236,3 2.593,8

Totale 98,8 3.540,6 1.003,6 921,8 5.564,8

* al netto dei consumi FS per trazione pari a GWh 74,9Fonte GRTN

Tabella 4: consumi generali territorio (tutti i dati si riferiscono all'anno solare 2005)

Consumi elettrici Città San Pietralunga Monte S.M. Umbertide Montone Lisciano Citerna Totale(MWh/anno) di Castello Giustino Tiberina Niccone Alto Tevere

(in GWh)

Residenziale 37.940 10.217 2.401 1.365 15.973 1.863 996 3.083 73,8Industriale e Artigianale 56.709 20.972 10.030 904 42.247 4.580 270 6.944 142,7Agricolo 11.059 1.937 99 169 4.335 583 542 6.324 25,1Terziario 50.891 8.559 1.270 458 15.426 1.099 497 2.117 80,3Totale 156.600 41.686 13.801 2.897 77.983 8.127 2.307 18.469 321,8

Fonte Enel

16 QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

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23% nel settore residenziale e l'8% nel settoreagricolo. Con un dettaglio maggiore di analisisi può notare come nei comuni di Monte SantaMaria Tiberina e Lisciano Niccone la parte piùconsistente dei consumi sia dovuto al settoreresidenziale, mentre in tutti gli altri comuni iconsumi elettrici maggiori sono dovuti al settoreindustriale e artigianale.

IL SETTORE PUBBLICOCome abbiamo già ricordato, per attivarepolitiche efficaci di riduzione di consumi emonitorarne gli effetti con efficacia, un datoparticolarmente importante è costituito daiconsumi del settore pubblico, con particolareattenzione al settore sanitario, alle scuole eall'illuminazione. Guardando questi dati ci siaccorge che dei circa 80 GWh consumati nelsettore terziario, circa un quarto si può attribuireall'ente pubblico, cioè 20 GWh. Di questi 20GWh, il 47% viene utilizzato per la sanità(ospedali a attività correlate come gli ambulatorietc.), il 40% viene consumato per l'illuminazionepubblica delle strade, il 7% per gestire scuolee asili e il 6% per la gestione degli edifici dellapubblica amministrazione.Anche al fine di evidenziare potenziali settori dirisparmio energetico, è bene sottolineare chela grossa fetta di consumi elettrici utilizzati perl'illuminazione costituisce uno dei principalicampi d'azione per eventuali politiche diriduzione dei consumi (Grafico 2 e Tabella 5).

È dunque evidente che gran parte dell'elettricitàè consumata in primo luogo negli ospedali enell'illuminazione, e in misura inferiore nelsettore della gestione degli edifici scolastici edella pubblica amministrazione. Nel caso disanità e pubblica istruzione vi sono nel territorioanche istituti e ospedali privati che comples-sivamente consumano ulteriori 2,1 milioni dikWh (2,1 GWh).

Nella zona dell'Alto Tevere, e in particolare nelcomune di Città di Castello, sono presenti 45asili (compresi gli asili nido) e 54 tra scuoleelementari, medie e superiori, oltre a un ospedalecon 259 posti letto.Oltre ai consumi direttamente utilizzati nelsettore pubblico, si aggiungono poi quelli per iservizi di pubblica utilità, in particolare per gliimpianti di distribuzione e fornitura di acqua egas, altri 9,7 milioni di kWh; quelli per la gestionedei rifiuti, circa 1,6 milioni di kWh; quelli per iltrasporto ferroviario (in particolare della lineaFCU - Ferrovia Centrale Umbra) altri 3,6 milionidi KWh ogni anno e, in ultimo, anche quelli perle attività delle varie associazioni o enti, delleattività ricreative e sportive che ammontano aulteriori 5,5 milioni di kWh.In definitiva, sommando il consumo del settorepubblico con quello dei servizi di pubblica utilità,giungiamo a un totale di 43,2 GWh, più dellametà di tutto il settore terziario (Grafico 3).

Se per gli altri comuni la ripartizione energeticapercentuale locale nei vari settori è analoga aquella dell'insieme dell'Alto Tevere, per i duecomuni territorialmente più vasti, Città di Castelloe Umbertide, che occupano quasi il 60% delterritorio, la ripartizione dei consumi apparediversa. Città di Castello consuma il 33% nelterziario, il 36% nel settore industriale, il 24%nel residenziale e il 7% nell'agricoltura, con unconsumo più alto in proporzione nel settoreterziario rispetto a industria e artigianato. AUmbertide invece il consumo maggiore è nelsettore industria-artigianato con il 54%,residenziale e terziario consumano ciascuno il20% e il restante 6% va in agricoltura.Città di Castello rappresenta il polo funzionaleper tutta la zona dell'Alto Tevere, in particolare,per dare un'idea, si può notare che il 92% dellaspesa elettrica per la sanità, e l'80% della spesaper le attività di costruzioni (oltre al 59% di

Grafico 3:Consumi elettrici nel settore terzario - comparazionetra settore pubblico e privato

26%Ente pubblico

28%Servizipubblici

46%Commercioe altro

Tabella 5

Settori di consumo Scuole Pubblica Sanità Illuminazionee asili Amm.

Energia elettrica in kWh/a 1.449.002 1.263.325 9.623.792 8.290.726Fonte Enel

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

Grafico 2:Consumi elettrici nel settore pubblico

7%Scuolae Asili

6%PubblicaAmm.

47%Sanità

40%Illuminazione

quella per le scuole, il 55% per l'amministrazionepubblica e il 50% per l'illuminazione), vengonoconsumati nel comune di Città di Castello.

IL SETTORE RESIDENZIALENel settore residenziale possiamo dire che ilconsumo totale di 73,8 GWh, l'87% è dovuto aitre comuni più popolosi (Città di Castello,Umbertide e San Giustino). Questo, ovviamente,è il dato in assoluto più legato alla dimensionedella popolazione, con un semplice sguardoalla Tabella 6 si può osservare come, grossomodo, ogni abitante consumi mediamente 1.000kWh l'anno, cosicché conoscendo il numero diabitanti si potrebbe quasi dedurre il consumonel settore domestico in ciascun comune.

Dato che è del tutto in linea con quello regionaleumbro. La media italiana è di 2.943 kWh elettriciper abitazione, uno dei valori più bassi d'Europa.Nell'Alto Tevere sono presenti 30.501 abitazioni(dati Istat), dunque la media è di 2.421 kWhelettrici per abitazione.

IL SETTORE INDUSTRIALE E ARTIGIANALENel settore dell'industria e dell'artigianato(Tabella 7 e Grafico 4) abbiamo un consumoannuale di circa 142 GWh elettrici; abbiamodetto che i comuni maggiormente interessatisono Città di Castello, Umbertide, San Giustinoe Pietralunga, e in quest'ultimo è da notarecome il settore industria e artigianato occupi il

73% di tutto il consumo elettrico comunale.Nella zona sono presenti 2.532 impreseartigianali e industriali, la maggior parte dellequali nei comuni di Città di Castello e Umbertide(insieme hanno 1.936 imprese) che consumanoquasi il 70% del fabbisogno elettrico in questosettore di tutto l'Alto Tevere.

I CONSUMI DI CALORE

In generale le consuete fonti primarie utilizzateper la produzione di calore sono: metano, gpl,gasolio, olio combustibile e legna. In particolare,nella zona presa in esame, le reti di distribuzioneportano alle utenze dei vari comuni principal-mente il metano, utilizzato da 6 comuni e il gplutilizzato nel comune di Monte Santa MariaTiberina. L'olio combustibile è invece utilizzatoin alcune utenze speciali, quali ad esempioscuole e ospedali. Per quanto riguarda ilconsumo di legname, utilizzato principalmenteper il riscaldamento, sappiamo che annualmente400 ettari di boschi vengono destinati al tagliocon una produzione annuale di 25.000 mc dilegna, che presumibilmente vengono consumatein zone limitrofe.Per calcolare il consumo energetico destinatoalla produzione di calore, abbiamo dovuto ricorrerea stime sui consumi energetici attribuibili allagenerazione di calore nei vari usi (residenziale,commercio e industriale), sulla base di dati delladistribuzione del metano con aggregazione

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Tabella 6: Consumi elettrici nel settore residenziale

Comune Consumo Popolazioneresidenziale residente

(MWh/a)

Citerna 3.083 3.292Città di Castello 37.940 39.301Lisciano Niccone 996 667Monte S. M.Tiberina 1.365 1.228Montone 1.863 1.642Pietralunga 2.401 2.343San Giustino 10.217 10.696Umbertide 15.973 15.603

Totale 73.840 74.772

Fonte Enel-Istat

Tabella 7 Grafico 4:Ripartizione dei settori di consumo elettrico industriale

16%Altro Industriae Artigianato

4%Costruzioni

16%Meccanica

Trasporti

18%Carta eStampa

13%IndustriaAlimentare

3%IndustriaTabacco

4%IndustriaTessile

18%IndustriaSiderurgicaChimica

7%ProduzioneAcqua e Gas

1%EstrazioniMinerali

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

Numero di imprese (industrie manifatturiere,costruzioni e altre industrie) per ciascun comune

Citerna 125Città di Castello 1.435Lisciano Niccone 19Monte Santa Maria Tiberina 39Montone 62Pietralunga 63San Giustino 288Umbertide 501

Totale 2.532fonte istat

maggiore, come quelli regionali e provinciali. Ciòè stato necessario a causa della situazione dellazona, che vede una certa frammentarietà dellefonti e delle aziende di distribuzione, alcune dellequali non si sono rese disponibili di fornire i datidi consumo per i vari comuni.In particolare sono stati utilizzati come dati diraffronto i dati provinciali di distribuzione delmetano, la più comune fonte primaria utilizzataper fornire calore, poi, utilizzando i dati reali diCittà di Castello (Grafico 5) e Citerna (Grafico6) si è esteso il consumo di metano secondo ilparametro della popolazione agli altri comuni.Per San Giustino e Umbertide si è consideratauna distribuzione simile a Città di Castello, pergli altri comuni il modello è stato il comune diCiterna. In tutti i casi si parla di consumo dienergia primaria, il metano appunto, senzatenere per ora in conto che in realtà l'energiatermica realmente utilizzabile risulterà inferioreal netto delle perdite di trasformazione edistribuzione del calore.Successivamente dai consumi di metano si èdedotto un consumo energetico termico globalepari a circa 600 GWh. Altri 100 GWh si possonoaggiungere per i consumi termici ottenuti daaltre fonti come legname o altri combustibililiquidi e solidi.Utilizzando poi le distribuzioni provinciali neivari settori di consumo si può ipotizzare che

circa 200 GWh vadano per il settore industriale,340 per il residenziale e 160 GWh per il terziario(Grafico 7).Sulla base dei dati pervenuti, si può affermarequindi che la parte più consistente dei consumidi calore è da attribuire al settore civile,intendendo cioè i consumi dovuti alriscaldamento degli ambienti e dell'acqua caldasanitaria negli edifici. Se si utilizza questo datodi massima di 340 GWh e lo si rapporta con lasuperficie degli edifici occupati da residenti(circa 2,7 milioni di mq) si ottiene chemediamente per scaldare un metro quadro diedificio servono 126 kWh, cioè circa 13 metricubi di metano, un risultato che pur ottenutocon grossa approssimazione, si allinea con lamedia italiana che è di circa 140 kWh/mq (fonterapporto ENEA 2005), e che se confrontato congli edifici ad alte prestazioni termiche che sicostruiscono ad esempio in Sudtirolo, inGermania e nei paesi scandinavi, e che sonoalla base anche dei criteri per le ristrutturazionidegli edifici esistenti, è sicuramente riducibilesignificativamente.Nel settore industriale invece, la componentedei consumi energetici dovuti alla produzionedi calore cambia notevolmente a seconda dellatipologia industriale. In particolare i tipi di impiantiindustriali maggiormente energivori di caloresono il siderurgico, il ceramico, del vetro, del

19QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

Grafico 7:Ripartizione ipotizzabile dei consumi energetici perla produzione di calore in GWh termici

200 GWhIndustria

160 GWhTerzario

340 GWhResidenziale

Grafico 6:Ripartizione consumi di calore -Comune di Citerna

30%Residenziale

36%Industria eArtigianato

30%AgroIndustriale

2%Commercioe Servizi

2%PubblicaAmm.

47%Residenziale

30%Industria eArtigianato

15%Commercioe Servizi

4%PubblicaAmm.

4%Sanità

Grafico 5:Ripartizione consumi di calore -Comune di Città di Castello

cemento e in generale tutte quelle industrie chenecessitano di alte temperature nei forni o inaltri usi. Nella zona dell'Alto Tevere abbiamo,inoltre, la spesa energetica in termini di calorenel settore agroindustriale dovuta, ad esempio,all'essiccazione del tabacco.

I CONSUMI DI CARBURANTE

Il settore dei trasporti è in generale uno deisettori maggiormente energivori, i combustibiliutilizzati per l'autotrazione sono tutti derivatidei prodotti petroliferi, fatta eccezione per ilmetano che, comunque, è una piccolissimaparte dei carburanti utilizzati.L'Umbria è una delle regioni con il più altorapporto automobili/abitanti e nel complesso iconsumi di carburante sono riportati nelle tabelle8 e 9, facendo una proporzione in base allapopolazione. Vengono anche riportati i datirelativi alla zona dell'Alto Tevere sia per i consumidi carburanti che per il numero di veicoli presenti.Volendo quantificare il dato dei consumi di benzinae gasolio in termini energetici si ricava che ilconsumo di carburanti per la zona dell'Alto Teverecosì stimato è pari a 177 GWh di benzina e 351GWh di gasolio, in totale 528 GWh.L'unico dato certo sui consumi dei carburantinella zona dell'Alto Tevere è quello rilevato peri mezzi agricoli che nell'ultimo anno corrispondea circa 12 milioni di litri (fonte UMA-ComunitàMontana), e quello per il servizio di raccolta rifiutipari a circa 380.000 litri (fonte Sogepu-Gesenu).In generale, per valutare i consumi di carburantinecessari per l'autotrazione dei veicoli, sarebbenecessario valutare il parco veicolare presentenella zona e determinare le percorrenze mediedi tali veicoli, ma non avendo a disposizione neldettaglio tali dati, anche in questo caso si èdovuto ricorrere a stime su dati molto aggregati(dati regionali - ENEA). Si è così ipotizzato unconsumo globale annuale di circa 40.000tonnellate di gasolio e di 20.000 di benzina(irrilevante quello di gpl). Questo dato equivalea dire che ogni veicolo consuma mediamentecirca una tonnellata di carburante l'anno.Negli ultimi anni, le incentivazioni alla rottamazionee il crescente costo del carburante hanno indottoi cittadini umbri a rinnovare il parco veicolare

regionale preferendo come motorizzazioni quellealimentate a gasolio che hanno così sorpassatoquelle a benzina. I rendimenti dei motori dieselsono generalmente superiori a quelli a benzina,ma contemporaneamente si è diffusa anche lapreferenza a scegliere motori con cilindrate diclasse superiore, determinando così un fattorecertamente negativo per la riduzione dei consumidi carburante.Dalla stima delle quantità di carburante utilizzatosi può dedurre anche il consumo energeticodovuto all'utilizzo dei carburanti nei motori deiveicoli, ma occorre anche aggiungere che irendimenti energetici dei veicoli sono bassissimi.D'estate quando non si utilizza nemmeno il caloredel motore per il riscaldamento dell'abitacolo, siattestano nell'ordine del 6-12%, che vuol direche se consumiamo 1 kWh di combustibile coni rendimenti di conversione dei motori nepossiamo utilizzare al massimo solo 0,12 kWh.Questo dato ci fa capire come un modello dimobilità troppo basato sul trasporto privato, comeè quello umbro, non può che essere un"colabrodo" energetico che disperde enormiquantità di energia e di risorse, e che il semplicemiglioramento tecnologico dei motori difficilmentepotrà costituire, nel breve-medio termine, unasoluzione senza mettere mano, contemporanea-mente, a una profonda revisione sia dei modellidi insediamento che dei modelli di mobilità.

IL TRASPORTO PUBBLICOL'Alto Tevere è dotato di un servizio di pubblicotrasporto gestito dalla APM, per cinque comunicompresi Città di Castello e Umbertide, e dallaSITA per altri tre comuni comprendenti anchequello di San Giustino. Utilizzando il dato fornitocidalla APM dei km che annualmente vengonopercorsi dai mezzi di trasporto gestiti da questacompagnia, che ammontano a circa 640.000km per le linee urbane, si ricava che presumibil-mente i consumi di carburante, in questo casoprincipalmente di gasolio, si aggirano sui330.000 litri, pari a 2,4 GWh.

