aggiornamento e revisione del regolamento … relazione.pdf · i contenuti della presente variante...
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COMUNE DI MONTE SAN SAVINO
Provincia di Arezzo
AGGIORNAMENTO E REVISIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO
2017
RELAZIONE TECNICA
Sindaco
Margherita Gilda Scarpellini
Responsabile del Procedimento
Arch. De Andreis Ilaria
Progettisti:
arch. Roberto Verdelli
arch. Danilo Grifoni
collaboratori:
arch.Chiara Modestini
Garante dell’informazione
Dott.ssa Cinzia Maccharelli
2
SOMMARIO
PREMESSA ............................................................................................................................................................................................ 3 L’ANALISI DEI CONTRIBUTI ............................................................................................................................................................. 5 CONTENUTI ED ELABORATI DEL R.U. ........................................................................................................................................... 6 RAPPORTI CON IL PIANO STRUTTURALE ................................................................................................................................... 12 MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ....................................................................................... 15 IL TERRITORIO EXTRAURBANO .................................................................................................................................................... 18 INDICI E PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI. ....................................................................................................................... 21 LA PEREQUAZIONE .......................................................................................................................................................................... 22 AREE DI RISPETTO DELLE VILLE, DEI CENTRI, DEI NUCLEI E DEGLI AGGREGATI DI ELEVATO VALORE STORICO
E AMBIENTALE .................................................................................................................................................................................. 24 SCHEDATURA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE DI VALORE .................................................................................... 25 PROGRAMMA DI INTERVENTO PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE ED URBANISTICHE 26 VERIFICHE COERENZA DELLO STRUMENTO URBANISTICO ................................................................................................. 27
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PREMESSA
Il presente strumento costituisce, contestualmente, variante al precedente
R.U. e primo piano Operativo del Comune di Monte san Savino. L’avvio del
procedimento è infatti iniziato in vigenza della precedente legislazione
urbanistica (l.1/2005) e si conclude mentre sono in vigore le disposizioni di
cui alla L.R. 65/2014. In vari colloqui con i funzionari regionali non siamo
riusciti a chiarire, sino in fondo, se le disposizioni transitorie che si
applicheranno all’iter procedurale di questo strumento saranno quelle
dell’art.228 o dell’artt.230 della L.R. 64/2015 ( infatti, sussistono entrambe
le condizioni). Il Comune di Monte San Savino ha, comunque, l’impostato
il nuovo strumento, secondo le modalità procedurali introdotte con la LR
65/2014 tenendo conto anche dei contenuti del PIT con valenza di Piano
Paesaggistico Regionale (PIT/PPR) nel frattempo divenuto operativo ed
efficace.
Il Comune di Monte San Savino è dotato di Piano Strutturale, approvato con
Delibera del Consiglio Comunale n. 13 del 22/06/2006, efficace dal
23.08.2006 data di pubblicazione sul BURT.
Il Regolamento Urbanistico vigente, è stato approvato con Delibera del
Consiglio Comunale n. 8 del 03/04/2009 ed efficace dal 10.06.2009 data di
pubblicazione sul BURT; pertanto risultano scadute le sue previsioni di
durata quinquennale.
I contenuti della presente variante riguardano in estrema sintesi:
- lo stralcio di alcune aree di trasformazione non attuate per le quali gli
stessi cittadini proprietari hanno richiesto l’eliminazione o per difficoltà a
raggiungere gli accordi per la esecuzione del comparto o per l’onerosità
economica che il suo mantenimento comportava;
- lo stralcio di alcune aree in zone ad elevata pericolosità idraulica per le
quali si è ritenuto opportuno l’eliminazione in considerazione dei rischi
idraulici e delle difficoltà di adeguamento;
- lo stralcio di alcune aree di trasformazione o saturazione in ambiti di
rilevanza paesaggistica individuati nel PIT e/o vincolati paesaggisticamente;
- la riduzione degli indici e dei parametri edilizi previgenti in ambiti di
rilevanza paesaggistica individuati nel PIT e/o vincolati paesaggisticamente;
- la revisione del quadro normativo degli ambiti di rilevanza paesaggistica
e/o vincolati paesaggisticamente in coerenza con le norme e le disposizioni
del PIT;
- la revisione di alcune schede del patrimonio edilizio esistente sulla base di
specifiche richieste dei proprietari degli immobili;
- l’accoglimento di modeste richieste di adeguamento dello strumento
urbanistico legate, nella loro totalità, al soddisfacimento di esigenze
personali di nuclei familiari o aziende locali;
- l’eliminazione di piccoli errori grafici o normativi rilevati nel corso dei
monitoraggi successivi alla data di approvazione dello strumento;
4
Durante il periodo di efficacia del Regolamento Urbanistico sono state
approvate alcune varianti che hanno riguardato, prevalentemente aspetti
normativi o marginali legati a particolari specificità.
Il quadro che è emerso dalle analisi e valutazioni di carattere generale,
economico e sociale, e l’approfondimento del quadro conoscitivo conferma
la situazione di grave crisi del settore edilizio. L’attività edilizia destinata al
mercato delle abitazioni è stagnante, gli interventi realizzati sono, per la
maggioranza, funzionali al soddisfacimento di bisogni individuali: nuove
abitazioni per i figli, ampliamenti o addizioni per soddisfare le esigenze del
nucleo familiare, ristrutturazioni di abitazioni per adeguarle dal punto di
vista funzionale ed impiantistico.
Per la redazione del nuovo strumento urbanistico l’Amministrazione
Comunale ha richiesto la partecipazione dei cittadini chiedendo contributi
preventivi alla stesura del Piano. Sono pervenuti, nel corso di un paio di anni, circa 170 contributi di cittadini,
imprenditori, professionisti del settore. Tutti i contributi pervenuti sono stati
esaminati con estrema attenzione ed è emerso un quadro francamente sconfortante
rispetto alla situazione economica e sociale complessiva.
5
L’ANALISI DEI CONTRIBUTI
Dei circa 170 contributi pervenuti:
circa 40 chiedevano inserimenti di nuove piccole aree edificabili;
circa 20 la divisione di comparti in sottocomparti di minore dimensione;
circa 30 la modifica della disciplina edilizia di edifici schedati;
circa 30 lo stralcio di aree edificabili;
circa 50 richieste varie non catalogabili (modifiche norme etc).
Le richieste di nuove aree edificabili non riguardavano l’inserimento di
nuove aree di trasformazione se non in un paio di casi ma semplici
ampliamenti o inserimenti di piccole aree di saturazione destinate al
soddisfacimento di bisogni personali.
