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Gli Ebrei a TarantoNella documentazione epigrafica (sec. IV-X) custodita nel
Museo Archeologico di Taranto (MARTA)
TARANTOPalazzo di Città 23 gennaio 2014
Liceo Ginnasio Statale Aristosseno
con indirizzi classico, linguistico, scientifico, internazionale
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La ricerca relativa alle epigrafi funerarie ebraiche si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative messe in atto dal Liceo «Aristosseno», finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione della cultura ebraica.
La presentazione di questo lavoro ha avuto luogo il 23 gennaio 2014, a Taranto, nella Sala degli Specchi di Palazzo di Città alla presenza del Dott. Luigi La Rocca, Soprintendente ai Beni Archeologici della Puglia; dell’Avv. Cosimo Yehuda Pagliara, delegato della Comunità ebraica di Napoli per la Puglia; delle Sig.re Eugenia Graubardt e Silvia Torsella Della Corte, rappresentanti della comunità ebraica tarantina; dell’ Avv. Paolo Ciocia, in rappresentanza del Comune di Taranto; della Prof.ssa Barbara Wojciechowska Bianco, dell’Università agli Studi di Bari–Polo Universitario Jonico; del Prof. Carmine Carlucci e del Prof. Antonio Fornaro del Comitato per la Qualità della Vita; del Preside, dei Docenti e degli alunni del Liceo «Aristosseno».
LE EPIGRAFI FUNERARIE EBRAICHE A TARANTO
Nella grave dispersione delle
testimonianze relative alla fase tardoantica ed altomedievale – causata dalla rapida espansione edilizia della città sul finire del 1800 – il reperimento di un congruo numero di epigrafi funerarie costituisce uno straordinario contributo archeologico per la ricostruzione della presenza ebraica a Taranto.
Le epigrafi ebraiche sono state rinvenute, fuori contesto, nell’area di Montedoro -in prossimità della Chiesa del Carmine e del Palazzo degli Uffici- e sono inquadrabili genericamente in un orizzonte cronologico compreso tra il IV ed il X secolo d.C.
Tali iscrizioni, pertanto, confermano l’esistenza a
Taranto -sin dal Tardo Impero romano- di una comunità ebraica, dedita prevalentemente ad attività commerciali, con nuclei abitativi insediati nella città vecchia e con area cimiteriale, secondo la tradizione, ubicata extra moenia, proprio nella zona di Montedoro, in un settore impervio della città, caratterizzato da una leggera altimetria.
Le lastre lapidee risultano iscritte su uno o più lati: - le più antiche, redatte in greco ed ebraico, sono
databili tra il IV ed il V secolo; - le bilingui in latino ed ebraico risalgono al VI-VIII
secolo; - infine, alcune dei segnacoli funerari, scritti per lo
più nella sola lingua ebraica, appartengono al IX-X secolo.
Queste epigrafi, oltre a fornire utili indizi per quanto riguarda l’onomastica, risultano particolarmente interessanti per la presenza di simboli distintivi, ad esempio il candelabro a sette bracci (menorah) ed il corno utilizzato come strumento musicale (shofar), nonché per il ricorso a rituali formule di benedizione e di acclamazione alla pace.
A sottolineare l’importanza documentaria di queste iscrizioni provenienti dalla necropoli giudaica, si segnala la circostanza che alcune di esse hanno ricevuto adeguata collocazione nell’attuale allestimento del Museo Nazionale Archeologico di Taranto – assieme a testimonianze relative alla presenza di Cristiani e di Musulmani – a conferma del rilevante ruolo sociale svolto dalla comunità ebraica nella vita e nella storia della città.
A conclusione del lavoro, vogliamo rivolgere un ringraziamento particolare al Dott. Luigi La Rocca, Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia, e alla Dott.ssa Antonietta Dell’Aglio, Direttore del Museo Nazionale Archeologico di Taranto, per la disponibilità accordata nel fornire la documentazione fotografica.
Un plauso doveroso vogliamo indirizzarlo alla Prof.ssa Anna Maria La Neve per l’elaborazione multimediale delle comunicazioni e alla Prof.ssa Bianca Maria Buccoliero per il suo contributo organizzativo nell’implementazione delle attività.
Il Dirigente Scolastico del Liceo «Aristosseno» Prof. Salvatore Marzo
Per saperne di più C. Colafemmina, Gli Ebrei a Taranto nella documentazione epigrafica
(secc. IV-X), in C.D. Fonseca (a cura di), La Chiesa di Taranto , Galatina 1977, pp. 109-127.
C. D’Angela, I rinvenimenti tardo antichi e medievali, in Il Museo di Taranto. Cento anni di archeologia, Taranto 1988, pp. 113-122.
A. Dell’Aglio, Resti archeologici nell’area del Palazzo degli Uffici. Vecchi e nuovi rinvenimenti, in Galaesus. Studi e ricerche del Liceo “Archita” di Taranto, 35, Manduria 2013, pp. 167-182.
Candelabro a sette bracci
[- - - - -] / [- -] Il ricordo del giusto è in benedizione. / Il suo spirito per la vita
eterna. Riposi / la sua anima nel vincolo della vita.
