rossettibikenews 2010.1
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con qualche difetto di gio-ventù e qualche pecca orga-nizzativa, si è rivelato un progetto interessante che ci ha fatto divertire e ci ha anche riservato notevoli sod-disfazioni.
Quest’inverno siamo final-mente riusciti a fare una foto seria di squadra ed era doveroso visto l’avvento del nuovo sponsor e la bellezza delle nostre nuove maglie che in gruppo spiccano mera-vigliosamente.
Ora ci aspetta l’estate e per un po’ basta gare. Servirà per ricaricare le pile e tor-nare carichi per il finale di stagione.
Beppe
Ecco il primo atteso numero della stagione 2010 del no-stro giornalino. Qui trove-remo, in doverosa sintesi, tutto quello che è stata fino a qui la nostra stagione.
Lavoro titanico come al soli-to un po’ perché è veramen-te dura trovare il tempo per fare tutto e i vostri contri-buti latitano, anzi mancano totalmente.
Stagione intensa e focaliz-zata più che mai sulla parte-cipazione al circuito Roma-gna Challenge, senza però trascurare le “classiche” grandi corse del nostro pa-norama.
Fantastico preambolo è sta-ta la partecipazione alla
Cronosquadre della Versilia che oltre ad una prestazione di buonissimo livello (anche perché migliorabile anche solo con qualche ingenuità in meno…) ci ha regalato un week end di quelli “giusti”, di quelli che ci fanno ricordare una volta di più quanto sia bello stare insieme e divide-re momenti speciali.
Dalla metà di marzo poi è iniziato un turbinìo di impe-gni incalzanti che ci hanno visto andare in doppia cifra in quanto a gare (col numero)disputate. E’ stato necessa-rio sacrificare la partecipa-zione al Circuito Romagnolo ma è stata una scelta di cui non ci siamo pentiti. Il Roma-gna Challenge infatti. seppur
Sempre protagonisti
O r g a n o
u f f i c i a l e d e l
V e l o c l u b
A c r o p o l i s A SD
E s t a t e 2 0 1 0 A n n o 5 – N u m e r o 1 In questo numero:
Flashback da un (lungo)
inverno pag. 2
Giganti tra i mostri del
cronometro pag. 3
G.F.Cassani: percorso ri-
dotto ma gara vera pag. 5
A Riccione la seconda del
Challenge : gara da velocisti
pag. 6
Pasquetta alla Conti. Primo
podio!! pag.8
La Settimana Cicloturisti-
ca FRW. Abbiamo trovato
un nuovo mestiere? pag.9
A Cervia ancora conferme.. Siamo uno squadrone
pag.11
Romagna Challenge IV atto
Bella gara all’ombra del
Titano pag.14
Spianati anche i Colli Bolo-
gnesi pag.16
Giro della Romagna. Un
classico al quale non si può
mancare pag.18
Luci e (tante) ombre a
Cesenatico… Per metà
gruppo Nove Colli stregata
pag.19
Amatori meglio dei Pro.
Tutto normale? pag.22
Fondo del Capitano Sul
gradino più alto pag.23
A Castrocaro, sudore, san-
gue e tanto onore
pag.26
E il Romagna Challenge.
Ecco il punto dopo 6 prove
pag.29
Che Dolomiti ragazzi!!
pag.29
Cos’ho combinato ...pag.33
Una giornata speciale
pag.34
Ancora sulla stampa
pag.36
P a g i n a 2
Flashback da un (lungo) inverno
A memoria di questi ultimi
anni, l’inverno che ci ha appena
lasciato è stato tra i più lunghi
e freddi degli ultimi anni.
Non che questo ci abbia impe-
dito di pedalare come al solito
di buona lena ma certo abbia-
mo atteso a lungo un po’ di
bella stagione che ci consen-
tisse di pedalare senza freddo
pungente e rischio pioggia.
Siamo usciti in ogni momento
in cui si poteva e anche quando
non si poteva, quando tutti
quelli che poi dicono “si ma
quei Rossetti lì vanno troppo
forte...” si girano dall’altra
parte nel letto, siamo usciti
quando la temperatura era
sottozero, con un ghiaccio
subdolo a terra che sembrava
di pattinare, insomma ne ab-
biamo fatte di tutti i colori,
anche se ormai per noi è la
normalità.
Alcuni come Denis, Nelson e
Wilmer hanno provato anche
l’esperienza del viaggio alle
Canarie ad inizio marzo. Sono
tornati tutti con una gamba
eccezionale, una maglia di
Campione del Mondo (Denis) e
un bagaglio di esperienze ed
episodi divertenti che se vor-
ranno potranno raccontarci e
dividere con noi su queste
pagine.
Se dovessi scattare una foto-
grafia, di quest’inverno mi
verrebbe in mente un giro
fantastico di metà febbraio
sulle colline faentine tra la
neve e la brina (-2°) con tutte
le nostre maglie una dietro
l’altra. Questo per me è stato
il vero simbolo del nostro in-
verno.
La “depressione di fine inver-
no” ha portato qualcuno ad una
mattata degna di essere ri-
portata negli annali. Le previ-
sioni mettono pioggia in Roma-
gna? Allora si parte alle 4 e si
va...in Veneto!! “Questi i s’è
mati!” il commento dei ciclisti
indigeni trovati sul posto. Co-
me dargli torto?
Prossima frontiera? Charter
per la Sicilia. O meglio spera-
re nel bel tempo?
Bicicletta
Due ruote leggere piene di luce per capire la strada dove conduce.
Ho un gran fiatone ma mi sento un leone, l’aria sul viso e mi nasce un sorriso.
Che cada la pioggia o che soffi il ven-to di andare in bici son sempre con-tento.
E potrà non sembrarti normale ma con lei per me è sempre Natale.
Tanti Auguri
Claudio Brusi
Anche se ora non è stagione e il Natale è passa-
to da un bel pezzo, queste poche righe così vere
e cariche di passione sono state gli auguri di
Claudio per il nostro Natale.
Lo conoscevamo in veste di imprenditore agile e
sempre attivo, di atleta tenace ed appassionato,
di grande amico per le serate in compagnia, la
sua versione da “poeta” ci mancava.
Grazie grande Claudio, da quest’anno a tutti gli
effetti un “Rossetti” anche per il tesserino.
A proposito di inverno, ecco una
testimonianza più unica che
rara (per la foto ringraziamo il
reporter Alberto Rosetti) della
classica uscita invernale.
Timido sole, freddo bestia e
immancabile foratura, stavolta
toccata proprio a Claudio con
un Nelson gregario d’eccezione.
P a g i n a 3
Ci eravamo trovati subito tutti
d’accordo, non poteva esserci
modo migliore di iniziare la
stagione agonistica 2010 se
non con la partecipazione alla
Cronosquadre della Versilia
Michele Bartoli a Forte dei
Marmi. Era un’idea che già dal-
lo scorso anno ci frullava in
testa, Il periodo (metà marzo)
è perfetto perché precedente
a tutti gli altri nostri impegni e
quindi eravamo arrivati alla
unanime conclusione che ci
dovevamo essere.
L’entusiasmo era pressoché
uguale per tutti e il primo do-
loroso scoglio da superare era
la scelta di chi avrebbe dovuto
fare da riserva. La crono in-
fatti prevedeva la partenza di
8 atleti e noi eravamo in 9.
Non c’è stata alternativa ad un
crudele e spietato sorteggio.
“A chi tocca tocca” ci si era
detti, ma ogni sorta di scongiu-
ro era lecita. La sfortuna ha
scelto il buon D & G che dopo
un attimo di comprensibile
dispiacere si è reso subito
disponibile a seguire la squadra
fino in fondo, accompagnandoci
nella trasferta per farci da
Direttore Sportivo in ammira-
glia, cosa che si è rivelata
(purtroppo) utile….
E così si organizza cominciando
dalla sistemazione logistica.
Trovare un albergo ad un prez-
zo ragionevole a Lido di Ca-
maiore, anche se fuori stagio-
ne, non è impresa facile, e dal
momento che a me la cosa era
riuscita abbastanza agevol-
mente dovevo forse capire che
ci poteva essere sotto qualco-
sa che avremmo scoperto solo
dopo.
Intanto nella settimana prece-
dente, ritrovo con cena presso
la Pizzeria Barbé per decidere
gli ultimi dettagli in merito alla
partenza. Ci siamo tutti e un
Claudio Brusi in gran forma ci
carica a dovere prima con le
anteprime delle nuove grafiche
2011 delle nostre bici
(fantastico il colore bianco-
giallo-nero “Team Rossetti”…..
per me stavolta ci tirano
n.d.r.), poi con la notizia che la
nostra foto di squadra compa-
rirà per ben due volte sul Re-
sto del Carlino nel periodo del-
la presentazione della gamma
FRW 2011 in programma per il
mese di luglio a Marinara. Ma
di questo parleremo a parte.
Ogni volta pensiamo che Clau-
dio non possa più stupirci, in-
vece anche stavolta tira fuori
l’ennesimo Jolly: 9 caschi da
crono Giro!! Chi di noi l’ha mai
messa una roba del genere… E’
lo stesso che usano i vari Ar-
mstrong, Contador, Menchov,
roba da non credere.
Siamo ovviamente carichi a
molla tanto che chi può parte il
prima possibile per vivere in
pieno un week end che si pre-
annuncia strepitoso e all’inse-
gna del “comunque vada sarà
un successo”!
La nostra avanscoperta è Gian-
ni, esperto camperista, che
parte il venerdì pomeriggio e
appena arrivato ci conforta
sulle condizioni meteo che ci
avevano messo un po’ di ap-
prensione viste le nevicate
primaverili in Appennino. “Qua
sembra un altro mondo, tran-
quilli….”.
Infatti il sabato mattina dopo
aver valicato a Roncobilaccio
con la neve ai bordi dell’auto-
strada, la Toscana ci accoglie
con un sole convinto e una tem-
peratura primaverile. Tempo
per un piatto di spaghetti al
pesce e via alla ricerca dell’al-
bergo per scaricare le auto e
inforcare le bici, siamo impa-
zienti di tuffarci nel clima
della cronometro….
L’Hotel Gigliola di Lido di Ca-
maiore, prenotato via internet,
non si presenta male, un palaz-
zotto anni 50 ristrutturato,
ma con due corpi staccati. Il
palazzo con la hall e probabil-
mente le camere migliori e una
dependance che se da un lato
ha un corti-
letto annes-
so che è
molto fun-
zionale per
noi, dall’altro
appare un po’
orrida e tra-
scurata.
Al ritiro dei
pacchi gara
scopriremo il
perché: nor-
malmente è
adibita ad “hotel a ore”!! Che
ottima scelta.
A parte questo piccolo parti-
colare il sabato scorre via ve-
loce con la pedalata pre-gara
che è qualcosa di splendido
nello scenario unico del lungo-
mare della Versilia baciato dal
sole. Scaldiamo i motori e c’è
tempo per un saluto a Max
Lelli che i nostri tre “canarini”
hanno conosciuto bene e riti-
riamo i numeri di gara. Con
piacere scopria-
mo che partire-
mo a metà mat-
tina (10,43),
quindi niente
alzataccia, e
avremo un bel
numero di par-
tenza, il 69!
La domenica
mattina ci sve-
gliamo con il
cielo azzurro e
un sole pieno che
ci fa pensare
che nonostante
la temperatura
sia bassina ades-
so(6-7°), più
tardi si scalderà
e sarà l’ideale.
Prepariamo le
bici per l’occasione tutte at-
trezzate con ruote ad alto
Giganti tra i Mostri del cronometro. Domenica
14
Marzo
Foto di gruppo in borghese
per la spedizione versiliana.
Ci siamo tutti tranne i cam-
peristi Gianni e Raffo.
Ultimi preparativi prima
del via
(continua a pag.4)
P a g i n a 4 profilo in carbonio e inforcan-
do i nostri caschi da crono.
Non ci possiamo certo parago-
nare agli squadroni di speciali-
sti che ci sono con tanto di
body, bici da cronometro e
ruote lenticolari ma facciamo
lo stesso la nostra porca figu-
ra...
Dall’ammiraglia ci seguirà il
buon Davide che avrebbe volu-
to essere tra di noi a pedalare
ma che ci è di prezioso appog-
gio.
Stabiliamo un ordine di posizio-
ni per cercare di essere il più
ordinati possibile e in poco ci
troviamo sulla pedana di par-
tenza. Come veri pro ognuno di
noi ha un addetto che ti tiene
stretto il canotto e ti consente
di agganciare i piedi e partire a
tutta al momento giusto.
Pronti via e come una freccia
parte il “Capotreno” Wilmer al
quale ci attacchiamo non senza
difficoltà ma tempo 100 metri
e arrivano delle voci. Raffone
non ha pensato di agganciare i
piedi ai pedali e perdiamo qual-
che secondo per ricompattarci.
Ora filiamo a tutta verso Mari-
na di Massa dove dopo 6-7 chi-
lometri ci sarà l’inversione di
marcia attorno ad una rotonda.
La velocità è buona, il vento un
po’ ci spinge e i cambi sono
regolari.
Arriviamo al giro di boa e porca
miseria ci aspettano una venti-
na di chilometri verso Viareg-
gio con il vento tendenzialmen-
te contrario. La fatica si sente
già e mancano ancora più di 30
chilometri.
Per salvare le gambe e prende-
re un po’ fiato sono costretto a
saltare qualche cambio ma per
fortuna i miei compagni sono
m o s t r u o s a -
mente in palla.
Questo è il
tratto più
lungo e diffi-
cile da affron-
tare e non
perché ci sia-
no difficoltà
altimetriche
(ci sono solo 2
cavalcavia…),
ma perché il
cuore è co-
stantemente
fuori soglia e
l’acido lattico
è già un brutto compagno di
viaggio.
Le trenate di Wilmer, Nelson,
Giorgio, Paolo e Gianni sono
fenomenali, si cerca di tenere
la velocità più alta possibile.
Arriviamo a Viareggio e vedia-
mo la squadra partita 1’30”
prima di noi; cerchiamo di pro-
durre il massimo sforzo. La
svolta è impegnativa perché
spezza il ritmo, la strada è in
questo tratto anche un po’ ac-
cidentata poi troviamo anche
un’ambulanza in mezzo alla
strada che soccorre un ciclista
caduto. C’è un po’ di caos e in
mezzo a questo il patatrac: a
Wilmer per cause non ben pre-
cisate si blocca il freno davanti
e rischia una
bella botta.
Per fortuna
nulla di grave
ma crono fini-
ta e così per-
diamo il vago-
ne più veloce.
Sale in ammi-
raglia e me-
morabili sono
le “gentili”
imprecazioni contro la malasor-
te registrate dalla fotocamera
di Davide lasciata accesa sul
sedile della macchina nella con-
citazione del momento.
Mancano pochi chilometri, il
tempo è preso sul quinto arri-
vato e quindi proseguiamo ma
rinunciare alla nostra punta di
diamante è un danno non da
poco.
La fatica è tanta e siamo tutti
al limite, Nelson Giorgio e Paolo
sono tre leoni che lottano an-
cora con grande vigore, mentre
Raffo, vestitosi troppo pesan-
te per non soffrire il caldo in
uno sforzo così violento, si
rialza: restiamo in sei.
L’ultimo chilometro è una lun-
ghissima volata in apnea e dopo
l’arrivo ci stringiamo in un ab-
braccio che sa di complimenti
per quello che ognuno è riusci-
to a dare e anche di liberazio-
ne. Finalmente il cuore può
smettere di pompare all’impaz-
zata.
Il mio cardio ha segnato una
frequenza media di 163 battiti
(per me il 92% della massima)
per quasi 50 minuti di sforzo.
Incredibile!!
Il risultato cronometrico che
riportiamo pur essendo degno
di nota è sicuramente un gradi-
no sotto quello degli specialisti,
ma abbiamo diverse attenuanti.
Intanto le bici da crono danno
un indubbio vantaggio: alle alte
velocità, garantisce Max Lelli
(secondo all’arrivo con la sua
squadra a solo 2” dai vincitori),
almeno 4 o 5 secondi a chilo-
metro.