Non è stata comunque inserita alcuna nuova aree di trasformazione
richiesta.
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CONTENUTI ED ELABORATI DEL R.U.
Obiettivi e contenuti della Variante
1)- Ridimensionamento delle aree edificabili
Come indicato in premessa il ridimensionamento complessivo del R.U.
avviene attraverso:
- lo stralcio di alcune aree di trasformazione non attuate per le quali gli
stessi cittadini proprietari hanno richiesto l’eliminazione o per difficoltà a
raggiungere gli accordi per la esecuzione del comparto o per l’onerosità
economica che il suo mantenimento comportava;
- lo stralcio di alcune aree in zone ad elevata pericolosità idraulica per le
quali si è ritenuto opportuno l’eliminazione in considerazione dei rischi
idraulici e delle difficoltà di adeguamento;
- lo stralcio di alcune aree di trasformazione o saturazione in ambiti di
rilevanza paesaggistica individuati nel PIT e/o vincolati paesaggisticamente;
- la riduzione degli indici e dei parametri edilizi previgenti in ambiti di
rilevanza paesaggistica individuati nel PIT e/o vincolati paesaggisticamente.
2)- Adeguamento del R.U. ai contenuti del P.I.T.
La variante non include nuove aree in ambiti ricadenti in area a vincolo
paesaggistico. Il principale criterio utilizzato è stato quello della riduzione
del carico urbanistico alla luce: delle nuove disposizioni intervenute, dei
contenuti del PIT e della situazione socio economica rilevata soprattutto nel
settore edilizio. All’interno delle aree di tutela sono state stralciate numerose
aree di saturazione ed espansione. Per altre si è operato attraverso la
riduzione degli indici e degli altri parametri edilizi con particolare
riferimento all’altezza massima consentita ed alla tipologia degli interventi.
Le aree di trasformazione edilizia mantenute sono ubicate in continuità con i
tessuti edilizi esistenti. La loro trasformazione è subordinata a regole,
direttive ed indirizzi direttamente mutuati dalle norme del PIT.
3- Aggiornamento dello strumento
L’Amministrazione, previa approfondita ed accurata consultazione con la
cittadinanza, ha deciso di apportare solo alcune modeste modificazioni al
piano vigente sulla base delle richieste pervenute. Le modifiche apportate
sono di norma in riduzione salvo l’accoglimento di istanze singole, limitate
e circoscritte legate a fabbisogni singoli e/o familiari che non incidono sulle
risorse del territorio.
4- Tabella di sintesi
La tabella che segue sintetizza ed esplicita nel dettaglio le modificazioni
apportate con la variante di aggiornamento al R.U. indicando le aree di
trasformazione modificate con la variante ed il saldo (positivo o negativo)
del dimensionamento complessivo dello strumento Urbanistico. Come si
può facilmente evincere dai contenuti della tabella il R.U. aggiornato
presenta un saldo negativo di aree edificabili pari a circa mq.70.000 di cui
circa mq. 33.000 di aree residenziali e circa mq.37.000 a di aree produttive
e/o commerciali e/o attrezzature
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LUOGO DIFFERENZE TRA RU VIGENTE E MODIFICATO (MQ. SUL)
ZONE A-B-C ZONE D ZONE DT ZONE E-F ZONE AP
MONTE SAN SAVINO
-18894 -3200 -2971 0 -189
VERTIGHE -8961 -7788 718 -1300 0
MONTAGNANO -308 -18000 0 0 0
ALBERORO -5025 -6240 0 0 -200
VERNIANA 0 0 0 0 0
PALAZZOLO 0 0 0 0 0
TOTALE -33188 -35228 -2253 -1300 -389
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I comparti edilizi oggetto di modifica sono i seguenti:
MONTE SAN SAVINO AP mss02 ELIMINATA
BCmss01 MODIFICATA
BCmss02 MODIFICATA
BCmss03 ELIMINATA
BCmss05 ELIMINATA
BCmss07 ELIMINATA
BCmss08 ELIMINATA
BCmss09 MODIFICATA
BCmss10 NUOVA
BCmss11 NUOVA
BCmss12 NUOVA
BRmss06 MODIFICATA
BRmss07 MODIFICATA
BRmss08 ELIMINATA
BRmss10 MODIFICATA
C mss01 MODIFICATA
C mss02 MODIFICATA
C mss03 ELIMINATA
C mss04 ELIMINATA
C mss05 MODIFICATA
C mss06 MODIFICATA
C mss07 MODIFICATA
C mss08 MODIFICATA
C mss09 NUOVA
C mss10 NUOVA
C mss11 NUOVA
C0 mss01 NUOVA
D1 mss01 MODIFICATA
D1 mss02 MODIFICATA
D1 mss03 ELIMINATA
D1 mss05 MODIFICATA
D1 mss08 NUOVA
D1 mss09 NUOVA
D1 mss10 NUOVA
DT mss01 ELIMINATA
DT mss02 ELIMINATA
DT mss04 ELIMINATA
DT mss05 NUOVA
DT mss06 NUOVA
DT mss07 NUOVA
DT mss08 NUOVA
DT mss09 NUOVA
DT mss10 NUOVA
DT mss11 NUOVA
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VERTIGHE BC ver01 ELIMINATA
BC ver02 ELIMINATA
BC ver03 ELIMINATA
BC ver04 ELIMINATA
BC ver06 MODIFICATA
BC ver07 ELIMINATA
BC ver08 ELIMINATA
BC ver11 MODIFICATA
BC ver12 MODIFICATA
C ver01 ELIMINATA
C ver02 ELIMINATA
D2 ver01 ELIMINATA
DT ver01 NUOVA
FT ver01 MODIFICATA
FT ver02 ELIMINATA
ALBERORO AP alb04 ELIMINATA
AP alb05 MODIFICATA
BC alb02 MODIFICATA
BC alb07 MODIFICATA
BC alb08 ELIMINATA
BC alb09 MODIFICATA
C alb01 ELIMINATA
C alb02 MODIFICATA
C alb05 ELIMINATA
C alb06 NUOVA
C alb07 NUOVA
D2 alb02 ELIMINATA
MONTAGNANO BC mon03 ELIMINATA
BC mon04 ELIMINATA
BC mon05 NUOVA
BC mon06 NUOVA
BC mon07 NUOVA
C mon02 MODIFICATA
C mon05 NUOVA
D1 mon01 MODIFICATA
ER mon01 NUOVA
F4 mon01 ELIMINATA
F4 mon03 NUOVA
F4 mon04 NUOVA
5)- Adeguamento parametri urbanistici di cui al DPR 64/R - 2013
La variante recepisce il DPGR 64/R, “Regolamento di attuazione
dell’articolo 144 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il
governo del territorio) in materia di unificazione dei parametri urbanistici ed
edilizi per il governo del territorio”
6)- Revisione della schedatura del patrimonio edilizio di valore in territorio
extraurbano
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La revisione consiste nella modifica di alcune schede a seguito delle
indicazioni pervenute dai cittadini oppure a seguito della correzione o
revisione di alcune incongruenze presenti nella.