Lingua Greca
Qui / riposa Daud /ato, figlio di Az /aria e Susa / nna. Sia in pace / il loro riposo
Lingua ebraica
Lapide ritrovata nei pressi
dell’Ospedale Civile il 30
ottobre 1884
Lapide ritrovata nei pressi dell’OspedaleCivile il 30 ottobre 1884 (retro)
Qui giace Elia, figlio di Giacobbe
Lastra di càrparo trovata nei pressi della chiesa del Carmine
il 23 ottobre 1884
Tomba / di Giuseppe / , figlio di Giuseppe
Da una lapide del cortile del Museo di Taranto ricopiata dall’Adler
Qui giace la moglie di / Leone, figlio di / David, da / Melo
La caratteristica di questa epigrafe è la presenza della così detta “Stella di Davide” che simboleggia l’immortalità e non è un segno distintivo giudaico, come invece lo è il candelabro a sette bracci.
In ebraico
Qui riposa Shabbatai, figlio di /Leone, di se / dici anni. / Sia pace sul / luogo del suo riposo
In latino
[ Hic requiesci ] t Sabatai
[ - - qu ] i vixit an (nis) XVI
[ Qui riposa ] Sabbatai / [ - - ], il quale visse sedici anni
Stele in calcare tenero rinvenuta in via Umberto,
il 1° maggio 1890
Sul retro candelabro
eptalicne
tra due shofar
c) In latino
[ Giacobbe ], di buona memoria, il quale [ visse ] anni XX [ - Sia pace ] sul
suo riposo.
In ebraico
a)
Per il giusto [? - -] / Giacobbe [ - - ].
b)
Il ricordo del giusto [ è in benedizione ].
Frammento di stele con iscrizioni ebraiche e latine
In ebraico
Qui riposa [ - - - / di - - ] sette anni [ - - ]
Frammento di pietra calcarea con iscrizione ebraica e latina ritrovato il 28 ottobre 1884 nei pressi della chiesa del Carmine
In latino
[ Hic r ] equiesc [ - - - ]
[ Qui ] riposa [ - - - - ]
Il ricordo del giusto è in benedizione
Stele in calcare tenero con lettere ebraiche, acclamazione ebraica e candelabro sul retro, ritrovata nella “Strada di S. Lucia”
Frammento di stele in calcare tenero giallo
Venga [ la pace] / sul luogo del suo riposo. / Pace! [ Pace!]
Stele in tufo cozzigno
In ebraico
Qui riposa Erpidia /, figlia di [ - - ], / di anni sei.
Sia / pace sul luogo del suo riposo
In latino
[ Hic re ] quiescit Erpidia
[qae vixit a ] nni (s) VI. Sit [pax in requie eius ].
[ Qui r ] iposa Erpidia, / [ la quale visse] anni sei. Sia / [ pace sul suo riposo ]
In latino
[ Qui riposa Don ] nolo, figlio di D[ onnolo, / il quale visse] anni quattordici. S [ia pace /
sul suo riposo].
In ebraico
[ Qui giace Donno ] lo, figlio di Donno [lo, di quattor / dici anni].
Sia [pace sul luogo del suo riposo].
Frammento di stele in calcare tenero
Nella parte posteriore del candelabro, alcune lettere latine:
IN VI
Parte inferiore di grossa stele in calcare
Lastra in calcare tenero
In ebraico
[ - - - ] / riposa [ - - - ] il suo nome C [ - - - ] / di anni qua [ - - - ] / perché lo ha
percosso il Signore e [ - - La sua anima/ ] nel vincolo della vita riposi / e il suo spirito sia per la vita eterna. / Amen!
In latino
Hic re [ quiescit - - - -]
II. Sit pa [x in requie eius ].
Filius [ - - - - ]
Qui ri [ posa - - - -,] / figlio di [ - - - - ].
/ Sia pa [ ce sul suo riposo ].
In ebraico
a) Avanzi di lettere ebraiche, forse
ynwh, “giace”.
b)
[ - - ] ultimo [ - - - ]
Frammento di pietra calcarea tenera
In latino
me
[ Hic requiescit b ] enem [orius - - ]
[ filius - - et ]Aster, q [ui vixit ]
[ annis – Sit ] pax in [raquie eius ].
[ Qui riposa - - ] di buona memoria, [ figlio di - - e ] di Aster, / il quale visse anni - - ]
Sia pace sul [ suo riposo].
Stele in pietra calcare rinvenuta nel 1872 presso l’Orfanatrofio
( oggi Palazzo degli Uffici )
In ebraico In latino
Qui riposa in buona memoria / Samuele, figlio di Silano, insieme con/ Ezechiele, suo zio, il quale visse / quarantadue anni. Sia / pace sul luogo del loro riposo. Amen!
In ebraico
La luce spunterà per il giusto e la gioia per i retti di
[ cuore ]. / Il giusto è ricordato in benedizione.
Anatolio
Grosso parallelepipedo ritrovato a Montedoro
In latino
a)
Qui riposa Anatolio, di buona memoria, / figlio di Giusto, il quale visse anni /quaranta. Sia pace sul
suo riposo.
b) Memoria ius
torum ad be(nedictionem)
Il ricordo dei giusti e in be(nedizione).
Iscrizione ritrovata dal Molco a Montedoro
Il ricordo dei giusti e in benedizione
Stele in carparo ritrovata presso l’Ospedale Civile
il 30 ottobre 1884
[ - - - / - - - ] nel suo termine / [ - - ] venga la sua pace / [ - - ] il Signore insieme con essi lo faccia risorgere
( Insieme con essi, cioè con i giusti )
Frammento di stele in calcare tenero
Stele in pietra calcarea tenera
Alla buona memoria/ di Ester, /
figlia di Basilio. Qui / giace.
Venga / la pace e riposi / sul suo giaciglio.
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