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IL TERMOMETRO A MERCURIO VA IN PENSIONE: VUOI ROTTAMARLO? NELLE FARMACIE COMUNALI PUOI, IN MODO RISPARMIOSO ED ECOLOGICO (PAG.3) FARMACIE COMUNALI DI TORINO FARMACIE COMUNALI TORINO S.P.A. - FARMACOM - Anno IV - Numero 1 - Gennaio/Febbraio 2010 Alcuni degli argomenti di questo numero: • Traumi invernali • Allergie alimentari • Truccarsi e struccarsi a Carnevale • No malditesta Alcuni degli argomenti di questo numero: • Traumi invernali • Allergie alimentari • Truccarsi e struccarsi a Carnevale • No malditesta IL TERMOMETRO A MERCURIO VA IN PENSIONE: VUOI ROTTAMARLO? NELLE FARMACIE COMUNALI PUOI, IN MODO RISPARMIOSO ED ECOLOGICO (PAG.3)

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IL TERMOMETRO A MERCURIO VA IN PENSIONE:VUOI ROTTAMARLO?NELLE FARMACIE COMUNALI PUOI,IN MODO RISPARMIOSO ED ECOLOGICO (PAG.3)

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Alcuni degli argomenti di questo numero:• Traumi invernali• Allergie alimentari• Truccarsi e struccarsi a Carnevale• No malditesta

Alcuni degli argomenti di questo numero:• Traumi invernali• Allergie alimentari• Truccarsi e struccarsi a Carnevale• No malditesta

IL TERMOMETRO A MERCURIO VA IN PENSIONE:VUOI ROTTAMARLO?NELLE FARMACIE COMUNALI PUOI,IN MODO RISPARMIOSO ED ECOLOGICO (PAG.3)

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in questo primo numero di FarmaCom del 2010sono numerosi gli argomenti trattati: dai traumi acausa di cadute facendo sport in montagna o sci-volando in città alle allergie alimentari, da un pro-getto torinese per affrontare il problema del maldi testa ai trucchi di carnevale senza dimenticareil rispetto della pelle.Desidero però porre l’accento su un tema inseritonelle pagine istituzionali e al quale abbiamo anchededicato la copertina: il Progetto Mercurio.Si tratta di una iniziativa particolarmente interes-sante perché permette a tutti noi di compiere unareale azione a favore del rispetto dell’ambiente. Laraccolta differenziata e il corretto smaltimento deirifiuti, in particolare quelli pericolosi, è un nostrodovere e, soprattutto, un nostro diritto.Un diritto per la tutela dell’ambiente in cui viviamo eanche un diritto per la nostra salute. Troppo spesso,infatti, ci dimentichiamo che il nostro benesseredipende dalla salubrità dei luoghi in cui viviamo,dell’aria che respiriamo e dei cibi di cui ci nutriamo.A dicembre si è svolta a Copenhagen la Conferenzasul clima alla quale hanno partecipato i leadermondiali. Un’occasione importante dalla quale,purtroppo, sono emersi pochi dei risultati attesi.Ma se le promesse dei leader si vanificano in scontridi potere, ancora più importante risulta essere ilnostro piccolo, ma concreto contributo per unmondo pulito e sostenibile.Partecipiamo, quindi, al Progetto Mercurio e smal-tiamo correttamente il nostro vecchio termometro.

Buona lettura,

Elisabetta Farina

Cari lettori,

Dalle Farmacie ComunaliIl termometro a mercuriova in pensione P. 3www.fctorinospa.it P. 4Carta d ei servizi P. 7

L’approfondimentoLe patologie traumaticheda neve e gelo P. 9No malditesta P. 12

Piante & erbePanace di Mantegazza P. 17

AllergieReazioni avverse ad alimenti P. 21

CosmesiIl trucco a Carnevale P. 25

AppuntamentiCondividere i bisogni percondividere il senso della vita P. 29Pazienti e ricercatoriinsieme per la vita P. 31

Direzione, redazione e pubblicitàFarmacie Comunali Torino S.p.A.Corso Peschiera 193 - 10141 Torinotelefono: 011.1978.2011

redazione: [email protected]: [email protected]

Direttore ResponsabileElisabetta Farina

Hanno collaborato a questo numero:Eugenio Boux, Gianni Cadario, MariaLaura Colombo, Francesca Lo Curto,Franco Mongini, Margherita Perino

Progetto grafico e impaginazioneJacopo - ByBLOS S.r.l.

Stampa Print Editor S.r.l.

Tiratura 24.000 copie

Registrazione al Tribunale di TorinoN°114 dell’8 gennaio 2008

Sommario

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È ormai accertato che il mercurio è un elemento tossi-co per l’uomo e l’ambiente. Per questo, dallo scorso 3aprile è entrato in vigore il Decreto ministeriale, inbase al quale il termometro a mercurio non può piùessere prodotto e venduto in Italia, in attuazione diuna direttiva CE del 2007. L’obiettivo è evitare ulte-riori danni ambientali causati dalla sostanza che hagià contribuito ad arrecare seri danni all’ambientemarino e un progressivo avvelenamento in numero-se specie ittiche. Anche le Farmacie Comunali di To-rino con il Progetto Mercurio, realizzato in colla-borazione con Amiat e Sed, partecipano a questoimpegno europeo. Da gennaio a febbraio, infatti,nelle 34 farmacie comunali torinesi si potrannosmaltire i termometri a mercurio ricevendo incambio un termometro digitale al prezzo di 1.50 eu-ro. Inoltre, per i possessori di Social Card, tale ope-razione sarà totalmente gratuita. Il risultato dell’im-pegno comune a favore dell’ambiente e della saluteche ha visto l’amministratore delegato di FarmacieComunali Gabriele Caviglioli e quello di Amiat

Maurizio Magnaboscocondividere il lavoroche le due realtà tori-nesi portano avantiquotidianamente. “Il Progetto Mercurio- spiega MaurizioMagnabosco - è in sin-tonia con l’impegno

per il rispetto dell’ambiente, per la tutela del terri-torio e della salute pubblica che rientrano nella mis-sion della nostra azienda. Costruire con un opera-tore sanitario qua-le Farmacie Co-munali un’iniziati-va come questa,significa renderetangibile per il cit-tadino lo strettolegame che esistetra “corretto smal-timento dei rifiuti- salute dell’am-biente - salute del-l’uomo”: un ulte-riore passo sullastrada della re-sponsabilità cheAmiat percorre daanni.”“La collaborazio-ne in un progettocon le realtà delterritorio - affer-ma Gabriele Cavi-gioli - è di stimoloper le FarmacieComunali, soprattutto in un ambito non diretta-mente legato al farmaco. Il nostro impegno nellapromozione della salute deve guardare a 360 gradiil mondo del benessere, come definito dall’Oms.Inoltre, il Progetto Mercurio risponde anche ad unaltro aspetto a cui è giusto dedicare attenzione:creare iniziative che permettano di andare incon-tro soprattutto a chi ha una situazione economicadifficoltosa”.

Se si rompe?

La quantità di mercurio presente neitermometri è relativamente bassa, e an-che se viene ingerito, inalato o tocca-to non comporta un serio rischio per lasalute, a meno che non si sia allergicial mercurio o che questo entri in con-tatto con una ferita. In tal caso si devechiamare il medico.Alcune precauzioni da adottare in ca-so di rottura dello strumento è beneconoscerle:- non utilizzare scopa e aspirapolvereper raccogliere i pezzi di vetro, ma in-dossare guanti usa e getta e far scivo-lare il mercurio e il vetro su fogli di car-ta o usando del nastro biadesivo;- non buttarlo nel lavandino o nellapattumiera, ma chiuderlo in un conte-nitore non metallico e gettarlo negli ap-positi contenitori; - non lavare con detersivi tipo cloroo ammoniaca che, uniti al mercurio,possono sviluppare vapori tossici.

NELLE FARMACIE COMUNALI ROTTAMARE IL TERMOMETRO È RISPARMIOSO ED ECOLOGICO

Elisabetta Farina

Per i nostalgici del vecchiodispositivo, inventato daDaniel Fahrenheit nel1714, una rassicurazione:i termometri che si han-no in casa sono ancorautilizzabili.

