le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere
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Le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere
Brescia, 18 dicembre 2010
La dichiarazione sull'identità cooperativa
• , DEFINIZIONE: Una cooperativa è un'associazione
autonoma di persone che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di un'impresa a proprietà comune, controllata democraticamente.
• VALORI: Le cooperative si fondano sui valori dell'autosufficienza, dell'auto-responsabilità, della democrazia, dell'eguaglianza, dell'equità e della solidarietà. Fedeli allo spirito dei padri fondatori, i soci delle cooperative aderiscono ai valori etici dell'onestà, della trasparenza, della responsabilità sociale e dell'altruismo.
I principi cooperativi
• 1° Principio Adesione libera e volontaria. 2° Principio Controllo democratico da parte dei Soci. 3° Principio Partecipazione economica dei soci
• 4° Principio Autonomia e indipendenza
• 5° Principio Educazione, formazione e informazione
• 6° Principio Cooperazione tra cooperative
• 7° Principio Impegno verso la collettività
Cosa sono le cooperative
Organizzazioni che mettono insieme e coordinano
gli interessi di più soggetti
Organizzazione che si basano sul principio secondo cui l’unione fa la forza
Organizzazioni che nascono dal basso
su libera iniziativa dei fondatori
Organizzazioni governate in modo democratico
A quali problemi rispondono le cooperative?
Problemi della società a cui altri soggetti non rispondono
o faticano a rispondere
Problemi di singoli individui che da soli non riuscirebbero a affrontare
Problemi di natura sociale (disoccupazione,
economie fragili, problemi sociali)
Problemi della società a cui altri soggetti non rispondono
o faticano a rispondere
Ad es cooperative sociali
Problemi di singoli individui che da soli non riuscirebbero a affrontare
Ad es. cooperative agricolecooperative di consumocooperative di credito
Problemi di natura sociale (disoccupazione,
economie fragili, problemi sociali)
Ad es. cooperative di produzione e lavoro o cooperative sociali
Il quadro in cui opera oggi la cooperazione
Il superamento dei mercati protetti
Aumento concorrenzaAd es. settore agricolo,
settore edile, settore sociale
Rischio depauperamento immaginecooperativa
Cambiamento dei bisogni
1 Il superamento dei mercati protetti
La terza fase della crisi economica
Crisi delle banche
Crisi della finanza pubblica
Crisi del welfare
2008
2009
2010
…aspettando la quarta…
Il debito pubblico in Italia (Il Sole 24 Ore 15 dicembre 2010)
• Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel mese di ottobre ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre
FONDI STATALI DI CARATTERE SOCIALE (Bilancio di previsione dello Stato - milioni di euro)
Politiche famiglia
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Pari opportunità
346 186 185 52,5 52,5 31,4
Politiche giovanili
64 30 3,3 2,2 2,2 2,2
Infanzia adolescenza
43,9 43,9 40 40 40 40
Politiche sociali 929,3 583,9 435,3 75,3 70 44,6
Non autosufficienza
300 400 400 - - -
Affitto 205,6 161,8 143,8 33,5 33,9 14,3
Inclusione immigrati
100 - - - - -
Servizi infanzia 100 100 - - - -
Servizio civile 299,5 171,4 170,3 113 113 113
totale 2520 1750,6 1472 349,4 344,5 271,6
-30,5% -15,9% -76,3% -1,4% -21,2%
Con gli appalti "ad personam"i Comuni sprecano 2 miliardi
• 17 dicembre 2010 L'Authority diffida i sindaci: basta affidamenti diretti. I prezzi spuntati con queste gare sono spesso poco convenienti. Con la trattativa privata si spende l'8% in più. Milano prima in classifica: procedura "rapida" in 63 casi su 100.. Niente bando anche per la manutenzione degli edifici. A Roma mancati risparmi per 34 milioni, a Torino per 13
2 L’aumento della concorrenza • 13.12.2009 Il prezzo del latte al consumo è, in media, di 1,35 euro mentre al
produttore viene pagato meno di 30 centesimi al litro, neppure il prezzo della produzione.In dieci nni i redditi degli agricoltori in Italia sono crollati del 30%
• 10.12.2010 Una ricerca rileva che il 48% dei piccoli imprenditori deve fare fronte al problema della concorrenza sleale.. Tra i soggetti che fanno concorrenza sleale nel complesso prevalgono i lavoratori in nero (artigiani abusivi) e gli hobbysti (41%), seguono con percentuale quasi uguale le imprese italiane (40%), a distanza le imprese straniere (19%). Nelle costruzioni prevalgono gli abusivi e i lavoratori in nero (45% del totale di chi ha denunciato concorrenza sleale) seguiti dalle imprese italiane (35%) e da quelle straniere (20%).
