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ISTITUTOGUGLIELMO TAGLIACARNE
per la promozionedella cultura economica
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Analisi pilota sui fabbisogni
formativi e professionali
delle imprese in provincia
di Campobasso
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per la promozionedella cultura economica
Questo Report è stato realizzato nell’ambito del progetto del Fondo di Perequazione 2005 della Camera di Commercio, ed ha previsto, una fase desk di raccolta e sistematizzazione di dati quantitativi relativi al contesto socioeconomico della provincia di Campobasso, nonché una fase field attraverso interviste qualitative ad un panel di rappresentanti delle Associazioni di categoria.
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Sommario 1. Analisi fabbisogni formativi: definizione e quadro di riferimento ........... 4
2. Campobasso: contesto socio economico e mercato del lavoro .................... 6
3. I fabbisogni occupazionali delle imprese ...................................................... 14
4. La domanda di formazione universitaria ....................................................... 19
5. L’offerta di formazione universitaria ........................................................... 22
6. La formazione continua nelle imprese ........................................................... 25
7. I profili professionali ricercati dalle imprese ............................................ 30
Scenari previsionali: lo sviluppo di professioni con competenze specifiche 33
8. Considerazioni conclusive ................................................................................. 34
9. Allegati ................................................................................................................. 36
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1. Analisi fabbisogni formativi: definizione e quadro di riferimento
L’analisi dei fabbisogni di formazione rappresenta il primo ed imprescindibile
momento dell’ampio processo che si snoda attraverso l’attività di formazione, a
qualunque livello si operi, dalla formazione scolastica a quella continua, da quella
professionale a quella post laurea. L’analisi dei fabbisogni è, oggi, un terreno
cruciale, tanto a livello comunitario che specificamente nazionale, per la
finalizzazione degli interventi e la messa a punto di strategie mirate al dialogo
domanda-offerta di qualificazione professionale. Dall’analisi dei fabbisogni deriva,
in gran parte, l’efficacia degli interventi che si realizzano. Nell’ambito della
formazione professionale, i portatori d’interesse sono numerosi e agiscono, inoltre,
su differenti livelli. Per semplificare, è possibile dire che l’analisi dei fabbisogni di
formazione coinvolge tre attori principali:
la domanda diretta di formazione (lavoratori e imprese),
la domanda indiretta di formazione (il sistema socio-economico),
l’offerta.
Definire un programma di formazione1 professionale comporta, inevitabilmente,
avere contezza della domanda diretta, sia in termini quantitativi, sia in termini
qualitativi nell’ambito del territorio più o meno ampio che caratterizza il bacino di
riferimento2. L’ascolto del sistema socio-economico che caratterizza l’ambiente in
cui la risultante culturale del processo di formazione progettato ed erogato andrà
ad agire è parimenti importante per evitare quell’approccio cosiddetto top down
che genera spesso situazioni di asimmetria tra domanda e offerta di formazione.
1 Per attività di formazione sono qui intesi: i corsi di formazione interni ed esterni, le attività di e-learnig, i seminari formativi. 2 Nel caso dei programmi di formazione universitaria occorre tener conto della domanda inerente il bacino di utenza dell’istruzione universitaria.
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Le iniziative formative dirette agli occupati rappresentano, poi, una parte di
estremo rilievo nel più ampio ambito di ciò che definiamo oramai comunemente
sistema di lifelong learning.
Il presente rapporto intende fornire una chiave di lettura dei fabbisogni formativi
e professionali in provincia di Campobasso, ma soprattutto indicare una
metodologia di lavoro a cui dare sostegno e continuità negli anni successivi. I limiti
sono da ricercarsi nei numeri su cui poggia l’analisi sui fabbisogni professionali
condotta direttamente sul campo3. La ricerca è invece ben focalizzata sull’hic et
nunc del fabbisogno di formazione valorizzando, in questo, le recentissime
risultanze dell’indagine Excelsior 20084 e del rapporto 2008 sulla Formazione
Continua del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, oltre le
informazioni quantitative sul sistema universitario del Comitato di valutazione del
Sistema Universitario5. Le informazioni complessivamente raccolte, consentono di
fare luce su numerosi aspetti di sistema e forniscono numerosi spunti per analisi
future.
3 L’indagine pilota ha interessato alcuni responsabili della formazione di associazioni di categoria operanti in provincia di Campobasso ed è stata realizzata nel periodo aprile-maggio 2009. 4 Cfr. http://excelsior.unioncamere.net 5 Cfr. http://www.cnvsu.it
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2. Campobasso: contesto socio economico e mercato del lavoro6 I circa 231.7007 residenti della provincia di Campobasso, distribuiti in poco meno
di 91.000 famiglie, risiedono su un territorio per metà montuoso e per metà
collinare. La densità demografica è pari ad 79,66 abitanti per kmq che è meno della
meta del dato nazionale. Degli ottantaquattro comuni che costituiscono la provincia
di Campobasso solo due hanno più di 20mila abitanti ed assorbono una frazione di
popolazione decisamente modesta (35,95%) sia rispetto al dato medio nazionale
(52,75%) sia a quello del Mezzogiorno (55,94%). Il baricentro demografico è il
comune di Morrone del Sannio. La distribuzione della popolazione per classi di età
evidenzia la presenza della quarta maggiore quota di ultrasessantacinquenni
(21,87%) tra le province del Mezzogiorno e il 41-esimo valore nazionale; con
un’incidenza di persone di età compresa tra i 15 ed i 64 anni (64,73%) in linea con
la media nazionale. Il saldo demografico è attivo mentre gli stranieri presenti
rimangono a quota 1.453 ogni 100 mila abitanti; invariata anche la percentuale di
stranieri extracomunitari con regolare permesso di soggiorno che corrisponde al
78-esimo valore tra le 103 province italiane.
6 I dati e le informazioni contenuti nel presente capitolo fanno riferimento all’Atlante della competitività delle regioni e delle province realizzato da Unioncamere ed Istituto G. Tagliacarne facendo ricorso ad una pluralità di fonti statistiche consultabili accedendo alla stessa banca dati residente sul sito www.tagliacarne.it. 7 Dati riferiti al 31 dicembre 2007.
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Il numero di imprese registrate negli elenchi tenuti della locale Camera di
Commercio di Campobasso al 31 dicembre 2007, è pari a 24.957 unità (80-esimo
valore nella graduatoria nazionale)8, con una densità imprenditoriale della provincia
(10,77 imprese ogni 100 abitanti) nettamente superiore a quella della regione
(10,19), del Mezzogiorno (8,26) e dell’Italia (8,68), e tale da garantire la 14-esima
posizione a livello nazionale. Netta la prevalenza di aziende impegnate nel settore
agricolo (40,46%); la qual cosa rende Campobasso la quinta realtà agricola del
Paese. Le imprese artigiane costituiscono il 22,60 per cento delle aziende presenti
sul territorio; valore sensibilmente più basso della media nazionale (28,65%), e che
fa si che la provincia capoluogo del Molise sia solamente al 90-esimo posto fra le
province a maggiore vocazione artigiana. La struttura imprenditoriale della
provincia è prevalentemente composta da piccolissime aziende; l’elevato numero di
ditte individuali (81,92%, circa 16 punti percentuali in più della media nazionale e
ottavo posto nella graduatoria nazionale) condiziona il tessuto delle imprese a
scapito delle aziende di medie e grandi dimensioni.
8 Al 31-12-2008 risultano iscritte 27.103 unità, di cui 24.913 attive (Fonte Infocamere-Movimprese).
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Nel 2007 il tasso di evoluzione9 è sceso drasticamente (da 2,32 a solo 0,30),
risultando inferiore al dato nazionale (0,45), ma superiore a quello regionale (0,24).
