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ECONOMIA DELLA CONOSCENZA
Come usare la conoscenza per produrrevalore e vantaggi competitivi
Enzo Rullani
Università Ca’ Foscari, Venezia
settembre 2007
LA CONOSCENZA PRODUCE VALORE MEDIANTE LASPECIALIZZAZIONE E IL LAVORO IN RETE
• Una classe di 100 studenti porta all’esame un libro di 100pagine, che richiedono, per essere imparate, 1 ora per pagina
• Lavoro della classe per imparare il libro 100 studenti x 100ore = 10.000 ore
• Ma in questo modo si crea ridondanza: ogni cosa èconosciuta da 100 persone, ma questo è necessario se c’è ildivieto di copiare e di suggerire
• Si può eliminare la ridondanza?
• Sì, con una piccola riforma: eliminando il divieto erendendo possibile lo scambio delle conoscenze
Lo scambio delle conoscenze crea valore perché laconoscenza è una risorsa che non si consuma con l’uso.Dunque la sua condivisione ne moltiplica il valore perchéconsente il riuso
CROCI E DELIZIE DELLA NEW EDUCATION (1)
Nuova possibilità: divisione del lavoro cognitivotra i 100 studenti della classe conspecializzazione e propagazione: ad esempiociascuno si specializza su una pagine e ricorre aglialtri specialisti per tutto il resto
Tempo richiesto alla classe per imparare il libro100 studenti x 1 ora = 100 ore la produttivitàdella classe cresce di 100 volte ossia del 10.000%
Questo incremento di produttività del lavoroè impressionante, anche perché dipende non dainnovazioni (che possono esserci o meno) ma da unprocesso cumulativo di specializzazione epropagazione delle conoscenze che non è cosìaleatorio come l’innovazione
CROCI E DELIZIE DELLA NEW EDUCATION (2)
Ci vorrà del lavoro per organizzare lapropagazione che consente di ricorrere agli altrispecialisti ogni volta che se ne ha bisogno: ilrisultato netto sarà minore del 10.000% diincremento
E’ solo una teoria? NO: la new education è giàtra noi (dalla modernità in poi) e si applica allatotalità del lavoro (lavoro moderno = lavorocognitivo)
n = SPECIALIZZAZIONE+PROPAGAZIONE è ilmotore della crescita sia nel senso chegenera produttività sia nel senso che
richiama un flusso continuo di investimentinella produzione di nuove conoscenze
SPECIALIZZAZIONE E PROPAGAZIONE SONODUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
• In un sistema composto di tante isole cognitiveauto-sufficienti (nel senso che auto-producono leconoscenze di cui hanno bisogno) ogni isola imparaa fare un po’ tutto: non c’è specializzazione edunque non c’è ragione per la propagazionedella conoscenza da un’isola all’altra
• Se ognuna di queste isole si specializzaconcentrando il suo lavoro cognitivo su un campolimitato (pari, diciamo, al 20% del suo fabbisognodi conoscenza) questo significa che ogni isolacomprerà dalle altre l’80% rimanente. Ossiaogni conoscenza sarà usata 5 volte inveceche una sola.
