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Agli amici che restano

In copertina: Ophrys sphegodes subsp. praecox;Sopra Neotinea tridentata;nella pagina successiva: Ophrys sphegodes subsp. praecox.nella 4^ di copertina: Anacamptis papilionacea x Serapias cordigera

MAURO DONEDDUGIANNI ORRÙ

SALVATORE SENIS

Tutte le specie illustrate e descritte

le Orchideespontaneedella Sardegna

Mauro Doneddu, Gianni Orrù, Salvatore Senisle Orchidee spontanee della Sardegna

Consulenza editoriale: Egidio TrainitoProgetto grafico:Egidio TrainitoImpaginazione: Mauro Doneddu, Gianni Orrù

ringraziamenti Un particolare ringraziamento alla Dottoressa Maria Pia Grasso per alcunepreziose indicazioni e le fotografie di pag. 32, ad Egidio Trainito per l’insostitui-bile aiuto in molteplici questioni tecniche e logistiche e ad Agnese, Luciana eMaria Rosa per averci accompagnato nel lungo peregrinare nei siti di crescita.

© Mauro Doneddu, Gianni Orrù e Salvatore Senis 2016per testi e immagini

Tutte le foto sono degli autori escluse quelle di pagina 32 (M. P.Grasso); i disegni sono di Gianni Orrù.

Tutti i diritti sono riservati.È vietata la riproduzione, anche parziale e con qual si a si mezzo, senon attraverso l’autorizzazione scritta da par te degli autori.

7 Introduzione 9 La Sardegna: gli ambienti e le orchidee 11 Cosa sono le orchidee: Cenni di anatomia e biologia 16 Genere Spiranthes 19 Genere Gennaria 20 Genere Platanthera 22 Genere Dactylorhiza 26 Genere Orchis 34 Genere Anacamptis 46 Genere Neotinea 52 Genere Barlia 54 Genere Serapias 64 Genere Ophrys 104 Genere Cephalanthera 110 Genere Epipactis 118 Genere Limodorum 121 Genere Neottia 122 Genere Listera 123 Gli ibridi e gli esemplari teratologici131 Indice analitico

sommario

Cephalanthera rubra6

Le orchidee sono uno degli aspetti della natura che piùsuscita ammirazione e rispetto, sia per la prepotente bellezzadei loro fiori, dall’infinita varietà di forme e colori, sia per icomplessi meccanismi biologici adottati da queste piante perla germinazione e l’impollinazione. Nessun altro gruppo si-stematico, in botanica, conta un numero tanto elevato dientusiastici estimatori che si dedicano alla coltivazione dellespecie tropicali, alla ricerca di nuove varietà tramite ibri-dazione e all’osservazione in natura delle specie spontaneeper fotografarle o studiarle dal punto di vista scientifico. Intutto il mondo sono numerose le associazioni di coltivatori edi appassionati ricercatori, amatori o professionisti, dellespecie naturali; altrettante le riviste specializzate, scientifiche

o amatoriali. Negli ultimi anni si è assisti-

to ad una vera e propria esplo-sione di descrizioni di nuovespecie di orchidee spontanee,

come è difficile osservare in altri gruppi del regno vegetale. Iprimi studi genetici con marcatori molecolari, dimostrandodistanze genetiche molto limitate all’interno dei vari generi,fanno pensare ad un futuro ridimensionamento di questapletora di specie e sottospecie. Ciò nonostante, il quadroattuale appare notevolmente modificato rispetto a quanto sipoteva osservare anche solo 15 anni fa, anche perché moltedelle specie già esistenti hanno cambiato denominazione esono state segnalate in Sardegna orchidee che si ritenevanoestranee alla flora isolana. Appare perciò utile una pubbli-cazione, aggiornata alle ultime conoscenze, che illustri inunico volume tutte le specie spontanee dell’isola.

Il libro si propone come guida all’identificazione dellespecie rinvenibili in Sardegna. La nomenclatura segue la guida“GIROS, 2016 – Orchidee d’Italia guida alle orchidee spontanee- seconda edizione. Il Castello Editore, Cornaredo (MI)”, rivista ecorretta alla luce di dati pubblicati successivamente e conqualche variazione derivante dalle personali opinioni degliautori. Per ogni specie si è cercato di illustrare l’intera pianta,primo piano del fiore, variabilità di forma e colore, descrizionischematiche dei particolari utili all’identificazione, sinonimiaprincipale, ambiente e periodo di fioritura in Sardegna, dis-tribuzione generale e in Sardegna. Al termine della trattazionevengono illustrati gli ibridi, l e forme apo e ipercromatiche equelle teratologiche che abbiamo incontrato in Sardegna.

introduzione

Cephalanthera rubra7

Ophrys lutea subsp. corsica8

Al centro del bacino mediterraneo occidentale, la Sardegna occu-pa un posto di primo piano nella zona bioclimatica mediterranea,della quale rappresenta una delle regioni più tipiche in quanto apaesaggio e clima. Il clima mediterraneo della Sardegna si collocain una posizione intermedia tra la zona climatica temperata euro-pea e quella subtropicale africana, fra le quali l’isola, a prevalenteestensione lungo un asse nord-sud, rappresenta un ideale ponte;l’influenza di entrambe le zone climatiche contigue è evidente perla presenza tra le orchidee sarde di specie paleotemperate accantoad altre tipicamente nordafricane.

Oltre al clima, condizionano la distribuzione delle varie speciedi orchidee nel territorio diversi fattori, fra i quali l’altitudine, l’u-midità, il tipo di copertura vegetale e le caratter-istiche del suolo.

Orografia. Benché i rilievi montuosi dellaSardegna siano abbastanza modesti, essendo lacima più alta di soli 1.834 metri, nondimenoinfluenzano le comunità vegetali in manieranotevole. Sui massicci maggiori, il Gennargentu alcentro e il Limbara a Nord, l’altitudine ècomunque sufficiente a mitigare il caldo aridoestivo tipico delle zone pianeggianti o collinariche costituiscono il resto dell’isola e conferisce agli inverni carat-teristiche di piovosità e temperatura vicine a quelle del clima conti-nentale. Inoltre entrambi i massicci fungono da naturale barrieracontro i predominanti venti da ovest e nord-ovest nei confrontidella fascia costiera orientale, sicché su questa risultano più alte letemperature e inferiori le precipitazioni. La maggior parte dell’isolaè in ogni caso costituita da rilievi ed altopiani compresi tra 500 e1.000 metri, che danno origine ad un tipico paesaggio collinare.Solo il Campidano a sud e la Nurra a nord-ovest formano delleimportanti pianure, dove è elevata l’aridità soprattutto estiva, comenelle fasce costiere.

Idrografia. Tutti i corsi d’acqua della Sardegna sono a regime tor-rentizio. Ne consegue un’elevata variabilità della portata, massimanei mesi piovosi e minima in quelli aridi, durante i quali può spessocapitare che molti di essi siano completamente in secca. Questocontribuisce al caratteristico clima mediterraneo, caldo-arido inestate e temperato-umido in inverno. Solo i corsi d’acqua maggiori,il Tirso, il Coghinas, il Flumendosa, il Cedrino, hanno sempre unaqualche portata d’acqua.

Vegetazione. La vegetazione della Sardegna, al suo stato primiti-vo, sarebbe dovuta essere in gran parte costituita dalla foresta di

leccio (Quercus ilex). In realtà la situazione attuale è la con-seguenza di un complesso processo di degrado, cui hannocontribuito disboscamenti, incendi e non sempre correttiinterventi di riforestazione. Le aree boschive residue nonsuperano ormai il 10% della superficie regionale, in partico-lare la foresta di leccio è ancora consistentemente presentenel Supramonte di Orgosolo, Montarbu, Monti Sette Fratelli,Limbara, Goceano, Monte Senes, Sarcidano, Marghine e MonteAlbo. La lecceta è una formazione sempreverde fitta, che inter-cetta gran parte della radiazione solare, escludendo in talmodo dal suo sottobosco tutte le specie eliofile. Le pochespecie che necessitano di condizioni di bassa luminosità

trovano qui l’ambiente ottimale di sviluppo;tra esse il ciclamino (Cyclamen repandum), ilcarice (Carex distachya), la viola (Viola alba) eil pungitopo (Ruscus aculeatus). Tra i boschi dilatifoglie è particolarmente diffusa la sughere-ta, anche perché favorita dall’uomo per lepossibilità di sfruttamento economico dellasughera (Quercus suber) nell’industria delsughero. Di chioma più rada del leccio la su-ghera consente l’insediamento di numerose

specie eliofile che formano un sottobosco molto fitto. Estesesugherete si incontrano soprattutto in Gallura, nell’altopianodi Buddusò, nel Sulcis, in Goceano e sui Monti Sette Fratelli.Meno diffuso il bosco a base di roverella (Quercus pubescens),presente sul Gennargentu, attorno ad Osilo e nell’alto orista-nese. Scarsi sono invece in Sardegna i boschi spontanei costi-tuiti da conifere, limitati ai boschi di pino d’Aleppo (Pinushalepensis) dell’isola di San Pietro e Porto Pino, e a quelli dipino marittimo (Pinus pinaster) della Gallura ed in particolaredi Monte Pino. Estesi, soprattutto lungo le dune costiere, sonoinvece le pinete artificiali impiantate a conifere esotiche. Lacopertura vegetale ad arbusti sempreverdi, di altezza inferioreai 4 metri, estremamente diffusa in Sardegna, è detta mac-chia. Derivata dal degrado del bosco, conserva notevoli capaci-tà di rievoluzione nel bosco stesso. Si divide in macchiamediterranea propriamente detta, presente dal livello delmare sino ai 600 metri di altitudine, costituita prevalente-mente da olivastro (Olea europea var. sylvestris), lentischio(Pistacia lentiscus), mirto (Myrtus communis), ginepro coc-colone (Juniperus oxycedrus) ed euforbia arborea (Euphorbiadendroides) e macchia mesofila, al di sopra dei 600 metri, cos-

La Sardegna:gli ambientie le orchidee

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tituita da fillirea (Phillyrea latifolia e P. angustifolia), corbezzolo(Arbutus unedo), cisto (Cistus incanus, C. salvifolius, C. mons-peliensis), erica (Erica arborea e E. scoparia). Infine la gariga,ulteriore gradino verso il degrado, è una formazione compo-sta da piccoli arbusti bassi e soffrutici accompagnati da unacorte di innumerevoli piante erbacee, anch’esse di modestedimensioni. Variabilissima per composizione e numero delleessenze, la gariga in Sardegna ha fra le piante più caratteri-stiche le ginestre (Genista corsica, G. salzmannii, G. acanthocla-da), le santoline (Santolina corsica e S. insularis), il timo (Thy-mus erba-barona), l’elicriso (Helicrhysum microphyllum), le

euforbie (Euphorbia characias ed E. dendroides) e l’asfodelo (Aspho-delus microcarpus).

Suolo. Il suolo subordina la copertura vegetale selezionandola inbase alle particolari esigenze delle varie specie. In particolare, perquanto riguarda le orchidee, diverse di esse sono legate, sino adesserne esclusive, ai terreni calcarei e sono assenti nei terreni acididelle zone granitiche e trachitiche. Altre specie sono indifferenti alsubstrato, e possono perciò crescere ovunque, mentre sono rare inSardegna orchidee che prediligono i terreni acidi. Di conseguenza lezone granitiche, come ad esempio la Gallura e l’altopiano di Buddusò,sono relativamente più povere di specie delle zone calcaree.

Ophrys exaltata morisii10

Le orchidee sono un gruppo vegetale moltogiovane, apparso recentemente, all'incirca 15 mi-lioni di anni fa, probabilmente per derivazionedalle liliacee. Filogeneticamente fra le piante piùevolute, sono diffuse in tutto il mondo, ad esclu-sione delle regioni polari e dei deserti più aridi,sono particolarmente abbondanti nella fasciaintertropicale, dove vive una buona parte dellecirca 25.000 specie esistenti.

Le orchidee esotiche, grandi e vistose, sono epi-fite, vivono cioè sulle biforcazioni degli alberi,adattamento necessario per avvicinarsi alla luce,che nelle foreste tropicali è assai scarsa a livello del terreno. Lespecie presenti in Sardegna, come pure tutte quelle europee, sonogeofite, quindi più banalmente terricole, quasi tutte di piccoledimensioni, ma non per questo meno eleganti e colorate delle cugi-ne esotiche. Sono piante erbacee perenni, appartenenti alla classeMonocotyledones (Monocotiledoni) cheraggruppa tutte le piante con un solocotiledone per seme. L’inquadramentodelle orchidee nell’ambito del regnodelle piante è schematizzato nellatavola a fianco.

La forma dei fiori delle orchidee puòapparire inusuale e non immediata-mente riconducibile a quello che nelpensare comune è un fiore per antono-masia, cioè un insieme di petali disposticon simmetria raggiata attorno ad unbottone centrale che comprende glistami e il pistillo.

