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Anno X, numero 2, Pasqua 2018 Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi, fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. TONINO BELLO Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace. ERRI DE LUCA

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Page 1: Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi ... · ERRI DE LUCA. S c a tt i d i v it a p a r r o c c h i a l e FESTA DELL'ADESIONE AZIONE CATTOLICA 8 dicembre 2016 ANNO

Anno X, numero 2, Pasqua 2018

Siate soprattutto uomini.Fino in fondo.Anzi, fino in cima.Perché essere uomini fino in cimasignifica essere santi.TONINO BELLO

Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi

dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce,

saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo,atleti della parola pace.

ERRI DE LUCA

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Scattidivitaparrocchiale

FESTA DELL'ADESIONE AZIONE CATTOLICA 8 dicembre 2016

ANNO 9 numero 1 NATALE 2016

Giornata con i seminaristi – PAG. 4

Giubileo, la Lettera delPapa – PAG. 6 e 7

LO SPECIALE – Il NATALE della Parola

AC: ecco il nostro Sì! - PP. 13-16

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IL TUO PARROCO DON BERNARDO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□

□□□□□□ vivo □□□Pasqua 2018 □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ paginatre □□□□□□□□□

CANTA E CAMMINA

Gesù è venuto per vincere la morte e con lasua Resurrezione spalanca la nostraesistenza terrena alla vita eterna. “Dio hatanto amato il mondo da dare il suo Figliounigenito, perché chiunque crede in Lui nonmuoia, ma abbia la vita eterna” (Gv. 3,16). La Resurrezione illumina la vita di questaterra, prefigura e anticipa la vita senza finenella quale entreremo. La Pasqua è luce chevince le tenebre, dà forza a noi di vincere ilmale con il bene, ci fa passare dall’egoismoall’amore.

Gli appuntamenti da ricordare:

-

Grazie alla luce della fede e della speranzapossiamo continuare a cantare l’alleluya deirisorti anche in mezzo alle preoccupazionidella vita.“Canta come fa il viandante, canta macammina. Canta per sostenere la fatica,canta e cammina. Che significa: cammina?Avanza, avanza nel bene…Canta ecammina” (S. Agostino).Canta e cammina, è l’augurio che ti formuloin questa Pasqua con Don Paolo: “Canta ecammina” verso la gioia dell’Eterno.

17 Maggio: incontro genitori epadrini cresimandi, ore 21

18 Maggio: incontro genitori bambiniPrima Comunione, ore 21

19 Maggio: festa degli incontri ACR

20 Maggio: Giornata di fraternità conl'Unitalsi + Giornata di ritirocresimandi

21 Maggio: S. Messa con il Vescovoore 19 per la solennità di Maria Ss.Madre della Chiesa

26 Maggio: S. Messa per le Cresimeore 16

27 Maggio: S. Messa per le PrimeComunioni ore 10.30

3 Giugno: Corpus Domini eprocessione ore 18

10 Giugno: Uscita gruppo adulti diAC

1 Luglio: La scampagnata dell'ACper tutta la comunità parrocchiale

5-8 Luglio: camposcuola ACR mediediocesano

25- 29 luglio: camposcuola ACRelementari interparrocchiale

18-22 luglio: camposcuolaGiovanissimi diocesano

Fine agosto: camposcuola Giovani

VISITA PASTORALE

13/01/19: S. Messa ore18 per inizio visita pastoraledel Vescovo GiovanniD'Ercole

20/01/19: Cresimeanticipate anno 2019

27/01/19: S. Messa ore11 per la fine della visitapastorale

Seguirà programmadettagliato nel numero di

Natale 2018

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□□□□□□ vivo □□□ Pasqua 2018 □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ paginaquattro □□□□□□□□

S. MARIA MADRE DELLA CHIESALa festa di Maria nel suo titolo onorifico della nostra parrocchia il giorno dopo Pentecoste

ELISA FIORAVANTI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

E’ stata stabilita da Papa Francesco, con undecreto della Congregazione per il Culto divino e ladisciplina dei Sacramenti del 11 febbraio 2018, incoincidenza del 160° anniversario della primaapparizione della Vergine di Lourdes, e reso noto il3 marzo scorso, l’istituzione nel calendarioliturgico romano della festa di Maria Madre dellaChiesa, da celebrarsi obbligatoriamente il lunedìsuccessivo alla domenica di Pentecoste, chequest’anno sarà il 21 Maggio. Si compie uncammino iniziato ben 54 anni fa, e che tocca lanostra comunità da vicino, in quanto la chiesa diStella è stata la prima in Italia ad essere eretta inonore di tale titolo della Vergine Maria. Il 21Novembre 1964 fu Paolo VI che, nel discorsoconclusivo della terza sessione del ConcilioVaticano II, definì Maria “Madre della Chiesa, cioèdi tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quantodei pastori, che la chiamano madre amantissima”,stabilendo che “l’intero popolo cristiano rendessesempre più onore alla Madre di Dio con questosoavissimo nome” e prendendo in questo modoatto di una devozione già presente da tempo nelsentire ecclesiale. Nel decreto in particolare siricorda Sant’Agostino, secondo cui Maria èmadre delle membra di Cristo perché hacooperato con la sua carità alla rinascita dei fedelinella Chiesa. E ancora San Leone Magno, secondocui la nascita del capo è anche la nascita delcorpo e quindi Maria è Madre di Cristo ma anchedelle membra del suo corpo mistico, cioè dellaChiesa. Nel 1975 in previsione dell’Anno Santo, fuproposta una messa votiva in onore della Madredella Chiesa, poi inserita nel Messale Romano enel 1980 Giovanni Paolo II concesse alleConferenze Episcopali di aggiungere l’invocazionenelle Litanie Lauretane. Alcuni Paesi, come laPolonia e l’Argentina, e alcune diocesi e famigliereligiose che ne fecero richiesta, furono inoltreautorizzate ad inserire tale celebrazione nel lorocalendario particolare, in coincidenza proprio dellunedì dopo la Pentecoste. La scelta di questogiorno, confermata anche da Papa Francesco,non è certamente casuale. Gli atti degli apostoliinfatti raccontano come Maria è presente alcenacolo, in preghiera con gli apostoli in attesadella discesa dello Spirito Santo, dalla cui venuta,proclamata in tutte le lingue del mondo, sorgeràla Chiesa.

Si tratta quindi della ricezione nella preghieraliturgica di una rinnovata comprensione del ruolo dipremurosa guida materna assunto da Maria nelcammino della Chiesa fin dalle sue origini, posta alcentro del dogma della nostra salvezza. “Egli si èincarnato per opera dello Spirito Santo nel seno dellaVergine Maria e si è fatto uomo”. Questa è la nostrafede, è grazie a Maria che, accogliendolo nel propriogrembo, Dio si è manifestato agli uomini sulla terra.Porre attenzione alla maternità ecclesiale di Marianon è soltanto coltivare una devozione mariana fra letante, ma obbedire alla volontà testamentaria diGesù, che sulla croce affidando il suo apostoloprediletto a Maria le disse: “Donna, ecco tuo figlio!” eal discepolo: “Ecco tua madre!”. Maria “accettò iltestamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gliuomini, impersonati dal discepolo amato, come figlida rigenerare alla vita divina, divenendo amorosanutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendolo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepoloamato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari delsuo amore verso la Madre, affidandola loro affinchécon affetto filiale la accogliessero”. Papa Francesco, auspicando che questa devozione“possa favorire la crescita del senso materno dellaChiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, comeanche della genuina pietà mariana” in più occasioninelle sue parole ci ricorda come Maria, in quantoMadre, non ci abbandona mai, non arrossisce deinostri sbagli e ci abbraccia in ogni istante. “E’evidente - osserva il Cardinale Robert Sarah - il nessotra la vitalità della Chiesa della Pentecoste e lasollecitudine materna di Maria nei suoi confronti.L’auspicio è che questa celebrazione, estesa a tuttala Chiesa, ricordi a tutti i discepoli di Cristo che, sevogliamo crescere e riempirci dell’amore di Dio,bisogna radicare la nostra vita su tre realtà: laCroce, l’Ostia e la Vergine”.