CONCLUSIONI

I dati raccolti, calcolati o solo stimati, ci mostranouna realtà della zona dell'Alto Tevere non

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Tabella 8: Consumo carburanti in Umbria enell’Alto Tevere (in migliaia di tonnellate)

Tipo di carburante Umbria Alto Tevere*

Gasolio 438,5 38,17Benzina 216,8 18,87Gpl 19 1,66*= Stima

Fonte: Elaborazione Ministero Attività produttive Direzionegenerale dell'energia e delle risorse minerarie - Osservatoriostatistico energetico su

Dati Snam rete gas

Tabella 10: Veicoli in Umbria e nell'Alto Tevere

Tipo veicoli Umbria Alto Tevere*

Autobus 1.912 166Autovetture 560.778 48.817Autocarri 66.064 5.751Motrici 3.352 292Motocicli 66.419 5.782Motocarri 7.365 374Altri Veicoli 19.558 1.703Veicoli Totali 725.448 62.884*= Stima

Fonte Aci

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

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dissimile da quelli che sono gli orientamentiregionali e nazionali. Con un totale ipotetico di1.550 GWh di energia consumata in termini difonti primarie, considerando tra queste anchel'energia elettrica fornita dalla rete, si rileva cheil settore trasporti si prende un terzo di tuttal'energia consumata, cioè circa 530 GWh, laproduzione di calore nei vari settori è pari apoco meno della metà, 700 GWh, e l'energiaelettrica occupa la restante parte con 320 GWh(Grafico 8 e 9, Tabella 10).La peculiarità nell'analisi dei consumi checaratterizza questa zona è semmai da ricercarenella tipologia degli insediamenti produttivi enella consistente parte costituita da aziendeagro-forestali. La problematica riguardante lariconversione delle colture di tabacco, oggisettore importante nella produzione di questazona, si inserisce pienamente nel ragionamentosulle possibilità di un nuovo sistema energetico.In Umbria il consumo totale di energia primarianell'ultima rilevazione annuale ammontava a2.302 kTep, cioè circa 26.800 GWh (Tabella11). Di questa cifra 5.800 GWh sono di energiaelettrica presa dalla rete elettrica nazionale,

mentre la restante quota pari a 21.000 GWh èil consumo di fonti primarie quali metano,prodotti petroliferi (benzina, gasolio, gpl), ecombustibili solidi. Questa quota a sua voltaviene consumata principalmente per laproduzione di calore e per la produzione dicarburanti per l'autotrazione.Stimando che i prodotti petroliferi vadano in largaparte per la fornitura di carburanti per l'autotra-zione, si possono sottrarre a questa cifra ulteriori10.000 GWh, cioè un po’ meno (circa l'80%) ditutto il quantitativo energetico dei prodottipetroliferi che ammonta a 12.400 GWh. Ciò cherimane, sostanzialmente metano, è la quota chepresumibilmente viene consumata per laproduzione di calore, cioè circa 11.000 GWh.Secondo questa rozza ma plausibile stima laripartizione dei consumi di energia primaria nellanostra regione sarebbe quindi: 22% elettricità,41% calore e 37% trasporti su gomma.Secondo le nostre stime invece la ripartizionedei consumi di fonti primarie nella zona dell'AltoTevere sarebbe cosìdistribuito: 21% elettricità,45% calore e 34% trasporti su gomma.

Tabella 10

Modalità di utilizzo Energia primariadelle fonti primarie consumata nel 2005

nell'Alto Tevere

Energia Elettrica 320Energia Termica* 700Energia per i Trasporti* 530Totale* 1550

(in GWh) - *=Stima

Tabella 11

Modalità di utilizzo Energia primariadelle fonti primarie consumata nel 2005

in Umbria

Energia Elettrica 5.800Energia Termica* 11.000Energia per i Trasporti* 10.000Totale* 26.800

(in GWh) - *=Stima

Grafico 8:Ripartizione e consumi energetici nell’Alto Tevere

45%Calore

34%Trasporti

21%Elettrica

Grafico 9:Ripartizione e consumi energetici in Umbria

41%Calore

37%Trasporti

22%Elettrica

QUANTA ENERGIA CONSUMIAMO OGGI

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Nel discorso su un futuro sostenibile dell'energiamanca regolarmente, pur essendo la fonteenergetica più importante. Parliamo del risparmiodi energia e dell'efficienza energetica: di faredi più con la stessa quantità di energia primariao di rendere lo stesso servizio energetico,impiegando meno energia. Sorvoliamo sul fattoche l'efficienza energetica, in senso stretto, nonè una "fonte" rinnovabile. Per il nostro dibattito,far sì che un determinato spazio sia illuminatoin modo adeguato con un 100 Watt di menorispetto all'illuminazione precedente vale lostesso che produrre questi 100 Watt con delleenergie rinnovabili. In entrambi i casi, siamo difronte a delle attività produttive che richiedonocapitale, know-how e lavoro. Per questo si parlaanche con un'espressione poco felice di "nega-watt". Poco felice perché il concetto è compren-sibile solo a coloro che hanno già capito di checosa si parla mentre per gli altri rimaneincomprensibile.La sottolineatura è su "attività produttiva". Il

risparmio energetico non significa "non fare",ma "fare in modo diverso". I cambiamenticomportamentali ne sono una parte; abbassanoil consumo dal 5 al 10%, anche fino al 15%.Però, l'impiego più consapevole dell'energia, lospegnimento dello stand-by o dell'illuminazionequando lo spazio non è in uso, fino a una suacorretta aerazione per risparmiare sulriscaldamento, non sono comportamenti chenascono spontaneamente, per questo ci voglionocampagne di sensibilizzazione, strategie potentidi comunicazione, giornate d'azione e quant'altro,il tutto ripetuto periodicamente. Quindi, anche laproduzione culturale dei cambiamenti comporta-mentali richiede investimenti, conoscenze e moltolavoro. Tanto più le azioni materiali. Realizzareuno standard elevato di isolamento termico degliedifici da costruire, evitare ed eliminare i pontitermici, istallare le lampadine a risparmio e deiregolatori per i motori elettrici che riducano ilconsumo di energia quando lavorano di meno,sono tutte attività che presuppongono un settoreproduttivo territoriale specificamente qualificato.Sono necessari professionisti che sappianoprogettare i negawatt, un'industria che producagli impianti e i materiali, un'imprenditoria e unartigianato edile che sappiano costruire e istallarei nuovi parametri del minimizzare i consumienergetici.Ridurre il grande gap tra i potenziali tecnici dirisparmio e la prassi quotidiana è quindi la primapriorità per arrivare all'autonomia energetica.Mantenere, anzi migliorare, il livello di servizienergetici riducendo drasticamente l'impiegodell'energia primaria - rinnovabile o non. Non

Ora che sappiamo quanta energia consumiamo per garantire la qualità di vita cuisiamo abituati, la domanda è: basta sostituire le energie non rinnovabili con quellerinnovabili? La risposta è no! Prima dobbiamo accertare se non sia possibilemantenere gli stessi servizi energetici consumando meno, eliminando sprechi,inefficienze e usi impropri. Nelle pagine che seguono vedremo che è possibile,eccome, ottenendo anche, come primo risultato, una riduzione dei costi

L'efficienza è la "fonteenergetica" più importante

CONSUMIAMO SERVIZI ENERGETICI, NON ENERGIANoi non consumiamo direttamente l'energia elettrica o il metano, consumiamo servizienergetici. La maggior parte di questi servizi ce li offre direttamente la natura: la luce e laradiazione infrarossa che tengono il nostro pianeta ad una temperatura che permette alleforme complesse di vita di esistere. Questi servizi però non bastano agli esseri umani chehanno bisogno di illuminazione anche quando la luce del giorno non c'è o è insufficiente, cosìcome hanno bisogno, negli edifici, di temperature più alte o più basse di quella esterna. Lamisura del nostro benessere è la qualità dei servizi energetici a disposizione sotto forma dicalore, illuminazione, energia meccanica ed altre. E la sfida è quella di offrire questi servizicon l'impiego più basso possibile di energie primarie sia fossili che rinnovabili.

“Risparmiare e renderepiù efficiente l'uso vuol direfare di più con la stessa quantitàdi energia primaria o garantirelo stesso servizio energeticoimpiegando meno energia”

L'EFFICIENZA È LA "FONTE ENERGETICA" PIÙ IMPORTANTE

è pensabile mantenere l'attuale sistema diconsumo energetico sostituendo una classe dienergia primaria, la fossile, con un'altra classe,la rinnovabile. Devono prima essere chiusi ibuchi nel secchio, eliminando sprechi,inefficienze e usi impropri come non si stancadi insistere Maurizio Pallante (Un futuro senzaluce? Come evitare i black out senza costruirenuove centrali, Editori Riuniti, Roma 2004). Nonè possibile limitarsi alla sola sostituzione dellefonti energetiche, ma, soprattutto, non convieneeconomicamente: l'aumento dell'efficienzaenergetica e il risparmio energetico costano dimeno, e a volte molto meno, che comprarel'energia non risparmiata, a prescindere dacome è stata prodotta, con fonti fossili orinnovabili. Non sorprende quindi che l'AgenziaEnergetica Federale a Berlino, collocata a metàstrada tra il Ministero per l'Economia e quelloper l'Ambiente considera come prima prioritàdelle proprie attività l'efficienza energetica(www.deutsche-energie-agentur.de).Negli scenari di efficienza energetica cheseguono, hanno un ruolo particolare gli entipubblici locali per due semplici ragioni: le scuole,gli edifici dell'amministrazione, gli ospedali,sono edifici molto visibili, vi passa molta gentee sono luoghi che emanano una certa autorità.Misure realizzate in questi ambiti e bendocumentate in materiali informativi, in displaye pannelli, hanno un ruolo esemplare incisivo.Inoltre, numerosi casi in tutta l'Europadimostrano che con delle motivazioni variegate- soldi, clima, qualità di vita - anche all'internodello stesso ente i Comuni riescono a migliorarein modo impressionante la propria performanceenergetica (K. L. Schibel e S. Zamboni, Le cittàcontro l'effetto serra. Cento buoni esempi daimitare, Milano, Edizioni Ambiente, 2005).Di solito, si consiglia di realizzare interventi dirisparmio energetico e di miglioramentodell'efficienza energetica in coincidenza di unaristrutturazione già pianificata. Quasi mai, infatti,le ristrutturazioni vengono fatte in un'otticaenergetica: se occorre tirare su i ponteggi perrifare una facciata, il costo è prevalentementequello di montare (e smontare) i ponteggi e lamanodopera comunque necessaria, e non quellodi applicare un po' di materiale isolante.

Dunque si parte con un risparmio energeticodel 10% con il miglioramento gestionale, coninterventi sull'impiantistica si arriva al 20-25%per raggiungere, con gli interventi strutturali, il50% e oltre.Per la progettazione complessiva degli interventidi risparmio energetico/miglioramento dell'effi-cienza energetica si propongono da qualcheanno delle società di servizi che offrono proprioquesto: l'analisi del potenziale di risparmio, unaproposta d'intervento con una stima dei costirisparmiati e un'offerta di esecuzione dei lavoriin questione, possibilmente finanziamentoincluso. Si chiamano con un acronimo ingleseESCO (Energy Service Company, vedi box).

I POTENZIALI DI RISPARMIO E DI AUMENTODELL'EFFICIENZA

IL CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA CON UNAGESTIONE MIRATA DELLA DOMANDAL'attuale fabbisogno di energia elettrica nell'AltoTevere è di 320 GWh/a. In uno scenario basatosul principio realtà come il Piano EnergeticoRegionale dell'Umbria si estrapola il trend degliultimi anni con la conclusione che "occorreprevedere una crescita dei consumi intorno al3% l'anno". A quel punto la crescita delleenergie rinnovabili serve, nel caso migliore, percompensare l'aumento della domanda. Leenergie rinnovabili hanno una chance disostituire le fonti fossili solo se sul lato della

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ESCO - ENERGY SERVICES COMPANYUna Esco è una società che offre servizi di efficienza energetica: immaginatevi per esempioun grosso albergo che oggi consuma una grande quantità di energia ogni anno, 100%.Con un certo investimento, poniamo, si può realizzare un risparmio del 40% circa. Bene, unaEsco propone all'albergo di realizzare lei l'investimento in questione e, quindi, di condividerecon il cliente parte del risparmio: è una forma nuova di relazione contrattuale che si chiamaEPC, Energy Performance Contract.Dal momento in cui la Esco fa l'investimento per ridurre i consumi, il cliente (l'albergo) iniziaa realizzare il risparmio pianificato. La remunerazione della Esco sarà una parte di quelrisparmio per un certo numero di anni (generalmente fra 8 e 20) mentre i nuovi impiantirestano di proprietà della Esco che ne cura anche la manutenzione di normale sostituzione.Normalmente l'80% del risparmio generato durante il periodo contrattuale va alla Esco,mentre al cliente resta subito il 20% che poi, al termine del contratto ESCO, diventerà il 100%di risparmio. È una situazione del tipo: "io vinco-tu vinci".http://www.taubers-vitalhotel.com/

L'EFFICIENZA È LA "FONTE ENERGETICA" PIÙ IMPORTANTE

“Anche la produzione culturaledei cambiamenti comportamentali

richiede investimenti,conoscenze e molto lavoro”

domanda si realizza una parte consistente deipotenziali di risparmio e di aumento dell'ef-ficienza energetica oltre a una gestionedell'andamento differenziato della domanda neltempo (giorno, settimana, mese, anno). Comequantificare i potenziali di risparmio per l'AltoTevere realizzabili, mettiamo, entro il 2020?Le 28.740 famiglie del territorio consumano 74milioni di kWh/a. Con elettrodomestici edilluminazione ad alta efficienza, come anchecon cambiamenti comportamentali, possiamoipotizzare una riduzione complessiva del 30%.Rimangono 52 milioni di kWh/a. Nel contempoperò assumiamo una crescita della domandadi servizi energetici, che si mangerà la metàdel risparmio. Arriviamo quindi con un'attivazionerealistica dei potenziali di risparmio e unacrescita della domanda di servizi energetici aun consumo complessivo di 63 milioni di kWh/a.L'industria e l'artigianato consumano 143 milionidi kWh/a. Sono ipotizzabili degli interventisull'illuminazione, sul dimensionamento deimotori elettrici (74% del consumo elettrico inindustria) e introducendo l'adattamento dinamicodella potenza alle variazioni di carico, un

potenziale complessivo di risparmio del 15%.La domanda nel nostro scenario rimarrà costantepoiché le industrie energivore tendenzialmentediminuiscono (Dai dati Enea in Italia i consumielettrici negli ultimi 10-15 anni vedono l'industriasiderurgica, chimica e tessile stabili, aumentanocarta, vetro e meccanica. In Umbria i consumielettrici industriali sono aumentati di poco ediminuiti per siderurgia e chimica). Sembraquindi realistico assumere un consumo dienergia elettrica dell'industria e dell'artigianatodi 122 milioni di kWh/a.I potenziali di gestione della domanda inagricoltura sono difficilmente quantificabili difronte ad una conversione profonda che vedrànei prossimi anni, nell'ipotesi del nostro scenario,l'abbandono della coltivazione del tabacco afavore delle piante energetiche, in primis il maisenergetico. Attualmente l'agricoltura consuma25 milioni di kWh/a di energia elettrica. Se, inmancanza di dati più precisi, supponiamo inmodo cauto un potenziale di risparmio nel corsodella conversione del settore di solo un 10%,arriviamo ad un consumo di 22 milioni di kWh/a.Ci muoviamo invece su terreno più fermo nelsettore dei servizi dove, attualmente, siconsumano 80 milioni di kWh/a, di cui la metànel settore pubblico. Con il comune, le scuole,gli ospedali e gli altri enti pubblici come battistrada,ottimizzando l'illuminazione, usando computer,stampanti, fotocopiatrici ad alta efficienzaenergetica e con campagne mirate a cambiamenticomportamentali, una riduzione dei consumi del25% è realistica. Se ipotizziamo parallelamenteuna crescita della domanda di servizi energeticidel 5%, arriviamo complessivamente ad unconsumo annuo di 64 milioni di kWh.Applicando quindi degli standard di aumentodell'efficienza energetica e di risparmioenergetico complessivamente moderati, tra il10 e il 15%, e prevedendo aumenti dei servizienergetici fino al 15% arriviamo a un consumocomplessivo di energia elettrica nell'Alto Teveredi 271 GWh/a invece di 321 GWh/a.

