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1  

Sommario 1. Introduzione .........................................................................................................2

1.1 Premessa.....................................................................................................2 2. Finalità del progetto ............................................................................................5

2.1 Le fonti energetiche rinnovabili ............................................................6 2.2 L’Energia Solare in Sardegna. ...............................................................8 2.3 Vantaggi socio economici. ...................................................................10 2.4 Quadro Normativo di Riferimento ......................................................10

3. Il progetto............................................................................................................12 3.1 Descrizione del sito. ...............................................................................13 3.2 Criteri di inserimento dell’opera nel territorio.................................18

3.2.1 Inserimento urbanistico ....................................................................36 4. Struttura dell’Impianto.......................................................................................41

4.1 Dimensioni dell’intervento proposto .................................................43 4.2. Pannelli Fotovoltaici ...............................................................................43 4.3 Sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata .................................................................................................................45 4.4. Distribuzione Elettrica ...........................................................................47 4.5. Descrizione delle Fasi Realizzative dell’Impianto ..........................49 4.6. Producibilità dell’impianto fotovoltaico............................................49 4.7. Conclusioni...............................................................................................50

                 

2  

1. Introduzione

 

1.1 Premessa

Questo documento è stato redatto per la procedura di Screening e richiesta di

Autorizzazione Unica finalizzata alla costruzione e all’esercizio di un impianto di

generazione energetica alimentato da fonti rinnovabili non programmabili, ai sensi

dell’art.5 del D.Lgs. 3 Marzo 2011, n.28 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla

promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva

abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.”.

La fonte energetica non programmabile utilizzata per alimentare l’impianto è la luce

solare.

La procedura di Verifica di VIA è terminata con la Delibera DGR 10/11 del

17/03/2015, secondo la quale La Giunta regionale, condividendo quanto

rappresentato e proposto dall'Assessore della Difesa dell'Ambiente DELIBERA

- di non sottoporre all’ulteriore procedura di VIA il progetto “Realizzazione

impianto fotovoltaico da 2 MWp pista ciclabile e running litoranea zona

industriale” in Comune di Olbia (OT).

La presente relazione fa ora parte del progetto definitivo per la richiesta di

Autorizzazione Unica DGR 27/16 del 01/06/2011. - Linee guida attuative del decreto

del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10.9.2010 "Linee guida per

l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili", e modifica della

Delib.G.R. n. 25/40 dell'1.7.2010.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3  

 

Società proponente CIPNES “GALLURA”, con sede legale in Olbia 07026 - Zona Industriale

Loc. Cala Saccaia

tel. 0789/597125– 597099 – fax 0789/597126

Il Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna Gallura (CIPNES Gallura) è

uno degli otto consorzi provinciali della Sardegna così come li ha individuati e definiti

la legge regionale di riordino delle funzioni in materia di aree industriali ( L.R. n. 10

del 2008). La legge stabilisce che spettano ai Consorzi Industriali Provinciali: la

progettazione e la realizzazione di opere di urbanizzazione, delle infrastrutture nelle

aree industriali di interesse sovralocale, e di spazi pubblici destinati ad attività

collettive; l’acquisizione di aree e la successiva assegnazione alle imprese degli

spazi attrezzati per gli insediamenti produttivi; la realizzazione e la gestione di

impianti comuni per la fornitura di servizi, la riscossione dei corrispettivi dovuti per i

servizi erogati, e più, in generale tutte le attività finalizzate a favorire lo sviluppo e la

valorizzazione delle imprese industriali.

Il Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna Gallura, in particolare,

gestisce gli impianti consortili di depurazione, di potabilizzazione, di smaltimento dei

rifiuti solidi urbani e di compostaggio e trattamento dei rifiuti solidi urbani e assimilati.

Altre infrastrutture sono in fase di esecuzione o di progettazione.

Il Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna Gallura, la cui sede è a Olbia,

è attualmente costituito ai sensi dall' Art. 2, c. 27 L.R. n. 3/09 dal comune di Olbia,

dalla Provincia di Olbia-Tempio, dal Comune di Monti e dal Comune di Buddusò.

Con la Deliberazione N. 07 del 01.04.2011, il CIPNES Gallura, ritenuta l’opportunità

di provvedere con priorità all’esecuzione della rete di impianti fotovoltaici da

realizzarsi nella litoranea della Zona Industriale ovvero a parziale copertura del

percorso ciclabile e running appositamente attrezzato, tenuto conto che:

• l’energia prodotta dagli impianti di produzione energetico fotovoltaica suddetti

consentirà al CIPNES di azzerare o comunque diminuire notevolmente la

bolletta energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti

4  

sia a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia per aumento dei consumi

dovuti ad implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento

degli impianti di discarica nonché di depurazione consortili;

• detti impianti consentiranno di avere un notevole beneficio ambientale in

quanto realizzati in aree urbanisticamente degradate e già compromesse

impedendo l’immissione in atmosfera di migliaia di tonnellate di CO2 durante il

loro esercizio;

ha deliberato quanto segue:

• di provvedere allo sviluppo definitivo ed esecutivo di apposito progetto

necessario al rilascio dell’autorizzazione unica così come definita dall’art. 12

del D.lgs. 387/2003 e da ogni ulteriore normativa della Regione Sardegna e

attuativa nonché alla successiva attivazione delle procedure di accesso

all’incentivazione in conto energia di cui al DM del 06.08.2010 per

l’installazione degli impianti fotovoltaici, di cui in premessa, onde soddisfare il

fabbisogno energetico del Consorzio;

• di autorizzare la struttura dirigenziale del consorzio ad espletare le

necessarie procedure concorsuali per la fornitura degli impianti fotovoltaici in

parola per un importo massimo stimato pari a circa € 6.500.000,00;

• di provvedere alla copertura finanziaria dell’approvato programma di

interventi impiantistici con l’attivazione di linee di credito bancario e/o altra

convenzionale forma di finanziamento sulla base di specifica procedura

negoziale esperibile sul mercato dei servizi finanziari dalla struttura

dirigenziale del Consorzio alla luce del piano economico – finanziario degli

investimenti predisposto, che potrà essere opportunamente modificato

assicurandone l’equilibrio economico – finanziario alla stregua della possibile

revisione della normativa tariffaria incentivante.

 

  

     

5  

2. Finalità del progetto

 

Il progetto dell’impianto fotovoltaico “Pista ciclabile e Running - Litoranea Zona

Industriale”, nel Comune di Olbia, nei terreni di proprietà del Consorzio Industriale

denominato Cipnes Gallura, ha come obiettivo la realizzazione di una pista ciclabile

con copertura fotovoltaica per la produzione di energia elettrica per complessivi 2

MWp.

Il progetto si inserisce nel quadro istituzionale di cui al D.Lgs. 3 Marzo 2011, n.28

“Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti

rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e

2003/30/CE.”, le cui finalità sono:

• definire gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale,

finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al

2020 in materia di quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul

consumo finale lordo di energia e di quota di energia da fonti rinnovabili nei

trasporti;

• dettare norme relative ai trasferimenti statistici tra gli Stati membri, ai progetti

comuni tra gli Stati membri e con i paesi terzi, alle garanzie di origine, alle

procedure amministrative, all'informazione e alla formazione nonché

all'accesso alla rete elettrica per l'energia da fonti rinnovabili e fissare criteri di

sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi.