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□□□□□□ vivo □□□ Pasqua 2018 □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ paginacinque □□□□□□□□

ConFINI DI PACELa Settimana della Pace 2018 dell'Azione Cattolica diocesana

MARA SCHIAVI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□

Giornate ricche di spunti di riflessione,preghiera e approfondimento hannobussato a l le porte del nostroquotidiano a fine gennaio scorso,andando a stuzzicare, a svegliare, inostri gli occhi spesso troppo abituatia fissare immagini di non pace tantoda rischiare di non spalancarsi più difronte al richiamo del dolore e allostesso tempo di speranza di uomini,donne e ragazzi che attraversanoterre, mari, deserti per gustarepezzetti di quella pace che forse solo inparte riuscirà a far fiorire vita nuova

dare per scontato tutto ciò che viene filtrato dallaTV e dai media, abbiamo provato ad accogliere ilmessaggio di Papa Francesco per la giornatamondiale della pace del 1 gennaio 2018:“Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca dipace”. Francesco ci esorta, “con spirito dimisericordia, ad abbracciare tutti coloro chefuggono dalla guerra e dalla fame, costretti alasciare le loro terre a causa di discriminazioni,persecuzioni, povertà e degrado ambientale”. Ciinvita ad avere uno sguardo contemplativo, per scoprire che migranti e rifugiati “non arrivano amani vuote: portano un carico di coraggio,capacità, energie e aspirazioni... arricchendo lavita delle nazioni che li accolgono”; uno sguardocontemplativo che “sa scorgere anche lacreatività, la tenacia e lo spirito di sacrificio diinnumerevoli persone che in tutte le parti delmondo aprono la porta, il cuore a migranti erifugiati anche dove le risorse non sonoabbondanti”. Ci lascia infine quattro verbi perpassare dalla contemplazione ad un'azionearricchita di un forte senso di fraternità:accogliere, proteggere, promuovere, integrare.Tanti sono stati gli appuntamenti che hanno vistoimpegnati bambini, ragazzi, giovani, adulti sul temadella Pace. Abbiamo iniziato con la preghieracomunitaria, domenica 28 gennaio a S. PietroMartire, ad Ascoli, provando a fare spazio nelnostro cuore per ascoltare la presenza di Gesùche è il “Principe della Pace”, per capire quanto lanostra vita sia aperta a ricevere la pace che nonviene dall'uomo ma da Dio.Ci siamo lasciati simbolicamente con una chiave,

quella del nostro cuore, una chiave che può liberamentescegliere di aprire o chiudere. Tanti sono i pensieri e gliatteggiamenti di apertura e chiusura che portiamo connoi ogni giorno e li abbiamo offerti a Colui che raccogliee nel silenzio fa germogliare anche nei terreni piùscomodi.In particolare poi, la sera di venerdì 2 febbraio abbiamoscandagliato i motivi delle migrazioni a livellointernazionale grazie alla presenza del dott. Luca diSciullo, socio fondatore del Centro Studi e RicercheImmigrazione Dossier Statistico. Il Centro Studi nascenel 2004 dal gruppo dei ricercatori operanti presso laCaritas di Roma per la realizzazione del “Dossierstatistico Immigrazione”, la prima raccolta organica inItalia di dati statistici in materia di immigrazione.Abbiamo continuato ad approfondire il tema con l'aiutodi don Marco Ghiazza, assistente nazionale dell'ACR,che ci ha condotto in un viaggio alla scoperta dellafigura dello “straniero” all'interno della Sacra Scrittura.Inoltre, prima del convegno, ci sono state testimonianzedi esperienze locali sul tema dell'immigrazione edell'accoglienza, davvero molto sentite ed apprezzate.Anche i giovanissimi, i bambini e i ragazzi, negli spazi aloro dedicati, hanno lavorato sui quattro verbi che ilPapa ci ha indicato nel suo messaggio. Domenica 4febbraio abbiamo chiuso la Settimana della Pace daltitolo “ConFini di Pace”, con la Festa dei ragazzi, laconsegna del Premio Nobel Pace ACR 2018 e la S.Messa celebrata dal nostro vescovo Giovanni D'Ercole.Sono stati giorni importanti per ripartire con maggioriconsapevolezze e sentirci interpellati nel quotidiano dachi sta fuggendo dalla propria terra. Tutti ci siamostretti intorno a questa urgenza di amore e di pace chenon ha nulla a che vedere con il buonismo ma con laconsapevolezza che agli occhi di Dio nessuno èstraniero, che ogni uomo è nostro fratello, che le piùbelle storie di salvezza ci parlano sempre di ponti e nondi muri, di abbracci e non di armi, di sguardi profondi enon di generalizzazioni che gettano tutti in un anonimatodistruttivo, di coraggio e non di paura. Buon viaggioallora... soprattutto a noi che stiamo di qua dal muro, diqua dal mare.

sulle macerie di affetti e sogni lasciati, sepolti,incompiuti. Con gli amici dell'AC della diocesi di Ascoli e contutti coloro che si sono lasciati avvicinare anchesolo per curiosità, per saperne di più, per non

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□□□□□□ paginasei □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ vivo □□□ Pasqua 2018□□□□□□

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vivonellachiesa

DAL DISCORSO DEL SANTO PADRE ALL'APERTURA

Cari giovani, buongiorno! Grazie per aver accettatol’invito di venire qui. Venite da tante parti del mondo eportate con voi una grande varietà di popoli, culture eanche religioni: non siete tutti cattolici e cristiani,nemmeno tutti credenti, ma siete certamente tuttianimati dal desiderio di dare il meglio di voi. E io nonho dubbi su questo. Siete invitati perché il vostroapporto è indispensabile. Abbiamo bisogno di voi perpreparare il Sinodo che a ottobre riunirà i Vescovi sultema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale .In tanti momenti della storia della Chiesa, così come innumerosi episodi biblici, Dio ha voluto parlare permezzo dei più giovani: penso, ad esempio, a Samuele,a Davide e a Daniele. Nei momenti difficili, il Signore faandare avanti la storia con i giovani. Dicono la verità,non hanno vergogna. E Davide da giovane incominciacon quel coraggio. Anche con i suoi peccati. Perché èinteressante, tutti questi non sono nati santi, non sononati giusti, modelli degli altri. Sono tutti uomini e donnepeccatori e peccatrici, ma che hanno sentito ildesiderio di fare qualcosa di buono, Dio li ha spinti esono andati avanti. E questo è bellissimo. Per questo viesorto, per favore: siate coraggiosi in questi giorni,dite tutto quello che vi viene; e se sbagli, un altro ticorreggerà. Ma avanti, con coraggio!1. Troppo spesso si parla di giovani senza lasciarciinterpellare da loro. Anche le migliori analisi sulmondo giovanile, pur essendo utili – sono utili –, nonsostituiscono la necessità dell’incontro faccia afaccia. Parlano della gioventù d’oggi. Vorrei dirvi unacosa: la gioventù non esiste! Esistono i giovani, storie,volti, sguardi, illusioni. Esistono i giovani. Parlare dellagioventù è facile. Si fanno delle astrazioni,percentuali… No. La tua faccia, il tuo cuore, cosadice? Interloquire, sentire i giovani. A volte,evidentemente, voi non siete, i giovani non sono ilpremio Nobel per la prudenza. No. A volte parlano“con lo schiaffo”. La vita è così, ma bisogna ascoltarli.Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi “adistanza di sicurezza”, così da non farsi provocare davoi. Ma non basta scambiarsi qualche messaggino ocondividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sulserio! Mi sembra che siamo circondati da una culturache, se da una parte idolatra la giovinezza cercandodi non farla passare mai, dall’altra esclude tantigiovani dall’essere protagonisti. È la filosofia deltrucco. Le persone crescono e cercano di truccarsiper sembrare più giovani, ma i giovani non li lascianocrescere.Questo è molto comune. Perché? Perché non silascia che vengano interpellati. È importante.

