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Cattedra di Anestesiologia e

Rianimazione

Facoltà di Medicina e

Chirurgia Università Campus

Bio-Medico

di Roma

Dr. Domenico Sarubbi

SHOCK

www.slidetube.it

LO SHOCK E’ UNA SINDROME CLINICA

CARATTERIZZATA DA UNA GRAVE E

GENERALIZZATA RIDUZIONE DELLA

PERFUSIONE TISSUTALE, CHE TENDE A

PRODURRE, SE PROLUNGATA NEL TEMPO,

ALTERAZIONI DIFFUSE ED IRREVERSIBILI

DELLA FUNZIONE CELLULARE .•www.slidetube.it

• L‟ipoperfusione è un concetto

chiave per riconoscere uno stato di

shock

• La disfunzione d‟organo indotta

da cause diverse dall‟ipoperfusione

non è shock•www.slidetube.it

• Lo shock rappresenta una vera e

propria via finale comune a

molteplici eziologie

• Il comune denominatore è

l‟insufficiente ossigenazione

tissutale di origine circolatoria•www.slidetube.it

I meccanismi patogenetici si possono

ridurre sostanzialmente a tre:

• un volume circolatorio inadeguato

• una compromissione del tono vascolare

• un deficit critico della portata cardiaca•www.slidetube.it

Anche se uno solo di questi meccanismi è

sufficiente ad innescare un processo di

shock, la stessa relazione esistente fra le tre

unità funzionali (massa sanguigna, sistema

vascolare e cuore) fa sì che i segni clinici

siano raramente o per breve tempo limitati

ad un solo settore•www.slidetube.it

CLASSIFICAZIONE

DELLO SHOCK

•www.slidetube.it

EMORRAGICO

PERDITE ESTERNE

Traumi

Sanguinamenti gastrointestinali

Emottisi massiva

PERDITE INTERNE O SEQUESTRO DI SANGUE

Emotorace, emoperitoneo, emorragie retroperitoneali, rottura di aneurisma aortico

SHOCK IPOVOLEMICO

•www.slidetube.it

SHOCK IPOVOLEMICO

NON EMORRAGICO (perdite di volume plasmatico)

Ustioni

Lesioni desquamative-essudative

Perdite gastrointestinali ( vomito, diarrea)

Perdite renali ( chetoacidosi diabetica, insufficienza

surrenalica, eccessiva terapia diuretica)

Perdite interne o sequestro di liquidi ( peritonite,

pancreatite) •www.slidetube.it

• INSUFFICIENZA DEL MECCANISMO CONTRATTILE (infarto

miocardico, cardiomiopatia)

• IMPEDENZA ALL’EIEZIONE VENTRICOLARE (stenosi aortica,

embolia polmonare massiva, dissecazione aortica)

• IMPEDENZA AL RIEMPIMENTO VENTRICOLARE (stenosi

mitralica, mixoma atriale)

• INSUFFICIENZA VALVOLARE

( rigurgito mitralico o aortico acuto, ostruzione o al funzionamento di protesi

valvolari cardiache)

• ARITMIE (Bradi e tachiaritmie)

SHOCK CARDIOGENO

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SETTICO

NEUROGENICO ( lesione spinale, danno cerebrale)

ANAFILATTICO

OVERDOSE DA FARMACI ( anestetici, veno-

vasodilatatori, barbiturici, narcotici)

Solitamente comporta una combinazione di meccanismi

che comprendono ipovolemia, depressione miocardica o un’anomala

distribuzione della circolazione.

SHOCK DISTRIBUTIVO

•www.slidetube.it

La fisiopatologia dello shock costituisce argomento di

notevole complessità, essendo coinvolti molti sistemi,

organi e funzioni quali:

• IL MACROCIRCOLO

• IL MICROCIRCOLO

• IL METABOLISMO CELLULARE

FISIOPATOLOGIA

•www.slidetube.it

Una modesta riduzione della massa circolante (10%

volume ematico)

attivazione simpatico-adrenergica tramite barocettori

e chemocettori aortici, atriali carotidei e aortici per

mantenere entro limiti ottimali la PA

Ne consegue:

MACROCIRCOLAZIONE

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1) Costrizione del sistema arterio-arteriolare ( di grado

massimo nella cute, grasso e muscoli; di grado minimo

nell‟encefalo e miocardio) con centralizzazione del

circolo

2) Aumento della frequenza e della contrattilità

cardiaca

3)Venocostrizione del sistema venoso capacitivo,

finalisticamente diretto ad immettere in circolo le

masse di riserva, consentendo un riempimento atriale

adeguato•www.slidetube.it

Se persiste la causa dell’ipovolemia (es.

perdita di più del 30 % del volume

ematico) si ha un’ulteriore incremento

dell’attività adrenergica

vasocostrizione distrettuale anche in

organi meno resistenti all’ipossia

come fegato, pancreas, reni ed

intestinowww.slidetube.it

• La microcircolazione è l’unica sezione del

sistema circolatorio dove si realizzano gli

scambi fra sangue e tessuti e viceversa.

• L’insufficienza del flusso transcapillare

costituisce la fisiopatologia di ogni stato di

shock

MICROCIRCOLAZIONE

•www.slidetube.it

•La pressione all’interno del capillare dipende

dalla pressione di perfusione e dall’attività

dello sfintere precapillare ( che è sensibile

all’ipovolemia e all’attività simpatica)

• Le alterazioni a carico del microcircolo si

possono schematizzare:

MICROCIRCOLAZIONE

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• prima fase: contrazione dello sfintere

precapillare ( aumento della pressione

intercapillare e del flusso)

• seconda fase: sfinteri pre e postcapillari

chiusi per contrazione massimale con

pressione e flusso nulli ( “anossia ischemica”)