(segue da pag. 3)
I nostri eroi, ancora tutti assieme, dopo la svolta di Viareggio.
Foto by D&G (dalla macchina….)
(continua a pag.5)
Prima del via...
P a g i n a 5 Poi con qualche errore in meno
(vedi partenza) e senza lo
sfortunato problema tecnico
toccato a Wilmer, avremmo
potuto limare almeno una venti-
na si secondi e guadagnato set-
te otto posizioni.
Poi resta il fatto che questo
non è il tipo di sforzo al quale
siamo abituati e tanto di più
non si poteva chiedere. Non è
comunque facile fare una me-
dia superiore ai 46 all’ora su
quasi 40 chilometri!!
Finisce tutto come avevamo
sperato, cioè con un allegro
pasta party e un bel brindisi
che chiude una bellissima espe-
rienza e dà ufficialmente inizio
alla nostra stagione.
Beppe
(segue da pag.4)
14/03/10 CRONOSQUADRE DELLA VERSILIA Forte dei Marmi (LU)
Percorso km 38,3 Totale squadre classificate 182
1° TEAM VELOLINE in 44’39”20 media 51,4 km/h
2° MAX LELLI SEISYSTEM 1 in 44’41”65
3° GS BAGLINI in 44’43”75
………………
68° ROSSETTI SIXS RAVENNA in 49’52”30 media 46,1 km/h
Doverosa una nota a parte sulla gara. Organiz-
zazione pressoché perfetta, la logistica ecce-
zionale del lungomare versiliano, esaltata dalla
giornata primaverile fa da degna cornice ad un
evento in cui nulla è lasciato al caso.
La mano dell’esperto Michele Bartoli si vede
anche in questo e la migliore testimonianza è
che la partecipazione (quest’anno chiusa a 190
squadre) è in continuo aumento.
Facendo un po’ di conti, 190 squadre per 8 per-
sone fa oltre 1500 ciclisti coinvolti, numeri che
poche granfondo riescono a fare. E se non ci
fosse il numero chiuso….
G.F. Cassani: percorso ridotto ma gara vera
Dopo l’escursus nel mondo del
tic-tac, torniamo a fare quello
che ci riesce meglio e sette
giorno dopo esserci sfilati i
caschi da crono siamo in pista
nella prima granfondo della
stagione che segna anche l’ini-
zio del circuito Romagna Chal-
lenge.
Apprendiamo la mattina stessa
quando siamo già in griglia che
i percorsi hanno subito varia-
zioni e tagli dal punto di vista
chilometrico per effetto dei
danni presenti su alcune stra-
de dovuti alle abbondanti pre-
cipitazioni invernali. Oggi però
la giornata, seppure fresca,
dal punto di vista meteo appa-
re buona, meno male.
Così dopo la prima salita (il
Monte Chioda da Modigliana)
non si farà tutto il S.Maria in
Castello vista l’impraticabilità
della discesa del Monte Busca,
ma si scenderà direttamente a
Tredozio per una sorta di
scorciatoia. Restano Carla e
Monticino da dove però, arri-
vati in cima, non si scenderà a
Zattaglia per fare il Monte
Albano (c’è una frana) ma si
salirà verso il Parco del Carnè
fino alla Croce di Rontana che
sarà l’ultimo duro ostacolo
prima di scendere sì a Zatta-
glia e attraverso i Coralli fare
ritorno a Faenza. In tutto solo
113 km ma davvero tosti.
Al via dalla Piazza del Popolo di
Faenza abbiamo la griglia del
Romagna Challenge e non siamo
messi malissimo. Wilmer e
Nelson sgusciano via e non
subiscono la prima selezione
che già si genera nella strada
che sale a Modigliana.
Sul Chioda a bordo strada c’è
la neve ed è freschino ma il
ritno alto non ce lo fa sentire,
anzi forse stimola a spingere
tanto, bere poco e mangiare
niente.
Dietro ai nostri due purosan-
gue si forma la coppia Giorgio-
Paolo sulla quale riesco con
Domenica
21
Marzo
(continua a pag. 6)
P a g i n a 6 un po’ di stupore ma con gran-
de soddisfazione a
rientrare dopo la
discesa su Tredo-
zio.
A proposito: scen-
dendo pensiamo a
quanto doveva
esser distrutto il
Busca per farci
passare da qui….
Dopo aver raggiunto la strana
coppia, contento per essere in
un gruppo di gente che va me-
diamente più forte di me, inve-
ce di bere e mangiare mi met-
to a fare il “patacca” ridendo
e scherzando ma questa cosa
mi si ritorcerà contro.
Sul Carla sto bene e scollino
con i primi del gruppo, alla
divisione dei percorsi restiamo
in pochi e mi sento ancora
piuttosto bene tanto che nel
tratto verso Brisighella tiro
regolarmente il gruppetto. Mi
guardo attorno e tutti mi paio-
no stanchi.
Poi all’attacco del Monticino
improvvisamente le forze mi
abbandonano, mi stacco dal
gruppetto e la Croce di Ronta-
na mi da il colpo di grazia. Non
vado proprio su.
Trovo Cristiano che procede a
zig-zag. Il suo cambio si è rot-
to e può andare solo con il 12
dietro. Il 34x12 non è proprio
il rapporto ideale per le pen-
denze che ci sono qui….
Potrei salvarmi con l’arrivo del
gruppo dietro dove c’è Davide
che mi raggiunge quasi in cima.
Riesco però a stare con loro
fino ai Coralli, poi basta lo
strappo del Campo Cross a
farmi perdere anche questo
treno. Sono vuoto e mangiare
ora non serve più a molto: negli
ultimi chilometri prendo più di
3 minuti da Davide….
Ottima però la prestazione di
squadra con Wilmer, Nelson
Giorgio e Denis che arrivano
nei primi 25 di categoria colle-
zionando i primi punti del Chal-
lenge. In una ventina di minuti
arriviamo tutti e siamo nel
primo terzo degli arrivati sul
lungo. Se il buongiorno si vede
dal mattino, ci aspetta un’otti-
ma stagione.
Beppe
21/03/2010 G.F. Davide Cassani Faenza (RA)
Percorso lungo km 113 — Totale classificati 538
1° Corradini Antonio (Viner Factory Team) in 3h03’23” media 36,97 km/h
28° GHETTI Wilmer in 3h21’53” media 33,58 km/h (8°cat.VET)
40° FENATI Nelson in 3h23’29” media 33,32 km/h (12° cat.VET)
77° FRANCHI Giorgio in 3h30’04” media 32,28 km/h (22° cat.VET)
91° MAZZAVILLANI Paolo in 3h30’10” media 32.26 km/h (27° cat.VET)
104° GUARDIGLI Davide in 3h33’44” media 31,72 km/h (33° cat.VET)
124° POGGI Giuseppe in 3h36’50” media 31,27 km/h (41° cat.VET)
152° FRESCHI Denis in 3h38’47” media 30,99 km/h (25° cat.GEN)
166° CONTI Gianni in 3h40’58” media 30,68 km/h (57° cat.VET)
202° VALENTINI Raffaele in 3h44’33” media 30,19 km/h (71° cat.VET)
(segue da pag. 5)
A Riccione la seconda del Challenge:
gara da “velocisti”
Domenica
28
Marzo
La settimana dopo la Cassani
ecco la seconda prova del Ro-
magna Challenge. E’ la Fondo
Prestigio Città di Riccione.
Per tutti noi è un inedito, non
abbiamo mai partecipato in
passato e non sappiamo esat-
tamente che cosa ci attende.
Ci fidiamo del fatto che, es-
sendo la 12esima edizione della
corsa, il livello organizzativo
dovrebbe essere buono. Do-
vrebbe…
Ci sarebbe qualcosa da ridire
sulla collocazione logistica
delle griglie di partenza, in
pieno centro di Riccione, non
facili da trovare e un po’ infe-
lici, c’è molto da ridire su co-
me vengono fatte partire.
La griglia del Challenge, messa
lateralmente, viene aperta
assieme a tutte le altre che da
dietro arrivano dritte. Bisogna
praticamente fare a spallate
per avanzare con il risultato
che passiamo sulla riga qualche
(continua a pag.7)
P a g i n a 7 minuto dopo i primi e dato che
i primi chilometri sono fatti a
tavoletta sulla statale Adria-
tica verso Misano, due minuti
sono poco meno di due chilo-
metri….
Bisogna anche evitare una bel-
la transenna messa all’interno
di una rotonda sperando forse
che il gruppo lanciato a tutta
non cerchi la scorcia-
toia….Mah!
I più bravi a districarsi in par-
tenza sono il solito Wilmer e
Paolo che riescono ad aggan-
ciarsi ai migliori prima della
prima salita vero Mondaino.
Dietro ci sono Giorgio e Nel-
son, tutti gli altri alla spiccio-
lata con il sottoscritto in fon-
do come al solito. Normalmen-
te il titolo di più prudente in
partenza me lo gioco con Denis
ma oggi il Capitano non c’è…..
La salita verso Saludecio e
Mondaino è di quelle pedalabi-
li, dove è importante trovare
un buon ritmo e la difficoltà è
farlo dopo aver pestato il 12
per 20 minuti a tutta.
Durante la salita ritrovo Gian-
ni e insieme da buoni passisto-
ni saliamo regolari così che
poco dopo la scollinamento
rientriamo sul gruppetto da-
vanti dove sono Davide e Raf-
fo.
Ci aspetta una lunga pedalata
in leggera salita verso Carpe-
gna prima di trovare la salita
vera e propria e cerchiamo di
tenere una buona andatura
senza però tirare solo noi co-
me al solito. Non ha molto sen-
so spremersi troppo dato che
nei lunghi rettilinei non vedia-
mo la coda di nessun gruppo.
Quando comincia la salita vera
e propria del Carpegna provo a
fare un po’ di anda-
tura per vedere se
si riesce ad aggan-
ciare qualcuno ma
niente, i gruppi sono
fatti e si va avanti.
Il nostro gruppetto
di quattro purtrop-
po perde una unità
nell’ultima salita,
quella di Montelic-
ciano che non è tra-
scendentale ma
Gianni non sta be-
nissimo e resta un
po’ attardato.
Lo strappo di Fio-
rentino, poca cosa,
fa da preambolo
agli ultimi 30 km di
discesa e pianura per tornare
a Riccione. Facciamo atten-
zione a restare nelle prime
posizioni del gruppo perché le
strade strette e rovinate e il
gruppo folto potrebbero por-
tare rischi che è meglio evi-
tare.
Si scatena un po’ di bagarre
nel finale con scatti e contro
scatti per anticipare la volata
posta sulle prime rampe della
collinetta di Oltremare a Ric-
cione.
Tutto sommato una buona gara
per fare del fondo e del ritmo
ma non adatta ai mezzi dei
“Rossetti”. Salva qualcosa del-
la giornata il solito Wilmer
che con il 14esimo posto di
categoria fa classifica nel
Challenge.
Bravo anche Paolo nel tenere
dopo la partenza al fulmicoto-
ne che gli vale all’arrivo la se-
conda piazza tra i Rossetti. Un
inizio di stagione brillantissi-
mo per “Paulinho”.
Come direbbe qualcuno, per gli
altri giornata “da incudini”, ora
c’è Pasqua ma occhio ai
festeggiamenti a tavo-
la: a Pasquetta si torna
in pista…
Beppe
(segue da pag. 6)
Sotto: Wilmer all’arrivo
A sinistra Nelson regola
il suo gruppo in volata
P a g i n a 8
28/03/2010 F. Prestigio Città di Riccione Riccione (FC)
Percorso lungo km 126,50 — Totale classificati 638
1° Karelis Dainius (Giordana-Cipollini) in 3h23’29” media 37,32 km/h
45° GHETTI Wilmer in 3h30’44” media 36,13 km/h (14°cat.VET)
122° MAZZAVILLANI Paolo in 3h38’30” media 34,73 km/h (40° cat.VET)
146° FENATI Nelson in 3h42’20” media 34,13 km/h (47° cat.VET)
165° FRANCHI Giorgio in 3h42’26” media 34,12 km/h (53° cat.VET)
215° GUARDIGLI Davide in 3h50’09” media 32,97 km/h (72° cat.VET)
220° VALENTINI Raffaele in 3h50’10” media 32,97 km/h (76° cat.VET)
222° POGGI Giuseppe in 3h50’11” media 32,97 km/h (78° cat.VET)
263° CONTI Gianni in 3h53’02” media 32,57 km/h (92° cat.VET)
Pasquetta alla Conti
Primo podio!! Neanche il tempo di digreire
l’agnello di Pasqua e il lunedì ci
attende la terza prova del
Romagna Challenge in quel di
Lugo.
Stavolta la pioggia non ci da
scampo e oggi la giornata è di
quelle da duri. Pioggia batten-
te in griglia e nonostante tutto
un buon nume-
ro di ciclisti
pronti a parti-
re.
Noi siamo in
f o rmaz i o n e
ridotta, già la
data non è
delle più favo-
revoli per la
“fuga” da ca-
sa, poi ci si
mette pure il
tempo…. Partiamo in 5 su 9 ma
onoriamo lo stesso il circuito.
Anche il percorso di questa
gara ha subito una sostanziale
modifica dovuta alla frana che
rende ancora inagibile il Monte
Albano. Il chilometraggio si è
ridotto di un paio di chilometri
ma il dislivello è superiore a
quello originario.
Prima asperità saranno i Tre
Monti a Imola, poi invece di
Sassoleone e Gessi si sale sulla
Maddalena da Fontanelice per
scendere verso Castel del Rio
e Casola Valsenio. Salita del
Prugno (o Margherita) e poi giù
fino dopo Riolo per andare ad
affrontare gli strappi di Mon-
te Ghebbio e Mazzolano prima
del ritorno a Lugo. Alla fine
una gara di tutto rispetto.
Rispetto che non ci portiamo
alla partenza visto che con
l’acqua che c’è per strada:
mettersi a fare i 50 a testa
bassa non è proprio il massimo
della vita. Per fortuna il sup-
plizio dura poco, fino a che il
gruppo si rompe: davanti il
solito Wilmer e il determina-
tissimo Paolo, poi Gianni e in un
terzo gruppo Giorgio e il sot-
toscritto.
La gamba oggi proprio non vuol
saperne di girare, l’acqua e la
temperatura rigida mi fanno
sembrare i primi chilometri
una vera tortura. “Ma se oggi
me ne stavo a casa….”. Invece
poi….
Poi si arriva ad Imola, la piog-
gia non è più così fastidiosa e
le difficoltà che avevo trovato
in partenza le vedo anche sulle
facce dei miei compagni di
gruppo. Mal comune mezzo
gaudio, penso.
Si comincia la salita della Mad-
dalena e assieme a Giorgio
saliamo con passo allegro riu-
scendo con relativa facilità ad
allungare sul nostro gruppo.
Siamo più o meno a metà sali-
ta quando vediamo Gianni a
bordo strada alle prese con il
cambio di camera d’aria. Anco-
ra una foratura porco cane.
Un’inizio di stagione non fortu-
nato per Gianò.
Nella veloce discesa su Castel
del Rio ci riportiamo su un
gruppetto di 4 ciclisti tra i
quali Maria Cristina Prati, se-
conda tra le donne in lotta con
l’eterna Monica Bandini.
Cambi regolari e buon ritmo ci
consentono di attaccare il Pru-
gno da Fontanelice a non trop-
pa distanza dal gruppo Bandini
che ci precede di circa un mi-
nuto. Questo a dire degli uo-
mini dell’ammiraglia della Cicli
Matteoni che accompagna la
Lunedì
5
Aprile
(continua a pag.9)
P a g i n a 9 Prati, seconda tra le donne.
La salita la facciamo come pia-
ce a me e Giorgio, forte sì ma
regolare, cerchiamo per caval-
leria di non staccare la Prati e
allo stesso tempo sarebbe bel-
lissimo poter rientrare sul
gruppo davanti.
Nel tratto scoperto che pre-
cede la vetta il gruppo davanti
lo vediamo, forse c’è un minuto,
forse meno ma loro in discesa
vanno più forte di noi e la Ban-
dini ha dei gregari fortissimi
che nei piani, e da Casola Val-
senio fino a sotto Riolo di piano
ce n’è tanto, volano. Non li
prenderemo più.