• 7.2.2009 Forlì Convegno Legacoop sociali «Occorre attrezzarsi per un adeguato presidio del territorio, perché la concorrenza proveniente dalle cooperative "spurie", ma anche da imprese di grande consistenza, si affaccia con sempre maggiore insistenza nelle nostre zone»,
Le grandi sfide
Da organizzazioni democratiche a organizzazioni responsabili
Da organizzazioni consolidate a organizzazioni innovative
Da organizzazioni buone a organizzazioni capaci
Da organizzazioni single stakeholder
versus organizzazioni multistakeholder
Da organizzazioni buone a organizzazioni capaci
I limiti delle organizzazioni “
buone”
Il privilegiare la dimensione delle relazioni informali agli aspetti gestionali e organizzativi
La carenza di competenze gestionali
La difficoltà di selezione delle persone capaci
Il problema della confusione dei ruoli
Il problema della “piattezza” organizzativa
Persone buone: il prevalere delle gestione informali
“…si abbiamo qualche problema economico anche se le cose vanno bene al momento…c’è una
situazione cresciuta troppo in fretta di gestione che non abbiamo saputo gestire bene…ti faccio un
esempio che è una persona che conosci. Lei è la referente delal Casa di risposo di (XXX) è una
casa da 36 posti piccola ma che potrebbe fare de buoni utili. Ho scoperto che come centro di costo
siamo sotto di 45mila euro.
• Con il calcolo delle rette avremmo dovuto essere in utile e invece siamo andati in
rosso. Dopo ho scoperto che (la referente) si era accordata con alcuni famigliari che dicevano di avere problemi economici di
farsi pagare entro la fine dell’anno, se non che gli anziani sono morti e lo scoperto è rimasto e adesso è difficile recuperare i
soldi. (…) Lei è molto brava nelle relazioni ma diciamola tutta che ha la terza media,
(…) di gestione non capisce assolutamente niente e fino che eravamo piccoli e in
convenzione con il Comune poteva anche andare ma adesso che abbiamo acquistato e devo pagare ogni mese un mutuo di 14
mila euro non si può più andare avanti così. Paghiamo il fatto che in cooperativa si entra
perché si conosce qualcuno o in via informale. Non va più bene”
La selezione del personale
• “siamo in 35 soci sono tutte brave persone ma hanno una mentalità da educatori non
da imprenditori, bravissimi fino a che si tratta di lavorare con i ragazzi ma adesso
che il problema è quello di decidere se investire per l’acquisto di una struttura nostra è un disastro. Nessuno si vuole
assumere il rischio di aumentare le quote sociali e di prendere un prestito in banca.
• Vorrebbero che fosse il comune o la regione a pagare tutto garantito perché
questa è la cultura. Molti sono spaventati secondo me anche perché non capiscono
le dimensioni dell’investimento e le clausole del prestito che sarebbero molto
favorevoli. (..) penso che se vogliamo passare da una struttura che vende servizi all’ente pubblico a una che ha un progetto di sviluppo proprio dovremmo avere dei
soci con un’altra mentalità
Il problema della confusione dei ruoli
• “la cooperativa ha assunto due direttori negli ultimi sei mesi ma entrambi sono fuggiti. Io non voglio dire niente ma in parte li capisco. Il nostro presidente e la vicepresidente sono abituati a fare tutto loro. Per diversi motivi si era pensato di assumere un direttore anche per fare fronte alle nuove richieste di lavoro che non possono piùessere gestite in modo amatoriale.