Spesso siete emarginati dalla vita pubblicaordinaria e vi trovate a mendicareoccupazioni che non vi garantiscono undomani. La società è responsabile di questo.Ma io vorrei che foste voi a dire le cause, iperché, e non dire: “Neanch’io so bene ilperché”. Come vivete voi questo dramma?Ci aiuterebbe tanto. Troppo spesso sietelasciati soli. Ma la verità è anche il fatto chevoi siete costruttori di cultura, con il vostrost i le e la vostra or ig ina l i tà . È unallontanamento relativo, perché voi sietecapaci di costruire una cultura che forsenon si vede, ma va avanti. Questo è unospazio che noi vogliamo per sentire lavostra cultura, quella che voi statecostruendo.Nella Chiesa – sono convinto – nondev’essere così: chiudere la porta, nonsentire. Il Vangelo ce lo chiede: il suomessaggio di prossimità invita a incontrarcie confrontarci, ad accoglierci e amarci sulserio, a camminare insieme e condivideresenza paura.

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□□□□□□ paginasette □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ vivo □□ Pasqua 2018□□□□□□□□

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DEL PRE-SINODO DEI GIOVANI

E questa Riunione pre-sinodale vuol esseresegno di qualcosa di grande: la volontà dellaChiesa di mettersi in ascolto di tutti i giovani,nessuno escluso. E questo non per farepolitica. Non per un’artificiale “giovano-filia”, no,ma perché abbiamo bisogno di capire meglioquello che Dio e la storia ci stanno chiedendo.Se mancate voi, ci manca parte dell’accesso aDio.2. Il prossimo Sinodo si propone in particolaredi sviluppare le condizioni perché i giovanisiano accompagnati c o n p a s s i o n e ecompetenza nel discernimento vocazionale,cioè nel «riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza». Tutti noiabbiamo questa chiamata. Questa è lacertezza di fondo: Dio ama ciascuno e aciascuno rivolge personalmente una chiamata.È un dono che, quando lo si scopre, riempie digioia. Per i credenti dico: “Dio è fedele”. Virivolge la domanda che un giorno fece ai primidiscepoli: «Che cosa cercate?» (Gv 1,38).Anch’io, in questo momento, vi rivolgo ladomanda, a ognuno di voi: “Cosa cerchi? Tu,cosa cerchi nella tua vita?”. Dillo, ci farà beneascoltarlo. Dillo. Di questo abbiamo bisogno: disentire il vostro cammino nella vita. Cosacerchi? Vi invita a condividere la ricerca dellavita con Lui, a camminare insieme. 3. Il prossimo Sinodo sarà anche un appellorivolto alla Chiesa, perché riscopra unrinnovato dinamismo giovanile. Ho potutoleggere alcune e-mail del questionario messoin rete dalla Segreteria del Sinodo e mi hacolpito l’appello lanciato da diversi giovani, chechiedono agli adulti di stare loro vicini e diaiutarli nelle scelte importanti. Una ragazza ha osservato che ai giovani mancano punti diriferimento e che nessuno li sprona ad attivarele risorse che hanno. Poi, accanto agli aspettipositivi del mondo giovanile, ha sottolineato ipericoli, tra cui l’alcool, la droga, una sessualitàvissuta in maniera consumistica. E haconcluso quasi con un grido: «Aiutate il nostromondo giovanile che va sempre più a rotoli».Non so se il mondo giovanile vada sempre piùa rotoli, non so. Ma sento che il grido di questaragazza è sincero e richiede attenzione. Anchenella Chiesa dobbiamo imparare nuovemodalità di presenza e di vicinanza. L’amore èvicinanza. E loro, i giovani di oggi chiedono allaChiesa vicinanza. Voi cristiani, voi che credetenella vicinanza di Cristo, voi cattolici, siate

vicini, non lontani. E voi sapete bene che cene sono tante, tante modalità di allontanarsi,tante. Educare tutti, con guanti bianchi, maprendere distanza per non sporcarsi le mani.4. Cari giovani, il cuore della Chiesa è giovaneproprio perché il Vangelo è come una linfavitale che la rigenera continuamente. Sta anoi essere docili e cooperare a questafecondità. E tutti voi potete collaborare aquesta fecondità: che siate cristiani cattolici,o di altre religioni, o non credenti. Abbiamobisogno di riappropriarci dell’entusiasmodella fede e del gusto della ricerca. Abbiamobisogno di ritrovare nel Signore la forza dirisollevarci dai fallimenti, di andare avanti, dirafforzare la fiducia nel futuro. E abbiamobisogno di osare sentieri nuovi. Nonspaventatevi: osare sentieri nuovi, anche seciò comporta dei rischi. Un uomo, una donnache non rischia, non matura. Un’istituzioneche fa scelte per non rischiare rimaneb a m b i n a , n o n c r e s c e . R i s c h i a t e ,accompagnati dalla prudenza, dal consiglio,ma andate avanti. Senza rischiare, sapetecosa succede a un giovane? Invecchia! Ungiovane invecchia e anche la Chiesainvecchia. Lo dico con dolore. Quante volte iotrovo comunità cristiane, anche di giovani,ma vecchie. Sono invecchiate perchéavevano paura. Paura di che? Di uscire, diuscire verso le periferie esistenziali della vita,di andare là dove si gioca il futuro. Una cosaè la prudenza, che è una virtù, ma un’altra èla paura. E voi ci provocate a uscire dallalogica del “ma si è sempre fatto così”. Equella logica, per favore, è un veleno. E’ unveleno dolce, perché ti tranquillizza l’anima eti lascia come anestetizzato e non ti lasciacamminare. Uscire dalla logica del “sempre èstato fatto così”, per restare in modocreativo nel solco dell’autentica Tradizionecristiana, ma creativo. Io, ai cristiani,raccomando di leggere il Libro degli Atti degliApostoli: la creatività di quegli uomini. Voicreate una cultura nuova, ma state attenti:questa cultura non può essere “sradicata”. Ele radici – questo, perdonatemi, lo porto nelcuore – sono i vecchi, sono i bravi vecchi. Leradici sono i nonni. Parlate con i vecchi. “Macosa dirò?”. Prova! Questo il Profeta Gioele lodice tanto bene. Per me questa è la profeziadi oggi: “I vecchi sogneranno, e i giovaniprofetizzeranno”.