IL CONSUMO DI CALORE CON UNA GESTIONEMIRATA DELLA DOMANDAPer quanto riguarda la gestione della domandadi calore, la fonte principale di riduzione del

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MOTORI ELETTRICI AD ALTA EFFICIENZANel settore industriale i consumi di elettricità collegati ai motori elettrici ammontano all'incircaal 74% di quelli totali. Non esiste, infatti, macchina o impianto di produzione che non abbiaal suo interno almeno un motore elettrico necessario al suo funzionamento.I motori elettrici ad alta efficienza sono motori che hanno minori perdite rispetto a quellitradizionali. I costi iniziali d'acquisto ed installazione sono ammortizzati dal risparmio d'energiaelettrica consumata.Generalmente, i motori industriali funzionano solo al 50% della loro capacità nominale. Inmolte situazioni funzionano in continuo a basso carico in quanto sono dimensionati per farfronte a condizioni di carico massime che s'incontrano soltanto raramente. Tutto questo sitraduce in spreco d'energia.Per questo ci sono in commercio speciali apparecchiature (soft-start/soft-stop) in grado diadattare dinamicamente (con tempi di reazione fino a 1/100 di secondo) la potenza del motorealle variazioni di carico, con conseguente risparmio energetico.Queste apparecchiature eseguono in qualsiasi istante un "dimensionamento elettronico" delmotore secondo il lavoro che è chiamato a svolgere. Ciò significa che il motore funzionasempre in "condizioni ideali di pieno carico" con livelli d'efficienza prossimi al 100%.Anche l'Unione Europea sta dedicando risorse umane ed economiche ai motori ad altaefficienza. Nel 2003 è stato lanciato il "Motor Challenge Programme" (MCP), un programmavolontario attraverso il quale le industrie sono aiutate a migliorare l'efficienza energetica deiloro macchinari. Per maggiori informazioni in Italia:http://energyefficiency.jrc.cec.eu.int/Motorchallenge/index.htm

L'EFFICIENZA È LA "FONTE ENERGETICA" PIÙ IMPORTANTE

“Negli scenari di efficienzaenergetica di cui si parlagli enti locali hannoun ruolo particolareper la visibilità delle misureche adottano e per il carattereesemplare per i cittadini che essepossono assumere”

fabbisogno è il miglioramento dell'isolamentotermico degli edifici nelle nuove costruzioni enelle ristrutturazioni dell'esistente. Dei 700GWh/a di consumo complessivo di calorenell'Alto Tevere quasi la metà, 340 GWh/aservono per riscaldare l'ambiente e l'acqua nelsettore residenziale.La superf ic ie residenziale ammontacomplessivamente a 2,7 milioni di mq; risultaquindi un consumo medio di 126 kWh/mq/a.Un valore in sintonia con la media nazionale di140 kWh/mq/a ma decisamente alto seconsideriamo che la classe C della certificazioneenergetica CasaClima prevede un consumo di55 kWh/mq/a (www.comune.bolzano.it/UploadDocs/683_DOC_B_completo_ita.pdf).Un quarto degli edifici si trova nei centri storicidei Comuni e possiamo considerare checonsuma un quarto del calore residenziale,quindi 85 GWh/a. Questi ambienti sonodifficilmente ristrutturabili in termini dimiglioramento della coibentazione e nonvengono considerati nel nostro modello. Qualchemiglioramento si potrà avere nei centri storicicon l'istallazione di finestre a doppio vetro, unmiglior isolamento dei tetti e l'introduzione disistemi di riscaldamento con un maggior rendi-mento, ma visto che cresceranno i servizienergetici si ipotizza un fabbisogno complessivoimmutato. Gli altri 255 GWh/a si consumano inedifici costruiti dopo il 1919 che si trovanoquindi al di fuori dei centri storici. Migliorandogli standard di coibentazione e sostituendo gliimpianti di riscaldamento con quelli ad altaefficienza oppure allacciandoli alla rete diteleriscaldamento si può risparmiare il 30%.Arriviamo quindi complessivamente per il settoreresidenziale ad un consumo annuo di 264 GWh.Per il settore dei servizi applichiamo gli stessiparametri attribuendo agli enti pubblici un ruolotrainante per scendere da 160 GWh a 125 GWh.Nell'industria l'esperienza dimostra cheattraverso il recupero calorico, l'uso del caloredi scarico e il miglioramento delle tecnologie sipuò arrivare ragionevolmente ad un risparmiodel 15%, abbassando quindi il fabbisogno da200 a 170 GWh/a, arrivando in tal modo a unariduzione complessiva dei consumi di calorenei tre settori da 700 a 560 GWh/a.

Dobbiamo quindi produrre 271 GWh/a di energiaelettrica e 560 GWh/a di energia termica conle fonti rinnovabili. La fonte energetica "efficienzae risparmio", mobilitando risorse finanziarie,know-how e lavoro, contribuirà con circa un20% a coprire il fabbisogno energetico preve-dendo un aumento dei servizi energetici. Avranno un ruolo leader gli enti pubblici, agendoin modo esemplare sul proprio patrimonio edilizioe promuovendo la sensibilizzazione dei cittadinie la formazione degli addetti ai lavori - geometri,architetti, ingegneri, idraulici, elettricisti, muratori- insieme alle associazioni di categoria e agliistituti sul territorio. Sempre nel settore pubblico,buona parte delle misure saranno progettate,finanziate e realizzate attraverso una ESCO,preferibilmente una ESCO regionale o provincialeo comunque con una partecipazione pubblica.

POCHE NOTE SULLA GESTIONE DELLADOMANDA DI SERVIZI DI MOBILITÀ

La svolta dalle energie fossili a quelle rinnovabilirichiederà nel settore della mobilità unaristrutturazione profonda dei servizi. Non èimmaginabile di mantenere l'attuale modello dispostamenti nel territorio, quasi esclusivamentecon la macchina privata e quasi sempre con

25L'EFFICIENZA È LA "FONTE ENERGETICA" PIÙ IMPORTANTE

“Efficienza energetica erisparmio energetico possonoportare i consumi di energia

elettrica nell'Alto Tevereda 320 a 271 GWh/a”

una persona per auto.Le ragioni della pesante predominanza del trafficomotorizzato individuale sono molte. MarianoSartore dell'Università di Perugia ha calcolatoche la quota di persone nell'Alto Tevere cheragionevolmente non può più raggiungere a piediil posto di lavoro o quello per fare la spesa ècresciuta, tra il 1991 e il 2001, del 66%. Causaprincipale di questa trasformazione strutturalepreoccupante è una politica insediativa chefavorisce la dispersione e la separazione deiluoghi di vita, di lavoro, di servizi e di divertimento.I genitori invece portano i figli a scuola in auto- anche per distanze brevi - per ragioni disicurezza. Spostarsi per divertimento dà un sensodi libertà e naturalmente, o piuttosto moltoartificialmente, la macchina è lo status symbolper eccellenza con l'effetto impressionante, e in

un primo momento sorprendente, che nelle fascepiù benestanti crescono i mezzi impegnati nonsolo in termini assoluti, ma anche in terminirelativi. L'automobile nella lingua degli economistiè un "bene superiore" e continua ad essere unostatus symbol di tale rilevanza che più cresconole possibilità economiche più si spende per l'autoche si guida, soprattutto per dimostrare al gruppodi riferimento cui si appartiene il proprio successo.Il senso di indipendenza e di possibile spontaneitàrende più attraente andare in macchina da soloin una società individualistica che non favorisceil mettersi d'accordo con altri.Sarebbe presuntuoso voler elaborare nell'ambitodi questo scenario “Autonomia Energetica AltoTevere” un concetto comprensivo della gestionedeal lato della domanda di servizi di mobilitàcon delle ipotesi plausibili.

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IL RISPARMIO ENERGETICO A SCUOLACon la campagna THE BET, nel 2001 scuole di tutta Europa, ragazzi e insegnanti, hannoaccettato una sfida particolare: la scommessa era che sarebbero stati in grado di ridurre leemissioni di gas serra a scuola dell'8% entro 8 mesi con l'uso di lampadine a risparmioenergetico, l'abbassamento del riscaldamento e lo spegnimento delle funzioni stand-by.Centinaia di scuole hanno vinto la scommessa, dimostrando ai politici come l'obiettivo europeodella riduzione dell'8% nel Protocollo di Kyoto può diventare realtà.Per saperne di più: www.amicidellaterra.org/thebet/

Il Programma di Alleanza delle Scuole Verdi coinvolge gli studenti in attività per il risparmioenergetico nelle proprie scuole con dei progetti in scala reale e l'obiettivo di liberare dellerisorse attraverso il risparmio energetico e rafforzare il processo di apprendimento. Attraversocambiamenti di base nell'operazione, la manutenzione e i comportamenti individuali, le ScuoleVerdi sono arrivate a riduzioni dell'uso di energia dal 5 al 15%. In più, le Scuole Verdiincoraggiano gli studenti ad applicare le lezioni di efficienza energetica dalla scuola alla casae nella comunità.Per saperne di più: www.ase.org/section/program/greenschl/

Eco-Scuole è un programma che offre alle scuole l'opportunità che le tematiche ambientalidel programma scolastico influenzino la vita della scuola e il suo impatto sull'ambiente, lapossibilità di ridurre i consumi e gli sprechi e quindi i costi gestionali dell'istituto, l'opportunitàdi aiutare i ragazzi a sviluppare le capacità decisionali favorendo l'assunzione di ruoli diresponsabilità.È anche un premio che migliorerà il profilo della scuola nella comunità generale. Il processodelle Eco-Scuole coinvolge tutta la scuola (studenti, insegnanti, lo staff) insieme a membridella comunità locale (genitori, l'amministrazione comunale, i media e il commercio locale).Incoraggia il lavoro in team e aiuta a creare una comprensione condivisa su cosa deve esserefatto per far funzionare una scuola che rispetti e migliori l'ambiente.Per saperne di più: www.eco-schools.org/countries/pages/page_ita.htm

“Efficienza energeticae risparmio energeticopossono portare i consumi di calorenell'Alto Tevereda 700 a 560 GWh/a”

L'EFFICIENZA È LA "FONTE ENERGETICA" PIÙ IMPORTANTE

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IL CONTRIBUTO DEL SOLARE TERMICO

Le due modalità di sfruttamento direttodell'energia solare radiante più comuni sono gliimpianti fotovoltaici e gli impianti a collettorisolari termici.La differenza sostanziale tra i due è di tipoeconomico. Per il fotovoltaico si richiedonoparticolari e costosi materiali e tecnologie che,senza finanziamenti adeguati, attualmente

difficilmente sono economicamente vantaggiosiper chi decida di installarli. Il solare termicoinvece è più semplice, meno costoso e piùfacilmente remunerativo per gli investitori.La tecnologia richiesta dai collettori solari termicisi limita alla ottimizzazione della captazionedell'energia radiante solare, allo stoccaggio eall'isolamento del calore captato in modo daprodurre il riscaldamento dell'acqua caldasanitaria e in talune applicazioni anche degli

Abbiamo esaminato i consumi di energia dell'Alta Valle del Tevere e, subito dopo,abbiamo calcolato di quanto possono essere ridotti con politiche di efficienza edi risparmio energetico. Ora sappiamo per i tre grandi gruppi di consumo - elettrico,calore, trasporti - quanta energia bisogna produrre con le risorse rinnovabili cheesistono, o si possono produrre, sul territorio. Biomasse, eolico, solare, biogas,minihydro: ecco quanto può contribuire ciascuna di queste fonti

Le energie rinnovabiliper l'autonomia energetica

SISTEMI A COLLETTORI PARABOLICI LINEARII sistemi a collettori parabolici lineari sono sicuramente i più conosciuti per la produzioned'energia elettrica dall'energia termica prodotta dal sole. In America, nel deserto del Mojave,da 20 anni stanno funzionando 9 sistemi termoelettrici solari di questo tipo per una potenzacomplessiva di 350 MW elettrici.Ogni collettore è costituito da un tubo di particolare costruzione, attorno al quale vienesagomato un riflettore a specchio di forma parabolica che funge da concentratore. All'internodel tubo è veicolato un fluido portatore di calore (normalmente olio) il quale poi, pompato,arriva allo scambiatore dove cede energia termica. Il calore così prodotto viene trasformatoin vapore che serve a far funzionare una turbina accoppiata ad un generatore elettrico. Latemperatura media in sistemi di questo tipo si aggira intorno ai 390°C.Tali impianti, chiamati SEGS (Solar Eletric Generating System), oggi hanno dimensioni tipichedell'ordine da 30 a 80 MW elettrici e sono stati realizzati anche in combinazione con impiantia gas o a carbone.In Italia, per la produzione di energia elettrica da solare termodinamico tramite collettoriparabolici lineari, l'ENEA ha sviluppato un'innovativa tecnologia che si basa sull'utilizzo dispecchi a basso costo e tubi ricevitori innovativi, per concentrare l'energia solare e convertirlain modo efficiente in calore ad alta temperatura, nonché sulla presenza di un sistema diaccumulo termico per ovviare alla variabilità della fonte solare. La tecnologia ENEA, che innovae combina le tecnologie dei sistemi a collettori parabolici lineari e dei sistemi a torre centrale,è fortemente modulare e può soddisfare le esigenze di grandi impianti (centinaia di MW) inconnessione con la rete elettrica e di piccoli impianti autonomi, come pure quelle d'integrazione(potenziamento) delle centrali termoelettriche in esercizio.

“Questa accessibilitàtecnologica ed economica

rende i collettori solariottimi per l'applicazionenel settore residenziale”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

ambienti.Un metro quadrato di un comune collettore solarepuò scaldare a 45-60°C tra i 40 e i 300 litri diacqua in un giorno, a seconda delle condizioniclimatiche e dell'efficienza del collettore.Questa accessibilità tecnologica ed economicarende i collettori solari ottimi per l'applicazionenel settore residenziale, ma anche nel settorealberghiero, turistico e dei servizi pubblici cherichiedono utilizzi di acqua calda.Tuttavia, con apposite tecnologie che amplificanoo modificano l'utilizzo dell'energia termicacaptata, la tecnologia dei collettori può essereusata anche nelle applicazioni speciali comequelle industriali o addirittura della produzionedi energia elettrica .È il caso dei collettori solari a concentrazione,lineare e puntuale, che consentono di raggiungeretemperature elevate a tal punto da poter esseresfruttate convenientemente per la produzione dienergia elettrica o per l'utilizzo nell'industriachimica, anche se questo tipo di utilizzo siraccomanda perlopiù in zone con elevatainsolazione come le regioni del sud Italia.Limitandoci all'utilizzo nel settore residenzialepotremmo stimare che dei 340 GWh termiciannualmente utilizzati per il riscaldamento circa60 GWh vengano spesi per il riscaldamentodell'acqua calda sanitaria.L'utilizzo dei collettori solari nelle abitazionipermetterebbe di produrre il 60% di questaquota di energia, cioè permetterebbe uncontributo energetico di circa 35 GWh.Un altro utilizzo possibile per questa tecnologiaè in agricoltura per le operazioni di essiccazionedei prodotti agricoli. Esistono infatti esempi diinstallazioni di collettori che scambiano il calore,anziché con l'acqua, con l'aria, così da permet-tere la produzione di aria calda.Oltre al già citato possibile utilizzo nelle strutturericettive alberghiere e nei servizi pubblici, si puòipotizzare l'utilizzo di collettori a concentrazionein specifiche applicazioni industriali, cioè neicosiddetti forni solari in cui si raggiungonotemperature dell'ordine dei 250°C.Appare dunque del tutto ragionevole che ulteriori25 GWh possano venire recuperati con l'applica-zione dei collettori termici in contesti nonresidenziali.

IL CONTRIBUTO DEL FOTOVOLTAICO

Come abbiamo visto gli impianti fotovoltaicisono più elaborati e costosi. Essi però hanno ilpregio di produrre direttamente la forma piùpreziosa di energia, quella elettrica, seppurecon rendimenti bassi, dell'ordine del 15%, esolo nelle ore diurne.Il fotovoltaico in molti paesi, molto menosoleggiati dell'Italia, è da anni utilizzato inmaniera significativa sia nelle applicazionidomestiche, con piccole potenze, sia in medi egrandi impianti che raggiungono potenzedell'ordine di qualche MW.L'applicazione recente del conto energia, lalegge nazionale di finanziamento delleinstallazioni fotovoltaiche, ha prodotto unarichiesta totale di finanziamento di quasi 1 MWdi potenza per la zona dell'Alto Tevere. Da questiimpianti, se verranno effettivamente realizzatici si può aspettare una produzione annua dicirca 1 GWh, considerando che alla nostralatitudine la produzione media è di circa 1200kWh/a per ogni kW di picco installato (pari a 6-7 metri quadri di pannelli).Nel territorio in esame sono stati stimati circatre milioni di metri quadri di coperture dicapannoni industriali e artigianali: è ipotizzabileche un terzo di queste superfici possano essereutilizzate per l'installazione di impianti fotovoltaiciessendo posizionate verso sud. Supponendo diutilizzare solo la metà di questa parte idonea,quindi circa mezzo milioni di mq, si potrebbeottenere una potenza installata pari a circa 80MW che produrrebbero annualmente circa 100GWh elettrici.Proporre 50 ettari di pannelli fotovoltaici nell'AltoTevere sembra uno sproposito e se si fa ilparagone con la situazione attuale, sicuramentel'impressione è fondata. Ma se si guarda adaltre realtà europee, per esempio la piccola cittàdi Waldpolenz vicino Lipsia in Germania dovesi stanno istallando 200 ettari, si capisce chequanto ipotizziamo per l'Alto Tevere èperfettamente realizzabile, se si danno le giustecondizioni d'insieme. Quella più ovvia sarebbedi non mettere un tetto limitativo di potenzaistallabile nell'ambito del conto energia."Le richieste di utilizzo del finanziamento con

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“Proporre 50 ettari di pannellifotovoltaici nell'Alto Teveresembra uno sproposito”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

il conto energia - dice Gianni Silvestrini, direttorescientifico del Kyoto Club - hanno superato1.700 MW in 7 mesi. Per dare un ordine digrandezza, si tratta di un valore oltre 300 voltesuperiore alle installazioni in Italia del 2005 edè una quantità superiore alla potenza totaleinstallata nel mondo lo scorso anno (1.460 MW).Se questa valanga di domande può essereconsiderata un segno della vitalità dellatecnologia, essa rappresenta anche il fallimentodi un sistema di incentivazione impostato malefin dall'inizio. Il Kyoto Club ha avanzato unaproposta per garantire una sana crescitaaccelerata del solare italiano. Si prevede inparticolare di limitare la potenza relativa aigrandi impianti mettendo a gara tutte le propostedi impianti a terra sopra i 20 kW. Si proponeinoltre di eliminare i tetti massimi di potenzaper il fotovoltaico integrato nell'edilizia e dirivedere le tariffe premiando, tra l'altro, gli utentiin funzione dei loro consumi elettrici. In questomodo verrebbe avvantaggiato chi consuma dimeno rispetto alla media del triennio precedentee si eviterebbe il rischio di veder aumentareartificialmente i consumi al fine di valorizzarel'elettricità solare prodotta".

