qui ho posto il cuore marzo 2014
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Sai, caro padre, che l’età media dei
preti della mia zona supera i 65 anni?
Dove stiamo andando? Che signifi-
ca?... Ci servirebbe proprio qualche
vocazione nuova.
Io ci lavorerei per suscitarne tra i
giovani. In verità ci ho anche provato,
ma riconosco d’essere sterile: non è
facile e se qualche accenno si manife-
sta, in genere muore in poco tempo.
Devo dire, però, che mi ha sempre
colpito la frase biblica della sterile
che partorisce sette volte ed è circon-
data da figli…
Questa certezza ce l’ho, è una pro-
messa che Dio manterrà: prima o poi
le vocazioni arriveranno. Però mi
chiedo: quando?, tu me lo sapresti
dire?
Quanto a me, non so nulla di ciò
che mi aspetta domani, ma sento che
qualcosa s’è messo in cammino: chis-
sà se presto o tardi, ma di certo co-
noscerò il dove e il cosa. E, allora,
via!, diciamo che son contento della
piega che prende la mia vita. Dio sta
maturando e, silenziosamente, gene-
ra futuro.
Cosa vuole da me? So che tu pre-
ghi per me e ti ringrazio. Tu sai quan-
to io abbia sofferto in questi anni, per
non saper dare motivo della mia fede,
delle certezze, della mia convinzione
a consacrarmi a Dio.
Oggi non posso più, non sono più
capace di testimonianza. Almeno,
così mi sembra: forse è la stanchez-
za, forse il non-senso, forse il minore
coinvolgimento. Non ce la faccio più
a lottare … mentre vedo in giro anche
tanti dubbi e discussioni. Non ci si
fida più della Chiesa, per ciò che essa
è e rappresenta. Sento che la sfiducia
è troppa ed è micidiale per le voca-
zioni.
Il catechismo, le parrocchie, i luo-
ghi dove prima ne nascevano, oggi
sono incapaci di fecondità. Non basta
una vita apparentemente cristiana.
Non bastano i sacramenti. Serve altro.
Serve di più. Ci vuole preparazione.
Servono motivazioni per resistere.
Servono pensiero meditato e parola
ragionata. Serve gente saggia, che
ragioni con la testa e conosca la Bib-
bia, il Magistero, la storia della Chie-
sa.
Io non testimonio la mia fede per-
ché non la conosco abbastanza, per-
ché la vivo con difficoltà e non so e-
sprimerla. Peccato enorme e imper-
donabile di noi cristiani d’oggi:
l’ignoranza!
DIO E’ MATURO? Un percorso senza strade
S O M M A R I O :
Editoriale 1
Il mio grazie a
Padre Monti
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Parole mon-
tiane
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Tracce per
una lettera da
Saronno
13
Anno mariano
CFIC
14
La Giovinezza
dei vecchi
15
D A T A
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Anno III — n. 23 MARZO 2014
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti
EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0
presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO
Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Editoriale
Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!
Segue a pag. 2
P A G I N A 2 qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
DIO E’ MATURO? Un percorso senza strade È vero, Dio è fonte di
maturità; ma è di vitale
importanza che anche
noi ci si dia da fare e
che l’habitat diventi pro-
motore di vita.
Più volte mi hai det-
to: “avanti, vivi! conti-
nua a vivere”, senza
patemi e senza strepiti.
La porta del cuore si
aprirà quando Dio e il
tempo saranno maturi.
Le promesse sono sem-
pre mantenute se ripo-
sano in Dio, i tasselli
vanno sempre a loro
posto nel mosaico della
vita, i passi e i non-
passi costruiscono la
nostra storia di salvez-
za, e nulla va sprecato
del nostro piangere e
del ridere.
Questo mi dici, e ag-
giungi: Dio chiede ma-
turità, non colli torti e
nemmeno mani giunte e
neppure occhi perduti
dietro le stelle: uomini,
perché state a guardare
il cielo? (At 1,11). A che
servono occhi trasogna-
ti al cielo, se le mani
rimangono in tasca?
La vita ti porta do-
ve devi andare, biso-
gna crederci, bisogna
affidarsi, non arren-
dersi. Ce la faremo,
sì! - fuori le mani dal-
la tasca! - e lungo il
cammino altri si ag-
gregheranno. Accendi
il fuoco e attendi,
lungo la notte, come
nel deserto. Giovanni,
nel deserto, era solo
una voce urlante, ma
non fu mai sterile,
aveva chiamato molti
prima che arrivasse
Gesù... Lo Spirito va
avanti e sa cosa deve
fare, anche quando la
nostra mente trascina
in basso.
Io ci credo, sai?
Però è proprio da lag-
giù, dal basso, che mi
rimbombano doman-
de da cui riemergono
idee e non pochi dub-
bi.
Posso io accettare
Dio e amarlo per
quanto mi propone?
Forse il tempo non è
maturo. O forse Dio e
i tempi sembrano
maturi solo quando ce
la sentiamo?, quando
Egli è d’accordo con noi
e noi lo rimodelliamo a
facile spiritello?
Forse ho troppo da
fare per accorgermi di
quanto costi Dio? No,
siamo sinceri, il mio
lavoro non c'entra, ed io
penso che esso sia solo
una tela di Penelope:
serve per "passare il
tempo", nell’attesa in-
cessante della mia "ora".
Sono messo a dura
prova. Dio è maturo?
Permette Egli che in me
qualcosa maturi?
Mi serve un percorso
di verità. Dentro di me
so di cosa si tratta, ma i
pensieri devono diventa-
re parole e le parole
carne. Se non mi na-
scondo più e se mi ri-
metto alla luce, Dio mi
fa maturare.