7) Revisione della normativa per il territorio rurale
La variante prende atto dei contenuti del Regolamento n. 63/R del
25/8/2016 di attuazione dell’art.84 della L.R. 65/2014. (disposizioni per la
qualità del territorio rurale).
8)- Recepimento del P.A.E.R.P.
Non si è reso necessario il recepimento dei contenuti del P.A.E.R.P. in
quanto ad oggi non esistono aree a cava sul territorio comunale ne istanze
per la loro eventuale realizzazione.
Il Regolamento Urbanistico/Piano Operativo contiene, secondo quanto indicato
nella normativa vigente: a)- la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti, valida a tempo
indeterminato;
b)-la disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali e edilizi
del territorio, con valenza quinquennale.
Attraverso le discipline di cui sopra lo strumento urbanistico individua e definisce
quanto stabilito nelle norme urbanistiche sovraordinate.
Il Regolamento Urbanistico/Piano Operativo è costituito oltre che dalla presente
relazione dai seguenti elaborati:
normativa tecnica di attuazione;
disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti e delle trasformazioni degli
assetti insediativi, infrastrutturali e edilizi del territorio, costituita da elaborati in
scala 1:2000 per i centri, le frazioni ed i nuclei ed in scala 1:5000 per il territorio
extraurbano/agricolo. Detti elaborati contengono il perimetro del territorio
urbanizzato così come definito all’art.224 della L.R. 65/2014;
disciplina della perequazione con schedatura degli ambiti, delle aree e dei
comparti;
fattibilità geologica-idraulica degli interventi, relazione e schede di fattibilità,
studio idrologico idraulico e geologico
il programma di intervento per l’eliminazione delle barriere architettoniche ed
urbanistiche è allegato al precedente R.U. Le modifiche introdotte con il presente
strumento non richiedono aggiornamento del precedente programma;
disciplina degli interventi di trasformazione degli edifici edifici di valore storico
architettonico in territorio extraurbano;
Gli elaborati grafici sono costituiti da:
TAV. SCALA LOCALITÀ
1a 2.000 Monte San Savino
1b 2.000 Monte San Savino
2 2.000 Vertighe
3a 2.000 Alberoro
3b 2.000 Alberoro
4 2.000 Montagnano
5 2.000 Verniana
6 2.000 Palazzuolo
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1/7 5.000 Quadrante 1/7
2/7 5.000 Quadrante 2/7
3/7 5.000 Quadrante 3/7
4/7 5.000 Quadrante 4/7
5/7 5.000 Quadrante 5/7
6/7 5.000 Quadrante 6/7
7/7 5.000 Quadrante 7/7
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RAPPORTI CON IL PIANO STRUTTURALE
Il presente Regolamento Urbanistico contiene i profili attuativi, le disposizioni
normative, i limiti e le quantità di sviluppo previste in assoluta coerenza con i
contenuti del Piano Strutturale. Il Regolamento Urbanistico, in quanto parte
operativa del piano, definisce l’esatta localizzazione, quantità e qualità degli
interventi e delle azioni che discendono dalle Strategie contenute nel Piano
Strutturale, coerentemente con lo Statuto dei luoghi e le invarianti strutturali
assunte in sede di approvazione del P.S. La presente variante al R.U./ P.O. è
eseguita in riduzione delle volumetrie e delle superfici precedentemente previste ed
è pertanto coerente con il dimensionamento del P.S. Non essendo state inserite
nuove aree di trasformazione è di fatto verificata la coerenza del nuovo strumento
con le invarianti e gli altri elementi prescrittivi del P.S.
Sono state effettuate le seguenti valutazioni:
1)- verifiche di compatibilità del proprio dimensionamento con quello ammesso
dal Piano Strutturale
2)- verifica delle dotazioni minime di attrezzature e servizi (standard
D.M.1444/68)
3)- valutazioni di corrispondenza delle azioni di rilevante trasformazione di
assetto del territorio alle prescrizioni e gli indirizzi del Piano Strutturale.
1)-Verifica del dimensionamento del Regolamento Urbanistico relativa
all’inserimento di nuove zone di espansione:
Tenuto conto che la presente variante al R.U./nuovo P.O. non introduce alcuna
nuova area di trasformazione ma apporta, esclusivamente, stralci di previsioni del
vecchio R.U. non si ritiene di dover procedere ad alcuna verifica ulteriore rispetto a
quelle effettuate in sede di redazione del primo R.U.
2)- Verifica delle dotazioni minime di attrezzature e servizi (standard
d.m.1444/68)
Tenuto conto che la presente variante al R.U./nuovo P.O. non introduce alcuna
nuova area di trasformazione ma apporta, esclusivamente, stralci di previsioni del
vecchio R.U. non si ritiene di dover procedere ad alcuna verifica ulteriore rispetto a
quelle effettuate in sede di redazione del primo R.U.
3)- Valutazioni di corrispondenza delle azioni di rilevante trasformazione
di assetto del territorio alle prescrizioni e gli indirizzi del Piano Strutturale.
Le presenti valutazioni sono effettuate al fine di verificare se i contenuti del
R.U./P.O. sono coerenti con gli indirizzi, le direttive e le strategie del P.S.. Esse
non comportano sostanziali modificazioni rispetto alle valutazioni effettuate in
sede di redazione del primo R.U. Al fine di facilitarne la lettura sono esplicitate,
sinteticamente, per ogni singola UTOE.
