1)g infiammazione - finale

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INFIAMMAZIONE

In ricordo del mio maestro il Prof. Ruggero Rossi

sh - m - m - t

Smith Papyrus circa 1650 B.C.

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIORUBOR

CALOR

TUMOR

DOLOR

FUNCTIO LAESA GALENO (180 d.c.)

VIRCHOV (1858)

AULO CORNELIO CELSO

(scrittore romano del I. sec)

Julius Cohnheim 1839-1884

INFIAMMAZIONE:

“LA SPINA DORSALE DELLA PATOLOGIA”

(L. FLOREY)

Il processo infiammatorio (acuto) può essere definito come una sequela di eventi, articolati nel tempo e circoscritti nello spazio, a sede prevalentemente vascolare e mesenchimale, che si producono in un tessuto come risposta, generica ed aspecifica, ma con significato difensivo di fronte ad un agente dannoso qualsiasi.

Pattern Recognition Receptors (PRR)

MBL

Riconoscimento di residui glucidici nella loro distribuzione sulla superficie batterica

Recettori per i peptidi formilati

Recettori “Toll-like”

Evoluzione dei recettori “Toll-like”

Cooperazione CD14-TLR4

Programma trascrizionale dell’infiammazione

CITOCHINE

Peculiarità:

-ridondanza

-pleiotropismo

-multifunzionalità

1) Regolanti funzioni linfocitarie (IL-2, IL-4, IL-10, TGF)

2) Implicate nell’immunità nat. (IL-1, TNF, IFN e , IL6)

3) Attivanti le cell. infiamm (IFN, TNF e , IL-5, IL-10, IL-12)

4) Chemochine (IL-8, RANTES,…)

5) Stimolanti emopoiesi (IL-3, IL-7, lig. C-kit, CSFs, stem cell GF)

Cinetica della produzione di citochine

Network delle citochine infiammatorie

IL-1

TNF

IL-6

Regolazione negativa delle citochine infiammatorie

Inflammosoma e ruolo nelle malattie autoinfiammatorie

1

2

3

Febbre mediterranea familiare: mutazione pirina (inibitore dell’inflammosoma)

DOVE? CHI?

VASCOLARIZZATO

PLASMA

INFIAMMAZIONE:

1) ACUTA (ex angioflogosi)

2) CRONICA (ex istoflogosi)

A – Caratteristiche basilari di un letto capillare. La distribuzione del flusso ematico cambia continuamente in

risposta alle modificazioni regionali della domanda tissutale di ossigeno

B – Letto capillare osservato su tessuto vivente

NOXA

DANNO

INFIAMMAZIONE

RISOLUZIONE

DISTRUZIONE,

CONFINAMENTO,

DILUIZIONE dell’agente lesivo

INFIAMMAZIONE

RIGENERAZIONE

RIPARAZIONE

Lesioni, compromissione funzionale

(fibrosi, autoimmunità, etc.)

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE

1.CAUSE ENDOGENE

A. Immunologiche

Stati di ipersensibilità

Malattie autoimmuni

B. Chimiche

Sostanze che originano dal metabolismo intermedio: acido urico, ecc.

AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE

2.CAUSE ESOGENE

A. Fisiche

Radiazioni luminose ed eccitanti (raggi U.V.)

Correnti elettriche

Temperatura

Cause meccaniche (traumi)

Ultrasuoni

Corpi estranei inerti

AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE

B. Chimiche

Sostanze corrosive alcaline o acide (alcali o acidi forti)

Sostanze flogogene (olio di croton, trementina, calomelano)

Sostanze che si originano dal metabolismo dei nicrorganismi (tossine, veleni, ecc.)

Metalli e minerali vari: asbesto, silicio, berillio, ecc.