Restano gli ultimi insidiosi
strappi del Ghebbio e del Maz-
zolano che riusciamo a supera-
re quasi di slancio. Non ci si
riesce ad avvantaggiare e non
avrebbe neanche tanto senso
provarci perché poi da Imola a
Lugo c’è molta pianura, tanto
vento e troppa fatica da fare.
Comunque di fatica io e Giorgio
ne facciamo lo stesso dato che
tiriamo il triplo degli altri nel
ritorno a Lugo ma otteniamo
due importanti risultati.
Intanto non si fa la volata,
chiariamo i patti con chi non
tira che non si azzardi a resu-
scitare sul rettilineo d’arrivo
“altrimenti ci arrabbiamo” e
siamo presi in parola, poi incas-
siamo i ringraziamenti della
Prati alla quale abbiamo dato
un grande mano non facendola
tirare un metro e tenendola
sempre al riparo dal vento. Il
suo secondo posto è anche un
po’ merito nostro, visto che il
gregario deputato a seguirla ne
aveva proprio poca…..
All’arrivo la fantastica sorpre-
sa: Wilmer al solito eccellente
(meno di 14’ di distacco dal
primo…) arriva 23esimo assolu-
to ed è terzo di categoria!! E’ il
primo podio 2010 per la squa-
dra. Ci voleva, finalmente!
Di 5 che siamo partiti in 4 an-
diamo a punti con il solito gran-
de Paolino di questo inizio sta-
gione. Fuori dai 25 e quindi
dalla zona punti del Challenge
solo lo sfortunato Gianni deci-
samente penalizzato dalla fo-
ratura sulla Maddalena.
Aspettiamo doverosamente le
premiazioni e scopriremo poi
che con questo terzo posto
Wilmer, con 53 punti è salito in
testa nella classifica Veterani
del Romagna Challenge.
E andiamo!!!
Beppe
La Settimana Cicloturistica FRW
Abbiamo trovato un altro mestiere?
Nella settimana precedente la
prima grande classica della
stagione, ossia la G.F. Selle
Italia Via del Sale, in collabo-
razione con Claudio Fantini di
Sportur, il nostro Claudio Brusi
ha organizzato la settimana
cicloturistica FRW che preve-
deva pacchetti per turisti con
albergo, iscrizione alla gara
della domenica e ogni giorno
uscite in bicicletta sulle colline
in “compagnia degli atleti del
Team Rossetti Sixs Frw” così
recitava il comunicato stampa.
Ovviamente siamo lusingati di
questo e non possiamo non far-
ci trovare pronti a ricoprire
occasionalmente il ruolo di
“guide” turistiche in bicicletta.
A Claudio lo spirito di iniziativa
non manca, ha organizzato nel-
la settimana un’interessante
incontro con Claudio Corsetti,
medico della Liquigas al quale
partecipiamo con piacere
(ospitati anche a cena….).
Le adesioni da parte dei turisti
non sono tante ma il fatto è
che, anche a parere di quelli
che c’erano, questa iniziativa
sia partita un po’ tardi e maga-
ri poco pubblicizzata. Nessun
dubbio invece sulla bontà dell’i-
dea che anche in altre zone
incontra molto..
Siamo sulle nostre strade,
(continua a pag.10)
(segue da pag.8)
28/03/2010 G.F. R.Conti Lugo (RA)
Percorso lungo km 131 — Totale classificati 139
1° Krys Hubert (Giordana-Cipollini) in 3h28’29” media 37,35 km/h
23° GHETTI Wilmer in 3h42’26” media 35,33 km/h (3°cat.VET)
47° MAZZAVILLANI Paolo in 3h53’56” media 33,60 km/h (13° cat.VET)
66° FRANCHI Giorgio in 4h04’52” media 32,10 km/h (21° cat.VET)
67° POGGI Giuseppe in 4h04’52” media 32,10 km/h (22° cat.VET)
88° CONTI Gianni in 4h14’34” media 30,87 km/h (30° cat.VET)
P a g i n a 1 0 ma a vederle e pedalarle in
questa maniera così rilassata
non siamo troppo abituati. E’
bellissimo!! Siamo consapevoli
che la bici ci può regalare com-
pagnia e momenti magici ancora
per molti anni, anche quando la
fiamma dell’agonismo si sarà un
po’ sopita.
Cerchiamo di dividerci le gior-
nate in maniera da coprire al-
meno in
due o
tre ogni giornata e alla fine
quello che è un servizio diventa
un vero piacere.
Già che, almeno per me, peda-
lare la mattina fra settimana
non è abituale, trovarsi in giro
in buona e allegra compagnia, in
giornate final-
mente stupende
anche a livello
climatico è una di
quelle fortune
che apprezziamo
in pieno.
Così dopo un pri-
mo giorno di as-
saggio, un secon-
do per cantine,
giovedì ci snoccio-
liamo un centinaio
di chilometri con
Panighina, Monte-
vecchio e Villa
Silvia (non ma-
le….) e venerdì,
con un gruppetto
più folto al segui-
to, una novantina
su e giù per le colline sovra-
stanti Cesena tra le quali Ron-
cofreddo e Ciocca.
Il tutto sempre con il pulmino
al seguito pronto a raccogliere
indumenti e a fornire assisten-
za meccanica con alla guida o
Paolo Franchi della FRW o
niente meno che Aviero Casal-
boni che oltre che essere un
amico e una persona molto alla
mano è anche il responsabile a
livello nazionale del settore
Granfondo dell’Udace (e ci fa
da autista….).
Cielo azzurro, temperatura
ideale, paesini meravigliosi che
ci accolgono nella loro straor-
dinaria normalità e più di una
persona ci regala un sorriso ed
un incitamento, alla faccia dei
soliti arroganti colpi di cla-
cson…..
Così la Settimana Cicloturisti-
ca FRW si traduce in una rige-
nerante esperienza che ci è
servita per fare un doveroso
piacere ad un amico, a conosce-
re ragazzi simpatici e alla fine
anche a fare un buon allena-
mento senza tirarci il collo
come spesso capita.
Quello della guida turistico-
ciclistica potrebbe non essere
poi un brutto mestiere. Per il
2011, Claudio, conta su di noi.
Beppe
Nelle foto alcune immagini del-le pedalate della Settimana Cicloturistica FRW
P a g i n a 1 1
Nonostante sotto più di un
aspetto sia discutibile e a mio
avviso migliorabile a livello or-
ganizzativo, la classica cervese
per il periodo in cui si svolge,
per la location (Cervia si presta
all’accoppiata ciclismo-vacanza
per famiglie), e per la capacità
ricettiva, attira tanti parteci-
panti come al solito.
Quest’anno non proprio come al
solito: ee consideriamo i nume-
ri “gonfiati” pubblicati dopo
l’edizione 2009 si registrereb-
be un disastroso calo degli
arrivati di quasi il 50%, se con-
sideriamo i più realistici dati
oggettivi il calo è attorno al
20%, comunque tanto.
Vuoi che il richiamo del brevet-
to del Prestigio, del quale la
Selle Italia è la prima prova,
stia un po’ perdendo appeal,
vuoi che la stagione brutta dal
punto di vista climatico non
abbia agevolato le preparazioni
invernali dei ciclisti (e qui il
lungo è piuttosto duro), se io
fossi l’organizzatore cercherei
di individuare le cose da miglio-
rare. Il modo di iscrizione in
primis e alcune altre cose che
a Cervia ti fanno sentire un po’
“preso in giro”.
Già, qui “prima paghi, prima
parti”; così non si premia il
ciclista che si iscrive presto
anzi lo si espone ad un rischio
inutile che correrà quando sarà
rimontato e superato da un
gruppo inferocito che viaggia a
50 all’ora su strade strette e
spesso rovinate.
Con le griglie garantite dai
pacchetti-vacanza non si sti-
mola il ciclista che non ha nelle
gambe il ritmo dei primi, lo si
mette in condizione di tirare
forse troppo all’inizio e andare
fuori giri.
L’idea della griglia fedeltà (chi
ha fatto almeno 4 delle ultime
5 edizioni parte un po’ più a-
vanti) sembra tanto un altro
espediente per avere un bel po’
di fondi in anticipo.
Stabilire un ranking di merito e
inserire chi si iscrive, anche
tardi magari dando un limite
massimo fino ad un paio di set-
timane prima, nella posizione di
partenza che più gli compete
per capacità, appare un obiet-
tivo così irrealizzabile?
Oppure stabilire intervalli di
tempo in base alle edizioni pas-
sate e conseguenti griglie
(Maratona delle Dolomiti do-
cet)? Non è poi così difficile….
Forse questo potrebbe essere
un tasto da toccare per ripor-
tare la gara ai grandi numeri di
qualche tempo fa. Il partire
con un chilometro e più di han-
dicap quando poi la classifica
non viene redatta in real time
ma con il tempo di via ufficiale
è molto demotivante sotto l’a-
spetto tecnico.
Chi glielo dice agli organizzato-
ri? Io per mail ma nessuno mi
ha risposto. Non è da tutti
fare tesoro delle critiche che
vogliono solo essere costrutti-
ve. Va bè.
Strepitoso poi il gadget legato
al pacco gara: un telo mare
super reclamizzato alla vigilia.
Diciamo che sarebbe stato
meglio venderlo come un telo
mare per nani o meglio un a-
sciugamano da bidet.
Polemiche a parte e passando
alla gara, constatiamo con ram-
marico che la pioggia ci fa com-
pagnia anche in questa domeni-
ca mattina. Sono tanti i musi
lunghi che si specchiano nelle
pozzanghere del parcheggio
mentre scarichiamo le bici.
Nessun dubbio, si parte lo
stesso, però porcaccia mise-
ria…..
Intanto che siamo in griglia
(quasi tutti in quella fedeltà a
parte Nelson e Wilmer che
sono davanti e Raffo che è
dietro), smette di piovere ma i
nuvoloni neri alla nostra destra
in direzione della
campagna nella
quale ci dovremo
addentrare tra
poco non fanno
presagire nulla di
buono.
Invece poi il tem-
po sarà tutto
sommato discre-
to, di sicuro meno
peggio di quello che anche il più
ottimista di noi pensava.
Al via ci perdiamo subito tra gli
spruzzi e il casìno, c’è chi come
Paolo guizza come un’anguilla
nel gruppo, chi come Gianni va
a nozze nelle partenze affolla-
te, chi come il sottoscritto
fatica non poco cercando di
evitare il più possibile i peri-
coli e così resto per ultimo del
gruppo Rossetti.
Quest’anno il percorso lungo è
decisamente più selettivo delle
edizioni passate: dopo l’inizio
con il tappo di Polenta (ma si
potrà?) si gira per Tessello e si
scende fino ai piedi di Formi-
gnano, versante del Monte Ca-
vallo che viene riproposto per
la seconda volta quest’anno
dopo l’esordio del 2009.
Ma mentre nella passata edi-
zione in cima i percorsi si divi-
devano, questa volta si scende
tutti verso Teodorano e l’ormai
ex laghetto dove il medio va a
destra verso Cervia, il lungo a
sinistra verso Pieve di Rivo-
schio, la salita aggiunta.
Dopo una partenza in sordina e
dopo aver riordinato le idee sul
Formignano, mi sento decisa-
mente bene e comincio a recu-
perare posizioni. A metà Rivo-
A Cervia ancora conferme…
Siamo uno squadrone!
Domenica
11
Aprile
(continua a pag.12)
Cronoscalata Formignano
75° Wilmer 17’02”
78° Davide 17’05”
151° Nelson 18’04”
174° Giorgio 18’17”
219° Raffo 18’38”
222° Gianni 18’39”
267° Beppe 19’05”
359° Paolo 19’43”
P a g i n a 1 2 schio rientro su un bel gruppo
dove trovo Davide e Giorgino
Emiliani. E’ una buona iniezione
di fiducia e poi così non sono
più da solo…..
Scolliniamo e ci buttiamo nel
discesone veloce verso San
Romano. Si mangia, si beve e si
ritorna a Borello da dove af-
fronteremo la salita di Monte-
vecchio.
Sui primi tornanti vedo un al-
tro gruppetto che ci precede
di poche centinaia di metri. Ci
sono un po’ di maglie Rossetti e
le buone sensazioni trovano
nuove conferme. Quando li
raggiungo Paolo e Giorgio non
hanno quella che si dice “una
bella faccia”, cerco con due
battute di stimolarli ma men-
tre Paolo stringe i denti e si
mette in scia, Giorgio è un po’
più in difficoltà e non si acco-
da.
Davide è poco dietro ma non
riuscirà a raggiungere Giorgio,
ha già mentalmente mollato e
finirà in calando raggiunto an-
che da Raffo che era partito in
ultima griglia.
In cima alla salita siamo in pra-
tica Paolo, Giorgio Emiliani,
Cristiano e il sottoscritto.
Giorgio, di solito sempre posa-
to, si lascia andare ad una fra-
se che non lascia dubbi:“Beppe,
fat’ inc…., t’ha mé fat murì!!!”
La gara dopo il Montevecchio
prevede la classica scalata al
Cavallo da Borello che in prati-
ca sarà l’ultimo vero ostacolo
della giornata prima del ritorno
a Cervia.
Le gambe girano ancora bene
ma le esperienze passate che
fanno di Montecavallo la mia
bestia nera, mi inducono a
prendere la salita un po’ allegro
per evitare di adagiarmi e per-
dere la piacevole compagnia. E’
talmente bello pedalare in que-
sto gruppetto che sarebbe un
peccato staccarsi proprio ora.
Alla fine, raschiando
il barile delle forze e
stringendo i denti,
riesco ad arrivare in
cima con il gruppetto
e il morale va alle
stelle.
Il ritorno sarà una
passeggiata. In ef-
fetti per il dannato
vento che soffia sem-
pre in faccia nelle
saline, non sarà pro-
prio una così, ma fac-
ciamo la nostra parte,
restiamo nelle posi-
zioni di avanguardia
del gruppo per evita-
re cadute (l’esperienza del
2009) e arriviamo sul lungoma-
re dove improvvisiamo anche
una volata. Improvvisiamo per-
ché all’ultimo scatto le gambe
non ne vogliono più sapere e un
bel tironcino di crampi ci con-
vincono a non esagerare.
Comunque una bella soddisfa-
zione. Bella prova e bel piazza-
mento.
Già da diversi minuti sono arri-
vati Nelson e Wilmer che han-
no approfittato della favorevo-
le posizione di partenza ma che
hanno anche avuto gambe ecce-
zionali per restare lì, con Wil-
mer scatenato nelle cronosca-
late e rallentato da una foratu-
ra e Nelson pronto a recupera-
re con l’esperienza da consu-
mato granfondista. Eccellente
anche la prova di Gianni che
con la gara cervese ha un fee-
ling particolare.
Poco dopo il nostro gruppetto
arriva Giorgio non troppo entu-
siasta della sua prova conclusa
(segue da pag.11)
Cronosc. Montevecchio
55° Wilmer 18’56”
96° Nelson 19’32”
110° Davide 19’37”
114° Beppe 19’40”
162° Giorgio 20’05”
179° Paolo 20’11”
289° Gianni 20’33”
317° Raffo 20’36”
L’arrivo dei nostri due
leader Wilmer e Nelson
Gianni a Cervia da sempre il massi-
mo. Grande gara per lui!