DALLE FARMACIECOMUNALI

DALLE FARMACIECOMUNALI

Il termometro a mercuriova in pensione

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È on line la nuova grafica di fctorinospa.it,aggiornata con l’immagine coordinata cheFarmacie Comunali SpA ha scelto da alcunimesi e che si ritrova nelle 34 farmacie torinesi.La proposta dei servizi e le informazioni, già esi-stenti nella precedente versione, sono resi piùaccattivanti e di facile consultazione grazie auna maggiore usabilità del sito. Il menu di de-stra, suddiviso in quattro sezioni, comprende: iServizi (Farmacovigilanza; Consegna a domici-lio; Autoanalisi; Orari di apertura; Banca dati;Carta fedeltà); l’area Istituzionale (Azienda;Carta dei Servizi; Qualità; Bandi; Privacy; Con-tatti); le Promozioni, che propongono ogni bi-mestre, in modo analogo a quanto riportatosulla rivista e nelle locandine in farmacia, i nu-merosi prodotti scontati di tutte le 34 comuna-li e le singole promozioni create di ogni farma-cia in modo specifico base alle necessità del suotipo di utenza; la rivista FarmaCom, scaricabilee stampabile, nel caso le copie cartacee in farmaciafossero terminate o se voleste inviare un articolo dellarivista via e-mail a un conoscente.

In evidenza

Di pratico utilizzo è la consultazionedella propria Carta Fedeltà; con po-chi click, infatti, è possibile visualiz-zare il numero di punti già raccolti.Già presente nella barra in alto ilbottone Prenota il tuo Farmaco,un servizio di grande utilità che abreve sarà attuato presso le Farma-cie Comunali. Presso gli uffici di corsoPeschiera 193 è installata una BancaDati con oltre 100.000 prodotti di 22paesi: dal nome del prodotto stranie-ro è possibile individuare l'equivalenteitaliano e viceversa. Informazioni pos-sono essere richieste direttamentepresso le Farmacie Comunali.

www.fctorinospa.itNUOVA VESTE PER IL SITO WEB DELLE COMUNALI

DALLE FARMACIECOMUNALI DALLE FARMACIECOMUNALI

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DALLE FARMACIECOMUNALI

DALLE FARMACIECOMUNALI

DALLE FARMACIECOMUNALI

DALLE FARMACIECOMUNALI

A seguito della firma del protocollo d’intesa tra Co-mune di Torino e Associazioni di Consumatori, voltoall’accrescimento della qualità e dell’efficacia del ser-vizio pubblico locale delle farmacie comunali di Tori-no, il 3 novembre scorso l’Azienda Farmacie Comu-nali Torino S.p.A., il Comune di Torino e alcune tra lepiù rappresentative Associazioni di Consumatorihanno stipulato la nuova Carta della Qualità dei Ser-vizi, attualmente già presente nel sito web azienda-le e la cui versione cartacea è reperibile presso le 34farmacie comunali.

Che cos’è la carta della qualità dei servizi

La Carta della Qualità dei Servizi nasce da una nor-mativa di legge (art. 2, comma 461, L. n. 244 del24/12/2007) che si prefigge di tutelare i diritti deiconsumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali eche risponde all’esigenza di fissare principi e regolenel rapporto tra le amministrazioni che erogano ser-vizi e i cittadini che ne usufruiscono. Essa costituisce:- un vero e proprio “patto” con gli utenti, cioè una di-

chiarazione d’impegni, presa da parte di un Enteche eroga servizi, nei confronti dei propri utenti;

- uno strumento di comunicazione che informa sullanatura di un dato servizio, esplicitandone le modali-tà e gli standard promessi e individuando gli indica-tori della qualità dell’offerta;

- una promessa di trasparenzacon i cittadini per assicurareuna qualità costante nellaprestazione del servizio;

- una possibilità per l’utenzadi evidenziare i propri dirittidi consumatore ed esprime-re le proprie valutazioni,presentando proposte dimiglioramento del servizioo forme di reclamo.

Che cosa non è

La Carta della Qualità dei Servizi non è:- un regolamento che detta norme sulle modalità di

accesso e di erogazione dei servizi;- una semplice guida / elenco dei servizi;- un manifesto pubblicitario.Essa convive con questi documenti, ma si diversifi-ca da essi, poiché indica i livelli qualitativi e quan-titativi del servizio erogato, in linea con le aspetta-tive dell’utenza, e prevede l’intervento attivo di es-sa, anche con il tramite delle Associazioni dei Con-sumatori, nella verifica periodica circa l’adeguatez-za dei parametri del servizio e nel sistema di moni-toraggio permanente del rispetto dei parametristessi.

Come si articola

Le quattro sezioni, in cui è stata suddivisa la Carta,espongono:sezione prima - presentazione dell’Azienda e og-getto del servizio;sezione seconda - descrizione dei servizi e delle 34farmacie comunali;sezione terza - standard di qualità e quantità rela-tivi alle prestazioni;sezione quarta - relazioni con l’utenza.

AggiornamentiLa Carta sarà aggiornata pe-riodicamente per consolidarei livelli di qualità raggiunti eregistrare i cambiamenti posi-tivi realizzati mediante pro-getti di miglioramento chepossono scaturire dal monito-raggio periodico dell’opinionedegli utenti.

Margherita Perinodirettore Organizzazione e Operatività aziendale Farmacie Comunali di Torino

UNA PROMESSA DI QUALITÀ CHE I FARMACISTI RIVOLGONO A TUTTI I CITTADINI

Carta dei servizi

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Arriva l’inverno e tutti affilano le… lamine degli sci,delle tavole e dei pattini. Inizia la stagione degli sportinvernali, neve e gelo permettendo, perché questielementi sono indispensabili e così, mentre in mon-tagna gli operatori sciistici sperano in abbondanti ne-vicate e nel gelo stabilizzatore della coltre nevosa, inpianura gli automobilisti e forse soprattutto i pedo-ni sperano che non nevichi e non geli vista la diffi-coltà delle varie amministrazioni comunali nel tene-re i marciapiedi puliti e sgombri di neve. Si privilegiala pulizia delle strade visto che (sic!) la stragrandemaggioranza della popolazione si sposta, non soloper necessità, in macchina. Ecco che, per un verso eper l’altro, per diletto o per necessità, il rischio ditraumi e di fratture aumenta con la situa-zione atmosferica e soprattutto con laneve e il gelo. Con l’inizio della sta-gione sciistica diversi milioni dipersone si riverseranno sullepiste da sci, ed ecco quindi lanecessità di dare alcune infor-mazioni utili per evitare, o perlo meno ridurre, la possibilità di eventi trau-matici. Nell’affrontare questo argomento poniamoattenzione a ciò che stiamo usando per divertirci ecioè: gli sci, oggi più corti, sagomati e più maneg-gevoli sono comunque due attrezzi solidali con i no-stri piedi ed indipendenti l’uno dall’altro. Questocomporta che il nostro piede, lungo dai 30 ai 40 cen-timetri si trovi, calzato lo sci, moltiplicato in lun-ghezza con un braccio di leva conseguentementeaumentato che scarica le sollecitazioni sulle gambe esoprattutto sulle ginocchia indipendentemente l’unadall’altra. Attenzione quindi all’attrezzatura, agli at-tacchi di sicurezza ed alla loro regolazione perché selassa comporterà sganciamenti troppo frequenti econseguentemente cadute con possibilità di traumiagli arti superiori e al tronco, ma se troppo tenace

potrà non sganciarsi al momento opportuno e quin-di provocare lesioni, soprattutto legamentose alle gi-nocchia, per non parlare di fratture alla gamba o ad-dirittura al femore. La caviglia, nello sci da discesa, èil più delle volte risparmiata perché lo scarpone altola avvolge e la protegge. Non così nello sci di fondoma in questo caso la velocità, anche nei percorsi indiscesa, è nettamente inferiore e i rischi di lesioni im-portanti molto meno frequenti. Porre molta atten-zione quindi all’attrezzatura, farla controllare all’ini-zio di stagione in modo che la regolazione degli at-tacchi sia rapportata al peso, alle nostre capacità edalla potenza della nostra muscolatura. Per gli aman-ti della tavola, dato che i piedi sono appaiati e non

indipendenti, le sollecitazioni si trasmet-tono sulla parte alta degli arti, sulle an-che il bacino ed il tronco, pertanto laginnastica preparatoria dovrà esseremirata a potenziare la muscolatura diquesti distretti. Sulle piste non siamosoli, le nostre capacità tecniche nonci danno precedenza su sciatorimeno esperti e la prudenza è laregola fondamentale. Attenzio-

ne però anche quando, con gli sci ai piedi, siamo fer-mi o quasi: perdere l’equilibrio, a causa di qualchespinta bonaria di amici o per disattenzione, puòcomportare torsioni del ginocchio con lesioni lega-mentose importanti. La preparazione atletica è indi-spensabile, fatta sia in palestra con corsi presciistici,ma anche con un buon “fai da te” che comporteràesercizi per la muscolatura delle cosce, del cingolopelvico e degli addominali. Gli esercizi in casa vannoeseguiti con metodicità e controllando il tempo diesecuzione degli stessi; perciò segnare sul calendariole sedute di ginnastica eseguite e, orologio alla ma-no, il tempo di esecuzione; la ginnastica è normal-mente noiosa ed ingannare se stessi è molto facile!