• “…l’ultimo direttore ha avuto uno scontro molto forte perché lui era il responsabile della
gestione del personale ma i soci a cui non andava qualcosa del nuovo modello di organizzazione che voleva introdurre
andavano dal presidente che gli diceva di continuare come prima perché magari si
conoscono da tanto o anche per non evitare semplicemente problemi. (…) alla fine penso fosse diventato impossibile lavorare e si era creato un blocco decisionale totale anche
nelle cose più banali..”
Il problema della “piattezza organizzativa”: le aspettative di carriera
Titolo di studio alta media Bassa
laurea *********** ******** *****
diploma ******** ******* **********
media **** ****** ************
Elementare ***** ****** ***********
Diventare organizzazioni capaci • A) promuovere lo sviluppo della cultura dell’imprenditorialità
cooperativa
• B) migliorare i sistemi di selezione e qualificazione del personale (contratto psicologico, analisi delle competenze, bilanci di competenze, formazione a aggiornamento sui problemi)
• C) definire i ruoli e le responsabilità in modo chiaro
• D) disporre delle professionalità e delle competenze adeguate alla gestione delle attività
• E) progettare organigrammi e processi che premiano merito e responsabilità
Da organizzazioni democratiche a organizzazioni democraticamente
responsabili Democrazia formale e partecipazione
Il problema della cultura della partecipazione
Il problema del “doppio controllo”
Il problema delle competenze
Il problema della paura delle divisioni
Il problema dell’egualitarismo
La democrazia demotivante: il caso della cooperativa SS di
Asolo • Ogni socio vota il bilancio ma la maggior parte
no lo sa nemeno leggere. C’è un grandissimo divario di informazioni tra il presedente e i suoi collaboratori e la base sociale. Rispetto a tante scelte semplicemente i soci non sanno cosa dire perché non conoscono i problemi. L’anno scorso in assemblea di bilancio ci hano detto che eravamo in perdita e che diversi servizi lavoravano sottocosto.
Poi magari vai in sede e nei corridoi qualcuno dice che non è vero e che non
siamo in grado di proporre prezzi competitivi. In questo modo però alle
persone non si può chiedere di farsi carico dei problemi all’improvviso e tutti dovrebbero
cambiare modo di lavorare senza sapere nemmeno perché. Le assemblee rischiano
di farle deserte se continua così..”
La cultura della responsabiltà
• “per la pultura e il lavaggio dello ambulanze abbiamo dovuto esternalizzare il servizio perché con la convenzione con la Regione non ci stava più il prezzo del servizio. Allora si è deciso che il personale che faceva questo servizio si sarebbe costituito in una piccola cooperativa autonoma.
L’operazione è stata pilotata dall’alto e chi prima magari era dipendente della cooperativa A è
diventato socio della cooperativa B
• “i nuovi soci sono soprattutto immigrati diversi pakistani e un paio di italiani. E’ un disastro perché non c’è la cultura della cooperativa.
Sono persone abituate a eseguire ordini senza assumersi una responsabilità non ne sono
capaci. Lavorano sempre aspettando gli ordini da parte di qualcuno altrimenti aspettano. Il
problema è che non c’è un idea di cosa è una cooperativa li è stato fatto un errore grandissimo
.Adesso stiamo pensando a riinternalizzare il servizio ma diversi soci sarebbero propensi a
cambiare proprio il personale e lasciare la nuova cooperativa al suo destino.