Verrà la mia Penteco-
ste e arriveranno anche
nuove vocazioni.
Aurelio Mozzetta
>>> segue dalla
prima pagina
Caro Padre Luigi, ti chiedo pace.
Ti prego per la pace. Una preghiera speciale perché la pace possa
sempre regnare in noi stessi, nelle nostre famiglie, nel nostro prossimo,
in tutto il mondo.
Che ogni creatura possa vivere con serenità la propria vita.
Che in ogni famiglia sia inse-
gnata la pace, attraverso una
viva esperienza di amore, di
comprensione reciproca e di
unità.
Donaci vocazioni capaci di
seminare e raccogliere pace.
A me dona di essere sempli-
ce. E perché io possa essere
strumento di pace, tu aiutami a
mantenere sempre alta in me la
fede.
Ti ringrazio. Renato F.
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Una preghiera speciale
P A G I N A 3
La Tomba del Beato
Monti nella Cripta del
Santuario di Saronno
VENGO DA
DIO: A DIO
DEVO
TORNARE.
Dio mi ha
posto in questa
terra
unicamente per
servirlo, onde
guadagnarmi
una gloria
eterna in
Paradiso.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
COERENZA Chi lo è sempre, può andare In un manoscritto del
Beato Monti troviamo:
VENGO DA DIO: A DIO
DEVO TORNARE. Dio mi
ha posto in questa terra
unicamente per servirlo,
onde guadagnarmi una
gloria eterna in Paradi-
so.
Ogni azione del Beato
Monti, ogni suo gesto o
pensiero sono tesi a que-
sta finalità.
Per un grazioso dono di
Dio, Luigi ha ricevuto
chiara la risposta alle tipi-
che domande dell’uomo:
perché sono qui, cosa ci
sono venuto a fare.
Tuttavia lasciatemi dire:
ritrovare queste semplici
parole, tra i documenti
che segnano il formarsi
della sua Congregazione,
emoziona.
Aiuta a capire come que-
sto uomo, poco istruito,
di umili origini, abbia rea-
lizzato il miracolo di
“spostare le montagne”.
E lo ha fatto per essere
coerente con quel pen-
siero: sono qui per servi-
re Dio. Lavoro e fatica,
sono esclusivamente la
forma concreta di
quell’unico obiettivo, con
la sua conseguenza: an-
dare in Paradiso. Per il
Beato Luigi Maria Monti
non sono chiacchiere.
Lo testimoniano alcune
espressioni raccolte, nei
giorni che precedono la
sua morte, da un confra-
tello e ora parte del suo
testamento spirituale: Ho
lavorato tanto, ora me-
rito il Paradiso.
Luigi è sicuro di questo
premio. Al di là dei possi-
bili sbagli umani, ha one-
stamente mantenuto fede
al suo impegno: servire
Dio. Lo ha fatto nella sua
casa con la “Compagnia
dei Frati“, negli ospedali
verso gli ammalati,
nell’organizzare
l’educazione dei “suoi”
orfani; tutto ciò usando
tenerezza e attenzione a
tutti. È la missione che gli
hanno direttamente affi-
dato Gesù e sua Madre
Maria. La seguirà fino
all’ultimo sospiro,
all’ultima raccomandazio-
ne ai frati, i suoi figli spi-
rituali.
Queste parole, così sem-
plici e nello stesso tempo
così impegnative, danno
senso a tutta la sua sto-
ria.
Nessuno si sarebbe sot-
toposto a tutte quelle u-
miliazioni, fatiche, preoc-
cupazioni - tribulazioni
le chiamava - che hanno
segnato le ore della sua
lunga vita, senza una mo-
tivazione così forte.
Ancora nel manoscritto:
Quante grazie mi ha
fatto il mio buon Dio!
Ecco lo stile di Luigi: rin-
graziare. Ringraziare Dio
della vita, dei piccoli
quotidiani piaceri
d’ogni giorno, come
alzarsi al mattino,
camminare, vederci,
gustare il profumo del
sapone, del caffè. Lui-
gi ringrazia anche del-
le difficoltà che lo
hanno reso forte, rin-
grazia della sofferenza
che lo rende umile e
in grado di capire il
male degli altri.
Poi pone delle conse-
quenziali domande:
Come l’ho servito fin
d’esso? Come lo ser-
vo ora? Quale corri-
spondenza ho io avu-
to fin d’ora? Quante
volte ho promesso a
Dio di servirlo come
lo hanno servito i
Santi: cioè, con som-
ma diligenza e di non
dargli il più piccolo
dispiacere col non
commettere il mini-
mo mancamento av-
vertito, e come sarei
stato pronto a mori-
re prima di commet-
terlo. Sono stato fe-
dele? Dio buono per-
donatemi.
Poniamoci le stesse
domande. A Dio, vo-
lenti o no, tutti dob-
biamo una risposta.
Per quanto riguarda
me, soprattutto la ri-
chiesta di misericordia
e perdono: a Dio… a
te, lettore.
Non temere.
Marco
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
Dagli scritti di Padre Monti
P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
qui ho posto il cuore
PER CHI NE HA BISOGNO: - Chiedo di pregare per
me, sono molto in difficoltà
nel camminare: meno cam-
mino e più sono in difficoltà.
La mia famiglia ha bisogno
di me, vorrei proprio guarire.
PER IL NEONATO
RICCARDO: venuto tra noi il 25 feb-
braio, per mamma Angela e
per papà Daniele. Visto che
bellezza?
PER GLI AMMALATI: il
beato Monti interceda per
loro e li conforti nella soffe-
renza: - una preghiera speciale
per papà: è peggiorato mol-
tissimo. Dal suo ricovero non
si è più alzato; prima con
febbre, poi con incapacità di
mangiare. L’hanno portato in
- Walter, morto l’11 feb-
braio, a causa di un carcino-
ma prostatico.