Le patologie traumaticheda neve e gelo

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Eugenio Bouxpresidente Società Italiana Traumatologi Ospedalieri

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Il nostro motore muscolare ha bisogno di carburan-te e di un adeguato riscaldamento per poter dare ilmassimo, pertanto curiamo l’alimentazione con ab-bondante colazione ed evitiamo di sovralimentarci apranzo se vogliamo sciare anche nel pomeriggio. Leprime discese facciamole con calma per acquistare si-curezza e riscaldare i muscoli. Fermiamoci prima di es-sere stanchi, il “facciamo ancora questa pista poi ba-sta” comporta dei rischi che è bene calcolare. Buonastagione sciistica a tutti!Per chi rimane a casa l’attenzione deve essere postaall’innevamento e alle lastre di ghiaccio che sovente, incaso di tempo avverso, costituiscono una insidia so-prattutto per le persone di mezza età o anziane. At-tenzione quindi a dove mettiamo i piedi. La frequenzadi fratture del polso, della parte prossimale del femo-re e della colonna aumentano nella stagione inverna-le e interessano soprattutto le persone relativamenteanziane, tra i 65 ed i 75 anni, le quali godono normal-mente di una buona autonomia e prestanza fisica mache presentano già segni di osteoporosi. Questo com-porta che un trauma, anche a bassa energia, comeaccade in una caduta banale, possa causare una

le patologie traumatiche da neve e gelo

Novità per il servizio di soccorso sulle piste della Via Lattea

In occasione della stagione sciistica, è stato messoa punto un nuovo sistema per il percorso di assi-stenza sanitaria a disposizione degli sportivi in caso di infortunio. Nel-l’intesa entrano in gioco tutti i “partner” disponibili (AslTO3, Azien-da Ospedaliera Cto Maria Adelaide per il servizio 118, Sindaci deiComuni di Sestriere, Sauze D’Oulx, Cesana, Claviere, Società Se-strieres SpA, Associazioni Pubbliche Assistenze, locali Centri Trau-matologici) e sono definite le loro responsabilità per ognuna delle fasid’intervento. La Sestrieres SpA interviene come primo soccorso sul-le piste portando gli infortunati a fondo pista, da dove i servizi di tra-sporto dei Comuni portano gli infortunati, secondo la relativa gravi-tà, presso i servizi sanitari (servizi di continuità assistenziale/guardiamedica - postazione 118, Poliambulatori distrettuali, pronto soccorsodei Presidi di Susa, Pinerolo e Rivoli) o, su richiesta del paziente,presso i centri medici privati di riferimento (Sestriere e SauzeD’Oulx). I Centri medici privati, anche nel caso in cui il paziente in-tenda optare per il servizio pubblico, assicurano l’assistenza per l’im-

mediata stabilizzazione del paziente stesso in attesa del suo trasferimento presso i Presidi di riferimento (Ospedali di Susa, Pinerolo o Rivoli).L’AslTO 3 garantisce l’accoglienza dei pazienti presso i Pronto Soccorso di Susa e Pinerolo, la presenza di un infermiere professionale nel-le postazioni di autoambulanza di Pragelato e Oulx, il potenziamento del servizio di Guardia Medica presso la sede di Pragelato nei giorniprefestivi e festivi a partire da sabato 5 dicembre 2009 fino alla fine del periodo pasquale (dalle ore 10.00 del sabato o del prefestivo alle ore20.00 della domenica o del festivo). Il Cto/Maria Adelaide mediante il Servizio Emergenza 118, durante la stagione invernale, valuta l’im-plementazione dei mezzi di soccorso nell’area di riferimento e la presenza di un Medico dell’Emergenza 118 a Sestriere presso la Struttura Sa-nitaria Comunale, anche con eventuale spostamento del medico da Pragelato, per gli orari di apertura degli impianti, mantenendo pienamenteoperativo il mezzo di soccorso avanzato di Oulx. L’AslTO3 garantisce, infine, l’attivazione durante il periodo invernale del Servizio diGuardia Medica Turistica Ambulatoriale nei Comuni di Cesana T.se, Oulx e Sauze d’Oulx.

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frattura nei distretti a maggiore componente spon-giosa dell’osso, dove appunto l’osteoporosi provo-ca un indebolimento maggiore della struttura. Iconsigli utili in questi casi si riducono all’uso di cal-zature adeguate, anche se probabilmente antieste-tiche, con suole adatte alla neve, all’uso del sale sul-la soglia di casa e sugli scalini e i percorsi esterni,non potendo naturalmente spargerlo su tutto il per-corso urbano. Evitare di uscire al mattino quandole temperature sono più rigide e, se possibile, farsiaccompagnare o usare un bastone di appoggio.Molti di questi accorgimenti, mentre sono ben ac-cettati, anzi richiesti, dal “grande anziano”, sonosovente trascurati da chi ha un’età nella quale è piùfaticoso entrare nell’ordine di idee che il proprio fi-sico sta invecchiando. Perché se è vero che in con-dizioni normali la prestanza fisica è ancora buona,non così accade nelle situazioni di emergenza, adesempio il terreno scivoloso, quando i riflessi e l’ela-sticità devono intervenire per evitare una caduta oper limitare i danni della stessa.Pertanto la prevenzione è basata suprudenza e… umiltà.

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Cefalea e dolore cervicale rappresentano uno deipiù diffusi problemi di salute delle popolazioni ditutto il mondo. In un rapporto della World HealthOrganization il mal di testa si colloca al dodicesi-mo posto in una lista delle cause principali di per-dita della salute e di disabilità. È stato calcolatoche più del 40% della popolazione soffre di unaqualche forma di mal di testa. Tale percentuale siamplia ulteriormente ove si consideri anche lapresenza di dolore cervicale e dorsale.In Europa la percentuale degli adulti sofferenti diuna qualche forma di dolore al capo si aggira suquasi 80% dei soggetti.La cefalea e il dolore cervicale e alle spalle rap-presentano una grande sfida per il clinico.Si tratta di problemi probabilmente incrementatidalle moderne abitudini lavorative che compor-tano l’uso del computer per lungo tempo. I costidiretti e indiretti di queste patologie sono moltoingenti. Si deve, infatti, tenere conto non solo deicosti conseguenti all’erogazione di farmaci ma diquelli, ben più rilevanti, dovuti a perdite di ore dilavoro e a ridotta efficienza durante l’espleta-

mento delle proprie mansioni. Nello stesso rapporto della

World Health Organiza-tion si è stimato chenei paesi sviluppati lasola emicrania causaogni anno la perdita di400.000 giorni di lavoro

per milione di persone. A seconda degli

studi il costo to-tale per perso-na in Italia èstato calcolato

tra i 600 e i 900 euro all’anno. Queste patologie,inoltre, sono suscettibili di alterare i rapporti familia-ri sociali e peggiorano significativamente la qualitàdella vita di chi ne soffre. Iniziative volte a prevenire eabbattere queste patologie in larghi strati di popola-zione sono quindi altamente auspicabili.Nel corso della mia attività di studio e trattamento del-le varie forme di mal di testa e al collo, ho maturato

No malditestaUN PROGETTO PER LA PREVENZIONE DELLA CEFALEA E DEL DOLORE CERVICALE IN PIEMONTE

Franco Monginiprofessore ordinario di Algologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torinoe direttore della Sezione Cefalee e Dolore Faciale del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica

