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33VENERDÌ 4 MARZO 2016 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CAMPIONE A TEATRO CONTENUTOPREMIUM

1 Un’immagine dello spettacolo «L’avventuroso viaggio a Olimpia» andato in scena a Firenze PIERRO 2 Un momento del «La leggenda del pallavolista volante» entrambi con Beatrice Visibelli

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12● I secoli di durata della leggenda di Olimpia come sede dei primi Giochi Olimpici della storia: dal 776 avanti Cristo al 393 dopo Cristo

OlimpiaL’AVVENTUROSO VIAGGIO DI ZORZINEI GIOCHI GRECI

«QUANDO GIOCAVO, NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ DOVEVO CHIUDERMI IN ME STESSO. SUL PALCO È ESATTAMENTE IL CONTRARIO, TI DEVI APRIRE A QUELLO CHE STA FUORI DI TE»

IL RACCONTOdi GIAN LUCA PASINI

I fulmini di Zeus sono pron-ti a colpire tutti coloro chea Olimpia arrivano secon-

di. «Nei Giochi Olimpici del-l’antica Grecia la corona era so-lo per il vincitore, di chi arriva-va secondo nessuno si interes-sava. Altro che l’ideale diPierre De Coubertin: l’impor-tante è partecipare... Per 1200anni l’importante era solo vin-cere. Essere i campioni». Fini-sce più o meno così l’«Avventu-roso viaggio a Olimpia», anda-to in scena sulle assi vissute delteatro Rifredi di Firenze. Primateatrale del nuovo lavoro che vede Andrea Zorzi nei panni diZorkos, un po’ atleta e un po’viaggiatore, un po’ narratoreattraverso una delle più affa-scinanti storie e leggende del-l’umanità.

FENOMENI «Fra il 776 avantiCristo e il 393 dopo Cristo lesacre pietre di Olimpia, nelcuore della Grecia, sono stateteatro di un’avventura esaltan-te - racconta Andrea Zorzi, duevolte campione del mondo conla Nazionale di Velasco a metàdegli Anni 90 -. Di cui tutti sap-piamo qualcosa, ma magari inmaniera poco approfondita».Dopo aver portato in scena sestesso con «La leggenda delpallavolista volante», l’ex Zor-ro cercava un’altra sfida più te-atrale, ma ugualmente sporti-va. Da un sodalizio collaudatocon l’autore e regista NicolaZavagli e con l’attrice BeatriceVisibelli, nell’anno che porta aRio va in scena questo affa-sciante viaggio nel tempo. Unpo’ storia, un po’ leggenda,molto sport, anche una certadose di autoironia quandoZorkos-Zorzi diventa Milone diCrotone (uno che ha vinto 7

Olimpiadi nella lotta) con unmarcato accento veneto («cosache mi riesce molto bene», ri-de). O come quando Baetrice-Narratrice-Attrice provocaZorzi sulla mancata vittoriaolimpica (quella moderna).

ACCADEMIA KATAKLÒ Con unritmo incalzante il viaggio èsupportato dalle evoluzioni didue (bravissimi) ballerini del-l’Accademia Kataklò di GiuliaStaccioli (che ha curato la co-reografia, oltreche essere exginnasta e mo-glie di Andrea,che - guarda ca-so - aveva cono-sciuto a un’edi-zione dei GiochiOlimpici Moder-ni, a Seul nel1988...). «Non èun teatro danza,ma Sara Palum-bo e Matteo Bat-tista (i due balle-rini appunto, ndr) sono allo stesso tempo protagonisti escenografia in un esperimentoche mi sembra abbastanza in-novativo», racconta ancoraZorzi al termine della prima.«Dietro questo lavoro ci sono 6mesi di studi e di ricerche. Ab-biamo raccolto tantissimo ma-teriale e poi abbiamo iniziato aspulciarlo. Selezionandolo.Poi, come già nel caso del “Pal-

lavolista volante”, è subentratal’elaborazione di Nicola che hafornito il prodotto finale. An-che se in questo caso la modali-tà di lavoro è stata un po’ cam-biata dall’inserimento nellasquadra teatrale di Giulia edelle sua coreografie».

MINIMALISTA Vincente la sce-nografia minimalista, essen-ziale, ma anche molto «greca»dove gli atleti spesso si esibiva-no nudi. Da Crotone ad Atene,

da Atene a Spar-ta (l’unica città-stato dove ledonne potevanopraticare sport)fino alla miticaOlimpia, dovetutto è comincia-to in un turbinedi reminiscenzeclassiche, filoso-fi-atleti, aneddo-ti e divinità as-sortite. In cui Be-ozia-Beatrice di-

venta l’architrave dellanarrazione, con un’importantepresenza scenica. I quattroprotagonisti non escono maidalla scena, si alternano neiruoli e sotto le luci: come in unlibro di storia parlante irreti-scono lo spettatore con sugge-stioni e spunti. Dal celebre di-scobolo, a Zeus, dal pancrazioalle libagioni notturne, dal do-ping al sesso, un’immersione

avvolgente nei secoli. «Più dif-ficile l’atleta o l’attore? Certa-mente il “mestiere” di pallavo-lista. In questi mesi abbiamoparlato spesso delle differenze.Nello sport, io a un certo puntodovevo solo pensare a schiac-ciare. Quindi nei momenti didifficoltà mi dovevo chiuderein me stesso - racconta ancoraZorzi - e concentrarmi solo sulprossimo attacco, sulla prossi-ma palla. A teatro nei momentiduri, invece, ti devi aprire almondo esterno, a quello chesta fuori di te. E aspettare. Ilgran mago del teatro che nonso dove abiti, ma c’è, ti suggeri-rà la battuta che ti pare non ri-cordare». Entra in scena ancheil vescovo di Milano Ambrogioche poco prima del 393 dopoCristo, assieme all’imperatoreTeodosio, sancisce la fine deiGiochi Olimpici. Sarebberopassati altri secoli prima che -nel 1896 - l’avventura ricomin-ciasse (curiosamente nell’annodi nascita della Gazzetta delloSport), ancora in Grecia, adAtene. Il viaggio arriva alla fi-ne e già sta per ripartire: un’al-tra leggenda, un altro eroe,un’altra medaglia. Ancora sto-ria, quelle che solo lo sport rie-sce a raccontare. Quelle chefanno cultura: adesso come3000 anni fa. Il GazzettiereZorkos (è una sua definizione)l’aveva già capito...

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Seconda esperienza per l’ex azzurro che si cimenta con le Olimpiadi antiche

Il lottatore Milone, aneddoti e divinità con la Visibelli e i ballerini di Kataklò

LA STORIA

IN AZZURRO Andrea Zorzi, 40 anni, ha vinto 2 Mondiali e un argento ad Atlanta 1996 TARANTINI

Lo spettacoloRDal volley al palcoscenico

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