Il presente elaborato ha lo scopo di illustrare le caratteristiche del sito e dell’impianto,

i criteri adottati e la compatibilità ambientale del progetto.

Il progetto prevede l’utilizzo del sole come risorsa per la produzione di energia

elettrica, mediante la tecnologia fotovoltaica che converte in maniera diretta la luce

solare senza l’utilizzo di combustibili fossili e senza parti meccaniche in movimento.

Sebbene il fotovoltaico non sia in grado di sostituire al 100% la produzione di energia

elettrica necessaria per la discontinuità della fonte, può dare però un notevole

contributo alla limitazione dell’utilizzo delle fonti fossili, riducendo in questo modo le

emissioni in atmosfera di sostanze nocive per la salute e l’ambiente.

6  

L’opera è costituita da impianti che utilizzano unicamente “fonti rinnovabili di

energia”, quella solare fotovoltaica, ed è equiparata alle opere di pubblico interesse e

di pubblica utilità “indifferibili ed urgenti” (L. n.10 del 09.01.1991 e L. n.387 del

29.12.2003).

 

 2.1 Le fonti energetiche rinnovabili

 Si definiscono fonti rinnovabili di energia quelle fonti che, a differenza dei

combustibili fossili e nucleari, possono essere considerate virtualmente inesauribili.

Questo perché il loro ciclo di produzione, o riproduzione, ha tempi caratteristici al

minimo comparabili con quelli del loro consumo da parte degli utenti.

Le fonti rinnovabili comprendono la fonte primaria dell’energia solare che investe il

nostro pianeta e quelle energie che da essa derivano: idraulica, eolica, delle

biomasse, delle onde e delle correnti marine.

Altra fonte primaria considerata rinnovabile è l’energia geotermica, che trae origine

da fenomeni che avvengono nei sistemi profondi della crosta terrestre.

Proviamo a identificare le “vere” rinnovabili in base all'inquadramento che ne dà la

normativa europea (direttive 2003/54/Ce e 2009/28/Ce).

  

Le direttive europee riconoscono come “fonti energetiche rinnovabili” le seguenti fonti

non fossili:

• eolica

• solare

• aerotermica

• geotermica

• idrotermica e oceanica

• idraulica

• biomassa

• gas di discarica

• gas residuati dai processi di depurazione

• biogas.

7  

  Rispetto alla direttiva del 2003, la più recente direttiva 2009/28/CE, recepita nel

nostro Paese con il D. Lgs 3 marzo 2011, n. 28, ha aggiunto e definito due nuovi

fonti energetiche:

• energia "aerotermica": l'energia accumulata nell'aria ambiente sotto forma di

calore;

• energia "idrotermica": l'energia immagazzinata nelle acque superficiali sotto

forma di calore.

  Il D. Lgs. n. 28/2011, nel recepire la direttiva 2009/28/CE, ha ampliato e rivisto la

definizione di biomassa:

per biomassa di intende "la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di

origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e

animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e

l'acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché

la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani". Gli aspetti energetici

dell’importanza dei combustibili fossili sono ovviamente connessi sia alla dipendenza

strategica che alla politica economica del Paese Italia.

Nel 2009 la richiesta di energia elettrica sulla rete in Italia è risultata pari a 320,3

TWh, circa il 6% in meno rispetto all’anno precedente. La crisi economica ha infatti

interrotto il trend di crescita dei consumi elettrici.

La necessità di promuovere fonti alternative d’energia è stata affermata ufficialmente

dalla Commissione Europea fin dal 1997, e gli impegni assunti dal Governo Italiano

nei confronti del Protocollo di Kyoto prevedono una riduzione del 6,5 % nel 2008-

2012 delle emissioni dei gas serra rispetto ai valori del 1990.

L’Italia avrebbe dovuto ridurre l’inquinamento solo del 6.5 % al momento dell’accordo

sul Protocollo. Si è invece registrato un aumento del 13%, col risultato di dover

diminuire le emissioni nei prossimi 5 anni del 20%.

In pratica occorre ridurre drasticamente l’utilizzo di combustibili fossili, principali

responsabili dell’inquinamento atmosferico.

8  

L’Unione Europea appare ferma e convinta nel sostenere politiche energetiche

rispettose dell’ambiente e quindi è impegnata attivamente in azioni mirate al

raggiungimento degli obiettivi assunti col protocollo di Kyoto prima, con la

Conferenza di Copenaghen (2009) e la Conferenza di Cancun (2010), nel cui

documento finale, approvato per acclamazione, si prevede la costituzione di un

fondo verde per il clima a sostegno dei Paesi in via di sviluppo per gli interventi di

riduzione delle emissioni e adattamento ai mutamenti climatici.

Inoltre, è stato finalmente riconosciuto che gli attuali impegni di riduzione non sono

sufficientemente ambiziosi e la necessità di colmare questo gap per stare al di sotto

dell’aumento di due gradi di temperatura. Obiettivi chiari e vincolanti che l’Europa ha

deciso di assumersi sono:

- ridurre del 20% le emissioni di gas serra;

- aumentare del 20% l’efficienza energetica (ridurre del 20% i consumi

energetici);

- aumentare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili.

 2.2 L’Energia Solare in Sardegna.

Il Piano Energetico Ambientale Regionale, adottato con il DGR 2 Agosto 2006 n.

34/13, e modificato dal DGR 27 novembre 2008 n.66/24 e dalla Deliberazione N.

43/31 del 6.12.2010, Delibera n. 5/1 del 28 gennaio 2016 ritiene prioritario che la

Regione predisponga, nel più breve tempo possibile, un documento di indirizzo sulle

fonti energetiche rinnovabili che individui, sulla base delle peculiarietà strutturali del

sistema energetico regionale, per ciascuna fonte, le potenzialità rispetto ai possibili

scenari sino al 2030, ovvero il nuovo orizzonte temporale della pianificazione

comunitaria in campo energetico ambientale.

Il PEARS contiene indirizzi e obiettivi strategici in campo energetico e specifica le

conseguenti linee di intervento; esso costituisce il quadro di riferimento per chi

assume, sul territorio sardo, iniziative riguardanti l’energia richiesta sempre

crescente di energia nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica di uno sviluppo energetico

che sia coscientemente sostenibile non si può evitare di far ricorso all’energia solare.

9  

L’entità dell’energia solare che giornalmente investe la Terra è dell’ordine di potenza

di 1,75 x 1017 W, anche se quello che interessa è l’energia specifica, cioè per unità di

superficie captante.

I pannelli fotovoltaici hanno quindi il compito di captare questa forma di energia che

altrimenti andrebbe persa.

Gli impianti fotovoltaici riducono la domanda di energia da altre fonti tradizionali,

contribuendo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e quindi ad una minore

emissione di anidride carbonica, che potrebbe facilmente essere calcolata attraverso

la formula:

CO2 [kg] = Pelp / Pp x fmixelit

in cui Pelp/Pp è l’energia elettrica prodotta da un generico impianto e fmixelit è il

fattore per il mix elettrico italiano, pari a 0.531 kg di CO2/ kWhel.

Moltiplicando poi il valore ottenuto per la durata dell’impianto in anni, si ottiene il

vantaggio sociale complessivo.

Se la produzione di energia mediante il fotovoltaico presenta un impatto

sull’ambiente molto basso, limitato agli aspetti di occupazione del territorio o impatto

visivo, la fase di produzione dei pannelli fotovoltaici comporta un certo dispendio

energetico e l’uso di sostanze chimiche. La maggior parte delle aziende produttrici di

componenti fotovoltaici è certificata UNI EN ISO 14001/2004, quindi attivamente

impegnata nel recupero e riciclo di tutti i propri effluenti e residui industriali.