IL CONTRIBUTO DELL'EOLICO

L'eolico, tra tutte le energie rinnovabili, èsicuramente quella con la maggiore maturitàtecnologica ed economica. Secondo i dati dellaEwea (European wind energy association) lapotenza eolica installata nel 2005 nel mondo èrisultata doppia rispetto a quella nucleare (5.000megawatt dal vento solo lo scorso anno). Laprevisione, poi, per il quinquennio 2005-2010è addirittura che la potenza eolica sovrasterà

quella nucleare di almeno 5-7 volte. Semprenel 2005 in Europa risultavano installati 40.904MW di eolico (obiettivo 2010 raggiunto con 5anni di anticipo). In Italia a dicembre 2005 i MWerano oltre 1.700.Il Piano Energetico Regionale umbro ha definitoil potenziale eolico della nostra regione pari acirca 300 MW, escludendo da questo dato le zonesottoposte a vincolo paesaggistico, parchi ecc.Uno dei siti idonei allo sfruttamento eolico sitrova nella zona nord dell'Alto Tevere, nell'areadel comune di San Giustino. In questa zona ègià stato progettato un impianto con 12macchine eoliche, per una potenza complessivadi 20 MW. La sua produzione annua di energiaelettrica dovrebbe ammontare a quasi 100 GWh,coprendo circa un terzo dei consumi elettrici ditutto l'Alto Tevere.Sarebbe inoltre auspicabile un attento edettagliato esame dei regimi ventosi presentinella zona poiché sarebbe possibile individuarenuovi siti potenzialmente sfruttabili concaratteristiche simili, permettendo così diincrementare la produzione di energia elettricadall'eolico.

IL CONTRIBUTO DELL'IDROELETTRICO

Tra le fonti rinnovabili, la tecnologiadell'idroelettrico non può certo considerarsi"nuova", dato che essa fa ormai parte da moltotempo delle opzioni energetiche di tutti i paesiindustrializzati. L'idroelettrico rappresentastoricamente la fonte rinnovabile per eccellenzadel territorio umbro, specialmente per laprovincia di Terni dove esistono numerosiimpianti costruiti quando era appena all'iniziola fase di industrializzazione della nostra regione.

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WALDPOLENZ, GERMANIA. LA CONVERSIONE ECOLOGICA DI UN AEROPORTO MILITAREIN PARCO SOLARENell'ottobre del 2005 in un piccolo paese della Sassonia vicino Lipsia, in Germania, sonopartiti i lavori per la costruzione di un impianto di 200 ha in un ex-aeroporto militare,Waldpolenz. Là, dove una volta partivano i velivoli dell'aeronautica del Terzo Reich per attaccarel'Unione Sovietica, presto un impianto di circa un milione di pannelli fotovoltaici alimenteràla rete con elettricità verde. Anche se sarà il campo fotovoltaico tedesco più grande non èl'unico del genere. Già vicino Ratisbona in Baviera è in funzione un impianto di 30.000 moduliche fornisce 4 MW. Il terreno in precedenza serviva come deposito per munizioni.

“Si propone di eliminarei tetti massimi di potenza

per il fotovoltaico”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

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Nell'Alta Valle del Tevere non vi sono salti d'acquaabbastanza grandi da permettere la costruzionedi grossi impianti idroelettrici, è possibile tuttaviautilizzare dei piccoli salti applicando le tecnologie,anch'esse divenute oramai tecnicamente edeconomicamente interessanti, del minihydro.Le taglie di questi impianti vanno da qualchecentinaia di kW a qualche MW (fino a 10-12MW). Oltre alle dimensioni, la tecnologia delminihydro è caratterizzata anche da un differenteapproccio progettuale orientato verso la facilitàdi costruzione e di gestione dell'impianto, anchea costo di ottenere rendimenti più bassi deigrandi impianti idroelettrici.Un esempio di questo tipo di impianti è quellodella minicentrale di Umbertide, in località Mola

Casanova, che ha una taglia di 392 kW e chedovrebbe produrre ogni anno circa 2,5 GWh dienergia elettrica.Nell'Alto Tevere sono stati individuati altri dueinteressanti salti che potrebbero permetterel'installazione di due minicentrali simili a quelladi Umbertide. Uno a La Canonica, a sud di Cittàdi Castello, con una potenza di circa 1,5 MW,l'altro a Ripolle, vicino San Giustino, dove si stavalutando la potenza installabile. Anche lungoi quattro affluenti del Tevere - Assino, Càrpina,Lana e Soara - è senz'altro ipotizzabile lacostruzione di centrali minihydro, ma perindividuare quante, dove e con quali potenzialitàsarebbe necessario un apposito studio.

IL CONTRIBUTO DELLE BIOMASSE

LA BIOMASSA COME FATTORE ECONOMICOLa produzione di energia da biomassa si sviluppain una catena che crea ricchezza nel territorioe rafforza il tessuto economico locale. Granparte delle attività lunga la filiera si svolgono alivello territoriale creando posti di lavoro e redditinella zona: la produzione / raccolta della materiaprima, la lavorazione (raffinerie, presse, segherie,produzione di pellets), la progettazione, ilfinanziamento, la costruzione e gestione degliimpianti, la ricerca e formazione fino alladistribuzione agli utenti.La produzione di biomassa e la gestione diimpianti di bioenergia offrono in particolare delleprospettive interessanti per l'agricoltura e lasilvicoltura. La convenienza economica esistegià oggi e tenderà a crescere con l'aumentodei prezzi dell'energia. Questo è particolarmente

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BIOMASSE: BILANCIO NULLO DEL CO2

L'uso della biomassa come fonte energetica primaria è interessante anche perché nel bilanciocomplessivo la sua trasformazione in energia elettrica o termica non aumenta la quantità diCO2 in atmosfera, quindi non contribuisce all'effetto serra. Questo avviene perché la biomassaassorbe CO2 dall'atmosfera durante la crescita e la restituisce all'ambiente nel corso dellacombustione. Pertanto, il bilancio del CO2, è definito nullo. Permangono però delle emissionilocali, in particolar modo di inquinanti acidi, ossidi di azoto, polveri e microinquinanti, ma possonoessere controllati con le moderne tecnologie di combustione e depurazione dei fumi. Inoltrel'uso della biomassa, dato il basso contenuto di zolfo e di altri inquinanti, fa sì che, quando sonoutilizzate in sostituzione di altre fonti energetiche tradizionali come carbone e olio combustibile,contribuiscano ad alleviare fenomeni di acidificazione, noti come piogge acide.

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

“Il Piano EnergeticoRegionale umbro ha definitoil potenziale eolicodella nostra regionepari a circa 300 MW”

vero se il conduttore della produzione agro-forestale gestisce anche l'impianto di produzionedell'energia, da solo o in modo consorziato,come avviene, ad esempio, per molte centralia biomassa nell'Alto Adige.Anche per il settore metalmeccanico laproduzione di energia da biomasse offre delleopportunità: la costruzione, il montaggio, lagestione e la manutenzione degli impianti comeanche dei macchinari di raccolta e lavorazionerichiedono un alto utilizzo di lavoro con unnotevole effetto occupazionale nel territorio.Le esperienze in Svizzera indicano che con ogni1000 kW di nuova capacità termica nasconolungo tutta la filiera 2-3 posti di lavoro.I punti forti della biomassa per l'economiaterritoriale necessitano però al contempo di unlivello elevato di pianificazione e progettualitàdegli attori pubblici e privati. L'obiettivo deveessere quello di superare le tradizionali divisionidel lavoro tra produzione, distribuzione ecommercializzazione con la costruzione di unafiliera integrata che si estende dalla coltiva-zione/raccolta della biomassa fino alla com-mercializzazione del prodotto energia perottenere degli effetti di sinergia e rendere leoperazioni economicamente convenienti.L'organizzazione di tale filiera richiede:* conoscenze tecniche per la produzione/raccoltadi biomasse e l'istallazione, gestione emanutenzione degli impianti per la produzionedi energia;* una valutazione economica di tutta la filieracon modelli di possibili andamenti costi/ricavi;* elaborazione di forme societarie che organizzinoi rapporti tra i fornitori delle materie prime, iproduttori dell'energia e gli utenti che idealmentedovrebbero essere tre gruppi costituiti, in partemaggiore o minore, dagli stessi soggetti;* un lavoro di comunicazione e informazione deidiretti interessati ma anche dei residenti delterritorio per rendere più trasparente possibilel'impatto ambientale di tutta la filiera, rischi evantaggi inclusi.Le biomasse, più delle altre fonti energetiche,richiedono un soggetto promotore accettato datutti gli stakeholders nel ruolo di promotore emediatore per garantire il flusso della materiaprima e dei prodotti residui, mettere in rete i vari

attori e organizzare il mercato del calore promuo-vendo e raccogliendo, per esempio, le adesioniper l'allaccio alla rete di teleriscaldamento.I tanti vantaggi delle biomasse - investimenti,posti di lavoro, nuovo campo d'attività perl'agricoltura, disponibilità continua dell'energia- richiedono quindi un alto livello di formazioneed informazione, di know-how a misura, diorganizzazione e partecipazione.Abbiamo dedicato alle biomasse uno spazioconsistente in questo lavoro per la complessitàdel tema ma soprattutto perché la produzionedi energia da questa fonte rinnovabile potrebbediventare un elemento importante dell'economiadell'Alto Tevere. Con le grandi aree boschive eun'agricoltura che dovrà convertire unaproduzione importante non food quale il tabacco,esistono condizioni favorevoli per le materieprime. In più, il settore industriale del territoriopotrebbe trovare nella produzione, costruzionee manutenzione degli impianti delle opportunitàinteressanti. Sembrano esistere tutti i presuppostiper l'Alto Tevere come un territorio di eccellenzaper la produzione di energia dalle biomasse.

RICAVARE ENERGIA DALLE BIOMASSELa biomassa utilizzabile ai fini energetici consistein tutti quei materiali organici che possonoessere utilizzati direttamente come combustibiliovvero trasformati in altre sostanze (solide,liquide o gassose) di più facile utilizzo negliimpianti di conversione. Le principali tipologiedi biomassa comunemente impiegate a finienergetici sono:- colture energetiche dedicate, sia arboree (adesempio, il Pioppo e la Robinia) che erbacee(ad esempio il Sorgo da fibra, la Canna comune,il Discanto);- residui agricoli, agroindustriali, artigianali,industriali, civili (esempi: paglia, sansa di oliva,legna vecchia, vinacce, buccette, gusci di fruttasecca, stocchi di mais, lolla di riso, particolarifrazioni di rifiuti urbani (RU) e di rifiuti assimilabiliagli urbani (A));- residui forestali, legna da ardere, altri prodottiligneo-cellulosici puri.Oggi, le biomasse soddisfano il 15% circa degliusi energetici primari nel mondo, con 1.230Mtep/a. I paesi in via di sviluppo, nel complesso,

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“Anche lungo i quattro affluentidel Tevere - Assino, Carpina,

Lana e Soara - è senz'altroipotizzabile la costruzione

di centrali minihydro”

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ricavano mediamente il 38% della propriaenergia dalle biomasse ma in molti di essi talerisorsa soddisfa fino al 90% del fabbisognoenergetico totale, mediante la combustione dilegno, paglia e rifiuti animali.Nei paesi industrializzati, invece, le biomassecontribuiscono appena per il 3% agli usienergetici primari. In particolare, gli USA ricavanoil 3,2% della propria energia dalle biomasse;l'Europa, complessivamente, il 3,5%, con puntedel 18% in Finlandia, 17% in Svezia, 13% inAustria. L'Italia con il 2% è al di sotto dellamedia europea.L'impiego delle biomasse in Europa soddisfa,dunque, una quota piuttosto marginale deiconsumi di energia primaria, ma il realepotenziale energetico di tale fonte non è ancorapienamente sfruttato.

La produzione di energia termica da biomassasu vasta scala avviene essenzialmente seguendodue modalità:* Utilizzo di biomasse legnose in impianticollegati alle reti di teleriscaldamento.* Utilizzo del biogas prodotto dagli impianti difermentazione per l'immissione diretta nellarete di distribuzione del metano.

Le modalità di conversione della biomassa perl'impiego a fini energetici, e specialmenteelettrici, possono essere di tipo biochimico o ditipo termochimico:Tra le varie tecnologie di conversione energeticadelle biomasse alcune si possono considerarea un livello di sviluppo tale da consentirnel'utilizzazione su scala industriale, altrenecessitano invece di ulteriore sperimentazioneal fine di aumentare i rendimenti e ridurre i costidi conversione energetica.

LE BIOMASSE NELL'ALTO TEVERE UMBROLa quantità di energia in cui può essereconvertita la biomassa dipende, ovviamente,dal tipo di biomassa, tuttavia si può assumereun valore medio di circa 50.000 kWh per ettarodi bosco o campo dedicato alla produzioneenergetica.Secondo i dati ISTAT, derivati dall'ultimocensimento agrario, nel territorio dell'Alto Tevere

vi sono circa 35.000 ettari di superfici agricole(seminativi, pascoli, prati e incolti) di questi5.600 ettari sono occupati dalla coltivazione deltabacco, cioè il 16% di tutta la superficieagricola.Occorre notare che nei dati delle superficiboschive esiste una discrepanza significativatra i dati ISTAT e i dati IFR (Istituto ForestaleRegionale), nei nostri calcoli faremo riferimentoai dati forniti da quest'ultima che differisconoin negativo per circa 9.000 ettari rispetto ai datiISTAT.

Secondo i dati dell'IFR la superficie forestaledell'Unità territoriale dell'Alto Tevere ammontaa circa 45.000 ettari, ed è inclusa nella ComunitàMontana Alto Tevere che coincide territorialmentecon la zona che stiamo prendendo in esame.35.800 ettari sono di proprietà privata, 4.500appartengono a enti vari e 4.600 sono diproprietà pubblica regionale e gestiti dallaComunità Montana.Dai 400 ettari di bosco annualmente messi ataglio nell'ambito della Comunità Montanavengono raccolti 25.000 metri cubi di legname.Mediamente, però, il legname utilizzato è soloil 60% di tutta la biomassa che si potrebberaccogliere, un ulteriore 30% è rappresentatodalle ramaglie, così si può ipotizzare che 12.500mc di ramaglie potrebbero essere utilizzatenegli impianti appositi, per un totale di 37.500mc di biomassa, con un valore medio di circa94 mc di biomassa legnosa per ettaro,considerando solo quello che è l'utilizzo attualedel patrimonio boschivo.Volendo utilizzare l'intero patrimonio boschivoa disposizione per la produzione di biomassalegnosa, e secondo criteri di sostenibilità chepermettano la rigenerazione delle piante con inaturali ritmi di ricrescita, si potrebbe stimareche, con un ciclo di rotazione di 18 anni, sipotrebbero tagliare ogni anno circa 2.500 ettari(un diciottesimo dell'intero territorio forestale).Avremmo quindi ogni anno una produzione di235.000 mc di biomassa legnosa complessiva,per un totale di circa 200 GWh di energiaprimaria.Altrimenti si può ipotizzare che solo il 30-40%dei 35.000 ettari privati siano interessati dalla

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“I punti forti della biomassaper l'economia territorialenecessitano però al contempodi un elevato livellodi pianificazione e progettualitàdegli attori pubblici e privati”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

rotazione dei tagli per la raccolta di biomassalegnosa e che invece tutte le aree boschivepubbliche servano a questo scopo. Con questaipotesi avremmo 580-780 ettari per 55.000-73.000 mc di legname dai boschi privati e50.000 mc dal patrimonio boschivo pubblico,ottenendo circa la metà del contributo energeticoprecedente, cioè circa 100 GWh.