Democrazia e responsabilità: soci che controllano soci
• “svolgiamo attività di gestione di musei on e centri culturali qui in città il nostro personale è composto per lo più da
lavoratori che hanno perso il posto nella piccola media industria. Non è sempre così facile fare capire che i soci sono i
primi responsabili della cooperativa alle volte prevale il punto di vista individuale
della cura dei piccoli spazi che sono garantiti dal tipo di attività che svolgiamo
• Ad esempio le pause caffè la mattina si arriva sul posto di lavoro con il turno che inizia alle
sette e mezza o alle otto. Prima c’è il caffè da prendere insieme e non prima dell’orario di
lavoro ma a orario iniziato. E’un abitudine ma molti soci non si rendono conto che i tempi sono
cambiati e ci possono essere problemi con questo tipo di mentalità. Il problema è anche che
chi avrebbe responsabilità di fare funzionare meglio le cose lascia correre per quieto vivere e
per non crearsi troppi nemici
• “in parte è per superficialità o perché magari ci sono problemi più importanti da risolvere ma in
parte è perché in una cooperativa i posti di potere sono votati questa storia di una testa un voto che rischia di diventare deleteria. Se sono un presidente o un consigliere con delega sul personale e devo riprendere qualcuno che poi mi deve rivotare può essere un disincentivo. Non ne parliamo mai di queste contraddizioni ma è un modo sbagliatissimo di affrontare le
cose.
La democrazia senza competenze: iI consigli di amministrazione eletti sulla base del principio di rappresentanza. Il caso di cooperativa di lavoro
• Il nostro consiglio è paralizzato. C’è una difficoltà a prendere decisioni terribile e in questo momento così delicato rischiamo di affondare per questo motivo. I consiglieri
sono tutte brave persone ce ne è uno solo che è sepre negativo su tutto ma gli altri si
sono presi anche la responsabilità di accettare la carica. Solo mancano di
visone di capacità di decidere
“li capisco anche perché si tratta di prendere decisioni su investimenti importanti e non tutti se la sentono di fare certi passi così frenano ma questo non va bene. Chi sa leggere un bilancio tra i consiglieri? Ma
non so forse due o tre dipende cosa significa sapere leggere un bilancio a un
certo livello forse il vicepresidente.
“il criterio di scelta dei consiglieri è stato quello della rappresentanza delle diverse anime della
cooperativa. Per ogni settore si è deciso di avere almeno un rappresentante. Certo così si è privilegiato il principio di democrazia rispetto a quello di professionalità ma era anche difficile
scegliere diversamente altrimenti soci delle squadre di lavoro non avevano nessun in
consiglio e nemmeno gli spedizionieri. Se va bene non lo so una volta sicuramente si adesso
forse bisognerebbe valutare anche le competenze dei consiglieri, ma tutto non si può
avere.”
I criteri di elezione dei consiglieri di amministrazione in
un campione regionale di cooperative sociali Criteri Coop con
managementCoop con governo diretto del Cda
Disponibilità a assumere la carica
********* **********
Rappresentatività delle diverse componenti della cooperativa
******* *********
Anzianità come socio ****** ***
Avere già ricoperto la carica di consigliere
****** *****
Competenze imprenditoriali
**** ****
Competenze gestionali *** *****
La paura del conflitto L’elezione del presidente nella cooperativa Alpha Beta di Rho
• “il presidente è sempre stato la persona che era disponibile oppure quella di cui i soci avevano
più fiducia per esperienza e come conosceva la cooperativa fondamentalmente. No non abbiamo mai votato un programma ma sempre le persone non credo ci sia questa cultura nel mondo delle cooperative. (…) Devo dire anche la verità che o avrei anche paura di votare i programmi perché
c’è il rischio di spaccare la cooperativa se si presentano de candidati con idee diverse
• “…un’altra cooperativa con cui collaboravamo si è spaccata sulla storia del presidente, c’erano due candidati con idee diverse e il conflitto si è polarizzato. Io penso che la parola stessa cooperativa
abbia in sé il rifiuto di risolvere le divergenze di idee attraverso il conflitto.
Altrimenti avremo costituito una Spa o una Srl.”
Il problema dell’egualitarismo
• Abbiamo un problema molto forte di turnover dei giovani. La maggior parte delle persone che
entrano sono laureate prima c’erano gli aducatori con o senza titolo e forse era anche una generazione diversa. Oggi le persone che
entrano in cooperativa anche giustamente hano alcune ambizioni di carriera. (..) Noi abbiamo da sempre perseguito una politica di livellamento
degli stipendi e è stato un elemento identitatario molto forte fino ad oggi stipendi bassi per tutti
indifferentemente dall titolo di studio
“da qualche mese è iniziata però una discussione se possiamo ancora
permetterci questo modello o no rischiamo che la gente capace se ne vada via o
peggio che non si avvicini nemmeno più alla cooperativa anche se abbiamo una
bella immagine sul territorio ma non si può fare finta che l’adesione delle persone sia solo valoriale i valori sono essenziali ma
anche un minimo riconoscimento di quello che le persone sanno fare .