In fase di decomissioning dell’impianto, i vari materiali di base quali alluminio, silicio

e vetro, possono essere riciclati e riutilizzati.

10  

2.3 Vantaggi socio economici.

E’ opinione comune ritenere il fotovoltaico la principale tecnologia in grado di

incarnare gli obiettivi a lungo termine della politica energetica della Commissione

Europea contribuendo all’approvvigionamento elettrico in maniera apprezzabile dopo

il 2030, apportando dei benefici oltre che in termini ambientali anche in termini

occupazionali.

In Italia stanno fiorendo un gran numero di iniziative industriali - impianti eolici e

solari, stabilimenti per la produzione di film sottili fotovoltaici ed altri interessanti

iniziative.

La filiera economica che si sviluppa intorno alle opportunità offerte dalle nuove

tecnologie dell'energia e al business verde cui stanno dando luogo, può diventare un

settore importantissimo per le piccole e le grandi aziende che sapranno rivolgere gli

incentivi erogati in questo ambito a finanziare la ricerca e l'innovazione tecnologica

necessarie per essere competitive.

2.4 Quadro Normativo di Riferimento

La presente progettazione si è sviluppata all’interno di un definito quadro normativo

di riferimento: Leggi e norme tecniche di riferimento per l’esecuzione degli impianti elettrici

CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua;

CEI 11-20 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi i continuità collegati a reti di I e II categoria;

CEI EN 60439 CEI 17-13 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per

bassa tensione (quadri BT)

CEI EN 60439-1

CEI 17-13/1):

Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS);

CEI EN 60439-2

CEI 17-13/2 Prescrizioni particolari per i condotti sbarre;

CEI EN 60439-

CEI 17-13/3

Prescrizioni particolari per apparecchiature assiepate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD);

CEI EN 60445 CEI 16-2 Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico;

11  

CEI EN 60529 CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (codice IP);

CEI EN 60099-1-2 CEI 37-1 Scaricatori;

CEI 20-19 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V

CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V

CEI EN 62305 CEI 81-10 Protezione contro i fulmini

CEI EN 62305-1

CEI 81-10/1 Principi Generali

CEI EN 62305-2

CEI 81-10/2 Valutazione del Rischio

CEI EN 62305-

CEI 81-10/3 Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone

CEI EN 62305-4

CEI 81-10/4 Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture;

CEI 81-3 Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato;

CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici

CEI 0-3 Guida per la compilazione della documentazione per la legge n. 46/1990;

CEI 0-16

Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle Imprese distributrici di energia elettrica;

Per i Pannelli Fotovoltaici

CEI EN 60904-1 CEI 82-1 Dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensione corrente;

CEI EN 60904-2 CEI 82-2 Dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento;

CEI EN 60904-3 CEI 82-3 Dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento;

CEI EN 61727 CEI 82-9 Sistemi fotovoltaici (FV) - Caratteristiche dell'interfaccia di raccordo con la rete;

CEI EN 61215 CEI 82-8 Moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo;

CEI EN 61646 CEI 82-12 Moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo;

CEI EN 50380 CEI 82-22 Fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici;

CEI EN 61724 CEI 82-15 Rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici. Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati;

IEC 60364-7-712 Electrical installations of buildings - Part 7-712: Requirements for special installations or locations Solar photovoltaic (PV) power supply systems

12  

Per i Sistemi di Conversione e Condizionamento della Potenza

CEI 82-25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa tensione;

CEI EN 62093 CEI 82-24 Componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali; (CEI, ASSOSOLARE);

CEI EN 61000-3-2

CEI 110-31

Compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso < = 16 A per fase);

CEI EN 60555-1: CEI 77-2

Disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni;

Norme di carattere generale

UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici

D.Lgs. 9.04.2008 N°81

Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

D.M. 22.01.2008 n° 37

Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della Legge 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.

Specifiche tecniche del Gestore di Rete (Enel Distribuzione S.p.A.):

Dicembre

2010 Ed.2.1

Guida per le connessioni alla rete Elettrica di Enel Distribuzione.

Tutte le soluzioni tecniche adottate, ed i materiali scelti per l’installazione,

risulteranno pertanto rispondenti alla normativa tecnica e di legge sopra citata.

3. Il progetto La Regione, in armonia con il contesto dell’Europa e dell’Italia, ha ritenuto essenziale

e di particolare importanza la tutela ambientale, territoriale e paesaggistica della

Sardegna, e pertanto gli interventi e le azioni del Sistema Energetico Regionale

dovranno essere concepiti in modo da minimizzare l’alterazione ambientale.

13  

In coerenza con questa impostazione tutti gli impianti di conversione di energia,

inclusi gli impianti di captazione di energia eolica, fotovoltaica e solare aventi

estensione considerevole per la produzione di potenza elettrica a scala industriale,

dovranno essere localizzati in siti compromessi preferibilmente in aree industriali

esistenti ed in coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

3.1 Descrizione del sito.

 Il sito interessato alla realizzazione dell’impianto è ubicato nel Comune di Olbia,

all’interno della Zona Industriale.

Dal punto di vista topografico, l’area risulta inclusa nella cartografia I.G.M. (scala

1:25.000) al foglio 444, sez. I.

14  

Figura 3.1. Inquadramento Territoriale - Area d’intervento

  

15  

Figura 3.2 Inquadramento Territoriale – Componente Insediativo-Produttiva.  

16  

Figura 3.3. Inquadramento territoriale CTR 1:10000.

  

17  

Figura 3.4. Inquadramento territoriale: ortofoto e punti di ripresa fotografica.

18  

L’impianto fotovoltaico, denominato “Pista ciclabile e Running – Litoranea Zona

Industriale”, sarà installato su pensiline che faranno da copertura alla pista ciclabile

stessa. Saranno previste aree di sosta o stazioni così come previsto nel “bike

sharing”. Il bike sharing , termine inglese che tradotto significa "condivisione della

bicicletta", è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione delle

amministrazioni pubbliche che intendono aumentare l'utilizzo dei mezzi di trasporto

pubblici. Il bike sharing alla base dell’idea progettuale della pista ciclabile prevede

che siano installate delle stazioni in diversi punti della pista dove collocare le

biciclette elettriche dopo l’utilizzo e dove ricaricarne le batterie. Le biciclette sono

bloccate e sono utilizzabili dopo averle sbloccate o con una chiave o con una tessera

contactless (RFID).

Il servizio non è quindi generalmente usufruibile da tutti ma richiede una

registrazione per la consegna delle chiavi o della tessera: in questo modo si

scoraggiano i furti poiché si è a conoscenza di chi ha utilizzato la bicicletta in quel

momento.

Detto impianto di produzione energetica consentirà al CIPNES di diminuire

notevolmente la bolletta energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi

aumenti sia a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia per aumento dei

consumi dovuti ad implementazioni e migliorie effettuate.

3.2 Criteri di inserimento dell’opera nel territorio.  L’area oggetto dell’intervento in esame, situate nel territorio di Olbia, come, peraltro,

l’intero spazio occupato dalla zona industriale e tutta l’area vasta circostante,

ricadono all’interno dell’Ambito 18 “Golfo di Olbia”.

