vivere maruggio n° 2 - ottobre 2013
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OTTOBRE 2013 NUMERO 2
VIVERE MARUGGIO
Giorgio Napolitano, già nello scorso anno
e al termine del suo primo mandato, aveva
nominato senatore a vita Mario Monti, ti-
cket per fargli accettare l’incarico di Presi-
dente del Consiglio e garantirgli una sorta
di rete di protezione in caso di insuccesso,
come poi è accaduto.
Ora, anche in questo caso bisogna porsi le
stesse domande: perché? Si sta preparando
la formazione di una nuova maggioranza
(post Berlusconi) con l’aiutino dei senatori
a vita, così come era accaduto con il gover-
no Prodi? Era necessario?
Il Presidente della Repubblica può nomi-
nare cinque senatori a vita, ma non è ob-
bligato a farlo.
Le famiglie, cittadini ed elettori, chiamate
ad enormi sacrifici nell’intento di salvare
il bene comune e l’interesse nazionale,
non chiedono costosi simboli ridotti a nu-
meri, ma le grandi riforme; chiedono più
rappresentanza e meno burocrazia, più lavo-
ro e meno sprechi.
Dal Capo dello Stato ci attendevamo altri
e più efficaci interventi sul nostro sistema
D urante giorni assai tumultuosi per la
nostra democrazia, alla fine di un’estate che
ci rimanda ad un autunno caldo, non certa-
mente per le temperature, Il Presidente della
Repubblica e Capo dello Stato ha inteso
esercitare sue specifiche prerogative. Questi
i fatti: il 30 agosto Giorgio Napolitano ha
nominato quattro senatori a vita.
Non vi è alcun dubbio che la Costituzione
italiana glielo consenta, si tratta di cittadini
che hanno illustrato la Patria (così come
prevede l’art. 59 della Costituzione italia-
na); anche se è da dire, che la cultura eleva-
ta non li rende automaticamente capaci poli-
tici e parlamentari.
Dai resoconti parlamentari emerge che
nelle precedenti legislature, il lavoro dei
senatori a vita si è caratterizzato soprattutto
per assenteismo e scarsa iniziativa legislati-
va e c’è da aspettarsi che anche nel caso dei
nuovi nominati ciò accada nuovamente. È
assai improbabile, ad esempio, che la neo
senatrice Cattaneo, lasci la sua attività di
ricerca e di studio.
istituzionale, laddove da diverso tempo c’è
un sistema parlamentare delegittimato, un
governo della Repubblica impossibilitato a
concretizzare la propria azione di indirizzo
politico per veti incrociati e una magistratu-
ra impegnata a coprire gli spazi lasciati vuo-
ti dalla politica.
C’è chi ha detto che questa notizia, come
un bicchier d’acqua, è stata buttata giù in
due sorsi e si è esaurita!
Usando la stessa metafora, viene da dire
che, appena alcuni giorni dopo, siamo stati
costretti a mandar giù ancora un altro sorso.
Occorreva sistemare un altro alfiere nella
scacchiera ed ecco che Giorgio Napolitano
nomina Giuliano Amato, giudice della Cor-
te Costituzionale.
Amato, conosciuto come il “dottor sotti-
le”, aveva mancato in diverse circostanze la
nomina alla Presidenza del Consiglio, alla
Presidenza della Repubblica, ma comunque
era s ta to nomina to Presid en te
dell’Enciclopedia Treccani (finanziata dallo
Stato).
Tutto corretto, il Presidente della Repub-
blica, recita l’art. 135 della Costituzione,
nomina un terzo dei giudici della Corte Co-
stituzionale. Lo può fare e lo ha fatto. Ma
perché Amato? È possibile che in Italia non
si possa prescindere da questo nome?
In questo clima, meteorologico e non, le
risposte concrete che si aspettano non arri-
vano. Intanto la fiducia nelle Istituzioni
continua a diminuire mentre la distanza tra
rappresentati e rappresentanti continua ad
aumentare e, voglio concludere, diventerà
sempre più difficile ed improbabile che
gli italiani continuino a bere nel calice
amaro qualunque cosa gli venga versata.
Anna Maria Marotta
L’Italia dei nominati
IN RILIEVO
Note di cronaca Pag. 2
Libero pensiero Pag. 3
L’urdicula Pag. 4
Maruggesi d’autore Pag. 5
Pensando allo sviluppo Pag. 6
Ambiente e territorio Pag. 7
Vivere sociale Pag. 8
Vita politica Pag. 9
Eventi e sport Pag. 10
Cultura Pag. 12
I mminenti appuntamenti elettorali, na-
zionali, europei e soprattutto comunali,
metteranno in movimento ogni tipo di in-
contri e scontri, su ogni forma di traffico
pre-elettorale.
Frustrati, insoddisfatti, sconfitti, ma in
particolar modo coloro che intravedono la
vecchia strada del voto di scambio o del
possibile “affare” nella politica, si daranno
da fare.
È il momento in cui ogni candidato (ad
eccezione delle elezioni politiche, in cui si
deve ingoiare il candidato che ti impongo-
no) mostrerà il suo “lato debole” all’esercito
di coloro che, dopo un po’ di tempo, avran-
I giorni dello sciacallo no l’occasione per ritornare alle accuse ed
alle offese, a decongestionare le frustrazioni
nascoste.
È un mondo torbido ed inquieto che si
muove ovunque, che spesso vede contrap-
posti parenti ed amici e che fa spazio al tra-
dimento.
Quanti siano disposti ad ascoltare discorsi
di odio o incontri di segreti tradimenti o
stupide e false lusinghe non lo sappiamo,
ma speriamo siano sempre meno: è questo
un vecchio e nuovo modo di far politica che
stanca, opprime e allontana.
Continua a pag. 5
Pagine di Opinione, Informazione, Politica e Cultura
Senato della Repubblica
PAGINA 2 VIVERE MARUGGIO NOTE DI CRONACA
VIVERE … IN PARROCCHIA
Da pochi giorni è avvenuto il passaggio di consegne tra Don Gregorio Mastrovito, che
dopo circa 3 anni ha lasciato la guida pastorale della nostra comunità religiosa e don An-
tonello Prisciano. Il primo, in esito al documento vescovile del 30 agosto scorso, ha rag-
giunto la Parrocchia “San Pietro in Bevagna” di Manduria, mentre Don Antonello, prove-
niente dalla Parrocchia di Campomarino è il nuovo Parroco di Maruggio.
Che tali cambi avvengano per ordinarie ragioni di avvicendamento, sapientemente valu-
tate dal nostro vescovo Mons. Vincenzo Pisanello, è anche il bonario pensiero del fedele parrocchiano che a pensar bene, comunque, riflette sul perché in quest’ultimi anni i sacer-
doti della parrocchia di Maruggio sono stati trasferiti con insolita periodicità rispetto al
passato.
Dalla cronotassi dei parroci della nostra Chiesa Matrice, infatti, si evince come un tem-
po questi avevano una maggiore durata del proprio ministero, tanto è vero che, a partire
dal 1952, don Pietro Chirico è stato 13 anni, successivamente don Pietro Pesare 17 anni,
don Teodoro Tripaldi 9 anni e don Raffaele Giuliano 16 anni, mentre don Tommaso Pez-
zarossa e subito dopo don Gregorio Mastrovito, entrambi, solo per tre anni.
Si può comprendere che, essendo quest’ultimi giunti a Maruggio in età più avanzata ri-
spetto a tutti i predecessori, con comprensibili disagi dovuti al nuovo adattamento, abbia-
no accettato l’incarico con fedele obbedienza all’autorità ecclesiastica; ciò è da ritenere
plausibile per il fatto che entrambi non hanno preferito fissare la propria dimora nel nostro comune, pur disponendo di
un’antica, ma ampia e ben ristrutturata casa canonica.
Considerevole allora diventa l’età giovanile dei “curatori di anime”, specie in questo periodo di dilagante secolarizzazione
dove occorre un notevole impegno per rigenerare quell’entusiasmo nella partecipazione alle pratiche religiose dei parrocchiani
ed evitare così, quanto meno, l’immagine del “banco vuoto”, che tanto duole a tutta la cristianità.
È vero pure che i giovani preti sono ormai sempre di meno anche nella nostra diocesi, per la ben nota crisi delle vocazioni.
Basti pensare che attualmente il numero dei seminaristi è drasticamente ridotto se paragonato, come i più anziani ricorderan-
no, a quello presente nell’ex seminario di Campomarino. Il nostro Vescovo trova oggi, quindi, notevoli difficoltà
nell’affidamento amministrativo delle parrocchie a sacerdoti in giovane età.
