riconoscimento, valutazione e certificazione … fare laboratorio 3... · poste dalla dinamica...
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RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE
E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZEE CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Didattica laboratoriale (visita a
I.S.I.S. Natta 18 febbraio 2016)
Laurea Magistrale in Scienze pedagogiche a.a. 15-16Prof.ssa Giuliana Sandrone
La competenza si manifesta, si
sviluppa e si osserva in azione
RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE RICONOSCIMENTO, VALUTAZIONE
E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZEE CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Il testo descrive ed analizza, nella
parte prevista per il nostro corso, il
contesto sociale e culturale
all’interno del quale si collocano i
percorsi di istruzione attuali,
evidenziando potenzialità ma
Laurea Magistrale in Scienze pedagogiche a.a. 15-16Prof.ssa Giuliana Sandrone
evidenziando potenzialità ma
soprattutto i pregiudizi latenti che
tendono a contrapporre teoria e
pratica, scuola e lavoro, istruzione e
formazione professionale. La
comprensione di questi scenari è
strategicamente importante per
comprendere i concetti operativi di
“competenza” e “laboratorio”
FARE LABORATORIOFARE LABORATORIO
La ricerca si colloca nello specifico
all’interno della scuola
secondaria di secondo grado,
ciclo scolastico particolarmente
sensibile per la scelta
occupazionale degli studentioccupazionale degli studenti
italiani. Le riflessioni e i
contributi proposti hanno
tuttavia forti ricadute anche nel
ciclo scolastico precedente
(scuola primaria e secondaria di
primo grado)
IL CONTESTO SOCIO-
ECONOMICO-CULTURALE:
ALCUNE EVIDENZE
1) La società della conoscenza
Il nostro sapere si
arricchisce di oltre 30
milioni di informazionimilioni di informazioni
all’anno, più di sei al
secondo
Harston W., Le cose che non sappiamo: 501 casi di comune ignoranza (2011), tr.it., Bollati Boringhieri, Torino, 2012 (Introduzione)
2) PREGIUDIZI IMBARAZZANTI:
il campionato scolastico
Serie A: i licei
Serie B: gli istituti tecnici
Serie C: gli istituti professionali
“Chi studia non lavora e chi lavora è perché sarebbe un fallito dello studio”.
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.11,12,20
Il lavoro e l’apprendistato formativo come sconfitta: fuori-serie
Serie D: i percorsi di istruzione e formazione regionali
3) PRECARIETA’vs FLESSIBILITA’
“Sentirsi in prestito, friabili; diffidare del presente;
temere ancor più il futuro; perdersi d’animo e di
concentrazione nell’affrontare problemi vecchi e
nuovi; ripiegarsi definitivamente su se stessi,
rassegnarsi”.
“Sentirsi adeguati al cambiamento, l’unica cosa
ritenuta stabile nelle nostre vite; cogliere i vincoli
del presente (…) come possibili sfide che ci
migliorano (…); aggredire il futuro con progetti
adeguati (…); nutrire motivazione e fiducia (…)”.
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp. 16-17
rassegnarsi”.
4) NUOVO CONTESTO FORMATIVO
“E’ finita l’epoca in cui, prima, ci si preparava a svolgere un lavoro
e, poi, dopo la fase della preparazione, si esercitava questo lavoro,
magari per l’intera vita”.
Non è più possibile considerare la scuola come luogo all’interno
del quale ci si prepara ad un (solo) lavoro, di fatto già
scarsamente praticato durante il percorso di studio
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p.17
5) PREGIUDIZI PEDAGOGICI
FORMAZIONE
DIMENSIONE
esclusivamenteCOGNITIVA
INTELLETTUALE
PROFESSIONALE
“CRIMINE”PEDAGOGICO ECONOMICO
6) QUALE “CAPITALE UMANO”?
Dal dopoguerra (ricostruzione) agli anni
settanta debito pubblico contenuto.
Esplosione esponenziale del debitoEsplosione esponenziale del debito
pubblico dal 1975 ai giorni nostri.
Come è potuto accadere se la dotazione di “capitale umano”
(aumento dell’istruzione e dei titoli di studio secondari e
superiori) è in questi anni accresciuta?