UTOE Monte San Savino
UTOE Alberoro
UTOE Montagnano
UTOE Vertighe
UTOE Verniana
UTOE Palazzuolo
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UTOE Gargonza
UTOE- Monte San Savino
Le crescite residenziali ipotizzate sono coerenti sia con le ipotesi del P.S. che con i
processi formativi del tessuto urbano. Il centro storico è tutelato rispetto ai nuovi
sviluppi con particolare riferimento al cono collinare ed ai coni visivi principali. I
nuovi sviluppi si attestano lungo i percorsi fondatori con ipotesi di strutturazione
del tessuto edilizio e di ricomposizione degli episodi recenti.
La parte collinare è oggetto di particolare tutela ed attenzione con riduzione al
minimo di ogni intervento di trasformazione edilizia. Sono stati ulteriormente
decurtati di potenzialità edificatoria alcuni ambiti già classificati come zone
edificabili nel precedente piano ed eliminati alcuni tracciati viabilistici di
particolare impatto ambientale e paesaggistico. Trattasi delle aree poste in località
Casalino ricomprese in un ambito di tutela paesaggistica.
Le aree delle ville sono stati integralmente tutelate in osservanza alle indicazioni
del P.S.
E’ stata riconfermata la zona produttiva a valle, pur con alcune consistenti
riduzioni consenguenti all’approfondimento degli studi idraulici. Permane l’asta di
congiunzione tra le due radiali di adduzione al capoluogo. In prossimità degli
innesti con le radiali sono state confermate le aree a vocazione terziaria.
Nelle aree prossime alla stazione ferroviaria sono riconfermati interventi di
recupero residenziali di insediamenti produttivi in parte in stato di degrado e
comunque ormai impropriamente inseriti all’interno di un tessuto prevalentemente
residenziale.
E’ stata confermata e rafforzata la zona sportiva esistente dando efficacia alle
previsioni strategiche del P.S. anche utilizzando il sistema della perequazione
urbanistica. Sono state sostanzialmente confermate le previsioni del precedente.
Nell’UTOE di Monte San Savino gli stralci di cui al nuovo strumento urbanistico
riguardano, essenzialmente alcune aree a rischio idraulico ed altre poste in ambiti
di rilevanza paesaggistica (area del Casalino).
Gli stralci effettuati non pregiudicano gli indirizzi e gli obbiettivi prefigurati con il
P.S.
UTOE Alberoro
Sono state confermate le crescite residenziali collocate in continuità con il tessuto
edilizio esistente in modo da consentire ulteriori processi di strutturazione urbana
della frazione. Gli sviluppi, in coerenza con quanto indicato nel P.S. sono collocati
a monte della strada regionale in ambiti pedecollinari. Gli stralci effettuati (legati
esclusivamente a richieste di cittadini) non pregiudicano il progetto di
consolidamento strutturale della frazione ipotizzato con il P.S.
UTOE Montagnano
Si riconfermano le ipotesi localizzative effettuate in sede di P.S. Anche in questo
caso siamo in presenza di schemi urbanistici che tendono a consolidare l’abitato
esistente secondo le logiche evolutive che hanno sinora caratterizzato i processi di
crescita. Come per Alberoro sono stati privilegiati gli insediamenti a monte della
strada regionale. Sono riconfermate le aree pubbliche per attrezzature scolastiche e
quelle sportive e per il verde pubblico.
Sono state sostanzialmente confermate le previsioni del precedente R.U. salvo
alcuni stralci richiesti dai cittadini.
Gli stralci effettuati non pregiudicano il progetto di consolidamento strutturale
della frazione ipotizzato con il P.S.
14
UTOE Vertighe
Anche in questo caso si riconfermano le ipotesi effettuate nel P.S. All’abitato delle
Vertighe viene confermato il ruolo turistico ricettivo. Aderendo ad alcune richieste
di cittadini e, sulla base delle previsioni del PIT sono state stralciate o ridotte di
potenzialità edificatoria numerose aree di trasformazione e saturazione
precedentemente inserite nello strumento urbanistico. Gli stralci effettuati non
pregiudicano gli indirizzi e gli obbiettivi prefigurati con il P.S.
UTOE Verniana
Non sono state apportate modificazioni di rilievo rispetto al precedente R.U.
UTOE Palazzuolo
Non sono state apportate modificazioni di rilievo rispetto al precedente R.U.
UTOE Gargonza
Non sono state apportate modificazioni rispetto al precedente R.U.
.
15
MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO
URBANISTICO
Il regolamento urbanistico/P.O. si attua con interventi diretti e con Piani Attuativi
di iniziativa pubblica o privata, progetti di opere pubbliche, e tutti i piani e progetti
di settore previsti da leggi e regolamenti che concorrono a determinare l’uso dei
suoli e degli edifici.
Caratteristiche dei piani attuativi
I piani attuativi sono strumenti urbanistici di dettaglio che definiscono ed
approfondiscono le linee e le strategie dello strumento urbanistico.
Piani urbanistici attuativi adottati o in corso di esecuzione
Le aree individuate in cartografia con pedice “..0”, sono regolate da uno strumento
attuativo precedentemente adottato. Esse restano vincolate ai parametri urbanistici,
all’esecuzione delle opere di urbanizzazione e a tutte le prescrizioni contenute nello
strumento attuativo originario, salvo per le parti eventualmente modificate dal
Regolamento Urbanistico, per le quali si dovranno rispettare le indicazioni di
quest’ultimo.
Aree di trasformazione edilizia ( zone di espansione)
Il R.U./ P.O. individua, attraverso le N.T.A., le aree soggette ad interventi di
trasformazione edilizia da assoggettarsi alla preventiva redazione di un piano
attuativo, indicando le prescrizioni ed i relativi parametri edilizi che regoleranno i
processi di trasformazione dei rispettivi strumenti attuativi.
Le aree di trasformazione edilizia sono individuate negli elaborati dello strumento
urbanistico con specifico perimetro ed apposita scheda di riferimento.
Al fine di favorire l’attuazione dei processi di trasformazione previsti dallo
strumento urbanistico, l’Amministrazione Comunale potrà individuare sub-
comparti di dimensioni inferiori a quelle definite nel perimetro a condizione che i
nuovi sub-comparti originati abbiano carattere di organicità sia rispetto ai processi
di trasformazione che per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale.