Foto di gruppo a Luzzena. Da destra
Cristiano, Beppe, Paolo e Giorgio Emiliani
(continua a pag.14)
P a g i n a 1 3
11/04/2010 G.F. Selle Italia Cervia (Ra)
Percorso lungo km 165—Totale classificati 1.200
1° Fioretti Luca (Viner Factory) in 4h29’37” media 36,72 km/h
59° GHETTI Wilmer in 5h00’53” media 32,90 km/h (14°cat.Vet)
60° FENATI Nelson in 5h00’53” media 32,90 km/h (15° cat.Vet)
112° CONTI Gianni in 5h10’00” media 31,93 km/h (38°cat.Vet)
132° MAZZAVILLANI Paolo in 5h14’49” media 31,45 km/h (51°cat.Vet)
137° POGGI Giuseppe in 5h15’02” media 31,42 km/h (53°cat.Vet)
169° FRANCHI Giorgio in 5h18’55” media 31,04 km/h (68°cat.Vet)
185° VALENTINI Raffaele in 5h20’23” media 30,90 km/h (77°cat.Vet)
386° GUARDIGLI Davide in 5h39’52” media 29,13 km/h (156°cat.Vet)
Rit. FRESCHI Denis
comunque in maniera più che
dignitosa grazie al carattere
che da sempre lo contraddi-
stingue. Non fa in tempo a ta-
gliare il traguardo che si ferma
al chiosco della piadina in pre-
da ad una crisi di fame...
Ottima la prova forzatamente
in solitario di Raffo che, par-
tendo più dietro ha fatto gara
di rimonta e per strada ha rac-
colto Davide che nel frattem-
po, come di suol dire “gli aveva
dato su”.
All’appello manca qualcuno… E’
il Capitano in giornata decisa-
mente sfortunata. L’inverno ci
ha lasciato in eredità delle
strade devastate e piene di
buche e proprio in una di que-
ste voragini dell’asfalto Denis
ha lasciato un cerchio che si è
irrimediabilmente “squadrato”.
Da qui la chiamata a Santa Ma-
nuela e il ritiro. Finche si rom-
pe un cerchio poco male, il Ca-
pitano ci raggiunge a pranzo e
già vederlo è un sollievo. Dopo
la caduta del 2009 e la sfortu-
na di quest’anno si può dire che
questa gara gli dice male.
Facendo un bilancio della gara,
nel suo com-
plesso è sta-
ta bella to-
sta e selet-
tiva al punto
g i u s t o
( d i s l i v e l l o
complessivo
2235 metri).
Sfortune a
parte non si
può non es-
sere soddi-
sfatti. E’ la
conferma è
che il lavoro duro dell’in-
verno sta pagando e che
siamo sempre di più un
vero squadrone!
Bravi ragazzi…
Beppe
(segue da pag. 13)
Giorgio e Davide nelle
fasi di inizio gara
Raffo a Montevecchio
Denis, desaparecido
per un giorno.
Forza Capitano!
P a g i n a 1 4
Quarta prova
e giro di boa
del Romagna
Challenge.
Abbiamo in
casa il capo
c l a s s i f i c a
della catego-
ria Veterani
e l’obiettivo
che non sem-
brava possi-
bile adesso è
chiaro: di-
fendere la
posizione di
leader ad
ogni costo!
Ancora gli
a v v e r s a r i
sono tanti, non riusciamo a fo-
calizzarne uno in particolare
ma l’obiettivo è quello di sup-
portare al meglio Wilmer nella
sua possibile conquista che
darebbe lustro a tutta la squa-
dra. Peccato che non abbiamo
le gambe per stargli dietro più
di tanto…..
Stavolta partenza e arrivo
sono “in terra straniera”, siamo
infatti alla G.F. San Marino
SAB che ha come base il paesi-
no di Gualdicciolo, pochi metri
di là dal confine della provincia
di Rimini.
Tanto per cambiare la pioggia
ci accompagna durante il viag-
gio in macchina verso la par-
tenza. Verso Santarcangelo
piove di brutto, siamo rasse-
gnati a bagnarci anche oggi,
invece la giornata volgerà al
meglio: dopo i primi chilometri
umidi la strada si asciugherà e
la giornata sarà ottima dal pun-
to di vista climatico. Sole an-
che deciso a tratti ma comun-
que mai troppo caldo.
Esilarante pre-gara con uno
speaker d’eccezione. Un tipo
meraviglioso a metà strada tra
il Duce e Palmiro Cangini si è
impadronito del microfono in
preda a delirio di onnipotenza
per scagliarsi contro i soliti
furbi che “saltano le griglie”.
Memorabile la chiusura del suo
discorso con la faccia cianoti-
ca : “E’ ora di BASTA!!!”
Abbiamo il fondato sospetto
che fosse un cabarettista di
Zelig…. Uno spasso!
Si parte e subito si sconfina….
in Italia. Si risale la statale
della Valmarecchia a velocità
folle con la strada bagnata e
non mancano i soliti rischi di
cadute.
La prima salita posta dopo 10
chilometri circa è una vecchia
conoscenza: il Passo delle Siepi
(o del Grillo che dir si voglia).
Salita non certo dura specie se
fatta da freschi, di sicuro qui
la difficoltà sta nel passare dal
53x12 mulinato a tutta al 39 in
agilità.
Ci sparpagliamo un po’ lungo la
salita, poi in discesa ci ritro-
viamo in un bel gruppetto. Da-
vanti sono rimasti Wilmer (un
funambolo anche in discesa) e
Paolo che si lancia al suo inse-
guimento poi portato a più miti
consigli da una imbarcata in
curva. La strada bagnata ri-
chiede molta prudenza.
Con Paolo c’è Gianni, noi ci tro-
viamo in 5 a Ponte Uso, Siamo
Nelson, Raffo, Davide, Giorgio
e il sottoscritto. Più indietro
Denis rimasto un po’ chiuso in
salita e che ha evitato troppi
rischi in discesa.
Pecchiamo troppo in generosi-
tà: praticamente nel gruppo
tiriamo solo noi con Nelson che
ci stimola per cercare di rien-
trare sul gruppo davanti dove
ci saranno probabilmente alcuni
dei nostri. Ma così facendo gli
altri stanno a ruota e rispar-
miano, noi ci massacriamo. Non
è gioco e convinciamo il Mae-
stro a fare qualche giro dietro
e coinvolgere anche qualcun
altro nella catena.
La seconda salita è quella di
Verucchio, non lunga ma che
come la precedente ci impone
un repentino cambio di ritmo.
Le pendenze qui ci sono e si
sale comunque allegri.
Attraverso un bel tratto vallo-
nato torniamo in territorio
sammarinese e attacchiamo la
salita verso il Monte Titano da
Dogana. Scollineremo a Doma-
gnano dopo 7 chilometri circa
che non sembrano troppo duri
ma la sede stradale larga in-
ganna: qui si fa vera selezione.
Resta vittima di questa salita il
più scalatore di noi, Nelson,
che non ha una delle sue gior-
nate migliori. All’arrivo ammet-
terà candidamente che gli è
mancata la voglia di soffrire
fino in fondo e ha preferito
andare tranquillo e fare un
buon allenamento.
Romagna Challenge IV atto
Bella gara all’ombra del Titano
(continua a pag.15)
P a g i n a 1 5
(segue da pag.14)
Ci attende una lunga e veloce
discesa che attraverso il ponte
sul fiume Faetano ci riporta
nella provincia di Rimini dove
attacchiamo la salita verso
Montescudo.
E’ proprio prima dell’imbocco
della salita vera e propria che
raggiungiamo Gianni che dopo
una partenza al fulmicotone sta
un po’ pagando lo sforzo e la
sua faccia la dice lunga. Quando
ci vede però si rincuora e si
aggrega al nostro gruppetto
che conta una trentina di unità
e noi Rossetti siamo di nuovo in
5.
E’ veramente bello poter corre-
re gare vere assieme, questo è
il bello della nostra squadra. Ci
si diverte, si parla, se c’è biso-
gno ci si aiuta a vicenda.
Scesi da Montescudo, siamo più
o meno al km 100 di gara e ne
mancano una sessantina all’arri-
vo. Di questi una quarantina
circa saranno di salita e più di
30 nella sola prossima asperità
che ci porterà ai 1000 metri
circa del valico di Villagrande.
Ovviamente non si tratta di una
salita impossibile, però piutto-
sto continua con qualche pezzo
più duro e le gambe devono
spingere bene per restare nel
gruppo, cosa molto importante
perché trovarsi da soli in que-
sto tratto vuol dire perdere
motivazioni e di conseguenza
tanto tempo.
Nell’attraversamento del paese
di Montecerignone Gianni pur-
troppo si stacca, ora il gruppo è
molto allungato e se si perdono
le ruote è un problema.
Man mano che ci si avvicina allo
scollinamento la velocità cre-
sce; il valico tra l’altro è posto
circa un chilometro dopo il pae-
se di Villagrande e sembra non
arrivare mai.
Negli ultimi metri di salita uno
scatto secco di qualche elemen-
to tra cui Cristiano e Davide
permette a questi di cominciare
la veloce discesa davanti. Sulla
strada un po’ rovinata si corre
qualche rischio e noi non ce la
sentiamo di seguirli. Sta di fat-
to che li rivedremo solo all’arri-
vo.
La fine della discesa coincide
con l’inizio dell’ultimo strappo,
quello di Montemaggio che one-
stamente non ci aspettiamo
così duro. Sarà che la fatica
comincia a farsi sentire spin-
giamo con tutto quello che ri-
mane per arrivare finalmente
alla discesa che ci riporterà a
Gualdicciolo.
Si va bè, discesa non montagne
russe! Alla faccia, la strada
appare come una specie di pre-
cipizio con pendenze attorno al
20% e tocchiamo i 90 all’ora
prima di attaccarci ai freni.
Siamo rimasti in 4 sul vialone
d’arrivo. 3 di noi e un ospite che
ha usufruito del solito passag-
gio in corriera che offriamo ma
almeno non si fa la volata.
All’arrivo Wilmer non è troppo
soddisfatto, ha esagerato nella
prima parte e la compagnia che
ha sfruttato il suo lavoro l’ha
scaricato nell’ultima salita dove
il nostro aveva le forze ridotte
al lumicino. Purtroppo questo gli
costa qualche punto rosicchiato
dai sui inseguitori in classifica:
erano tra i suoi “succhiaruote”
in gara.
Noi dietro (con Paolino e Davide
sugli scudi) scopriamo dalle
classifiche che il piazzamento è
comunque buono e ci consente
di raggranellare qualche altro
punto nella Challenge. Per Raffo
sono i primi ed è giustamente
molto contento. Nel giro di po-
chi minuti ci si trova tutti dopo
lo striscione d’arrivo e final-
mente il meritato pasta party
con l’ennesimo show del Benito-
Palmiro che stavolta inveisce
contro chi snobba le premiazio-
ni. Magari tutto sarebbe stato
più gradevole con meno decibel
nel volume del microfono!
Chiudiamo con bilancio positivo
anche questa bella gara, ora in
maggio sosta del “Romagna”.
Obiettivo, alla ripresa di
giugno, far fare punti a Gian-
ni che è ancora a secco. Pa-
zienza Gianò, pazienza…
Beppe
Paolo (sopra) e Beppe (sotto)
nel suggestivo passaggio nel
centro di Verucchio
Scollinamento sul Titano per Raffo
(a sinistra), Davide e Giorgio
(sopra) e Wilmer (sotto)
Da sinistra Nelson, Gianni e
Denis (con Giorgio Emiliani)
all’arrivo di Gualdicciolo
P a g i n a 1 6
Spianati anche i Colli Bolognesi
(continua pag. 17)
25/04/2010 G.F. San Marino SAB Gualdicciolo (RSM)
Percorso lungo km 156—Totale classificati 265
1° Rizzi Bruno (Mg K-Vis LGL) in 4h06’26” media 37,98 km/h
27° GHETTI Wilmer in 4h28’14” media 34,89 km/h (10°cat.Vet)
46° MAZZAVILLANI Paolo in 4h35’04” media 34,02 km/h (16°cat.Vet)
60° GUARDIGLI Davide in 4h38’35” media 33,59 km/h (20°cat.Vet)
67° VALENTINI Raffaele in 4h41’06” media 33,29 km/h (22°cat.Vet)
69° FRANCHI Giorgio in 4h41’06” media 33,29 km/h (23°cat.Vet)
70° POGGI Giuseppe in 4h41’07” media 33,29 km/h (24°cat.Vet)
82° FENATI Nelson in 4h46’14” media 32,70 km/h (30°cat.Vet)
89° CONTI Gianni in 4h50’07” media 32,26 km/h (34°cat.Vet)
111° FRESCHI Denis in 4h53’26” media 31,89 km/h (21°cat.Gen)
Anche se non facciamo il Pre-
stigio, anche se non fa parte
del Romagna Challenge non ci
vogliamo far mancare la classi-
ca pedalata di inizio maggio sui
colli bolognesi.
Obiettivamente siamo in pochi,
solo quattro, la lunga sequenza
di gare e week end impegnati
hanno pro-
sciugato un
po’ le forze e
c’è chi prefe-
risce al solito
al lenamento
del sabato
piuttosto che
l ’adrenal ina
da numero
sulla schiena.
La Dieci Colli
pur presen-
tando da
qualche anno
lo stesso
p e r c o r s o
bello e impe-
gnativo, sta
c a m b i a n d o
look e modo
di porsi. Il
numero degli iscritti infatti si
è consolidato sul fisiologico
2600-2700 e forse si cerca di
trovare qualche cosa che possa
riportare ai fasti passati dove
si sfiorava quota quattromila.
Per il 2011 si parla di possibile
partenza alla francese con (o
forse senza) classifica, vedre-
mo. A noi però la gara piace
così, vedremo…
Ci siamo iscritti tardi e come al
solito partiamo molto indietro
ma siamo entrati presto ai
Giardini e quindi ben messi al-
l’interno della nostra griglia.
Manca ormai poco alla partenza
quando Wilmer nell’atto di con-
trollare per l’ultima volta il
tubolare, vede un piccolo punti-
no bianco, lo toglie con il dito e
puff….
Era il lattice che si trovava
dentro lo stesso tubolare, quel-
lo che serve per chiudere le
piccole forature ma che stavol-
ta non ha chiuso affatto. Ma
porcaccia miseria. Dai forza
cambiamo il tubolare….
Tempo di togliere la ruota e
compattano le griglie, si avanza
di qualche decina di metri, o
meglio tutti avanzano, noi re-
stiamo lì dove siamo nonostante
Wilmer, molto sensibile al posi-
zionamento al via, cerchi di
mantenere la posizione proce-
dendo a piedi con telaio e ruota
anteriore nella mano sinistra e
ruota posteriore nella destra.
Una scena fantastica…..
Meglio fermarsi e finire il lavo-
ro prima che diano il via altri-
menti hai voglia di correre!
Così facciamo e per fortuna al
via siamo pronti a pedalare, in
fondo al gruppo ma tanto ci
siamo abituati.
La partenza cittadina tra mar-
ciapiedi porfido, strade rovina-
te, lavori in corso e rotonde
risulta come al solito meno pe-
ricolosa di altre, il gruppo in-
fatti, già intelligentemente
diviso tra granfondisti e me-
diofondisti, giunto in zona San
Lazzaro si incanala nel toboga
della Val di Zena, cosa che al-
lunga bene il gruppo.
Davanti Nelson e Wilmer fan-
P a g i n a 1 7 no corsa parallela, Paolo è poco
distante e anch’io resto poco
più indietro pur soffrendo co-
me al solito la partenza a tutta.
Comincia il solito su e giù con gli
strappi di Zula, Badolo, Mon-
gardino come aperitivo, la ra-
soiata di Montemaggiore prima
del facile Zappolino, l’erta di
Tiola prima della salita più lunga
e più elevata come altitudine di
Cà Bortolani.
E’ proprio lungo il Ca’ Bortolani
e nel finale che si fa la corsa o
meglio si può fare la differenza
tra una prestazione mediocre,
sufficiente o buona.
Mi sembra di salire piuttosto
bene, riesco a recuperare su
gruppi che mi precedevano ma
di maglie Rossetti non sse ne
vedono. Meglio così, vuol dire
che i ragazzi sono andati vera-
mente forte.
Oggi c’è un bel sole e fa anche
un po’ caldo ma non dà troppo
fastidio: dopo tutto il freddo
che abbiamo patito la cosa non
guasta.
Dopo il Bortolani discesone
velocissimo verso Calderino per
risalire il Mongardino dalla par-
te più facile e rientrare verso
Sasso Marconi. Ora mancano
solo gli ultimi due “dentini”:
Ganzole e Monte Donato.
Anche se il morale è alto e sen-
to la gamba molto meglio di
altri anni, la rampa iniziale del
Ganzole è sempre micidiale.