Considerando che negli impianti di produzionecon più alto rendimento elettrico si raggiungeun'efficienza globale del 60% per unità di energiada biomassa, di cui 25% elettrica, si potrebbepensare di trasformare la biomassa energetica,per produrre circa 70 GWh di energia termicae 50 GWh di energia elettrica effettiva cioè alnetto delle perdite di trasformazione, oppurecon rendimenti maggiori utilizzare la biomassalegnosa per produrre 180 GWh di calore.Inoltre occorre tener conto che negli impiantidi fermentazione che producono biogas sipossono addurre come materiale organicoaggiuntivo i fanghi di depurazione, residuiagricoli, zootecnici etc.

COLTURE ENERGETICHE DEDICATE PER LAMOBILITÀ ESSENZIALE E PER PRODURRE CALORELe colture energetiche dedicate sono quelle cheservono a produrre materia organica che vieneinteramente utilizzata per la produzioneenergetica. È il caso, per esempio, delle coltureutilizzate per produrre il biodiesel - come lacolza, il girasole e altre piante da cui ricavareolio vegetale, oppure la canna da zuccheroutilizzata per la produzione di bioetanolo. Inalternativa si può pensare di coltivare vegetaliutilizzabili nella fermentazione anaerobica perottenere biogas.Nel nostro scenario ipotizziamo la coltivazionedi piante energetiche per la trasformazione al100% in metano attraverso un processo difermentazione. Il biogas - dal 50 al 75% metanoe dal 25 al 45 % anidride carbonica - può essereimmesso nella rete, dopo essere stato pulito;bruciato sul luogo in impianti di cogenerazioneo usato come carburante.

L'agenzia tedesca per le materie primerinnovabili (Agentur für nachwachsende

Rohstoffe) ipotizza una resa di 3.560 kg dibiometano da un ettaro di terreno dedicato acoltura energetica di mais. Se pensiamo chenell'Alto Tevere umbro ben 5.600 ettari sonoattualmente coltivati a tabacco, e che buonaparte necessiteranno di una riconversione, eccoche ipotizzare colture energetiche da dedicarealla produzione di metano diventa una sceltapiù che plausibile, con una resa di quasi 20.000tonnellate annue. Dovremmo tuttavia porreattenzione anche alla rotazione necessaria aripristinare la fertilità del terreno (in Germaniasi sta sperimentando la rotazione tra mais episelli, anch'essi utilizzabili come biomassaenergetica), ma oggi le informazioni che vengonodalle poche sperimentazioni sulle rotazioni nellecolture energetiche sono del tutto insufficienti.Malgrado l'ottima resa e un'efficienza delbiometano del 140% rispetto al gasolio, non èpensabile in una prospettiva di autonomiaenergetica coprire l'intero fabbisogno della flottaattuale di veicoli dell'Alto Tevere con il biogas.L'ipotesi invece è di coprire il fabbisogno deltrasporto pubblico e dei mezzi degli enti pubblicinonché il settore agricolo.Annualmente gli autobus della APM, che servecinque comuni dell'Alto Tevere, nei loro tragittiurbani percorrono complessivamente circa650.000 km con un consumo presumibile digasolio attorno a 330.000 litri. Considerando irendimenti medi degli autobus a metanodichiarati dalle ditte produttrici pari a circa 0,67mc/km sarebbero sufficienti circa 435.000 mcdi metano, pari in peso a 310 tonnellate percoprire la domanda annuale.I mezzi utilizzati dal servizio di nettezza urbanaper la raccolta rifiuti invece consumanoannualmente circa 380.000 litri di carburante,presumibilmente 2/3 gasolio e 1/3 benzina, checorrispondono in termini di resa energetica a380.000 mc di metano.Se poi consideriamo anche i quasi 12 milionidi litri di carburanti, anche qui in maggioranzagasolio, consumati nel settore agricolo avremmoun corrispettivo in termini energetici pari a12.300.000 mc di metano.In ultimo, aggiungendo ulteriori 100.000 mc dimetano per gli altri servizi pubblici che utilizzanomezzi di trasporto motorizzati - come

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“Nel nostro scenarioipotizziamo la coltivazione

di piante energetiche perla trasformazione

al 100% in metano”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

ambulanze, veicoli comunali etc. - arriviamo auna cifra totale di 13.200.000 mc.Basterebbero quindi circa 2.630 ettari perprodurre il metano necessario a tutto il parcoveicolare pubblico e di tutto il settore agricolodell'Alto Tevere.

Togliendo dai 5.600 ettari oggi coltivati a tabaccoi 2.630 ettari per la produzione di metano comecarburante per gli autoveicoli, rimarrebbero2.970 ettari di terreno che potrebbero produrrealmeno 10.500 tonnellate di biogas checorrispondono a 143 GWh di energia primariache in un impianto di cogenerazione potrebberoprodurre circa 40 GWh di elettricità e 80 GWhdi calore, oppure 120 GWh di solo calore.

ESEMPIO DI COGENERAZIONE CON BIOGAS INUN ALLEVAMENTO BOVINOL'impianto pilota dell'azienda agricola di MauroMengoli di Castenaso (Bologna) è uno dei primiin Italia che vende energia all'Enel utilizzandoil biogas prodotto dai liquami dei bovini. Laparticolarità sta proprio nel fatto che l'energiaelettrica viene prodotta con il biogas ottenutodal processo di fermentazione dello stercobovino e di altre materie organiche animali ovegetali, come gli scarti agricoli purché nonlegnosi. L'energia elettrica prodotta vieneutilizzata per coprire l'intero fabbisognodell'azienda mentre il surplus viene immessonella rete di trasmissione nazionale. Taleimpianto produce anche calore che vieneutilizzato per il fabbisogno aziendale. Inoltre, loscarto di lavorazione delle sostanze organicheviene utilizzato come concime. Il principio èsemplice: il liquame della stalla viene raccoltoin due grandi silos (digestori) dove batterianaerobici producono metano che, a sua volta,va ad alimentare appositi motori che produconoenergia elettrica ed energia termica. A regimel'azienda Mengoli dovrebbe essere in grado diprodurre 300-350 kWh di elettricità e circa 700kWh di energia termica, ma oggi la produzioneè di 110 kWh di elettricità e di 220 di energiatermica. Circa 20 kWh soddisfano le esigenzeelettriche dell'azienda e della casa, mentre ilresto viene venduto all'Enel. Al produttore vanno9 centesimi di euro per kWh elettrico e altrettanti

per la produzione di "certificati verdi" (una sortadi titoli al portatore che le imprese produttricidi energia da fonte fossile devono pagare a chiproduce elettricità con fonti rinnovabili). Metàdell'energia termica viene reimpiegata per ilfunzionamento dell'impianto metanogeno e ilresto viene utilizzato per le necessità della stallae della casa, dal riscaldamento all'acqua calda.Nell'Alto Tevere sono presenti 434 aziendezootecniche con allevamento bovino, 476 conallevamento ovino e 164 con allevamentoequino. In totale nelle aziende della zona vi sonocirca 6.000 di bovini, 20.000 di ovini e 717 diequini.L'azienda Mengoli possiede 230 capi bovini eproduce, come descritto sopra, 300 kWh elettricie 700 kWh termici. Dunque con i soli capi bovinisi potrebbero - se valesse un calcolo puramenteproporzionale - produrre almeno 9 MWh elettricie 21 MWh termici. Naturalmente le cose nonstanno in questo modo e la scarsa dimensionemedia degli allevamenti umbri ripropone ancorauna volta la questione centrale della costruzionedi filiere ad hoc per convogliare verso un unicoimpianto le deiezioni delle aziende della zona.Per esempio a Bettona (Perugia) la R.P.A. hacostruito già nel 1982 un impianto che utilizzai liquami suini e bovini (oltre alle acque refluedella produzione dell'olio di oliva), per produrre10.000-12.000 mc/giorno di biogas, che in unimpianto di cogenerazione produce a sua volta4 GWh l'anno di energia elettrica e circa 8 GWhdi energia termica, oltre a concimi per gli usiagricoli.Secondo le stime ENEA, oltre al legname sihanno annualmente notevoli quantità dibiomassa proveniente da residui agroindustrialie agricoli. Se nell'Alto Tevere si avessero lestesse proporzioni regionali di residui agricolie agroindustriali, avremmo un totale di circa22.000 tonnellate di residui agricoli e 2.500tonnellate di residui agroindustriali. Questicorrispondono a un quantitativo di energiaprimaria pari a circa 70 GWh termici.

GESTIONE INTEGRATA DI RIFIUTI ED ENERGIA

La formazione dei rifiuti, la raccolta e losmaltimento sono diventati una cosa molto

34 LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

“Non è pensabile, in una prospettivadi autonomia energetica,di coprire l'intero fabbisognodella attuale flotta di veicolidell'Alto Tevere con il biogas”

complessa rispetto a quando il netturbinopassava per strada e la padrona di casaconsegnava un mezzo secchio di rifiuti raccoltisotto il lavello. Ogni persona che vive in Umbriaha prodotto (mediamente) nel 2003, 566chilogrammi di rifiuti: erano 561 nel 2002, 549nel 2001, 509 nel 2000, 505 nel 1999 (per irifiuti nell'Alta Valle del Tevere vedere Tabella12). Le quantità sono in crescita così come iproblemi dello smaltimento. Nell'ambito delloscenario "Autonomia Energetica" i rifiuti ciinteressano come possibile fonte di energia inuna prospettiva di sostenibilità energetica.Nella gestione integrata dello smaltimento rifiutila priorità deve essere quella di evitare laformazione dei rifiuti aumentando la produttivitàmateriale ed energetica e il riciclaggio,risparmiando materie prime ed energia primaria.La raccolta differenziata assume un valorecruciale non solo sotto l'aspetto della riduzionedell'impatto nello smaltimento, ma anche sottol'aspetto della resa energetica ottenibile tramitela termovalorizzazione e la produzione di biogas.Entrambe le strategie vanno ottimizzate perridurre il più possibile i rifiuti residui che dalgennaio 2005 devono subire un trattamentoprima di essere depositati in discarica. Vale adire che i sacchetti che si buttano dentro icassonetti non possono essere più depositaticosì come sono nelle discariche, ma devonoessere trattati per renderli biochimicamente inerti.

Le strade per farlo sono due, ognuna con unaricaduta energetica: l'incenerimento dei rifiuticon la produzione di energia elettrica e calore,e il trattamento biologico meccanico con lafermentazione della parte organica dei rifiuti ela produzione di biogas. Le due strade non sonoalternative ma si integrano tra loro.Supponendo di ridurre la produzione di rifiuti dicirca un 10-15% tramite riciclaggio e miglioregestione a monte della materie prime siarriverebbe a circa 40.000 tonnellate di RSU.Dal rimanente con una raccolta differenziataspinta che arrivi almeno al 35% (come già fannonel comune di Viareggio ad esempio), conparticolare attenzione alla raccolta porta a portadella frazione organica si otterrebbero circa 8.000tonnellate di massa organica, da trattare per laproduzione di biogas e di compost di qualità pergli usi agricoli, oltre a circa 5.000 tonnellate dicarta, cartone e plastica che possono esserericiclati e in alternativa utilizzati come CDR(combustibile derivato da rifiuti) ad alto valoretermico; ulteriori 1.000 ton di vetro, metalli einerti sono riciclabili o da portare in discarica. Laparte proveniente dalle raccolte indifferenziatepuò essere inviata a un impianto di selezionestandard, che divide la frazione umida dallafrazione secca, producendo un combustibilesecco che può essere ancora utilizzato per laproduzione di gas e di compost grigio da utilizzarein discarica. Così facendo si avrebbe un 40%

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Tabella 12: La produzione di rifiuti nei comuni dell'Alto Tevere

Comune Totale rifiuti Produzione Totale % disolidi urbani pro capite raccolta raccolta

prodotti di rifiuti differenziata differenziata(ton) (kg/anno) (ton)

Citerna 1.782 544,6 438 24,6Città di Castello 28.217 720,4 8.228 29,2Lisciano Niccone 329 495,5 57 17,3Monte S. M. Tiberina 395 319,2 47 11,9Montone 802 493,8 161 20,1Pietralunga 1059 452,4 216 20,4San Giustino 6.017 566,4 1.700 28,3Umbertide 8.380 540,1 2.099 25,0Totale Alto Tevere 46.981 628,3 12.946 27,6

Fonte ISTAT (2005)

“Nella gestione integrata dei rifiutila priorità deve essere quelladi evitare la loro formazioneaumentando la produttività

energetica e materiale e ilriciclaggio e risparmiando materie

prime ed energia primaria”

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

circa di combustibile organico e un 40% circa difrazione secca utilizzabile nei termovalorizzatoridi piccola taglia.Con i nuovi impianti di incenerimento dei rifiutianche per piccole quantità si ottiene una resaenergetica di 12 MJ/kg. Diciottomila tonnellatedi frazione ad alto valore termico provenientedalla raccolta differenziata e dalla separazionea valle produrrebbero circa 50 GWh di caloreche possono essere trasformati in circa 24 GWhdi energia elettrica.La parte organica dei rifiuti, quantificabile incirca 40% della quantità complessiva, circa16.000 tonnellate, che può servire per laproduzione di biogas, si presenta in una formacomplessa. La varietà del materiale organico,i potenziali specifici di resa e la costruzionedella filiera per i bio-rifiuti rendono difficilequantificare i ricavi energetici. Con una stimaapprossimativa possiamo assumere di ottenere85 mc di metano per tonnellata di rifiuti organicie quindi complessivamente 1.360.000 mc/a.Nell'Alta Valle del Tevere c'è già la discarica diBelladanza che attraverso un sistema dicaptazione del biogas produce 4 GWh elettricie 4 GWh di calore.Va però tenuto presente che sia per l’incene-rimento sia per il trattamento biologico i rifiuti

vanno lavorati in appositi impianti visto che perl’abbattimento delle sostanze nocive dei gas discarico degli inceneritori dei rifiuti gli standardsono diversi da quelli per la biomassa comeanche le ceneri e i residui dalla fermentazione.

ACCUMULO E GESTIONE DEL CARICO

Nello scenario presentato in queste paginemanca un aspetto fondamentale: l’accumulo ela gestione del carico. Il problema si ponesoprattutto per l’energia elettrica. Il sistemaenergetico esistente è basato sulle grandicentrali con ampie riserve nel caso di malfun-zionamento di una. La rete di distribuzione èorganizzata a vari livelli con tensioni diverseper minimizzare le perdite di trasporto.È ovvio che un nuovo sistema energetico basatosu una rete decentrata con una grandemoltitudine di fonti energetiche primarie nonfossili si configurerà in modo decisamentediverso. L’ovvio vantaggio di una strutturadecentrata di molte unità piccole è la riduzionenotevole delle perdite di trasporto. Rimane peròtutta da sviluppare e da mettere alla prova unagestione affidabile dei carichi per un territoriocome l’Alto Tevere. Uno degli argomenti storicicontro le energie rinnovabili è, appunto, la loroinaffidabilità. Quando il vento non tira, gli impiantieolici non producono e quando ci sono le nuvolela resa degli impianti solari è scarsa o nulla. Ilche è ovvio. Meno ovvio è che oggi con unagestione intelligente dell’andamento delfabbisogno gli imprevisti si possono ridurredrasticamente. Nel Land di Schleswig Holsteinnel nord della Germania, dove l’eolico copre il25% di energia elettrica nella rete, oggi il serviziometeorologico può indicare la resa 24 ore inanticipo con una probabilità del 90%. Lo stessovale per il solare e l’affidabilità delle previsioniè in aumento.Il problema diventa quindi di coprire i deficitsempre più prevedibili che nascono dall’anda-mento ineguale della produzione eolica e solare.Le risposte sono più di una: una soluzione ormaicollaudata sono le centrali idriche con accumulo,dove in tempi di basso consumo l’energiaelettrica in eccesso viene usata per pomparel’acqua da un bacino più basso a uno più alto

36 LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

e disponibile per far girare le turbine quandoc’è bisogno. Il vantaggio delle centrali idricheè il loro tempo breve di regolazione che permettedi seguire in tempo reale l’andamento deiconsumi. Per accumulare l’energia elettrica ineccesso si può anche produrre idrogeno. Un’altrarisposta sono le biomasse che in impianti dicogenerazione producono l’energia elettrica conbiogas, legno o paglia. Anche i cogeneratorihanno tempi brevi di regolazione, il problemaè la loro dispersione che rende difficile unarisposta coordinata all’andamento delfabbisogno.Le tecnologie avanzate di telecomunicazione esoftware su misura rendono possibile gestirenumerose unità di produzione di energia –impianti eolici e fotovoltaici, cogeneratori, centraliidriche, celle combustibili - come un’unicacentrale decentrata, una centrale virtualeguidata. Ancora non esistono centrali virtualidelle dimensioni dell’Alto Tevere ma progetticome Dispower (Generation with HighPenetration of Renewable Energy Sources) edEDIson perseguono degli scenari molto similiall’Autonomia Energetica Alto Tevere. Il comunedi Hannover sta valutando di unire gli impiantidi cogenerazione del territorio comunale in unacentrale virtuale.Una tecnica guida per mettere in rete molti piccoliimpianti distribuiti e gestirli in modo sintonizzatoè possibile sul lato della produzione ma anchesul lato della domanda. Un ulteriore tassello in

uno sviluppo appena cominciato ma che tuttiritengono essere il futuro. Sul lato della domanda,per esempio, i progetti dimostrativi in atto puntanosullo spegnimento dei frigoriferi nelle case privateo dei congelatori nei supermercati per duratebrevi, nei momenti di massima domanda.Il tutto per dire che il problema dell’accumulo edella copertura dei picchi di consumo, soprattuttodi energia elettrica, in questo scenario non vieneaffrontato, ma è indubbio che esistono e sono inrapida evoluzione verso la maturità di mercatole tecnologie per rendere un sistema basato suenergie rinnovabili affidabile quanto il sistemaenergetico attuale e forse anche di più.