Circa il 75% delle aziende agricole presenti nel Molise sono state censite nella
provincia di Campobasso, con una superficie agricola consistente. Per quanto
riguarda il settore turistico la provincia si pone tra le ultime quindici province
nazionali, esattamente al 91-esimo posto per numero di esercizi turistici
complessivi, con 192 unità e 11.363 posti letto.
Il contributo fornito dalla provincia di Campobasso, nel 2007, alla formazione del
valore aggiunto nazionale non è in termini assoluti tra i più significativi (0,29%, 93-
esimo apporto del Paese), mentre lo diviene maggiormente se lo si rapporta alla
popolazione residente (18.639 euro pro-capite). Nella graduatoria basata su questo
indicatore, infatti, Campobasso si pone al 78-esimo posto, anche se rispetto al dato
nazionale resta ancora da colmare un gap di circa 7.000 euro, mentre è di circa
1.000 euro il vantaggio sulla ripartizione di riferimento. L'apporto dell'artigianato
alla formazione della ricchezza è del 14,16 per cento ed è superiore al dato
nazionale (12,04%), e al 10,80 per cento fatto registrare dal Mezzogiorno, dato del
tutto congruente con il peso del settore in termini di numerosità imprenditoriale.
9 Il tasso di evoluzione (0,30) è la risultante di un tasso di natalità pari al 7,79 (7,87 per l’Italia) integrato da un livello di mortalità del 7,48 in linea col dato fatto registrare per l’intero Paese.
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L'apertura verso i mercati esteri, in entrata e in uscita, da parte delle imprese
della provincia è praticamente irrilevante10. Calcolando il rapporto fra esportazioni
e valore aggiunto abbiamo come indicatore la cosiddetta propensione
all'esportazione, che ha fatto segnare nel corso del 2007 un valore pari al 4,82,
circa cinque volte meno del dato nazionale e meno della metà di quello del
Mezzogiorno (87-esima posizione in Italia). Volendo fare riferimento al tasso di
apertura, le cose non cambiano. Esso è pari al 9,99 (86-esimo valore a livello
nazionale), ed anche in questo caso è nettamente inferiore al dato nazionale
(49,83) e a quello del Mezzogiorno (26,86). Analizzando i settori che
maggiormente sono soggetti a traffici con l'estero, si nota come nel caso delle
esportazioni vi sia una decisa prevalenza delle gomme e materie in plastica e dei
prodotti chimici. Questi prodotti assorbono il 54,15% delle merci in uscita con le
materie plastiche e prodotti chimici a fare la parte del leone con un ammontare
complessivo di quasi 100 milioni di euro. Analogamente, nelle importazioni i prodotti
chimici di base confermano un ruolo determinante (24% circa dell’import
10 La provincia si colloca all’89-esimo posto per le esportazioni e all’87-esimo per le importazioni.
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complessivo) con quasi 57 milioni di euro importati mentre, più distaccati risultano
parti e accessori per autoveicoli e i prodotti lattiero-caseari e gelati. Per
Campobasso è l'Europa il partner privilegiato per le esportazioni, visto che ben il
73,99% delle merci destinate all'export hanno come destinazione il vecchio
continente; seguono i paesi asiatici con una quota pari al 10 per cento. Nella
classifica dell’export i paesi ai primi posti sono Germania, Spagna e Francia, e al
quinto e sesto si collocano Stati Uniti e Russia.
Tra gli indicatori che generalmente vengono utilizzati per constatare il livello di
benessere raggiunto dai residenti di un determinato territorio, quello che a
Campobasso fornisce i risultati migliori è il reddito disponibile. Con un valore pro-
capite pari a poco più di 12.921,00 euro, la provincia si colloca al 74-esimo posto in
Italia, con un ritardo di oltre 3.800,00 euro rispetto al dato medio nazionale, ma
con un vantaggio di quasi 600,00 euro rispetto al quello ottenuto dal Mezzogiorno.
Il livello dei consumi finali interni, 12.016,00 euro, anche in questo caso, non
consente alla provincia di andare oltre la 79-esima posizione. La spesa dei residenti
di Campobasso è indirizzata per il 79,38 per cento all'acquisto di “generi non
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alimentari”, valore di poco inferiore al dato nazionale (82,47%), ma superiore a
quello del Mezzogiorno (78,41%).
Il 2007 registra una significativa diminuzione del tasso di disoccupazione
complessivo (dal 10,35% all’8%) che ha portato la provincia di Campobasso al 35-
esimo posto nazionale. Il settore terziario detiene il primato di occupazione con il
63,34 per cento; anche gli occupati dipendenti con il 69,17 per cento fanno si che
la provincia ottenga rispettivamente il 60-esimo e il 90-eimo posto nazionale,
mentre ottiene il 14-esimo posto per gli occupati indipendenti (30,83%). In
provincia di Campobasso il tasso di attività11, rappresentativo dell’offerta di lavoro
nel 2007, è pari al 58,4 per cento che posiziona la provincia poco al di sopra della
media regionale (58,3%); incoraggiante il raffronto con il dato nazionale (62,5%)
che mostra un divario negativo di poco più di 4 punti percentuali. L’indicatore più
appropriato per l’analisi della domanda di lavoro è comunque rappresentato dal
11 E’ dato dal rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e il totale della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni.
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tasso di occupazione12: nel 2007 il suo valore raggiunge il 53,7 per cento e quindi
leggermente al disopra della media molisana (53,6%).
Nell’ultimo anno il livello del tasso di disoccupazione13 complessivo è
considerevolmente calato (pari a 8,0%, circa 4,3% in meno rispetto al 2006).
Occupati per posizione e settore di attività economica in provincia di Campobasso, in Molise e in Italia (Anno 2007; dati in percentuale)
Agricoltura Dipendenti Indipendenti Totale Campobasso 25,0 75,0 100 Molise 25,0 75,0 100 Italia 47,9 52,1 100
Industria Dipendenti Indipendenti Totale Campobasso 81,8 18,2 100 Molise 84,4 15,6 100 Italia 78,7 21,3 100
Servizi Dipendenti Indipendenti Totale Campobasso 69,2 30,8 100 Molise 72,2 27,8 100 Italia 73,3 26,7 100
Totale Dipendenti Indipendenti Totale Campobasso 69,1 30,9 100 Molise 71,4 28,6 100 Italia 73,9 26,1 100
Fonte : ns. elaborazione su dati Forze lavoro Istat media 2007.
12 E’ ottenuto rapportando gli occupati al totale della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni. 13 E' dato dal rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro.
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Due ulteriori caratterizzazioni: la provincia fa registrare, grazie alla notevole
concentrazione di imprese agricole, una rilevante quota di addetti all’agricoltura e
una significativa percentuale di lavoratori indipendenti sul totale degli occupati.
Dei circa 7mila occupati registrati nel settore agricolo della provincia di
Campobasso, il 75 per cento è formato da lavoratori indipendenti, una percentuale
che risulta superiore al corrispettivo nazionale (52%). Nel settore industriale la
componente prevalente è quella alle dipendenze (81,8%) pari a circa 27.000 unità.
Il settore dei servizi assorbe circa 52 mila occupati (il 64,2% del totale
provinciale) di cui il 69,2 per cento è alle dipendenze. Ora, tenendo conto che in
provincia di Campobasso la presenza di lavoratori dipendenti è particolarmente
consistente per i settori dell’industria e dei servizi, e viceversa quella dei
lavoratori autonomi lo è in quello agricolo, qualunque iniziativa che intenda produrre
effetti positivi sul locale sistema dei fabbisogni formativi e professionali delle
imprese deve fare i conti con questo dato.