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□□□□□□ paginaotto □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ vivo □□□Pasqua 2018 □□□□□□□□□□□□□

LUCA ESPOSTO□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□

UN VERO UOMO DOVREBBE LAVARE I PIATTIPer l’equità di genere, è tempo che anche gli uomini

si rimbocchino le maniche

Molto si è scritto e detto, con insistenza crescentenel tempo, sulla discriminazione di genere e sul ruolodella donna nella società contemporanea. Vale lapena spendere altre parole? Sussistono ancoraquestioni irrisolte? La riflessione sul tema non è forsedegenerata in contrapposizione aprioristica epregiudiziale, banalizzata in uno schieramento?Femminismo o machismo? Perbenismo o crociatacontro il “finto moralismo”? È una questioneculturale? Biologica?Per trattare l’argomento con lucidità ed onestàintellettuale, occorre per prima cosa rifiutare ogniforma di generalizzazione e semplificazione, malattieendemiche dilaganti nelle quotidiane “discussioni dasocial”. Il mondo è troppo grande e vario, l’umanità e le sueculture troppo complesse e multiformi, per pretenderedi saper formulare un’analisi che sintetizzi una veritàuniversale. Allo stesso tempo, come l’umanità interarappresenta un campione troppo eterogeneo, così ilsingolo, il caso isolato, non può e non deve esseresfruttato come campione statistico a sostegno di unatesi. Ogni essere umano è un mistero in sé, una storia,una rete di relazioni, il risultato di una vita diesperienze che scorre nel filtro irripetibile della propriaunicità. Per questo, nel commentare e discuterecronache di vita privata, occorrono umiltà edelicatezza; la loro assenza imbarbarisce ladiscussione e la vanifica. A che scopo giocare a dare lacolpa, magari in una vicenda di stupro, di favorisessuali, di mobbing, di violenza? Perché ricercareossessivamente giustificazioni? Se la volontà comunedi promuovere il Bene, per tutti e per ciascuno, nonanima la discussione, allora essa è vana, persinodannosa. Con queste premesse, ben consapevoli dinon poter esaurire l’argomento, proviamo ad iniziarel’analisi con qualche dato certo su un campionesufficientemente omogeneo, l’Italia (fonte: Istat): il70,6% degli uomini fra i 20 e i 64 anni ha un lavoro,fra le donne il tasso scende al 50,6%; a parità di livellodi istruzione, gl i uomini guadagnano al l ’oramediamente di più, da circa il 10% per il livelloprimario d’istruzione fino ad oltre il 30% per i laureati;ciononostante negli ultimi quarant’anni le donne sonopassate dal rappresentare il 45% dei laureati fino aquasi il 60%.Già da questi pochi dati emerge una disparità ancorapresente. La domanda chiave è: perché? Che le donnelavorino meno potrebbe anche essere spiegato da unascelta, di origine culturale, di dedicarsi maggiormentealla famiglia, ma la differenza nella retribuzione? Sfuggono alle statistiche ma sono note a tutti evidenti

disparità di trattamento, illegali ma socialmentetollerate e diffuse, come le dimissioni in bianco.Paradossalmente, mentre il mercato del lavoro,disumanizzato, esercita pressioni presentando lapossibilità di formare una famiglia come un puroostacolo, una certa consuetudine sociale continua adare per scontato che ogni donna abbia lavocazione alla maternità, molto più che gli uominialla paternità. Questa sorta di obbligo sociale,seppur molto attenuato negli anni, di avere figli eoccuparsi della cura della famiglia e della casa, haresistito a tutte le rivendicazioni femministe, almenoa livello culturale. Le donne hanno ottenuto moltosul piano del diritto al lavoro, nonostante come giàmostrato ci sia ancora strada da fare, ma è statopiù un compromesso che non la conquista di equitàsociale. Quasi un “Volete lavorare? Va bene, purchécontinuiate anche a fare tutto il resto”. Di certo lasituazione è migliorata anche da questo punto divista e molti uomini trovano ormai naturale avere lapropria parte di responsabilità in casa; ma ancoramolti uomini e persino molte donne consideranonaturali certe disparità di doveri. Solo dallametabolizzazione sociale, a partire da piccoli gesti econsuetudini, dell’equità sociale potremo sperare didebellare anche le conseguenze più dolorosedell’ingiustizia e della disparità. Le consuetudini diuna comunità e le sue usanze non cambiano da ungiorno all’altro, ma ecco che troviamo un buonmotivo per continuare a spendere parole, discutere,interrogarci, ragionare su cosa sia l’equità digenere, e fin dove le differenze siano naturali e doveinvece culturali, quindi modificabili per tendere alBene comune. Così, tanto per non prendere tropposul serio tutta questa analisi, personale enecessariamente semplificativa, sarà sufficiente unpiccolo augurio: che gli uomini e le donne del futuroprossimo imparino a memoria e facciano propriauna simpatica canzone di Caparezza, contro ilmachismo e gli stereotipi di genere, sintetizzatamagistralmente nel titolo “Un vero uomo dovrebbelavare i piatti”.

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Verbi della Pasqua

□□□ ORNELLA CAPITANI ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□

ì

I l p r i m o g i o r n o d e l l asettimana, la mattina presto,mentre era ancora buio,Maria Maddalena andò alsepolcro e vide la pietra toltadal sepolcro. Allora corseverso Simon Pietro e l'altrodiscepolo che Gesù amava edisse loro: «Hanno tolto ilSignore dal sepolcro e nonsappiamo dove l'abbianomesso».Pietro e l'altro discepolou s c i r o n o d u n q u e e s iavviarono al sepolcro. I duecorrevano assieme, mal'altro discepolo corse piùveloce di Pietro e giunsep r i m o a l s e p o l c r o ; e ,chinatosi, vide le fasce perterra, ma non entrò. Giunse intanto anche SimonPietro che lo seguiva edentrò nel sepolcro, e vide lefasce per terra, e il sudarioche era stato sul capo diGesù, non per terra con lefasce, ma piegato in un luogoa parte. Allora entrò anchel'altro discepolo che eragiunto per primo al sepolcro,e vide, e credette. Perchénon avevano ancora capito laScrittura, secondo la qualeegli doveva risuscitare daimorti. I discepoli dunque sene tornarono a casa.

Dal VangeloDal Vangelo di Giovanni (20-1,9)di Giovanni (20-1,9)LA RESURREZIONE DI GESÙ,

PRIMAVERA DELLA VITA

Ogni volta che rileggo questo branodi Vangelo non posso non pensareai miei ragazzi a scuola, quando mifacevano mille domande sugliavvenimenti della resurrezione diGesù. Appena si iniziava la letturaarrivavano le domande più curiose.

Perché Maria Maddalena si reca alsepolcro così presto quando eraancora buio?La Maddalena prova un profondoaffetto per colui che ha trasformatola sua vita, non accetta che non cisia più, non vuole separarsi dalmaestro neppure dopo la morte.Senza di lui è avvolta dal buio dallatristezza e dalla disperazione; eallora, carica di problemi legati allaquot id ianità, ponendosi mi l led o m a n d e s e n z a r i s p o s t a econsiderando che tutto è perduto,corre verso la tomba di Gesù, cosìalmeno potrà avere l’illusione disentirlo ancora vivo. Ma la tomba èvuota, il corpo di Gesù non c’è più enon sa dove lo hanno portato. Èdisperata, spaventata, disorientata. E allora che fa?Allora corre verso la comunità deidiscepoli e si rivolge a Pietro, quellopiù autorevole, e a Giovanni, quelloche Gesù amava di più; spaventatae sgomenta, racconta che hannoportato via Gesù.

E come reagiscono?I due discepoli corrono subito alsepolcro per rendersi contodell’accaduto; Giovanni arriva perprimo, ma aspetta Pietro prima dientrare.

Perché proprio Giovanni arrivaper primo?Perché, essendo più giovane, vapiù veloce. Ma forse ancheperché ha un maggiore amoreper Gesù, che lo fa correre conpiù velocità. Infatti correre èproprio di chi ama e chi ama di piùcorre più velocemente.

Una volta arrivati cosa vedono?Vedono qualcosa di insolito: i teli inordine per terra e il sudario cheaveva avvolto il corpo di Gesùpiegato in un luogo a parte.Entrano, «videro e credettero.Infatt i non avevano ancoracompreso la Scrittura, che cioèegli doveva risorgere dai morti»(Gv 20,9). Comprendono allorache è accaduto un eventostraordinario: Gesù non è mortom a è r i s o r t o . Q u e s t o èl’avvenimento più importante per icristiani, è il centro della nostrafede.

esistenza vengono compresi alla lucedella resurrezione. Quando siamo ininverno e le giornate sono buie, grigie efredde, le affrontiamo con la certezzache tutto cambierà. Infatti appenaesplode la primavera con i suoi colori, ifiori, il sole e l’aria mite che ciaccarezza il viso, ci sentiamo rinati,siamo inondati di gioia e di serenità.Ecco, anche la resurrezione di Gesù ciriempie il cuore di gioia; la fiducia e lasperanza che hanno il fondamento inCristo risorto ci spingono a muoverci, acorrere, a cercare, a vedere e acomunicare con tutti gli altri che cisono accanto. Ci spronano a cambiaree a guardare la realtà da un punto divista diverso, con una luce nuova.