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la convinzione che in questo campo molto si po-trebbe fare specie nelle comunità di lavoro per pre-venirne la comparsa e impedire che esse peggiorino.In particolare ho messo a punto un programma co-gnitivo e di esercizi che associato alla terapia farma-cologia ove necessaria può migliorare la risposta aifarmaci e ridurne la quantità. Nell’intento di accertare in quale misura questo pro-gramma possa essere applicato a fini preventivi alarghi strati di popolazione è stato eseguito, grazieal contributo della Compagnia di San Paolo e alla

disponibilità manifestata dal Comune di Torino nelperiodo marzo 2005-aprile 2006 un progetto didiagnosi e prevenzione delle cefalee e del dolorecervicale in una comunità di lavoro (vedere articolosu n° 5/2008 di Farmacia Amica). Tale progetto di Prevenzione delle cefalee è con-sistito nell’applicazione del programma a quasi 400dipendenti del Comune di Torino (Anagrafe e Uffici

tributari) che sono stati seguiti per complessiviquattordici mesi. I risultati conseguiti sono statiestremamente soddisfacenti essendosi ottenutoun miglioramento in termini di frequenza men-sile di cefalea e dolore cervicale e di ridotta as-sunzione di farmaci tra il 40% e il 50%. Questirisultati sono stati oggetto di una pubblicazionesu Cephalalgia, autorevole rivista del settore, cheha promosso a questo riguardo un comunicatostampa internazionale.

Il progetto a Torino

Tali risultati hanno successivamente condotto allastipula di un protocollo d’intesa tra la Città di To-rino, l’Università di Torino e l’Ospedale San Gio-vanni Battista di Torino per la realizzazione del pro-getto nei confronti di tutti i dipendenti comunaliche ne facessero richiesta. Questa ulteriore inizia-tiva, anch’essa finanziata dalla Compagnia SanPaolo, è stata avviata nell’ottobre 2007 e si è con-clusa dopo 13 mesi: a essa hanno partecipatoquasi 2000 dipendenti comunali con diverse man-sioni (vigili urbani, impiegati in scuole materne edell’infanzia, impiegati di ufficio ecc.).I dati ottenuti permettono di confermare i risulta-ti altamente positivi dello studio precedente. Siconferma così l’applicabilità del programma aestese comunità di persone con ottimi in termini dicosto-beneficio.È evidente la forte ricaduta sociale che si manife-

sterebbe laddove il programma venisse esportato inaltre estese comunità con il conseguente migliora-mento della salute e della qualità della vita dei par-tecipanti, ottenendo inoltre una migliore efficaciadella terapia farmacologica insieme alla riduzione diconsumo di medicinali e alla complessiva diminuzio-ne della spesa sanitaria; il tutto con un rapporto co-sto-beneficio estremamente favorevole.

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No mal di testa

Info

Dipartimento di Fisiopatologia ClinicaSezione di Fisiopatologia delle Cefalee e del Dolore Facialewww.cefalee.unito.itCorso Dogliotti 14 - 10126 Torinotelefono: 011 6334734fax: 011 6636489da lunedì a venerdì 9.00 - 13.30

danieli
Evidenziato
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A questi fini mira l’iniziativa estesa a tutti i residen-ti in Piemonte che ha avuto inizio il 24 giugno2009. Per la realizzazione del progetto è stato alle-stito il sito web www.nomalditesta.it.A quanti accedono viene richiesto di fornire alcunidati essenziali e di compilare un questionario per lavalutazione della frequenza del dolore nell’ultimomese e del suo impatto sulla quali-tà della vita. Una volta fornite que-ste informazioni il soggetto riceveuna password che permette di ac-cedere al materiale illustrativo e di-dattico del programma di istruzioni.Esso comprende:- l’accesso a una proiezione video,

scaricabile in Cd o Dvd, in cuivengono chiaramente illustrati ipunti del programma con dimo-strazione diretta di come esegui-re le sue varie fasi. Tale video ègià stato utilizzato con successonella precedente ricerca;

- l’accesso a un documentostampabile in cui sono illustratii punti del programma anchecon l’ausilio di disegni di facilecomprensibilità;

- l’accesso a un sito e-mail conla possibilità di ottenere attenzio-ne e risposte a domande, dubbied eventuali problematicheemergenti.

Sarà possibile adire al progetto per un anno solarea partire dal suo inizio. Trascorso un anno dal mo-mento della loro iscrizione ai partecipanti verràchiesto di compilare nuovamente il questionario perla valutazione della intensità e frequenza del dolo-re nell’ultimo mese, e del suo impatto sulla qualitàdella vita e sulla eventuale perdita di ore lavorative.L’iniziativa avrà quindi la durata di due anni.

I risultati precedentemente ottenuti permettono siprevede di ottenere una significativa riduzione deigiorni di dolore e di consumo di farmaci fra quantiin Piemonte aderiranno all’iniziativa.Si tratta di un’iniziativa assolutamente unica per ca-ratteristiche e dimensioni che ha già sollevato vivointeresse in Italia e all’estero.

Come partecipareal progetto

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LA SCHEDALA SCHEDA

La homepage del sito www.nomalditesta.it

Quanti vorranno prendere parte a questa importanteiniziativa aperta a tutti i residenti in Piemonte, indi-pendentemente dal fatto se svolgono o meno attivitàlavorativa di qualunque tipo, potranno accedere alprogetto visitando il sito web www.nomalditesta.itfino al 24 giugno del 2010.

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Il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milanoha inviato una comunicazione a Enti e Istituzioni persegnalare la diffusione della presenza infestante dellapianta erbacea Heracleum mantegazzianum sulterritorio nazionale. Tale segnalazione è di particolareimportanza poiché il contatto con questa specie e lasuccessiva esposizione al sole possono provocare del-le gravi fotodermatiti (non su base allergica) caratte-rizzate da una serie di sintomi e segni di gravità da lie-ve a severa quali eritema e bolle, che richiedono unaterapia anche farmacologica e che possono inoltrecausare discromie (comunemente dette “macchie del-la pelle”) sulla cute esposta. Heracleum mantegazzia-num, specie esotica originaria del Caucaso, è stata in-trodotta in Europa per scopi ornamentali e si è poi dif-fusa spontaneamente. Le informazioni raccolte dalCentro Antiveleni (www.ospedaleniguarda.it/cav)evidenziano come dopo un iniziale stato di quiete du-rato qualche anno ora la specie sia in via di gradualeespansione. Infatti, circa 20 anni fa a Pré-Saint-Didier - La Balme sono state effettuate le prime se-gnalazioni di pochi esemplari poi scomparsi, cui è se-guita la comparsa a Courmayeur in un giardino; di lìla diffusione lungo scarpate che circondano il par-cheggio della funivia del Monte Bianco, nel villaggiodi La Palud; inoltre individui isolati sono stati identifi-cati in Val Sapin. Come dimostra una recente pub-blicazione (22-24 aprile 2009 G8 Ambiente Siracusa:Atti del Summit, Celesti-Grapow et al., 2009), che ri-porta una prima mappatura delle aree interessate, ladiffusione della pianta infestante è già notevole e laH. mantegazzianum è identificata come specie tra le

Panacedi Mantegazza

All’indirizzo www.centroantiveleni.org si puo consultare il sitodel Centro Antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano

Erbe & PianteErbe & Piante

10 “piante esotiche invasive” più pericolose in Italia.Tale specie al momento è presente in pochi siti circo-scritti, ma potenzialmente potrebbe espandersi congrande rapidità, soprattutto in Italia settentrionale. At-tualmente è segnalata come invasiva in Valle d’Aosta,naturalizzata in Lombardia, Trentino-Alto Adige edEmilia-Romagna, casuale in Piemonte e Veneto, nonpiù ritrovata in Toscana. In numerosi stati europei edextraeuropei è già in corso un tentativo di conteni-mento e in Italia misure simili sono state da tempo in-traprese in Valle d’Aosta. Visto l’impatto che la fito-fotodermatite potrebbe avere sulla salute pubblica, evista la rapida diffusione dell’infestante, il Centro An-tiveleni ritiene opportuno che vengano intrapresi, invia precauzionale e preventiva, interventi di conteni-mento e di eradicazione, ma anche di comunicazionee informazione rivolti alla popolazione, in modo ana-logo a quelli previsti per l’Ambrosia, altra pianta infe-stante presente sul nostro territorio.