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3. I fabbisogni occupazionali delle imprese Il sistema economico-produttivo italiano continua ad essere attraversato da un
importante processo di trasformazione, necessario a riconquistare competitività e
rispondere alle sfide dell’economia globale. Si tratta di un processo che richiede
alle nostre imprese un forte e continuo investimento nell’innovazione (dei prodotti
e dei processi produttivi), negli assetti organizzativi, nelle modalità di presenza sui
mercati. Il fenomeno interessa anche le imprese della provincia di Campobasso che
fanno registrare tassi in entrata e uscita significativamente più elevati rispetto al
saldo, segnando così una chiara amplificazione delle tendenze caratterizzanti il
recente passato circa il gross turnover in atto.
Movimenti e tassi occupazionali previsti dalle imprese nel 2008 per ripartizione territoriale regione e provincia
Movimenti previsti nel 2008 Tassi previsti nel 2008** (valori assoluti)*
Entrate Uscite Saldo Entrata Uscita Saldo MOLISE 5.510 4.150 1.360 13,4 10,1 3,3 CAMPOBASSO 4.160 3.050 1.110 14,3 10,5 3,8 SUD E ISOLE 303.770 268.010 35.760 12,5 11,1 1,5
TOTALE ITALIA 1.079.480 969.470 110.000 9,5 8,5 1 *Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. ** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei dati occupazionali non arrotondati. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
In provincia di Campobasso il saldo netto dell’occupazione tocca in ugual misura
tutte le classi dimensionali d’impresa, fatta eccezione per quella 10-49 dipendenti.
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Saldo occupazionale e tasso di variazione previsto dalle imprese per il 2008 per ripartiz. territoriale, regione, provincia e classe dimensionale ‐ Totale settori
Saldo previsto al 31 12 2008 (v.a.)* Tasso di variazione previsto nel
2008** Dipendenti Dipendenti
1-9 10-49 50 e oltre Totale 1-9 10-49 50 e oltre Totale
MOLISE 710 100 550 1.360 4,9 0,9 3,4 3,3
CAMPOBASSO 470 90 550 1.110 4,7 1,1 4,8 3,8
SUD E ISOLE 34.930 2.650 -1.820 35.760 3,9 0,5 -0,2 1,5
TOTALE ITALIA 89.570 10.800 9.630 110.000 2,7 0,4 0,2 1,0*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. ** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei dati occupazionali non arrotondati. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
Nel dettaglio, il 49,6 per cento della nuova occupazione si concentra nelle grandi
imprese (50 e oltre dipendenti). Con 550 posti di lavoro in più, le grandi imprese
rappresentano il maggiore serbatoio occupazionale in provincia di Campobasso.
Saldo occupazionale e tasso di variazione previsto dalle imprese per il 2008 Per ripartizione territoriale, regione, provincia e classe dimensionale – Servizi
Saldo previsto al 31 12 2008 (v.a.)*Tasso di variazione previsto nel
2008** Dipendenti Dipendenti
1-9 10-49 50 e oltre Totale 1-9 10-49 50 e oltre Totale
MOLISE 210 40 110 360 2,8 1,0 1,6 1,9
CAMPOBASSO 110 40 110 250 2,0 1,2 2,0 1,8
SUD E ISOLE 17.560 2.050 1.050 20.650 3,3 0,7 0,2 1,5
TOTALE ITALIA 53.760 5.680 20.250 79.680 2,8 0,4 0,7 1,3*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
Grazie all’espansione occupazionale delle piccole imprese dei servizi, l’intero
aggregato del terziario mette a segno nel 2008 un tasso di variazione del +1,8 per
cento (stock 250 unità). L’industria nel suo complesso fa registrare un tasso di
crescita significativamente maggiore, pari al 5,5 per cento (stock 860 unità), ma
come esito di una stessa dinamica: crescono tutte le tipologie dimensionali
d’imprese, ma quella centrale (10-49 dipendenti) in maniera minore.
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Saldo occupazionale e tasso di variazione previsto dalle imprese per il 2008 Per ripartizione territoriale, regione, provincia e classe dimensionale – Industria
Saldo previsto al 31 12 2008 (v.a.)*Tasso di variazione previsto nel
2008** Dipendenti Dipendenti
1-9 10-49 50 e oltre Totale 1-9 10-49 50 e oltre Totale
MOLISE 500 60 440 1.000 7,2 0,9 4,9 4,4
CAMPOBASSO 370 50 450 860 7,5 1,1 7,2 5,5
SUD E ISOLE 17.370 600 -2.870 15.110 4,6 0,2 -0,8 1,5
TOTALE ITALIA 35.810 5.120 -10.620 30.320 2,7 0,3 -0,5 0,6*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
Nel 2008, i flussi occupazionali in entrata sul mercato del lavoro fanno
riferimento, nel complesso, al 34,6 per cento delle imprese di Campobasso con
dipendenti, una quota che appare tuttavia sensibilmente diversa a livello settoriale:
il settore “industria e costruzioni” presenta una più diffusa propensione ad
assumere rispetto al terziario (circa il 46,7% per il totale industria, contro il
25,5% del totale servizi). Le traiettorie di crescita occupazionale appaiono inoltre
fortemente legate ad alcuni elementi caratterizzanti il profilo aziendale, che
possono spiegare alcune differenze esistenti nei fabbisogni occupazionali. Spicca
innanzitutto una rappresentatività fortemente correlata in positivo col crescere
della dimensione aziendale: per le piccole imprese (fino a 9 dipendenti) esse
rappresentano il 29,4 per cento del totale, per raggiungere poi il 49,7 per cento
delle medio-piccole (classe 10-49 dipendenti) e l’85,7 per cento delle medio-grandi.
Imprese che prevedono assunzioni nel 2008 per classe dimensionale, settore di attività,, ripartizione territoriale, regione e provincia (quota % sul totale)
Totale Per settore Per classe dimensionale Industria Servizi 1-9 10-49 50 dipend.
E costruz. dipend. dipend. e oltre
MOLISE 34,8 45,7 26,8 29,8 47,2 85,9
CAMPOBASSO 34,6 46,7 25,5 29,4 49,7 85,7
SUD E ISOLE 29,8 35,3 26,4 26,2 43,7 82,7
TOTALE ITALIA 28,5 31,4 26,8 23,4 42,7 83,8Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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Una criticità che complica lo scenario occupazionale del Mezzogiorno riguarda il
mismatch fra domanda e offerta di lavoro, legato innanzitutto al livello di
qualificazione dei candidati all’assunzione.
Posizione CAMPOBASSO sulla base della quota di assunzioni previste di laureati sul totale nel 2008 (dati in % sul totale)
Posiz. in grad. % assunzioni su totale CAMPOBASSO 88 5,0 Fonte: dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
A riguardo, la provincia di Campobasso con quote di laureati del 5,0% delle
assunzioni previste per il 2008 si colloca all’88simo posto della graduatoria
nazionale (tante le realtà del Mezzogiorno con una migliore performance). Il
processo di upgrading qualitativo del capitale umano che caratterizza i programmi
occupazionali delle imprese nel 2008 trova riscontro anche in un diverso utilizzo
delle varie fattispecie contrattuali per il personale in entrata. Secondo le
informazioni rese disponibili attraverso il Sistema Informativo Excelsior, le
modalità di impiego privilegiate dalle imprese sannite vedono una significativa
prevalenza dei contratti “stabili” rispetto alle assunzioni “a termine”: le prime sono
pari al 59,2 per cento degli ingressi complessivi, mentre le seconde sono pari al
32,1 per cento. In valore assoluto, si tratta di 2.160 entrate stabili per il 2008,
contro le 1.170 relative alla modalità di impiego “a termine”.