Questa consapevolezza cosa cambia, che significato ha per noi?Questa bella notizia cambia tutto, perché Gesù ha vinto la morte,è risorto. In Lui tutto è possibile e i fatti più dolorosi della nostra

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EMILIA DE CARO ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

RIMANETE NEL MIO AMORE

Verbi della Pasqua

“Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo cheera ormai venuta la sua ora di passare da questomondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nelmondo, li amò sino alla fine.” (Gv 13,1) Cominciacosì Giovanni il racconto dell’ultima cena di Gesùnel Giovedì Santo e non poteva dire altrimentiperché, in ogni gesto compiuto da Gesù in quellagiornata, non c’è che la volontà di suggellare epermeare il suo grande amore fino al suo ultimorespiro e oltre. È meraviglioso e denso di gesti significativi ilracconto dell’ultima giornata terrena di Gesù.Quando gli apostoli gli chiedono dove voleva cheandassero a preparare per la Pasqua, Eglirisponde anticipando minuziosamente i particolaridi ciò che avrebbero visto e fatto e lo fa perconfortare i discepoli che, di lì a poco, avrebbero“patito scandalo ” per Lui; lo avrebbero vistooltraggiato e sconfitto, in balia dei propri nemici;legato e straziato dai flagelli, trafitto dai chiodi,appeso alla croce; perciò moltiplica i segni della suaonnipotenza perché, ricordando, capiscano chetutto era stato voluto da Lui. Ed è nel cenacolo,durante l’ultima cena, che Gesù istituisce il

Sacramento dell’Eucarestia e del Sacerdozio; è quiche compie il “rito nuovo”, la prima consacrazione;qui Gesù celebra la Sua prima Messa e gli apostoliricevono la prima Comunione. È la Sua ultima sera,la sera del commiato, quella in cui compieun’azione dietro l’altra densa di significato, pregnad’amore. Lava i piedi agli apostoli, si fa servo peramore lasciandocene un esempio da imitare; ciconsegna il comandamento nuovo: “Amatevi gli unigli altri, come io ho amato voi”; si fa pane spezzato,come lo sarebbe stata la Sua vita di lì a poco; vinoversato nel calice, come il Suo sangue sarebbestato versato in una morte che è il dono d’amorepiù alto! Amore, tutto per e con amore, perché luistesso è Amore. Anche il discorso d’addio dopo l’ultima cena è ricco d’amore, di insegnamenti, di raccomandazioni che,con cuore di fratello e di padre, Gesù dona ai suoidi tutti i secoli. “Rimanete nel mio amore. Serimanete in me e le mie parole rimangono in voi,chiedete quello che volete e vi sarà dato” (Gv 15,7).È questa la raccomandazione che Gesù ci lasciaattraverso i suoi discepoli: RIMANERE nel SuoAmore!

Come ha detto Papa Francesco: “La vita cristiana è proprio questo rimanere in Gesù; ogni tralcio che nonè unito alla vite finisce per morire, non dà frutto, invece i tralci che sono uniti alla vite, ricevono la linfavitale e così si sviluppano, crescono e danno frutti”. Rimanere in Lui significa far sì che le Sue parole rimangano in noi, non come pietre in fondo a un pozzo,ma come semi nella terra, perché germoglino e diano frutto. Rimanere in Gesù e nel Suo amore è la cosapiù difficile perché significa fare quello che Lui ha fatto, avere il Suo stesso atteggiamento, vivere icomandamenti che si riassumono tutti in quell’unico, grande e nuovo comandamento dell’amorereciproco. Per questo, può sembrare un paradosso ma, a mio avviso, questo RIMANERE si traduce inANDARE. Non è un rimanere statico, che ci imputa di star fermi, ma un restare avvinghiati al Suo amoreche come linfa vitale si fluidifica nel nostro essere dandoci vigore, forza, spinta per compiere gesti diamore, bontà, misericordia. E questa forza possiamo trovarla solo nell’Eucarestia. È lì che Gesù,donandosi, rimane in noi e se noi sappiamo accoglierlo, troveremo la forza di farci dono d’amore per glialtri come Lui stesso è stato per noi. Rimanere in Gesù è dunque, comportarsi come Lui, ma non solo difacciata, bensì nella sostanza, nel cuore, senza ostentare, ma impegnandosi personalmente.

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SABRINA STAZI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□

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CON TE ANDARE, SIGNORE!

Verbi della Pasqua

Ci sono momenti in cui gli eventidella vita sembrano susseguirsicon lo scopo di farmi sentireincapace, sbagliata, fuori luogo,momenti in cui la vita sembravolermi cacciare via.La tentazione allora è di lasciarsiandare, di credere che le coseaccadono senza una ragione eniente ha più senso. Diventa facilelasciarsi cullare dalla convinzione diessere vittima di un'ingiustiziasuperiore, contro la quale non sipuò far nulla, solo arrendersi.In quei momenti Signore la faticapiù grande è proprio quella di noncedere a questa tentazione, che mi

conduce lontano da Te. Allora provo a chiamarti, più e più volte, nella speranza di sentirtivicino, urlo il tuo nome, quasi ad attirare la tua attenzione nel caso tu fossi distratto da altro,così come tu hai urlato il nome del Padre tuo sulla croce. Quando ormai le lacrime sono finite e la voce non ha più la forza di uscire, alzo gli occhi alCielo, implorando, solo con lo sguardo, il tuo aiuto, con la presunzione di credere che, inqualche modo, la mia sofferenza commuova il tuo cuore.

Sono giorni, quelli, in cui la fatica toglie il fiato, lapaura di non farcela pietrifica i muscoli, quando ilsorriso è solo sulle labbra e non sul cuore,quando gli occhi sono spenti e non brillano più.Sono giorni difficili in cui sento però che solo tupuoi darmi la forza, tu, che con il corposanguinante, gli spini conficcati nella testa ed ilpeso della croce sulle spalle, non ti sei fermatoed hai percorso la tua salita, pur sapendo cheogni passo ti conduceva ad un dolore maggiore.Eppure anche tu avrai tremato di paura, anche tuavrai pensato di non farcela, ma hai continuato acamminare.

E' con te allora che io voglio andare. E'con te Signore, che voglio salire sul miomonte della sofferenza, avendo laforza di affrontare ogni difficoltà con iltuo stesso coraggio e, come te, dire“Chi cercate?”. Perché anche se hopaura, tanta paura, non fuggo eaffronto ciò che la vita mi pone davanti.Io so che non sono sola, tu sei al miofianco per sostenere il mio passo. Tuconosci il peso ed il dolore dellasolitudine e quando tutto va per il versosbagliato ed ogni mio sforzo sembracadere nel vuoto la tua presenza si fapiù forte. In modo inconfondibile ti rendipresente, con una carezza dolce sailenire il mio cuore, con piccole gocce di speranza sai far tacere la miad isperaz ione e con un grandeabbraccio mi sollevi dal punto dovesono caduta, mi prendi per mano perdarmi la forza di continuare acamminare e con te andare.

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RITA NARCISI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

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GIOIRE: ACCOGLIERE NELLA NOSTRA VITA GESÙ E LA SALVEZZA

Verbi della Pasqua

La solennità e l’unicità della notte santa… Ilcanto del Gloria e le campane a festarisuonano nella Chiesa. La luce torna a farsivedere, squarcia le tenebre del male e dellamorte. La speranza ha deciso di nonarrendersi davanti alla pietra di un sepolcro; èvoluta andare oltre ed è riuscita a vincere, conforza, la sofferenza.