MICROCIRCOLAZIONE

•www.slidetube.it

• terza fase: perdita del tono degli sfinteri

precapillari mentre si mantiene la contrazione della

struttura sfinterica postcapillare con flusso molto

lento, accumulo di sangue nel lume capillare,

fuoriuscita dei liquidi plasmatici verso gli spazi

interstiziali ( “ anossia stagnante”). Aggregazione

granulocitaria ( dovuta a liberazione di mediatori e

sostanze citolesive) con ulteriori turbe di flusso e

danno della parete capillare

MICROCIRCOLAZIONE

•www.slidetube.it

ALTERAZIONE DEL METABOLISMO

CELLULARE

L’ipoperfusione destabilizza la funzione e la

struttura delle cellule e provoca

inevitabilmente una ridotta produzione di

energia per l’obbligata utilizzazione di

substrati in condizione di anaerobiosi

•www.slidetube.it

La glicolisi anaerobia oltre ad essere

molto poco redditizia sul piano

energetico (1 mole di glucosio fornisce 2

moli di ATP invece in quella aerobica 38

moli) determina un accumulo di acido

lattico, come prodotto di scarto

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•La carenza di ATP causa un arresto della pompa

di estrusione del sodio ed un aumento della

permeabilità cellulare: aumenta così l‟idratazione

del citoplasma

• Lo stress ipossico attiva le fosfolipasi

idrolisi dell‟acido arachidonico e degli acidi

grassi insaturi formazione di radicali liberi

dell‟ossigeno•www.slidetube.it

Danno anche delle membrane lisosomiali fino

alla loro rottura, tutto ciò concorre

nell‟attivare un circolo vizioso di progressivo

deterioramento dell‟ambiente intracellulare

causato da acidosi, ipossia, iperidratazione,

squilibro ionico.

•www.slidetube.it

L‟ipoperfusione è un evento che interessa

tutti gli organi anche se il processo di

centralizzazione del circolo tende ad

esercitare una certa protezione nei riguardi

del cuore e dell‟encefalo

•www.slidetube.it

VALUTAZIONE CLINICA

Le ripercussioni più evidenti sono a

carico di organi nobili:

CERVELLO - CUORE - RENE

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Valutazione clinica

La più comune manifestazione clinica di

alterata perfusione :

CAMBIAMENTO ACUTO DELLO STATO

DI COSCIENZA

lieve alterazione dell’acuità mentale

CERVELLO

COMA

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La più comune manifestazione è la Tachicardia dovuta

ad un riflesso neuroumorale in risposta ad una ridotta

performance miocardica; il polso è frequentemente

filiforme; sono spesso presenti aritmie soprattutto in

caso di ischemia miocardica

CUORE

Valutazione clinica

•www.slidetube.it

Si instaura un circolo vizioso:

• L‟ipotensione aumenta l‟ischemia miocardica

con conseguente depressione della funzionalità

cardiaca.

• Ciò determina un aumento della PTDVS*

che causa edema polmonare ed insufficienza

respiratoria con ipossiemia.* pressione tele-diastolica ventricolare sinistra

Valutazione clinica

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Sintomi e Segni

• Dispnea

• Dolore toracico

• Possibili segni di ischemia e aritmie

all‟ECG

Valutazione clinica

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E’ un organo particolarmente sensibile all’ipossia.

Negli stadi precoci si possono avere solo disturbi funzionali

( oligo-anuria da ridotta filtrazione glomerulare) per passare

poi al cosiddetto “rene da shock”in cui fanno la loro

comparsa danni “organici” (necrosi tubulare e corticale)

RENE

Valutazione Clinica

•www.slidetube.it

Sono fra gli organi più colpiti.

Le alterazioni dei capillari polmonari determinano

edema alveolare ed interstiziale, alterazioni degli

scambi gassosi, estese aree atelettasiche fino allo

sviluppo del quadro conclamato dell‟ARDS.

POLMONI

Valutazione Clinica

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Anche in questo caso è evidente il circolo

vizioso

ipossia parenchima polmonare

diminuita ossigenazione del sangue arterioso

accentuazione dell‟ipossia generalizzata

e quindi anche polmonare

Valutazione clinica

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•E‟ profondamente interessato dalle turbe

perfusionali dello stato di shock

•La sofferenza cellulare si traduce in deficit di

funzione ed immissione in circolo di idrolasi,

che aggravano lo stato di shock

FEGATO

Valutazione Clinica

•www.slidetube.it

L‟ipossia ipoperfusiva causa:

• Depressione del sistema reticolo-istiocitario

• Diminuita inattivazione di amine biogene

(catecolamine, serotonina)

• Depressione della protidosintesi ( sintesi del

fibrinogeno e di altri fattori della coagulazione )

Valutazione Clinica

•www.slidetube.it

Queste turbe della funzione epatica si

prolungano nel tempo anche in casi di

superamento dello stato di shock (“epatite

ischemica”) e sono causa di complicanze di

decorso ( ritardo di guarigione di ferite,

suscettibilità alle infezioni, scarsa tolleranza ai

farmaci...)

Valutazione Clinica

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•La lesione ipossica ipoperfusiva causa la rottura dei

granuli zimogeni contenenti enzimi proteasicie

rottura dei lisosomi , dai quali si liberano varie

idrolasi

•Si ha quindi un aumento di proteasi circolanti (non

più inattivate dal fegato) fra cui l‟MDF (miocardial

depressant factor)

PANCREAS

Valutazione Clinica

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•La tripsina attiva il sistema della

coagulazione

•Attivazione del sistema fibrinolitico

tendenza alla diatesi emorragica favorita dal

deficit epatico di fattori coagulativi

•Depressione dell‟attività insulinopoietica

PANCREAS

Valutazione Clinica

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Nello stomaco il deficit di perfusione è

prevalente nel corpo e nel fondo dove si

manifestano lesioni ulcerative (da stress)

STOMACO E INTESTINO

Valutazione Clinica

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Nell‟intestino si producono alterazioni della

permeabilità delle membrane cellulari con

assorbimento indiscriminato di sostanze

potenzialmente dannose

STOMACO E INTESTINO

Valutazione Clinica

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ALTRE MANIFESTAZIONI SISTEMICHE

IPOTENSIONE ARTERIOSA

•La riduzione della pressione arteriosa

sistemica conduce a ipoperfusione e disfunzione

degli organi vitali

•Un calo della PA può essere un segno

premonitore di shock ed una usuale

manifestazione dello shock stesso.•www.slidetube.it

E‟ IMPORTANTE che la misurazione della PA sia

precisa.

Può essere sottostimata in caso di:

• Malattie vascolari periferiche

• Tachicardia

• Polso piccolo

• Aritmie come la FA•www.slidetube.it

ACIDOSI METABOLICA ( lattica)

E‟ dovuta all‟ipossia tissutale ed al conseguente

metabolismo anaerobio, spesso complicato da

una funzione epatica insufficiente a

metabolizzare l‟eccesso di lattato

•www.slidetube.it

ALTRI SINTOMI DIPENDONO DALLA

CAUSA DI BASE, DAL LIVELLO DELLA

FUNZIONE ORGANICA PRIMA

DELL‟INSORGENZA DELLO SHOCK E

DAI MECCANISMI DI COMPENSO.