          

19  

Figura 3.5. Stralcio PPR – Ambito di Paesaggio 18 – Golfo di Olbia.  

20  

Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) suddivide il Primo Ambito Omogeneo in 27

ambiti di paesaggio costiero ed è stato approvato in via definitiva con Deliberazione

della Giunta Regionale del n° 36/7 del 5 settembre 2006, ed entrato in vigore con la

pubblicazione nel BURAS n. 30, Parte I e II dell’8 settembre 2006 con Decreto del

Presidente della Regione Sardegna.

Il P.P.R. persegue le seguenti finalità di:

• preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità

ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo;

• proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa

biodiversità;

• assicurare la salvaguardia del territorio e promuovere forme di sviluppo

sostenibile, al fine di conservarne e migliorare la qualità.

Il PPR, così come stabilito dalla legge regionale 25 novembre 2004 n. 8, è stato

approvato con DGR n. 36/7 del 5 settembre 2006. La normativa che lo caratterizza si

estende al primo ambito omogeneo del “paesaggio costiero”; essa indica come

individuare e tutelare categorie di beni paesaggistici puntuali e/o areali quali i centri e

nuclei storici, la viabilità sia di interesse storico sia di importanza paesistica, il

paesaggio agrario ecc.

Ogni ambito è inizialmente identificato nei suoi caratteri generali con l'eventuale

specificazione di unità di riconosciuta identità. Quindi, all'interno di ciascun ambito

sono indicati gli elementi (luoghi, famiglie di beni, beni propri...) che compongono il

carattere del paesaggio locale. Sono proprio detti elementi che danno il senso e

l'identità dell'ambito stesso, la sua componente percettiva, il suo contenuto culturale.

Le disposizioni del P.P.R. sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei Comuni e

delle Province e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi

eventualmente contenute negli strumenti urbanistici.

Per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni del P.P.R. sono

comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di pianificazione ad

incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, comprese quelle degli enti

gestori delle aree protette, qualora siano meno restrittive.

21  

Gli enti locali e gli enti gestori delle aree protette provvedono all'adeguamento dei

rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione alle previsioni del P.P.R.,

entro i termini previsti nei successivi Articoli 106 e 107.

Le disposizioni del piano paesaggistico sono immediatamente efficaci per i territori

comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di paesaggio costiero di cui all'Art.

14.

Le azioni di trasformazione del territorio ammesse all'interno dì ciascun ambito di

paesaggio, nel rispetto delle previsioni del P.P.R. e di quelle poste dalla

pianificazione attuativa sottordinata, debbono assicurare il perseguimento di un

grado elevato di qualità paesaggistica.

Le azioni di trasformazione del territorio tendono in particolare al conseguimento dei

seguenti obiettivi:

• mantenimento delle caratteristiche, dei valori costitutivi e delle morfologie,

tenendo conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e

dei materiali costruttivi tradizionali;

• previsione di linee di sviluppo compatibili con i valori paesaggistici riconosciuti

e tali da non diminuire il pregio paesaggistico del territorio, con particolare

attenzione alla salvaguardia delle aree agricole;

• riqualificazione delle parti compromesse o degradate per il recupero dei valori

preesistenti ovvero per la creazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed

integrati.

Il Piano Paesaggistico Regionale, come riportato precedentemente, individua

puntualmente l’area d’intervento e classifica la zona oggetto dell’intervento come

“Insediamento produttivo a carattere industriale, artigianale e commerciale.

Gli articoli 102-103-104 “ Sistema delle Infrastrutture” delle Norme tecniche di

attuazione contengono rispettivamente le definizioni, le prescrizioni e gli indirizzi per

le aree classificate come insediamenti produttivi.

22  

L’ articolo 102 – Prescrizioni recita:

1. Gli ampliamenti delle infrastrutture esistenti e la localizzazione di nuove

infrastrutture saranno possibili solo se:

a) previsti nei rispettivi piani di settore, i quali devono tenere in considerazione

le previsioni del presente Piano;

b) ubicati preferibilmente nelle aree di minore pregio paesaggistico;

c) accompagnati da studi che ne mitighino gli impatti visivi e ambientali.

2. E’ fatto obbligo di realizzare linee MT in cavo interrato, salvo impedimenti di

natura tecnica, nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico ai sensi

dell’articolo 134 del Decreto legislativo n.42/04, nelle aree ricadenti all’interno

del sistema regionale dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, dei

Siti d’Interesse Comunitario di cui alla Direttiva 92/43 CE “Habitat”, nonché

dei parchi nazionali ai sensi della Legge n. 394/91, eliminando altresì le linee

aeree che non risultassero più funzionali, a seguito della realizzazione dei

nuovi interventi.

3. Per eventuali nuove infrastrutture da realizzarsi in prossimità di Aree Protette,

SIC e ZPS, dovranno essere espletate le procedure di Valutazione

d’incidenza.  

 

Essendo la zona industriale un’area di basso pregio ambientale, non sussistono

vincoli paesaggistici o di altra natura, pertanto non trovano applicazione gli articoli

succitati.

Inoltre secondo le “Linee Guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli

impianti fotovoltaici e loro corretto inserimento nel territorio” risultano, ancora, idonee

all’installazione di impianti fotovoltaici, le aree industriali, artigianali e produttive, in

quanto appositamente deputate ad accogliere impianti di natura industriale dai

vigenti strumenti urbanistici e territoriali.

Come si può osservare dalla Figura 3.6, la Zona Industriale è adiacente a nord e sud

ad aree seminaturali e naturali e a ovest ed est ad aree ad utilizzazione agro-

forestale.

  

23  

 La disciplina delle aree naturali protette è regolata dalla L. 394/1991, “Legge quadro

sulle aree protette” che identifica:

• Parchi nazionali. Costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che

contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da

interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche,

biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalisti,

scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento

dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.

• Parchi naturali regionali e interregionali. Costituiti da aree terrestri, fluviali,

lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore

naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni

limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei

luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle

popolazioni locali.

• Riserve naturali. Costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che

contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della

fauna, in altre parole presentino uno o più ecosistemi importanti per la

diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve

naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli

elementi naturalistici in esse rappresentati.

• Zone umide di interresse internazionale. Costituite da aree acquitrinose,

paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d'acqua, permanenti o

transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è

bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono

essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di

Ramsar.

• Altre aree naturali protette. Aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi

suburbani, etc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree

di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti

equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali

pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.

• Zone di Protezione Speciale (ZPS). Designate ai sensi della direttiva

79/409/CE, sono costituite da territori idonei per estensione e/o localizzazione

geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all'allegato I della

direttiva citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

24  

• Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Designate ai sensi della direttiva

92/43/CE e definite Siti di Importanza Comunitaria (SIC) sono costituite da

aree naturali, geograficamente definite e con superficie delimitata, che

contengono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro

caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali

(habitat naturali) e che contribuiscono in modo significativo a conservare, o

ripristinare, un tipo di habitat naturale o una specie della flora e della fauna

selvatiche di cui all'Allegato I e II della direttiva 92/43/CE, relativa alla

conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna

selvatiche in uno stato soddisfacente a tutelare la diversità biologica nella

regione paleartica mediante la protezione degli ambienti alpino, appenninico

e mediterraneo.

• Aree di reperimento terrestri e marine. Indicate dalle L. 394/91 e L. 979/82,

che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree

protette è considerata prioritaria.