DA DOVE DERIVANO LE CAPACITA’MOLTIPLICATIVE DELLA CONOSCENZA
A differenza dei prodotti materiali laconoscenza ha delle proprietà che sono
anomale, perché:
• non si consuma con l’uso;
• ha costi di riproduzione nulli o quasi;
• non è solo un mezzo, ma agisce sui fini
La conoscenza è una risorsaassolutamente sui generis
che la teoria tradizionale fatica ad inquadrare
PRIMA PROPRIETA’ ANOMALA
La produzione di utilità (valore) che usa laconoscenza come risorsa fondamentale sfrutta
una PROPRIETA’ FONDAMENTALEossia
la conoscenza è una risorsa che nonsi consuma con l’uso
ma anzi che cresce e si arricchisce man mano cheviene usata
In pratica, una volta che una conoscenza èdisponibile, con lo stesso costo si può
generare un volume di usi (n) crescente,moltiplicando il valore ottenibile
SECONDA PROPRIETA’ ANOMALA
La conoscenza è una risorsa che haun alto costo di produzione ma uncosto di riproduzione nullo o quasi
di conseguenza non è, tecnicamente, una risorsa
scarsaOgni volta che la domanda cresce l’offerta può
sempre crescere in modo da sopravanzarlaEssendo il costo marginale zero nell’economia
della conoscenza c’è un problema di prezzo(il libero mercato porta il prezzo sempre a
zero) e dunque di sostenibilità (diremunerazione di chi sostiene i costi di
produzione)
TERZA PROPRIETA’ ANOMALA
La conoscenza non è solo unostrumento ma anche un modo difare esperienza del mondo e di se
stessidi conseguenza
modifica i fini, non solo i mezzi
I soggetti che utilizzano la conoscenza(consumatori, lavoratori, imprenditori)assegnano valore e senso alle cose
che conoscono e modificano la propriaidentità attraverso l’esperienza che
ne fanno
DI CONSEGUENZA ………
• La conoscenza non è scarsa, mamoltiplicabile: non si tratta di allocarla inmodo ottimale, ma di propagarne l’uso inun bacino di impiego più ampio edurevole possibile
• la conoscenza non è divisibile, macondivisibile: la sua produzione epropagazione non può essere affidata airapporti anonimi del mercato, marichiede la costruzione sistema di regolesocialmente condivise
• La conoscenza non è soltanto un mezzo,ma è una risorsa auto-generativa: lasua produzione e il suo uso cambiano ifini, creano identità, sviluppano legami,modificando il mondo in cui si opera
COME SI FA A PRODURRE VALORE CONLA CONOSCENZA (IN PRATICA)
• Nell’economia dei beni (materiali), per ottenere ilmassimo valore da un insieme di mezzi materiali adisposizione le imprese devono:
- allocare razionalmente i mezzi, in funzionedei loro effetti sul fine (risultato);
- aumentare l’efficienza tecnica nel rapportomezzi/fini
• Nell’economia della conoscenza il massimo valore siottiene attraverso:
- espandendo il bacino di ri-uso della stessaconoscenza (ogni ri-uso genera valore, ma noncosti o costi bassi)
- col sense-making ossia generando nuovifini (identità, significati, emozioni) man mano chesi fa esperienza della conoscenza-mezzo
LA FORMULA-BASE: PROPAGAZIONECREATIVA
La conoscenza ha una econom ia a due facce:
‒ costa m olto produrla ( per il prim o uso)
‒ costa poco o nulla riprodurla ( propag arla)
Dunque:
la rep licazione ( non creativa) abbassa icosti della propag azione m a riduce la vitadella conoscenza e la sua ut ilità per g liut ilizzatori
la creatività costa , perché associaproduzione, propag azione, rif lessività. Maallung a la vita della conoscenza e aumentail valore della sua propag azione
I tre drivers del valore: n, v, p
La g enerazione d i valore d ipende dalle att ivitàcong iunte d i ( Jim March adattato) :
• EXPLORATION (v*)• EXPLOITATION ( n) ossia V = n v* p i• EXTRACTION ( p i)in cui ( cfr. Rullani, Econom ia della conoscenza,2 0 0 4 ; e La fabbrica dell’immateriale, 2 0 0 4 )
n = numero dei ri-usi della stessa conoscenza( rep licazioni o innovazioni d i uso
v* = valore d’uso unitario m edio ( ut ilità g eneratada og ni ri-uso)
p i = coeff iciente proprietario dello specialista i( quota del valore g enerato dalla f ilieracomplessiva che viene asseg nata allospecialista i in base ai prezzi d i scamb io
PRIMO: ACCRESCERE n• Standardizzare e codificare in modo da rendere ri-
usabile la conoscenza all’interno e all’esterno (codicicondivisi)
• Modularizzare la produzione scomponendo i cicli (e leconoscenze) in moduli re-impiegabili in combinazioni(architetture) e finalità diverse (MODELLO LEGO)
• Aumentare i volumi estendendo il bacino degli usi(reti di vendita globali, pubblicità,approvvigionamenti a scala globale, ri-uso trans-settoriale della conoscenza posseduta)
• propagare modelli e stili di vita ad un numero dipersone sempre più grande (comunità, stilisti,designers, estetiche)
• Condividere la conoscenze nello stesso distretto osettore (copiando, imitando, alleandosi, collaborando,vendendo brevetti e licenze)