•www.slidetube.it

OBIETTIVI

• Fornire elementi preziosi per individuare la causa ed

intraprendere una terapia eziologica

• Descrivere lo stato del sistema circolatorio per

impostare una terapia sintomatica

• Seguire l‟evoluzione del quadro clinico e la risposta

alla terapia (monitoraggio)

Valutazione del Paziente con

Squilibri Emodinamici

•www.slidetube.it

• Stato di coscienza

• Temperatura e colorito cutaneo

• Palpazione dei polsi arteriosi

• Attività respiratoria

• Diuresi

• Esame obiettivo toracico

• Esame obiettivo cardiovascolare (valutazione

della FC e della PA)

Valutazione Clinica

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• Elettroliti

• Creatinina

• Az. ureico

• Funzionalità epatica

• Calcio e fosforo

• emocromo completo

• piastrine

• amilasi

• es.urine

• Rx torace

• ECG

La richiesta di altri esami ( es. colture, altre indagini

radiografiche,etc.) dipende dalle singole circostanze

Indagini di Laboratorio

•www.slidetube.it

• La pressione arteriosa può essere misurata, oltre che col

metodo auscultatorio, utilizzando dei sistemi di rilevazione

automatica che impiegano il bracciale di Riva Rocci ed un

rilevatore Doppler.

• Questi sistemi, misurano la pressione ad intervalli regolari,

permettono di risparmiare tempo e spesso consentono di

rilevare i valori pressori anche negli stati ipotensivi più

gravi, quando il metodo auscultatorio fallisce.

Monitoraggio Emodinamico

•www.slidetube.it

• La misurazione cruenta della pressione arteriosa

richiede l‟inserimento di un catetere in un‟arteria,

generalmente l‟arteria radiale, talvolta la femorale

o la pedidia.

• Sono necessari un trasduttore, un monitor adatto

ed un sistema di linee che consenta il lavaggio

continuo del catetere.

Monitoraggio Emodinamico

•www.slidetube.it

• La tecnica è indicata in caso di grave instabilità

pressoria oppure quando sia necessario eseguire

ripetute emogasanalisi arteriose

• E‟ gravata dal rischio di numerose complicanze tra

le quali la lesione permanente dell‟arteria, la

trombosi, l‟ischemia, l‟infezione.

Monitoraggio Emodinamico

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• La misurazione della pressione ci fornisce due

valori, quello massimo o sistolico e quello minimo o

diastolico.

• Nello shock ipovolemico, la vasocostrizione

rappresenta uno dei principali meccanismi di

compenso che permettono inizialmente di evitare o

di limitare l‟ipotensione.

Monitoraggio Emodinamico

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• In questi casi un aumento della pressione

diastolica associato ad una riduzione della

pressione differenziale senza una sensibile

riduzione della pressione sistolica può indicare

la perdita del 15-30% della volemia iniziale.

Monitoraggio Emodinamico

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• Quando la pressione sistolica inizia anch‟essa

a diminuire va sospettata una perdita volemica

ancora maggiore ed il rischio di un imminente

collasso cardiocircolatorio

Monitoraggio Strumentale

•www.slidetube.it

• Nei gravi stati ipotensivi la pressione diastolica può

non apprezzarsi per la marcata riduzione del flusso

arterioso. In altri casi, invece, la riduzione o

l‟impossibilità di misurare i valori diastolici derivano

dalla vasodilatazione arteriosa; in questi casi il

riscontro di una cute calda ed arrossata orienta verso

lo shock da ipovolemia relativa.

Monitoraggio Strumentale

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• Misurazione invasiva della pressione venosa centrale

(PVC): fornisce un indice del precarico del ventricolo

destro

• Il precarico cardiaco è l‟espressione del grado di

stiramento delle fibre miocardiche prima dell‟inizio

della sistole. Entro certi limiti, la gittata cardiaca è

proporzionale al precarico, secondo la legge di Frank-

Starling

Monitoraggio Strumentale

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• Le misure del precarico sono particolarmente utili nel

trattamento del paziente con squilibri emodinamici

perché consentono di discriminare lo shock

ipovolemico, caratterizzato da uno scarso riempimento

ventricolare e quindi da un basso precarico, dallo shock

cardiogeno, caratterizzato dalla distensione

ventricolare e quindi da un precarico elevato.

Monitoraggio Strumentale

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• La PVC viene misurata inserendo un catetere in

atrio destro, attraverso le vene giugulare interna o

esterna, succlavia, o cefalica del braccio.

• Attraverso il lume del catetere è possibile misurare

la pressione nell‟atrio destro e, indirettamente, la

pressione telediastolica del ventricolo destro.

Monitoraggio Strumentale

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• E‟ possibile connettere il lume del catetere ad un

trasduttore di pressione sul monitor sarà

possibile apprezzare l‟atriogramma destro, cioè

l‟andamento della pressione nell‟atrio durante il

ciclo cardiaco, con le onde positive a (sistole

atriale), c (sistole ventricolare isometrica) e v

(riempimento atriale durante la sistole ventricolare

isotonica).

Monitoraggio Strumentale

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• Il valore della PVC è in genere di 1-10 mm di Hg con un

valore medio di 5 mm di Hg.

• Valori BASSI suggeriscono la presenza di una ipovolemia

vera o relativa

• Valori ELEVATI possono osservarsi quando vi sia un

sovraccarico idrico, un ostacolo al riempimento ventricolare

destro (tamponamento cardiaco, pneumotorace iperteso) o

un‟insufficienza ventricolare destra.

Monitoraggio Strumentale

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• Un buon indice clinico della PVC è

costituito dal riempimento delle vene

giugulari esterne.

Monitoraggio Strumentale

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• Il cateterismo dell’arteria polmonare consente la misura della

pressione nell‟arteria polmonare, della PCWP ( PRESSIONE DI

INCUNEAMENTO CAPILLARE POLMONARE) e della gittata

cardiaca.

• Il catetere di Swan-Ganz ha un lume prossimale che si apre nell‟atrio

destro ed uno distale che si apre nell‟arteria polmonare, un termistore

che consente di misurare la temperatura del sangue in arteria

polmonare ed un palloncino che può essere gonfiato sull‟estremità

distale del catetere.

Monitoraggio Strumentale

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Il palloncino gonfiato in atrio destro, guida il catetere

nell’attraversamento del ventricolo destro fino all’arteria

polmonare, dove viene sgonfiato.