Formazione è ben oltre il conseguimento di un titolo di studio.
7) Il caso delle PMI* italiane
*Piccole Medie Imprese
ISTAT: il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 dipendenti
ISTAT: il 65,2% delle PMI non ha un dipendente (conduzione familiare)ISTAT: il 65,2% delle PMI non ha un dipendente (conduzione familiare)
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p.92
Forte senso imprenditoriale (lavoro autonomo e non dipendente)
Scarso supporto (economico, politico, culturale) dei Governi
Il caso delle PMI italiane: le critiche
1) Non essere in grado di fare ricerca e sviluppo in maniera sistematica
in modo da poter sempre essere competitivi sul mercato globale
2) Vista la scarsa capacità innovativa le PMI sarebbero diventate il
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.94-95
2) Vista la scarsa capacità innovativa le PMI sarebbero diventate il
luogo della ripetitività e della meccanicità
3) Il carattere familiare della PMI comporta il rischio di chiusura in se
stessa e di una facile mortalità in caso di mancato ricambio
generazionale
Il caso delle PMI italiane: le difficoltà
1) Scarsa attenzione della politica a favore, invece, delle grandi
industrie (private e statali)
2) Politiche familiari di basso livello per quanto riguarda gli aspetti
sociali, fiscali ed economici
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.95-97
sociali, fiscali ed economici
3) Prelievo fiscale superiore rispetto alla grande industria
4) Reazione delle PMI (evasione, lavoro nero) e conseguente
criminalizzazione
Il caso delle PMI italiane: le difficoltà
5) Il sistema imprenditoriale si è trovato “costretto ad alimentarsi
soltanto o soprattutto con gli scarti del sistema di istruzione e di
formazione secondario e superiore di natura elitaria e
sostanzialmente general-classicista”.
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.95-97
6) “Anche la quasi totalità delle maestranze di questo settore, di
conseguenza, è sempre provenuta nel dopoguerra in avanti, da
espulsi per demerito dal sistema di istruzione e di formazione o,
comunque, da feriti o da vere e proprie vittime delle scuole e delle
università”.
Il caso delle PMI italiane:
nonostante tutto questo…
1) Le PMI sono la prima creatrice di ricchezza nazionale (la
seconda in Europa dopo la Germania e l’ottava al mondo per
volume di esportazioni)
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.97-98
2) Le PMI hanno permesso all’Italia di sopravvivere, in questi
anni, alla crisi economica e sociale ancora in corso
Come tutto questo si è reso possibile?
Il caso delle PMI italiane:
rischio di approfondire la frattura
1) Un aumento della distanza con la scuola e
l’università, contrapponendo la vita reale in azienda
Sensi di colpa o complessi di inferiorità che possono generare…
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.101-102
l’università, contrapponendo la vita reale in azienda
all’astrattezza degli ambienti formativi
2) Costrizioni nei confronti dei figli per il
conseguimento dei titoli di studio non raggiunti
nelle precedenti generazioni
VERSO UN NUOVO MODELLO
FORMATIVO
1) NUOVO MODELLO FORMATIVO
CONOSCENZA = SAPIENZA E SAGGEZZA
COMPORTAMENTI ≠ MECCANISMI E ROUTINE
INTENZIONALITA’
RAZIONALITA’ATTI UMANI FRUTTO DI
RAZIONALITA’
LIBERTA’
RESPONSABILITA’
2) NUOVO MODELLO FORMATIVO
“Maturazioni formative”
logica kairoticacronologica
κρόνος
A scuola 10, 12,
14,…anni?
καιρός
Everytime
everywhere
3) RIVALUTAZIONE LAVORO MANUALE
Giovani over 15 ed aspirazioni occupazionali in lavori manuali
USA 60%
AREA OCSE
Lavoro manuale = diminutio personale, sociale, culturale e civile?
SVEZIA 40%
FRANCIA 25%
ITALIA 5%
….
3)RIVALUTAZIONE LAVORO MANUALE
“Da sempre le generazioni giovanili sono diventate
adulte, sperimentando anche lavori manuali e provando
su di essi le proprie attitudini, oltre che la propria
intelligenza e il proprio carattere”.