• Creare reti di fornitura e di franchising, in filieresempre più estese che specializzano gli operatoricoinvolti
SECONDO: ACCRESCERE v
• Innovazioni tecnologiche (meccanizzazione, nuoveprestazioni, aumento di efficienza),
• Innovazioni d’uso (impieghi innovativi di tecnologiepre-esistenti, soluzioni di nicchia, risposteinnovative ad esigenze personalizzate del singolocliente)
• Creazione di nuovi significati (marchi, moda,design, pubblicità),
• Arricchire le esperienze dei clienti (emozione,partecipazione),
• Generare identità collettive (comunità, movimenti),• Prestare attenzione al cliente e alla sua intelligenza
(flessibilità, interazione, creatività)• Curare la qualità del servizio fornito a 360° (co-
progettazione della soluzione, interazione nel puntovendita, assistenza nell’uso, ricambi, garanzie,assistenza post-vendita)
TERZO: ACCRESCERE p
• Utilizzare conoscenze firm specific e organizzare uncircuito protetto di segreto industriale
• Proteggere la proprietà intellettuale con tutelegiuridiche (brevetti, copyright, marchi commerciali)
• Usare clausole contrattuali che vincolano gliutilizzatori,
• Preferire rapporti fiduciari con una rete stabile difornitori e clienti che hanno interesse alla continuitàdel rapporto
• Innovare continuamente il prodotto per scoraggiarela copiatura dei prodotti esistenti
• Condividere la conoscenza nelle reti di alleanze sullabase del comune interesse, di regole accettate edella reciprocità
• Donare conoscenze ad altri, gratuitamente, in mododa creare standard di larga diffusione, linguaggicomuni, legami fiduciari, contesti affidabili
Il “triangolo delle Bermude ”: il trade off tra i tre
drivers
EFFICACIA
MOLTIPLICAZIONEAPPROPRIAZIONE
max v
max p max n
Ei (v, n, pi )
Beni e serviz i: due modelli d i business, interm ini d i econom ia della conoscenza
il valore prodotto dalla conoscenza ( per la f iliera nel suoinsiem e) è dato dal prodotto
V = n v
Nella classica d icotom ia beni-serviz i, il m odello d ibusiness
• dell’INDUSTRIA m assim izza n ( standard ,prog rammazione, vo lum i) ,
• dei SERVIZI m assim izza v ( personalizzazione,rapporto one-to-one, f lessib ilità)
LE DUE COSE INSIEME NON SI POTEVANO FARE PERCHE’FINO A POCO TEMPO FA C’ERA UN PRECISO TRADEOFF
TRA n E v
Linea di trade-off
Il trade-off ( in passato) tra n e v
v
n
Artigianato,spec. fless.
Terziariotradizionale
Grandedistribuzione
Industria di massa
La produzione riscopre persone e territoridopo averli ignorati a lungo
Questa riscoperta non avviene per caso, ma rimanda ad uncambiamento dell’economia della conoscenza retrostante,che ha dato rilievo a:
- le conoscenze informali (tacite, contestuali) che la storiaha sedimentato nelle persone e sul territorio
- i linguaggi formali che sono posseduti dalla popolazionee dalle imprese residenti
- le reti di condivisione culturale e istituzionaleappoggiate alle persone e al territorio
- la fiducia e il capitale sociale (conoscenze, relazioni)che il territorio mette a disposizione delle imprese in esso“immerse”
Ogni persona è unica, ogni territorio è unico
Territorio e persone significano:
- Intelligenza personale;
- società locale;
- storia e cultura specifica
- istituzioni
LA MACCHINA E’ INVECE STANDARD E RIPRODUCIBILE
LA RISCOPERTA DELLE PERSONE E DEL TERRITORIOCOME RISORSE IMPORTANTI DELLA PRODUZIONE
CONTRADDICE LA TENDENZA DELLA MODERNITA’ ACOSTRUIRE MONDI ARTIFICIALI A COMPLESSITA’ RIDOTTA
(ASTRAZIONE, STANDARDIZZAZIONE, DETERMINISMO):
PERSONE E TERRITORI CONTENGONO INFATTI UNACOMPLESSITA’ NON RIDUCIBILE E HANNO LE RISORSEPER TRATTARLA (INTELLIGENZA, CULTURA, ISTITUZIONI)
La vecchia modernità, per usare la scienza e lemacchine nella produzione tendeva a ridurre
drasticamente la complessitàossia la VARIETA’, VARIABILITA’ e
INDETERMINAZIONE(= VVInd)
Ma dal 1970 in poi la complessità cresce per:
- perdita di controllo su fattori esogeni
- iper-complessità prodotta endogenamente
- passaggio dall’economia dei bisogni a quella deidesideri
La nuova modernità postfordista non riducepiù la complessità ma la usa e la imbriglia
persone e territori servono a gestire una complessitàdestinata ad aumentare in modo permanente
La riscoperta delle persone e del territorio non èun’anomalia, ma l’espressione compiuta della
nuova economia POSTFORDISTA dellaconoscenza
La conoscenza è stata la forza produttiva trainantedi tutta la modernità (nei due secoli e mezzo dopola rivoluzione industriale). Ma negli ultimi trenta annisi è avviata una grande transizione:
dallo sviluppo (fordista) per accumulazione
allo sviluppo (postfordista) per propagazione le conoscenze non si accumulano più all’interno delle grandiorganizzazioni, delle grandi metropoli e dei paesi avanzati, ma ….