- Cesarina, 92 anni, mor-
ta il 23 febbraio: “si è spenta
una parte di tutti noi”. Dio ti
accolga.
- Cecilia, la madre di
Maurizio, morta nella notte
del 25 febbraio.
Il mio tempo si faccia spazio d’amore Preghiera
per le
vocazioni
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: quihopostoilcuore@padremonti.org
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
ospedale per mettergli la PEG.
Sono andata a trovarlo, quasi
non lo riconoscevo.
Un’immensa pena vederlo
così, però mi è sembrato sere-
no. E questo è un dono di Dio.
Non essendo pienamente co-
sciente, non si rende conto
della situazione, ma emerge
una tranquillità di fondo che è
sigillo di una vita vissuta bene.
Ne ringrazio tanto il Signore.
PER CHI SOFFRE: - per Ilaria, che ha perso il
bambino che aspettava. A lei e
a Luca la nostra vicinanza e
una intensa preghiera.
PER I DEFUNTI: - Norberto Raul Lobato,
papà del nostro Fratel Leandro
(Comunità di Santa Fe, Argenti-
na), morto il 5 febbraio. Per lui
la nostra preghiera di suffragio;
a Leandro la nostra fraterna
vicinanza.
C’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare,
un tempo per pregare e un tempo per aiutare.
Fa’ in modo, Signore,
che il mio tempo non sia sprecato,
che io possa vivere questa vita nello spirito del pellegrino,
che è sempre pronto
a prendere la bisaccia e il bastone per partire.
Fai che il mio tempo
abbia spazio per i miei amici, i miei fratelli,
le persone che mi sono care,
perché a loro non manchi la mia presenza,
e fai che nel mio tempo ci sia posto
anche per aiutare, consolare,
far sorridere chi ha bisogno di aiuto.
Alla fine della giornata aiutami a contare il mio tempo
e a rendermi conto di dove l’ho sprecato
perché sappia, domani, impiegare meglio la mia vita.
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
P A G I N A 5
La vocazione di Maria
come ogni altra vocazio-
ne, ha questo doppio sen-
so: da una parte la consa-
pevolezza e dall’altra il
mistero.
Con il suo SÌ, Maria è
consapevole della volontà
sua d’essere al servizio di
Dio.
La risposta data
all’angelo è piena di con-
sapevolezza, soprattutto
perché viene dopo una
domanda pratica: “ come ?
… non conosco uomo”.
Dalla risposta
dell’angelo lei si impegna
consapevolmente.
Però anche se consape-
vole, Maria è comunque
dentro il mistero della sal-
vezza, di cui Dio solo co-
nosce i tempi e i ritmi.
Io sono consapevole di
quello che sto facendo,
della decisione che ho
preso di mettermi al servi-
zio di Dio e degli altri. Ma
nello stesso tempo, mi
rendo conto del mistero in
cui sono entrato.
Il mistero è la Parola di
Dio che suscita in me la
consapevolezza della
chiamata. Il mistero non
agisce in me al di là della
mia libertà, esso collabora
nella scelta vocazionale o
personale, ed io devo ave-
re coscienza di rispondere
ad una chiamata che viene
da Dio.
Quindi la consapevo-
lezza e il mistero sono un
unico binario a doppia
circolazione.
In ogni vocazione, co-
me in Maria si dovrebbe
avere la consapevolezza
della scelta e di quello
che si sta vivendo.
Nello stesso momen-
to non dimenticare mai
la presenza e il ruolo del
mistero nelle nostre vite.
La mia vita è risposta
ad una chiamata, ad una
vita nel mistero di Dio.
P. Emanuel Mvomo
l
M
Con
Maria,
come
La vocazione
di Maria
come ogni
altra
vocazione,
ha questo
doppio
senso: da
una parte la
consapevo-
lezza e
dall’altra il
mistero.
qui ho posto il cuore
Custodire anime
C ontinuate pure e con alacrità nel vostro ministero,
giacché il signore vi ha dotato di quelle qualità necessarie e
così le benedizioni del cielo saranno copiose, non solo su di
voi perché custodite tante belle anime innocenti, care a dio
ed alla madre nostra immacolatata, ma sì su tutto il nostro
istituto.
(Padre Monti a Fratel Angelico Mariani, 15 dicembre 1896).
Le Parole
montiane
L’esperienza di consapevolezza e di mistero
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P A G I N A 6
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
qui ho posto il cuore
Sangmélima, 15 janvier 2014
Très cher père bonjour. C’est avec un cœur plein de confusion que je t’écris cette let-
tre.
Mon père si mon cœur est confus c’est parce qu’il a peur, si mon cœur est confus ce
n’est pas parce qu’il veut se décourager, si mon cœur est confus ce n’est pas parce qu’il
veut tout abandonner.
Papa, mon cœur est confus parce qu’il n’arrive pas a comprendre, mon cœur est
confus parce qu’il est impatient, mon cœur est confus parce qu’il ne sais pas comment
demain sera.
Justement, mon père, c’est pourquoi je t’écris cette lettre car toi tu sais de quoi de-
main sera fait, car ton Seigneur Jésus-Christ que tu as servi avec abnégation et détermi-
nation, comme on me l’enseigne, nous le rappelle dans l’Evangile «ne vous souciez pas
de demain car, demain se souciera de lui-même».
Pour ce demain là, cher père, nous avons besoin de ton aide.
Oui père! aide-nous! Aide tes enfants à surpasser cette confusion
qui se trouve dans leurs cœurs.