Nel prosieguo del libro parleremosempre di tepali poiché nelle mono-cotiledoni, non essendovi distinzione tracalice e corolla, è improprio nominarlisepali e petali. La tavola 1 mostraschematicamente la corrispondenza trail più consueto fiore di una liliacea, contre tepali esterni e tre esterni uguali esimmetrici, e quello di un orchidea, inquesto caso un’Ophrys. Il confronto conuna liliacea, e non un altro fiore, non ècasuale. Proprio dalle liliacee si ritiene

infatti siano derivate le orchidee. Il processoevolutivo che ha portato da un fiore a simme-tria raggiata ad uno con apparente simme-tria bilaterale trova ragione nel perfezionatosistema di impollinazione affidato agli inset-ti adottato dalle orchidee. È infatti vantag-gioso che il polline sia raggruppato in grossemasse, dette pollinii, situate in posizioneidonea per poter rimanere attaccato all’inset-to pronubo quando questo visita il fiore. Laconferma della teoria dell’evoluzione, illu-strata nella tavola 1 si ha nel rinvenimento di

fiori che hanno subito un’introgressione, con ricomparsa dicaratteri ancestrali (Nella foto in basso un O. apifera chemostra un’accentuata regressione alla simmetria raggiata). Ilsuccesso evolutivo di questa strategia è evidente dal grannumero di specie di orchidee che nella pur breve storia di

questo gruppo hanno popolatoquasi tutto il mondo; solo le Aste-raceae possono contarne unnumero maggiore. Pur nella note-vole variabilità di forma dei fiorinei diversi generi, la struttura dibase, come sopra esposta, è sem-pre riconoscibile. Nella tavola 2 èevidenziata la morfologia in alcunidei generi presenti in Sardegna.

inquadramento delle orchidacee nel regno vege-taleDivisione SpermatophytesPiante che si riproducono per seme, risultante dallafecondazione dell’ovulo (organo femminile) da partedel polline (organo maschile). (Le piante delle altre 4divisioni, funghi, muffe, alghe, licheni, si riproduconoper spore).Sezione AngiospermaePiante con gli ovuli racchiusi nell’ovario e quindi i semiracchiusi nei frutti. L’altra sezione, Gimnospermae,comprende piante con semi nudi, non racchiusi in unovario.Classe Monocotyledones Piante con un solo cotiledone per seme. Le Dicotyle-dones hanno due cotiledoni per seme.Ordine Orchidales Piante con 1-3 stami fertili, saldati, riuniti in una colon-na (Gynostemio), ovario contenente un grandissimonumero di semi (sino a 4.000.000) privi di endosper-ma. Comprende tre famiglie, Apostasiaceae, Cypripedi-aceae ed Orchidaceae. Le specie sarde sono tutteappartenenti alle Orchidaceae. Famiglia Orchidaceae. Piante con un solo stame fertile e labello ben differen-ziato. E’ la famiglia più evoluta delle tre.

Cosa sono le orchidee:cenni dianatomia ebiologia

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Le orchidee sono piante erbacee perenni,provviste di particolari organi di riserva,detti bulbo-tuberi o tubercoli, che sono inrealtà porzioni di fusto ipogee rigonfie checontengono riserve di sostanze nutritive edacqua. Grazie ai tubercoli la pianta puòsaltare per uno o più anni la fase vegetativaepigea, qualora le condizioni ambientalisiano sfavorevoli, e sopravvivere così adeventi drammatici come incendi o annateparticolarmente rigide. Anche in annate deltutto normali comunque per gran partedell’anno le orchidee sono in riposo vegetati-vo, durante il quale non è visibile all’esternodel terreno nessuna parte della pianta, comenel caso delle Orchis, o solo la rosetta difoglie basali, come nelle Ophrys durante l’in-verno, mentre la fase di crescita dello scapofiorale e l’intero ciclo riproduttivo dura spes-so solo qualche mese. I fiori delle orchideesono ermafroditi, quindi ognuno contienesia organi che producono polline sia organiche producono cellule uovo; perciò sarebbein teoria possibile l’autoimpollinazione, edin alcune specie (N. nidus-avis, O. apifera, E.muelleri, L. abortivum) effettivamente que-sta avviene con una certa frequenza. Mal’impollinazione incrociata fra individuidiversi assicura una migliore mescolanzagenica con maggior i poss ib i l i tà d ievoluzione adattativa, è perciò interessedella pianta attuarla. A questo scopo anchele orchidee, come molte altre piante, ricor-rono all’impollinazione entomofila, cioètramite gli insetti, che involontariamentetrasportano il polline da un fiore all’altro. Mase molti fiori si servono degli insetti, pochihanno raggiunto la complessità di meccani-smi attuati dalle orchidee per attirarli.

Accanto al sistema più comune peringraziarsi gli insetti impollinatori, che con-siste banalmente nell’offrire loro del cibosotto forma di nettare, altre orchidee ricor-

TAV. 1

TEORIA DELL'EVOLUZIONE

Secondo la teoria più accreditata, ilfiore delle Orchidaceae si sarebbe evo-luto dalle Liliaceae. Il labello nonsarebbe altro che un tepalo altamentespecializzato che si è trasformato con-formemente al proprio insetto impolli-natore. Nella presente tavola cerchere-mo di illustrare brevemente il percorsoevolutivo.

Tre dei sei stami tipici delle Liliaceaesi sarebbero persi durante il percorsoevolutivo (4 - 5 - 6) mentre uno (1) ridot-to alla sola antera, sarebbe sopravvis-suto e rimasto funzionante; altri dueormai sterili (2 - 3), a volte permangonosul fiore sotto forma di punti stamin-odiali. Due dei tre stigmi (A - B) si sonosaldati tra loro e formano la parte fer-tile mentre il terzo (C) è diventato ster-ile e si è trasformato in una appendiceche dovrebbe impedire l'autoimpolli-nazione.

Uno dei tre tepali interni (F) si ètrasformato in labello mentre gli altridue (D - E) hanno solo subito unariduzione più o meno marcata a secon-da della specie.

I tre tepali esterni (G - H - I) sonoquelli che hanno subito minori trasfor-mazioni. Fa eccezione il solo tepalomediano che può essere di forma leg-germente diversa dai laterali.

Nella trasformazione evolutiva si èpassati dalla simmetria raggiata delleLiliaceae a quella bilaterale delle Orchi-daceae.

L'ovario (L), supero nelle Liliaceae, èdiventato infero nel passaggio alleOrchidaceae.

La teoria qui esposta è avvallata dalrinvenimento, sia pur raro, di fiori chehanno subito un parziale ritorno alleorigini.

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rono a veri e propri inganni, ottenendo il“servizio di trasporto polline” senza cedereniente in cambio. Molte orchidee, tra le qualiOrchis, Barlia, Cephalanthera, Dactylorhiza,benché prive di nettare, riescono malgradociò ad attirare gli impollinatori, adottandouna strategia di inganno visivo, assumendocolori e disegni che ricordano quelli di fioriricchi di nettare. Ad esempio Orchis branci-fortii mima il fiore di una Valerianacea, Fediacornucopiae, Barlia robertiana imita il fioredel rosmarino (Rosmarinus officinalis),Cephalanthera rubra assomiglia ad unacampanula (Campanula persicifolia). Le Se-rapias invece sono conformate in modo daassumere l’aspetto di un piccolo tubo, den-tro il quale molti imenotteri si rifugiano perla notte o in caso di pioggia, trovandolo ide-ale per dimensioni e forma. Ancora piùsofisticata la tattica utilizzata dalle Ophrysper convincere gli insetti a visitarle: attuanouna sorta di adescamento sessuale. Esseproducono infatti dei feromoni che, seppurdiversi da quelli prodotti dalle femmine dimolti imenotteri, hanno lo stesso effetto suimaschi, cioè un’irresistibile attrazione ses-suale. Si aggiunga che l’aspetto del labelloricorda grossolanamente quello delle fem-mine degli imenotteri, e questo basta almaschio, che, convinto di trovarsi davantiuna femmina della sua specie, tenta unaccoppiamento col fiore, ovviamente senzarisultato se non quello di asportare incon-sapevolmente i pollinii; quindi tenta subitodopo con altri labelli, trasportando così ilpolline da un fiore all’altro. Da questo puntodi vista le Ophrys possono essere divise indue gruppi: nel primo, detto Pseudophrys,l’insetto “vede” una femmina con la testaverso l’apice del labello, perciò si posizionaanch’esso allo stesso modo, ed i pollinii gli siattaccheranno all’addome (sono di questotipo le specie del complesso lutea-fusca); nel

TAV. 2

an = antera; ap = apicolo; bo = borsicola; br = brattea; ca = callosità; cu = caudicola; cb = campobasale; ep = epichilo; fb = foglia basale; fc = foglia caulina; gi = gibba; gn = rostro del ginostemio;ip = ipochilo; la = labello; os = fauce dello sprone; ov = ovario; po = pollinio; ra = radice; re = reti-nacolo; ro = rostello; sc = scapo; sp = specchio; sr = sprone; st = stimma; te = tepalo esterno ; ti =tepalo interno; tm = tepalo mediano; tn = tubero nuovo; tv = tubero vecchio.

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secondo gruppo, Euophrys, che comprendetutte le altre Ophrys, il maschio vede la pro-pria femmina con l’addome verso l’apice dellabello e posizionandosi di conseguenza ipollinii gli si attaccheranno sul capo. In teo-ria ogni specie di Ophrys dovrebbe avere unasola specie di insetto impollinatore, e questoimpedirebbe la formazione di ibridi naturali.Si è data così tanta importanza alla speci-ficità dell’impollinatore che spesso diversespecie di impollinatori sono ritenute carat-tere discriminante fra Ophrys molto simili,altrimenti considerabili conspecifiche. Inrealtà l’elevatissimo numero di ibridi che sipossono osservare fra specie anche alquan-to diverse fa dubitare dell’importanzaattribuita a questo fattore. Addirittura sipossono incontrare ibridi fra specie apparte-nenti alle Euophrys ed alle Pseudophrys!

In ogni caso, una volta avvenuta l’impolli-nazione, il fiore tende ad appassire veloce-mente e l’ovario giunto a maturità libera isemi nell’ambiente. I semi contenuti inognuno degli ovari di un’orchidea sono tan-tissimi, ma in compenso piccoli, leggeri equasi privi di sostanza nutritiva. Per questosarebbero incapaci di germinare se nontrovassero una fonte esterna di sostanzanutritiva in alcuni microfunghi endoparassitidei Basidiomiceti, in gran parte del genereRhizoctonia, con i quali entrano in simbiosi. Èstato ipotizzato che ogni specie di orchideaabbia una diversa specie di fungo simbionte,ma non è chiaro se sia proprio così. La sim-biosi tra fungo e radici (detta micorriza) durafinché l’orchidea non forma le prime foglie,dopo di che è in grado di fotosintetizzare epuò, in certe specie, diventare autonoma. Neigeneri privi di clorofilla, come Limodorum eNeottia, la dipendenza dal fungo dura tutta lavita.

TAV. 3

SISTEMI D'IMPOLLINAZIONE

ALLOGAMIA (impollinazione entomofila)Nel genere Anacamptis è presente uno sprone (lunga sacca

tubolare) nel fondo del quale è contenuto un po' di nettare acces-sibile solo a certi insetti muniti di spirotromba. Questi, per rag-giungere il nettare, sono obbligati a spingere col capo sul ginos-temio. I pollinii, che sono collegati tramite un filamento (caudico-la) a due formazioni adesive (retinacoli) si attaccano al capo del-l'insetto che, nel visitare un altro fiore, attuerà l'impollinazioneincrociata.

Nel genere Serapias il fiore ha una particolare conformazionea cunicolo che ofre un confortevole rifugio agli insetti che “acco-modandosi” per il riposo, vengono a contatto col ginostemioricevendone i pollinii. Come nel caso precedente attueranno l'im-pollinazione incrociata alla visita del successivo fiore.

Il genere Ophrys attua il più sofisticato degli inganni, il suolabello assume la forma e la colorazione della femmina del suoinsetto pronubo e in più emana il suo stesso “odore”. Il malcapita-to maschio di passaggio viene così adescato ed usato. Posatosi sulfiore per l'atto “amoroso” si accorgerà solo dopo un certo lasso ditempo di essere stato ingannato e si alzerà in volo col suo caricodi pollinii… il tempo neccessario per avvistare un altro fiore e sarànuovamente ingannato. Nel suo passare da un fiore all'altroattuerà anche in questo caso l'impollinazione incrociata.

Altro sistema ingegnoso nonché curioso lo adotta l'Epipactispalustris. Il suo labello è strozzato nella parte mediana e si com-porta come un meccanismo a scatto. L'insetto per succhiare ilnettare si posa sulla parte apicale del labello, che si piega sotto ilsuo peso. Quando si alza in volo il labello scatta verso l'altocolpendolo sull'addome e mandandolo a sbattere col capo controil ginostemio ove si trovano i pollinii.

AUTOGAMIAAlcune specie, come ad esempio Ophrys apifera, forse per

l'assenza dell'insetto pronubo, si autofecondano per garantire laperpetuazione della specie. All'apertura del fiore le caudicole siripiegano su se stesse portando i pollinii a contatto con lo stim-ma.

CLEISTOGAMIAIn alcune Epipactis, nei Limodorum e nella Neottia nidus-avis

l'autoimpollinazione può avvenire prima della schiusura del fiore.Non è raro imbattersi in piante di Limodorum abortivum in cui ifiori appassiscono senza essere mai sbocciati.

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Un frutto maturo contiene centinaia di migliaia di semi. Un seme, per poter germinare, quando rag-giunge il suolo deve incontrarsi, entro un lasso di tempo limitato, con un fungo microscopico monocel-lulare per trarne alimento e non perire. Qualora l'incontro avvenga, c'è il rischio che il fungo fagociti ilseme o che il seme, emetendo una sostanza funghicida, uccida il fungo. Solo in caso di equilibrio il semeavrà speranza di germinare. In questo caso, dopo un periodo che può variare tra 18 mesi e 10 anni, spun-terà la prima foglia. Per avere la prima fioritura trascorreranno altri 6-16 anni. La convivenza tra fungoed orchidea, in molti casi, dura tutta la vita della pianta. L'orchidea è incapace di metabolizzare gli amidiper trasformarli negli zuccheri di cui ha bisogno per nutrirsi. Questo compito è affidato al fungo che, incambio, si nutre a spese dell'orchidea.

Riproduzione Sessuata

Ciclo Annuale

TAV. 4

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Genere Spiranthes

Spiranthes aestivalis

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Spiranthes aestivalis (Poiret) Richard 1817Spiranthes è una parola di derivazione greca che signifi-ca "con i fiori disposti a spirale”. Questa è la principalecaratteristica che contraddistingue queste orchidee e lerende inconfondibili. Pianta: esile, alta 10-30 cm. Fusto:: sottile ed eretto, pubescente nella parte superi-ore, posto al centro delle foglie. Foglie lineari-lanceolate, erette, le superiori ridottis-sime. Fiori: disposti a spirale, in numero da 3 a 20, piccoli,bianchi, più stretti e lunghi che in S. spiralis, tepali con-niventi a formare un tubo, labello intero, privo di spe-rone. Fioritura: da inizio giugno a fine luglio. Ambiente: lungo le rive di piccoli corsi d’acqua, in pratitorbosi e umidi delle zone granitiche (predilige suoliacidi o neutri), dal livello del mare a 1.000 metri. Distribuzione nord Africa ed Europa centromeridionale;è rara e in regressione quasi ovunque per il degrado delsuo ambiente preferito. In Sardegna poche stazioni inOgliastra, Gallura, Sette Fratelli.