Due curve ripide seguite da un
drittone che sembra non finire
mai. Poi quando finisce via con
una serie di saliscendi (più sali
che scendi….) che ti impongono
cambi di ritmo che dopo oltre
140 chilometri non riescono poi
così naturali…..
Beh, il mio gruppo l’ho staccato
ancora, comincio la discesa
stando attento alla “curva Maz-
zavillani” e mi preparo all’ultima
salita, il Donato.
Facile all’inizio e la gamba mi
permette ancora di mulinare il
53 con disinvoltura, poi la ram-
pa finale al 16-18% che diventa
un esercizio di forza pura con
però lo stimolo del fatto che
arrivati in vetta è praticamente
finita e si arriva in picchiata ai
Giardini Margherita.
L’idea che sembrava azzeccata
di porre il traguardo al tappeto
in cima al Donato non ha avuto
seguito così lungo la discesa
ripida si vedono i soliti numeri
da circo di gente che per una
posizione o due rischia l’osso
del collo.
Solito arrivo bello e spetta-
colare con tutti i miei com-
pagni ad applaudire… Sì,
ogni tanto mi piacerebbe
essere lì io ad applaudire
loro però va bene lo stesso!!
Grande conferma di Nelson
che entra ancora nei 100
esaltandosi nel finale. Finale
che invece costa qualche
posizione al sempre troppo
generoso Wilmer che man-
tiene le caratteristiche del
grimpeur che gli vengono
dalla mountain bike, ma che
deve imparare a gestirsi con
più attenzione.
Ottima prova anche di Paolo
che avrà sicuramente ripen-
sato a quella curva dove l’an-
no scorso schiantò bici e
guard rail: quest’anno la sto-
ria è diversa e la gamba fan-
tastica.
Anch’io chiudo comunque con-
tento per aver contenuto il
distacco e avere avuto con-
ferma delle buone sensazioni
avute durante la corsa.
Se doveva essere una prova
generale per la Nove Colli,
bene così. Beppe
(segue da pag. 16)
1/05/2010 Dieci Colli Bolognesi Bologna
Percorso lungo 158 km—Totale classificati 1405
1° Maccanti Michele (Phonix—Sintesi) in 4h21’48” media 36,23 km/h
95° FENATI Nelson in 4h56’11” media 32,00 km/h (35°cat.A3)
112° GHETTI Wilmer in 4h59’51” media 31,61 km/h (43°cat.A3)
140° MAZZAVILLANI Paolo in 5h03’03” media 31,28 km/h (53°cat.A3)
157° POGGI Giuseppe in 5h05’55” media 30,98 km/h (60°cat.A3)
P a g i n a 1 8
Anche se quest’anno il Circuito
Romagnolo non è stato tra i
nostri obiettivi non potevamo
non partecipare alla “decana”
delle cicloturistiche.
Un po’ perché questa manife-
stazione merita veramente, un
po’ perché non volevamo rinun-
ciare al classico “superlungo” di
inizio maggio sempre in ottica
Nove Colli.
Anche gli organizzatori del
Giro delle Romagna si sono visti
costretti a cambiare la parte
iniziale del tragitto del classi-
co percorso per evitare Monte
Albano la cui strada è ancora
impraticabile.
La scelta è caduta ancora sulle
belle e ben tenute strade dell’i-
molese, ormai diventate a noi
familiari con il risultato che da
Lugo ci sono 176 chilometri da
pedalare e noi partiamo ovvia-
mente da Ravenna in bici….
Ritrovo solito da Unieuro poco
dopo l’alba di quella che si pre-
annuncia una giornata stupenda,
temperatura frizzante, ma sole
già bello splendente.
A Lugo arriviamo verso le 7, il
gruppo più folto è già partito
ma noi facciamo gruppo da soli.
Siamo più di una decina solo noi
e molti quando ci vedono si ac-
codano: il trreno della Rossetti
piace sempre.
Da Lugo si va verso Imola e il
primo strappo e il Bergullo, poi
in rapida successione
Tre Monti e Mazzolano
dal versante più impe-
gnativo.
Quando arriva la salita
vera apriamo un po’ il
gas per provare la gam-
ba e districarci velocemente
dai tappi che si creano sulle
pendenze più dure.
Ci ricompattiamo al ristoro di
Riolo poi si sale alla volta di
Casola dove si ritorna sul per-
corso solito. Nella ripartenza
post ristoro si crea un po’ di
scompiglio, siamo in tanti e
cerchiamo di stare assieme ma
non è facile.
Si alza un po’ il ritmo, Davide
Fiammenghi ci saluta non aven-
do chilometri sufficienti per
tenere il passo. Non vuole sof-
frire troppo e farà il medio. Ci
accorgiamo solo un bel po’ dopo
Casola che non c’è neanche il
Capitano.
Ci fermiamo a bordo
strada e finalmente
lo vediamo in testa ad
un gruppo e non sem-
bra troppo contento.
Gli ci vuole qualche
chilometro per sbolli-
re un po’ la rabbia ma
sta meditando di gi-
rare per il medio a
Palazzuolo. “Non mi
aspettate!” continua a
ripetere ma noi di
lasciarlo andare non
ne abbiamo la minima
intenzione.
Dopo il bivio non lo vediamo più
e ci si ferma per la seconda
volta. Dopo qualche minaccia
telefonica lo riconduciamo alla
ragione e verrà giustamente
con la sua squadra sul lungo.
Il risultato di questa incom-
prensione è che qualcuno ve-
dendoci discutere ha comincia-
to a dire in gruppo che “tra i
Rossetti c’è maretta”. Da que-
sto dobbiamo capire che ve-
stendo la nostra maglia ci sono
tante soddisfazioni ma anche
una serie di obblighi ai quali
non possiamo sottrarci. Abbia-
mo gli occhi di tutti (anche dei
più invidiosi) puntati addosso e
dobbiamo essere irreprensibili.
La salita alla Sambuca, bellissi-
ma come al solito la facciamo
praticamente tutti assieme e
strepitosa la foto fatta “a ra-
strello” con tutti noi schierati
verso la vetta. Mi sarebbe pia-
ciuto metterla qui ma dal sito
di Photò non sono più scaricabi-
li neppure in bassa definizione
e con le scritte…. Pazienza.
Ristoro e discesa attraverso il
Passo della Colla e Marradi, poi
Beccugiano e Collina dove ap-
profittiamo per qualche inno-
cua “sgasata” ma in cima ci si
aspetta come al solito. E non ci
aspettiamo solo tra di noi, an-
che buona parte dei presenti al
ristoro del Collina aspettano “la
Corriera”, il treno Rossetti per
tornare a casa!
Così alla fine ci portiamo dietro
uno stuolo di ciclisti. Il nostro
problema è quello di tenerli
buoni il più possibile: molti non
capiscono che inserirsi nella
catena (soprattutto quando non
sai fare) è molto pericoloso.
Soluzione? Aumentare la velo-
cità e tutti si tranquillizzano…
Arriviamo in parata in piazza a
Lugo e passiamo con soddisfa-
zione sotto lo striscione con
(continua a pag.19)
Giro della Romagna
Un classico al quale non si può mancare
(segue da pag.18) P a g i n a 1 9
quasi 200 chilometri già nelle
gambe.
Il villaggio di arrivo e il recinto
del deposito biciclette (dove
per ogni ciclista viene fornito
un lucchetto da riconsegnare
all’uscita…) sono tutti addobba-
ti con striscioni SIXS. Marco
ha collaborato con lo staff del-
la Baracca e il ritorno pubblici-
tario è degno di nota.
Fantastici anche i bicchierini di
plastica del Pasta Party mar-
chiati SIXS. Ne andiamo vera-
mente fieri, così come Marco lo
è di noi e dell’esperienza che
stiamo condividendo.
Ovviamente non potevamo non
fermarci qualche minuto a man-
giare (a proposito anche all’ar-
rivo la qualità è in linea con i
fantastici ristori…), poi ci a-
spettano gli ultimi 30 chilome-
tri in bici.
Alla fine a casa per me saranno
225 fatti in poco più di 7 ore di
pedalata effettiva. Il compute-
rino segna 31,9 km all’ora di
media…
La condizione della squadra è
c o m e s i s u o l d i r e
“imbarazzante”.
Beppe
Luci e (tante) ombre a Cesenatico…
Per metà gruppo Nove Colli stregata Eccola, attesa come al solito, e
da qualche anno con il boom
delle iscrizioni, anche più del
solito, la Nove Colli.
Gara da gioia o dolore, o la ami
o la odi e quando ti svegli la
mattina alle 3,30 (!!) la odi tan-
tissimo…..
Chissà perché dopo tanti anni
da granfondista, 15 anni di co-
lazioni all’alba, partenze stres-
santi, gare faticose, si debba
ancora soffrire così tanto a
livello psicologico la classica di
Cesenatico.
Già nei giorni precedenti Nel-
son aveva avuto un problema
con una caviglia improvvisamen-
te gonfia che lo aveva costret-
to ad una gita al Pronto Soc-
corso. Sembrava recuperato,
poi un vengo-non vengo fino a
che al ritrovo di Classe non c’è.
Un forfait inspiegabile che di
certo non contribuisce a rasse-
renare i nostri animi.
Con l’introduzione di una griglia
di partenza in più e la separa-
zione maggiore in termini di
minuti tra le stesse, da un paio
di anni la parte iniziale è più
sicura ma il prezzo da pagare è
la partenza alle 6.00. Orario da
fornai...
Il gruppo dei 12.000 si snoda
veloce nella periferia di Cesena
senza entrare in città e questo
è positivo, certo la strada in
alcuni tratti non è delle migliori
e in un buco non segnalato da
chi mi precede perdo la borrac-
cia, tra l’altro l’unica che avevo
preso. Un segnale?
Per fortuna, mentre già pensa-
vo come poter fare, Marco Sin-
toni della Lelli me ne dà una
delle sue due. Questo vuol dire
avere amici in gruppo….
Emozione particolare devono
aver provato D & G e Paolino
quando girano la curva dalla Via
Emilia verso Bertinoro in testa
al gruppo. “Basta, questa per
me vale tutta la granfondo!” è il
commento dell’entusiasta Davi-
de. Purtroppo la giornata non
riserverà a lui come a Paolo e
ad altri di noi molte altre sod-
disfazioni.
Bellissimo il servizio dell’agen-
zia fotografica Foto Studio 5
che oltre agli scatti dai quali
traggo le immagini del giornali-
no, quest’anno hanno piazzato
delle telecamere fisse in disce-
sa a Polenta e Pieve di Rivo-
schio. Da qui capiamo come allo
scollina mento del Polenta sia-
mo davvero vicini alla testa
della corsa e addirittura ad
inizio salita di Pieve di Rivo-
schio siamo un tornante sotto i
primi….
Siamo perché sono in compa-
gnia di Davide Guardigli e Paolo,
(continua a pag.20)
P a g i n a 2 0
(segue da pag.19)
(continua a pag.21)
Giorgio è una conferma
alla Nove Colli. Oggi sarà
il miglior Rossetti.
mentre Wilmer l’ho visto a
bordo strada prima di Pian di
Spino alle prese con l’ennesima
foratura di questo inizio di
stagione poco fortunato per
lui.
Poco più dietro dovrebbe es-
serci Giorgio che era con me
fino a poco prima.
Nella parte dura della salita il
gruppo si sgrana, alla fine della
discesa e all’attacco della Ciola
resto solo con Paolo e dopo
qualche centinaia di metri di
salita vediamo il gruppo che ci
precede ad andatura non trop-
po sostenuta.
Provo a rientrare sen-
za aumentare troppo:
il passo che già ho mi
consente di avvicinar-
mi senza ulteriori ac-
celerazioni. Vedo la
pedalata e la sagoma
di Roberto Lelli e Ste-
fano Casadio e sapen-
do che di solito qua mi
rifilano minuti, la cosa
mi da molto morale.
Paolo ha perso contat-
to, resto nel gruppo
per rifiatare mangiare
e bere sperando di
vedere anche lui dopo
poco ma oggi non sem-
bra in giornata.
E siamo al Barbotto, sono in-
credibilmente primo tra i Ros-
setti (ok Wilmer ha forato
sennò col cavo-
lo….) e sto deci-
samente bene.
Roby e Stefano
sono sorpresi
quanto me di
vedermi lì.
“Saranno le Ea-
ston che vanno
bene” è il com-
mento di Rober-
to. “Ohi non lo
so, può darsi”
rispondo. Non
faccio in tempo a
finire la frase
che un sonoro
ciocco mi sveglia
dal sogno…
Sul più bello, sui primi strappi
del Barbotto, mi si rompe un
raggio della ruota posteriore.
Ciao Nove Colli.
Apro i freni, la ruota gira ma
striscia nel telaio, penso a po-
ter trovare assistenza mecca-
nica ma con queste ruote è
difficile riparare. Vedo il grup-
po allontanarsi sempre di più e
lo smaronamento mi assale in
maniera irreversibile. Penso
solo ad arrivare a Cesenatico
sperando che non si rompa
nient’altro. Ad aspettare e
salire sul carro scopa dopo i
racconti del terrore del 2008
di Paolo non ci penso neppure.
Sugli ultimi tornanti del Bar-
botto, quelli più duri, arrivano
Giorgio, D & G e Wilmer che si
sono ricompattati. Davide tira
il terzetto, Giorgio sale bene,
Wilmer ha una faccia che la
dice tutta sulla fatica che ha
fatto per rientrare dopo la
foratura.
Ovviamente non riesco neppure
a mettermi a ruota, così come
sui saliscendi seguenti mi sfila-
no diversi gruppetti dove ogni
tanto qualcuno mi fa notare il
traballìo della mia ruota. Come
girare il coltello nella piaga!
Al bivio percorsi mi fermo a
scambiare quattro chiacchiere
con Francalanci che aspetta un
amico per fare la seconda par-
te assieme a lui. Vedo passare
Gianni poi poco dopo Paolo che
tira dritto per il corto. O cavo-
lo, sono in macchina con lui,
pensavo di avere tutto il tempo
di andare giù con calma, inve-
ce….
Dopo poco passa
anche Raffo, pure
lui dritto, che ca-
volo succede oggi?
Va bè riparto altri-
menti rischio di
fare aspettare una
vita Paolino.
Poco prima di Savi-
gnano mi si affian-
ca un’altra maglia
Rossetti: Denis!
Oggi proprio non è giornata.
Anche lui ha deciso che era
inutile proseguire. Almeno fac-
ciamo due chiacchiere….
Negli ultimi chilometri prima
dell’arrivo ci supera anche
Fiamma con un gruppetto. In-
somma di 10 che siamo, partiti
in 9, 4 sul lungo e 5 sul corto.
Una debacle a livello di squa-
dra.
Elogio doppio quindi per i
“lunghisti” con Giorgio e Wil-
mer che restano insieme fino
all’arrivo e realizzano un otti-
mo tempo considerando anche
che sul Pugliano una frana ave-
va obbligato ad una variazione
di percorso che rendeva più
lungo (e poco più duro) il per-
corso.
Grande seconda parte di Gianni
che tira fuori un tempone ai
suoi livelli record e tenace no-
nostante tutto Davide Guardi-
gli che “molla” vistosamente
nella seconda parte (dal Bar-
botto a Cesenatico ha preso
oltre 38 minuti e mezzo da
Giorgio e Wilmer) ma porta a
termine la gara lunga.
Tra i delusi nonostante tutte le
crisi e le vicissitudini Paolo sta
sotto le 4 ore ed entra nei
primi 150, Raffo lo segue a 5
minuti, non male neppure Fiam-
ma che ha il miglior rapporto
tempo/chilometri percorsi.
Trovarsi al Pasta Party alle
10,30 è un pò triste ma la met-
tiamo sul ridere e tra un fusillo
e una salsiccia per oggi il com-
puto calorie bruciate e mangia-
te è a favore delle seconde.
Paolo scollina il Barbotto.
Ha già in mente di tirare
dritto a Sogliano
Wilmer in discesa verso
Cesenatico. Peccato per
la foratura ma la caratu-
ra c’è...