Diventare organizzazioni responsabili • A) Il problema della cultura della partecipazione/curare e rendere
possibile il coinvolgimento dei soci
• B) Il problema delle motivazioni alla partecipazione /selezione e formazione dei soci
• C) Il problema del “doppio controllo” separare la funzione di indirizzo e controllo da quella di management
• D) Il problema delle competenze /le cooperative necessitano di persone competenti
• E) Il problema della paura delle divisioni/ introdurre modelli di governance più realistici legge di Borda
• F) Il problema dell’egualitarismo /migliorare i modelli di gestione delel risorse umane (contratti psicologici, selezione, formazione)
Il metodo di Borda
• Il metodo di Borda è un sistema di voto ponderato. I suoi primi impieghi sono molto antichi, poiché fu utilizzato dal Senato romano fino all'anno 105. Fu
formalizzato nel 1770 da Jean-Charles de Borda.
Il procedimento • Si sceglie un numero n inferiore o uguale al numero dei candidati.
Ogni elettore costruisce allora una lista di n candidati in ordine di preferenza. Al primo della lista si attribuiscono n punti, al secondo n - 1 punti, e così di seguito, fino all'n-esimo della lista che si vedrà attribuire 1 punto. Il risultato di un candidato è la somma di tutti i punti che gli sono stati attribuiti. Il candidato, o i candidati, i cui punteggi sono i più elevati vincono le elezioni.
• Nel caso in cui n = 1, si ritrova il sistema discrutinio maggioritario a un turno.
• Nel caso in cui n è molto grande e ciascuno può fermare la sua lista dove vuole, si ritrova il sistema di voto per approvazione. In effetti, per n grande, i candidati che sono votati ricevono quasi lo stesso numero di punti, mentre i candidati non classificati si vedono attribuire zero punti. Esempio: se, in una elezione dove n = 10, l'elettore compila un elenco di solo tre candidati, essi si vedranno attribuire rispettivamente i voti di 10, 9 e 8 (o, in modo proporzionale, i voti di 1, 0,9 e 0,8), ossia tre voti vicini di 1, mentre gli altri candidati otterranno un voto pari a 0.
• Quando il sistema di voto obbliga a classificare tutti i candidati, si può diminuire di 1 il numero dei punti attribuiti a ciascuno: il primo della lista ottiene n - 1 punti, il secondo n - 2 punti e così via, fino all'ultimo che riceve 0 punti. Così il punteggio di ogni candidato è un numero compreso tra 0 e (n - 1)v, dove v è il numero di suffragi espressi.
Da organizzazioni single stakeholder
versus organizzazioni
multistakeholder La tendenza all’autoconservazione
La minore tensione verso i bisogni esterni
La minore trasparenza e possibilità di controllo
La minore capacità di attivare risorse gratuite e comunitarie
Il rischio di una maggiore difficoltà di apprendimento
I circoli interni di qualità: un caso di fallimento innovativo
• “…dobbiamo assolutamente uscire dalla morsa delle gare di appalto che ci stanno strozzando. Abbiamo messo in piedi due gruppi di lavoro tra i soci lavoratori per pensare a nuove idee. Ci è venuta in
mente quella di fornire servizi di derattizzazione che sembrava un settore dove non c’è molta concorrenza e stiamo
pensando anche a altre idee.”