Genere Spiranthes

Genere SpiranthesSpiranthes spiralis (Linné) Chevallier 1827Sinonimia: S. autumnalis Richard. Pianta: alta 10-30 cm, simile alla precedente, se ne dif-ferenzia per avere inflorescenza più densa.Fusto: non è al centro delle foglie, già avvizzite nel pe-riodo della fioritura, ma a lato è visibile la rosetta difoglie che originerà il fusto dell’anno successivo.Foglie: ovato ellittiche, aderenti al suolo. Fiori: in numero da 10 a 30, più larghi e corti che in S.aestivalis, bianchi o verdastri. Fioritura: da metà settembre a metà novembre.Ambiente: soprattutto pinete, ma anche macchia, gari-ga, sia su suoli calcarei che granitici, fino a 1.000 metridi altitudine. Distribuzione: nord Africa, Europa e Medio Oriente. InSardegna è discontinuamente presente un po’ovunque, ma non comune.

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Genere GennariaGennaria diphylla (Link) Parlatore 1860Pianta: alta 5-35 cm, completamente verde,infiorescenza densa. Fusto: eretto, gracile. Fiori: piccoli, verdastri, in numero di 10-30, labellotrilobo, sprone corto sacciforme. Fioritura: da fine febbraio a fine aprile. Ambiente: pinete, macchia, in ombra, sia su suoli acidiche calcarei, 0-400 metri. Distribuzione: nord Africa, Canarie, Madera, Spagna ePortogallo meridionali, Baleari, Sardegna e Corsica; unarecente segnalazione per l’Isola d’Elba ed una per laTurchia occidentale. In Sardegna è presente, lungo lecoste, nella Nurra, nelle isole dell’arcipelago della Mad-dalena, nella costa nord-orientale da Santa Teresa a SanTeodoro, nell’oristanese, nel guspinese e nel Sulcis.

Genere PlatantheraPlatanthera algeriensis Battandier e Trabut 1892Pianta: tozza, alta 25-70 cm, completamente verde,infiorescenza rada.Fusto: eretto, robusto.Foglie: le 2-3 inferiori oblungo-lanceolate, lunghe 15-25cm, le 2-4 superiori molto corte (0,5-1 cm).Fiori: 15-30, verdi o giallo-verdastri, labello allungato,curvato all’indietro, sprone corto e robusto, claviforme.Fioritura: giugno e luglio.Ambiente: per lo più macchia mesofila, all’ombra degliarbusti, rive di ruscelli. Indifferente al substrato, 700-1400 metri.Distribuzione: nord Africa, Spagna meridionale, Corsicae Sardegna. In Sardegna nella zona centrale e sul Limba-ra, rara.Note: esemplari sardi di questa specie sono stati erro-neamente attribuiti in passato a P. chlorantha e P. bifolia.

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Genere PlatantheraPlatanthera kuenkelei Bauman var. sardoaLorenz, Akhalk, Baumann, Cortis, Cogoni & Scrugli 2012 Pianta: esile, alta 20-90 cm, infiorescenza rada.Fusto: esile, spesso angoloso.Foglie: solitamente alla base sono presenti solo 2 foglie,oblungo-lanceolate, lunghe 6-20 cm, talvolta è presenteuna terza foglia poco al di sopra delle due basali, più pic-cola di queste. Le foglie superiori sono molto piccole,bratteiformi, strette ed acute.Fiori: 12-70, bianchi o biancastri sfumati di verde o giallo,labello stretto e allungato, da 9 a 15 mm, sprone lungo, da 20a 40 mm, claviforme; tepali laterali lanceolati con apice ottu-so, i tepali interni e il tepalo mediano conniventi in casco.

Fioritura: maggio-luglio.Ambiente: pianta adattabile a svariati ambienti, si ritro-va in boschi radi o fitti, in praterie, macchia; sia su terre-ni umidi che asciutti, indifferente al substrato, sino a2500 metri di altitudine.Distribuzione: La varietà tipica è presente in Tunisia eAlgeria dove è rara. In Georgia è presente con la sotto-specie atropatanica. Solo recentemente è stata accer-tata la presenza in Sardegna di questa specie, di cui ènota sinora un’unica stazione nel territorio del comu-ne di Borore. Inizialmente questa specie era stata erro-neamente determinata come P. bifolia.

Genere Dactylorhiza

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Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis (Willdenow) Soò 1962Pianta: molto alta, da 30 sino a 110 cm, con inflorescenza allungata e molto densa, brattee lineari-lanceolate, più lunghe dei fiori, con margine rosso scuro.Fusto: robusto, cavo.Foglie: eretto-lanceolate, inguainanti il fusto alla base.FIORI: numerosi, sino a 60, di colore da rosa a porpora, labello subtrilobo, ornato da linee e punti colorrosso porpora, sprone arcuato, diretto verso il basso.Fioritura: da maggio a metà luglio (nella stazione sarda dai primi alla fine di giugno).Distribuzione:parte meridionale della penisola iberica, Francia meridionale, Corsica e Sardegna,dove è presente un’unica stazione di una ventina di piante in Ogliastra, lungo le rive di un tor-rente a 800 metri di altitudine, su substrato calcareo. La sottospecie nominale, D. elata subsp.elata, molto simile, è distribuita in nord Africa.Note: le segnalazioni per la Sardegna di D. maculata (Linné) Soò, assente nell’isola, sono da attribui-re a questa specie.

Genere Dactylorhiza

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Genere DactylorhizaDactylorhiza insularis (Sommier) Landwehr 1969Sinonimia: Orchis insularis Sommier.Pianta: slanciata, alta 20-50 cm, spiga relativamente rada.fusto: robusto, a sezione angolosa.Foglie: in numero di 4-9, oblungo-lanceolate.Fiori: gialli con 4 macchiette rosse alla base del labello otalvolta 2 macchie lineari (varietà bartonii) o senza mac-chie. Tepali esterni eretti, mediano connivente coi dueinterni a formare un casco. Labello intero con spronediritto, quasi orizzontale, più corto dell’ovario.Fioritura: da metà aprile a inizio giugno.Ambiente: radure e margini dei boschi, boschi radi e lumi-nosi, prevalentemente su suoli acidi, 500-1200 metri.Distribuzione: parte meridionale della penisola iberica,Francia meridionale, Corsica, Sardegna e nell’Italiapeninsulare solo poche stazioni in Romagna e Toscana.In Sardegna è abbastanza diffusa nella parte centrale esettentrionale, abbondante solo in alcune località.Note: specie di presunta origine ibridogena, generata daD. romana e D. sambucina, entrambe mai rinvenute inSardegna.

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Genere Dactylorhiza

Dactylorhiza insularis var. bartonii

Recentemente è stata proposta una revisione *che sulla base di studi genetici che coinvolgo-no sia il DNA ribosomiale che alcuni isoenzimirivoluziona la sistematica, interessando anchei generi vicini Anacamptis e Neotinea. Dai dati

risultanti ilg e n e r eOrchis vienesmembratoin tre gruppi

monofiletici. Delle 14 specie presenti in Sarde-gna, seguendo questa ipotesi, rimangonoo nelgenere Orchis solo anthropophora, brancifortii,italica, mascula subsp. ichnusae, purpurea eprovincialis, passano al genere Anacamptis,insieme a piramidalis, collina, coriophorasubsp. fragrans, longicornu, laxiflora, palustrise papilionacea, vanno a far compagnia a macu-lata, nel genere Neotinea, lactea e tridentata.

Genere Orchis

il genere Orchis

* BATEMAN R., PRIDGEON A. & CHASE M. 1997. Phylogenetics of sub-tribe Orchidinae (Orchidoideae, Orchidaceae) based onnuclear ITS sequences. 2. Infrageneric relationships andreclassification to achieve monophyly of Orchis sensu stricto.Lindleyana 12: 113-141.BATEMAN R., HOLLINGSWORTH P., PRESTON J., YI-BO L., PRIDGEON A. &CHASE M. 2003. Molecular phylogenetics and evolution ofOrchidinae and selected Habenariinae (Orchidaceae), Botani-cal Journal of the Linnean Society, 142: 1–40.

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Orchis anthropophora (Linné) Allioni 1785Sinonimia: Aceras anthropophorum (Linné) Aiton.Pianta: 10-50 cm, infiorescenza allungata e densa.Foglie: lunghe sino a 15 cm, oblunghe-lanceolate, lesuperiori più corte, avvolgenti il fusto.Fiori: molto numerosi, sino a 50, tepali esterni verdastri,saldati a formare un casco che nasconde i 2 interni,labello da giallo a rosso, privo di sprone, trilobo col lobomediano bifido, che nel complesso assume l’aspetto diun omino stilizzato.Fioritura: da metà marzo a inizio giugno.Ambiente: pascoli aridi, macchia, radure, garighe, scar-pate, prevalentemente su calcare. 0-1500 metri.Distribuzione: Europa occidentale esclusa la Scandina-via e le nazioni dell’est. In Sardegna è presente, spessocomune, su tutti i suoli calcarei.

Genere Orchis

Orchis brancifortii Bivona-Bernardi 1813Pianta: esile, alta 20-25 cm, infiorescenza rada.Foglie: ellitiche-subovate, le 2 superiori guainanti ilfusto.Fiori: piccoli, da 5 a 20, rosa, con labello con tre lobi diver-genti, il mediano più largo dei laterali e con due mac-chiette viola alla base, tepali interni chiusi a casco, spro-ne sottile e filiforme.Fioritura: aprile-maggio.Ambiente: pascoli, scarpate, gariga, macchia rada, susubstrato calcareo, sino a 1200 metri.Distribuzione: endemica di Sicilia, dove si trova solo neirilievi montuosi del settentrione dell’isola e di Sardegna,dove è limitata ai massicci calcarei centro-orientali enord-orientali.

Genere Orchis

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Orchis provincialis Balbis ex Lamarck 1806Sinonimia: Orchis cyrilli Tenore; Orchis leucostachys Griseba-ch.Pianta: alta 15-40 cm, inflorescenza rada.Foglie: oblungo-lanceolate, vistosamente macchiate dibruno.Fiori: gialli, da 5 a 25, labello trilobo con numerose macchiet-te rosse nella parte centrale, sprone orizzontale o leggermen-te ascendente.Fioritura: da fine marzo a inizio giugno.Ambiente: boschi, radure, macchia alta, all’ombra. Indifferen-te al substrato, dai 200 ai 1200 metri.Distribuzione: Europa meridionale. In Sardegna è comune ediffusa.

Genere Orchis

Genere Orchis

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Orchis mascula subsp. ichnusae Corrias 1982Pianta: alta 15-30 cm, inflorescenza cilindrica, densa.Foglie: oblungo-lanceolate.Fiori: 6-20, profumati, da rosato a lilla chiaro coi tepali esterniformanti un casco aperto. Labello trilobato, con la parte centralebianca punteggiata di rosso porpora, lobo mediano inciso all’api-ce, lobi laterali più corti del mediano, inizialmente piani poi ripie-gati verso il basso. Sprone orizzontale o ascendente.Fioritura: da fine marzo a fine maggio.Ambiente: su terreni calcarei, nella macchia, gariga, prati eboschi radi, da 200 a 1400 metri.Distribuzione: endemica della Sardegna, dove è abbastanzacomune nei massicci calcarei orientali e sud-occidentali. Segna-lazioni dubbie per Corsica e Baleari.

Genere Orchis

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Orchis italica Poiret 1798Pianta: alta 20-80 cm, inflorescenza densa, conica od ovata. Foglie: ovato-oblunghe, a volte macchiate, con bordo fortemente ondulato. Fiori: rosa, numerosi, con tepali conniventi ma non saldati, con venature purpuree,labello stretto e lungo, profondamente trilobo, più chiaro al centro, punteggiato da mac-chie rosa scuro o porpora, lobi laterali sottili, lobo mediano lungo il doppio dei laterali, asua volta trilobo. Sperone lungo la metà dell’ovario leggermente bilobo all’apice. Fioritura: da marzo a maggio. Ambiente: pascoli, macchia, garighe, radure e boschi luminosi, su suolo calcareo.Distribuzione: stenomediterranea dalla Spagna alla Grecia e Turchia e nord Africa. In Sar-degna è nota un’unica stazione, che consta di tre sole piantine, ed è quindi fortementeminacciata e a rischio di estinzione. Tutte le foto sono della Dott.ssa Maria Pia Grasso.

Genere Orchis

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Orchis purpurea Hudson 1762Pianta: alta 25-80 cm, inflorescenza cilindrica e allunga-ta, densa.Foglie: grandi, ovato-lanceolate, lucide, suberette, le duesuperiori piccole e guainanti.Fiori: numerosi, grandi, con tepali conniventi a formareun casco bruno-porpora scuro, con venature nerastre,labello profondamente trilobo, bianco-rosato con mac-chie porpora formate da ciuffetti di peletti porporini,lobi laterali più corti del mediano, che è a sua volta bilo-bo. Sperone lungo quanto l’ovario o poco più corto erivolto in basso.Fioritura: da fine aprile ai primi di giugno.Ambiente: pascoli, macchia, radure e boschi luminosi.Distribuzione: Quasi tutta l’Europa e in Algeria. In Sarde-gna solo nel sassarese, dove è rara ed in regressione.

Genere Orchis

Genere Anacamptis

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Anacamptis pyramidalis (Linné) Richard 1817Pianta: alta 20-60 cm, inflorescenza densa, diforma conica.Fusto: esile.Foglie: lineari-lanceolate, scanalate, sub-erette,le superiori bratteiformi.Fiori: piccoli, numerosi, di colore uniforme darosa pallido a rosso porpora, tepali interni edesterno mediano conniventi a formare un casco,gli esterni laterali sono diretti verso l’esterno.Labello profondamente trilobo, coi lobi lateralileggermente più corti del mediano che presenta2 lamelle longitudinali alla base.Fioritura: da inizio aprile a metà giugno.Ambiente: su suoli calcarei, in prati, garighe,macchie e boschi radi, sino ai 1300 metri.Distribuzione: gran parte d’Europa e nord Africa;in Sardegna ha distribuzione discontinua, abbon-dante nel sassarese, rara al centro e assente inprovincia di Cagliari. La popolazione più meridio-nale è localizzata nel Medio Campidano dove il90% degli esemplari si presenta coi fiori bianchi ericche spighe fiorali (80-200 fiori).