P a g i n a 2 1 Troviamo anche il tempo per
una visita al cimitero alla tomba
del povero Marco Pantani e
anche per una birra in un ba-
retto dell’adriatica dove c’è un
puzzo di fritto assurdo e mai ci
saremmo fermati se non fossi-
mo stati “disperati”.
Per una volta abbiamo fatto la
gioia dei nostri detrattori
(invidiosi). La solita voce da bar
dice “E i Rossetti dov’erano?
Fanno tanto i fenomeni poi
quando c’è da correre sparisco-
no”.
Va bene, stavolta tocca incas-
sare: la Nove Colli ci ha avuto,
ma così la prossima volta sare-
mo più cattivi. Io personalmen-
te volevo anche non farla più
ma non mi piace lasciare conti
in sospeso…..
Beppe
(segue da pag.20)
Altre immagini della Nove
Colli.
A sinistra Gianni in rimonta
sul Pugliano, a destra D & G
nel sole del Gorolo.
Sotto a sinistra Raffo e de-
stra Fiamma impegnati sul
Barbotto.
In basso il mesto rientro a
Cesenatico di Beppe e il Capi-
tano
P a g i n a 2 2
Questo argomento merita un discorso a parte.
Ecco la tabella con i nostri
tempi di scalata al Barbot-
to.
Troppo ghiotta era la pos-
sibilità di un confronto tra
la prestazione sulla salita
secca da parte degli ama-
tori con quella dei profes-
sionisti del Giro d’Italia
passato sulla stessa strada
solo due giorni prima e la
rivista “Il Giornale delle
Granfondo” non se l’è fatta
scappare.
I dati che emergono fanno
pensare. Il gruppetto degli
uomini in fuga al Giro han-
no impiegato 13’25” (già!),
il loro solitario inseguitore,
il russo Karpets 13’55”, il
gruppo 13’ 45”.
Cappè avrebbe staccato di
59” il migliore dei pro e tutti i primi avrebbero
anticipato i professionisti lungo i 4,8 chilometri
della salita simbolo della Nove Colli.
Dobbiamo considerare che al Giro l’inizio salita
era posto al km 180 mentre per gli amatori i km
percorsi erano solo 86 ma i girini avevano supe-
rato solo 700 metri di dislivello contro i 900
dei novecollisti.
D’accordo che i corridori veri fossero alla fine
della seconda settimana di corsa e legittima-
mente stanchi ma vogliamo paragonare la vigo-
ria fisica che dovrebbe avere chi corre per
mestiere e quella di chi dovrebbe farlo per
puro diletto?
Possiamo provare a dare tutte le giustificazioni
che vogliamo, ma non possiamo far finta di non
vedere quella che è una realtà che non fa onore
al mondo amatoriale. Vogliamo dirlo che forse i
professionisti, oggetto di controlli pressanti e
mirati, sono più puliti, possiamo dire altrettan-
to dei primissimi delle granfondo?
Mah…. Beppe
23/05/2010 Nove Colli Cesenatico (FC)
Percorso lungo km 205 - Totale classificati 3520
1° Kairelis Dainius (Team Giordana-Cipollini) in 5h53’18” media 34,81 km/h
134° FRANCHI Giorgio in 6h41’29” media 30,64 km/h (21°cat.D)
139° GHETTI Wilmer in 6h41’29” media 30,64 km/h (32°cat.C)
196° CONTI Gianni in 6h50’00” media 30,00 km/h (52°cat.C)
552° GUARDIGLI Davide in 7h20’29” media 27,92 km/h (138°cat.D)
Percorso corto km 130 — Totale classificati 6451
1° Orsucci Simone (Cicloteam San Ginese) in 3h35’15” media 36,24 km/h
146° MAZZAVILLANI Paolo in 3h56’50 media 32,93 km/h (35°cat.C)
216° VALENTINI Raffaele in 4h01’45” media 32,26 km/h (57°cat.C)
624° FIAMMENGHI Davide in 4h17’30” media 30,29 km/h (170°cat.C)
653° FRESCHI Denis in 4h18’33” media 30,17 km/h (173°cat.D)
645° POGGI Giuseppe in 4h18’33” media 30,17 km/h (174°cat.D)
Amatori meglio dei pro
Tutto normale?
Cronoscalata Barbotto
1° M.Cappé in 12’26”
2° M.Maccanti in 12’51”
3° D.Kairelis in 13’16”
254° FRANCHI Giorgio in 18’34”
306° GUARDIGLI Davide in 18’54”
308° GHETTI Wilmer in 18’54”
512° POGGI Giuseppe in 19’52”
633° VALENTINI Raffaele in 20’15”
758° CONTI Gianni in 20’39”
958° MAZZAVILLANI Paolo in 21’10”
1390° FRESCHI Denis in 22’00”
1813° FIAMMENGHI Davide in 22’41”
TOTALE PASSAGGI REGISTRATI 10506
P a g i n a 2 3 Fondo del Capitano
Sul gradino più alto! Era una delle novità della sta-
gione 2010 e l’idea di tradurre
in una granfondo lo spettacola-
re “Giro dei Passi” nell’alta Ro-
magna era stata subito molto
apprezzata.
Correre sul Passo Mandrioli,
Camaldoli, Calla e Carnaio con il
numero sulla schiena dopo aver-
lo fatto molte volte per diletto
era una cosa che ci attirava
moltissimo e tra l’altro la gara
era entrata a far parte del
Romagna Challenge. Meglio di
così.
Purtroppo una frana di notevoli
dimensioni nella zona di Cornio-
lo, discesa del Passo della Calla,
che non era possibile aggirare
in nessun modo, rendeva impra-
ticabile l’intero percorso e gli
organizzatori si vedevano co-
stretti in extremis a cambiare
itinerario.
La proposta alternativa, nono-
stante non potesse essere bella
come l’originale, non era poi
così male e prevedeva la scalata
al Passo Mandrioli dal versante
romagnolo in avvio, la risalita
fino a Camaldoli paese da dove
poi si sarebbe usciti dal per-
corso originale per scendere
verso Poppi e risalire sul Man-
drioli dal versante toscano.
Discesa su Bagno di Romagna e
divisione dei percorsi: arrivo
per il corto e lungo che prose-
gue in direzione Cesena fino a
Quarto di Sarsina. Da lì secca
risalita sopra la diga di Quarto
e discesa su Alfero
(zona cascate) per risa-
lire verso il Passo del-
l’Incisa da dove una
lunga discesa attraver-
so Acquapartita ci a-
vrebbe riportato a
S.Piero in Bagno prima
e Bagno di Romagna poi.
Insomma se il percorso
originario era duro,
anche questo non scherza visto
che in 116 chilometri somma
oltre 2500 metri di dislivello.
Niente male….
Ovviamente, essendo questa
una prima edizione, qualche
pecca si riscontra (vedi griglie
di partenza un po’ approssimati-
ve, vedi gadget promesso e mai
consegnato né spedito) ma tut-
to sommato la buona volontà
degli organizzatori è da ap-
prezzare soprattutto per il
presidio delle strade attraver-
sate e per l’ospitalità in gene-
rale che culminano in un più che
abbondante pasta party finale.
Mentre ancora siamo in griglia
catechizziamo il nostro leader
Wilmer. “Mi raccomando il tuo
uomo è il 217 (tal Pontellini Al-
berto da Rimini, secondo in
classifica nella Challenge, n.d.r.)
incòllati alla sua ruota e il gioco
è fatto!”
Siamo circa in 500 a prendere
il via dal centro di Bagno di
Romagna in una splendida mat-
tina di sole e già tiepida. Allo
start sono abbastanza lesto a
prendere la ruota dei soliti raz-
zi Wilmer e Paolo seguito a
poca distanza da Giorgio, mi
frega il fatto che dopo 2 chilo-
metri comincia la salita….
Se di solito stento un po’ ad
ingranare, qui il problema è
amplificato essendo il Mandrioli
salita vera e lunga. Comincio a
perdere inesorabilmente terre-
no e mi sfilano tutti i nostri e
una buona parte
del gruppo.
La salita subito
non da fastidio
solo a me, credo,
ma sta di fatto
che le gambe
non girano e le
sensazioni sono
tutt’altro che
positive.
Per fortuna ver-
so la fine riesco
a trovare un
ritmo accettabi-
le e nei primi chilometri della
discesa ritrovo Davide e Raffo
che erano stati tra gli ultimi
Rossetti a sfilarmi. Siamo in un
bel gruppetto, meno male.
Successivamente nel tratto in
salita verso Serravalle e Camal-
doli sotto la spinta di un ragaz-
zone toscano, ci ricompattiamo
con il gruppo dove si trova an-
che il Capitano. E siamo in quat-
tro, in compagnia si viaggia me-
glio…
La discesa che da Camaldoli
porta a Poppi è a tratti molto
veloce e a tratti un toboga
strettissimo che presenta an-
che una salitella corta ma insi-
diosa.
Al km 45 siamo a Poppi, pronti a
risalire ancora sul Passo Man-
drioli.
Ora mi sento caldo al punto
giusto, la salita da questa parte
mi piace anche di più e assieme
(continua a pag. 24)
P a g i n a 2 4 ad un Davide in buonissima
giornata e ad altri alziamo un
po’ il ritmo scremando il gruppo
fino a Badia Prataglia.
In questo tratto raggiungiamo
un ciclista con la maglia della
CBR di Rimini: sì è proprio il
“nostro” 217, l’avversario di
Wilmer! Ottima notizia, se è
qua oggi Wilmer lo distanzierà
decisamente. Problema mecca-
nico al deragliatore, ci dispiace
per lui ma siamo contenti per
noi!
Da Badia Prataglia alla vetta
mancano ancora 8 chilometri
molto più piacevoli perché all’-
ombra del bosco e proprio al-
l’ingresso di questo tratto ve-
diamo in lontananza un grup-
petto.
Penso che ci debba per forza
essere qualcuno dei nostri, mi
sento così bene da permetter-
mi una ulteriore accelerazione
per riportarmi sotto.
Eh già, ci sono Paolo e Gianni.
Paolo e “immurciato” per bene,
il suo cambio fa i capricci e gli
è scesa la catena, Gianni è ta-
citurno, sta cercando di tenere
duro.
Saliamo regolari e nella succes-
siva discesa si riportano su di
noi anche Davide e Raffo.
Ora c’è qualche chilometro per
rifiatare prima dell’ultimo
tratto di gara che è piuttosto
impegnativo e dato che la tem-
peratura continua a salire, ci
sarà da soffrire.
A Quarto si lascia la vecchia
statale e si gira a destra scen-
dendo sopra la diga di Quarto
passata la quale ci attende
improvviso uno strappo con
pendenze superiori al 15%, per
fortuna corto, anche se la sali-
ta non si esaurisce con il pezzo
più duro ma prosegue per di-
versi chilometri imponendo un
bello sforzo complessivo.
Finalmente si scollina, si scen-
de nella zona delle cave di Al-
fero dove ci attendono altri sei
sette chilometri circa di salita
fino al Passo dell’Incisa. Saran-
no gli ultimi di giornata ma si
faranno sentire.
E’ in questo tratto di strada
che il nostro gruppo si frantu-
ma. Perde le ruote Paolo fer-
mato da un nuovo salto di cate-
na. Se servissero le madonne
per ritirarla su ci metterebbe
un attimo, invece perde un po’
più tempo e la cosa non lo cari-
ca per l’ultimo decisivo sforzo.
“Salta” Raffone che improvvi-
samente sente le gambe come
macigni e si sfila, Giorgio è già
davanti e Davide pedala agile e
regolare allungando su me e
Gianni che restiamo nel mezzo.
Nel centro di Alfero veniamo
rianimati da un po’ d’acqua fre-
sca ma la salita non è ancora
finita e anche l’ultimo tratto
dell’Incisa, quello che normal-
mente si può salire anche con il
53 sembra duro.
Non riesco a rientrare sul
gruppetto Guardigli che mi
precede e mi rassegno a far
girare il 39x25 fino in cima.
In vetta mi volto e sono solo,
non vedo nessuno né davanti né
dietro, mancano poco più di 10
chilometri di cui una buona
parte di discesa, decido di ti-
rare dritto.
Riesco a raggiungere un ciclista
evidentemente “scoppiato” che
non prova neppure a mettersi a
ruota, plano veloce su Acqua-
partita e S. Piero in Bagno e da
lì a Bagno di Romagna il passo è
breve. Arrivo in solitudine,
cosa che non capita spesso.
Davanti Wilmer e Nelson si
sono resi protagonisti di una
grandissima gara conclusa in un
gruppetto di quattro dove Nel-
son si sacrifica tirando a tutta
e consentendo a Wilmer di
vincere la volata.
Tempo fantastico (meno di 14
minuti dal vincitore), piazza-
mento assoluto di tutto rilievo,
ma non si poteva immaginare
che la volata di Wilmer gli a-
vrebbe consentito di vincere la
sua categoria!! Finalmente!!
Dopo tanti piazzamenti se lo
merita e così facendo mette
una pietra importante, forse
decisiva, sulla conquista della
classifica finale categoria Ve-
terani del Romagna Challenge.
Peccato per Nelson che arri-
vando quarto del gruppetto lo è
anche di categoria essendo
stati tutti e quattro veterani.
Che sf…. Podio sfiorato e mez-
za delusione per il Maestro che
però va lo stesso a premio.
Giorgio, terzo Rossetti all’arri-
vo, colleziona un altro ottimo
piazzamento che fa classifica
nel Challenge e tutti raccoglia-
mo punti a parte Raffo che
nella crisi finale ha lasciato
diverse posizioni. Encomio an-
che per Gianni che finalmente
toglie lo zero dalla classifica.
Insomma, giornata pressoché
perfetta conclusa da un son-
tuoso pranzo e con premiazioni
che finalmente ci vedono pro-
tagonisti assoluti. Che spetta-
colo!
Adesso tutti alla Fondriest di
domenica prossima, sesta pro-
va del Romagna Challenge e
ultima prima della pausa estiva,
che potrà essere decisiva sia a
livello individuale sia per la
squadra che lotta per la 10ma
posizione assoluta tra i team.
A tutta!!
Beppe
(segue da pag.23)
Nelson e Wilmer oggi in
formato davvero “super”
P a g i n a 2 5
Ed ecco
un po’ di
immagin
i della
premiazio
ne di Wilme
r e Nelso
n per la
storica p
rima vitt
oria del
Team
Rossetti
!!!
A Castrocaro, sudore, sangue e tanto
onore
167 chilometri, oltre 2700 me-
tri di dislivello, già questi nu-
meri fanno capire come la
Granfondo Fondriest di Castro-
caro non sia una gara da pren-
dere sottogamba.
Percorso bello che si snoda
nell’alto Appennino forlivese e
faentino, ma per domarla non
basterà riempirsi gli occhi degli
splendidi panorami che ci pas-
seranno sotto gli occhi, ci vorrà
impegno, fatica e tanto cuore.
La partenza avviene come sem-
pre dall’alberato Viale Mat-
teotti di Castrocaro e l’om-
bra ci ripara da un sole che
nonostante siano appena le
7,30 già un po’ riscalda e ci
fa presagire che ci sarà un
avversario in più da battere,
il caldo.
Il percorso è stato legger-
mente modificato rispetto a
quello degli anni precedenti
con l’inserimento di una sali-
ta in più. Dopo la discesa
verso Forlì, in località Vec-
chiazzano si affronta il fa-
migerato “tendicollo”, teatro
di appassionate cronometro
tra professionisti negli anni
70. Salita dritta e regolare
che doveva servire nelle inten-
zioni a sgranare il gruppo prima
di cominciare la lunga salita al
Passo dei Tre Faggi risalendo la
vallata del Fiume Rabbi.
Se l’idea era quello di allungare
il gruppo il risultato è stato
decisamente scarso visto che in
pratica abbiamo viaggiato in
folta compagnia lì e per molti
chilometri a seguire.
La prima selezione avviene in-
fatti dopo Premilcuore, quando
la salita si fa più continua e lì si
formano i primi gruppetti. Fino
a quel momento avevamo viag-
giato nel primo gruppo.