De ton vivant père, tu priais l’Immaculée notre Mère pour qu’elle
t’aide à fonder la Congrégation ; à présent que tu es avec elle au
ciel, intercède pour nous qui voulons continuer ton œuvre dans
l’héritage que tu as laissé, à savoir le soin des malades, des or-
phelins, et des plus pauvres.
Père Luigi, certains disent que tu es fâché contre nos agisse-
ments. Comme des enfants prodiges père, nous demandons
humblement pardon. Tu es notre Papa si vraiment tu es fâché,
apaise s’il te plait ta colère pour que la Congrégation que tu as
fondée avec amour, puisse voir un lendemain meilleur.
Merci Papa Monti et à très bientôt dans la prochaine lettre.
Ton Fils au noviciat
Merci, Papa Luigi
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P A G I N A 7
Innovazione formativa per contrastare la dispersione sco-
lastica. Finalmente qualcuno comincia ad accorgersi che la
piaga dell’abbandono scolastico assume dimensioni impen-
sate; qualche giornale ne scrive; il Ministero dell’Istruzione
ci mette pochi soldi per combatterla. L’Associazione Padre
Monti (APM) di Saronno ne parlava già nei primi anni Novan-
ta ed ha sviluppato un percorso chiamato “Anno Unico”: uni-
co non solo per durata, ma - a detta dei ragazzi - anche per
la singolarità e genialità che lo caratterizza. Recentemente
l’esperienza è stata raccontata tramite uno stimolante Qua-
derno curato dal dr. Davide Fant, responsabile dell’AU, con
la supervisione del prof. Piergiorgio Reggio dell’Università
Cattolica di Milano: “Un Anno Unico – Innovazione formativa
per contrastare la dispersione scolastica” (pagg. 148).
Vivono lontano, al di là dell’oceano, a Cordoba (Argentina),
ma noi siamo tutti invitati alla festa della loro consacrazione
a Dio. Non possiamo andarci fisicamente, ma facciamo vola-
re fin laggiù il pensiero, la preghiera e la lode per questi due
Fratelli, Alredo e Héctor, che dicono il proprio sì al Signore.
qui ho posto il cuore
Un anno unico
La professione religiosa di
ALFREDO E HÉCTOR
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P A G I N A 8
Vita di
famiglia
qui ho posto il cuore
Ne 150° anno
dalla nascita di
Fr. Bonifacio
Pavletić.
per nove mesi
consecutivi
(NOVENA),
ogni primo
sabato del mese
nella Chiesa
dello Spirito
Santo di GOJLO
celebreremo una
Eucarestia in
onore della
Madonna, così
amata da Fratel
Bonifacio.
Un coro di preghiere per Bonifacio Kutina (CROAZIA) Il 4 novembre 1897 avveniva il “Felicissimo Transito” di Fra-
tel Bonifacio Pavletić.
In questo 2014, 150° anno dalla sua nascita, per nove mesi consecutivi
(NOVENA), ogni primo sabato del mese nella Chiesa dello Spirito Santo di GO-
JLO celebreremo una Eucarestia in onore della Madonna, così amata da Fratel
Bonifacio. Anche noi potremmo conoscere e pregare la Mamma del cielo.
4. studenog 1897. dogodio se "Sretan prijelaz" u vječnost brata Ivana Bonifacija Pavletića.
Ove godine 2014. slavimo 150. obljetnicu njegova rođenja i to kroz devet uzastopnih
mjeseci (DEVETNICA). Svake PRVE SUBOTE u mjesecu u crkvi Svetog Duha na Gojlu slavit
ćemo Euharistiju u čast Gospe, koju je brat Bonifacije tako volio. Također i mi možemo
bolje upoznati i moliti našu Nebesku Majku. U slavljenju Euharistije izmjenjivat će se naši
svećenici: mons. Dragutin Papić, p. Mariano Passerini i vlč. Dražen Lauc!
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
Da ultimo sorvoliamo
l’Atlantico fino al BRASILE, a
gustare la bellezza dell’ IN-
FIORATA di FOZ
do IGUAÇU, realiz-
zata per il Corpus Domini, do-
menica 2 giugno.
Bonifacio, un nome importante
P A G I N A 9
… a spulciar
gli archivi e
rimescolar le
carte della
storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
A Bovisio, nel-
la chiesa di
San Pancrazio,
dove Luigi
Monti fu bat-
tezzato, trovia-
mo, ai piedi
del Crocifisso
Miracoloso, il
simulacro di
San Bonifacio,
nome tanto ca-
ro a Padre
Monti. Per tra-
dizione si fe-
steggia il 23
luglio, la vigi-
lia del comple-
anno di Luigi
Monti.
Una tradizione secolare imponeva ai consacrati di cambiare nome al momento
di emettere i voti. Veniva così segnato il netto distacco dalla famiglia di origine
per entrare nella nuova famiglia, quella religiosa.
Uso ormai rarissimo ai nostri tempi, sia perché il battesimo è sacramento sia
per le difficoltà derivanti dal cambio, emotivamente rilevante, ma pregno
d’inefficienze civili e burocratiche.
Molti dei giovani che al suo tempo si presentavano alla Congregazione ricevet-
tero il nuovo nome dallo stesso Fondatore, Padre Luigi Maria Monti.
Fra i suoi preferiti quello di Bonifacio. Nome importante presso questi frati. Lo
hanno portato uomini santi. Fra tutti fr. Bonifacio Pavletic... e, prima di lui, fr.
Bonifacio Junker.
Mi sono chiesto quale fosse la ragione che spingeva il Beato a scegliere questo
nome. Forse la sua derivazione latina: uomo che ha buona fortuna?; no, non mi
convinceva.