Sulla scorta dei contenuti del D.P.R. 08 Settembre 1997, n. 357 “Regolamento

recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli Habitat

naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” e degli ulteriori

aggiornamenti delle liste relative alle zone protette, di cui al D.M. 03 Aprile 2000,

nell’area vasta del sito d’intervento, sono individuabili le seguenti aree naturali

protette che, comunque, non interessano direttamente il sito, come si evince anche

dalla Figura 3.5: 

• Oasi Permanenti: Tavolara, Isola Molara, Capo Coda Cavallo;

• ZPS: Isole del Nord-Est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro

(ITB013019);

• SIC: Isole di Tavolara, Molara e Molarotto (ITB010010), Stagno di San

Teodoro (ITB010011);

• Parchi: Parco marino Tavolara - Punta Capo Coda Cavallo.

 

25  

Figura 3.6. Inquadramento territoriale 1:25.000 carta dei vincoli.

  

26  

L’area in cui dovrà essere costruita l’opera oggetto del presente studio è ricompresa

all’interno del perimetro soggetto a vincolo di tutela paesaggistica apposto con

provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U. 16/02/1966 n.41,

successivamente rettificato dal D.M. 10/01/1968, come si evince dalla Figura 3.7.

 

Il predetto provvedimento di tutela prescrive la salvaguardia dello scenario caratterizzato da

un “[…] eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici

che emergono dal mare purissimo, per l’allungarsi di dolci spiagge, bianche fra l’azzurro

marino ed il verde restante flora mediterranea ed il grigio rosa delle rocce, per il luccichio dei

laghi stagni e per le isole di fantastico aspetto, mostruoso nello strapiombare di quote di

molte centinaia di metri fino alle onde marine; il tutto in una mirabile fusione fra le acque, le

rocce, le spiagge, le colline e la vegetazione…..”

 

La realizzazione di un impianto fotovoltaico consistente non incide direttamente sugli

elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati.

Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area di intervento sono stati fortemente

condizionati dalla peculiare destinazione del sito, che ne ha mutato radicalmente l’assetto

paesaggistico naturale e la configurazione geomorfologia.

 

La realizzazione di un impianto fotovoltaico a copertura di una pista ciclabile quale quello

proposto, non incide direttamente sugli elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel

D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati, semmai ne permette una più agevole fruizione e

godimento da parte dell’utente. Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area

d’intervento sono fortemente condizionati dalla fortemente infrastrutturata utilizzazione del

sito, che ne ha seppur radicalmente mutato l’assetto paesaggistico naturale, non ne ha del

tutto compromesso la valenza paesaggistica, qualità che viene messa in risalto e riscoperta

dall'intervento proposto.

L’opera in progetto risulta pertanto coerente con i valori tutelati e con le valenze paesistiche

generali dell’area, non alterando di fatto l’attuale equilibrio. Per un esame più approfondito si

rimanda all’ allegato PISTA AV RE 04- Relazione di compatibilità paesaggistica.

27  

Figura 3.7. Inquadramento territoriale - Carta dei vincoli

  

28  

 Il Piano di Tutela delle Acque, che costituisce un piano stralcio di settore del Piano di

Bacino di cui alla Legge 183/89, costituisce lo strumento di pianificazione finalizzato

al raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dalle Direttive Europee e recepite

nella norma italiana, attraverso un approccio integrato, considerando adeguatamente

gli aspetti quantitativi (minimo deflusso vitale, risparmio idrico, verifica delle

concessioni, diversione degli scarichi, etc.) oltre a quelli più tipicamente di carattere

qualitativo.

Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Sardegna è stato elaborato ai sensi

dell’Art. 44 del DLgs 152/1999, così come previsto dall’Art. 2 della L.R. 14/2000 e

costituisce un piano stralcio di settore del Piano di Bacino Regionale della Sardegna,

ai sensi dell’Art. 17 della L. 183/89; esso tiene conto anche dei contenuti della

Direttiva 2000/60/CE, che disciplina la redazione del Piano di gestione dei bacini

idrografici.

Con deliberazione della Giunta Regionale n. 14/16 dello 04 Aprile 2006, la Regione

ha approvato il Piano di Tutela delle Acque (PTA), la cui finalità fondamentale è la

tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi della risorsa idrica,

consentendone un uso sostenibile per il perseguimento dei seguenti obiettivi:

• raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità fissati dal D.Lgs. n.

152/1999 e dai suoi collegati per i diversi corpi idrici ed il raggiungimento dei

livelli di quantità e di qualità delle risorse idriche compatibili con le differenti

destinazioni d'uso;

• recupero e salvaguardia delle risorse naturali e dell'ambiente per lo sviluppo

delle attività produttive ed in particolare di quelle turistiche;

• raggiungimento dell'equilibrio tra fabbisogni idrici e disponibilità, per garantire

un uso sostenibile della risorsa idrica, anche con accrescimento delle

disponibilità idriche attraverso la promozione di misure tese alla

conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche;

• lotta alla desertificazione.

Per attuare i predetti obiettivi, Il Piano suddivide l’intero territorio regionale in Unità

Idrografiche Omogenee (UIO), ognuna costituita da uno o più bacini idrografici

limitrofi ed i rispettivi tratti marino - costieri, andando così a costituire sistemi

territoriali:

29  

• omogenei per caratteristiche geomorfologiche o idrografiche/idrologiche o per

tipologia delle pressioni da attività antropica;

• interrelati naturalmente (acquiferi significativamente afferenti su più bacini);

• interrelati artificialmente (interconnessioni tra invasi artificiali, schemi

acquedottistici e/o irrigui e/o schemi fognario depurativi a cavallo degli

spartiacque, etc).

Inoltre, il PTA individua gli obiettivi di qualità da perseguire entro il 31 Dicembre 2016

tramite interventi sul comparto fognario - depurativo:

• sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e

sotterranei l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di

“buono”;

• sia mantenuto, ove esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”;

• siano mantenuti o raggiunti altresì per i corpi idrici a specifica destinazione di

cui all’Articolo 6 gli obiettivi di qualità per specifica destinazione.

Nella figura seguente viene riportata la zonizzazione delle Unità Idrografiche

Omogenee, relative al territorio sardo e la perimetrazione dell’U.I.O. del Fiume

Padrongiano, nel cui ambito territoriale è localizzata l’area in esame.

30  

Figura 3.8. Rappresentazione della U.I.O. del Fiume Padrongiano.

  L’intervento oggetto di esame ricade quindi nell’U.I.O. n. 1 di Padrongiano, che

sottende ad una superficie di 1028 km2. Il Rio Padrongiano è il corso d’acqua

principale, delimitato ad Ovest dalle propaggini orientali del Massiccio del Limbara, a

Sud dalle propaggini settentrionali dei monti Alà ed, a Nord ed Est, dal mare. L’altro

corso d’acqua di interesse è il Riu S. Giovanni che scorre in direzione Nord per

sfociare nel golfo di Arzachena. Nella restante porzione di bacino scorrono corsi

d’acqua di modesta estensione e di pendenza notevole, caratterizzati da torrenzialità

stagionale.

Relativamente alle aree sensibili, individuate ai sensi della Direttiva 271/CE e

dell’allegato 6 del DLgs 152/1999, sono state evidenziate, in una prima fase i corpi

idrici destinati ad uso potabile e le zone umide inserite nella convenzione di Ramsar,

rimandando alla fase di aggiornamento prevista dalla legge, la delimitazione di

ulteriori aree sensibili.