UNA PIANTA ESOTICA CHE PUÒ CAUSARE PROBLEMI DERMATOLOGICI

Maria Laura Colombodocente Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche, Dipartimento di Scienza e Tecnologia delFarmaco, Facoltà di Farmacia, Università di Torino

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LA SCHEDALA SCHEDA

Heracleum mantegazzianum, panace di Mantegazza,è una specie erbacea esotica (Originaria del Caucaso)di notevoli dimensioni (2-5 m), da perenne a bienne;in inverno le parti aeree muoiono per poi ricrescere vi-gorose nella primavera successiva. Sembra che la suaespansione sia avvenuta principalmente lungo i corsidi acqua: predilige infatti rive dei fiumi, dei torrenti edei laghi, margini forestali, margini stradali, bordi disentieri, terreni incolti. Sviluppa la sua presenza for-mando addensamenti e inibendo la crescita delle spe-cie originali del luogo. H. mantegazzianum, come di-verse altre specie appartenenti al genere Heracleum enumerose altre ombrellifere (Apiaceae), produce com-posti fototossici (ad es. psoralene, bergaptene, xan-totossina, isopimpinellina) in grado di assorbire le ra-diazioni ultraviolette (in particolare le UVA) e formaredei radicali liberi fortemente tossici per le membranecellulari e per il Dna. Per questo motivo, nelle zonedella cute entrate in contatto con la secrezione di H.mantegazzianum, l’esposizione alle radiazioni solariprovoca una serie di eventi a catena che culminanocon uno stato infiammatorio (fitofotodermatite) ca-ratterizzato da arrossamenti, rash e lesioni papulove-scicolari e talvolta necrotiche (dovute al danno delDna) anche persistenti. Normalmente, i primi segnidella fotodermatite compaiono 24 ore circa dopol’esposizione e peggiorano gradualmente nei giornisuccessivi. Le zone colpite possono riportare dannipermanenti simili a quelli da ustione (cicatrici e/ozone iperpigmentate) e rimanere fotoreattive mol-to a lungo, anche anni, con il conseguente rischio

di recidive, inoltre sembra che le dermatiti possanocomparire anche se la cute è protetta dagli indumen-ti. La gravità della reazione dipende da diversi fattoritra cui l’umidità della pelle, che facilita l’assorbimentodegli composti fototossici la cui concentrazione variasensibilmente a seconda della parte della pianta (sonopiù abbondanti nei frutti e nelle foglie, e meno con-centrate nel fusto) e della stagione (sono sintetizzate inmaggior quantità nel pieno della stagione vegetativa,nel periodo della fioritura e all’inizio del periodo di dor-mienza). Normalmente l’esposizione avviene durantele operazioni di contenimento delle infestanti e di sfal-cio dei margini e delle scarpate stradali. In letteraturasono descritti anche casi di esposizioni dovute al con-tatto accidentale (pescatori che si fanno strada nellavegetazione per raggiungere i corsi d’acqua) o all’usoimproprio di parti della pianta (lo stelo è stato ad esem-pio impiegato da bambini come spada e da un adultocome una rudimentale tromba). Talvolta la secrezionedell’Heracleum può anche essere veicolata dal pelo de-gli animali, come cani e gatti, causando poi fitofoto-dermatiti in coloro che entrano in contatto. A causadelle modalità di esposizione (spesso accidentali), del-la tipologia di sintomi e della loro evoluzione, non sem-pre le fitofotodermatiti sono correttamente diagnosti-cate, essendo, in alcuni casi, confuse con segni di mo-lestie (ad esempio se coinvolti bambini), infezioni sta-filococciche o fasciti necrotizzanti. Le fitofotoderma-titi sono un pericolo poco conosciuto e sottovaluta-to e la fototossicità di Heracleum mantegazzianum,in particolare, è praticamente ignorata.

Panace di MantegazzaHeracleum mantegazzianum Sommier & Levier (Apiacee)

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I vari test allergologici, comeil prick test, sono eseguitiall’inizio dell’iter diagnostico

Il problema delle “rea-zioni avverse” o “reazio-ni da ipersensibilità” adalimenti è sempre statodi difficile trattazione.L’approccio diagnostico,non semplice per suanatura, è stato sempreulteriormente complica-to da atteggiamenti nonequilibrati, oscillanti trala negazione e la sovra-stima del fenomeno.È difficile fornire dati precisi sulla reale prevalenza(cioè quanti casi sono presenti nell’ambito di unapopolazione considerata) delle reazioni da iper-sensibilità ad alimenti, siano esse di natura allergi-ca o non allergica, principalmente in relazione alfatto che la percezione soggettiva nei confronti ditali reazioni è largamente influenzata da fattori psi-cologici. Circa 1/3 della popolazione americanamodifica la propria alimentazione nella convinzio-ne di avere un’allergia o un’intolleranza alimenta-re. Un ormai famoso studio epidemiologico con-dotto nel Regno Unito su 20.000 persone e pub-blicato sulla rivista scientifica Lancet nel 1994, haevidenziato che oltre il 20% dei soggetti interro-gati riteneva di manifestare reazioni indesideratein seguito a ingestione di alimenti mentre un esa-me diagnostico più approfondito su questi indivi-dui confermava la presenza di un’allergia o un’in-tolleranza alimentare solo nel 1,4-1,8%. Uno studioolandese, pubblicato nello stesso anno sul Journal of

Allergy and Clinical Im-munology e condottosu 1.500 adulti, riporta-va una prevalenza (rife-rita) di reazioni da iper-sensibilità ad alimentipari al 12,4% con con-ferma diagnostica solonel 0,8%.

Come si classificano. Le reazioni avverse ad alimentipossono essere suddivise in reazioni alimentari tossi-che e reazioni alimentari non tossiche o da ipersen-sibilità, dipendenti dalla predisposizione individualee di cui fanno parte le allergie (reazioni da ipersensi-bilità riconducibili a un processo di sensibilizzazioneimmunitaria) e le intolleranze alimentari (reazioni daipersensibilità riconducibili a meccanismi non media-ti dal sistema immunitario): di tipo enzimatico (intol-leranza al lattosio), di tipo farmacologico (secondarieall’ingestione di varie amine vasoattive contenute ne-gli alimenti o di vari additivi) eccetera.

Come si manifestano. I sintomi che devono far ipo-tizzare la presenza di un’allergia o un’intolleranza ali-mentare possono essere di vario tipo: quadri clinici ditipo gastroenterico (sintomi conseguenti all’azione di-retta dell’alimento sul tratto gastroenterico come vo-mito, diarrea acuta e cronica, dolori addominali, sin-dromi da malassorbimento con calo ponderale ecc.)

Reazioni avversead alimenti

Come diagnosticarle, curarle e cosa non fare

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Gianni Cadariodirettore Struttura Complessa Allergologia e Immunologia Clinica (Centro di riferimento re-gionale per patologie allergiche ad alta complessità e sede dell’Osservatorio Regionale perle gravi reazioni allergiche) - Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista (Molinette) – Torino

ALLERGIE

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oppure quadri clinici che interessano altri organi e ap-parati, conseguenti all’assorbimento sistemico dell’ali-mento allergenico: sintomi a carico della cute (orti-caria, angioedema ecc.), sintomi a carico dell’appa-rato respiratorio (rinite, asma bronchiale ecc.), sinto-mi a carico dell’apparato cardiocircolatorio (ad esem-pio lo shock anafilattico) eccetera.

Come si diagnosticano. La diagnosi di allergia ointolleranza alimentare, in caso di sintomi persi-stenti-cronici, si basa soprattutto sulla “storia clini-ca del paziente” che deve essere raccolta in modoestremamente accurato e da parte di personaleesperto. Il sospetto clinico deve essere quindi con-fermato attraverso la dimostrazione di una correla-zione cronologica plausibile tra ingestione di deter-minati alimenti e comparsa delle manifestazioni cli-niche. Questo si ottiene inizialmente mediantel’adozione di determinate diete cosiddette “di eli-minazione” e “di reintroduzione” compilando undiario clinico accurato. I vari test allergologici, nel-l’ambito di questo tipo di sintomatologia (persisten-te/cronica), sono procedure diagnostiche di secondolivello utili solo a dimostrare il tipo di meccanismopatogenetico attraverso cui agisce l’alimento (o ilgruppo di alimenti) precedentemente individuatocon le diete. Se invece si tratta di sintomi acuti edoccasionali l’identificazione dell’alimento responsa-bile è generalmente più facile. I vari test allergolo-gici, come il prick test per alimenti con estratti delcommercio, il prick-by-prick con alimenti freschi, ildosaggio delle IgE specifiche per allergeni alimenta-ri e determinanti allergenici, sono eseguiti all’iniziodell’iter diagnostico. In taluni casi selezionati è utile(a volte necessario e indispensabile per definire ladiagnosi) eseguire, in ambiente protetto (ospedale),il test di provocazione specifico (challenge) orale conalimenti o con additivi alimentari.