C. Biologiche

Batteri, miceti, virus e parassiti

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1.Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2.Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE

PROTEASI PLASMATICHE: IL COMPLEMENTO

-C3a e C5a (anafilotossine) permeabilità,

vasodilat., istamina, LT

-C5a chemiotassi neutro, eo, baso, mono e

affinità legame superficie

-C3b e C3bi opsonizzazione batteri fagocitosi

Attivazione anche da enzimi proteolitici (plasmina, enzimi neutrofili)

Inibizione:

1) Regolazione C3conv e C5conv

-DAF

-Fattore I (taglio proteolitico C3b)

2) Legame proteine plasmatiche

-Inibitore di C1 (C1NIH)

-CD59 (inibitore di superficie del MAC)

Patologie:

- emoglobinuria parossistica notturna (carenza di DAF)

- edema angioneurotico ereditario (carenza di C1INH)

- permeabilità

- chemiotassi

Xa

serin-proteasi

chininasi

ACE

-Vasodilatazione

-Contr. Musc. Liscio

-Dolore

-permeabilità

C5 C5a

(superfici cariche negativamente)

+ importanti: BRADICHININA

C3a e C5a

C5a

TROMBINA

permeabilità

chemiotassi

x

PROTEASI PLASMATICHE: CHININE E COAGULAZIONE

METABOLITI DELL’ACIDO ARACHIDONICO

-Azione locale, decadimento spontaneo ed inattivazione

-Compartimentalizzazione in “corpi lipidici”intracell.

-Biosintesi transcellulare

Cox1

Cox2FLAPneutrofili

endotelio piastrine

Cox

IL-1

TNF

NOS

lipocortina

- adesione e chemiotassi neutro

- azione pro- e anti-flogistica

- modulatori negativi endogeni di LT

OSSIDO NITRICO

TNF, IFN

Effetti pleitropici

Rilassamento muscolatura liscia

Prodotti da endotelio, m, alcuni neuroni

GMPc rilassamento

Emivita: pochi secondi effetto locale

NO + gruppi tiolici S-nitrosoprot altri effetti

3 tipi di NOS:

eNOS (topi KO sono ipertesi)

nNOS

iNOS

Effetti:

adesione ed aggregazione piastrine

alcuni fenomeni mediati da mastociti

adesione e reclutamento leucocitario (compensazione)

attività microbicida(S-nitrosotioli, perossinitr., NO2)

Ruolo in: aterosclerosi, diabete, ipertensione, shock settico)

Endotelina e sue regolazioni

NEUROPEPTIDI

Sostanza P (fibre nervose polmone e digerente)

-trasmissione dolore

-stimolazione cellule endocrine

- permeabilità vasale

-recettore a 7 domini transm. NK-1R (G protein)

-assente nella talpa eterocefalo glabro (resistente al dolore e a sangue freddo)

Neurochinina A

I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO

1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3.Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

Essudato Trasudato Plasma

Densità oltre 1.018 sotto 1.012 1.027

Proteine oltre 2-3 g% mlsotto 2 g%

ml7-8 g% ml

Leucocitinumerosi: granulociti, linfociti, monociti secondo la causa

rari 7-8 x103/mm3

Eritrocitinumerosi nelle infiammazioni emorragiche

assenti 4-5 x103/mm3

Fibrinogeno

solo in alcune infiammazioni

assente2-300 mg%

ml

pH anche inferiore a 6attorno alla neutralità

7.4

CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ESSUDATO E DEL TRASUDATO RISPETTO AL PLASMA

LA REAZIONE DI RIVALTA PERMETTE DI DISTINGUERE UN ESSUDATO DA UN TRASUDATO

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4.Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

Principali fasi della migrazione dei neutrofili che porta alla formazione dell’essudato infiammatorio

Prevalentemente nei granulociti

Adesione tra molecole omologhe

Difetti genetici:

1) Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 1 (alterazione catene 2 integrine)

2) Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 2 (Sialil Lewis X)

Risultati:

Neutrofili 6-24h

Monociti 24-48h

Eccezioni (specifici microrganismi, etc.)

-CHEMIOTASSI

-DUE COPPIE DI CISTEINE CONSERVATE LEGATE CON DUE PONTI S-S

1) (CXC) neutrofili (indotte da IL-1 e TNF)

2) ( CC ) (MCP-1; eotassina, MIP-1, RANTES)

3) ( C ) (no C1 e C3) linfotattina

4) (CX3C) (frattalchina sol. e di membr. ades. e chemiot. mono/m

- Possono essere immobilizzate dalla matrice (gradienti di [c])

- I recettori CXCR o CCR sono a 7 anse transmembrana

- + recettori sulle stesse cellule

Chemochine

HIVChemochine

Trascrizione

Metaboliti attivi

CHEMIOTASSI

-movimento orientato lungo un gradiente chimico

-agenti:

a) esogeni: prodotti batterici

(N-formil-Met terminale, lipidi)

a) Endogeni:

- componenti C’

-LT

-chemochine (IL-8, RANTES; etc.)