vengono intercettate e usate dalla periferia (ruolo attivo) chepotenzia la propria capacità di assorbimento e i propri processi diapprendimento e propagazione delle conoscenze altrui
F I L I E R A
La vera forza produttiva e’ la conoscenza che sipropaga: l’innovazione è solo un momento del
processo
Conoscenza Produzione di Conoscenza
acquisita nuova Kn utilizzata
Propagazione Propagazione
a monte a valle
Innovazione
La propagazione delle conoscenze è il motoredello sviluppo postfordista
Esempio ITALIA anni ottanta/novanta:
propagazione postfordista della conoscenzada Germania, Francia, Stati Uniti (macchine,licenze, imitazione, copia) e anche da grandiimprese italiane (outsourcing) verso le piccoleimprese dei distretti e delle catene disubfornitura.
Esempio CINA o Est Europa oggi:
Propagazione multinazionale della conoscenzada Stati Uniti, Giappone, Germania attraverso lestesse vie.
LA PROPAGAZIONE SI APPOGGIA ALLE RETI
ACCESSOCapacità di
assorbimento
MOLTIPLICAZIONEMoltiplicazione regolata
degli usi
CREATIVITA’Ambiente creativo
Contatto col cliente
ECONOMIA DEL DISTRETTO INDUSTRIALE
Nel distretto industriale le imprese hanno imparato a:
lavorare a rete, collegando fornitori e clienti di piccolascala, grazie ai legami e alle esperienze comuni
utilizzare l’ambiente locale come fonte di conoscenza,di lavoro qualificato, di servizi specializzati, di culturaimprenditoriale, di capitale sociale
mettere in movimento l’energia delle persone
PER REALIZZARE QUESTE TRE FUNZIONI ILDISTRETTO INDUSTRIALE UTILIZZA IL
TERRITORIO CHE VIENE RISCOPERTO DOPOESSERE STATO A LUNGO DIMENTICATO DAGLI
ECONOMISTI TRADIZIONALI
(Giacomo Becattini)
IN PASSATO: la propagazione che c’è stata
ACCESSOMacchine,
Lavoro specializzato,
imitazione
MOLTIPLICAZIONEDistretti,
catene di subfornitura
CREATIVITA’Flessibilità, piccole serie
Creatività personale
Conoscenze informali sedimentate nei luoghi
Che cosa non va, del vecchio modello
Di fronte a globalizzazione esmaterializzazione, i punti di forza deldistretto si mutano in fattori di debolezza:
le reti locali non bastano più (sono piccolee non usano i fattori più convenienti)
il territorio che resiste all’innovazionediventa un problema, invece di una risorsa
le persone invecchiano e possono inibirela crescita autonoma dell’azienda, chespesso richiede un ricambio delle persone edelle competenze
OGGI: serve una propagazione diversa
ACCESSOLinguaggi formali,
Ricerca, reti lunghe
MOLTIPLICAZIONEReti globali aperte
a monte e a valle, Marchi,
Investimenti commerciali
CREATIVITA’Ambiente metropolitano,
Comunità epistemiche
Multiculturalità
Che cosa manca (e rimane da fare)
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