IL MIX POSSIBILE PER L’AUTONOMIA DELL’ALTOTEVEREProponiamo quindi uno scenario del 100%rinnovabile dove per l’energia elettrica ilfotovoltaico e l’eolico coprirebbero ognuno 100GWh, e le biomasse altri 70 dei 270 Gwhcomplessivi. Una riserva del 20% per le ore dipicco sarebbe garantita dall’idroelettrico, dalbiogas della discarica di Belladanza e dallacombustione della frazione ad alto valore termicodei rifiuti. In caso di necessità sarebbesicuramente incrementabile la produzione dienergia elettrica dall’eolico e dal metano prodottoda coltivazioni dedicate e altre materie organichedelle aziende zootecniche.Dei 560 GWh di calore che l’Alto Tevere umbroconsuma annualmente 300 GWh sarebbero

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COS'È UNA "CENTRALE VIRTUALE"Una centrale virtuale è il collegamento di piccole centrali (micro-generazione) eoliche,fotovoltaiche, idriche o a biogas che sono gestite in maniera coordinata da un unico puntodi comando. Il vantaggio più ovvio è la distribuzione dell'energia a seconda dell'andamentometeorologico e dell'andamento della domanda (per es. copertura dei picchi). Se si collegano,per esempio, un parco eolico, una centrale fotovoltaica e una centrale idrica con accumulo,si copre il fabbisogno con il parco eolico quando c'è vento; con l'impianto fotovoltaico quandoc'è il sole; quando ci sono entrambi, l'energia in eccesso pompa l'acqua della centrale idricanell'accumulo; quando non ci sono né vento né sole, entra in funzione l'impianto idrico. Piùsono diversificate le componenti del sistema, maggiore è l'effetto sinergico e l'efficienzacomplessiva della centrale virtuale. Inoltre, le perdite di distribuzione, che sono consistentinel sistema centralizzato basato sulle megacentrali, diventano praticamente ininfluenti nelsistema diffuso della micro-generazione, la cui produzione viene consumata in ambito localee senza transitare nella rete per lunghe distanze.

LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

prodotti da biomassa legnosa e dalla combu-stione della frazione ad alto valore termico deirifiuti, 200 GWh dalla biomassa trasformata inmetano e 60 dal solare termico. Una riserva del10% dovrebbe essere garantita dall’applica-zione del solare termico concentrato soprattuttoper usi industriali.Secondo i calcoli fatti e tenendo conto degli usielettrici della biomassa, si potrebbe pensare diricavare 270 GWh da biomassa legnosa (200nei boschi e 70 dalle ramaglie) e 120 da solaretermico (60 dal residenziale e 60 dal solare aconcentrazione industriale). Per produrre i 70GWh elettrici a integrare fotovoltaico ed eolicosi potrebbe utilizzare ad esempio un impiantodi cogenerazione a biogas che producacontemporaneamente 140 GWh termici.Li si potrebbe ottenere dalle colture dedicate

non utilizzate per i trasporti, circa 80 GWhtermici e 40 GWh elettrici e a questi sarebberoda aggiungere circa 90 GWh termici da ulterioriutilizzi energetici dei rifiuti e della biomassadovuta alla raccolta differenziata spinta dallaselezione a valle (60 GWh termici e 30 GWhelettrici) e dall’utilizzo del CDR dei rifiuti (30GWh termici).In aggiunta a questo va ricordato che l’utilizzodi impianti centralizzati correttamente gestitiprodurrebbe notevoli guadagni in termini diefficienza dei consumi di calore. Sia per laproduzione e la distribuzione di energia elettricasia di energia termica, l’orientamento piùauspicabile per il futuro è quello della genera-zione diffusa in rete, sia per ottenere una miglioreefficienza, sia per ridurre l’impatto ambientaleglobale.

38 LE ENERGIE RINNOVABILI PER L'AUTONOMIA ENERGETICA

Quadro riassuntivoDalle energie non rinnovabili alle energie rinnovabili, passando per l’efficienza energetica.

Elettrico Calore

BiogasEolicoSolare Fotovoltaico

consumiattuali

consumifuturi

rifornimentofuturo

AgricolturaImpreseResidenzialeTerziarioPubblico

ImpreseResidenzialeTerziarioPubblico

BiogassSolare TermicoBiomasse

consumiattuali

consumifuturi

rifornimentofuturo

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Lo scenario di autonomia energetica cheabbiamo presentato si basa sulle tecnologie ditrasformazione e utilizzo dell'energia attualmentea disposizione. Presumibilmente nei prossimidecenni aumenterà l'efficienza energeticanell'uso delle energie rinnovabili, ci saranno deiprogressi nella tecnologia impiantistica e i prezzicontinueranno a scendere come in passato. Peril fotovoltaico, ad esempio, ogni raddoppiamentodella superficie istallata corrispondeva in passatoa un abbassamento del prezzo del 20%. Sembraragionevole assumere che tutte questedinamiche continueranno più o meno con unandamento paragonabile a quello degli ultimidue decenni. Non sono invece all'orizzontenuove tecnologie energetiche rivoluzionarie, nénel campo delle energie rinnovabili, né in quellenon rinnovabili. Il miracolo tecnologico dietrol'angolo, come per esempio la fusione, cherisolverà tutti i problemi energetici non è daescludere, ma sembra poco responsabile basarela futura politica energetica su tale speranza.Potrebbe anche essere che tra vent'annil'energia elettrica verrà importata in Italiaattraverso le linee di alta tensione da centralisolari termiche poste in Nord-Africa. Nel presentescenario di autonomia energetica una tale ipotesinon ha un ruolo. L'accento, invece, viene messosui piccoli impianti decentrati cercando diottimizzare l'autonomia energetica del territorio,mentre alla rete nazionale ed europea si riservaun ruolo più che altro di sicurezza della fornitura.Negli scenari convenzionali il rapporto tra piccoleunità decentrate e grandi impianti centrali sipresenta alla rovescia: continueranno a dominare

le grandi centrali, mentre le soluzioni isolavengono considerate di una certa importanzasoprattutto per una fase di transizione nellezone rurali dei paesi in via di sviluppo. L'autosufficienza territoriale era, fino a pocotempo fa, un fatto naturale. Salvo pochi beni dilusso, come le spezie, e di uso quotidiano, comeil sale, e salvo situazioni straordinarie, come leguerre, i territori, con l'eccezione delle pochegrandi città, vivevano in gran parte delle proprierisorse per mangiare, riscaldare e illuminare.Ancora negli Anni Cinquanta le quantità di benialimentari e di energia primaria importati nell'AltaValle del Tevere erano modeste e il consumo dienergia elettrica a persona ammontava a pochechilowattore all'anno, di cui una parte consi-stente era prodotta in zona dalla centraleidroelettrica sul Tevere. L'energia calorica eraprodotta quasi esclusivamente con la legna delterritorio, mentre l'apporto di energia dall'esternosotto forma di elettricità, carbone e petrolio erauna piccola parte del fabbisogno totale. Oggi ilconsumo medio a persona/anno nel territoriodell'Alto Tevere è di 4.305 kWh di energiaelettrica che arriva da fuori al 100%. Il caloreviene prodotto prevalentemente con metano, inpiccola parte con gasolio e energia elettrica,mentre l'uso tradizionale della legna in caminie stufe a basso rendimento ha assunto un ruoloresiduale.Lo scenario di energetica che proponiamo nonè però un ritorno al passato. Una visita al Centrodelle Tradizioni Popolari e Contadine dell'AltaValle del Tevere, infatti, basta a convincerechiunque che l'idea non può essere di tornare

Abbiamo elaborato un possibile scenario dell’autonomia energetica dell’Alta Valledel Tevere umbro: ora sappiamo che esistono tutti i potenziali naturali, tecnici e,in parte consistente, economici per la sua realizzazione. Gli ostacoli che occorrerimuovere perché questa prospettiva diventi praticabile non sono pochi. Comefare a superarli? Il ruolo che possono giocare i poteri locali, le imprese e le forzesociali per attivare il processo di partecipazione necessario

Verso l'autonomia energeticaterritoriale

“Lo scenario di autonomiaenergetica che proponiamonon è un ritorno al passato,

vuole fare invece un passodeciso verso un futuro

con una buona qualità di vitaa un alto livello tecnologico,

sfruttando le tecnologiegià disponibili”

VERSO L'AUTONOMIA ENERGETICA TERRITORIALE

indietro: non è fattibile, né auspicabile. Lo scenariodell'autonomia energetica vuole fare invece unpasso deciso verso un futuro con una buonaqualità di vita a un alto livello tecnologico,sfruttando le tecnologie più avanzate adisposizione per trasformare la radiazione solareo direttamente in impianti fotovoltaici e termosolario indirettamente con il vento e la biomassa incalore ed energia elettrica. Nella sua ricercastorica, La morte della natura, Carolyn Merchantci ha presentato la visione organica del mondonaturale e sociale nel Medioevo che nutriva, peresempio, la convinzione che l'estrazionedell'argento, del carbone o di altre materie dalleviscere di Madre Terra doveva avvenire secondoprecise regole e rituali. Solo così si potevagarantire l'incolumità degli uomini nelle minieree la ricrescita dei materiali estratti. Nelle minieredi carbone, come rito propiziatorio, venivaspalmato sulle rocce del letame per favorire laricrescita della materia.L'ingenuità di una tale percezione del mondonaturale oggi ci fa sorridere; sappiamo che lematerie prime estratte non ricresceranno. Nonmeno ingenua, però, va considerata la scarsaconsapevolezza della limitatezza delle risorsepresente nel pensiero quotidiano del mondooccidentale contemporaneo. Un atto di rimozionecollettiva fa sì che la loro disponibilità appaiaillimitata o che il limite possa essere spostatoavanti in un futuro talmente lontano da noi danon meritare attenzione e meno ancoraconsiderazione. Il che sarebbe vero separlassimo dei problemi che colpiranno futuregenerazioni tra mille o duemila anni - sarebbeinutile, infatti, preoccuparcene ora.Non ha più senso ragionare sulla disponibilità dipetrolio in quantità sufficienti a prezzi abbordabilinei prossimi 50, 100 o 150 anni, gli esperti sonod'accordo che ormai la fine del petrolio si misurain pochi decenni o meno, mentre il carbone dureràforse ancora un secolo o due.Comunque, di energie non rinnovabili si tratta, illoro esaurimento è all'orizzonte e il rifiuto diriconoscere i limiti della nostra cultura fossilenon rende la visione meccanicistica del mondo,con la sua fiducia nell'inesauribilità delle risorse,molto più realistica e certo non più capace difuturo delle immagini organiche dei nostri antenati.

Ma la finitezza delle risorse è solo uno dei problemiall'orizzonte. Molto prima della questione di cosafare con l'ultima tonnellata di petrolio, altredinamiche renderanno imperativa la svolta versole rinnovabili. La schiacciante dipendenza daenergie fossili e nucleari che devono essereimportate da lontano crea una serie di problemie rischi che sono all'attenzione di tutti.Il problema dei costi: la drammatica crescitadel prezzo del petrolio segnala la definitiva finedel "easy oil", del greggio di facile estrazione.Si sta delineando il "peak point" globale, oltreil quale la quantità complessiva diminuirà difronte a una domanda crescente.La sicurezza energetica: petrolio e metano sitrovano in zone geografiche d'instabilità politicacausata, non per ultimo, dalla presenza deigiacimenti di greggio medesimi. L'esplosivitàdi questa dipendenza è sotto gli occhi di tutti,il conflitto Gasprom - Unione Europea e laleggera oscillazione delle forniture di metanonell'ultimo inverno hanno creato una diffusainsicurezza sulla forte dipendenza energeticadell'Italia che in uno scenario del "business asusual" si aggraverà.La minaccia dei cambiamenti climatici si stamanifestando in una crescita degli eventimeteorologici estremi che solo con una forteperdita del senso della realtà possono ancoraessere percepiti come delle variazioni "normali".L'estate del 2003 ha dato una prima impressionedelle conseguenze delle onde di calore per lasalute dei cittadini, l'agricoltura e l'industria. Conle inondazioni "secolari" di questa primavera inGermania, Austria e Romania è diventato ormaichiaro che i "secoli" della ricorrenza degli eventimeteorologici estremi durano solo due o tre anni.

GLI ATTORI E I POTENZIALI SOCIALI E POLITICIDA MOBILITARE

Il nostro benessere dipende in modo sostanzialedal benessere del territorio in cui viviamo: insenso ecologico (l'aria che respiriamo), in sensoeconomico (la vitalità del tessuto produttivo) ein senso sociale (la convivenza nei e tra i gruppisociali). Per cogliere queste tre dimensioni diun processo capace di futuro si parla, da unaquindicina di anni, di "sostenibilità". Lo sviluppo

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“Un atto di rimozione collettivafa sì che la disponibilitàdelle risorse energeticheappaia illimitata o che il limitepossa essere spostato avantiin un futuro talmente lontanoda noi da non meritare attenzionee meno ancora considerazione”

VERSO L'AUTONOMIA ENERGETICA TERRITORIALE

sostenibile di un territorio richiede uno sforzocosciente delle persone in posizioni decisionali,un sostegno attivo di una minoranza significativae un orientamento positivo della cittadinanza ingenerale. Il premio Nobel Gunnar Myrdal eraconvinto che i grandi progetti sociali richiedanoun cinque per cento di uomini e donne che liperseguono con impegno, in modo mirato ecostante. Sono quelli che riusciranno a portarecon sé un altro 25% della cittadinanza. Questoterzo sarà sufficiente per attuare la svolta poichédi solito la maggioranza è indifferente, masoprattutto disposta ad andare d'accordo conle forze che si muovono sulla base di unaconvincente prospettiva per la comunità.Nelle pagine precedenti abbiamo elaborato loscenario dell'autonomia energetica dell'AltaValle del Tevere Umbro e abbiamo potuto vedereche esistono tutti i potenziali naturali, tecnici e,in parte consistente, economici per la suarealizzazione. Con questa affermazione citroviamo in sintonia con una lunga serie di studielaborati dal 1977 a livello internazionale chedimostrano la fattibilità di una svolta completaverso le energie rinnovabili per tutti i grandipaesi europei come anche per gli Stati Uniti eper il Giappone. La "Commissione Enquete" delparlamento tedesco, per citarne uno, prevede- nel suo rapporto "Rifornimento energeticosostenibile in condizioni di globalizzazione eliberalizzazione" (2002) - una Germania con il94,6% di energie rinnovabili entro il 2050.Anche a livello locale esistono in Europanumerosi scenari dettagliati di rifornimento al100% con energie rinnovabili, tra di loro, per ilterritorio alto tiberino, il progetto ideato dallo"Studio Vincenti" e dalla "Ponti Engineering" diCittà di Castello "Isola Energetica Integratadell'Alto Tevere".

IL RUOLO DECISIVO DEL POTENZIALE SOCIALE

Se le buone ragioni per uscire dalla dipendenzadal fossile abbondano e la conversioneall'autonomia energetica basata sulle rinnovabilisi dimostra tecnicamente fattibile e in largamisura economicamente conveniente, ladomanda che si pone è: perché succede pocoo quasi niente in questo senso? Lo scenario

stesso è stato pensato per affrontare la questionedella scarsa penetrazione delle energierinnovabili nel territorio Alto Tevere come nelresto dell'Italia. La bozza necessariamenteapprossimativa di un modello del 100%rinnovabile cerca di far emergere nella suavisione "estrema" gli ostacoli per imboccarequesta strada per poter poi lavorare sulle azionipossibili per superarli. L'ipotesi da verificare èche i problemi risiedano innanzitutto nellebarriere istituzionali, culturali e mentali chedevono affrontare i vari attori. È necessario, piùche altro, trovare le strade per attivare i potenzialisociali prima di quelli tecnici ed economici.La domanda sulla attivazione del potenzialesociale per le energie rinnovabili richiede rispostediverse per i diversi gruppi di attori. Bisognadiscutere la capacità progettuale e di guida delpotere pubblico ai vari livelli; la forza innovativadel settore produttivo e l'impegno delle forzesociali, dei sindacati, delle associazioni dicategoria.