Un giorno, mentre guidavo un gruppetto di giovani argentini a Bovisio, luogo
natale del Monti, li condussi nella chiesa di San Pancrazio. Lì il parroco ci spie-
gava che la luce, in determinati giorni, entra attraverso la vetrata che raffigura il
Beato e va ad illuminare l'altare dove è posto un Crocefisso ritenuto miracoloso.
Con tutti i ragazzi guardo l'effetto luminoso e mi accorgo che sotto il Crocefis-
so vi è, sempre illuminato dal sole, il simulacro di un santo. Chiedo spiegazioni.
Sono i resti mortali di San Bonifacio.
Una breve successiva ricerca mi fa trovare anche le tracce di questo culto, che
allego in foto.
Voilà! Trovata la risposta. Per tradizione si festeggiava il santo il 23 Luglio, pro-
prio un giorno prima del compleanno dello stesso Luigi. Due buoni motivi per
non dimenticare quel nome. MP
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P A G I N A 1 0
Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione 1 Grazie per l’editoriale
- Grazie. L’editoriale, toc-
cante nel presentare il
dolore di tante donne, pur
ponendosi in un fraterno
compatimento, non perde
lucidità.
- Grazie, molto forte e
bello l'editoriale...
- Grazie sempre per l'edi-
toriale che apre il mese e
che offre uno spunto mol-
to denso per motivare la
preghiera. Il tema della
sofferenza sta a cuore a
tutti. Mi hai stimolato
la rilettura di quel brano
della Spe Salvi (ultima par-
te del documento) che
parla di come la sofferen-
za ci educhi alla speran-
za... Ho capito che non è
cercando di toglierla di
mezzo (anche se si deve
fare di tutto per alleviar-
la), ma assumendola e
condividendola in primo
luogo con Gesù e poi tra
di noi, che la sofferenza
diventa vivibile e addirit-
tura feconda e porta il
frutto della Speranza. E
questo per me è molto
importante anche nella
vita religiosa... Mi rendo
conto che tutti gli articoli
del bollettino sono so-
stanziosi, ripieni di spiri-
tualità, mariana e cristia-
na, stimolanti… e allora
conto di rileggerli più
volte, fino al prossimo
numero. Per essere
uno strumento online
è graficamente appeti-
bile e bello da legge-
re; vedo che sul com-
puter non sempre è
facile portare a termi-
ne la lettura di uno
scritto o di articoli,
tanto sono pesanti,
omogenei, lunghissi-
mi; spesso vengono
presentati come noti-
zie "a pappagallo" (si
ripetono sempre la
stesse cose, spesso
"vuote"), quindi non
attirano. Invece QPC
prende proprio il cuo-
re. Con i colori e il
contenuto giovanile e
sempre appropriato ai
tempi, rende il mo-
mento della lettura un
evento spirituale! RS
2 e per Tommasina
- Grazie. Ho stampato
la poesia di Tommasi-
na, mi ricorda tanto la
mia mamma! NS
- La bellissima rifles-
sione "TOMMASINA"
che ci riporta la giovi-
nezza dei vecchi mi ha
fatto riflettere pensan-
do ai nostri anziani e
nel vedere come ciò si
realizza nella nostra
opera. È un momento di
riflessione per i nostri
educatori e per i nostri
operatori sanitari e non,
che ogni giorno trascor-
rono questi momenti
accanto ai meno giova-
ni. È questa Messa che
ci porta a fare delle se-
rie riflessioni, perchè
tutto ciò che si fa non
va perduto. Misento di
ringraziare anche per
questo contributo. P.
Giuseppe Decina
3 con interesse, unità
e preghiera
- Grazie. Leggo come
sempre con interesse
- Laudato sia Dio, come
va padre? Saluti da Cro-
azia :)
- Carissimo padre,
quanto sarebbe bello
non avere esigenze e
riuscire a vivere nella
contemplazione e solo
nell'Amore di Cristo! Io
vorrei riuscire a dare
questa precedenza nella
mia vita, per trovare e
glorificare il senso di
tutto quello che mi è
successo e mi succede.
Ringraziandola di cuore
per il suo ricordo nella
preghiera, le garantisco
anche il mio, pur essen-
do semplice e povero.
Un abbraccio fraterno.
GB
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
qui ho posto il cuore
quihopostoilcuore@padremonti.org
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
P A G I N A 1 1
Il povero che regalava mele al re Questa storiella mi è
molto cara:
Ogni mattina, nel pic-
colo reame di Benestare,
un mendicante veniva in
silenzio a portare un
frutto al suo sovrano e
poi si ritirava.
Il re, abituato a rice-
vere regali molto più
ricchi di quel frutto por-
tato all’alba, derideva
volentieri il mendicante,
dopo che questi era par-
tito.
Tutta la corte imitava
il suo re: sarebbe stato
disdicevole, infatti, non
agire o non pensare co-
me il sovrano.
Il mendicante non si
scoraggiava e ritornava
ad ogni sorgere del sole
a consegnare a mano il
proprio dono.
Il re, con un sorriso
finto e logorato da quel
gesto abituale, accetta-
va comunque il dono e
lo disponeva meccanica-
mente in una cesta.
Questa ormai strari-
pava e conteneva a sten-
to tutti i frutti che il
mendicante aveva porta-
to con amore, gentilezza
e pazienza.
Ed io la lascio a voi, amici lettori. Prova anche tu a completare la storia! Non avrai un premio, ma tutti potremo condividere qualcosa della ricchezza del tuo cuore, anche se tu pensi che si tratti solo di ordinarie povere mele…
qui ho posto il cuore
Un giorno, la scim-
mia prediletta del re
prese uno di quei
frutti e gli diede un
morso, ma subito lo
sputò e lo gettò per
terra, proprio vicino
al trono.