L’annuncio che il Signore è risorto si lasciaaccogliere in tutta la sua straordinariagrandezza, nell’attesa e nel raccoglimento.La gioia di sapere che Gesù è vivo riempie ilcuore, non si può contenere! Ci invade e cipervade, è capace di rigenerarci e dirinnovare il nostro vivere.

Come acqua che zampilla, ci ristora eci rinfranca, ci consente di ripartire nelnostro cammino con più slancio esicurezza. Noi, che ci sentiamosempre più indaffarati e stanchi,schiacciati dai problemi e dalledifficoltà, tanto da non riuscire quasi ascorgere la bellezza del quotidiano e di ogni singolo dono che la vita ci riservaogni giorno. Noi, che troppo spessodimentichiamo a casa il sorriso, ilcoraggio e la fiducia in ciò che siamo.Noi, che facciamo fatica a far trionfarela speranza… Per tutti noi, nessunoe s c l u s o , q u e s t a g ra n d e g i o i ascaturisce con tutta la sua forza daquell’enorme atto d’amore che è larisurrezione di Gesù. «Gioia! Non siate uomini e donnetristi»: la parola che Papa Francescovuole vedere stampata nei nostri cuori e nei nostri volti è gioia e questa gioia èla grazia che ci viene donata con laPasqua, sconfiggendo la morte, letenebre e la tristezza.

Un incontro speciale – quello con il Signore risorto –ed una gioia scatenante che siamo chiamati non soload accogliere e a sperimentare nel nostro cuore, maanche e soprattutto a comunicare: in famiglia, nellavoro, nelle nostre relazioni, nel nostro viverequotidiano. Scegliere di accogliere nella nostra vitaGesù risorto e la salvezza, avvicinarci, lasciarcicoinvolgere e abbandonarci con fiducia a Lui, è viverela Pasqua! E in ogni fatto buono che viviamo, in ognisentimento pulito che proviamo, ogni volta chesentiamo nel nostro cuore la forza e la speranza,possiamo fare esperienza di risurrezione. Questo è ilgrande dono che Gesù ci ha fatto… Essere ogni giorno,se vogliamo, protagonisti di un evento straordinario. .

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vita diocesana ACvivonellascuola CIPS 2018… #cèbiSognodiScuola!

Il racconto dell'esperienza dei Campi Interregionali per Studenti

del circolo MSAC della diocesi di Ascoli

SARA CENSORI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

Durante il week-end dal 9all’11 marzo, noi ragazzi delMSAC (Movimento StudentiAzione Cattolica) ci siamoliberati dai compiti in classee dalle interrogazioni e cisiamo incontrati in sei cittàdiverse d’Italia (VittorioVeneto, Fognano, Perugia,C a m p i t e l l o M a t e s e ,Policoro, Reggio Calabria)per confrontarci sul valoredella scuola, s u c o m ein f l u i sce su l l a nost racrescita personale e sullosviluppo della nostra Italia.Tutto questo per dirci e perdire al Paese che “C'èBiSogno di Scuola!” e chen o i , c o m e s t u d e n t i ,v o g l i a m o e s s e r eprotagonisti del nostrotempo.Abbiamo condiviso i nostrisogni di scuola, le nostree s p e r i e n z e s u c o m emigliorare le classi, i nostrirapporti , i percorsi distudio. Ci siamo chiesti qualè il nostro obbiettivo per ilfuturo, come circoli MSACdi tutta Italia, e comestudenti. Ci siamo presi deltempo per riflettere sulnostro presente, su quantolo spazio e il tempo cheviv iamo inf luiscano sulnostro quot id iano , suquanto curiamo il nostrorapporto con gli altri e conDio.Quanto portiamo lanostra testimonianza difede nelle nostre classi,soprattutto con i compagni

che non la pensano come noi? Il sabato pomeriggio è stato il momento più intenso ma anche quellopiù interessante. Abbiamo voluto festeggiare la nostra Costituzione asettant'anni dalla sua approvazione con la lettura dei primi quattroarticoli. Crediamo che sia una Carta da riempire quotidianamente dicontenuti ed azioni, soprattutto a scuola. Poi ci siamo divisi in quattroambiti: valutazione e bocciatura, organi collegiali, alternanza scuola-lavoro e inclusione. In questi gruppi di lavoro abbiamo voluto discuteree creare qualcosa di concreto per le nostre scuole; abbiamo stesobozze di progetti che possano essere realizzati davvero in tutte lescuole d’Italia. Il tutto sarà condiviso sul sito nazionale MSAC e diAzione Cattolica.Dopo i CIPS (campi interregionali per studenti) torniamo in classe enelle nostre diocesi portandoci tutta la passione dei ragazzi cheabbiamo conosciuto, dicendo che c’è bisogno di ciascuno di noi,perché non possiamo sognare da soli un futuro migliore per le nostrescuole. Dopo i CIPS è arrivata un’onda di passione e impegno daparte di centinaia di studentesse e studenti che credono e siimpegnano per una scuola a misura di ciascuno. Perché è questapassione che cambierà il mondo, perché ha già cambiato il nostromodo di guardarlo!

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GIULIA A., GIULIA R., FRANCESCA F. – Classe 3°D□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ □□□

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CYBERBULLISMO: IoMinorenne, Limite e Legalità

spazio ragazzi

Allo scopo di prevenire i casi di CyberBullismo(insieme di azioni aggressive e intenzionali, diuna singola persona o di un gruppo, realizzatein Rete mediante strumenti elettronici: sms,mms, foto, video, email, chatt rooms, istantmessaging, siti web, telefonate - il cui obiettivoè quello di provocare danni ad un coetaneoincapace a difendersi) la nostra scuola media diMonsampolo del Tronto, ha organizzato dueincontri con specialisti e autorità del territoriointenti a sensibilizzarci sull’argomento. Il 3 febbraio ci siamo trovati ad immedesimarcinei vari ruoli del fenomeno grazie al Laboratoriodel Minimo Teatro di Ascoli Piceno e ai dueesperti Sonia Arina e Roberto Ferri. Ci siamosoffermati sulle conseguenze emotive epsicologiche di certi atteggiamenti e abbiamostilato “l’Identikit” del bullo e della vittima. Diversamente abbiamofatto sabato 10 febbraio in cui si è discusso dellesanzioni civili e penali.Quest’incontro è statomoderato dal vice sindacoMassimo Narcisi che hai n v i t a t o s u l p a l c o i lp r o f e s s o r e A n t i ( i nrappresentanza de l l adirigente scolastica), laprofessoressa Lia PaolaC i o t t i ( r e f e r e n t e d e lprogetto ) e i s indac iP i e r l u i g i C a i o n i d iMonsampolo e PierpaoloRosetti di Acquaviva. I duerelatori , i l magistratoEttore Picardi e il giudiceCarlo Calvaresi, hannointeragito con gli alunni della 2a D presenti sul palco che hanno approfondito l’argomento conl’associazione “Colombre” finanziata dal BIM Tronto. Il tutto si è concluso con unvideo, realizzato proprio da questa classe, costituito da un susseguirsi diimmagini raffiguranti brutti momenti che moltissimi ragazzi stanno affrontando. Il nostro pensiero riguardante il reato del Cyberbullismo si è così unito adun’unica idea: esso è lo “schifo della razza umana”. Così è stato definito da unragazzo e questa frase nella sua simpatia e nella sua capacità di strappare unsorriso, dice la pura verità.