Di noi davanti restano i soliti
Wilmer e Nelson, Gianni si av-
vantaggia di qualche centinaio
di metri sfruttando al meglio le
sue doti da passista, mentre noi
restiamo più o meno tutti in
zona fino allo scollinamento
posto al km 64 a quota 970
metri di Passo Tre Faggi.
Breve e veloce discesa poi si
risale per qualche chilometro
dal versante toscano ai 909 di
Passo del Muraglione.
E’ lungo questa salita breve ma
ostica che Giorgio ed io rag-
giungiamo Gianni e ci avvantag-
giamo leggermente su Davide,
6/6/2010 Fondo del Capitano Bagno di Romagna (FC)
Percorso lungo 116 km –Totale classificati 236
1° D’Aniello Antonio (Phonix—Sintesi Corse) in 3h24’59” media 33,95 km/h
20° GHETTI Wilmer in 3h48’39” media 30,44 km/h (1°cat.Vet)
23° FENATI Nelson in 3h48’41” media 30,43 km/h (4°cat.Vet)
30° FRANCHI Giorgio in 3h56’40” media 29,40 km/h (9°cat.Vet)
38° GUARDIGLI Davide in 3h58’03” media 29,23 km/h (11°cat.Vet)
48° POGGI Giuseppe in 4h00’42” media 28,91 km/h (17°cat.Vet)
49° CONTI Gianni in 4h01’24” media 28,83 km/h (18°cat.Vet)
56° MAZZAVILLANI Paolo in 4h03’15” media 28,61 km/h (20°cat.Vet)
68° VALENTINI Raffaele in 4h07’26” media 28,12 km/h (26°cat.Vet)
83° FRESCHI Daniele in 4h09’12” media 27,92 km/h (13°cat.Gen)
(continua a pag.27)
P a g i n a 2 6
Una fase della partenza
da viale Matteotti a
Castrocaro
Paolo e Raffo, mentre più indie-
tro è rimasto il Capitano intrup-
pato nella caotica partenza.
In cima al Passo del Muraglione
Wilmer passa con meno di un
minuto su Nelson, quasi 3’ su
Giorgio, Beppe e Gianni, 3’30”
circa su Davide, Raffo e Paolo,
11’ circa su Denis.
Nella discesa Nelson con un bel
numero rientra nel gruppo di
Wilmer ma la sfortuna gli tende
un brutto agguato. In un tratto
velocissimo finisce in una buca,
la ruota dietro si incrina e fa da
catapulta: il Maestro vola via.
Brutto capitombolo che inizial-
mente neppure Nelson sa rico-
struire con precisione nella sua
dinamica per quanto incredibile
e assurda.
Quando arriviamo con i gruppi
dietro da lì si passa ai 60 all’ora
e facciamo appena in tempo a
vedere sulla destra una nostra
maglia ferma a bordo strada e
non riusciamo a capire chi è e
perché sia fermo.
Per fortuna, dopo una rapida
medicazione Nelson riparte e lo
ritroveremo più avanti.
Intanto noi 3 ci troviamo nel
gruppo “Bandini”, posizione mol-
to gradita perché si può tran-
quillamente sfruttare il lavoro
dei suoi gregari e viaggiare ve-
loci senza spendere troppo. Per
giunta sulla salita della Busca, la
“dolcissima” Monica redarguisce
più volte i suoi gregari che non
stanno andando poi così forte
con uno stentoreo “CALA!!” che
suona alle nostre orecchie come
una grossa iniezione di fiducia.
Stiamo meglio di lei!!!
In vetta alla Busca la signora
comincia la discesa mentre i
suoi gregari si fermano al risto-
ro a prendere acqua. Lei va giù
piuttosto forte, noi rischiamo
meno tanto, penso, quando pas-
seranno i suoi mi aggrego e tor-
niamo sotto.
Purtroppo quando la discesa
finisce, gli uomini Mg mi passa-
no in tromba prima ancora del-
l’inizio del Passo della Collina
quando ancora siamo a Tredozio
e mi accorgo in un secondo che
le gambe per seguirli non le ho
più.
Da dietro arriva Nelson tutto
ammaccato che nonostante tut-
to ha ancora una gamba strepi-
tosa, porta un po’ a rimorchio
Giorgio e il sottoscritto, men-
tre Gianni sta pagando un po’ e
si stacca.
Io ne ho poca e cerco di con-
vincerlo ad andare, Giorgio
allunga e con orgoglio riesce a
raggiungere la coda del grup-
po, Nelson forse non se la sen-
te di forzare troppo, mi aspet-
ta e così non rientriamo più.
In cima alla Collina Wilmer è
già passato da oltre 3’30”
quando Giorgio passa in coda al
gruppo Bandini, Nelson ed io
siamo 30” dietro. A 1’20” da
noi Gianni. Piu indietro di quasi
2’30” da Gianò c’è Davide segui-
to a 30” circa da Paolino. Denis
è più indietro e sta soffrendo,
mentre Raffo è sparito.
Sapremo poi che una foratura
l’ha costretto a fermarsi per
lungo tempo e cos’ ha deciso di
girare per il corto.
Nel tratto dal Collina a Modi-
gliana essere in un gruppo forte
è troppo importante. Riuscire a
fare velocità risparmiando for-
ze importanti da usare sul
Trebbio, prossimo duro ostaco-
lo, fa la differenza.
Giorgio difatti si è involato e
Nelson ed io siamo rimasti soli
assieme ad un cesenate che ci
da i cambi ma non abbiamo spe-
ranze; si tira a tutta e si perde
da quelli davanti che viaggiano
molto più forte.
La crudeltà degli organizzatori
si materializza a Modigliana
dove invece di farci attaccare il
Trebbio dal paese, ci fanno
scendere per la statale verso
Faenza fino alla zona industria-
le così prima della coltellata
vera e propria ci tocca un po’ di
antipasto “caldo”.
Abbiamo raggiunto qualcuno e
ora all’inizio della salita siamo in
7. Nelson e un altro nel tratto
al 17% lentamente se ne vanno,
io salgo regolare e perdo tutti
gli altri che ne hanno ancora
meno. Noto con piacere che la
temperatura arriva al massimo
ai 34 gradi, nulla a che vedere
con i 41 dell’anno scorso e alla
fine non salgo poi così male.
Acqua in cima e giù per la Val
Samoggia: davanti vedo Nelson
troppo lontano, dietro non c’è
(segue da pag.26)
(continua a pag.28)
P a g i n a 2 7
nessuno, tiro dritto da solo,
tanto ormai ci sono abituato.
Dopo la discesa però mi rag-
giungono tre dei ciclisti con i
quali avevamo attaccato il
Trebbio e la cosa non mi dispia-
ce così potremo dividerci la
fatica in questi ultimi torridi
chilometri.
Armistizio sui Sabbioni dove mi
chiedono di aspettarli, cosa che
non ho problemi a fare (tanto
dove cavolo andrei…..) almeno
non faremo volata. In pratica li
porto io all’arrivo ma passiamo
il traguardo in fila indiana, co-
me si conviene in questi casi.
Wilmer è arrivato al solito tra i
primissimi assoluti e 5° di cate-
goria (e vai di premio anche
stavolta….) ma ha
un po’ pagato la
fatica nel finale
dove stava per
essere raggiunto
dal gruppo Bandini
o meglio gruppo
Franchi. Giorgio ha
una gamba strato-
sferica: dal Collina
all’arrivo mi ha pre-
so ben 10 minuti!
Chissà che gara
avrebbe poi fatto
Nelson senza la
caduta; arriva lo
stesso nei 50 a
poco più di 5’ da
Wilmer. Grande.
Nel giro di pochi minuti arriva-
no anche Gianni e Paolo che nel
finale hanno smarrito Davide.
La smania di Gianni di anticipa-
re la volata gli ha fatto venire
voglia di mollare e nell’ultimo
chilometro quasi pianeggiante
stabilisce un record: becca
3’20”!!
Ci buttiamo letteralmente sot-
to l’acqua fresca della fontana
e aspettiamo che Nelson si fac-
cia medicare per bene. Così
incerottato con tutta la divisa
sbrindellata fa paura. Diciamo
che gli è andata bene!
E Denis? Arriva che siamo nel
parcheggio in preda a crisi mi-
stiche da smago ciclistico. Lo
lasciamo sfogare, il caldo l’ha
avuto stavolta, ma sappiamo
bene che sarà ancora pronto a
ripartire alla prossima occasio-
ne. Intanto andiamo a mangiare
e a prenderci il meritato pre-
mio con Wilmer.
Adesso tregua di oltre 2 mesi
per quanto riguarda il Romagna
Challenge, per quasi tutti nien-
te gare fino ad agosto. Per al-
cuni invece l’orizzonte si chiama
Maratona delle Dolomiti. La
gamba c’è, non vedo l’ora….
Beppe
(segue da pag. 27)
Wilmer (5°) ormai si è
abituato ai premi: terzo
stagionale dopo la Conti
(3°) e il bel successo
della scorsa settimana a
Bagno di Romagna
13/6/2010 G.F. Fondriest Castrocaro Terme (FC)
Percorso lungo km 167 –Totale classificati 230
1° Maccanti Michele (Phonix—Sintesi) in 4h41’18” media 35,62 km/h
33° GHETTI Wilmer in 5h03’37” media 33,00 km/h (5°cat.Vet)
37° FRANCHI Giorgio in 5h03’53” media 32,97 km/h (7°cat.Vet)
50° FENATI Nelson in 5h09’11” media 32,40 km/h (11°cat.Vet)
54° POGGI Giuseppe in 5h14’01” media 31,90 km/h (14°cat.Vet)
59° CONTI Gianni in 5h16’12” media 31,68 km/h (17°cat.Vet)
64° MAZZAVILLANI Paolo in 5h16’19 media 31,67 km/h (18°cat.Vet)
69° GUARDIGLI Davide in 5h19’23” media 31,35 km/h (21°cat.Vet)
154° FRESCHI Daniele in 5h52’07” media 28,45 km/h (31°cat.Gen)
Percorso corto km 119 –Totale classificati 451
1° Mondini Gianpaolo (GS Bike Lugo) in 3h13’17” media 36,94 km/h
370° VALENTINI Raffaele in 4h10’59” media 28,44 km/h (120°cat.Vet)
P a g i n a 2 8
E il Romagna Challenge?
Ecco il punto dopo 6 prove
Ecco come siamo messi nella
Challenge dopo sei prove quan-
do ne mancano solo 2 al termi-
ne.
Con le ultime 2 gare “di alta
montagna” Wilmer ha fatto un
passo probabilmente decisivo
verso la conquista del primo
posto della categoria Veterani
della quale facciamo parte tutti
a parte il Capitano che è tra i
Gentlemen.
Wilmer ha 115 punti e un van-
taggio di 31 punti sul secondo
(ricordate il 217, Pontellini del-
la CBR di Rimini?) e 42 sul ter-
zo. I punti ancora a disposizio-
ne teoricamente sono 50 ma a
Wilmer basterà tenerlo d’oc-
chio nella prossima gara e non
perdere più di 5 posizioni da lui
per avere la vittoria matemati-
ca con una gara di anticipo.
Ovvio che siamo tutti con lui e
in caso di eventuali incidenti
meccanici le nostre ruote sono
le sue…..
Ben piazzati in classifica anche
Nelson (9° con 51 punti e dove
sarebbe se non ne avesse salta-
to la Conti….) e Giorgio (10° con
50 punti).
A seguire 15° Paolo (38 punti),
24° Beppe (27 punti), 25° Davi-
de (26), poi Gianni (17) e Raffo
(4).
Tra i Gentleman Denis che pure
un paio di gare le ha saltate e in
altre ha avuto un rendimento
alterno ha comunque totalizza-
to 20 punti che lo inseriscono
tra i primi 30 di categoria.
Tra le squadre paghiamo pur-
troppo il fatto di essere pochi.
La classifica infatti è stilata
esclusivamente sulla somma dei
chilometri percorsi e quindi con
gli squadroni numerosi non si
può competere.
Non c’è dubbio che andremo a
premio dato che basta arrivare
nelle prime 20 (e noi siamo 12e-
simi con quasi 2200 km di van-
taggio sulla 21esima squadra),
solo che sarebbe stato bello
arrivare nelle 10 visto che oltre
al premio ci sarebbe stato un
buono sconto per le iscrizioni
del 2011.
Purtroppo la vado dura visto
che abbiamo 2700 km di di-
stacco dalla decima….
Comunque se ad inizio stagione
ci avessero fatto firmare per
dei risultati così l’avremmo fat-
to ad occhi chiusi.
Di nuovo un bravo a tutti quan-
ti!
Beppe
P a g i n a 2 9
Che Dolomiti ragazzi!!! Una attesa che dura pratica-
mente un anno intero, quando
tagli il traguardo provi una e-
mozione sempre diversa e stra-
ordinaria: il giorno dopo ti man-
ca già…
Questa è la Maratona Dles Do-
lomites che magari si fa odiare
quando ti costringe ad un cru-
dele sorteggio che il più delle
volte ti respinge, che ti indi-
spone per certe regole ferree
e forse troppo “teutoniche” ma
che non puoi non amare quando
la vivi, quando ti trovi avvolto in
un paesaggio unico al mondo
che, come accade fortunata-
mente da parecchi anni, ti acco-
glie con il sole e ti fa capire
che sei al posto giusto nel mo-
mento giusto.
Per me è anche la settimana di
ferie per eccellenza, quella per
la quale ti trovi a “fare la stec-
ca” sul calendario, quella che
poi vola via sempre troppo in
fretta…
Il crudele sorteggio menziona-
to prima ha lasciato fuori tutta
la squadra e solo io in qualità di
fedelissimo sono sicuro di par-
tecipare. In ottobre il Capita-
no, innamorato come me della
montagna e della Maratona ave-
va deciso di acquistare l’iscri-
zione maggiorata e mi avrebbe
fatto compagnia.
Purtroppo una serie di vicende
non gli hanno consentito di gu-
starsi quella
che doveva
essere anche la
sua vacanza e il
suo forfait
dell’ultim’ora ci
aveva lasciato
un po’ senza
parole.
Non sembrava
un bel segnale
per una setti-
mana poi rive-
latasi fantasti-
ca.
Sentirsi a casa
a quasi 500
chilometri da
casa è una sen-
sazione che
Domenica
4
Luglio
(continua a pag. 30)
P a g i n a 3 0 provo praticamente ogni volta
che torno quassù al cospetto
delle cattedrali dolomitiche
nominate di recente Patrimonio
dell’Umanità dall’Unesco.
La stagione anche qua non è
stata fino ad ora delle migliori:
si vedono sulle cime delle mon-
tagne ancora delle lingue di
neve e la Marmolada è bianca
come da tempo non mi capitava
di vedere. Invece la settimana
predente la Maratona è meravi-
gliosamente mite. Fresco mat-
tina e sera, caldo secco e per
questo ben sopportabile duran-
te il giorno e neppure una goc-
cia di pioggia. Insomma l’ideale
per pedalare.
Essendo solo cerco compagnia
nelle uscite di gruppo organiz-
zato dallo Staff della manife-
stazione con a capo l’inossidabi-
le Maria Canins e il marito Bru-
no Bonaldi. Uscire con il gruppo
è l’ideale per conoscere un po’
di gente, chiacchierare ovvia-
mente di ciclismo e pedalare in
tranquillità (la media del gruppo
ha un passo decisamente tran-
quillo).
E’ anche un modo per non farsi
prendere troppo la mano dalla
voglia di pedalare ed evitare di
bruciare troppe energie che
serviranno in gara.
I giri su Valparola e Campolongo
e al Passo delle Erbe sono bel-
lissimi, mi fanno capire come la
gamba ci sia e il morale per la
domenica cresce…
Il venerdì riceviamo la visita di
Paolo e Giorgio che si sobbarca-
no il viaggio Ravenna - Corvara
andata e ritorno tutto in una
giornata per il piacere di passa-
re qualche ora a pedalare in
questo paradiso.
E’ in programma il classico
“Sella Ronda” e abbiamo appun-
tamento anche con i Lelli Boys
che sono al Passo Fedaia da una
decina di giorni. I ritrovo è ad
Arabba. Ci troviamo in effetti-
qualche chilometro dopo: Roby
e Andrea sono un po’ in ritardo
e noi gli andiamo incontro.