La pressione presente nell‟arteria polmonare (valore

sistolico normale tra 15 e 30 mm di Hg, valore diastolico

tra 5 e 15 mm di Hg) misura il postcarico del ventricolo

destro che aumenta in tutte le condizioni di ipertensione

polmonare primitiva o secondaria. •www.slidetube.it

La presenza del circolo capillare polmonare tra l‟estremità

del catetere e l‟atrio sinistro rende la misura della pressione

in arteria polmonare inadeguata alla misura del precarico

ventricolare sinistro.

Se il catetere di Swan Ganz viene sospinto ulteriormente in

avanti nei rami dell‟arteria polmonare col palloncino ancora

gonfio, ad un certo punto il palloncino diventerà occludente,

il flusso nel ramo polmonare si interromperà•www.slidetube.it

In assenza di flusso la differenza di pressione tra il ramo

dell‟arteria polmonare dove è posizionato il catetere e l‟atrio

sn si annulla e la pressione media, detta pressione di

incuneamento capillare polmonare (PCWP), corrisponde con

buona approssimazione sia alla pressione atriale sinistra che

alla pressione telediastolica del ventricolo sn

•La PCWP è in genere compresa tra 5 e 15 mm di Hg, con un

valore medio di 10 mm di Hg. •www.slidetube.it

Poiché il ventricolo destro e il ventricolo sinistro sono in

serie, i valori di precarico dell‟uno e dell‟altro hanno in

genere un andamento simile.

Negli squilibri emodinamici caratterizzati da una

componente ipovolemica, sia la PVC che la PCWP sono

basse.

Nello scompenso cardiaco sinistro, tuttavia, il dato della

PCWP può rivestire una particolare importanza per

ottimizzare il precarico sinistro, guidando così la terapia

infusionale.•www.slidetube.it

•Il catetere di Swan-Ganz consente la misurazione della

gittata cardiaca.

•La gittata cardiaca viene solitamente rapportata alla

superficie corporea ed espressa come INDICE CARDIACO

in l/min/m2; normalmente l‟indice cardiaco a riposo è intorno

a 3,0 – 3,5 l/min/m2, col termine di bassa gittata si definisce

una condizione caratterizzata da valori di indice cardiaco

inferiori a 2,5 l/min/m2

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CAUSE GITTATA

CARDIACA

RSV PCWP PVC SVO2

Shock

ipovolemico

Shock

cardiogeno

/ N N

Shock

settico

Precoce

Tardivo

N

N

N

N

N

Pattern emodinamici nei vari

tipi di shock

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ECG

Pulsossimetria

Capnometria

Emogasanalisi (valutazione del PH,

pO2,pCO2 e della SvO2)

Monitoraggio non

Emodinamico

•www.slidetube.it

Il monitoraggio elettrocardiografico si propone

principalmente il rilevamento delle aritmie e dei

segni di ischemia acuta del miocardio.

La II derivazione viene solitamente selezionata

perché consente una migliore visualizzazione

dell‟onda P e quindi facilita il riconoscimento

delle aritmie sopraventricolari•www.slidetube.it

Le aritmie ventricolari sono in genere

riconoscibili in tutte le derivazioni per il

sovvertimento della morfologia del QRS.

Il rilevamento dei segni di ischemia miocardica

richiede il monitoraggio, oltre che della II

derivazione, di V5, la derivazione precordiale

che meglio esplora la massa del ventricolo

sinistro.•www.slidetube.it

• La pulsossimetria permette di misurare la saturazione

dell‟emoglobina nel sangue arterioso.

• La metodica si basa sui diversi spettri di assorbimento

dell‟ossiemoglobina e dell‟emoglobina ridotta,

confrontando mediante un sensore posto su una falange

della mano o sul lobo dell‟orecchio la quantità di luce

assorbita dai tessuti alle lunghezze d‟onda di 660 e 940

nm.

•www.slidetube.it

• Errori nella misura possono derivare dal

malposizionamento del sensore, da una perfusione

ematica inadeguata, che porta alla scomparsa

dell‟onda pressoria, dalla presenza di forme

patologiche di emoglobina, quali la

carbossimoglobina e la metaemoglobina.

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• La capnometria è una metodica che consente di

misurare con un analizzatore all‟infrarosso la

concentrazione della CO2 nei gas espirati dal paziente.

• In particolare gli apparecchi forniscono la

concentrazione telespiratoria della CO2 che

rappresentano con buona approssimazione un

campione di aria alveolare.

•www.slidetube.it

• La concentrazione telespiratoria di CO2 (end tidal

CO2) è quindi un indice misurabile in continuo

della concentrazione di CO2 alveolare e di

conseguenza della ventilazione alveolare; inoltre

essa è anche indicativa della pCO2 arteriosa perché

il gas alveolare ed il sangue capillare si equilibrano

negli alveoli normoperfusi

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• Fornisce anche delle indicazioni sulla funzione cardiocircolatoria

del paziente.

• Se si verifica una riduzione acuta della gittata cardiaca

lo spazio morto fisiologico aumenta ed i valori di pCO2

alveolare e telespiratoria diminuiscono bruscamente. Nel caso

limite dell‟arresto cardiaco, la pCO2 alveolare e quella

telespiratoria tendono allo zero e l‟incremento della pCO2

telespiratoria durante le manovre rianimatorie indica l‟efficacia

del massaggio cardiaco.

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• L’emogasanalisi consente di misurare nei campioni

di sangue tre parametri, il pH, la pO2 e la pCO2, e di

calcolarne diversi altri, tra i quali l‟eccesso base, la

concentrazione plasmatica del bicarbonato e la

saturazione dell‟emoglobina.

• L‟esame è generalmente eseguito su campioni di

sangue arterioso o di sangue venoso misto

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• L‟ipotensione arteriosa è così grave da richiedere

un‟immediata rianimazione?

• Il paziente richiede intubazione e supporto

ventilatorio?