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spazio ragazzi

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MICHELA ACCETTURA□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

L'EQUIPE DIOCESANA DEI RAGAZZI

L’esperienza di quest’annoall’interno dell’EDR (EquipeDiocesana dei Ragazzi) èstata entusiasmante edarricchente. L’EDR è uninsieme di ragazzi di ACRd e l l a s c u o l a m e d i a ,p r o v e n i e n t i d a o g n iparrocchia della diocesi,che si riunisce nel mese digennaio, dedicato alla pace,per interrogarsi sul lesituazioni di “non pace” edivulgare, a conclusione delpercorso, un messaggioper tutta la comunitàdiocesana. Questo lavoro dièquipe lo abbiamo svoltogirando a turno per le varieparrocchie della diocesi edè stato anche un modo perconoscere persone fantastiche,come Leonardo ed Eugenia dellaparrocchia di Pagliare con cui hosubito legato. Con loro ho condivisomomenti divertenti, ma soprattuttoun’esperienza che mi ha aiutata acrescere. Nel corso delle settimane, io e la miaamica Valent ina del la nostraparrocchia, abbiamo avuto modo difare delle attività che ci hannoaiutate ad interrogarci riguardoalcuni argomenti come il bullismo, ilrazzismo, il rispetto dell’ambiente eabbiamo potuto scambiare opinionicon i ragazzi incontrati nelle varieparrocchie. Ne abbiamo ricavato ilseguente messaggio di pace: “Abbiamo riscontrato che il bullismo,la violenza, la mancanza di rispettoverso i disabili, il razzismo, la pocacura dei luoghi che viviamo, sono lesituazioni che più ci fanno soffrire,ma che più ci spingono a denunciaree dire che vogliamo dare il nostrocontributo. È qui che chiediamol’aiuto dei più grandi, dei genitori,fratelli, professori, dei dirigenti, delleamministrazioni che hanno un ruolodi responsabilità. Abbiamo bisogno difiducia, di essere ascoltati, perchéspesso non veniamo presi inconsiderazione essendo giudicatitroppo piccoli per questi argomenti.

Ma noi conosciamo il luogo cheviviamo, conosciamo la difficoltàdei nostri compagni e abbiamobisogno di voi, della vostraesperienza, per costruire unmondo di pace”.A b b i a m o d i f f u s o q u e s t omessaggio anche attraverso“ R a d i o A s c o l i ” v i v e n d oun’esperienza nuova ed unica.Eravamo tutti attraversati da“strane” sensazioni: alternavamomomenti di gioia ed entusiasmo acausa dei quali non riuscivamo astare fermi, a momenti di pauraed ansia perché era la prima voltaper tutti. Inizialmente non voleva parlarenessuno ma, sconfitta la paura, cisiamo tutti divertiti moltissimo.Siamo stati anche presso laredazione del giornale “Il Resto delCarlino” dove i redattori, dopoaverci illustrato i loro compiti, cihanno intervistati per conosceremeglio quello che era il nostrolavoro e l’obiettivo che volevamoraggiungere. A loro abbiamoanche spiegato in cosa consiste ilpremio “Nobel Pace ACR” e qualicriteri adottiamo per poterloassegnare. L’ultimo incontrodell’EDR infatti, ha avuto lo scopodi scegliere il candidato ideale aricevere tale premio.

Ci siamo riuniti insieme a tutti ipresidenti parrocchiali di AC edabbiamo scelto il vincitore del“Nobel Pace 2018”. I candidatidovevano rispondere ai seguentirequisiti: avere “sguardo attentoe cuore aperto”, sentire i lcompito della loro missione, cioèdi offrire il proprio impegnoappassionato e generoso, capacedi accogliere tutti, di portare unsorriso alle persone in situazionidi difficoltà, di prendersi cura es o s t e n e r e c h i s o f f r e p e rcondizioni di miseria, guerra oprevaricazioni, senza alcunaforma di ostentazione, ma consincera gratuità. Il premio è statovinto dal l ’associazione GUS(Gruppo Umana Solidarietà),candidatura presentata dallanostra parrocchia, che lo haritirato durante la festa dellaPace svoltasi il 4 febbraio pressola parrocchia S.S. Pietro e Paoload Ascoli. Quella dell’EDR è statadavvero un’esperienza bellissima, formativa, educativa e mi haofferto anche la possibilità dii ncontrare nuov i amic i . Èun’esperienza che consiglio atutti e che rifarei decine di volte.

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vita parrocchiale

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ALESSIA SILVESTRI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□

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E’ tempo di CARITA’: la raccolta di alimenti e beni di prima necessità

Anche quest’anno nel tempo di Quaresima l’AzioneCattolica della parrocchia di Stella si è impegnataper garantire un piccolo dono a chi ha bisogno diessere aiutato ad affrontare con dignità unasituazione economica non favorevole. Per farlo cisiamo affidati alla competenza e conoscenza delleassociazioni nel nostro territorio dedicatepropriamente ad offrire un servizio di sostegno achi vive queste difficoltà: Kairos, associazione cheda qualche anno opera nel nostro comunespendendosi principalmente per aiutare famiglie epersone del nostro territorio, e S.u.p.e.r.f.a.c diPagliare del Tronto che da oltre vent’anni offre ilproprio contributo sia livello locale che alle missioniin Albania, Madagascar, Filippine e Guatemala. Il 3 e 10 Marzo 2018 abbiamo così organizzatouna Raccolta di generi alimentari, materialescolastico, prodotti per l’infanzia e prodotti perl’igiene davanti ai supermercati di Stella diMonsampolo, che ha visto impegnati tutti i gruppidi AC nei diversi orari della giornata. La mattinagiovani ed adulti si sono dati il cambio nei duesabati per attivare i punti di raccolta, e nelpomeriggio è toccato ai gruppi ACR delle medie ed ai giovanissimi. Questi ultimi si sono ancheimpegnati nella divisione e organizzazione delmateriale raccolto e consegnato poi ai responsabilide l le assoc iaz ion i , che s i occuperannodirettamente di distribuirlo secondo le necessità.

La comunità di Stella ha risposto anchequest’anno in modo molto generoso,donando quello che poteva senzariserve. Ecco un elenco del materialeraccolto:scatoloni di pasta;scatoloni di zucchero;scatoloni di conserve di pomodoro eprodotti in scatola (tonno, legumi, ecc);scatolone di farina;scatolone di riso;scatoloni di latte;scatoloni di prodotti per l’infanzia;scatoloni di detersivi e prodotti perl’igiene;scatola di materiale scolastico;alcuni abiti.

Per tutto i l periodo dellaQuaresima è stato inoltrelasciato in chiesa il cesto delpovero, sempre a disposizioneper un a iu to immed iato .Chiunque non avesse avutomodo di lasciare un contributodurante la raccolta nei negozi,può farlo in qualsiasi momento,lasc iando in ch iesa o inparrocchia il proprio dono.Il nostro GRAZIE va a tutta lacomunità di Stella per averpartecipato attivamente e aisoci di AC che si sono spesi per realizzarla.

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DANIELE CINCIRIPINI□□□ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ ▀ □□□□□□□□□□□□□□

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vivolosportDALLA COREA CON PASSIONE

Sport

Dal 9 al 25 febbraio scorso, in Corea delSud, nella Contea di Pyeongchang, sonoandati in scena i 23° Giochi OlimpiciInvernali. Questa manifestazione, riguardatutti gli sport che si svolgono sulla neve osul ghiaccio e si tiene, come tutte leOlimpiadi, ogni quattro anni senza nulla dainvidiare per prestigio e spettacolarità allapiù famosa che si tiene nel periodo estivo.Passando ad analizzare i risultati sportivi