IL POTERE PUBBLICOChe cosa può fare il potere locale per attivarei potenziali sociali per la svolta energetica e piùin generale per una conversione ecologica delterritorio? Può fare molto come dimostranoesempi così diversi fra loro come il Comune diCarugate, con il suo regolamento edilizio, ilComune di Hannover, con il "Klimafond" e ilComune di Freiburg, con la "Solarregion".Carugate obbliga i suoi cittadini a coprire il 50%del fabbisogno di acqua calda nelle nuovecostruzioni con pannelli solari termici. Unamisura di grande semplicità con risultati tangibiliche ha motivato molti altri enti a seguirnel'esempio. Rimane il fatto che degli oltre ottomilacomuni in Italia, una manciata sta imboccandoquesta strada, gli altri si limitano nei nuoviregolamenti edilizi a delle proposte o nonprevedono nessun impegno oltre alle norme dilegge. Il Comune di Freiburg ha fatto un ulteriorepasso con la "Solarregion" - una promozionemirata del solare-termico e fotovoltaico - sututto il territorio. Hannover con il suo "Klimafond"spende circa 5 milioni all'anno per incentivareun uso razionale dell'energia e soluzioni avanzatedi produzione di energia da fonti rinnovabili.

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“Lo sviluppo sostenibiledi un territorio

richiede uno sforzo coscientedelle persone in posizioni

decisionali, un sostegno attivodi una minoranza significativa

e un orientamento positivodella cittadinanza in generale”

VERSO L'AUTONOMIA ENERGETICA TERRITORIALE

“Se le buone ragioniper uscire dalla dipendenza

dal fossile abbondanoe la conversione all'autonomia

energetica basata sulle rinnovabilisi dimostra tecnicamente fattibile

e in larga misuraeconomicamente conveniente,

la domanda che si pone è:perché succede poco

o quasi niente in questo senso?”

Qual è "il segreto" dei Comuni che si muovonoall'avanguardia? E perché si attivano e gli altrino? Resistendo alle risposte facili, autocom-piacenti o ciniche che siano, è necessario unlavoro mirato per individuare modelli e azioni afavore della progettualità territoriale,dell'innovazione e della capacità di attuazione econtinuità. Ha senza dubbio un ruolo importantel'impegno personale degli individui illuminati chein posizioni decisionali spingono per la propriavisione. Ma servono strumenti concreti a questepersone di buona volontà per rimuovere gli ostacoliistituzionali e modelli operativi di come tradurrenel proprio territorio la volontà politica inprogrammazione e pianificazione per guidare leforze economiche e sociali.

LE IMPRESEChe cosa spinge alcune imprese a fare dellaresponsabilità ambientale e sociale un elementoportante della propria politica aziendale? Se lapolitica deve fare i conti con il consenso popolare,le imprese li devono fare con il mercato. Laconvinzione che la sensibilità per le energierinnovabili conviene anche economicamente hamotivato l'impresa SIRCI di Gubbio, attiva nelcampo della lavorazione di materie plastiche, aistallare sui propri capannoni un impiantofotovoltaico di 3.500 mq; nel comune austriacodi Graz esiste un gruppo di circa 30 imprese chesi sono organizzate intorno ad un programma"Ecoprofit" che prevede, tra gli altri, un impegnocontinuo della direzione, del management e ditutti dipendenti per un uso razionale dell'energia.La Citiebank, invece, seconda banca degli StatiUniti, ha introdotto come uno dei criteri perconcedere i crediti ai propri clienti la presentazioneun bilancio del CO2 del progetto per il quale vienechiesto il finanziamento. Hanno stabilito quindicome uno dei criteri per concedere ad un clienteun credito o meno, quanto il progetto da finanziarecontribuirà all'effetto serra.Che cosa impedisce alla maggioranza delle impresedi comprendere l'innovazione ecologica e laresponsabilità sociale come motore di innovazionee competitività? Mancanza di informazione econoscenze? Una insufficiente operatività? L'ege-monia di una cultura industrialista fossile?Paul Hawken con Amory e Hunter Lovins hanno

introdotto il discorso sul "capitalismo naturale"che è stato ripreso in chiave italiana da AntonioCianciullo ed Ermete Realacci con il loro libroEconomia dolce. Un prossimo passo dovrà essereil mainstreaming di questi discorsi, la lorointroduzione nel pensare quotidiano e l'articolazionedegli interessi dell'imprenditoria "verde" attraversoorganizzazioni di categoria anche a livello regionalee territoriale.

LE FORZE SOCIALIPartner cruciale per la modernizzazione socio-ecologica dell'economia sono le forze sociali,prima di tutte i sindacati. Dalla difesa pura esemplice dei posti di lavoro e da una contrap-posizione astratta ambiente-lavoro molti sindacatihanno cominciato a passare negli ultimi anni allarivendicazione di un ruolo attivo da protagonistanella ristrutturazione del proprio settore, sianell'interesse della salute e del benessere deipropri lavoratori dentro e fuori lo stabilimento,sia per mantenere e far nascere posti di lavorocapaci di futuro. Il vicepresidente deimetalmeccanici tedeschi, Jürgen Peters, in undiscorso programmatico - "Lavoro ed Ecologia"- sottolinea l'interesse dei sindacati per unamodernizzazione ecologica. Posti di lavoro legatiad un uso inefficiente delle risorse non hanno unfuturo durevole. Però, ammonisce Peters,l'importanza della protezione dell'am-biente nondeve essere funzionalizzata in una prospettivasolo occupazionale. L'esempio che usa il vicepresidente è quello della mobilità, ragionandoche una situazione d'immobilità del trafficomotorizzato non può essere neanche nell'interessedegli stessi operai nell'industria automobilistica.I metalmeccanici sono nelle sue parole "ilsindacato della mobilità" e devono prendere lorola guida per una "piattaforma della mobilità"capace di futuro. Un ulteriore passo di progettualitàconcreta hanno fatto i metalmeccanici milanesi.All'Alfa di Arese, di fronte alla decisione dellaFIAT di chiudere lo stabilimento, la Fiom Milaneseha portato avanti un progetto di conversioneverso un polo per la mobilità sostenibile che partedal patrimonio di competenze e professionalitàdestinato altrimenti a disperdersi e lo mette afrutto per la ricerca, progettazione e produzionedi servizi e mezzi di trasporto sostenibili.

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“Che cosa può fare il potere localeper attivare i potenziali socialiper la svolta energetica?”

VERSO L'AUTONOMIA ENERGETICA TERRITORIALE

“Che cosa impediscealla maggioranza delle impresedi comprendere l'innovazioneecologica e la responsabilità socialecome motore di innovazionee competitività?”

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“I sindacati non devonotanto inventarsi un nuovo ruolo

quanto riprendereuna tradizione storica

in condizioni di globalizzazione:organizzarsi e lottare per una

società democratica, umana e, eccola novità di oggi, ecologica”

VERSO L'AUTONOMIA ENERGETICA TERRITORIALE

I sindacati non devono tanto inventarsi un nuovoruolo quanto riprendere una tradizione storica incondizioni di globalizzazione: organizzarsi e lottareper una società democratica, umana e, ecco lanovità di oggi, ecologica. Il teorico della Scuoladi Francoforte Oskar Negt, da decenni vicino aisindacati tedeschi, con uno spirito critico solidaleinsiste che oggi l'estensione del mandato deisindacati alle questioni dell'ambiente e dellaqualità della vita, anche fuori dal luogo di lavoro,diventa essenziale per la vitalità e capacità difuturo dei sindacati medesimi.

RENDERE DESIDERABILE CIÒ CHE È POSSIBILE

Non esiste un unico scenario di autonomiaenergetica Alto Tevere. Si possono calcolare i

potenziali naturali e si possono determinarequelli tecnici in modo scientifico. Il quadro cherisulta però non indica una sola soluzione, madelinea le aree delle azioni possibili. L'ambizionedel presente lavoro è di riportare la questionedel futuro dell'energia, come elemento centraledel discorso sostenibilità, nel suo giusto contesto- quello culturale. Quale strada imboccare, qualepercorso prendere è solo in parte una questioneeconomica e più che altro una questioneculturale: come vogliamo guadagnare i nostrisoldi? Come vogliamo vivere?La risposta nasce dal confronto tra gli attori,tra le forze politiche, economiche e sociali checostruiscono un consenso su quello che èdesiderabile, a partire dalla conoscenza di quelloche è possibile.

Anidride Carbonica (CO2) / Gas incolore e inodoreche si presenta naturalmente nell'atmosferaterrestre. Quantità significative di questo gas sonoimmesse nell'atmosfera dai processi dicombustione e causate dall'abbattimento delleforeste. È uno dei principali gas serra responsabilidel riscaldamento globale terrestre.

Bioarchitettura / Branca dell'architettura chestudia e promuove l'utilizzo di materialibiocompatibili (naturali) nelle costruzioni.Promozione dell'utilizzo di impiantisticabiocompatibile che sfrutta quanto più possibile leenergie rinnovabili.

Biocarburante / Carburante gassoso o liquidoprodotto da materiale vegetale (biomassa).

Biodiesel / Carburante alternativo ai derivati dalpetrolio che si ottiene utilizzando oli vegetali. Noncontiene zolfo, quindi nella combustione nonemette anidride solforosa ed è fortementebiodegradabile.

Biogas / Gas prodotto per fermentazioneanaerobica in presenza di microrganismi (batteriacidogeni, batteri acetogeni e metanobatteri) apartire da rifiuti industriali e agricoli o fanghi deitrattamenti delle acque urbane. Il metanocontenuto nel biogas può essere utilizzato per laproduzione di energia. Dal processo dibiogassificazione si ricavano, oltre al biogas, buonifertilizzanti naturali.

Biomassa / La biomassa rappresenta la formapiù sofisticata di accumulo dell'energia solare.Questa, infatti, consente alle piante di convertireil CO2 atmosferico in materia organica, tramite ilprocesso di fotosintesi, durante la loro crescita.La biomassa utilizzabile ai fini energetici consistein tutti quei materiali organici che possono essereutilizzati direttamente come combustibili ovverotrasformati in altre sostanze (solide, liquide o

gassose) di più facile utilizzo negli impianti diconversione.Altre forme di biomassa, inoltre, possono esserecostituite dai residui delle coltivazioni destinateall'alimentazione umana o animale (paglia) opiante espressamente coltivate per scopienergetici. Le più importanti tipologie di biomassasono residui forestali, scarti dell'industria ditrasformazione del legno (trucioli, segatura, etc.)scarti delle aziende zootecniche, gli scartimercatali, e la frazione organica dei rifiuti solidiurbani.

Bottom Up / Si dice di un processo che inizia dalbasso e prosegue verso l'alto, ovvero dal livellolocale al livello nazionale.

Cambiamento climatico / Un mutamento del climache può essere causato da un aumento dellaconcentrazione atmosferica dei gas serra cheinibiscono la trasmissione di una parte dell'energiadel sole dalla superficie terrestre verso lo spazio.Questi gas includono l'anidride carbonica, il vaporeacqueo, il metano, i clorofluorocarburi (CFC) e altriprodotti chimici. Le aumentate concentrazioni digas serra sono in parte il risultato delle attivitàumane - disboscamento, uso dei combustibili fossiliquali benzina, petrolio, carbone e gas naturale, ilrilascio di CFC dai frigoriferi, dai condizionatorid'aria, etc.

Carburante / Termine utilizzato per indicare tuttele sostanze combustibili (liquide o gassose) chemiscelate con un comburente, come ad esempiol'ossigeno, formano una miscela esplosiva (adesempio la benzina).

CDR / (Combustibile derivato dai rifiuti).Combustibile ottenuto dai rifiuti urbani attraversocicli di lavorazione che ne garantiscano unadeguato potere calorifico, riducendo la presenzadi sostanze pericolose, in particolare ai fini dellacombustione.

Celle combustibili / Cella elettrochimica checattura l'energia elettrica di una reazione chimicafra combustibili quale idrogeno liquido ed ossigeno

liquido e la converte direttamente e continua-tivamente in energia sotto forma di energia elettricacontinua.

Celle solari / Componente base di un modulofotovoltaico. Permette di convertire l'energia solarein energia elettrica sfruttando l'effetto fotovoltaico.

Cogenerazione / Energia elettrica e caloreprodotte con lo stesso impianto. Con lacogenerazione si può produrre, con il medesimoimpianto, acqua calda per usi sanitari e perriscaldamento, acqua fredda per condizionamentoestivo, oltre a energia elettrica (in questo caso siparla di trigenerazione).Per la cogenerazione possono essere utilizzaticombustibili fossili e biomasse.Un impianto convenzionale di produzione di energiaelettrica ha un'efficienza di circa il 35%, mentreil restante 65% viene disperso sotto forma dicalore. Con un impianto di cogenerazione il caloreprodotto dalla combustione non viene disperso,ma recuperato per altri usi. In questo modo, lacogenerazione raggiunge una efficienza superioreal 90%.

Combustibile fossile / Un qualsiasi deposito diidrocarburi che può essere sfruttato per generarecalore o potenza. Sono combustibili fossili: ilcarbone, il petrolio, il gas naturale, gli oli pesanti.I combustibili fossili sono il risultato delladecomposizione nel corso di milioni di anni dianimali e piante. Un problema è rappresentatodal fatto che emettono anidride carbonicanell'atmosfera una volta bruciati; sono gas checontribuiscono notevolmente all'effetto serra.

Contracting / Nel contracting il cliente nonacquista più l'energia elettrica bensì solo le effettiveenergie utili, come la potenza, il calore, il freddo,la luce o le possibilità di comunicazione. I rischidi investimento e funzionali sono a carico delcontractor, con cui il cliente stipula un contrattodi contracting a lungo termine. Si distingue tracontracting di impianti (il contractor realizzal'impianto), il contracting di performance (ilcontractor realizza le misure di risparmio

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GLOSSARIO

energetico) e il contracting di gestione (il contractorgestisce un impianto sotto propria responsabilità).Per il cliente stipulare un simile contratto comportasicurezza, pianificabilità ed economicità a prezzifissi. Le società che offrono servizi di contractingsono le ESCO.

DSM / (Demand Side Managment). Programmi digestione e controllo della domanda di energiaadottati dalle imprese energetiche per influenzarei consumi di energia degli utenti finali e peraumentare il livello di efficienza energetica delsistema.

Ecocompatibile / Ciò che può essere assimilatoall'ambiente e l'ecosistema e ne ricalcafondamentalmente il ciclo di vita.

Effetto fotovoltaico / L'effetto fotovoltaico èbasato sulle proprietà di alcuni materialisemiconduttori in grado di convertire l'energiadella radiazione solare in energia elettrica, senzaparti meccaniche in movimento e senza l'uso dialcun combustibile.

Effetto serra / È il riscaldamento progressivo egraduale della temperatura atmosferica dellaterra, causato dall'effetto isolante propriodell'anidride carbonica e di altri gas serra, chesono notevolmente aumentati nell'atmosfera nelcorso dell'ultimo secolo. L'effetto serra altera ilclima terrestre, in equilibrio fra energie in entratae in uscita. Mentre permette che la radiazione aonde corte proveniente dal sole penetri perscaldare la terra, impedisce alla conseguenteradiazione a onda lunga di fuoriuscire. L'energiatermica, bloccata dall'atmosfera, crea unasituazione simile a quella di una automobile coifinestrini chiusi.

Efficienza / Frazione di output del tipo di lavorodesiderato prodotto dall'assorbimento di energiain input, in qualsiasi tipo di trasformazioneenergetica. Una lampadina efficiente, per esempio,usa la maggior parte dell'energia elettrica inentrata per produrre luce (e non calore).

Efficienza energetica / È la quantità dicombustibile necessaria per mantenere undeterminato livello di produzione o di consumo.Per ridurre la quantità di combustibile consumatosi può operare in molti modi; ad esempio con unmaggiore isolamento, minori sprechi, piùinnovazione tecnologica. Migliorare il rendimentoenergetico permette anche di ridurre le emissionidi gas serra.

Energia eolica / Prodotto della conversionedell'energia cinetica del vento in energia elettrica.Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapportocosto/produzione è stata anche la prima fonteenergetica rinnovabile usata dall'uomo.Il suo sfruttamento è attuato attraversoaerogeneratori dove il movimento di rotazionedelle pale viene trasmesso a un generatore cheproduce elettricità.

Energia fotovoltaica / Energia irradiata dal solesotto forma di onde elettromagnetiche e che èconvertita in elettricità mediante l'utilizzo di cellesolari (fotovoltaiche).Energia idroelettrica / Energia elettrica generatada un flusso di acqua. Una cascata naturalefornisce energie sotto forma di acqua inmovimento, che può essere usata per azionareuna turbina idraulica. Questa turbina può essereaccoppiata a un generatore per produrre energiaelettrica.

Energie rinnovabili / Sono quelle energie che, adifferenza dei combustibili fossili e nuclearidestinati ad esaurirsi in un tempo finito, possonoessere considerate inesauribili, ovvero nondiminuiscono con l'uso e sono in grado di"rinnovarsi" in continuazione con il ciclo naturaledei fenomeni del globo; si tratta di vento, energiada biomasse e biogas, irradiazione solare, energiageotermica e idroelettrica, moto ondoso e maree,che non producono "gas serra".

