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La Chiesa 1
Vicariato Bologna
Nord 2
Congressi vicariali:
riflessioni 3
Catechesi e arte:
S. Apollinare in
Classe
5
Speciale Evangelii
Gaudium 6
Sommario:
Il tema di quest’annoIl tema di quest’annoIl tema di quest’anno
UCD NewsUCD News
Ottobre 2014 Anno1, Numero 3
EG n.46
EG n.47
Come si vive oggi la vita sacra-
mentale, l'Eucarestia domeni-
cale? Quali i linguaggi e i segni
dell’arte, della festa?
Nelle comunità cristiane del Vica-
riato, l’Eucarestia domenicale è
molto frequentata e in alcune par-
rocchie la percentuale di presenza
è in linea con quelle nazionali. È
possibile partecipare alla messa
feriale in quanto, o al mattino o
alla sera, vi sono diverse proposte a
livello zonale o vicariale. La pre-
senza è molto eterogenea: si va dal-
la Messa che precede le attività del
catechismo a quella vespertina che
convoca un pubblico esclusivamen-
te adulto e adultissimo. L’anima-
zione risente dell’ eterogeneità del-
la presenza, che influisce anche sul
coro e sulla processione offertoria-
le. Anche la stessa omelia del Cele-
brante varia in ragione della diver-
sità dei presenti. La celebrazione
dei sacramenti del Battesimo e del
Matrimonio sono nella quasi totali-
tà dei casi celebrati all’interno del-
la Messa comunitaria e la cosa è
molto gradita alla comunità. I sa-
cramenti della 1^ Comunione e
della Cresima invece sono ancora
vissuti come tappe finali di un
cammino se pure anche celebrate
con numero di bambini molto ele-
vato.
Quali proposte di formazione?
per quali formatori?
La formazione è una necessità im-
procrastinabile e il catechista, l’e-
ducatore e l’evangelizzatore devono
essere dei testimoni credibili, agli
stessi - che hanno a cuore la cura
di quasi tutte le fasce di età, dai
fanciulli dell’IC ai ragazzi per il
post cresima, i giovanissimi, i gio-
vani e in alcuni casi gruppi fami-
glie, unito a qualche gruppo adulto
e adultissimi - vengono fatte diver-
se proposte di formazione: a livello
diocesano utilizzando i materiali
messi a disposizione dall’UCD, (il
sussidio sulla Chiesa realizzato in
collaborazione tra UCD e L’Azione
Cattolica) e a livello parrocchiale,
che consistono nella lettura conti-
nua di un testo del Nuovo Testa-
mento o di uno dei quattro Vangeli
commentato da un prete, o delle
lettere di S. Paolo, normalmente le
lettere ai Corinti, o ai Romani. In
occasione della pubblicazione
dell’Enciclica di papa Francesco
Evangelii Gaudium si è colta l’op-
portunità per una lettura commen-
tata della stessa, ritenuta da molti
piacevole ed interessante. In parti-
colare ai catechisti sono stati pro-
posti percorsi di formazione specifi-
ca sulla liturgia, sugli aspetti bibli-
ci o metodologici delle attività di
catechesi. Durante la Quaresima e
l’Avvento, rispettando le indicazio-
ni dell’Arcivescovo, vengono svolti
dei percorsi formativi sul tema
dell’anno (Dio Padre, il Figlio Gesù
Cristo, lo Spirito Santo e quest’an-
no la Chiesa) con l’uso degli stru-
menti dell’arte, della pittura e del-
la scultura. Tra i giovani sono mol-
to usati i filmati o strumenti multi-
mediali, senza trascurare le canzo-
ni e in genere testi di brani scelti
da vari libri. Da valutare anche il
confronto e il dialogo condiviso che
è in alcuni casi privilegiato.
Quale rapporto tra catechesi,
evangelizzazione e servizio del-
la carità? Cioè tutta questa for-
mazione e attenzione all’evan-
gelizzazione porta all’attenzio-
ne dei gruppi il tema della cari-
tà che ogni buon cristiano deve
avere come “motu proprio”?