31  

Nell’area d’intervento e nelle sue immediate vicinanze non sono riscontrabili zone

sensibili.

Sub-bacini Regionali.

L’area d’intervento ricade nell’ambito territoriale del Sub-bacino 4 di Liscia, che si

estende per 2.253 km2 del territorio regionale. I corsi d'acqua principali sono il Rio

Vignola, il Fiume Liscia, il Rio Surrau, il Rio San Giovanni di Arzachena, il Rio San

Nicola, il Rio De Seligheddu ed il Fiume Padrogianus.

Dall’analisi dei dati riportati nelle tabelle allegate al PAI, il territorio comunale di Olbia

rientra nelle zone, a rischio medio e moderato, sia per quanto concerne il rischio

idraulico, che per il rischio da frana.

L’analisi a livello locale, permette di rilevare invece le condizioni di pericolosità e di

rischio nella macroarea nella quale è localizzato l’intervento in esame.

La cartografia estratta dal P.A.I (come sotto riportato) evidenzia che l’area in esame

non è tra quelle perimetrale a rischio e/o pericolosità idraulica; le aree più vicine sono

localizzate, a Nord-Ovest, lungo parte del corso del Fiume Padrogiano, a 3 km circa

ed, a Sud, lungo il Rio della Castagna, in corrispondenza con la biforcazione sul Lu

Rischeddu, a circa 5 km. 

 

32  

Figura 3.9. Inquadramento territoriale scala 1:25000: Carta dei vincoli PAI.

  

33  

Per quanto concerne il rischio da frane, sempre riferendosi alle cartografie del P.A.I.,

si rileva che l’area in esame non rientra tra quelle perimetrate a rischio; le aree più

vicine sono localizzate, a Sud-Est, in prossimità dell’abitato di Porto S. Paolo a circa

5 km ed a Sud, oltre il Riu Palma e Riu de lu Mulinu, a 6 km circa.

34  

Figura 3.10.Inquadramento territoriale scala 1:25000: carta dei vincoli PAI, Bacino 4 (Liscia).

 

35  

Il Piano Forestale Ambientale Regionale

 

Il Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR), redatto ai sensi del Dgs 227/2001

è stato approvato con Delibera 53/9 del 27 Dicembre 2007. Esso rappresenta uno

strumento finalizzato alla pianificazione, programmazione e gestione del territorio

forestale e agroforestale regionale, per il perseguimento degli obiettivi di tutela

dell’ambiente e di sviluppo sostenibile dell’economia rurale della Sardegna.

Il PFAR, per la sua valenza ambientale, presenta un notevole grado di

interconnessione con le altre pianificazioni di settore tra cui, in particolare, il Piano di

Sviluppo Rurale (PSR) per il periodo 2007÷2013, il Piano di Assetto Idrogeologico

(PAI), il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), il Piano Faunistico Venatorio (PFV), il

Piano Energetico Regionale (PEAR), il Piano di Tutela delle Acque (PTA).

Il PFAR ha elaborato un disegno della struttura pianificatoria impostato su tre livelli; il

livello regionale, il livello territoriale, su scala di distretto ed il livello particolareggiato,

su scala aziendale. Si tratta di una struttura a regia regionale, che procede

comunque con il contributo delle comunità locali, che hanno un ruolo determinante in

quanto possono proporre e manifestare le istanze peculiari del proprio territorio.

Il Piano propone una serie di “linee” che vanno a costituire una quadro generale di

interventi miranti alla programmazione forestale regionale. Tali linee possono essere

così sintetizzate:

• Linea P - protettiva: propone una serie di misure per la conservazione ed il

miglioramento del livello di stabilità delle terre e dell’efficienza funzionale dei

sistemi forestali;

• Linea N - naturalistico-paesaggistica: propone una serie di misure

d’intervento mirate alla preservazione e conservazione della qualità dei

sistemi ecologici;

• Linea PR – produttiva: contribuisce alla crescita economica e al benessere

sociale del territorio agroforestale attraverso la valorizzazione delle foreste e

la promozione dell’impresa forestale;

• Linea E - informazione ed educazione ambientale: promuove una serie di

attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale applicata

al settore forestale;

36  

• Linea R - ricerca applicata e sperimentazione: svolge un’attività funzionale

all’accrescimento delle conoscenze sull’entità e sullo stato della vegetazione

forestale.

Il Piano Forestale ha cartograficamente individuato 25 distretti ciascuno

caratterizzato da un’omogeneità su grande scala degli elementi fisico-strutturali,

vegetazionali, naturalistici e storico culturali. Il territorio di Olbia è localizzato nel

bacino n.1 Alta Gallura che presenta una superficie di 150.251 ha.

Per ciascun distretto è prevista un’analisi dell’assetto del territorio che riguarda i

seguenti aspetti:

• Aspetti naturalistico-ecologici, con identificazione delle aree della rete Natura

2000 (ZSC, ZPS), parchi istituti con legge regionale, parchi istituiti ai sensi

della L. 394/91, patrimonio gestito dall’Ente Foreste della Sardegna od

affidato ad altri enti in concessione, Oasi di Protezione Permanente istituite ai

sensi della L.R. 23/1998, aree delimitate dalla L.R. 31/1989 non classificate

come parchi.

• Protezione idrogeologica, con identificazione delle aree vincolate ai sensi del

R.D. 3267/1923 attraverso il vincolo idrogeologico, delle aree a pericolosità

idrogeologica cartografate ai sensi della L.183/89, delle aree franose

individuate dall’Inventario dei Fenomeni Franosi Sardegna – IFFI, delle aree

in degrado (aree soggette ad eccessiva erosione, a desertificazione, etc.).

• Aspetti produttivi, con individuazione cartografica delle aree ad elevata

vocazione sughericola e delle superfici a copertura boschiva in senso stretto.

  

3.2.1 Inserimento urbanistico  Sotto il profilo urbanistico, l’area oggetto dell’intervento ricade all’interno della zona

industriale, cosi come riportato in Figura 3.11.

 

37  

Figura 3.11. Stralcio Piano Regolatore zona industriale – Olbia

 

38  

 In definitiva, con riferimento all’attuale quadro normativo e ai diversi Piani e

Programmi non si rilevano elementi di contrasto per quanto attiene alla realizzazione

dell’opera in oggetto difatti:

• l’area interessata dall’intervento non risulta inserita fra quelle ricomprese

dalla L.R. 07 Giugno 1989, n. 31, “Norme per l’istituzione e la gestione dei

parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare

rilevanza naturalistica ed ambientale”, ne sussistono sulla stessa vincoli

idrogeologici di cui al R.D. 30 Dicembre 1923, n. 3267;

• la presenza degli impianti è coerente con le previsioni del Piano regolatore

della zona industriale e con il Piano Paesaggistico Regionale.

L’analisi in tal senso ha comportato lo studio di tutti i fattori ambientali, l’orografia dei

luoghi e la vegetazione, tenendo conto di quelle che sono le indicazioni (come citato

precedentemente) dettate dalla normativa di riferimento in materia di impianti

fotovoltaici nella Regione Sardegna:

• Deliberazione n. 30/02 del 23/05/2008 in allegato le “Linee Guida per

l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro

corretto inserimento nel territorio”;

• Deliberazione n. 59/12 del 29/10/2008 “Modifica ed aggiornamento delle linee

guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e

loro corretto inserimento nel territorio” in cui viene revisionata la definizione

del tetto massimo alla potenza installabile per il lotti liberi all’interno delle aree

industriali e artigianali;

• DGR 1° giugno 2011, n. 27/16, Nuove linee guida per la realizzazione di

impianti a fonti rinnovabili e indicazione delle aree non idonee per il

fotovoltaico.