La conseguenza di un approccio non aggressivo

può essere un’insufficienza d’organo irreversibile

anziché un completo recupero

Valutazione Iniziale

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• Dovrebbero essere intraprese misure rianimatorie

aggressive per correggere l‟ipotensione quando la PA

scende sotto i 90 mmHg di sistolica e 60 di media

• Importanti sono i segni di ipoperfusione degli organi

vitali: ottundimento psichico, oliguria, edema

polmonare, angina

Terapia dell‟Ipotensione

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• Va inoltre valutata la presenza di: tachicardia o

bradicardia, cute fredda e appiccicosa

• Se tali segni sono assenti, valutare la possibilità

di un errore di misurazione

Terapia dell‟Ipotensione

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• E’ richiesta nei casi di shock conclamato e

prevede la IOT (intubazione orotracheale) e la

ventilazione meccanica

Ventilazione Meccanica

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UTILITA‟

• I MUSCOLI RESPIRATORI RICHIEDONO UNA

QUOTA SPOPORZIONATA DI GITTATA CARDIACA

• LA VENTILAZIONE AIUTA LA RISOLUZIONE

DELL‟ACIDOSI LATTICA

• LA IOT PROTEGGE LE VIE AEREE IN CASO DI

MODIFICAZIONI DELLE CONDIZIONI PSICHICHE

( es. rischio di aspirazione)

Ventilazione Meccanica

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• cianosi

• grave tachipnea

• bradipnea

• uso dei muscoli

respiratori accessori

• ottundimento psichico

• edema polmonare

• ARDS

• polmonite

• anafilassi

E’ obbligatoria in presenza di:

Ventilazione Meccanica

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SHOCK IPOVOLEMICO

•www.slidetube.it

• Condizione associata da una mortalità del 20-

60 %

• Perdite ematiche inferiori al 20-25 % del

volume intravascolare possono essere

compensate dall‟organismo attraverso

meccanismi neurormonali (aumento delle

RVS e della contrattilità miocardica con

conseguente aumento della CO e della FC).

Shock Ipovolemico

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• Se la perdita supera il 40% del

volume intravascolare si realizza

una condizione di shock

Shock Ipovolemico

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SEGNI CLINICI

• Polipnea

• Tachipnea

• Diminuzione dei polsi periferici

• Ipotensione severa

• Cute fredda e sudata

• Confusione mentale-ansia- coma

• Oliguria

• Iperlattacidemia

Shock Ipovolemico

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Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4

Perdite di sangue

(ml)

< 750 750-1500 1500-2000 >200

Perdite (% di

volume ematico)

<15 15-30 30-40 >40

Frequenza cardiaca <100 100-120 120-140 >140

Pressione arteriosa Normale Normale Ridotta Ridotta

Intensità dei polsi Normale Ridotta Ridotta Ridotta

Frequenza

respiratoria

14-20 20-30 30-40 >35

Diuresi (ml/h) >30 20-30 5-15 Minima

Condizione

neurologiche

Lieve ansia Moderata ansia Ansia-

confusione

Confusione,

stupor

Terapia Cristalloidi Cristalloidi Cristalloidi +

sangue

Cristalloidi+

sangue

Shock Ipovolemico

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STABILIZZAZIONE DEL PAZIENTE

• Ampi accessi venosi per la fluidoterapia

• Catetere vescicale

• Emocromo urgente e parametri

emocoagulativi

• Tipizzazione del gruppo sanguigno

• Frequente valutazione dei parametri vitali

Shock Ipovolemico

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Terapia

Il trattamento dello shock ipovolemico ha 3 obiettivi

fondamentali:

1. espansione del volume intravascolare;

2. ripristino della capacità di trasporto per l‟O2;

3. terapia di eventuali difetti emostatici;

4. trattamento chirurgico causale.

Shock Ipovolemico

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Espansione del volume intravascolare

• Le soluzione cristalloidi isotoniche (Ringer –lattato o

–acetato) sono universalmente riconosciute per

ottenere l‟espansione del volume intravascolare e per

la correzione delle alterazioni idroelettrolitiche,

assicurando un adeguato riempimento venoso ed il

mantenimento di adeguate pressioni ma con elevato

rischio di edema polmonare e tissutale.

Shock Ipovolemico

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• Le soluzioni colloidi (emagel, destrani, albumina) portano ad

una rapida e più persistente correzione del deficit volemico,

prevenendo la formazione dell‟edema polmonare ma con

aumentato rischio di reazioni anafilattiche, di interferenza sulla

coagulazione e tossicità renale

• Utili nelle urgenze in attesa della disponoibilità di sangue

Shock Ipovolemico

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Espansione del volume intravascolare

• Gli indici da seguire nella somministrazione di fluidi

sono la PVC, la diuresi oraria, il livello di coscienza

il miglioramento dei segni di perfusione periferica

della cute e dei tegumenti.

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

• Il trasporto di O2 è dato dal prodotto della gittata

cardiaca per il contenuto arterioso di O2 (DO2= CO x

CaO2).

• Il contenuto arterioso di ossigeno è regolato da diverse

variabili ma in presenza di una normale ossigenazione

polmonare, l‟emoglobina ne è il principale determinante.

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

Una riduzione della concentrazione di emoglobina puòavere 2 effetti sulla disponibilità di O2 a livello tessutale:

- il trasporto di O2 viene ridotto come conseguenza dellariduzione del contenuto arterioso

- il trasporto di O2 rimane costante perchè l‟aumento dellagittata cardiaca aumenta la riduzione del contenutoarterioso.

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

• L‟approccio tradizionale alla trasfusione è quello di

mantenere una concentrazione di emoglobina di

almeno 10 g/dl ed un ematocrito sopra 30.

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

• Recentemente e in relazione alla considerazione dellasicurezza e disponibiltà del sangue, le indicazioni allatrasfusione devono scaturire dalla valutazione dellecondizioni del paziente, considerando emodinamica,ventilazione, diuresi, equilibrio acido-base; pazienti conbuona funzione cardiovascolare possono tollerare valoridi ematocrito del 20-25%

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

Le raccomandazioni del National Consensus Conference

on Perioperative Red Cell Transfusion riflettono la

complessità della valutazione dell‟ematocrito ottimale e

prescrivono:

-se Hb > 10g/dl, la trasfusione è raramente indicata

-se Hb < 7 g/dl, la trasfusione generalmente è indicata

Shock Ipovolemico

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Ripristino della capacità di trasporto del’O2

• se Hb è minore di 10g/dl e maggiore di 7 g/dl,

la necessità della trasfusione deve essere

valutata sulla base dello stato clinico.

Ricordare che il sangue somministrato e’ citrato

somministrare quindi Gluconato di Calcio (in genere 1

fiala ogni 2-3 flaconi), specie se le trasfusioni vengono fatte

rapidamente

Shock Ipovolemico

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Terapia di eventuali difetti emostatici

• La causa di insorgenza di difetti emostatici inseguito ad emorragia massiva è da ricercarenella diluizione dei vari elementi coagulativi, inseguito al reintegro volemico superiore a 1,5volte la volemia.