Il legame relazionale purtroppo
non è diretto e non è univoco, vi
sono esperienze in cui, in ogni sin-
gola parrocchia, esiste una presen-
za della Caritas (come modalità
organizzata di carità) ed esperienze
dove la Caritas è ubicata in una
sola delle parrocchie della zona o
unità pastorale e le altre collabora-
no al mantenimento delle attività e
convergono tutti per sinergizzare le
risorse soprattutto in questo mo-
mento di perdurante crisi, in cui
molte famiglie sono rimaste colpite
duramente e stentano ad emergere
La situazione dei vicariatiLa situazione dei vicariatiLa situazione dei vicariati Intervista a Giuseppe Barra Intervista a Giuseppe Barra Intervista a Giuseppe Barra ––– Vicariato Bologna NordVicariato Bologna NordVicariato Bologna Nord
Pagina 2 UCD News
di sr. Anna Maria Gellini
dalle difficoltà. Ai ragazzi, a com-
pletamento di un percorso formati-
vo, vengono proposte attività anche
presso strutture di assistenza per
educarli al servizio nella carità e
nella fraternità.
Quali i punti di forza? quali le
difficoltà emergenti?
Il popolo di Dio, in forza della tra-
dizione, ha ancora un grande attac-
camento alla Chiesa di Cristo.
L’immagine di papa Francesco nel-
la sua modalità di essere un gran-
de comunicatore senza stravolgi-
menti e nella linea della continuità
pastorale, sta facendo riscoprire la
grande ricchezza dell’appartenenza
alla Chiesa. In molti casi, dove so-
no presenti, gli adulti sono una
presenza importante e qualificata
di grande supporto alle attività
della parrocchia.
Molti lamentano la costante ridu-
zione dei preti, che se anche può
essere una criticità per la celebra-
zione dell’Eucarestia, la maggiore
criticità la individuerei nelle poche
risorse spese in questi anni nel
mancato avvicinamento e nella
mancata formazione degli adulti.
Infatti nelle parrocchie in cui l’a-
dulto è presente e vive la sua mini-
sterialità battesimale, esiste ed è
attivata la capacità progettuale
della pastorale, la corresponsabili-
tà di farsi promotori e del prender-
si carico della comunità e dei suo
bisogni di comunione e di fede.
Il catechismo e le tappe dei sacra-
menti sono ancora un elemento di
forza ma sono poco accettati i cam-
biamenti. È un tema su cui investi-
re per avviare delle sperimentazio-
ni di evangelizzazione e di inizia-
zione cristiana dove i sacramenti
non siano visti come punti finali di
un cammino ma tappe intermedie.
I giovani e i giovanissimi insieme
agli adulti sono le risorse da coin-
volgere. Occorre anche riscoprire il
legame con le famiglie, fulcro di
una passata tradizione di trasmis-
sione della fede, che oggi deve esse-
re rivalorizzata e supportata.
Anno1, Numero 3 Pagina 3
I congressi vicariali promossi
dall’UCD sono ormai entrati nel vivo
del loro svolgimento. Abbiamo chiesto
a una giovane educatrice del vicaria-
to Centro, Francesca Vanelli, qualche
riflessione sul congresso appena con-
cluso.
Un giudizio complessivo sulla
formula usata, la ritieni utile per
la formazione ed eventuali sug-
gerimenti per migliorarla.
La formula utilizzata complessiva-
mente mi piace, l'ars oratoria di don
Valentino Bulgarelli, che ha curato i
tre incontri di formazione pre ccon-
gresso, consente di ascoltarlo parlare
per lungo tempo, senza supporti car-
tacei o informatici, senza perdere il
filo. Probabilmente data l'ora e la
stanchezza di fine giornata con qual-
che contributo però sarebbe più facile
seguire con maggiore attenzione, per
memorizzare e focalizzarsi meglio sui
punti centrali, e sarebbe anche utile
portarsi il contributo cartaceo e/o
informatico a casa, una volta termi-
nato l'incontro, così da avere qualco-
sa su cui tornare a riflettere oltre ai
propri appunti che non sempre sono
esaustivi.
Cosa ne pensi dell'idea dei con-
gressi vicariali rispetto al con-
gresso diocesano? È stato più
facile uno scambio di opinioni?