In quest’ultimo decreto, è stato inserito il documento, Allegato B, denominato –

Individuazione delle aree e dei siti non idonei all'installazione di impianti fotovoltaici a

terra ai sensi del paragrafo 17.3. delle "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti

alimentati da fonti rinnovabili" di cui al decreto ministeriale del 10 settembre 2010.

39  

Il documento individua, per mezzo di una tabella sinottica, una lista di aree

particolarmente sensibili e vulnerabili alle trasformazioni territoriali o del paesaggio

dovute alla installazione di impianti fotovoltaici su suolo. Per ogni area non idonea

così identificata, viene riportata la descrizione delle incompatibilità riscontrate con gli

obiettivi di protezione individuati.

L’Allegato B, nell’ultima tabella, fornisce l’indicazione delle “aree brownfield”, definite

delle Linee Guida Ministeriali come “aree già degradate da attività antropiche,

pregresse o in atto, tra cui siti industriali, cave, discariche, siti contaminati”, le quali

rappresentano aree preferenziali dove realizzare gli impianti fotovoltaici su suolo, e la

cui occupazione a tale scopo costituisce di per sé un elemento per la valutazione

positiva del progetto.

Nello specifico per le aree brownfield definite “industriali, artigianali, di servizio”, si

ritiene di dover stabilire quale limite per l’utilizzo di territorio industriale, il 10% della

superficie totale dell’area industriale.

40  

41  

Gli Enti di gestione o comunque territorialmente competenti per tali aree (es.

Comune o Consorzio Industriale) prevedono, con propri atti, i criteri per le attribuzioni

delle superfici disponibili alla installazione degli impianti.

Tali Enti possono inoltre disporre eventuali incrementi al limite sopra menzionato fino

ad un massimo del 20% della superficie totale.

Il parere dei suddetti Enti, che esprima anche la conformità circa il rispetto dei

suddetti criteri, è comunque vincolante per il rilascio dell’’autorizzazione alla

realizzazione dell’impianto.

4. Struttura dell’Impianto L’impianto fotovoltaico oggetto della presente relazione sarà realizzato su una

pensilina a parziale copertura di una pista ciclabile, ubicata nella zona Industriale del

Comune di Olbia.

L’impianto fotovoltaico sarà costituito da circa 8000 moduli della potenza di 250Wp

ciascuno, e da 65 inverter trifase per una potenza complessiva di circa 2MW.

I moduli saranno installati su una struttura composita, realizzata con elementi in

metallo ed elementi in legno.

La struttura, attraverso lo studio effettuato sui colori e sull’ archittettura è stata

progettata opportunamente per ridurre gli impatti visivi.

L’ accurata scelta di materiali e colori che bene si integrano nel paesaggio

circostante, il blu del mare, il verde della macchia mediterranea, le essenze di legno

rovere naturale, modernizzati dalla snellezza dei pilastri in acciaio grigio,

contribuiscono all’ effetto di spazio semplicemente segnato ”volumi puri sotto la

luce(Le Corbusier)”.

La struttura di sostegno del generatore si adatterà alle esigenze spaziali della pista

ciclabile, e quindi avrà un’altezza variabile da 3,5 a 5m e una larghezza variabile dai

5 ai 9m ed in alcune zone dove possibile una variabilità dell’angolo di tilt da 8° a 12°.

La struttura portante della pensilina sarà costituita da pilastri e travi, sopra le travi in

legno in maniera trasversale saranno ancorate le barre tubolari in metallo sopra le

42  

quali si andranno a fissare le barre metalliche più leggere che costituiranno il piano

finale d’appoggio dei moduli stessi.

Schematicamente il generatore fotovoltaico sarà installato come rappresentato nella

figura seguente, per una maggior dettaglio si rimanda agli elaborati grafici di progetto

che si intendono alla presente.

43  

4.1 Dimensioni dell’intervento proposto

 

La connessione dell’ impianto avverrà attraverso tre punti di connessione dislocati

lungo il percorso. In accordo con il Gestore di Rete l’ energia verrà in parte

autoconsumata ed in parte ceduta alla rete secondo il seguente schema:

• Generatore 1- connessione presso il depuratore;

• Generatore 2- connessione presso il PTE(nuova Cabina Pressi Depuratore);

• Generatore 3- connessione presso la sede.

I generatori verranno descritti precisamente nella relazione con i calcoli elettrici.

 

 

4.2. Pannelli Fotovoltaic i

Alcuni dei pannelli fotovoltaici che verranno installati nell’impianto, sono costruiti su

substrato ceramico, riconducibile ai moduli fotovoltaici con caratteristiche innovative,

da 215Wp, dotati di Junction Box installata sul lato posteriore con le due polarità

riportate sui cavetti di connessione muniti di connettori ad innesto rapido al fine di

garantire la massima sicurezza per gli operatori e rapidità in fase di installazione.

Si prevede l’ installazione solo in alcuni punti di particolare visibilità.

Le caratteristiche principali sono riportate nella seguente tabella riassuntiva

44  

Come richiesto dal decreto del 05 Maggio 2011, i componenti in progetto risultano

conformi alle normative tecniche di riferimento già riportate.

I moduli scelti sono in classe II di isolamento.

45  

4.3 Sistema di conversione della corrente continua in corrente

alternata

La scelta degli inverter per sistemi Fotovoltaici, avviene in funzione del migliore

compromesso raggiungibile nell’accoppiamento tra i pannelli fotovoltaici ed il

dispositivo di conversione della c.c. in c.a. (l’inverter appunto). Tali componenti

rappresentano infatti il cuore di un generatore fotovoltaico.

Le esigenze da soddisfare al fine di realizzare un impianto a regola d’arte sono:

− adeguata suddivisione dei pannelli FV in stringhe ed in campi fotovoltaici al

fine di garantire una equilibrata ripartizione su più inverter;

- dimensionamento delle singole stringhe e dei campi FV in modo da garantire

il funzionamento sempre all’interno del range di MPPT dell’inverter;

− ottenere un sufficiente equilibrio tra i vari campi fotovoltaici;

- raggiungere un sufficiente grado di sfruttamento della potenzialità

dell’inverter.

Il sistema di conversione della corrente continua in corrente alternata, è costituito da

più inverter collegati in parallelo tra loro.

Gli inverter presentano caratteristiche tali da rispettare le prescrizioni normative

(norme CEI di riferimento) oltre che le specifiche tecniche definite dal Gestore di rete

locale per la connessione degli impianti di produzione di energia elettrica.

Sulla base di tali considerazioni sono stati individuate le seguenti macchine, prodotte

da ABB o similari, nella potenza di 27.5 kW.

46  

47  

La composizione del campo fotovoltaico, è stata progettata al fine di garantire nelle

varie condizioni di funzionamento, una tensione del sistema c.c., perfettamente

all’interno del range del MPPT degli inverter; per ottenere tale risultato.