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Genere Anacamptis

Anacamptis collina (Banks e Solander ex Russel)Bateman, Pridgeon & Chase 1997Sinonimia: Orchis collina Banks e Solander; Orchis saccataTenore.Pianta: solitamente alta 10-20 cm, raramente di più,sino a 30. Infiorescenza rada.Fusto: con sfumature violacee o brune nella parte supe-riore.Foglie: ovato-ellitiche, le superiori inguainanti il fusto econ sfumature bruno-violacee.Fiori: 4-15, con tepali verdastri, il mediano e gli interniconniventi a formare un casco, labello intero da rosa aporporino, raramente bianco con ampio bordo verde(varietà leucoglossa Schwaerz) sprone corto e moltogrosso, a sacco.Fioritura: da metà febbraio a metà aprile.Ambiente: su substrato calcareo in prati aridi, garighe,scarpate, macchia rada. 0-900 metri.Distribuzione: Europa mediterranea e Medio Orientesino all’Iran. In Sardegna è presente nel sassarese, in Gal-lura, Ogliastra, Marmilla e Campidano.

Varietà Leucoglossa36

Genere Anacamptis

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Genere Anacamptis

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Anacamptis papilionacea (Linné) Bateman,Pridgeon & Chase 1997Sinonimia: Orchis papilionacea LinnéPianta: alta 10-45 cm, con inflorescenza rada, solitamen-te con pochi fiori (2-10).Fusto: robusto, spesso striato di rosso nella parte superiore.Foglie: allungate-lanceolate, acute, le superiori inguai-nanti il fusto.Fiori: tepali rossastri con striature verdi, convergenti inavanti, labello intero, rosa, stretto e senza striature nellavarietà tipica, largo a ventaglio e con striature rossenella varietà grandiflora Boissier, spesso trattata comesottospecie, ma studi sul materiale genetico escludonodifferenze a questo livello. Lo sprone è sottile, più cortodell’ovario e rivolto verso il basso. Fioritura: da inizio marzo a metà giugno.Ambiente: molto adattabile, si trova in prati, pascoli,macchia, gariga, radure e margini dei boschi; indifferen-te al substrato.Distribuzione: paesi del bacino mediterraneo; la varietàgrandiflora solo nord Africa, Spagna, sud della Francia,Corsica, Sardegna e Sicilia. In Sardegna è presente ovun-que, spesso abbondante, con netta predominanza dellavarietà grandiflora. Talvolta si trovano esemplari adintensa colorazione rossastra (varietà rubra Jacquin).

varietà grandiflora

Genere Anacamptis

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varietà grandiflora

forma apocromatica

Genere Anacamptis

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In alto Orchis palilionacea varietà tipicaa sinistra forma apocromatica

Genere Anacamptis

forma apocromatica41

Genere AnacamptisAnacamptis laxiflora (Lamarck) Bateman, Prid-geon & Chase 1997Sinonimia: Orchis laxiflora LamarckPianta: alta da 20 a 80 cm, con fiori radi e distanziati.Fusto: rossastro nella metà superiore.Foglie: lineari-lanceolate, acute.Fiori: da 4 a 30, color porpora violaceo, bianchi al centrodel labello. Tepali esterni eretti, il mediano e gli internicurvi in avanti e conniventi a formare un casco, labellotrilobato coi lobi laterali curvati all’indietro e sprone sot-tile rivolto verso l’alto.Fioritura: da metà aprile a fine giugno.Ambiente: suoli umidi, marcite, acquitrini, zone paludose,indifferente al substrato. Sino a 1000 metri d’altitudine.Distribuzione: Europa mediterranea, dalla penisola iberi-ca alla Turchia. In Sardegna diffusa e abbastanza comunema in declino per la bonifica dei terreni acquitrinosi.

Anacamptis longicornu (Poiret) Bateman, Prid-geon & Chase 1997Sinonimia: Orchis longicornu PoiretPianta: alta 10-35 cm, inflorescenza rada.Foglie: oblungo-lanceolate, acute.Fiori: 5-15, coi tepali da bianco a rosato, più chiari dellabello, solcati da nervature verdi. Labello trilobato, coilobi laterali riflessi verso il basso sin quasi a toccarsi, dicolore viola scuro, lobo mediano più corto dei laterali,bianco con macchiette porpora o viola. Sprone arcuato,ascendente, con apice a spatola.Fioritura: da inizio marzo a inizio giugno.Ambiente: specie ubiquitaria, indifferente al substrato,sino ai 1500 metri.Distribuzione: Algeria, Tunisia, Baleari, Corsica, Sarde-gna e Sicilia. In Sardegna è molto comune su tutto il ter-ritorio, rara nel resto dell’areale.

42forma apocromatica

Genere Anacamptis

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Genere Anacamptis

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Anacamptis coriophora subsp. fragrans (Pollini) Bateman,Pridgeon & Chase 1997Sinonimia: Orchis cocoriophora fragrans PolliniPianta: alta 10-40 cm, inflorescenza densa, multiflora.Foglie: strette, lineari-lanceolate, le superiori guainanti il fusto.Fiori: 15-40, piccoli, profumati di vaniglia, di colore molto variabile (bian-castro, rosso scuro, verdastro), tepali riuniti a formare un casco acumina-to diretto verso l’alto, labello trilobo coi lobi laterali più corti del media-no, con parte basale più chiara e maculata di porpora, sperone conicopiù corto dell’ovario e diretto verso il basso.Fioritura: da metà aprile a fine giugno.Ambiente: prati, pascoli, garighe, macchia rada, su terreni calcarei sino ai1000 metri.Distribuzione: Europa meridionale, Africa settentrionale, Medio Orien-te. In Sardegna ha distribuzione discontinua in Ogliastra, nel sassarese,in Sarcidano e in Campidano.

Genere Anacamptis

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Anacamptis palustris (Jacquin) Bateman, Pridgeon & Chase, 1997Sinonimia: Orchis palustris JacquinPianta: alta da 20 a 60 cm, con inflorescenza rada ma meno che in laxiflo-ra. Molto simile a quest’ultima, della quale è stata in passato da alcuniautori considerata una sottospecie, se ne distingue per il diverso colore deifiori, di un rosa tendente al lilla invece che rosa carico, per avere il labellolargo quanto lungo e per il lobo mediano del labello più lungo dei laterali.Fioritura: da metà aprile a fine giugno. Ambiente: suoli molto umidi, in acquitrini e zone paludose. Distribuzione: Eurimediterranea, a distribuzione discontinua e in forteregressione ovunque per la scomparsa del suo habitat. In Sardegna è notaun’unica stazione, ai bordi dello stagno di Platamona, costituita negli ulti-mi anni da 5 a 9 piantine.

Genere Anacamptis

Genere Neotinea

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Neotinea lactea (Poiret) Bateman,Pridgeon & Chase 1997Sinonimia: Orchis lactea Poiret; Orchiscorsica Viviani.Pianta: alta 5-25 cm, inflorescenza moltodensa, cilindrica.Fusto: grosso.Foglie: ovato-lanceolate, le 2-3 più altepiccole e guainanti.Fiori: tepali conniventi a formare uncasco verdastro con venature rossoscuro, labello profondamente trilobato,con i lobi laterali più corti e quellomediano lungo e a sua volta bilobo condentino centrale, di colore bianco o rosa-to con punteggiatura porpora più fitta aimargini. Sperone lungo la metà dell’ova-rio e rivolto in basso. Fioritura: da inizio marzo a metà maggio.Ambiente: pascoli, garighe, macchie, indif-ferente al substrato, sino ai 1000 metri.Distribuzione: lungo le coste del Medi-terraneo, in Sardegna diffusa un po’ovunque, ma non abbondante.

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Genere Neotinea

Neotinea tridentata (Scopoli) Bateman, Pridgeon & Chase 1997

Sinonimia: Orchis tridentata ScopoliPianta: alta 15-45 cm, infiorescenza densa, conica o globosa,multiflora.Foglie: lineari-lanceolate, di un colore verde-glauco con sfuma-ture azzurrastre, le superiori guainanti.Fiori: tepali conniventi a formare un casco rosato con venatureporpora, da cui emergono, divergendo, le punte dei tre tepaliesterni; labello profondamente trilobato, con i lobi laterali cortie quello mediano lungo e a sua volta bilobo, di colore bianco orosato con punteggiatura porpora uniformemente distribuita.Sperone lungo quanto l’ovario o un poco più corto, rivolto inbasso.Fioritura: da inizio aprile a metà giugno.Ambiente: garighe, macchie, radure e boschi luminosi. Distri-buzione: Europa centrale, orientale e meridionale, Medio Orientee Tunisia. In Sardegna è presente in Sarcidano e Ogliastra.

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Genere Neotinea

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Genere Neotinea

Neotinea maculata (Desfontaines) Stearn 1975

Sinonimia: Orchis intacta Link.Pianta: dall’aspetto gracile, alta 10-30 cm, infiorescenzamolto densa e di forma cilindrica allungata.Foglie: ovato-lanceolate, spesso con chiazze bruno-vio-lacee. Fiori: molto piccoli, numerosi, di colore variabile (bian-castro, giallastro, rosato, talora sfumato di verde), quasisempre con macchie e strie porpora, tepali esterni salda-ti a formare un casco che nasconde gli interni, labellotrilobo coi lobi laterali più stretti e corti del mediano,sperone ottuso e cortissimo.Fioritura: da metà marzo a metà giugno.Ambiente: pascoli, garighe, macchia rada e radure deiboschi.Distribuzione: Europa escluse le regioni più settentrio-nali, Canarie e Medio Oriente. In Sardegna è presente sututto il territorio.

Genere Neotinea

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Genere Neotinea

Barlia robertiana (Loiseleur) Greuter 1967Pianta: robusta, alta 25-80 cm, infiorescenza allungata,multiflora.Fusto: grosso, bruno rossiccio nella sua parte superiore.Foglie: molto grandi, ovato-oblunghe, carnose, lucide.Fiori: numerosi (sino a 65), grandi, profumati, tepali por-pora sfumati di verde con punteggiatura rossa all’inter-no, riuniti a formare un casco, labello rosato, biancastroalla base, con macchie porpora e sfumature verdi suibordi, trilobo col lobo mediano profondamente divisoall’apice, sperone corto e rivolto in basso.Fioritura: da metà gennaio a metà maggio.Ambiente: indifferente al substrato, in prati, pascoli, suibordi dei campi coltivati, macchie rade, sino ai 1000metri.Distribuzione: Europa meridionale, Nord Africa, Anato-lia. In Sardegna è presente un po’ ovunque ma maiabbondante.

Genere Barlia

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Genere Barlia

B. robertiana è impollinata, oltre che da Apidae, anche da coleotteri. Nella foto Tropinota squalida. Sul tepalo mediano del fioresottostante sono visibili i polinii provenienti da un'altra piantina, appena trasportati dal coleottero.

Genere SerapiasSerapias cordigera Linné 1753Pianta: robusta, alta 15-45 cm, infiorescenza compatta.Fusto: macchiato di rosso porpora scuro.Foglie: 4-8, lanceolate, le superiori guainanti, le basalimacchiate di rosso porpora.Fiori: 3-10, grandi, tepali lilla-violacei, strettamente chiu-si a formare un casco allungato, labello bruno-rossastroscuro, con due callosità basali nere divergenti in avanti,trilobo, con lobi laterali quasi del tutto nascosti dal cascoe lobo mediano largo, a forma di cuore.Fioritura: da metà marzo a inizio giugno.Ambiente: sia su terreni acidi che calcarei, in prati, gari-ghe, macchie rade, radure dei boschi sino ai 600 metri.Distribuzione: Europa meridionale e Nord Africa. InSardegna è comune negli habitat anzidetti e in alcunestazioni si presenta con delle delicate tonalità rosate.

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Genere SerapiasSerapias parviflora Parlatore 1837Pianta: gracile, alta 10-30 cm, infiorescenza rada e allungata.Fusto: macchiato di rosso porpora alla base.Foglie: 4-6, lineari-allungate, acute, erette, le basali macchiate di rossoporpora.Fiori: 3-6, molto piccoli, tepali da verde a rosso porpora, riuniti a formareuno stretto casco allungato, labello trilobo, piccolo, con due callositàbasali parallele, lobi laterali completamente nascosti dal casco, lobomediano da rossastro scuro a giallastro, stretto, lanceolato acuto.Fioritura: da inizio aprile a metà giugno.Ambiente: indifferente al substrato in prati, garighe, boschi luminosi,radure, acquitrini, sino ai 1000 metri.Distribuzione: Europa meridionale e Nord Africa. In Sardegna è presentediscontinuamente su gran parte del territorio.

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Genere SerapiasSerapias lingua Linné 1753Pianta: alta 10-35 cm, infiorescenza rada e pauciflora. Fusto: senza maculatura basale.Foglie: 4-8, lineari-lanceolate, le superiori più piccole eguainanti.Fiori: 2-6, tepali verdi o rosati, chiusi a formare un cascoallungato, labello trilobo, con un’unica grossa callositàbasale rosso scuro, lobi laterali quasi completamentenascosti nel casco, lobo mediano linguiforme ad apiceacuto, variabilissimo in colore (giallastro, rosa, rosso por-pora, biancastro).Fioritura: da metà marzo a fine giugno.Ambiente: indifferente al substrato, in prati, garighe,macchie rade, acquitrini, boschi radi, pinete costiere,sino ai 1100 metri.Distribuzione: Europa meridionale e Nord Africa. InSardegna è comune ovunque, spesso in gruppi moltonumerosi.