Comunque sia … noi rivolgiamo i saluti di commiato, con un sincero grazie dal profondo del cuore, a Don Gregorio Mastro-
vito che, sia pur in tre soli anni di permanenza nella nostra comunità ha saputo sapientemente guidarci per accrescere la nostra
fede, accettando tutte le prove, le gioie e i dolori che gli sono stati posti davanti.
Al più giovane Don Antonello Prisciano, nativo della vicina Avetrana, di cui già abbiamo avuto modo di apprezzarne le ca-
pacità nella nostra parrocchia di Campomarino, và il più caloroso benvenuto nella nostra Maruggio molto legata alle proprie
tradizioni culturali e religiose. Unitamente gli auguriamo una serena e proficua attività pastorale arricchita dalla viva speranza
che insieme, vivendo in mezzo alla gente, si possa camminare per accrescere la fede della nostra comunità.
l’or.ma
FRANCO: L’AMICO DEL QUALE SI ERA ORGOGLIOSI DI ESSERE AMICI
T utto mi sarei aspettato dalla vita,
tranne che avrei dovuto piangere
l’amico Franco. Con lui si è spenta una luce
che ai giovani maruggesi indicava la via
della fiducia verso l’avvenire, che offre op-
portunità e può condurre a mete lusinghiere
chi si impegna a perseguirle.
Essere studenti, nel dopoguerra, a Marug-
gio era una specie di rivoluzione sociale,
sognando una vita migliore di quella vissuta
dai genitori, che conoscevano solo la fatica
e i sacrifici di un mondo rurale. Le scuole
superiori più vicine erano a Manduria e
c’era chi ci andava in bicicletta. Sembrava-
mo tutti uguali gli studentelli.
Franco però non lo era. Franco aveva più
determinazione a sfondare nella vita. Il suo
sogno segreto era diventare attore, cantante,
uomo di spettacolo insomma. Andare
all’Università a Roma significava avere una
simile opportunità con l’Accademia d’Arte
Drammatica e Cinematografica a portata di
mano. Non fu pos-
sibile. Il padre vo-
leva un figlio avvo-
cato e Franco si
laureò in legge.
La carica che aveva
dentro, comunque,
lo portò a essere un
magistrato. Non
voglio qui stilare il
suo iter professio-
nale, voglio solo
ricordare un paio di occasioni di grande e-
mozione e orgoglio di noi amici, a Marug-
gio, quando nel 1978 la stampa si occupò
abbondantemente di lui in occasione del pro-
cesso a Marco Caruso, il parricida minoren-
ne, nel quale Franco vestiva i panni di Pub-
blico Ministero e quando lo vedemmo in
televisione e sui giornali, nel dicembre 1996,
accanto all’allora Presidente della Repubbli-
ca, Oscar Luigi Scalfaro in visita alle carceri
minorili di Bari e di Lecce; allora Franco
era Direttore dell’Ufficio Centrale per la
Giustizia Minorile al Ministero di Grazia e
Giustizia.
Ha concluso la sua carriera professionale
come Magistrato della Corte Suprema di
Cassazione, senza mai dimenticare di esse-
re maruggese.
Franco era il modello, l’esempio da se-
guire per i giovani maruggesi che volessero
fare sul serio. Superfluo sottolineare lo sbi-
gottimento degli amici e lo sconcerto dei
maruggesi nell’apprendere della sua pre-
matura fine.
L’intera redazione ed i collaboratori di
questo giornale esprimono ai famigliari del
giudice Franco Malagnino il proprio cordo-
glio e quello dei maruggesi, certi di inter-
pretare il sentimento di tutto il paese.
PAGINA 3 LIBERO PENSIERO
VIVERE MARUGGIO
F ondamentalmente sono anti -
democratico. E spiego il perché. Non ho
alcuna fiducia nei governi prodotti da que-
sta democrazia. Il termine significa
“governo del popolo” ma, mai come oggi,
il popolo nutre un profondo disprezzo ver-
so chi lo governa.
E allora? A meno che il popolo in un ec-
cesso di autocritica finisca con il disprezza-
re sé stesso, è logico dichiarare, almeno
etimologicamente, il fallimento della parola
democrazia.
Meglio tacere poi sul suo meccanismo
giustificatore che è il voto. Penso che il
voto politico attualmente sia solo un inutile
placebo, qualcosa di cui si possa serena-
mente fare a meno.
La sua unica funzione è quella di illudere
il votante di essere in grado di decidere
qualcosa. In realtà è stato tutto già pianifi-
cato in altre sedi, magari all’ultimo piano
di una banca che non ha neppure domicilio
fiscale in Italia, magari dai soliti plutocrati
che, fosse per me, in Italia non li farei più
coloro che, senza legittimazione alcuna
(peggio che in una qualunque dittatura),
impartiscono ordini da salotti teutonici o
giù di lì e prendono decisioni che produco-
no i loro effetti (disastrosi) sul popolo...
“sovrano” (sic!); l’opinione di chi ancora,
ostinatamente e convintamente, continua a
fare i conti con la lira.
Sesto Pomponio
IN NOME DEL POPOLO SOVRANO (?) Oggi il nome “democrazia” è rimasto
alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite
una parola accademica-mente corretta, ma forse
meno comprensibile, che significa: dominio dei
prestatori di denaro. Ezra Pound
nemmeno rientrare, o magari da qualche Cor-
te che risponderà solo a Dio.
Son convinto che se votare servisse davvero
a qualcosa, questi individui troverebbero il
modo per impedirci di farlo.
La realtà è che questa fantomatica democra-
zia è stata così brutalmente svuotata affinché
l’italiano non conti nulla.
E non mi si venga a parlare di idee eversive.
Perché questa è l’opinione di chi non crede
alle soluzioni proposte da chi causa i proble-
mi; l’opinione di chi pensa che eversivi siano
Ideologie e Proprietà Privata
N el concetto medioevale di feudalesi-
mo, quel particolare tipo di assetto politico
sociale e quindi economico, che si ebbe in
Europa ed in Italia a partire dal secolo IX e
più tardi nei secoli XII e XIII, è da ricercare
l’origine, la genesi, anche se allo stato em-
brionale, della proprietà privata.
Il feudalesimo si basava essenzialmente
sull’esercizio della classe guerriera e si reg-
geva sul rapporto di sudditanza del vassallo
nei confronti del signore feudale, il quale
aveva ricevuto, a sua volta, il feudo da parte
del re o dell’imperatore impegnati in guerre
per la conservazione della propria suprema-
zia: si pensi ad esempio alla lotta secolare
tra papato e impero; quindi il possedimento
del feudo era semplicemente il riconosci-
mento da parte del re o dell’imperatore ver-
so quei condottieri o cavalieri che avevano
messo la propria vita e il proprio valore al
servizio e in difesa della causa del proprio
sovrano.
La proprietà diventava così il frutto della
fedeltà, del coraggio del suddito vassallo-
guerriero nei confronti del proprio signore,
fosse il re o l’imperatore o qualsiasi altro
grande feudatario. Un fulgido esempio di
dedizione e fedeltà al proprio sovrano è
quello di Farinata degli Uberti citato e, sta-
rei per dire, celebrato da Dante nella Divina
Commedia. Farinata nella battaglia di Mon-
taperti del 1260 per ben due volte sconfisse
e disperse i nemici in difesa del proprio im-
peratore e della causa ghibellina.
Naturalmente nel corso dei secoli con
l’avvicendarsi di nuovi assetti sociali e nuo-
ve ideologie la proprietà privata assunse
connotazioni diverse.
Con l’avvento del liberalismo e l’ascesa
della borghesia al potere fra il 1850 e il
1870 la proprietà privata divenne il riflesso
della capacità d’iniziativa, di intraprendenza
e di intelligenza dell’individuo, divenne in
altre parole la testimonianza evidente di un
talento intrinseco dell’individuo stesso.
Oggi non è più così, e in un certo senso
bisogna dire purtroppo.
Con l’affermarsi, negli ultimi decenni del
XIX secolo di ideologie non più liberali ma
autoritarie e di sinistra, a volte anarcoidi
come ad esempio fu il socialismo utopistico
di derivazione francese (dovuto a teorici
quale Proudhon, il quale dette alla proprietà
privata un’accezione estremamente negativa
tanto da indurlo a dire “la proprietà è un
furto”); o pensatori ed economisti, come
Karl Marx, fondatore insieme ad Engels del
“manifesto del partito comunista” e acerri-
mo nemico di ogni capitalismo e quindi del-
la proprietà privata. È indubbio che queste
ideologie a un primo impatto con la storia si
dovessero rivelare erronee e fallimentari
come dimostrarono alcuni eventi, quali la
caduta del muro di Berlino o il sistematico
disfacimento dei paesi dell’Est compresa
l’Unione Sovietica, che di quelle ideologie
fu il caposaldo.