Assunzioni CAMPOBASSO nel 2008 per territorio e macrosettore (v.a.) TOTALE Industria Costruzioni Commercio Turismo Servizi
Tempo indeterminato 2160 550 960 250 30 370 Tempo determinato 1170 500 240 70 100 260 Apprendisti 260 50 120 30 10 50 Altri contratti 60 10 20 10 10 10 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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Più nel dettaglio, il ricorso ai contratti di lavoro dipendente “a termine” sembra
interessare soprattutto: il 71,6 per cento delle imprese del settore costruzioni
che hanno manifestato l’intenzione di nuove assunzioni, il 69,4 per cento del
commercio e il 53,6 per cento di quelle del settore servizi.
Assunzioni CAMPOBASSO nel 2008 per territorio e macrosettore Industria Costruzioni Commercio Turismo Servizi
Tempo indeterminato 49,5% 71,6% 69,4% 20,0% 53,6% Tempo determinato 45,0% 17,9% 19,4% 66,7% 37,7%
Apprendisti 4,5% 9,0% 8,3% 6,7% 7,2% Altri contratti 0,9% 1,5% 2,8% 6,7% 1,4%
TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
A partire dall’indagine sui programmi di assunzione delle imprese per il 2005, il
Sistema Informativo Excelsior mette a disposizione le informazioni circa le
previsioni di ricorso ai collaboratori. Nel complesso dovrebbero essere 290 per
Campobasso. Coerentemente con le tipologie di figure che si intende impiegare, il
49,1% dei collaboratori dovrà possedere una qualifica e solo il 28% una laurea.
Collaboratori previsti nel 2008 per regioni e province e per livello di istruzione
Collaboratori* Previsti nel 2008
(v.a.)**
Livello di istruzione
universitario Secondario e qualifica nessuna
formazione
post second. profess. Specifica
MOLISE 440 31,5 51,9 6,1 10,4
CAMPOBASSO 290 28,0 49,1 9,2 13,7
SUD E ISOLE 38.760 41,9 46,6 4,3 7,3
TOTALE ITALIA 188.090 36,3 52,3 4,4 7,0Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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4. La domanda di formazione universitaria
Definire la domanda di formazione universitaria è cosa alquanto complessa, poiché
essa appare inevitabilmente influenzata da molte variabili. Per determinare tale
domanda nel contesto complessivo di questo rapporto, si prenderanno in
considerazione due variabili che condizionano, e anzi generano, la domanda di
formazione universitaria su un territorio: l’articolazione di un sistema locale di
offerta ed i fabbisogni delle imprese. In genere, i giovani, soprattutto nelle regioni
meridionali, guardano all’offerta di formazione universitaria dell’intero territorio
nazionale e non solo a quello della regione di residenza. I giovani molisani si
rivolgono al sistema dell’offerta universitaria optando per un ventaglio molto ampio
di facoltà. La prima scelta si concentra sulla facoltà di Economia che assorbe il
18,3 per cento degli studenti molisani iscritti al I° anno di università (a.a.
2008\2009). Seguono le facoltà di Ingegneria (12,3%), di Medicina e Chirurgia
(10,8%) e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (9,1%).
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Residenti in Molise iscritti al I° anno nell’a.a. 2008\2009.
FACOLTA’ v.a. v.% ECONOMIA 632 18,3% INGEGNERIA 426 12,3% MEDICINA e CHIRURGIA 371 10,8% SCIENZE MATEMATICHE FISICHE e NATURALI 314 9,1% LETTERE e FILOSOFIA 251 7,3% GIURISPRUDENZA 239 6,9% SCIENZE UMANE e SOCIALI 233 6,8% SCIENZE del BENESSERE 114 3,3% PSICOLOGIA 111 3,2% AGRARIA 99 2,9% FARMACIA 98 2,8% SCIENZE della FORMAZIONE 97 2,8% ARCHITETTURA 92 2,7% LINGUE e LETTERATURE STRANIERE 84 2,4% SCIENZE POLITICHE 76 2,2% SCIENZE MOTORIE 44 1,3% SCIENZE MANAGERIALI 43 1,2% SCIENZE STATISTICHE 23 0,7% altre facoltà 103 3,0% Totale: 3.450 100,0% Fonte: nostra elaborazione su dati Miur, a.a. 2008\2009.
Sotto il profilo della mobilità territoriale, è il 61,0 per cento degli studenti
molisani iscritti al primo anno universitario ad essere stato intercettato
dall’offerta di formazione universitaria di atenei di altre regioni italiane nell’anno
accademico 2008\200914. La domanda di formazione universitaria dei giovani
molisani pur in crescita, risulta in quest’ultimo periodo in contrazione, se si
osservano i dati degli iscritti per il periodo 2004 – 2009. Osservando il numero
totale di iscritti al sistema universitario si registra un incremento pari al 7 per
cento. Sostanzialmente stabile, invece, la quota di molisani iscritti a Facoltà
universitarie presenti nella stessa regione di residenza.
14 L’indice di migrazione del Molise è secondo solo a quello della Basilicata.
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Residenti in Molise iscritti al I° nel periodo 2004‐2008. anno accademico iscritti v.%
2008\2009 3.490 107%
2006\2007 3.889 119%
2004\2005 3.258 100%Fonte: nostra elaborazione su dati Miur.
Analizzando poi il sistema imprenditoriale locale che dovrebbe determinare gran
parte della domanda di formazione universitaria in provincia di Campobasso,
emerge in primo luogo un certo disequilibrio quantitativo tra il fabbisogno di
laureati dichiarato dalle imprese private e l’offerta formativa prodotta:
fotografando la situazione al 2008, le imprese dichiarano di dover inserire nel
mercato del lavoro locale 570 laureati a fronte di 361 laureati presso l’università
del Molise15, pari a circa il 85 per cento in meno. Dei 570 neolaureati, il 32,7% ha
acquisito una laurea in Economia, il 21,9% in Scienze umane e sociali, il 15,8% in
Scienze della Formazione e il 14,1% in Scienze Matematiche Fisiche e Naturali.
Laureati dell’università del Molise per Facoltà – a.a. 2007\08
Facoltà di laurea Laureati v.%Economia 118 32,7% Scienze umane e sociali 79 21,9% Scienze della formazione 57 15,8% Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali 51 14,1% Giurisprudenza 29 8,0% Agraria 16 4,4% Scienze del benessere 11 3,0% Totale: 361 100,0% Fonte: nostra elaborazione su dati Miur. In realtà, il problema dell’inserimento dei laureati è molto più complesso di una
semplice differenza numerica; in primo luogo, l’indagine Excelsior - cui i dati
relativi ai fabbisogni occupazionali delle imprese fanno riferimento - non considera
15 Periodo di riferimento anno accademico 2007-2008.
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il lavoro nella Pubblica Amministrazione, e, al pari dell’offerta formativa, anche la
domanda di lavoro va inserita in un quadro più ampio di quello esclusivamente locale.