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Genere Serapias

Serapias todaroi subsp. cyrnosardoaLorenz R., Giotta C., Manca A. & M. Piccito 2015 Pianta: alta 10-25 cm, infiorescenza rada e pauciflora.Fusto: verde, slanciato e tondeggiante.Foglie: 3-6, lineari-lanceolate, le superiori più piccole eguainanti.Fiori: 2-5, tepali rosati, chiusi a formare un casco allunga-to; labello trilobo color rosso mattone, con due grossecallosità basal1 parallele concolori; lobi laterali quasicompletamente nascosti nel casco; lobo mediano lin-guiforme ad apice acuto. Fioritura: da metà marzo a fine maggio.Ambiente: indifferente al substrato, in prati, garighe,macchie rade, boschi radi.Distribuzione: endemica di Sardegna, Corsica e isolad’Elba.Note: Specie di origine ibridogena generata da S. linguax S. parviflora.

Genere Serapias

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Genere Serapias

Genere SerapiasSerapias nurrica subsp. nurrica Corrias1982A questa specie devono essere ricondotte le segnala-zioni per la Sardegna di S. vomeracea, che non è inrealtà presente nell’isola.Pianta: alta 20-35 cm, infiorescenza densa e corta. Fusto: macchiato di rosso porpora.Foglie: numerose lungo tutto il tronco, lineari-lan-ceolate, le superiori guainanti, le basali macchiate dirosso porpora.Fiori: 4-8, tepali grigio rosato, chiusi a formare uncasco allungato, labello trilobo, con due callositàbasali nere divergenti in avanti, lobi laterali quasiinteramente nascosti dal casco e lobo medianoovato-lanceolato, bruno-rossastro con netto margi-ne chiaro.Fioritura: da metà aprile a inizio giugno.Ambiente: in pinete costiere e macchia arbustivasino a 850 metri, in Sicilia sino ai 1000 metri.Distribuzione: Una volta ritenuta endemica dellaSardegna, è stata segnalata anche per il sud dellaCorsica, in Sicilia, a Minorca, in Tunisia e dubitati-vamente per la Calabria. Ovunque molto rara, inSardegna si trova per lo più lungo la fascia costiera,nel nord-ovest, nell’arcipelago della Maddalena,lungo la costa centro-orientale, Isola di San Pietro,Oristanese, Iglesiente, massiccio del Limbara.Di questa specie sono state descritte alcune inte-ressanti sottospecie e varietà: è stata monitoratauna stazione in cui convivono con la forma tipicadiverse piante a fiori completamente bianchi,numerose piante con i fiori rosso mattone scuro euna forma apocromatica completamente verde. Laparticolarità di queste forme è che la prima a fiorire è la varietà alba, seguita, a circa una setti-mana di distanza, da quella rosso scuro e a nonmeno di 15-20 giorni dalla forma tipica e da quellaapocromatica.

A lato, nell’immagine piccola, la forma apocromatica

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Genere Serapias

varietà alba

Serapias nurrica subsp. santuingensis Senis,Grasso e Orrù 2011Questa sottospecie di S. nurrica si differenzia per il label-lo con epichilo stretto e acuminato, la pelosità rada, latotale mancanza di callosità basali nell’ipochilo e laforte tendenza alla cleistogamia. Sino ad ora è notaun’unica stazione, che consta di alcune centinaia di indi-vidui, vegetante in un bosco ad eucalipto nel territoriodel comune di S. Gavino Monreale. A causa di lavori didisboscamento in esecuzione nell’area, questa stazioneè fortemente a rischio di estinzione.

Genere Serapias

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Genere Serapias

mancanza di callosità basali

Genere OphrysOphrys fusca subsp. lupercalis (Devillers-Terschuren e Devillers) Kreutz 2006Pianta: alta 10-30 cm Foglie: ovato-lanceolate. Fiori: 2-10, più piccoli che in fusca (labello lungo 10-18 mm), la macula è grigio-bluastra con toni nera-stri, i rigonfiamenti basali meno marcati. Manca lazonatura. Il bordo giallo-verdastro è assente. Per ilresto simile a fusca.Fioritura: da fine febbraio a metà aprile. Ambiente: su substrati calcarei, in terreni aridi, gari-ghe, macchia rada, scarpate sassose. Distribuzione: Portogallo, Spagna, Francia meridio-nale, Algeria settentrionale e Italia. In Sardegna pre-valentemente nella parte centro-orientale. Note: secondo alcuni autori O. lupercalis rientrereb-be nella variabilità intraspecifica di Ophrys fuscadella quale perciò sarebbe semplice sinonimo.

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Genere Ophrys

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Ophrys fusca subsp. fusca Link 1800Pianta: alta 10-35 cm. Foglie: ovato-lanceolate. Fiori: 2-10, grandi (labello lungo 15-22 mm. tepali esterniverdi, ovati, tepali interni lunghi 2/3 degli esterni, stretti,giallo-verdastri, labello trilobato, lobi laterali più corti delmediano e mediano a sua volta bilobato all’apice; il colore èbruno più o meno scuro con nella parte basale una maculaindivisa grigio-bluastra quasi glabra, spesso marezzata dibruno-rossiccio. Manca la zonatura. Il bordo è giallo-verda-stro, e la pagina inferiore è verde talvolta con sfumaturerossicce al centro. Sono presenti due marcati rigonfiamentilongitudinali paralleli alla base del labello, in corrisponden-za della parte basale della macula grigio bluastra. Fioritura: da inizio marzo a metà maggio. Ambiente: su substrati calcarei, in prati, gariga e macchiarada, sino ai 1100 metri (in Sardegna attorno ai 700-800metri. Distribuzione: sud del Portogallo, della Spagna, dellaFrancia e del’Italia, Baleari, Sardegna e Algeria. note: molti autori negano la presenza di fusca inSardegna, affermando che nell’isola non è mai stato ritro-vato l’impollinatore specifico di questa sottospecie, l’ime-nottero Colletes cunicularius. Nondimeno abbiamo rinve-nuto nelle Baronie esemplari con tutte le caratteristichedi O. fusca fusca, che illustriamo in questa pagina e, anchese in altra località (Gallura), anche Colletes cunicularis cheè perciò presente in Sardegna.

Genere OphrysOphrys fusca subsp. funerea (Viviani)Arcangeli 1882Sinonimia: Ophrys zonata Devillers-Terschuren eDevillers 1982. Secondo alcuni autori zonatapotrebbe essere una specie valida. Le foto di que-sta pagina sono da riferire alla varietà zonata,che si distingue per le dimensioni maggiori(altezza della pianta 10-30 mm contro 5-20 difunerea, labello lungo 10-14 mm invece che 9-11),per una più netta zonazione concentrica indiversi colori del labello, per l’asse longitudinaledel labello più fortemente genicolato e per la fio-ritura più tardiva. Nella pagina a fianco, esem-plari della tipica fusca subsp. funereaPianta: piccola, gracile, alta 5-20 cm, inflorescen-za rada e pauciflora.

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Genere OphrysFoglie: le 3-4 basali ovato-lanceolate, le 1-2 superioriabbraccianti il fusto. Fiori: 1-9, piccoli, labello 9-11 mm, tepali esterni verdi,ovati, a margine ottuso, tepali interni lunghi 2/3 degliesterni, bruno-olivastri, nastriformi, a bordo ondulatoed apice arrotondato. Labello trilobo, lobi laterali piùcorti del mediano coi bordi ribattuti verso il basso elobo mediano bilobato all’apice, allungato, vellutato,genicolato alla base. Colore bruno più o meno scurocon macula bilunulata grigio-bluastra quasi glabranella parte basale, talora marezzata di scuro; è presen-te una zona più chiara, rossiccia, più o meno contra-stata, tra la macula basale bluastra e l’apice del label-lo bruno. L’intero labello ha un sottile bordo giallo-ver-dastro o rossastro, e la pagina inferiore è verde.Mancano i rigonfiamenti alla base del labello presen-ti in lupercalis. Ginostemio breve, ottuso.Fioritura: da inizio marzo a metà maggio. Ambiente: su substrati calcarei, in garighe, macchierade, pascoli aridi e asciutti, sino ai 1000 metri. Distribuzione: Francia meridionale, Corsica, costetirreniche d’Italia, Sicilia e Sardegna, dove è alquantorara la tipica funerea, ma è comune la forma zonata.

Genere OphrysOphrys fusca subsp. ortuabis (Grasso e Manca)Kreutz 2004 Pianta: molto piccola ed esile, alta 3-10 cm, pauciflora. Foglie: ovato-lanceolate. Fiori: 1-3, simili a quelli di funerea, ma molto piccoli,(labello lungo 7-10 mm) e con labello piano o legger-mente concavo (i bordi non sono mai ribattuti verso ilbasso), non genicolato alla base, bordo giallo oro o ros-siccio netto e ben evidente.Fioritura: da inizio marzo a metà aprile; nella stessazona, solitamente, funerea fiorisce tre settimane dopo. Ambiente: l’unica stazione nota è su terreno calcareo, ingariga a Rosmarinus officinalis, attorno ai 700 metri. Distribuzione: Endemica della Sardegna, dove è statarinvenuta sinora solo in Sarcidano, sulla costa nelMarghine e nella Nurra.

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Genere OphrysOphrys iricolor subsp. eleonorae (Devillers-Tersch. & Devillers) Paulus &Gack 2004Sinonimia: Ophrys eleonorae Devillers-Terschuren e Devillerspianta: slanciata, alta 20-50 cm, infiorescenza pauciflora. Fiori: pochi, 1-4, molto grandi (labello lungo 16-26 mm), tepali esterni subovali,verdi, tepali interni nastriformi, lunghi 2/3 degli esterni, giallo-verdi con sfu-mature bruno-rossicce, labello trilobo, largo, lobo mediano più lungo dei late-rali e bilobato all’apice; parte apicale del labello vellutata, di colore bruno-ros-siccio, metà basale occupata da una macula bilunulata glabra di colore azzur-ro vivo uniforme, margine del labello talvolta con un sottile bordo giallo, pagi-na inferiore rosso arancio o porpora, talvolta con bordo verde. Ginostemiobreve e ottuso. Fioritura: da inizio marzo a metà maggio. Ambiente: macchie e garighe, sino ai 900 metri. Distribuzione: endemica di Corsica e Sardegna, dove è comune.

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Genere OphrysOphrys lutea subsp. corsica (Soleirol ex G. Foelsche & W.Foelsche) Kreutz 2007.

Tradizionalmente sono state considerate in passato presenti inSardegna due sottospecie di O. Lutea: 1) O. lutea Cavanillessubsp. lutea e 2) O. lutea Cavanilles subsp. minor (Todaro) O. & E.Danesch (=O. sicula Tineo). In realtà lo sfumare delle due formeimpercettibilmente l’una nell’altra, per la presenza di esemplariintermedi, numericamente prevalenti sui due estremi, facevapensare di trovarsi di fronte ad un’unica popolazione, forse ori-ginata per ibridazione con introgressione delle specie parentali.Di conseguenza negli ultimi anni si è prima negata la presenzanel territorio regionale di O. lutea subsp. lutea e confermata lasola O. lutea subsp. minor, poi si è ipotizzata l’appartenenzadell’intera popolazione sarda ad una terza entità, intermedia frale prime due, descritta inizialmente per la Corsica col nome di O.corsica Soleirol ex Foelsche.Pianta: alta 5-25 cm, gracile, con inflorescenza pauciflora.

Foglie: ovato-lanceolate, 3-4 in rosetta basale 1-2 superioriinguainanti il fusto.Fiori piccoli (labello lungo 9-12 mm), brattee nettamente piùlunghe dell’ovario, tepali esterni verdi, ovati e tepali interniverdi-giallastri, subrettangolari, lunghi poco più della metàdegli esterni. Labello trilobo, fortemente genicolato verso ilbasso (angolo di 40-60°), lobo centrale a sua volta bilobo all’api-ce e lobi laterali larghi. Il colore è giallo nella parte periferica dellabello, mentre il centro è occupato da una ristretta macula gri-gio-bluastra, coperta da corta peluria grigiastra; tra la macula eil bordo giallo è presente una zona rosso-bruna a margini netti.La cavità stigmatica è bassa e stretta.Fioritura: da inizio marzo a fine maggio.Distribuzione: sia la sottospecie lutea lutea che lutea minorsono a distribuzione mediterranea, con maggior presenza dellaseconda nei paesi più meridionali e nelle isole. La sottospeciecorsica è endemica di Corsica e Sardegna.

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Genere OphrysOphrys subfusca subsp. liveranii Orrù eGrasso 2004pianta: robusta, vistosa, alta 30-45 cm, a inflorescen-za lassa. Foglie: circa 6, ovato lanceolate, stese sul terrenotranne le 2-3 più alte che sono fascianti il fusto. Fiori: 4-8, grandi (labello 13-15,5 mm), con le prime 2bratee pari all’ovario le altre nettamente più corte.Tepali esterni giallo-verdastri, ovati, tepali interni verditalvolta con bordo giallo, tronchi all’apice. Labello leg-germente genicolato alla base (angolo di 10-20°),profondamente trilobo, con lobi laterali spesso appun-titi e lobo mediano cuneiforme a sua volta bilobo all’a-pice. Sono presenti alla base del labello due vistoseprotuberanze divise da un solco mediano. Il colore ègiallo nella parte periferica del labello, mentre il centroè occupato da una larga macula grigia o raramentebluastra, coperta da corta peluria biancastra; tra lamacula e il bordo giallo è presente una zona rossastrache sfuma progressivamente nel giallo del bordo. Lacavità stigmatica è alta e larga.Fioritura: da fine marzo a fine aprile. Ambiente: le stazioni sinora note sono ubicate in pinetecostiere a Pinus pinea, su terreno calcareo. Distribuzione: Endemica della Sardegna, dove èstata rinvenuta, sino ad ora, solo in pinete nellecoste occidentali e settentrionali (Sassarese,Oristanese e Sulcis).