Check ad ogni passo (gradienti di [c], altri R, etc.

GLI STESSI PROCESSI SONO ALLA BASE DELL’

ATTIVAZIONE LEUCOCITARIA

FORMAZIONE DEL FAGOSOMA

FAGOCITOSI E KILLING

PEROSSIDAZIONE LIPIDICA

ALOGENAZIONE

Collectine

FcRCR1, 2, 3(Mac1)

2O2 + e- 2O2 +NADP+ + H+.NADPH ossidasi

O2 + 2H+.dismutaz. spont H2O2 + O2

Fattori separati controllo vs. attivazione inappr.

Meccanismi O2 indipendenti:

-proteina permeabilizzante battericida BPIfosfolipasi alterazioni membrana

-lisozima idrolisi peptidoglicano

-lattoferrina

-MBP (eosinifili) (cationica)

-difensine (cationiche)

Cellule che intervengono nella risposta flogistica

Ematiche:•Granulociti neutrofili

•Granulociti basofili

•Granulociti eosinofili

•Monociti

•Linfociti

•Piastrine

Non ematiche:•Tessuto danneggiato

•Mastcellule

•Endotelio

•Macrofagi tissutali

•fibroblasti

DANNI TISSUTALI MEDIATI DAI LEUCOCITI

-enzimi lisosomiali

-metaboliti reattivi dell’O2

-PG e LT

Come:

1) Rigurgito durante l’ingestione

2) Fagocitosi ostacolata (su superfici)

3) Fagocitosi di superficie

4) Rilascio citotossico (dopo ingestione fattori tossici)

5) Esocitosi

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5.Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6. Fenomeni produttivi e riparativi

I MOMENTI DEL PROCESSO

INFIAMMATORIO1. Fase iniziale o della vasocostrizione

2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva

3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)

6.Fenomeni produttivi e riparativi

INFIAMMAZIONE ACUTA: CARATTERISTICHE CLASSIFICATIVE

INFIAMMAZIONE SIEROSA e SIEROFIBRINOSA

-essudato abbondante (tra derma ed epiderm. o tra strati basali e superf. epiderm. , sierose)

-eventuale organizzazione di fibrina (briglie ed aderenze)

INFIAMMAZIONE FIBRINOSA

-essudazione ricca di fibrina (permeabilità) e drenaggio parte del liquido

-aderenze, sfregamenti (pericardico, pleurico)

-frequente origine batterica

-sulla trama di fibrina (se non viene eliminata) si organizza la reazione fibroblastica

-tipica: polmonite da pneumococco

-pseudomembrane difterite

INFIAMMAZIONE CATARRALE

-tipica dei tessuti capaci di elaborare muco

-l’iperemia aumenta la produzione stessa di muco che prevale nell’essudato

-può essere anche muco-purulenta

INFIAMMAZIONE PURULENTA

-confinata: ascessi, pioartri, empiemi, pioceli

-non confinata:flemmone

-in genere cencio necrotico cntrale e membrana piogenica

INFIAMMAZIONE EMORRAGICA E NECROTICO EMORRAGICA

-rottura di vasi o grande alterazione permeabilità

-la componente necrotica deriva dai fattori tossici o vascolari (tifo)

INFIAMMAZIONE ALLERGICA

-eosinofilia marcata

SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEL POLMONE, LORO PROCESSI DI GUARIGIONE E LORO COMPLICANZE

RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLE CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DELL’ESSUDATO NELLA POLMONITE

LOBARE

POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA CONGESTIONE(Col. E.E. 190 X)

POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE ROSSA(Col. E.E. 148 X)

POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GRIGIA(Col. WEIGERT PER LA FIBRINA 263 X)

POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GIALLA(Col. VAN GIESON 255 X)