Aree di saturazione edilizia
In rapporto ai caratteri specifici degli ambiti interessati le zone di saturazione sono
state suddivise in sottozone per ognuna delle quali sono state determinate le
relative modalità di intervento. Esse sono:
sottozone di tipo B1;
sottozone di tipo B2;
sottozone di tipo B3;
sottozone di tipo B8;
sottozone di tipo B9;
sottozone di tipo BC;
sottozone di tipo BR;
sottozone di tipo BS;
Le sottozone “B1” sono costituite, prevalentemente, da nuclei o aggregati edilizi di
antica formazione, parzialmente modificati nella loro struttura attraverso interventi
succedutisi spontaneamente in epoche diverse. In tali sottozone, costituite
prevalentemente da aggregati continui di lotti omogenei con edificato omogeneo,
sono consentiti interventi finalizzati ad adeguare le strutture edilizie alle nuove
necessità abitative ed a favorire il mantenimento del carattere degli insediamenti
esistenti.
Le sottozone “B2” sono prevalentemente interessate da edifici di più recente
edificazione in contesti abitati, normalmente periferici e destrutturati. Trattasi, in
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genere, di edilizia in linea, a schiera o a villa o villino ordinata sulla viabilità ma
non necessariamente attestata sulla stessa. In tali sottozone, oltre ad interventi di
adeguamento e ristrutturazione, sono ammessi modesti ampliamenti delle unità
esistenti con esclusione di interventi da attuarsi con indice fondiario.
Le sottozone “B3” identificano lotti liberi o parzialmente interessati da altra
edificazione compresi in tessuti edilizi di recente formazione, in genere attestati
lungo le principali vie di comunicazione e direttamente collegati con i sistemi
infrastrutturali esistenti con tipologie riferibili alle case in linea o a schiera, con
alcuni casi di edilizia a villa o villino. Trattasi di “lotti liberi” ove gli interventi
sono legati alla applicazione di indici fondiari legati alla superficie del lotto.
Le sottozone “B8” e “B9” sono costituite da lotti liberi o parzialmente interessati da
altra edificazione normalmente collocati in aree di frangia del tessuto edilizio,
attestati lungo le principali vie di comunicazione e direttamente collegati con i
sistemi infrastrutturali esistenti. Trattasi di “lotti liberi” ove gli interventi sono
legati alla applicazione volumetria definita con parametri edilizi ed urbanistici
funzionali alla realizzazione di edifici singoli, mono o bifamiliari.
Le sottozone “BC“ caratterizzano ambiti liberi o edificati compresi in tessuti edilizi
di recente formazione caratterizzati da situazioni di parziale o totale degrado
edilizio ed urbanistico nelle quali l’edificazione è di regola subordinata alla
preventiva approvazione di un piano di attuativo di iniziativa privata o di uno
schema generale d’intervento riferito all’intero comparto. L’edificazione in tali
sottozone si realizza per comparti, appositamente perimetrati dal RU che possono
comprendere, oltre alle aree edificabili, anche aree destinate parcheggi, verde, o
altre attrezzature di interesse pubblico che dovranno essere cedute al Comune sulla
base di apposita convenzione. Per ogni sottozona “BC“ è allegata apposita scheda
contenente i parametri edificabili ed urbanistici e le altre condizioni da rispettare
nell’edificazione nonché la individuazione delle infrastrutture e/o attrezzature di
interesse pubblico da realizzare e cedere al Comune con le modalità indicate sulla
scheda stessa. In ragione della dimensione e della importanza delle varie sottozone
“BC“ si prevede la possibilità di procedere con intervento diretto oppure attraverso
la preventiva redazione di piano di recupero. In entrambe le procedure è comunque
previsto il convenzionamento.
Le sottozone “BR” rappresentano ambiti collocati all’interno del tessuto edificato
prevalentemente residenziale, ove si rilevano situazioni di parziale o totale degrado
edilizio ed urbanistico, nelle quali l’edificazione è di regola subordinata alla
preventiva approvazione di un piano di attuativo di iniziativa privata. In tali ambiti
il R.U. prefigura un complessivo riordino edilizio ed urbanistico anche attraverso la
riconversione delle destinazioni d’uso di opifici privi di valore architettonico e
documentale
Le sottozone “BS” sono circoscritte a pochi casi relativi a situazioni particolari che
occorreva disciplinare con apposita e specifica normativa non riconducibile ad
alcuna delle altre sottozone
Le zone per le attività produttive
Il Regolamento Urbanistico prende atto delle principali aree produttive esistenti nel
territorio ed in particolare quelle attestate lungo le principali direttrici di traffico
veicolare da e per il Capoluogo. I nuovi sviluppi si attestano sulla viabilità che
unisce tali direttrici producendo la saldatura degli embrioni di sviluppo esistenti.
Tale scelta, coerente con gli indirizzi del P.S., consente di concentrare le attività
produttive con evidenti economie di scala e di gestione per le imprese insediate e
da insediarsi. Le nuove zone produttive sono ubicate nella parte più vicina ai
principali nodi infrastrutturali costituiti dal casello autostradale e dall’innesto con
la superstrada Arezzo Siena.
Il secondo polo produttivo è ubicato nell’UTOE di Montagnano in prossimità del
confine comunale ed in adiacenza alla zona produttiva di Cesa, già strutturata e
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dotata ed anch’essa agevolmente collegata con l’autostrada del Sole. In ragione
dell’aggiornamento degli studi idraulici la superficie di tale zona è stata,
fortemente, ridimensionata.
Per quanto riguarda le strutture produttive ubicate nelle altre parti del territorio si è
proceduto attraverso il riconoscimento delle imprese attive ed in crescita.
In rapporto ai caratteri specifici degli ambiti interessati ed alle situazioni giuridiche
preesistenti le zone di espansione sono state suddivise in sottozone per ognuna
delle quali sono state determinate le relative modalità di intervento. Esse sono:
sottozone di tipo D0;
sottozone di tipo D1;
sottozone di tipo D2;
sottozone di tipo DS;
sottozone di tipo DT;
Le sottozone “D0” sono quelle ove sono stati: adottati o approvati piani attuativi, di
iniziativa pubblica o privata.
Le sottozone “D1” comprendono aree destinate a nuovi processi di trasformazione.
Esse sono, di norma, assoggettate a pianificazione attuativa ed individuate come
comparti perequati.
Le sottozone “D2” Le sottozone “D2” rappresentano le parti del territorio
prevalentemente produttive totalmente o parzialmente edificate. All’interno di tali
ambiti si interviene, normalmente, con intervento diretto utilizzando parametri
edilizi legati alla superficie fondiari.
Le sottozone “DS n” sono, costituite da modesti o modestissimi ambiti che, per la
loro specificità, richiedono apposita normativa non riconducibile a quella delle
altre sottozone omogenee di tipo “D”.