Personalmente mi piace molto l'idea
di ritrovarsi a
livello vicariale,
perché i numeri
sono ridotti e con-
sentono l'instau-
razione di un cli-
ma più ‘ familia-
re’. Certo lo
scambio di opi-
nioni non è facile,
soprattutto da-
vanti a persone
più esperte e qua-
lificate, a caratte-
ri inizialmente
timidi serve pro-
babilmente più
tempo, però il fatto che si vedano
sempre gli stessi volti e che si sia in
ambienti più raccolti mi aiuta a sen-
tirmi più velocemente a mio agio. Il
congresso diocesano è un bel momen-
to formativo, che però mi lascia meno
a livello di scambio di esperienze ed
opinioni.
Il Vicariato Centro soffre di una
forte frammentazione (24 parroc-
chie per 56000 abitanti), in parti-
colare i giovani sono pochi. Qua-
li soluzioni state cercando di
portare avanti nella vostra par-
rocchia?
Trovandoci davanti a numeri sempre
più preoccupanti riguardo la fre-
quenza dei giovani nella nostra par-
rocchia, SS. Filippo e Giacomo, ci
siamo interrogati a lungo su quali
potessero essere le nuove proposte
da sottoporre ai nostri ragazzi, per
riaccendere in loro quell'entusiasmo
e quella passione che si stavano af-
fievolendo. Dopo vari tentativi a li-
vello interno, in seguito ad un per-
corso di formazione inter parrocchia-
le, abbiamo pensato di cominciare un
gemellaggio con la parrocchia Ss.
Gregorio e Siro, vicina a noi sia da
un punto di vista geografico che da
un punto di vista numerico. I nostri
due gruppi dei ragazzi delle superio-
ri hanno già iniziato a trovarsi setti-
manalmente, e lo stesso progetto,
solo con tempi più distesi, lo abbiamo
per il gruppo medie. Dai primi ri-
scontri molto positivi ci sembra che
almeno in alcuni ragazzi questo cam-
biamento abbia provocato un nuovo
entusiasmo, nella speranza che sia
contagioso e che duri a lungo!
Congressi vicariali: prime riflessioniCongressi vicariali: prime riflessioniCongressi vicariali: prime riflessioni Intervista a Francesca Vanelli, educatrice gruppo medie del vicariato CentroIntervista a Francesca Vanelli, educatrice gruppo medie del vicariato CentroIntervista a Francesca Vanelli, educatrice gruppo medie del vicariato Centro
di Antonio Minnicelli
Pagina 4 UCD News
Ufficio Catechistico Diocesano Ufficio Catechistico Diocesano Ufficio Catechistico Diocesano ––– Associazione Sale e Lievito Associazione Sale e Lievito Associazione Sale e Lievito Ed erano stupiti… Ed erano stupiti… Ed erano stupiti… (Mc 1,22)(Mc 1,22)(Mc 1,22)
La Buona Notizia secondo Marco La Buona Notizia secondo Marco La Buona Notizia secondo Marco
narrata e attualizzata con nuovi linguagginarrata e attualizzata con nuovi linguagginarrata e attualizzata con nuovi linguaggi
Primo modulo Primo modulo Primo modulo (sempre di sabato)(sempre di sabato)(sempre di sabato) 8 novembre 2014 Uno sguardo d’insieme Maurizio Marcheselli
15 novembre 2014 Pescatori di uomini Marco Tibaldi
29 novembre 2014 Tutti si meravigliarono e lodavano Dio Marco Tibaldi
13 dicembre 2014 Si ritirò presso il mare: i discepoli e la
vita con Gesù Marco Tibaldi
Secondo modulo Secondo modulo Secondo modulo (sempre di sabato)(sempre di sabato)(sempre di sabato) 7 febbraio 2015 La crisi tra i discepoli e Gesù
Marco Tibaldi
21 febbraio 2015 Il senso della passione di Gesù Marco Tibaldi
7 marzo 2015 Vi precederò in Galilea: l'incontro col Ri-
sorto Marco Tibaldi
21 marzo 2015 Educare alla fede con il Vangelo di Marco
Valentino Bulgarelli
Luogo e iscrizioni Luogo e iscrizioni Luogo e iscrizioni
Gli incontri si svolgono di sabato mattina
dalle 9,30 alle 12,30 presso il Seminario
Arcivescovile, piazzale Bacchelli, 4.