Le risorse in due gruppi di cooperative multi e single stakeholder: Il bilancio per voci
Fonti MS SS
Vendita a privati 22 18
Enti pubblici 64 70
Donazioni compartecipazioni
6 1
Altro 8 11
I lavoratori
Lavoratori MS SS
Dipendenti 68 93
Volontari 32 7
Diventare organizzazioni multistakeholder
• A) assumere come focus gli interessi della comunità e non solo quelli dei soci
• B) differenziare i consigli di amministrazione e le basi sociali
• C) coinvolgere i beneficiari diretti dei servizi
• D) collaborare con organizzazioni e altre realtà del territorio
Il focus: La centrale elettrica “diffusa”
• Tre centrali elettriche da una decina di megawatt di cui all’attivo già 17 una in
Umbria praticamente terminata una avviata in Calabria e una in fase di start-up
in Sicilia. Ciascuna centrale produce quanto un impianto eolico una centrale di media grandezza a bio masse solo sono
ubicate sui tetti delle case attraverso panneli fotovoltaici
Il conto complessivo prevede l’installazione di circa 3000 pannelli in Umbria 3000 in Calabria e 4000 in Sicilia. Il costo per le
famiglie è pari a circa 700 euro (circa due piccoli elettrodomestici) e consente di avere per venti anni al bolletta a costo
zero.
Chi realizza il progetto?
Un consorzio umbro. Ad oggi, le cooperative consorziate sono complessivamente oltre 40 presenti in varie regioni italiane; occupano globalmente circa 7500 addetti di cui: 460 sono impiegati in coop. sociali di tipo A in servizi alla persona; 1600 lavoratori sono impiegati in coop. sociali di tipo B (di questi, 570 lavoratori sono cittadini portatori di svantaggio, impegnati nella cooperazione di tipo B); i
rimanenti 5500 addetti in cooperative di servizi non sociali (il grande numero è spiegato dalla presenza della coop C.I.R. che da sola conta circa 5000 addetti e con la
quale si sta sperimentando in Umbria forme di collaborazione sull’inserimento lavorativo).
• Il consorzio contatta le utilities locali, informa e tutela gli interessi delle famiglie,
installa i pannelli attraverso squadre di lavoratori in parte normodotati e in parte
svantaggati.
• “…io credo molto nel concetto di economia sociale sai cosa è per me l’economia sociale? È
un’economia della reciprocità, è aiutare le persone a fare un interesse superiore a quello
individuale. Noi lo facciamo con le famiglie quando stipuliamo un contrato le famiglie sanno
che risparmiano loro ma risparmia anche la comunità risorse energetiche e che il lavoro è garantito ma lo fanno persone che possono
liberarsi dai loro problemi. E’ un dare e un avere un circolo di interessi che produce un bene
comune”
• “…siamo in partnership con una multinazionale cinese – i cinesi sono comunisti cosi siamo a posto dal punto di vista dell’ideologia – loro ci garantiscono materiali d prima qualità a prezzi
competitivi noi installiamo a garantiamo la possibilità di accesso alla comunità – siamo il filtro per entrare in un mercato fiduciario che
altrimenti li sarebbe precluso è questo il valore aggiunto che diamo produciamo fiducia come nessuno altro può fare perché non cerchiamo
guadagno personale e così facciamo da interfaccia tra il mercato e la comunità”
Chi può dire cosa?
Il caso della cooperativa sociale Vita
Nuova
intervistatore vi siete impegnati di recente sul tema della qualità?
direttore Si abbiamo fatto diverse cose: la carta dei servizi per le residenze protette, l’aggiornamento della certificazione…
Intervistatore Perché avete deciso di fare la carta dei servizi?
direttore Per diverse ragioni primo per essere più trasparenti così sanno quello che offriamo..poi anche per evitare contestazioni continue e richieste che arrivano senza capo ne coda…questo diamo e questo è quello che possiamo dare ci chiariamo all’inizio cos non ci sono motivi di screzi.
Intervistatore Perché proprio la carta dei servizi e non qualcosa di altro?
Il caso della cooperativa sociale Vita
Nuova direttore Abbiamo già la certificazione dal 2003.
fondamentalmente era per migliorare la trasparenza e poi l’ente pubblico spinge molto ultimamente su questa storia. Noi siamo finanziati quasi al 100% sul centro residenziale per cui volevamo dare anche un segnale di attenzione a questa sollecitazione
Intervistatore La carta dei servizi è stata fatta con l’aiuto di qualcuno?
direttore Si un consulente noi non avevamo esperienza e sinceramente nemmeno il tempo per fare questa cosa
intervistatore Sono stat coinvolti anche i famigliari e gli utenti nella costruzione della carta?
direttore Beh loro sono i destinatari principali è fatta per loro!