Dai primi chilometri del Pordoi
però intuiamo come Andrea non
sia al massimo della forma. Le
frequenti pedalate con metri e
metri di dislivello ai quali è sta-
to sottoposto con i suoi compa-
gni di squadra l’hanno un po’
prosciugato. Forse una colazio-
ne non digerita, sta di fatto
che fa fatica a salire. Saggia la
decisione di Roberto di scende-
re con lui direttamente a Cana-
zei per tornare sulla Marmola-
da dal versante più facile per
non esagerare.
Noi proseguiamo e dopo il Por-
doi ci aspetta il Sella con il
caffè di rito offerto da Paolo
che festeggia l’anniversario con
la Rossetti. All’uscita ci faccia-
mo anche immortalare da un
tedesco che ringraziamo per la
buona volontà anche se ci taglia
i piedi…..
Gardena in scioltezza
e discesona su una
Corvara che si sta
“vestendo” per l’even-
to della domenica
ormai imminente.
I ragazzi allungano un
po’ il giro, io li antici-
po nella doccia. A me
basta così. In 4 gior-
ni di pedalate ho fat-
to più di 5000 metri
di dislivello….
Domani (sabato) ripo-
so completo e dome-
nica…… Domenica si
vedrà!
Il pranzo tutti assieme passa in
un lampo e Giorgio e Paolo ri-
partono portandosi dietro tan-
ta voglia di tornare e la frase
più ricorrente è: “Speriamo che
l’anno prossimo ci sorteggino!”
Per quanto è volato il tempo a
Corvara tanto è strato pesante
il viaggio di ritorno per loro con
code, incidenti…. Ma loro stessi
hanno detto che comunque ne
valeva la pena.
La vigilia anche se vissuta in
relax, porta sempre un po’ di
tensione e quando sei da solo
non riesci tanto a stemperarla.
Le mie tifose (eccezionali) mi
dicono che comunque vada loro
mi aspetteranno contente e col
sorriso e questo pensiero me lo
porto dentro tutto il giorno.
E’ domenica, le previsioni sono
rispettate. Si parlava di clima
caldo e niente pioggia e così è.
Decido di non portare nulla di
più della mantellina antivento,
sarebbe tutto peso e ingombro
inutile.
Convinto che la partenza fosse
alle 6,45 non mi affretto più di
tanto a scendere in griglia e in
effetti quando arrivo a La Villa
c’è già molta gente… Si partirà
alle 6,30, pazienza sono un po’
più indietro ma l’attesa così è
più corta del solito.
Il teatro della partenza è il
solito spettacolo della natura, il
sole che sta sorgendo illumina
le pareti rocciose che assumono
il classico colore arancione. Un
respiro profondo, il colpo di
pistola che segnala l’avvio dei
primi e di lì a poco un un clic
clac di pedali che si agganciano:
comincia la mia Maratona.
Campolongo e Pordoi servono
per scaldare la gamba e per
districarsi dall’inevitabile res-
sa. Importante è non restare
imbottigliati in discesa perché
se in salita risalire posizioni è
più agevole perdere tempo in
discesa proprio non si può.
Azzeccata la scelta del vestia-
(segue da pag.29)
(continua pag.31)
P a g i n a 3 1 rio: la mantellina la metto in
tasca prima della partenza e lì
rimane per tutto il giorno. E’
sufficiente aprire e chiudere la
zip della maglia per avere aria
in salita e il giusto riparo in
discesa. Sarà il Garmin a dirmi
che giù dal Sella c’erano 11 gra-
di...
Già salendo il Pordoi avevo avu-
to buone sensazioni ma sul Sel-
la mi sento molto bene. Ho im-
postato il mio passo come in
una sorta di lunga cronometro
e arrivo in cima fresco e soddi-
sfatto.
Affronto il Gardena in un bel
gruppo nel quale ci sono anche
gli sciatori Zorzi (fondista) e
Moelgg (sci alpino). Ci tirano
loro facendosi scherzosamente
guerra e nel falsopiano prima
degli ultimi tornanti tocchiamo
i 50 all’ora!
In cima al passo il primo rileva-
mento parziale mi da la confer-
ma che sono circa 2’ sotto il
mio tempo migliore. Nulla di
meglio per il morale.
Zorro Zorzi, che ne ha più di
Moelgg fa selezione e pennella
una discesa velocissima. Sulla
sua scia restiamo in 4 o 5 e ci
rimaniamo un po’ male quando
Cristian si ferma al primo pas-
saggio a Corvara. “Ragazzi non
ho la gamba oggi!” Meno male….
Secondo Campolongo, inizia la
fase centrale della gara, l’unica
dove è importante trovare un
gruppo per arrivare al meglio ai
piedi del Giau. Infatti dalla
cima si scende su Arabba e poi
per tutta la vallata del Livinal-
longo fino al bivio percorsi.
Dividere il lavoro con altri per-
mette di andare più forte e
risparmiare energie che servi-
ranno eccome più tardi.
Prima del bivio si risale legger-
mente e non soffro il cambio di
ritmo: senza forzare del grup-
pettino restiamo solo in due. E’
inutile aspettare, magari poi
tutti girano per il medio: si
scende ancora velocemente fin
sotto il Colle Santa Lucia e
dopo la scia non serve più tan-
to.
Attacchiamo il Santa Lucia, 3
km circa non duri ma che spez-
zano di nuovo il ritmo, e in poco
ci riportiamo su un gruppo più
numeroso che ci precede.
Uso la testa e vedendo che il
passo che ho mi consentirà
comunque di aggan-
ciarmi a loro, non ac-
celero ulteriormente
per evitare fuori giri.
A metà salita sono
sulle ruote di chi mi
precedeva.
Ormai il pensiero è
rivolto al Giau ma
quando arrivo a Selva
di Cadore all’imbocco
salita ho la piacevole
sorpresa: il mio tempo
è ora di 5 minuti più
basso del mio record
del 2007 (5h33’).
Penso che se anche
salissi il Giau molto lentamente
non potrei mangiarmi tutta la
dote e quindi proseguo convinto
e rilassato.
Con questa spietata salita ave-
vo un piccolo conto in sospeso:
lo scorso anno a settembre
quando venimmo su a fare la
Dolomiti Stars mi mostrò il suo
lato cattivo e le mie gambe
post-Sardegna mi consentirono
un modesto 55’ come tempo di
scalata.
Eh Capitano, ho pensato molto
alle nostre brutte facce di
allora. Stavolta è un’altra musi-
ca, poco più di 50 minuti, su la
zip e giù in discesa. Senza Coca
Cola di mamma e papà Fenati
però……
La discesa merita sempre mol-
ta attenzione ma la conosco
troppo bene e scendo in sciol-
tezza. Sono stracontento, so
che sto andando meglio di
quanto sperassi, di tutto il
gruppetto con il quale avevo
attaccato il Giau non c’è più
nessuno.
A Pocol si risale per l’ultimo
ostacolo prima dell’arrivo, quel
Falzarego pedalabile che però
fa differenza tra chi ne ha e
sale ai 25 all’ora e che non fa
più dei 15.
Fino ai 5 dalla vetta sono tra i
primi, negli ultimi chilometri la
stanchezza e il vento contrario
nei lunghi rettilinei mi presen-
tano il conto. Raschio il barile,
mi sembra di sentire il sibilo
del Cobra-Paolino arrivare alle
mie spalle.
Tengo duro e sono in cima,
qualcosa ho pagato ma sul Fal-
zarego il tempo è ancora otti-
mo. La molla per superare quasi
di slancio l’ultimo cattivo chilo-
metro del Passo Valparola è il
festoso fracasso che un gruppo
di turisti sloveni
fanno per incitare
tutti quanti. Pelle
d’oca e su a tutta
finché ce n’è!
Primo sasso, se-
condo e finalmen-
te il terzo. E’ fat-
ta, restano gli
ultimi 20 chilome-
tri di discesa e
leggera risalita ma
in questa mezz’o-
retta scarsa non
faccio altro che
pensare a quell’ul-
tima curva piena
di emozione.
Cerco di assapora-
re lentamente il
(segue da pg.30)
Discesa da Passo
Gardena
Passo Valparola
(continua a pag.32)
P a g i n a 3 2 gusto di una giornata perfetta,
quella che speravo.
Ultimo chilometro, curva a de-
stra ai 500 metri e ai 150 l’ulti-
ma benedetta curva a sinistra
che fa venire sempre i brividi.
Le mie donne sono lì, mi regala-
no quel sorriso promesso già dal
giorno prima, mi chiamano a
gran voce e rispondo con bacio.
Si vive di momenti e questo è
uno di quelli per cui vale la pena
vivere…..
5 ore 28 minuti e 41 secondi,
quasi 5 minuti sotto il tempo
del 2007 che non pensavo di
poter abbassare, 9 minuti in
meno dell’anno scorso. Roba da
non credere.
Mi godo tutti gli abbracci e
festeggiamenti di Chiara che è
meravigliosa con la maglia della
Maratona addosso e di Alessia
che mi stringe forte con un
gesto che per lei significa più
di tante parole. E un grazie
anche a Stefania che è stata
fondamentale nel rendere que-
sta giornata davvero speciale.
Ha sofferto aspettando gli sms
con i parziali, ha tifato in silen-
zio ed ora la vedo contenta
come non mai. Cosa chiedere di
più?
Dopo la doccia ed il pranzo tor-
no con Chiara all’arrivo per ve-
dere le classifiche. Le scorro
con curiosità partendo da un po’
indietro…. Sono dentro ai 200
ma lo sapevo….. dentro ai 150,
potevo immaginarlo….. Dentro ai
100? Eh no….
Eh sì invece: 87esimo assoluto
e 15esimo di categoria!
Mi stropiccio gli occhi più volte,
voglio guardarci bene ancora
una volta ma è proprio così.
Vorrei urlare di soddisfazione
ma non posso farmi vedere così
da mia figlia che ha 9 anni. Lei
mi guarda e dice: “Papà, sei
andato come un razzo. Sei un
mito!” Magari solo per lei ma
per me è tantissimo.
Non ho vinto ma è come se l’a-
vessi fatto, gioisco più io di un
Michele Maccanti che è arriva-
to da 56 minuti ma che dopo
l’onore del podio conosce la
(meritata) onta della vergogna
per essere stato beccato posi-
tivo all’Epo. Positività per la
quale non avrebbe nemmeno
dovuto correre. Bella figura!
Divido la mia gioia (vera!!!) per
corrispondenza via telefono e
sms con la squadra e ricevo da
tutti grandi complimenti e at-
testati di stima.
Vi dico la verità, se avessi do-
vuto sognarla non so se l’avrei
fatto così bene…..
Ora ho una missione: passare il
sorteggio ad ottobre, così la
gioia la dividiamo tutti insieme
e dal vivo! Nel 2011 la Rossetti
Sixs FRW ci deve essere!!
Beppe
(segue da pag.31)
Eccola, l’ultima curva….
La meravigliosa zona arrivo di
Corvara. Non viene voglia di but-
tarcisi dentro?
P a g i n a 3 3
04/07/2010 Maratona dles Dolomites Corvara (Bz)
Percorso lungo km 138 –Totale classificati 4151
1° Maccanti Michele (Phonix-Sintesi) in 4h32’20” media 30,403 km/h
2° Kairelis Dainius (Giordana-Cipollini) a 3’31” media 30,014 km/h
3° Beconcini Andrea (Cicli Maggi FRW) a 3’37” media 30,004 km/h
87° POGGI Giuseppe in 5h28’41 media 25,190 km/h (15°cat.M4)
Cos’ho combinato ….
Anche a distanza di qualche
giorno, a casa, ripensando a
tutto quello che è stato mi
scappa ancora da ridere.
La prestazione è stata ottima
in senso assoluto e se mi aves-
sero detto che finiva così
avrei pensato ad una presa in
giro, invece….
Grandi complimenti da parte
di tutti, della squadra e anche
dagli altri, complimenti arriva-
ti da più parti che ho la pre-
sunzione di pensare sinceri.
Stupore massimo quando mi
arriva la telefonata di Ema-
nuele Conti de “La Voce di
Romagna”, giornalista e cicli-
sta che nel farmi i complimen-
ti mi chiede la possibilità di
una mini intervista e l’invio di
una foto per il giornale.
E così esce pure un articolo
meraviglioso che mi ha riempi-
to di orgoglio e deve essere
motivo di vanto per tutta la
nostra squadra.
Una cosa ho tenuto a precisa-
re con chi da profano mi dice-
va: “Primo dei ravennati, com-
plimenti!”. Lo sono stato solo
per colpa del sorteggio. Ci
fosse stato qualcun altro dei
miei soci…..
Beppe
Qua a destra la pagina de “La Voce” di
sabato 10 luglio. La metterò in cornice!
P a g i n a 3 4 Una giornata speciale Sabato 24 luglio non è un giorno
come tutti gli altri, la “nostra”
FRW presenta la collezione
2011 strada e Mountain Bike in
un evento organizzato in ogni
particolare da Claudio Brusi in
quel di Marinara nello spazio
vicino al Ristorante Hook.
Un evento fortemente voluto
dal Claudio che oltre ad essere
un affermato imprenditore è
una persona che crede nello
sport del ciclismo e dei valori
che può trasmettere. La gior-
nata è infatti intitolata Bici-
cletta e Benessere perché ol-
tre a presentare i nuovi modelli
di bici dando la possibilità a
chiunque di provarli fornendo
caschi e scarpe, vuole pubbli-
cizzare gli aspetti positivi sul
fisico derivanti della
pratica dello sport del
ciclismo e l’importanza
dell’uso del casco.
E con quella che si chia-
ma sinergia commercia-
le (e qui un po’ di merito
ce lo prendiamo anche
noi se non altro per
averli messi in contat-
to) è ben presente all’e-
vento anche Marco Dal-
l’Olmo con i prodotti
Sixs forniti e poi omag-
giati a chiunque facesse
un giro di prova sulle
FRW indossando i suoi
capi.
La pubblicità sotto for-
ma di passaparola è la
più efficace e dai ri-
scontri che abbiamo potuto
percepire la Sixs ha colpito nel
segno.
E noi? Intanto abbiamo il no-
stro angolino con esposta la
nostra bella divisa (che più di
uno avrebbe comprato….) e
niente meno che la nuova bici
ufficiale del Team per la sta-
gione 2011 in colore bianco –
nero-giallo fortemente voluto
dal Claudio quale membro della
squadra.
Ah già, facciamo anche gli ac-
compagnatori in bici e usciamo
per i giri test dei prodotti. Un
lavoro veramente divertente.
Giornata campale soprattutto
per lo staff FRW con Paolo e
Massimo (i meccanici) a testa
bassa e sempre disponibili a
sistemare specialissime e MTB
e a fornire scarpe e caschi.
E l’affluenza notevole di pubbli-
co ripaga l’impegno di tutti.
Meno male che c’è qualcuno che
ci crede, ha passione nel pro-
prio lavoro e ha voglia di orga-
nizzare eventi come questo. Da
ravennate, ringrazio….
Beppe
Qua sopra la pagina pubblicitaria
dell’evento di Marinara targato
FRW uscita più volte su Carlino e
La Voce.
A destra il particolare con la
nostra foto con Claudio
Eccola, non è bellissima?
Tipi da spiaggia
a Marinara….
P a g i n a 3 6 Non ci siamo fatti manca-
re niente. Sabato 24 luglio
in concomitanza con l’e-
vento di Marinara è uscita
questa pagina de “La Vo-
ce”.
Si parla di Tour e della
Rossetti-Sixs FRW!! Arti-
coletto fornito dal sotto-
scritto assieme alla foto e
il gioco è fatto (sempre
grazie a Claudio).
E sotto in bella evidenza la
presentazione della Sixs.
Ma se ci avessero detto
tutto questo 5 anni chi ci
avrebbe creduto???
Ancora sulla stampa….
Il Rosse
tti Bike N
ews
torna in au
tunno con
tutto il fin
ale di sta
gione
2010 !!!
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