Indirizzo di laurea Assunti v.a. valore %
Economico 230 40,5% sanitario e paramedico 100 17,6% insegnamento e formazione 80 14,0% ingegneria industriale 40 7,0% ingegneria civile e ambientale 30 5,3% scientifico, matematico e fisico 20 3,5% ingegneria elettronica e dellʹinformazione 20 3,5% indirizzo giuridico 20 3,5% altri indirizzi di ingegneria 10 1,7% Architettura 10 1,7% linguistico, traduttori e interpreti 10 1,7% Totale 570 100,0%
Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2008. L’altro aspetto di rilievo che connota la domanda di formazione universitaria è la
composizione del fabbisogno di formazione espresso dalle imprese per i laureati
neoassunti: in altre parole, quali lauree cercano le imprese della provincia di
Campobasso. Dei 570 ingressi di laureati previsti nel 2008 dal Sistema Excelsior, il
40,5% è rappresentato da laureati in economia, seguiti, con un forte distacco, dai
laureati ad indirizzo sanitario e paramedico (17,6%) e quelli ad indirizzo
insegnamento e formazione (14,0%).
5. L’offerta di formazione universitaria Il sistema universitario della provincia di Campobasso ruota sostanzialmente
attorno al polo dell’università del Molise16. Di fatto, l’offerta didattica del
sistema universitario dell’ateneo si concentra in nove facoltà, fra le quali, per
numero di studenti e concentrazione rispetto alla media italiana, prevalgono di
fatto le facoltà di tipo umanistico, come Giurisprudenza, Scienze della
Formazione e Scienze Umane e Sociali, che assorbono circa un terzo degli iscritti.
16 L’Università del Molise ha delle sedi distaccate a: Isernia, Pesche e Termoli.
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Fra le facoltà di tipo tecnico, molto ben strutturata risulta essere Agraria che
con i suoi 520 iscritti nell’anno accademico 2008\2009, rappresenta la sesta
facoltà in termini di iscritti dell’università del Molise.
Iscritti dell’università del Molise per Facoltà – a.a. 2008\09
Facoltà iscritti v. % Agraria 520 8,3%Economia 1.734 27,5%Giurisprudenza 969 15,4%Ingegneria 177 2,8%Medicina e Chirurgia 483 7,7%Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali 613 9,7%Scienze Umane e Sociali 811 12,9%Scienze del Benessere 609 9,7%Scienze della Formazione 387 6,1%Totale: 6.303 100,0%Fonte: nostra elaborazione su dati Miur.
Altro dato di un certo interesse è quello relativo al numero di soggetti che
riescono a conseguire il titolo universitario prima dei tempi previsti. Questi
laureati che si possono definire “precoci” sono stati ventuno nel 2007 e
rappresentano circa il 3,1 per cento del totale dei laureati presso l’Università del
Molise (meno della metà del valore medio nazionale).
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Totale laureati e laureati precoci dell’università del Molise ‐ 2007
Università
Laureati totali
Laureati “precoci”
% laureati “precoci” sul totale
Molise 677 21
3,1
Totale 173.668 11.874
6,8 Fonte: CNSVU, anno 2008.
Concludiamo analizzando verso quali facoltà s’indirizza la domanda di studenti
molisani emigrati in altre regioni. Le facoltà che attirano circa il 75 per cento di
studenti molisani sono proprio quelle tipiche dell’università del Molise. In altri
termini, la migrazione di studenti in altre regioni in tre casi su quattro non
sembra dovuta alla mancanza di alcune facoltà all’interno del sistema universitario
locale, quanto piuttosto dall’insufficiente capacità, da parte delle facoltà
esistenti, di competere con atenei di altre aree italiane, in particolare “Roma”,
“Chieti-Pescara”, “Bologna”, “Cassino” e “L’Aquila”. Pertanto, esiste una quota
rilevante di molisani che preferisce emigrare per iscriversi a corsi di laurea che
troverebbero anche in loco. Questa insufficiente capacità di trattenere i giovani,
dovrebbe fare riflettere il sistema locale sull’offerta didattica attualmente
messa in campo.
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6. La formazione continua nelle imprese Per quanto riguarda la formazione continua del personale, nel complesso, il 25,5 per
cento delle imprese di Campobasso con dipendenti dichiara di aver organizzato nel
2007 attività di formazione per i propri addetti. Più in dettaglio, le imprese con
dipendenti del settore servizi hanno svolto formazione continua nel 28,4 per cento
dei casi, mentre le aziende con dipendenti dell’industria hanno erogato formazione
continua nel 21,7 per cento dei casi. Si tratta di una percentuale superiore di 3,6
punti rispetto a quella nazionale (21,9%), in moderata controtendenza rispetto a
una tendenza generale evidenziata anche dai risultati dell’indagine Istat-Eurostat
CVTS317: bassa propensione ad offrire formazione al proprio personale18.
Imprese che nel 2007 hanno effettuato corsi di formazione per settore di attività, regione e provincia (quota % sul totale)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 21,7 28,4 25,5 MOLISE 21,6 28,2 25,4 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
17 Pur in linea con la definizione di “formazione professionale” adottata dall’Istat-Eurostat nella CVTS (Continuing Vocational Training Survey), l’indagine Excelsior differisce da quest’ultima per quanto riguarda il campo di osservazione: infatti, CVTS assume come universo di riferimento le imprese con almeno 10 addetti, mentre Excelsior prende in esame tutte le aziende con dipendenti, comprese le micro-imprese (da 1 a 9 dipendenti). Si intende comunque per “formazione continua”, anche all’interno dell’indagine Excelsior, quella: decisa e organizzata dall’impresa; finanziata, in tutto o in parte, dall’impresa finalizzata all’acquisizione di nuove competenze o allo sviluppo e al miglioramento delle competenze esistenti; distinta chiaramente dal tempo di lavoro, con intervento di un formatore o almeno di attrezzature finalizzate a facilitare l’acquisizione di nuove competenze. Una volta rilevata la mera presenza o meno di iniziative formative in genere, tuttavia, l’indagine Excelsior si concentra prevalentemente sulle attività corsuali (interne o esterne all’azienda), rilevando, limitatamente alle stesse, dati sull’utenza, la durata e i costi dei percorsi. Sono quindi escluse, a livello di dettaglio, le attività di formazione “non formali”, quali l’affiancamento e le varie altre forme di training-on-the job, incluse invece nella definizione complessiva. 18 La media europea delle imprese che hanno svolto attività di formazione continua nel 2005 è stata pari al 60 per cento, la media italiana ha raggiunto poco più della metà (32%).
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I valori fatti registrare dalle imprese con dipendenti operanti in provincia di
Campobasso, risultano in linea con quelli nazionali se si tiene conto che nell’area vi è
una maggiore presenza d’imprese operanti in settori a maggiore intensità di
conoscenza (quelle con una più netta propensione all’investimento in formazione).
Dipendenti che nel 2007 hanno effettuato corsi di formazione per settore di attività, regione e provincia (v.a.)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 3.600 4.000 7.500 MOLISE 4.700 5.500 10.200 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 La stima dell’insieme delle opportunità formative che le imprese offrono ai propri
addetti si misura attraverso l’indicatore di accesso, che descrive il rapporto fra il
numero di addetti partecipanti a corsi e il numero totale di addetti nelle sole
imprese che offrono corsi. Anche tale indicatore si conferma sostanzialmente
correlato al settore di attività aziendale. Oltre 6 sono infatti i punti percentuali
che separano la quota di dipendenti formati nel settore servizi (29,4%) da quella
registrata nell’industria (22,9%).
Dipendenti che nel 2007 hanno effettuato corsi di formazione per settore di attività, regione e provincia (quota % sul totale)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 22,9 29,4 25,9 MOLISE 21,0 29,5 24,8 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Di particolare rilievo sono le informazioni relative al genere dei dipendenti formati
dalle imprese nel corso del 2007: la percentuale di donne formate è più alta di
quella degli uomini (30,9%), ma si diversifica notevolmente in base al settore.
