la presa in carico del paziente con stroke … · presa in carico prendere in carico significa:...

Post on 13-Oct-2018

222 Views

Category:

Documents

0 Downloads

Preview:

Click to see full reader

TRANSCRIPT

Napoli, 20 ottobre 2008

Tiziana Taggiasco

LA PRESA IN CARICO DEL LA PRESA IN CARICO DEL

PAZIENTE CON STROKEPAZIENTE CON STROKE

STROKESTROKE

� L’ictus è definito in letteratura come

l’improvvisa comparsa di segni e/o sintomi

riferibili a deficit focale e/o globale delle

funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore

o a esito infausto, non attribuibile ad altra causa

apparente se non a vascolopatia cerebrale.

MEDICOINFERMIERE Presa in carico

assistenziale

del paziente

STROKEC

A

R

E

G

I

V

E

R

D

E

G

E

N

Z

A

Mobilizzazione

FISIOPERAPISTA

LOGOPEDISTA

Disfagia

Disartria

D I M I S S I O N E

Procedure attivate Intervento educativo paziente

Diagnosi e

cura

PAZIENTE

Intervento educativo caregiver

STROKE

D I M I S S I O N E

PAZIENTE

Struttura riabilitativa

Servizi Socio sanitari territoriali

Proprio domicilio

PAZIENTE

C

A

S

E

M

A

N

A

G

E

R

C

O

N

T

I

N

U

I

T

A

A

S

S

I

S

T

C A R E GI V E R - F A M I G L I A

PRESA IN CARICO

� La competenza distintiva dell’infermiere è la

capacità di “prendere in carico” completamente

la persona e la famiglia

Lavalle 2003

PRESA IN CARICO

Prendere in carico significa:

� seguire nel tempo i problemi dei pazienti,

� garantire la continuità tra ospedale e territorio

� farsi carico anche dei problemi emotivi e non

solo di quelli clinici,

� fornire un riferimento continuo.

Haggerty 2003

PRESA IN CARICO

� La presa in carico prevede un modello

organizzato di assistenza che metta il paziente

nella condizione di prendersi cura di sé e di

sapere a chi rivolgersi sempre

PRESA IN CARICO

�Continuità assistenziale

�Case managenent

�Educazione terapeutica

CONTINUITACONTINUITA’’ ASSISTENZIALEASSISTENZIALE

� Capacità dei servizi di essere erogati in

successione coordinata e ininterrotta per

soddisfare i bisogni socio-sanitari del paziente e

assicurare la condivisione tra paziente,

professionista, comunità ed organizzazioni di

tutti i processi di cura

CONTINUITA’ ASSISTENZIALE

� L’OMS definisce la continuità delle cure come

uno degli assi portanti della qualità o, meglio,

come uno degli indicatori più sensibili di buon

funzionamento del sistema sanitario.

CONTINUITACONTINUITA’’ ASSISTENZIALEASSISTENZIALE

DISCHARGE PLANNING

� Coinvolgimento e partecipazione attiva dei pazienti e dei

loro familiari, come partner alla pari

� Dimissione = processo deve essere pianificato prima

possibile

� Dimissione programmata coordinata da persona

specificamente nominata che avrà la responsabilità di

seguire tutte le fasi, tra cui quella della valutazione dei

bisogni

CONTINUITACONTINUITA’’ ASSISTENZIALEASSISTENZIALE

� Integrazione multidisciplinare e di collaborazione tra

diversi servizi per affrontare tutti gli aspetti del processo

di dimissione

� Erogazione dei servizi sanitari e sociali organizzata per

garantire la continuità delle cure

Department of Health 2005. www.doh.gov.uk/intermediatecare

CHRONIC CARE MODELCHRONIC CARE MODEL

OBIETTIVI

� Paziente informato e partecipe all’autocura

� Equipe socio-sanitaria competente e

proattiva

E.H. Wagner, B.T. Austin and M. Von Korff, "Organizing care for patients with chronic illness"

Department of Health “Supporting People with Long Term Condition. An NHS and Social Care Model to support

local innovation and integration” January 2005 www.doh.gov.uk

.

CHRONIC CARE MODELCHRONIC CARE MODEL

� I livello: supported self-care – Livello di

supporto all’autocura

� II livello: disease specific care management –

Gestione del paziente da parte di un equipe

multidisciplinare che utilizza linee guida basate

sulle evidenze e percorsi clinico-assistenziali

condivisi.

CHRONIC CARE MODELCHRONIC CARE MODEL

� III livello: case management- Rivolto a pazienti

particolarmente complessi che rischiano

l’istituzionalizzazione o un prolungamento della

degenza all’interno delle strutture sanitarie

CASE MANAGER

� Elevata competenza clinico-assistenziale

� Svolge ruolo di coordinamento

� Ottimizza le risorse

� Facilita la comunicazione

� Verifica la qualità degli interventi

� Svolge interventi educativi a paziente, famiglia

EDUCAZIONE TERAPEUTICA

� Processo di apprendimento sistemico e centrato

sul paziente

� consiste nell’aiutare il paziente ad acquisire e

mantenere le competenze che gli permettono

una gestione ottimale della sua vita con la

malattia

Therapic Patient Education (OMS, 1998)

INTERVENTO EDUCATIVO

Progetto di ricerca

IPOTESI

� L’educazione/formazione del caregiver

attraverso l’utilizzo di un manuale favorisce il

recupero dell’autonomia al paziente affetto da

ictus e riduce/previene lo stress del caregiver

nella gestione del paziente.