I test da non fare. Un elemento di confusione dia-gnostica è rappresentato dal frequente ricorso, so-prattutto negli ultimi anni, a procedure diagnostichecosiddette “alternative” che si propongono di iden-tificare alimenti responsabili di “intolleranze alimen-tari”: Test elettrodermici (Vega test, Sarm test, Bio-strenght test e varianti), Kinesiologia applicata (Driatest), York Food Scan (IgG specifiche per alimenti),Test leucocitotossico (o test di Bryan), Analisi del ca-pello (Hair analysis), Iridologia, Test di provocazio-

ne/neutralizzazione (intradermicoe s.l.), Pulse test e Test del riflessocardiaco-auricolare, Biorisonanza.È curioso notare che molti di que-sti test sono “vecchi” di decenni ehanno avuto, già inpassato, risposte nega-tive circa la loro attendi-bilità. Nonostante que-sto, molti individui si sot-topongono a queste me-todiche, probabilmen-te suggestionati dalla“facile esecuzione” edall’illusione di risolve-re facilmente il problema dia-gnostico. Sono abitualmente esegui-ti da “non specialisti”, cultori di medi-cine non tradizionali e generalmenteprivi di una specifica cultura aller-gologica. Si sottolinea comequeste procedure siano ten-denzialmente pericolose inquanto all’individuazione (er-ronea) di un alimento come re-sponsabile di “intolleranzealimentari” conseguonoinutili restrizioni dietetichein grado di determinare siadeficit nutrizionali sia com-portamenti alimentari che innescanoproblematiche psicologiche nell’ambito della vita direlazione, che riducono la qualità di vita e rappre-sentano risposte sbagliate a disagi psicologici chesono ovviamente da trattare in modo diverso. Mal’aspetto più negativo di questi test è quello di at-tribuire a una falsa “intolleranza alimentare” l’ori-gine di alcuni sintomi che possono anche dipende-re da patologie più gravi (ad es. tumori intestinali)che in questo modo vengono diagnosticate conmolto ritardo.

Come si curano. Dal punto di vista terapeutico l’eli-minazione dalla dieta dell’alimento allergizzante rap-presenta il teorico trattamento elettivo per preveni-re ulteriori reazioni. La completa eliminazione dalladieta dell’alimento responsabile non è un sempre fa-cilmente attuabile nella pratica quotidiana, sia perchépuò essere un componente essenziale della dieta ed

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essere molto diffuso nella composizione dei cibi (adesempio latte e uova) sia perché possono essere didifficile identificazione i cosiddetti “allergeni nasco-sti”. Infatti durante i processi di lavorazione degli ali-menti, alcune proteine (derivanti da altri cibi) possa-no contaminarli ed essere quindi ingerite inavverti-tamente in piccole quantità. Alcuni allergeni alimen-tari possono quindi essere contenuti in cibi diversi(“allergeni nascosti” o “hidden foods”). In questi ca-si, anche se l’allergia alimentare è stata correttamen-te diagnosticata e l’alimento è stato correttamente eli-minato dalla dieta, i sintomi persistono. Negli Usa unostudio su un gruppo di pazienti allergici alle noccioli-ne ha evidenziato che il 75% dei pazienti ingeriva,inavvertitamente, allergeni di derivazione dalle noc-cioline nell’ambito dei 5 anni di osservazione. Gli ali-

menti possono essere“nascosti” per varimotivi: ricette, partico-lari confezioni, conta-

minazione, alimentiusati per prepararne altri.

Alcuni esempi: cioccolatofondente (latte come conta-

minazione da macchinari in-dustriali), salsiccia (latte comecontaminante), hot dog (lattecome contaminante), hambur-ger (soja), gelati, prodotti dipasticceria, caramelle, salseper carni, dolciumi (noci, noc-ciole, arachidi, mandorle),condimenti per insalata, me-ringhe, sorbetti, salse, vino,

zuppe commerciali (albume,tuorlo, ovalbumina, ovomucoide).

Alcuni ritengono che possa esserepraticato, in casi selezionati, un

trattamento desensibilizzantespecifico. In passato questo tipodi trattamento è stato tentato

per via parenterale (iniezioni)con pesanti effetti collaterali emodesti risultati clinici. In tem-pi successivi è stata praticatala “desensibilizzazione specifi-ca” per via orale, soprattuttonei bambini. Tali procedurenon sono comunque pratiche

terapeutiche diffuse sia perché non sono procedurecodificate e standardizzate sia perché una graduale espontanea acquisizione di tolleranza nei confronti de-gli alimenti allergizzanti si verifica nella stragrandemaggioranza dei casi (un’acquisita tolleranza sponta-nea dopo i 3 anni di età è cioè un evento frequente).In tempi recenti sono stati sperimentati anche nuovitrattamenti. Alcuni pazienti sono stati trattati, per orain modo sperimentale, con anticorpi monoclonali an-ti-IgE (cioè con anticorpi diretti contro gli anticorpi del-l’allergia). Questo primo studio è stato condotto su 84pazienti americani, allergici alle arachidi, ed è statopossibile ottenere un sostanziale aumento della dosesoglia di sensibilità all’arachide da un livello approssi-mativamente equivalente a ½ arachide (178 mg) auno quasi equivalente a 9 arachidi (2805 mg), un ri-sultato che si traduce in una significativa protezionenei confronti di ingestioni occulte e/o involontarie diarachidi.

Alimenti geneticamente modificati. La tecnica delDna ricombinante è attualmente utilizzata in varie eimportanti coltivazioni per aumentarne la resistenzanei confronti delle aggressioni ambientali. Al mo-mento diverse decine di specie vegetali sono statesottoposte con successo a procedure di ingegneriagenetica. Una tra le principali preoccupazioni relati-ve alla sicurezza dei cibi transgenici riguarda la pro-blematica riguardante la loro potenziale allergenici-tà. Il caso più noto è quello della soja modificata conun gene della noce brasiliana che è stata in grado dideterminare un evento anafilattico in un paziente al-lergico alla noce dopo aver ingerito la soja senza es-sere informato della sua nuova e nascosta allergeni-cità. Il rischio di trasferimento di geni allergenici in unalimento diverso da quello originale è quindi reale.Va peraltro evidenziato che le stesse procedure di in-gegneria genetica potrebbero privare gli alimenti diquelle sequenze genetiche in grado di codificare leproteine allergeniche disinnescando in tal modo la lo-ro allergenicità. Secondo molti studiosi la tecnica delDNA ricombinante è la tecnologia a minore impattoambientale tra quelle utilizzate dall’uomo fin dall’ori-gine della sua civilizzazione e gli ipotetici rischi sonocertamente inferiori ai possibili benefici. Gli alimentigeneticamente modificati sono cioè un “nuovo stru-mento” biologico, una “nuova opportunità” tecno-logica e il problema, come sempre, sta nel controllo enel corretto utilizzo delle biotecnologie.

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Voglia di allegria, di divertimento e anche desideriodi cambiare la nostra immagine abituale, magari...impersonando un personaggio dei fumetti o del ci-nema. Carnevale è sicuramente l’occasione giustaper realizzare tutto ciò. Per truccare bambini e adul-ti in vista del Carnevale è importantissimo prepara-re la pelle a ricevere prodotti che solitamente nonsostiene, specie nel caso del bambino o dell’uomo.

La preparazione

Vediamo nel dettaglio le fasi opportune e i prodottipiù indicati:- Detergere accuratamente il viso con prodotti pos-

sibilmente a risciacquo, ma privi di alcali o sostan-ze irritanti, i quali asportano bene tutte le impuri-tà e non alterano le naturali difese della pelle.

- Dopo aver asciugato il viso è consigliabile vaporiz-zare un po’ di acqua termale che calma, lenisce eapporta una prima idratazione.