Emerge, infatti, il netto primato delle “quote rosa” tra i dipendenti formati nei
servizi (41,8% contro il 18,8% nell’industria). Questa tendenza (registrata anche a
livello nazionale) pare dovuta, però, perlopiù al fatto che in tali attività produttive
l’occupazione è molto più “femminilizzata” che nell’industria.
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Dipendenti donne che nel 2007 hanno effettuato corsi di formazione per set‐ tore di attività, regione e provincia (quota % sul totale)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 18,8 41,8 30,9 MOLISE 20,4 41,0 31,4 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
L’intensità della partecipazione ai corsi - ossia il rapporto fra il numero totale di
ore in corsi per partecipante – costituisce un’informazione di rilievo in quanto a
partire dalla stima della durata dei corsi è possibile costruire ulteriori indicatori.
La formazione impegna in media i dipendenti per poco più di una settimana
lavorativa all’anno (4,8 giornate), con valori sensibilmente più elevati (intorno ai 6
giorni) per le imprese del settore servizi. Nel complesso, dunque, si tratta di una
formazione di durata piuttosto breve.
Durata media formazione effettuata nel 2007 per settore di attività, regione e provincia (in giornate lavorative)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 3,9 5,5 4,8 MOLISE 4,7 5,2 5,0 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Uno degli elementi più interessanti e allo stesso tempo più delicati riguarda gli
investimenti sostenuti dalle aziende per la propria attività formativa (sempre
restringendo il discorso alla formazione in senso stretto, ovvero ai corsi interni ed
esterni), in quanto fondamentale per misurare concretamente l’entità dell’impegno
profuso dalle imprese per favorire l’aggiornamento e la crescita professionale dei
lavoratori.
Costo medio per dipendente sostenuto dalle imprese che hanno effettuato nel 2007 corsi per il personale, per settore di attività, regione e provincia (in euro)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 550,00 670,00 610,00 MOLISE 600,00 620,00 610,00 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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Il costo medio sostenuto dalle imprese nel 2007 per la formazione di ciascun
dipendente è stato pari a circa 610,00 euro: un valore diverso se analizzato per
macrosettore (670,00 servizi contro 550,00 dell’industria).
Costo totale sostenuto dalle imprese che hanno effettuato corsi per il personale, per regione e provincia (in migliaia di euro)
2005 2006 2007 CAMPOBASSO 4.009 3.304 4.613 MOLISE 5.098 4.425 6.259 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
Relativamente alle imprese che hanno organizzato attività di formazione continua
per gli occupati già in organico, è possibile confrontare i dati disponibili per l’ultimo
triennio (2005-2007). Il dato complessivo mostra una crescita altalenante
dell’impegno economico: in valore assoluto, si passa da 4.009 mila del 2005 ai 4.613
mila del 2007.
Imprese che hanno ospitato tirocini formativi o stage nel 2007 per settore di attività, regione e provincia (quota % sul totale)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 5,9 11,6 9,2 MOLISE 6,4 11,1 9,1 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Nel campo della formazione, uno dei temi che assume rilevanza strategica è quello
degli stage o tirocini formativi e di orientamento, meccanismi che finora hanno
rappresentato spesso anche un’occasione per l’azienda ospitante per orientare la
formazione, anche sulla base dei propri fabbisogni professionali.
Secondo la normativa vigente (Legge 196/97 e relativo Decreto Legislativo
attuativo 142/98, sostanzialmente non modificati dalla successiva “Riforma Biagi”),
il tirocinio o stage è un’esperienza formativa di tempo limitato, che non costituisce
rapporto di lavoro e finalizzata alla creazione di momenti di alternanza, per
favorire l’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro e le scelte
professionali dei giovani, da svolgersi presso strutture sia pubbliche che private,
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rivolta a soggetti che hanno assolto l’obbligo scolastico in formazione scolastica,
universitaria e professionale.
Personale ospitato per tirocini formativi o stage nel 2007 per settore di attività, regione e provincia (v.a.)
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 210 290 500 MOLISE 300 410 710 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Dall’ultima indagine Excelsior risulta che, nel corso del 2007, i tirocini e gli stage
attivati dalle imprese con dipendenti sono stati, in tutta la provincia di
Campobasso, cinquecento (+35% rispetto al 2005). Si tratta di un interesse
crescente delle aziende per queste forme d’inserimento dei giovani nella realtà
lavorativa, che consente all’impresa di assumere un ruolo attivo anche nei percorsi
formativi offerti dal mondo della scuola, dell’università e della formazione
professionale. Ora, considerando che ogni anno le imprese manifestano le loro
difficoltà nel reperimento delle risorse umane di cui hanno bisogno, il crescente
interesse in provincia di Campobasso verso queste forme di formazione in contesto
lavorativo, può essere spiegato dalla buona qualità delle esperienze poste in essere.
Personale ospitato per tirocini formativi o stage nel 2007 che è stato o sarà trasformato in assunzioni nel 2008 per settore di attività, regione e provincia
Industria Servizi Totale CAMPOBASSO 41,0 16,3 26,5 MOLISE 32,2 16,0 22,9 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Per testare l’effettivo potenziale del tirocinio come modalità d’inserimento
lavorativo, nell’ultima rilevazione Excelsior è stata introdotta un’apposita domanda
per chiedere ad ogni impresa quanti dei tirocinanti ospitati nell’anno erano stati o
potessero essere in seguito assunti presso di essa. Il risultato è molto
incoraggiante, dal momento che le imprese della provincia di Campobasso
intervistate hanno dichiarato di aver assunto o di essere quanto meno
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potenzialmente interessate ad assumere presso di loro il 26,5% dei tirocinanti
accolti. Si tratta di una percentuale molto alta se rapportata a quella di altre
realtà italiane, che conferma la validità dell’esperienza di stage anche come canale
di prova ed inserimento lavorativo.
Personale ospitato per tirocini formativi o stage nel triennio 2005‐2007 per settore di attività, regione e provincia (v.a.)
2005 2006 2007 CAMPOBASSO 370 340 500 MOLISE 500 520 710 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
7. I profili professionali ricercati dalle imprese La maggior parte delle preferenze delle imprese della provincia di Campobasso,
fotografando la domanda di lavoro al 2008, si concentra su risorse a bassa
qualificazione (60,1%). Le imprese di Campobasso che dichiarano di volere
assumere laureati, infatti, sono solo cinque su cento.
Assunzioni per macrosettore e livello istruzione richiesto ‐ (v.a.)
nessun titolo
Qualifica profes.
Istruzione profes. e tecnica (3-4 anni)
Diploma superiore (5 anni)
Titolo universitario totali
Industria 320 10 50 620 110 1110 Costruzioni 1000 100 130 120 0 1350 Commercio 160 50 0 150 0 360 Turismo 100 10 20 20 0 150 Servizi 180 30 140 270 70 690 totale 1760 200 340 1180 180 3660 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2008
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Qui di seguito sono riportati i gruppi di lauree e diplomi che nelle classifiche
provinciali del sistema Excelsior risultano avere una maggiore incidenza in provincia
di Campobasso. Da segnalare, per le lauree il gruppo “ingegneria industriale”
ritenuto in crescita per i prossimi anni in relazione al comparto energia, mentre
per i diplomi il gruppo ad indirizzo “socio-sanitario” in quanto si ritiene che i servizi
alla persona assumeranno una rilevanza sempre maggiore nella realtà dell’area.