Ora è necessaria una riflessione: il posse-
dere la terra o qualunque altro bene è insito
nell’animo umano, qualora l’acquisto av-
venga con onestà, fatica e sacrificio.
Anche nella nostra letteratura italiana è
possibile scorgere la legittimazione e difesa
della proprietà privata, basti pensare al no-
stro Giovanni Verga e al suo concetto quasi
ossessivo di “Robba”.
La cosa più sorprendente e inquietante è il
constatare che malgrado la scomparsa, pur
graduale, sul palcoscenico della storia di
ideologie rivelatesi funeste persistano anco-
ra alcune frange che le sostengano, sia a
livello locale che nazionale.
Avviandomi verso la conclusione vorrei
far rilevare un aspetto che nel suo piccolo
ha contribuito a migliorare e ad alzare il
tenore di vita di molte famiglie contadine:
la mezzadria. La mezzadria è stata, soprat-
tutto nella prima metà del novecento e oltre,
una vera risorsa e un’autentica fonte di so-
stentamento per le famiglie più indigenti e
bisognose.
Ebbene il mezzadro è stato visto, special-
mente da una certa area sindacale e politica,
come una specie di servo della gleba conti-
nuamente angariato e vilipeso dal
“padrone”. Ad onor del vero, bisogna one-
stamente dire che molti mezzadri grazie
all’avvento di questa antica consuetudine si
siano potuti costruire la propria casa con
fatica e sudore della fronte anche dell’intera
famiglia, arrivando così a migliorare la pro-
pria condizione e il proprio destino.
Mario Massa
VIVERE MARUGGIO PAGINA 4
Scuola: genitori attivi e genitori passivi Quando la politica non dice tutta la verità
LU PRUTIMIENTU TI … L’URDICULA
È comprensibilissimo che nel bel mezzo di questa crisi
economica, le famiglie cerchino in tutti i modi di far
quadrare i conti, che sempre più spesso, non tornano.
Persino le spese per un diritto come quello allo studio anche
nella scuola dell’obbligo, possono diventare onerose da so-
stenere.
Ci sono libri da comprare, spese di viaggio, tante esigenze
con cui la famiglia deve fare i conti per dare ai propri figli un
futuro migliore. È facile cogliere queste difficoltà tra la gen-
te. La Politica con la “P” maiuscola ha il dovere di aiutarla.
Spesso però gli avvoltoi girano intorno alle prede in diffi-
coltà con l’intento di agguantarle nel momento opportuno. È
allora che la politica sceglie di rimpicciolire la “p” e creando
false aspettative, specula sui poveretti illudendoli con
l’intenzione di rubacchiare qualche voto. Spesso chi fa politi-
ca di questo genere, prima o poi si scopre, lasciando una pes-
sima immagine di sé.
È accaduto anche a Maruggio che alcuni genitori si siano
organizzati per trovare aiuto nelle Istituzioni. È nato così, in
buona fede, un comitato di genitori, che definendosi “attivi”,
hanno voluto agitare lo stagno della crisi economica. Sin qui
tutto comprensibilmente giusto, se non fosse stato che qual-
cuno, con le intenzioni di trovare per l’appunto un tornaconto
in termini di voti, ha voluto ergersi a loro protettore, caval-
cando ed alimentando la protesta contro l’Istituzione locale:
il Comune.
ANNO REGIONE COMUNE TOTALE
2009/2010 € 14.470 € 7.400 € 21.870
2010/2011 € 12.194 € 7.278 € 19.472
2011/2012 € 13.982 € 7.012 € 20.999
2012/2013 € 13.496 € 6.414 € 19.910
2013/2014 € 5.524 da approvare in bilancio ---------
Ovviamente solo e solamente contro il Comune, che deve apparire agli occhi dei più come la causa di tutti i mali, come l’orco cattivo che
mangia i bambini.
«Devono mettere più soldi nel bilancio Comunale!». Questa è la parola d’ordine inculcata nella mente dei “genitori attivi” dal loro inte-
ressato consigliere. La protesta si è spostata quindi nelle stanze del Municipio, dove l’accoglienza e la comprensione non è mai mancata.
«Sino ad ora si è sempre assicurato un buon contributo alle famiglie più bisognose per l’acquisto dei libri di testo e per i progetti della
scuola, ma se arriveranno ulteriori tagli dalla Regione Puglia non sapremo come fare.» - Fu sostenuto dal Sindaco e dagli Assessori in
quell’incontro.
Alcuni mesi sono trascorsi da allora; gli alunni e con loro, i genitori e le polemiche sono andati in vacanza: passività assoluta.
Oggi che si è tornati tra i banchi sono ritornate le discussioni, le polemiche, le difficoltà e ... le speculazioni della politica con la “p” mi-
nuscola.
Nel frattempo nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, è stata pubblicata la deliberazione della Giunta regionale, presieduta dal Go-
vernatore Niki Vendola (n. 1336 del 16 luglio), che contiene il “Piano regionale per la fornitura gratuita o semi-gratuita dei libri di
testo per l’anno scolastico 2013/2014”. Immediatamente si nota la misteriosa assenza dell’Assessore al diritto allo studio, prof.ssa Alba
Sasso; quindi, leggendo gli allegati, in maniera tangibile ci accorgiamo dei tagli ai contributi per l’acquisto dei libri di testo. Sono stati più
che dimezzati! Si è passati da un contributo per Maruggio di € 13.436 dello scorso anno, ai 5.524 euro. Mancano più di 8.000 euro!!!
Questi i fatti che i genitori attivi e, a questo punto anche quelli passivi, dovrebbero tenere bene in mente per capire come vanno le cose.
Ad ogni buon conto e per soddisfare anche i più dubbiosi, di seguito si riportano le somme impegnate dal Comune di Maruggio per
l’acquisto dei libri di testo negli ultimi anni scolastici.
Questi i fatti, cosa dirà il solito pifferaio magico quest’anno ai genitori per incantarli ancora? Chi vivrà vedrà.
L’urdicula
PAGINA 5 VIVERE MARUGGIO MARUGGESI D’AUTORE
Il sentimento di appartenenza ad un luogo, qualunque esso sia, passa necessariamente attraverso la conoscenza della sua geomorfologi-
a, della sua storia e della storia dei cittadini che ad esso hanno dato lustro e spessore culturale e morale. Se molto si è detto su geogra-
fia e storia di Maruggio poco sappiamo dei suoi personaggi illustri e proprio di loro ci occuperemo in questa rubrica.
Si trasferì a Roma e anche qui la sua fama lo
fece balzare agli onori del giudizio dei Lette-
rati e della Corte. Fu allora nominato
“qualificatore”, cioè teologo, del
Sant’Uffizio ed Esaminatore Sinodale.
Fu annoverato tra i dotti e gli eruditi della
Chiesa tanto che Papa Innocenzo X volle
premiarlo con un Vescovato che egli umil-
mente, ma con forza rifiutò. Gli fu così con-
cessa una
pensione di 100 Scudi elevata di altri 100 da
Papa Alessandro VIII e di altri 50 come sus-
sidio per le sue pubblicazioni da Clemente
IX.
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
I GIORNI DELLO SCIACALLO
Intanto i riflettori sono puntati su Marug-
gio, sarà una competizione leale? Saprà Ma-
ruggio e la “bella politica” come sento dire
da qualcuno, elevarsi di qualche gradino e
mostrare il suo lato evoluto ai cittadini in
ascolto? Noi ci crediamo poco, tenteremo
comunque, ancora una volta, di offrire il no-
stro contributo in questi termini, sperando
che i segnali siano compresi.
Nel frattempo vediamo avvicinarsi inutili e
squallidi episodi di sciacallaggio politico,
con la solita maschera dell’anonimato.
Sono proprio in arrivo i soliti opportunisti,
è il loro momento, sono i loro giorni, per loro
non conta la lealtà, per loro non c’è il rispetto
dell’avversario, per loro non ci sono disponi-
bilità al confronto, sono proprio i giorni …
dello sciacallo.
Poi di colpo tutto finirà, si ritroveranno
vecchi e nuovi rancori in un bicchiere picco-
lo di un paese sconvolto dalla bufera verbale.