Energia solare / Energia trasportata dallaradiazione solare. La radiazione solare è laradiazione elettromagnetica proveniente dal sole,un gigantesco reattore a fusione nucleare. Le

modalità d'uso sono due: usi termici, in cui laradiazione solare è convertita in calore, usatocome tale, tipicamente per il riscaldamentodell'acqua; usi elettrici, in cui la radiazione solareè convertita in energia elettrica, direttamente oindirettamente.

ESCO / (Energy Service Company). Società diservizi integrati per l'energia, che realizza interventiglobali di risparmio energetico, basatisull'incremento dell'efficienza energetica degliimpianti, in ambito industriale, nel terziario e nelsettore abitativo.

FER / Fonti Energetiche Rinnovabili.

Fonti di energia / Sono tutti i combustibili fossili(carbone, petrolio, gas); quelli nucleari (da fissioneo fusione); da fonti rinnovabili (solare, eolico,geotermico, biomassa, idroelettrico).

Gas naturale / Combustibile fossile gassosocostituito da metano (dall'88% al 98%) e dapiccole quantità di altri idrocarburi.

GHG / (Greenhouse Gases). Gas a effetto serra.Sostanze inquinati presenti nell'atmosfera chetendono a bloccare l'emissione di calore dallasuperficie terrestre. Il Protocollo di Kyoto prendein considerazione un paniere di 6 gas serra:l'anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), ilprotossido di azoto (N2O), i clorofluorocarburi(CFC), i perfluorocarburi (PFC) e l'esafloruro dizolfo (SF6).

GNL / Gas Naturale Liquefatto (anche LNG).

GPL / Gas di Petrolio Liquefatto.

GRTN / Già Gestore della Rete di TrasmissioneNazionale. Attualmente riveste il ruolo di soggettoattuatore nella promozione, nell'incentivazione enello sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia, aseguito del trasferimento del ramo d'aziendarelativo a dispacciamento, trasmissione e sviluppodella rete a Terna SpA.

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GW / Gigawatt. Un milione di chilowatt.

Incenerimento / È il processo di combustione dirifiuti solidi e di altro materiale, in condizionicontrollate.

Insolazione / È l'energia solare radiante ricevutadalla terra.

Irraggiamento / Forma di scambio termico.Irraggiamento solare è per esempio la forma ditrasporto dell'energia solare dal sole alla superficieterrestre attraverso l'atmosfera.

Joule / Unità di misura dell'energia. Un Megajoule(1.000.000 joules) = 238,90 kcal.

Kcal / Chilocalorie = 1.000 calorie. Unità di misuradel calore. 1 kcal: calore necessario ad innalzaredi un grado la temperatura un litro d'acqua.

KW / Chilowatt. Unità di misura della potenzaerogata o assorbita. Per esempio, una centraleelettrica può erogare 1.000.000 di kW (1.000MW); una lampadina può assorbire 0,1 kW (100Watt), un forno elettrico da cucina 1,5 kW.

KWh / Chilowattora. Unità di misura dell'energiaelettrica prodotta o consumata. Per esempio, unforno elettrico da cucina può consumare 1,5 kWhper ogni ora di funzionamento.

MW / Megawatt. Multiplo dei kW (1 MW = 1.000kW)

PEC / Piano Energetico Comunale. La legge n. 10del 1991 prevede l'obbligo per i Comuni conpopolazione superiore ai 50.000 abitanti dipredisporre un Piano diretto ad individuare lineedi indirizzo strategico nel campo dell'energia e amonitorarne l'attuazione.

PEN / Piano Energetico Nazionale.

PER / Piano Energetico Regionale.

Picco / Per picco (peak) o energia di picco si

intende la prestazione costante relativa allafornitura o all'acquisizione di energia elettrica trale ore 8.00 e le 20.00 dei giorni dal lunedì alvenerdì.

PGT / Piano Generale dei Trasporti.

PRG / (Piano Regolatore Generale). È lo strumentoprincipale di pianificazione urbanistica.

PUT / (Piano Urbano del Traffico). Strettamentelegato alle previsioni del piano urbanistico, ha ilfine di migliorare le condizioni di circolazione deiveicoli, di sosta e di ridurre l'inquinamentoatmosferico e acustico.

Rendimento / Rapporto tra l'energia trasformataper compiere il lavoro utile e l'energia totaleassorbita da un convertitore; questo valore èsempre inferiore a 1. Gli elettrodomestici hannodei rendimenti diversi in base alla classe diefficienza, collocazione, modalità d'uso emanutenzione.

Rigassificazione / Processo che consiste nelriportare allo stato gassoso un prodotto petroliferomantenuto liquido in certe condizioni ditemperatura e pressione.

Risparmio di energia / Insieme di tecniche,politiche e procedimenti, diretti a utilizzare con ilmassimo di efficienza le fonti di energia disponibili.

RSU / Rifiuti solidi urbani.

Solare fotovoltaico / Branca del solare che sioccupa di tutto ciò che è legato alla produzionedi energia elettrica dal sole.

Stakeholders / Tutti quei soggetti che hanno uninteresse nei confronti di un'organizzazione e checon il loro comportamento possono influenzarnel'attività.

Sviluppo sostenibile / Sostenibilità / Lo svilupposostenibile si prefigge di soddisfare i bisogniattuali senza compromettere quelli delle

generazioni future. La dinamica economica e losviluppo si debbono realizzare e mantenere nellungo periodo rispettando i limiti imposti dalsistema ambiente nel significato più ampio deltermine; protezione ambientale e sviluppoeconomico vanno visti come processi interdipen-denti, complementari e non antagonisti.

Teleriscaldamento / Trasferimento a distanza dicalore attraverso un vettore energetico (acquacalda, acqua surriscaldata, vapore), provenienteda centrali termiche convenzionali o dicogenerazione o da impianti di termovalorizzazionedei rifiuti.

TEP / (Tonnellate Equivalenti di Petrolio). Unitàconvenzionale di misura, utilizzata comunementenei bilanci energetici per esprimere in un'unità dimisura comune tutte le fonti energetiche, tenendoconto del loro potere calorifico, generalmentequello inferiore.

Termoutilizzazione dei rifiuti / Recupero e utilizzodi energia dai rifiuti sfruttando il calore dei fumiderivanti dall'incenerimento.

TW/ Terawatt. Un miliardo di chilowatt.

Uso razionale dell'energia / Operazionetecnologica con la quale si tenta di realizzare glistessi prodotti o servizi con un minor consumodi energia primaria, eventualmente avvalendosiin misura maggiore di altre risorse (capitale,lavoro, materiali).

Watt / Unità di misura della potenzaelettrica/termica.

Watt/Ora / Unità di misura dell'energiaelettrica/termica.

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dawinci.istat.itConsultabili i risultati del 14° Censimento generaledella popolazione e delle abitazioni dell'ISTAT.

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www.aci.itSito dell'Automobile Club d'Italia.

www.arpa.veneto.itSito dell'Agenzia Regionale per la Prevenzione eProtezione Ambientale del Veneto.

www.asm.brescia.itASM è la società di riferimento dei territori di Bresciae Bergamo per la fornitura di servizi di pubblica utilitàed è uno degli operatori di maggior rilievo in Italianei mercati liberalizzati dell'elettricità e del gas.

www.attivitaproduttive.gov.itSito del Ministero dello Sviluppo Economico.

www.cti2000.itSito del Comitato Tecnico Italiano. Il CTI svolge, inambito Nazionale ed Internazionale, attività normativae di unificazione nei vari settori della termotecnicae della produzione e utilizzazione di energia termicain generale, incluse le relative implicazioni ambientali.

www.elettricita.chSito della Elettricità della Svizzera Italiana,associazione che ha scopo di promuovere lo sviluppoarmonioso dell'economia elettrica nella SvizzeraItaliana.

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www.enel.itSito dell'Enel, la più grande azienda elettrica del Paese.

www.energialab.itLaboratorio per la gestione dell'energia.

www.federmetano.itFedermetano associa circa l'80% dei proprietari diimpianti per la distribuzione del metano ad usoautotrazione.

www.grtn.itSito del Gestore del Sistema Elettrico.

www.interenergy.itSocietà di ingegneria e consulenza che opera nelsettore energetico, con competenze specialistichenell'ambito di: energia sostenibile, fonti di energiaconvenzionali e rinnovabili, efficienza energetica eduso razionale dell'energia, verifiche energetiche eprogettazione.

www.isesitalia.itAssociazione tecnico-scientifica per la promozionedell'utilizzo della energia solare.

www.miniwatt.itServizio d'informazione dedicato all'energia, alrisparmio energetico, all'efficienza energetica e allerelative tecnologie.

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BIBLIOGRAFIA

SITI WEB

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GIOVEDÌ 12 OTTOBREORE 9.00 CIRCOLO DEGLI ILLUMINATI

IN COLLABORAZIONE CON LA COMUNITÀMONTANA ALTO TEVERE UMBRO

Il Piano energetico comprensorialeAlto Tevere

CoordinaKarl-Ludwig Schibel, coordinatoreAgenzia Utopie concrete

SalutiFernanda Cecchini, Sindaco di Città di Castello

Introduce ai lavoriMauro Severini, Presidente Comunità MontanaAlto Tevere Umbro

Il Piano Energetico Comprensoriale Alto TevereGianni Bidini, Università di Perugia

Energia da biomassa per lo sviluppo sostenibileFranco Cotana, Università di Perugia

La filiera delle oleaginoseEnrico Vincenti, Studio Vincenti

La costruzione delle filiere e il territorioGianni Berna, Maridiana

Le prospettive per le colture energetichededicate nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale2007-2013Ernesta Maria Ranieri, Direzione RegionaleAgricoltura e Foreste, Regione Umbria

PAUSA CAFFÉ

Interventi programmati e dibattitoInvitati a partecipare rappresentanti di:Comuni di Città di Castello, Citerna, LiscianoNiccone, Monte S. Maria Tiberina, Montone,Pietralunga, San Giustino, Umbertide; RegioneUmbria, Provincia di Perugia, Agenzia per l’Energiae l’Ambiente, Provincia di Perugia; APM, Arusia,Centro Studi e Formazione Villa Montesca, PontiEngineering.

ConclusioniCarlo Liviantoni, Assessore alle Politiche Agricole,Regione Umbria

VENERDÌ 13 OTTOBREORE 9.00 CIRCOLO DEGLI ILLUMINATI

Il caso autonomia energetica dell'AltoTevere

CoordinaGuido Romeo, giornalista

SalutiDomenico Duranti, Assessore allo Sviluppoeconomico, Comune di Città di Castello

Introduce ai lavoriSauro Cristofani, Assessore all'Ambiente,Provincia di Perugia

Lo scenario autonomia energetica Alto TevereMaria Guerrieri, Karl-Ludwig Schibel, MaurizioZara, Agenzia Utopie concrete

Una ESCO regionale, l'esempio del VenetoUgo Biggeri, Presidente Fondazione Banca Etica

Le bioenergie nell'Unione Europea e nel mondoGiuliano Grassi, Vicepresidente EUBIA-EuropeanBiomass Industry Association; ETA

Val Pusteria - La valle europea del climaGiacomo Frenademetz, Vicepresidente ConsorzioBiomassa Alto Adige

PAUSA CAFFÉ

La Generazione Distribuita: evoluzione delsistema di distribuzione e del mercato elettricoOmar Perego, CESI RICERCA, Milano

Prospettive per la concentrazione solare inItaliaMarco Stefancich, Università di Ferrara

SCENARIOSOSTENIBILITÀIl caso autonomiaenergetica Alto Tevere

PROGRAMMA

Fiera delle Utopie ConcreteCittà di Castello12 - 14 Ottobre 2006

Energia e rifiuti - una gestione integrata capacedi futuroHans Mönninghoff, Vicesindaco Comune diHannover

Rifiuti come fonte di energia nell'Alto Tevere?Rispondono:Graziano Antonielli, Presidente GesenuGiuseppe Bernicchi, Presidente Sogepu

Investire nelle energie rinnovabili - Investirenel territorioValentino Mercati, Aboca

Interventi programmati e dibattito

ConclusioniOliviero Dottorini, Presidente Commisione Affariistituzionali, Regione Umbria

SABATO 14 OTTOBREORE 9.00 CIRCOLO DEGLI ILLUMINATI

Mandato sostenibilità - Un nuovoimpegno per i promotori dellosviluppo sostenibile

CoordinaSara Scarabottini, giornalista

SalutiMassimo Massetti, Assessore alle Politicheambientali, Comune di Città di Castello

La seconda fase del Patto per lo Sviluppodell'UmbriaLucio Caporizzi, Direzione Area dellaProgrammazione, Regione Umbria

Un piano nazionale delle biomasseVittorio Bartolelli, ITABIA-Italian Biomass Association

Il ruolo della Commissione Biomasse del MIPAFVito Pignatelli, Commissione Biomasse MIPAF

Reti territoriali di eccellenza, l'esempio diDeLabsAllan Johansson, Università di Lund

Un nuovo mandato per la Comunità MontanaVenanzio Nocchi, Vicepresidente ComunitàMontana Alto Tevere Umbro

PAUSA CAFFÉ

Dopo il vertice del 9 ottobre - Il futurodell'efficienza energetica e delle energierinnovabili in GermaniaStephan Kohler, Direttore Agenzia EnergeticaFederale, Berlino

Le energie rinnovabili - Il "petrolio" dellaToscanaMarino Artusa, Assessore all'Ambiente, RegioneToscana

Mobilitare ed organizzare capitale e know-howper le energie rinnovabiliVinicio Bottacchiari, Direttore Sviluppumbria

Le proposte del Contratto Mondiale per l'Energiaper una politica territoriale energetica capacedi futuroMario Agostinelli, Consigliere Regione Lombardia

Interventi programmati e dibattitoInvitati a partecipare rappresentanti di:Camera dei Deputati, Provincia di Perugia, AIAB,CIA, Coldiretti, Confagricoltura, CGIL, CISL,Legambiente, WWF

ConclusioniLamberto Bottini, Assessore all'Ambiente, RegioneUmbria

GIOVEDÌ 12/SABATO 14OTTOBRE9.00-13.00 / 15.00-17.00 PIAZZA MATTEOTTI

LE SCOPERTENelle scoperte, l’associazione Rete perl’autocostruzione del solare termicopresenterà agli studenti delle scuole del primoe secondo ciclo laboratori pratici diautocostruzione di un pannello solare termico,diversificati a seconda dell’età.Per le elementari: visita ad un impiantodimostrativo di 4 mq in funzione; per le medie

e le superiori: costruzione partecipata di unpannello solare e messa in funzione di unimpianto dimostrativo.Il Centro di sviluppo Etic Italia, centro didatticoper la diffusione delle energie rinnovabili,mostrerà varie installazioni dimostrative tra cui:pozzo solare alimentato da pannelli fotovoltaici,impianto dimostrativo del “Conto Energia”, fornosolare, minigeneratore eolico, vari gadgetsfunzionanti con energie rinnovabili.

Per la visita delle classi scolastiche e per laprenotazione ai laboratori è richiesta laprenotazione alla segreteria organizzativa.

MERCOLEDÌ 11/SABATO 14OTTOBRE9.00-17.30

BUSSOLA DEL CLIMA - ESPERTI DI STRATEGIEPER LA PROTEZIONE DEL CLIMAIn collaborazione con Klima Bündnis/Alianza delClima e.V.Il corso di formazione "Esperti di strategie per laprotezione del clima" offrirà a persone che lavoranonei campi cruciali per la salvaguardia del clima - energia, mobilità, urbanistica ed uso del suolo,gestione dei rifiuti - come liberi professionisti odipendenti in enti pubblici e privati un training permetterle in grado di elaborare strategie climaticheper amministrazioni locali e territoriali. Il corsotrasmette come metodologia il Compendio diMisure "Bussola del Clima" 15 anni di esperienzadell'Alleanza per il Clima in questo campo.L'obiettivo principale della Bussola del Clima è dioffrire agli enti locali e territoriali una metodologiaper elaborare in breve tempo un immediatoprogramma d'azione di politica del clima.

Per informazioni su costi e modalità dipartecipazione contattare la segreteria dell’Alleanzaper il Clima Italia, Tel. 075 8554321, e-mail:[email protected]

Per ulteriori informazioniSegreteria Fiera delle Utopie Concrete

Via G. Marconi, 8 - 06012 Città di Castello - Tel./fax 0758 554 [email protected] www.utopieconcrete.it

FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

La svolta verso le energie rinnovabili non è un utopia, è il futuro. Per la prima volta un gruppo di studiosidell’Agenzia Utopie concrete di Città di Castello ha progettato nel concreto un  territorio italiano, l’AltoTevere, che – salvo il carburante per il traffico privato - produce tutta l’energia che consuma. La lorosorprendente conclusione è che si può e conviene  fare con meno, sfruttando in pieno la risorsa piùeconomica, l’efficienza energetica, per garantire gli stessi servizi energetici di oggi coprendo il fabbisognodi energia da solo fonti rinnovabili.

ImportazioneRinnovabili

MetanoPetrolio

Carbone Biomassa

FotovoltaicoTermosolare

Biogas

Eolico

Alto TevereConsumi attuali

Alto TevereEfficienza energetica +100% energie rinnovabili