Il caso della cooperativa sociale Vita
Nuova Intervistatore Certo. Ma intendevo nella costruzione degli indicatori
nella forma nella discussione dei contenuti
direttore No così no. Ma sinceramente non so nemmeno se abbia un grande senso I genitori dei disabili sono spesso molto problematici alcuni sono molto anziani. I disabili poi cosa possono dire?
intervistatore Posso vedere la vostra carta dei servizi
Intervistatore Si la ho qui sulla scrivania da qualche parte…un attimo che la cerco ecco è questa…
Cosa è importante per i disabili?
Da organizzazioni consolidate
versus organizzazioni
innovative La disgrazia del vincitore
L’apprendimento superstizioso
La difficoltà di apprendimento
La minore reattività al cambiamento
L’obsolescenza
Le tipologie dell’innovazione per il terzo settore
Incrementale Lavorare con gli stessi gruppi di beneficiari e gli stessi servizi ma migliorando piano piano gli stessi
Espansiva Lavorare con nuovi gruppi di beneficiari ma con gli stessi metodi e servizi
Evolutiva Lavorare con gli stessi gruppi di beneficairi ma fornendo nuovi servizi
Totale Lavorare con nuovi gruppi e nuovi metodi di lavoro e servizi
L’innovazione per le OTSs in Italia
Nessun innovazione 40,4
Incrementale 41,6
Espansiva 24,5
Evolutiva 16,2
Totale 14,7
Il ciclo di vita delle organizzazioni
Start-up
Crescita
Maturità
Declino
Quando è più difficile cambiare?
Start-up
Crescita
MaturitàGli assetti di potere sono consolidati
Ci sono più vincoliOrganizzativi, legali, gestionali
Si è più abituati a fare certe coseLe cose che si è abituati a fare hanno avuto successo
Declino
Le caratteristiche delle cooperative che fanno innovazione
Focus non solo interno ma anche esterno
******
Nuove organizzazioni *****
Modelli di governance aperti
****
Specialisti *****
Politiche pubbliche *****
Networking ******
Superare i confini
“Il limite storico dell’economia sociale (in particolare per quanto concerne la cooperazione sociale
italiana di tipo B, come parte del tessuto economico e produttivo che permette l'abbassamento delle
barriere che ostacolano l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro di quei soggetti più deboli e
meno garantiti dal mercato tradizionale) é quello di operare in settori marginali, a basso valore
aggiunto, a bassa redditività e ad elevata instabilità, relegando così le opportunità di integrazione di
soggetti svantaggiati solo a settori poco qualificati.”
La struttura delle rete consortile
• “ nel consorzio ci sono cooperative sociali e non sociali penso siamo stati tra i primi in Italia a fare questa scelta. E’ stata una scelta logica se dobbiamo espanderci e
lavorare su diversi territori e grandi numeri non si può fare solo con le cooperative
sociali pensa all’impiantistica come faccio a fare grandi numeri se ho solo lavoratori svantaggiati. Il sistema produttivo diventa
rigido.
• “ci sono lavori che possono essere fatti da certe squadre e altri no, le squadre non sono poi tutte egali ci sono persone più fragili più strutturate, in linea di massima penso che dovremo avere un rapporto uno svantaggiato se vuoi chiamarlo
così e dieci abili per reggere il mercato. Solo che se rimaniamo su piccole dimensioni i posti per
persone deboli sono pochi allora dobbima aumentare e numeroi complessivo questo è
stato il ragionamento e per fare questo servono reti larghe. “
Orientamento innovativo e storia organizzativa Consorzio Rosso (Veneto)
Coop Alfa (spin-off)Coop Beta Coop Luigi
Coop Franco Coop Emilio
Coop Giuseppe
Coop Rossa (spin off)
Coop Bianca
Coop LnoCoop Seria (spin-off)
Coop Bussolengo
1988 2010
Coop Marcella
Alta
inno
vazi
one
Bas
sa in
nova
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