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Genere OphrysOphrys subfusca subsp. lepida (S. Moingeon eJ. M. Moingeon) Kreutz 2015Pianta: esile, slanciata, alta 10-25 cm, con infiorescenzalassa di 2-8 fiori.Foglie: 4-6, ovato-lanceolate, con la più bassa avvizzitaalla fioritura e l’ultima inguainante lo scapo, verdi, bril-lanti, nettamente nervate di sotto. Fiori: grandi, con labello lungo 12-15 mm e largo 10-14, con-vesso sia longitudinalmente che trasversalmente, netta-mente trilobo, lobi laterali larghi e con i seni ben marcati,formanti un angolo di 45° col lobo mediano, che ècuneiforme, diviso in due lobi all’apice, spesso piegativerso l’alto, base con un’inginocchiatura dolce e progressi-va di 20-40° verso il basso, con macchia grigio-blu cheocupa da un terzo a metà del labello, spesso sfumata aibordi in un colore arancio, bordo giallo di 2 mm o più sepa-li verde chiaro, ovalari, il mediano ripiegato in avanti, petaliverde chiaro leggermente sfumati di giallo, subrettango-lari, bratee verdi nettamente più lunghe dell’ovaio. Lacavità stigmatica è stretta sia in altezza che in larghezza.Fioritura: da metà aprile a inizio maggio. Distribuzione Endemica della Sardegna, è statadescritta per il territorio di Laconi.

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Genere OphrysOphrys speculum Link 1800Sinonima: Ophrys ciliata Bivona-Bernardi; Ophrys ver-nixia subsp. ciliata (Bivona-Bernardi) Del Prete. Pianta: alta 5-25 cm, infiorescenza rada, pauciflora.Foglie: le basali ovate ad apice ottuso, le caulinari lan-ceolate ad apice acuto.Fiori: pochi, da 2 a 8, grandi, con tepali divergenti, oblun-ghi, ottusi, gli esterni lunghi, verdastri con 2 strie longi-tudinali rosso-bruno, gli interni corti, pubescenti e bru-nastri. Il labello è trilobo, bordato da una fascia di lunghipeli rossastri, con al centro un’area glabra, lucida, blubordata di giallo. I lobi laterali sono piccoli, volti in avan-ti, il mediano è privo di appendice. Ginostemio nonrostrato. Fioritura: da metà marzo a fine maggio. Ambiente: su substrato calcareo, in terreni aridi, garighe,macchia rada fino ai 1000 metri. Distribuzione: Paesi affacciati sul Mediterraneo, quasiovunque rara o molto rara tranne che in Sicilia eSardegna, dove è frequente.

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Ophrys bombyliflora Link 1800Pianta: piccola, tozza, alta 5-20 cm, pauciflora. Foglie: 4-8, a rosetta basale, corte, ovato-lanceolate. Fiori: pochi (1-5), molto piccoli, con tepali esterni verda-stri, larghi e arrotondati; tepali interni molto più corti,triangolari, brunastri con apice verde. Labello trilobo,con lobi laterali formanti due evidenti gibbosità pelose,e lobo mediano glabro, grigio nella parte basale e bruna-stro in quella apicale con apicolo evidente, verde e rivol-to indietro. Ginostemio molto corto e ad apice smusso. Fioritura: da metà marzo a metà maggio. Ambiente: su substrato calcareo, in macchie rade, gari-ghe, pascoli aridi, sino ai 900 metri. Distribuzione: Nei paesi sul Mediterraneo e Canarie. InSardegna è comune.

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Ophrys passionis subsp. garganica Nelsonex H.Baumann& R. Lorenz 2005Pianta: alta 20-50 cm, slanciata, infiorescenza lassa.Tepali esterni verdi, lanceolati ad apice ottuso; tepaliinterni tozzi, larghi, a margine fortemente ondulato dicolore variabile da verde a giallastro o rossastro, a voltecon margine più scuro. Labello bruno scuro o bruno por-pora, talora con margine giallo, gibbosità laterali assentio poco pronunciate. Macula a forma di U rovesciata o diH, bluastra o porpora. Apicolo assente o molto ridotto.Fioritura: da inizio marzo a fine maggio. Ambiente: in pascoli, scarpate, macchia e gariga. Distribuzione: Catalogna, Francia meridionale e Italiacentro-meridionale. In Sardegna ha areale discontinuoed è molto rara.

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Andrena pilipes in pseudocopulazione su Ophrys passionis subsp. garganica

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Ophrys incubacea subsp. incubacea Bianca1842Pianta: alta 20-50 cm, slanciata, infiorescenza lassa. Foglie: le basali ovato-lanceolate, le 2-3 superiori oblun-go-lanceolate. Fiori: 3-7, grandi, tepali esterni lanceolati ad apice ottusoe verdi, interni oblunghi e bruno-giallastri. Labello brunoscuro, con fitta peluria marginale e due gibbosità basaliconiche molto pronunciate con superficie interna lisciae bluastra. Macula a forma di H molto allungata, blua-stra. Apicolo assente o molto ridotto. Fioritura: da inizio marzo a fine maggio. Ambiente: indifferente al substrato, in pascoli, scarpate,macchia e gariga, fino ai 900 metri. Distribuzione: Portogallo, Spagna e Francia meridionali,Italia, Croazia e Albania. In Sardegna abbastanza comune.

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Nella foto in alto è documentato lo stretto contatto tra un fiore di O. incubacea e l’Apidae Osmia rufa. Ma in questo caso la comp-lessa ed evoluta tecnica adottata dall’orchidea, che imita l’aspetto e l’odore delle femmine di alcune specie di imenotteri per attirarei rispettivi maschi, da sfruttare per l’impollinazione, non c’entra. Infatti l’esemplare di Osmia rufa sorpreso sul fiore è una femmina,non può quindi essere stato attratto dalla prospettiva di trovare compagna per l’accoppiamento. Il genere Osmia è noto comeimpollinatore di diverse specie di Ophrys, ad esempio in Sardegna sono impollinate da specie di questo genere sia O. panattensische O. holosericea annae. In questo caso però l’ape si è fermata sul fiore, probabilmente per riposarsi, del tutto casualmente. Ciò nontoglie che anche questi contatti casuali possano a volte contribuire all’impollinazione dell’orchidea, che non necessariamente èquindi legata per la sua riproduzione ai soli insetti pronubi specifici.

Genere OphrysOphrys tenthredinifera Willdenow 1805Sinonimia: Ophrys neglecta Parlatore, Ophrys apriliaDevillers & Devillers-TerschurenPianta: robusta, alta 5-40 cm, ad infiorescenza densa.Foglie: larghe e corte, ovato-lanceolate, le basali a roset-ta, le 2 superiori erette e fascianti il fusto.Fiori: 3-10, grandi, con tepali esterni rosa o bianco-rosa-to, larghi, ovati, con nervatura centrale verde; tepaliinterni molto più corti, triangolari, vellutati, rosa scuro.Labello trapezoidale, di colore bruno rossiccio al centrocontornato da una fascia gialla e con alla base una pic-cola macchia violacea a forma di U o di H bordata da unasottile linea bianca; il margine è villoso, con un ciuffo dipeli più lunghi al di sopra dell’apicolo e alla base si nota-no due gibbosità poco evidenti. L’apicolo è grosso, curva-to all’insù e di colore giallo. Ginostemio corto e ottuso. Fioritura: da inizio marzo a fine maggio. Ambiente: specie adattabile, vive in tutti gli ambientifino ai 1000 metri. Distribuzione: Nei paesi del bacino mediterraneo. InSardegna è comune. Note: Secondo alcuni la popolazione sarda sarebbe daattribuire, a seconda della colorazione, della distribuzionedella pelurie e della forma del labello, ad O. neglecta o adO. aprilia, entità entrambe considerate però meri sinonimidi tenthredinifera dalla maggior parte degli autori.

Lusus per parziale fusione di due fiori84

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Ophrys tenthredinifera - variazioni di forme, dimensioni e colori in un’unica stazione

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Ophrys normanii Wood (Pro hybr.) 1983Pianta: alta 15-50 cm, infiorescenza densa. Foglie: ovato-lanceolate, la superiore avvol-gente il fusto. Fiori: 2-7, molto grandi, tepali esterni ovati, dabianco-rosato a rosa carico, tepali interni dellostesso colore degli esterni ma più scuri, trian-golari, vellutati. Labello trapezoidale, ampio,vellutato, bruno-nerastro al centro, giallastro,bruno chiaro o color miele ai bordi, con maculabasale piccola, glabra, grigio-azzurrastra. Apicologrande, giallo, rivolto all’insù. Ginostemio corto,acuto. Fioritura: da inizio aprile a fine maggio. Ambiente: macchia, radure e bordi dei boschi,sino a 400 metri. Distribuzione: Endemica della Sardegna, dovesi rinviene solo in Iglesiente. Note: specie ibridogena, originata dall’incrociotra Ophrys chestermanii e Ophrys tenthredinife-ra, fiorisce dopo tenthredinifera ma prima dichestermanii, ed è di aspetto intermedio fra ledue, ma di dimensioni, sia della pianta che deifiori, maggiore di entrambe.

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Ophrys apifera Hudson 1762Sinonimia: Ophrys arachnites Miller. Pianta: alta 15-50 cm, robusta, con inflorescenza lassa e pauci-flora Foglie: le basali ovato-lanceolate le superiori lanceolate avvol-genti il fusto. Fiori: 3-12, tepali esterni ovati, ottusi, bianchi, rosa o rosso porpo-ra con nervatura centrale verde, tepali interni molto più corti, da1/3 a 1/6 degli esterni, triangolari, vellutati, rosati o verdastri.Labello trilobo, coi lobi laterali formanti due gibbosità coniche elobo mediano convesso, bruno rossiccio con disegno nella partebasale composto da una macchia rosso-arancio a forma di W

contornata di giallo. L’apicolo è grosso, triangolare, fortementecurvato all’indietro tanto da non essere visibile dall’alto.Ginostemio terminante in un lungo rostro acuto. In Sardegnasono presenti anche: Ophrys apifera Hudson var. bicolor (sin. O.mangini Tallon) e Ophrys apifera Hudson var. fulvofusca Grassoet Scrugli. La prima è segnalata anche per il salernitano mentrela seconda è stata rinvenuta solo in Sarcidano. Fioritura: da inizio aprile a fine giugno. Ambiente: indifferente al substrato, in macchie rade, garighe,pascoli e radure dei boschi, fino ai 1000 metri. Distribuzione: Europa centro-meridionale e nord Africa. InSardegna è comune.

varietà bicolor

varietà fulvofusca

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Ophrys scolopax subsp. conradiae (Melki e Deschatres)Baumann, Giotta, Kunkele, Lorenz & Piccitto 1995Pianta: alta 10-55 cm, inflorescenza lassa e pauciflora.Foglie: erette, lanceolate. Fiori: 3-10, piccoli in proporzione alla pianta, tepali normal-mente verdi o bianchi con sfumature verdi, gli esterni ovato-lanceolati, gli interni lunghi da 1/3 a 1/2 degli esterni, triangola-ri, vellutati. Labello trilobo, lobi laterali conici, appuntiti, glabriinternamente e fortemente pelosi esternamente; lobo centralefortemente convesso, tanto da apparire ovalare, con apicologiallo, grosso, che può essere rivolto sia verso il basso che versol’alto. Il colore è bruno, con un complesso disegno solitamentecomposto da una macchia centrale scura rotonda contornatadi bianco, da cui partono ramificazioni viola scuro contornatedi bianco. È stata descritta un’ulteriore sottospecie, Ophrys sco-lopax subsp. sardoa Baumann, Giotta, Kunkele, Lorenz &Piccitto 1995, che dovrebbe distinguersi per avere fiori più pic-coli, lobi laterali più sottili, macula ridotta e apicolo rivolto inbasso. Ma questi caratteri possono presentarsi in tutte le pos-

sibili combinazioni in varie popolazioni di conradiae, per cuiriteniamo che rientri nel range di variabilità di quest’ultima.Fioritura: da inizio maggio a fine giugno. Ambiente: indifferente al substrato, su terreni asciutti, aridi, ingarighe, macchie e pinete costiere, sino a 900 metri. Distribuzione: un tempo ritenuta endemica di Sardegna eCorsica, è stata recentemente ritrovata anche in Gargano; non ècomune.Note: Nelle foto vengono rappresentati i due estremi (conradiaee sardoa) e varie forme intermedie.

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Ophrys scolopax subsp. picta (Link) Kreutz2004Sinonimia: Ophrys sphegifera Willdenow. Pianta: esile, alta 15-40 cm. Si distingue da conradiaeper la fioritura molto precoce e per avere i tepaliesterni bianco-verdastri con sfumature rosate o vio-lacee, gli interni pure biancastri o violacei e lineariallungati, i fiori leggermente più grandi, lobi lateralipiù sottili e allungati, lobo centrale molto stretto. Fioritura: da metà marzo a metà aprile. Ambiente: garighe, oliveti, macchia rada. Distribuzione: Nord Africa, Pantelleria e Sardegna,dove è stato sinora rinvenuto un unico esemplarenel Sarcidano e un altro nel Medio Campidano.

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Genere OphrysOphrys sphegodes subsp. praecox Corrias 1983Pianta: alta 15-45 cm. Foglie: 4-6, oblungo-lanceolate, le superiori più corte eabbraccianti il fusto. Fiori: 5-7, tepali esterni oblungo-lanceolati, bianchi connervatura centrale verde, tepali interni lineari-nastriformi,biancastri con bordo giallo ocra, lunghi 2/3 degli esterni,ottusi o troncati all’apice e con bordo ondulato. Labello dabruno scuro a bruno rossastro, generalmente intero e privodi gibbe, talvolta con due gibbe basali poco sviluppate.Disegno a forma di H, grigio-bluastro contornato di bianco.Apicolo molto piccolo o assente.Fioritura: da inizio marzo a fine aprile. Ambiente: su terreno calcareo, in terreni incolti, garighe,pascoli aridi. Distribuzione: Endemica della Corsica, dove è limitata aidintorni di Bonifacio, e della Sardegna, dove la si può rinveni-re solo nel sassarese e in un’unica stazione dell’oristanese.