Le sottozone “DT” Sono le aree per le attività prevalentemente terziarie collocate in
ambiti strategici dal punto di vista della dotazione infrastrutturale. In tali ambiti
sono stati adottati particolari accorgimenti per la realizzazione di adeguate superfici
a parcheggio.
Al fine di minimizzare l’impatto ambientale che gli insediamenti produttivi
producono sul territorio sono stati mantenuti, nell’impianto normativo, alcuni
accorgimenti tesi a ridurre gli effetti negativi sia dal punto di vista visivo che
acustico. I nuovi comparti prevedono la realizzazione di consistenti fasce boscate
sul perimetro delle nuove aree finalizzate alla protezione dei principali coni visivi
ed alla attenuazione degli eventuali problemi acustici. Attraverso la presente
revisione dello strumento urbanistico sono stati subcompartimentati ambiti, che il
precedente R.U., prevedeva di maggiori dimensioni. Tali modifiche non hanno
comunque interferito sul sistema infrastrutturale precedentemente determinato.
18
IL TERRITORIO EXTRAURBANO
Il R.U/P.O., in coerenza con i contenuti del P.S., non individua alcuna area da
includere nelle zone ad esclusiva funzione agricola in coerenza con i parametri
individuati nel P.T.C. ed in ragione del tipo di colture, delle modalità di
coltivazione, della frammentarietà della proprietà, e della sussidiarietà
dell’economia agricola negli strati sociali che occupano il territorio extraurbano.
Le normative tecniche di attuazione sono state profondamente innovate alla luce
delle nuove disposizioni emanate con la L.R. 65/2014 ed il successivo regolamento
Regionale n.63/R del 25/8/2016.
Il R.U. intende promuovere e valorizzare l’economia rurale attraverso il
consolidamento del ruolo multifunzionale svolto dall’attività agricola anche
integrata con le altre funzioni e settori produttivi coerenti con la tutela e la
valorizzazione delle risorse del territorio. In tali intenzioni si intendono ricomprese:
le attività di fruizione del territorio per il tempo libero, la produzione per
autoconsumo, la salvaguardia delle risorse genetiche autoctone, il sostegno delle
famiglie residenti in funzione del mantenimento della presenza umana a presidio
dell’ambiente anche attraverso l’adeguamento dei servizi e delle infrastrutture nelle
aree marginali.
La disciplina del territorio extraurbano è articolata con disposizioni generali a
valere per tutto il territorio e norme specifiche misurate per le varie sottozone. La
normativa di carattere generale disciplina i seguenti aspetti:
Destinazioni ammesse attraverso il recupero dell’edificato esistente:
- si ammette una pluralità di destinazioni favorendo l’inserimento o il
mantenimento di quelle piccole attività di supporto e di sostegno della attività
agricola e di mantenimento della classe residente ancorché non legata
all’esercizio della attività agricola. Sono permesse solo attività di piccole
dimensioni compatibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. E’
vietata la realizzazione di allevamenti zootecnici di tipo intensivo, sono invece
ammesse attività di tipo sportivo e ricreativo con animali (cavalli, cani etc)
Disciplina degli Interventi sul patrimonio edilizio esistente.
Sono individuate norme puntuali e precise che regolano gli interventi edilizi
sul patrimonio edilizio esistente. Esse attengono sia alle modalità di
progettazione che ai materiali ed alle tecniche costruttive da utilizzare. In
particolare si dettano norme finalizzate ad uniformare gli interventi con gli
assetti tipologici, formali ed architettonici delle preesistenze e del contesto
ambientale. Indicazioni precise sono fornite in merito alla utilizzazione di
particolari materiali e all’uso di tecniche costruttive coerenti con la
tradizione locale. -La maglia agraria
Viene tutelata la coltura tradizionale a maglia fitta per quanto riguarda le
sistemazioni idraulico – agrarie e la vegetazione non colturale;
- Assetti idrogeopedologici.
E’ fatto obbligo da parte dei proprietari dei terreni di mantenere in efficienza la rete
di scolo delle acque superficiali. E’ vietata ogni forma di escavazione e di
alterazione geomorfologica dei terreni eccetto che quelle finalizzate al ripristino
agrario di aree incolte ed eccetto quelle finalizzate alla realizzazione di sistemi
infrastrutturali di pubblico interesse.
Saranno ripristinate e conservate le strutture vegetazionali ripariali anche con
bonifica delle piante infestanti e reimpianto di essenze idonee all’habitat fluviale.
La sistemazione delle sponde degradate per fenomeni di erosione dei corsi d’acqua
dovrà avvenire tramite tecniche morbide di ingegneria ambientale limitando le
trasformazioni e i rinforzi necessari all’impiego di arginature in terra inerbata e di
19
gabbionate o massi in pietrame; è vietata ogni manomissione delle sponde rocciose
e dei relativi affioramenti e qualsiasi asportazione di sabbie e ghiaie.
-Movimenti di terra
Sono vietati i movimenti di terra, ad eccezione di quelli strettamente indispensabili
al mantenimento ed al potenziamento delle attività agricole ed a quelli strettamente
necessari alla realizzazione delle opere edilizie assentibili. Le alterazioni
orografiche e morfologiche funzionali all’esercizio dell’attività agricola sono
soggetti a permesso a costruire, i relativi progetto dovranno essere corredati di
elaborati grafici adeguati attestanti lo stato attuale e modificato dei terreni.
-Aree boscate e assetti vegetazionali.
E’ previsto il mantenimento ed il ripristino delle aree boscate ed il divieto di
introduzione di essenze estranee ed infestanti. Nel caso di interventi di
rimboschimento è richiesto l’uso di essenze arboree e cespuliate autoctone
finalizzate alla tutela della fauna. Nelle aree boscate è vietata ogni modifica degli
attuali assetti urbanistico-edilizi. Sono consentiti unicamente interventi di
manutenzione, restauro e ristrutturazione degli edifici esistenti nel rispetto dei
caratteri tradizionali dell’edilizia del luogo. Le aree pertinenziali degli edifici
dovranno mantenere gli originari caratteri e la continuità paesaggistica con il
contesto naturale limitrofo.
-Assetti colturali
Dovranno essere mantenute le colture tradizionali con particolare riferimento a
quelle della vite e dell’olivo. E’ fatto obbligo del mantenimento e del restauro di
coltivazioni a terrazzamento con murature di sostegno in pietrame a secco, con
diniego di qualsiasi nuova costruzione che ne alteri l’impianto ed il profilo. Nelle
aree soggette a degrado geo-morfologico, gli interventi di recupero dovranno
prevedere il ripristino di corrette condizioni di assetto ambientale e paesaggistico
utilizzando tecniche e materiali di tipo tradizionale.