Qualcuno vorrà dimenticare presto e ritor-
nare al proprio ruolo, … ma che sciocchezze
litigare con parenti ed amici per quel candi-
dato o per dar retta all’amico e che imbaraz-
zo trovarsi insieme a persone amaramente
criticate per motivi di parte.
Ma il giorno è passato, le elezioni sono fini-
te, è stato eletto un nuovo sindaco, si raccol-
gono i cocci dello scontro, uno strano vento
asciuga un’aria intrisa di stupidi rancori, i
giorni dello sciacallo sono finiti.
Federico II
Chi era Tommaso del Bene? T ommaso del Be-
ne da Maruggio, na-
sce il 5 luglio 1592,
sin da fanciullo mo-
stra una spiccata pre-
disposizione per lo
studio. Diventa erudi-
to in Studi Umanisti-
ci, Lingua Latina e
Greca, Filosofia, Teo-
logia alle quali si ag-
giungono Astronomia e le altre Arti Liberali.
Dopo aver acquisito tanto sapere, mosso da
desiderio di vita privata e religiosa, chiese ed
ottenne di entrare nell’ordine dei Teatini,
presso la chiesa dei SS. Apostoli di Napoli e
lo stesso ardore mostrato nello studio lo ri-
versò nella cura dello Spirito.
Divenne insegnante di Teologia e Filosofia
stimato ed apprezzato dai “primi Uomini”
della città Partenopea.
L’ANGOLO L’ANGOLO L’ANGOLO DELDELDEL FOCOLAREFOCOLAREFOCOLARE
a cura di Rosmary
Esplorando posti nuovi e sconosciuti è naturale e spontaneo meravigliarsi di ciò che
osserviamo. La novità ci attrae, ci fa fantasticare e immaginare scenari verosimili.
Difficile è invece sorprendersi di ciò che si ha sempre sotto gli occhi.
“Chi prova un senso di dubbio o di meraviglia riconosce di non sapere”, affermava
Aristotele (Met. I 2, 982 b) e proprio il senso di meraviglia e la curiosità rappresenta-
no quella possibilità da cui può germogliare la volontà di conoscere e scoprire. Pro-
seguiamo dunque il nostro viaggio alla ricerca della nostra identità culturale e sociale
attraverso cunti, miti e leggende locali con la speranza che si possa guardare ogni
cosa con occhi nuovi e pieni di curiosità.
Il lupo alle pecore
S i narra che tanto tempo fa, quando per sopravvivere le famiglie più povere
erano costrette a mandare i propri figli maschi a far da guardiani alle greggi
di pecore di ricchi possidenti, un giovanotto soleva pascere le pecorelle vicino al
promontorio ove oggi sorge la Cappella della Madonna dell’Alto Mare,
“Madonnina” per esprimerci in termini locali.
Un giorno mentre era intento ad osservare il mare vide con enorme sorpresa aprir-
si davanti ai suoi occhi una botola … incuriosito si avvicinò e notò che vi era una
scalinata che sembrava portare in una grotta sotterranea … titubante, ma incuriosito
ed attratto dal mistero che si poteva
celare iniziò a scendere pian piano i
gradini … ad un tratto si ritrovò in
una grande stanza piena di oro,
gemme e pietre preziose, vi era un
vero tesoro sepolto lì sotto. Anfore
ricolme di ogni ricchezza e avvinto
ad una di esse un enorme serpente
che sembrava lo invitasse ad avvici-
narsi, il giovanotto era quasi giunto
vicino al tesoro quando dall’esterno
si udì una voce di donna che grida-
va: «Il lupo alle pecore, il lupo alle
pecore!». Quasi come destatosi da
un sogno il giovane pastore volò su
per le scale, ma uscito fuori vide che
non c’era né il lupo né la donna …
Si voltò per tornare indietro, ma la
botola alle sue spalle era scomparsa
… Aveva forse sognato? O era stata la Vergine Maria a salvarlo dalla tentazione e
dall’avidità? Non avremo mai risposte certe, ma vero è che dove il pastore aveva
visto la scalinata sorge ora la Cappella della Madonnina.
Le sue opere furono di ampio respiro e
spaziarono dalla Giurisprudenza Eccle-
siastica alla Teologia, trattarono di mo-
rale e di educazione.
Nel 1672 morì a Roma, nel Monastero
di S. Andrea della Valle dove fu sepolto.
(Fonte V. Coronelli, Biblioteca Univer-
sale sacro – profana, Gennaio 1704 Ve-
nezia)
A Tommaso del Bene sono stati intito-
lati una via e l’Istituto Comprensivo di
Maruggio. Rosmary
VIVERE MARUGGIO PAGINA 6 PENSANDO ALLO SVILUPPO
L’INTEGRAZIONE SULL’OLIO D’OLIVA È SALVA
«Soddisfazione per il risultato del voto
in Commissione». È quanto è stato dichia-
rato dall’on. Sergio Silvestris, componente
della Commissione agricoltura del Parla-
mento Europeo, al termine dei lavori che
hanno licenziato i Regolamenti sulla nuova
Pac (Politica agricola comune).
«Nella proposta iniziale del Commissario
Dacian Ciolos, - ha affermato l’onorevole -
i regolamenti erano assai penalizzanti per
l’agricoltura pugliese. La distribuzione de-
gli aiuti era, infatti, prevista in base agli
ettari e non alla tipologia delle colture; tutto
ciò rischiava di distruggere un’agricoltura
diversificata e di qualità come la nostra. I
nostri oliveti e frutteti avrebbero ricevuto lo
stesso misero sostegno destinato ai pascoli e
ai cereali duri dei Paesi del nord Europa».
Quali le novità: la riforma della Pac avrà
inizio nel 2015 e non nel 2014, con un pro-
babile ulteriore slittamento di un anno.
Le colture come ulivo, pomodori e semi-
nativo, che oggi percepiscono l’integrazione
legata al premio storico, non subiranno tagli
drastici. La riduzione del premio, sarà lieve
e graduale e, al termine del periodo di con-
vergenza di sette anni, ciascun agricoltore
perderà al massimo il 25% dell’attuale valo-
re degli aiuti.
Il che, rispetto alla previsione iniziale che
riduceva gli aiuti a poche decine di euro a
ettaro, è un risultato eclatante.
A tutto ciò l’Italia potrà aggiungere
un’ulteriore quota di aiuto accoppiato vo-
lontario, pari al 15% del plafond nazionale.
E per la prima volta, con l’approvazione
dell’emendamento proposto dai deputati del
Partito Popolare Europeo, Silvestris-
Baldassarre, l’Europa avvierà un Program-
ma di promozione del consumo di olio
nelle scuole, analogo a quello già da tempo
avviato per frutta e latte.
L’ARTE DEGLI ANTICHI MESTIERI
U na volta il frantoio era tanta fatica e
poco riposo, tutto veniva svolto manual-
mente.
Le olive giungevano al trappitu e scaricate
nella sciaja (deposito). Dopo qualche gior-
no venivano prelevate e versate nella vasca
per essere macinate da ruote di pietra rotanti
girate dagli asini. Trasformate in pasta, si
riempivano i fisculi di giunco e si armava lu
cuènzu (incolonnamento dei fiscoli) da
mettere sotto i torchi per la spremitura.
Man mano che la pressa andava giù, l’olio
colava nei pozzetti e subito dopo veniva
raccolto e messo negli zzirri (orci). I fran-
toiani nell’alternarsi dei turni di lavoro, ri-
posavano tutti vestiti su dei sacchi di paglia,
poiché il ciclo di lavorazione si svolgeva
per tutte le ventiquattrore. Uno di loro prov-
vedeva a preparare i pasti, cucinando sul
fuoco del camino, in tegami e pignatte di
creta. Quasi sempre si mangiavano fave e
verdura, ceci, fagioli ed altri legumi. Il pane
di grano che non mancava mai veniva ar-
rossato sui carboni e condito con abbondan-
te olio, sale e pomodori.
ancora, il più giovane dei lavoranti, colui
che aveva svariati compiti, come curare gli
animali, accendere il fuoco, lavare i reci-
pienti ossia lu turlicchju ed infine, c’era lu
trappitaru, che provvedeva a trasportare
l’olio dal frantoio alle case dei clienti pren-
dendo i soldi della macinatura delle olive,
per consegnarli al capo squadra o fiduciario.
I frantoi aprivano alla fine di ottobre e
chiudevano ad aprile dell’anno dopo, utiliz-
zando manodopera specializzata di altri pa-
esi, generalmente Póppiti (abitanti della
provincia di Lecce). Terminata la campagna
olearia, i frantoi chiudevano e tutto il perso-
nale tornava dalle proprie famiglie, che at-
tendevano il ritorno del capofamiglia per
poter disporre dei soldi guadagnati con tan-
to sacrificio.