Lavori estiviVolontariato Brevi lavori per
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p. 30
Lavori estiviVolontariato
sociale
Brevi lavori per
pagarsi gli studi
Ripieghi temporanei
od occasioni
formative?
3) RIVALUTAZIONE LAVORO MANUALE
Quanta manualità
negli under 15?
Un problema di
protezione da
sfruttamento?
Un problema
culturale?
Se la manualità è un disvalore da cui guardarsi
prima dei quindici anni, difficilmente potrà
diventare un valore in seguito.
Da sempre la manualità è alla base della cognitività teoretica
PENSIERO MANUALE
“Nessuno stilista può soltanto
pensare il suo abito e nessunpensare il suo abito e nessun
artigiano fare lo stesso con il suo
oggetto di produzione”.
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p. 31
Generazione nativi
digitali a rischio
Per un cambio di paradigma
Dimensione di problematicità a livello culturale, sociale,
economico e pedagogico
Oltre il paradigma della separazione
SCUOLA EXTRASCUOLA
Paradigma della separazione nella scuola
Scuola Famiglia
Scuola Società
Scuola Ambiente
Scuola Impresa
SCUOLA SCUOLA
Paradigma della separazione nella scuola
Docente x Docente y
Disciplina x Disciplina y
Classe prima Classe seconda
Lezione Laboratorio
Mano Mente
Cuore Logica
Paradigma della separazione nella vita
Cuore Logica
Età dello studio Età del lavoro
Studio Lavoro
Teoria Pratica
Crisi del paradigma della separazione
Crisi finanziaria (debito pubblico e privato, finanza folle…)
Globalizzazione: un battito d’ali ai tropici provoca un Globalizzazione: un battito d’ali ai tropici provoca un
temporale a New york
Nuove tecnologie della Comunicazione e della
Produzione: si investe in tecnologie, non in persone
in carne ed ossa
Crisi del paradigma della separazione
La società multiculturale: necessità di
confrontarsi con persone con stili di vita
diversi.
Il problema demografico: crescita
esponenziale di pensionati e diminuzione
della forza lavoro attiva.
Verso un paradigma compositivo:strategie
1) Dall’eccellenza e dal merito di qualcuno all’eccellenza e
al merito di ciascuno
Oltre lo scouting scolastico delle eccellenze (i migliori dirigono, i
mediocri (o peggiori) lavoranomediocri (o peggiori) lavorano
Oltre la definizione di standard di comportamento, di metodo, di
contenuto e di valore
Verso un paradigma compositivo:strategie
1) Dall’eccellenza e dal merito di qualcuno all’eccellenza e
al merito di ciascuno – superamento di tre pregiudizi:
A) Ogni scuola precedente ha senso solo se prepara bene a
B) Dopo la scuola dell’obbligo, uguale per tutti, le filiere
devono essere ben chiare e distintamente gerarchizzate
A) Ogni scuola precedente ha senso solo se prepara bene a
quella successiva
C) Scuola e lavoro sono due realtà incompatibili
Verso un paradigma compositivo:strategie
1) Dall’eccellenza e dal merito di qualcuno all’eccellenza e
al merito di ciascuno: la vera democratizzazione
Barbiana: turning point
Si pensò di rendere aperto a
tutti un sistema pensato sin
dalla sua nascita a svolgere la
funzione di scegliere i migliori
Risultati di questa presunta democratizzazione:
- diminuzione complessiva della qualità degli studi
- incapacità della scuola di compensare le differenze sociali di partenza
- disadattamento scolastico
- dispersione scolastica- dispersione scolastica
- la scuola come ascensore sociale fuori servizio
- perdita di prestigio dell’istituzione scuola e dei suoi docenti
- estrema variabilità geografica dei risultati di apprendimento (vd.