Nel rispetto di quanto previsto dalla “Guida per le Connessioni” di Enel Distribuzione,

il generatore fotovoltaico è munito di protezione di interfaccia che garantisce la

disconnessione dalla rete MT di Enel, in caso quest’ultima risulti in black out.

Tale dispositivo, è di tipo generale e garantisce l’isolamento dell’intero generatore

FV.

Tale protezione è stata realizzata con l’installazione nel quadro generale di Bassa

Tensione (QGBT), di un relè con le protezioni di minima e massima frequenza (<81 e

>81) e minima e massima tensione (27 e 59). Il relè agirà direttamente su un

dispositivo generale di impianto posto nello stesso quadro QGBT.

4.4. Distribuzione Elettrica

I collegamenti tra i moduli, le stringhe e gli inverter, sono stati realizzati attraverso

l’utilizzo di cavi unipolari tipo FG7R con tensione di isolamento 0,6/1kV; la scelta di

tale cavo, con guaina di colore grigio, impedisce di fatto la distinzione delle polarità

dei conduttori, pertanto il polo positivo, convenzionalmente di colore rosso, è stato

identificato attraverso specifica marcatura.

Inoltre nei tratti in esterno, i conduttori sono protetti attraverso la posa

all’interno di specifica canalizzazione di protezione.

I cavi come detto sono unipolari per incrementare la sicurezza contro eventuali

cortocircuiti e rendere più agevole la posa.

Il collegamento tra i moduli in serie per la realizzazione delle stringhe, avviene con

l’utilizzo di sistemi di collegamento rapido a spine.

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Le stringhe si attesteranno ai morsetti in DC dell’inverter con i connettori a spina

rapida, gli stessi che si utilizzano per la connessione modulo-modulo, L’inverter è

installato in prossimità della struttura di ancoraggio dei pannelli, nei percorsi adibiti

alla manutenzione e ispezione.

Ogni Campo raccoglierà le linee in AC in uscita dagli inverter e le metterà in parallelo

all’interno di un quadro in vetroresina in posizione quanto più prossima alla dorsale di

scavo verso la cabina di trasformazione.

Tutte le linee in arrivo dai quadri di parallelo si attesteranno al Quadro Generale di

Bassa Tensione QGBT, in tale quadrò avverrà il parallelo tra le linee la lettura

dell’energia prodotta e a monte di tutto sarà installata la protezione d’interfaccia.

Tale protezione agirà sullo stesso interruttore di protezione del trasformatore MT/BT

posto a servizio dell’impianto e installato nella cabina di trasformazione MT/BT.

Sul lato MT il trasformatore sarà protetto mediante un quadro di media tensione e un

fusibile per il cortocircuito; in tale quadro avrà fine la dorsale della rete MT

dell’utente, che avrà origine nella cabina in prossimità del punto di fornitura esistente.

In quest’ultimo manufatto sarà alloggiata anche la protezione generale dell’impianto

utente adeguata alle normative vigenti, un gruppo di misura energia scambiata e due

partenze, una per l’impianto utente e l’altra per l’impianto FV.

La tipologia di distribuzione elettrica è la medesima per entrambi gli impianti, la

differenza sta solo nei percorsi e nelle quantità.

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4.5. Descrizione delle Fasi Realizzative dell’Impianto

L’impianto fotovoltaico sarà realizzato in un intervallo di tempo di circa tre mesi, le

fasi di realizzazione dell’impianto sono le seguenti

1. Accantieramento e realizzazione della recinzione

2. Scavi posa tubazioni e pozzetti

3. Installazione delle strutture di sostegno dei moduli

4. Installazione sovrastrutture in alluminio per il montaggio moduli

5. Realizzazione basamento cabina

6. Posizionamento cabina prefabbricata

7. Posa delle dorsali in DC

8. Installazione dei moduli fotovoltaici

9. Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect

10. Installazione e montaggio apparecchiature in AC

11. Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore

12. Installazione e cablaggio inverter centralizzati

13. Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere, e sistema

antintrusione

14. Verifiche elettriche e misure di collaudo.

In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato il collegamento in cavo MT

fra la cabina con il gruppo di misura e la cabina ENEL di consegna esistente

4.6. Producibilità dell’impianto fotovoltaico

 La producibilità elettrica media annua è stata valutata tenendo conto della radiazione

solare del sito determinabile ricorrendo a banche dati PVGIS (Photovoltaic

Geographical Information System) del JRC (European Commission Joint Research

Centre), in funzione dell’angolo di inclinazione dei generatori fotovoltaici e delle

attese perdite tipiche sul rendimento del sistema, che risultano prudenzialmente

assunte nel 78% circa.

Segue la tabella di calcolo della radiazione solare incidente al suolo secondo i dati

disponibili nel sito http://re.jrc.ec.europa.eu/pvgis utilizzata come riferimento di

calcolo tenendo presente che essendo la copertura della pista ciclabile sviluppata in

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zone a diverso orientamento e pendenza, sono stati scelti i valori rappresentativi

della geometria della struttura con Azimut = ±20 e Tilt =10°.

In fase di progettazione esecutiva verranno successivamente affinati i calcoli di

produttività attesa in base all'effettivo “layout as built”delle strutture fotovoltaiche di

copertura della pista ciclabile.

 4.7. Conclusioni

La realizzazione di impianti fotovoltaici e più in generale di impianti di produzione da

fonti rinnovabili, non rappresenta semplicemente un investimento di tipo economico-

finanziario, ma anche un forte impulso verso il consolidamento di una cultura mirata

allo sviluppo sostenibile.

Infatti in una società ed in un modello economico sempre più energivori, la questione

fondamentale diventa il modo in cui viene prodotta l’energia che le attività umane

richiedono. Il solare Fotovoltaico con un Energy Pay Back Time (cioè il lasso di

tempo impiegato da un pannello fotovoltaico per fornire l’energia impiegata per la

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sua produzione) ridotto ormai a circa 2,5 anni, su una vita utile di 25 ÷ 30anni; è uno

dei pochi sistemi realizzabili che può, oggi, rispondere positivamente all’esigenza di

eco-compatibilità.

La produzione energetica da fonte fotovoltaica, è totalmente esente dall’emissione di

sostanze inquinanti o dannose per l’uomo e la natura; infatti, l’esame di pochi e

semplici dati ci forniscono il seguente quadro:

- il mix energetico italiano (cioè l’insieme delle fonti energetiche utilizzate in

Italia per produrre Energia Elettrica), comporta la produzione di circa 0,536 kg

di CO2 e di 1,699g di NOx (ossidi di Azoto), 0,93g di SO2 (Biossido di Zolfo) e

0,029g di polveri sottili, per ogni kWh generato;

- in una moderna centrale a combustibile fossile, per la generazione di un kWh

si utilizza l’equivalente di 220g di petrolio.

Partendo da tali valori, si può facilmente constatare che l’impianto rispettivamente da

1988,750 kW previsto in progetto è in grado di garantire:

Produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni)

Riduzione Emissioni di CO2

Riduzione Emissioni di NOX

Riduzione Emissioni di SO2

Riduzione Emissioni di Polveri Sottili

Riduzione Consumi di Petrolio

kWh/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno Kg/anno

2.559.700 1.371.999,20 4.348,93 2.380,52 74,23 563.134,00

Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali

VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI DUE IMPIANTI SOLARE FOTOVOLTAICODA 1988,750 kWp

Da tali dati emerge in modo chiaro ed inequivocabile il forte impatto ambientale

positivo, che tale impianto è in grado di generare.