La sera prima della partenza si festeggiava
l’addio cu lu capucanali (una cena allegra e
abbondante) dove si mangiava qualcosa di
diverso con dell’ottimo vino nero.
Rosa Lina Bovo
Il lavoro dei trappitari (frantoiani) era tal-
mente organizzato da richiedere una ripartizio-
ne precisa delle mansioni: dapprima veniva il
caposquadra, colui che faceva le veci del pa-
drone, lu nagghjiru.
In ordine di responsabilità c’era poi il vice
capo squadra, lu sotta nagghjiru; il vice del
vice, lu cuenzu friscu o lu sotta tlu sotta nag-
ghjiru (l’addetto al riempimento dei fiscoli) ed
PAGINA 7 VIVERE MARUGGIO AMBIENTE E TERRITORIO
QUANDO IL RISULTATO COMPENSA L’ATTESA ANCHE A MARUGGIO UNA PIAZZA IN ONORE DEL FONDATORE DEGLI SCOUT
È risaputo che attendere la realizza-
zione di un desiderio non è mai bel-
lo. Questa volta però il risultato ha
ricompensato l’attesa di tutti quelli
che, come me, aspettavano di vedere
accolta una vecchia istanza fatta al
nostro Comune.
Nel 2007 in occasione del bicente-
nario della scomparsa di Robert Ba-
den Powell (fondatore degli scout) il
Gruppo scout Maruggio protocollò
una richiesta per l’intitolazione di
una piazza a suo nome.
Nell’occasione, fu anche indicata
una specifica area pubblica abbando-
nata sulla via per Avetrana.
Tutto sembrava essersi perso negli
Uffici Comunali, ma questa estate con gran-
de sorpresa sono venuto a conoscenza che
la vecchia proposta era stata ripresentata al
vice-sindaco, Giovanni Maiorano, che ave-
va promesso in un incontro con i Capi-scout
il proprio impegno personale al fine di sod-
te riqualificata.
Non potevo mancare alla serata
inaugurale alla quale ho partecipato
con grande gioia, ma anche con un
po’ di malinconia per i bei tempi
passati negli scout.
Mi ha fatto piacere ascoltare che
Piazza Baden Powell è il frutto
dell’impegno e della volontà di tutta
l’amministrazione.
È a tutti loro che voglio esprimere
i miei ringraziamenti per il lavoro
svolto. Con questa iniziativa hanno
saputo recuperare un angolo della
nostra Maruggio, che uscita dallo
stato di “abbandono” è stata resa
piacevole e fruibile da tutta la citta-
dinanza.
Hanno inoltre ripagato, in una certa ma-
niera, tutti quelli che da anni si impegnano
nello scoutismo, offrendo così a tanti dei
nostri ragazzi un occasione in più per cre-
scere nel migliore dei modi.
Un “ex” scout
APPROVATO DALLA GIUNTA REGIONALE IL PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale)
disfarla.
Finalmente questa estate ho visto anche a
Maruggio un’area intitolata al fondatore
degli scout Robert Baden Powell; un’area,
che fino a poco tempo fa era del tutto anoni-
ma e brutta, ora ha un nome ed è degnamen-
“Il limite del nuovo Piano paesaggistico è
quello di proporsi come sintesi delle tutele e
dello sviluppo, quando in realtà si esprime
solo in termini di norme e divieti e non in
termini propositivi intersettoriali per
l’agricoltura, il turismo, l’industria, il ter-
ziario così da prefigurare la futura struttura
socio-economica del territorio regionale”.
Questo è il parere espresso, in una intervi-
sta rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno
del 15 settembre scorso, dall’arch. France-
sco Pellegrino, già redattore del PUG
(Piano Urbanistico Generale) del Comune
di Maruggio.
Secondo l’urbanista, professionista di fa-
ma nazionale, le opinioni favorevoli al
PPTR si spostano sempre di più sul versante
dell’integralismo in quanto nel piano “…
completamente assente è la verifica della
sostenibilità delle norme di tutela una volta
che incidono così pesantemente sull’attuale
configurazione del territorio, quasi come
una o più fatwa emesse da una lontana au-
torità sovraordinata dai tanti ulema
dell’Islam ambientalista … senza tener con-
to dei diritti acquisiti, … di un sistema di
sviluppo ormai consolidato che hanno avu-
to origine con il prevalente contributo pro-
prio del la Reg ione a t traverso
l’approvazione di innumerevoli varianti …
ma non si può nascere due volte!”.
Ed aggiunge: “A fronte di un imponente
report cartografico, (scaricabile sul portale
regionale, ndr), in sostanza il PPTR si e-
sprime in termini astratti, utilizzando i pa-
rametri metrici per definire i contesti pae-
saggistici. L’area litoranea, ad esempio, è
definita nei 300 metri di profondità dalla
costa, dove lo stesso sistema di tutela è pre-
visto sia che riguardi un valore paesaggisti-
co eccezionale (come le dune di Campoma-
rino, ndr) sia se si tratti dell’impianto Enel
di Cerano, così come la fascia di rispetto di
un bosco è di 100 metri, anche se il bosco è
un parco urbano interno all’edificato”.
Ma quali saranno le conseguenze, pratiche
ed immediate, delle misure di salvaguardia
contenute nel PPTR già scattate dal momen-
to della sua pubblicazione? Ad esempio,
chiunque demolirà (per qualunque motivo)
un vecchio fabbricato nella fascia dei 300
metri dal mare, potrà ricostruirlo solo oltre
tale limite ed ancora, la realizzazione di
opere pubbliche (strade, acquedotti etc.), se
ricadenti in area sottoposta a vincolo, dovrà
essere sospesa anche se il progetto aveva
rispettato tutte le normative sino ad allora
previste ed anche se i lavori siano già stati
appaltati e avviati.
L’auspicio è che la Regione Puglia so-
spenda queste norme.
Quale misure di salvaguardia, se non si
garantiscono i diritti dei singoli e della col-
lettività?
Sono una miriade le obiezioni al Piano
giunte assai prima del 6 novembre, termine
fissato per il recepimento delle osservazio-
ni. Obiezioni che provengono dai Comuni,
dagli Ordini professionali, dalle imprese e
dai singoli privati. Se ne tenga conto, per-
ché altrimenti lo sviluppo della nostra regio-
ne, già ingessata da lacci e laccioli, riceverà
dal PPTR il colpo di grazia.
SI SCATENA UN VESPAIO DI PROTESTE
VIVERE MARUGGIO PAGINA 8 VIVERE … SOCIALE
SANITÀ 2.0 Le App per la salute
O rmai la salute è sempre più questione di App.
Gli sviluppatori forniscono ogni giorno nuove applicazioni
scaricabili su tablet e smartphone che danno informazioni utili
per il proprio benessere,
anche in chiave preven-
tiva.
Negli App-store se ne tro-
vano centinaia e anche
molto curiose, per genito-
ri, bimbi, giovani ed anche
per anziani.
Sabato sera con gli amici,
discoteca e qualche drink di troppo? L’applicazione GottoJab -
Alcol Test stima in tempo reale il tasso alcolemico, incrociando
i dati dell’alcolico bevuto con peso, altezza, sesso e altre info.
Ti indica se puoi metterti alla guida, e in caso contrario, quanto
dovrai attendere prima di essere sobrio.
Il nonno ha nel cassetto decine di pastiglie e per di più prive
di scatolo e bugiardino? MyMedications è l’applicazione che
permette di avere un piccolo database di tutti i propri farmaci,
inserendo le sveglie agli orari di assunzione ed alert alla data di
scadenza.
Sei una mamma tecnologica in dolce attesa e vuoi
un’applicazione che ti accompagni durante la gravidanza? i-
Mamma è un’apprezzatissima App che calcola i giorni che
mancano al parto, indica in agenda gli esami da compiere, pro-
pone articoli interessanti in gravidanza, ti consiglia alimenti, e
puoi appuntare persino i calcetti del tuo bebè.
E per i bimbi più pigri che trovano una noia lavare i dentini al
mattino, c’è StarTeeth, una curiosa App che permette di sce-
gliersi un partner di lavaggio virtuale e di strofinare a ritmo di
musica.
Insomma ce n’è per tutte le esigenze e per tutte le età. È suffi-
ciente una rete internet, un cellulare evoluto e la vostra salute
sarà a portata di...App!