Il sovrano guardò
la scimmia, poi guar-
dò la mela e, con e-
norme sorpresa, vide
che dal cuore di essa
spuntava un diaman-
te.
Ordinò allora di
aprire tutte le mele
accumulate nella ce-
sta e all’interno di
ognuna trovarono un
diamante…
Lascio a te la finale.
Ciao. Benedetta
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P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore
Era nato l’8
settembre 1982.
Forse tremila
persone si sono
riunite, il 3 gennaio
2014, per dargli
l’ultimo saluto.
Negli ultimi mesi
don Fabrizio aveva
vissuto la sua
indicibile
sofferenza con
fede profonda e
grande forza
d’animo, donando
sempre un sorriso
o una parola di
conforto a parenti
e amici, che gli
sono stati vicini
fino all’ultimo
respiro.
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
Don Fabrizio De Michino, giovane sacerdote di Napoli, scrive al Papa prima di morire
A Sua Santità Papa Francesco
Santo Padre,
nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non smetto di
pregare per Lei e per il ministero che il Signore stesso Le ha affi-
dato, affinché possa darle sempre forza e gioia per continuare
ad annunciare la bella notizia del Vangelo.
Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote del-
la Diocesi di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sacerdote. Svolgo il
mio servizio sia presso il Seminario Arcivescovile di Napoli come
educatore del gruppo dei diaconi, che in una parrocchia a Ponti-
celli, che si trova alla periferia est di Napoli. La Parrocchia, ricor-
dando il miracolo avvenuto sul colle Esquilino, è intitolata alla Madonna della Neve e
nel 2014 celebrerà il primo centenario dell’Incoronazione della statua lignea del 1500,
molto cara a tutti gli abitanti.
Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma ogni giorno
scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera in queste persone che
si fidano di Dio e della Madonna.
Anch’io da quando sono in questa parrocchia ho potuto ampliare sempre più il mio
amore fiducioso verso la Madre Celeste, sperimentando anche nelle difficoltà la sua
vicinanza e protezione.
Purtroppo sono tre anni che mi trovo a lottare contro una malattia rara: un tumore
proprio all’interno del cuore e da qualche mese anche nove metastasi al fegato e alla
milza.
In questi anni non facili, però, non ho mai perso la gioia di essere annunciatore del
Vangelo.
Anche nella stanchezza percepisco davvero questa forza che non viene da me ma
da Dio che mi permette di svolgere con semplicità il mio ministero.
C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando e che mi infonde fiducia nella
forza del Signore, ed è quello di Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez
36, 26).
In questo tempo molto vicina è la presenza del mio Vescovo, il Card. Crescenzio
Sepe, che mi sostiene costantemente, anche se a volte mi dice di riposarmi un po’ per
non affaticarmi troppo.
Ringraziando Dio anche i miei familiari e i miei amici sacerdoti mi aiutano e sosten-
gono soprattutto quando faccio le varie terapie, condividendo con me i vari momenti
d’inevitabile sofferenza. Anche i medici mi assistono tantissimo e fanno di tutto per
trovare le giuste terapie da somministrarmi.
Santo Padre,
sarò stato un po’ lungo in questo mio scritto, ma volevo solamente dirLe che offro
al Signore tutto questo per il bene della Chiesa e per Lei in modo particolare, perché il
Signore La benedica sempre e La accompagni in questo ministero di servizio e amore.
Le chiedo, nelle Sue preghiere di aggiungere anche me: quello che chiedo ogni
giorno al Signore è di fare la Sua volontà, sempre e comunque.
Spesso, è vero, non chiedo a Dio la mia guarigione, ma chiedo la forza e la gioia di
continuare ad essere vero testimone del suo amore e sacerdote secondo il suo cuore.
Certo delle Sue paterne preghiere, La saluto devotamente.
Don Fabrizio De Michino
Riconoscere
Vocazioni
(nelle foto: Don Fabrizio De Michino)
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P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore
Caro padre, forse hai letto quell’articolo
sulla clausura, apparso su ..X..
Faccio una considerazione: non sarebbe
meglio che gli uomini stessero zitti, invece
di dire cose poco appropriate ed anche
poco carine nei confronti della clausura
femminile, facendo un pasticcio tra clausu-
ra conventuale legislativa e vita monastica,
ecc ecc...?
A volte, cercando d’apparire colti e moder-
ni, si dicono cose senza consistenza e per
niente costruttive, anche usando impro-
priamente pensieri del Papa, detti in situa-
zioni particolari, applicati ad altre situazio-
ni particolari che si fanno diventare univer-
sali. Tali cose fanno più male che bene.
Per quanto riguarda il tema della Clausura
proporrei semplicemente l'esempio di Ge-
sù con il profumo di Betania: LASCIATELE
STARE. Punto.
Quando le interessate avranno qualcosa da
dire lo diranno loro... Almeno la clausura
femminile lasciatela stare, non cercate di
interpretarla o giudicarla da uomini. La-
sciatela stare dove sta, non impicciatevi!
Molti che vogliono fare i moderni sono
rimasti al preconcilio: ignorano tutto il
cammino e la fatica degli ultimi decenni e
giudicano la realtà con idee di 50 anni or
sono.
Non voglio far polemiche, semplicemente
non ho condiviso quell'articolo… anche
perchè fa confronti tra il "capo coperto"
delle monache che si mettono solo la co-
colla per la preghiera e il "capo fasciato",
che sarebbe la mia acconciatura con il ve-
lo, come in diversi altri ambienti culturali e
religiosi.
Per tutti ci vuole rispetto, anche per chi
porta il velo nero e sta in clausura come
me, dietro le grate e davanti agli schermi
dei computer. A volte è fine delicatezza
accettare quanto si trova nella casa dello
Sposo, parenti, amici, genitori, vecchi, han-
dicappati, abitudini, stili, anello al dito e
quant'altro!
