come lavorare bene nel gruppo di lavoro è necessario che ognuno possa soddisfare, almeno in parte,...
Post on 02-May-2015
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COME LAVORARE BENENel gruppo di lavoro è necessario che ognuno possa soddisfare, almeno in parte, i propri bisogni primari e trovare piacere e gioia nel lavoro, perché ciò rappresenta uno dei motivi per essere vittima di conflitti interpersonali.
Efficacia ed efficienza
Se le persone sono svogliate e demotivate non c’è alcuna soluzione tecnica o ri-organizzativa che possa sostituire l’efficienza individuale ed aziendale, né affrontare con efficacia conflitti lavorativi.
PULSIONI DI BASE
Il primo bisogno è quello di esistere, cioè la pulsione alla sopravvivenza, che è insita in ogni essere umano.
Inoltre vengono prese in considerazione altre tre esigenze:
Appartenere Divenire Realizzare se stessi
APPARTENEREEspressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si
manifestano
Richiedere vicinanza fisica e coccole. Farsi sentire e notare. Cercare protezione
0 - 1 anno
Giocare con gli altri. Chiedere attenzione
1 - 3 anni
Voler stare insieme agli altri. Farsi benvolere
3 - 5 anni
Cercare amici fuori la famiglia. Esprimere i propri sentimenti ad altri. Cercare intimità
5 – 10 anni
Identificarsi nei valori di gruppo. Condividere valori e modelli
10 - 15 anni
CRESCERE E DIVENIREEspressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si
manifestano
Curiosare, scrutare l’ambiente. esplorare
0 - 1 anno
Chiedere perché e cos’è. Essere intraprendente. Fantasticare, inventare
1 - 3 anni
Costruire, disegnare, pasticciare 3 - 5 anni
Parlare con tutti, esprimere le proprie opinioni
5 – 10 anni
Cercare persone e gruppi diversi. Riflettere. Voler andar via
10 - 17 anni
AUTOAFFEMARSI
Espressioni naturali istintive Età approssimativa in cui si manifestano
. Farsi vedere. Prendere iniziative 0 - 1 anno
Dire di no ed opporsi all’adulto,manifestare i propri gusti e desideri. Impuntarsi. Scegliere oggetti ed appropriarsene
1 - 5 anni
Voler primeggiare. Discutere le decisioni. Dire bugie. Difendere le proprie cose
5 - 10 anni
Stare da solo. Fare le cose a modo proprio. Avere atteggiamenti provocatori
10 – 15 anni
Cosa accade quando le pulsioni di base non
vengono soddisfatte?
APPARTENENZA
Solitudine Mancanza d’amore Distorsioni dell’immagine del sé
(grandiosità o svalutazione)
AUTOAFFERMAZIONE
Frustrazione Spersonalizzazione Disistima Anonimia e insoddisfazione
CRESCITA
Perdita di senso Noia Superficialità
Come si fa a favorire il senso di appartenenza al lavoro?
dando senso e significato al lavoro
coinvolgendo favorendo il lavoro in un gruppo accogliente
…. e l’autoaffermazione?
consentendo la scelta delle attività da svolgere
identificando le attività e dare responsabilità
favorendo la manifestazione delle abilità
stimolando l’autonomia
…… e la crescita?
Variando le capacità richieste delegando dando riconoscimenti
Il potere e la scuola
Le nuove generazioni si contrappongono agli insegnanti per cause
evolutive, ma …………
questo non è l’unico motivo.
La contrapposizione è soprattutto rivolta al
POTERE, a prescindere da come
viene gestito dall’insegnante.
Un insegnante ha potere in classe quando gli studenti si trovano in una condizione di bisogno, di necessità, di mancanza, di dipendenza. A volte la compiacenza dell’alunno nasce dall’autorità esercitata dall’insegnante mediante ricompense e punizioni.
L’insegnante di scuola elementare ha molti modi per gratificare e punire i propri alunni, mentre uno studente delle scuole superiori ha molte più soddisfazioni in ciò che fa (sport, amicizie, hobbies, viaggi, ecc.)
Ecco perché gli insegnanti si lamentano dei loro alunni man mano che diventano grandi.
Voti e punizioni
L’unico metodo che ha l’insegnante di gratificare è (forse) il voto.
Gli adolescenti rifiutano il metodo del controllo mediante il potere attraverso il rifiuto e l’aggressività
Reazioni al potere e all’autorità
SENTIMENTI MECCANISMI DI DIFESA
Risentimento, rabbia, ostilità, frustrazione
Ribellarsi, resistere, sfidareContestare, fare ritorsioni e dispetti
OdioVergogna, imbarazzoPaura, ansia, disagio
Mentire, fare la spia e l’ipocrita, incolpare gli altri, spettegolareImbrogliare, plagiare Fare il prepotente, comandare, infierire sugli altri
Infelicità, tristezza, depressioneAmarezza, vendettaImpotenza, inerzia
Desiderio di vincere, odio per la sconfittaOrganizzarsi, allearsiSottomettersi, mostrarsi remissivi e servili
OstinazioneCompetitivitàUmiliazione, apatia
Adulare, lusingareAdeguarsi, non correre rischiFuggire (ritirarsi, fantasticare, regredire, scappare)
STRATEGIE PER INFLUENZARE GLI ALTRI
CREARE LEGAMI CON GLI ALTRI
Comunicare riconoscendo la diversità dell’altro.
Darsi la possibilità di porsi nelle condizioni di avvicinarsi agli
altri mediante comportamenti propositivi, che non siano però di facciata o finalizzati ad un
obiettivo opportunistico
METTERE LE CARTE IN TAVOLA
Esprimere chiaramente l’esigenza di dire sinceramente agli altri quello che vorremmo realizzare ed incoraggiarli a fare altrettanto nei nostri confronti.
Anche in situazioni di conflitto si potrebbe circoscrivere i motivi per cui si è in disaccordo senza perdere di vista l’obiettivo comune.
OFFRIRE DELLE SOLUZIONI E NON DEI PROBLEMI
Quando ci troviamo in situazioni di empasse, provare a proporre soluzioni più che la lamentela per un determinato problema. Tale approccio ha molte più probabilità di influenzare le azioni delle persone con cui ci confrontiamo
DARE DEI FEEDBACK
Il feedback positivo si ha quando mostriamo di approvare il comportamento di qualcuno
o che diamo prove di apprezzarlo.
Si ha un feedback negativo quando esprimiamo la nostra preoccupazione nei
confronti di qualcuno o di qualcosa. Per rendere efficace il feedback negativo va proposto in modo costruttivo ed appropriato
(compito non facile!) e non soltanto criticare
PARLARE LA STESSA LINGUA
Parlare la stessa lingua vuol significare sostanzialmente sintonizzare il nostro registro
linguistico in rapporto alla situazione (impiegare uno stile
formale in situazioni formali e uno stile informale in una situazione
informale).
AFFRONTARE LE OBIEZIONI (Lambert, 1996)
Per affrontare le obiezioni bisogna innanzitutto riconoscerle e capire di cosa si tratta. Se proviamo ad ignorarle non saremo in grado di affrontarle. Se ad esempio l’altra persona è preoccupata ed ha delle riserve sulla nostra proposta, è bene esplicitare il problema e rassicurare la persona trovando soluzioni o compromessi.
ASCOLTO ED EMPATIA
L’utilizzo dell’ascolto attivo è fondamentale per un’efficace comunicazione ma anche per influenzare le persone. Ascoltare non significa solo comprendere il contenuto; serve anche mettersi nei panni dell’altro per godere di rispetto e credibilità
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