Shock Ipovolemico

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Terapia di eventuali difetti emostatici

• Gli esami di laboratorio dimostrano:

- ridotta conta piastrinica

- aumento del tempo di sanguinamento

- aumento del TAP e PTT

- ridotto fibrinogeno.

• Il trattamento di questa alterazione prevede l‟uso dipiastrine e plasma fresco congela

Shock Ipovolemico

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ALGORITMO PER EMORRAGIA MASSIVA

• Valutazione segni vitali: assicurare una adeguata funzione

respiratoria

• Posizionare ampi accessi venosi per fluidoterapia ed inviare esami

di laboratorio (gruppo sanguigno, cross reazioni, emocromo, parametri

coagulativi)

• Posizionamento catetere vescicale

• Compressione dell‟eventuale sito emorragico

• Eventuale trasfusione di sangue 0-Rh negativo, di plasma e piastrine

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ALGORITMO PER EMORRAGIA MASSIVA

• Somministrazione di 1 grammo di Calcio

• Cloruro lentamente

• Riscaldare paziente e liquidi di infusione

• Comunque e sempre ossigenoterapia

• Rivalutazione frequente dei parametri vitali

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SHOCK CARDIOGENO

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• E‟ un deficit meccanico di pompa che si realizzaper un danno miocardico > al 40 %.

• E‟ caratterizzato da uno stato di bassa portatacardiaca ( cardiac index < 1,8L/m/m2), elevatepressioni di riempimento del ventricolo sinistro(PCPW > 18 mmHg), ipotensione sistemica ( PAsistolica di 80-90 mmHg) ed evidenza diipoperfusione d‟organo

Shock Cardiogeno

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• E‟ la causa più frequente di morte

intraospedaliera nell‟IMA

• Incidenza: 15-20% degli IMA nei primi anni

„70, ora ridotta a 5-7%

• Prognosi severa mortalità del 70-80 %

Shock Cardiogeno

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EZIOLOGIA

In pazienti con infarto miocardico è dovuto

in più dell‟80% dei casi a danno esteso del

miocardio del ventricolo sinistro.

Nei casi rimanenti è presente una

complicanza meccanica ( rottura muscolo

papillare, rottura SIV)

Shock Cardiogeno

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• FISIOPATOLOGIA

E‟ la conseguenza di un circolo vizioso:

ostruzione coronarica ischemia miocardica

riduzione della contrattilità e della performance

ventricolare riduzione della PA e della

pressione di perfusione coronarica ulteriore

ischemia,estensione della necrosi e progressiva

insufficienza contrattile ventricolare

Shock Cardiogeno

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CLINICA

• ipotensione ( PA<90 mmHg)

• obnubilamento del sensorio

• cute pallida e sudata

• oliguria< 20 ml/h

• tachicardia e/o aritmie

• congestione polmonare

Shock Cardiogeno

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MONITORAGGIO

• Diuresi

• ECG

• Emodinamico invasivo

• Ecocardiografia bidimensionale ( utile soprattutto

per la diagnosi differenziale)

Shock Cardiogeno

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OBIETTIVI TERAPEUTICI

Migliorare la contrattilità miocardica in modo da

favorire:

la perfusione periferica (ossigenazione tissutale)

il ritorno venoso al cuore (diminuire la congestione

polmonare)

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

Se su base ischemica:

trombolisi nelle prime 4-6 ore

disostruzione meccanica (angioplastica

coronarica nelle prima 12 ore)

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

Comunque:

Inotropi per aumentare la CO, ridurre la congestione

polmonare e mantenere un‟adeguata perfusione

d‟organo, grazie all‟azione di modulazione vascolare

tipica di questi farmaci

Tra i più impiegati la Dopamina da sola o associata alla

Dobutamina ; l‟associazione permetterà di ridurre i

rispettivi dosaggi

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

• Le dosi e le associazioni verranno stabilite caso per

caso in base alla pressione arteriosa, alla frequenza

cardiaca e alla presenza o meno di aritmie.

• La Dopamina può essere impiegata in qualunque

tipo di shock cardiogeno specie se associata ad

ipotensione ed oliguria.

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

• Se vengono richiesti dosaggi >10 /Kg/m‟ è bene

associare Dobutamina specialmente se è presente

severa acidosi ed intensa vasocostrizione periferica

• Nel caso in cui non ci sia risposta si potrà ricorrere

all‟Adrenalina, 1-2 fiale in 100-250 cc di glucosata

al 5%, regolando l‟infusione caso per caso

Shock Cardiogeno

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La Dopamina è divenuta la catecolammina di scelta

nella maggiorparte dei casi. L‟effetto è in rapporto

ai dosaggi:

- per 1-3 gamma/Kg/m‟l‟effetto è prevalente a livello

renale con aumento della portata e della diuresi

(recettori dopaminergici)

- per 3-8 gamma/Kg/m‟viene mantenuto l‟effetto

renale ma associato ad un effetto beta 1

- per dosaggi > a 9 gamma/Kg/m‟compare l‟effetto

alfa

Shock Cardiogeno

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Provoca vasocostrizone periferica (alfa) ma con

vasodilatazione renale e splancnica, aumenta la

forza di contrazione cardiaca , la frequenza e la

conduzione AV ( beta 1). Assente l‟effetto beta 2.

Infusione di dopamina da 2,5- 5 gamma/Kg/m‟fino

ad un massimo di 20. Se necessario dosaggi

superiori, considerare la noradrenalina o

l‟associazione con Dobutamina.

Shock Cardiogeno

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La Dobutamina è un farmaco beta 1 selettivo con

minimo effetto beta 2. Dosaggio:2,5-15

gamma/Kg/m‟fino ad un max di 40.

Dotato di una potente azione inotropa positiva,

cronotropa positiva, batmotropa positiva.

A differenza della dopamina dilata le arterie

muscolari ma non le renali. Inoltre rispetto alla

dopamina causa meno frequentemente aritmie.

Shock Cardiogeno

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Assieme alla Dopamina è il farmaco più utilizzato.

E‟ particolarmente utile in caso di elevate pressioni

polmonari con scompenso o shock.

Può essere efficace nei casi refrattari alla Dopamina

che viene mantenuta alle dosi di 3 gamma/Kg/m‟

per sfruttare l‟effetto a livello renale

Utilizzare solo se la pressione è sistolica è > 90

mmHg.

.