Progetto di ricerca

OBIETTIVO

� Rendere più possibile autonomo il paziente

affetto da ictus attraverso

l’educazione/formazione del caregiver,

prevenire/ridurre lo stress del caregiver nella

gestione del paziente.

CAMPIONAMENTO

� Stratificato per gravità di Barthel

� Randomizzato

CRITERI DI CRITERI DI

INCLUSIONE ESCLUSIONE

� Barthel tra 0 e 50

� Primo episodio ictus

� Periodo trascorso

dall’ictus superiore a 6

mesi

� Assenza Deterioramento

cognitivo pre estistente

� Residenza proprio

domicilio

� Assistenza effettuata da

caregiver familiare

� Barthel superiore a 50

� Recidive ictus

� Periodo trascorso

dall’ictus inferiore a 6

mesi

� Deterioramento

cognitivo pre estistente

� Residenza in struttura

� Assistenza non

effettuata da caregiver

familiare

METODI E STRUMENTI

� Focus group – Rilevazione del bisogno

formativo

� Barthel, IADL, ADL e Rankin – Valutazione

dello stato funzionale del paziente

� CBI – Valutazione dello stress del caregiver

� Manuale di supporto – Intervento educativo

FOCUS GROUPFOCUS GROUP

� Assistenza diretta al paziente

� Complicanze e recidive

� Servizi socio sanitari

� Operatore di riferimento

“la paura nasce dal non sapere”

SCALE VALUTAZIONE PAZIENTESCALE VALUTAZIONE PAZIENTE

� Barthel,

� IADL

� ADL

� Rankin

SCALE VALUTAZIONE PAZIENTESCALE VALUTAZIONE PAZIENTE

Barthel Index

� Scala di valutazione autonomia del paziente

SCALE VALUTAZIONE PAZIENTE

IADL

� Scala di valutazione delle attività di vita

quotidiana che verifica la capacità del soggetto a

compiere azioni complesse

SCALE VALUTAZIONE PAZIENTE

ADL

� Scala valutazione autonomia del soggetto ad

effettuare le attività di vita quotidiana

SCALE VALUTAZIONE PAZIENTE

RANKIN

� Permette di valutare il grado di autonomia del

paziente rispetto alle attività svolte in

precedenza o l’eventuale necessità di assistenza

SCALA VALUTAZIONE SCALA VALUTAZIONE

STRESS CAREGIVERSTRESS CAREGIVER

C B I (Caregiver Burden Inventory )

� Valuta lo stress psicofisico e sociale dovuto al

carico assistenziale

� Composto da 24 item suddivisi in 5 gruppi

SCALA VALUTAZIONE SCALA VALUTAZIONE

STRESS CAREGIVERSTRESS CAREGIVER

� Area 1 - il carico oggettivo legato alla restrizione

del tempo per il caregiver;

� Area 2 - il carico evolutivo relativo al sentirsi escluso

rispetto alle aspettative e alle opportunità di vita;

� Area 3 - il carico fisico e i problemi fisici conseguenti

all’assistenza;

� Area 4 - il carico sociale relativo alla percezione di un

conflitto di ruolo in ambito familiare o lavorativo;

� Area 5 - il carico emotivo legato a sentimenti di vergogna e

imbarazzo avvertiti nei confronti dei comportamenti

imprevedibili dell’assistito e al senso di colpa

prodotto dalle proprie conseguenti reazioni.

MANUALE SUPPORTO

� Gruppo multiprofessionale

� Bisogno formativo evidenziato dai caregiver

MANUALE SUPPORTO

MANUALE SUPPORTO

ARTICOLAZIONE LAVOROARTICOLAZIONE LAVORO

� Campionamento

� Suddivisione random. Gruppo A e B

� Somministrazione test a pazienti e caregiver

� Illustrazione e consegna manuale Gruppo A

� Rivalutazione di pazienti e caregiver a tre mesi

CAREGIVERCAREGIVER

ADLADL

Media iniziale Gruppo A 2,23, a tre mesi 3,15

Gruppo B media iniziale di 1,5 a 2,33 a tre mesi

IADL

Media iniziale Gruppo A 2, a tre mesi 3,30

Gruppo B media iniziale 1,16 a tre mesi 1,33

RANKIN

Media iniziale Gruppo A 3,38, a tre mesi 3

media iniziale Gruppo B 3,5 a tre mesi 3,33 .

BARTHEL

Gruppo A media iniziale 49,23, a tre mesi 56,92

Gruppo B media iniziale 36,25, a tre mesi 47,08

CBI

Gruppo A media iniziale 33,23 media a tre mesi 27,3

Gruppo B media iniziale di 38,16 a tre mesi 33,75

Barthel CBI

-40

-20

0

20

40

-40 -20 0 20 40 60

delta Barthel

Osservati

Lineare

delta CBI

Correlazione significativa tra stress del caregiver rilevato con CBI e il dato della

Barthel, sul gruppo inteso nella sua globalità (r = -.458, p 0.021)

Lo stress del caregiver diminuisce parallelamente con l’aumento del valore del

Barthel assumendo la retta di correlazione un valore negativo come presumibile dal

punto di vista clinico.

CONCLUSIONI

• Miglioramento funzionale del paziente anche dopo 6 mesi

• Riduzione stress caregiver correlato ad aumento Barthel

• Intervento educativo precoce (durante il ricovero ospedaliero)

• Dimissioni pianificate per garantire continuità assistenziale

• Organizzazione dell’assistenza territoriale coordinata da

infermiere case manager

Tratta da Tesi Laurea Spec Sc. Inf e Ost. di T.Taggiasco Relatore Prof. L. Sasso Correlatore Prof. C. Serrati

GrazieGrazieGrazieGrazie

top related