- e ai bambini mettiamo sul viso una base tipo fon-dotinta oppure pastelli colorati (indicati apposita-mente per questo utilizzo), è consigliabile applica-re prima un velo di crema idratante delicata pernon seccare la pelle e non irritarla.

Il trucco dei bambini

Per truccare i bambini si possono utilizzare: i trucchidella mamma, purché testati contro nichel o altri me-

talli e privi di coloranti e conservanti, op-pure i pastelli da trucco (non quelli perdisegnare!) che sono pensati apposta

per giocare al trucco e che dovrebberoanch’essi essere testati e controllati. Siconsiglia comunque di acquistarli nel

proprio negozio di giocattoli di fiducia e controllareattentamente i componenti, le modalità d’uso e leavvertenze riportate sulla confezione. Inoltre, nel ca-so si decida di utilizzare i pastelli da trucco è consi-gliabile effettuare un test di tollerabilità che consistenel colorare leggermente la parte interna del-l’avambraccio del bambino, attendere qualche ora econtrollare che non insorgano prurito o rossore. Intal caso si può procedere all’applicazione sul viso,evitando accuratamente il contorno degli occhi, delnaso e delle labbra. A questo punto, le composizionisono molteplici: i modelli a cui possiamo ispirarci sono

Il truccoa Carnevale

Creatività e fantasia, senza trascurare la cura della pelle

Cosmesi

Francesca Lo Curtoconsulente Cosmesi

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tanti e tra i più usati ci sono i clown del circo, i vam-piri (in auge in questo periodo) e le classiche figuredel Carnevale italiano più tutti i personaggi dei car-toni oppure figure della nostra società, ovviamenteriviste in chiave ironica.Discorso a parte deve essere fatto per i bambini an-cora abbastanza piccoli, sarebbe meglio evitare i pa-stelli da trucco perché la pelle è ancora particolar-mente sensibile e il rischio di irritazione è molto ele-vato. Per loro si può ricorrere a dei semplici disegnieffettuati con la matita per il trucco degli occhi del-la mamma, ad esempio nera, per creare dei baffettida topolino o gattino, oppure creare dei pomellirossi, con il fard sempre della mamma, per avere un“effetto Heidi”, oppure ancora possiamo disegna-re la “lacrimuccia di Pierrot”. Le possibilità sonotante anche con un solo prodotto accompagnato aun pizzico di fantasia.

Il trucco degli adulti

Per quanto riguarda il trucco degli adulti le accor-tezze dovrebbero essere le stesse, anche se, ovvia-mente, una ragazza o un ragazzo possono utilizzaredi più il classico make-up giocando con sfumature ecolori o rivolgersi a un professionista per un “truc-co pittorico” realizzato con prodotti specifici a ba-se d’acqua. Per un trucco realizzato da soli, adesempio tornando ai vampiri basta utilizzare pochie semplici accorgimenti: applicare un fondotintachiarissimo (possibilmente il più chiaro della gam-ma), ripassarlo anche due volte in quanto è mo-dulabile e possiamo dosarlo come vogliamo, in se-guito applicare una cipria compatta, anche questamolto chiara, e l’effetto sarà sicuramente moltodiafano. Poi con una matita nera morbida si sot-tolinea il bordo inferiore dell’occhio a piccoli trat-ti e con l’aiuto di un bastoncino di ovatta si sfumain modo più o meno uniforme fino a creare unalone grigio/nero sotto gli occhi; se non fosse an-cora abbastanza drammatico o intenso si può ripe-tere l’operazione. Ultimo particolare: un velo di ros-setto sul rosso cupo o mattone e così si può diventarefratelli o sorelle di Edward Cullen.

La rimozione del trucco

Dopo la festa sorge ovviamente la necessità di elimi-nare il trucco più o meno intenso.Nel caso del bambino truccato con pastelli oppure del-l’adulto con un make-up completo, il consiglio è di

eliminare il primo strato di trucco con latte detergen-te, salviette struccanti, oppure i nuovi prodotti all’ac-qua micellaria che possiedono delle molecole in gra-do di inglobare il make-up e di eliminarlo perfetta-mente in modo delicato. Il secondo passo, consiglia-to per tutti i tipi di trucco (anche quelli leggeri), con-siste nell’utilizzare un prodotto (mousse o crema de-tergente) a risciacquo per eliminare perfettamentetutte le particelle di trucco che sono sicuramente ri-maste. Dopo avere tamponato il viso, è poi opportu-no vaporizzare abbondantemente con acqua termaleo un tonico delicato e lenitivo per ripristinare il cor-retto film idrolipidico che è stato ovviamente altera-to. Per quanto riguarda ancora i nostri bambini, maperché no anche gli adulti, è consigliabile durante lafesta, o comunque nel periodo di utilizzo del trucco,portare con se una confezione di salviette struccanti(non semplici detergenti) e dell’acqua termale in mo-do da poter subito eliminare il trucco e lenire gli even-tuali arrossamenti nell’eventualità che insorgesseroprurito o bruciore della pelle. Può essere opportunoanche avere a portata di mano un collirio deconge-stionante nel caso in cui delle particelle di prodottoentrassero accidentalmente negli occhi. È doveroso

sottolineare che tutti i passaggi di preparazione e pu-lizia della pelle sono particolarmente importanti an-che per l’uomo che, non essendo abituato al trucco,non deve trascurarli ricordando, inoltre, di far riposa-re il viso tra queste operazioni e la rasatura, già di persé stressante per la cute. In conclusione, attenendosia questi semplici accorgimenti, bambini e adulti pro-teggeranno la salute della loro pelle anche nel caso diun evento straordinario come può essere un truccodi Carnevale.

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Il trucco a Carnevale

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Il 13 Febbraio ha luogo la X Giornata di Raccoltadel Farmaco. Alla Giornata di Raccolta partecipanotutte le farmacie che aderiscono al Banco Farma-ceutico aperte il 14 febbraio e tutte quelle chiuse perriposo infrasettimanale a cui l’Asl ha concesso la“deroga dall’obbligo di chiusura per riposo infraset-timanale”. A fronte di tale deroga, Farmacie Comu-nali Spa ha dato la disponibilità alla partecipazioneanche per le 16 farmacie comunali che sarebbero inturno di chiusura (5, 10, 13, 20, 21, 22, 23, 28, 29,33, 37, 40, 41, 42,43, 46). In questo modo, tuttele 34 farmacie comunali sono state iscritte allaGiornata della raccolta del farmaco. La buonariuscita di tale iniziativa dipende dalla partecipazionedi tutti: ognuno di noi è perciò chiamato a dareil proprio contributo. Nelle farmacie i volontari delBanco Farmaceutico spiegheranno l’iniziativa a tutticoloro che entreranno, chiedendo loro di acquistaremedicinali (Otc e Sop) da devolvere alle associazioniassistenziali locali. Lo scorso febbraio, in occasionedella IX Giornata Nazionale di Raccolta del Farmacosono stati donati oltre 325.000 farmaci, per un con-

trovalore di cir-ca 2.112.500.Questo ha per-messo di ri-spondere al bi-sogno di oltre1.200 enti assi-stenziali ches o c c o r r o n o400.000 indi-genti in tuttaItalia. Il BancoFarmaceuticosi propone co-me modalità di

valorizzazione del-la farmacia e dellafigura del farmaci-sta nel suo ruolosociale che lo vededa sempre in pri-ma linea al fiancodei cittadini.