Dott.ssa Fabiola De Cataldo
E ra un modo per allontanare i bambini quando in casa
si doveva discutere di qualcosa d’importante o co-
munque di questioni non adatte alla loro fascia d’età.
Allora si diceva ai bambini di andare dal nonno o da altre per-
sone adulte e di chiedere se avevano lu ‘ntartieni. Allora il non-
no capiva e lo tratteneva facendo finta di cercare lu ‘ntartieni,
dopo un po’ di tempo lo faceva ritornare dai genitori a mani
vuote, in quanto quasi sempre era finito o non lo si trovava.
Oggi non si usa più questo modo simpatico di allontanare
temporaneamente i bambini. Non ci si trattiene più nei discorsi,
si parla in maniera libera trasmettendo ai bambini alcuni pensie-
ri o stati d’animo non adatti allo loro età. Forse si pensa che essi
siano già grandi? E lo sono davvero? È davvero così grande da
poter assistere ad un litigio tra mamma e papà? Anche perché si
sa, quando ci si arrabbia spesso e volentieri si dicono parole che
non si pensano, volte esclusivamente a ferire l’altra parte. E
magari si va ad innescare nel bambino un senso di colpa che
non gli deve appartenere con la conseguenza di farlo crescere
con dei disagi.
Non che come nel passato ci debbano essere dei tabù, ma ogni
questione ha bisogno del suo tempo per essere compresa.
Maturare troppo in fretta a volte non è un bene.
GND
VACANZE APPENA FINITE CATTIVE SORPRESE?
Ai danni ci pensa il Codice del Turismo
U na volta nella vita è accaduto a tutti noi di rimanere delusi
da una vacanza tanto attesa quanto desiderata.
La vacanza è occasione di svago, riposo e piacere, ma talvolta,
questo sogno si può trasformare in incubo, costringendo il malcapi-
tato turista, vittima di inadempimenti o situazioni sfortunate ed
infelici, a ricorrere al giudice per ottenere almeno il risarcimento
per i disagi subiti nelle situazioni più disparate (ad esempio, l’hotel
non è quello proposto nel depliant pubblicitario o non ha servizi
adeguati, il trasferimento in hotel dall’aeroporto non è compreso).
Naturalmente non deve trattarsi di piccoli inconvenienti, che pos-
sono capitare a chiunque durante lo svolgimento di un viaggio, co-
me la giurisprudenza ha ripetutamente statuito.
Oggi finalmente il danno da vacanza rovinata è disciplinato e-
spressamente dal Codice del turismo, introdotto dal D.lgs.
79/2011.
L’art. 47 prevede che il turista, in questi casi possa chiedere il
risarcimento del danno subito (patrimoniale e non), correlato al
tempo di vacanza inutilmente trascorso e all’irripetibilità
dell’occasione perduta (ad esempio, un viaggio di nozze).
Moti interni dell’animo quali stress, delusione, insoddisfazione per
il trattamento ricevuto, sconforto per le aspettative tradite, senso di
frustrazione per dover attendere nuovamente parecchi mesi prima
di potersi concedere un nuovo periodo di relax, com’è facile intuire
non sono affatto semplici da provare ai fini della determinazione di
una somma economica di ristoro, così il giudice utilizzerà il crite-
rio di liquidazione equitativa per il danno morale.
Sarà l’organizzatore e/o l’intermediario a risarcire il danno, se-
condo la rispettiva responsabilità; a meno che non provi che il
mancato o inesatto adempimento, sia stato determinato da una cau-
sa a lui non imputabile (caso fortuito o forza maggiore).
Dott.ssa Federica Santoro Lu ‘ntartieni …
VIVERE MARUGGIO PAGINA 9 VITA POLITICA
AD UN ANNO DALLE ELEZIONI
Ritenendo importante che fra amministratori ed elettori venga mantenuto un rapporto di reciproca conoscenza, ad un anno dalle prossime
elezioni amministrative, di numero in numero, proporremo ai lettori una serie di interviste ai protagonisti, di maggioranza ed opposizione,
della vita amministrativa del paese. In questo numero è stato intervistato l’assessore al bilancio, Armando Maiorano.
P ersonalmente non mi sono mai sot-
tratto dall’ascoltare e riflettere sulle
critiche che mi vengono rivolte
(soprattutto da quando ho l’onere e l’onore
di essere un amministratore locale). Ho
sempre creduto che da esse si possa trarre
qualcosa di positivo, per migliorare e mi-
gliorarsi.
Capita però che a volte le critiche giun-
gano da “strani personaggi” che, motivati
forse da un personale disegno politico o
magari affetti da uno strano tipo di conte-
stazione, danno rilievo ad ogni piccolo
problema, pur di sparare a zero contro
quelli che non la pensano come loro.
Tali luminari però, non riescono a com-
prendere (o forse fingono di non capire)
che con tale atteggiamento, oltre che dan-
neggiare l’immagine della nostra Marug-
gio, rischiano di arrecare danni ben più
gravi anche ai piccoli imprenditori locali
che da anni si sforzano di investire nel
commercio e nel turismo e che, contestual-
mente, riescono a garantire sia servizi per
l’intera comunità sia qualche posto di la-
voro.
La ricerca costante di opportunità offerte
dai bandi provinciali, regionali o ministe-
riali ci ha permesso e ci permetterà di in-
vestire diversi milioni di euro sul territo-
rio senza toccare le tasche dei cittadini o
le casse comunali.
Spero che in futuro mi venga data
l’opportunità di indicare tutti gli obiettivi
finora raggiunti.
Nel frattempo mi rivolgo ai “cari amici
criticatori”, provate a farvi una passeg-
giata per Maruggio, potreste partire dalla
zona industriale, passare per il centro
storico, soffermarvi nei pressi dell’Istituto
comprensivo e magari spingervi fino a
Campomarino.
Chissà forse durante la passeggiata,
guardando con occhi diversi ciò che vi
circonda, potreste notare anche voi i lavo-
ri conclusi e quelli ancora in corso finaliz-
zati al miglioramento del nostro territorio.
Magari con una mente libera dagli attac-
chi politici strumentali potreste riuscire
anche voi a dare un contributo più profi-
cuo. Solo così riusciremmo a crescere
insieme per il bene comune!
Giovanni Maiorano
QUANDO LE CRITICHE SONO STRUMENTI POLITICI … NON SI CRESCE ! Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta dal vice-sindaco di Maruggio
Quando verrà discusso in Consiglio Co-
munale il bilancio? È previsto un aumen-
to della pressione fiscale locale?
Il 31 agosto scorso il Parlamento ha proro-
gato il termine ultimo per l’approvazione
del bilancio al 30 novembre. L’Ufficio Ra-
gioneria, in collaborazione con gli altri uffi-
ci comunali, è comunque al lavoro per ela-
borarlo al più presto, secondo gli indirizzi
forniti dalla Giunta e dall’intera Ammini-
strazione. Nel frattempo l’Amministrazione
ha potuto assicurare i servizi primari alla
cittadinanza utilizzando in dodicesimi le
somme impegnate nei vari capitoli del Bi-
lancio 2012. Il ritardo nell’approvazione del
Bilancio 2013 deriva principalmente dalla
mancanza dei dati relativi al Fondo di Soli-
darietà Comunale spettante al Comune di
Maruggio, dati che devono essere pubblicati
sul sito del Ministero dell’Interno, ma che a
causa dell’incertezza politica non sono an-
cora noti. Circa la seconda domanda, allo
stato attuale non è possibile prevederlo.
Certo è che, qualora il Fondo di Solidarie-
tà assegnatoci non ci consentisse di mante-
nere gli equilibri di bilancio e quindi di assi-
curare ai cittadini maruggesi i servizi prima-
ri a cui sono abituati, non possiamo esclude-
re, oltre ad attuare una politica di taglio del-
le spese superflue, un piccolo aumento della
pressione fiscale.
Per quali servizi vi sarà il maggior impe-
gno di spesa?
Tutti i settori sono adeguatamente consi-
derati, anche per dare spazio all’azione am-
ministrativa dei vari assessorati. Sicuramen-
te le voci principali sono quelle relative alla
realizzazione delle opere pubbliche, alle
opere di urbanizzazione, alla manutenzione
degli immobili comunali (scuole, strade,
fognatura e acqua), senza tralasciare i setto-
ri dei Servizi Sociali, della Pubblica Istru-
zione e della Cultura e Spettacoli. Purtroppo
la coperta è sempre più corta, quindi politi-
camente siamo chiamati a fare delle scelte
oculate sulla distribuzione della spesa, assi-
curando in ogni caso il mantenimento dei
servizi essenziali.