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Ophrys exaltata subsp. morisii (Martelli) DelPrete 1984 Pianta: alta 15-50 cm, Foglie: ovato-oblunghe, la più alta avvolgente il fusto. Fiori: 4-12, molto variabili in forma, colore e disegno.Tepali oblungo-lanceolati, di colore biancastro, bianco-verdastro o roseo, sempre con nervatura centrale verde;tepali interni lunghi 2/3 degli esterni, nastriformi, conmargine ondulato e apice ottuso o tronco, colore gialla-stro, verdastro o roseo. Labello variabilissimo, da intero eprivo di gibbe a fortemente trilobo e gibboso, può esseretrapezoidale, od ovalare o quasi triangolare. Il colore dibase è bruno-rossiccio, con disegno di colore grigio-bluastro a forma di H, di U rovesciata, di X, di W, o com-posto da due semplici linee parallele o più complesso,solitamente contornato di bianco. Apicolo piccolo masempre evidente, acuto, rivolto in avanti.Fioritura: da inizio marzo a metà maggio. Ambiente: indifferente al substrato, in macchie, garighe,pascoli, boschi radi e luminosi, fino ai 1000 metri. Distribuzione: Endemica di Sardegna e Corsica. InSardegna è a distribuzione discontinua, ma in alcunelocalità la si può rinvenire in gran numero. Note: per questa specie è stata ipotizata un’origine ibrido-gena-introgressiva relativamente recente, il che spieghe-rebbe la forte variabilità dovuta all’emergere nei vari esem-plari dei diversi caratteri delle specie genitrici, ormai scom-parse in Sardegna in quanto riassorbite dalla nuova specie.

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Ophrys panattensisScrugli, Cogoni e Pessei (Pro hybr.) 1992Pianta: slanciata, alta 20-50 cm, inflore-scenza rada, pauciflora. Foglie: ovato-oblunghe.Fiori: 2-6, molto variabili soprattutto per laforma del labello, che può essere stretto eallungato o largo, intero o trilobo. Il colore èbruno-rossastro con bordi pelosi solita-mente più chiari, giallastri o rossastri. Ildisegno, grigio-bluastro, talvolta contorna-to di bianco è di forma variabile, di H, X, Urovesciata, W, od è ridotto a due o quattromacchie simmetriche isolate. L’apicolo ègrosso, triangolare o tridentato, di coloregiallo. I tepali sono invece meno variabili,gli esterni ovalari, biancastri o rosati, gliinterni dello stesso colore degli esterni elunghi circa metà di essi, lineari oblunghi. Fioritura: da inizio aprile a metà maggio. Ambiente: su substrati calcarei, in garighe,macchie rade, pascoli aridi, bordi deiboschi, sino agli 800 metri. Distribuzione: Endemica della Sardegna,la si trova nei massicci calcarei centroorientali; segnalata anche per il sassarese.

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Ophrys holosericea subsp. annae (Devillers-Terschuren eDevillers) Baumann, Giotta, Kunkele, Lorenz & Piccitto 1995Sinonimia: Ophrys holoserica (Burm.) Greuter subsp. annae(Devillers-Terschuren e Devillers) Baumann et al..Pianta: alta 15-40 cm, ad inflorescenza lassa. Foglie: ovato-lanceolate, la più alta avvolgente il fusto. Fiori: 2-10, tepali esterni ovalari, rosa o bianco-rosato con nervatu-ra centrale verde, tepali interni triangolari, da 1/3 a 1/2 in lunghez-za degli esterni, rosa scuro o porpora. Labello intero, trapezoidale,

vellutato, bruno scuro o bruno rossiccio con disegno molto varia-bile, normalmente assai esteso, contornato di bianco. Le due gib-bosità basali possono essere appena accennate o mancare deltutto. Apicolo molto grosso ed evidente, rivolto in avanti.Fioritura: da fine marzo a inizio giugno. Ambiente: su substrato calcareo, in pascoli, macchie rade, gari-ghe, boschi molto radi e luminosi, sino ai 900 metri. Distribuzione: Endemica di Corsica e Sardegna, dove è disconti-nuamente presente in tutte le province.

Genere Ophrys

Genere Ophrys

Genere OphrysOphrys holosericea subsp. chestermaniiWood 1982Pianta: alta 10-40 cm, con infiorescenza rada e pauciflora. Foglie: spaziate, lanceolate acute. Fiori: molto grandi, pochi (2-6), tepali esterni rosati obianco rosato, con nervatura verde centrale ed apiceacuto; tepali interni molto più piccoli degli esterni, stretti,rosati, biancastri o verdastri. Labello grande, trapezoidale,vellutato, con grossa appendice rivolta verso l’alto e duegibbosità basali poco sviluppate; è di colore bruno scurocon piccola macchia blu-violacea a forma di H alla base. Fioritura: da fine marzo a metà maggio. Ambiente: nella macchia, ai margini dei boschi e nelleradure, tra 400 e 600 metri. Distribuzione: Endemica della Sardegna, in Iglesienteed Ogliastra.

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Genere CephalantheraCephalanthera damasonium (Miller) Druce 1906Pianta: robusta, alta 15-60 cm, infiorescenza rada. Foglie: poche, al massimo 6, lunghe circa il doppio dellalarghezza, ovate od ovato-ellitiche, distanziate, abbrac-cianti, le mediane più grandi delle inferiori e superiori. Fiori: da 4 a 12, di colore bianco-giallastro, socchiusi,senza sperone. Tepali esterni ad apice acuto e interni,più corti, ad apice ottuso. Labello più corto dei tepali, con3-5 creste longitudinali giallo-arancio. Fioritura: da metà maggio a inizio luglio. Ambiente: in boschi e macchia alta, all’ombra, su terrenicalcarei, da 400 a 1200 metri. Distribuzione: Europa centro-meridionale ed Anatolia.In Sardegna è rara, presente nella parte centro-orientaledell’isola.

Genere CephalantheraCephalanthera rubra (Linné) Richard 1817Pianta: esile, alta 10-40 cm, infiorescenza rada. Fusto: pubescente. Foglie: erette e lanceolato-allungate. Fiori: pochi, da 3 a 15, grandi, color rosa-porpora, consia il labello che i tepali esterni ed interni ad apiceacuto. Fioritura: da fine maggio a inizio luglio.Ambiente: su substrato calcareo, in boschi e radureda 800 a 1000 metri.Distribuzione: Europa centro-meridionale, Asia sinoal Caspio, Nord Africa. In Sardegna è rara, con pochestazioni nella parte centrale dell’isola ed iglesiente.

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Genere Cephalanthera

Genere CephalantheraCephalanthera longifolia (Linné) Fritsch 1888Pianta:più esile della precedente, alta 10-50 cm, infiorescenza rada. Foglie. numerose, lunghe 4-5 volte la larghezza, lanceolate olineari-lanceolate, scanalate. Fiori: simili a quelli di C. damasonium, ma più numerosi, da 10sino a 40 e di colore bianco candido. Fioritura: da metà aprile a tuttogiugno. Ambiente: indifferente al substratopredilige luoghi ombrosi e freschicome boschi o macchia alta, dai 400ai 1200 metri. Distribuzione: ampiamente distri-buita nell’Europa centro-meridionaleed in Asia sino all’Himalaya. InSardegna è la più comune delle treCephalanthera, anche se a distribu-zione discontinua.

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Genere Cephalanthera

Genere EpipactisEpipactis helleborine subsp. helleborine (Linné) Crantz 1769Pianta: alta 20-100 cm, infiorescenza allungata, densa, unilaterale. Fusto: sottile, leggermente pubescente. Foglie: disposte a spirale, sottili, a bordi diritti, le inferiori da tondeggianti ad ovato-lanceolate, le superiori lanceolato-allungate. Fiori: numerosi, sino a 100, con tepali divergenti, ovati, gli esterni verdastri e gli inter-ni rosei, biancastri, verdastri o rosso porpora, labello più corto dei tepali, con ipochiloemisferico, concavo, bruno scuro o porpora all’interno verde rosato all’esterno, epichi-lo cuoriforme, con due gibbosità alla base e colore molto variabile (rosato, biancastro,rosso porpora, verdastro). Fioritura: da fine aprile a inizio luglio. Ambiente: su substrato calcareo o leggermente acido, in ombra nei boschi e nellamacchia alta, dai 400 ai 1100 metri. Distribuzione: in Europa, Asia settentrionale, Nord Africa e Nord America. InSardegna non è comune, presente soprattutto nella parte centrale. Note: È stata ipotizzata la presenza in Sardegna di Epipactis meridionalisH. Baumann& R. Lorenz 1988, ma non è stato possibile rinvenire, ne tra le centinaia di piantineosservate personalmente, ne tra il materiale fotografico di altri orchidiologi o dispo-nibile sul web, riferito alla flora della regione, nessun esemplare che soddisfi le carat-teristiche della specie. Riteniamo pertanto prudente non includerla per ora tra le spe-cie sarde, in attesa di ulteriori dati.

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Genere Epipactis

Genere EpipactisEpipactis helleborine subsp. tremolsii(Pau) Klein 1979Pianta: alta 30-65 cm, molto simile alla precedente, sene distingue per avere il fusto più robusto, le fogliesemierette, molto coriacee, scanalate, fortemente ondu-late sui margini e abbraccianti il fusto. Bongiorni* osser-va come delle tipiche helleborine subsp. tremolsiimessein ombra dalla crescita di arbusti, nel corso degli annicambiarono il loro aspetto per divenire indistinguibilida helleborine subsp. helleborine. Potrebbe quindi trat-tarsi di un semplice ecotipo di quest’ultima. Fioritura: da metà aprile a fine giugno.Ambiente: in piena luce in radure luminose e prati aridi,da 400 a 700 metri.Distribuzione: Catalogna, Francia meridionale, Algeria,Marocco, Sardegna ed Emilia. In Sardegna è rara, conpoche stazioni nell’Iglesiente e nella parte centro-orien-tale dell’isola.

* BONGIORNI L. 2005. Le orchidee spontanee del piacentino, 1-163. Planorbis editore, Reggio Emilia.

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Genere EpipactisEpipactis muelleri Godfery 1921Pianta: alta 20-70 cm, infiorescenzadensa, multiflora. Fusto: pubescente nella metà superiore. Foglie: ovato-lanceolate, coriacee, ondu-late al margine.Fiori: numerosi, sino a 40, semichiusi,con tepali bianco-verdastri ovato-lan-ceolati, labello più corto dei tepali, bian-castro sfumato di rosa alla base, con ipo-chilo all’interno porpora ed epichilo cuo-riforme, con due piccole gibbosità rosatee lisce alla base; è assente il rostrello. Fioritura: da fine giugno a metà luglio.Ambiente: su substrato calcareo, inboschi e radure da 700 a 800 metri.Distribuzione: Europa centro-occiden-tale. In Sardegna ci è nota un’unica sta-zione, in Sarcidano.

Genere Epipactis

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Epipactis exilis Delforge 2004Sinonimia: Epipactis persica subsp. gracilis (B. &H. Baumann)Rossi, Epipactis gracilis B & H Baumann, Epipactis baumanniorumStröhle.Pianta: esile, alta 15-40 cm, infiorescenza rada, unilaterale. Fusto: sottile, flessuoso, leggermente pubescente verso l’alto. Foglie: 2-4, solo nella parte superiore del fusto, ovato-ellitiche,carenate.Fiori: 3-15, piccoli, con tepali divergenti, verdi, gli interni più corti,larghi e chiari degli esterni, labello più corto dei tepali, con ipochi-lo a forma di coppa, verde brunastro all’interno e verde all’esterno,epichilo triangolare, bianco verdastro, con due gibbosità alla basebianco-rosate. Fioritura: da metà giugno a metà luglio. Ambiente: in boschi di leccio da 700 a 1000 metri. Al di fuori dellaSardegna prevalentemente in faggete tra 800 e 1600 metri.Distribuzione: Areale discontinuo, in Grecia settentrionale,Bulgaria, Italia meridionale e Sardegna. In Sardegna è rara, conpoche stazioni in Ogliastra, Sarcidano e nell’Oristanese.

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Genere EpipactisEpipactis microphylla (Ehrhardt) Swartz 1800Pianta: esile, alta 10-45 cm, infiorescenza moltorada, unilaterale.Fusto: pubescente, sottile e flessuoso. Foglie: 4-6, piccole, corte e distanziate, le inferioriovato-ellittiche le superiori lanceolato-allungate.Fiori: piccoli, semichiusi, con tepali grigiastrivenati di porpora all’esterno e verdastri all’interno,divergenti, ovati, gli interni più larghi degli esterni,labello più corto dei tepali, bianco-verdastro, conipochilo concavo, epichilo cuoriforme, con unagibbosità biancastra alla base a forma di Y. Fioritura: da inizio maggio a inizio luglio. Ambiente: prevalentemente su substrato calcareo,in ombra, in boschi di latifoglie, dai 500 ai 1200metri. Distribuzione: in quasi tutta Europa e in Asia sinoal Caspio. In Sardegna la si può trovare inIglesiente, nell’Oristanese, in Ogliastra, Gallura eSarcidano.

Genere EpipactisEpipactis palustris (Linné) Crantz 1769Pianta: alta 20-60 cm, infiorescenza molto rada e unila-terale. Fusto: pubescente e più scuro nella parte superiore. Foglie: 4-8, oblungo-lanceolate, progressivamente piùpiccole dal basso in alto.Fiori: grandi, con tepali verde-rosato all’esterno e rossa-stri all’interno, divergenti, lanceolati, gli interni più cortie stretti degli esterni, labello più lungo dei tepali, ipochi-lo grigiastro con striature porpora e lobi laterali eretti,strozzatura tra ipochilo ed epichilo molto marcata, epi-chilo bianco, rotondeggiante, con due gibbosità gialla-stre alla base.Fioritura: da metà giugno a fine luglio.Ambiente: su suoli calcarei o neutri, in paludi, acquitrini,sponde di corsi d’acqua, da 700 a 900 metri.Distribuzione: in quasi tutta Europa e in Asia centro-settentrionale. In Sardegna è presente solo in Sarcidano.

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Genere Epipactis

Genere Limodorum

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Limodorum abortivum (Linné) Swartz 1799Pianta: robusta, alta 20-80 cm, infiorescenza radae allungata.Fusto: brunastro o violaceo.Foglie: piccole, bratteiformi, guainanti il tronco,grigio-violacee.Fiori: da 6 a 25,grandi, violacei, tepali lanceolati acuti,gli esterni più lunghi e larghi degli interni, labello piùcorto dei tepali, triangolare. Sprone lungo (15-25 mm)e rivolto in basso. Talvolta capita che i fiori non sischiudano e la pianta effettui l’autofecondazione.Fioritura: da metà aprile a fine giugno. Ambiente: indifferente al substrato, in boschi, radu-re, pinete costiere e macchia alta, sino ai 1200 metri.Distribuzione: Europa centro-meridionale, in Asiasino all’Iran e in Nord Africa. In Sardegna è diffusoma non molto comune.