Un po’ di storia

Dall’incontro tra al-cuni giovani farma-cisti legati allaCompagnia delleOpere e la Feder-farma provinciale,nel 2000 prendeavvio a Milano ilBanco Farmaceuti-co. L’obbligo stabi-lito dalla legge didispensare il farma-co unicamente infarmacia, che inizialmente sembra pregiudicare lacreazione di un’opera sul modello del Banco Ali-mentare, diviene rapidamente un punto di forza: an-cora oggi la Giornata di Raccolta del Farmaco, cherappresenta la principale attività del Banco Farma-ceutico, è costruita sul rapporto fondamentale coni farmacisti, che fungono da anello di congiunzio-ne tra la carità dei cittadini e gli enti che assistonoi bisognosi. Nel dicembre del 2000 si svolge a Milanola I Giornata di raccolta del farmaco, che coinvolge250 farmacie e consente di raccogliere 15.000 far-maci. L’iniziativa è cresciuta notevolmente di anno inanno fino a diventare un evento riconosciuto e con-solidato a livello nazionale, arrivando a coinvolgerenella scorsa edizione del 14 febbraio 2009 circa 2900farmacie in 81 province italiane.

appuntamenti

Condividere i bisogniper condividere il senso della vita

Il 13 febbraio vieni in farmacia per donare un farmaco

Le tipologie di farmaciraccolti

L’attività del Banco è focalizzata sullaraccolta di farmaci che non necessita-no di ricetta medica, cioè esclusi dalservizio sanitario nazionale e quindi to-talmente a carico di chi ne ha bisogno.Farmaci antiacidi Farmaci antimicotici topici Farmaci antinfiammatori orali Farmaci antinfiammatori topici Farmaci antinfluenzali Farmaci antipiretici per adulti Farmaci antipiretici per bambini Farmaci antisettici per la gola Farmaci antiistaminici orali Farmaci antiistaminici topici Farmaci antitosse Cicatrizzanti Colliri Decongestionanti nasali Disinfettanti Lassativi

La locandina del-l’iniziativa

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Uniamo Federazione Italiana MalattieRare onlus (www.uniamo.org) or-ganizza in Italia la terza Giornatadelle Malattie rare (Rare DiseaseDay) che sarà celebrata in molte cit-tà italiane con iniziative nell’arco divari giorni. Le malattie rare sono pa-tologie che colpiscono un numero li-mitato di persone su un’intera po-polazione (meno di 1 caso su 2000persone). L’80% di esse è di originegenetica e interessa tra il 3% e il4% delle nascite, ma vi sono anchetipologie rare di cancro, malattie au-to-immuni e malformazioni congeni-te. In base alle stime Ue, le malattierare sono fra le 5000 e le 8000 eattualmente sono meno di 50 le te-rapie; per questo l’Unione europeavuole puntare sugli incentivi per laricerca sui farmaci orfani. Non a ca-so, il tema del 2010 è Pazienti ericercatori: partner per la vita, egli obiettivi sono: promuovere l’inte-resse per la ricerca nel campo delle

malattie rare e la collaborazione tra i malati e i ricer-catori, definire la politica pubblica e influenzare lapianificazione delle ricerca. È possibile trovare sul si-to della Giornata www.rarediseaseday.org infor-mazioni sull’evento e sulle attività nazionali e locali.Chi vuole partecipare può contattare direttamenteEurordis all’indirizzo [email protected] anche partecipare i singoli malati pubbli-cando le proprie foto e video nella sezione “Tell YourStory” (Racconta la tua storia). È possibile anche con-dividere la propria storia su Facebook e caricare foto(con testimonianze scritte nella propria lingua) sullabacheca creata apposta per questa giornata.

Pazienti e ricercatoriinsieme per la vita

Riferimenti

Numero verde 800.89.69.49Il servizio, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00, è anonimo e gratuito. Fornisceinformazioni personalizzate e di orientamento verso i presidi di diagnosi e cura della Retenazionale malattie rare, le Associazioni dei pazienti e la possibilità di esenzione.www.malattierarepiemonte.it - Nelle sito della Rete Interregionale del Piemonte e dellaValle d’Aosta sulle Malattie Rare si possono trovare informazioni relative al supporto le-gislativo (sanitario, socio-assistenziale, previdenziale), alle singole malattie rare, all’offerta dia-gnostica e assistenziale di Asl, Ospedali e Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico(Irccs) di Piemonte e Valle d’Aosta e alle associazioni di volontariato.www.iss.it/cnmr - Il sito del Centro di Coordinamento Nazionale Malattie Rare, del-l’Istituto Superiore della Sanità contiene le informazioni relative alla rete Nazionale sulle Ma-lattie Rare, ma anche sulla letteratura scientifica relativa a tali patologie, normativa, modulisti-ca e documenti utili. Sono presenti inoltre link di riferimento, appuntamenti, linee guida einformazioni aggiornate sulle attività dell’Istituto concernenti le malattie rare.www.orphanet-italia.it - Orphanet è un servizio di informazioni al pubblico sulle malattierare e i farmaci orfani. Il suo obiettivo è di contribuire al miglioramento del trattamento del-le malattie rare, sia di quelle genetiche che di quelle autoimmuni o infettive, dei tumori o del-le malattie prive di diagnosi precisa. Orphanet offre servizi che si adattano ai bisogni deipazienti e delle loro famiglie, dei medici e dei ricercatori, delle associazioni e dell’industria.www.eurordis.org/it - L’Organizzazione Europea per le Malattie Rare, Eurordis, è una al-leanza di organizzazioni di pazienti e individui attivi nel settore delle malattie rare, guidata daipazienti. La sua missione è di costruire una comunità per essere la voce delle persone col-pite da malattie rare in Europa e lottare contro l’impatto di queste malattie sulle loro vite.Tramite il sito ci si può iscrivere alla newsletter mensile (anche in italiano).

appuntamenti

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Il 28 febbraio la terza Giornata mondiale sulle malattie rare

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redazionaliredazionali

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Oraridelle Farmacie Comunali

previsti per il 2010N. FARMACIA TELEFONO ORARIO

MATTINA POMERIGGIO

1 C.so Orbassano 249 011.39.00.45 9,00-12,30 15,00-19,302 Via Slataper 25/bis/b 011.73.58.14 8,30-12,30 15,30-19,304 Via Oropa 69 011.899.56.08 8,30-12,30 15,30-19,305 Via Rieti 55 011.411.48.55 9,00-12,30 15,00-19,307 C.so Trapani 150 011.335.27.00 9,00-12,30 15,00-19,308 C.so Traiano 22/E 011.61.42.84 9,00-19,309 C.so Sebastopoli 272 011.35.14.83 9,00-12,30 15,00-19,3010 Via A. di Bernezzo 134 011.72.57.67 9,00-12,30 15,00-19,3011 Via Lanzo 98/G 011.226.29.53 8,30-12,30 15,00-19,0012 C.so Vercelli 236 011.246.52.15 9,00-12,30 15,00-19,3013 Via Negarville 8/10 011.347.03.09 8,30-19,0015 C.so Traiano 86 011.61.60.44 9,00-12,30 15,00-19,3017 C.so V. Emanuele 182 011.433.33.11 8,30-12,30 15,30-19,3019 Via Vibò 17/b 011.21.82.16 8,30-12,30 15,00-19,0020 Via Ivrea 47/49 011.262.13.25 9,00-12,30 15,00-19,3021* C.so Belgio 151/B 011.898.01.77 9,00-12,30 15,00-19,3022 Via Capelli 47 011.72.57.42 8,30-12,30 15,00-19,3023 Via G. Reni 155/157 011.30.75.73 8,30-12,30 15,30-19,30 24 Via Bellardi 3 011.72.06.05 9,00-13,00 15,30-19,3025** Stazione Porta Nuova 011.54.28.25 7,00-19,3028 C.so Corsica 9 011.317.01.52 8,30-12,30 15,00-19,0029 Via Orvieto 10/A 011.25.94.60 9,00-13,30 15,30-19,3033 Via Isernia 13B 011.739.98.87 9,00-13,00 15,00-19,0035 Via Cimabue 8 011.311.40.27 9,00-12,30 15,00-19,3036 Via Filadelfia 142 011.32.16.19 8,45-12,30 15,15-19,3037 C.so Agnelli 56 011.324.74.58 8,45-12,30 15,00-19,1538 Via Vandalino 9/11 011.72.58.46 9,00-13,00 15,30-19,3040 Via Farinelli 36/9 011.348.82.96 8,30-19,0041 Via degli Abeti 10 011.262.40.80 8,30-12,30 15,00-19,0042 Via XX Settembre 5 011.54.32.87 9,00-19,3043 Piazza Statuto 4 011.521.45.81 9,00-19,0044 Via Cibrario 72 011.437.13.80 8,30-19,3045 Via Monginevro 27/b 011.385.25.15 9,00-12,30 15,00-19,3046 P.zza Bozzolo 11 011.663.38.59 8,30-12,45 15,15-19,00

* la Farmacia Comunale n. 21 svolge anche servizio notturno tutti i giorni dalle ore19,30 alle ore 9,00 con la sola esclusione del periodo di chiusura per ferie

** la Farmacia Comunale n. 25, sita nella Stazione di Porta Nuova, è aperta tutti igiorni dell’anno, festivi compresi

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