In tempi di spending review, il Comune
di Maruggio avrà una riduzione dei tra-
sferimenti statali?
Sicuramente il Comune di Maruggio avrà
una riduzione dei trasferimenti statali.
Ho già detto che manca l’ufficialità della
quantificazione del Fondo di Solidarietà
Comunale per il 2013 ma visto il trend ne-
gativo degli ultimi anni ci sarà sicuramente
una riduzione. Spero comunque che tale
riduzione non arrivi ad un saldo negativo,
così come paventato nelle comunicazioni
pervenute dall’ANCI, che ci porterebbe ad-
dirittura a restituire somme allo Stato.
I nostri conti sono a posto? C’è disavanzo
o avanzo non spendibile?
Posso con orgoglio affermare che i conti
del Comune di Maruggio sono sotto con-
trollo. Siamo tra i Comuni che rispettano il
Patto di Stabilità grazie all’impegno sinergi-
co tra la Giunta, impegnata a recuperare
finanziamenti ai vari livelli e i diversi uffici
comunali. Vi assicuro che è difficile.
Nell’ultimo bilancio consuntivo si è evi-
denziato un avanzo di amministrazione di
circa € 1.782.000,00 di cui € 1.230.000,00
sono fondi vincolati ed € 518.000,00 fondi
non vincolati da destinare a quanto previsto
dall’art. 187 del T.U.E.L e cioè alla coper-
tura di debiti fuori bilancio, all’eventuale
copertura di precedenti disavanzi, nonché al
finanziamento per spese di investimento.
Questo significa che teoricamente il Co-
mune potrebbe spendere in opere pubbliche
circa € 500.000,00 se non ci fosse la regola
del rispetto del Patto di Stabilità. Infatti da
una parte potremmo impegnare le predette
somme per opere e servizi, ma dall’altra, ci
sarebbe impedito il pagamento delle opere
alle ditte appaltatrici in quanto tutto ciò pro-
durrebbe uno splafonamento sulla cassa. In
pratica è come il cane che si morde la coda;
vorrei proprio vedere quale ditta effettue-
rebbe dei lavori con la sicurezza di non es-
sere regolarmente remunerato.
Non intendo dire che Maruggio sia priva
di problemi, voglio invece ricordare a colo-
ro che, spesso e con superficialità, si adope-
rano per diffondere attraverso i mezzi di
comunicazione solo le notizie che denigra-
no il nostro territorio, che in realtà Marug-
gio negli ultimi anni è cresciuta e si è mi-
gliorata.
Rifacimento Villa comunale di Maruggio
PAGINA 10 VIVERE MARUGGIO EVENTI E SPORT ...
L’ASD “Maruggio Calcio” chiude
D opo l’ultima mazzata inflitta,
l’ASD “Maruggio Calcio”
vende il titolo sportivo.
Sono stati anni di successi insperati
che hanno portato il calcio maruggese a
livelli molto alti sino a disputare il cam-
pionato di Eccellenza confrontandosi
con squadre più blasonate come il Mar-
tina Franca, il Manfredonia, il Bisceglie,
il Manduria, il Fasano etc..
Oggi si chiude e si vende il titolo.
La interminabile crisi economica ave-
va già reso difficile andare avanti ed
affrontare anche campionati modesti
come quello di prima categoria.
Ora è anche arrivato “il colpo di
grazia”.
Una interrogazione da parte dei consi-
glieri del gruppo “Maruggio democrati-
ca città futura”, rivolta al Sindaco e al
revisore dei conti ha fatto in modo che il
Comune chiedesse il rimborso spese dei
consumi elettrici ed idrici alle società
che utilizzano il campo sportivo.
Ad ogni buon conto teniamo a ricor-
dare che:
1) l’Asd Maruggio calcio non è stato
l’unico soggetto ad usufruire della strut-
tura sportiva.
2) è stato l’unico a versare nelle casse
del Comune circa € 9.000 solo negli
ultimi anni.
3) Il Sindaco e la giunta, con delibera
del 2004, avevano provveduto a far i-
stallare un’antenna di telefonia mobile
per finanziare lo sport con ben 13.000 €
all’anno.
Comunque riteniamo che lo sport e
quindi il calcio siano discipline che rie-
scono a svolgere un ruolo socialmente
importante nella Comunità.
Con i buoni propositi di riscrivere in
futuro pagine importanti per il Calcio
Maruggese, vogliamo ringraziare tutti i
tifosi che ci sono stati vicini in questi
anni ed hanno condiviso con noi i mo-
menti belli ed i meno belli, il Sindaco
dott. Alberto Chimienti che è stato sem-
pre il nostro primo tifoso, tutti i Presi-
denti che si sono succeduti alla guida
della Società e tutti i collaboratori diri-
genziali e tecnici che hanno prestato,
volontariamente e con sacrificio, il loro
impegno in questi anni .
Ripartiamo come “Nuova Marug-
gio” dai giovani con i campionati gio-
vanili convinti che il calcio possa far
crescere meglio i nostri figli.
Riceviamo e pubblichiamo
N ell’ambito della manifestazione estiva “La
strada dei saperi e dei sapori”, il 18 agosto
scorso si è svolto, presso un noto lido del nostro li-
torale e in uno splendido tramonto a fare da cornice,
un interessante incontro con il sen. Luigi
D’Ambrosio Lettieri, che ha presentato il suo libro,
Le ragioni di un impegno, a numerosi amici, ammi-
nistratori locali e turisti interessati.
Il politico barese, maruggese d’adozione, ha spie-
gato che la pubblicazione è nata dal desiderio e dal
dovere. Il desiderio di rivivere attraverso il lavoro
svolto, nel rigore della responsabilità, i cinque anni
di impegno trascorsi in Senato e il dovere di docu-
mentarli per darne conto, nel rispetto del patto di
fiducia sancito con i suoi elettori.
Attraverso le pagine del libro ha voluto raccontar-
si, parlare non solo alla ragione, ma anche al cuore
delle persone. Non a caso il tema dei diritti è stato il
più declinato nel corso dell’intera legislatura: sicu-
rezza, carceri, lavoro, salute, giustizia, mobilità.. È
tutto agli atti, raccontato con i numeri e con la forza
dei fatti.
In un clima di anti-politica ci è parso un atto di
coraggio la scelta di presentarsi ai cittadini con il
proprio bilancio.
D’Ambrosio Lettieri
Storia di una legislatura
H a avuto
grande suc-
cesso a Maruggio
la raccolta di fir-
me tesa a pro-
muovere i refe-
rendum abrogati-
vi sulla giustizia.
Sembra che i quesiti più sottoscritti siano stati
quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e
sulla separazione delle loro carriere.
In pochi giorni il coordinamento cittadino del
Pdl, guidato dal dott. Alberto Chimienti ne ha
raccolte circa cinquecento. Bisognerà, comun-
que, attendere per sapere se si è raggiunta quota
500.000, così come previsto dall’art. 75 della
Cost.
REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
AMO: non solo dialetto
I l mese di luglio di questo 2013 è stato un mese ricco di soddisfazioni per
AMO.
Il 9 ha visto la luce il suo “Palòri -lessico maruggese”, frutto di ben tre anni e
mezzo di gestazione. Si tratta di un volume corposo di 408 pagine, caposaldo del
dialetto maruggese, considerando che non vi sono altri autori che abbiano testi-
moniato la lingua maruggese antica.
Il 29 si è visto assegnare il primo premio (ancora uno!) al Concorso Nazionale
di Scrittura Creativa “Antonio Bruni”, V Edizione, Sezione maschile, indetto
dal Centro Culturale GS - Giulia Selvaggi di Manduria, con cerimonia svoltasi
presso l’Hotel Corte Borromeo. L’opera per la quale AMO ha conseguito
l’ambito riconoscimento, è la poesia in lingua italiana “Come stella era”.
Come stella era
Quando una stella
dal cielo cade
in cielo non ritorna:
cade e finisce.
Così
cadde l’amore nostro
che come stella era.
Ci felicitiamo con AMO per questi traguardi. Ad majora.
VIVERE MARUGGIO PAGINA 11
ORIZZONTALI
1. Foto n. 1 6. Contiene gioielli 10. La fine del sultano 11. A capo della monarchia 12. Personal compu-
ter 13. A favore 15. Pietra in tedesco 17. Uno e trino 18. In inglese open 20. Aeronautica italiana 21.