INVALSI)
Tentativi di superare dalle fondamenta questo paradigma
pedagogico: la stagione delle riforme (1997-2005)
Dalla scuola per la
selezione dei quadri
economici e sociali
Alla scuola per la piena
“fioritura” della singola
persona (art. 2 comma
2 della Costituzione)
Dalla differenza come
merito per pochi
eletti e attentato
all’uguaglianza di
tutti
La differenza come
condizione di ogni
essere personale nella
sua relazione sociale
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.73-74
Tentativi di superare dalle fondamenta questo paradigma
pedagogico: la stagione delle riforme (1997-2005)
Esiste un solo percorso
scolastico per crescere
in umanità e cultura
Esiste una pluralità
di percorsi formativi
Dalle scuole secondarie
organizzate come filiere
gerarchicamente definite
Alle scuole secondarie di
pari dignità educativa
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.73-74
“Se fino a 15-20 anni fa i pochi
sopravvissuti al darwinismo scolastico
potevano bastare a soddisfare le domande
NUOVE URGENZE PEDAGOGICHE (MA NON SOLO…)
I giovani sotto i 20 anni in Italia scenderanno a circa 9 milioni nel 2025
potevano bastare a soddisfare le domande
poste dalla dinamica scientifico-
tecnologica, economica e sociale del Paese,
oggi, e a maggior ragione domani, (…), non
siamo più nelle stesse condizioni. I nostri
giovani, essendo già pochi, sono tutti
troppo indispensabili e preziosi per non
mirare a valorizzare l’eccellenza e il merito
di ciascuno”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.74-75
Verso un paradigma compositivo:strategie
2) Dalle filiere al campus ordinamentale
Costruire un secondo ciclo unitario di istruzione e formazione finalizzato
“alla crescita educativa, culturale e
professionale dei giovani attraverso il sapere,
il fare e l’agire e la riflessione critica su di essi”,
nonché allo sviluppo dell’autonoma “capacità
di giudizio” e dell’esercizio «della
responsabilità personale e sociale» previsto
dalla legge Moratti (art.2, comma 1, punto g).
Nuovo campus ordinamentale
Tre sottosistemi funzionali tutti di pari dignità educativa e
culturale, tra di loro complementari ed interconnessi (art. 2,
comma 1, lettera i; art. 2, comma 1, punto c della L. 53/2003 e
legge 30 Biagi).
-Sotto sistema dei Licei
-Sotto sistema dell’istruzione e formazione professionale
-Sotto sistema dell’apprendistato formativo
Riorganizzazione:
-Delle strutture (edifici)
- del personaleLibro dei sogni?
*Laboratori per l’Approfondimento, il Recupero e lo Sviluppo
degli Apprendimenti (ex- riforma Moratti)
Verso un paradigma compositivo:strategie
3) Dalle formula organizzativa per classi a quella per Larsa*
La scuola si adatta agli studenti e non viceversa
Dalla formula organizzativa per classi a
quella per Larsa*
Gruppi di livello: studenti raccolti
in base a livelli di apprendimento
e di competenza riconosciuti e
certificati. Gli studenti devono
essere aiutati a gestire tali
differenze come un vantaggio e
Gruppi di compito: gli studenti si
riuniscono per svolgere dei
compiti “scolastici” ben precisi,
in situazioni artificiali e/o reali
professionali. Gli studenti si
confrontano con esperti edifferenze come un vantaggio e
non un handicap.
confrontano con esperti e
committenti del mondo reale.
Gruppi elettivi: gli studenti si
riuniscono indipendentemente dalla
loro età e dalla loro preparazione
specifica in uno specifico campo
disciplinare o complessiva sul piano
culturale
Verso un paradigma compositivo:strategie
4) Raggiungimento di alcune consapevolezze pedagogiche
Dal primato informativo a quello
critico, nella sistemazione e
giustificazione delle conoscenze e
delle esperienze maturate nella vita
Dalla successione all’alternanza
formativa. Attraverso i PSP si esplorano le
concezioni o misconcezioni presenti negli
alunni scegliendo di conseguenza i
contenuti da approfondire , dadelle esperienze maturate nella vita
intera degli studenti (non solo a
scuola).
contenuti da approfondire , da
correggere, da riordinare.
Dall’uniformità alla personalizzazione.
Ogni persona non è mai passiva ma
attiva ed ha una propria ed
irripetibile storia esistenziale e
formativa.
Dalla logica del curricolo a quella dei
Piani di Studio Personalizzati.
Superamento di una logica
centralistica di tipo erogativo a favore
di una progettazione “just in time”.