Lauree e Diplomi che incidono maggiormente in provincia di Campobasso nel confronto con i dati nazionali – media 2005‐2007
Gruppo Lauree v. %i Chimico-farmaceutico 16,0% Ingegneria industriale 15,0% Scientifico 4,0% Medico 3,0% Agrario 1,4%
Gruppo Diplomi Tecnico-professionali indirizzo elettronico 2,4% Tecnico-professionali indirizzo chimico 2,5% Tecnico-professionali ad indirizzo socio-sanitario 3,0% (*) % sulle assunzioni totali di personale laureato e diplomato. Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2008
Si tratta d’imprese interessate essenzialmente all’assunzioni di unità con lauree ad
indirizzo economico (38,3%) e ad indirizzo “ingegneria industriale” (6,7%). Nello
specifico si tratta delle professioni qui di seguito riportate.
Assunzioni con laurea per professione – Campobasso – anno 2008 Professioni Assunti
Dirigenti 10 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 50 Professioni tecniche 80 Impiegati 40 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2008
A questo punto prediamo in considerazione le professioni richieste dalle imprese.
Ai primi posti della classifica delle professioni maggiormente richieste ci sono
mestieri qualificati del settore “costruzioni” (29,2%), seguono a distanza quelli
qualificati del settore metalmeccanico (10,7%). Nel dettaglio, la tabella di seguito
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riportata, elenca tutti i profili professionali che il sistema produttivo della
provincia di Campobasso ha assorbito nel corso del 2008, in ordine di rilevanza
numerica sul totale degli assunti.
Numero totale assunti per professione – Campobasso – anno 2008 Operai specializzati dell’ industria estrattiva e dell’edilizia 1060 29,2%Operai metalmeccanici specializzati ed assimilati 390 10,7%Professioni non qualif. delle miniere, costruzioni e attività industriali 310 8,5%Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 300 8,3%Conduttori di impianti industriali 250 6,9%Professioni qualificate nelle attività commerciali 170 4,7%Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere 150 4,1%Professioni qualif. nei serv. sociali, cult., sicurezza, pulizia e assim. 140 3,9%Professioni tecniche in amministraz. e attività finanz. e commerc. 140 3,9%Professioni tecniche nelle scienze naturali, ingegneria ed assimilate 120 3,3%Impiegati di ufficio 110 3,0%Operai specializzati lavoraz. alimentari, legno, tessili e assimilati 100 2,8%Professioni non qualificate nelle attività gestionali 90 2,5%Professioni non qualificate nei servizi alle persone ed assimilati 60 1,7%Impiegati a contatto diretto con il pubblico 40 1,1%Ingegneri, architetti e professioni assimilate 30 0,8%Operai specializ. dell’agricolt., foreste, zootecnia, pesca e caccia 30 0,8%Operai semiqual. di macch. per lavoraz. in serie e addetti montaggio 30 0,8%Operatori di macchin. fissi in agricolt.ura e nella industria alimentare 30 0,8%Specialisti in scienze umane, sociali e gestionali 20 0,6%Operai specializ. meccanica di precisione, stampa ed assimilati 10 0,3%
Numero totale assunti per professione – Campobasso – anno 2008 Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita 10 0,3%Professioni qualificate nei servizi sanitari 10 0,3%Professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 10 0,3%Direttori di grandi aziende private 10 0,3%Specialisti in scienze matematiche, fisiche, naturali ed assimilati 10 0,3%Totale 3630 100,0%Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Dalle interviste condotte ad alcuni responsabili del settore formazione di alcune
associazioni di categoria19, è emerso che in provincia di Campobasso è in evoluzione
positiva soprattutto l’agro-alimentare (per caratteristiche imprese e tipologia di
attività), il settore turistico (inteso come sviluppo territoriale integrato) e il
19 Si tratta di Associazioni del settore artigiano e del commercio.
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terziario per i servizi alla persona. Qui di seguito sono invece riportati gli scenari
previsionali delle professioni emergenti.
Scenari previsionali20: lo sviluppo di professioni con competenze specifiche
Nel settore turistico e del tempo libero le professioni che si affermeranno sono, ordinate per importanza decrescente: a) l’esperto di marketing e comunicazione turistica, b) l’esperto per la gestione dell’offerta turistica, c) l’esperto per la gestione della domanda turistica integrata.
Nel settore agro-alimentare le professioni che andranno affermandosi con sempre maggiore rilevanza sono in ordine decrescente d’importanza: a) l’esperto in sistemi di sicurezza alimentare, b) l’esperto in sistemi di qualità alimentare, c) l’imprenditore agrituristico, d) l’informatico esperto applicazioni per l’agricoltura.
Nel campo dei servizi alla persona le professioni qualificate che andranno affermandosi con sempre maggiore rilevanza sono in ordine decrescente d’importanza : a) il responsabile sistema qualità, b) il manager di cooperative sociali, c) il mediatore culturale, d) l’assistente a anziani\disabili, f) l’assistente ai soggetti affetti da particolari patologie, g) l’assistente ai minori.
Fonte: ns. elaborazione su dati raccolti con interviste a rappresentanti associazioni di categoria, 2009.
20 Si ringrazia per la fattiva collaborazione alla costruzione degli scenari previsionali del rapporto, i rappresentanti delle seguenti associazioni di categoria operanti in provincia di Campobasso: AMA, Casartigiani, CNA, Confartigianato e Confcommercio.
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8. Considerazioni conclusive Alla luce di quanto fino ad ora analizzato, è possibile avanzare alcune riflessioni:
Si rende sempre più pressante l’esigenza che le imprese della provincia di Campobasso facciano sistema, soprattutto per comparti strategici quali “turismo” e “agro-alimentare”. Risulta assente una vera collaborazione economica tra imprese di questi comparti.
Il “nanismo” delle imprese e la frammentazione del sistema produttivo locale frenano lo sviluppo locale. Occorre pertanto concentrare sempre di più l’attenzione sui comportamenti formativi delle imprese, soprattutto nel comparto agro-alimentare.
Le imprese sono ancora poco attente ai fattori di crescita integrata del territorio di appartenenza.
Negli ultimi anni i temi e i problemi della Formazione Continua sono al centro del dibattito tra operatori, istituzioni nazionali e locali, e organizzazioni di rappresentanza sociale. I frutti più noti sono i Fondi Paritetici Interprofessionali21.
I contenuti e gli obiettivi dei Piani Formativi per le imprese dovrebbero essere strategicamente indirizzati su: a) apertura a nuovi mercati; b) organizzazione aziendale; c) normative tecniche, ambientali e di sicurezza; d) innovazione di prodotto.
la asimmetria quantitativa tra domanda ed offerta: il sistema locale, limitatamente alle imprese private, esprime una domanda quantitativamente insufficiente rispetto alla consistenza del sistema dell’offerta.
Sotto l’aspetto qualitativo, il confronto tra ciò che le imprese richiedono
in termini di laureati e ciò che l’università prepara, sorprende l’assenza di un’offerta di “Professioni qualificate nelle attività turistiche ed alberghiere” . Tale dato, oltre a mostrare il problema quantitativo in sé, denota la tendenza a ritenere prioritarie figure operative a bassa qualificazione piuttosto che laureati in specifiche discipline di management turistico.
21 Si allega elenco dei FPI autorizzati e le rispettive organizzazioni promotrici.
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Focus sul settore agricolo
Con l’evoluzione del settore agricolo si va sempre più affermando l’esigenza
di nuovi strumenti e di nuovi approcci per la qualificazione continua del
capitale umano, soprattutto in riferimento ai piccoli proprietari agricoli.