Congiunzione avversativa 22. Dio greco delle arti 24. Sigla di Avellino 25. Poco clamore 27. Ancona
28. Foto n. 2 31. Foto n. 3 34. Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II 35. Offesa, ferita 36. Provincia
della Basilicata 37. Italo Balbo 38. Foto n. 4 41. Foto n. 5 43. La voce della Ricciarelli 44. C’è quello
d’armata 46. Viene dopo la effe 47. Farina per dolci 48. Il primo pronome 49. In provincia di Cuneo
VERTICALI
1. Vi tornava Lassie 2. Non è moderna 3. Eroe senza inizio 4. Contenitore di voti 5. Nord-est 6. Una no-
tizia da prima pagina 7. Altro nome del cavalluccio marino 8. Alla fine delle sagre 9. Nucleo Operativo
Radiomobile 12. Piano per gli insediamenti produttivi 14. Foto n. 6 16. In cima 17. Una delle Goggi 18.
Ha dei palchi in testa 19. Tasso annuo nominale 23. Lira italiana 26. Cinquantacinque romano 27. Sulla
testa del laureato 29. Squadra di Milano 30. Negazione 31. Famoso quello di Oz 32. Simona, regista ita-
liana 33. Famoso quello di Buridano 37. Una vecchia imposta 39. Divinità nordiche 40. Sotto in greco
42. Ha scritto Il nome della rosa 45. Simbolo del piombo
Direttore responsabile Nando Perrone
Direttrice di redazione Anna Maria Marotta
Comitato di redazione
Rosa Lina Bovo
Fabiola De Cataldo
Oronzo Massa
Stefania Moccia
Gianfranco Pisconti
Rosmary Pisconti
Federica Santoro
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CRUCI … MARUGGIO LE MASSERIE
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ficare e/o tagliare quanto inviato per renderlo adatto alla pubblicazione. Al me-
desimo indirizzo è possibile anche inviare segnalazioni di fatti ed eventi.
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VIVERE MARUGGIO PAGINA 12 VIVERE … CULTURA
Esploriamo il Pianoforte
A lla fine dello scorso anno scolastico, nei
locali dell’I.C. “T. Del Bene” di Marug-
gio si è concluso il progetto “Esploriamo il Piano-
forte”, coordinato dalla prof.ssa Rita Moccia, do-
cente di Educazione Musicale. Nelle attività proget-
tuali sono stati coinvolti alcuni alunni della seconda
classe: Ugo Chimienti, M. Giulia Pro e Albano
Taurino e alunni della terza classe: Marco Pulieri e
Francesca Summa che, avendo frequentato assidua-
mente per tre anni, sono stati premiati con un atte-
stato di merito.
Al saggio hanno anche partecipato, suscitando
ammirazione per la loro bravura, il prof. Umberto
Summa che ha eseguito al vibrafono brani di Bill
Molenhof e la prof.ssa Rita Moccia, che lo ha ac-
compagnato al pianoforte.
I genitori, Massimo Corrado (trombettista) e Da-
niela Fusco (cantante) hanno eseguito, accompa-
gnati sempre dal pianoforte, dal vibrafono e dalla
batteria suonata dall’alunno Francesco Santoro,
brani di musica jazz e brani tratti dalle colonne so-
nore di alcuni film.
Alessandro Fusco, alunno di terza media, si è esi-
bito in due minuetti di J.S. Bach, mentre brani di
musica jazz, tratti da Little Stories in Jazz, sono
stati suonati perfettamente dagli alunni, Marco Pu-
lieri e Francesca Summa.
Sono stati eseguiti brani di Bayer: Studio nume-
ro 3 per pianoforte a quattro mani dall’alunno Ugo
Chimienti e Studio numero 74 dall’alunno Marco
Pulieri, nonché brani del metodo Bastien: Il valzer
degli elefanti, dall’alunna Giulia Pro; Minuetti di
J.S.Bach, da Alessandro Fusco; da Juvenilia,
L’eco dall’alunno Albano Taurino; dall’Antologia
didattica per pianoforte, Sonatina di L. van Bee-
thoven dall’alunna Francesca Summa.
Il saggio si è concluso con l’esecuzione del brano
When the saints go marchin’in e Now we are
free, tratto dal film “Il gladiatore”, da parte di Rita
Moccia al pianoforte, Umberto Summa al vibrafo-
no, Francesco Santoro alla batteria, Daniela Fusco
voce e Massimo Corrado alla tromba.
Al termine della serata applausi di approvazione e
convinta partecipazione da parte dei genitori e dei
docenti presenti, con la promessa di esserci anche
nel 2014 per la continuazione del Progetto e per
ascoltare buona musica.
Il 19 settembre, ricorre l’anniversario della
morte di mia zia Elisa Springer, deportata
nel campo di sterminio di Auschwitz e so-
pravvissuta alle barbarie naziste. Voglio pro-
porvi alcune sue frasi con l’intenzione di
provocare una attenta riflessione nel variega-
to mondo dei giovani:
“Ho vissuto per non dimenticare quella
parte di me, rimasta nel lager, con i miei
vent’anni. Ho vissuto per difendere e rac-
contare l’odore dei morti che bruciavano
nei crematori, per difendere la memoria di tutti i miei cari e di tanti in-
nocenti, memoria che oggi si tenta ancora di infangare. Ho vissuto per
raccontare che le ferite del corpo si rimarginano con il tempo, ma quelle
dello spirito mai. Abbiamo vissuto la degenerazione ma siamo soprav-
vissuti cercando di cancellare la nebbia ed il buio dalla nostra mente. La
nostra sofferenza, il nostro disagio, il nostro riscatto sono diventati
l’eredità dei nostri figli che soffrono il nostro passato. Ciò che davvero
conta è imparare a riconoscere e respingere ogni forma di dittatura e di
razzismo”.
Elisa Springer
Nel ricordo, la nipote
Dove c’è musica c’è vita
La banda di Maruggio tra passato e presente
A breve sarà intitolata una via del nostro paese alla memoria di Giuseppe Pi-
chierri, padre fondatore della banda di Maruggio, su richiesta dell’intero
Consiglio Direttivo dell’Associazione musico-culturale “G. Pichierri”, composto
da Fabio Caforio (presidente), Fabio Valentini (vicepresidente), Damiano Palum-
mieri (segretario), Cosimo Guarino (tesoriere) e Cosimo Guida (consigliere). L’associazione era nata come associazione musicale, dopo la morte del Maestro
Pichierri (avvenuta nel 1995) anche se le sue radici sono ben più profonde. Già nel
1970, infatti, il Maestro Giuseppe Pichierri di Sava era stato invitato
dall’Associazione Nazionale delle bande e dei gruppi folkloristici (ANBIMA) a
creare nel nostro paese una scuola ad orientamento musicale. La risposta dei giova-
ni maruggesi non si fece attendere e in pochi anni il Maestro diede vita ad un orga-
nico in grado di eseguire sia marce sinfoniche sia arie tratte dalle più celebri opere
liriche. La banda era stata battezzata con il nome di Santa Cecilia, patrona della
musica.
Da allora le attività dell’associazione si sono ampliate: organizza, infatti, con suc-
cesso il Raduno Nazionale delle Piccole Bande, giunto alla XIV edizione; partecipa
da alcuni anni al Raduno Nazionale di Bagnoli Irpino (AV); organizza concerti in
occasione delle festività natalizie e pasquali, che ottengono sempre un ottimo ri-
scontro; si esibisce in Puglia e nel sud Italia e prende parte attivamente alle iniziati-
ve promosse dalle altre associazioni del nostro paese. Di conseguenza nel 2009 ha
modificato la denominazione in Associazione musico-culturale “G. Pichierri” e, al
suo interno, è anche nata una scuola di musica.
La direzione artistica, prima affidata al Maestro Giuseppe Pisconti (nel 1996,
quando ne assunse la guida, aveva da poco completato gli studi presso il Conserva-
torio di Salerno), dal 2012 è passata alla giovanissima Maestra Clelia Rizzo, diplo-
mata in tromba e trombone, che si avvale della collaborazione del Maestro Michele
Colluto e del Maestro Michele Vitale, diplomati rispettivamente in clarinetto, trom-
ba e trombone.
Sempre nel 2012 l’Associazione ha avuto l’onore di esibirsi all’Udienza Generale
per gli artisti dello spettacolo viaggiante di tutto il mondo dinanzi a Papa Benedetto
XVI, dando lustro all’intera comunità maruggese.
Dal febbraio 2013, attraverso il suo delegato Antonio Calasso, è divenuta vicepre-
sidente della Consulta delle Associazioni del Comune di Maruggio.
Ci sembra che il gesto di riconoscenza del percorso cominciato dal Maestro Pi-
chierri sia doveroso e crediamo che egli dall’alto sicuramente gradirà.
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