Shock Cardiogeno

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Vasodilatatori ( se valori pressori >100 mmHg):

- Arteriosi: provocando vasodilatazione arteriosa

riducono l‟afterload (tra i più impiegati

nitroprussiato , fentolammina)

- Venosi: diminuiscono il preload e sono indicati

quando è presente congestione venosa ( tra i più

usati: Nitroglicerina)

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

Correzione delle aritmie con farmaci, pace-maker,

terapia elettrica

Correzione delle alterazione elettrolitiche e del

PH

Sedazione con morfina o diazepam

Eventualmente ventilazione meccanica

Shock Cardiogeno

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TERAPIA

Contropulsatore aortico

Riduzione del postcarico riduzione del

consumo di ossigeno e dell‟ischemia

Contemporaneo aumento della perfusione

coronarica per aumento delle pressione aortica

diastolica

Shock Cardiogeno

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Contropulsatore aortico

Indicazioni

Pz emodinamicamente instabili che necessitano di

un supporto di circolo per eseguire cateterismo

cardiaco sin, PTCA o cardiochirurgia d‟urgenza

per complicanza meccanica

Pz con shock cardiogeno che non risponde alla

terapia medica

Shock Cardiogeno

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SHOCK SETTICO

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• E‟ causato da agenti infettivi e/o dalle loro tossine

presenti in circolo

• La sepsi non è uno shock settico ma una reazione

infiammatoria sistemica all‟infezione con febbre,

tachicardia, tachipnea, alcalosi respiratoria

• Lo shock settico è costituito dall‟associazione di una

sepsi grave con un‟ipotensione che non risponde ad

un‟adeguata fluidoterapia ed al supporto inotropo

Shock Settico

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CRITERI DIAGNOSTICI

Presenza di colture ematiche positive o di un ben

identificato focolaio di infezione

Ipotensione sistemica nonostante adeguato

reintegro delle volemia o necessità di un supporto

inotropo e/o di vasopressori per mantenere una

normale pressione arteriosa

Esclusione di altre cause di shock

Shock Settico

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La maggiorparte degli shock settici sono

secondari ad infezioni da Gram negativi aerobi

anche se negli ultimi anni sta aumentando

l‟incidenza di infezioni da gram positivi

I batteri più frequentemente coinvolti sono

Escherichia coli, Klebsiella, Staphylococcus

Shock Settico

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• Il meccanismo patogenetico è complesso ed è

basato sull‟interazione di sostanze esogene

prodotte dai microorganismi ( es. endotossina dei

Gram negativi) e sostanze endogene prodotte

dall‟organismo ospite

Shock Settico

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Vengono comunque attivati direttamente il

complemento, la cascata coagulativa, il sistema

delle chinine, le fosfolipasi plasmatiche con il

rilascio di prostaglandinie, leucotrieni, beta-

endorfine e diverse componenti cellulari

infiammatorie. Recentemente è stato attribuito un

ruolo importante all‟ossido nitrico, potente

vasodilatatore.

Shock Settico

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Caratteristiche cliniche

E‟ uno stato iperdinamico ad alta CO, con basse

RVP e ridotta utilizzazione periferica di ossigeno

(alta SVO2) per una maldistribuzione

generalizzata del flusso ematico a livello dei letti

periferici.

Shock Settico

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E‟ caratterizzato da:

PA < 90 mmHg

Tachicardia >120bpm

oliguria < 20-30ml/h

febbre > 37.5°C o ipotermia < 36°C

leucocitosi (WBC>12000) o leucopenia (WBC<

4000)

Shock Settico

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Alterazione dello stato mentale

Alterazione della funzionalità epatica

(GOG;GPT; gamma GT, glicemia)

Alterazione della funzionalità renale ( azotemia e

creatinina)

ARDS

Shock Settico

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OBIETTIVO TERAPEUTICO

Eliminare il focolaio di sepsi

Contemporaneamente evitare l‟instaurarsi della

MOF (Multiple Organ Failure) attraverso il

sostegno di circolo ed il miglioramento della

perfusione periferica.

Shock Settico

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TERAPIA

Al solo sospetto terapia empirica ( poi mirata sui

dati dell‟emocultura) con antibiotici a largo spettro

(Ceftazidime per i Gram - e Vancomicina per i

Gram +. Grant , Current Therapy 1996)

Se si sospetta una sepsi da anaerobi si aggiunge

Clindamicina

Shock Settico

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TERAPIA

Supporto emodinamico: fluidoterapia di

sostegno e inotropi (migliora la perfusione

degli organi soprattutto nei distretti splacnico,

renale e periferico).

Correzione dell‟acidosi e dei disturbi

elettrolitici.

Shock Settico

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TERAPIA

Cortisonici (Solumedrol, Decadron):entrambi sono in

grado di prolungare la sopravvivenza per alcuni giorni

durante i quali latre terapia ma è fondamentale un

inizio precoce (entro 4 h) della terapia. Secondo alcuni

autori però non sarebbero di nessuna utilità perché non

riducono la mortalità ma aumentano le infezioni

(Horowitz, Current Therapy1995)

Shock Settico

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TERAPIA

Supporto emodinamico: fluidoterapia di

sostegno e inotropi (migliora la perfusione degli

organi soprattutto nei distretti splacnico, renale

e periferico).

Correzione dell’acidosi e dei disturbi

elettrolitici.

Shock Settico

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SHOCK ANAFILATTICO

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• L’anafilassi è una reazione allergica sistemica ad una

sostanza che può aver causato una precedente

sensibilizzazione

• Insorge a distanza di minuti o al massimo di ore

dall’esposizione alla sostanza e presenta sintomi

variabili a carico di diversi organi ed apparati

Shock Anafilattico

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• L‟anafilassi si esplica attraverso meccanismi che

hanno come via comune la liberazione di

mediatori da parte dei mastociti

• Numerosi sono i mediatori implicati nella genesi

delle manifestazioni dell‟anafilassi: istamina,

prostaglandine, trombossano , leucotrieni

Shock Anafilattico

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CLINICA

• Sintomi cutanei: arrossamento locale o

generalizzato, prurito

• Sintomi a carico delle mucose: congestione

ed edema a carico della mucosa nasale, della

laringe, dei bronchi e dell‟intestino

Shock Anafilattico

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CLINICA

• Contrazione dei muscoli lisci: coliche

intestinali ed uterine, broncospasmo, diarrea

Shock Anafilattico

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CLINICA

Possono essere distinti quadri di

diversa gravità:

Shock Anafilattico

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PERICOLOSI PER LA VITA:

• Compromissione respiratoria: broncospasmo,

laringospasmo

• Compromissione cardiovascolare:shock,

tachicardia, aritmie, aumento della

permeabilità cardiovascolare

Shock Anafilattico

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CON MANIFESTAZIONI GENERALMENTE