Le iscrizioni alla prima e seconda parte si
possono effettuare separatamente inviando
una mail a daniela.mazzoni62@gmail.com
Per informazioni tel 3283982112
Si richiede ai partecipanti un contributo di 20 € a modulo,
che comprende l'invio di materiale on line per l'approfondi-
mento dei temi trattati.
Papa Francesco invita con grande franchezza la comunità ecclesiale a recuperare la gioia del Vangelo, ritornando ad
attingere dalla Scrittura la Buona Notizia che dà vita. Nell'anno in cui la Chiesa bolognese riflette sulla nuova
evangelizzazione, si propone un corso-laboratorio di formazione, che ha come scopo d'imparare a narrare la Scrittu-
ra come Buona Notizia. Essa ridà vita e slancio alla comunità credente. L'uso di nuovi linguaggi permette di an-
nunciare e attualizzare il Vangelo in modo efficace per l'epoca contemporanea.
Il corso si propone di:Il corso si propone di:Il corso si propone di:
comprendere le narrazioni del Vange-
lo come Buona Notizia innanzitutto per
noi
appropriarsi dei contenuti del primo
annuncio
apprendere l'utilizzo di nuovi linguag-
gi e metodi
motivare all'annuncio nel contesto
contemporaneo
Il cammino narrativo del Vangelo di Mar-
co viene presentato nei suoi snodi fonda-
mentali mediante dinamiche di coinvolgi-
mento personale come la narrazione, la
drammatizzazione, la simbologia dell'arte
e del video.
Destinatari: Destinatari: Destinatari: è rivolto a catechisti ed educatori, giovani e adulti,
che desiderano imparare un metodo per vivere e annunciare la Buona
Notizia. È un laboratorio interattivo che prevede il coinvolgimento
dei partecipanti.
Struttura e relatori: Struttura e relatori: Struttura e relatori: 2 moduli composti ciascuno da 4 incon-
tri, nei tempi forti dell'anno liturgico (avvento e quaresima), a cura
del prof. Marco Tibaldi docente di Teologia Fondamentale presso
l'ISSR di Bologna e la sua equipe, del prof. Maurizio Marcheselli do-
cente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell'Emilia Ro-
magna e di mons. Valentino Bulgarelli direttore Ufficio Catechistico
Diocesano
Le Chiese del Nord Italia e dell'Emilia-
Romagna in particolare, devono molto al
loro patrono Sant'Apollinare, originario di
Antiochia, primo vescovo di Ravenna, mar-
tire tra il II e III secolo. Fu inviato dalla
Chiesa di Roma ad evangelizzare il territo-
rio ravennate, sede del porto di Classe, la
più importante base navale della flotta im-
periale romana nel Mediterraneo centrale,
fondata da Ottaviano Augusto.
Nella zona litoranea cimiteriale a sud del
porto, trovò sepoltura il martire Apollinare
e sulla sua tomba, sorse verosimilmente un
edificio di culto.
Quando le sorti della sanguinosa guerra tra
gli Ostrogoti (ariani) di Teoderico, occu-
panti Ravenna, e i Bizantini dell'imperatore
Giustiniano, volsero a favore di questi ulti-
mi, negli anni 534-536, il Vescovo Ursici-
no volle edificare una grande basilica cimi-
teriale, consacrata dal vescovo Agnello nel
549, e di importanza paragonabile a quella
di San Pietro a Roma per affermare l'orto-
dossia della Chiesa di Ravenna.
Difficile pensare che questa imponente
costruzione a pianta basilicale a tre navate,
sostenute da 24 colonne, rivestita intera-
mente da preziosi marmi provenienti dal
mar di Marmara, e illuminata grandi fine-
stre (insolite nell'arte pre-romanica), assol-
vesse soltanto la necessità di spazi per il
culto, anche perché nella stessa zona sorse-
ro altre tre basiliche e anche più grandi.