-Assetti infrastrutturali
E’ prescritto il mantenimento della viabilità esistente compreso quella
vicinale e poderale, sono consentiti limitati interventi di adeguamento che
non determinino alterazioni morfologiche. Sono soggetti a manutenzione e
ripristino: i muri di sostegno, le recinzioni, le maestà, i cippi, le fontane, i
viali alberati, le alberature di pregio ed ogni altro elemento di arredo rurale. Nuove infrastrutture saranno ammesse esclusivamente se strettamente funzionali
all’esercizio delle attività agricole, di vigilanza e per la sicurezza antincendio.
E’ ammessa la realizzazione di manufatti e di strutture a servizio delle reti di
trasporto energetico e di telecomunicazione nel rispetto delle presenti normative
con particolare riferimento alla tutela degli assetti culturali e dei manufatti di
pregio. In linea generale le nuove reti dovranno essere preferibilmente interrate
lungo le viabilità esistenti. In caso di realizzazioni aeree per impossibilità tecnica
od economica si dovranno tenere idonei accorgimenti per ridurne o annullarne
l’impatto visivo.
Sono inoltre previste norme specifiche per la realizzazione di:
muri di sostegno, opere di recinzione;
Canali- Laghetti- Cisterne- Regimazione delle acque- Strutture d’irrigazione –
Pozzi;
Piscine e campi da tennis;
e per tutti gli altri interventi di trasformazione rilevanti dal punto di vista
ambientale e paesaggistico
In coerenza con le indicazioni, le direttive, i vincoli e le prescrizioni del Piano
Strutturale sono state individuate nove sottozone così denominate:
- «E1» -Il sistema del bosco e degli oliveti terrazzati della montagna
- «E2» -Le colline della Val di Chiana occidentale
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- «E3» -Il pedecolle di Monte San Savino
- «E4» -Le valle del Leprone, del Gargaiolo e del Vescina
- «E5» -Le vallecole
- «E6» -La pianura dell’Esse
- «E7» -La pianura bonificata
- «E8» -Il frazionamento periurbano di Monte San Savino
- «E9» -Gli insediamenti lineari della Val di Chiana
Per ciascuna sottozona sono state individuate apposite norme che regolano i
processi di trasformazione ammessi. Tali norme sono state calibrate in ragione
della importanza ambientale dei vari ambiti e dei diversi livelli di tutela da
garantire.
21
INDICI E PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI.
Le normative relative agli indici e parametri edilizi sono state interamente riviste
alla luce dei nuovi parametri unificati individuati dalla Regione Toscana.
22
LA PEREQUAZIONE
La proposta perequativa adottata affronta i nodi giuridici ed economici del regime
immobiliare, riconoscendo al mercato le proprie esigenze, ma introducendo regole
generali che stimolino l'iniziativa degli operatori e che riducano il più possibile le
distorsioni determinate dalla rendita, salvaguardando gli interessi generali della
collettività.
Il R.U/P.O. affronta il problema della perequazione in due modi distinti e separati:
il primo sistema è quello della individuazione di comparti di riferimento all’interno
dei quali i diritti edificatori sono equamente distribuiti tra tutti i soggetti che
posseggono aree o immobili all’interno del perimetro. In linea generale tale sistema
nulla innova rispetto al principio del comparto a suo tempo istituito con la legge
urbanistica nazionale. Cambiano, invece, le modalità di individuazione dei
comparti e l’applicazione del principio ad ambiti aventi diverse caratteristiche e
specificità e non solo ad ambiti di trasformazione urbana come avveniva nel
passato.
Alcuni dei comparti individuano aree caratterizzate da fenomeni di degrado edilizio
e/o urbanistico, per le quali il comparto, oltre che forma di perequazione, diventa il
modo per favorire interventi di recupero e riqualificazione di consistenti porzioni di
territorio. I comparti, così come individuati, comprendono sia le aree soggette a
processi di trasformazione che quelle destinate alla realizzazione o
all’adeguamento dei sistemi infrastrutturali. Per ciascun comparto sono state
redatte apposite schede che, oltre ad individuare gli indici e parametri edilizi ed
urbanistici, danno indicazioni puntuali sui processi e le modalità di trasformazione
ammessi. Le infrastrutture e le altre opere di interesse pubblico previste all’interno
del comparto sono, di norma cedute e realizzate dai soggetti privati proprietari
delle aree, salvo alcune eccezioni ove è prevista la sola cessione delle aree.
L’applicazione diffusa del comparto ha prodotto un piano ove, la quasi totalità dei
nuovi sistemi infrastrutturali e delle attrezzature previste, sarà a carico dei soggetti
attuatori, liberando l’Amministrazione sia dall’annosa questione della imposizione
di vincoli preordinati all’esproprio sia dalla impossibilità economica di realizzare le
nuove infrastrutture con i soli proventi degli oneri concessori;
il secondo sistema è quello della individuazione di aree destinate dal piano alla
realizzazione di opere pubbliche considerate strategiche come aree “della
perequazione”. Dette aree sono state individuate nel R.U. come aree perequate
“AP” con propria capacità edificatoria da trasferire in specifici comparti
appositamente individuati nelle rispettive schede. Il concetto utilizzato è quello di
assegnare, anche alle aree destinate ad attrezzature di interesse pubblico, una “
quota di edificabilità” da trasferire negli ambiti vocati a processi di trasformazione
edilizia ed urbanistica. In ragione della ubicazione e della specificità delle aree
sono stati individuati diversi indici territoriali che ne costituiscono la potenzialità
edificatoria. La cessione gratuita, all’Amministrazione comunale di tutte o di
porzioni di dette aree consente di poter incrementare, della relativa quota, la
capacità edificatoria dello specifico comparto ove si intende trasferirla. Al fine di
regolare i processi di trasferimento delle volumetrie nei vari comparti senza
alterare il disegno e le strategie complessive del R.U. sono stati fissati i limiti
percentuali massimi di incrementazione dei comparti attraverso i vari processi
perequativi.
23
Come detto in altre parti della relazione e nel rapporto ambientale allegato allo
strumento urbanistico, la grave crisi economica e sociale in cui versa l’intero paese
non ha risparmiato la collettività di Monte San Savino.