Passando invece alle note liete di questi Giochi, possiamotranquillamente dire che per gli azzurri sono state leOlimpiadi delle donne. Sono state infatti tre donne aportare a casa le medaglie d’oro: Michela Moioli, SofiaGoggia e Arianna Fontana.Tre giovani ragazze italiane nate negli anni novanta chehanno trionfato in discipline diverse (snowboard, sci alpinoe pattinaggio) e che si sono distinte per classe, tenacia epersonalità. Fenomenale Michela Moioli, che trionfa nella sua gara diSnowboard Cross, vincendo così a soli 22 anni il suoprimo oro olimpico.Inaspettata la vittoria di Sofia Goggia,25 anni, che riesce a far sua una delle più attese eprestigiose gare delle Olimpiadi Invernali, ossia la discesalibera di sci alpino, battendo avversarie molto piùaccreditate di lei. Non ci sono parole poi per descrivere lavera protagonista italiana di questi Giochi Olimpici, lanostra portabandiera Arianna Fontana. Alla quartapartecipazione ai Giochi olimpici (debuttò a quindici anninell’edizione di Torino 2006 conquistando un bronzo), laventisettenne pattinatrice di Sondrio riesce a conquistarela sua prima medaglia d’oro olimpica nella gara di ShortTrack 500 metri, aggiungendo poi al suo ricco Palmarèsolimpico anche altri 2 bronzi. I Giochi Olimpici sono unacompetizione caratterizzata da un mix di passione,suspense ed adrenalina e la volontà di vincere è unelemento molto importante, ma certamente non l'unicoaspetto che una manifestazione del genere può portarecon sé. Le Olimpiadi sudcoreane saranno sicuramentericordate anche per la partecipazione di atleti provenientidalla Corea del Nord e per la formazione di una squadramista di hockey femminile composta da atlete delle dueCoree: casi molto significativi, considerando il fatto che idue Paesi sono formalmente in guerra tra loro, e chepossono rappresentare un segno di apertura non solo nel rapporto tra i due Paesi, ma anche tra la Corea del Norde tutto il resto del Mondo. Le Olimpiadi così possonocostituire davvero grandi opportunità per abbatterebarriere e costruire ponti per il futuro.

che queste Olimpiadi ci hanno lasciato edando uno sguardo al Medagliere finale,possiamo notare che la nazione che havinto più medaglie e che quindi si puòconsiderare come la vincitrice di questacompetizione è la Norvegia. Il Paesescandinavo grazie ad una grande tradizionenegli sport invernali, soprattutto in quellipraticati sulla neve (sci di fondo, biathlon esci alpino), è riuscita a fare meglio di altresuperpotenze sportive come Germania,Canada e Stati Uniti. Rimane fuori daquesta classifica invece la Russia, vincitricedelle ultime Olimpiadi invernali, che è stataesclusa da questa manifestazione;decisione presa al termine delle inchiestesull’antidoping emerse proprio dopo leOlimpiadi di Sochi 2014 e che ha portatoalla squalifica di 14 medaglie russe inquell’edizione dei Giochi. In conseguenza diciò il Comitato Olimpico ha deciso diescludere dai Giochi di quest’anno laFederazione russa, dando però lapossib i l i tà a 169 russi “pul i t i ” d ipartecipare come atleti indipendenti.Guardando i risultati di casa nostra,vediamo come l’Italia ha concluso leOlimpiadi Invernali di Pyeongchang con ildodicesimo posto nel medagliere finale,frutto di 10 medaglie (3 ori, 2 argenti 5bronzi). Pur essendo senza dubbio unrisultato molto positivo (nell’edizioneprecedente ad esempio non arrivòneanche un oro), ci sono però stati degliaspetti negativi, soprattutto in campomaschileIl flop più grande, infatti, è sicuramentequello della compagine maschile di scialpino, dove le grandi aspettative sonostate incredibilmente disattese.

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INDICE Prima parteSCATTI DI VITA PARROCCHIALE - Pag. 2

DON BERNARDO, Canta e cammina(Editoriale) - Pag. 3

ELISA FIORAVANTI, S. Maria Madre della Chiesa - Pag. 4

MARA SCHIAVI, conFINI di Pace - Pag. 5

DAL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO, L’apertura del Pre-Sinodo dei Giovani - Pp. 6-7

LUCA ESPOSTO, Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti -Pag. 8

Speciale PASQUA 2018: I Verbi della PasquaORNELLA CAPITANI, La Resurrezione di Gesù, primaveradella vita - Pag. 9

EMILIA DE CARO, Rimanete nel mio amore - Pag. 10

SABRINA STAZI, Con te andare, Signore! - Pag. 11

RITA NARCISI, Gioire: accogliere nella nostra vita Gesù e laSalvezza - Pag. 12

Seconda ParteSARA CENSORI, I Campi interregionali per Studenti delcircolo MSAC della diocesi di Ascoli - Pag. 13

GIULIA A., GIULIA R., FRANCESCA F., Cyberbullismo:IoMinorenne, Limite e Legalità – Pag. 14

MICHELA ACCETTURA, L’Equipe diocesana dei ragazzi -Pag. 15

ALESSIA SILVESTRI, E’ tempo di CARITA’: la raccolta dialimenti e beni di prima necessità - Pag. 16

DANIELE CINCIRIPINI, Le Olimpiadi invernali: dalla Coreacon passione – Pag. 17

PENSIERI E PAROLE – Pag. 18

ERRI DE LUCA, Pèsah (Passare) – Pag. 20

Puoi leggere tutti i numeri de “L’Uomo Vivo!” on-line sul sitowww.parrocchiastella.it

Inv ia a In foaz ionecatto l ica@gmai l .comcommenti, lettere, articoli, riflessioni oquant’altro... saremo felici di pubblicarli sulprossimo numero.

L’UOMO VIVO!Anno 10, numero 2, Pasqua 2018Periodico quadrimestrale pro manuscriptodella parrocchia di Maria Ss. Madre dellaChiesa di Stella di Monsampolo

Direttore:don Bernardo Domizi

Redazione:Ornella Capitani, Elisa Fioravanti, TeresaImpiccini, Rita Narcisi, Mara Schiavi, DanielaSpurio, Sabrina Stazi.

Impaginazione:Oliver Panichi

Corrispondenti:Luca Esposto, Ornella Capitani, Emilia De Caro,Rita Narcisi, Alessia Silvestri, Sara Censori,Michela Accettura, Daniele Cinciripini

Hanno già scritto per noi:Valentina Spinozzi, Daniela Spurio, Giulia Armillei, LucaCensori, Luigi Girolami, Luca Marcelli, ValentinaPortelli, Chiara Mattioli, Alberto Albanesi, RiccardoCianci, Valerio De Angelis, don Daniele De Angelis,Antonio Accettura, Roberta Esposto, Andrea Capretti,Daniele Cinciripini, Mimma Capriotti, Marzia Allevi,Enrico Narcisi, Filomena Scipioni, Sara Cinciripini,Adriano Vespa, Daniela Bruni, Alessia Silvestri, DanieleAngellotti, Amedeo Angellozzi, Francesca Mozzoni,Emanuela Spurio, Cristina Coccia, Sergio Schiavi,Lucia Perazzoli, Luca Zanchi, Alessandro Antonucci,Massimo Narcisi, Teresa Impiccini, Martina Capretti,Greta Vagnoni, Gianluca Grilli, Clemente Benigni, FeboFelici, Francesco Albanesi, Roberta Stazi, GiulianoTorelli, Sofia Marino, Samuela Torquati, GiulioPetrucci, don Andrea Tanchi, Nazzarena Caioni, MoniaCoccia, Marina Stazi, Nicolas di Buò, Cecilia Benigni,Mara Orsetti, Stefania Ciotti. Beatrice Filiaggi, GiuliaRaimondi Vallesi, Elia Virgili, Caterina De Angelis,Sabina Talamonti, Daniele Macci, Rossana Campitelli,Sabrina Stazi, Alessia Capriotti, Mario Plebani, EmiliaDe Caro, P. Ruberval Monteiro, Luca Gabrielli, AlessiaRipani, Claudia Fulvi, Pina Laviani, Irene Marzetti,Sandro Straccia, Simonetta Sgariglia, Asia Impiccini,Benedetta Conti, Andrea Priori, padre Ermes Ronchi,Mirko Di Girolamo, Simonetta Sgariglia, EmidioMarcelli.

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