Fin dall'inizio in essa trovarono sepoltura i
vescovi ravennati intorno al protovescovo
Apollinare: i loro sarcofagi – ben 11 - e di
straordinaria importanza iconografica, sono
ancora lungo le navate laterali. Ma il signi-
ficato principale di questa grande basilica è
certamente raffigurato nel grande mosaico
del catino absidale.
Qui si può veramente affermare che
"l'iconografia liturgica è fondamentalmente
ritrascrizione biblica d'arte". Possiamo
identificare subito due zone nettamente
separate: una superiore brillante d'oro, lo
sguardo di Dio (come dice Rupnik) ed una
inferiore del tenero colore verde dei prati.
Il mistero della Chiesa si colloca proprio
fra queste due dimensioni entro cui è com-
preso tutto il nostro orizzonte ed è imperso-
nato dal Cristo, qui simboleggiato dalla
croce gloriosa, gemmata, racchiusa in un
disco a sottolineare la sua dimensione eter-
na, ma posta proprio fra cielo e terra, come
un grande anello di congiunzione. Nel di-
sco vi sono parole e lettere, parte in latino e
parte in greco, in quanto la società e la
Chiesa di Ravenna allora rappresentavano
proprio un ponte tra
la cultura cristiana
latina e quella greca,
orientale. Queste
scritte spiegano il
significato del tutto.
In alto la parola gre-
ca "Θ" (pesce)
le cui lettere indica-
no "Gesù Cristo
Figlio di Dio Salva-
tore", ai lati del brac-
cio orizzontale della
croce " e ω", cioè
Principio e Fine; in
basso "SALUS
MUNDI". Quindi leggiamo che "Gesù
Cristo Figlio di Dio (Salvatore), Principio
e Fine (di Tutto) è la Salvezza del Mondo".
Al di sopra del disco fra nubi rosse e blu
(che illuminano e adombrano al tempo
stesso), il cui richiamo alla presenza di Dio
come nube si trova ripetutamente nel Vec-
chio e nel Nuovo Testamento, vi è la mano
del Padre e ai due lati due figure umane
vestite di bianco (Elia e Mosè). Esse ri-
chiamano l'episodio della trasfigurazione
(Mt 17,1-8; Mc 9,2-8; Lc 9,28-36), dove
però il Signore è rappresentato come volto
(un volto storico del Cristo) al centro della
croce: Croce (simbolo del Cristo), non più
patibolo, ma segno di vittoria e di salvezza,
che qui rappresenta il Cristo pasquale,
ancor meglio che le vesti bianche.
Di fianco alla Croce gloriosa una pecorella
sinistra e due a destra, che simboleggiano
Pietro, Giacomo e Giovanni, tratti "in di-
sparte" e presenti al momento della trasfi-
gurazione.
Al di sotto il Vescovo Apollinare in atteg-
giamento di orante. Merita attenzione que-
sta figura centrale: piantata sulla terra, ma
in diretta relazione con il cielo attraverso la
Croce gloriosa. Ha i paramenti liturgici del
celebrante, ha il Pallio (di lana di agnello),
simbolo del vescovo Metropolita o del
Papa, che li identifica come Pastori del
Gregge; ha una casula tempestata di...
(osservare da vicino) api! Simbolo della
giustizia, ma anche della sapienza e della
dolcezza della Parola, che il Pastore deve
proclamare: " i giudizi del Signore sono tutti
fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di mol-
to oro fino, più dolci del miele e di un favo
stillante" (Salmo 18, 10-11).
Ecco allora le pecore che sono dirette ver-
so il Pastore, il gregge dei fedeli, come gli
apostoli sull'arco trionfale diretti verso il
Signore. Là sembrano uscire da due città:
Gerusalemme e Betlemme e tradizional-
mente sono interpretati i due popoli desti-
natari della salvezza, il popolo degli ebrei
da Gerusalemme e quello dei pagani da
Betlemme.
Attraverso il Sacrificio della Croce ap-
punto, la salvezza è destinata a tutto il
mondo, come recita la scritta, e infatti le
stelle nel cerchio sono 99, come le pecore
al sicuro della parabola lucana (Lc 15, 4-
7), mentre la centesima, che completa la
totalità della Salvezza, quella perduta, è
sulle spalle del Pastore (di qui il pallio).