Cambio di modello di insegnamento
Comenio
insegnare tutto a tutti
Rousseau
centratura sui
bisogni dell’alunno
Rischio di insuccesso nell’insegnare…
… le stesse cose a tutti
… nello stesso modo a tutti
…con gli stessi strumenti a tutti…con gli stessi strumenti a tutti
…con la stessa modalità organizzativa (classe)
…con gli stessi piani di studio per tutti
…per lo stesso tempo con tutti
La teoria dei due tempi
PRIMA DOPO
LA TEORIA LA PRATICA
LA CULTURA LA PROFESSIONE
LO STUDIO
SCOLASTICO ED
UNIVERSITARIO
UN LAVORO
CHENE TENGA
CONTO
Ma la metafora filmica funziona
veramente o permangono intrecci?
La teoria dei due tempi
ERRORE 1
“Non si dà stato di elaborazione di
qualsiasi conoscenza, e tanto meno di
scienza, se non a partire da determinati
luoghi materiali e strumenti tecnologici, da
procedure e da applicazioni tecniche ben
codificate… “codificate… “
ERRORE 2“non esistono tecnologie, tecniche,
modalità operative (… ) che non si
alimentino di scienze e conoscenze…“
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.89-90
L. 107/2015: “LA BUONA SCUOLA”
Art. 1, comma 33. Al fine di incrementare le opportunità di lavoro
e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di
alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile
2005, n. 77, sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per
una durata complessiva, nel secondo biennio e nell'ultimo anno
del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una
durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Le disposizionidurata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Le disposizioni
del primo periodo si applicano a partire dalle classi terze attivate
nell'anno scolastico successivo a quello in corso alla data di
entrata in vigore della presente legge. I percorsi di alternanza
sono inseriti nei piani triennali dell'offerta formativa.
L. 107/2015: “LA BUONA SCUOLA”
Art. 1 comma 35. L'alternanza scuola-lavoro può essere svolta
durante la sospensione delle attività didattiche secondo il
programma formativo e le modalità di verifica ivi stabilite
nonché con la modalità dell'impresa formativa simulata. Il
percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche
all'estero.
Significativo piccolo passo in avanti, ma permane la
teoria dei due tempi: scuola e “lavoro” sono due
momenti separati non ben interfacciati fra di loro
Verso una nuova prospettiva nel
trasferimento della conoscenza
1) Lo stage per l’orientamento e l’auto orientamento
A partire dalle scuole per l’infanzia il sistema educativo di
istruzione e formazione dovrebbe programmare, anche
più volte all’anno, degli stage conoscitivi presso le impresepiù volte all’anno, degli stage conoscitivi presso le imprese
del territorio, strutturandole secondo modalità e richieste
diverse in base all’età degli studenti
Verso una nuova prospettiva nel
trasferimento della conoscenza
2) “I laboratori” nelle imprese e le “imprese-laboratorio” nelle università
“avere a disposizione una dettagliata carta topologica delle
imprese nelle quali poter svolgere, in determinati periodi
dell’anno, esperienze laboratoriali che seguano lo sviluppo
intrinseco di determinati nuclei concettuali e contenutisticiintrinseco di determinati nuclei concettuali e contenutistici
disciplinari ed interdisciplinari previsti nei piani di studio
personalizzati”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.112-113
“Analogamente non è irrealistico pensare che (…) se le istituzioni
scolastiche e universitarie possono vantare la presenza di personale
docente davvero preparato per una didattica e per una ricerca
laboratoriale, non autoreferenziali, ma aperti con intelligenza
critica al territorio e alle sue esigenze di sviluppo (…)”
Verso una nuova prospettiva nel
trasferimento della conoscenza
3) “Il tirocinio formativo nelle imprese”
“(…) luogo sociale e cooperativo nel quale ogni soggetto in formazione si
assume la diretta responsabilità di svolgere un processo lavorativo
concreto o un pezzo di tale processo, ma in condizioni di
accompagnamento, affiancamento e protezione costante riguardo alla
qualità sia dei prodotti da realizzare, sia dei processi lavorativi e dellequalità sia dei prodotti da realizzare, sia dei processi lavorativi e delle