Nel periodo di validità del primo Regolamento Urbanistico non è decollata alcuna
area di trasformazione e, di conseguenza, alcuna area perequata. La scelta
dell’Amministrazione è stata quella di riconfermare la gran parte delle aree di
trasformazione e perequazione originariamente previste con unica esclusione: delle
aree stralciate per richiesta dei cittadini proprietari, per problemi di sicurezza
idraulica e per adeguamento alle indicazioni ed alle direttive contenute nel piano
paesistico.
24
AREE DI RISPETTO DELLE VILLE, DEI CENTRI, DEI NUCLEI E
DEGLI AGGREGATI DI ELEVATO VALORE STORICO E
AMBIENTALE
Esse corrispondono alle aree individuate nel P.T.C. della Provincia di Arezzo come
zone di rispetto dei centri, dei nuclei, e degli aggregati di elevato valore storico ed
ambientale.
Dette zone sono perimetrate con apposita simbologia negli elaborati di piano e
normate in coerenza con quanto a suo tempo stabilito nel P.S.
Il presente aggiornamento non apporta modificazioni alla normativa ed al
perimetro precedentemente individuati.
25
SCHEDATURA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE DI
VALORE La normativa degli interventi è stata aggiornata e rivista sulla base delle
modificazioni legislative intervenute dalla data di adozione del precedente R.U.
In particolare si è reso necessario aggiornare le definizioni delle categorie di
intervento adeguandole alle nuove disposizioni emanate dalla Regione Toscana.
Sono inoltre state modificate le categorie di intervento su circa 30 schede a seguito
di contributi pervenuti da cittadini proprietari del bene.
Le modifiche apportate sono di modesta entità ed hanno preso atto di situazioni
esistenti correggendo e migliorando il precedente quadro conoscitivo.
26
PROGRAMMA DI INTERVENTO PER L’ELIMINAZIONE DELLE
BARRIERE ARCHITETTONICHE ED URBANISTICHE Nulla è stato innovato per quanto riguarda il programma di intervento per
l’abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche e per esso facciamo
riferimento agli elaborati ed alla specifica relazione allegati al precedente R.U.
Il responsabile del procedimento disciplinato dal presente capo accerta e certifica
che il procedimento medesimo si svolga nel rispetto delle norme legislative e
regolamentari.
2. Fermo restando quanto disposto dal comma 1, il responsabile del procedimento
verifica altresì, che l’atto di governo del territorio si formi nel rispetto della
presente legge, dei relativi regolamenti di attuazione e delle norme ad essa
correlate, nonché in piena coerenza con gli strumenti della pianificazione
territoriale di riferimento di cui all’articolo 10, comma 2, tenendo conto degli
ulteriori piani o programmi di settore dei soggetti istituzionali competenti di cui
all’articolo 8. A tal fine, assicura che l’atto di governo del territorio sia corredato
da una relazione tecnica, nella quale siano evidenziati e certificati in particolare:
a) i profili di coerenza esterna con gli strumenti di pianificazione e gli eventuali
piani o programmi di settore di altre amministrazioni;
b) ove si tratti di uno strumento di pianificazione urbanistica comunale, i profili di
coerenza interna con gli atti comunali di governo del territorio sovraordinati;
c) il rispetto delle disposizioni di cui al titolo I, capo I, con particolare riferimento
alla tutela e riproduzione del patrimonio territoriale;
d) ove si tratti di uno strumento di pianificazione comunale, il rispetto dei criteri
per l’individuazione del perimetro del territorio urbanizzato di cui all’articolo 4;
e) il rispetto delle disposizioni relative al territorio rurale di cui al titolo IV, capo III
e del relativo regolamento di attuazione di cui all’articolo 84;
f) il rispetto delle disposizioni di cui al titolo V e del relativo regolamento di
attuazione di cui all’articolo 130.
3. Prima dell’adozione dell’atto, il responsabile del procedimento assicura
l’acquisizione di tutti i pareri richiesti dalla legge, delle eventuali segnalazioni,
proposte, contributi e condizioni, formulati dai soggetti interessati, pubblici e
privati. In particolare predispone una relazione sull’attività svolta ai sensi del
comma 1, del comma 2 e del presente comma che, unitamente al rapporto del
garante dell’informazione e della partecipazione di cui all’articolo 38, costituisce
allegato all’atto da adottare.
4. Qualora emergano profili di incoerenza o di incompatibilità rispetto ad altri
strumenti della pianificazione territoriale di cui all’articolo 10, il responsabile del
procedimento provvede a darne tempestiva informazione ai competenti organi
dell’amministrazione, anche ai fini dell’eventuale attivazione dell’accordo di
pianificazione di cui all’articolo 41.
5. Il responsabile del procedimento assicura, a chiunque voglia prenderne visione,
senza obbligo di specifica motivazione, l’accesso e la disponibilità degli atti
amministrativi relativi ai procedimenti di formazione degli atti di governo del
territorio di cui agli articoli 10 e 11 e della relazione redatta ai sensi del comma 3.
27
VERIFICHE COERENZA DELLO STRUMENTO URBANISTICO
Visti i contenuti della presente relazione e quanto specificato nel rapporto
ambientale si attesta che:
- la revisione del precedente R.U./ nuovo P.O. del Comune di Monte San
Savino è stato redatto nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative, dei relativi
regolamenti di attuazione e delle norme ad essa correlate, nonché in piena coerenza
con gli strumenti della pianificazione territoriale di riferimento di cui all’articolo
10, comma 2, della L.R.65/2014 tenendo conto degli ulteriori piani o programmi di
settore dei soggetti istituzionali competenti di cui all’articolo 8 della suddetta
legge.
Nella presente relazione nonché nel Rapporto Ambientale sono evidenziati e
certificati:
a) i profili di coerenza esterna con gli strumenti di pianificazione e gli eventuali
piani o programmi di settore di altre amministrazioni con particolare riferimento al
PIT regionale ed al PTC provinciale;
b) i profili di coerenza interna con il Piano Strutturale;
c) il rispetto delle disposizioni di cui al titolo I, capo I, della L.R. 65/2014 con
particolare riferimento alla tutela e riproduzione del patrimonio territoriale;
d) il rispetto dei criteri per l’individuazione del perimetro del territorio urbanizzato
di cui all’articolo 224 della L.R. 65/2014;
e) il rispetto delle disposizioni relative al territorio rurale di cui al titolo IV, capo III
e del relativo regolamento di attuazione di cui all’articolo 84;
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