L’ambiente circostante merita uno sguar-
do attento: sono i prati, i fiori e gli animali
del litorale ravennate a simboleggiare un
giardino, il paradiso terrestre, la terra pro-
messa in cui "saranno ricapitolate in Cri-
sto tutte le cose, quelle del cielo come
quelle della terra "(Ef 1,10).
È un contesto profondamente simbolico.
Gli alberi, per esempio, piantati sulla ter-
ra, ma con le chiome proiettate nel cielo,
ricordano l'Albero della Vita nell'Eden.
Le rocce, che difficilmente troviamo sul
litorale ravennate, sembrano i graniti
dell'Oreb e del Sinai (i monti di Elia e di
Mosè) e i basalti (rocce scure molto ric-
che di sali ferrosi), che sono stati identifi-
cati proprio nella descrizione della terra
promessa, che Mosè fa agli israeliti "Il
Signore tuo Dio sta per farti entrare in un
paese fertile... paese dove le pietre sono
ferro » (Dt 8, 7. 9).
Presente, passato e futuro si identificano e
si inverano nella Croce gloriosa, così co-
me il cielo e la terra sono ricongiunti dal
Sacrificio della Croce, che il Vescovo
Apollinare attualizza nell'Eucaristia, cele-
brata sull'altare sottostante, insieme a tutti
i vescovi della Chiesa ravennate (i loro
medaglioni nella navata) per la salvezza
del mondo.
Catechesi e arte: l’abside di s.Apollinare in Classe a RavennaCatechesi e arte: l’abside di s.Apollinare in Classe a RavennaCatechesi e arte: l’abside di s.Apollinare in Classe a Ravenna di Emilio Rocchi
Anno1, Numero 3 Pagina 5
Pagina 6 UCD News
La Chiesa è….
UNA MADRE
DAL CUORE APERTO
La Chiesa “in uscita” è una
Chiesa con le porte aperte.
Uscire verso gli altri per
giungere alle periferie umane
non vuol dire correre verso
il mondo senza una direzione
e senza senso. Molte volte è
meglio rallentare il passo,
mettere da parte l’ansietà
per guardare negli occhi e
ascoltare, o rinunciare alle
urgenze per accompagnare
chi è rimasto al bordo della
strada. A volte è come il pa-
dre del figlio prodigo, che
rimane con le porte aperte
perché quando ritornerà
possa entrare senza difficol-
tà. (Evangelii gaudium, 46)
LA CASA APERTA
DEL PADRE
La Chiesa è chiamata ad es-
sere sempre la casa aperta
del Padre. Uno dei segni
concreti di questa apertura è
avere dappertutto chiese
con le porte aperte. Così
che, se qualcuno vuole segui-
re un mozione dello Spirito
e si avvicina cercando Dio,
non si incontrerà con la fred-
dezza di una porta chiusa.
Ma ci sono altre porte che
neppure si devono chiudere.
Tutti possono partecipare in
qualche modo alla vita eccle-
siale, tutti possono far parte
della comunità, e nemmeno
le porte dei Sacramenti si
dovrebbero chiudere per
una ragione qualsiasi. Questo
vale soprat-
tutto quando
si tratta di
quel sacra-
mento che è
“la porta”, il
Ba t t e s i mo .
L’Eucaristia,
sebbene co-
stituisca la
pienezza del-
Speciale Evangelii Gaudium Speciale Evangelii Gaudium Speciale Evangelii Gaudium di sr. Anna Maria Gellini
la vita
sacramentale,
non è un premio per i per-
fetti ma un generoso rimedio
e un alimento per i deboli.
Queste convinzioni hanno
anche conseguenze pastorali
che siamo chiamati a consi-
derare con prudenza e auda-
cia. Di frequente ci compor-
tiamo come controllori della
grazia e non come facilitato-
ri. Ma la Chiesa non è una
dogana, è la casa paterna do-
ve c’è posto per ciascuno
con la sua vita faticosa.
(Evangelii gaudium, 47).
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