Ti assicuro che al cervello non ho mai mes-
so la cuffia! Anzi il monastero mi ha aiuta-
to a smascherare tutte le zone franche del
cervello, le pigrizie e le stupidità che si
annidano in chi cerca solo protagonismo,
anche nella vita religiosa. Pur portando il
"velo" come le donne di altre religioni non
mi sento per niente meno moderna di co-
loro che hanno i capelli al vento!
La clausura per noi è semplicemente uno
dei tanti mezzi della struttura monastica
per vivere un clima di "deserto", dove il
centro è lo Sposo e nient'altro.
I monaci antichi cercavano le "distanze" dai
rumori, non solo per fuggire, ma soprat-
tutto per trovare l'essenziale. Oltre al de-
serto c’erano clausure variegate, come
quelle dei monaci sulle colonne per distan-
ziarsi dalla terra; poi è nato il chiostro per
stare più raccolti ed usare il tempo solo
per pregare...
Oggi c'è la famosa "privacy", una clausura
ridicola, che tutti rivendicano!
La clausura monastica è come un pedale di
bicicletta, un accessorio marginalissimo:
importante è il cammino, la strada, la rela-
zione, la casa, l'armonia di un corpo che va
verso Cristo. In clausura noi cerchiamo
solo di fare questo, condividendo la meta
con tutti quelli che ci cercano e cercano
Lui, lo Sposo dell'umanità.
Teniamo noi la chiave della porta, da den-
tro: nessuno ci può chiudere da fuori! Il
mondo, al contrario, ha le sue "clausure" di
cui non sempre riesce a tenere il controllo
e purtroppo alcune sono ermetiche e por-
tano solo alla morte dei corpi e dell'anima!
La clausura delle monache porta, con liber-
tà, sempre alla Vita, se la Chiave è Gesù!
sr. Maria R.
Tracce per
una lettera
da Saronno
Maria allora prese
trecento grammi di
profumo di puro
nardo, assai
prezioso, ne
cosparse i piedi di
Gesù, poi li asciugò
con i suoi capelli, e
tutta la casa si
riempì dell’aroma
di quel profumo… E
Gesù disse:
Lasciatela fare…
(Gv 12,3.7)
CHI SCRIVE A CHI
Cara sorella mia,
come non essere d’accordo sul tuo “lasciatele stare”? … tenendo anche conto di quanto
il Papa dice circa il posto della donna nella Chiesa. Sento molto quello che scrivi: vale
per voi donne, ma vale - immagina tu quanto! - anche per i “frati”, i consacrati non preti,
tutta la categoria-fratelli, i più sconosciuti, deprezzati ed emarginati tra i consacrati,
letteralmente mangiati dal clericalismo, un cancro diabolico che divora la Chiesa dal di
dentro... Ma, grazie a Lui, lo Spirito c’è e si sta dando molto da fare!!!
Profumo di Betania
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P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore
Per crescere
nella
tenerezza,
nella carità
rispettosa e
delicata,
noi abbiamo
un modello
cristiano a
cui dirigere
con
sicurezza
lo sguardo.
È la Madre
di Gesù
e Madre
nostra.
Madre di tutti i malati Per crescere nella tenerezza, nella
carità rispettosa e delicata, noi ab-
biamo un modello cristiano a cui di-
rigere con sicurezza lo sguardo.
È la Madre di Gesù e Madre no-
stra, attenta alla voce di Dio e ai bi-
sogni e difficoltà dei suoi figli.
Maria, spinta dalla divina miseri-
cordia che in lei si fa carne, dimenti-
ca se stessa e si incammina in fretta
dalla Galilea alla Giudea per incon-
trare e aiutare la cugina Elisabetta;
intercede presso il suo Figlio alle
nozze di Cana, quando vede che vie-
ne a mancare il vino della festa; por-
ta nel suo cuore, lungo il pellegri-
naggio della vita, le parole del vec-
chio Simeone che le preannunciano
una spada che trafiggerà la sua ani-
ma, e con fortezza rimane ai piedi
della Croce di Gesù.
Lei sa come si fa questa strada e
per questo è la Madre di tutti i malati
e i sofferenti.
Possiamo ricorrere fiduciosi a lei
con filiale devozione, sicuri che ci
assisterà, ci sosterrà e non ci abban-
donerà.
È la Madre del Crocifisso Risorto:
rimane accanto alle nostre croci e ci
accompagna nel cammino verso la
risurrezione e la vita piena.
San Giovanni, il discepolo che sta-
va con Maria ai piedi della Croce, ci
fa risalire alle sorgenti della fede e
della carità, al cuore di Dio che «è
amore» (1 Gv 4,8.16), e ci ricorda
che non possiamo amare Dio se non
amiamo i fratelli.
Chi sta sotto la Croce con Maria,
impara ad amare come Gesù.
La Croce «è la certezza dell’amore
fedele di Dio per noi.
Un amore così grande che entra
nel nostro peccato e lo perdona, en-
tra nella nostra sofferenza e ci dona
la forza per portarla, entra anche
nella morte per vincerla e salvarci…
La Croce di Cristo invita anche a la-
sciarci contagiare da questo amore,
ci insegna a guardare sempre l’altro
con misericordia e amore, soprattut-
to chi soffre, chi ha bisogno di aiu-
to» (Via Crucis con i giovani, Rio de
Janeiro, 26 luglio 2013).