NON LETALI:

• della cute: prurito, orticaria, angioedema,

eritema

• del SNC: vertigini, malessere, sincope,stupor

Shock Anafilattico

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CON MANIFESTAZIONI GENERALMENTE NON

LETALI:

• degli occhi: congiuntivite, lacrimazione, prurito

• del naso: rinorrea, prurito, congestione

• gastrointestinali: nausea, vomito, dolore

addominale , diarrea

Shock Anafilattico

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TERAPIA

• La priorità consiste nell‟identificare e

trattare le complicanze che possono

mettere in pericolo la vita e che per questa

patologia sono costituite dallo shock e

dall‟ostruzione laringea

Shock Anafilattico

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TERAPIA

• La terapia dell‟anafilassi si basa

sull‟impiego dell‟adrenalina il più

potente antagonista funzionale

dell‟istamina

Shock Anafilattico

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Adrenalina: 0,3-0,5 cc ( nei bambini 0,1 cc/Kg) al

1/1.000 S.C. o I.M. rpetibili dopo 15‟ se

necessario; se non c‟è miglioramento : 0,1-0,2 cc

I.V. diluiti in 10 cc di soluzione fisiologica (

Lockey, Current Therapy 1998)

Shock Anafilattico

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TERAPIA

Altri presidi farmacologici:

• Antistaminici: Difenilidramina 25-50 mgI.M. o I. V. ripetibili ogni 4-6 h ( Lockey,

Current Therapy 1998). Poco efficaci di solitonel far regredire la reazione acuta ma neriducono la durata e le recidive.

Shock Anafilattico

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• Cortisonici: Flebocortid 0,5-2 gr I.V. (bambini 10

mg/Kg) o Solumedrol 0,5 gr ripetibili se le precedenti

misure hanno fallito ( Raby, Current Therapy1995).

Non sono “salva-vita” perché il loro effetto non è

immediato (> 1 h) ( Kaliner, Current Therapy, 1999)

Shock Anafilattico

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• Se persiste collasso cardiovascolare si impiegano

vasopressori tipo Dopamina o Noradrenalina.

• Aminofillina 250-500 mg I. V. ripetibili, bambini 4

mg/Kg in 30‟; occorre cautela in caso di ipotensione.

Shock Anafilattico

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• Tenere il paziente sotto controllo per almeno per 24 h

per il rischio di recidive dopo 6-8 h (Raby, Current

Therapy 1995)

Shock Anafilattico

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Algoritmo

1. Rapida valutazione dello stato di coscienza,

pervietà delle vie aeree, dei parametri

cardiocircolatori

2. Disponibilità di una via venosa periferica

3. Sospendere eventuali somministrazioni di

sostanze sospette

Shock Anafilattico

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Algoritmo

4. Somministrazione di 0,3-0,5 mg di adrenalina

sottocute

- se il paziente ritorna asintomatico ed è stabile,

dopo un‟ora può essere dimesso

Shock Anafilattico

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Algoritmo

- se il paziente rimane sintomatico e dispnoico,

somministrare la stessa dose di adrenalina

sottocute ogni 10-20 minuti ed associare anche

un antistaminico ed un glucocorticoide

Shock Anafilattico

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Algoritmo

5. Trattamento dei sintomi respiratori: in presenza

di dispnea senza stridore è indicato l‟uso di O2

con cannula nasale o maschera e pallone e la

somministrazione di aminofillina

Shock Anafilattico

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Algoritmo

5. Trattamento dei sintomi respiratori: in

presenza di stridore laringeo provvedere

a IOT o eventualmentea tracheostomia

Shock Anafilattico

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Algoritmo

6. Trattamento dei sintomi cardiocircolatori:

in presenza di ipotensione, terapia con adrenalina,

fluidoterapia e se persiste lo stato ipotensivo iniziare

infusione endovenosa di adrenalina e

successivamente glucagone

Shock Anafilattico

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Multiple Organe Failure

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MULTIPLE ORGAN FAILURE

• Stato cronico in cui la PA necessita di controllo

con farmaci vasoattivi e caratterizzato da funzioni

d‟organo alterate , spesso associato alla sepsi.

• La mortalità è > al 60%

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Il cuore riveste un ruolo critico nella fisiopatologia

della MOF (e dello shock in genere):

• l‟estrazione miocardica di O2 è già in condizioni

normali quasi massimale

• quando la funzionalità coronarica è diminuita la

funzionalità cardiaca può essre compromessa

• alcuni fattori deprimenti il miocardio giocano un

ruolo importante in alcuni tipi di shock (es.settico)

CUORE

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Il cervello dipende , per le sue esigenze metaboliche quasi

esclusivamente dalla perfusione

• La perfusione cerebrale può essere compromessa

significativamente da diminuzioni regionali del FEC

(flusso ematico cerebrale) dovute a concomitanti malattie

cerebrovascolari

• l‟autoregolazione cerebrale , in presenza di alterazioni

pressorie, dipende dalla tensione locale di CO2 e di O2

CERVELLO

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L‟insufficienza respiratoria è frequente nello shock e quasi sempre

inizia con l‟edema polmonare ( EPA)

• L‟aumento della pressione idrostatica e della permeabilità

capillare causa edema polmonare

• La fluido-terapia , in assenza di un grosso volume di

sovraccarico, non è quasi mai una causa determinante

POLMONE

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• La patogenesi dell‟oliguria risulta più complessa da

spiegare che con la sola ipoperfusione

• La stimolazione simpatica e le catecolamine circolanti,

l‟angiotensina e la produzione locale di prostaglandine

contribuiscono alla vasocostrizione dell‟arteriola afferente

e alla redistribuzione del flusso all‟interno del parenchima

renale.

RENE

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Il danno ischemico al fegato, al pancreas ed al trattogastrointestinale può essere importante nell‟iniziare eperpetuare uno shock

• quando la cellula epatica muore rilascia enzimi come la GOTe la GPT

• la sofferenza ischemica dell‟intestino si manifesta comesequestro di fluidi nell‟interstizio e con emorragia e necrosidella mucosa

• il pancreas rilascerebbe un fattore deprimente il miocardio

Organi Splacnici

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Le alterazioni ematologiche possono essere molto

importanti in corso di shock.

• La disfunzione piastrinica può contribuire al quadro

clinico

• La coagulazione intravascolare disseminata non è

frequente, escluso nello shock settico

SANGUE

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