Sono evidenti infatti le trasformazioni in atto, con spinte verso: 1) la
differenziazione produttiva, 2) una diversificazione produttiva, 3) la più
generale multifunzionalità. In provincia di Campobasso le esigenze di
aggiornamento e di riqualificazione riguardano soprattutto tematiche quali:
i. la nuova figura dell’imprenditore agricolo,
ii. i sistemi di sicurezza aziendale e di qualità delle produzioni,
iii. la conduzione di aziende agrituristiche,
iv. l’innovazione di prodotto e di processo,
v. le normative e i finanziamenti pubblici.
Alla gestione del cambiamento in atto, dunque, potrà dare un importante
contributo proprio l’intervento formativo. Da diversi studi, infatti, emerge
che al crescere del grado di istruzione–formazione dei conduttori agricoli,
crescono i fatturati delle imprese analizzate. Si tenga conto che tali
considerazioni sono importanti per una realtà come quella di Campobasso in
cui, oltre l’80% delle imprese agricole sono ditte individuali e il 75 per cento
degli occupati di questo comparto sono lavoratori autonomi.
In quest’ottica la nascita del “Fondo paritetico interprofessionale nazionale
per la formazione continua in agricoltura - For.Agri” e l’avvio degli interventi
di formazione continua, previsti nel Piano di Sviluppo Nazionale e cofinanziati
dai Piani di Sviluppo Regionale nel periodo di programmazione 2007-2013,
rappresentano due elementi di estrema rilevanza.
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9. Allegati Assunzioni non stagionali nel 2008 per territorio e macrosettore (v.a.)
Industria Costruzioni Commercio Turismo Servizi CAMPOBASSO 1110 1340 360 150 690 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Assunzioni stagionali nel 2008 per territorio e macrosettore (v.a.)
Industria Costruzioni Commercio Turismo Servizi CAMPOBASSO 330 20 20 130 30 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Assunzioni non stagionali nel 2008 per regione e per dimensione (v.a.)
1 – 9 Dipendenti 10 - 49 Dipendenti >= 50 Dipendenti CAMPOBASSO 1870 690 1090 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Assunzioni stagionali nel 2008 per regione e per dimensione (v.a.)
1 – 9 Dipendenti 10 - 49 Dipendenti >= 50 Dipendenti CAMPOBASSO 180 20 330 Fonte: ns. elaborazione su dati Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Assunzioni non stagionali previste da imprese per il 2008 di personale immigrato, per ripartizione territoriale, regione, provincia e classe dimensionale
Lavoratori immigrati previsti nel 2008 (v.a.)*
1-9 dip. 10-49 dip. 50 dip. e oltre Totale
MOLISE 470 140 100 710
CAMPOBASSO 310 100 70 490
SUD E ISOLE 14.500 5.780 9.390 29.670
TOTALE ITALIA 54.260 29.900 83.640 167.800*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale previste dalle imprese per il 2008, per settore di attività, ripartizione territoriale, regione e provincia
Assunzioni stagionali
2008 (v.a.)*
di cui: (valori %) Industria Servizi
Totale di cui: industria Totale di cui:
alimentare turismo**
MOLISE 640 68,2 51,1 31,8 20,9
CAMPOBASSO 520 66,9 60,9 33,1 24,8
SUD E ISOLE 84.450 28,0 17,5 72,0 46,3
TOTALE ITALIA 251.580 21,6 13,6 78,4 45,5*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. **Alberghi, ristoranti e servizi turistici. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008 Assunzioni non stagionali previste per il 2008 secondo il livello d’istruzione richiesto e altre caratteristiche, per ripartizione territoriale, regione e provincia
Assunzioni non stagio- nali 2008
(v.a.)*
di cui: (valori %) livello di istruzione segnalato
dalle imprese di fino necessità
univer- Secondario e qualifica difficile a formazione
sitario post second. profess. reperimento 29 anni (corsi) (1)
MOLISE 4.870 4,7 33,9 16,5 25,1 43,8 22,0
CAMPOBASSO 3.640 5,0 32,5 14,5 25,8 46,6 24,7
SUD E ISOLE 219.310 7,3 38,0 15,3 20,2 37,6 17,3
TOTALE ITALIA 827.890 10,6 40,5 14,5 26,2 36,1 24,7*Valori assoluti arrotondati alle decine, i totali possono quindi non coincidere con la somma dei singoli valori. (1) Formazione prevista dalle imprese attraverso attività corsuale interna ed esterna alle imprese stesse. Fonte: Unioncamere ‐ Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2008
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Fondi Paritetici Interprofessionali autorizzati e le organizzazioni promotrici 1) Fon.Coop - Fondo per la formazione continua nelle imprese cooperative Organizzazioni Promotrici: A.G.C.I.; Confcooperative; Legacoop; Cgil; Cisl.; Uil
2) Fon.Ter - Fondo per la formazione continua del terziario Organizzazioni Promotrici: Confesercenti; Cgil; Cisl; Uil
3) Fond.E.R. - Fondo per la formazione continua negli enti ecclesiastici, associazioni, fondazioni, cooperative, imprese e aziende di ispirazione religiosa Organizzazioni Promotrici: Agidae; Cgil; Cisl; Uil
4) Fondimpresa - Fondo formazione continua delle imprese associate a Confindustria Organizzazioni Promotrici: Confindustria; Cgil; Cisl; Uil
5) Fondir - Fondo per la formazione continua dei dirigenti del terziario Organizzazioni Promotrici: Confcommercio; Abi; Ania; Confetra; Fendac; Federdirigenticredito; Sinfub; Fidia
6) Fondirigenti - Fondo per la formazione continua dei dirigenti delle aziende produttrici di beni e servizi Organizzazioni Promotrici: Confindustria; Federmamager
7) Fondo Artigianato Formazione - Fondo per la formazione continua nelle imprese artigiane Organizzazioni Promotrici: Confartigianato; Cna; Casartigiani; Cgil; Cisl; Uil; Claai
8) Fondo Dirigenti PMI - Fondo dei dirigenti delle piccole e medie imprese industriali Organizzazioni Promotrici: Confapi; Federmanager
9) Fondo Formazione PMI - Fondo per la formazione continua nelle PMI Organizzazioni Promotrici: Confapi; Cgil; Cisl; Uil
10) Fondoprofessioni - Fondo per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende ad essi collegate Organizzazioni Promotrici: Consilp; Confprofessioni; Confedertecnica; Cipa; Cgil; Cisl; Uil
11) For.Te. - Fondo per la formazione continua del terziario Organizzazioni Promotrici: Confcommercio; Abi; Ania; Confetra; Cgil; Cisl; Uil
12) For.Agri - Fondo per la formazione continua in agricoltura Organizzazioni Promotrici: Confagricoltura; Coldiretti; CIA; CGIL; CISL; UIL; Confederdia
13) Fondazienda - Fondo per la formazione continua dei quadri e dei dipendenti dei comparti del commercio-turismo-servizi, artigianato e piccola e media impresa Organizzazioni Promotrici: Confterziario; CIU; Conflavoratori
14) Fon.Ar.Com - Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua nel comparto del terziario, dell’artigianato e delle piccole e medie imprese Organizzazioni Promotrici: Cifa – Confederazione italiana federazioni autonome; Confsal – Confederazione sindacati autonomi lavoratori
15) Formazienda - Organizzazioni Promotrici: Confederazione nazionale autonoma italiana del Commercio, del Turismo, dei Servizi, delle Professioni e delle PMI (SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA) e la Confederazione Sindacati Autonomi Lavoratori (CONFSAL).
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Percentuale di imprese aderenti ai Fondi sul totale imprese attive con dipendenti
Percentuale dipendenti imprese aderenti ai Fondi sul totale dipendenti
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