POLMONITE CRONICA (Col. ELASTICA-VAN GIESON 152 X)

FIBROSI POLMONARE INTERSTIZIALE (Col. E.E. 560 X)

1. Ascesso vestibolare

2. Ascesso della regione sottomandibolare

3. Ascesso che si solleva dalla fossa canina

4. Angina di Ludwig

5. actinomicosi

1

2

3

4

5

CELLULE TIFOSE DETTE “CELLULE DI RINDFLEISH”(Col. E.E. 640 X)

TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 82 X)

TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 9 X)

INFIAMMAZIONE CRONICA

INFIAMMAZIONE CRONICA

Coesistenza di:

-flogosi attiva

-distruzione tissutale

-riparazione

Infiltrato di cellule mononucleate e manicotti perivascolari

Distruzione tissutale

fibrosi

Forme:

-diffusa (interstiziale)

-granulomatosa

Cause:

-infezioni persistenti (TBC, sifilide)

-esposizione prolungata ad agenti lesivi

-autoimmunità

Esempi:

-AR

-LES

-aterosclerosi

-TBC

-BPCO

Possibili risultati dell’incontro tra i macrofagi e materiale estraneo (vivente o meno)

C5a

MCP1

TGF

fibrina

Polarizzazione delle risposte infiammatorie croniche

JAK1+JAK3 STAT6

L-ornitinaprolinacollagene

RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE

RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE

ASPETTI ISTOLOGICI DEL TUBERCOLO. EVOLUZIONE DEL TUBERCOLO NEL POLMONE

TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)

TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)

CAVERNA TUBERCOLARE (Col. E.E. 8 X)

CAVERNA TUBERCOLARE (DETTAGLIO) (Col. VAN GIESON 82 X)

SILICOSI POLMONARE (Col. E.E. 15 X)

ASBESTOSI (Col. E.E. 255 X)

ANTRACOSI POLMONARE (Col. E.E. 48 X)

ACTINOMICOSI (Col. E.E. 300 X)

Il granuloma apicale consiste quindi in una reazione infiammatoria

proliferativa aspecifica che provoca l’estesa distruzone del legamento parodontale

e dell’osso alveolare adiacente con possibile riassorbimento apicale

SCHEMA EZIOPATOGENETICO E CORRELAZIONE DELLE LESIONI

PULPITE

PULPITE NECROTICA

+

SOVRAINFEZIONE

Focolaio carioso, Traumi, Manovre/Sostanze iatrogene

Canale radicolare diffusione microbica/prodotti

permeazione elementi di disfacimento cellualere

propagazione dei mediatori flogistici e progressione del processo infiammatorio

ASCESSO

GRANULOMA

CISTITessuti

periapicali

1. Ascesso vestibolare

2. Ascesso della regione sottomandibolare

3. Ascesso che si solleva dalla fossa canina

4. Angina di Ludwig

5. actinomicosi

1

2

3

4

5

1. Patogenesi di una cisti follicolare

2. Patogenesi di una cisti radicolare

3. Ampia cisti follicolare biloculare con il terzo molare non spuntato

4. Sezione attraverso la parete di una cisti follicolarei

1

2

3

4

SCHEMA DEL DECORSO DELL’INFIAMMAZIONE REUMATICA

RIGONFIMENTO FRIBINOIDE RECENTE (Col.E.E.280 X)

GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.120 X)

GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.330 X)

SCHEMA DELLE CARATTERISTICHE DELLA SOSTANZA FIBRINOIDE

NECROSI FRIBINOIDE DI UN’ARTERIA

SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEI VASI

Effetti sistemici dell’infiammazione: citochine

Caratteristiche della fase acuta

Proteine di fase acuta

Letture consigliateLetture consigliate

Pontieri “Patologia Generale” Piccin Nuova Libraria S.p.A.

Robbins “Le basi patologiche delle malattie” 7.a Ed. Elsevier Italia

www.pubmed.org

Rubin “Patologia” 2006 Casa Editrice Ambrosiana

C. A. Janeway ”IMMUNOBIOLOGIA - Il sistema immunitario in stato di salute e malattia”, III ed. Piccin

Abbas “Immunologia cellulare e molecolare” 2006 Elsevier

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