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Genere Limodorum

Genere Limodorum

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Limodorum trabutianum Battandier 1886Pianta: alta 20-70 cm, molto simile alla precedente, dalla qualesi distingue per avere infiorescenza più densa, sprone assenteo cortissimo (2-3 mm), labello nastriforme spatolato invece chetriangolare, ginostemio più grosso.Fioritura: da inizio maggio a inizio giugno.Ambiente: su substrato calcareo, in boschi e radure da 400 a700 metri. Distribuzione: Portogallo, Spagna e Francia meridionali,Marocco, Algeria. In Italia solo in Sardegna, Sicilia, Toscana eLazio. In Sardegna raro, in Iglesiente e Ogliastra.

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Genere NeottiaNeottia nidus-avis (Linné) Richard 1817Pianta: alta 15-50 cm, interamente di colore giallo-bruno, infiorescenza densa, allungata, multiflora. Fusto: pubescente, robusto. Foglie: ridotte a grosse squame guainanti il fusto.Fiori: numerosi, da 15 a 50, tepali ovati e ottusi, formantiun casco ampio e lasso, labello lungo il doppio dei tepali,bilobo all’apice, sperone assente. Fioritura: da fine aprile a inizio luglio. Ambiente: boschi ombrosi di latifoglie da 400 a 1000metri.Distribuzione: in Europa ed Asia sino al Giappone e in NordAfrica. In Sardegna è rara, presente nella fascia centrale.

Genere ListeraListera ovata (Linné) Brown 1813Pianta: slanciata, alta 20-60 cm, interamente verdecompresi i fiori, infiorescenza rada ed allungata.Fusto: pubescente.Foglie: solo due, nella parte inferiore del fusto, suboppo-ste, grandi, ovate, ottuse.Fiori: numerosi (20-80), piccoli, con tepali ovalari riunitia formare un casco lasso, labello lungo, profondamentebiforcato all’estremità.Fioritura: da inizio maggio a inizio luglio.Ambiente: indifferente al substrato, in boschi freschi eombrosi, acquitrini e prati umidi, da 600 a 1100 metri. Distribuzione: in quasi tutta Europa, Asia settentriona-le e Canada. In Sardegna nella parte centrale dell’isola.

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Le orchidee sono, relativamente aitempi geologici, un gruppo vegetalegiovane e malgrado il gran numero dispecie queste sono ancora genetica-mente molto vicine le une alle altre. Ciòcomporta un’estrema facilità all’ibrida-zione fra specie simili. Anche inSardegna sono numerosi gli ibridi giànoti, e certamente altri verranno scoperti in futuro. Lapresenza di questi esemplari sconcerta spesso chi liritrova, non rientrando essi nelle descrizioni di nessu-na specie, riteniamo quindi utile illustrare tutti quelliche abbiamo ritrovato nell’isola. Un ibrido ha unnome simile a quello delle spe-cie, ma ha sempre il simbolo x(da leggersi per) tra il nome delgenere e quello della specie. Adesempio il più comune ibridorinvenibile in Sardegna, l’incro-cio fra Anacamptis papiliona-cea e Anacamptis longicornu èchiamato Anacamptis x borne-mannii. L’ibridazione è general-mente un evento sporadico,ma talvolta diviene tanto fre-quente da costituire popola-zioni consistenti, che talvoltadanno origine ad una vera epropria specie nuova, dettaspecie ibridogena. In questocaso possono avvenire duefenomeni: gli ibridi della nuovapopolazione si incrociano oltreche fra di loro, anche con lespecie parentali, che vengonoriassorbite. (introgressione),

oppure gli ibridi non si incrocianocon le specie parentali, ad esempioperché hanno un diverso periodo difioritura, o perché hanno un diversoinsetto pronubo, e si isolano da esse.Nel caso delle specie ibridogeneintrogressive c’è una grande variabi-lità perché la percentuale di corredo

genetico dei due (o più) genitori è diverso daesemplare ad esemplare. Nella specie ibridogenaisolata invece ogni esemplare ha 50% di corredogenetico di un genitore e 50% dell’altro, apparen-do intermedio fra i due ma con minore variabi-

lità. Un’entità ibridogenaintrogressiva è probabil-mente Ophrys exaltatamorisii, nata da due o piùspecie del gruppo di O.exaltata e O. thirrena, chesono ne l l a no s t rareg i one totalmentescomparse, in quantoriassorbite dalla nuovaspecie. Un processo dispeciazione con forma-zione di una nuova specieibridogena introgressivapotrebbe essere in attofra diverse sottospecie diOphrys lutea presenti inSardegna, dove trovia-mo popolazioni assaipolimorfe, intermedie fradue estremi ormai raris-simi, se non già total-mente assenti. Specie

Gli ibridi e gliesemplariteratologici

Op. exaltata morisii x Op. speculum Op. exaltata morisii x Op. speculum

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ibridogena isolata è invece Ophrys normanii, cheavendo una fioritura sfasata rispetto alle dueparentali O. holosericea chestermannii e O. tenth-redinifera ha preso una sua strada autonoma.Altra specie di pre-sunta origine ibrido-gena sarebbeDactylorhiza insula-ris nata per ibrida-zione tra D. romana eD. sambucina, (mairinvenute inSardegna). Oltre chela presenza di ibridi,complica il lavoro dichi voglia determi-nare la specie delleorchidee che incon-tra, il non infrequen-te riscontro di esem-plari aberranti, oteratologici. Si trattadi alterazioni delcolore o più rara-mente di forma.Alcune di questeaberrazioni sonoconseguenza dimutazioni geneticheper cui possono esse-re trasmesse allegenerazioni succes-sive, sempre che l’e-semplare teratologico non sia sterile. Può capitareperciò di trovare intere popolazioni nelle quali tuttigli esemplari presentano il carattere anomalo,

come nel caso di alcune stazioni di Anacamptis pyrami-dalis del Medio Campidano, dove tutte le piante pre-sentano marcata apocromia dei fiori. L’apocromia,ossia l’incapacità da parte della pianta di sintetizzare

alcuni pigmenti, è l’aber-razione più comune. Intal caso uno o più coloripossono mancare, o nelfiore o più raramente nelfusto e nelle foglie. Percontro l’ipercromia con-siste in una eccessiva pre-senza di pigmenti, per cuiil fiore appare più scurodel normale. Anche leanomalie di forma, dettelusus naturae, o sempli-cemente lusus, possonoessere ereditarie, comenel caso della regressio-ne, cioè il ritorno ad unaforma più primitiva delfiore, che presenta carat-teri simili a quelli degliantenati delle orchidee, leliliacee. Ma più spesso sitratta invece di malfor-mazioni intercorsedurante le fasi di forma-zione e crescita dell’indi-viduo, causate da condi-zioni ambientali ocomunque agenti esterni

(gelate, malattie, sostanze tossiche) quindi non tra-smissibili geneticamente. Illustriamo nelle pagineseguenti alcuni ibridi, delle forme cromatiche ed esem-plari teratologici rinvenuti in Sardegna.

Ophrys tenthredinifera teratologica

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1. E. helleborine x E. persica gracilis 2. Op. ex. morisii x Op. scol. conradiae3. Op. holosericea annae x Op. ex. morisii4. Op holosericea annae x Op. tenthredinifera

5. Op. bombyliflora x Op. speculum6. Op. bombyliflora x Op. tenthredinifera7. Op. holosericea chestermanii x Op. morisii 8. Op. holos. chestermanii x Op. normanii

9. Op. incubacea x Op. iricolor eleonorae 10. Op. exaltata morisii x Op. panattensis11. Op. ex. morisii x p. tenthredinifera 12. Op. incubacea x Op. sphegodes. praecox

Ibridi

1 2 3 4

5 6 7 8

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1. Op. tenthredinifera x Op. speculum 2. An. laxiflora x An. longicornu3. A. collina x A. longicornu4. A. coriophora fragrans x A. laxiflora

5. Or. mascula ichnusae x Or. provincialis6. A. laxiflora x A. papilionacea7. A. longicornu x A. papilionacea8. Ser. cordigera x Ser. lingua

9. E. heleborine apocromatica10. Op. lutea corsica apocromatica11. Op. tenthredinifera apocromatica12. Or. mascula ichnusae apocromatica

Ibridi Apocromie

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5 6 7 8

9 10 11 12

1. A. laxiflora apocromatica2. A. papilionacea apocromatica3. N. tridentata apocromatica4. Ser. cordigera apocromatica5. Ser. nurrica apocromatica

6. Ser. parviflora apocromatica7 A. coriophora fragrans apocr.8 Limodorum abortivum apocromatico9 Op. lutea corsica apocromatica

10. Op. apifera teratologica11. Op. apifera teratologica12. Op. chestermanii teratologica

Apocromie Teratologie

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1. Op. iricolor eleonorae pentalobata2 Ser. cordigera teratologica3. Op. iricolor eleonorae teratologica4. Op. exaltata morisii teratologica

5 A. longicornu teratologica6 Op. exaltata morisii teratologica 7. Op. subfusca liveranii teratologica8. Op. tenthredinifera teratologica

9. Op. tenthredinifera teratologica10. Op. tenthredinifera teratologica11. A. longicornu teratologica12. S. lingua teratologica

Teratologie

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7 8

9 10 11 12

2

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1. Op. incubacea teratologica2 Op. holosericea annae teratologica3. A. longicornu x A. papilionacea terat.

4. Or. provincialis teratologica5 Or. mascula ichnusae teratologica6 S. nurrica alba teratologica

7. S. todaroi cyrnosardoa teratologica8. E. helleborine teratologica

Teratologie

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7 8

2

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1. Ophrys x galtelliensis Doneddu e Orrù(Op. panattensis x Op. tenthredinifera)

2. Op. iricolor eleonorae x O. speculum3. Op. bombyliflora x O. incubacea4 Op. incubacea x O. tenthredinifera

5. Op. ex.morisii x O. passionis garganica6. Op. incubacea x O.passionis garganica

altri ibridi

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4

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Aceras anthropophorum 27Anacamptis collina 26, 36Anacamptis coriophora subsp fragrans 26, 44 Anacamptis longicornu 26, 42Anacamptis laxiflora 26, 41 Anacamptis palustris 26, 45Anacamptis papilionacea 26, 38, 40Anacamptis papilionacea var grandiflora 38, 39Anacamptis papilionacea var rubra 38Anacamptis piramidalis 26, 34Barlia robertiana 52Cephalanthera damasonium 105Cephalanthera longifolia 108Cephalanthera rubra 106Dactylorhiza elata subsp sesquipedalis 22Dactylorhiza insularis 24Dactylorhiza insularis var bartonii 24, 25Dactylorhiza maculata 22Dactylorhiza romana 24Dactylorhiza sambucina 24Epipactis baumanniorum 114Epipactis exilis 114Epipactis gracilis 114Epipactis helleborine subsp helleborine 110Epipactis helleborine subsp tremolsi 112Epipactis meridionalis 110Epipactis microphylla 115Epipactis muelleri 113 Epipactis palustris 116Epipactis persica subsp gracilis 114Gennaria diphylla 19Limodorum abortivum 118Limodorum trabutianum 120Listera ovata 122Neottia nidus-avis 121Neotinea maculata 26, 50Neotinea lactea 26, 46

Neotinea tridentata 26, 48Ophrys apifera 90Ophrys apifera var bicolor 90Ophrys apifera var fulvofusca 90Ophrys aprilia 82Ophrys arachnites 90Ophrys bombyliflora 78Ophrys chestermanii 88Ophrys ciliata 77Ophrys eleonorae 70Ophrys exaltata subsp morisii 96Ophrys fusca subsp funerea 66Ophrys fusca subsp fusca 65Ophrys fusca subsp lupercalis 64Ophrys fusca subsp ortuabis 68Ophrys holoserica subsp annae 100Ophrys holosericea subsp annae 100Ophrys holosericea subsp chestermanii 102Ophrys incubacea subsp incubacea 82, 83Ophrys iricolor subsp eleonorae 70Ophrys lutea subsp corsica 72Ophrys lutea subsp lutea 72Ophrys lutea subsp minor 72Ophrys neglecta 84Ophrys normanii 88, 89Ophrys panattensis 98Ophrys passionis subsp garganica 75, 81Ophrys scolopax subsp conradiae 92Ophrys scolopax subsp picta 94Ophrys scolopax subsp sardoa 92Ophrys speculum 77Ophrys sphegifera 94Ophrys sphegodes subsp praecox 95Ophrys subfusca subsp lepida 76Ophrys subfusca subsp liveranii 74Ophrys tenthredinifera 84, 85,86, 87Ophrys vernixia subsp ciliata 77

Ophrys zonata 66Orchis anthropophora 26, 27 Orchis brancifortii 26, 28Orchis collina 36Orchis coriophora subsp fragrans 44 Orchis corsica 46Orchis cyrilli 29Orchis insularis 24Orchis intacta 50Orchis italica 26, 32Orchis lactea 46Orchis laxiflora 41Orchis leucostachys 29Orchis mascula subsp ichnusae 26, 30 Orchis palustris 45Orchis papilionacea 38Orchis purpurea 26, 33Orchis provincialis 26, 29Orchis saccata 36Orchis tridentata 48Platanthera algeriensis 20Platanthera bifolia 20, 21Platanthera chlorantha 20Platanthera kuenkelei var sardoa 21Serapias cordigera 54Serapias lingua 56Serapias nurrica subsp nurrica 60Serapias nurrica subsp santuingensis 62Serapias parviflora 55Serapias todaroi subsp cyrnosardoa 58Serapias vomeracea 60Spiranthes aestivalis 16, 17Spiranthes autumnalis 18Spiranthes spiralis 18

Indice analitico

Pseudocopulazione di Andrena flavipes suOphrys fusca funerea var. zonata Finito di impaginare

nel mese di Ottobredell’anno 2016

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Pseudocopulazione di Andrena esperia su Ophrys luteasubsp. corsica

Pseudocopulazione di Andrena hypopolia su Ophrys fusca-subsp. ortuabis