(dal Messaggio di Papa Francesco
per la 22ma Giornata Mondiale del
Malato, 11 feb. 2014
Fede e carità: «Anche noi dobbiamo
dare la vita per i fratelli», 1 Gv 3,16)
Anno
Mariano
2013-2014
Davanti a un bambino sofferente,
l’unica preghiera che a me viene è la preghiera del perché.
Signore perché? Lui non mi spiega niente. Ma sento che mi guarda.
E così posso dire: Tu sai il perché, io non lo so e Tu non me lo dici,
ma Tu mi guardi e io mi fido di Te, Signore, mi fido del tuo sguardo.
(Papa Francesco)
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P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore
A margine degli incontri PRIMAVERA MONTIANA
La giornata è quasi terminata: c’è una tazza di camomilla e un grosso volume di Ra-
vasi dove trovare commenti al Salmo 124. Berrò la camomilla e leggerò Ravasi; poi, avrò
le ore notturne del dormiveglia per rielaborare e pormi domande!
Mi fermo all’incipit, dove l’autore riporta un pensiero di Primo Levi. Lo trascrivo, tan-
to è bello:
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come?
E se non ora, quando?
Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada.
Ognuno di noi porta in tasca la pietra
che ha frantumato la fronte di Golia.
Fratelli, via dall’Europa delle tombe:
saliamo insieme verso la terra
dove saremo uomini tra gli uomini.
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Mi assopisco. San Francesco di Sales dice: “Riposiamo i nostri cuori sotto la dolce e
amorosa provvidenza di nostro Signore e ripariamoci al caldo sotto la Sua protezione”. È
questa la risposta cui aspirare? Fuori continua a piovere … governo ladro!
Calda è senza dubbio la protezione del Signore, ma un po’ meno i caloriferi
dell’infermeria. Ieri a ginnastica le monache invidiavano i miei pantaloni, ma io mi farei
prestare volentieri gonne, sottogonne e sottovesti di lana portate da loro! Mi capita, di
notte, andando ai servizi, di incontrarne qualcuna, ma non le riconosco, tanto sono im-
bacuccate dalla testa ai piedi con indumenti di lana rosa e azzurra, come vecchie neona-
te!
Affronto il commento di Ravasi, pagine fitte e difficili, forse per addetti ai lavori: mi
stimolano però a rimuginare, mentre tenterò di portare a termine l’orlo a giorno di una
tovaglia, con il timore che non mi basti la lezione di Suor Maria Diabetica, esperta in tale
arte.
Rileggo il Salmo e mi arresto subito al “se”: è lo stesso incipit di Levi, ma il Prelato fa
notare il contrasto, perché lo scrittore - che morirà suicida, schiacciato dal ricordo degli
orrori vissuti - è convinto che Jahvè non si schieri con gli oppressi che finiranno stritolati
o meglio usciranno, nuvole di fumo nero, dai camini delle camere a gas.
Ravasi aggiunge che il salmo è un canto comunitario di ringraziamento, “sostenuto
da una forte fede cristiana”. Oggi, noi facciamo parte di una comunità cristiana che
stenta a guardare agli orrori d’ogni tipo che ci coinvolgono; prima d’arrivare a benedire
il Signore, forse dobbiamo sperimentare il Suo silenzio, l’angoscia dell’impotenza, i tanti
perché che ci tolgono il sonno e solo dopo (e non tutti!) riusciremo a pronunciare parole
di benedizione.
Troppo debole la fede? O riecheggiamo Levi: “Se non sono io per me, chi sarà per
me?”.
La strada potrebbe essere lunga, il percorso accidentato, la tentazione dietro
l’angolo. Dobbiamo, talvolta, essere scarnificati personalmente prima di arrivare a una
vera fede. Levinas afferma che noi stessi siamo colpevoli e portatori di orrori, tanto da
non poter essere giudici di chi ci opprime.
Dall’angoscia alla liberazione: “il nostro collo è stato liberato come l’uccello dal laccio
dei cacciatori”. Immagine efficace, ma perché proprio io?
In una chiesetta di Borgo c’è un crocifisso senza gambe e senza braccia. Ci dice, for-
se, che l’unico modo per ricominciare a cantare e trovar pace è di prestare povere mani
e poveri piedi a chiunque abbia bisogno di noi e attraverso di noi possa dire: “il nostro
aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra”. È urgente che si inizi, perché
Levi sollecita: “se non ora, quando?”
Intanto s’è fatta mezzanotte. Entra l’assistente e mi chiede cosa io stia facendo.
È triste perché è stata rimproverata, perché non ha ben sbrigato tutto ciò che doveva,
l’altra notte, per la suora in agonia. Teme di perdere il posto.
Da poco è morto il marito da cui era separata; lei fa questo lavoro perché da bene-
stante che era…
Dice: “malgrado tutto l’ho assistito. I miei figli gli sono stati vicini. Eppure ci ha fatto
tanto male. Poco fa pregavo Papa Giovanni di non farmi perdere il posto; ma poi, rivolta
alla foto di mio marito, gli ho detto: “coglione, almeno ora che magari sei in paradiso,
fa’ qualcosa per noi”.
E, guardandomi, aggiunge: “Signora, anche questo potrebbe essere un Salmo?”
NON HO PAROLE !!! SIL
La
Giovinezza
dei vecchi
9 febbraio, Salmo 124
A N N O I I I , N U M E R O 2 3 – M A R Z O 2 0 1 4
nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, P. Emanuel Mvomo, un novice de Sangmelima,
www.padremonti.org P. Mariano Passerini, Renato F., RS, P. Giuseppe Decina, GB, SIL,
Benedetta, sr. Maria R., I cercatori di Dio, Raffaele Mugione.
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA)
: 02 96 702 105 : 02 96 703 437
e-mail:
quihopostoilcuore@padremonti.org
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce
compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong
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