relazioni interpersonali con cui realizzarli”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , pp.114-115
“ Ciò significa produrre qualcosa , potendo contare su un esperto
riconosciuto (tutor aziendale) che aiuta, momento dopo momento, il
giovane inesperto a non fare errori, da un lato intervenendo sulle sue
azioni professionali (lavoro) quando fossero inadeguate e, dall’altro,
facendogli scoprire, integrandosi anche con il tutor scolastico, le conoscenze
e le abilità contente in modo esplicito od implicito nelle azioni professionali
che è chiamato a svolgere nel suo lavoro (studio)”
Verso una nuova prospettiva nel
trasferimento della conoscenza
4) “Lo stage lavorativo”
“ Si tratta di stipulare contratti per svolgere nelle imprese, in
autonomia e responsabilità, un lavoro vero e proprio, o parti di un
lavoro vero e proprio, sia durante il percorso formativo sia, comelavoro vero e proprio, sia durante il percorso formativo sia, come
dice la norma, al massimo entro 12 mesi dall’ottenimento di un
titolo di studio”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p.117
Il numero delle ore impiegate in questa attività potrà essere
maggiore nell’eventualità che lo studente abbia terminato il
proprio itinerario formativo ed abbia sia disponibilità di tempo e
motivazioni; inferiore nell’eventualità che lo studente sia ancora
coinvolto in attività formative
Verso una nuova prospettiva nel
trasferimento della conoscenza
5) “L’apprendistato formativo”
“ L’apprendistato (…) è un contratto di lavoro che, salvo libera e
diversa decisione delle parti, è a tempo indeterminato”diversa decisione delle parti, è a tempo indeterminato”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p.119
“(…) nessuna azienda ha interesse a porsi come formativa nei
confronti di un giovane se non ritiene che questi lo possa poi
ripagare degli sforzi compiuti (…); nessun giovane, per converso,
ha interesse a cominciare un lavoro attraverso il quale ha
l’opportunità di crescere (…) senza giocare in fondo tutto se stesso
per essere apprezzato e così guadagnare il posto di lavoro a tempo
indeterminato”
Conditio sine qua non…
Profondo cambiamento modelli
- formazione
- selezione- selezione
- reclutamento
- esercizio
- sviluppo
dell’attuale professionalità docente
Conditio sine qua non…
Saper impiegare tutti i dispositivi vincolanti esistenti in
modo intelligente e creativo, considerandoli come
delle possibilità per progettare percorsi formativi per ladelle possibilità per progettare percorsi formativi per la
persona di ogni studente, portandola al massimo
livello possibile in tutte le sue dimensioni
Pluralità di funzioni docente
1) Coloro che vengono coinvolti in un’attività intenzionale di
insegnamento per via di una sua riconosciuta competenza:
potrebbero essere anche nonni, genitori, gli stessi ragazzi
2) I tutor aziendali per gli stage, i laboratori e i tirocini o i
“mastri” per l’apprendistato
3) I docenti esperti nel padroneggiare i saperi disciplinari
previsti nei piani di studio e nell’insegnarli
4) I docenti tutor degli studenti all’interno del campus
5) Il coordinatore tutor e il responsabile della
progettazione organizzativa dei Larsa
Nuova figura del docente
Superamento di alcuni vecchi paradigmi culturali
NO SI’
FUNZIONARIO STATALE EDUCATOREFUNZIONARIO STATALE EDUCATORE
ESPERTO DISCIPLINARE FORMATORE
MINISTER
Dal latino: ministro, servo,
domestico, strumento
Un modello che viene da lontano…
Rousseau: il gouverneur
“Docente-regista, esperto di
educazione negativa, in grado di
suggerire con creativitàsuggerire con creatività
pedagogica come trasformare
qualsiasi ambiente ed ogni
esperienza del suo allievo in
un’occasione di apprendimento
(…), tutore (tutor) personale
dell’allievo nelle sue esperienze
esistenziali ed educative (…)”
Bertagna G. (ed.), Fare laboratorio, La Scuola, Brescia, 2012 , p.126
PER (NON) CONCLUDEREPER (NON) CONCLUDERE
COMPETENZA
ESSERE DELLA PERSONA
NON INSEGNABILENON INSEGNABILE
LAVORO
DIMINUTIO PERSONALE
LABORATORIO
AZIONE
MASTRO
GRAZIE E BUONO STUDIOGRAZIE E BUONO STUDIO
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